Ins Avis N6

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dell’Avis Comunale di Torino SETTANTACINQUE I PRIMI 75 ANNI Inserto n. 6

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I PRIMI 75 ANNI DELL'AVIS DI TORINOPARTE 6

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dell’AvisComunaledi Torino

SETTANTACINQUEI PRIMI

75ANNI

Inserto n. 6

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NELL’AUGURARE BUONE VACANZEA TUTTI GLI AVISINI

BENNY RICORDAANCHE I POSSIBILI PERICOLI

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VENERDÌ 2 GIUGNO

Arrivo a Lecce previsto alle ore 11.18.Trasferimento in pullman (contrasse-gnati dagli stessi numeri che avranno lecarrozze, per cui ogni partecipante sa-prà che pullman prendere) all’Hotel Ti-ziano di Lecce (di prima categoria supe-riore), pranzo in albergocon bevande incluse (1/2minerale e 1/4 di vino.Chi ne vorrà altro dovràpagarlo di tasca sua!).

Nel pomeriggio visita inpullman a Lecce accom-pagnati dalla guida.

SABATO 3 GIUGNO

Sveglia alle 7. Prima co-lazione in albergo. Escu-sione in pullman, con gui-da, sulla costa adriatica:Otranto-Castro e S. Cesa-ria Terme. Rientro in al-

bergo per il pranzo di mezzogiorno (be-vande incluse come prima specificato).

Nel pomeriggio trasferimento in pull-man a Lizzanello e cerimonia di gemel-laggio con la locale sezione Avis “SalvoD’Acquisto” (il giovane carabiniere cheha immolato la propria vita per la sal-vezza altrui).

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Dai “trulli”ad Otranto

una simpaticagita con centinaia

di avisinitorinesi

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3 GIUGNO 1989Gemellaggio con l’Avis di Lizzanello

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La piazza di Lizzanello (in provincia di Lecce) gre-mita di avisini, di amici e simpatizzanti in occasio-ne del gemellaggio tra l’Avis comunale di Torino ela sezione di Lizzanello

Le autorità locali e i rappresentanti torinesi sul palco appositamente allestito dagli avisi-ni di Lizzanello. Sullo sfondo i simboli della ridente località pugliese: cielo e mare az-zurri, sole, piante di olivo, fichi d’India e i caratteristici trulli

I due presidenti, Fisso e Santoro, stanno per sug-gellare il patto di gemellaggio fra le sezioni avisi-ne di Torino e di Lizzanello

I nostri fedelissimi animatori di ogni manifestazio-ne avisina (Maccagno, Lovaglio, Marino e Cerri)fotografati con Domenico Santoro. A loro e aquanti hanno collaborato per la splendida riuscitadel gemellaggio vanno i più sentiri ringraziamenti

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Sandro Fisso ringrazia i leccesi perl’invito e la calorosa accoglienza einvita la popolazione ad unirsi allaschiera degli avisini. Il presidenteSantoro ci ha informati che in occa-sione del prelievo collettivo effettuatoa Lizzanello tre settimane dopo il ge-mellaggio sono state raccolte 22unità di sangue, di cui 20 da nuovidonatori. Un successo!

La pergamena ricorda il gemellaggio del 3 giugno 1989

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SETTEMBRE 1989

Monsignor Giovanni Saldarini, arci-vescovo di Torino, visita il centro tra-sfusionale gestito dall’Avis torinese ediventato, grazie all’apporto di diri-genti, dipendenti e volontari uno deipiù moderni ed efficienti servizi tra-sfusionali a livello euro-peo. Nel corso della visitamonsignor Saldarini si èsoffermato a confortare ilgiovane Rossano Bella,leucemico, alla sua enne-sima infusione di sanguee che, nella sua “letteratestamento” prega i suoicari e gli amici di fare tut-to il possibile per combat-tere il terribile male chelo ha colpito. Cosa che haindotto il papà ad istitui-re l’ADMO, associazionedonatori di midollo os-seo, indispensabile presi-dio terapeutico per com-

battere la leucemia, che da allora ha lasua sede nativa a Villar Perosa.

OTTOBRE 1989

È deceduto la medaglia d’oro Edoar-do Brugnetta (Aldo per gli amici).

Membro del consigliodirettivo della “comuna-le” era capo depositodelle Ferrovie. Un proto-tipo dei galantuomini divecchio stampo semprepronto a dare il suo buonesempio.

È anche scomparso ilVolontario Mario Sardo,croce d’oro, pioniere dellasezione San Paolo, mem-bro del Circolo Polesaninel Mondo che ha ospita-to per anni il Gruppo Gio-vani.

Foto 1:Monsignor Saldarini

all’ingresso del centrotrasfusionale Avis

Foto 2:Edoardo Brugnetta

del direttivo

Foto 3:Mario Sardo,

crcce d’oro

Foto 4:Rossano Bella

confortato da monsignorSaldarini

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Anche l’ADMO(Associazione

donatoridi midollo osseo)

è costituita dacentinaiadi avisini

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L’onorevole Carlo Donat Cattin(scomparso poi nel marzo del 1991) giàMinistro del Lavoro è intervenuto allenostre manifestazioni avendo paroleincoraggianti per la nostra associazio-ne. Nelle fotografie lo ricordiamo men-tre consegna l’Onorificenza di Cavalie-re ad Antonio Liberti, e Enrico Tosi Be-leffi, per anni una colonnadella comunale torinese.

Sullo sfondo, con Anto-nio Liberti l’altro neo ca-valiere Ernesto Contentiper anni solerte collabora-tore, così come lo è stata lamoglie Ernestina del no-stro Sodalizio.

Foto 1:Carlo Donat Cattinsi congratulacon Antonio Liberti

Foto 2Enrico Tosi Beleffi,riceveil cavalierato dal ministrodella Sanità Donat-Cattin.Alle sue spalle un altrocavaliereErnesto Contenti

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Sempre presentile massime

autorità del paesealle

manifestazioniorganizzate

dall’Avis

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11 NOVEMBRE 1989

Discusso dai gruppi aziendali il proble-ma delle pensioni Inps decurtate.

In occasione della celebrazione dei 60anni di vita dell’Avis Comunale di Tori-no, si è svolto il convegno nazionale deiresponsabili dei gruppi aziendali di ogniparte d’Italia aderenti alla nostra Associa-zione. La stragrande maggioranza, circa100 delegati, ospitati nella sede del Circo-lo ricreativo dei dipendenti comunali dicorso Sicilia, a Torino, hanno discusso ilproblema che in sintesi riguardava la per-dita di circa 8-10.000 lire mensili per chi,negli ultimi 3-5 anni prima dell’andata inpensione, avesse effettuato due o tre do-nazioni annuali, usufruendo della gior-nata di riposo post trasfusionale previstadalla Legge 584 del 12 luglio 1967.

