inserto "Stalin" - Ottobre 2011

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supplemento al numero 10 - Anno III - ottobre 2011 di Piazza del Grano - www.piazzadelgrano.org I dell’intera popolazione dell’Italia dell’epoca. Dif- ficile immaginare cosa sa- rebbe potuto accadere se l’Unione Sovietica avesse ceduto e i nazi-fascisti avessero potuto trasferire l’enorme esercito orienta- le sul fronte occidentale, o anche solo immaginare quanto avrebbe influito sul seguito della guerra l’eventuale caduta di Sta- lingrado con la possibilità per i nazi-fascisti di acce- dere al petrolio del Ca- spio. L’Unione Sovietica, i popoli sovietici, sotto la guida del Partito Comuni- sta e del suo segretario Stalin, non hanno ceduto e Stalingrado non si è ar- resa. Su quella resistenza si fonda, anche, la nostra attuale democrazia occi- dentale. Iosif Vissarionovi D uga vili Stalin (“Acciaio”), un Comunista Compagni soldati rossi e marinai rossi, comandanti e diri- genti politici, operai e operaie, colcosiani e colcosiane, lavo- ratori intellettuali, fratelli e sorelle nelle retrovie del nostro nemico, temporaneamente caduti sotto il giogo dei briganti tedeschi, nostri valorosi partigiani e partigiane che distrug- gete le retrovie degli invasori tedeschi! (...) Vi furono giorni in cui il nostro paese si trovò in una situazione ancor più gra- ve. Ricordate il 1918... i tre quarti del nostro paese si trova- vano allora nelle mani degli invasori stranieri... Non aveva- mo alleati, non avevamo l’Esercito rosso... 14 Stati assaliro- no allora il nostro paese. Ma non cademmo nel pessimismo, non ci perdemmo d’animo. Nel fuoco della guerra formam- mo allora l’Esercito rosso e trasformammo il nostro paese in un campo trincerato. Lo spirito del grande Lenin ci anima- va allora alla guerra contro gli invasori. Ebbene? Infliggem- mo una disfatta agli invasori, ci facemmo restituire tutti i territori perduti e riportammo la vittoria. (...) Compagni soldati rossi e marinai rossi, comandanti e diri- genti politici, partigiani e partigiane! Tutto il mondo vi guar- da come a una forza capace di annientare le orde brigante- sche degli invasori tedeschi. I popoli asserviti d’Europa, ca- duti sotto il giogo degli invasori tedeschi, vi guardano come loro liberatori. Una grande missione liberatrice spetta a voi. Siate dunque degni di questa missione! La guerra che voi conducete è una guerra di liberazione, una guerra giusta... Per la completa disfatta dei conquistatori tedeschi! Sotto la bandiera di Lenin, avanti, alla vittoria! (Discorso di Stalin del 7 novembre 1941) Nel maggio 1945, con la conquista di Berlino da parte dell’Armata Rossa, si conclude la seconda guerra mondiale scatena- ta dalla Germania e dal- l’Italia, alle quali si ag- giunse più tardi il Giappo- ne, con l’impressionate bilancio di 35 milioni di morti, dei quali 20 milio- ni cittadini dell’Unione Sovietica, circa la metà I soldati dell’Armata Rossa depongono le bandiere nazi- fasciste ai piedi del Mausoleo di Lenin sulla Piazza Rossa

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Mensile d'informazione politica e cultura dell'Associazione comunista "Luciana Fittaioli" con sede a Foligno (PG)

Transcript of inserto "Stalin" - Ottobre 2011

supplemento al numero 10 - Anno III - ottobre 2011 di Piazza del Grano - www.piazzadelgrano.org

I

dell’intera popolazionedell’Italia dell’epoca. Dif-ficile immaginare cosa sa-rebbe potuto accadere sel’Unione Sovietica avesseceduto e i nazi-fascistiavessero potuto trasferirel’enorme esercito orienta-le sul fronte occidentale,o anche solo immaginarequanto avrebbe influitosul seguito della guerral’eventuale caduta di Sta-

lingrado con la possibilitàper i nazi-fascisti di acce-dere al petrolio del Ca-spio. L’Unione Sovietica, ipopoli sovietici, sotto laguida del Partito Comuni-sta e del suo segretarioStalin, non hanno cedutoe Stalingrado non si è ar-resa. Su quella resistenzasi fonda, anche, la nostraattuale democrazia occi-dentale.

Iosif Vissarionovi DugaviliStalin (“Acciaio”), un Comunista

Compagni soldati rossi e marinai rossi, comandanti e diri-genti politici, operai e operaie, colcosiani e colcosiane, lavo-ratori intellettuali, fratelli e sorelle nelle retrovie del nostronemico, temporaneamente caduti sotto il giogo dei brigantitedeschi, nostri valorosi partigiani e partigiane che distrug-gete le retrovie degli invasori tedeschi! (...) Vi furono giorniin cui il nostro paese si trovò in una situazione ancor più gra-ve. Ricordate il 1918... i tre quarti del nostro paese si trova-vano allora nelle mani degli invasori stranieri... Non aveva-mo alleati, non avevamo l’Esercito rosso... 14 Stati assaliro-no allora il nostro paese. Ma non cademmo nel pessimismo,non ci perdemmo d’animo. Nel fuoco della guerra formam-mo allora l’Esercito rosso e trasformammo il nostro paese inun campo trincerato. Lo spirito del grande Lenin ci anima-va allora alla guerra contro gli invasori. Ebbene? Infliggem-mo una disfatta agli invasori, ci facemmo restituire tutti iterritori perduti e riportammo la vittoria. (...) Compagni soldati rossi e marinai rossi, comandanti e diri-genti politici, partigiani e partigiane! Tutto il mondo vi guar-da come a una forza capace di annientare le orde brigante-sche degli invasori tedeschi. I popoli asserviti d’Europa, ca-duti sotto il giogo degli invasori tedeschi, vi guardano comeloro liberatori. Una grande missione liberatrice spetta a voi.Siate dunque degni di questa missione! La guerra che voiconducete è una guerra di liberazione, una guerra giusta...Per la completa disfatta dei conquistatori tedeschi! Sotto labandiera di Lenin, avanti, alla vittoria!

