Intersecare due solidi significa fonderli in un unico ... · parallelepipedo verticale. ......
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Intersecare due solidi significa
fonderli in un unico volume, che
assume nuove caratteristiche
spaziali.
Quando i due solidi si intersecano
determinano una compenetrazione
che può essere completa o
parziale.
INTERSEZIONI DI SOLIDI
Nelle proiezioni ortogonali
il procedimento consiste nel
disegnare i due solidi e il loro confine
reciproco detto linea di intersezione.
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Attraverso le proiezioni
ortogonali possiamo
individuare gli elementi
caratteristici della
compenetrazione dei due
solidi.
Proiettiamo quindi i due cubi,
uno alla volta sui piani
fondamentali.
Avremo così in evidenza il
nuovo volume, nonché le
porzioni di spazio comuni ai
due solidi.
Viene a delinearsi nelle due
proiezioni la linea di
intersezione che limita il
confine fra i due cubi.
INTERSEZIONI DI SOLIDI
Intersezioni di due cubi ruotati fra loro.
3
A'= B' C'= D'E'= F'
G'= H'
B"
A"
C"
D"
F"= H"
E"= G"
H'"
G'"E'"
F'"B'"=C'"
A'"=D'"
LT
1
2
O
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Intersezione di un prisma
triangolare orizzontale con un
parallelepipedo verticale.
Le due superfici hanno gli assi che
non si incontrano.
Con l’ausilio della figura disegnata
su un piano laterale (definibile
anche piano ausiliario), che
rappresenta la proiezione sopra un piano normale a p1 restituidce
l’immagine sul piano ausiliario, dei
solidi visti da sinistra, si
determinano, per punti, le
proiezioni delle linee di
intersezione delle due superfici.
INTERSEZIONI DI SOLIDI
LT
1
2
F" G"E" H"
F'
A'
C'
D'
B'
E'
A"
B"
C"
D"
E"
F" A*= F*
E*= B*
C*
D*
1
2
67
documento didattico / appunti di
GEOMETRIA DESCRITTIVA
PROIEZIONI ASSONOMETRICHE:
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ASSONOMETRIE
generalità
Il sistema fornisce un’immagine dell’oggetto
con i rapporti proporzionali e ne descrive
l’aspetto spaziale, anche se con inevitabili
effetti di distorsione ottica. Il quadro assonometrico (p), è il piano ideale
su cui si forma la visione assonometrica.
La sua inclinazione rispetto all’oggetto è
determinante per il tipo di rappresentazione che
si vuole realizzare.
Il metodo delle proiezioni ortogonali di Monge, fornisce tutti gli elementi, metrici e quindi
dell’immagine, per una rappresentazione bidimensionale.
L’assonometria fornisce una proiezione che, a differenza delle proiezioni ortogonali,
presenta una sola immagine dell’oggetto, con alcune caratteristiche delle proiezioni
ortogonali, ma con il sostanziale vantaggio di una rappresentazione tridimensionale.
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ASSONOMETRIE
generalità
Il termine assonometria deriva dal fatto che in essa vengono proiettate, insieme alla figura,
anche gli assi di riferimento spaziali.
I raggi proiettanti provengono da un punto all’infinito e possono incidere il piano assonometrico
ortogonalmente, originando le assonometrie ortogonali, si ha l’assonometria obliqua se i raggi
sono incidenti il quadro con angolo diverso da 90°.
Nel caso questi giungano in modo ortogonale, esiste un piano particolare su cui potere vedere
tutti i piani ortogonali di Monge, in modo da potere ricomporre su questo piano “particolare” la
figura. Un piano del genere risulta posizionato obliquo nel primo diedro.
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ASSONOMETRIE
generalità
In questo piano “particolare”
proiettiamo gli assi e ricomponiamo
l’immagine dell’oggetto.
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ASSONOMETRIA ORTOGONALE
generalità
La proiezione degli assi sul piano determina angoli ben precisi che mi consentono di ricostruire
l’oggetto con rapporto fisso lungo i 3 assi.
In questo caso abbiamo assi inclinati di 120° o di 30° se riferiti ad una orizzontale. Questo è il
caso dell’assonometria ortogonale isometrica, ovvero con rapporto 1:1:1.
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ASSONOMETRIA ORTOGONALE
generalità
POSIZIONE DEL QUADRO RISPETTO ALL’OGGETTO
Se il quadro assonometrico si trova dietro l’oggetto le inclinazioni degli assi sono da riportare
nella parte inferiore rispetto all’orizzontale (fig. sx.), se posto avanti l’oggetto, sono da orientare
nella parte superiore (fig. dx.).