Difesi dagli avvocati Manlio Mazza (a-visino) e Roberto Lamacchia, i due nostriiscritti che avevano fatto causa avversi al-l’Inps, hanno avuto una favorevole sen-tenza dai Pretori di Torino. Sono seguiti

suggerimenti a tutti i Volontari che si fos-sero trovati nelle condizioni sopra espres-se, sino alla delibera del Direttivo dellaComunale che ha esteso a tutti gli iscrittiinteressati il proprio patrocinio. L’unioneha fatto, come si sperava, la forza e la leg-ge 107 del 4 maggio 1990 ha inserito al-l’art.8 la precisazione che anche i contri-buti previdenziali, che il datore di lavorodeve versare, devono essere corrispostiper tutte le giornate lavorative, compresequelle non effettuate per riposo post-tra-sfusionale di cui il datore di lavoro può ri-chiedere il rimborso all’Inps, oltre al corri-spettivo della giornata pagata al lavorato-re). È stata una grossa conquista per tuttigli avisini che è partita dalle decisioni as-sunte dal Direttivo della nostra comunale.

Con sentenza pronunciata il 30 ottobre1991 la Corte di Cassazione ha accolto ilricorso presentato dagli avvocati Mazza,Lamacchia e Ramadori contro l’Inps indifesa del Volontario Giovanni Formen-tin, operaio Fiat in pensione, iscritto allaComunale di Torino. Con ciò la vertenzaè stata praticamente conclusa.

Il segretaroGraziano Cestino

a colloquiocon il ministro Marini

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In occasione della celebrazio-ne dei 60 anni di vita dell’Avis co-munale torinese, si è svolto, in da-ta 11 novembre, il convegno na-zionale dei responsabili dei grup-pi aziendali di ogni parte d’Italiaaderenti alla nostra associazione.Sede dei lavori il Circolo ricreati-vo dei dipendenti comunali in cor-so Sicilia a Torino.

La stragrande maggioranza,per non dire quasi la totalità deigruppi era presente: circa uncentinaio di responsabili, a testi-monianza della compattezza edella vitalità di queste espressio-ni avisine operanti in aziendepubbliche e private.

I lavori del convegno sonostati diretti dal responsabile na-zionale cav. Giuseppe Battaini,presenti l’assessore regionale allavoro Giuseppe Cerchio, e l’as-sessore al lavoro del comune diTorino, Sergio Gaiotti, i qualihanno portato all’assemblea ilcordiale saluto delle rispettiveamministrazioni.

La relazione di fondo del con-vegno che aveva per tema “Soli-darietà, basta la parola?» è sta-ta tenuta da Graziano Cestino,responsabile regionale dei grup-pi aziendali Avis del Piemonte:un documento sul quale si è poisviluppato un ampio dibattito, eche qui riteniamo utile riportareintegralmente. Eccone il testo.

Solidarietà, basta la parola?Alla voce “solidarietà” i tradi-

zionali vocabolari della lingua ita-liana così si esprimono: “il sentir-si moralmente unito e solidale congli altri”, ed anche: “l’essere ob-bligato con altri al pagamento diuna somma o all’adempimento diun obbligo comune”.

Nella “Garzantina”, che è unadelle piccole enciclopedie piùdiffuse, così si legge alla vocesolidarietà: “vincolo esistentenelle obbligazioni con più debi-tori, per cui ciascuno di essi è ob-bligato, su richiesta del credito-re, a pagare l’intera somma, sal-vo restando il suo diritto di riva-lersi sui condebitori mediantel’azione di regresso”.

In un caso e nell’altro pare dicapire che ci si trovi di fronte adun debito da pagare, e che il de-

bito vada pagato a tutti e poichéNostro Signore Gesù Cristo sisforzò di insegnarci come “deb-bano essere rimessi i debiti ai no-stri debitori”, se vogliamo che anostra volta ci vengano rimessi inostri debiti, è facile intuire co-me il concetto di solidarietà siaantico quanto è antica l’umanitàe come non sia facile, visto chelo stesso Gesù Cristo è finito incroce, farlo intendere a tutti.

Solidarietà è quindi da intende-re come una mera parola e nullapiù? Nonostante che la definizio-ne di “parola” sia quella che la in-dica quale “unità linguistica dota-ta di significato”? O si vuole sofi-sticare sostenendo, come fannogli esperti di lingua moderna che iltermine “parola” debba essere so-stituito da quello di «monema»che precisa meglio il termine di«minima unità significativa diuna lingua”, così come il neutrinoha sostituito il più massiccio “ato-mo” sino a pochi anni fa conside-rato come l’ultima particella indi-visibile della materia?

Ma per “monema” che sia, iltermine “solidarietà” deve avere,a detta di tutti, un suo preciso si-gnificato. Pena il toglierlo dal di-zionario e dalle enciclopedie. Èpur vero che questo termine è sta-to maggiormente utilizzato dallagente semplice, umile, povera emolto meno, salvo le rare – ancor-ché significative – eccezioni dairicchi e dai potenti, ma è altrettan-to vero come ciascuna creatura siauguri di potere contare, nel mo-mento del vero bisogno, sulla so-lidarietà altrui. Si può morire solicome un “cane” anche con centi-naia di milioni depositati in bancao messi in cassaforte.

Più questa società progrediscetecnicamente e scientificamente,più le macchine affrancano l’uo-mo dai lavori pesanti, più si allun-ga per tutti il termine medio dellavita e meno si afferma il concettodi solidarietà umana, inteso noncome bella enunciazione di prin-cipi, ma tradotto in concrete azio-ni. Come quelle per esempio, diarrestare la propria autovetturaper soccorrere un ferito o di pren-dere le parti del più debole, sor-pattutto se donna, che sta per subi-re la violenza altrui.

Non è raro leggere sui quoti-diani, o sentire raccontare da co-noscenti, di episodi in cui l’in-differenza ha preso il posto dellasolidarietà. Per non parlare del-l’egoismo, sempre più prepoten-te, che spinge molti ad imporread altri la propria superiorità, oquella più meschina del motoredella rispettiva automobile, persoddisfare i propri capricci, nontenendo in nessun conto nemme-no i diritti altrui. Non è accorren-do sul luogo dell’incidente percuriosare e dare la propria inter-pretazione dell’accaduto che siesprime la solidarietà.

Solidarietà vuol dire fermarsiper soccorrere un ferito, per aiu-tarlo, per chiamare una ambulan-za, per fare qualcosa di concreto,almeno per coprirlo o reggergli ilcapo, fino a che sarà necessario.Solidarietà non può limitarsi adapplaudire la pubblica autoritàche si impegna a rendere efficien-ti le strutture tecniche e sanitarieper consentire i trapianti d’orga-no. Bisogna favorirequesti trapianti, se ab-biamo applaudito all’i-niziativa. E per favorirei trapianti tutti sanno, odovrebbero esserne aconoscenza, che devo-no essere disponibiliparecchie unità di san-gue compatibili conquello del ricevente.Sessanta, ottanta unitàdi sangue pare occorra-no per consentire il tra-pianto di fegato umano.

Leggiamo sui quoti-diani o apprendiamo via eteredelle gare di velocità che vengo-no mirabilmente ingaggiate, an-che con l’aiuto delle Forze del-l’Ordine, per consentire che unorgano umano espiantato in unPaese raggiunga in tempo utilel’altra nazione dove è ricoveratoil degente in attesa di trapianto.Raramente si sentono parallela-mente appelli per consentire ladisponibilità delle unità di san-gue necessario. Perché?

