Iniziativa realizzata Comune di Martellago...2 RINGRAZIAMENTI Una lunga storia ha molti...

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Iniziativa realizzata con il contributo della Regione del Veneto Istituto Comprensivo “C. Goldoni” - Martellago Istituto Comprensivo “G. Matteotti” - Maerne Comune di Martellago Assessorato alla Cultura

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Iniziativa realizzatacon il contributo

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Istituto Comprensivo “C. Goldoni” - MartellagoIstituto Comprensivo “G. Matteotti” - Maerne

Comune di MartellagoAssessoratoalla Cultura

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RINGRAZIAMENTI Una lunga storia ha molti interlocutori e collaboratori che ci hanno affiancato in questi anni. Si ringraziano in particolare per il loro contributo esperto e la pazienza con cui ci hanno accompagnato e fornito utili strumenti concettuali ed operativi nel percorso di costruzione del curriculum storico: - Leda Guzzo Luise - insegnante elementare, già formatrice I.R.R.S.A.E. per il piano pluriennale

di aggiornamento (ambito storico-antropologico); Mogliano Veneto - Walter Panciera - Istituto di Storia Università di Padova - Zamperlin Daniela - Istituto di Storia Università di Padova - Vincenzo Guanci - preside I.T.S.C.G. ‘8 marzo’, Mirano, associazione Clio ’92 per la ricerca e

l’insegnamento della storia - Rosalia Burzotta - direttrice didattica, già coordinatrice Itinerari Educativi comune di Venezia - Ubaldo Rizzo - dirigente scolastico, supervisore Scienze dell’educazione primaria Università di

Padova - Maria Teresa Sega - Istituto di storia della resistenza e Itinerari Educativi comune di Venezia - Giovanna Lazzarin - Itinerari Educativi comune di Venezia; Movimento di Cooperazione

Educativa Inoltre si ringraziano per la messa a disposizione di tempo, risorse, materiali documentari e supporti tecnici e di ricerca: - Daniela Rigon - insegnante elementare, funzione di documentazione storica, circolo Grimani,

Marghera - Nadia Paterno – insegnante della scuola primaria di Spinea - Loredana Mainardi – insegnante della scuola dell’infanzia di Spinea - Angelo Grimaldo - direttore didattico, già insegnante elementare a Martellago - Assessorato alla Pubblica Istruzione Martellago: assessori Paolo Gatto e Cosimo Moretti - Isabella Stevanato - biblioteca civica Martellago - Oscar Pistolato - circolo filatelico Martellago - Silvano Cremasco - tesi sulla storia della scuola a Martellago - archivio storico comune di Martellago - Giuliano Codato - nonni e alunni che hanno prestato le loro testimonianze, le hanno raccolte e trascritte con i loro

insegnanti - gli insegnanti del dipartimento di ricerca storica della direzione didattica di Martellago:

Agostinello Francesca Bruni Carla Cortese Giovanna Favaron Clorinda Lazzari Lorella Linassi Mario Melinato Luciana Pavan Maria Teresa

Per i contributi: - Comune di Martellago – assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione - Banca di Credito Cooperativo S. Stefano - Regione Veneto – assessorato alla Cultura e identità veneta A nome di tutti ringraziano: Giancarlo Cavinato Agostinello Francesca Melinato Luciana (curatori)

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INTRODUZIONE

Per molto tempo la storia insegnata nella scuola elementare veniva percepita dai bambini come una successione meccanica di dati, un accostamento casuale di avvenimenti senza alcun rapporto tra di loro, che non venivano colti come un reale fluire storico di processi con delle durate dentro cui tutti i soggetti viventi in un ambiente determinato sono collocati, vivono, cambiano, assumono delle abitudini, vestono, mangiano, commerciano, si spostano, …. Al di fuori di un quadro dinamico di rapporti fra modi di vivere, cultura, utilizzazione delle risorse di un determinato ambiente, rapporti fra generazioni, gli eventi assumono per il singolo soggetto che vi si accosta una dimensione di racconto, di favola, di eccezionalità, in quanto sembrano essere determinati dalla volontà di un “singolo”, oppure da fattori accidentali o addirittura da fatti già tutti prestabiliti. Uno studio non rivolto alla molteplicità di cause dei modi di vivere e dei fatti, non faceva che presentare la realtà che si trasforma attraverso l’intervento eccezionale di uno o pochi personaggi che sembravano sorgere all’interno dello sviluppo storico senza una giustificazione, con la conseguenza che gli alunni erano indotti a considerare la storia non come processo evolutivo dell’umanità ma come insieme disgregato di fatti, staccati dalla loro esperienza concreta, reale, quotidiana. E’ invece proprio l’esperienza diretta dei bambini il baricentro, l’unità di misura in base a cui leggere e valutare quanto succede ed è successo in altri luoghi o nel nostro ambiente in altri tempi. Per fare questo bisogna che esperienze di vita analoghe (il cibo, il vestire, la casa, l’educazione, le forme e i modi di comunicare, il ciclo della vita, il ciclo dell’anno, la consistenza demografica di gruppi diversi…) possano essere messe a confronto e valutate così da individuare permanenze (elementi stabili) e trasformazioni (elementi in cambiamento). Anche se in forme semplificate, si possono costruire delle serie di dati e ragionare su queste (la composizione delle famiglie; la composizione delle classi; le nascite, le morti, le migrazioni come componenti costitutive di una popolazione; l’assetto urbanistico dei paesi, le loro direttrici di sviluppo…). I documenti, le fonti, che sono la base indispensabile del lavoro di ricerca storica, sono a nostra disposizione a saperli ricercare: sono le testimonianze e la memoria delle persone, i registri scolastici e altri documenti dell’archivio didattico, i registri parrocchiali e anagrafici, lettere, quaderni, libri, oggetti di uso quotidiano e molti altri materiali. Materiali che spesso non hanno voce, a cui dobbiamo imparare a darla collegando gli indizi e le informazioni provenienti da fonti diverse con un metodo di ricerca di indizi alla “Sherlock Holmes”. Un esempio: cercavamo da foto e da ricordi dei materiali illustrativi circa l’abbigliamento degli scolari di cinquanta anni fa. Illuminante al riguardo (e comprensibilissimo anche dai nostri alunni di oggi) è stato il brano seguente reperito in un registro dell’anno scolastico 1946-47: ”Il signor direttore ancora non è venuto ed ormai siamo giunti all’ultima settimana di scuola. I ragazzi lo attendono con impazienza e in questi giorni specialmente vengono tutti vestiti da festa, si mettono persino le scarpe e sono lisciati e qualcuno anche profumato…” Reperire le informazioni andandole a cercare; controllare l’attendibilità delle testimonianze; collegare i ricordi, oggetti, simboli, elementi diversi ricostruendo dei quadri di insieme; questa è la formazione storica di base che è necessaria per orientarsi in un mondo complesso con un occhio al passato sapendosi collocare nell’oggi ma anche pensando al futuro.

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E’ cioè necessario, nell’età della scuola primaria, proporre ai bambini l’acquisizione attraverso lo studio del “reale”, di schemi logici, cronologici, antropologici facilmente generalizzabili, offrendo loro una metodologia di conoscenza che si basi sulle loro esperienze concrete, così da consentir loro di comprendere il rapporto che può legare le loro scelte, la loro situazione esistenziale, alla realtà sociale passata e presente complessiva. La scuola si racconta e vive attraverso lo studio e la ricerca dei testi qui raccolti. Riteniamo particolarmente significativo lo squarcio di vita e di esperienza rappresentato dalla storia della scuola in un paese dell’entroterra veneziano in quanto restituisce a chi ci vive un quadro (che non vuol essere solo una fotografia) della propria situazione, del proprio passato recente e meno recente; e in quanto, attraverso i cambiamenti che possiamo riscontrare nell’organizzazione scolastica, si può risalire ad altri, grandi e piccoli, cambiamenti avvenuti nel modo di vivere, di abitare, di lavorare. Martellago è passata, nel corso del decennio che qui tentiamo di riprodurre, e ancor più in quello immediatamente successivo, da una realtà agricola con famiglie numerose e tradizioni radicate nel mondo contadino a una realtà industriale, divenendo appendice e periferia di Mestre, con una diversa composizione sociale (famiglie nucleari, insediamenti di nuove famiglie, nuove realtà abitative e produttive) e uno sviluppo a volte tumultuoso e imprevedibile. Collegare i due mondi, cogliere le continuità e le cesure è compito di una scuola che pensa a formare cittadini consapevoli. Un pensiero e un grazie va a quelle maestre e a quei maestri che in anni difficili hanno contribuito a socializzare generazioni di alunni/e alle nuove realtà che si prefiguravano pensandoli come interlocutori dotati di personalità e di dignità culturale e umana.

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PREMESSA

I registri scolastici sono stati a lungo oggetti privi di fascino. Agli ex studenti, ossia alla maggior parte delle persone, evocano tutt’oggi soprattutto file di caselle, destinate a contabilizzare rigorosamente assenze giustificate o lucignolesche diserzioni delle lezioni, esiti più o meno brillanti di compiti ed interrogazioni, che costellano o “macchiano” i curricoli scolastici dei comuni mortali alfabetizzati. Nella stessa numerosa schiera di redattori dei registri, ossia gli insegnanti, persino alcuni talenti letterari, li consider(av)ano spesso banali atti d’ufficio, inderogabili burocratici resoconti, impostati al “tutto va bene”. Negli ultimi tempi, questi atteggiamenti, che sembravano voler destinare i registri scolastici ad essere relegati e sepolti in reconditi archivi delle Direzioni Didattiche, risultano modificati. Dal mondo accademico, non solo dai corsi di storia delle istituzioni educative, ma anche dagli istituti di storia contemporanea e moderna, da istituzioni culturali ed Enti locali, giungono sollecitazioni a rivalutare i registri scolastici e a prenderli in considerazione quali possibili avvincenti letture. Non si tratta fortunatamente di stravaganti mode letterarie erudite e tanto meno di postume riabilitazioni che caratterizzano l’imperversante revisionismo storico dei nostri giorni. L’impulso a valorizzare e consultare il materiale conservato negli archivi delle scuole trova una motivazione nella aggiornata interpretazione del concetto di documento elaborata dalla scuola storiografica francese delle “Annales”, che riconosce valenza di testimonianza storica anche a fonti riferite a realtà concrete, materiali, psicologiche e culturali della vita quotidiana, nella prospettiva di fornire una ricostruzione globale del passato, non più intesa come memoria esclusiva di grandi personaggi ed eventi, di macroscopiche congiunture economiche, politiche e militari. L’entusiastico interesse per la documentazione contenuta negli archivi scolastici, solleticando pertanto la curiosità e l’orgoglio magistrale, non poteva lasciare insensibili noi insegnanti elementari del Circolo Didattico di Martellago, da alcuni anni impegnati (con la preziosa e sapiente collaborazione della dirigenza scolastica) all’elaborazione di nuovi curricoli per l’ambito antropologico ed interessati alla storia locale. Su invito di alcuni docenti dalla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Padova, siamo stati coinvolti in una ricerca, che attraverso la consultazione e l’analisi dei registri scolastici del passato, mira alla ricostruzione di serie storiche significative relative alla frequenza scolastica, agli abbandoni, alle bocciature, agli esiti di scrutini ed esami, al calendario scolastico. Non essendo il nostro gruppo costituito da storici professionisti, il lavoro di ricerca di tipo statistico ha visto il nostro contributo necessariamente limitato agli aspetti compilativi e di ricognizione dei dati contenuti nei documenti. Tuttavia la grande quantità di osservazioni, informazioni e considerazioni relative alla storia locale e quotidiana della scuola ricavate dai registri, unita al desiderio di dare un utilizzo didattico a questo tipo di fonti scritte, ci ha spinti alla costruzione e pubblicazione di questo percorso d’indagine, delle schede operative, dei documenti e testimonianze. I documenti risultano accessibili ai bambini per la semplicità del linguaggio con cui sono compilati, per le esperienze descritte, vicine al loro vissuto e quindi adeguate alle loro capacità di comprensione, confronto ed inferenza.

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CAP. 1

LE FONTI D’ARCHIVIO

Perche’ leggere i registri scolastici

La ricerca storico territoriale caratterizza ormai da anni l’attività didattica dei docenti in numerose classi della scuola elementare. L’autonomia scolastica, la prospettiva della riforma dei curricoli ha consentito di realizzare un diverso rapporto tra scuola e territorio, favorendo le opportunità di educare i bambini e le bambine alla consapevolezza critica dell’appartenenza ad una comunità, attraverso un percorso di ricerca, di analisi di relazioni tra il passato e il presente della propria realtà ambientale. In questa prospettiva da anni negli Istituti di Martellago si è istituito un dipartimento di ricerca storica che, allo scopo di migliorare la qualità dell’offerta formativa, si è posto come obiettivi prioritari “il fare storia” con i bambini attraverso i documenti, l’apprendere a ricostruire il passato storico locale collegando memorie individuali e collettive, superando punti di vista autoreferenziali per giungere ad interpretazioni e letture della storia che tengano in considerazione punti di vista diversi. Le testimonianze e i documenti sono pertanto diventati strumenti essenziali della ricostruzione storica e occasioni fondamentali per la creazione di competenze e abilità di tipo storiografico nei bambini. Premessa l’importanza del documento storico, non filtrato, ma conosciuto integralmente, nella sua fisicità e problematicità, risulta evidente nell’attività dei docenti la questione della scelta e reperibilità di pertinenze documentali da proporre agli alunni. Paradossalmente un aiuto in tal senso risulta venire dalla consultazione dei registri scolastici, documenti generalmente ignorati, ma che nella maggioranza delle scuole elementari si trovano conservati in archivi a pochi passi dalle aule. I registri risultano essere una delle fonti documentarie più facilmente accessibili ai bambini e, per un determinato periodo storico, forniscono non solo dati sul numero di alunni, promozioni, bocciature, assenze e abbandoni, ma una miniera di informazioni relative alla vita scolastica e del paese. Dal 1923, l’anno della riforma scolastica Gentile, sino al 1974, infatti, i registri scolastici oltre a contenere delle parti destinate ai dati anagrafici, le assenze e la valutazione degli alunni, prevedevano uno spazio riservato alla cronaca. L’insegnante era tenuto perciò a riportare le vicende più importanti e significative della vita scolastica, in una sezione del registro intitolata solitamente “Cronaca ed osservazioni dell’insegnante sulla vita della scuola”, che finiva per offrire uno spaccato della vita degli alunni e ovviamente delle vicende della comunità locale e nazionale di cui facevano parte. Gli insegnanti finivano per essere dei cronisti della storia della scuola, degli alunni, delle loro famiglie, del paese. Risulta evidente l’interesse di questi documenti che, con le dovute cautele per il rispetto dei dati personali, possono essere proposti alla lettura dei bambini, consentendo la scoperta di modi di vita, fatti, avvenimenti del passato ed inoltre il confronto e la verifica con altre fonti e testimonianze eventualmente disponibili. E’inoltre opportuno ribadire l’importanza dal punto di vista didattico dei registri, legata ad alcuni aspetti non marginali quali: la semplicità espositiva, la comprensibilità delle vicende narrate, spesso prossime alle esperienze di vita degli alunni, nonché la buona grafia che solitamente li contraddistingue e li rende facilmente consultabili dai bambini.

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I registri

Nell'archivio della scuola elementare di Martellago sono custoditi i registri di classe degli insegnanti che hanno operato nei plessi scolastici appartenenti all'attuale Circolo Didattico a partire dal 1928. I registri ci permettono di percorrere un breve tratto di storia, costituiscono un "pezzo di vita” e testimoniano il passato. La funzione del "Registro di classe" era quella di documentare l'attività del singolo insegnante. Nel registro di classe trovano spazio: a) "l'elenco degli alunni" ove si evidenziano i dati anagrafici, l'occupazione del padre il

nome dei genitori, l'indirizzo della famiglia dell'alunno; b) la registrazione delle assenze; c) i giudizi sui meriti degli alunni per ogni singola materia; d) i risultati degli esami e i relativi verbali dove si leggono anche le prove somministrate

agli alunni; e) il "piano mensile delle lezioni" dove venivano indicati i contenuti, la valutazione dello

scarto tra la previsione e l'effettiva azione didattica; f) la "cronaca di vita della scuola - osservazioni sugli alunni" in cui venivano annotati

momenti significativi della vita scolastica, visite, osservazioni, ricorrenze, iniziative .... Leggendo le cronache riportate nei registri si desumono notizie di importanza storica. Leggerle, infatti, è come percorrere un tratto di storia, intesa come memoria individuale e collettiva, che ci permette di rinnovare il rapporto tra passato e presente.