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ASSONOMETRIA ORTOGONALE
assonometria isometrica
Se la porzione del quadro assonometrico formata dall’intersezione con p1, p2, e p3 è un triangolo
equilatero, gli assi x, y e z, proiettati su di esso
formano tra loro angoli uguali a 120°.
L’assonometria che così si ottiene è detta
assonometria isometrica (l’unità di misura è
uguale su tutti e tre gli assi).
L’unità di misura riportata su uno qualunque dei tre
assi subisce un uguale rapporto di riduzione.
z
O
x y0,82
0,82
0,82
120°
120°
120°
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ASSONOMETRIA ORTOGONALE
assonometria dimetrica Se il quadro assonometrico forma con i piani di
proiezione un triangolo isoscele, i tre assi x, y e z,
proiettati su di esso avranno fra loro due angoli uguali e
uno disuguale.
L’assonometria costruibile su un tale sistema di assi si
dice assonometria dimetrica.
I tre angoli formati dalla proiezione degli assi sul quadro
sono due uguali e uno disuguale.
L’unità di misura in questo caso subisce lo stesso
rapporto di riduzione sui due assi che delimitano l’angolo
differente e un diverso rapporto di riduzione su z.
assonometria trimetrica Se l’intersezione fra il quadro assonometrico e i piani di
proiezione forma un triangolo scaleno, gli assi x, y e z
proiettati su di esso formeranno tra loro angoli disuguali.
L’assonometria allora si dice trimetrica e cioè che
l’unità di misura è differente su i tre assi.
In questo caso i tre angoli formati dagli assi sono
differenti fra loro. E quindi, su ognuno di essi si ha un
rapporto di riduzione diverso.
129°
0,91 yx
102°
129°
O
0,57
z
0,91
z
O
yx
0,91
0,77
0,64
110°
145°
105°
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ASSONOMETRIA OBLIQUA
Nelle assonometrie oblique, i raggi incidono il piano in modo obliquo quindi, in teoria, potremmo prendere
qualsiasi piano su cui ricreare l’immagine assonometrica dell’oggetto.
Questo ci permette di disporre il piano in modo arbitrario rispetto al diedro di Monge, ossia verticalmente
oppure orizzontalmente o inclinato a piacere. Ovviamente per una rappresentazione utile, occorre
prendere in modo idoneo l’inclinazione del piano assonometrico, per scongiurare deformazioni tali degli
oggetti la cui rappresentazione non risulterebbe giustificabile.
Piano assonometrico dietro
l’oggetto.
Piano assonometrico avanti
l’oggetto.
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ASSONOMETRIA CAVALIERA
Alle assonometrie oblique appartiene l’assonometria cavaliera.
Nell’assonometria cavaliera il quadro assonometrico si assume parallelo ad uno dei piani fondamentali. Generalmente, per comodità si prende parallelo a p2. L’obliquità dei raggi proiettanti assicura la
necessaria inclinazione tra gli assi x, y e z.
L’assonometria ha la caratteristica di avere una faccia del solido parallela al piano del foglio con gli
assi x e z rispettivamente orizzontale e verticale.
L’asse y può formare con x e z angoli uguali o diversi.
Possono essere di tipo monometrica o dimetrica. Nella dimetrica la riduzione è operata lungo l’asse Y.
Quando un’assonometria cavaliera è particolarmente
ricca di annotazioni, può
capitare che la
rappresentazione appaia
deformata, specialmente
nelle linee dei contorni in
un angolo del piano
frontale. Progetto di J.
Stirling per un isolato di
Berlino.
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Assonometria cavaliera con l’asse y inclinato di 60° (120°) rispetto a x o z.
Alla visione frontale di una faccia dell’oggetto sul piano individuato dagli assi x e z
riportata con misure reali si associa l’asse y inclinato di 60° (120°).
Si usa la convenzione di ridurre le misure a 1/3 (x:y:z=1:1/3:1).
assonometria obliqua cavaliera
Questa assonometria è ruotata a
desta di 60°, lungo la facciata
longitudinale, e comprende diversi
accorgimenti grafici.
Progetto di J. Stirling per un isolato
di Berlino.
z
x
y
1
1
0,33
120°
90°
150°
O
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assonometria obliqua cavaliera
Assonometria cavaliera
con l’asse y inclinato di 45° (135°) rispetto a x o z.