(Discorso di Stalin del 7 novembre 1941)

Nel maggio 1945, con laconquista di Berlino daparte dell’Armata Rossa,si conclude la secondaguerra mondiale scatena-ta dalla Germania e dal-l’Italia, alle quali si ag-giunse più tardi il Giappo-ne, con l’impressionatebilancio di 35 milioni dimorti, dei quali 20 milio-ni cittadini dell’UnioneSovietica, circa la metà

I soldati dell’Armata Rossa depongono le bandiere nazi-fasciste ai piedi del Mausoleo di Lenin sulla Piazza Rossa

II

La questione di Stalin è unaquestione di enorme im-portanza. È una questionedi importanza mondialeche ha avuto ripercussioniin tutte le classi del mondoe che, sino ad oggi, è anco-ra aperta a controversie. Èprobabile che nel corso diquesto secolo non si possaarrivare, riguardo a questaquestione, a una conclusio-ne definitiva... Il Partito co-munista cinese ha sempresostenuto che il ripudio to-tale di Stalin da parte delcompagno Kruscev in no-me della “lotta contro il cul-to della personalità” è com-pletamente errato e che ta-le ripudio cela intenzioniinconfessate... La letteraaperta del Comitato centra-le del PCUS evita di dareuna risposta alle questionidi principio da noi avanza-te, limitandosi unicamentead appiccicare ai comunisticinesi l’etichetta di “difen-sori del culto della perso-nalità” e “propagatori delleidee erronee di Stalin”. Du-rante la lotta contro i men-scevichi, Lenin ebbe a dire:“Non rispondere alle que-stioni di principio sollevatedagli avversari e acconten-tarsi di definirli degli ‘esal-tati’, non equivale ad apri-re una discussione ma a in-sultare”... Anche se nellalettera aperta del Comitatocentrale del PCUS gli insul-ti si sostituiscono a un di-battito di idee, noi, perquanto ci riguarda, prefe-riamo rispondere a questalettera servendoci unica-mente di argomenti diprincipio e citando a testi-monianza innumerevolifatti. La grande Unione So-vietica è il primo Stato delmondo in cui si è instaura-ta la dittatura del proleta-riato. Lenin è stato il princi-pale dirigente del partito edel governo di questo pae-se della dittatura del prole-tariato: dopo la morte di

Lenin, dirigente del partitoe del governo è stato Stalin.Dopo la morte di Lenin,Stalin non fu solo dirigentedel partito e del governodell’Unione Sovietica, maanche guida universalmen-te riconosciuta del movi-mento comunista interna-zionale. Il primo grandeStato socialista, nato dallaRivoluzione d’Ottobre, con-ta quarantasei anni di sto-ria. Stalin è stato il principa-le dirigente di questo Statoper un periodo di circatrent’anni... Il Partito comu-nista cinese a propositodell’atteggiamento da assu-mere nei riguardi di Staline della valutazione dellasua figura, ha sempre so-stenuto che non si tratta digiudicare semplicemente lapersona ma, cosa moltopiù importante, di fare unbilancio dell’esperienzastorica della dittatura delproletariato e del movi-mento comunista interna-zionale dopo la morte diLenin. Il Partito comunistacinese ha sempre ritenutonecessaria una analisi basa-ta sul metodo del materia-lismo storico e sulla rap-presentazione della storiacome realmente è; il Partitocomunista cinese stima er-rato ripudiare Stalin in ma-niera totale, soggettiva egrossolana, ricorrendo almetodo dell’idealismo sto-rico e deformando e alte-rando a piacere la storia. IlPartito comunista cineseha sempre riconosciutoche Stalin ha commesso uncerto numero di errori eche l’origine di questi erro-ri è o ideologica o sociale estorica. La critica degli erro-ri di Stalin, quelli ben inte-so che furono effettiva-mente compiuti da lui enon quelli che gli sono sta-ti attribuiti senza nessunfondamento, è necessariaqualora venga condotta apartire da una corretta po-

sizione e con metodi altret-tanto corretti... Stalin si èsempre mantenuto alla te-sta della corrente della sto-ria per dirigere la lotta ed èstato nemico inconciliabiledell’imperialismo e di tuttala reazione. L’attività di Sta-lin è stata sempre legatastrettamente alla lotta delgrande partito comunista edel grande popolo del-l’Unione Sovietica: è insepa-rabile dalla lotta rivoluzio-naria dei popoli di tutto ilmondo... Tra gli errori diStalin, alcuni sono errori diprincipio, altri furono com-messi durante il lavoro pra-tico; alcuni avrebbero potu-to essere evitati, mentre al-tri erano difficilmente evi-tabili dato che mancavaqualsiasi precedente nelladittatura del proletariato alquale ci si potesse riferire.Riguardo ad alcuni proble-mi il metodo di pensieroStalin si allontanò dal ma-terialismo dialettico per ca-dere nella metafisica e nelsoggettivismo e, per questaragione, alcune volte si al-lontanò dalla realtà e sistaccò dalle masse. Nellalotta condotta sia in seno alpartito che fuori, egli con-fuse, in alcuni periodi e sualcuni problemi, le due ca-tegorie di contraddizioni didifferente natura (contrad-dizioni tra il nemico e noi econtraddizioni in seno alpopolo) e, di conseguenza,confuse anche i metodi perla soluzione di queste duecategorie di contraddizio-ni. La liquidazione dellacontrorivoluzione, intra-presa sotto la sua direzio-ne, permise di punire giu-stamente numerosi ele-menti controrivoluzionariche dovevano essere puni-ti. Tuttavia furono ingiusta-mente condannate anchedelle persone oneste e Sta-lin commise anche l’erroredi allargare la portata dellarepressione nel 1937 e nel

1938... Tutti questi errorihanno causato danni sia al-l’Unione Sovietica che almovimento comunista in-ternazionale. I meriti cheStalin si è guadagnato du-rante la sua vita, come pu-re gli errori che ha com-messi, sono fatti oggettividella storia. Per quanto ri-guarda gli errori di Stalinquesti devono essere consi-derati come una lezionedella storia, una messa inguardia per tutti i comuni-sti dell’Unione Sovietica edegli altri paesi, affinchénon commettano a lorovolta gli stessi errori o necommettano meno. Questonon è inutile. L’esperienzastorica sotto il suo aspettonegativo o positivo è utile atutti i comunisti, quando sene fa un bilancio corretto,corrispondente alla realtàstorica e ci si astiene dal-l’apportarvi qualsiasi de-formazione... I dirigenti delPCUS accusano il Partitocomunista cinese di “difen-dere Stalin”. Sì, noi lo difen-diamo e vogliamo difen-derlo. Dal momento cheKruscev deforma la storia eripudia totalmente Stalin,noi abbiamo naturalmenteil dovere irrecusabile nel-l’interesse del movimentocomunista internazionaledi levarci a sua difesa. Pren-dendo la difesa di Stalin ilPartito comunista cinesedifende ciò che in Stalin viè stato di giusto, difende lagloriosa storia della lottadel primo Stato della ditta-tura del proletariato instau-rato nel mondo dalla Rivo-luzione d’Ottobre, difendela gloriosa storia della lot-ta del PCUS, difende la fa-ma del movimento comu-nista internazionale difronte ai popoli e ai lavora-tori del mondo intero, inuna parola difende sia lateoria che la pratica delmarxismo-leninismo...Quando noi ci assumiamo

