Inserito Da Taglioavvenuto Il Sab, 27/02/2010

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Inserito da taglioavvenuto il Sab, 27/02/2010 - 20:06. # L’Antropologia come Storia Naturale dell’Uomo Premesso che la storia dell’uomo non comincia con l’Homo sapiens, bensì milioni di anni prima, quando, cioè, una differenziazione genetica, una casualità orientata o meno secondo la più recente teoria evoluzionistica non disconosciuta, ora, anche dall’esegesi predominante nella Chiesa cattolica, ne provocò il progressivo distacco dal gruppo delle scimmie antropomorfe, vuole darsi qui agli interessati, oltre che una definizione di Antropologia, una, come si vedrà, delle tante scienze coinvolte nello studio dell’Uomo, l'indicazione di una fonte abbastanza articolata e completa sulla storia naturale della nostra specie. Il sito è di proprietà della DeAgostini S.p.A. Poiché vige il diritto d'autore, ed è vietata la riproduzione anche parziale, si indica pertanto la sola fonte. http://www.sapere.it/tca/minisite/scienza/tuttoantropologia/id1.html cui si rimanda per i dovuti approfondimenti e bibliografia. Login o registrati per inviare commenti Inserito da taglioavvenuto il Sab, 27/02/2010 - 19:33. # come no? lo metteremo come primo, aggiungendo "linguaccia". Login o registrati per inviare commenti Inserito da guidaalsalonebeccato il Gio, 25/02/2010 - 22:05. # posso inviare questo pezzo? Albertein Premio Nobel Per la fisica (1921) Albert Einstein. Fonte: Wikiquote Albert Einstein (1879 – 1955), fisico, scienziato e matematico · // Citazioni di Albert Einstein A parer mio, la scelta di vita vegetariana, anche solo per i suoi effetti fisici sul temperamento umano, avrebbe un'influenza estremamente benefica sulla maggior parte dell'umanità. (citato in Steven Rosen, Il vegetarismo e le religioni del mondo, traduzione di Giulia Amici, Jackson Libri 1995, p. 130) C'è qualcosa come "lo stato reale" di un sistema fisico che esiste obiettivamente, indipendentemente da ogni osservazione o

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Inserito da taglioavvenuto il Sab, 27/02/2010 - 20:06. # L’Antropologia come Storia Naturale dell’Uomo     Premesso che la storia dell’uomo non comincia con l’Homo sapiens, bensì milioni di anni prima, quando, cioè, una differenziazione genetica, una casualità orientata o meno secondo la più recente teoria evoluzionistica non disconosciuta, ora, anche dall’esegesi predominante nella Chiesa cattolica, ne provocò il progressivo distacco dal gruppo delle scimmie antropomorfe, vuole darsi qui agli interessati, oltre che una definizione di Antropologia, una, come si vedrà, delle tante scienze coinvolte nello studio dell’Uomo, l'indicazione di una fonte abbastanza articolata e completa sulla storia naturale della nostra specie.Il sito è di proprietà della DeAgostini S.p.A. Poiché vige il diritto d'autore, ed è vietata la riproduzione anche parziale, si indica pertanto la sola fonte.http://www.sapere.it/tca/minisite/scienza/tuttoantropologia/id1.html cui si rimanda per i dovuti approfondimenti e bibliografia.

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 Inserito da taglioavvenuto il Sab, 27/02/2010 - 19:33. # come no? lo metteremo come primo, aggiungendo "linguaccia".

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 Inserito da guidaalsalonebeccato il Gio, 25/02/2010 - 22:05. # posso inviare questo pezzo?

Albertein 

Premio NobelPer la fisica (1921)

Albert Einstein. Fonte: WikiquoteAlbert Einstein (1879 – 1955), fisico, scienziato e matematico

·          

// Citazioni di Albert Einstein

A parer mio, la scelta di vita vegetariana, anche solo per i suoi effetti fisici sul temperamento umano, avrebbe un'influenza estremamente benefica sulla maggior parte dell'umanità. (citato in Steven Rosen, Il vegetarismo e le religioni del mondo, traduzione di Giulia Amici, Jackson Libri 1995, p. 130)

C'è qualcosa come "lo stato reale" di un sistema fisico che esiste obiettivamente, indipendentemente da ogni osservazione o misurazione e che in linea di principio si descrive con i mezzi di espressione della fisica (quali mezzi di espressione e, di conseguenza, quali concetti fondamentali si debbono utilizzare al riguardo... è cosa che secondo me ancora non si conosce). Questa tesi sulla realtà non ha il senso di un enunciato chiaro in sé, a causa del suo carattere "metafisico". Ha soltanto il carattere di un programma. (citato in Fulvio Papi, Filosofie e società 3. Filosofia contemporanea, Zanichelli, p. 559)

Certe volte mi domando perché sia stato proprio io a elaborare la teoria della relatività. La ragione, a parer mio, è che normalmente un adulto non si ferma mai a riflettere sui problemi dello spazio e del tempo. Queste sono cose a cui si pensa da bambini. Io invece cominciai a riflettere sullo spazio e sul tempo solo

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dopo essere diventato adulto. Con la sola differenza che studiai il problema più a fondo di quanto possa fare un bambino. (citato da Ronald W. Clark in Selezione dal Reader's Digest, febbraio 1973)

Ci si potrebbe attendere che il mondo si manifesti come soggetto alle leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento ordinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all'ordine alfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo d'ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton è di carattere completamente diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall'uomo, il successo di una tale impresa presuppone un alto grado d'ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del "miracoloso", che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza. E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli. La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci di riconoscere il "miracolo", senza poter individuare una via legittima per andar oltre. (da una lettera a Maurice Solovine, GauthierVillars, Parigi, 1956)

Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un miracolo; l'altro come se tutto fosse un miracolo. (citato in Michael J. Gelb, Il Genio che c'è in te)

Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà. (citato in S. W. Hawking e W. Israel, Einstein. A Centenary Volume, Cambridge University Press, 1987)

Come si può mettere la Nona di Beethoven in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L'universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto. (citato in Mario Canciani, Vita da prete, Mondadori 1991, p. 94)

Cosa ci spinge, dunque, ad elaborare teoria dopo teoria? Perché, addirittura, formuliamo teorie? La risposta alla seconda domanda è semplice: perché amiamo «comprendere», ossia ridurre i fenomeni per mezzo del procedimento logico a qualcosa di già noto o (manifestamente) evidente. Prima di tutto sono necessarie nuove teorie quando si affrontano fatti nuovi che non possono essere «spiegati» da teorie esistenti. Ma questa motivazione è, per così dire, banale, imposta dall'esterno. C'è un'altra motivazione più sottile e di non minore importanza. Si tratta dello sforzo verso l'unificazione e la semplificazione delle premesse della teoria nel suo insieme (ossia, il principio di economia di Mach, interpretato come un principio logico). (dall'articolo scritto per «Scientific American» nel 1950, tradotto in Italia nel 1979 da «Le Scienze», n.° 129)

Cosa dovrei dire riguardo al lavoro di una vita di Bach? Ascoltalo, suonalo, amalo, adoralo – e stai zitto! (dalla risposta al sondaggio del settimanale tedesco Illustrierten Wochenschrift, 1928)

Credo che una condotta di vita semplice e discreta sia la cosa migliore per tutti, la cosa migliore per il corpo e la mente. (citato in Michael J. Gelb, Il Genio che c'è in te)

Dio non gioca a dadi con l'universo.[1] (da una lettera del 4 dicembre 1926 a Niels Bohr; citato in Bartolomeo, Magni, p. 174)

È difficile spiegare questo sentimento [la religione cosmica] a qualcuno che ne è completamente privo, specialmente se non esiste nessuna raffigurazione antropomorfica che possa corrispondere. Gli individui percepiscono la futilità dei desideri umani e gli scopi e al contrario il meraviglioso ordine che sta alla base della natura. L'esistenza di ognuno di noi viene percepita come una specie di prigione e ricerchiamo un'esperienza dell'universo come un singolo

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significante tutto. I geni religiosi di tutte le epoche si sono distinti per questo tipo di sentimento religioso, che non concepisce né dogma né Dio a immagine dell'uomo; e così non ci possono essere chiese i cui principali insegnamenti siano basati su questi principi. (dal New York Times Magazine del 9 novembre 1930)

Eppure ogni teoria è speculativa. Quando i concetti fondamentali di una teoria sono relativamente «vicini all'esperienza» (come per esempio i concetti di forza, pressione, massa), il suo carattere speculativo non è facilmente individuabile. Se, però, una teoria è tale da richiedere l'applicazione di procedimenti logici complessi per raggiungere conclusioni, a partire dalle premesse, che possano essere confrontate con l'osservazione, chiunque acquisisce la consapevolezza della natura speculativa della teoria. In tal caso sorge un sentimento quasi irresistibile di avversione in coloro che non hanno esperienza nell'analisi epistemologica e che non sono consapevoli della natura precaria del pensiero teorico in quei campi che sono loro familiari. D'altro canto, si deve ammettere che una teoria ha un vantaggio considerevole se i suoi concetti base e le sue ipotesi fondamentali sono «vicini all'esperienza» ed è certamente giustificata una maggior fiducia in una teoria di questo tipo. Si corre meno il pericolo di andare completamente fuori strada, soprattutto perché ci vuole molto meno tempo e sforzo per invalidare tali teorie con l'esperienza. Eppure, via via che la profondità della nostra conoscenza aumenta, dobbiamo rinunciare a questo vantaggio nella nostra ricerca di semplicità logica e di uniformità nei fondamenti della teoria fisica. Si deve ammettere che la relatività è andata oltre le teorie fisiche precedenti nel rinunciare alla «vicinanza all'esperienza» dei concetti fondamentali allo scopo di raggiungere la semplicità logica. (dall'articolo scritto per «Scientific American» nel 1950, tradotto in Italia nel 1979 da «Le Scienze», n.° 129)

Esiste una passione per la comprensione proprio come esiste una passione per la musica; è una passione molto comune nei bambini, ma che poi la maggior parte degli adulti perde. Senza di essa non ci sarebbero né la matematica né le altre scienze. Più volte la passione per la comprensione ha condotto all'illusione che l'uomo sia in grado di comprendere razionalmente il mondo oggettivo, attraverso il pensiero puro, senza nessun fondamento empirico; in breve attraverso la metafisica. Sono convinto che ogni teorico vero sia una sorta di metafisico addomesticato, indipendentemente da quanto possa immaginare di essere un puro «positivista». Il metafisico crede che il logicamente semplice sia anche reale. Il metafisico addomesticato crede che non tutto ciò che è logicamente semplice sia incorporato nella realtà esperita, ma che la totalità di tutta l'esperienza sensoriale possa essere «compresa» sulla base di un sistema concettuale costruito su premesse di grande semplicità. Lo scettico dirà che questo è un «credo del miracolo». È proprio così, ma è un credo del miracolo che è nato e cresciuto in maniera straordinaria grazie allo sviluppo della scienza. (dall'articolo scritto per «Scientific American» nel 1950, tradotto in Italia nel 1979 da «Le Scienze», n.° 129)

Finché le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe, e finché sono certe, non si riferiscono alla realtà. (da Sidelights on Relativity, Dover, p. 12)

Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come 'oppio delle masse' – non posso sentire la musica delle sfere. (citato in Isaacson, Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster, 2008)

I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri, i quali non sanno capire l'uomo che non accetta i pregiudizi ereditati, ma con

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onestà e coraggio usa la propria intelligenza. (riguardo le accuse a Bertrand Russell; citato in Piergiorgio Odifreddi, Il matematico impenitente, 2008)

Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza dire nulla. (citato in Call of Duty 3)

Il sentimento religioso provocato dalla comprensione delle profonde interrelazioni della realtà è un qualcosa di diverso da quello che di solito viene definito con il termine religioso. È più propriamente un sentimento di venerazione per il disegno che si manifesta nell'universo materiale. Non ci porta ad immaginare un essere divino a nostra immagine e somiglianza, che ci fa domande e che si interessa a noi come individui. Non esiste né volontà, né dovere ma solo essere assoluto. (citato in Helen Dukas and Banesh Hoffman, Albert Einstein – The Human Side, Princeton University Press, 1979)

In principio era previsto che diventassi ingegnere, ma il pensiero di dover spendere la mia energia creativa su cose che rendono ancora più raffinata la vita pratica di ogni giorno, con la deprimente prospettiva di una rendita da capitale come obiettivo, mi era insopportabile. Pensare per il piacere di pensare, come per la musica.[2]

Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell'essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell'incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio. (citato in Isaacson, Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster, pag. 27)

L'idea di un Dio personale è un concetto antropologico che non sono capace di prendere seriamente. (da una lettera del 1946; citato in Helen Dukas and Banesh Hoffman, Albert Einstein – The Human Side)

L'uomo che è convinto dell'esistenza e della operatività della legge di causalità non può concepire l'idea di un Essere che interferisce con il corso degli eventi. A patto naturalmente che egli prenda l'ipotesi della causalità veramente sul serio. (dal New York Times Magazine, 9 novembre 1930)

La parola "dio" per me non è nulla se non l'espressione di un prodotto della debolezza umana, la bibbia una collezione di onorevoli, ma pur sempre puramente primitive, leggende che sono comunque piuttosto infantili. Nessuna interpretazione per quanto sottile può cambiare questo fatto. Per me la religione ebraica, così come tutte la altre religioni, è una incarnzazione delle più infantili superstizioni. (da una lettera a Erik Gutkind, gennaio 1954; citato in lettersofnote.com)

La scienza contrariamente ad un'opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve addirittura perseguitare finalità teologiche, poiché deve proporsi non solo di sapere com'è la natura, ma anche di sapere perché la natura è così e non in un'altra maniera, con l'intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sé altre scelte quando creò il mondo. (citato in Holdon, The Advancemente of Science and Its Burdens, Cambridge University Press, New York, 1986, pag. 91)

Lo studio e, in generale, la ricerca della verità e della bellezza sono una sfera di attività nella quale ci è consentito di rimanere bambini per tutta la vita. (citato in Michael J. Gelb, Il Genio che c'è in te)

Mi sento talmente immerso nell'umanità, talmente smarrito in un immenso universo, che non riesco più a commuovermi o a soffrire per la nascita o la morte di una creatura sola. (citato in Vittorio Buttafava, Cari figli del 2053, Rizzoli Editore, 1983)

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Non m'è riuscito di leggerlo: il cervello umano non è complesso fino a questo punto. (dal commento a un libro di Franz Kafka; citato in Umberto Eco, Sei passeggiate nei boschi narrativi)

Oh, Dostoevskij a me ha dato più cose di quante me ne abbia date Gauss. (citato in I. Sibaldi, Introduzione a "I fratelli Karamazov", Mondadori, Milano, 1994)

Per il rispetto del governo e della legge del paese non vi è nulla di più distruttivo che approvare leggi inapplicabili.[3]

Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività. (dal Journal of Exothermic Science and Technology, vol. 1, n.° 9, 1938)

Sono diventato vegetariano per ragioni etiche, oltre che salutistiche. Credo che il vegetarismo possa incidere in modo favorevole sul destino dell'umanità. (citato in Franco Libero Manco, Biocentrismo. L'alba della nuova civiltà, Nuova Impronta Edizioni, Roma 1999, p. 201)

Una volta che l'idea teorica è acquisita, è bene seguirla finché conduce ad una conclusione insostenibile. (da Scientific American, aprile 1950)

Uno stomaco vuoto non è un buon consigliere politico. (da Religione cosmica)

Come io vedo il mondo

Ad ogni sistema autocratico fondato sulla violenza fa sempre seguito la decadenza, perché la violenza attrae inevitabilmente. Il tempo ha dimostrato che a dei tiranni illustri succedono sempre dei mascalzoni.

Difficilmente troverete uno spirito profondo nell'indagine scientifica senza una sua caratteristica religiosità.

Disprezzo dal più profondo del cuore chi può con piacere marciare in rango e formazione dietro una musica; soltanto per errore può aver ricevuto il cervello; un midollo spinale gli basterebbe ampiamente.

È sufficiente per me il mistero dell'eternità della vita, il sentore della meravigliosa struttura dell'universo e della realtà, insieme al tentativo di comprendere quella parte, sia pure piccola, della ragione che manifesta se stessa nella natura.

Il sapere che l'impenetrabile esiste realmente e si manifesta a noi come la più alta saggezza e la bellezza più splendida, che le nostre facoltà limitate riescono a comprendere solo nelle loro forme più primitive – questa coscienza, questo sentimento, è al cuore di ogni autentica religiosità. In questo senso, e solo in questo senso, io appartengo alla categorie degli uomini devotamente religiosi.

Il vero valore di un uomo si determina esaminando in quale misura e in che senso egli e giunto a liberarsi dall'io.

L'impressione del misterioso, sia pure misto a timore, ha suscitato, tra l'altro, la religione.