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Dati quantitativi

Per la rilevazione dei dati statistici è stata utilizzata la scheda di orientamento fornita dall’Università di Padova (vedi p. 11-12-13). I dati ricavati sono relativi agli unici registri esistenti per il periodo considerato nell’archivio della Direzione Didattica di Martellago. I registri si riferiscono quasi esclusivamente a classi del secondo ciclo, dall’anno scolastico 1944-’45 fino al 1956-’57.

ELENCO DEI REGISTRI SCOLASTICI ANALIZZATI

Registri delle classi elementari di Martellago ANNO SCOLASTICO CLASSE N° ALUNNI INSEGNANTE 1944/45 III mista 40 Buogo Marcello 1944/45 IV mista 33 Scapinaro Angelo 1944/45 V del lavoro 35 Zanessi Carlo 1945/46 IV mista 47 Milan Apollonio Antonietta 1945/46 V mista 29 Favaro Emilia 1946/47 IV mista 30 Pecoraro Maglione 1947/48 IV mista 36 Pecoraro Maglione 1947/48 IV+V mista 32 Brini Sergio 1948/49 IV mista 38 Suriani Licia 1949/50 V maschile 29 Favaro Emilio 1951/52 V maschile 62 Felicissimo Giuseppe 1951/52 V mista 26 Milan Apollonio Antonietta 1953/54 V maschile 26 Favaro Emilio 1953/54 V femminile 22 Grimaldo Angelo 1954/55 V maschile 31 Grimaldo Angelo 1952/53 V maschile 25 Favaro Emilio 1954/55 V femminile 29 Gusso Annalisa 1955/56 V maschile 23 Carrer Vittorio 1955/56 V femminile 25 Pomiato Maria 1956/57 V mista 21 Carrer Vittorio

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Registri delle classi elementari di Maerne

ANNO SCOLASTICO CLASSE N° ALUNNI INSEGNANTE 1945/46 V mista 39 Bandiera Crovato Stella 1945/46 IV mista 53 Faccenda Parmeggiani Afra 1946/47 V mista 30 Baita Guglielmo 1946/47 IV mista 37 Brini Dalla Man Maria 1947/48 V mista 27 Brini Dalla Man Maria 1948/49 V mista 33 Novello Ortensia 1951/52 V mas. 34 Scarpa Sante

Registri delle classi elementari di Olmo ANNO SCOLASTICO CLASSE N° ALUNNI INSEGNANTE 1946/47 III+IV 22 Costantini Ercolino 1947/48 IV+V 31 Costantini Ercolino 1948/49 IV+V 23 Costantini Ercolino 1949/50 V mista 34 Costantini Ercolino 1951/52 V mista 25 Miconi Maria I dati statistici che seguono riguardano: > alunni iscritti > età e sesso degli alunni > alunni frequentanti > alunni ripetenti > alunni promossi (prima e seconda sessione) > alunni rimandati > alunni ritirati > scostamento dell’età degli alunni rispetto alla classe frequentata > assenze degli alunni nei vari mesi dell’anno scolastico > alunni assistiti dal Patronato Scolastico > giorni effettivi di scuola

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Introduzione sul periodo

CRONOLOGIA: IN EUROPA E NEL MONDO 1945 • Conferenza di Yalta • Bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki (2000.000 morti) • Truppe alleate liberano l’Italia settentrionale con l’aiuto delle formazioni partigiane (fine

della seconda guerra mondiale 1939-1945) • Istituzione dell’O.N.U. 1948 • Piano Marshall: programma di aiuti ai paesi europei occidentali per favorire la

ricostruzione • In Palestina nasce lo stato di Israele • L’O.N.U. approva la Dichiarazione dei diritti dell’uomo 1949 • Patto atlantico fra alcuni stati europei (Italia compresa) strutturato militarmente nella

N.A.T.O. 1955 • Otto stati dell’Europa orientale aderiscono al Patto di Varsavia (alleanza militare

difensiva)

L’ITALIA DEL DOPOGUERRA Con il 25 aprile1945, convenzionalmente, termina per l’Italia il secondo conflitto mondiale, che vede la liberazione del Paese dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. Le votazioni del 2 giugno 1946, le prime a suffragio universale maschile e femminile, abrogano la monarchia a favore della istituzione repubblicana, eleggendo contestualmente i membri della Costituente. Sembrano potersi realizzare le speranze di radicale rinnovamento sorte nei movimenti di liberazione dal nazi-fascismo. Dal 1947 in poi, tuttavia, l’evolversi della situazione politica internazionale vede il contrapporsi degli ex alleati U.S.A. ed U.R.S.S., inaugurando l’epoca della “guerra fredda” tra il blocco orientale e quello occidentale. L’Italia del dopoguerra risulta un paese sconfitto, in una condizione di dipendenza economica, politica e militare, che lo destina ad una sostanziale sovranità limitata. La crisi della collaborazione tra i partiti antifascisti, con la Democrazia Cristiana schierata con gli Stati Uniti ed il mondo padronale, contrapposta ai partiti socialista e comunista di ispirazione marxista e filosovietica, culmina con le elezioni della primavera 1948. La vittoria elettorale democristiana alle elezioni del 18 aprile inaugura gli anni del “centrismo”. La DC assieme ai partiti laici PSDI, PLI, PRI propone l’integrazione della nazione nell’ambito dello schieramento occidentale, non tanto in chiave di potenza e grandezza, ma di ordine e sicurezza antimarxista, proponendo un modello di benessere economico

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che premia i fini individuali rispetto a quelli collettivi. Accanto a questi obiettivi si pone lo sforzo per una cattolicizzazione del paese, che riconosce nella Chiesa un elemento essenziale di ispirazione politica ed ideologica. 1945 • Manca tutto a cominciare dal pane • Città e paesi bombardati o distrutti da azioni di guerra • Industrie bombardate o danneggiate non possono funzionare • Trasporti ferroviari quasi inesistenti • Popolazione sfollata lontano dai luoghi colpiti dai bombardamenti 1946 • Estensione del voto alle donne • Referendum monarchia-repubblica vinto dalla repubblica • 2 Giugno: proclamazione della repubblica 1947 • Firma del trattato di pace: l’Italia cede alla Jugoslavia l’Istria, la Dalmazia e parte della

Venezia Giulia. Esodo di popolazioni dall’Istria e dalla Dalmazia • Trieste, dichiarata territorio libero, torna all’Italia nel 1954 • 70% dei lavoratori privo di licenza elementare e 2.000.000 di analfabeti 1948 • 1 Gennaio: proclamazione della Costituzione repubblicana. Fondata sul lavoro,

garantisce ai cittadini libertà di pensiero e di religione. Estensione dell’obbligo scolastico ai 14 anni

• Attentato al segretario del Partito comunista e disordini in alcune città • Finisce il razionamento della carne e del latte • 18 Aprile: elezioni politiche vinte a larga maggioranza dalla Democrazia Cristiana

contro il Fronte popolare (Partito Socialista e Comunista) 1949 • Piano Fanfani per la costruzione di case popolari • Finisce il razionamento del pane e della pasta 1950 • A Roma il Papa Pio XII proclama l’Anno Santo • Escono la Fiat 1400 e la Lancia Aurelia • La Juventus vince lo scudetto • L’Olivetti produce la macchina da scrivere Lettera 22 1951 • Inizia, specie dal sud, l’emigrazione delle popolazioni delle campagne verso le grandi

città • Inchiesta parlamentare sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla: al nord le

famiglie povere sono il sono il 5,8%, al sud il 50,2% • Primo censimento della popolazione dopo la guerra: gli italiani sono 47.000.000, il 12%

è analfabeta • Disastrosa alluvione del Po nel Polesine (provincia di Rovigo)

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1954 • Nascita della Televisione Italiana 1956 • L’Italia entra nell’O.N.U. • Continua l’emigrazione dal sud al nord dell’Italia

LA SCUOLA ELEMENTARE NEI PRIMI ANNI DEL DOPOGUERRA Nelle fasi finali del secondo conflitto mondiale, durante l’avanzata angloamericana in Italia, la sottocommissione alleata, guidata dal maggiore Carleton Washburne, che opera formalmente alle dipendenze dei ministri del governo italiano Omodeo e poi De Ruggero, si muove nei territori liberati, praticamente come un effettivo ministero della pubblica istruzione. Il 9 febbraio 1945 vengono pubblicati i nuovi programmi per la scuola elementare italiana, noti come programmi Washburne, perché il pedagogista americano, allievo di Dewey, ne fu il principale ispiratore. Essi divengono successivamente effettivi su tutto il territorio nazionale, con il decreto legge del 24 maggio 1945. Nel loro testo viene evidenziata l’importanza dell’educazione a forme elementari di autogoverno, nelle classi quarte e quinte, ad esempio, si prevede “l’esercizio del diritto al referendum” (nella scelta dei libri della bibliotechina, del gioco, della gita scolastica), inoltre si propongono forme di autogestione con il sistema elettivo (commissioni di alunni per la disciplina, per la pulizia). Si tratta di indicazioni che tendono ad una democratizzazione della scuola, ispirandosi anche all’attivismo pedagogico; tuttavia, in maniera contraddittoria, si ostacolano allo stesso tempo la formazione di consigli dei genitori o dei docenti, sospettati di possibili slanci troppo radicali nella gestione delle scuole. Nel 1945 viene anche abolito il libro di testo unico di stato per le scuole, numerosi volumi scolastici vengono ritirati dalla circolazione, ma nella maggioranza dei casi sono semplicemente espunte le pagine con riferimenti a mete imperiali o che esaltano la razza o il fascismo. La necessità di un rinnovamento politico e culturale democratico della scuola costituisce la primaria esigenza ideale, conseguente alla caduta del regime fascista, ma oltre ad essa drammatico si presenta il problema della disponibilità fisica di strutture scolastiche, esito delle vicende belliche. Numerosi, infatti, sono i fabbricati distrutti, oppure occupati da sfollati, ridotti a dormitori o a mense popolari, requisiti dalle forze militari. Nell’autunno 1945 risultano ben cinquantamila le aule scolastiche distrutte in Italia: è evidente il problema di poter garantire l’avvio dell’anno scolastico ed un minimo di attività didattica. Cronologia delle vicende più significative della scuola dal 1945 al 1955

1945-46 • 50.000 aule completamente distrutte, edifici scolastici danneggiati, molte scuole

requisite dalle forze militari, occupate da sfollati o da abusivi � Abolito il libro di testo unico per tutte le scuole elementari voluto dal Fascismo fin dal

1929. La scelta del libro è affidata ai maestri.

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� Con il D.L.vo 30 agosto 1946 n.237 viene affidato ai Provveditori agli Studi, ridivenuti provinciali già nel 1936, il compito di bandire i concorsi magistrali per titoli ed esami

� Entrano in vigore nell’anno 1945-46 nuovi programmi didattici per le scuole elementari e materne (programmi Washburne dal nome del pedagogista che collaborò in maniera determinante alla loro stesura), che suggeriscono un’attività scolastica non autoritaria, ma fondata sull’autogoverno. Si propongono inoltre di suscitare sentimenti di fraternità e solidarietà fra gli uomini

� Annullata la distinzione fra scuole urbane e rurali, maschili e femminili. � La scuola elementare dura cinque anni (con esami in terza e in quinta). � Alla scuola media si accede attraverso apposito esame di ammissione successivo agli

esami di licenza elementare � Per l’avviamento alle scuole professionali non è necessario alcun esame 1947 � Istituita la scuola popolare per gli analfabeti e per coloro che non hanno terminato le

elementari � I Patronati Scolastici forniscono libri e quaderni � Il Ministro della Pubblica Istruzione Gonella promuove un’inchiesta per conoscere le

condizioni e preparare una riforma � Per aggiornare gli insegnanti vengono istituiti i Centri Didattici nazionali e provinciali 1948 • Il SNSM confluisce nella CGIL 1949 • Si concludono i lavori della Commissione • Il ministro Gonella prepara il disegno di legge 2100 che avrebbe dovuto essere una

proposta di riforma organica 1950 • Piano per la sistemazione e costruzione di 50.000 aule scolastiche (1951-‘54) 1955-57 • Programmi Ermini (Ministro della Pubblica Istruzione): la scuola elementare è divisa in

tre cicli (primo ciclo I e II classe, secondo ciclo III, IV, V; terzo ciclo scuola postelementare VI, VII, VIII)

• A “fondamento e coronamento” dell’istruzione sta la religione cattolica • Principi ispiratori di questi programmi sono quelli dell’attivismo basato

sull’osservazione, la riflessione e l’esperienza personale degli allievi.

Martellago dal 1945 al 1955

Martellago, comune esteso lungo la Via Castellana, immediatamente limitrofo al comune di Venezia e posto ad incrocio di tre province, era costituito da più nuclei abitativi sparsi attorno a due grossi centri: Martellago e Maerne. L’economia caratterizzata da un’impronta fortemente agricola all’inizio degli anni quaranta si è progressivamente trasformata in economia familiare mista con prevalente impiego nel settore secondario e terziario dovuta all’attrazione esercitata dal Polo Industriale di Marghera. Le scuole ubicate nel territorio di Cà Nove, Cà Busatti, Maerne, Olmo e Martellago dipendevano inizialmente dalla Direzione Didattica di Noale e successivamente, nel 1959,

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avveniva la separazione con la costituzione della Direzione Didattica di Martellago e Salzano che nel territorio comunale comprendeva una trentina di aule, trenta maestri e circa un migliaio di alunni.

Cronologia delle vicende più significative della storia di Martellago nel primo dopoguerra

1945 • Aprile: rastrellamento tedesco con l'appoggio di truppe repubblichine a Ca' Nove.

Alcune persone ferite, catturati una ventina di giovani in quanto sospetti partigiani. Rilasciati dopo alcuni giorni

• A fine aprile il Comando tedesco (con sede a Ca’ della nave) lascia il paese. • Il paese viene definitivamente liberato il 28 Aprile. • Dopo la liberazione il Comune viene retto da giunte popolari che hanno il compito di

preparare le elezioni comunali. 1946 • Alle prime elezioni risulta eletta una giunta a maggioranza democristiana. Il sindaco è

Bruno Trevisan. • In paese sono presenti sezioni della Democrazia Cristiana, del partito socialista e

comunista. • Nel referendum monarchia /repubblica la maggioranza dei voti va alla repubblica. • Apertura di una sala cinematografica parrocchiale a Martellago. 1947 • Ripristino delle alberature stradali distrutte dalla guerra • Riattivazione delle fontane, delle pese e dell'illuminazione pubblica • Aule scolastiche liberate dagli sfollati • Viene eletto sindaco Leonildo Fabris. 1948 • Centralini telefonici installati nelle frazioni di Ca' Nove e Maerne • Processione della Madonna Pellegrina proveniente da Maerne con riti finali a

Martellago 1950 • A Maerne viene costruita la nuova scuola • Viene acquistato l'edificio scolastico di Ca' Busatti e vengono adattati e ampliati quelli

dell'Olmo e del capoluogo 1951 • Viene eletto sindaco Luigi Giubilato 1953 • Si apre l'ufficio postale a Maerne. • Viene eletto sindaco Alfredo Barbiero.