Sulla questione di Stalin (risoluzione del Partito Comunista Cinese del 13 settembre 1963)

La ricerca della verità Critica scientifica e propaganda ideologicaPiù volte abbiamo afferma-to con chiarezza (e qui lo ri-petiamo con la stessa for-za) che per essere giudica-to criminale o assassino èsufficiente aver commessoanche un solo crimine o unsolo assassinio; tuttavia ab-biamo anche sostenuto lanecessità di dare veridicitàe concretezza ai dati realistorici, perché l’accerta-mento della verità oggetti-va è il presupposto neces-sario per una critica pari-menti reale e concreta, equindi utile, e non pura-mente propagandistica e difacile strumentalizzazioneideologica. Nell’articolo chesegue abbiamo riportato,per necessari stralci, la po-sizione di metodo scientifi-co adottata sulla vicendadel periodo di governo sta-liniano dell’Unione Sovieti-ca dal Partito Comunista Ci-nese, sostanzialmente al-l’indomani del definitivo“strappo” tra la Cina maoi-sta e l’URSS krusceviana.Qui proviamo a dare dueparametri oggettivi: il pro-

babile reale numero dellevittime delle cosiddette“grandi purghe” stalinianee, se non compiutamente ounivocamente, le loro ragio-ni, ovvero la “natura” dellevittime. Definire un nume-ro reale è un’operazione in-dubbiamente incerta anchese desumibile, in via dedut-tiva, da alcuni dati certi, ilprimo dei quali è quello del-la capienza del campi di la-voro forzato, noti come“Gulag”. La capienza deglistessi, nell’intero trenten-nio staliniano, è oscillata at-torno a 1 milione mezzo diinternati, con punte massi-me sino a 2 milioni nel pe-riodo della seconda guerramondiale. Nei Gulag veniva-no rinchiusi sia delinquen-ti comuni che politici, inpercentuale stimata di que-sti ultimi di circa il 30%.Aleksandr Sol enicyn (au-tore di “Arcipelago Gulag” evittima sopravvissuta dellarepressione politica) in undiscorso pubblico tenuto aNew York il 30 giugno1975, pochi mesi dopo il

suo esilio, affermò: “Nelmassimo del terrore stali-niano, nel 1937-1938, se di-vidiamo il numero di perso-ne assassinate per il nume-ro di mesi, il risultato ci dà40mila persone al mese”;dunque tra le 8 le 900 milavittime (inclusi i delinquen-ti comuni?). Questo nume-ro coincide con quelli emer-si dagli archivi della NKVD(Direttorato per la sicurez-za del paese) dopo il collas-so dell’URSS che indica, perl'intero periodo 1921-53, icondannati a morte percontrorivoluzione nel nu-mero di 799.455. Ci sonopoi affermazioni non docu-mentate che indicano l’uc-cisione di ben 15 milioni diprigionieri nel periodo delmassimo terrore 1938/39(10 volte la capienza deiGulag!) o quanto meno dicirca 5 milioni stimati dallostorico inglese Robert Con-quest che, va segnalato, nelnovembre 2005 fu premia-to con la Medaglia presi-denziale della libertà dalPresidente George W. Bush,

“fondatore”, tra l’altro, deicampi di concentramento etortura di Abu Graib eGuantanamo. Un dato è tut-tavia certo: le “purghe” de-cimarono essenzialmentel’apparato centrale e perife-rico del Partito e dell’ammi-nistrazione, giungendo apunte dell’80% tra gli alti uf-ficiali dell’Armata Rossa nelperiodo 1937/38 immedia-tamente precedente la pre-vista aggressione della Ger-mania all’Unione Sovietica.Sono numeri indubbiamen-te “enormi”, ma, parimentiindubbiamente, non fustrage di popolo, bensì

scontro di potere. Era giu-sto o quanto meno era ine-vitabile? I Comunisti cinesihanno decisamente conte-stato l’errore staliniano diavere applicato alla risolu-zione delle “contraddizioniin seno al popolo” (cioè al-l’interno del Partito Comu-nista) i metodi di risoluzio-ne delle diverse “contraddi-zioni con i nemici del popo-lo” (gli imperialisti e i loroinfiltrati). L’esito della se-conda guerra mondiale,cioè la capacità dell’URSS diresistere compatta e solida-le all’aggressione nazi-fasci-sta, sembrerebbe avere da-

to ragione a Stalin nell’ave-re “blindato” la strutturapolitica, amministrativa emilitare del paese rispetto apotenziali conflitti internisuscettivi di indebolirla neitemuti momenti di massi-ma difficoltà. Questa pro-spettiva politico-ideologicadeve essere l’oggetto del-l’approfondimento criticoscientifico, onesto e quindiutile, rifiutando il semplici-smo, come sempre tutt’al-tro che “ingenuo”, della de-monizzazione del singolopazzo criminale colpevoledi tutto e per tutti. Il dibat-tito è ancora aperto.

la difesa di Stalin non di-fendiamo i suoi errori... Imarxisti-leninisti cinesi,guidati dal compagno MaoTse-tung, si dedicarono ascalzare l’influenza di alcu-ni errori di Stalin e in segui-to, dopo aver avuto ragionedelle linee errate propu-gnate dall’opportunismo didestra e di sinistra, riusci-rono a condurre la rivolu-zione cinese alla vittoria fi-nale. Tuttavia, siccome al-cuni punti di vista erroneisostenuti da Stalin eranostati accettati e messi inpratica da compagni cinesi,noi cinesi dovevamo assu-mercene la responsabilità.Di conseguenza la lottacondotta dal nostro partitocontro l’opportunismo didestra e di sinistra si è sem-pre limitata alla critica diquei nostri compagni cheavevano commesso deglierrori e non abbiamo maifatto ricadere la responsa-bilità su Stalin. Lo scopodelle nostre critiche era didistinguere il vero dal falso,trarne una lezione e farprogredire la causa della ri-voluzione... Ma qual è statol’atteggiamento del compa-gno Kruscev e di alcuni al-tri dirigenti del PCUS nei ri-guardi di Stalin, dopo ilventesimo Congresso? In-vece di fare un’analisi com-pleta, storica e scientifica,dell’opera compiuta da Sta-lin durante tutta la sua vita,l’hanno ripudiata in bloccosenza distinguere il verodal falso... Kruscev ha co-perto Stalin di ingiurie, di-cendo che Stalin fu un “as-sassino”, “un criminale”,“un bandito”, “un despotatipo Ivan il Terribile”; “il piùgrande dittatore della sto-ria russa”, “un imbecille”,“un idiota”, “un giocato-re”... Le ingiurie lanciate daKruscev contro Stalin sonoi peggiori insulti che si pos-sano rivolgere al grandepopolo sovietico, al PCUS,all’esercito sovietico, sonoi più grandi insulti che sipossano rivolgere alla dit-tatura del proletariato, al si-stema socialista, al movi-mento comunista interna-zionale, ai popoli rivoluzio-nari del mondo e al marxi-