La possibilità che un individuo possa sopravvivere alla morte fisica va al di là delle mie capacità di comprensione, e nemmeno posso fare altrimenti. Queste opinioni sono dettate dalla paura, assurdo egoismo o debolezza d'animo.

La sensazione più bella che possiamo provare è il mistero. Costituisce l'emozione fondamentale che sta alla base della vera arte e della vera scienza. Colui che l'ha provata e che non è ancora in grado di emozionarsi è come una merce avariata, come una candela spenta. È l'esperienza del mistero, spesso mischiata con la paura, che ha generato la religione. La conoscenza di un qualcosa che non possiamo penetrare, delle ragioni più profonde di una bellezza che si irradia, che sono accessibili alla ragione solo nelle sue più elementari forme, è questa la conoscenza e l'emozione che stanno alla base

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della religione; in questo senso, e in questo solamente, io posso definirmi profondamente religioso.

Pensieri degli anni difficili

A me la cosa peggiore in una scuola sembra l'uso di metodi basati sulla paura, sulla forza e sull'autorità artificiosa. Un tale trattamento distrugge i sentimenti sani, la sincerità e la fiducia in se stesso dell'allievo. Produce dei soggetti sottomessi. [...] È relativamente semplice tenere la scuola lontana da questo gravissimo male. Date all'insegnante il minore numero possibile di mezzi coercitivi, così che l'unica fonte di rispetto da parte dell'allievo sia costituita dalle qualità umane e intellettuali dell'insegnante stesso.

A perenne vanto della scienza sta il fatto che essa, agendo sulla mente umana, ha vinto l'insicurezza dell'uomo di fronte a se stesso e alla natura.

Da quando è stata approntata la prima bomba atomica nessun tentativo è stato fatto per rendere il mondo più sicuro dalla guerra, mentre molto è stato fatto per aumentare la capacità distruttrice della guerra stessa.

Difficilmente si è consapevoli di ciò che è significativo nella propria esistenza. Fino a quando i contatti fra le due fazioni si limitano a dei negoziati ufficiali,

non vedo che scarse prospettive per il raggiungimento di un accordo intelligente, specialmente per il fatto che le considerazioni di prestigio nazionale, come pure le messinscene dei discorsi dai balconi ad uso e consumo delle masse, non possono che generare dei progressi quasi nulli. Ciò che una fazione propone ufficialmente è per ciò stesso sospetto e addirittura inaccettabile all'altra. Inoltre, dietro tutti i negoziati ufficiali sta, anche se velata, la minaccia del nudo potere.

Gli Americani possono forse essere convinti della loro intenzione di non scatenare una guerra di aggressione o preventiva. Così, essi possono forse credere che sia superfluo annunciare pubblicamente che in un futuro non saranno i primi a usare la bomba atomica. Ma questo paese è stato solennemente invitato a rinunciare all'uso della bomba, cioè a bandirla, e ha rifiutato di farlo a meno che non siano accettate le sue condizioni circa un controllo internazionale.

Imparare e insegnare cose che non si possono pienamente accettare nel proprio intimo è sempre un compito difficile.

Io credo che questa politica sia errata. Vedo un certo vantaggio militare nel non rinunciare all'uso della bomba, in quanto si può pensare di trattenere un altro paese dallo scatenare una guerra in cui gli Stati Uniti potrebbero usarla. Ma ciò che si guadagna da una parte lo si perde dall'altra. Infatti un'intesa per il controllo internazionale dell'energia atomica è diventata in tal modo ancora più remota. Ciò può non rappresentare un inconveniente militare fino a che gli Stati Uniti posseggono l'esclusiva dell'uso della bomba. Ma nel momento in cui un altro paese sarà in grado di produrne in quantità notevoli, gli Stati Uniti avranno molto da perdere da un mancato accordo internazionale, a causa della vulnerabilità delle loro industrie concentrate e della loro vita urbana altamente sviluppata.

Io non mi considero il padre dell'energia atomica. La mia parte in questo campo è stata molto indiretta. Non ho previsto, infatti, che si potesse arrivare a produrre l'energia atomica entro il corso della mia vita. Essa diventò un fatto pratico grazie alla scoperta accidentale della reazione a catena, e questo non è un fatto che io avrei potuto prevedere. Essa fu scoperta da Otto Hahn a Berlino, ed egli stesso non comprese subito esattamente ciò che aveva scoperto. Fu Lise Meitner colei che fornì la corretta interpretazione e fuggì dalla Germania per affidare l'informazione nelle mani di Niels Bohr. Io non

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credo che si possa assicurare una grande era atomica organizzando la scienza, nella maniera in cui sono organizzate certe grandi società industriali.

Io trascorro la mia vita in quella solitudine per noi tanto penosa nella gioventù, ma così gradita negli anni della maturità.

L'appartenenza a un sistema di sicurezza internazionale non dovrebbe, secondo me, essere basata su degli schemi democratici arbitrari. L'unico requisito dovrebbe essere che i rappresentanti in seno all'organizzazione, all'assemblea o al consiglio internazionali, dovessero essere eletti dal popolo di ciascun paese membro, con voto segreto. Questi delegati dovrebbero rappresentare il popolo piuttosto che il governo, la qual cosa accrescerebbe la natura pacifica dell'organizzazione.

La scienza non può stabilire dei fini e tanto meno inculcarli negli esseri umani; la scienza, al più, può fornire i mezzi con i quali raggiungere certi fini. Ma i fini stessi sono concepiti da persone con alti ideali etici.

La scienza può solo accertare ciò che è, ma non ciò che dovrebbe essere, ed al di fuori del suo ambito restano necessari i giudizi di valore di ogni genere.

La scuola dovrebbe avere sempre come suo fine che i giovani ne escano con personalità armoniose, non ridotti a specialisti. Questo, secondo me, è vero in certa misura anche per le scuole tecniche, i cui studenti si dedicheranno a una ben determinata professione. Lo sviluppo dell'attitudine generale a pensare e giudicare indipendentemente, dovrebbe sempre essere al primo posto, e non l'acquisizione di conoscenze specializzate.

Ma nel dare la colpa ai Russi gli Americani non dovrebbero ignorare il fatto che essi stessi non avrebbero volontariamente rinunciato all'uso della bomba come arma ordinaria nel periodo precedente la realizzazione di un controllo internazionale, o nel caso in cui quest'ultimo non venisse realizzato. In questo modo hanno contribuito ad aumentare negli altri paesi la paura che essi considerino la bomba come un'arma normale del loro arsenale fino a quando gli altri paesi si rifiutino di accettare le loro condizioni circa un controllo internazionale.

Mantenere un deposito di bombe atomiche senza promettere di non farne uso significa sfruttare il possesso delle bombe per fini politici. Può darsi che gli Stati Uniti sperino in questo modo di spaventare l'Unione Sovietica costringendola ad accettare il controllo internazionale dell'energia atomica. Ma la paura fa soltanto crescere l'antagonismo e aumenta il pericolo di una guerra. Sono del parere che questa politica abbia tolto ogni valore reale alle offerte per un controllo internazionale dell'energia atomica.

Nella libertà dell'uomo, in senso filosofico, non credo assolutamente. Ciascuno di noi agisce non solo guidato da una compulsione esterna ma anche da una necessità interna. (Come io vedo il mondo)

Nessuno scopo è, secondo me, così alto da giustificare dei metodi indegni per il suo conseguimento.

Noi scienziati crediamo che ciò che noi e i nostri simili faremo o non faremo entro i prossimi pochi anni determinerà il destino della nostra civiltà. Consideriamo perciò nostro dovere spiegare infaticabilmente questa verità, aiutare la gente a rendersi conto di tutto ciò che è in giuoco, e lavorare, non per mettere in pace la coscienza, ma per la comprensione e per un accordo finale fra popoli e nazioni che sono su posizioni divergenti.

Non dico che gli Stati Uniti non dovrebbero costruire e creare dei depositi di bombe atomiche, in quanto io credo che sia giusto agire cosí; io debbo essere in grado di distogliere un'altra nazione dal proposito di condurre un attacco atomico quando anch'essa possieda la bomba. Ma quello di scoraggiare dovrebbe essere l'unico scopo dei depositi di bombe. Allo stesso modo io credo che le Nazioni Unite dovrebbero possedere la bomba atomica una volta che disponessero di un proprio esercito e di proprie armi. Ma anche esse

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dovrebbero possedere la bomba solo allo scopo di scoraggiare un aggressore oppure delle nazioni ribelli, dallo scatenare un attacco atomico. Esse non dovrebbero usare la bomba atomica di propria iniziativa più di quanto non dovrebbero farlo gli Stati Uniti o una qualsiasi altra potenza.

Non dobbiamo semplicemente sopportare le differenze fra gli individui e i gruppi, ma anzi accoglierle come le benvenute, considerandole un arricchimento della nostra esistenza. Questa è l'essenza della vera tolleranza, intesa nel suo significato più ampio, senza la quale non si può porre il problema di una vera moralità.

Non riesco a concepire un vero scienziato senza una fede profonda. La situazione può esprimersi con un'immagine: la scienza senza la religione è zoppa; la religione senza la scienza è cieca.

Non vedo altro modo di uscire dalle attuali condizioni se non quello di una lungimirante, onesta e coraggiosa politica che si prefigga lo scopo di ristabilire la sicurezza su basi internazionali. Speriamo che si trovino uomini, in numero sufficiente e dotati di forza morale, che guidino la nazione su questo cammino fino a quando le circostanze esterne imporranno ad essa una funzione di guida. Allora, problemi cesseranno di esistere.

Nulla è stato fatto per allontanare questa nuova guerra, mentre molto è stato fatto per renderla ancora più orribile; cosí non vi è alcuna scusa per ignorare il pericolo. Dico che nulla è stato fatto per allontanare il pericolo, nonostante la proposta avanzata dagli Stati Uniti circa un controllo internazionale dell'energia atomica. Questo paese ha fatto solo una proposta, e a delle condizioni che l'Unione Sovietica è decisa ora a non accettare. Ciò dà la possibilità di imputare ai Russi il mancato accordo.

Più un uomo è convinto della regolarità e ordine delle cose più si convince che non c'è spazio, in questo ordine regolare, per cause di altra natura. Per lui né le leggi umane né le leggi divine esisteranno come cause indipendenti di eventi naturali.

Qualsiasi governo è, in certa misura, un male. Rifiutandosi di porre al bando la bomba mentre ne possiede il monopolio,

questo paese risulta danneggiato anche da un altro punto di vista, in quanto non riesce più a riaffermare pubblicamente quelle norme etiche formalmente accettate prima dell'ultima guerra. Non si dovrebbe dimenticare che la bomba atomica è stata costruita in questo paese come misura preventiva; avrebbe dovuto servire a impedirne l'uso da parte dei tedeschi, se questi l'avessero scoperta. Il bombardamento di centri civili fu iniziato dai Tedeschi e adottato dai Giapponesi. Gli alleati risposero nello stesso modo, e con grande efficacia, a quanto risulta, e furono moralmente giustificati in questo modo di agire. Ma ora, senza alcuna provocazione, e senza la giustificazione di rappresaglie o di ritorsioni, un rifiuto di bandire l'uso della bomba salvo in caso di rappresaglia, sta facendo del suo possesso un fine politico, e ciò è difficilmente perdonabile.

Se non la si impedisce, è probabile che una nuova guerra porti la distruzione su una scala ritenuta impossibile prima (e anche ora difficilmente concepibile), e che solo poche tracce di civiltà sopravvivrebbero.

Si è molto vicino al vero quando si dice che è facile dare dei consigli giusti e assennati agli altri, ma è difficile agire in modo giusto e assennato.

Tutti siamo consapevoli della difficile e minacciosa situazione in cui si trova la società umana, stretta in una sola comunità da un destino comune; tuttavia solo pochi agiscono tenendo presente ciò. La maggior parte della gente continua a vivere la propria vita giorno per giorno: per metà spaventati, per metà indifferenti, se ne stanno a guardare la spettrale tragicommedia che viene rappresentata sulla scena internazionale di fronte agli occhi e alle orecchie del mondo. Ma su questa scena, sulla quale gli attori sostengono,

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sotto la luce dei riflettori, le parti stabilite, viene deciso il nostro destino di domani, la vita o la morte delle nazioni.

Vi sono due modi secondo cui la scienza influisce sulla vita dell'uomo. Il primo è familiare a tutti: direttamente ancor più indirettamente la scienza produce strumenti che hanno completamente trasformato l'esistenza umana. Il secondo è per sua natura educativo, agendo sullo spirito. Per quanto possa apparire meno evidente a un esame frettoloso, questa seconda modalità non è meno efficiente della prima.

Pensieri di un uomo curioso

Cento volte al giorno mi viene in mente che la vita interiore ed esteriore dipende dalle fatiche dei contemporanei e da quelle dei loro predecessori; io devo sforzarmi di ricambiare, in ugual misura, ciò che ho ricevuto e ancora ricevo.

Chi ha cari i valori della cultura non può non essere pacifista. Credo nel Dio di Spinoza che si rivela nell'armonia di tutto ciò che esiste, ma

non in un Dio che si occupa del destino e delle azioni degli esseri umani. (1929) È difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte è molto facile riconoscere una

falsità. Finché ci saranno gli uomini, ci saranno le guerre. (1947) Gli oggetti banali ai quali tendono gli sforzi degli uomini – il possesso dei beni,

il successo apparente, il lusso, mi sono sempre sembrati disprezzabili. Ho sempre amato la solitudine, una caratteristica che tende ad accentuarsi con

l'età I concetti della fisica sono libere creazioni della mente umana e non sono,

comunque possa sembrare, unicamente determinati dal mondo esterno. Il matrimonio è il tentativo fallimentare di trasformare un caso in qualcosa di

duraturo. Il mio pacifismo è un sentimento istintivo, un sentimento che mi abita perché

l'omicidio è ripugnante. Non nasce da una teoria intellettualistica, ma da un profondo orrore per ogni forma di odio e di crudeltà.

Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell'umanità. Il Signore è sottile, ma non malizioso. In tal caso mi spiacerebbe proprio per il buon Dio: la teoria è giusta! (1919)[4]

Io appartengo all'unica razza che conosco, quella umana.[5]

L'amore porta molta felicità, molto più di quanto struggersi per qualcuno porti dolore.

L'eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità... Il fatto che sia comprensibile è un miracolo.[6]

La geometria, quando è certa, non dice nulla del mondo reale, e quando dice qualcosa a proposito della nostra esperienza, è incerta. (27 gennaio 1921)

La morale non ha niente di divino; è una facenda puramente umana. La saggezza non è un prodotto dell'istruzione ma del tentativo di acquisirla,

che dura tutta la vita. La scienza senza la religione è zoppa; la religione senza la scienza è cieca. La scuola deve far sì che un giovane ne esca con una personalità armoniosa e

non ridotto a uno specialista. La vecchiaia ha i suoi momenti belli. La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti. Leggo spesso la Bibbia, ma il suo testo originale mi è rimasto inaccessibile. (2

settembre 1945)

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Lo scienziato trova la sua ricompensa in ciò che Henri Poincaré chiama la gioia della comprensione, e non nelle possibilità applicative delle sue scoperte. (1932)

Mi fa orrore quando una bella intelligenza è abbinata a una personalità ripugnante.

Non cerco di immaginare un Dio; mi basta guardare con stupore e ammirazione la struttura del mondo, per quanto essa si lascia cogliere dai nostri sensi inadeguati.

Non credo in un Dio personale e non ho mai nascosto questa mia convinzione, anzi l'ho espressa chiaramente. Se c'è in me qualcosa che si può definire sentimento religioso, è proprio quella sconfinata ammirazione per la struttura del mondo nei limiti in cui la scienza ce la può rivelare.

Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso. (da una lettera a Carl Seelig, 11 marzo 1952)

Non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto. Non preoccuparti delle tue difficoltà in matematica; posso assicurarti che le

mie sono ancora maggiori. (dalla lettera alla studentessa liceale Barbara Wilson, 7 gennaio 1943)

Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre. (attribuita)

Non sono mai stato comunista, ma se lo fossi stato non me ne vergognerei. Per perdere la testa, bisogna averne una. Più la teoria dei quanti ha successo e più sembra una sciocchezza. (lettera a

Heinrich Zangger, 20 maggio 1912) Quando rifletto su di me e sui miei metodi intellettuali, mi sembra quasi che il

dono della fantasia mi sia servito più della capacità di impadronirmi della conoscenza assoluta.

Quello che vedo nella natura è una struttura stupenda che possiamo capire solo in maniera molto imperfetta e davanti alla quale la persona riflessiva deve sentirsi pervasa da un profondo senso di 'umiltà'. È un sentimento sinceramente religioso che non ha nulla a che vedere con il misticismo. La mia religiosità consiste in un'umile ammirazione di quello Spirito immensamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con il nostro intelletto debole e transitorio, possiamo comprendere della realtà. Voglio sapere come Dio creò questo mondo. Voglio conoscere i suoi pensieri. In quanto al resto, sono solo dettagli. (Mondadori, 1997)

Se tornassi giovane e dovessi decidere come guadagnarmi la vita, non cercherei di diventare uno scienziato, uno studioso o un insegnante. Sceglierei piuttosto di fare l'idraulico o lo straccivendolo, nella speranza di trovare un minimo di indipendenza, quel poco che nelle attuali circostanze è ancora possibile.