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1954 • Si inizia ad asfaltare le principali strade del Comune, vengono costruite nuove fontane,

alcuni ponti e numerosi appartamenti popolari • L'illuminazione elettrica viene portata nelle zone che ne erano ancora prive • Si allestiscono cantieri di lavoro e corsi di riqualificazione per alleviare la

disoccupazione 1956 • Aperta una scuola pre-professionale per ragazzi dagli 11 ai 14 anni 1958 • Potenziato il servizio automobilistico con Mestre e Venezia 1959 • Apertura di una farmacia comunale a Martellago • Viene istituita la Direzione Didattica di Martellago e di Salzano 1960 • Apertura Consultori pediatrici dell'O.N.M.I. a Martellago e a Maerne • La scuola pre-professionale diventa scuola statale di avviamento professionale di tipo

industriale

Realtà socio economica

DALLE CRONACHE DEI REGISTRI … Martellago è un paese nel quale la maggior parte è formata da operai, guadagnano poco e hanno molti figli. Molti poi, sono viziosi e sprecano il poco denaro guadagnato nei divertimenti e nelle osterie. Ora poi c’è tanta disoccupazione e così si può pensare come vivono. (…..) bambini non sono sufficientemente nutriti: questo lo si può vedere dai visi pallidi, dai corpi assenti, dalle occhiaie profonde di certi miei scolari e naturalmente, questi sono i più nervosi e i più deficienti nel profitto. (Scuola di Martellago, a. s. 1945-46, maestra Milan Apollonio Antonietta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 26 Ottobre 1946 … Appartiene a famiglie contadine e operaie a cui non manca il necessario sostentamento. Due soli mi sembrano proprio bisognosi. (Scuola di Maerne, a. s. 1946-47, classe IV mista, maestra Brini Dalla Man Maria)

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… Tutti i bambini sono provvisti dei quaderni di casa e di classe. Tutti hanno già portato i denari per il libro di lettura. Due di essi, poveri orfani, sono nell’impossibilità di pagare la somma richiesta. Li ho messi nell’elenco dei sussidiati e spero possano essere aiutati. (Scuola di Martellago, a. s. 1946-1947, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 5 Novembre … Sono arrivati i libri di lettura, fatico a farlo comprare a tutti. 6 Novembre … Ho qualche alunno povero (ma non assistito dal comune) il quale ancora non ha potuto comperarsi i quaderni di bella copia e i libri di testo. Il sussidiario di classe quarta e di classe quinta non è ancora arrivato, solo tre alunni hanno il sussidiario, parecchi hanno l'intenzione di acquistarlo. (Scuola di Martellago, a.s.1947-48, classe IV mista, maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Novembre 1947 … La mia scolaresca si compone di 27 alunni: 16 maschi e 11 femmine. Sono questi 27 alunni quasi tutti figli di operai di condizione economica piuttosto disagiata che fanno gran sacrifici per far studiare i figli. (Scuola di Martellago, a. s. 1947-48, classe V mista, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 5 Novembre 1947 … Sono arrivati i libri di lettura che hanno destato vivo entusiasmo. Pochi sono coloro che li posseggono. (Scuola di Martellago, a. s. 1947-1948, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 16 Febbraio 49 … Il Parroco ha invitato la scuola ad un cortometraggio… Quasi tutti i miei alunni sono appassionati del cinema e io li esorto a frequentarlo perché apprendono tante cose. (Scuola di Martellago, a. s. 1948-49, classe IV mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Che miseria però c’è anche qui a Ca’ Nove! Oltre a questo c’è anche il vizio. In quasi ogni casa o il padre o la madre si bevono tutto il misero guadagno e quelli che soffrono sono i figli. Se penso che alcuni mangiano solo un tozzo di pane secco prima di venire a scuola, non mi inquieto più per il loro scarso rendimento. Con lo stomaco vuoto poco si può rendere. 2 Maggio 1951 … Due bimbe si sono trasferite con la famiglia a Pistoia…. Hanno finalmente finito di soffrire la fame perché il loro papà ha trovato lavoro laggiù. (Scuola di Maerne, a. s. 1950-51, classe IV fem.- V mas., maestra Cozzi Maria)

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… I miei alunni sono figli di operai o di contadini. Tutti figli di povera gente. I due fratelli ... appena escono da scuola tornano al lavoro. ...si mette la tuta e si mette all'opera (meccanico). Lavora fino ad ora tarda. Alla mattina si alza di buon ora e va al lavoro fino all'ora di scuola. Mi sono interessato personalmente presso il suo padrone. Guadagna 35 lire al giorno. Il fratello fa il "sarte" è un ragazzo in gamba, ma a scuola fa come può. Molti altri lavorano in casa, specie i contadini. In complesso sono tutti buoni ragazzi, tutti amano la scuola e il lavoro. (Scuola di Maerne, a.s.1950-51, classe V mas., maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Giugno 1951 … Fervono i lavori nei campi ed alcuni bimbi sono già in piedi alle tre del mattino. La scuola per loro è un riposo. (Scuola di Ca’ Nove, a. s. 1950-51, classe IV fem.- V mas., maestra Cozzi Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 20 Maggio … E’ veramente triste sentire da questi bambini esprimere il bisogno di una guida, che loro manca spesso in famiglia, e lamentare la mancanza di un appoggio naturale rappresentato sia pure anche da un libro. A molti mancano i mezzi, i più dovranno occuparsi dei lavori paterni e materni e assumersi delle responsabilità sproporzionate alle loro forze. (Scuola di Ca’ Nove , A S 1954-55, classe III E IV mista, Mastrocinque Iside n. Zecchini)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 15 APRILE … Solo quattro continueranno a studiare; molte resteranno qualche anno a scuola di taglio e cucito qui dalle suore; qualcuna purtroppo dovrà lavorare sodo a casa con fratelli piccoli e grandi; qualche altra andrà a servizio per necessità materiale urgente; qualche altra per fortuna starà vicina alla sua famiglia imparando a diventare una brava donnina di casa. Due vorrebbero fare le infermiere e quindi dovranno prepararsi seriamente ad affrontare un’occupazione tra le più eroiche e le più faticose. (Scuola di Martellago, a. s. 1954-55, classe V fem., maestra Gusso Annalisa nata Tonello)

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Lavoro o condizione dei padri Informazioni ricavate dai dati contenuti nei registri

MARTELLAGO

A.S. 44-45 45-46 46-47 47-48 48-49 49-50 51-52 53-54 54-55 55-56Operaio 7 29 17 20 13 18 33 25 28 27 Contadino 4 23 7 8 5 7 3 8 20 11 Esercente 2 1 1 1 1 4 1 2 Artigiano 4 5 1 6 1 5 4 3 Servizi 1 1 2 4 1 Commesso viagg. 1 1 1 Mediatore 1 1 Cursore 1 Mugnaio 1 1 Dentista 1 Impiegato 1 2 Invalido 1 2 1 Guardia finanza 2 2 Sconosciuto 15 3 1 Disoccupato 3 2

MAERNE

A.S. 45-46 46-47 47-48 48-49 49-50 51-52 52-53 53-54 54-55 55-56Operaio 38 39 35 18 28 36 35 17 16 18 Contadino 34 41 12 7 13 7 13 10 6 8 Esercente 4 5 2 1 2 3 6 1 4 4 Artigiano 2 1 1 2 4 3 3 Servizi 1 2 1 1 Commesso viagg. Mediatore Cursore Mugnaio Dentista Impiegato 1 1 Invalido 1 2 1 Guardia finanza Sconosciuto 5 5 2 Disoccupato 1 1 1 Pensionato 1 Possidente 1 1

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CA’ NOVE

A.S. 48-49 52-53 Operaio 9 12 Contadino 7 9 Esercente Artigiano 1 Servizi Commesso viagg. Mediatore 1 Cursore Mugnaio Dentista Impiegato Invalido Guardia finanza Sconosciuto 2 4 Disoccupato Pensionato Possidente

OLMO

A.S. 47-48 48-49 49-50 50-51 51-52 52-53Operaio 8 15 23 11 11 19 Contadino 3 2 9 8 6 5 Esercente 3 4 Artigiano 1 1 Servizi 1 Commesso viagg. Mediatore 2 3 1 Cursore Mugnaio Dentista Impiegato Invalido 3 Guardia finanza Sconosciuto 1 4 Disoccupato 1 Pensionato Possidente 1

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Edifici scolastici

L’archivio comunale ha fornito copia degli atti che documentano il percorso seguito dal Consiglio Comunale di Martellago fin dall’anno 1895 per avviare la costruzione del palazzo comunale e della scuola. Anno 1895: autorizzazione ministeriale per l’acquisto del terreno su cui edificare il palazzo comunale e la scuola (fig. 1)

(fig. 1)

Umberto Primo

Per Grazia di Dio e volontà della

Nazione Re d’Italia ----------------------- Sulla proposta del Nostro Ministro

Segretario di Stato per gli affari del=

l’Interno;

Vista la deliberazione del Consiglio

Comunale di Martellago (Venezia)

in data 7 Luglio 1895;

Vista la legge 7 Luglio 1850;

Sentito il Consiglio di Stato;

Abbiamo decretato e decretiamo

E’ autorizzato il Comune di Martel=

lago ad acquistare un terreno dai Conti

Zapary al prezzo di Lire 1747,50

per la costruzione di un palazzo comunale.

Il Nostro Ministro proponente è in=

caricato della esecuzione del presente Decreto. – Dato a Roma addì 22 Dicembre 1895

F.to Umberto Contrassegnato Crispi

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Anno 1896: compravendita del terreno (fig. 2) dove sorgerà il palazzo municipale

(fig. 2) Anno 1898: viene presentato il disegno tecnico del “fabbricato ad uso di Municipio, scuole ed abitazioni dei maestri”. (La copia del prospetto e della pianta dell’edificio, datata Venezia 15 Marzo 1898, è osservabile nei cartelloni della mostra “La scuola elementare di Martellago nel dopoguerra” realizzata dal dipartimento di ricerca storica del Circolo di Martellago esposta al Centro Civico di Olmo di Martellago dal 23 maggio al 6 giugno 2003 e attualmente conservata presso l’I. C. “C. Goldoni” di Martellago)

Per estratto conforme

Il Direttore Capo Divisione

f.to Bedendo L.S.

--------------------------

La presente copia è tratta dall’Istro=

mento di Compravendita del giorno 28

Gen naio 1896 fra le Parti:

Avv.o D.Lorenzo Fabris pei Conti Zapary,

………………………; e

Comune di Martellago rappresentato

Dal f.f. di Sindaco Sig. Filippo Scarante;

Rogiti del Dottor Nicolò ……….. No=

Taio residente in Venezia. –

Martellago 24 Aprile 1900.

Il Sindaco

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Anno 1901: il Consiglio Comunale di Martellago si rivolge al Ministro della Pubblica Istruzione per ottenere un prestito di Lire 23140,08 presso la Cassa Depositi e Prestiti. La cifra riguarda il preventivo di spesa per la costruzione della scuola e delle abitazioni per i maestri all’interno del fabbricato municipale (fig. 3 – copia dell’intero documento è conservata con i materiali della mostra).

(fig. 3)

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foto del 1947-’51 Municipio e scuole

- Anno 1904: all’interno dell’edificio comunale si ricavano due enormi aule per le scuole (nel 1914 ci sarà una prima maschile composta da 88 bambini).

- Anno 1912: a Martellago si istituisce la terza classe elementare.

- Anno 1924: a Martellago si istituisce la quarta classe.

- Anno 1927: il Sindaco Cavalieri viene nominato Podestà; intitola la scuola a “Cesare Battisti”.

- Anno 1932: a Martellago si istituisce la quinta classe.

- Anno 1946-48: alcune aule sono occupate dagli sfollati.

- Anno 1950: ampliamento della scuola.

aula nell’edificio comunale

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foto del 1959 costruzione della nuova scuola

Anno 1959: La nuova scuola elementare progettata da Vinicio Lazzari e intitolata a “G. Bertati (1)”

aula della nuova scuola

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SCUOLA DI CA’ NOVE

Scuola di via Ca’ Nove (ora demolita) - Anno 1923:

la scuola di Ca’ Nove è una baracca acquistata dal Ministero delle Terre Liberate come residuato di guerra.

- Anno 1933: la scuola viene intitolata ad “Edmondo Matter” (2).

SCUOLA DI CA’ BUSATTI

foto Scuola di Ca’ Busatti (ora demolita) Anno 1950: il Comune acquista Ca’ Busatti.

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Da “Una maestra ricorda” (intervista orale, anno 2002) … Anche la scuola di Ca’ Busatti cambiò. Al posto della vecchia scuola senza luce, senza acqua, senza recinzione, con riscaldamento a legna (15 Kg al giorno), ne venne costruita una nuova con luce, acqua calda e fredda, gabinetti moderni, riscaldamento con i termosifoni, aule molto ampie e luminose ed un bellissimo cortile dove poter finalmente fare un po’ di ginnastica e giocare durante l’intervallo.

SCUOLA DI MAERNE - Anno 1908:

a Maerne si istituisce la terza classe. - Anno 1924:

a Maerne si istituisce la quarta classe. - Anno1927:

il podestà Cavalieri intitola la scuola a “Nazario Sauro” (3). - Anno 1932:

a Maerne si istituisce la quinta classe. - Anno 1950:

costruzione di una nuova scuola a Maerne (attuale sede della biblioteca civica).

SCUOLA DI OLMO - Anno 1918:

si apre una piccola scuola. - Anno 1923:

la scuola di Olmo è una baracca acquistata dal Ministero delle Terre Liberate (come residuato bellico).

- Anno 1933: la scuola viene intitolata a “Gino Allegri” (4).

- Anno 1950: ampliamento della scuola.

1 (1735-1815) Nato a Martellago, scrittore e poeta. 2 (1886-1916) Nato a Mestre, Capitano 55° Reggimento Fanteria, medaglia d’oro al valore militare. 3 (1880-1916) Nato a Capodistria. Allo scoppio della prima guerra mondiale entrò a far parte della marina italiana. Catturato dagli Austriaci sul sommergibile Pullino fu processato e condannato all’impiccagione. 4 (1893-1918) nato a Venezia, partecipò alla prima guerra mondiale come aviatore.

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INTITOLAZIONI ATTUALI DELLE SCUOLE DEL COMUNE

Anno 1971: Il provveditore agli studi di Venezia decreta le nuove intitolazioni visti: - Circolare ministeriale n.4452/48 del 25/6/1947 - Verbale di riunione degli insegnanti delle diverse scuole - Parere favorevole della Prefettura di Venezia, dell’Amministrazione Comunale di

Martellago, del Consiglio Provinciale Scolastico

- Nulla osta del Ministero della P.I.