smo-leninismo. In che posi-zione si mette Kruscevquando gonfia il petto,martella di pugni la tavolae grida a piena gola insulticontro Stalin? Lui che altempo di Stalin partecipavaalla direzione del partito edello Stato, si mette nellaposizione di complice diun “assassino” e di un“bandito”? O in quella di“imbecille” e “idiota”? Chedifferenza c’è tra le ingiurierivolte da Kruscev a Stalin ele ingiurie vomitate controquest’ultimo dagli imperia-listi, dai reazionari e dairinnegati del comunismo?Perché quest’odio mortalecontro Stalin? Perché attac-care Stalin con una ferociache non si usa neanchecontro il nemico?... Nell’ar-ticolo “Sul significato poli-tico delle ingiurie” Lenin hadetto: “in politica le ingiurienascondono frequente-mente l’assenza di idee el’impotenza totale, l’impo-tenza rabbiosa degli inso-lenti”... Un’attenzione tuttaparticolare merita il fattoche i dirigenti del PCUS,mentre si applicano contanto impegno a coprire diinsulti la memoria di Stalin,esprimono “rispetto e fidu-cia” a Kennedy, a Eisenho-wer e ai loro accoliti! A Sta-lin si elargiscono epiteti ti-po “despota alla Ivan il Ter-ribile” e “il più grande ditta-tore della storia russa”,mentre a Kennedy e a Ei-senhower si indirizzanocomplimenti e si affermache “godono dell’appoggiodella stragrande maggio-ranza del popolo america-no”! Si insulta Stalin trat-tandolo da “idiota” e si elo-gia la “lucidità” di Kennedye di Eisenhower! Da unaparte si svilisce la memoriadi un uomo che fu un gran-de marxista-leninista, ungrande rivoluzionario pro-letario, un grande capo delmovimento comunista in-ternazionale, d’altra si in-tessono panegirici al capoin testa dell’imperialismo...Il ripudio totale di Stalin daparte della direzione delPCUS ha fini inconfessati...

Campo di lavoro forzato (Gulag) 1932

III

Il progetto della nuova Co-stituzione costituisce unbilancio della via percorsa,un bilancio delle conqui-ste già ottenute. Esso è,perciò, la registrazione e lasanzione legislativa diquello che è già stato effet-tivamente ottenuto e con-quistato. Le costituzionidei paesi borghesi partonodi solito dalla convinzionedell'incrollabilità del regi-me capitalista. La base es-senziale di queste costitu-zioni è data dai principidel capitalismo, dai suoicapisaldi fondamentali:proprietà privata della ter-ra, delle foreste, delle fab-briche, delle officine e de-gli altri strumenti e mezzidi produzione; sfrutta-mento dell'uomo da partedell'uomo ed esistenza disfruttatori e di sfruttati;mancanza di sicurezza deldomani per la maggioran-za lavoratrice. La baseprincipale del progettodella nuova Costituzionedell'URSS è data dai princì-pi del socialismo, dai suoicapisaldi fondamentali giàconquistati e realizzati:proprietà socialista della

terra, delle foreste, dellefabbriche, delle officine edegli altri strumenti emezzi di produzione; sop-pressione dello sfrutta-mento e delle classi sfrut-tatrici; soppressione dellamiseria della maggioranzae del lusso della mi-noranza; soppressio-ne della disoccupa-zione; lavoro comeobbligo e debitod'onore di ogni citta-dino atto al lavoro,secondo la formula:«Chi non lavora, nonmangia»; diritto al la-voro, cioè diritto diogni cittadino di rice-vere un lavoro garan-tito; diritto al riposo;diritto all'istruzione. Le costituzioni bor-ghesi partono tacita-mente dal presuppo-sto che le nazioni e lerazze non possono avereeguali diritti, che vi sononazioni che godono di tut-ti i diritti e vi sono nazioniche non godono di tutti idiritti. A differenza diqueste costituzioni, il pro-getto della nuova Costitu-zione dell'URSS, invece, è

profondamente interna-zionalista. Esso parte dalprincipio che tutte le na-zioni e le razze hannoeguali diritti. Esso partedal principio che la diffe-renza nel colore della pel-le o la differenza di lingua,

di livello culturale o di svi-luppo politico, così comequalsiasi altra differenzatra le nazioni e le razze,non può servire a giustifi-care una ineguaglianza didiritti tra le nazioni. Dalpunto di vista del demo-cratismo, le costituzioni

borghesi si possono divi-dere in due gruppi; ungruppo di costituzioni ne-ga apertamente o riduce difatto a nulla l'eguaglianzadi diritti dei cittadini e le li-bertà democratiche. Un se-condo gruppo di costitu-

zioni accetta volentieri eostenta persino i princìpidemocratici, ma lo fa contante riserve e con tali re-strizioni, che i diritti e le li-bertà democratiche neescono completamentemutilati. Esse parlano didiritti elettorali eguali per

tutti i cittadini, ma nellostesso tempo limitanoquesti diritti a secondadella residenza, dell'istru-zione e persino del censo.Esse parlano di eguaglian-za dei diritti dei cittadini,ma, nello stesso tempo,fanno la riserva che que-sto non riguarda le donne. Il progetto della nuovaCostituzione dell'URSS haquesto di particolare, cheè esente da simili riserve erestrizioni. Per esso non

esistono cittadiniattivi o passivi; peresso tutti i cittadi-ni sono attivi. Essonon riconosce dif-ferenze di dirittitra uomini e don-ne, tra «domicilia-ti» e «non domici-liati», possidenti enon possidenti,istruiti e nonistruiti. Per essotutti i Cittadini so-no eguali nei lorodiritti. Non è il cen-so, né l'origine na-zionale, né il ses-so, né la carica o il

