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INSENATUREINSENATUREINSENATURE

GIAN PAOLO BENINI

al mio papà

Gian Paolo Benini

Insenature(poesie 2014/2017)

InsenaturePoesie di Gian Paolo Benini© Gian Paolo Benini [email protected] i diritti riservati

Prima edizione in e-book:© [isnc]edizioni – settembre 2017Realizzazione editoriale a cura di:[email protected]

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1 agosto 1980

è piovuto a Ferrara. Ieri. Al telefono Anna Maria si era lamentata “Ho dovuto spazzare acqua tutto il pomeriggio. Vedrai i tuoi libri come sono ridotti”. Controllo a caso alcuni volumi. La “Scienza nuova”, un volume scuro, ingiallito, ma integro. Lo sfoglio. In una delle prime pagine il mio nome e una data: 1980. Tra le mani mi scivola un foglio accuratamente ripiegato. è un verbale di contravvenzione. Venti luglio 1980, oblate 2.000 lire perché “trasportava altro passeggero su un ciclomotore non idoneo”. Un brivido mi percorre e resto lì a leggere quelle parole, mentre vedo un’auto avvicinarsi, sento il rumore del suo paraurti, poi mi ritrovo a terra, Anna Maria che mi chiama e dice ” Mi sono rotta una gamba”. L’ambulanza, l’ospedale, i carabinieri, l’operazione a Bologna.

Primo agosto 1980. ”Domani la dimetteremo. Ci sarà solo da avere molta pazienza e fare bene la rieducazione”. Mi incammino verso la stazione.

è sera, non ricordo il perché, ma quel giorno non avevo preso l’auto per andare all’ospedale. Mi siedo nella sala d’aspetto di seconda classe e dalla borsa tolgo “Aut-aut” e comincio a leggere. Cerco di guardare l’ora, ma il mio orologio non c’è, si è rotto durante l’incidente. Alzo gli occhi verso quello della sala, le 19, tra venti minuti partirà il mio treno, tra venti giorni sarà il mio ventesimo compleanno, tra 15 ore tutto questo non esisterà più.

I miei vent’anni si aprivano con un’esplosione il cui eco non sarebbe mai cessato.

Gian Paolo Benini

“Se l’inseguitore del mio amico mi chiede dov’è fuggito quest’ultimo,

gl’indicherò certamente una pista sbagliata.”

Max Stirner, L’unico e la sua proprietà(traduzione di Leonardo Amoroso)

Gian Paolo Benini, Insenature | 9

Insenature

Un vetro sporcole note di una trombale luci dietro a quel vetronon sprecate tempova bene così.

Gian Paolo Benini, Insenature | 11 10 | e-book [isnc]edizioni - settembre 2017

Apparente distanza

Leggerezza sicilianaspirito che si liberametropolitane lontanespazio di finestredi balconiStrade che salgonociottoli che rotolanoa valleScoperte, caos, bellezzaparoleIntuizioni che ricamanoil tempo.Lentamente, intelligentemente. Scicli, dicembre 2014

Inside Scicli

Disegnatracciaun circolettorossoDisegnatracciaun circolettorossointorno alla mia testaEvidenziamiDisegnamiColoramiIlluminail mio visoRendimi unicopixel tra i pixelModificamiCondividimiRestringimiMi.

Inside Scicli, 2014


Noiche abbiamolo sguardo di Lord JimNoiche respiriamoogni giornovapori di nebbiaNoiche la matitain mano l’abbiamosempre avutaNoiche abbiamoocchi per vedereorecchie per ascoltarequaderni da riempireNoiche abbiamodiscusso, parlatoe discutiamoe parliamoa volte decidiamoNoiche sappiamo a chi dobbiamo

la nostra libertàe che per essa continueremo a lottareNoi ai quali la propriavitanon basta maiNoiche il cielonon è solosopra BerlinoNoi che le piazzele percorriamosenza marciareNoi Io con NoiVi devo guardarenegli occhiper trovarelo sguardo che cercoVi devo guardarenegli occhiper trovare Lord Jimallora e per questo saremo Noi.

Lord Jim Basse donne dalle gonne colorate

Respirando aria toccando gemme chiedendo ascolto Perdersi il forse uscito da bocche sconosciute pretese abbreviazioni storpiaturelacrime e sanguinanti tronchi Avvistamenti di vele di gnomi di basse donne dalle gonne colorate orli sfilacciati attraenti geometrie fruscianti Senza ansie distanti camminano incrociando le scie Seguo ciò che di loro mi cattura la loro essenza il profumo dell’acqua.


Tra le righe

Lo spostarsitra le parolerende difficileil camminole alipotrebbero servireil vento amicopotrebbe aiutarela stregasussurra incantesimiche in quell’ariasi disperdonosono ancora paroleparole che fan girare il capoche riportanotra le righe.

