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sabato 17 febbraio

venerdì 16 febbraio

Omaggio a Giordano Bruno ore 10.30 Piazza Giordano Bruno_Nola

ore 17.00 Museo Archeologico_Nola

ore 19.30 Complesso Conventuale Santa Chiara_Nola

convivio letterario

Il Nolano e la Regina

per prenotazioni: 3335320010; 3493215501“La Cena delle Ceneri”

Fabio SellerDipartimento Studi Umanistici - Federico II

Domenico CecereDipartimento Studi Umanistici - Federico II

con

Associazione del Libero Pensiero Irpino

Castelfranci (AV)

Circolo degli Amici di Corradino Luciani

Teora (AV)

parteciperanno:

prof. Franco Manganelliinterverrà alla discussione

Cosmologia, etica e magiadi Bruno nell’Inghilterradi Elisabetta (1583-1585)Valeria Sorge

Docente di Storia della Filosofia - Federico II

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IL 17 FEBBRAIO 2009, in Nola, nella piazza a lui intitolata, abbiamo costituito l’Associazione Nolana Giordano Bruno per pagare un debito e colmare un vuoto che la nostra città e il nostro territorio da sempre hanno avuto verso il pensatore nolano.Una associazione la nostra che ha come finalità preminenti la promozione e la diffusione, con spirito laico, del pensiero umano, filosofico e politico di Giordano Bruno detto “Il Nolano”, nonché la difesa dei luoghi dove egli ha vissuto, preservandone la storia e la loro integrità architettonica e ambientale. Altro nostro obiettivo è valorizzare e diffondere il profilo umano e le caratteristiche culturali di Filippo Bruno Nolano, «Achademico di nulla Achademia», simbolo della libertà di pensiero ed espressione di azioni ed atteggiamenti liberi da schemi convenzionali e da ossequi verso i poteri costituiti. Vogliamo inoltre far conoscere le sue vicissitudini e la sua capacità di confronto con la cultura europea, tale da poterlo considerare precursore ideale del cittadino europeo; ma vogliamo anche approfondire aspetti del suo pensiero filosofico ed episodi della sua vita

con apposite ricerche, diffondendone i risultati.È anche nostra intenzione promuovere dibattiti, incontri, convegni, studi e manifestazioni artistiche varie su aspetti della sua figura o su argomenti, anche attuali, ispirati o sollevati dai suoi scritti.Sarà un elemento importante per noi, infine, il collegamento con associazioni di uguale natura e finalità operanti nell’ambito nazionale e internazionale per realizzare iniziative comuni.Sarà questo il nostro contributo per tentare di superare le ristrettezze degli orizzonti geografici nei quali da troppo tempo il nostro territorio e la nostra città ancora si dibattono, nonostante “presenze culturali” di straordinario valore.

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Giuliano Montaldo (regista)

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Gian Maria Volontè nel film “Giordano Bruno” (1973)

Tolto ne è fatto materia di lode; ma importunissimamente, a dispetto del mondo ne viene a proposito una plebe, la quale in esser plebe non è inferiore a plebe alcuna, che pasca nel suo seno la pur troppo prodiga terra: perché questa veramente dà saggio di plebe de tutte le plebe che io possa aver sin ora conosciute irrevente, irresoettevole, di nulla civiltà, male allevate.Quando vede un forastiero, sembra (per dio) tanti lupi, tanti orsi: e con il suo torvo aspettogli fanno quel viso, che saprebbe far un porco ad un che venesse a torgli il tino d’avanti. Questa ignobilissima, per quanto appartiene alproposito, è divisa in due parti de quali l’una è de arteggiani e bottegari, i quali conoscendoti in qualche foggia forastiero, ti torceno il musso, ti ridono, ti ghignano, ti petteggiano co la bocca, ti chiamano in suo lenguaggio “cane”, “traditore”, “stangiero”: e questo appresso loro è un titolo ingiuriosissimo, e che rende il supposito capace ad ricevere tutti i torti del mondo, sii pur quantosivoglia uomo giovane o vecchio, togato o armato, nobile o gentil uomo.