grado, ma sono le capaci-tà personali e il lavoro per-sonale di ogni cittadinoche determinano la suaposizione nella società. Lecostituzioni borghesi si ac-contentano di solito di fis-sare i diritti formali del cit-tadino, senza preoccupar-

si delle condizioni che ga-rantiscono l'esercizio diquesti diritti, della possibi-lità di esercitarli, dei mez-zi per esercitarli. Parlanodell'eguaglianza dei citta-dini, ma dimenticano chenon può esservi eguaglian-za effettiva tra il padronee l'operaio, tra il grandeproprietario fondiario e ilcontadino, se i primi pos-seggono la ricchezza e l'in-fluenza politica nella so-cietà, mentre i secondi so-no privati dell'una e del-l'altra. Oppure ancora:parlano della libertà di pa-rola, di riunione e di stam-pa, ma dimenticano chetutte queste libertà posso-no diventare per la classeoperaia una frase vuota, seessa è priva della possibi-lità di avere a sua disposi-zione locali adatti per leriunioni, buone tipografie,una quantità sufficiente dicarta da stampare. Il pro-getto della nuova Costitu-zione ha questo di partico-lare, che esso non si ac-contenta di fissare i dirittiformali dei cittadini, masposta il centro di gravitàsulla garanzia di questi di-ritti, sui mezzi per l'eserci-zio di questi diritti. Essonon si limita a proclamarele libertà democratiche,ma le garantisce anche pervia legislativa con determi-nati mezzi materiali.

La Costituzione Sovieticadel 1936, conosciuta anchecome "Costituzione di Sta-lin", ridisegnò la forma digoverno dell'Unione Sovie-tica. La Costituzione abro-gò le restrizioni sul dirittodi voto, istituì il suffragiouniversale diretto e con-templò nuovi diritti dei la-voratori che si aggiunseroa quelli già previsti dallacostituzione precedente. LaCostituzione ai primi arti-coli stabilisce che l'UnioneSovietica è una dittaturadegli operai e dei contadi-ni e vieta la proprietà pri-vata ad eccezione della pic-colissima proprietà di con-tadini e artigiani non asso-ciati che lavorino in pro-prio (cioè escludendo l'as-sunzione di lavoratori di-pendenti, definita sfrutta-mento). Il testo riconosce ildiritto alla tutela della sa-lute, alla cura al momentodella vecchiaia o in caso dimalattia, all'alloggio e al-l'istruzione. Assicura altre-sì la libertà di propagandareligiosa e antireligiosa, diparola, di stampa e di asso-ciazione. Prevede l'elezionediretta di tutti gli organi digoverno. Il potere legislati-vo spetta esclusivamente alSoviet Supremo dell'URSScomposto dalle due came-re uguali: Soviet dell'Unio-ne e il Soviet delle Naziona-lità, escludendo il potere le-gislativo, anche d’urgenza,al governo. Le due Came-re, ambedue elette a suf-fragio universale segreto,sono diversamente costitui-te: il Soviet dell’Unione inmisura di 1 deputato ogni300mila votanti, il Sovietdelle Nazionalità in misuranumerica uguale per cia-scuna Repubblica federataindipendentemente dal nu-mero dei rispettivi cittadi-ni. La Costituzione sancisce

il diritto delle singole Re-pubbliche di uscire in ognimomento dall’Unione. Tra-scriviamo alcuni articolipiù significativi.

Art. 1 - L'Unione delle Re-pubbliche Socialiste Sovie-tiche è uno Stato socialistadegli operai e dei contadi-ni. Art. 2 - La base politicadell'URSS è costituita daiSoviet dei deputati dei la-voratori, sviluppatisi econsolidatisi in seguito al-l'abbattimento del poteredei proprietari fondiari edei capitalisti e alla con-quista della dittatura delproletariato. Art. 3 - Tuttoil potere nell'U.R.S.S. ap-partiene ai lavoratori del-la città e della campagna,rappresentati dai Sovietdei deputati dei lavorato-ri. Art. 5 - La proprietà so-cialista nell'U.R.S.S. ha laforma di proprietà statale(patrimonio di tutto il po-polo), oppure la forma diproprietà cooperativa-col-cosiana (proprietà dei sin-goli colcos, proprietà del-le associazioni cooperati-ve). Art. 6 - La terra, il sot-tosuolo, le acque, i boschi,le officine, le fabbriche, leminiere, le cave, i traspor-ti ferroviari, acquei ed ae-rei, le banche, i mezzi dicomunicazione, le grandiaziende agricole organiz-zate dallo Stato e così pu-re le aziende comunali e laparte fondamentale delpatrimonio edilizio nellecittà e nei centri industria-li, sono proprietà delloStato, cioè patrimonio ditutto il popolo. Art. 9 - Accanto al sistema sociali-sta dell'economia, che è laforma economica domi-nante nell'U.R.S.S., è am-messa dalla legge la picco-la azienda privata dei con-tadini non associati e degli

artigiani, fondata sul lavo-ro personale, escludentelo sfruttamento del lavoroaltrui. Art. 10 - Il diritto diproprietà personale deicittadini sui proventi delloro lavoro e sui loro ri-sparmi, sulla casa di abita-zione e sull'impresa do-mestica ausiliaria, suglioggetti dell'economia do-mestica e di uso quotidia-no, sugli oggetti di consu-mo e di comodo persona-le, come pure il diritto dieredità della proprietàpersonale dei cittadini so-no tutelati dalla legge. Art.12 - Il lavoro è nell'U.R.S.S.dovere e oggetto d'onoreper ogni cittadino atto allavoro, secondo il princi-pio: «Chi non lavora, nonmangia». Nell'U.R.S.S. siattua il principio del socia-lismo: «Da ciascuno se-condo le sue capacità, aognuno secondo il suo la-voro». Art. 13 - L'Unionedelle Repubbliche Sociali-ste Sovietiche è uno Statofederale costituito sullabase dell'unione volonta-ria. Art. 17 - Ogni Repub-blica federata conserva ildiritto di uscire liberamen-te dall'U.R.S.S. Art. 30 -Organo supremo del pote-re di Stato dell'U.R.S.S. è ilSoviet Supremodell'U.R.S.S. Art. 32 - Il po-tere legislativo dell'U.R.S.S.è esercitato esclusivamen-te dal Soviet Supremo del-l'U.R.S.S. Art. 33 - Il SovietSupremo dell'U.R.S.S. sicompone di due Camere: ilSoviet dell'Unione e il So-viet delle Nazionalità. Art.34 - Il Soviet dell'Unione èeletto dai cittadinidell'U.R.S.S. per circoscri-zioni elettorali in ragionedi un deputato per ogni300.000 abitanti. Art. 35 -Il Soviet delle Nazionalitàè eletto dai cittadini del-