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LE CONDIZIONI DEGLI EDIFICI

DALLE CRONACHE DEI REGISTRI

SCUOLA DI MARTELLAGO

25 Marzo 1947 …Adunata a Martellago con le autorità scolastiche e comunali per esaminare i bisogni più urgenti dell’edificio e dell’arredamento. (Scuola di Martellago, a. s. 46-47, classe V maschile, maestro Grimaldo Angelo)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 6 Novembre … Il giorno tre novembre ho cambiato aula. La mia prima aula era nel palazzo del municipio, parte levante, facevo scuola al pomeriggio dalle 13,30 alle 17,00. Ora la mia aula si trova all'asilo di Martellago, è una buona aula, insegno al mattino dalle 8,30 alle 12,40. L'asilo dista dal municipio circa 300 metri. Il cambiamento è stato molto noioso, ho dovuto far portare dal municipio all'asilo tutti i sussidi didattici che mi servono, i quaderni di bella che tengo io nell'armadio, boccette di inchiostro, libri della bibliotechina scolastica ecc. Spero non dover più compiere spostamenti del genere. 16 Novembre … In obbedienza ad ordine superiore ho dovuto ritornare nella mia vecchia aula che si trova nel fabbricato del municipio. Ho dovuto far trasportare tutto nuovamente con danno del materiale scolastico trasportato. 12 Dicembre … La mia aula è ben riscaldata, quando entro in classe spesso devo far aprire le finestre perchè la temperatura si abbassi un po'. Il sole che entra dalle quattro finestre da noia ai bambini occorrerebbero delle tende. 15 Dicembre … I genitori dei miei alunni si lagnano (hanno perfettamente ragione) perchè il sole, entrando dai quattro finestroni, dà noia agli scolari e non solo noia. Io faccio spostare continuamente gli alunni ai banchi non allineati direttamente dal sole, ma quello che faccio conta ben poco in quanto fino alle ore tre e mezza la mia aula è esposta al sole. Ho intenzione di avvisare le autorità comunali. 11 Marzo … Il sole disturba in modo incredibile. Da notare che entra attraverso quattro finestroni e batte sul capo dei ragazzi. E' un mese questo nel quale il sole fa veramente male. (Scuola di Martellago, a. s. 1947/48, classe IV mista, maestro Brini Sergio)

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… Mancanza di aule. Sopra gli sfollati fanno baccano. L'aula non è sufficientemente riscaldata. Non c'è acqua potabile. Mancano il cortile e la palestra. (Scuola elementare di Martellago, a. s. 1949-1950, classe V mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Aula metri 9 per 4.5 per 3, male illuminata, senza acqua potabile, senza cortile, senza palestra, pessime condizioni dell’edificio, antigieniche. Infelice: polverosa, sporca, umida, confortevole. Ho fatto presente (vedi aula) all’autorità comunale la necessità e l’urgenza dei lavori. Mi fu risposto negativamente. (Scuola elementare di Martellago, a. s. 1949-50, classe V mista, maestro Marchiori Pezzato Rino)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 15 Marzo … C’è un operaio che batte di là nel corridoio: non mi dà noia. Lavora per noi. Era tempo! Finalmente la quinta classe avrà un gabinetto decente! Mi ero interessata anche l’anno scorso del problema ma il Sig. Sindaco che pur dimostra molto interesse per la sua scuola, mi aveva fatto vaghe promesse e fino a ieri niente di nuovo. Allora viste inutili le mie richieste, inoltre anche la signora capogruppo mi aveva detto che non c’era niente da fare, mi sono rivolta alla Guardia Municipale. E’ stata la via migliore. Il gabinetto è in fondo al corridoio; c’è prima uno stanzino con una finestrona, il gabinetto è un buco! Mancano le più elementari misure di igiene! Se brontolavo anche tra maestre mi sentivo rispondere che come c’erano stati altri insegnanti, c’ero e dovevo stare pure io. Ma il problema non ero io, ma i bambini, o meglio le bambine che certo non si trovano a loro agio! Oggi il muratore batte! Grazie al cielo ho ottenuto qualche cosa: l’acqua corrente, un water decente e un lavandino! Anche i vetri finalmente! Meglio tardi che mai. (Scuola di Martellago, a. s. 1954-55, classe V femminile, maestra Gusso Annalisa nata Tonello) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- … Nevica e la stufa rimanda il fumo in classe. Abbiamo dovuto, per riscaldarci, ricorrere alla ginnastica. (Scuola di Martellago, a. s. 54-55, classe V maschile, maestro Grimaldo Angelo)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 16 Febbraio … Riprendo oggi scuola normale. Abbiamo avuto in questi giorni un freddo eccezionale e le scuole sono rimaste chiuse. 14 Aprile … Sulle finestre mettiamo continuamente pianticelle per abbellire l'aula. (Scuola di Martellago, a. s. 1955/56, classe V femminile, maestra Pomiato Maria n. Basciano)

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SCUOLA DI CA’ NOVE Ottobre 1949 … La mia aula è discreta, ben arieggiata, abbastanza ampia, manca di carte geografiche e di qualunque altro sussidio didattico. Le tre grandi finestre guardano a mezzogiorno e sono sprovviste di tende. Nell’angolo in fondo all’aula c’è una stufa piccolissima…. 11 Gennaio 1950 … In classe fa molto freddo perché la stufa è troppo piccola per poter scaldare l’aula e per di più la legna a disposizione ci è misurata in maniera semplicemente vergognosa (chilogrammi 7,5 per ogni insegnante). I muri sono molto umidi. 17 Gennaio 1950 … Oggi la stufa è spenta, l’aula è fredda e gli alunni hanno tutte le mani e i piedi gelati, non posso far accendere la stufa perché sprovvisto di legna e d’ordine del Comune non si può consumare più di quindici chilogrammi di legna per aula. I muri sono proprio bagnati e l’acqua del muro a levante a gocce scende al suolo. (Scuola di Ca’ Nove , classe IV e V mista, a. s. 1949-50, maestro Brini Sergio, dal 3 Marzo maestra Vinello Gerzi Genziana) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 20 novembre 1950 …iniziano oggi le lezioni… ci troviamo a Martellago essendo la nostra scuola occupata da famiglie senza casa. 8 Marzo …Il tempo, in questi primi giorni di marzo, è stato poco generoso: freddo, neve, vento…. L’aula fredda, ampia assai più del necessario, l’insufficiente riscaldamento hanno riportato tra noi l’atmosfera di pieno inverno…. (Scuola di Ca’ Nove , classe IV fem. E V masc., a.s. 1950-51, Cozzi Marina)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 11 Gennaio 1954 … Le scuole dopo le vacanze non si sono subito riprese in modo normale. La molta neve caduta ha impedito un regolare ritorno sia degli scolari che degli insegnanti. Anche oggi è stato oltremodo difficile fermarsi in classe per tre ore continue perché la temperatura era di poco al di sopra dello zero nonostante ci fosse la stufa accesa dal mattino. Stamane appunto l’inchiostro nei calamai era gelato. 29 Gennaio … La seconda quindicina di gennaio è stata un po’ dura. Le ondate di freddo intenso non si sono fermate fuori dalla porta dell’aula e con una temperatura massima di otto dieci gradi non è stato agevole lavorare. Per superare un po’ il rigore del freddo mi sono servita della marcia fra i banchi e della ginnastica…. 10 Febbraio … Anche in questi giorni il freddo intenso ha impigrito un poco i movimenti e l’intelligenza degli scolari. Per tenerli allegri e per incoraggiarli ho parlato loro di una commediola, uno scherzo di carnevale da recitare il giovedì grasso…

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(Scuola di Ca’Nove, classe V mista, a. s. 1953-54, maestra Peggio Erminia, supplente) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 10 Gennaio … La mia aula è davvero antigienica…Il basamento in marmorino trasuda continuamente e, in queste giornate piuttosto umide, metà lavagna è bagnata. Ho parecchi bambini ammalati di dolori reumatici in forma anche grave, con disturbi cardiaci. Anch’io risento molto delle pessime condizioni ambientali. (Scuola di Ca’ Nove , classe III e IV mista, a. s. 1954-55, maestra, Mastrocinque Iside n. Zecchini)

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SCUOLA DI MAERNE Febbraio 1946 … Non ho avuto la consegna della classe, perché assieme a tavoli e vetri dell’aula sono stati rubati anche registri ed elenchi… mancanza di riscaldamento. Marzo 1946 … Fa ancora freddo e devo ogni tanto interrompere la lezione per fare un po’ di ginnastica. 7 Giugno 1946 … Riprendo oggi la scuola, il caldo si fa sentire ogni giorno di più. La scuola al pomeriggio ha sempre grande svantaggio. I bambini sono svogliati ma tutti presenti. Povera e misera scuola di campagna! Pensare che il comune non è mai stato in grado di fornire neppure una sedia per l’insegnante. (Scuola di Maerne, a. s. 1945-46, classe IV mista, maestra Faccenda Parmeggiani Afra)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 16 Ottobre 1946 … Aula al I° piano ariosa, asciutta, illuminata bene, ma sporca, le pareti non sono state imbiancate. 23 Dicembre 1946 … La scuola manca ancora di riscaldamento. 22 Gennaio 1947 … Apertura della scuola dopo le vacanze natalizie. Il comune ha provveduto per il riscaldamento. Oggi gli alunni presenti sono pochi perché la scuola si è aperta senza avvisare ufficialmente gli alunni. (Per avvisare ufficialmente gli alunni intendo comunicarlo o alla messa della domenica o alla dottrina cristiana). 10 Febbraio 1947 … Si riprendono le lezioni. La scuola non è riscaldata; perciò l’orario è di ore 2 e 30 minuti. Maggio

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… L’orario del pomeriggio comincia ad essere pesante. Entro alle ore 13.30 e per un’ora e mezza circa, il lavoro è ostacolato dal caldo e dalla mancanza d’aria (l’aula è incapace di contenere gli alunni ed è molto calda), poi si lavora volentieri. (Scuola di Maerne, a.s. 1946/47, classe IV mista, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 24 Ottobre … L'inizio delle lezioni ... non erano ancora ultimati i lavori di restauro.

(Scuola di Maerne, a. s. 1948-49, classe V mista, maestra Novello Ortensia)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 21 Novembre … Il nuovo fabbricato è vasto, formato da dieci aule, cinque al piano terra e cinque al secondo (primo) piano. Al piano terra un'aula è provvista di banchi e di cattedre e, al momento serve come deposito legna da ardere. Occupo l'aula B al primo piano con quattro finestre che guardano a mezzogiorno. E' molto umida, i muri gocciano. 6 Dicembre … Le scuole sono sempre più bagnate, l'acqua che scende dalle pareti corre sul pavimento e la bidella la raccoglie con stracci di lana che preme su un secchio il quale in pochi minuti si riempie. Febbraio … La mia aula continua ad essere sprovvista di carte geografiche ma faccio in modo che gli alunni non si accorgano di ciò. Marzo … Il medico che ha visitato la mia aula ha asserito che avrò la stufa accesa per tutto il mese. Oggi fa freddo e l'umidità è eccessiva. (Scuola di Maerne, a. s.1950-51, classe V maschile, maestro Brini Sergio) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Marzo 1952 … Riprendo il turno del mattino. Ora possiamo lavorare di più, e svolgere con più serenità il nostro lavoro. L'assillo dell'orologio è sparito. Il tono dei miei lavori è più sereno chè so di poter aver "tempo". (Scuola di Martellago a.s. 1951-52, classe V maschile maestro Felicissimo Giuseppe) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Dicembre 1951 … Il freddo comincia a farsi sentire. Nell'aula nonostante la parvenza di riscaldamento è freddo. Ho scritto al Comune di Martellago che mi cambino la stufa che non funziona. Mi hanno risposto gentilmente che si affretteranno a far il lavoro, ma io non sono certa della premura.

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(Scuola di Maerne, a. s. 1951-52, classe:V femminile, maestra Cozzi Maria) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- … In dicembre ed aprile, per mancanza locali, orario 13,30 – 16,30 e 13,30 – 17,00. (Scuola di Maerne, a. s. 1952-53, classe 5, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 26 Febbraio55 13 Febbraio … Per disposizione del Sig. Provveditore le scuole saranno chiuse da oggi fino a nuovo ordine causa il freddo. 15 Febbraio … Ripresa delle lezioni con orario ridotto. 4 Maggio … Ritorna il caldo ... come far fare un po' di ricreazione agli alunni? Il cortile è sprovvisto quasi completamente di ombra e poi, in questi giorni di asciutto, pieno di polvere. Secondo me sarebbe opportuno che per legge ogni singola scuola dovesse avere un cortile molto spazioso per dar modo a tutte le classi di avere il necessario svago (qui a Maerne più di due o tre classi al massimo contemporaneamente non ci stanno). Inoltre il fondo dovrebbe essere erboso per impedire rotture di ginocchia o teste in caso di caduta. Ci dovrebbero poi essere grandi alberi capaci di fare molta ombra per fare eventualmente anche lezione all'aperto. Invece bisogna stare dentro e sorbirsi nell'aula piuttosto piccola, caldo e afa. Penso però di fare qualche gita scolastica. Vedrò se è possibile nei pressi degli argini del Marzenego, trovare qualche posto ombreggiato per andarci anche tutti i giorni per dar modo agli alunni verso le dieci e mezza, di sgranchirsi un po' le gambe e di ricrearsi con il verde della campagna e l'ossigeno dell'aria. (Scuola di Maerne, a. s. 1955-1956, classe V maschile, Baga Bruno)

Dalle attività di laboratorio: “I nonni ricordano”

LA SCUOLA Spesso la scuola era molto lontana da casa. Si andava a scuola a piedi perché non c’erano mezzi di trasporto. Bisognava portare la legna da mettere nella stufa di terracotta per scaldarsi. I bambini, a turno, dovevano mettere la legna nella stufa. Tornando da scuola ci si fermava a fare gli scivoloni sui fossi ghiacciati. I banchi erano vecchi e su ognuno c’era il buco per il calamaio. La bidella passava con una bottiglia per riempire il calamaio d’inchiostro.

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Visione dell'infanzia e di genere

DALLE CRONACHE DEI REGISTRI

15 Maggio … Per questi svogliatoni (svogliatezza prodotta da varie cause poca intelligenza, scarso nutrimento, insufficiente riposo ecc.) vorrei fermarmi ancora sulla lezione, chissà quanto tempo. Dunque tenendo conto che questi ragazzi domani saranno tutti o agricoltori o operai credo che sarà necessario che principalmente sappiano scrivere senza errori, contare con sicurezza e attraverso lo studio dei nostri grandi (santi, patrioti, scienziati artisti, poeti, scrittori ...) in ogni campo benefattori dell'umanità, abbiano raggiunto quel raziocinio necessario per difendersi dall'ignoranza, che purtroppo domina in questo paese (Scuola di Martellago, a. s. 1946-47, classe V mista, maestra Milan Apollonio Antonietta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Ho bandito la disciplina basata solo sull’esteriorità e ho voluto che divieti e castighi trovassero una risonanza nell’animo infantile così d’apparire giusti e meritati. Ho voluto che suscitassero nel bambini il desiderio di redimersi (gioioso riconoscimento del proprio essere migliori) e il bisogno di sembrar migliori. Ho cercato di rendere il più possibile la mia scuola intima in modo d’agevolare una perfetta compenetrazione d’anime. (Scuola di Martellago, a. s. 1946-1947, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Le bambine sanno leggere con senso e sanno spiegare con disinvoltura, i ragazzi leggono ancora con cantilena senza afferrare il significato. Sono essi invece più pronti e vivaci nelle altre materie. Lavori femminili di maglieria, rattoppi di calze e biancheria, fabbricazione di fiori in carta e di modellini per vestiti. (Scuola di Martellago, a. s. 1949-50, classe V mista, maestro Marchiori Pezzato Rino)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 20 Febbraio … Dai primi approcci con gli alunni ho constatato che alcuni di essi, i soliti, avevano fatto regolarmente le lezioni e poco hanno perduto nel profitto, mentre purtroppo non si può dire così degli altri (metà della scolaresca) che non si ricordano più nulla di ciò che avevo insegnato prima delle vacanze. Così, per questi negligenti, dovrò ricominciare di nuovo. 9 Febbraio 1951 Il lavoro femminile è sempre stato la mia passione, quindi l’insegno volentieri e non mi è faticoso guidare le inesperte manine nei primi punti. (Scuola di Ca’ Nove, a. s. 1951-52, classe IV fem. – V mas., maestra Cozzi Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 14 Ottobre

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… Farò sì che il mio metodo sia adatto a tutte, sia soprattutto facile, utile, interessante. Le mie lezioni avranno per scopo soltanto questo: essere utili, utili per oggi e per domani. Quel domani che per tre quarti delle mie bambine si presenta sicuro nel lavoro dei campi, nelle faccende domestiche e che perciò le priverà di occupare le loro menti, di esercitarle nella lettura, nel calcolo, nello stendere sia pure solo un pensiero scritto. Dopo le elementari il paese di Martellago non offre purtroppo nessun corso post- elementare e perciò la classe quinta deve essere fatta in modo da rimanere sufficiente come compimento del primo corso di studi. Marzo … Ho quasi ultimato la raccolta dei soldi per la gara tra le classi indetta dalla Cassa di Risparmio… Il mio scopo però non si ferma alla gara. E’ da notare che la mia è l’unica classe di Martellago che entri in gara, che ho trovato molte opposizioni e molti appoggi ma che il mio desiderio era che alla fine delle scuole elementari ogni alunno avesse iniziato un piccolo risparmio per poi continuarlo nella vita. Il concetto di risparmio a mezzo di depositi in banca non è molto sentito e ho faticato molto per renderlo nella sua luce di utilità, di necessità contro tutti i pericoli e le controversie della vita. 8 Marzo … E’ recente una circolare del sig. Direttore ove tra l’altro c’è un invito fatto a tutti gli insegnanti di svolgere una relazione sul tema: “Affaticamento scolastico e giochi sorvegliati”… si vuol sapere fin dove il gioco scolastico sia importante proprio come mezzo, come leva sotto il peso delle fatiche scolastiche. Si parla di gioco sorvegliato, non di gioco soltanto. Io dò molta importanza al gioco… 15 Aprile … Solo quattro continueranno a studiare; molte resteranno qualche anno a scuola di taglio e cucito qui dalle suore; qualcuna purtroppo dovrà lavorare sodo a casa con fratelli piccoli e grandi; qualche altra andrà a servizio per necessità materiale urgente; qualche altra per fortuna starà vicina alla sua famiglia imparando a diventare una brava donnina di casa. Due vorrebbero fare le infermiere e quindi dovranno prepararsi seriamente ad affrontare un’occupazione tra le più eroiche e le più faticose. (Scuola di Martellago, a. s. 1954-55, classe V fem., maestra Gusso Annalisa nata Tonello)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 12 Aprile … Si parla spesso tra noi maestri se sia il caso di essere severi nelle promozioni o meno. Il sig. Ispettore s'è più volte pronunciato in questi termini: promuovere più alunni che sia possibile. Penso la stessa cosa ... I motivi per me sono questi. Perchè rendere la vita tanto difficile agli alunni? Cerchiamo di agevolarli se vogliamo che crescano bene. Il volerli ostacolare troppo può portare a far sì che le generazioni future siano piene di isterismi e di esaurimenti nervosi. Per me la scuola elementare è più un'occupazione che una selezione. La selezione la facciano i professori, se vogliono, alla scuola media e alla scuola di avviamento! Secondo me è il caso di far vivere questi ragazzi un po' pacificamente senza tante preoccupazioni di carattere scolastico. 4 Giugno … Gli esami sono terminati. La commissione ha deciso di promuovere 32 alunni su 34.