Se verrà dimostrato che la mia teoria della relatività è valida, la Germania dirà che sono tedesco e la Francia che sono cittadino del mondo. Se la mia teoria dovesse essere sbagliata, la Francia dirà che sono un tedesco e la Germania che sono un ebreo.

Soltanto una vita vissuta per gli altri è una vita che vale la pena vivere. Una vita che miri principalmente a soddisfare i desideri personali conduce

prima o poi a un'amara delusione.

Pensieri, idee, opinioni

A livello di logica pura tutti gli assiomi sono arbitrari, compresi gli assiomi dell'etica. Ma essi non sono affatto arbitrari da un punto di vista psicologico e genetico, […] All'individuazione e alla verifica degli assiomi etici si perviene in

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modo non dissimile da quello che riguarda gli assiomi della scienza. La verità è ciò che sopporta la verifica dell'esperienza.

Ci sta a cuore non solo il problema tecnico dell'assicurare e preservare la pace, ma anche l'importante compito dell'istruzione e dell'illuminazione delle menti. […] Senza la libertà che i nostri antenati conquistarono per noi dopo dure lotte, non ci sarebbe stato alcuno Shakespeare, o Goethe, o Newton, o Faraday, o Pasteur o Lister. […] Solo gli uomini liberi possono produrre le invenzioni e le opere intellettuali che a noi moderni rendono la vita degna di essere vissuta.

Così abbiamo dovuto assistere al licenziamento di degni docenti universitari. […] e all'infausta istituzione del giuramento del docente, ideato per limitare la libertà d'insegnamento. Non mi soffermo sul fatto che la libertà d'insegnamento e di opinione – nei libri o nella stampa – è il fondamento di un sano e naturale sviluppo di qualsiasi popolo. (Lettera aperta all'Assemblea delle Nazioni Unite, 1948)

Di ciò che è importante nella propria esistenza non ci si rende quasi conto, e certamente questo non dovrebbe interessare il prossimo. Che ne sa un pesce dell'acqua in cui nuota per tutta la vita?

I crimini di cui gli ebrei sono stati incolpati nel corso della storia – crimini intesi a giustificare le atrocità perpetrate contro di essi – sono mutati in rapida successione […] Le accuse contro di loro, accuse della cui falsità gli istigatori erano ogni volta perfettamente consapevoli, superavano ogni immaginazione, ma hanno influenzato ripetutamente le masse. […] In questo caso, si può parlare di antisemitismo latente.

L'odio che impazza contro noi ebrei affonda le radici nel fatto che abbiamo sostenuto l'ideale della convivenza armonica, e che gli abbiamo dato espressione con parole e coi fatti tra la maggior parte del nostro popolo.

La principale fonte dei conflitti odierni tra le sfere della religione e della scienza sta tutta in questa idea di un Dio personale. […] Nella lotta per il bene morale, i maestri della religione debbono avere la capacità di rinunciare alla dottrina d'un Dio personale, vale a dire rinunciare alla fonte della paura e della speranza, che nel passato ha garantito ai preti un potere così ampio.

Più l'uomo avanza nella sua evoluzione spirituale, più mi appare certo che il sentiero verso una religiosità genuina non passa per la paura della vita e la paura della morte, o per una fede cieca, ma attraverso gli sforzi compiuti in direzione di una conoscenza razionale.

Nella fase giovanile dell'evoluzione spirituale dell'uomo la fantasia umana creò a propria immagine divinità che supponeva dovessero determinare il mondo fenomenologico. L'idea di Dio nelle religioni insegnate oggi, è una sublimazione di quell'antica concezione degli dèi. Il suo carattere antropomorfico è dimostrato, per esempio, dal fatto che gli uomini si rivolgano all'Essere Divino con preghiere, e ne implorino l'esaudimento dei propri desideri.

L'individuo è degradato a mero strumento; egli diventa materiale umano. […] Nel nostro tempo, la mentalità militare si è fatta ancora più pericolosa che in passato, perché le armi offensive sono diventate molto più potenti di quelle difensive. Perciò essa conduce di necessità alla guerra preventiva. L'insicurezza generale che ad essa si accompagna porta a sacrificare i diritti civili del cittadino al presunto bene dello Stato.

La gente comune può seguire i dettagli della ricerca scientifica solo fino a un livello modesto; ma può registrare almeno un grosso e importante guadagno: la fiducia che il pensiero umano è affidabile e la legge della natura è universale.

Le Nazioni Unite per il momento, e il governo mondiale alla fine, dovrebbero perseguire un unico scopo: la garanzia della sicurezza, della tranquillità e del benessere per tutta l'umanità.

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Noi ebrei dovremmo essere e rimanere portatori e difensori dei valori spirituali. Ma dovremmo anche restare perennemente consapevoli del fatto che questi valori spirituali sono e sono sempre stati il fine comune di tutta l'umanità.

Tutto è determinato da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Vale per l'insetto come per gli astri. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile.

Nel tempio della scienza ci sono molte dimore... e diversi davvero sono coloro che le abitano e i motivi che ve li hanno condotti. Molti cercano nella scienza l'esaltante sensazione di superiore capacità intellettuale; la scienza è lo sport da cui trarre un'esperienza vivida e il soddisfacimento delle ambizioni; nel tempio ci saranno anche i molti che hanno immolato i prodotti del loro cervello a fini puramente utilitaristici. Se venisse un angelo del Signore a cacciare tutta la gente che appartiene a queste due categorie, il tempio si svuoterebbe di molti fedeli, ma qualcuno rimarrebbe: uomini sia dell'epoca presente sia di quella passata... Se le categorie che abbiamo appena espulso fossero le sole a popolare quel luogo, il tempio non sarebbe mai esistito, così come non può esistere un bosco fatto di soli rampicanti. Coloro che troveranno favore presso l'angelo [...] sono tipi isolati, poco comunicativi, solitari, in realtà molto meno simili tra loro degli appartenenti alla schiera dei cacciati. Quel che li ha portati al tempio [...] non c'è un'unica risposta per spiegarlo, [...] l'evasione dalla vita quotidiana, dalla sua penosa crudezza, da una disperata monotonia, la fuga dalla schiavitù dei propri desideri. Una natura nobile desidera con tutte le sue forze di sfuggire al suo ambiente affollato e rumoroso per rifugiarsi nel silenzio delle vette più alte, dove l'occhio spazia liberamente nell'aria ancura pura e segue con sguardo amorevole i placidi contorni che paiono costruiti per l'eternità.

Citazioni su Albert Einstein

All'Accademia nazionale delle Scienze di Washington si stava svolgendo una cerimonia in onore di alcune persone insigni. Nessuna di loro era un oratore brillante e i discorsi si susseguivano uno più noioso dell'altro. Io mi sentivo a disagio, ma Einstein si sporse sorridendo verso un olandese che gli sedeva accanto e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. L'olandese si voltò da un lato per nascondere una risata. «Che cosa le ha detto Einstein?» gli chiedemmo al termine della cerimonia. «Mi ha detto che aveva scoperto una nuova teoria... quella dell'Eternità.» (Harlow Shapley)

Alla fine di un pranzo ufficiale organizzato in onore di Einstein, un oratore si alzò per pronunciare un discorso molto elogiativo.Einstein sussurrò: «E dire che l'uomo di cui si parla non porta i calzini!» (Ronald W. Clark)

Dobbiamo soprattutto ammirare in lui la facilità con cui si adatta a concetti nuovi e sa trarne ogni possibile conclusione. (Henri Poincaré)

Einstein parlava di Dio così spesso che mi è venuto il sospetto che fosse un teologo clandestino. (Friedrich Dürrenmatt)

[Sulla critica alla meccanica quantistica] Einstein [...] sbagliò quando disse: «Dio non gioca a dadi». La considerazione dei buchi neri suggerisce infatti non solo che Dio gioca a dadi, ma che a volte ci confonda gettandoli dove non li si può vedere. (Stephen Hawking)

È vivace, sicuro di sé, piacevole. Di psicologia ne capisce quanto me di fisica, tanto che abbiamo avuto una conversazione molto scherzosa. (Sigmund Freud)

Il genio di Einstein ci ha condotto ad Hiroshima. (Pablo Picasso)

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Il più grande ebreo vissuto dopo Gesù Cristo. (J. B. S. Haldane) In Germania era sorta un'organizzazione che denunciava la teoria della

relatività come una manifestazione di un complotto semitico per corrompere il mondo. Nel 1920 l'organizzazione prese in affitto la sala della Filarmonica di Berlino per tenervi una dimostrazione contro Einstein e la sua teoria, e il fisico andò ad assistervi. Preso posto in un palco, aveva l'aria di divertirsi un mondo. Alle asserzioni più assurse degli oratori lo si vedeva ridere di cuore e applaudire con ironia. (Ronald W. Clark)

La teoria di Einstein è almeno altrettanto poco fondata e altrettanto contraria al buon senso quanto la tradizione cristiana nei riguardi della concezione e della nascita di Cristo. (Simone Weil)

[Risposta di Bohr all'affermazione di Albert Einstein: Dio non gioca a dadi con l'universo]Piantala di dire a Dio che cosa fare con i suoi dadi.

Stop telling God what to do with his dice. (Niels Bohr)

Tra gli illustri amanti dei gatti compare anche Einstein, che spesso per non disturbare il micio che dormiva appoggiato alla sua mano sinistra, si metteva a scrivere con la destra pur essendo mancino. (da Minù, Agenda del gatto 1998, testi a cura di Claudia Angeletti e Simona Lari, Gruppo Editoriale Armenia, Milano 1997)

Un giorno dopo che Einstein si era trasferito nella sua residenza definitiva all'Istituto di studi superiori di Princeton, nel New Jersey, il telefono squillò nell'ufficio del preside. La voce all'altro capo del filo chiese: «Potrei parlare con il professo Eisenhart?» Quando gli fu risposto che mio padre non c'era, la voce continuò: «Forse lei sa dirmi dove abita il professor Einstein.» La segretaria di mio padre rispose di non poterglielo dire perché il professore era molto geloso della sua vita privata. La voce al telefono divenne quasi un sussurro: «Per favore, non lo dica a nessuno, ma il professor Einstein sono io. Sto andando a casa, ma ho dimenticato dove abito.» (Churchill Eisenhart)

Vede, acclamano lei perché non la capisce nessuno, acclamano me perché mi capiscono tutti. (Charlie Chaplin)

Note [modifica]

1. ↑ Critica alla meccanica quantistica.

2. ↑ Citato in Walter Isaacson, Einstein la sua vita il suo universo, Mondadori, p. 36 (a sua volta refenziato da Albert Einstein a Henrich Zangger, 11 agosto 1918).

3. ↑ Citato in Andrew Weil e Winifred Rosen, Dal cioccolato alla morfina. Tutto quello che dovete sapere sulle sostanze che alterano la mente, traduzione di Fabio Bernabei, Arcana, Roma, 2007, p. 208.

4. ↑ In risposta alla domanda di uno studente su cosa avrebbe detto se la teoria della relatività generale non fosse stata confermata dalle misurazioni astronomiche.

5. ↑ Quando nel 1933 sbarcò negli Stati Uniti per trasferirvisi definitivamente, rispose così in un modulo da compilare datogli dai funzionari portuali di New York, che chiedeva a quale razza appartenesse. La citazione è riportata spesso in Italia, ma appare dubbia. Nel 1921 scrisse ebreo, come riportato dal sito ellisisland.org: vedi qui.

6. ↑ Parafrasata spesso in «La cosa più incomprensibile dell'universo è che esso sia comprensibile».

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Bibliografia [modifica]

Albert Einstein, Come io vedo il mondo, traduzione e prefazione di Remo Valori, Giachini editore, Milano, 1952.

Albert Einstein, Pensieri degli anni difficili, traduzione di Luigi Bianchi, Bollati Boringhieri Editore, Torino 1965.

Albert Einstein, Pensieri di un uomo curioso, a cura di Alice Calaprice, traduzione di Sylvie Coyaud, Mondadori, Milano 1997.

Albert Einstein, Pensieri, idee, opinioni, traduzione di Lucio Angelini, Newton Compton, Roma, 1996.

M. de Bartolomeo, V. Magni, Filosofie contemporanee, Atlas. ISBN 978-88-268-0688-4

 

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 Inserito da taglioavvenuto il Gio, 25/02/2010 - 16:09. #

AntievoluzionismoDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con il termine "antievoluzionismo" si fa riferimento a tutte quelle critiche sollevate nei confronti della teoria dell'evoluzione biologica, secondo le quali la teoria manca di fondamento logico, testabilità scientifica o sufficienti prove. Tali critiche sono considerate ascientifiche o semplicemente pretestuose dalla comunità scientifica.Le teorie alternative alla evoluzione darwiniana non fanno parte di questo gruppo: tra queste ricordiamo quella di Lamarck (per ragioni storiche), quelle che ipotizzano un'evoluzione in direzioni predeterminate, tendenti cioè a un fine (ortogenesi) e quelle devoluzioniste.

Critiche all'evoluzionismo [modifica]  Caricatura di Charles Darwin come una scimmia sulla rivista HornetDalla genetica [modifica]Periodicamente, specialmente dopo i recenti progressi nella sequenziazione del DNA di varie specie animali, si sollevano in ambito biologico critiche e obiezioni su eventi concreti di evoluzione.

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Alcuni antievoluzionisti non ritengono possibile la speciazione (origine di una specie da un'altra). La critica è legata alla presunta mancanza di forme di transizione nella documentazione fossile.Un caso discusso fu quello della scoperta nel 1997, in due specie di pesci che vivono nei due rispettivi poli, di un gene comune che sintetizza un anti-freezer del sangue (glico-proteina Afgp). Questo gene è una versione leggermente modificata di un gene che produce il tripsinogeno, un enzima del pancreas. Il fatto che questi due pesci non possano avere un antenato comune che gli ha trasmesso il gene perché si sono evoluti da due ceppi diversi e in zone opposte del pianeta, porta alcuni a concludere che il gene si sia creato indipendentemente nei due casi e che si tratti di un caso di evoluzione convergente[1].Gli evoluzionisti ritengono che la probabilità di un'origine indipendente non sia né bassa (data la comune pressione selettiva), né tantomeno una dimostrazione della fallacia dei meccanismi darwiniani dell'evoluzione, essendo ben noti i fenomeni di convergenza evolutiva dovuti alla stessa pressione selettiva.Dalla geologia [modifica]È stata mossa una critica, seppur piuttosto indirettamente, alla teoria di Darwin anche dalla chimica[2] belga Marie-Claire van Oosterwyck-Gastuche [3], che contesta, nello specifico, i metodi di datazione assoluta dei fossili forniti dai radioisotopi 14Carbonio, 40Potassio-Argon e 232Torio. Van Oosterwyck-Gastruche, sostenendo che tali metodi riportano spesso delle datazioni considerate "anormali" dai paleontologi, in quanto arretrano o fanno avanzare antiche creature estinte da milioni di anni sulla scala evolutiva,[4] afferma che:  « [...] Gli elementi radioattivi sono imprigionati in strutture cristalline ben definite. Sicché, è

logico pensare che siano influenzati dai fattori che provocano la genesi e l'alterazione dei cristalli minerali: anzitutto la temperatura e le soluzioni cui possono essere stati sottoposti per l'intervento di fattori idro-termali, ma anche per la loro composizione chimica e la loro granulometria, ossia la finezza o grossolanità dei detriti da datare. [...] »

   La prof. Gastuche si è occupata negli anni '60 -'70 di questioni cristallografiche inerenti la formazione geologica di silicati dei metalli di transizione in territori africani, ma da molti anni si dedica all'interazione ed arricchimento isotopico nei cristalli e relativi problemi di datazione. È altresì nota per le posizioni cattoliche estreme. Attualmente è docente di chimica fisica all'Università di Lovanio.In realtà le datazioni con metodi radioattivi tengono già conto delle possibili alterazioni subite dai cristalli per effetto della temperatura e delle soluzioni circolanti. Proprio per questo i risultati possono essere discordanti, qualora l'alterazione abbia modificato la composizione originale dei minerali.Andando alle radici di tale metodo, ella affermò di avere scoperto che la validazione delle date si basava sulla presenza di certi '"fossili tipici"', secondo la scala di Charles Lyell, amico personale di Darwin. In altre parole, per la Gastruche sarebbe impossibile per l'evoluzionismo riportare delle prove paleontologiche o geologiche a suo favore, in quanto le stesse datazioni (con le quali si costruisce una scala evolutiva) sarebbero errate o assai imprecise, e forse inconoscibili realmente.È evidente la confusione che costei ha fatto tra stratigrafia relativa che utilizza i fossili guida e stratigrafia assoluta che si basa sulle datazioni radiometriche. Le affermazioni della Gastruche sono smentite inoltre dall'utilizzo, ormai pluridecennale delle datazioni radioattive anche in rocce completamente prive di fossili o comunque prive di fossili guida. Ad esempio tutte le datazioni dell'Archeano sono fondate sul metodo radiometrico, coerenti tra loro e non correlate con i fossili a causa della loro assenza o mancanza di significato stratigrafico. Inoltre oggi a questi criteri di datazione si sono aggiunte ed integrate le metodologie di datazione tramite il paleomagnetismo ed i cicli astronomici, utilizzanti misurazioni basate su differenti proprieta' fisiche, indipendenti fra di loro, ma che permettono controlli incrociati

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nelle datazioni delle rocce. L'integrazione di queste tecniche non ha mostrato discrepanze sistematiche fra i diversi metodi cronologici, bensi' ha permesso di migliorare la precisione delle datazioni geocronologiche sempre all'interno degli schemi di datazione riconosciuti a partire dal secolo XIX.