l'U.R.S.S. nelle Repubblichefederate e autonome, nel-le regioni autonome e nel-le circoscrizioni nazionaliin ragione di 25 deputatiper ogni Repubblica fede-rata, di 11 deputati perogni Repubblica autono-ma, di 5 deputati per ogniregione autonoma, e di undeputato per ogni circo-scrizione nazionale. Art. 37 - Le due Camere del Soviet Supre-mo dell'U.R.S.S.: il Sovietdell'Unione e il Soviet del-le Nazionalità, hannoeguali diritti. Art. 52 -Nessun deputato al SovietSupremo dell'U.R.S.S. puòessere tradotto in giudizioné arrestato senza il con-senso dei Soviet Supremodell'U.R.S.S. Art. 103 -L'esame delle cause in tut-te le Corti e in tutti i tribu-nali si svolge con la parte-cipazione dei giurati po-polari. Art. 109 - I tribuna-li popolari sono eletti daicittadini del mandamentoa suffragio universale, di-retto, eguale, a scrutiniosegreto, per la durata ditre anni. Art. 117 - Gli or-gani della procura eserci-tano le loro funzioni indi-pendentemente da qual-siasi organo locale e sonosubordinati soltanto alProcuratore generale del-l'U.R.S.S. Art. 118 - I citta-dini dell'U.R.S.S. hanno di-ritto al lavoro, cioè hannodiritto a ottenere un lavo-ro garantito, con remune-razione del loro lavoro se-condo la quantità e la qua-lità... Art. 119 - I cittadinidell'U.R.S.S. hanno il dirit-to al riposo. Il diritto al ri-poso è assicurato dall'isti-tuzione per gli operai e gliimpiegati della giornata la-vorativa di otto ore e dallariduzione della giornatalavorativa a sette e sei ore

per una serie di professio-ni con condizioni di lavo-ro difficili e fino a quattroore nei reparti con condi-zioni di lavoro particolar-mente difficili, dalla istitu-zione di congedi annualiagli operai e agli impiegaticon il mantenimento delsalario, dalla vasta rete disanatori, case di riposo eclub che è messa a dispo-sizione dei lavoratori. Art.120 - I cittadinidell'U.R.S.S. hanno dirittodi avere assicurati i mezzimateriali di esistenza perla vecchiaia nonché in ca-so di malattia e di perditadella capacità lavorativa. ..Art. 121 - I cittadini del-l'U.R.S.S. hanno diritto al-l'istruzione. Questo dirit-to è assicurato dall'istru-zione elementare generaleobbligatoria, dall'istruzio-ne gratuita settennale, dalsistema delle borse di stu-dio per i più meritevolistudenti delle scuole supe-riori... Art. 122 - Alle don-ne sono accordati nell'U.R.S.S. diritti uguali aquelli degli uomini, in tut-ti i campi della vita econo-mica, statale, culturale, po-litica e sociale. La possibi-lità di esercitare questi di-ritti è assicurata alle don-ne accordando loro lostesso diritto degli uominial lavoro, al pagamentodel lavoro, al riposo, all'as-sicurazione sociale e al-l'istruzione, provvedendoalla tutela, da parte delloStato, degli interessi dellamadre e del bambino, al-l'aiuto da parte dello Statoalle madri con numerosaprole o alle madri non ma-ritate accordando alledonne un congedo di ma-ternità con mantenimentodel salario e grazie a unavasta rete di case di mater-nità, di nidi e giardini d'in-fanzia. Art. 123 - L'ugua-glianza dei diritti dei citta-dini dell'U.R.S.S., indipen-dentemente dalla loro na-zionalità e razza, in tutti i

campi della vita economi-ca, statale, culturale, poli-tica e sociale, è legge irre-vocabile. Qualsiasi limita-zione diretta o indirettadei diritti o, al contrario,qualsiasi attribuzione diprivilegi diretti o indirettiai cittadini in dipendenzadella razza o nazionalitàalla quale appartengono,così come qualsiasi propa-ganda di esclusivismo o diodio e disprezzo di razzao di nazione, è punita dal-la legge. Art. 124 - Alloscopo di assicurare ai citta-dini la libertà di coscienza,la Chiesa nell'U.R.S.S. è se-parata dallo Stato e lascuola dalla Chiesa. La li-bertà di praticare i culti re-ligiosi e la libertà di propa-ganda antireligiosa sono ri-conosciute a tutti i cittadi-ni. Art. 125 - In conformi-tà con gli interessi dei lavo-ratori e allo scopo di con-solidare il regime sociali-sta, ai cittadini del l'U.R.S.S.è garantita per legge: a) li-bertà di parola, b) libertàdi stampa, e) libertà di riu-nione e di comizi, d) liber-tà di cortei e dimostrazio-ni di strada. Questi dirittidei cittadini vengono assi-curati mettendo a disposi-zione dei lavoratori e delleloro organizzazioni le ti-pografie, i depositi di car-ta, gli edifici pubblici, lestrade, le poste, i telegrafi,i telefoni e le altre condi-zioni materiali necessarieper il loro esercizio. Art.127 - Ai cittadinidell'U.R.S.S. è assicuratal'inviolabilità della perso-na. Nessuno può essere ar-restato se non per decisio-ne di un tribunale con lasanzione del procuratore. Art. 128 - L'inviolabilitàdel domicilio dei cittadini eil segreto epistolare sonotutelati dalla legge. Art.129 - L'U.R.S.S. accorda ildiritto di asilo ai cittadinistranieri perseguitati peraver difeso gli interessi deilavoratori, o per la loro at-

Relazione di Stalin al progetto di Costituzione del 1936 (estratto)

Costituzione dell’URSS (estratto)

