INTERVISTA L’Iran punta sull’architettura...

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INTERVISTA 11 L’Iran punta sull’architettura bioclimatica L’arch. Vahid Ghobadian puntualizza l’evoluzione di un Paese che promuove la propria immagine e risponde alla sfida di Kyoto, aprendo un discorso alle energie rinnovabili e recuperando l’identità del linguaggio della propria architettura. Dall’alto: • Città del Golfo Persico • Tipologia architettonica ed urbanistica dell’area a clima freddo: Villaggio di Masuleh • Le quattro regioni climatiche dell’Iran ARCHITETTURA Francesca Sartogo

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L’Iran punta sull’architettura

bioclimaticaL’arch. Vahid

Ghobadian puntualizzal’evoluzione di un

Paese che promuove la propria immagine e

risponde alla sfida di

Kyoto, aprendo undiscorso alle energie rinnovabili erecuperando l’identitàdel linguaggio dellapropria architettura.

Dall’alto:• Città del Golfo Persico• Tipologia architettonica ed urbanistica dell’area

a clima freddo: Villaggio di Masuleh• Le quattro regioni climatiche dell’Iran

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litas) della struttura e della sua organizza-zione in cui spazi esterni ed interni, sistemacostruttivo, e materiali sono un insieme co-erente con l’ambiente e con il clima. Il recente programma IEA (InternationalEnergy Agency) “Soustainable Solar Hou-sing” Task 28, sull’analisi degli edifici a bas-so consumo, ha improntato il suo lavoro,non solo mettendo a punto la già consolida-ta esperienza dei Paesi del nord Europa, masoprattutto generando un gruppo di lavorodi cui fanno parte Francesca Sartogo, Vale-rio Calderaro e Vahid Gobadian per la gui-da alla progettazione in climi caldi, che rap-

presentano la maggior parte del mondo dioggi e dove la cultura dell’”Area Mediterra-nea” ed il modello dell’architettura dell’Iranhanno svolto un ruolo molto importante. Aquesto proposito l’associazione “EurosolarItalia” ha voluto invitare, il 18 aprile scorso,l’architetto Vahid Gobadian professore del-l’Università di Teheran ad illustrare aglistudenti ed ai professori della facoltà di Ar-

Imutamenti del clima, oggi pongono sultavolo degli architetti importanti respon-sabilità per la progettazione delle nostrecittà e dei nostri edifici. E’ sempre più

difficile assicurare lo standard di comfort chela nostra società si è costruito in questi ultimisecoli. L’attuale tendenza di dotare l’edificioarchitettonico concluso di impianti di condi-zionamento per il caldo ed il freddo è in aper-ta contraddizione con le più elementari rego-le del risparmio energetico e dell’inquina-mento ambientale. Mentre l’architettura èun’altra cosa: Vitruvio ne enuncia gli inscin-dibili 3 parametri (Venustas, Firmitas e Uti-

1. La città diventa un organismo vivente biologicocaratterizzato dall’alternanza delle “torri delvento” e delle “maniche a vento”, elementiarchitettonici che vi forniscono la linfa vitalenecessaria. Città del Golfo Persico.

2.Casa a corte nell’area a clima caldo - secco,Città di Dezful.

3. Casa a corte della ricca borghesia ad Abarqu,XX sec. Torri del vento e spazi ombreggiati a sudnei porticati e nel giardino interno.

4. Lo skyline della città diventa un “paesaggiocinetico tridimensionale” fatto di pieni e di vuotidella struttura compatta del tessuto edilizio da cuisvettano le snelle architetture delle torri del vento.Gonabad XX sec.

5. Schema di un lanternino per l’uscita dell’ariacalda in un qà’a iraniano

6. Sezione di una torre del vento, sistema del qà’aassociato al malqaf per catturare il vento dove èpiù veloce e freddo, condurlo all’interno concondotti verticali ed espellere aria calda e viziatadei vani interni attraverso aperture poste in alto.