Evoluzionismo e fede cristiana [modifica]Chiesa cattolica [modifica]

  Per approfondire, vedi la voce Evoluzione e chiesa cattolica.

Sebbene non professi più il creazionismo biblico, tipico dell'Ebraismo ortodosso e di alcune Chiese evangeliche americane, la Chiesa cattolica non ha tuttavia una posizione unitaria e definita sul darwinismo. Oggi la teoria di Darwin è in parte accettata dai teologi "evoluzionisti", pur non potendo essi accettare la totale casualità delle mutazioni genetiche che causano le speciazioni. Essi si rifanno al pensiero di Sant'Agostino d'Ippona, il quale effettivamente sostenne che Dio non ha creato il mondo nelle identiche condizioni in cui questo si trova attualmente. Secondo Sant'Agostino, infatti, Dio ha creato il mondo in una condizione più semplice e più rudimentale, fornito però di speciali capacità (dette "ragioni seminali") di svilupparsi ed evolversi nei modi in cui di fatto si è in seguito sviluppato e perfezionato.I teologi evoluzionisti, però, allo scopo di restare nei limiti dell'ortodossia cristiana, e cioè di conformarsi a quanto le Sacre Scritture narrano circa l'origine dell'uomo, fanno queste due importanti considerazioni:

1. L'evoluzione è da intendersi solo come relativa al corpo biologico dell'uomo. Pertanto, quando la Bibbia dice che Dio, per creare l'uomo, plasmò il suo corpo con "fango della terra", si deve intendere che Egli, a tale scopo, ha preso non propriamente "fango", bensì il corpo di un animale, non molto diverso da quello dell'uomo attuale, sufficientemente evoluto e tale, quindi, da poter accogliere l'anima spirituale e divina.

2. Si deve escludere che l'evoluzione abbia interessato anche l'anima spirituale dell'uomo, cioè si deve escludere che l'anima umana sia il frutto della spinta evolutiva del corpo umano. Anche accettando l'evoluzione, bisogna sempre ammettere l'intervento speciale di Dio nella creazione dell'uomo. Tale intervento consiste nell'infusione dell'anima spirituale nel corpo del predetto animale.

La dottrina ufficiale della Chiesa cattolica [modifica]La Chiesa cattolica non esprime una posizione ufficiale riguardo alla teoria dell'evoluzione, rimettendo la questione agli scienziati. Da un lato troviamo le affermazioni di papa Giovanni Paolo II che ha implicitamente sostenuto che la Chiesa non si oppone oggi all'ipotesi evoluzionistica come fenomeno storico dichiarando che essa è "più che una teoria". Al contempo, però, la Chiesa rifiuta la posizione (alla base, tra l'altro, delle tesi a favore dell'ateismo del biologo evoluzionista Jacques Monod, esposte nella sua opera Il Caso e la Necessità) che vede il processo di mutazioni genetiche alla base dell'evoluzione come un processo guidato unicamente dal caso, e afferma invece che l'universo è il risultato di un progetto ordinato ad uno scopo. Si veda in merito la seguente dichiarazione di papa Benedetto XVI:  « Trovo che le parole di questo Padre del IV secolo [san Basilio] siano di un'attualità

sorprendente quando dice: 'Alcuni, tratti in inganno dall'ateismo che portavano dentro di sé, immaginarono un universo privo di guida e di ordine, come in balìa del caso'. Quanti sono questi "alcuni" oggi. Essi, tratti in inganno dall'ateismo, ritengono e cercano di dimostrare che è scientifico pensare che tutto sia privo di guida e di ordine, come in balìa del caso. Il Signore con la Sacra Scrittura risveglia la ragione che dorme e ci dice: all'inizio è la Parola creatrice.

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All'inizio la Parola creatrice - questa Parola che ha creato tutto, che ha creato questo progetto intelligente che è il cosmo - è anche amore. »

  (Omelia di Benedetto XVI all'Udienza generale del 9 novembre 2005)Va comunque precisato che nessun darwinista ha mai affermato che l'evoluzione sia un processo dovuto unicamente al caso, l'idea che l'evoluzione sia guidata unicamente dal caso non fa affatto parte della teoria dell'evoluzione, ma è solo un frequente fraintendimento di molti "non addetti ai lavori".Essi la definiscono una teoria, cioè una costruzione "metascientifica", la quale si avvale anche di certe nozioni ricavate non dall'esperienza, ma dalle varie espressioni della cosiddetta filosofia della natura. In quanto teoria, quindi, essa soffre irrimediabilmente di tutta la precarietà e la contingenza di cui soffre una qualunque altra teoria scientifica.Va precisato però che, in questo discorso, si fa un uso distorto del termine "teoria" (si veda la voce: Teoria scientifica).Inoltre, sottolineano, è soggetta a un condizionamento ideologico che, in ultima analisi, lascia aperta la questione di appurare la reale portata dei fatti osservati, dal momento che l'evoluzione in quanto tale, non è mai stata oggetto di osservazione. Esistono pertanto letture materialistiche e riduttive e letture spiritualistiche. Il giudizio sulla validità è, in ultima analisi, soggetto a verifiche di tipo filosofico e teologico. Mentre la Chiesa respinge ogni riduzione puramente materialistica che è incompatibile con la verità dell'uomo (immagine e figlio di Dio) è aperta al dialogo con la comunità scientifica. Ratzinger afferma: -"La dottrina dell'evoluzione è per certo un'ipotesi importante, che però presenta decisamente molti problemi, i quali necessitano ancora di un'ampia discussione"-.Gli scienziati rispondono che esiste invece una mole enorme di prove sperimentali, fra cui spiccano i numerosissimi fossili; inoltre, come tutte le teorie scientifiche, è soggetta a continue verifiche e correzioni, ma questo non significa che essa presenti "decisamente molti problemi"; in ogni caso, rispondono, dalla discussione dovrebbero astenersi tutti coloro i quali non abbiano prima approfondito gli studi nel settore.Recentemente nuove ricerche hanno messo in luce che già Pio XII riteneva non necessariamente incompatibili il pensiero scaturito dalla tradizione della chiesa e la possibile ipotesi evoluzionista.[senza fonte] Su questa convinzione si fonda la cosiddetta "evoluzione teistica" (theistic

evolution), la quale afferma la creazione per opera divina, ma riconosce la teoria dell'evoluzione e le altre scoperte della scienza. Questa posizione si

basa sull'assunto che fede e scienza abbiano ambiti di competenza completamente separati, assunto duramente attaccato dal biologo evoluzionista

Richard Dawkins nella sua opera L'illusione di Dio. Come riportano A. Desmond e J. Moore nella loro opera Darwin: The Life of a Tormented

Evolutionist, Darwin visse una lacerante lotta interiore perché non riusciva a conciliare le evidenze sperimentali raccolte con i principi teologici a

cui era stato educato. Secondo questa posizione, il racconto biblico della creazione non intende esporre la modalità precisa con la quale il mondo

ebbe origine, ma soltanto esprimere con linguaggio figurato il fatto che l'universo è opera di Dio (come lo sarà il Giorno del Giudizio). In pratica 13

miliardi di anni fa Dio avrebbe creato l'Universo per mezzo del Big Bang, dopo di che (successivamente alla aggregazione per gravità della Via

Lattea, del nostro Sole e infine della Terra circa 4,57 miliardi e di anni fa) la vita si sarebbe sviluppata sul nostro pianeta (circa 3,5 miliardi di anni

fa nacque la prima forma di vita) e si sarebbe evoluta naturalmente secondo quanto descritto dalla Paleontologia e Geologia (Pesci, Anfibi, Rettili,

Dinosauri, Mammiferi, Scimmie). Quindi sarebbe stato il turno dell'Australopitecus (3 milioni di anni fa), dell'Homo habilis (2 milioni di anni fa),

dell'Homo Erectus (1 milione di anni fa) e infine (300.000 anni fa) in Africa meridionale sarebbe nato l'Homo Sapiens Sapiens. Sarebbero delle prove

di evoluzione teistica certe traduzioni [5], di Zecharia Sitchin di antichi testi sumeri (gli Enuma Elish), sebbene Sitchin sostenga che l'uomo sarebbe

frutto di esperimenti di ibridazione genetica con specie terrestri condotti da alieni.

Uno dei problemi che impediscono di accettare la non contraddittorietà se non la complementarità di evoluzionismo e fede cristiana è costituito da una interpretazione letterale e concretistica degli antichi testi biblici tramandatisi di generazione in generazione e che costituivano la fonte prima della sapienza principale, modalità interpretativa ancora non abbandonata da gran parte di coloro che si confrontano con la parola rivelata, per cui per esempio soffermandoci soltanto al racconto biblico dello stato di perfetta simbiosi tra i primi umani e l'ordine del Padre se ne deduce che è lo stato di perfezione originaria di Adamo ed Eva, incompatibile con l'evoluzione che vuole tutto in continua trasformazione. Anche il peccato originale è in qualche modo un'evoluzione "al contrario", perché è il passaggio da una forma più evoluta

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(perfetta) a una meno evoluta. Lo stato di perfezione originaria dell'uomo, che non conosceva la morte prima del peccato originale, negherebbe la possibilità che esistano reperti fossili umani, i quali però esistono.

L'evoluzionismo di Teilhard de Chardin [modifica]Sempre per quanto riguarda i rapporti intercorrenti attualmente tra teoria evoluzionista e fede cristiana non si può non prendere atto che l'impostazione evoluzionista infine abbia comunque fatto breccia anche tra gli esponenti del clero e specificatamente del clero cattolico. Basti citare, per tutti, lo scienziato della natura e paleontologo sul campo, noto anche per aver scoperto nuovi reperti dell'uomo preistorico, il gesuita Pierre Teilhard de Chardin; quest'ultimo ha tentato un'operazione culturale originale, cioè quella di voler saldare, proprio grazie alla teoria evoluzionistica, la storia della materia e la storia dello spirito in un'unica visione del divenire storico che entrambe le comprende.Creazionismo religioso [modifica]

  Per approfondire, vedi la voce creazionismo.

La teoria del creazionismo religioso (anche detto della Terra Giovane o Young Earth Creationism), una corrente di pensiero di matrice religiosa, interpreta il libro della Genesi in modo letterale. In epoca moderna, questo modo di interpretare la Bibbia è tipico di alcune confessioni cristiane ortodosse e protestanti evangeliche (ma non dal Cattolicesimo) che professano l'inerranza biblica, diffuse specialmente negli USA. Tale paradigma deve essere pertanto distinto dal "creazionismo scientifico" o Disegno intelligente.Il creazionismo religioso, pur essendo sostenuto a volte anche da qualche geologo o scienziato creazionista (si veda il libro "I sei giorni della creazione", a cui hanno collaborato 50 scienziati creazionisti) per sua stessa definizione, non soddisfa il criterio del rasoio di Occam, né il paradigma della falsificabilità o almeno emendabilità: per questo motivo esso non può essere considerato una teoria scientifica.Disegno intelligente [modifica]

  Per approfondire, vedi la voce Disegno intelligente.

La teoria del disegno intelligente (dall'inglese intelligent design, da intendersi come "progetto intelligente") è anche nota come creazionismo evolutivo o creazionismo scientifico. Una larga parte della comunità scientifica ritiene che sia stato introdotto per motivi che esulano dalla scienza, ma che hanno più a che fare con il sostegno alla fede cristiana e ad una certa politica americana [6].Questa teoria è nata da una critica ad alcune lacune del darwinismo che lo stesso Darwin aveva descritto nel capitolo "Dubbi" del suo lavoro più noto, L'origine delle specie. La teoria del Disegno intelligente si fonda inoltre sul concetto di complessità irriducibile. L'inventore del concetto, il biochimico Michael Behe, illustra questo concetto tramite l'esempio della trappola per topi. Essa è composta di pochi, semplici elementi, senza uno dei quali essa non funziona affatto: è dunque "irriducibile". Si tratta in pratica di una moderna riproposizione dell'esempio dell'orologio (-"supponiamo che io abbia trovato per terra un orologio, e mi si chieda come abbia fatto a trovarsi lì. Difficilmente potrei dare la stessa risposta di prima, e cioè che, per quanto ne sappia, l'orologio si trova lì da sempre."-) portata da William Paley (1743-1805), arcidiacono di Carlisle, nel suo libro Teologia Naturale (1802).Applicando questo principio a vari organismi e organi presenti in natura se ne desume, secondo i sostenitori del Disegno intelligente, che è impossibile che essi siano lo "stadio evoluto" di qualcosa che c'era prima. Ciò induce a ritenere probabile (assai più che sotto un'ipotesi di pura casualità) che questi organismi siano apparsi in questo stadio perfetto e funzionante da un momento in poi e non abbiano avuto "progenitori". Esempi portati a sostegno di questo argomento sono i batteri unicellulari, l'occhio, il sangue, i reni.

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Il disegno intelligente non è tuttavia rigorosamente scientifico, e la maggior parte della comunità scientifica, la quale sostiene la teoria evoluzionistica, non lo considera valido. Infatti, la quasi totalità degli scienziati afferma che il suo maggiore argomento, quello della irriducibilità degli organismi complessi, sia stato superato già negli anni immediatamente successivi a Darwin stesso, in particolare:

constatando che molte "parti complesse" degli organismi hanno, o hanno avuto, nel corso della evoluzione dell'organismo stesso, funzioni multiple (si pensi per esempio alle funzioni uditive e di equilibrio dell'orecchio nei mammiferi, alle diverse funzioni endocrine svolte contemporaneamente dalle stesse ghiandole, nonché alle numerose funzioni sovrapposte del cervello animale).

notando come la stessa funzione viene a volte svolta in modo ridondante da organi diversi, permettendo quindi uno spostamento anche lento e parziale delle funzioni importanti o vitali da un organo ad un altro (si pensi per esempio alle funzioni simili svolte da ghiandole diverse)

Un esempio classico è l'origine degli ossicini nella catena uditiva dell'orecchio interno dei vertebrati, la cui evoluzione è descritta in termini strettamente darwiniani, oltre a quella dell'occhio negli animali superiori, e in altri casi ritenuti significativi dai sostenitori del Disegno intelligente, con taglio divulgativo, nei testi di Stephen Jay Gould e Richard Dawkins, e, in modo non divulgativo, da numerosi autori fin dai primi anni del 1900.La ricerca paleontologica inoltre ha messo alla luce sequenze evolutive di forme viventi, permettendo spesso di evidenziare la variazione nel tempo delle funzioni di alcuni organi e mostrando un panorama coerente di evoluzione ed espansione sulla terra degli esseri viventi a partire da forme semplici a forme più complesse.Infine, il disegno intelligente, come tutte le versioni del creazionismo, non è falsificabile e rimanda a cause sconosciute per definizione. Per questo ad esso non può essere riconosciuto lo status di teoria scientifica.

Creazionismo islamico [modifica]Mentre l'Islam contemporaneo tende a prendere letteralmente i testi religiosi, di solito considera la Genesi una versione corrotta del messaggio di Dio. La creazione narrata nel Corano è più vaga e consente un più ampio ventaglio di interpretazioni.Diversi movimenti liberali all'interno dell'Islam generalmente accettano le posizioni scientifiche circa l'età della terra, l'età del cosmo e l'evoluzione. Tuttavia uno studio del 2007 ha evidenziato che solo l'8% degli egiziani, 11% del malaysiani, il 14% dei pakistani, il 16% di indonesiani e il 22% dei turchi è d'accordo sul fatto che la teoria di Darwin è certamente o probabilmente vera e uno studio del 2006 ha evidenziato che circa un quarto dei turchi adulti è convinto che gli esseri umani evoluti sono evoluti da precedenti specie animali. Al contrario, il lo studio del 2007 ha evidenziato che solo il 28% dei kazaki pensa che l'evoluzione è falsa; questa frazione è molto inferiore a quel 40% di adulti degli Stati Uniti che ha lo stesso parere.In Turchia, una campagna contro la teoria dell'evoluzione è stata condotta dal movimento di Nurculuk Said Nursi sin dalla fine del 1970. Allo stato attuale, il suo principale esponente [7] è lo scrittore Harun Yahya (pseudonimo di Adnan Oktar) che utilizza Internet come uno dei principali mezzi di per la propagazione delle sue idee.

