Intervista a Andrea Lotti

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N E W S M O N D O Michelin 2010 IL PAESE A PIÙ ALTA DENSITÀ DI STELLE Con 101 stelle sulla Guida Michelin 2010, la Svizzera ha guadagnato il titolo di Paese più “stellato” per abitante. Questo numero potrebbe aumentare con altri 5 ristoranti, nell’edizione 2011. Complessivamente la guida Michelin per la Svizzera comprende 1.562 locali. 84 ristoranti hanno ricevuto almeno una stella. Ancora una volta il massimo livello delle tre stelle è attribuito soltanto a Philippe Rochat di Crissier (VD) e a Gérard Rabaey (“Le Pont de Brent”) di Brent (VD). 13 i ristoranti con due stelle. In una delle 1.224 fontane della città LA VIGNA PIÙ PICCOLA DI ZURIGO In Münplatz, nella città vecchia, una delle 1.224 fontane di Zurigo custodisce la vigna più piccola della città, carica d’anni ma amorevolmente potata e vendemmiata ogni anno. È curiosa anche la fontana, costruita in modo che, in base alla statura, possano bere agevolmente gli adulti, i bambini e i cani. Nata 57 anni fa, da sei propone un bis a marzo con Expovina Primavera. Gestita dagli importatori, si rivolge all’ultimo anello della filiera: chi acquista la bottiglia. L’occasione giusta per un’occhiata al mercato svizzero, del quale siamo i primi fornitori EXPOVINA DI ZURIGO Dall’importatore... Z urigo (Svizzera). Expovina è una fiera particola- re – negli stand da un lato ci sono gli importatori, dall’altro i consumatori finali – oltre che essere la più importante della Confederazione, dove prospera da 57 anni. Ha talmente succes- so che il suo presidente, Bruno Sauter, sei anni fa ha pensato di aancarle una sorellina, Ex- povina Primavera, puntando a un pubblico più giovane. Vediamo intanto le caratteristi- che delle due fiere. La “grande” si svolge in autunno (la prossi- ma si terrà dal 4 al 18 novem- bre) ed è ospitata a bordo di 12 battelli attraccati al molo della Bürkliplatz, sul lago, dove sfocia la Bahnhofstrasse, la più elegante via di Zurigo. In degustazione media- mente 4.000 vini di 12 Paesi dei cinque continenti e, per l’occasione, si allestiscono sei ristoranti. I visitatori oscillano fra i 70 e gli 80.000. Il prezzo del biglietto è di 20 franchi svizzeri (€14) per tutte le degustazioni che si vogliano. Pensata per i più giovani La “piccola”, Expovina Prima- vera, si è da poco conclusa (18- 25 marzo) a Oerlikon, grosso rione cittadino, e ha numeri ri- dotti ma di tutto rispetto: 2.500 vini, 15 franchi l’ingresso, du- rata accorciata (una settimana contro le due), 15.000 visitatori. Un biglietto su due è oerto da- gli importatori. Si presentano i nuovi vini e si mantiene vivo il contatto con gli appassiona- ti, che sono molti e spesso ben preparati. In comune, le due Expovina hanno l’orario, che può sem- brare folle parlando di una fiera, ma non lo è se si ricorda appunto che questa si rivolge ...al consumatore al cliente finale: dalle 16 alle 22, quando la gente è libera da impegni di lavoro e può andare a degustare su un avveniristico tram Cobra - fiore all’occhiello del sistema tranviario zurighe- se, veloce e puntuale - senza timori di incappare in una pat- tuglia di polizia equipaggiata di etilometro. “L’evento d’autunno è molto tradizionale”, spiega lo stori- co organizzato- re e responsa- bile dell’ucio stampa Oth- mar Stäheli, editor di Wine & Spirits. “Così abbiamo cre- ato qualcosa di più giovane per un pubblico più casual, dove si trova a pro- prio agio anche la nuova gene- razione di viticoltori svizzeri, pieni d’iniziativa”. Vino italiano, numero uno Alla prima occhiata si nota la forte partecipazione di vini ita- liani, in grandissima parte di aziende d’eccellenza, circa due- cento. Alla seconda… l’assenza fisica dei produttori. “È vero, questa è una fiera fatta dagli importatori per i consumatori”, ripete Othmar. “A volte ricevia- mo richieste di partecipazione da parte di aziende italiane, ma il regolamento è chiaro: pos- sono partecipare solamente attraverso l’importatore. E al- cune hanno appositamente co- stituito in Svizzera una società d’importazione. Il vino italiano – continua -è sempre il nu- mero uno degli esteri. Diciamo che fino a una decina d’anni fa primeggia- vano ancora i vini in bot- tiglia france- si. Poi le cose sono definitivamente cambiate e l’Italia ha saputo approfittare del momento favorevole. Va di- scretamente anche la Spagna, soprattutto per i prezzi a buon mercato”. Fra i fattori che tengono alta la nostra bandiera, c’è indubbia- mente la ristorazione italiana, con una diusione senza riva- li in Svizzera. Anche in quella veloce di servizio, i tanti “pasta & pizza” che a mezzogiorno si Othmar Stäheli È fra i più vecchi organizzatori delle due edizioni di Expovina. Lo vediamo nello stand dei giovani viticoltori svizzeri di BRUNO DONATI Expovina Primavera L’ingresso e gli stand, nel rione zurighese di Oerlikon In giro per Zurigo... Il lago di Zurigo visto dalla città e uno scorcio della città vecchia Tra i fattori che tengono alta la bandiera tricolore, la ristorazione 15 IL CORRIERE VINICOLO N. 19 10 Maggio 2010