Perché grazie alla disponibilitàdei donatori periodici i maggioricentri trasfusionali italiani hannoscorte sufficienti di sangue uma-no ed emoderivati, anche per

Discusso dai gruppi aziendali il problema delle pensioni Inps decurtate

I donatori beffati

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Graziano Cestinoresponsabile dei gruppiAziendali Avis

L’assessore regionaleal lavoroGiuseppe Cerchio

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fronteggiare queste occasioni. Equante volte i centri delle mag-giori nostre città del nord vengo-no interpellati telefonicamente,anche di notte, dai centri di altrecittà che sono in attesa di un orga-no da trapiantare. Non fa più noti-zia il trapianto di sangue umano.Ma è indispensabile per consenti-re anche queste arditissime ope-razioni chirurgiche.

Ma quella scorta di sangueumano, tanto utile anche perconsentire i trapianti d’organo, èresa possibile dai donatori perio-dici che giorno per giorno si av-vicendano ai centri di raccoltaper compiere la loro donazionedi sangue o di plasma o di pia-strine.

Anche se qualcuno continua afar pesare il costo della giornatadi riposo post-trasfusionale chela legge 584 garantisce ai dona-tori lavoratori dipendenti. Sivorrebbe che si salassasse solonelle giornate non lavorative conil rischio, oltre a quello di nonpotere garantire la funzionalitàai prelievi se organizzati nellesole giornate festive e prefestive,di non disporre di quanto neces-sita al momento opportuno.

Certo, se si facessero percorre-re le strade cittadine alle ambulan-ze nelle sole ore notturne, questeandrebbero certamente più velocied il costo di manutenzione po-trebbe forse essere inferiore aquello attuale. Oppure basterebbegarantire la presenza dell’ambu-lanza in località dove statistica-mente succede un incidente al-l’anno nella sola settimana in cuiavverrà l’incidente stesso. Costacertamente di meno.

Quello che non riusciamo acomprendere è come, parallela-mente al calcolo del costo della

giornata di riposo post-trasfusio-nale di cui è gravata la nostra so-cietà, non si voglia considerareanche il costo degli innumerevolicongressi e delle eleganti pubbli-cazioni, inviate a migliaia di de-stinatari, che fanno pure soppor-tare alla nostra società quanti vor-rebbero annulare i benefici ap-portati dalla legge che ha sancitoil diritto al riposo post-trasfusio-nale dei lavoratori dipendenti.

Non è per questa strada che siincentiva il dono del sangue. Nélo si incentiva emanando normerestrittive sull’interpretazione de-gli articoli di legge, vedi la 584, odel relativo regolamento di attua-zione. Questo vale per la Confin-dustria, che si è a suo tempo pre-murata di avvisare i propri rap-presentanti circa l’interpretazio-ne da dare all’articolo 7 del rego-lamento di attuazione della legge584, il quale prevede come il me-dico debba certificare l’assenzadal lavoro del dipendente che si èpresentato al centro per donazio-ne, ma che non l’ha potata com-piere per contingenti motivi di sa-lute, nel senso che la certificazio-ne debba essere accetta, a giustifi-cazione dell’assenza, ma che ilpermesso non debba essere con-siderato come retribuito.

Paghi di tasca sua il dipendenteche ha pensato di godere del ripo-so post-trasfusionale per compie-re una donazione ed è stato “scar-tato” dal medico del centro. Bengli sta! pare di sentire affermaredal datore di lavoro o dai suoi fun-zionari, in nome di quella “soli-darietà” che li ha spinti ad acco-gliere con entusiasmo l’allesti-mento di un reparto di alta chirur-gia nella propria città. Magari conl’autorizzazione ad eseguire i tra-pianti d’organo.

E pensare che se il datore di la-voro, o per lui i suoi più fedeli gre-gari, fosse più accorto (per non di-re più intelligente), capirebbe sen-za grandi sforzi che anche la visitacompiuta dal donatore cui non hapotuto fare seguito la donazionedi sangue, è pur sempre una visitadi controllo della sua salute. E chese il medico lo ha rinviato ad altradata per compiere la donazione gliavrà anche suggerito che cosa fareper rimediare alla situazione defi-citaria che è stata momentanea-mente avvertita. Non è meglio cu-rarsi in tempo utile che attendere ilconsolidamento del malanno?Non è meglio perdere qualche oranella visita che fruire poi di parec-

chi giorni di mutua?Si parla parecchio in questi

tempi di concetto di “produtti-vità” a cui si dovrebbe fare riferi-mento per accordare paghe più omeno alte ai lavoratori dipen-denti. Ma se la “produttività” de-ve essere intesa solo per impin-guare i profitti del padrone, allo-ra rischia di sembrare più allosfruttamento che ad altro. Se in-vece, con più larghe vedute, ildatore di lavoro accetta di buongrado l’idea di avere tra i propridipendenti generosi donatori disangue, e ne facilita l’attivitàconcedendo a loro di buon gradoanche permessi retribuiti, se uti-lizzati per un serio controllo del-la loro salute, non fa gli interessidella propria azienda? Un dipen-dente in buona salute non rendedi più di uno che la salute la stiaper perdere? È così difficile ac-cogliere questo semplice ragio-namento o si è legati solamenteal fatto che la mutua è sovven-zionata dallo Stato ed il permes-so retribuito no? È solidarietàquesta? O è la strenua difesa delproprio futuro?

È solidarietà sociale l’offrireal donatore, in cambio del suodono di vita, la decurtazione del-la pensione di dieci o venti milalire mensili per tutto il tempo cheresterà al mondo?

Possibile che la direzione ge-nerale dell’Inps, Istituto, ricor-diamoci, presieduto da un ex sin-dacalista di calibro nazionale,possibile che l’Inps tramite il suoufficio legale preferisca appel-larsi alle sentenze emesse già insecondo appello dal Tribunale diTorino e non, cosa più correttaverso i lavoratori “gabbati”,provvedere al più presto al rical-colo delle loro pensioni? Do-vremmo attendere un “trapian-to” di organo anche alla direzio-ne o alla presidenza nazionaledell’Ente per avere giustizia?

Ma probabilmente c’è un mo-tivo che può chiarire questo irri-gidimento dell’Istituto di previ-denza nazionale. Ed è quello chealtri lavoratori pensionati cheper altri motivi hanno chiesto al-l’Inps di applicare nei loro con-fronti i ricalcoli fatti per altri lo-ro colleghi che avevano promos-so e vinto una azione legale con-tro detto Istituto, si sono sentitidire no.

Se vogliono il ricalcolo, pro-muovano a loro volta una azionelegale così come hanno fatto i lo-

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Un momento dei lavoridel convegno nazionale

dei responsabilidei gruppi aziendali

Avis

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ro colleghi o compagni di lavoro.Questa, amici, è la filosofia

che guida la gestione del nostroIstituto Previdenziale. E questopuò essere il solo e vero motivodel perché l’ufficio legale del-l’Inps interponga ricorsi su ri-corsi o studi tutti i mezzi per ri-tardare la sentenza definitiva. In-tanto, nel frattempo, qualcuno siscoraggia ed abbandona, qual-cun altro finisce il proprio viag-gio in questo mondo e così l’Inpspuò risparmiare. Ed anche que-sto è una forma tutta singolare di“solidarietà”. Verso chi? Versochi non paga i contributi previ-denziali o ne paga una quota mi-nima, nonostante il reddito possaessere uguale, se non superiore,a quello dei lavoratori dipenden-ti. È così, o stiamo sbagliandotutti i nostri ragionamenti?