Induismo ed evoluzione [modifica]Le opinioni degli Indù spaziano su una vasta gamma di punti di vista per quanto riguarda l'evoluzione, creazionismo, e l'origine della vita. A questo proposito alcune scuole indù non trattano letteralmente il mito scritturale della creazione, lasciando così aperta la possibilità di accettare la teoria dell'evoluzione. Alcuni indù trovano prove a sostegno o prefiguraziono delle idee evolutive nelle Scritture, vale a dire nei

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Veda. Un'eccezione a questa accettazione è la Società Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON), che comprende diversi membri che si oppongono attivamente al "darwinismo" e alla moderna sintesi evolutiva.

Buddhismo ed evoluzione [modifica]Dal momento che non è in contrasto con i principi della loro religione, la maggior parte dei buddisti accettano tacitamente la teoria dell'evoluzione. Poiché il buddismo non si occupa di questo tipo di problemi, molti buddisti non considerano tale questione particolarmente significativa o utile dal punto di vista religioso, poiché il Buddha ha detto che l'unica realtà è la realtà percepita.Il Buddha ha sostenuto che non vi è alcuna necessità razionale dell'esistenza di un dio creatore, perché tutto in ultima analisi viene creata dalla mente. La credenza in un creatore non è indispensabile per una religione basata sulla fenomenologia. Dal momento che il credere in un creatore non è necessario, una particolare teoria sulla vita e sulla causa dell'universo non sono necessarie.Si può dare una interpretazione della Agañña Sutta sposando l'idea che si tratti di una teoria dell'evoluzione (anche se questo può essere difficile da sostenere).

Creazionismo non religioso [modifica]Alcuni attribuiscono la creazione della vita sulla Terra non ad un'entità divina, ma all'intervento di una civiltà extraterrestre (ipotesi inerente l'esobiologia): spiccano i sostenitori della panspermia diretta, propugnata da Francis Crick[8] (Nobel per la scoperta del DNA), ma esistono anche sostenitori di teorie molto più azzardate, introdotte da Zecharia Sitchin[9], da Erich von Däniken[10] e da Claude Vorilhon, fondatore del movimento raeliano[11].Tuttavia queste ipotesi limitandosi alla problematica dell'origine o nascita della vita sulla terra, non entrano nella discussione sulle modalita' e cause di come questa possa essersi evoluta. Fa eccezione Vorilhon, che afferma che tutte le specie viventi (estinte e non) sarebbero frutto non dell'evoluzione ma dell'ingegneria genetica applicata da presunti alieni. Sitchin e von Däniken, invece, si limitano ad ipotizzare che la spiegazione addotta da Vorilhon (il quale, però, la pubblicò molto dopo di loro) varrebbe per i soli esseri umani. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Antievoluzionismo  

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 Inserito da taglioavvenuto il Gio, 25/02/2010 - 15:44. #

Evoluzione 

 

 

 

 

 

 

 

 

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In biologia, l'evoluzione è il fenomeno di cambiamento, attraverso successive generazioni, del patrimonio genetico delle specie (il genotipo) e conseguentemente della sua manifestazione somatica (il fenotipo).Tale processo si basa sulla trasmissione del patrimonio genico di un individuo alla sua progenie e sull'interferenza in essa frapposta dalle mutazioni casuali. Sebbene i cambiamenti tra una generazione e l'altra siano generalmente piccoli, il loro accumularsi nel tempo può portare un cambiamento sostanziale nella popolazione, attraverso i fenomeni di selezione naturale e deriva genetica, fino all'emergenza di nuove specie. Le affinità morfologiche e biochimiche tra diverse specie e le evidenze paleontologiche suggeriscono che tutti gli organismi derivino, attraverso un processo di divergenza, da progenitori ancestrali comuni.La teoria dell'evoluzione delle specie è uno dei pilastri della biologia moderna. Nelle sue linee essenziali, è riconducibile all'opera di Charles Darwin, che vide nella selezione naturale il motore fondamentale dell'evoluzione della vita sulla Terra.Ha trovato un primo riscontro nelle leggi di Mendel sull'ereditarietà dei caratteri e, poi, con la scoperta del DNA e della sua variabilità.Se i princìpi generali della teoria dell'evoluzione sono consolidati presso la comunità scientifica, aspetti secondari della teoria sono tutt'oggi ampiamente dibattuti, e costituiscono un campo di ricerca estremamente vitale.La definizione del concetto di evoluzione ha costituito una vera e propria rivoluzione nel pensiero scientifico in biologia, e ha ispirato numerose teorie e modelli in altri settori della conoscenza.Un errore concettuale comune può essere il considerare l'evoluzione un processo di "miglioramento" delle specie o di aumento della complessità degli organismi o ancora più semplicemente nella capacità di "uscire vincente" dal processo di selezione naturale. Ciò che in realtà mutazione e selezione producono è adattamento all'habitat e, quindi, in tal senso, può comportare anche "perdita" di caratteri e di funzionalità. L'insieme delle condizioni ambientali e delle relazioni con le altre specie sussistenti ad un dato momento costituisce l'habitat ed esso è, al contempo, una fonte di selezione e il terreno in cui si esplicano gli adattamenti in essere. Un troppo rapido cambiamento delle medesime condizioni, quindi, può giungere a causare l'estinzione di popolazioni evolute nel senso di una forte specializzazione

Storia [modifica]  Uno dei primi disegni di DarwinSin da prima che Charles Darwin, il "padre" del moderno concetto di evoluzione biologica, pubblicasse la prima edizione de L'origine delle specie, le posizioni degli studiosi erano divise in due grandi correnti di pensiero che vedevano, da un lato, una natura dinamica ed in continuo cambiamento, dall'altro una natura sostanzialmente immutabile.Della prima corrente facevano parte scienziati e filosofi vicini all'Illuminismo francese, come Maupertuis, Buffon, La Mettrie, che rielaboravano il meccanismo di eliminazione dei viventi malformati proposto da Lucrezio nel De rerum natura ed ipotizzavano una derivazione delle specie le une dalle altre. Tuttavia, l'interpretazione di tali teorie come veri e proprî preannunci di evoluzionismo è discussa.[1]

In ogni modo, ancora alla fine del 1700 la teoria predominante era quella della fissità, dello scienziato Linneo, che definiva le varie specie come entità create una volta per tutte e incapaci di modificarsi o capaci entro ben determinati limiti. Tali concetti si ispiravano al concetto gerarchico della scala naturae, medievale, ma con radici profonde nella Genesi biblica, nella filosofia aristotelica e platonica e nei pitagorici come Timeo di Locri.

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Su questo tema oggi il mondo scientifico non è più diviso: le scoperte di Mendel e Morgan nel campo della genetica, i progressi della paleontologia e della biogeografia hanno conferito validità scientifica alla teoria dell'evoluzione delle specie.Il dibattito si è così spostato su un altro tema: ci si interroga sulle modalità e le dinamiche dell'evoluzione e quindi sulle teorie che la possono spiegare.Oggi sappiamo che l'evoluzione delle specie è avvenuta in seguito a trasformazioni, selezionate poi dall'ambiente; per arrivare a questa affermazione ci sono voluti molti anni.All'inizio del XIX secolo iniziarono a sorgere, negli studiosi di Scienze Naturali i primi dubbi concreti: negli strati rocciosi più antichi infatti mancano totalmente tracce (fossili) degli esseri attualmente viventi e se ne rinvengono altre appartenenti ad organismi attualmente non esistenti. Nel 1809, il naturalista Lamarck presentò per primo una teoria evoluzionista (detta lamarckismo) secondo cui gli organismi viventi si modificherebbero gradualmente nel tempo adattandosi all'ambiente: l'uso o il non uso di determinati organi porterebbe con il tempo ad un loro potenziamento o ad un'atrofia. Tale ipotesi implica quello che oggi viene considerato l'errore di fondo: l'ereditabilità dei caratteri acquisiti (esempio: un culturista non avrà necessariamente figli muscolosi; la muscolosità del culturista è infatti una manifestazione fenotipica, cioè morfologica, derivante dall'interazione dello sportivo con l'ambiente, il continuo sollevare pesi; ma il particolare sviluppo muscolare non è dettato dal suo patrimonio genetico, il genotipo).Lamarck trovò opposizione in Georges L. Chretien Cuvier, il quale aveva elaborato la 'teoria delle catastrofi naturali' secondo la quale la maggior parte degli organismi viventi nel passato sarebbero stati spazzati via da numerosi cataclismi e il mondo infatti sarebbe stato ripopolato dalle specie sopravvissute.Dopo cinquant'anni Darwin formulò una nuova teoria evoluzionista; il noto naturalista, durante il suo viaggio giovanile sul brigantino Beagle, fu colpito dalla variabilità delle forme viventi che aveva avuto modo di osservare nei loro ambienti naturali intorno al mondo. Riflettendo sugli appunti di viaggio e traendo spunto dagli scritti dell'economista Thomas Malthus, Darwin si convinse che la "lotta per la vita" fosse uno dei motori principali dell'evoluzione intuendo il ruolo selettivo dell'ambiente sulle specie viventi. L'ambiente, infatti, non può essere la causa primaria nel processo di evoluzione (come invece sostenuto nella teoria di Lamarck) in quanto tale ruolo è giocato dalle mutazioni genetiche, in gran parte casuali. L'ambiente entra in azione in un secondo momento, nella determinazione del vantaggio o svantaggio riproduttivo che quelle mutazioni danno alla specie mutata, in poche parole, al loro migliore o peggiore adattamento (fitness in inglese).I principali meccanismi che partecipano in queste situazioni sono:

meccanismi genetici

meccanismi ecologici

Neodarwinismo: la sintesi moderna [modifica]La moderna teoria dell'evoluzione (detta anche sintesi moderna o neodarwinismo) è basata sulla teoria di Charles Darwin, che postulava l'evoluzione delle specie attraverso la selezione naturale, combinata con la teoria di Gregor Mendel sulla ereditarietà biologica. Altre personalità che hanno contribuito in modo importante allo sviluppo della sintesi moderna sono: Ronald Fisher, Theodosius Dobzhansky, J.B.S. Haldane, Sewall Wright, Julian Sorell Huxley, Ernst Mayr, George Gaylord Simpson e Motoo Kimura.

Rapporti filogenetici [modifica]  Schema semplificato dell'evoluzione degli esseri viventi

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  Per approfondire, vedi la voce Evoluzione della vita.

La maggior parte dei biologi sostiene la tesi della discendenza comune: cioè che tutta la vita presente sulla Terra discenda da un comune antenato. Questa conclusione si basa sul fatto che molte caratteristiche degli organismi viventi, come il codice genetico, in apparenza arbitrari, sono invece condivisi da tutti gli organismi anche se qualcuno ha ipotizzato origini multiple della vita.I rapporti di discendenza comune tra specie o gruppi di ordine superiore si dicono rapporti filogenetici, e il processo di differenziazione della vita si chiama filogenesi. La paleontologia dà prove consistenti di tali processi.Organi con strutture interne radicalmente diverse possono avere una somiglianza superficiale e avere funzioni simili: si dicono allora analoghi. Esempi di organi analoghi sono le ali degli insetti e degli uccelli. Gli organi analoghi dimostrano che esistono molteplici modi per risolvere problemi di funzionalità. Nello stesso tempo esistono organi con struttura interna simile ma che servono a funzioni radicalmente diverse (organi omologhi).Confrontando organi omologhi di organismi dello stesso phylum, ad esempio gli arti di diversi Tetrapodi, si nota che presentano una struttura di base comune anche quando svolgono funzioni diverse, come la mano umana, l'ala di un uccello e la zampa anteriore di una lucertola. Poiché la somiglianza strutturale non risponde a necessità funzionali, la spiegazione più ragionevole è che tali strutture derivino da quella del comune progenitore. Inoltre, considerando gli organi vestigiali, risulta difficile ammettere che siano comparsi fin dall'inizio come organi inutili, mentre se si ammette che avessero una funzione in una specie progenitrice la loro esistenza risulta comprensibile.La mutazione (termine introdotto all'inizio del Novecento) consiste nella comparsa improvvisa, casuale ed ereditabile nelle future generazioni, di caratteristiche non possedute da antenati degli individui che le presentano. La ricombinazione genetica, che permette di creare nuove combinazioni di caratteristiche ereditarie, può aver luogo sia durante la meiosi (riproduzione sessuata) sia per trasferimento di materiale genetico da una cellula all'altra (coniugazione o trasformazione batterica).Con cladismo si intende la ramificazione evolutiva già figurata da Darwin nell'Origine della specie del 1859. Attualmente fonda la classificazione sulla prospettiva filogenetica. La paleontologia aiuta a comprendere con numerosi esempi come una specie madre possa dare origine a due o più specie figlie, per ramificazione dicotomica, utilizzando la distinzione fra caratteri primitivi e innovativi.

Sopravvivenza differenziata delle caratteristiche [modifica]Con questo termine si intende quali caratteristiche sono presenti in una popolazione e se la frequenza di presenza aumenta o diminuisce (anche fino alla totale scomparsa). Due processi fondamentali determinano la sopravvivenza di caratteristiche: la selezione naturale e la deriva genetica.Selezione naturale [modifica]Quattro differenti tipi di becco in diverse specie di fringuelloLa selezione naturale è il fenomeno per cui organismi della stessa specie con caratteristiche differenti ottengono, in un dato ambiente, un diverso successo riproduttivo; di conseguenza, le caratteristiche che tendono ad avvantaggiare la riproduzione diventano più frequenti di generazione in generazione. Si ha selezione perché gli individui hanno diversa capacità di utilizzare le risorse dell'ambiente e di sfuggire a pericoli presenti (come predatori e avversità climatiche); infatti le risorse a disposizione sono limitate, e ogni popolazione tende ad incrementare la sua consistenza in progressione geometrica, per cui i cospecifici competono per le risorse (non solo alimentari).

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È importante notare che mutazione e selezione, prese singolarmente, non possono produrre un'evoluzione significativa.La prima, infatti, non farebbe che rendere le popolazioni sempre più eterogenee. Inoltre, per il suo carattere casuale, nella maggior parte dei casi essa è neutrale, oppure nociva, per la capacità dell'individuo che la esibisce di sopravvivere e/o riprodursi.La selezione, dal canto suo, non può introdurre nella popolazione nessuna nuova caratteristica: tende anzi ad uniformare le proprietà della specie.Solo grazie a sempre nuove mutazioni la selezione ha la possibilità di eliminare quelle dannose e propagare quelle (poche) vantaggiose. L'evoluzione è quindi il risultato dell'azione della selezione naturale sulla variabilità genetica creata dalle mutazioni (casuali, ovvero indipendenti dalle caratteristiche ambientali). L'azione della selezione naturale e delle mutazioni viene analizzata quantitativamente dalla genetica delle popolazioni.È anche importante sottolineare che la selezione è controllata dall'ambiente, che varia nello spazio e nel tempo e comprende anche gli altri organismi.Le mutazioni forniscono perciò il meccanismo che permette alla vita di perpetuarsi. Infatti gli ambienti sono in continuo cambiamento e le specie scomparirebbero se non fossero in grado di sviluppare adattamenti che permettono di sopravvivere e riprodursi nell'ambiente mutato.Deriva genetica [modifica]La deriva genetica è la variazione, dovuta al caso, delle frequenze geniche in una piccola popolazione. Nelle piccole popolazioni derivanti da una più vasta è anche importante l'"effetto del fondatore", per cui esse possono avere casualmente frequenze geniche significativamente diverse da quelle della popolazione originaria.Grazie a questi due fenomeni piccole popolazioni possono "sperimentare" combinazioni genetiche improbabili in quelle grandi.

La speciazione [modifica]  Tipi di speciazione

  Per approfondire, vedi la voce Speciazione.