Si trattadi una matitae un fogliodi una matitae di un foglioSi trattadi piccole modifichetrasformazioniabili genialisotterfuginon ci sonospiaggee tramontitutto avvieneper sostituzionelungo un viale senz’alberil’ombra faticae si nascondeL’origineè chiarasolo a chi

capace di ricordarenarrasenza fermarsisenza timorie i draghii mostridi un tempodivengonoeterninel raccontoAnch’essimodificativivonomuovendosicambianoNon ci sonostorie senzainizioma ci sonovitesenza fine.

Laplace


Il balcone di Biagio

Tu cosa?ColoriTu cosa?ProfumiTu cosa?Gemme e un balconeUn bacio sulla sogliadell’asilopoi si torna indietroe sono abbracci alle gambei suoni sfumanoil cielo risplendei chiodi possono aspettareil legno respirarequelle gemme chiedonoun altro sguardo, un altro gionoprima di sbocciareil balcone è bianco, irraggiungibilesi può solo indicare con un ditoGli passi sottoed è già sparito.

Una serieche convergeprivase stessadel tempo futuroIo adoro sentir dire “sarò”E i gradini da salire,nella loro immensitàtendono a zeronella mia nella suagrandiosaCocchità.

Gianpo - live at Wilson - FerraraFebbraio 2015by the way. By Cocca and me. And by Αθήνα and me

Cocca


Trasparenteper so nal men temi sentospazio vuo totra spa reuno sforzoappare una gocciadi sudo re la vo ra reed essere trasparenteesistereun attimo negli occhidella genteve lo ce men tetra le stelleve lo dissiche non si addiceall’uomodi esserecon si sten te.

è notte. Sono a Settimo Torinese, sul telefono un messaggio in ingresso.Paola. Rispondo.Ti ho sentito suonarementre eriarrabbiatoTi ho sentito suonarementre erifeliceTi ho sentito suonareTi ho visto viveree mi è piaciuto.

BrunoSenza titolo


Sky o delle vele di Portovenere

Radioso esempio ramoso esempio liroso, iroso, irsuto circuitato spasimo riposto esilio nascita concordata ripristino di scoglio aspro intelligente divenire spreco non arrotondato maniera speciale trovate specie immortali e immortali noie riprese tenui su fondali esigui la presa non funziona io resterò in poltrona quindi non esci? con difficoltà cantando forse egli mi morse linea punto punto linea sì forse escouscirò.

in memoria di Sky, skipper - Tra Milano e il sogno

Eppure qui rimaniUn tempo diversoPossa fluireCome brezza tra i tuoiCapelliAsfalto lontanoOdori e rumoriChe dimentichiOcchi socchiusiChe non accettano.

Asfalto lontano


L’oltre

L’oltreresta a guardareusa la lucecome uno scivolosdoppiare il gioconon è che l’inizioL’oltreesplora tutte le possibilitànon rimuginanon rifletteusa la lucecome un pianoappoggia sui raggile proprie considerazioniL’oltrediviene sabbiapoi acqua, poi schiumadiviene barbae tra i pelisi accucciain attesa.

Aprendo le porte al mondonel ruggito mi ascoltoe spingoil cuoreil cuoreoltre, oltrefino alfogliosuccessivosino alla tela bianca che rossa si attende di diventare.

Ruggire


Sei ore

Il mio sguardosi posa.Il sonno si coloradi parole.Risposte inattesemi attendono.Ore di possibilitàil pianto è lontano.Sei ore.

Intornoil silenzioprovocatodall’assenzaricordofrasi inaspettateascoltate solo ieriche fanno riemergeresensazioni, rossoridi un’altra epocaè il potereche hai su di mee che è bellolasciaretra le tue dolcimani di donna.

Le tue mani


La borsetta

Delicati pensierisuscitimentresotto l’ombrellocamminiverso la fermatala cittàche si svegliati si offree tu a leidoniun sorrisotolto dalla borsettadei tuoi sogni.

Calpestaiil mio passatoquesta mattinanon acquama coloririmaserosotto le scarpeguardai la sciaper un attimopoi ripresi il cammino.

Senza titolo


Intensità mediate

Partiche si spezzanonel temposuoni e immaginiche sembranosvaniredietro gli occhialidentro gli occhilungo i nerviil cuorenel suo pulsarenel suo far correrericompone la lucetornano gli oggettisembrano cose e sono vibrazionicaldeestasianti illuminazionisguardi meravigliosiche accarezzano.

Dove siete lampi? L’attesa rende inutile questo tavolo queste sedie L’attesa crea disegni l’attesa sposta lo sguardo Dove siete lampi? Il muro si sporge la strada si piega l’erba smette di odorareL’attesa mette le cose in chiaroSpettava a voi questo compito sublime.

Dove siete lampi?