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Più d'uno ha dovuto essere aiutato ma d'altra parte cosa si può pretendere da un bambino di undici o dodici anni? Se si arriva a scrivere, a fare qualche calcolo e se interrogato sa rispondere qualcosa, perchè non promuoverlo? (Scuola di Maerne, a. s. 1955-56, classe V mas., maestro Baga Bruno)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 6 Maggio 1956 … In classe quinta la storia del nostro risorgimento ha appassionato quei piccoli cuori che si sentono più che mai fieri di essere italiani; tra qualche giorno il programma potrà dirsi ultimato. (Scuola di Ca’ Nove, classe III-IV-V mista , a. s. 1955-56, maestra Mirta Pavan Padovan)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Alla prima osservazione ho risposto in questi termini: ”Voi credete che un bambino più studia e più diventa intelligente. Non è così. Sarebbe come credere che più mangia e più cresce sano e robusto. Come un eccesso di cibo può essere nocivo alla salute del corpo,così un eccesso di cibo può essere nocivo alla mente. Quello che ci vuole è la giusta quantità, sia nel cibo che nello studio”. Alla seconda osservazione: ”Indubbiamente, se ad un bambino gli si fa paura, egli fa quel che gli si dice”. Ma il suo carattere?… Giusto spronare… ma cerchiamo di farlo col ragionamento non con la forza; cerchiamo di fare in modo che lo faccia perché lo vuole lui non perché fa paura a noi. (Scuola di Maerne, a. s. 1955-56, classe V mas., maestro Baga Bruno)

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Indirizzo pedagogico: i maestri e le maestre

DALLE CRONACHE DEI REGISTRI … Nuovo indirizzo della scuola. Abituare gli alunni all’onestà, alla lealtà. Educare il carattere. Abolire l’esibizionismo molto coltivato durante il fascismo.

(Scuola di Martellago, a. s. 45/46, maestra Milan Apollonio Antonietta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Febbraio 1946 … Mi propongo di fare del mio meglio, di dedicare tutte le mie cure agli alunni che devono tanta impreparazione al periodo bellico trascorso. (Scuola di Maerne, a. s. 1945-46, classe IV mista, maestra Faccenda Parmeggiani Afra)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ …Dare una cultura (per cultura non si deve intendere imparaticcio!) al bambino, l’ho considerato il mezzo più semplice ed efficace per educarlo e disciplinarlo intimamente. Ho dato perciò grande importanza alla conquista del sapere fatto con sforzo, attenzione, dominio di sé, sincerità, in modo che il bambino potesse approfondire la propria conoscenza. Il grande problema per me è stato la ricerca di un punto di partenza che valesse per tutti gli scolari. Mi sono occupata perciò prima dei peggiori facendo loro sentire quanta fiducia ponevo nel trionfo dei loro sforzi. Ho cercato perciò di tenerli occupato, di far loro sentire quanto apprezzavo i loro sforzi nello studio, di farli muovere, di tenerli. Ho cercato di dar loro la sensazione di essere qualcuno, d’avere una certa autonomia! Inchiodarli a sentire gli altri, essi che hanno corso i campi e le vie, essi che hanno avuto la scuola della piazza e della strada e architettato tutte le diavolerie dei ragazzi lasciati a sé, lo considero un assurdo. Pretendere che sappiano leggere, scrivere, ragionare come gli altri, essi che hanno il tumulto del capriccio nella mente è costringerli a saltare oltre la misura delle forze. …D’altra parte i più fortunati sia per intelligenza che per assistenza extra scolastica possono, ascoltando correzioni che a loro non toccherebbero, accompagnare con lo spirito il maestro che corregge e diventare così quasi altrettanti piccoli educatori. Con questo non vuol dire che essi abbiano a rimanere inoperosi … essi anzi, partecipano con interesse a quel molteplice dialogo che è la lezione, richiamando una nozione, portando qualche esempio, rifacendo qualche ragionamento dei compagni. Così correggendo o nell’interno del loro animo o come vivaci collaboratori, essi convalidano il loro proprio sapere o ritemprano il loro proprio carattere. Nella mia classe la lettura non è limitata al solo testo scolastico. Ho formato una bibliotechina di classe di 20 volumetti. Per favorire i miei scolari ho messo a disposizione una ventina di volumetti che fanno parte della mia biblioteca personale e che comprendono buoni libri di produzione nazionale e straniera. Ho potuto così ottenere un totale di 40 volumetti (tutti scelti con rigoroso esame) senza gravare soverchiamente sulle famiglie. I bambini ne sono entusiasti e i libri vanno a ruba. …Considero la recitazione come scuola di naturalezza. E’ per questo che pretendo che il bambino dimostri di comprendere e gustare ciò che recita.

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Ho cercato di connettere l’insegnamento della storia e quello della geografia facendo partecipare il bambino del rapporto che corre fra il mondo umano e naturale. L’insegnamento di queste due materie deve finalmente diventare morale cioè scevro da quella passione nazionalista che nel recente passato riuscì a sviarci. E’ per questo che cerco di instillare nell’animo dei bambini un senso di equilibrio nella valutazione dei fatti storici. Forse un giorno, quando nel loro animo sentiranno un profondo rispetto per l’opera degli altri popoli, si metteranno a lavorare onestamente in Patria, per avere il diritto di godere vantaggi dell’umana convivenza. (Scuola di Martellago, a. s. 1946-1947, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 23 Aprile … L'insegnamento della geografia dovrebbe essere aiutato e completato dalle cartine geografiche che gli alunni non possono comprare perchè costano troppo. Anche per l'insegnamento delle scienze c'è difficoltà per la mancanza di sussidi didattici ... 15 Maggio … Un vero e proprio programma di fisica e chimica non ho potuto svolgere anche perchè mancano gli strumenti necessari anche per i più facili esperimenti.

(Scuola di Martellago, a. s. 46/47, classe V mista, maestra Milan Apollonio Antonietta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 1 Dicembre 1947 … Ho diviso la scolaresca in squadre per il mantenimento dell' ordine, della disciplina e della pulizia. I capi squadra sono stati eletti dagli alunni. (Scuola di Martellago, a. s. 1947-1948, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Il programma è stato svolto per intero ma con grande difficoltà. Questa difficoltà è dovuta a due cause. 1) Quella d'avere due classi anzichè una, il che vuol dire raddoppiare il lavoro oppure se non proprio raddoppiare il lavoro dimezzare le ore di insegnamento per una classe. Naturalmente avendo classe IV e classe V finchè si insegna alla IV non si insegna alla V e viceversa. Ciò nonostante si è raggiunto un buon punto,grazie alla buona volontà e alla cooperazione fra maestro e alunni. 2) Insegnamento sempre pomeridiano. …Ho aumentato i libretti della biblioteca di tre nuovi volumi. …Affinchè gli alunni durante le vacanze non dimentichino ciò che hanno appreso durante il primo trimestre ho fatto comperare un bel libretto contenente i compiti per le vacanze natalizie.E' un bel libretto completo in tutte le materie, ho diviso i giorni per giorno. Il libretto è stato comperato con gioia dalla totalità degli alunni. (Scuola di Martellago, a.s.1947-48, classe IV mista, maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 30 Ottobre 48

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… Ho tenuto i bambini all’aperto, li ho fatti giocare allo scopo di riscontrare le tendenze, per valutare le condizioni fisiche. Ho provveduto all’organizzazione della classe nominando i capoclasse, capigruppo, gruppi. (Scuola di Martellago, a. s. 1948-49, classe IV mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 9 Giugno … Ho portato gli alunni alla passeggiata che si è risolta in una vera e propria lezione all’aperto. (Scuola di Martellago, a. s. 1948-49, classe IV mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ …Ho applicato, come al solito, il metodo naturale, lasciandoli lavorare individualmente. Io faccio la lezione a scuola, a casa i bimbi fanno ricerche trovando figure, disegni adatti e riepilogano sul quaderno degli appunti, la lezione… 8 Gennaio 1951 … Nella mia classe non c’è silenzio, ma vi ferve un lavoro continuo di ricerca delle figure, di attacco, di scambio. Quelli di V insegnano a quelli di IV ciò che non hanno ben capito. Stimolo i bimbi allo studio con gare e piccoli premi, soprattutto li abituo ad apprezzare come premio il voto e la lode. (Scuola di Ca’ Nove, a. s. 1950-51, classe V fem. e V mas., maestra Cozzi Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Novembre … Ho cercato di avviare qualche lavoro di ricerca, che possa destare il loro interesse. Alcuni hanno cercato delle notizie sulla chiesa del paese, altri hanno narrato i loro ricordi dell'ultima guerra. Cerco di allargare il lavoro anche alle altre materie, cercando di farle vedere come tante braccia di un unico corpo, l'uomo alla scoperta di un unico oggetto: il mondo. Aprile … Confesso che la difficoltà maggiore che trovo nell'insegnamento è quella di saper organizzare il lavoro in maniera che proceda in un certo ordine, con una certa progressione. Non guardo sempre al futuro, talora un problema particolare mi trascina in una strada che poi devo riconoscere non del tutto necessario per correre. Dopo tre anni di insegnamento (questo è il quarto) mi accorgo di mancare di esperienza: spesso non capisco le difficoltà dei ragazzi, oppure, al contrario, stimo difficili nozioni che poi mi accorgo che hanno afferrato con una certa facilità. Trovo difficile abituarmi alle mentalità dei ragazzi, per cui spesso la mia lezione resta fredda e non viva, senza quelle invenzioni semplici e allietanti che ammiro in certi insegnanti di lunga esperienza. (Scuola di Maerne, a.s. 1951-52 classe V mas., maestro Scarpa Sante, grado ordinario)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Dicembre ...Certo che due ore di insegnamento sono assolutamente insufficienti ...Cosa può dare la scuola attiva in due ore?

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Gennaio ...Ho diviso la scolaresca in tre gruppi i quali cercheranno di studiare a gara. I vincitori di una gara conquistano un punto, chi raggiunge prima 10 punti vince una tappa. I vincitori di tappa avranno in premio un libro da leggere per primi oppure aiuteranno il maestro negli esperimenti di chimica. … Oggi ho ricevuto una circolare con diverse raccomandazioni (di carattere didattico) da parte del Sig. Ispettore. Per quanto riguarda la V classe "Curare il profitto delle 5 classi. Esercitare un giusto rigore senza preoccuparsi dell'eccessivo numero dei ripetenti. Curare la lingua (forma epistolare; studi del vocabolario). Curare che l'insegnare scientifico sia sufficientemente sfruttato. Che l'educazione fisica abbia piena attenzione ecc..." (Scuola di Maerne, a.s.1950-51, classe V mista, maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 17 Ottobre 1951 … Disegni, conversazioni generali su argomenti di studio permettono una vita scolastica attiva ... Li aiuto a rendersi ben chiara e precisa la indiscussa capacità di pensare, scrivere e poi controllare pensiero per pensiero. Pare che non siano stati portati a ciò. Essi conoscevano l'uso della malacopia negli esercizi di lingua e composizione varie ma ciò a che serve non è precisato il "valore" della malacopia. Non si tratta di fare della bella scrittura. Vero? 17 Novembre ... Mi sforzo di far capire che il ragionare, il "ragionamento" nei problemi è importante e non bisogna affidarsi a una risposta detta a casaccio... 5 Dicembre 1951 L' "autogoverno": svolgo attività varie, cura della pulizia personale, della classe, controllo e revisione delle lezioni. Cariche varie, guida dei gruppi creati dalla scolaresca ... Quindicinalmente invito gli alunni all'elezione, mediante votazioni, del sindaco e ciò è accolto con spirito vivo, sentito. E' da sperare che le mie esortazioni ad uno spirito più sentito abbiano a radicarsi e a fruttificare. 28 Gennaio … Il programma di storia, in particolar modo, non l'ho svolto interamente... Mi sono soffermato in lezioni di ripetizioni ... Cause, effetti, valori intrinseci riflettentesi sui fatti susseguenti. Come si poteva accontentarsi della conoscenza della semplice nozione-staccata-divisa? 20 Maggio … Il programma mensile è stato svolto, problemi impegnativi ragionamenti moltissimi, temi, relazioni, conversazioni, analisi di ogni cosa ed avvenimento entrante nella nostra scuola, non è mai stato accantonato, sempre animato dal desiderio di far bene. (Scuola di Martellago, a. s. 1951-52 classe V maschile, maestro Felicissimo Giuseppe)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Ho cercato di applicare subito il metodo naturale, dividendo la classe in gruppi, lasciandole lavorare liberamente, incitandole alla ricerca e qui ho incontrato un po' di difficoltà essendo state le bimbe abituate ad un altro metodo.