IV

L’accusa stereotipa che vie-ne rivolta alla figura stori-ca e politica di Stalin èquella di avere inventato ilculto della sua persona.L’accusa viene rinforzatacon l’assunto che tale crea-zione sia stata il frutto diviolenze poliziesche equindi che si tratti di un in-dottrinamento coatto. Senon v’è dubbio che il cultodella persona è un fenome-no culturalmente e socio-logicamente negativo, per-ché nella sostanza realizzauna forma di delega fidei-stica nei confronti del capodi turno (oggi lo chiamia-mo: leader) che, a secondadelle prospettive di valuta-zione, interpreta il salvato-re o il despota (oggi usia-mo il termine: rais), non v’èdubbio che sovente questoculto trova la sua origine efondamento su azioni, at-ti, fatti concretamente rea-lizzati dal capo/leader avantaggio di una determi-nata classe sociale, anchevastissima. Per quanto ap-presso diremo appare indi-scutibile che il culto dellapersona di Stalin ebbe unradicamento nella grandemaggioranza dei popolisovietici assai (e di molto)più ampio e più profondodi un semplice frutto dicoazione poliziesca. Ciòche accadde dell’URSS nelprimo ventennio del gover-no staliniano (fermiamociper ora a questo periodosino alla seconda guerramondiale) forse riusciamoa comprenderlo appienosolo oggi con lo stuporeche ci suscita l’incredibilee imprevista crescita del si-stema economico e socialecinese. Nel ventennio dallarivoluzione di ottobre al-

l’inizio della seconda guer-ra mondiale l’URSS compìun balzo economico, econseguentemente sociale,a dir poco strabiliante, chetrova, come ora detto, unpossibile paragone solo inquello dall’economia e del-la società cinese dell’ulti-mo ventennio. Le percen-tuali della crescita dell’eco-nomia sovietica durante itre piani quinquennali va-rati da Stalin si attestaronosempre al di sopra del 12%annuo (stimato al ribasso),anche quando l’occidenteera caduto nella crisi epo-cale del ’29. In 20 annil’URSS da immenso paesesostanzialmente del terzomondo, se rapportato al li-vello economico dell’Euro-pa dell’epoca, passò al li-vello di primo mondo, rag-giungendo la Germania esuperando di molte lun-ghezza la grandissima par-te dei paesi europei. Se vo-lessimo fare un paragoneesemplificativo con la si-tuazione dell’Italia di quelperiodo, potremmo direche l’URSS stava all’Italiacome oggi l’Italia sta, adesempio, all’Egitto. E ciòsotto innumerevoli profili,vale a dire non solo di pro-duzione industriale, ma ingenerale di stato sociale,nonché culturali e scienti-fici. In 20 anni, o se voglia-mo essere più precisi nei15 anni dei tre piani quin-quennali varati da Stalindal 1928 al 1942, l’URSSraggiunse la piena occupa-zione con una crescita spe-cificamente nel settoreoperaio del 500%, vennerealizzata l’alfabetizzazio-ne sostanzialmente totaleper le nuove generazioni,vennero debellate tutte le

malattie endemiche e laqualità e l’aspettativa di vi-ta salì a livelli più che dop-pi, nacquero intere città edenormi e moderne infra-strutture, venero raggiun-ti livelli di evoluzionescientifica pari se non su-periori alle eccellenze occi-dentali. Di tali fatti concre-ti i popoli sovietici avevanoun’evidenza tangibile ri-flessa nella qualità attualee di prospettiva della lorovita, sicché non sorprendeaffatto che per la grandemaggioranza degli stessi vifosse una ammirazionesincera a profonda per ilcapo/leader che non a ca-so, secondo un lessico tipi-camente russo, venne apo-strofato con l’appellativodi “Piccolo padre”. La rela-zione di Stalin al progettodella nuova costituzionedel 1936, della quale ab-biamo fornito degli stralcinelle pagine recedenti, of-fre una testimonianza elo-quente: “La nuova Costitu-zione – precisa Stalin – co-stituisce un bilancio dellavia percorsa, un bilanciodelle conquiste già ottenu-te. Essa è, perciò, la regi-strazione e la sanzione legi-slativa di quello che è giàstato effettivamente otte-nuto e conquistato”. Se do-vessimo comparare i risul-tati economici, politici, so-ciali e culturali “registrati”da quella costituzione del1936 con la corrisponden-te situazione dell’Italia diquel periodo, dovremmotornare all’equazione dicui sopra tra URSS, Italiaed Egitto. Questo “miraco-lo” certamente non fu sen-za costi siano essi di viteumane, di sentimenti cul-turali e anche, non lo dob-

biamo escludere, di diritticivili intesi almeno alla lu-ce della nostra attuale cul-tura occidentale che, sem-pre contestualizzando idati, all’epoca era sprofon-data nel nazismo in Ger-mania, nel fascismo in Ita-lia, Spagna, Romania, Un-gheria, Finlandia, ecc. epersisteva nel più becero eviolento colonialismo raz-zista in Inghilterra, Franciae anche negli USA. I costifurono pesanti soprattuttoper il settore agricolo, cheall’epoca rappresentava ilsettore di gran lunga pre-ponderante dell’economiasovietica, che dovette sop-portare un fortissimo dre-naggio di risorse a favoredella creazione del sistemaindustriale (all’inizio delprimo piano quinquennalel’URSS importò intere fab-briche dall’occidente pa-gandole con esportazioniagricole). Sempre i contadi-ni subirono anche il mag-giore “strappo” culturale, avantaggio della nascita del-la nuova classe operaia, e avolte anche territoriale,

con trasferimenti coatti an-che di consistenti popola-zioni rurali. Tuttavia nonbisogna dimenticare che inquegli stessi anni moltiStati europei, l’Italia di granlunga in testa, erano inte-ressati da fenomeni migra-tori, sia all’estero che inter-ni, che interessarono fin ol-tre un terzo della loro po-polazione. Da ultimo nonva sottovalutato un ulterio-re aspetto, che indiretta-mente riconduce a quantosi è scritto nelle pagine pre-cedenti in ordine al temadella sicurezza e compat-tezza del sistema politico eamministrativo sovietico,che riguarda gli enormi co-sti che l’URSS dovette so-stentere per creare unastruttura militare in gradodi resistere all’inevitabileaggressione delle potenzeoccidentali. Non è facileimmaginare come e quan-to diverso avrebbe potutoessere lo sviluppo, ma an-che lo stesso sistema di re-lazioni sociali e politiche,se l’URSS non fosse vissu-ta sotto l’incubo, poi effet-

tivamente verificatosi, del-l’invasione straniera. Leconclusioni ci riportanoora alle regole del metodoscientifico di valutazionestorico-politica espostenella risoluzione del Parti-to Comunista cinese, dellaquale abbiamo riprodottostralci nelle pagine prece-denti: per dare un giudizio,sia che ci si rivolga a singo-li personaggi, ideologie,epoche storiche, occorreanalizzare l’intero conte-sto nel quale gli stessi e lestesse operarono e si svol-sero. All’esito potremo an-che concludere che Stalin èstato un dittatore e dovre-mo dire (per primi i comu-nisti) che non ha fatto cor-retta applicazione dei prin-cipi fondamentali del pen-siero scientifico marxista-leninista; ma, se essere co-munista significa impe-gnarsi nella difesa dei lavo-ratori per la soddisfazionedei loro diritti fondamen-tali della vita, non potrem-mo negare che Stalin è sta-to un comunista, un gran-de comunista.