La cena de le Ceneri _ Dialogo II

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in questa pagina: Aniello Montano (filosofo), Giulio Sforza (filosofo), Giulio Giorello (filosofo)

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FILIPPO BRUNO nasce a Nola nel 1548, dove vive fino ai quindici anni di età nella casa familiare posta alle

falde de «l’amenissimo monte Cicala», luogo “magico” della sua adolescenza, più volte citato nelle sue opere.Trasferitosi a Napoli nel convento domenicano di piazza San Domenico Maggiore, non tornerà più a Nola, ma questi luoghi rimarranno qualcosa di inseparabile ed indelebile nella sua mente e nel suo animo, tanto da legarli all’elaborazione di tutte le sue concezioni filosofiche denominate “nolana filosofia”: «nessun filosofo del XVI secolo, e più in generale dell’età moderna, legò con tanta determinazione e tanta fierezza il nome del suo luogo d’origine al proprio nome quanto Giordano Bruno, fino al punto da fissare accanto a esso l’aggettivo Nolano, “Nolanus”, e renderne inseparabile la propria identità. Nessun filosofo più di Bruno fu noto e citato piuttosto con l’aggettivo indicante la sua provenienza che con il suo nome e nessuna filosofia della sua epoca designò se stessa e fu da altri richiamata come filosofia concepita e annunciata nel mondo da chi in un certo luogo era nato» (Saverio Ricci, Giordano Bruno nell’Europa del Cinquecento).Nel 1576 comincia la fuga per le sue idee, e da Napoli va a Noli e poi a Ginevra, dove si imbatte nel pensiero calvinista, e poi ancora a Tolosa. Ritrova un primo periodo di limitata stabilità nel 1581 a Parigi, ospite degli ambienti di corte di Enrico III di Valois, dove scrive le opere in latino: De Umbris idearum; Ars memoriae; Cantus circaeus; De compendiosa architectura et complemento artis Lullij; sempre in Francia scrive Il Candelaio, una commedia ambientata nei contesti napoletani a lui noti.Per le guerre religiose e civili che caratterizzeranno tutto il suo periodo storico è costretto a riparare a Londra, ospite di Michael de Castelnau, ambasciatore francese in quella città, ma anche nell’isola britannica, seppur ammirato da alcuni

ambienti di corte e dalla stessa regina Elisabetta d’Inghilterra, affascinata dall’eloquio e dalle idee del Nolano, si scontra invece con gli ambienti ufficiali della cultura oxfordiana.Le sue ardite tesi mettono in discussione tutto l’impianto culturale europeo dell’epoca, incentrato sul pensiero di matrice tolemaico-aristotelica, secondo il quale l’universo ruotava intorno alla Terra.Bruno, che sostiene invece che nell’universo infinito vi sono infiniti mondi, riporta le sue concezioni nelle opere italiane che scrive nel periodo londinese: La cena de le ceneri; De la causa principio et Uno; De l’infinito universo et Mondi; Spaccio de la bestia trionfante; Cabala del cavallo pagaseo; Degli eroici furori.Costretto ad abbandonare anche Londra, si porta in Germania a Wittemberg e poi a Praga, approdando infine in Italia a Padova e a Venezia. Il nobile veneziano che lo ospitava, Giovanni Mocenigo, per abietti motivi, lo denuncia alle autorità veneziane e il 23 maggio 1592 viene arrestato. Bruno viene processato una prima volta nella Repubblica di Venezia e confida nel fatto che quella veneta è la terra di maggiore laicità del tempo; viene invece dai governanti veneti consegnato all’inizio del 1593 alle autorità religiose dello Stato Pontificio.Otto anni di detenzione, isolamento e interrogatori non convincono il Bruno, nonostante i tentativi del cardinale Bellarmino, che aveva compreso la grandezza delle idee del Nolano, a rivedere o confutare le sue concezioni, che avrebbero messo in discussione anche l’impianto teologico della dottrina della chiesa romana.Campo de’ Fiori a Roma, all’alba del 17 febbraio del 1600, assistette impotente agli ultimi attimi di vita di Filippo Bruno Nolano, arso dal fuoco dell’ignoranza e della pavidità.

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Ingrid D. Rowland (scrittrice), Biagio De Giovanni (filosofo), Aldo Masullo (filosofo), arcivescovo Beniamino De Palma, arcivescovo Bruno Schettino

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Saverio Ricci (filosofo), Tobia R. Toscano (storico della letteratura), Riccardo Naldi (storico dell’arte), Saverio Carillo (architetto), Luciano Carotenuto (flautista)Ingrid D. Rowland (scrittrice), Biagio De Giovanni (filosofo), Aldo Masullo (filosofo), arcivescovo Beniamino De Palma, arcivescovo Bruno Schettino

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on. Achille Occhetto, on Pippo Civati

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in questa pagina: Gaetano Manfredi (rettore Federici II), Eugenio Mazzarella (filosofo)

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Pasquale Miano (architetto), Mario Cesarano (archeologo), Gaetano Fusco (architetto)