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D. Qual è la politica energetica in Iran?Quali i consumi, quali le ragioni e le stra-tegie per cambiare l’attuale tendenza?R. Nonostante l’Iran sia uno dei più im-portanti Paesi produttori di petrolio consi-dera l’attuale suo consumo una realtà inso-stenibile. Infatti il consumo di carburantefossile anche in Iran è diventato un graveproblema per due motivi: primo, l’aumen-to dell’inquinamento atmosferico nellegrandi città come Teheran ed Esfahan, dicui il 30% è dovuto al consumo di combu-stibile fossile nell’edilizia; secondo, il com-bustibile fossile è una fonte di energia non

chitettura “Ludovico Quaroni” di Roma, lasua recente pubblicazione sulle caratteristi-che bioclimatiche dell’architettura storicairaniana. L’intervista puntualizza la parti-colare evoluzione di uno dei più importantiPaesi produttori di petrolio che ha trovatoragioni sufficienti per reagire all’attuale ten-denza mondiale ed aprire un discorso alleEnergie Rinnovabili, recuperando l’identitàdel linguaggio della propria architettura.

(L’ intervista all’arch. Gobadian è stataraccolta da Francesca Sartogo)

rinnovabile e l’incremento di consumi ne-gli ultimi 10 anni ha raggiunto il 4.1%, cheva oltre il livello della sostenibilità mondia-le. I consumi energetici che ammontavanoa 55 Ml. di dollari nel 2001 raggiungereb-bero 157.6 Ml. di dollari nel 2020. Inoltre,il consumo medio di energia del settoreedilizio è di circa 310 kW/h per m2. L’o-biettivo prefissato è di poter scendere a 160kW/h per m2 nel 2010. La politica del go-verno in Iran è di alternare l’uso del gas aquello del petrolio, ma allo stesso tempo diincentivare le Energie Rinnovabili. Il “Mi-nistero Iraniano del Petrolio” promuove

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7. Gruppo di cisterne voltate e sistema di ventilazionea Nayin, XVIII sec.

8. Una cisterna con cinque bagiri a Kish Island.9. Casa a Boroujerdi, Kashan.10. Sotto la cupola, Casa a Boroujerdi, Kashan.11. Casa a Boroujerdi, Kashan. La casa è divisa in

due parti, a sinistra gli spazi vitali durante l’inverno,a destra gli spazi vitali nei mesi estivi, (a similitudinedelle stanze dello scirocco della città di Palermo).

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struire un progetto bioclimatico in Iran.Il clima, in Iran, è molto complesso poi-ché il Paese si articola su un grande alto-piano che viene influenzato dalle vastearee climatiche del Nord Africa, del Me-dio Oriente e dell’Asia Centrale. Sebbenel’Iran sia considerato un Paese a clima sec-co, esso è caratterizzato da 4 diverse regio-ni climatiche. Tutto ciò ha avuto un’enor-me influenza nell’architettura e nel dise-gno delle nostre città fin dai primi secolidella storia dell’Iran. I nostri antenati era-no abituati a tenere in considerazione glielementi naturali e farne l’uso migliore al-trimenti gli edifici sarebbero stati troppofreddi in inverno ed eccessivamente caldiin estate. Il Paese oggi punta sul recuperodelle caratteristiche tradizionali del suopatrimonio storico per promuovere la suaimmagine e rispondere in termini alta-