Affinché specie oggi distinte possano discendere da un progenitore comune è necessario che le specie in qualche modo "si riproducano". Ciò richiede che una parte della specie subisca un'evoluzione divergente dal resto, in modo che ad un certo punto si siano accumulate tante variazioni da poterla considerare una specie distinta.Ogni specie (a meno che non sia in via di estinzione o residuale) è formata da più popolazioni mendeliane. Esse non coincidono con le popolazioni ecologiche e sono definite come parti della specie al cui interno si ha un'ampia possibilità di incrocio. La speciazione è possibile quando tra popolazioni o gruppi di popolazioni si instaura un isolamento riproduttivo, ossia vi è uno scambio genetico pressoché nullo.Se si realizza l'isolamento per un tempo abbastanza lungo, è impossibile che per puro caso si abbia la stessa evoluzione nelle due parti della specie. La divergenza evolutiva è ancor più marcata se i due gruppi vivono in ambienti diversi poiché la selezione agisce su di loro in modo diverso.Speciazione allopatrica [modifica]La speciazione allopatrica avviene quando l'evoluzione di parti diverse della specie madre avviene in territori diversi. È necessario che l'areale della specie sia discontinuo, ossia che sia diviso in porzioni disgiunte, separate da zone in cui la specie non può vivere. Si ha quindi un isolamento geografico.Più che l'isolamento geografico, il meccanismo di speciazione allopatrica sembra principalmente legato all'isolamento periferico: in seno ad una piccola subpopolazione, vivente ai margini dell'areale della specie in condizioni non ottimali,

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avviene la rapida differenziazione evolutiva e segregazione di una nuova specie in seguito al limitato scambio genetico con la popolazione principale.Speciazione simpatrica [modifica]Si ha speciazione simpatrica quando due popolazioni si evolvono separatamente pur vivendo nello stesso territorio. L'isolamento riproduttivo senza separazione geografica si può avere in due modi.

L'isolamento ecologico è dovuto al fatto che le popolazioni occupano nicchie ecologiche differenti. Un esempio classico sono i fringuelli delle Galápagos, che han dato origine a specie diverse per alimentazione. Questo esempio non è ritenuto corretto dalla totalità degli ambienti scientifici, infatti, si potrebbe obiettare che la distanza tra le isole è una sorta di separazione geografica (quindi rientrerebbe nella categoria della speciazione allopatrica).

L'isolamento genetico è causato da riarrangiamenti cromosomici stabilizzatisi in un piccolo gruppo, che non si può più incrociare con i cospecifici pur avendo inizialmente lo stesso fenotipo (criptospecie).

Prove [modifica]Oggi l'evoluzione è considerata, dalla stragrande maggioranza dei biologi, un "fatto" supportato da una mole impressionante di prove di varia natura.Si tratta, perlomeno sino ad oggi, della migliore spiegazione scientifica della diversità dei viventi.Prove paleontologiche [modifica]

Esempio di successione evolutiva

La successione degli ammoniti Hildoceratidi del Lias superiore (Giurassico) nell'Appennino umbro-marchigiano, mostra continue variazioni verticali (ossia nel tempo) con graduali modificazioni nella morfologia delle ammonite presenti, variazioni che sono state interpretate come evolutivi passaggi tra genere e genere.Qui, all'interno dell'unità litostratigrafica del Rosso Ammonitico, è presente una serie di ammoniti, ben conservate. Raccogliendone sistematicamente varie centinaia di campioni, strato per strato, si è osservato, muovendosi verso i termini più recenti, un adattamento funzionale verso una sempre maggiore idrodinamicità, interpretata con l'idea darwiniana della evoluzione gradualista per selezione naturale. Trattasi di una microevoluzione simpatrica in quanto queste specie sono presenti esclusivamente nell'area mediterranea della Tetide.

I dati della paleontologia mostrano non solo che gli organismi fossili erano diversi da quelli attuali, ma anche che man mano che andiamo indietro nel tempo le differenze con gli organismi viventi sono maggiori.Ad esempio, fossili abbastanza recenti possono essere attribuiti generalmente a generi attuali, mentre quelli man mano più antichi sono sempre più diversi e sono attribuibili ad altri generi; permangono talora caratteristiche di base, per cui possono essere spesso attribuiti agli stessi gruppi tassonomici di ordine elevato attuali.Ciò si accorda bene con l'ipotesi generale, che, arretrando nel tempo, ci si avvicina alla radice dell'albero filogenetico.La paleontologia fornisce prove concrete dell'evoluzione, quando i fossili sono trovati nelle successioni stratigrafiche sedimentarie in abbondanza, laddove è rispettato il principio fondamentale geologico della sovrapposizione. I fossili dentro le rocce sedimentarie marine sono diffusi in tutte le parti del mondo e permettono indagini stratigrafiche molto dettagliate.Prove biogeografiche [modifica]La distribuzione geografica delle specie viventi, anche alla luce delle conoscenze sulla deriva dei continenti, ben si accorda con l'evoluzione organica. L'enorme varietà

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di adattamenti dei marsupiali australiani, ad esempio, può essere spiegata col fatto che la separazione dell'Australia dagli altri continenti precede la comparsa degli euteri, e quindi i marsupiali terrestri australiani hanno potuto adattarsi a nicchie ecologiche in cui non dovevano competere con altri ordini di mammiferi.Anche la presenza di grossi uccelli non volatori in grandi isole porta alle medesime conclusioni. Infatti, visto che esse erano già separate dai continenti alla comparsa degli omeotermi, solo gli uccelli hanno potuto raggiungerle ed occupare nicchie terrestri solitamente occupate da mammiferi.Alle prove biogeografiche si possono aggiungere quelle paleobiogeografiche. La paleobiogeografia si occupa della posizione paleogeografica dei fossili, a partire da quella geografica attuale. L'argomento ha enorme importanza quando i fossili sono molto antichi (per es. quelli del Paleozoico e del Mesozoico), e talora danno indizi di speciazione allopatrica per migrazione. Tali studi, ancora poco sviluppati, devono essere eseguiti con il concorso della biostratigrafia; in tal caso possono dare risultati eccezionali. Un caso diverso è quello della presenza degli stessi fossili in aree oggi separate; Sudamerica e Africa infatti presentano in successioni rocciose simili, di origine continentale, fossili di rettili sinapsidi simili del Permiano, 250 milioni di anni fa, a testimoniare che i due continenti erano uniti nel supercontinente Gondwana in quel lontano periodo.Prove matematico/informatiche [modifica]Gli algoritmi genetici sono delle metaeuristiche per la ricerca della soluzione ottimale di un problema basate sulla logica del modello evoluzionistico. Studiando questo metodo si è visto come, partendo dalle ipotesi del modello evoluzionistico, si può arrivare all'evoluzione di più specie.Sono stati realizzati molti programmi per computer che simulano un ecosistema per diversi scopi (divertimento, studio dei meccanismi evolutivi naturali, studio degli algoritmi genetici). Anche questi hanno dimostrato la plausibilità del modello evoluzionistico. Inoltre, gli algoritmi genetici sono stati applicati in campi lontani dalla biologia, come i problemi di ottimizzazione di funzioni matematiche, in cui le soluzioni vengono fatte "competere" e "incrociare" tra di loro con particolari metodi.Evoluzione osservabile [modifica]Uno dei pochi fenomeni di evoluzione osservabili, per via della estrema brevità dei cicli vitali in gioco e quindi della rapidità con cui è possibile osservare la successione delle generazioni, è quello relativo alla progressiva resistenza agli antibiotici da parte dei batteri. È necessario utilizzare sempre nuovi antibiotici per assicurare trattamenti efficaci e ciò è dovuto al fatto che i batteri, come tutte le specie, mutano, e in un ambiente a loro ostile come un corpo umano in terapia antibiotica, sopravvivono semplicemente quegli individui le cui mutazioni determinano una maggiore resistenza a quello specifico antibiotico. L'uso diffuso degli antibiotici (sia sugli uomini che sugli animali) non fa che selezionare i ceppi batterici più resistenti, con drammatica diminuzione dell'efficacia. L'introduzione di un nuovo e più potente antibiotico non farà che riproporre lo schema già descritto: tra le infinite mutazioni ve ne saranno sempre alcune che daranno un vantaggio riproduttivo (che renderanno cioè più "adatti") agli individui che le hanno subite.Anche i virus mutano rapidamente, producendo sempre nuovi ceppi, cosa che rende ancor più difficile cercare di contrastarli. Per questo motivo è difficile riuscire a produrre vaccini definitivamente efficaci contro l'influenza, visto che i tempi di mutazione del virus sono paragonabili ai tempi necessari per mettere in commercio un vaccino.

L'impatto culturale del moderno concetto di evoluzione [modifica]L'evoluzionismo filosofico [modifica]

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Il concetto di evoluzione definito in biologia da Darwin è andato estendendosi, nel tempo, come paradigma di intelligibilità applicabile a tutta la storia dell'universo (vedi per esempio, in astrofisica, il concetto di evoluzione stellare).Anche le discipline umanistiche come la filosofia hanno recepito il modello interpretativo evoluzionistico, così accanto alla versione filosofica dell'evoluzione di tipo materialistico (quella di Herbert Spencer), il concetto di evoluzione in filosofia portò anche a reinterpretare le manifestazioni spirituali in senso evoluzionistico (due esempi emblematici: il pensiero del filosofo e premio Nobel Henri Bergson e del teologo gesuita, nonché paleoantropologo, Teilhard de Chardin, i quali hanno utilizzato la teoria dell'evoluzione come uno strumento utile a descrivere il ruolo del divino negli accadimenti della storia).Il nuovo approccio evoluzionistico nelle scienze umane [modifica]Anche Karl Marx dedicò Il capitale a Darwin, ritenendo il proprio studio dell'economia in qualche modo corrispondente al darwinismo in biologia.Anche l'antropologia culturale nello studio dell'evoluzione dei gruppi umani e delle organizzazioni sociali trovò molto produttivo adottare il punto di vista evoluzionista come è il caso dell'antropologia americana con Lewis Henry Morgan e la sua scuola.

Critiche e alternative [modifica]  Caricatura che ritrae Darwin con sembianze scimmiescheAntievoluzionismo [modifica]

  Per approfondire, vedi la voce Antievoluzionismo.

Il concetto di Evoluzionismo ha ricevuto critiche sia per motivi strettamente religiosi (Creazionismo biblico, professato dall'Ebraismo ortodosso e da alcune Chiese protestanti americane, ma non più dalla Chiesa cattolica, la quale non ha tuttavia una posizione unitaria e definita sul darwinismo [v. Evoluzione e chiesa cattolica]), ma anche per opinioni riguardanti l'adeguatezza del meccanismo esplicativo neodarwiniano, o riguardanti la presunta insufficienza di prove della teoria di Darwin. Malgrado queste opinioni siano decisamente minoritarie nella comunità scientifica, e spesso non tengano conto di quanto la teoria originale di Darwin sia evoluta nel tempo, è giusto ricordare alcune di queste teorie alternative. Tra esse vi sono il Disegno intelligente e il Devoluzionismo del biologo italiano Giuseppe Sermonti. La teoria di Darwin è anche avversata dal fisico italiano Antonino Zichichi, che ne nega la solidità matematica e ne attacca le prove biologiche e paleontologiche. D'altra parte Zichichi ha criticato la teoria di Darwin solo su pubblicazioni divulgative e non su riviste scientifiche sottostanti al meccanismo del peer review.Evoluzione e casualità [modifica]Il biologo Jacques Monod nel suo libro "Il caso e la necessità", asserì che la teoria scientifica evoluzionistica andava intesa come una teoria che concepiva l'evoluzione come una somma di eventi casuali, selezionati dalle necessità ambientali, che nulla avrebbe quindi a che fare con qualunque concezione finalistica sia riguardo all'uomo sia riguardo al mondo.La casualità evolutiva, che deriva dalla casualità delle modifiche naturali del patrimonio genetico, che sono responsabili della differenziazione dei diversi individui entro la singola specie, viene rigettata, con considerazioni diverse dai sostenitori di una prospettiva finalistica dell'evoluzione.Dialogo tra Thomas Huxley e il vescovo Samuel Wilberforce [modifica]Il seguente dialogo ebbe luogo il 30 giugno 1860 ad Oxford durante la Riunione della Società Inglese per il Progresso della Scienza (British Association for the Advancement of Science) e fu un punto focale delle reazioni alle teorie di Darwin. Il

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leggendario dibattito di Oxford sull'evoluzionismo si tenne tra Thomas Henry Huxley, che partecipò a questa riunione in rappresentanza del collega e amico Charles Darwin che non volle parteciparvi e il vescovo di Oxford, Samuel Wilberforce, accanito oppositore delle teorie darwiniane. [2]

Samuel Wilberforce (Vescovo anglicano di Oxford):  «  Amici miei, dalla teoria del signor Darwin è possibile trarre soltanto due conclusioni: O

che perfino l'uomo è privo di un'anima immortale o che al contrario ogni creatura vivente e perfino ogni pianta ne possieda una; ogni gambero, ogni patata, perfino il comune lombrico. Se tutto questo fosse vero credo proprio che nessuno di noi troverà il coraggio di consumare il tradizionale roastbeef inglese quando torneremo a casa sta sera.Vedo che non sono riuscito a fare breccia sul signor Huxley, allora gli farò una domanda, una sola: Vorrei sapere se è per parte di suo nonno o per parte di sua nonna che si dichiara discendente dalla scimmia. »

   Thomas Henry Huxley (Biologo e filosofo inglese):  «  Il Signore è giusto, e lo mette nelle mie mani.

Signor presidente, signore e signori, sua eccellenza. Lei signore, ha voluto ridicolizzare una nuova teoria scientifica definendola rozza e semplicistica. Il signor Darwin ha dedicato la maggior parte della sua vita a ponderare questo importante argomento, la nostra conoscenza è molto incompleta ma le somiglianze strutturali tra l'essere umano e la scimmia sono evidenti e anche innegabili.Se poi le scimmie, i vescovi o i tuberi siano tutti opera di Dio non è mia competenza giudicarlo.È perfettamente legittimo contemplare l'eventualità che un fenomeno qualsiasi sia il risultato di una qualche causa a noi sconosciuta, ma è una cosa stupida, eccellentissimo vescovo, che un uomo metta da parte la sua ragione e scelga di cadere nel ridicolo! »

   Evoluzione dell'uomo [modifica]

  Per approfondire, vedi la voce Evoluzione umana.

Per l'evoluzione che dagli insettivori ha condotto all'homo sapiens sapiens, e dall'H.s.s. in poi ha proseguito con la storia, vedere le voci Evoluzione umana e Storia dell'uomo.

Note [modifica]

1. ^ Nel 1904, A. O. Lovejoy parlava di un vero e proprio "movimento evoluzionista nel XVIII secolo" ((EN) "Some Eighteenth Century Evolutionist"), mentre studiosi più recenti come J. Roger (in Les sciences de la vie dans la pensée française du XVIIIe siècle, 1963) e F. Jacob (in La logique du vivant, 1970) hanno evidenziato in queste teorie la mancanza di elementi fondamentali dell'evoluzionismo, come la derivazione dal semplice al complesso e l'interazione tra gli individui e l'ambiente.

2. ^ RAITRE, Alberto Angela, Creazionismo contro evoluzionismo all'epoca di Darwin

Bibliografia [modifica]

Charles Darwin. L'origine delle specie.

Mark Ridley. Evoluzione (ed. italiana sulla III ed. inglese del 2004), McGraw-Hill.

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Richard Dawkins. L'orologiaio cieco. Milano, Mondadori, 2003 Telmo Pievani, Creazione senza Dio. Torino, Einaudi, 2006 Telmo Pievani, La teoria dell'evoluzione. Bologna, Il Mulino, 2006 Richard Dawkins, Il racconto dell'antenato. La grande storia dell'evoluzione.

Mondadori, Milano, 2006. ISBN 88-04-56000-2 Nosil P., Sandoval C.P. Ecological Niche Dimensionality and the Evolutionary

Diversification of Stick Insects . PLoS ONE. 2008; 3(4): e1907. Girotto Vittorio, Pievani Telmo, Vallortigara Giorgio. Nati per credere. Perché

il nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin.

Bibliografia sulle prove paleontologiche [modifica]

F. Venturi, R. Ferri. Ammoniti Liassici dell'Appennino Centrale. Città di Castello, Tibergraph, 2001.

F. Venturi, S. Rossi. Subasio, origine e vicende di un monte Appenninico. Assisi, Porzi editore, 2003.

Stephen J. Gould. Bravo Brontosauro. Feltrinelli. 1993. Stephen J. Gould. Quando i cavalli avevano le dita. Feltrinelli, 1999. Stephen J. Gould. Il pollice del panda. Il Saggiatore, 2001.

Bibliografia - Evoluzionismo filosofico [modifica]"L'evoluzione creatrice" (----) di Henri Bergson"Il Dio dell'evoluzione" (1952) di Pierre Teilhard de Chardin Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Evoluzione 

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 Inserito da taglioavvenuto il Gio, 25/02/2010 - 16:00. # eggià

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 Inserito da taglioavvenuto il Gio, 25/02/2010 - 15:20. # Come precedentemente spiegato e chiarito, mentre il post sulla (voce) Genesi tratta dal Dizionario Filosofico di Voltaire è stato commentato in vari modi dagli autori di Rosso interessati al medesimo post, da ora in poi pregherei gli stessi, qualora vogliano proseguire nella collaborazione, di commentare proponendo integrazioni ed anche  percorsi alternativi, con ciò continuando a fare critica costruttiva, a seconda che si consideri corretto o meno il percorso di ricerca.Anche se ovvio come si vedrà dall'indirizzo dato, comunico che il presente lavoro si propone esclusivamente di essere un'esperienza imparziale di ricerca svolta attingendo a vari campi o settori che hanno o potrebbero avere argomento in comune, pubblicata su questo blog a favore di altri che vedano a loro volta la necessità di approfondire.In sostanza voglio dire che il lavoro ha esclusivamente un fine divulgativo e bibliografico, nè pretende altro essendo io per primo convinto che non stia nell'umana ragione il poter arrivare ad una soluzione dirimente. In effetti, se si volesse essere precisi, si dovrebbe dire che il vero campo d'indagine non è, come nel titolo, né la Genesi né Dio, ma l'uomo.Avviso: una volta pubblicato tutto quanto, si dovrà poi procedere ad un riordinamento del lavoro e conseguente finale indicizzazione. 