Stato quanticoLouis dedicated

Lasciaisull’Arbatogni remoraCamminandocalpestandoun selciato ignotocominciai a pensaree in quel pensieromi sciolsicome Giacomocome Massimocome Anna Mariatornaie poi fui Micolfui cannocchialee stella fui la luce in un obbiettivofui un’anziana coppiache gustava un gelatofui la tenda verdeche li proteggeva dal soleE tutto questo accadde o megliosi predispose per divenirelì sull’Arbat.

Faticosamente issatosifino all’orizzontedegli eventisi tolse il cascoe chiese a bassa vocebassissima vocese intornonel rimettere a postole cosenel rassettaresi fosse trovatoun cuore.Certo che sìè tra i sacchi in fondoal corridoioTra i sacchi? Si dentro intornoa quei sacchilo potrai trovareperché non son sacchima cuori che cercano altri cuoriper riempiremigliaia e migliaiadi ore di attesa.

L’orizzonte degli eventi


Dani

Nulla e poi tutto poi ancora acqua e fuoco e cerchi da attraversarecome saie come nessuno ti insegnòmaiFate aprite il cestodei desiderine abbiamomille e milleabbiamo chitarre da accordaree cuorida ascoltarerestate con noi.

In balia della gravitàmi accorgo d’esserela supposta libertàdiviene inquietudinel’esperimento è fallitoresidui sul tavoloe nel cuorepesante la testacorto il respirotolti gli occhialimi sdraio la risultanteha avuto la meglio.

La risultante


Punto di vista

Punto di vistacon vista mareorizzonti lontaniasintotici, indefinitilembi di cieloche sostanoper un attimosulla retinapoi spentisi ritraggonoe si aggiungonoalla cenere.

Nullaripresee si misein ascoltonulla e si rimisein camminocomee non seppe rispondereal ritorno si ascoltòe decise che no non sarebbe tornato.

t=∞


Respiri e sospiri

La faccia tra le manii palmi che stringonogli zigomiuno scheletroun inutile teschioappena sottola superficienel piatto rosse le ciliegie riposanoa coppietutto apparein ordine perfettosolo questo stringerecontinua a sconvolgere l’universo.

Raccoglieree poi scioglierel’enigmanel palmo della manoo rovistandoalla ciecanelle tascheaffidarsi al tattoal lato mattoal fluire elettricodelle sensazioniin attesadel battitoche accelerandoruberàla scenaal mondo.

Santhià


Circonferenza ovvero dal centro spesso accade di non vedere e di non capire

Meteoresature di gocce d’acquapioggia di meteorepioggia di goccepozzangherecraterifumovaporemodello la cretadi questa mia vitaascoltando in cuffiail rumore del tuonoe le esalazionil’umiditàche mi circondanomi allontanano nel contempoda quel mondocosì ben riprodottoche mi riempie il cervello.

Spazio, speziaridondanti motivisacchi pieni di notesentieri delle cinque, mille terrecalma c’è il caruggioda risalirec’è Byron da salutarela notte alle duemantello nel ventoe piedi sugli scoglianche lui accennaun salutonon ci tuffiamoresto a guardareun mantelloche si serrae se ne và.

Portovenere è ancora vivaLuca è ancorasulla portalungo il caruggiolo spettro ci raggiungeparla, raccontarestiamo sulle scalein molti ad ascoltarepoi la pendenza come ogni notteriprende consistenzachi scende verso la piazzachi sale fino alla chiesaPortovenere si quetasolo il Lord solitario riprende a camminare.

Lo spettro di Byron


Spazio elettrico

Il saettaredi una lucel’orizzonteche appareper un attimol’aria intorno che si fa ancorpiù caldail pensieroche vorreinon arrivaresta l’ansiadel non dettodel non pensatoresta la possibilitànei pugni strettinelle mani che dolgono.

Catania – 13 maggio 2017

Il pratorimase stupitol’andare era quellodi un moribondosotto le suolel’erba si piegavasi strappavatasche piene di oggettistraripanti di carteinutiliil capo copertoda un cappellola visiera sugli occhilo sguardo di latoil buio nel cuorerespiravae sembrava parlassedi nuovo si voltònon vi era nessunofrugò tra le cartetrovò le chiavied entròIl pratoammaccatoriprese a dormireil ricordo di quell’uomofece presto a sparire.

In a blues, blues night


Eterni lenti elettroni

Nell’attimoancora una volta nell’attimoe non è solodi lucequesto momentoci sono pietree paroleed elettronie balconidai qualisporgendosisi vede l’acquastagnantedi un Castello.

Siamo rimasti ad attendertiin orbita lunareAstolfo è ritornatosenza ampollae ci ha spezzato il cuore.

Lem

InsenaturePoesie di Gian Paolo Benini

© Gian Paolo Benini Tutti i diritti riservati

Prima edizione in e-book:© [isnc]edizioni – settembre 2017Realizzazione editoriale a cura di:

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cover design: [isnc]edizioni

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