mente culturali alla sfida dell’attuale crisienergetica ed al protocollo di Kyoto. Ab-biamo acquisito in Iran l’idea che c’è logi-ca e razionalità nelle esperienze passate.Esse sono più sane, più ecologiche, piùconfortevoli e meno costose. L’urbanisti-ca e i progetti degli edifici dell’architettu-ra antica in Iran seguono per tradizione ilclima in tutte le sue variazioni del giornoe della notte e delle stagioni. Ad ogni re-gione climatica corrispondono diverse ti-pologie della struttura delle città e dellearchitetture degli edifici. Invece di impor-tare materiali da Paesi lontani, si progetta-no e si sperimentano soluzioni autoctone.Questi antichi magisteri, consolidati neisecoli, sono presenti e straordinariamenteefficienti ancora oggi. Diventa importante la dimensione dellacittà, ove la maggiore o minore compat-tezza dell’aggregazione degli edifici hanon solo il ruolo di assorbimento, di fil-traggio e protezione dell’irraggiamentosolare, ma soprattutto quello di crearecondizioni ed elementi per favorire la cir-colazione dell’aria ed il controllo dell’u-midità. Nelle regioni a clima freddo il di-segno della città è compatto, gli edifici so-no vicini, tutti gli spazi esterni sono pro-tetti dal caldo e dal freddo, con prevalenteesposizione a sud. Nelle regioni a climatemperato le case sono orientate con tuttele aperture sul lato esterno delle case inmodo da massimizzare la ventilazione neimesi caldi dell’anno. L’estensione delle co-perture o delle tettoie verso il lato sud del-le case sono minime, per sfruttare il caloredel sole in inverno. Nelle regioni a caldosecco del centro dell’altopiano, le case so-no orientate verso l’interno, con un cortile

l’utilizzo delle tecnologie solari e delle archi-tetture bioclimatiche soprattutto per le re-gioni del sud del Paese. Con il DL. del 21marzo 2004 il nuovo “Regolamento Na-zionale per l’Edilizia” nei suoi 20 articoliobbliga le nuove costruzioni a rispettare ilrisparmio energetico.D. L’edilizia moderna ha modificato ilsuo tradizionale modo di vivere, la for-ma, le tecnologie e le modalità costrutti-ve. La nuova tendenza sta spingendo ver-so una architettura più rispettosa del-l’ambiente? Come incide il clima sull’ar-chitettura iraniana? R. I progetti di oggi hanno dimenticato il“clima” ed è con l’aiuto della tecnologia e diimpianti molto inquinanti che si è cercatodi risolvere molti dei problemi delle città edel comfort termico delle abitazioni. Oc-corrono però, regole e linee guida per rico-

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12. Casa a Al Yasin, Kashan.13. Bazar di Isfahan: la straordinaria

climatizzazione naturale si basa sullaforma degli spazi, sulla grande massatermica degli involucri, sui sistemi diilluminazione, degli elementi dellecoperture e nel controllo dei flussi diimmissione e di espulsione dell’aria.

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matici; nei climi freddi hanno coperture avolta in mattoni con notevole massa termi-ca, nei climi caldi umidi hanno coperturepiù alte in legno con aperture per la venti-lazione. I sistemi molto efficienti di questaventilazione naturale rendono tali spazi,anche se molto affollati, freschi, conforte-voli senza bisogno di costosi ed inquinantiimpianti di aria condizionata, così comunie necessari nei centri commerciali dei Pae-si industrializzati. I grandi spazi delle mo-schee e degli edifici per l’istruzione sonoanch’essi progettati con la stessa attenzio-ne. Essi sono spesso raggruppati planime-tricamente intorno a spazi aperti: “corti,“cortili” o “giardini” che, per “forma”, co-stituiscono il meccanismo del comfort ter-mico e della ventilazione. Il verde degli al-beri e il disegno dell’acqua completano ilcomplesso architettonico. Nei climi freddi