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tratta dal Corriere Vinicolo

Transcript of Intervista a Andrea Lotti

N E W S M O N D O

Michelin 2010IL PAESE A PIÙ ALTA DENSITÀ DI STELLECon 101 stelle sulla Guida Michelin 2010, la Svizzera ha guadagnato il titolo di Paese più “stellato” per abitante. Questo numero potrebbe aumentare con altri 5 ristoranti, nell’edizione 2011. Complessivamente la guida Michelin per la Svizzera comprende 1.562 locali. 84 ristoranti hanno ricevuto almeno una stella. Ancora una volta il massimo livello delle tre stelle è attribuito soltanto a Philippe Rochat di Crissier (VD)e a Gérard Rabaey (“Le Pont de Brent”) di Brent (VD). 13 i ristoranti con due stelle.

In una delle 1.224 fontane della cittàLA VIGNA PIÙ PICCOLA DI ZURIGOIn Münplatz, nella città vecchia, una delle 1.224 fontane di Zurigo custodisce la vigna più piccola della città, carica d’anni ma amorevolmente potata e vendemmiata ogni anno. È curiosa anche la fontana, costruita in modo che, in base alla statura, possano bere agevolmente gli adulti, i bambini e i cani.

Nata 57 anni fa, da sei propone un bis a marzo con Expovina Primavera. Gestita dagli importatori, si rivolge all’ultimo anello della filiera:

chi acquista la bottiglia. L’occasione giusta per un’occhiata al mercato svizzero, del quale siamo i primi fornitori

EXPOVINA DI ZURIGO

Dall’importatore...

Z urigo (Svizzera). Expovina è una fiera particola-re – negli stand da un lato ci

sono gli importatori, dall’altro i consumatori finali – oltre che essere la più importante della Confederazione, dove prospera da 57 anni. Ha talmente succes-so che il suo presidente, Bruno Sauter, sei anni fa ha pensato di a!ancarle una sorellina, Ex-povina Primavera, puntando a un pubblico più giovane. Vediamo intanto le caratteristi-che delle due fiere. La “grande” si svolge in autunno (la prossi-ma si terrà dal 4 al 18 novem-bre) ed è ospitata a bordo di

12 battelli attraccati al molo della Bürkliplatz, sul lago, dove sfocia la

Bahnhofstrasse, la più elegante via di Zurigo.

In degustazione media-mente 4.000 vini di 12 Paesi

dei cinque continenti e, per l’occasione, si allestiscono sei ristoranti. I visitatori oscillano fra i 70 e gli 80.000. Il prezzo del biglietto è di 20 franchi svizzeri ("14) per tutte le degustazioni che si vogliano.