Il culto della persona,il “Piccolo padre”

Una premessa... in conclusioneQuesto articolo avrebbedovuto aprire, quale pre-messa, l’inserto in primapagina; due ragioni hannoconcorso per collocarlo, in-vece, in conclusione. La pri-ma è chiaramente esteticavolendo conservare allaprima pagina dell’insertola funzione di copertina,con l’enunciazione del te-ma a grandi caratteri (cita-zione maoista!) e la fotogrande di apertura. La se-conda ragione, più profon-da, è stata l’intenzione diaprire ai lettori l’argomen-to della discussione, checostituisce la “provocazio-ne” intellettuale di questoinserto, dopo aver dato lo-ro la possibilità (se ne han-no avuto la volontà e la pa-zienza) di leggere quelliche potremmo chiamare imateriali per la discussio-ne. Come più volte precisa-to, ma giova per onestà ri-badirlo, i materiali prodot-ti sono documenti di facilereperibilità, puramente in-formativi e inoltre notevol-mente ampliabili; unospunto d’avvio, quindi,nulla di più. I temi che sivogliono mettere in discus-sione con questo inserto“provocatorio” sono due(ovviamente a parere di chiscrive, tanti altri potrebbe-ro esserne individuati dai

lettori): il primo riguarda ilpostulato del “capo”, o piùprecisamente del “capro”;il secondo il metodo d’in-dagine, ragionamento e cri-tica. Il secondo tema lo ab-biamo già trattato in piùpunti degli articoliche precedono e,primo tra tutti, lo hatrattato il PartitoComunista cinesenella risoluzionepubblicata in secon-da pagina. Saràquindi sufficiente ri-chiamare qui le po-che parole di Gram-sci che insegna: “Pri-ma di giudicare (eper la storia in atto opolitica il giudizio èl’azione) occorre co-noscere e per cono-scere occorre saperetutto ciò che è possi-bile sapere”. Saperefatti, conoscere dati e so-prattutto interpretare i fat-ti nel loro contesto storico,politico e culturale è la pre-messa perché il giudizio,che dovrà concludere l’in-dagine, possa essere utileper il presente e per il futu-ro. Diversamente si tratte-rebbe di una mera esercita-zione ideologica e per i co-munisti l’ideologia segue enon precede la realtà mate-riale. Dai fatti oggettivi si

traggono (o meglio siestraggono) le idee, che aloro volta, se coerenti conla realtà, potranno cam-biarla per il futuro. Il primotema, invece è assai più dif-ficile perché è profonda-

mente radicato nel senti-mento comune, al puntoda doverlo qualificare co-me postulato (in terminireligiosi: dogma; vero sen-za possibilità di dimostra-zione). Il dogma è che, qua-li che siano le dimensionidei fenomeni socio-politiciin discussione, c’è sempreuna figura, unica e solita-ria, che assume e assorbesu di sé tutti i pregi (assairaro) o tutte le colpe (rego-

la costante). Due conse-guenze di questo “non pre-gevole” assunto: l’elimina-zione del capo risolve ogniproblema; eliminato il ca-po tutti gli altri, in ogni mo-do già coinvolti nei proble-

mi, escono puliti eindenni; il che si-gnifica, e questa èla conclusione cul-turalmente e poli-ticamente “deva-stante”, che il pro-blema è (o era, segià rimosso) il ca-po. Il capo divienequindi il “capro”espiatorio di tuttoe per tutti. Ebbene,per quanto sianogravi e mostruosi ifatti denunciati,non esiste mai ilmostro singolo,bensì quei fattimostruosi sono

sempre il prodotto di uncomplessivo “sistema” cheli rispecchia. Eliminare ilcapo, cioè sacrificare il ca-pro espiatorio, non solonon risolve i problemi mali nasconde, sicché rendepossibile la loro ripetizionenel futuro, magari in formeapparentemente diversema sostanzialmente iden-tiche, solo aggiornate alnuovo contesto. Breve-mente: il nazismo, in tutte

le sue mostruose espres-sioni, non è stato il partodella mente malata di Hi-tler, ma la solida convin-zione politica e culturaledell’intera nazione tedescae più oltre ariana, quandoai tedeschi si sono aggiun-ti ungheresi, croati, rume-ni, francesi, ecc.; nello stes-so modo il fascismo è sta-ta una filosofia di pensieroe di vita più o meno dell’in-tera nazione italiana e nondel solo Benito Mussolini;come ancora l’imperiali-smo USA è il frutto di unasolida convinzione di su-periorità, in questo casonon dell’etnia, ma dellostatus di cittadinanza deinord americani. Tornandoal tema di questo insertodobbiamo allora conclude-re che ciò che è stato fattodi bene e di male nel perio-do del governo stalinianonon è il parto della mentee della volontà di “Acciaio”,ma il frutto di un comples-sivo sistema sociale, politi-co, culturale ed economicoche trae origine dalla bar-barie zarista e conduce, at-traverso la rivoluzione bol-scevica, alla emancipazio-ne anche economica deipopoli sovietici. Così inda-gando e ragionando si apreuno scenario dialettico tracapo e masse che svela co-me, tanto per il bene quan-to per il male, il capo è so-lo l’espressione comunica-tiva del sentimento dellemasse senza il consenso (o

se vogliamo il passivo e op-portunistico mancato dis-senso) delle quali il caponon sarebbe tale o comun-que non durerebbe più ditanto. A questo puto si può(si deve!) trarre la “morale”per il nostro tempo, checostituisce lo scopo realedi questo periodico gram-sciano: se Berlusconi go-verna è perché rispecchia ilsentimento della ampiamaggioranza della nazio-ne, sia questo espresso intermini di effettivo soste-gno o (ma nella sostanza ilrisultato non cambia) diinesistente reale dissenso.Se Berlusconi cade (e senon ci pensano gli uominiprima o poi ci penserà lanatura) nulla cambierà die-tro gli effimeri nuovi voltidi chi lo sostituirà. E’ la rea-le natura di questo nostrosistema economico, politi-co e culturale che ha gene-rato e sostiene il “mostro”Berlusconi; se non cambiail sistema non porta nessu-na conseguenza cambiareil capo. La realtà del siste-ma economico capitalista,nella sua fase attuale di de-clino senile, ha prodotto esostiene i Berlusconi, biso-gna dunque incidere sul si-stema economico, sui rap-porti di classe e di forza,per cambiare il futuro, al-trimenti a Berlusconi, tut-t’al più potrà succedere unBersani e quella sarà dav-vero un assai triste “nonsoluzione”.