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10 Gennaio 1952 … Ho formato una biblioteca di classe con i libri degli anni scorsi, con i libri portati dalle alunne e con una ventina di libri comperati nuovi. Le bimbe vanno a gara nel leggerli, li cambiano spesso, mi fanno il riassunto orale... Ho fatto bene a seguire il mio metodo teorico di cui avevo in principio un po' dubitato... (Scuola di Maerne, a. s. 1951-52, classe V fem., maestra Cozzi Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Il metodo seguito è quello globale; è perché ho voluto andar incontro alle famiglie che possono fornire i propri figli di un libro utile, senza notevoli sacrifici, dato che il prezzo è inferiore a quelli degli altri libri esaminati, senza che il libro abbia pregi minori. Le biblioteche scolastiche sono piuttosto scarse di volumi. Nel venturo anno scolastico verranno comperati nuovi volumi con denari della cassa scolastica. (Scuola di Maerne, a. s. 1952-53, classe V, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Il risultato incoraggiante (miglioramento scrittura testi) lo attribuisco alla correzione individuale dei compiti, cercando di farli ragionare. (Scuola di Martellago, a. s. 54-55, classe V maschile, maestro Grimaldo Angelo)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Gennaio 1955 … Ho cominciato con 5-6 alunni un metodo a schede; il lavoro non ha nessuna particolare originalità, va solo incontro alla particolare capacità di autonoma iniziativa dei migliori. A quanto mi pare, vedo che mi seguono e ne ricavano vantaggio sempre gli stessi alunni, che sempre hanno seguito la mia opera. Marzo 1955 … In questo mese ho dato più sviluppo allo studio, in classe, per mezzo di schede. Per l’italiano, abbiamo schede di aggettivazione (un nome con gli aggettivi adatti) di nomenclatura, di famiglie di parole, di correzione. Dette schede sono compilate dagli alunni. Di geografia, abbiamo schede elencanti mari, monti, porti, capitali, popolazioni, superfici, monete, forme di governo, laghi, ecc., delle nazioni d’Europa. Gli alunni prendono una scheda e ricercano i nomi sulla carta geografica, provando poi a cercarli senza l’aiuto della scheda. Naturalmente ci sono schede anche per le altre parti del mondo. Altre schede poi, portano giochi geografici e storici preparati dagli alunni, e chi vuole risolve mettendo il proprio nome sulla scheda, lo studio di questi sussidi risulta, per lo meno all’inizio, più divertente per gli alunni; esige però da parte dell’insegnante una somma non indifferente di energie e una attività assai faticosa. (Scuola di Maerne, a.s. 1954-55 classe V, maestro Scarpa Sante, grado ordinario)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 28 Novembre 1955 … Riunione di tutti gli insegnanti del Comune di Martellago e di Maerne alla presenza del Signor Ispettore e del Signor Direttore. E’ stato un incontro piacevole e nello stesso tempo interessante. Piacevole in quanto abbiamo avuto modo di esporre ai nostri superiori le deficienze delle nostre scuole e le difficoltà riscontrate nella nostra opera, ricevendo in risposta benefiche

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parole di guida, di comprensione e di incoraggiamento; interessante, poiché il Signor Ispettore ci ha illustrato nel migliore dei modi i nuovi programmi di studio per le scuole elementari, invitandoci a leggerli e a meditarli profondamente soffermandoci soprattutto a considerare col dovuto interesse: I° la didattica del Disegno, II° la didattica della Lettura, III° lo studio dell’ambiente in riferimento con gli altri insegnamenti. (Scuola di Cca’ Nove , a. s. 1955-56, classe III-IV-V mista, maestra Mirta Pavan Padovan)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 10 Novembre 1955 …Talvolta mi duole il cuore di non potermi dedicare ulteriormente ai più bisognosi, ma ho una pluriclasse, altri mi aspettano così devo pregarli di farsi aiutare dai più svelti. Talvolta me ne torno a casa avvilita perché ho l’impressione di non poter fare che poche cose in quattro ore di lezione e mi sento sopraffare dal pensiero di tre programmi da svolgere. Mi tornano allora alla mente le sagge parole del mio Direttore piene di comprensione e di incoraggiamento per merito delle quali ricomincio a sperare e ritorno serena. (Scuola di Ca’ Nove, classe III-IV-V mista , a. s. 1955-56, maestra Mirta Pavan Padovan)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Novembre … Ho permesso ad ogni alunno, secondo i criteri della didattica moderna, la massima iniziativa, infatti le esercitazioni in italiano sono completamente libere, ognuno può trattare come preferisce, l'argomento che ha scelto e vedo che i risultati sono sorprendenti. La fantasia e le osservazioni sono molto più ampie e sono scomparsi perfino certi errori che precedentemente erano comuni. A questo proposito il Signor Ispettore ha tenuto una conferenza, illustrando i nuovi programmi ed i nuovi metodi didattici, che in parte, ed in maniera, direi, grossolana, avevo adottati. (Scuola di Maerne, a.s. 1955-56, classe V mista, maestro Giuseppe Lusi )

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ ... Per ciò che riguarda la storia, geografia e scienze detto appunti ... non so se questo sia un buon sistema o meno. Forse ci sarà il pro e il contro. ... Io lo faccio perchè trovo che il sussidiario sia un po' troppo pieno di nozioni. ... Gli alunni sono scarsi più che altro in lingua. Per farli migliorare ... dopo aver corretto ogni singolo saggio fatto in classe, li riguardo, chiamo fuori e faccio scrivere alla lavagna un eventuale pensiero messo giù male ed invito tutti a dire come poteva essere scritto meglio. (Scuola di Maerne, a. s. 1955-56, classe V mas., maestro Baga Bruno)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 31 Ottobre … Ho cominciato a farle risparmiare per farle i libretti. Non tutte hanno capito, forse faranno dopo. 7 Gennaio … Finalmente sono riuscita a farle risparmiare e ne sono contenta.

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6 Febbraio … Oggi il signor Direttore mi ha scritto per sapere cosa penso circa le marionette. Stiamo lavorando e ancora non so cosa ne potrà saltar fuori. Se buono ed educativo. Vedremo. (Scuola di Martellago, a. s. 1955-56, classe V fem., maestra Pomiato Maria n. Basciano)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ottobre 1955 … In relazione all’indirizzo antinozionistico preso dalla scuola italiana faccio le mie riserve. Continuando di questo passo si finisce per svuotare l’insegnamento di ogni suo solido contenuto. Non è la nozione contro cui si deve infierire, bensì il modo in cui questa nozione viene presentata al bambino. E’ quindi, secondo il mio parere, una semplice questione didattica quella su cui bisogna insistere. Semplice, dico, rispetto a certi procedimenti tendenti a mettere in discussione i principi stessi su cui fino ad ora si è basato l’insegnamento nella scuola elementare italiana, non in sé stessa. A me personalmente fa difetto proprio la didattica, o tecnica del modo d’insegnare, non la capacità di comprendere i bimbi entro cui deve svolgersi il mio compito. Credo che così sia per tutti gli insegnanti. Discorso questo che va chiarito. Da un esame dei nuovi programmi per la scuola elementare si possono trarre alcune impressioni che, se paragonate con quelle emergenti dalla lettura dei programmi precedenti - riforma Gentile - e programmi del 1945, sono del tutto negative. Si nota un taglio netto delle materie scientifiche, matematica e scienze naturali, una eccessiva insistenza nel voler orientare l’insegnamento verso forme fantastiche ed irrazionali che contraddicono e si contrappongono allo sviluppo della società moderna le cui strutture democratiche e scientifiche esigono un’educazione e una formazione critica il più possibile razionali; un indirizzare l’insegnante a lasciarsi dominare dall’interesse sporadico e rapsodico del fanciullo che lo porta naturalmente a svalutare l’importanza di un sapere organico. Né può ingannare l’aspetto, in un certo senso attraente, dove si richiama il rispetto della personalità del bambino, alla necessità di muoversi nel concreto mondo dell’educando, poiché alla base di tutto questo vi è una concezione filosofica che richiama l’automatismo tecnico e strumentale del pragmatismo americano e ad un concetto di libertà dell’insegnante che è una vera e propria forma degenerativa di discrezionalismo nella scelta del programma. Novembre 1955 … Riunione didattica degli insegnanti a Maerne. Dopo una breve relazione di un rappresentante della Cassa di Risparmio sul risparmio assicurativo e sulle utili iniziative della scuola in questo campo, ha preso la parola il Direttore Didattico che, con parole commosse, ha ringraziato il corpo insegnante per la sua opera attiva in favore della scuola e per la collaborazione attiva degli insegnanti stessi con la Direzione al fine di smaltire il lavoro burocratico organizzativo. Infine ha preso la parola l’Ispettore che ha chiarito la sostanza dei nuovi programmi didattici recentemente approvati. Egli si è sforzato di mettere in luce, come dicevo, lo spirito che li anima, l’aspetto cioè formativo e non informativo degli stessi. Ha insistito ripetutamente nel sollecitare la partecipazione attiva degli alunni al fatto educativo, ha sicuramente criticato l’insegnamento ex cattedra di alcuni maestri, ha pregato di rendersi esattamente conto delle possibilità intellettuali e morali dei singoli alunni. Riassumendo ha ribadito la necessità di: 1 un disegno spontaneo che sia veramente espressione dell’animo degli alunni: 2 una lettura non meccanica, ma vivamente sentita e compresa dal lettore; 3 componimento che sia l’elaborazione scritta di pensieri che sorgono dalle vitali esigenze di ricerca.

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(Scuola di Martellago, a. s. 1955-1956, classe V , maestro Carrer Vittorio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Novembre ... Esperienze di scuola attiva: formulazione di problemi aventi una base sull' esperienza fatta dallo scolaro ... ... Osservazioni dal vero e relativa composizione di lingua italiana. Letture storiche raccolte da libri giornalini e altro materiale portato a scuola dagli alunni stessi. Geografia: quaderno attivo di geografia, con disegni delle cartine geografiche. (Scuola di Martellago, a. s. 1956-1957, classe V mista, maestro Carrer Vittorio)

Sussidi e materiali didattici 12 Giugno 1946 … Lo studio della geografia riesce difficile ai miei scolari perché pochi sono quelli che hanno potuto comperarsi una cartina geografica e anche nella scuola non ve n’è alcuna. (Scuola di Maerne, a. s. 1945-46, classe IV mista, maestra Faccenda Parmeggiani Afra)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 3/11 …Appendendo quadri e cartelloni didattici alle pareti. (Scuola di Martellago, a. s. 1948-49, classe IV mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 30 Ottobre … Riunione degli insegnanti del capoluogo per la scelta dei testi. Io e due colleghi di IV, avendo precedentemente, esaminato quasi gli stessi sussidiari non abbiamo avuto difficoltà sulla scelta caduta sul migliore, e precisamente: ”Il mio libro” di autori vari edito da Paravia del costo di £ 580. Per la lettura è stato deciso di mantenere il libro dell’anno scorso di A.Marini “Luci del mattino” edizione Alfa di £ 340 per dar modo agli alunni più poveri ed ai ripetenti di adoperarlo già usato. 9 Novembre … Tutti gli alunni sono finalmente provvisti del libro di lettura. Mancano ancora tutti i sussidiari. (Scuola di Martellago, a. s. 1948-49, classe IV mista, maestra Suriani Licia)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Sussidi inesistenti. Si richiede: materiale didattico, colazione calda per bisognosi, assistenza medica, acqua corrente, riscaldamento sufficiente, apparecchio radioricevente, macchina per proiezioni a passo ridotto.

(Scuola di Martellago, a. s. 1949-50, classe V mista, maestro Marchiori Pezzato Rino)

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…. Il materiale è giudicato insufficiente. Occorrerebbero carte geografiche, cartelloni, oggetti per esperimenti di scienze, sussidi didattici. (Scuola di Martellago, a. s. 1949-50, classe V mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 20 Maggio 53 … Confermo il libro di lettura per la classe prima dello scorso anno, perché risponde alle esigenze del programma; il metodo seguito è quello globale; è perché ho voluto andar incontro alle famiglie che possono fornire i propri figli di un libro utile, senza notevoli sacrifici, dato che il prezzo è inferiore a quelli degli altri libri esaminati, senza che il libro abbia pregi minori. Le biblioteche scolastiche sono piuttosto scarse di volumi. Nel venturo anno scolastico verranno comperati nuovi volumi con denari della cassa scolastica. (Scuola di Maerne, a. s. 1952-53, classe V, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 20 Maggio … Trovo, che il Comune, ha dato in dotazione alla classe V due belle cassette contenenti i solidi geometrici smontabili. Meglio se esse le avesse passate prima, ma serviranno un altro anno. (Scuola di Martellago, a. s. 1953-54, classe V mas., maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Sono ventotto volumi della biblioteca. Qualche volume è stampato con criteri moderni: caratteri grandi e molte illustrazioni, la gran parte non è attraente quantunque solitamente rilegata. (Scuola di Martellago, a. s. 54-55, classe V maschile, maestro Grimaldo Angelo)

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Proiettore anni ‘50

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La disciplina

DALLE CRONACHE DEI REGISTRI

…Ho bandito la disciplina basata solo sull’esteriorità e ho voluto che divieti e castighi trovassero una risonanza nell’animo infantile così d’apparire giusti e meritati. Ho voluto che suscitassero nel bambini il desiderio di redimersi (gioioso riconoscimento del proprio essere migliori) e il bisogno di sembrar migliori. Ho cercato di rendere il più possibile la mia scuola intima in modo d’agevolare una perfetta compenetrazione d’anime. (Scuola di Martellago, a. s. 1946-1947, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 21 Gennaio 1948 … Per fortuna i bambini sono buoni e studiano: poche sono le eccezioni. (Scuola di Martellago, a. s. 1947-1948, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 7 Novembre '47 … Alunni molto inquieti,forse perchè sono pieni di freddo. (Scuola di Martellago, a.s.1947-48, classe IV mista, maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 24 Ottobre

ATTIVITA’ DI LABORATORIO SVOLTE DAI BAMBINI DI OGGI

“I NONNI RICORDANO …”

• I bambini venivano castigati con le bacchettate sulle mani. • I bambini venivano puniti mettendoli in ginocchio sui sassolini, dietro la

lavagna. • I bambini bravi stavano sui primi banchi, i “somari” negli ultimi banchi. • C’era una sola maestra per ogni classe. • Le maestre erano molto severe, dure e autoritarie.

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… Ormai sono quattro anni che uniamo i nostri sforzi per arrivare al traguardo e quindi si è stabilito fra noi un'alleanza basata sull'affetto e sul rispetto reciproco. E su questo binario scorre la disciplina della mia scolaresca. Non occorre che io alzi la voce quando i miei bambini diventano un po' turbolenti, basta che io li guardi un po' fissi negli occhi e loro capiscono subito cosa voglio.

(Scuola di Maerne a. s. 1948-49, classe V mista, maestra Novello Ortensia)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Marzo 1950 … Ho trovato anche molta indisciplina e nessuna applicazione allo studio… (Scuola di Ca’ Nove, a. s. 1949-50, classe IV e V mista, maestro Brini Sergio – dal 3 marzo Vinello Gerzi Anna)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ …Buona (Scuola di Martellago, a. s. 1949-50, classe V mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ottobre 1951 …La disciplina di queste bimbe è ottima e attirano facilmente la simpatia. (Scuola di Maerne, a. s. 1951-52, classe V fem., maestra Cozzi Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ottobre … I ragazzi sono molto disciplinati . Novembre … Gli alunni sono disciplinati ed educati: all'inizio delle lezioni si mettono da soli in fila, provano l'attenti e il riposo, prendono le distanze, su ordine del capoclasse. In cortile, nell'attesa dimostrano un certo controllo di se stessi, quasi avvertano l'importanza del loro esempio sui più piccoli. (Scuola di Maerne, a.s. 1951-52 classe V mas., maestro Scarpa Sante)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 28 Gennaio 53 … L’alunno S.F. è un po’ violento e bugiardo. Questa mattina è arrivato in ritardo e, trovata la porta chiusa, s’è messo a battere ripetutamente alla porta, inveendo contro la bidella che non gli voleva aprire. Ho pensato di dargli una punizione e l’ho sospeso per due giorni, avvertendo il padre a mezzo lettera. (Scuola di Maerne, a. s. 1952-53, classe V , maestro Baga Bruno)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Novembre …La quinta che mi rimane è composta di solo dodici scolari. Sono assai pochi. Ciò tuttavia non toglie che la disciplina in tale classe sia difficile. Infatti i ragazzi sono molto vivaci, non riescono a tenere una posizione composta per più di pochi minuti, né sanno parlare al momento opportuno, senza interrompere i compagni o la maestra” Novembre

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… Essi sanno essere disciplinati soltanto secondo il concetto della vecchia scuola tradizionale: nell’immobilità. Essi aspettano anche che l’insegnante sia quello della vecchia scuola. Forse negli anni precedenti hanno preso l’abitudine di sottomettersi (in modo soltanto apparente e nell’immobilità) a metodi autoritari, a forme di imposizione dall’alto. Di conseguenza non sanno impegnare un momento libero, non si sanno scegliere nessun lavoro che li occupi nei momenti in cui attendono che anche i compagni abbiano terminato un compitino o una occupazione qualsiasi da cui essi siano già liberi. Ciò che mi preoccupa soprattutto per ora è di abituare i miei scolari all’ordine, alla disciplina, nel senso della nuova scuola, all’educazione, alla gentilezza. Insisterò perché imparino ad impegnarsi nei momenti liberi ripetendo una lezione, leggendo qualche brano sui libri della biblioteca, cercandosi, nelle schede che andrò via via preparando, i dati di cui potrebbero aver bisogno per completare una loro conoscenza o per esercitarsi in qualche compitino. Li abituerò intanto a un certo senso della libertà, permettendo loro di uscire senza disturbare la maestra per domandarglielo, nei momenti in cui ne hanno bisogno e sono liberi da occupazione o quando possono interrompere, senza danno, un lavoro. Dicembre … Ho cercato di rendere coscienti i fanciulli dell’importanza dell’aiuto reciproco, della collaborazione, della solidarietà nell’ambito della piccola società che costituisce la nostra classe. Tutto ciò attraverso piccoli compiti affidati a ciascuno e che tutti hanno svolto e svolgono con impegno. Il giorno 13 dicembre abbiamo fatto per la prima volta le votazioni per l’elezione del capoclasse. … Qualche giorno dopo le elezioni abbiamo compilato alcuni articoli fondamentali della Costituzione della classe. Tale Costituzione serve anche a dare un’idea di quella della nostra Repubblica e delle leggi in genere. (Scuola di Ca’Nove, a. s. 1953-54 classe V mista, maestra Peggio Erminia - supplente)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ottobre 1953 … Mi trovo quest’anno di fronte ad una quinta maschile, sembra ben ordinata e disciplinata. (Scuola di Maerne, a. s. 1953-54, maestro Luzi Giuseppe)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 10 Ottobre … Gli elementi sono ben lontani da quell’abito di buona educazione e fiducia che permette di attuare un’opera proficua. 20 Ottobre … In questi giorni ho dovuto punire con la sospensione tre ragazzi… 15F Febbraio … Noto con vivo disappunto la renitenza dell’alunno C…, di terza classe, ad obbedire. Dopo essere stato ripetutamente ammonito a non tenere e ad usare una pericolosa fionda, ha continuato a portarla con sé a scuola e usandola, anche con notevole quanto giustificata apprensione dei compagni…..