Così pensiamo che anche avertenza in Cassazione favore-vole, come ci auguriamo, per inostri pensionati avisini, l’Inpssi guarderà bene dal generalizza-re il ricalcolo delle pensioni atutti gli aventi diritto. Dirà loro:fateci causa. Avanzate le vostrerichieste, prima ricorrendo allasede provinciale dell’Istituto,competente per zona di residen-za, poi al pretore, poi in appello,poi in cassazione e poi, se sareteancora vivi e vegeti, si vedrà.Magari ci metteremo un anno odue per fare i ricalcoli e voi, tira-te a campare. Sempre in nome diquella famosa solidarietà chedovrebbe stare alla base anchedella gestione dell’Istituto Na-zionale della Previdenza Socia-le, il quale dovrebbe anch’eglirimettere i propri debiti a chi neha diritto.

È questo, amici, il gravissimorischio che potremmo correre eche vorremmo fosse valutato, epossibilmente fatto proprio daquesta importante assembea, af-finché si possa correre ai ripari intempi brevi, coinvolgendo il no-stro consiglio e la presidenza na-zionale e, se sarà necessario, an-che le prossime assise nazionali.Perché è necessario muoversisubito e con atti concreti, a dife-sa dei buoni e sacrosanti dirittidei nostri pensionati che hannoavuto, e possono documentare,la loro pensione ridotta per ilmancato assoggettamento aicontributi previdenziali dellesomme che l’Inps ha riconosciu-to ai datori di lavoro, che a lorovolta si sono avvalsi delle facoltà

loro concesse dalla legge 584. Ebadate bene che il mancato as-soggettamento di dette somme aicontributi previdenziali è statodeciso dalla direzione generaledell’Inps, e non da altri. È l’Inpsche ha interpretato male le nor-me di legge e quindi è l’Inps chedeve riconoscere il proprio erro-re e provvedere a correggere ilmonte contributi di ciascun do-natore iscritto a detto Istituto eper il quale l’Istituto stesso abbiacorrisposto, negli ultimi anniprima del pensionamento, lesomme sostitutive della relativapaga ai datori di lavoro.

Quindi noi chiediamo, se l’as-semblea è d’accordo, che la no-stra presidenza nazionale chiedaurgentemente un incontro uffi-ciale con la presidenza nazionaledell’Inps,

1) per verificare se detto Isti-tuto è intenzionato o meno ad ac-cogliere le richieste di tutti i do-natori di sangue/lavoratori di-pendenti oggi in pensione, e chene abbiano diritto, ad effettuareil ricalcolo della loro pensione,ovvero se detto ricalcolo verrà li-mitato esclusivamente a chi avràintentato e vinto l’azione legaleverso l’Istituto di previdenza;

2) nel caso in cui l’Inps deci-desse di estendere la possibilitàdel ricalcolo di cui al punto prece-dente a tutti i donatori che ne ab-biano diritto, indipendentementedal fatto che ciascuno avanzi omeno le citate azioni legali, chie-dere che vengano concordati condetto Istituto modalità e tempi perla presentazione delle richieste diricalcolo, con una chiara indica-zione della documentazione chesi riterrà indispensabile vengapresentata (è appena il caso di fa-re presente già da ora che non tut-ti i nostri pensionati hanno avutola cura di raccogliere e archiviarele buste paga degli ultimi anni la-vorativi).

Sarà il caso di anticipare al-l’Inps nel caso in cui non venisseaccettata la possibilità di esten-dere il ricalcolo a tutti gli aventidiritto, indipendentemente daazioni legali promosse dagli in-teressati, che queste ultime po-tranno essere inasprite dai legaliche curano gli interessi dei dona-tori, con ulteriori danni per l’Isti-tuto di Previdenza (come speseprocessuali totalmente a caricodell’Inps, interessi di mora, riva-lutazioni legate agli indici Istat,e così via);

3) per chiedere alla presidenzanazionale dell’Inps come inten-de regolarsi, in futuro, per even-tuali assenze dall’attività lavora-tiva, attualmente prevedibili intre o quattro giorni per volta, dilavoratori dipendenti che vengo-no chiamati a donazioni di mi-dollo osseo od altre donazioniche richiedano la spedalizzazio-ne anche del donatore, oltre aquella del ricevente.

Quest’ultimo problema andràposto per tempo anche ai datoridi lavoro, pubblici e privati, pri-ma di iniziare il reclutamento deinostri generosi iscritti per otte-nere la loro iscrizione nel regi-stro nazionale oregionale dei do-natori di midolloo di altre forme didonazione chescienza e tecnicaconsentiranno infuturo. Adesione,tra l’altro, cheprevederà una se-rie di controlli sa-nitari a cui i po-tenziali donatoridovranno sotto-stare, prima di es-sere dichiaratiidonei per quel tipo di donazio-ne. Se già oggi il permesso per lavisita effettuata al centro, e nonseguita da donazione, non vieneconsiderato permesso retribuito,cosa succederà se il donatore do-vrà presentarsi due o tre volte, ingiornate lavorative, al centro persottoporsi a visite ed esami diidoneità, che possono ancheconcludersi con l’inidoneità delpotenziale donatore?

Riepilogando, vorremmo chela solidarietà da tutti accolta aparole, venisse finalmente tra-dotta in atti concreti. I debiti,verso la società che soffre, li ab-biamo tutti quanti. Dall’autoritàdi Governo e locale, alla presi-denza dell’Inps, alla Confindu-stria ed alle altre organizzazionisindacali che rappresentano leaziende pubbliche e private.

Noi, lavoratori dipendenti do-natori di sangue, siamo dispostia fare la nostra parte, ma così co-me non ammettiamo discrimina-zioni di razza, religione o credopolitico, non possiamo ammette-re discriminazioni sull’interpre-tazione del “monema”. Se c’è undebito da pagare, tutti dobbiamoessere solidali, nessuno escluso.

Graziano Cestino

Sergio Gaiottiassessore comunaleal lavoro

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I NOSTRI GLORIOSI 60 ANNI:

1989 - 12 NOVEMBRE

Giornata del Volontario al TeatroNuovo.

Presenti il sindaco, avvocato MariaMagnani Noya, l’assessore regionalealla sanità Eugenio Maccari, NicolettaCasiraghi, presidente dell’ammini-strazione provinciale di Torino e le al-tre Autorità civlli e militari, sono stateconsegnate centinaia di benemerenzeal merito trasfusionale tra cui 515 me-daglie d’argento, 110 d’oro, 24 distinti-vi con fronde e 7 croci d’oro, oltre ai di-plomi simbolicamente offerti a 12 mili-tari e 12 studenti in rappresentanza diquanti, nel corso dell’anno, hanno ef-fettuato la loro donazione di sangueall’Avis. Nel pomeriggio spettacolo or-ganizzato per l’occasione da GianniBenazzo con l’esibizione di ArturoBrachetti, il “fregoli” degli anni 90 (og-gi conteso per i suoi spettacoli dai

maggiori teatri mondiali), Aurora Ban-fi nel “regno dell’operetta” con OrieTadamici ed Ezia Tobanelli e, dall’o-limpo della danza, Marina Fisso, pri-ma ballerina del Teatro Nuovo e BiagioTambone, primo ballerino del Teatroalla Scala di Milano.