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Non mi resta, quindi, che lanciare il primo pezzo: Nascita dell'universo e dell'uomoFonte: www.homolaicus.com 

DALL’ORIGINE DELL’UNIVERSO ALL’ORIGINE DELL’UOMO

1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 

Origine dell'universo Evento postulato dalla teoria cosmologica standard a cui si fa risalire la comparsa della materia e dell'energia esistente. Secondo la maggior parte degli astronomi, l'evento ebbe luogo in un istante del passato compreso tra i 12 e i 20 miliardi di anni fa. Il primo indizio che condusse alla formulazione di questa teoria fu la scoperta dell'espansione dell'universo, avvenuta nel 1920 a opera del fisico statunitense E. Hubble: dall'analisi spettroscopica delle radiazioni elettromagnetiche emesse dalle galassie, egli capì che queste non sono ferme, ma si muovono allontanandosi le une dalle altre con velocità proporzionale alla reciproca distanza. Tale espansione è inoltre prevista dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein. Se i componenti dell'universo sono in continuo allontanamento l'uno rispetto all'altro, ipuò dedursi che in passato devono essere stati più vicini di quanto non siano ora; al limite, in un ancor più remoto passato, deve esserci stato un istante in cui tutto ciò che esiste era concentrato in un unico punto matematico (una cosiddetta singolarità). Da quel punto, attraverso un'espansione esplosiva, nota come Big Bang, avrebbe avuto origine l'universo.Una conferma all'idea che l'universo abbia conosciuto un inizio fu la scoperta, negli anni Sessanta, della radiazione cosmica di fondo, vale a dire di onde elettromagnetiche di bassa energia che permeano ogni regione del cosmo e in cui gli scienziati vedono l'eco del Big Bang. Il Big Bang non deve essere pensato come l'esplosione di una massa di materia all'interno di uno spazio vuoto. Al momento del Big Bang, infatti, spazio e tempo coincidevano, così come materia ed energia; "al di fuori" della sfera infuocata primigenia non esisteva nulla, e non esisteva tempo "prima" del Big Bang. E' lo spazio stesso che si espande via via che l'universo invecchia, portando i corpi in esso contenuti sempre più lontano gli uni dagli altri.Universo inflazionarioLa teoria standard dell'origine dell'universo, basata su una combinazione di cosmologia, meccanica quantistica e fisica delle particelle elementari, prevede il cosiddetto processo di inflazione. Se si considera come "tempo zero" l'istante in cui il tutto emerse dalla singolarità iniziale, l'inflazione spiega come un "seme" superdenso e supercaldo contenente tutta la

 

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massa e l'energia del cosmo, ma più piccolo di un protone, si sia espanso incessantemente dal tempo zero, per miliardi e miliardi di anni. Secondo la teoria dell'universo inflazionario, l'espansione fu prodotta da quelle stesse forze fondamentali, allora riunite sotto forma di un'unica forza di inflazione, che oggi governano le leggi della natura: la forza di gravitazione, la forza elettromagnetica, la forza di interazione debole (vedi Teoria elettrodebole) e la forza di interazione forte (le ultime due osservabili soltanto a livelli subatomici e subnucleari, nelle interazioni tra le particelle elementari).La forza di inflazione agì solo per una frazione infinitesima di secondo, pari ad appena 15 x 10-33 secondi, sufficiente a dilatare le dimensioni dell'universo nascente da quelle di una microscopica sfera 1020 volte più piccola di un protone, a quelle di una regione di spazio del diametro di 10 cm. Tale fu la violenza di quel primo impulso che, nonostante la forza di attrazione gravitazionale contrasti costantemente il moto di deriva delle galassie, l'espansione dell'universo continua tuttora.Secondo i cosmologi, pur essendo nei dettagli ancora oggetto di studi e approfondimenti, la teoria dell'inflazione può spiegare tutto quanto si verificò a partire dal momento in cui l'universo aveva l'età di un decimillesimo di secondo, una temperatura di 1000 miliardi di gradi e una densità omogenea pari a quella di un odierno nucleo atomico. In quel momento, materia ed energia si trasformavano continuamente l'una nell'altra: le particelle elementari si trasformavano in fotoni, e i fotoni in particelle. La trasformazione di energia in materia è un fenomeno previsto da Einstein e quantificato dalla ben nota equazione E = mc2, in cui E rappresenta l'energia, m la massa e c la velocità della luce. Queste condizioni, che avrebbero caratterizzato una brevissima fase della storia dell'universo, vengono oggi in parte riprodotte negli acceleratori di particelle. Dal momento che le previsioni dei teorici trovano riscontro negli esperimenti svolti all'interno degli acceleratori, si può pensare che la teoria descriva abbastanza bene lo svolgimento effettivo delle prime fasi di vita dell'universo.Via via che l'universo si espandeva, la sua temperatura diminuiva. A poco a poco l'energia disponibile non era più sufficiente a permettere lo scambio tra fotoni e particelle di materia, e l'universo, per quanto ancora in fase di espansione e di raffreddamento, incominciò a stabilizzarsi. Un centesimo di secondo dopo l'inizio, la temperatura era caduta a 100 miliardi di gradi, e protoni e neutroni si erano stabilizzati. Inizialmente il numero di neutroni era uguale a quello di protoni, ma in seguito i neutroni, instabili, iniziarono a decadere in protoni ed elettroni, spostando l'equilibrio. Un decimo di secondo dopo l'inizio, il rapporto neutroni-protoni era 19 : 31 e la temperatura era scesa a 30 miliardi di

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gradi. Un secondo dopo la nascita dell'universo, il rapporto era di 6 neutroni contro 19 protoni, la temperatura era scesa a 10 miliardi di gradi e la densità dell'intero universo era "solo" 380.000 volte quella dell'acqua.Da questo punto in poi, i cambiamenti incominciarono a rallentare. Ci vollero 14 secondi perché la temperatura scendesse a 3 miliardi di gradi, ovvero raggiungesse le condizioni in cui avvengono normalmente i processi di fusione nucleare all'interno del Sole. In tali condizioni, neutroni e protoni incominciarono ad aggregarsi, formando per tempi brevissimi nuclei di deuterio (idrogeno pesante) che subito venivano spezzati da nuove collisioni. A tre minuti dall'inizio, l'universo era 70 volte più caldo di quanto sia oggi il nucleo solare: la sua temperatura era scesa a un miliardo di gradi. Esistevano soltanto 7 neutroni ogni 43 protoni, ma i nuclei di deuterio erano stabili e resistevano alle collisioni. La combinazione dei neutroni e protoni a formare nuclei stabili permise la sopravvivenza dei neutroni, che altrimenti, se fossero rimasti isolati, sarebbero completamente decaduti.La costituzione di nuclei e atomiDa questo istante, fino al termine del quarto minuto dall'inizio, ebbe luogo una serie di reazioni nucleari che portò alla formazione di nuclei di elio (particelle costituite da due protoni e due neutroni) e di altri nuclei leggeri, a partire da protoni (nuclei di idrogeno) e nuclei di deuterio, in un processo noto come nucleosintesi. Meno del 25 % della materia nucleare finì convertito in forma di elio; tutto il resto, tranne una frazione dell'1 %, in forma di idrogeno. La temperatura era tuttavia ancora troppo elevata perché questi nuclei potessero legare a sé elettroni e formare atomi stabili.A 30 minuti dall'inizio, la temperatura dell'universo era di 300 milioni di gradi e la densità era scesa drasticamente, a circa il 10 % di quella dell'acqua. I nuclei di idrogeno ed elio, dotati di carica elettrica positiva, coesistevano con elettroni liberi, carichi negativamente; sia i nuclei che gli elettroni, data la loro carica elettrica, continuavano a interagire con i fotoni. La materia si trovava nel cosiddetto stato di plasma, come è oggi all'interno del Sole.Questa attività proseguì per circa 300.000 anni, fino a che l'universo in espansione si fu raffreddato più o meno alla temperatura a cui si trova oggi la superficie del Sole, vale a dire a circa 6000 °C. In queste condizioni, gli elettroni erano in grado di rimanere vincolati ai nuclei così da formare atomi stabili. Nel successivo mezzo milione di anni, tutti gli elettroni e i nuclei si legarono a formare atomi di idrogeno ed elio. Gli atomi, elettricamente neutri, cessarono di interagire con la radiazione. Da questo punto in poi si può considerare conclusa l'era della sfera di fuoco: l'universo divenne

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trasparente, nel senso che i fotoni di radiazione elettromagnetica potevano passare indisturbati attraverso gli atomi. E' il residuo di questa radiazione, oggi a una temperatura di -270 °C, che viene rilevata dai radiotelescopi e interpretata dagli scienziati come radiazione cosmica di fondo. A partire da qualche centinaio di migliaia di anni dopo l'inizio, essa cessò di interagire con la materia; ancora oggi, leggere differenze di temperatura nelle radiazioni cosmiche di fondo provenienti da diverse regioni del cosmo, serbano memoria di come la materia era distribuita nell'universo a quell'epoca.Stelle e galassie si formarono a partire da un milione di anni circa dall'inizio, soltanto dopo che materia e radiazione si furono disaccoppiate.Materia oscuraSecondo le grandi teorie unificate (nome collettivo che designa l'approccio di un ramo della fisica teorica che vede le forze della natura unificate), esiste un'altra componente dell'universo, oltre alla materia nucleare e alla radiazione, emersa dal big bang ed entrata a far parte dell'universo: la materia oscura. L'universo contiene infatti molta più materia di quanta non se ne possa osservare: la proporzione tra materia oscura e materia chiara (detta talvolta materia barionica) risulta di almeno dieci a uno (e forse addirittura cento). Ne è una prova il modo in cui, per effetto gravitazionale, la materia influisce sul movimento di galassie e ammassi di galassie. Se si ammettesse l'esistenza della sola materia conosciuta, il moto delle galassie sarebbe diverso da quello osservato e il modello di Big Bang qui delineato non funzionerebbe. In particolare, il quantitativo di elio prodotto nel Big Bang non corrisponderebbe a quello osservato nelle stelle più vecchie, formatesi non molto tempo dopo il Big Bang stesso.Le grandi teorie unificate prevedono quindi che, nelle prime frazioni di secondo della storia dell'universo, dall'energia primordiale si sia generata una grande quantità di un qualche altro tipo di materia (chiamata appunto materia oscura, o anche materia esotica). Questa materia potrebbe essere oggi concentrata nei buchi neri, nei neutrini (se si scoprisse che sono dotati di massa) o in esotiche particelle elementari di massa enorme, dette WIMP (Weakly Interacting Massive Particles), che interagirebbero con la materia unicamente attraverso la forza debole. La più importante conseguenza di ciò è che, quando l'universo emerse dal Big Bang e la materia ordinaria e la radiazione si disaccoppiarono, le irregolarità nella distribuzione di materia oscura nello spazio generarono enormi addensamenti gravitazionali che rallentarono il movimento delle particelle di materia barionica. Ciò avrebbe permesso la formazione di stelle, galassie e ammassi di galassie, e spiegherebbe il modo in cui gli

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ammassi di galassie sono distribuiti nell'universo attuale, in una struttura "schiumosa" che consiste di superfici e filamenti avvolti intorno a bolle scure.La convergenza di fisica e cosmologiaIl modello qui descritto della nascita dell'universo poggia su evidenze certe, sebbene alcuni aspetti, relativi in particolare alle modalità di formazione delle galassie, siano ancora non compresi. Esso costituisce un punto di incontro tra la fisica teorica delle grandi teorie unificate, a cui si devono la teoria dell'inflazione e quella della materia oscura, e la cosmologia, che ha accolto tali teorie applicandole all'interpretazione dell'universo nel suo complesso. Le attuali misurazioni della temperatura della radiazione cosmica di fondo permettono di risalire alla temperatura dell'universo al tempo della nucleosintesi, e di stabilire che il 25 % della materia nelle stelle più vecchie è costituito da elio; un dato, questo, confermato dalle osservazioni sperimentali. Inoltre, l'aspetto dettagliato delle "increspature" della radiazione di fondo, rilevato dal satellite COBE, rivela gli effetti della presenza della materia oscura, che avrebbe assunto il predominio gravitazionale su quella chiara entro poche centinaia di migliaia di anni dal tempo iniziale dell'universo e si sarebbe distribuita nel cosmo in una struttura corrispondente all'attuale distribuzione di galassie "chiare" a grande scala. E' proprio la corrispondenza tra la comprensione della fisica delle particelle (il mondo dell'infinitamente piccolo), acquisita attraverso esperimenti condotti sulla Terra, e quella della struttura dell'universo in espansione (il mondo dell'infinitamente grande), sviluppata grazie alle osservazioni astronomiche, a convincere i cosmologi che, se pure rimangono dettagli da risolvere, il quadro di cui si dispone oggi sull'origine dell'universo è sostanzialmente corretto. Inizialmente la Terra era un ammasso di materiale tenuto insieme dall'attrazione gravitazionale. I materiali più pesanti lentamente sprofondarono verso il centro e formarono il nucleo, mentre quelli più leggeri costituirono il mantello e la primitiva atmosfera. Lo strato più superficiale, col progressivo raffreddamento, formò la crosta. Quando la temperatura superficiale della Terra scese sotto i 100°C, il vapore si condensò e cadde sotto forma di pioggia formando gli oceani. Nelle acque si formarono molecole sempre più complesse e comparvero i primi esseri viventi: alghe verdi microscopiche che si nutrivano di anidride carbonica e producevano ossigeno. L'atmosfera si arricchì di ossigeno e consentì lo sviluppo di nuovi organismi viventi; l'evoluzione poi, seppure in modo lento ma progressivo, ha portato a tutte le forme di vita oggi esistenti. Lo strato più esterno della Terra detto litosfera, non è uniforme bensì suddiviso in numerosi frammenti, detti placche che sono in continuo movimento perché poggiano

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sulla parte sottostante del mantello, chiamato astenosfera, formato da materiali semifluidi. TerraTerzo pianeta del sistema solare, in ordine di distanza dal Sole; è l'unico pianeta conosciuto che ospiti forme di vita.Poiché la superficie terrestre presenta curvature diverse, la forma della Terra non è identificabile con quella di un solido geometrico definito. Trascurando i rilievi e le irregolarità superficiali, essa può essere approssimativamente ricondotta a quella di un ellissoide di rotazione, cioè alla figura geometrica che si ottiene facendo ruotare un ellisse intorno al suo asse minore. Calcoli recenti, basati sulle perturbazioni delle orbite di satelliti artificiali, hanno mostrato che la Terra presenta una forma leggermente piriforme: la differenza tra il raggio minimo equatoriale e il raggio polare (distanza tra il centro della Terra e il Polo Nord) è di circa 21 km, inoltre il Polo Nord "sporge" di circa 10 m, mentre il Polo Sud è depresso di 31 m. Moto La posizione della Terra nello spazio non è fissa ma è il risultato di una complessa serie di moti che avvengono con caratteristiche e con periodi differenti. Insieme alla Luna, il nostro pianeta orbita intorno al Sole, a una distanza media di 149.503.000 km e con una velocità media di 29,8 km/s, compiendo una rivoluzione completa in 365 giorni, 6 ore 9 minuti e 10 secondi (anno sidereo); la traiettoria è un'ellisse di piccola eccentricità, pertanto l'orbita è quasi circolare con una lunghezza approssimativamente uguale a 938.900.000 km. Inoltre la Terra è interessata anche da un moto di rotazione intorno a un suo asse, che avviene da occidente a oriente, cioè in senso inverso rispetto all'apparente moto del Sole e della sfera celeste, e si svolge con un periodo di 23 ore, 56 minuti e 4,1 secondi (giorno sidereo).La Terra segue il moto dell'intero sistema solare e si muove nello spazio a una velocità di circa 20,1 km/s nella direzione della costellazione di Ercole; inoltre partecipa al moto di recessione della galassia e insieme alla Via Lattea si sposta verso la costellazione del Leone.Oltre a questi movimenti principali, ve ne sono altri secondari, tra i quali la precessione degli equinozi (vedi Eclittica) e le nutazioni. Queste ultime consistono in una variazione periodica dell'inclinazione dell'asse terrestre, dovuta all'attrazione gravitazionale del Sole e della Luna. Composizione La Terra può essere divisa in cinque parti: l'atmosfera, gassosa; l'idrosfera, liquida; la litosfera, il mantello e il nucleo, in gran parte solidi. L'atmosfera è il guscio gassoso che circonda il corpo solido del pianeta: benché abbia uno spessore di oltre 1100 km, circa la metà della sua massa è concentrata nei primi 5,6 km.