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…l’atteggiamento dell’alunno C…ora è mutato: ora dimostra vero rincrescimento per quanto ha fatto, e non lascia passare le occasioni per dimostrare il suo interesse per la scuola. (Scuola di Ca’ Nove, a. s. 1954-55, classe III e IV mista, Mastrocinque Iiside n. Zecchini)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ottobre 1954 … Ho cercato tutto il mese, di insegnare agli alunni un modo civile di comportarsi fra di loro. Ho un paio di alunni violenti, che regolano spesso i loro contrasti con i pugni. Mi sono mostrato molto severo al riguardo, vorrei davvero eliminare del tutto queste manifestazioni di violenza e d’inciviltà (Scuola di Maerne, a.s. 1954-55 classe V, maestro Scarpa Sante, grado ordinario)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ottobre 1954 … Abbiamo incominciato un lavoro.Il programma è questo: con il traforo, costruire una casa, un casello ferroviario, un passaggio a livello, una chiesa ed un campanile, parecchi segni stradali. Lo scopo è di poter svolgere con profitto agli alunni alcune lezioni sulle norme che regolano il traffico. (Scuola di Maerne, a. s. 1954-55, classe V, maestro Scarpa Sante – grado ordinario)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Credo che un mio alunno ... sia portato alla bugia e al furto, un po' per natura, quindi senza volerlo e senza rendersene conto. L'anno scorso mi faceva dei temi copiati di sana pianta ... su un libro di seconda, trovai il racconto copiato e glielo mostrai ... Nonostante la prova evidente .. lui continuava a negare ... Credo che in questi casi le sgridate classiche consistenti nel riempire il fanciullo di rimproveri per quel che ha fatto, come se si trattasse di una gravissima colpa, siano decisamente da scartare. Cercai invece di farlo ragionare parlandogli amichevolmente. Credo che questo sistema abbia dato buoni risultati ... quest'anno ha detto meno bugie e mi sembra un po' più a posto e riflessivo. (Scuola di Maerne, a. s. 1955-56, classe V mas., maestro Baga Bruno)

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Intervista al signor Severino Cercato, nonno di Pellizzon Francesco classe II A Martellago (a. s. 2002-03)

LA SCUOLA ELEMENTARE

Anni 1945/55

• Nelle vostre scuole, in classe quanti bambini eravate? C’era una prima e una terza, una seconda e una quarta e tante volte c’era una seconda e un quinta, non c’ era uno schema fisso allora. C’era un maestro anche per 35/40 persone, però non si fiatava, eh! Volete sapere una cosa? Io una volta, prima di andare a scuola, mi sono sporcato le mani perché si andava dentro nei fossi, si giocava… perchè avevo due chilometri prima di arrivare a scuola, due chilometri con la cartella in spalla e allora mi sono sporcato le mani. Quel giorno il maestro ci ha detto di mettere le mani sul tavolo perché quel giorno doveva controllare la pulizia; lui è passato sui tavoli, è arrivato da me e ha visto che avevo le unghie sporche e con una bacchettina mi ha dato un colpo secco sulle mani senza dir niente; mi ha fatto male… e da allora io sono andato a scuola sempre con le mani pulite, senza dirlo al papà, senza dirlo alla mamma, senza dirlo a nessuno, mi ha dato una bacchettata veramente forte e….. aveva ragione… perchè dovevo andare a lavorare, andare a scuola con le mani sporche? Dovevo stare attento! Però quello mi è servito, io sono andato a scuola sempre con le mani pulite. • Ma a voi davano le note a scuola? Certo. Però più che note ci davano il castigo perché i nostri genitori li chiamavano solo una volta all’anno, quando ci davano la pagella e a volte neanche a quella; cioè ci responsabilizzavano. Se il figlio non veniva promosso, non lo facevano ripetere, addirittura non andava più a scuola e lo mandavano a lavorare. Era un modo tutto diverso di adesso di essere genitori, di coccolare, di stare dietro ai figli. Allora erano più severi, anche perché ogni famiglia aveva più di tre o quattro figli. Io ero l’ottavo di nove fratelli quindi non avevano tanto tempo per seguirci. Venivamo responsabilizzati presto.

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La valutazione RIFORMA GENTILE DEL 1923: LE PAGELLE SCOLASTICHE Le materie previste per tutte le classi sono: 1. Religione 2. Lettura ed esercizi scritti di lingua 3. Ortografia (in classe seconda e terza) 4. Aritmetica e contabilità 5. Educazione fisica 6. Lavori donneschi e manuali 7. Disciplina 8. Igiene e cura della persona

Dal 1926 nel corso inferiore, cioè fino alla classe terza, è previsto l’insegnamento di nozioni di cultura fascista mentre dalla classe quarta si insegna storia e cultura fascista. Geografia, disegno, canto, lettura espressiva e recitazione divengono materie specifiche a partire dalla classe terza. Gli insegnamenti di scienze fisiche ed igiene e le nozioni di diritto sono impartiti rispettivamente dalla classe quarta e quinta. Dal 1938 alcuni insegnamenti risultano accorpati in un’unica valutazione e viene espresso un giudizio sul contegno dell’alunno, inteso sia come comportamento che come valutazione morale del carattere. La valutazione del rendimento scolastico viene espressa trimestralmente con giudizi. Sono previsti esami al termine del corso inferiore (classe terza) ed in quinta. Chi intende frequentare il ginnasio sostiene specifici esami di ammissione. Per gli alunni che hanno riportato insufficienze nelle diverse materie si svolgono esami di riparazione e di seconda sessione a settembre. LE PAGELLE SCOLASTICHE DEL VENTENNIO Il 5 maggio 1936, dopo la sconfitta dell’Etiopia, Mussolini proclama che l’Italia possiede un impero: Eritrea, Somalia, Libia, Etiopia in Africa. L’Albania, nei Balcani, sarà occupata nel 1939. Le pagelle scolastiche celebrano le conquiste italiane vecchie e nuove.

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Durante il fascismo i ragazzi fra gli otto e gli undici anni vennero inquadrati nell’Opera Nazionale Balilla che dal 1929 fu posta alle dipendenze del Ministero dell’Educazione Nazionale. Le attività condotte erano di tipo ricreativo e sportivo, caratterizzate da un forte spirito competitivo e paramilitare. A partire dagli anni trenta si svolgevano anche esercitazioni con armi finte. E’ significativo il motto del giornale del Balilla: “Libro e moschetto”. Il corrispettivo femminile dei Balilla erano le Piccole Italiane. Nel 1932 viene istituita nelle scuole la giornata del Balilla. L’ultimo sabato del mese è obbligatorio indossare la divisa, si celebra il giuramento e si insegna cultura fascista.

Il 27 ottobre 1947 si istituisce la “Gioventù Italiana del Littorio” che inquadrò in un ordinamento di tipo paramilitare i giovani dai 6 agli 21 anni. La G.I.L. viene posta alle dipendenze del segretario del Partito Nazionale Fascista. Finisce così il dualismo tra O.N.B. che dipendeva dal ministero dell’educazione e l’organizzazione dei fasci giovanili che erano controllati direttamente dal partito. Gli otto milioni di iscritti alla G.I.L. rispondevano al motto “Credere, obbedire e combattere”. Dal 1927 sono sciolte tutte le organizzazioni giovanili che non sono riconosciute dal regime.

Retro della pagella

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Frontespizio della pagella

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Il 10 giugno 1940 l’Italia entra in guerra. Per tutta la durata del conflitto, l’apparato della propaganda fascista prospetterà la vittoria attraverso films, trasmissioni radiofoniche, manifesti e anche con le pagelle scolastiche. Sui loro frontespizi l’Italia viene rappresentata come un’antica divinità romana che brandisce la spada, affiancata da moderne armi, sovrastante il motto “Vincere”.

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Nel 1945 si conclude la seconda guerra mondiale. Il 19 giugno si forma un nuovo governo sotto la guida di Ferruccio Parri, prestigioso comandante partigiano, che ottiene il sostegno di tutti i partiti. Il comportamento ambiguo di Vittorio Emanuele III, compromesso con il regime fascista, ha screditato l’immagine dei Savoia. Il vecchio sovrano cerca di salvare l’istituzione monarchica abdicando in favore del figlio Umberto II il 4 maggio 1946. Il 2 giugno si svolge il referendum istituzionale: la maggioranza degli Italiani è a favore della repubblica. Umberto II parte per l’esilio. Sul frontespizio delle pagelle scolastiche dell’anno 1945-46 compare per l’ultima volta lo stemma sabaudo.

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1945 I PROGRAMMI WASHBURNE PER LA SCUOLA ELEMENTARE Il 25 aprile 1945 per l’Italia termina il secondo conflitto mondiale che si conclude con la liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. Nel corso dell’inverno precedente, l’Italia è ancora divisa: a sud e in parte del centro sono giunti i nuovi alleati angloamericani, il nord è ancora sotto la repubblica fascista di Salò, controllata dai nazisti. Nei territori progressivamente liberati, la sottocommissione alleata, guidata da Carleton Washburne, che opera formalmente alle dipendenze dei ministri Omodeo, De Ruggero e Ruiz, si muove nei territori italiani liberati, praticamente come l’effettivo ministero della pubblica istruzione: interviene sui programmi, defascistizza i testi scolastici. Il 9 Febbraio 1945 vengono pubblicati i nuovi programmi per la scuola elementare italiana, noti come “i programmi Washburne” perché il pedagogista americano ne fu il principale ispiratore. Essi sono successivamente resi effettivi su tutto il territorio nazionale con il D.D.L. 24/5/45. Nel testo di questi programmi viene evidenziata l’importanza dell’educazione a forma elementari di autogoverno. Nelle classi quarte e quinte si prevede l’esercizio del “diritto di referendum” (per esempio nella scelta dei libri della bibliotechina, del gioco, della gita scolastica da effettuare) e del “diritto di iniziativa” nei casi reali della vita scolastica adottando forme di autogoverno (commissioni per la pulizia, la disciplina, …) utilizzando il sistema elettivo.

LE PAGELLE SCOLASTICHE DEI PROGRAMMI WASHBURNE Le materie previste per tutte le classi sono: 1. Religione 2. Educazione morale, civile e fisica (che comprende anche la valutazione della condotta) 3. Lingua italiana 4. Aritmetica e geometria 5. Disegno e bella scrittura Dalla classe terza si impartisce l’insegnamento di: 1. Lavoro 2. Storia e geografia 3. Scienze ed igiene 4. Canto

Le valutazioni sono espresse trimestralmente con voti numerici. Gli esami si svolgono ancora al termine della classe terza (compimento inferiore) e della classe quinta.

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LE PAGELLE DELL’ITALIA REPUBBLICANA Il 1 gennaio 1948 entra in vigore in Italia la Costituzione Repubblicana. Gli articoli principali relativi alla scuola e l’istruzione, di questo testo fondamentale sanciscono: ART. 9, comma 1: la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. ART. 33, comma 1: l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. ART. 33, comma 2: la Repubblica detta le norme generali dell’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. ART. 33, comma 3: enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. ART. 33, comma 4: la legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali, che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali. ART. 34: la scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno 8 anni è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con

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borse di studio, assegnate alle famiglie, ed altre provvidenze che devono essere assegnate per concorso.

Negli anni scolastici compresi fra il 1947 e il 1949 sul frontespizio delle pagelle scolastiche compare la semplice dizione “Repubblica Italiana” senza alcuno stemma.

Con il Decreto Legge n° 535 del Maggio 1948 l’Italia repubblicana adotta il suo emblema ufficiale. L’emblema della Repubblica Italiana è caratterizzato da tre elementi: la stella, la ruota dentata, i rami di ulivo e di quercia. La “stella” è sempre stata associata alla personificazione dell’Italia, sul cui capo splende raggiante. La ruota dentata d’acciaio è simbolo del lavoro e traduce l’articolo primo della Costituzione Italiana Repubblicana “l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. Il ramo d’ulivo simboleggia la volontà di pace della nazione, sia nel senso della concordia interna che della fratellanza internazionale; la quercia incarna la forza e la dignità del popolo italiano.

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L’ulivo e la quercia sono, inoltre, espressione delle specie più tipiche del nostro patrimonio arboreo.

L’emblema repubblicano compare sulle pagelle dall’anno 1950.

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D. Lv. Lgt. 8 febbraio 1946, n. 232 Disposizioni per la fornitura delle pagelle scolastiche. ( Zanobini, Codice sulle leggi della P.I., vol. I° istruzione primaria, ed. Giuffrè, MI riportato al § 241) 1. A decorrere dall’anno 1945-46 le disposizioni contenute negli art. 1 e 2 del R.D.L. 21

set. 1933, n. 1308 (5), concernente la fornitura di un tipo unico di pagella scolastica agli alunni delle scuole e degli istituti di istruzione secondaria, sono estese alla fornitura delle pagelle scolastiche agli alunni delle scuole elementari.

2. Ogni anno, avvenuta la chiusura delle iscrizioni, tutti gli istituti e le scuole di cui al

precedente articolo comunicheranno all’Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche, che è incaricato di provvedere alla fornitura, il quantitativo di pagelle occorrente per i rispettivi alunni.

3. Con decreto del Ministro per la pubblica istruzione saranno stabilite le norme atte a

regolare il servizio di fornitura delle pagelle e il prezzo di vendita delle medesime (oggi il rilascio delle pagelle è gratuito, vedi L. 31 ottobre 1963). Con lo stesso decreto saranno determinate, sul prezzo di ciascuna pagella, la quota da devolvere a titolo di contributo alle casse scolastiche delle scuole e degli istituti di istruzione secondaria, ai consorzi per l’istruzione tecnica, alle istituzioni che provvedono all’assistenza degli alunni delle scuole elementari, nonché la quota spettante all’Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche per il servizio di fornitura.

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28 Novembre … tutti gli alunni hanno portato i soldi per la pagella (£. 25) (Scuola elementare di Martellago, classe IV mista, a.s. 1947-48) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

DAI REGISTRI

Si possono osservare due pagine di un registro dell’anno scolastico 1947-48. E’ una pluriclasse, a Martellago, composta da 19 alunni di quinta e 13 di quarta. Nella prima pagina sono riportate le valutazioni trimestrali espresse con i numeri; nella seconda i verbali relativi agli scrutini per la classe quarta e agli esami per la classe quinta (prima e seconda sessione).