<Nolano mi dispiace che tu debba lasciare l’Inghilterra, comprendo che non puoi restarvi senza la protezione di Castelnau. Vorrei tanto che tu non partissi, ma forse nemmeno la mia protezione ti sarebbe utile. Potrei, se ne avessi malsano desiderio, mandere gli uomini alla tortura e alla morte, ma son prigioniera della mia corona, e circondata gelosie e complotti. Se tu rimanessi in Inghilterra, i nostri colloqui, farebbero nascere tale odio verso di tetra le serpi che strisciano lungo i corridoidi questo palazzo, che non ti salveresti. Il saggio Burghley, la cui fedeltà e i cui consigli tengo in gran conto, e che ha buona considerazione di te, concorda con me in questa opinione>.Giordano non sa cosa dire, e questo non gli accade spesso. Mormora: <Madam, nessuno è al sicuro da pericoli in questi tempi sconnessi. Io vi auguro lunga vita e felice governo di questa vostra fortunata terra...>. La voce gli si spense in gola.

da “Il nolano e la regina” di Giosuè Musca

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Matteo Palumbo (ordinario di letteratura italiana)Pasquale Sabbatino (ordinario di letteratura italiana)

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Nuccio Ordine, Tian Shigang, Morimichi Kato, Luis Carlos Bombassaro, Andrej Rossius, Vladimir Gradev, Yves Hersant,Thomas Leinkauf, Smaranda Bratu Elian, Miguel Angel Granada

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Queste notizie accrescono la stima di Giordano Bruno per la regina, costretta a difendersi da così vili attentati alla sua vita. Quando, invitato da lei, va a trovarla un pomeriggio, vorrebbe farle capire la sua considerazione, ma proprio quella sera i due bisticciano, lei con garbo reale e lui stizzito. L’argomento del contendere era il valore del denaro e dell’apparenza, cui Giordano non tiene. La regina lo rimprovera che si presenti a lei con abiti di studio e non di corte, e ordina al segretario che, prima di ammettere alla sua presenza il nolano, gli facciano indossare una cappa rossa con collo di zibellino. Ma questo dover entrare in una specie di uniforme causa a Giordano tremenda irritazione, tanto che tre giorni dopo si presenta da lei con una cappa rossa ma con un berretto di rozza lana in testa, lo stesso che indssa nelle notti fredde per tener lontani i mal di capo. Come una gatta che tira fuori le unghie, la regina gli pnta contro un dito minaccioso dicendogli: <Ma tu sai chi siamo noi, piccolo Brown?>Giordano si toglie subito il berretto balbettando: <Ben lo so, my gracious madam, ma il freddo

pungente mi ha consigliato di proteggere il capo...>In questa stanza riscaldata dal camino non fa freddo, e in questa stanza illuminata dalla nostra presenza non si entra a capo coperto>.[...]E in questi incontri personali Giordano ha notato quanto mutevoli sian le voglie e gli umori della regina, e come con lui la sovranaoscilli tra la diffidenza e la confidenza. Quando vien chiamato ad un colloquio, non sa mai di quale umore sarà la sovrana, e sempre entra nel suo studio con un po’ di timore, perché l’amico florio gli ha detto che Elisabetta è di focosa natura e va soggetta ad improvvisi scatti d’ira che le fan perdere il controllo di sé, sino ad imprecare come un barcaiolo, a prendere a ceffoni dame e ministri e a lacerare arazzi menando fendenti di spada. Sarà verità o calunniadi cortigiani? Con lui a tali eccessi non è ancora arrivata.

da “Il nolano e la regina” di Giosuè Musca

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www.associazionegiordanobruno.it

Associazione Nolana Giordano Bruno

@AssBruniana

associazione_giordano_bruno

con il contributo di

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Non hai qua materia di parlar di quel nume de la terra, di quella singolare e rarissima Dama, che da questo freddo cielo, vicino a l’artico parallelo, a tutto il terrestre globo rende

sì chiaro lume: Elizabetta dico, che per titolo e dignità regia non è inferiore a qualsivoglia re, che sii nel mondo. Per il giodicio, saggezza, conseglio e governo, non è seconda a nessu-

no, che porti scettro in terra. Ne la cognizione de le arti, notizia de le scienze, intelligenza e prattica de tutte lingue, che da persone popolari e dotte possono in Europa udirse, senza

contraddizione alcuna è a tutti gli altri principi superiore; e trionfatrice di tal sorte de la fortuna corrispondesse e fusse agguagliato a l’imperio del generosissimo spirto ed inge-

gno, sarebbe l’unica imperatrice di questa terrestre sfera: Non hai materia di parlar di quell’animo tanto eroico, che già vinticinque anni e più, col

cenno de gli occhi suoi, nel centro de le borasche d’un mare d’adversità, ha fatto trionfar la pace e la quiete; mantenutasi salda in tanto gagliardi flutti e tumide onde di sì varie tempe-

ste: se le quali a tutta possa gli ha fatto émpeto questo orgoglioso e pazzo Oceano, che da tutti i contorni la circonda.

La cena de le Ceneri _ Dialogo II

www.associazionegiordanobruno.it