Per convenzione si dimezzano le misure sull’asse y
(x:y:z=1:1/2:1) e ciò facilita di molto l’esecuzione
dell’assonometria.
Assonometria cavaliera con l’asse y inclinato di 30°
(150°) rispetto a x o z.
Alla solita visione frontale di una faccia giacente sul piano
individuato dagli assi x e z, con misure non ridotte, si associa
all’intersezione degli assi l’asse y inclinato di 30° rispetto a x
o a z, a seconda che si voglia una visione dal basso o
dall’alto.
90°
z
O
1
1
0,5
135°
135°
y
x
90°
z
x O
1
1
1
y
150°
120°
79
assonometria
Questo progetto di Mark Lintott, rappresenta l’interno di un negozio
la cui pianta è ruotata di 45°. E’ stata praticata una sezione a livello
della copertura per permettere l’analisi della struttura interna,
mentre la soluzione della facciata assume un significato secondario
rispetto all’elaborato. Inoltre la decisione di ruotare la pianta verso
destra dipende dalla necessità di descrivere l’ubicazione della scala.
In questo tipo di assonometria, generalmente viene utilizzata la base
dalla quale viene proiettata, secondo i tre assi principali, l’altezza
relativa agli elementi che costituiscono la composizione, senza
rapporto di riduzione. Qui la pianta è ruotata di 30° e 60° rispetto
all’orizzontale. Lo scorcio di destra assume particolare importanza e
la proiezione descrive soprattutto i dettagli costruttivi relativi alla
soluzione d’angolo. A. Sartoris, progetto “Nostra Signora del faro”,
Losanna 1931.
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ASSONOMETRIA OBLIQUA
monometrica convenzionale
Questo tipo di assonometria si definisce monometrica
convenzionale in quanto, per praticità, non viene
applicato alcun rapporto di riduzione. Le misure su
ognuno dei tre assi si riportano invariate.
Ciò che ne risulta è un’immagine leggermente
deformata in altezza, per cui forse sarebbe opportuna
una lieve riduzione.
E’ tuttavia il tipo di rappresentazione assonometrica più
usato perché fornisce una visione asimmetrica, senza
occasioni di coincidenza di vertici o spigoli, e di forte
effetto di tridimensionale.
Il quadro assonometrico è parallelo al piano di riferimento p1 e gli assi x, y e z formano fra loro angoli
di 90°, 120° e 150°. x
y
z
1
O
1
1
90°
150°
120°
90°
x
z
y
81
assonometria obliqua monometrica
Assonometrie dello stesso edificio con piani di riferimento diversi,
progetto IMA a Ferrara di C. Aymonino, 1982.
82
assonometria obliqua monometrica
Essendo uno “strumento“ efficace per comprendere le relazioni fra i
diversi componenti oggetti di un singolo spazio o fra le diverse
componenti di un singolo oggetto, le assonometrie vengono spesso
proposte dai progettisti con l’intendo di studiare i dettagli delle
proprie soluzioni. Questo spaccato assonometrico è tratto dal
progetto del teatro “della Compagnia di Firenze” di A. Natalini, 1987.
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assonometria obliqua monometrica
Spaccati
assonometrici di
due rilievi
architettonici di
P. Portoghesi la
chiesa di
S. Eustachio e la
chiesa di S.Carlino
del Borromini a
Roma.
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L’USO E LA SCELTA DELL’ASSONOMETRIA.
Passate in rassegna quasi tutte le tipologie delle assonometrie di uso più comune,
daremo qualche cenno ai criteri di scelta di tale sistema di rappresentazione.
Bisogna affermare intanto che, nel disegno architettonico, l'assonometria ha quasi sempre
funzione complementare, servendo per illustrare particolari significativi o per dare un'idea
d'insieme dell'oggetto architettonico.
Le viste assonometriche vengono fatte quasi sempre a posteriori cioè dopo la rappresentazione
in proiezioni ortogonali dell'oggetto, e possono risultare utili per verificare alcune scelte di
progetto o per controllare la completezza dei dati di rilievo.
Infine l'assonometria, come abbiamo cercato di dimostrare, non è affatto un metodo particolare di
rappresentazione, ma si pone piuttosto come la scelta di guardare un oggetto da un punto di vista
più scomodo per ottenerne un'immagine, per certi versi più rappresentativa.