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L'idrosfera è lo strato d'acqua che, sotto forma di oceani, copre approssimativamente il 70,8% della superficie del globo. La litosfera, che consiste principalmente della fredda e rocciosa crosta terrestre, si estende fino a una profondità di 100 km. Il mantello e il nucleo costituiscono l'interno del nostro pianeta, e in essi è concentrata la maggior parte della massa.L'idrosfera comprende gli oceani ma anche i mari interni, i laghi, i fiumi e le acque sotterranee. Gli oceani hanno profondità media di di 3794 m, circa cinque volte l'altezza media dei continenti, e massa approssimativamente uguale a 1.350.000.000.000.000.000 (1,35 × 1018) tonnellate, cioè circa 1/4400 della massa totale della Terra.Le rocce della litosfera hanno densità media 2,7 volte maggiore rispetto a quella dell'acqua e sono quasi interamente costituite da undici elementi, che complessivamente rappresentano circa il 99,5% della loro massa. Il più abbondante di essi è l'ossigeno (che rappresenta circa il 46,60% del totale), seguito da silicio (circa il 27,72%), alluminio (8,13%), ferro (5,0%), calcio (3,63%), sodio (2,83%), potassio (2,59%), magnesio (2,09%), titanio, idrogeno e fosforo (complessivamente in quantità minori dell'1%). Inoltre sono presenti tracce di altri elementi quali carbonio, manganese, zolfo, bario, cloro, cromo, fluoro, zirconio, nichel, stronzio e vanadio. Queste sostanze si trovano nella litosfera sotto forma di composti chimici e difficilmente si rinvengono allo stato elementare.La litosfera comprende due gusci, la crosta e il mantello superiore, che sono divisi in una struttura a placche tettoniche delimitate da margini costruttivi, dove si ha formazione di nuovo materiale litosferico, distruttivi, dove si manifestano processi di subduzione (dorsali oceaniche) o conservativi, caratterizzati da faglie trasformi lungo le quali si ha scorrimento tra stati di litosfera adiacenti; alcune zolle sono delimitate da una combinazione dei tre tipi di margini.Esistono due tipi di crosta, che differiscono sia per la natura e la struttura delle rocce che li costituiscono, sia per l'età, sia per il livello medio della loro superficie. La crosta continentale comprende la piattaforma continentale e parte dell'adiacente scarpata continentale ed è composta da rocce magmatiche, metamorfiche e sedimentarie di composizione chimica media simile a quella del granito e di età estremamente variabile: le rocce più antiche, formatesi circa 4 miliardi di anni fa, sono affiancate a rocce molto giovani. La crosta oceanica costituisce invece la base dei bacini oceanici e presenta una struttura a strati molto regolare: sotto uno strato di sedimenti di spessore relativamente ridotto si trova uno strato di rocce basaltiche (vedi Basalto), seguìto a maggiori profondità da uno strato di gabbro. L'età di queste rocce non è maggiore di 190 milioni di anni.Il livello medio della superficie della crosta continentale

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supera di oltre 4000 metri quello della crosta oceanica, benché i rilievi e le depressioni oceaniche costituiscano solo una piccola percentuale delle terre emerse e dei fondi oceanici. Secondo una classificazione dovuta al geologo tedesco A. Wegener e ora quasi completamente abbandonata, la crosta terrestre è costituita da una piattaforma superiore di sial (dalle iniziali di silicio e alluminio), costituita da rocce a composizione granitica, che "galleggia" su uno strato denso di sima (da silicio e magnesio), formato essenzialmente da basalti. Secondo questa teoria le rocce sialiche costituiscono i continenti mentre quelle simatiche affiorano sui fondi oceanici.Il mantello superiore è separato dalla crosta soprastante da una discontinuità sismica, detta Moho, e dal mantello inferiore da una zona più plastica, nota come astenosfera. Il mantello superiore, scivolando lateralmente sulle rocce parzialmente fuse dell'astenosfera, spessa 100 km, permette la deriva dei continenti e l'espansione dei fondi oceanici.Il mantello si estende dalla base della crosta fino a una profondità di circa 2900 km. Eccettuate alcune zone, come l'astenosfera, è solido e la sua densità aumenta con la profondità, variando tra 3,3 e 6. Il mantello superiore è composto da silicati di ferro e magnesio, ed è rappresentato significativamente dal minerale olivina; la parte inferiore consiste, probabilmente, di un miscuglio di ossidi di magnesio, silicio e ferro organizzati in strutture cristalline capaci di sopportare condizioni di temperatura e pressione elevate.La transizione tra il mantello e il nucleo è segnata da una superficie di discontinuità sismica, nota come discontinuità di Gutenberg. Gli studi sismologici mostrano che il nucleo ha un guscio esterno costituito da materia fluida, spesso circa 2225 km, con densità media 10. I risultati delle ricerche evidenziano che la sua superficie esterna ha depressioni e picchi che si formano probabilmente dove il materiale caldo sale verso l'alto. Al contrario, il nucleo interno, che ha un raggio di circa 1275 km, è solido. Si pensa che entrambi gli strati del nucleo siano composti di ferro, con una piccola percentuale di nichel e di altri elementi. La temperatura nel nucleo interno è valutata in circa 6650 °C e la densità media è stimata intorno a 13. Flusso interno del calore L'intenso calore che proviene dal nucleo viene continuamente irradiato verso l'esterno, attraverso i vari gusci concentrici che formano la parte solida del pianeta. La fonte di questo calore è probabilmente nel decadimento degli isotopi radioattivi di elementi come l'uranio, presenti negli strati rocciosi del nostro pianeta. Le correnti convettive che si generano nel mantello sono responsabili della deriva dei continenti e forniscono sia rocce calde e fuse al sistema mondiale delle dorsali oceaniche

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(vedi Oceani e Oceanografia) sia lava, che fuoriesce dai vulcani sulla terraferma. Età e origine della Terra I metodi di datazione basati sullo studio dei radioisotopi hanno consentito agli scienziati di stimare l'età della Terra in 4,65 miliardi di anni (vedi Metodi di datazione). Benché le più vecchie rocce terrestri datate in questo modo non raggiungano i 4 miliardi di anni, alcune meteoriti, che sono simili geologicamente al nucleo del nostro pianeta, risalgono a circa 4,5 miliardi di anni fa e si ritiene che la loro cristallizzazione sia avvenuta approssimativamente 150 milioni di anni dopo la formazione della Terra e del sistema solare.Il nostro pianeta, dopo essersi originato dalla condensazione delle polveri e dei gas cosmici per effetto della gravità, era probabilmente un corpo quasi omogeneo e relativamente freddo, ma la continua contrazione del materiale produsse un riscaldamento, al quale contribuì senza dubbio la radioattività di alcuni elementi chimici. Nella fase successiva della formazione, l'aumento di temperatura determinò un processo di parziale fusione del pianeta, provocando la differenziazione in crosta, mantello e nucleo: i silicati, più leggeri, si portarono verso l'alto, formando il mantello e la crosta, mentre gli elementi pesanti, soprattutto ferro e nichel, sprofondarono verso il centro formando il nucleo del pianeta. Contemporaneamente, a causa delle eruzioni vulcaniche, gas leggeri venivano immessi di continuo dal mantello e dalla crosta. Alcuni di questi gas, principalmente anidride carbonica e azoto, vennero trattenuti dalla Terra, per effetto della gravità, formando l'atmosfera primordiale, mentre il vapore acqueo condensò dando origine ai primi oceani. Uno dei più grandi ricercatori del XVIII secolo, Georges-Louis leclerc, più comunemente chiamato conte di Buffon, fu il primo a sostenere l'ipotesi che la Terra fosse stata abitata da organismi animali e vegetali diversi da quelli esistenti oggi; concetti che lo studioso descrisse nella sua opera Histoire Naturelle. Queste sue ipotesi provocarono il disappunto della Scienza Ufficiale, che lo costrinse a ritrattare tutto quello che era in contrasto con quanto narrato dalla Bibbia. Lo studioso però ostinatamente continuò i suoi studi ed alcuni anni più tardi arrivò a pubblicare un libro in cui si parlava dell'età della Terra. In quest'opera si affermava che la crosta terrestre si era trasformata nel tempo e con essa era cambiato anche il clima; nel libro si ipotizzava inoltre una parentela dell'uomo con gli animali. Dalle ipotesi di Buffon, in netto contrasto con la teoria della immutabilità, secondo la quale dall'origine della vita in poi nulla era cambiato, hanno preso vita le teorie dell'evoluzione, i cui più autorevoli sostenitori furono Lamarck e Darwin.

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Secondo le teorie evoluzionistiche il mondo e gli esseri viventi cambiano nel tempo attraverso un processo che è iniziato qualche miliardo di anni fa e che continua tutt'ora. Un esempio evidente, a sostegno di queste teorie, è costituito dal cormorano delle Galapagos che ha rinunciato al volo, scegliendo, per catturare le prede, costituite da pesci, di immergersi; ebbene le ali di questo uccello si sono, a differenza di quelle dei cormorani delle altre parti del mondo, atrofizzate; tra qualche milione di anni vedremmo un nuovo animale e stenteremmo a riconoscerne il progenitore.Fra le teorie formulate in merito all’origine della vita sul nostro pianeta, quella che trova più credito sostiene che i primi composti organici (tra cui gli amminoacidi, componenti delle proteine) si sono formati circa 4 miliardi di anni fa da sostanze inorganiche. Le condizioni terrestri di allora erano ben diverse da quelle attuali: violenti sconvolgimenti geologici "modellavano" la Terra, l’atmosfera conteneva metano, ammoniaca, anidride carbonica e azoto. I fulmini fecero reagire questi gas e favorirono la formazione spontanea di proteine. Essendo più pesanti dell’aria, le proteine precipitarono in mare; la loro concentrazione divenne così alta da formare quello che è definito un brodo primordiale. A stretto contatto l’una dell’altra le proteine dettero origine a molecole sempre più complesse, fino a che un loro gruppo riuscì a riprodursi. Sarebbe così comparsa la prima forma di vita (alcuni scienziati sono dell’opinione che le forme di vita sono arrivate dallo spazio; in alcuni frammenti di meteorite sono state, infatti, rivenuti amminoacidi e batteri). I più antichi fossili (resti d’organismi animali e vegetali vissuti nelle epoche passate) sono stati trovati in Australia: alghe azzurre e batteri, la cui età risale circa 3.500 milioni d’anni fa. *Recentemente, nel novembre 2009, sulla rivista Geochimica et Cosmochimica Acta è stato pubblicato un lavoro del team della Nasa McKay, così chiamato dal nome del professore che lo dirige, in cui si da atto che sulla Terra sono stati reperiti decine di meteoriti espulsi dal pianeta Marte nel corso del tempo ( da 4,500 mld a 1,300 mld di anni ) entro i quali sono stati reperiti batteri in forma di fossili molto simili a quelli terrestri.Le alghe azzurre sono organismi capaci di produrre il proprio nutrimento dall’energia solare (organismi autotrofi). Questo processo chimico, noto con il nome di fotosintesi clorofilliana, da due miliardi d’anni fa, ha consentito la produzione d’ossigeno, fino allora assente nell’atmosfera primordiale. Quasi tutti i batteri, al contrario, non riescono a produrre da soli il proprio nutrimento (organismi eterotrofi). Fin dagli inizi pertanto si svilupparono due diverse forme di vita: quella autotrofa che ha condotto alle piante e quella eterotrofa che invece sfocia negli animali.

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Circa un miliardo di anni fa comparvero alcuni tipi di cellule che per riprodursi si accoppiarono: nacque la riproduzione sessuale. Per quasi tre miliardi gli organismi furono unicellulari: i primi esseri pluricellulari erano assai semplici e primitivi. Soltanto 570 milioni d’anni fa da organismi pluricellulari invertebrati si sviluppano i pesci e da pesci capaci di camminare sulla terraferma e di respirare l’ossigeno atmosferico si originano gli anfibi; da quest’ultimi si procede verso i rettili; il passo successivo conduce agli uccelli ed a mammiferi. Il puzzle si completa con la comparsa e l’evoluzione dei Primati. A questi ultimi concetti, da cui traspare il pensiero evoluzionistico, di trasformazione cioè degli individui che ha condotto a forme via via sempre più complesse, per secoli ha fatto da contraltare il dominio dell’idea dell’immutabilità delle specie viventi a partire dalla loro Creazione.La storia dell’uomo iniziò 65 milioni di anni fa con i piccoli mammiferi che vivevano sugli alberi e si nutrivano di insetti. La vita arboricola favorì lo sviluppo di caratteri come le dita prensili, la vista stereoscopica (per valutare la distanza fra un ramo e l’altro), la velocità dei riflessi e il cervello più sviluppato. L’evoluzione di questi caratteri portò alla nascita di nuove specie viventi come le scimmie, che costituiscono l’ordine dei Primati. Circa 20 milioni di anni fa il clima cambiò, le foreste vennero sostituite dalle savane; molte furono le specie di scimmie che iniziarono a vivere in terra.Da una di queste specie, il ramapiteco, probabilmente, derivò l'uomo. Nel nuovo ambiente l’evoluzione portò alcune specie di primati a camminare sulle gambe posteriori; questo consentì di avere gli arti anteriori liberi per catturare la preda. In Africa sono stati rinvenuti resti di specie di scimmie che camminavano in modo eretto; questa specie, detta Australopiteco, era alto metri 1,50, pesava 30 chilogrammi ed aveva un cervello di 400 cm3 . Due milioni di anni fa fece la comparsa un primate capace di fabbricarsi strumenti di pietra; questo primate, è detto Homo habilis («uomo abile»). Un milione e mezzo di anni fa comparve una nuova specie, più grande dell’Homo habilis, che costruiva strumenti in pietra migliori e che conosceva l’uso del fuoco; questa nuova specie è detta Homo erectus («uomo che sta dritto»). Le sue dimensioni erano simili a quelle dell’uomo moderno, solo il cervello era di poco più piccolo, circa 1200 cm3 . L’Homo sapiens, cioè l’uomo sapiente, comparve sul nostro pianeta circa 400.000 mila anni fa. Il primo tipo di Homo sapiens, l’uomo di Neanderthal (dal nome della località tedesca dove sono stati ritrovati molti suoi resti), era molto peloso, quindi adatto ai climi freddi; si estinse circa 30.000 anni fa, quando il clima divenne più caldo.

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Il secondo tipo è l’Homo sapiens sapiens, o semplicemente Homo sapiens; i suoi resti fossili risalgono a 35.000 anni fa, è tutt’oggi vivente e costituisce il genere umano. Per concludere, l’evoluzione dell’uomo, può essere suddivisa in due parti: dal ramapiteco all’Homo habilis, abbiamo un’evoluzione soprattutto fisica; aumenta il peso, cambia la forma degli arti e il modo di camminare. Dall’Homo habilis all’uomo moderno la forma fisica cambia pochissimo, l’evoluzione riguarda soprattutto l’espansione del cervello, è quindi di tipo mentale. Il primo a sostenere da parte dell'uomo, ma anche degli altri mammiferi, la discendenza da un antenato comune, fu C. Darwin; per queste sue teorie, lo scienziato subì aspre critiche dalla maggioranza dei naturalisti del suo tempo.* Notizie reperite sulla stampa dall’autore de All’Angolo

  

 

  

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Inserito da Manuela il Gio, 25/02/2010 - 11:51. # ...è che ci piace farci del male baci

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 Inserito da taglioavvenuto il Mer, 24/02/2010 - 20:31. # lo so tanto cara prin, è un'utopia. intanto ti ringrazio, ma è che ho necessità di buttar via qualche chiletto all'approssimarsi della primavera, e siamo già a fine febbraio. fra l'altro non dispero, non certo di risolvere i dilemmi, ma di essere consigliato e corretto ogni volta occorra reperire un' ulteriore fonte di informazione atta ad allargare il panorama pur mantenendo la focalizzazione, e commentarla.si torna a squola, evviva! ma chi ce lo fa fare?

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Inserito da Manuela il Mer, 24/02/2010 - 15:26. #

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Si Prin (non sono Gabriele ma rispondo), l'insegnante ha l'aula e i libri, le dispense, anche gli studenti. Noi vorremmo tentare di dare una mano raccogliendo materiale (nel mare c'è di tutto, selezionare e sintetizzare riduce a disperdere le forze). Gli interventi possono servire a dare diverse visioni e diversi punti di vista, in base a questi si diversificano le ricerche. Poi si arrangia lui (Taglio) che la bella idea ha avuto e mò pedala :)  Per Gabriele: fai come pensi sia da fare, noi ti seguiamo con curiosità e benevolenza ehehheh ciao, Manuela

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