centrale, la “corte”, e hanno l’interno del-l’edificio protetto dalle frequenti tempestedi sabbia. Nelle regioni a caldo umido, so-prattutto nell’area del Golfo Persico e delMar dell’Oman, la ventilazione assume unruolo molo importante; città ed edifici so-no più aperti, caratterizzati da ampi balco-ni, spazi aperti interni su corti e cortili chesi aprono su brezze marine e maggiori areeombreggiate. Un sistema generalizzato ditorri o raccoglitori del Vento i “Badgir”’ as-sicura un circuito di ventilazione incrocia-ta. Esse sono tipiche tipologie bioclimati-che dell’architettura iraniana di questaparticolare area, hanno il ruolo di racco-gliere, filtrare, espellere la ventilazione al-l’interno ed all’esterno dell’edificio ed al-l’interno degli spazi aperti della città. Loskyline della città diventa un “paesaggio ci-netico tridimensionale” fatto di pieni e divuoti della struttura compatta del tessutoedilizio da cui svettano le snelle architettu-re delle torri del vento. D. Ci sono relazioni tra il clima e l’archi-tettura dei grandi monumenti pubblici ecollettivi quali: i “bazars”, le “madrassas”,i “caravanserragli”, le “moschee” ecc.?R. In effetti le relazioni con il clima sonoancora più efficienti negli spazi dell’archi-tettura emergente dove c’è maggiore af-fluenza di pubblico. La straordinaria cli-matizzazione naturale dei grandi “bazars”si basa sulla forma degli spazi, sulla grandemassa termica degli involucri, sul sistemadi ventilazione naturale della forma e deglielementi delle coperture e dei volumi in-terrati e nel controllo dei flussi di immis-sione e di espulsione dell’aria. Nelle diver-se regioni climatiche i grandi spazi colletti-vi variano nell’altezza e nei sistemi biocli-

e temperati le coperture piane sono spessogiardini pensili con verde ed alberature;nei climi caldi umidi le coperture sono aterrazzo o a volta di mattoni e soprattuttointegrate con il sistema dei “lanternini”,dei “badgir” e dei “qua’à” per la ventilazio-ne mono o pluridirezionata. Gli spazi perla preghiera e per le riunioni di studio sispostano alternativamente a seconda del-l’ottimizzazione del comfort, nei piani in-terrati, nei locali porticati o nei giardiniombreggiati, in una sorta di “nomadismo”organizzato bioclimatico.D. Cosa si può imparare dalla architettu-ra tradizionale iraniana?R. Non possiamo tornare indietro al tra-dizionale modo di vivere e non possiamocopiare il passato. Dobbiamo osservare leregole di progettazione e costruzione deinostri edifici del passato e applicarle ai

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14.-15. Illuminazione e ventilazione naturalenel complesso sistema delle volte nel bazardi Kashan.

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nuovi, rispettando la sequenza temporaledel clima e delle stagioni, le caratteristichedel contesto storico, e gli obbiettivi dei bi-sogni dell’epoca moderna. Tale consape-volezza ha coinvolto architetti professio-nisti e centri universitari nello studio del-le caratteristiche e delle componenti cosìparticolari dell’architettura storica legataal “clima”. Le università hanno prodotto,in questi ultimi vent’anni, molti corsi,programmi di PHD, ricerche e molti librie pubblicazioni sull’argomento. Certa-mente la nuova architettura bioclimaticasostenibile potrebbe utilizzare le regoledella propria cultura locale al fine diestendere il più possibile la protezione el’efficienza termica degli edifici e ridurre ilperiodo di tempo necessario a riscaldare ea raffrescare. Usare la lezione del passatonel produrre una nuova progettualità, ilcui risultato potrebbe tradursi in una sin-tesi tra le regole antiche e le tecnologiemoderne. Questo è il lavoro delicato chespetta a quegli architetti che vorranno es-sere ambientalmente responsabili.

16. Tipologie diverse di bazar per le quattro regioniclimatiche dell’Iran: clima caldo - secco, freddo,caldo - umido, temperato.

17. Veduta aerea della città compatta a Isfahancomposta essenzialmente di tipologie a corte con latipica rotazione rispetto al tessuto urbano dellamoschea del venerdì.

18. Particolare attenzione posta per tradizioneall’illuminazione naturale nella veduta assialedell’Iwan ovest della Moschea del venerdì a Isfahan.

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