Foto 1:Graziano Cestino

mentre riceve il“distintivo con fronde”dalle mani del sindaco

di Torino, avvocatoMaria Magnani Noya

Foto 2:La cartolina ufficiale

della manifestazione

Foto 3:annullo postale

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Solenne celebrazionedel 60° di fondazione della

“Comunale” di Torinoalla presenza di centinaia

di avisini torinesi, milanesie della Svizzera italiana

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Sono stati chiamati sul palco 12 studenti che si sono brillantemente diplomati, od hanno superato l’esame di maturità, nella scorsasessione scolastica ed hanno risposto all’appello dell’Avis compiendo la loro prima donazione sull’autoemoteca che ha sostato nelcortile della loro scuola, e rispondendo poi alla successiva chiamata della segreteria e divenendo così “avisini” a tutti gli effetti. Aigiovani, è stata consegnata da Massimo Rua e dai rappresentanti del Provveditore agli studi di Torino, dottor Simoli e prof. Leo, pre-side del Liceo Copernico, una medaglia d’argento personalizzata, con inciso il gruppo sanguigno. Sono seguite le premiazioni deivolontari che hanno raggiunto le 75 donazioni.

Il generale medico Leoncavallo si appresta a rispondere al saluto militare portogli dall’accademista Lorenzo Tiddu, della scuola delservizio veterinario militare di Pinerolo

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Tra l’entusiasmo di tutti i presenti è giunta in teatro, proveniente dalla cittadina svizzera di Baden, una staffetta voluta dagli amici del-l’Avis intercantonale svizzera per sottolineare l’amicizia che li lega con gli avisini torinesi. Preceduta e seguita dai podisti del nostroCCS “Luciano Penna”, la staffetta si è presentata sul palco del Teatro Nuovo fra un boato d’applausi. Oltre 400 chilometri percorsi apiedi, e ad andatatura sostenuta, dimostrano quanto entusiasmo regni fra i volontari del sangue

Nicoletta Casiraghi, presidente dell’amministrazione provinciale di Torino, conse-gna la croce d’oro al volontario Giuseppe Mario, appartenente al corpo dei vigili ur-bani di Torino

Il prof. Leo, in rappresentanza delprovveditore agli studi, consegna al vi-ce presidente, prof. Cerchiara, del 2°Istituto tecnico per geometri, l’attesta-zione per la prima presenza dell’au-toemoteca Avis nel suo istituto

Al termine della premiazione di studenti e giovani militari, Sandro Fisso ha pre-gato la capogruppo dei giovani avisini, Giusy Garino, di consegnare una spe-ciale medaglia d’oro a Massimo Rua, che ha dedicato tutta la sua esistenza nelricercare ed ottenere giovani leve di volontari. Nell’attestato di riconoscenza,che accompagna la medaglia d’oro, è scritto che Massimo Rua è ormai entra-to nel “Guinness” dei primati avisini. Non c’è scuola o caserma di Torino chenon abbia ricevuto la sua visita e non abbia concordato con lui l’effettuazionedi prelievi collettivi di sangue fra gli studenti diciottenni od i militari di leva. Ca-loroso l’applauso della platea

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Un sentimento di profonda commozione ha invaso tutti i presenti quando sono state consegnate “alla memoria” la medaglia d’oro alla ve-dova del compianto Sergio Bolzon e la medaglia di bronzo alla mamma e al papà del giovane Corrado Manzo, deceduto nel tragico in-cidente aereo di Cuba. Nelle fotografie la professoressa Anna Lucia Massaro stringe la mano alla mamma di Corrado, ed il generale me-dico Leoncavallo, che rappresentava il generale comandante la Regione militare Nord-Ovest, quella della signora Bolzon

Il generale Leoncavallo premia il Ten. col. Mario Ardinol-fi, vice comandante scuola servizio veterinario...

...e stringe anche la mano del Ten. col. Giuseppe Co-laianni, comandante della caserma De Sonnaz...

Le sei “Croci d’oro” premiate al Teatro Nuovo

... e del Maggiore Domenico Agostini, vice comandantereparto sanità aviotrasportabile.Tutti e tre gli ufficiali hanno ritirato la speciale attestazionepredisposta dall’Avis torinese a testimonianza della col-laborazione da loro prestata nei prelievi di sangue daparte dei militari nelle caserme e sull’autoemoteca

Il vice-prefetto dottor Amelio, consegna la particolare attestazione aldottor Francesco Cerbasi, comandante il V reparto mobile della Poli-zia di Stato, che ha acconsentito l’effettuazione di prelievi di sangueai suoi uomini. Sandro Fisso ha altresì ricordato come la Polizia diStato ed i Carabinieri collaborino con il centro trasfusionale ogni-qualvolta si presenta l’urgente necessità di trasferire sangue umanoper consentire impegnativi interventi di alta chirurgia, quali i trapian-ti d’organo

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Il messaggio di ZanoneRiportiamo il messaggio che il mini-

stro della difesa on. Valerio Zanone, hainviato all’Avis comunale di Torino inoccasione della giornata del volontariosvoltasi a coronamento del 60°.

Sono lieto della circostanza che mi vieneofferta di porgere il mio beneaugurante salu-to agli iscritti all’Avis di Torino che celebra-no l’annuale “Giornata del Volontario”.

A nessuno può sfuggire che nelle modernecomunità lo Stato sociale può validamenteoperare solo se coniugato ad un consistenteimpegno del volontariato di cui è tanto riccala nostra società. Ed è perciò auspicabile chequesto prezioso strumento umanitario possasviluppare, in modo coordinato ed ancor piùproduttivo, le potenzialità del nostro popoloche cerca e trova nell’Avis un valido apportodi disinteressato altruismo.

Si discute molto, soprattutto di questitempi, degli orientamenti migliori da offrirealle nuove generazioni.

Le Forze Armate sono impegnate in primalinea nell’assolvimento di compiti educativie nella rifondazione di valori che valgono a

garantire al Paese l’ordinato progresso eco-nomico e sociale.

Nella ricerca e nell’affermazione di questivalori che si esprime in forma concreta l’ope-ra della Sanità Militare che si collega sul filoideale e operativo al benemerito lavoro svol-to dall’Avis. Mi riferisco all’opera del servi-zio trasfusionale militare che, avvalendosidi similari centri civili convenzionati, prov-vede a raccogliere le donazioni di sangue dimilitari e civili ed a predisporre unità tra-sfusionali di pronto impiego per far fronte,all’emergenza – con tempestività ed efficien-za – alla somministrazione del sangue e de-gli emoderivati disponibili.

Anche questo è un segno tangibile dell’im-piego costante delle Forze Armate per ricer-care un legame sempre più stretto con la so-cietà che le esprime.

Il riconoscimento che gli organizzatoridella manifestazione hanno deciso di attri-buire ai militari volontari del sangue è moti-vo di soddisfazione per la Difesa. Esso sta asignificare una evoluzione dei rapporti tramondo militare e società civile.