Pensata per i più giovaniLa “piccola”, Expovina Prima-vera, si è da poco conclusa (18-25 marzo) a Oerlikon, grosso rione cittadino, e ha numeri ri-dotti ma di tutto rispetto: 2.500 vini, 15 franchi l’ingresso, du-rata accorciata (una settimana contro le due), 15.000 visitatori. Un biglietto su due è o#erto da-gli importatori. Si presentano i nuovi vini e si mantiene vivo il contatto con gli appassiona-ti, che sono molti e spesso ben preparati.In comune, le due Expovina hanno l’orario, che può sem-brare folle parlando di una fiera, ma non lo è se si ricorda appunto che questa si rivolge

...al consumatoreal cliente finale: dalle 16 alle 22, quando la gente è libera da impegni di lavoro e può andare a degustare su un avveniristico tram Cobra - fiore all’occhiello del sistema tranviario zurighe-se, veloce e puntuale - senza timori di incappare in una pat-tuglia di polizia equipaggiata di etilometro.“L’evento d’autunno è molto tradizionale”, spiega lo stori-co organizzato-re e responsa-bile dell’u!cio stampa Oth-mar Stäheli, editor di Wine & Spirits. “Così abbiamo cre-ato qualcosa di più giovane per un pubblico più casual, dove si trova a pro-prio agio anche la nuova gene-razione di viticoltori svizzeri, pieni d’iniziativa”.

Vino italiano, numero unoAlla prima occhiata si nota la forte partecipazione di vini ita-liani, in grandissima parte di aziende d’eccellenza, circa due-cento. Alla seconda… l’assenza fisica dei produttori. “È vero,

questa è una fiera fatta dagli importatori per i consumatori”, ripete Othmar. “A volte ricevia-mo richieste di partecipazione da parte di aziende italiane, ma il regolamento è chiaro: pos-sono partecipare solamente attraverso l’importatore. E al-cune hanno appositamente co-stituito in Svizzera una società d’importazione. Il vino italiano

– continua -è sempre il nu-mero uno degli esteri. Diciamo che fino a una decina d’anni fa primeggia-vano ancora i vini in bot-tiglia france-si. Poi le cose

sono definitivamente cambiate e l’Italia ha saputo approfittare del momento favorevole. Va di-scretamente anche la Spagna, soprattutto per i prezzi a buon mercato”.Fra i fattori che tengono alta la nostra bandiera, c’è indubbia-mente la ristorazione italiana, con una di#usione senza riva-li in Svizzera. Anche in quella veloce di servizio, i tanti “pasta & pizza” che a mezzogiorno si

Othmar StäheliÈ fra i più vecchi organizzatori delle due edizioni di Expovina. Lo vediamo nello stand dei giovani viticoltori svizzeri

di BRUNO DONATIExpovina Primavera L’ingresso e gli stand, nel rione zurighese di Oerlikon

In giro per Zurigo...Il lago di Zurigo visto dalla città e uno scorcio della città vecchia

Tra i fattori che tengono

alta la bandiera tricolore,

la ristorazione

15IL CORRIERE VINICOLO N. 19

10 Maggio 2010

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N E W S M O N D OIL CORRIERE VINICOLO N. 1910 Maggio 201016

L’INTERVISTA

Italia, 1° fornitore di vino

a#ollano di impiegati, la carta dei vini è italiana e di buon li-vello, con etichette di tutto ri-spetto. “Il fatto è che da noi il vino è più caro che, per fare un esempio, in Germania. Il vino svizzero nella grande distribu-zione costa al pubblico almeno 7 franchi (poco meno di "5) e questo tiene alti anche i prezzi dei vini d’importazione. Se poi andiamo al ristorante, il ricari-co è di almeno tre volte. Non si trova niente sotto i 30 franchi (" 21). “La ristorazione – conclu-de - ha tuttavia i suoi problemi. Da maggio sarà vietato fumare nei locali pubblici e si prevede un altro pesante contraccolpo dopo quello della guida, con il

limite sceso come in Italia dal-lo 0,8 allo 0,5”.

La Francia ha perso terrenoA questo punto lasciamo Ex-povina Primavera e i suoi fe-stosi visitatori per incontrare un imprenditore molto cono-sciuto, l’enologo Marc Lan-dolt della Landolt Weine, nella Brandschenkestrasse, vicino alla sede europea di Google, un’azienda che produce, im-bottiglia e distribuisce vini del mondo da 176 anni, un milione di bottiglie l’anno – nell’ordine: Svizzera, Italia, Spagna, Francia, Sudafrica – e con 13 milioni di franchi di fatturato. “La Fran-cia ha perso terreno proprio

La Camera di commercio italiana per la Svizzera ha sede a Zurigo. L’anno scorso ha festeggiato un secolo d’attività e per l’occasione le Poste italia-ne le hanno dedicato un francobollo, presenta-to dal ministro Scaiola l’11 giugno. Nel 1997 ha inglobato l’Ice e svolge una brillante attività di promozione. Abbiamo parlato con il suo segreta-rio generale, Andrea G. Lotti, che in Svizzera ha ormai maturato una profonda esperienza.