Essendo l’assonometria strettamente derivata dalle proiezioni ortogonali, anche qui è
possibile “misurare” l’oggetto ritratto, infatti, pur essendo l’immagine assonometrica non in
vera grandezza, conoscendo i fattori di riduzione applicati è possibile ricavare l’immagine in vera
grandezza.
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LE SUPERFICI. Generalità
Generalmente per superficie intendiamo
quell’elemento che delimita
esternamente un corpo solido.
Nella geometria elementare le superfici sono considerate, per astrazione,
quali entità prive di spessore o di spessore infinitamente piccolo,
sono classificate come luogo geometrico di punti che soddisfano determinate
condizioni e, in quanto tali, studiate con i metodi della geometria analitica.
Esse possono essere considerate anche come generate dal movimento nello
spazio di una linea retta o curva.
le superfici possiamo considerarle geometricamente come generate da una
linea retta o curva (generatrice) che si sposta nello spazio secondo una
direzione definita da un’altra linea, retta o curva(direttrice) o che ruota intorno
ad un asse (asse della superficie).
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SUPERFICI. Classificazioni
Possiamo classificare le superfici sia con riferimento al tipo della linea
generatrice che al tipo di movimento che essa compie.
Avremo, pertanto, in base ad un primo criterio di classificazione:
le Superfici Rigate, quando la linea generatrice è una linea retta;
le Superfici Curve , quando la linea generatrice è una linea curva;
In base a modalità di formazione avremo un secondo criterio di classificazione:
le Superfici di Traslazione, quando la linea generatrice si muove
parallelamente a sé stessa lungo una linea direttrice;
le Superfici di Rotazione, quando la linea generatrice ruota intorno ad un asse
rettilineo;
le Superfici Elicoidali , quelle generate da un movimento della linea
generatrice che ruota intorno ad una retta, spostandosi contemporaneamente
secondo la direzione della stessa retta.
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SUPERFICI DI TRASLAZIONE. Esempi
Le Superfici di TRASLAZIONE
sono generate dal movimento
nello spazio di una linea retta o
curva, lungo una o più linee
curve.
La linea che la origina si chiama
"generatrice"; la curva o le
curve lungo la quale essa compie
il movimento di traslazione si
chiama "direttrice".
La stessa superficie può essere
generata dal movimento di
traslazione della curva direttrice,
assunta come "generatrice",
lungo una linea assunta come
direttrice.
Semicilindro circolare retto
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35. SUPERFICI DI ROTAZIONE.
Le Superfici di ROTAZIONE si ottengono
dalla rotazione intorno ad un asse (asse
della superficie) di una linea retta o curva
(generatrice) .
Ogni punto della generatrice descrive,
con movimento di rotazione intorno all'asse, una
circonferenza che si chiama parallelo.
Le sezioni determinate dai piani passanti per l'asse si
chiamano meridiani.
Tutti i meridiani sono eguali, essendo costituiti da sezioni
fatte secondo l'asse.
I paralleli generati dai punti della generatrice più distanti
dall'asse di rivoluzione, prendono il nome di paralleli
equatoriali, quelli più vicini di paralleli gola. Il numero
dei paralleli dipende dalla forma della generatrice.
meridiano
principale
parallelo estremo
parallelo gola
O"
O'
r"
r'
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SUPERFICI DI ROTAZIONE. Esempi
Esempi di superfici di Rotazione sono:
Si chiama superficie torica una superficie generata da una
circonferenza, contenuta in un piano verticale, che ruota
con movimento di rivoluzione intorno ad un asse verticale.
Il parallelo massimo è A B, quello minimo è C D.
A'
A" B"
B'C'
C" D"
D'O1' O1'
O1"O1"
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SUPERFICI DI ROTAZIONE. Esempi
Sono esempi di superfici di ROTAZIONE
anche: l' ellissoide, il paraboloidie e l' iperboloide,
In quanto la linea generatrice è sghemba rispetto all’asse di
rotazione.
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SUPERFICI ELICOIDALI.
Si chiama Superficie ELICOIDALE o ELICOIDE quella superficie
generalmente considerata come generata da una linea passante
per l'asse e per i punti di un'elica (direttrice).
La retta che ruota intorno l’asse ha un moto
anche lungo questo che descrive il
“passo”dell’elicoidale.
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SUPERFICI ELICOIDALI. Esempi
Quando a ruotare intorno ad un asse è una figura piana, questa genera nello spazio un solido.