Valerio Zanone

Foto 1:Luciano Senni, presidente

dell’Avis di Baden edaccompagnatore ufficialedegli staffettisti, ha prtato

con sé la tradizionalecampana svizzera, cheha donato alla sezione

torinese a ricordo di que-sta imponente

manifestazione

Foto 2:Il presidente dell’Avis

di Milano,Giuseppe Battaini

offre alla “comunale”un elegante volume

con le immaginidella sua città

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Mario Brusa ha condotto lo spettacolo organizzato a conclusione del 60°

Un trionfo per tutti gli artisti, chiamati parecchievolte dal pubblico entusiasta per ricevere i merita-ti applausi. Ad iniziare dal simpaticissimo ArturoBrachetti che nella prima parte ha davvero meri-tato l’appellativo di “Fregoli degli anni ’90”, tra-sformandosi in pochi secondi in gheisa giappo-nese, in soubrette, in uomo in frack che nell’attimodi un baleno si è cangiato da nero in bianco. Ec-co l’artista graziosamente vestito da soubrette...

Marina Fisso, prima ballerina del Teatro Nuovo di Torino, e Biagio Tambone, primoballerino del Teatro alla Scala di Milano non sono stati da meno. Hanno brillante-mente interpretato le musiche da operetta, si sono anche esibiti, cantando e reci-tando, in una gustosissima scenetta tratta dal “Cavallino bianco” ed hanno dato ilmeglio di se stessi nel balletto classico “Carmen” sottolineato da scroscianti ap-plausi a scena aperta, che il pubblico ha tributato ai due prestigiosi ballerini

La regina dell’operetta, Aurora Banfi, otti-mamente accompagnata dal baritono OrieTadamici (insieme nella foto) e dal sopranoEzia Tobanelli, si è esibita interpretando,per la delizia dei meno giovani, le più cele-bri arie

...e produce (si fa per dire) una impressionante ma-tassa di filo. Nel secondo tempo Arturo Brachetti, conil solo aiuto delle dita e di un proiettore, ha mandatoin visibilio grandi e piccini riproducendo fedelmente,con le sue “ombre cinesi” cani, conigli, cigni ed ele-fanti, oltre ad altre graziosissime figure

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Renzo Rossotti ha curato in occasione del 60°, l’edizione di una serie di immagi-ni che riproducono, anno per anno, i principali avvenimenti accaduti nei 75 anni divita dell’Avis di Torino.

In occasione del 60° della comunale e del 30° anniversario del gruppo giovani, èstato bandito dal gruppo stesso un concorso fotografico.

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Il presidente Sandro Fisso consegna una “gocciad’oro” Avis al giornalista Renzo Rossotti, il qualecon Graziano Cestino ha curato l’edizione delprestigioso volumetto: “I francobolli che salvanola vita” che tanto successo ha avuto sia in campofilatelico, sia fra gli appassionati avisini di fran-cobolli. Fisso, nel complimentarsi con Rossotti,ha auspicato che la preziosa collaborazione inatto possa continuare anche nel futuro

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Anche un aquilone, che sale nel cielo, sempre più in al-to, può propagandare il nome e il messaggio umanita-rio dell’Avis. Come fa la simpatica bambina ritratta nel-la foto qui sopra: essa sorride contenta di poter contri-buire alla diffusione del dono del sangue. A tutti coloroche faranno un “ambo” nella tombola Avis della prossi-ma Befana, oltre ai premi messi in palio, verrà asse-gnato un esemplare dei fantastici aquiloni realizzatidall’Avis

Da Torino a Treviso

Un amico di “Benny”L’amico Franco Buffa, che da Torino dove è stato esemplare di-rigente della nostra associazione si è trasferito nel Veneto, nonsi dimentica mai di essere un avisino e propagandista del no-stro messaggio comunitario.Ed eccolo a San Vito d’Altivole (Treviso), dove abita, presen-tare un grande “Benny”, la nostra “Gocciotta” portafortuna,che è stata adottata anche dall’Avis comunale del paese ve-neto. Tutto questo per promuovere il dono del sangue.Bravo Franco, e grazie! E sappi che a Torino hai tanti amiciche ti ricordano.

Concorso fotografico bandito dai giovani avisinitorinesi per il trentennale del loro gruppo

foto 1-2-3... LE PIÙ BELLEE VINCITRICI

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GLI AVISINISPORTIVI

Le “stelle” Avis del calcio femminile

La Banda musicale Avis

Sandro Fisso ringrazia i partecipanti al Trofeo “Arnaldo Colombo”

Podisti e attivi donatori di sangue premiati al Teatro Nuovo

Il folto gruppo dei partecipanti alle gare amatoriali organizzato dal CCS Lu-ciano Penna

Il gruppo ciclisti del CCS Luciano Penna guidato dall’indimenticabile

Roberto Cantore

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Edgardo Papurello (a destra) riceve l’onorificenza di cava-liere

Il nuovo segretario Graziano Cestino su-bentra a Edgardo Papurello

Un mazzo di mimose alle solerti avisine presenti adogni manifestazione

Prelievi effettuati nel 1990 e nel 1991 (1)

Mese 1990 1991 Differenze “prime volte”nel ’91

gennaio 3.276 3.612 + 336 382febbraio 3.627 3.531 - 96 445marzo 4.057 4.116 + 59 511aprile 3.195 3.895 + 700 493maggio 3.067 4.144 + 77 625giugno 3.275 3.458 + 183 366luglio 3.536 3.493 - 43 339agosto 2.943 2.742 - 201 370settembre 3.517 4.069 + 552 508ottobre 3.792 4.232 + 440 451novembre 4.164 4.307 + 143 730dicembre 3.736 3.507 - 229 323

43.185 45.106 + 1.921 5.543

(1) dagli iscritti alla Comunale di TorinoCambio di guardia alla segreteriadella Comunale

La Buona Pasqua augurata da Benny

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GITE AVISINE e SPONSORIZZAZIONI GRATUITE

La gita a Ravenna

La gita a Ferrara

Sul podio della “Mille Laghi” finalmente Fabrizio De Sanctis e AlessandoMarigo

Fabrizio e la moglie Cristina in Islanda

Ennesimo riconoscimento a Rolanda Del PratoI fratelli Elio e Giovanni Baldi al Rally delle Valli diLanzo

Anastasio Usai e la moglie Luisella con il Bennydi stoffa portato nella Maratona di New York

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LUGLIO 1990

Si trasferisce in via Baiardi 5 la sedesociale dell’Associazione. Sono più ditrent’anni che l’Avis è presente in viaPrincipe Tommaso 39, dove ospita an-che la sede dell’AIDO, associazioneformata in prevalenza da avisini chehanno acconsentito didonare i propri organiuna volta cessata la lorovita terrena.

Problemi di parcheggioe finanziari avevano datempo consigliato il cam-biamento della sede. A ta-le scopo sono stati acqui-stati i locali del pianterre-no e sottostanti, di viaBaiardi 5, utilizzabili perle rionioni di consiglio eper le altre necessità asso-ciative. La sede è stataprescelta per la vicinanzacon il centro trasfusionaleospitato al Sant’Anna.

1990 UN’ENNESIMA PROPOSTA PER UNNUOVO CENTRO PRELIEVI AVIS

Il Consiglio Comunale di Torino, suproposta del Sindaco e degli assessorialle opere pubbliche ed al patrimonio,ha approvato, con deliberazione del 15

marzo 1990 il progettoche prevede la costruzio-ne di un parcheggio mul-tipiano in corso Spezia,angolo via Ventimiglia,che potrà ospitare 1118autoveicoli, 123 motovei-coli e 20 cicli e, all’ultimopiano, un ristorante self-service ed un “centro pre-lievi” per l’Avis.