Dott. Lotti, quando è avvenuto il sorpasso dell’Italia sulla Francia?Nel 2004, riguardo la quantità. Per quanto attie-ne al valore, be’, la Francia ha gli Champagne che pesano molto.

Sembra che il Prosecco vada a ruba in Svizzera.Il Prosecco? La Svizzera è il secondo Paese im-portatore, siamo sui 3 milioni di bottiglie. Se c’è un problema è che non riusciamo a far capire appieno all’Italia l’importanza di questo mer-cato. Restando nel caso Prosecco, potremmo portare qui a Zurigo 25-30 produttori di Prosec-co, costruire un evento eccezionale. Aspettiamo che ce lo chiedano. Mi piace poi citare un al-tro sorpasso: quello dei formaggi italiani su quelli francesi, avvenuto nel 2006.

Anni fa non era così…Ricordo ancora quando il vino italiano com-pariva nelle ultime pagine delle carte dei vini, con la scritta: Italia e resto del mondo. Era il vino dell’immigrazione, senza immagine. Il vino “vero” era solo francese. L’anno scorso ab-biamo segnato un aumento delle importazioni del 14%.

Un consiglio per i produttori?Uno solo: stiamo calmi con i prezzi. Nonostan-te l’a#ermazione del vino italiano, un aumento sarebbe deleterio. Gli altri non stanno dormen-do e aspettano il minimo errore per farsi avan-ti: spagnoli, cileni, sudafricani, australiani… Il nostro successo è in gran parte basato sull’ec-cellente rapporto qualità-prezzo.

Quali vini stanno andando meglio?Nell’ordine, Sicilia, Puglia e Veneto. Quest’ulti-ma regione potrebbe fare di più, è il momento giusto. Vorrei anche ricordare che è il settimo anno in cui organizziamo corsi per sommelier della durata di un anno, con rilascio di diploma di valore internazionale. La Camera di commer-

cio è un punto di riferimento, ma non è sempre facile farlo capire. Comunque, siamo a disposizione.

Andrea G. Lotti segretario generale della Camera di commercio italiana per la Svizzera, con sede a Zurigo

Nel centro di ZurigoPIAZZA, PALAZZO E UNA STATUA AL VINO SVIZZERO Nella Weinplatz, nel centro di Zurigo, si contrattavano i prezzi del vino. Accanto sorgono il palazzo della Corporazione dei Vinattieri e il monumento al vignaiolo. All’epoca delle corporazioni, un giovane diventava operaio dopo 3-4 anni di scuola professionale, poi doveva recarsi a lavorare da un maestro lontano almeno 50 chilometri da casa sua per tre anni e un giorno, cambiandolo ogni sei mesi e, superato un esame, diveniva lui stesso maestro e poteva essere eletto tra i membri del governo.

Fino al 1815LA VALTELLINA ERA CANTONEUn cinquecentesco ristorante a Zurigo, Schlüsselgasse 8, ricorda che la Valtellina faceva parte della Svizzera fino al 1815. La curiosità è che fra i venti vini italiani che offre questa antica e ben quotata insegna, tutti d’altissimo livello, non ce n’è nemmeno l’ombra d’un valtellinese...

Landolt WeineLa Landolt Weine importa e distribuisce vini da diverse generazioni. È accanto alla sede europea di Google.Marc Landolt, titolare della Landolt Weine, vende un milione di bottiglie provenienti da tutto il mondo

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Non solo banche600 HA DI VIGNETO E TANTE TAVERNECon oltre 600 ettari di aree coltivate a vigneto, Zurigo non è solo sinonimo di banche e fi nanza, essendo il cantone viticolo più importante della Svizzera tedesca. Attorno al 1880 gli ettari erano addirittura 5.500 ettari, quando ampie zone dell’odierna area urbana erano ancora vitate. Per quanto riguarda le varietà, 360 ettari sono di Pinot nero e 150 di Müller Thurgau, in Svizzera defi nito anche in etichetta Riesling x Sylvaner dai vitigni del suo incrocio.