Dirigenti e responsabi-li dell’Avis erano staticontattati dai funzionaricomunali incaricati, e sierano ben volentieri pre-stati per definire i parti-colari che prevedessero

Foto 1:La prima sede del Centrotrasfusionale istituitodall’Avis torinesein collaborazione con laclinica Universitariadi ginecologia in viaBaiardi 39

Foto 2-3:Dopo Lorenzo Caglierola professoressa Anna Lucia Massaroe Donatella Lajolohanno direttoil Centro trasfusionaleAvis diventato uno deimaggiori centri europei

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Dal 1961 al 1990si sono inoltrate

le richieste avisineper ottenere localiidonei per la loroattività sociale......putroppo mai

realizzate

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un’ottima utilizzazione dello spaziomesso a disposizione per le necessitàdel centro: prese elettriche e telefoni-che compresi nella definizione delleoccorrenze.

Erano almeno vent’anni che la comu-nale di Torino chiedeva alla propria ci-vica amministrazione la concessione dispazio utilizzabile per trasferire il cen-tro trasfusionale di via Baiardi 39, metàsito al piano rialzato e l’altra metà inquello ammezzato. Le risposte di Sinda-ci ed Assessori sono innumerevoli allerichieste da noi sistematicamente avan-zate per l’utilizzo dell’ex circolo CarloMarx o uno dei fabbricati utilizzati perItalia 61 e poi lasciati nel totale abban-dono per anni interi.

Anche la proposta di cui alla deliberadel 15 marzo 1990 era stata precedete-mente avanzata dalla pubblica ammi-nistrazione, con la richiesta di un con-tributo spese di circa 2 miliardi di lireper adeguare l’ultimo piano del co-struendo parcheggio. Ma, nonostanteil “vedremo di darci da fare” dei re-

sponsabili Avis non se ne fece niente.E, purtroppo anche per la delibera

del 15 marzo 1990, nonostante avesseottenuto approvazioni e finanziamen-ti necessari, nei mesi successivi è pas-sata nell’oblio completo, senza chenessuna comunicazione venisse fattaall’Avis.

Foto 1:Si iniziano i prelievi

di plasma e piastrinein aferesi

Foto 2:Il dottor Igino Arboatti

durante una visitamedica al centrotrasfusionale Avis

Foto 3:La nuova sede dell’Avistorinese in via Baiardi 5

nei pressi del centrodi via Ventimiglia

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IL CALENDARIO1991 illustrato,con Benny,da Gianni Benazzo

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Nella parziale veduta del tavolo delle autorità, la presidente del consiglio regionale del Piemonte, Carla Spagnuolo con alla sua destra l’as-sessore comunale Giuseppe Bracco, il presidente della Provincia di Torino, Luigi Ricca, il presidente della giunta regionale Giampaolo Brizio

L’avisino padre Vittorio, prima della messa, prova i canti religiosi con i volontari. Accanto alui il presidente dell’Avis torinese, Sandro Fisso, e il giovane complesso ritmico del CTO

Le nuove croci d’oro Avis

I premiati con distintivo d’oro con fronde

18 NOVEMBRE1990Giornatadel Volontarioal Teatro Nuovo

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Il generale medico Leoncavallo

Gli avisini, neo cavalieri della Repubblica, per oltre 125 donazioni

Il professore Alessandro Pileri, titolare diematologia all’ateneo torinese

Il prof. Actis Dato premia Ernestina Contenti, per anni segreta-ria della sede Avis in via Principe Tommaso, e ora a riposo, conil marito Ernesto, croce d’oro

Il dottor Igino Arboatti, del centro trasfusionale Avis, premial’avisino Oscar Fontana

Il viceprefetto di Torino, dottor Forlani, con il presidente dell’amministrazione provincialedi Torino, Luigi Ricca, e un ufficiale dell‘arma dei carabinieri, alla giornata del volontario

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Graziano Cestino, Gianni Benazzo e il gior-nalista Renzo Rossotti premiati con Bennyd’oro per la realizzazione del volume “I fran-cobolli che racconta il dono del sangue”Gianni Benazzo, oltre ad avere ideato lamascotte dell’Avis “Benny”, ha curato le illu-strazioni del volume di Rossotti e del calen-dario Avis 1991

I tavolo del gruppo giovani al Teatro Nuovo

Luciano Tognonato, del gruppo giovani, riceve la Benny d’oro dai dot-tori Bonello e Bonino, del centro trasfusionale Avis

Il generale Leoncavallo consegna la medaglia di bronzo a Chiara Pa-purello, figlia dell’ex segretario Avis e croce d’oro Edgardo

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LA TRADIZIONALEFESTADELLA BEFANA6 GENNAIO 1991

Immagini della festadella Befana Avis:

dalla consegna dei doniai figli dei volontariall’incontro festoso

con le ragazze travestiteda “vecchine”

per la gioia dei bambini

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ANCHELA “BEFANA”DONAIL SANGUE

Anche quest’anno la Befana dona il sangue. Non è una battuta. La ragazza che vediamo nella foto inter-pretava, nella giornata della Befana avisina, la figura della tradizionale “vecchina” per la gioia dei bam-bini. Ma durante lo svolgimento del suo ruolo, ha trovato il tempo e il modo di recarsi sull’autoemoteca, chestazionava davanti al palazzo di Torino Esposizioni, e offrire il suo sangue. Divertimento per i bimbi, maanche un pensiero agli ammalati e ai sofferenti, bisognosi di trasfusioni. Questa è l’Avis

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I NOSTRI CAMPIONI

Valerio Bertoglio, razzo della motagna, che ha scalato“di corsa” il Cervino

In caduta libera con lo stendardo dell’Avis torinese e... nelle mani di un professionista dei lanci

Luciano Bruno, croce d’oro, che ha effettuato oltre 2.000 lanci con il pa-racadute ed è anche istruttore della società subacquei piemontesi

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1991

Ecco i loro “richiami” perconvincere altri volenterosi adunirsi al loro gruppo. Con la se-gretaria Stefania Petitto e Gui-do Costa numerose sono statele iniziative impostate e con-dotte a compimento con suc-cesso. Tra queste ricordiamo lapartecipazione alla Strapecet-to, le giornate sulla neve e la Fe-sta di Primavera sul campodell’Aereoclub torinese. Men-tre alcuni giovani partecipava-no ai lamci con il paracadute,altri si divertivano con simpa-tici giochi disputati sull’erba.Come finale un riuscito torneodi tennis e la collaborazione deigiovani per la realizzazione diuna video cassetta, intitolatavia Ventimiglia 1, già sede delcentro trasfusionale che ha co-me protagonista il giovane avi-sino Riccardo Paganini, futuromarito di Stefania Petitto.