In Parlamento sono il 30%IN CONFEDERAZIONE SOLO DONNE AI POSTI DI COMANDOIl diritto di voto alle donne è stato concesso in Svizzera, solo nel 1971, e nemmeno in tutti i cantoni (l’ultimo ha “ceduto” nel 1990). In poco tempo, però, le donne hanno guadagnato il tempo perduto: in Parlamento sono salite al 30% e stanno puntando al 50%. Oggi ricoprono anche i tre gradi istituzionali più alti. Presidente della Confederazione è l’avvocato Doris Leuthard, 46 anni, con delega all’economia. Presidente della Camera bassa è Pascale Bruderer, 32 anni. Presidente della Camera alta è Erika Forster, 65 anni.

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IMPORTAZIONI DI VINOPRIMI 11 MESI 2009

I dati, rispetto allo stesso periodo del 2008, dimostrano una decisa

tenuta del prodotto italiano, nonostante un netto calo dei valori importati dal mercato elvetico nel

suo complesso.

A fronte di un aumento delle quantità di vino importate in Svizzera dai 170 milioni di litri del 2008 ai 176 milioni del 2009 (+ 3,1%), si è verifi -cato un calo del valore importato dal miliardo e 99 milioni di franchi del 2008 al miliardo e un milione del 2008 (-8,9%). Questo fenomeno te-stimonia un generale calo del prezzo medio del vino importato in Svizzera.Se però andiamo ad analizzare i fl ussi d’importa-zione per singolo Paese fornitore, l’Italia – oltre a confermarsi prima nazione esportatrice di vino in quantità (64,4 milioni di litri esportati con un aumento del 12,4% sul 2008) –riesce a limitare il calo del proprio valore esportato allo 0,9% (328,5 milioni di franchi a fronte dei 331,6 del 2008).Diversamente la Francia, secondo fornitore in quantità e primo in valore, appare debole su entrambi i fronti, con un aumento di appena lo 0,5% in quantità esportata (39,9 milioni di litri a fronte di 39,7 nel 2008) e un deciso calo del 17,5% per valore esportato (352,9 milioni di franchi a fronte dei 427,1 del 2008).Cala anche la Spagna, terzo esportatore sul mer-cato, passando dai 34,9 milioni di litri esportati nel 2008, per un valore di 149,3 milioni di franchi, ai 34,4 milioni di litri, per un valore di 145,5 mi-lioni di franchi.

dove era più forte: nelle sue grandi Appelation, Bordeaux e Borgogna in testa. Oggi va me-glio con il Midi e i suoi vini di vitigno, ma i tempi d’oro sono passati. In Italia si è attenuato il boom del Primi-tivo ma la Puglia è sempre in cor-sa con vini meno alcolici, come il Negroamaro. Ora alla ribalta c’è il Veneto, non solo per l’Amarone ma anche per i bianchi da Garganega. Non parliamo nemmeno del Pro-secco, che si vende da solo. Del Piemonte, strano a dirsi, pro-

poniamo con facilità l’Arneis, meno i rossi”.

Veneto e Sud in testaUn altro nome storico della di-

stribuzione zuri-ghese è Zweifel, in Regensdorfer-strasse, che pure propone vini da tutto il mondo, Libano compre-so, e che dall’Ita-lia – che vale il 35% del suo por-

tafoglio – importa da 14 regioni. La famiglia Zweifel produce da 400 anni vino sul lago di Zurigo e dal 1898 importa e distribui-sce nei suoi 5 negozi, oltre che

ZweifelLa sede della Zweifel, alla periferia di ZurigoIl reparto Italia rappresenta per la Zweifel il 35% del portafoglio, ma importa vini da tutto il mondo, Libano compresoIn basso: la famiglia Zweifel

naturalmente nei ristoranti e nelle gastronomie. Il product manager Beat Frischknecht ci conferma il calo della Francia, che attribuisce a una prosopo-pea fuori luogo: “noi siamo, noi abbiamo, i nostri prezzi sono questi, e alla fi ne sono rimasti fermi”. La vendita dei vini ita-liani cresce al ritmo del 4-5% l’anno, con un trend positivo da una quindicina d’anni. La re-gione in questo momento più dinamica è il Veneto, ma vanno forte anche le novità proposte dal Sud. Complessivamente la sua azienda l’anno scorso ha venduto 750 mila bottiglie (“buona parte italiane”), di cui 130 mila di propria produzione.

La venditadei vini

italiani cresce a un ritmo del

4-5% l’anno