I NOSTRIGIOVANI

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SIMPATICHEINIZIATIVE DEL

GRUPPO GIOVANI

Foto in alto e in basso: Iprimi classificati nel

torneo di tennis: RobertoBonfanti e Remo

Montanarelli con la capo-gruppo Stefania Petitto

Ecco la “miss” e il “mister” Avis

Perfetto atterraggio sul prato dell’Unità di raccolta di Pia-nezza

Alla “Festa di primavera” la giovane avisinaChiara Bono, vincitrice del secondo premio men-tre viene “imbragata” con un paracadute primadi salire su un aereo per provare l’emozione delbattesimo dell’aria.

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Momenti delle feste organizzate in dicembree per capodanno dal gruppo giovani dell’Avistorinese nella discoteca “Patio”e nella sede di via Palatucci,tra giochi, scherzi e danze

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24 NOVEMBRE 1991GIORNATA DEL VOLONTARIO

Le “croci d’oro” Avis con 100 donazioni (meno due assenti), in ordine alfabetico: Reginaldo Babbini, Eros Basello, Luciano Bruno,Loris Buczkowsky, Pier Giovanni Carta, Giacino Ciani, Giovanni Florean, Pier Vito Lano, Romeo Mazzoli, Nello Olocco, ArmandoPerotto, Natale Scaglione, Pier Giorgio Tonarelli, Pietro Verdino, Giacomo Zanette

Padre Vittorio, cappellano dell’Avis, benedice il labaro del nuo-vo Gruppo aziendale dell’Avis costituito nella prestigiosa indu-stria Pininfarina

I fratelli Elio e Giovanni Baldi premiati come messaggeri del-l’Avis nei vari rally

Il coro SAFA

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FEBBRAIO 1992LE VOTAZIONI COL COMPUTER

Per conto della “comunale” il dottorAdriano Galignano ha predisposto unprogramma che consente di effettuarea tutti i livelli associativi votazionicomputerizzate.

Gli associati, per le votazioni a livel-lo di Avis comunale, ed i delegati perquelle a tutti gli altri livelli potrannoesprimere le proprie preferenze, nelnumero massimo stabilito dal comita-to elettorale, contrassegnando conuna breve linea (tracciata con penna-rello appositamente utilizzabile peressere rilevato da un lettore ottico) inominativi, ovviamente prestampati,di candidati (consiglieri, revisori,pro-boviri o delegati ad assemblee supe-riori). Al termine della lettura ottica ilprogramma prevede un rapidissimoconteggio dei voti espressi e, tramiteuna piccola stampante, rilascia un do-cumento contenente tutti i dati neces-sari al comitato elettorale per procla-

mare gli eletti (numero dei votanti, vo-ti globalmente espressi, voti ottenutida ciascun candidato, le schede bian-che e quelle nulle).

Un notevole progresso che final-mente ha sostituito il pesante lavoroche il comitato elettorale doveva com-piere al termine delle votazioni perconsultare una per una tutte le schede,riportare i voti da ciascuna espressi etotalizzare il tutto. Operazioni che so-litamente richiedevano alcune ore e,grazie al sistema computerizzato pre-disposto dal dottor Galignano, si ot-tengono in pochissimi minuti.

Come d’abitudine, la “comunale” hamesso gratuitamente a disposizione ditutte le istituzioni richiedenti, il pro-gramma e la consulenza dello stessoprogrammatore.

Foto 1:il dottorAdriano Galignanoche ha predispostoil programma per sveltirele votazioni indettedall’Avis per sceglierei propri delegatie rapprentanti

Foto 2:il segretarioGraziano Cestinoillustra il nuovo metododi votazione elettronica

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La scomparsa di Corrado Burlò,a soli 55 anni, attivissimo diri-gente e segretario dell’Avis re-gionale piemontese.

Questi i risultati forniti dal computer

SEMPRE IN CRESCITA LA NOSTRA SEZIONE

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ATTIVITÀDEI

GRUPPI

I 30 annidel gruppoALENIA

(ex Aeritalia)con Donatella Pozzi,

capogruppo

La gita a Doglianidel gruppo FIAT

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La costituzionedel gruppo Avis GFT(GruppoFinanziario Tessile)con Mauro Maffione,capogruppoe Graziella Tortainstancabilecollaboratrice

Due targhe del CCSai donatori di sanguedell’Aeritalia

Vittorio Buia premia con una medagliaGraziano Cestino per l’attività svolta nelgruppo Avis-La Stampa

Festeggiati i 30 anni del gruppo Manifattura Tabacchi

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GIORNATA DEL VOLONTARIO 1992Giornata del Volontario al Teatro Alfieri e gemellaggio con la Sezione di Nizza dei Dona-tori di sangue francesi. Otto gli insigniti di croce d’oro e centinaia di altri benemeriti a cuisono state assegnate le benemerenze previste dal regolamento associativo. Il Sindaco,Giovanna Cattaneo sottoscrive la pergamena che ufficializza il gemellaggio.

Padre Vittorio con Edgardo Papurello

Graziano Cestino chiama i premiatiLe croci d’oro

La Delegazione dei Donneurs de sang di Nizza e Gino Incerpi, presidente dell’Avis di Pescia

Le podiste pronte a consegnare le rose offerte dall’Avis di Pesciaalle avisine premiate

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IL GEMELLAGGIO FRA NIZZA E TORINO

Nelle foto, da sinistra a destra e dall’alto in basso: il presidente Sandro Fisso legge l’atto di gemellaggio fra l’Avis di Torino e l’as-sociazione dei Donneurs de sang di Nizza. Monsieur Prandy firma la pergamena del patto di gemellaggio. La firma di Fisso chesuggella l’atto di unione con id onatori di Nizza. Il sindaco di Torino, Giovanna Cattaneo, sottoscrive la pergamena. Dono dei do-natori di Nizza al primo cittadino di Torino. La Cattaneo ricambia con la consegna del “Toro”, simbolo della città

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28 NOVEMBRE 1992

È stato celebrato il 30° di fondazione delgruppo aziendale Avis Postelegrafonici.

Precedentemente l’11 ottobre 1987 ilgruppo aveva festeggiato il suo 25°, pre-senti i dirigenti delle locali associazionidi donatori, Vinicio Di Sabato e GentileFavini, rispettivamente coordinatore edelegata nazionale dei gruppi Avis-po-stelegrafonici. In tale circostanza venneinaugurato il monumento nei giardinidella sede sportiva aziendale. Per l’A-zienda erano altresì presenti ClaudioVespasiano, presidente del Dopolavorodi Torino, il dottor Amelio, presidentedel Dopolavoro centrale di Roma e il di-rettore compartimentale dottor PietroPaone. Per l’occasione sono stati conse-gnati i labari donati dalla sede Centraleai quattro rappresentanti capi-gruppodelle province dell’Italia del Nord.

foto 1:Le celebrazioni ufficiali

del 30° e del 25°.Il presidente Sandro Fisso

con il capo-gruppoAgostino Cammarata edi responsabili dei Cral PT

e dell’Avis.foto 2:

Padre Vittorio Bertolaccini,capellano dell’Avis

torinese si appresta a be-nedire il nuovo monumen-to al donatore di sangue.

foto 3:Il monumento a ricordo

delle donazioni effettuatedai postelegrafonici.

foto 4:La cartolina predisposta

per l’occasione daGianni Benazzo che i

partecipanti hannocompletato con il

tradizionale“annullo postale”.

foto 5:Cammarata, riconfermato

presidente del gruppo,conferisce al dottor Pietro

Paone il distintivodi socio onorario

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