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TESTIMONIANZE (Da un’intervista a Giuseppe Zanchi )

Noi avevamo i voti dallo 0 al 10 quindi il 6 era la sufficienza. Se eri un po' più bravo c'era il 6 e mezzo, 7... se eri buono c'era l'ottimo che sarebbe stato il 10. Ma 10 era un numero che mi ricordo di aver visto solo sui libri: non veniva dato quasi mai. Ci consegnavano poi la pagella.... La prima materia in alto sulla pagella era il voto in condotta. Prendere un brutto voto in condotta voleva dire condizionare tutta la pagella perchè poi la maestra se meritavi 7, ti dava 6 e mezzo, se meritavi 8, 7 e mezzo se invece eri stato obbediente e via di seguito magari qualche 5 e mezzo diventava 6 ! Poi sulle pagelle c'era italiano, aritmetica, geografia, storia, scienze no e ginnastica o meglio educazione fisica mi pare .... ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ (Da un’intervista a Leda Zanchi)

Nella pagella c'era un voto che era scritto comportamento o forse educazione civica, ci davano un voto nel comportamento, nell'educazione di come ci comportavamo .... se parlavamo, se rispondevamo se non andavamo in ordine a scuola ci abbassavano il voto. Quello era il voto più importante di saper leggere scrivere e fare di conto. Avevo dei 10 ma no in condotta!

DALLE CRONACHE DEI REGISTRI Marzo … C’è molto da fare in questa classe. Su 46 frequentanti, una trentina legge malissimo, altrettanti non sanno scrivere sotto dettatura. Più attenti e volenterosi… Di 45 frequentanti una trentina segue e trae profitto, gli altri e sono i più vecchi di età, nonostante lo sforzo loro e dell’insegnante, sono tardi a comprendere… Aprile … Non sanno salutare e non rispondono se vengono interrogati. Parlano tutti insieme senza alzarsi in piedi … con sgarbo e ridacchiando… con aria quasi di sfida che mi fa intristire; non sanno fare divisione a 2 cifre. Poca attitudine ad apprendere. (Scuola elementare di Martellago, a.s. 1945-46, maestra Milan Apollonio Antonietta) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Febbraio 1946 … Per incarico del sig. Direttore lascio a malincuore la prima classe femminile per assumere una IV mista. Trovo che gli alunni sono impreparati alla classe. Marzo 1946

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… Ottengo qualche risultato nello studio. In aritmetica non c’è malino….l’italiano è una gran piaga. Aprile 1946 … Ho ottenuto buoni risultati specie in aritmetica e geometria, anche l’italiano mi ha dato qualche soddisfazione, ma molto limitata… Ho iniziato anche lezioni di geografia alle quali i miei scolaretti più volenterosi prendono gran interesse. C’è però una massa, quasi metà, che non è alla portata della classe ed è totalmente passiva. Starebbero bene solo in prima quelli. Cerco di fare per loro qualche problemino più facile, ma non rendono, una buona parte di essi è deficiente. Maggio 1946 … Noto un progressivo miglioramento generale… Qualche alunno che non s’interessava alle lezioni sembra ora risvegliarsi e seguire con amore. (Scuola elementare di Maerne, classe IV mista, a.s. 1945-46, maestra Faccenda Parmeggiani Afra) ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 20 Marzo … Posso dire che i maschi sono più svelti in matematica delle bambine, queste migliori in lettura, più ordinate e diligenti, più corrette nella lingua dei maschi. 23 Aprile … Il programma di italiano è quello che più a tratti mi preoccupa: i miei scolari mancano nella quasi totalità di quello spirito di osservazione e di riflessione, buona per gli esercizi scritti e non si applicano nella lettura ... a casa nella maggior parte non fanno esercizio e perciò affaticano col esprimere in italiano le cognizioni che hanno acquisite ... (Scuola elementare di Martellago, classe V mista, a.s. 1946-47, maestra Milan Apollonio Antonietta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Novembre … Le condizioni intellettuali della mia scolaresca non mi sembrano insufficienti, i ripetenti sono 5, essi mi sembrano piuttosto privi di preparazione, gli altri provengono dalla classe III di Maerne da me ben diretta e selezionata lo scorso anno. Aprile … In questo mese la frequenza fu ottima, anche il profitto. Gran interesse destarono le lezioni riguardo la Pasqua. Lo svolgimento del programma procede bene. Gli alunni si interessano a scuola e si applicano in casa. Avrò un buon numero di promossi. (Scuola elementare di Maerne, classe IV mista, a.s. 1946-47, maestra Brini Dalla Man Maria) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Novembre 1947 … Le condizioni intellettuali non sono invidiabili, ma neanche disastrose; non mancano la buona volontà e l'interesse anche da parte delle famiglie. (Scuola elementare di Martellago, classe V mista, a.s. 1947-48, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 12 Gennaio 1948

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… Le lezioni proseguono regolarmente. I bambini dimostrano buona volontà ed interesse allo studio… 15 Marzo 1948 … Le lezioni procedono regolarmente, i piccoli mi seguono con attenzione e simpatia. 1 Aprile 1948 … Da un po' di tempo i piccoli sono svogliati: probabilmente sentono la primavera. 2 Maggio 1948 … (Dopo sospensione per le elezioni) Per riguadagnare il tempo perduto, sono costretta a tenerli in classe più dell'orario fissato. Speriamo che il mio e il loro sacrificio porti buoni risultati finali. 13 Maggio 1948 … I bambini dimostrano in generale buona volontà. 22 Maggio 1948 … Non tutti i bambini riescono a seguirmi. Quest'anno spero di poterli promuovere in massa. Vedremo, non ho perso tutte le speranze. (Scuola elementare di Martellago, classe IV mista, a.s. 1947-48, maestra Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 11 Marzo '48 … Gli alunni di classe quarta continuano a leggere male, la lettura in questi ragazzi è sempre stata trascurata. Quasi tutti non sanno pronunciare la “z”. (Scuola elementare di Martellago, classe IV mista, a.s. 1947-48, maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 24 Ottobre … Riscontro che la loro mente non ha assimilato meccanicamente le varie nozioni da me impartite, ma le ha incorporate formando un tutt'uno con lo sviluppo del loro carattere. (Scuola elementare di Maerne, classe V mista, a.s. 1948-49, maestra Novello Ortensia)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 22 Gennaio … Che compito mi hanno fatto oggi in classe: da mettersi le mani tra i capelli! Sarà stato anche il tema difficiletto (Una giornata di nebbia) ma in generale non sanno esprimersi. Fanno dei periodi così ingarbugliati da riuscir lungo e difficile per me il correggerli. Anche quando parlano debbo ogni momento interromperli per correggerli. 12 Marzo … Sono abbastanza soddisfatta del profitto di queste lezioni sulle misurazioni delle superfici. Almeno lo fossi altrettanto dell’italiano scritto! 15 Giugno … Dopodomani comincerò a far fare i saggi finali e quindi farò le ultime interrogazioni per lo scrutinio: In generale sono soddisfatta del profitto dei miei alunni. Purtroppo l’aritmetica non ha voluto entrare a tutti i costi nella testa di alcune bambine!… Così, che farò? Le

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promuoverò ugualmente o farò far loro l’esame a settembre? Vedremo in questi ultimi giorni. (Scuola elementare di Martellago, classe IV mista, a.s. 1948-49, maestra Suriani Licia) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

… L’insegnante valuta il rendimento degli alunni generalmente buono. Lamenta difficoltà anche serie nello svolgimento del programma di lingua, dovute al fatto che in famiglia gli alunni non parlano italiano. (Scuola elementare di Martellago, classe V mista, a.s. 1949-50, maestro Favaro Emilio) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 21 Novembre … Ho notato che la mia scolaresca è molto scadente in tutte le materie specie in lingua italiana. 6 Dicembre … Gli alunni sono scadenti, non sanno parlare in italiano e tantomeno "scrivere". Conservo una esercitazione scritta affinchè i miei superiori possano formarsi un concetto di come ho trovato questa classe. …. non sa nemmeno fare il suo nome, non conosce le quattro operazioni, non riesco a comprendere come si trovi in una quinta classe. Così dicasi per …... e per ….. 17 Gennaio … Nessun alunno ha avuto la sufficienza in tutte le materie. L'alunno ripetente ….. ha riportato i voti migliori, ha un cinque solo in "Lingua Italiana". Non tengo conto dei "volontari " perchè hanno la pagella di classe quinta. Qualche alunno sta migliorando sensibilmente, è una soddisfazione che temevo di non provare. Se continueranno a migliorare questi alunni saranno certamente promossi. Spero che altri possano migliorare. Gli alunni migliori sono: ….. (indisciplinato), ….. , ….. , …... Febbraio … Noto un miglioramento (sebbene lieve) in quasi tutte le materie. Gli alunni sono ancora molto scadenti in lingua italiana. Faccio il possibile affinchè gli alunni abbandonino la cattiva abitudine di parlare in dialetto, non è cosa semplice, ma credo che insistendo potrò riuscire. Tutti studiano volentieri le poesie che imparano con facilità e gustano sviluppando così il sentimento. Lo dimostra il riassunto e l'illustrazione del quaderno "Poesie". Un altro quaderno la scolaresca tiene con la massima cura. Si tratta del quaderno di scienze illustrato dagli alunni stessi. Gli alunni in lettura sono ancora scadenti. Un piccolo miglioramento c'è stato ma minimo... Continuerò a far leggere ogni giorno affinchè il miglioramento sia più marcato. Marzo … Gli alunni vengono a scuola molto volentieri. A turno lavorano in creta per preparare "quadretti aiuto" (geografia) e per preparare il materiale per gli esperimenti scientifici. Lavorano con serietà ed attenzione incredibile. La scuola in certi momenti sembra

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frequentata non da fanciulli ma da uomini. Le ore di lavoro sono per gli alunni certamente le più belle. Si lavora ogni giorno due ore prima dell'inizio delle lezioni. Qualche alunno non ha ancora lavorato e attende con ansia il suo turno. ... Nella lingua italiana l'alunno in genere è scadente, faccio in modo che ognuno esponga a voce alta tutto ciò che studia (Scienze, Storia, Geografia, riassunti vari, ecc...). Faccio fare diversi riassunti scritti, specie su poesie. Molti alunni faticano a scrivere e specialmente ad esprimersi in lingua. Nelle altre materie va benino specie aritmetica scienze storia geografia. Maluccio il disegno dal vero... La totalità della scolaresca è assai scadente in lettura. Faccio leggere ogni giorno in classe e raccomando agli alunni che a casa leggano. (Scuola elementare di Maerne, classe V maschile, a.s. 1950-51, maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 6 Ottobre 1951 ... Trovo volontà e buona volontà ... Comunque faccio del mio meglio per aerare ed ossigenare queste lezioni di ripasso con iniezione di buon umore, barzellette raccontate dagli alunni, motivi allegri di novelline, disegni, attimi di riposo e di gioco. Ottengo buoni risultati. 15 Ottobre 1951 … Non dirò come scrivono e che cosa questi alunni di V classe. Ho conservato i primi saggi scritti, saranno ottimi documenti per un confronto di fine a d'anno o nelle future visite dei superiori. 17 Ottobre 1951 … Sono contento del lavoro di ripasso di queste due settimane. Mi seguono e si vanno affiatando. 30 Novembre 1951 … Poveri figlioli, fanno molto, e si tiene presente che quasi tutti vanno al loro post-scuola .. 20 Gennaio 1952 … In complesso sono contento di questa classe per quanto sia assai inferiore al normale ... sono in compenso attenti e frequentano con buona volontà. 25 Febbraio 1952 … In storia i ragazzi hanno dimostrato un particolare interesse. Nel lavoro ottimi risultati e grande spontanea partecipazione. 17 Marzo 1952 … Abbiamo fatto "l'esame di coscienza" - se così ci è permesso di dire - con il quaderno delle varie esercitazioni d'italiano, aperto innanzi. Beh! Siamo contenti; per tutti c'è un miglioramento e per molti è assai, assai sensibile ... i temi sono più completi e gli elementi della composizione sono cercati e sentiti. … I saggi di fine mese, di lingua, hanno dato buoni e soddisfacenti risultati. E' davvero una consolazione dopo tanto lavoro ... In geometria abbiamo fatto più di quanto non avevo osato pensare. Si sono appassionati allo studio e alla ricerca di problemi geometrici ... L'affiatamento è molto buono e lo spirito di cameratismo è sentito in misura non mai sufficiente allo spirito di interesse alle lezioni, alle spiegazioni.

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20 Maggio 1952 … Sono stanchi questi ragazzi, il caldo improvviso seguito poi da freddate li accascia ... (Scuola elementare di Martellago, classe V maschile, a.s. 1951-52, maestro Felicissimo Giuseppe)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 8 Ottobre … Inizio delle lezioni. Mi è stata assegnata una quinta femminile di scolare non mie. E' poco numerosa ( 24, di cui 3 ripetenti ). Che classetta ideale! La prima impressione è stata buona.Qualche vuoto nelle capacità e nelle cognizioni delle bimbe credo sia dovuto più che altro a dimenticanza e che le cose che non sanno le debbono ricordare, non imparare. Novembre 1951 … Cominciano ad entusiasmarsi del lavoro di ricerca di notizie, figure, disegni adatti alle varie lezioni fatte a scuola. Sono orgogliose del loro quaderno dove, a casa, illustrano con disegni appropriati ciò che viene spiegato in classe. Alcune sono molto diligenti, parecchie però sono le disordinate ma anche queste per amore o per forza si abitueranno all'ordine. Dicembre 1951 … La mia classe è una classe allegra, simpatica. Quando si fa disegno cantiamo tutto quello che sappiamo bene, nei momenti d'intervallo cantiamo, prima di uscire cantiamo e questo rende serene me e le mie alunne. Non sono solo le mie scolare, sono le mie piccole amiche che mi raccontano le gioie, i loro crucci di donnine in miniatura, che mi chiedono consigli, che discutono con me su cinema visti, su libri letti, ecc. Sono tanto care e ci vogliamo bene e comprendiamo a vicenda. Gennaio 1952 … Tante volte mi sembra di parlare cinese... Però tutte indistintamente, curate individualmente, stimolate con lodi, messe in evidenza le loro capacità e attitudini particolari, hanno dimostrato una proficua attività e una maggiore applicazione nelle materie di studio a casa. Marzo … Sono a buon punto nello svolgimento del programma, ma le alunne non sono tutte ugualmente volenterose, ne ho molte che sono debolucce, che troveranno faticoso il cammino di poi... pazienza! Maggio1952 … Giorni di esame, giorni di caldo eccessivo, ore di ansia non lievi per le piccole, Il tempo si mantiene buono e le bimbe frequentano sempre regolarmente e lavorano con buona lena. (Scuola elementare di Maerne, classe V femminile, a.s. 1951-52, maestra Cozzi Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ottobre … La classe è una quinta maschile di trentaquattro alunni. Due hanno avuto l'autorizzazione dal Sig. Direttore di ripetere volontariamente la quinta. Perciò il totale degli alunni frequentanti è di trentasei.

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Marzo … Gli alunni non studiano in genere a casa, ma molti purtroppo lavorano nè le famiglie si interessano eccessivamente allo studio dei figli. In genere mi accorgo che c'è l'abitudine di fare le lezioni alla mattina prima di venire a scuola: i bambini si alzano alle cinque, sei del mattino. (Scuola elementare di Maerne, classe V maschile, a.s. 1951-52, maestro Scarpa Sante)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 4 Ottobre … Più di un alunno ha intenzione di continuare a studiare dopo la quinta: così potranno scegliere la scuola che fa per loro. 5 Novembre … (riferita ad un alunno deceduto in un incidente) Era un bambino che a scuola rendeva poco, i suoi temi soprattutto. Novembre … Tre miei alunni hanno l’intenzione di sostenere l’esame di ammissione alla scuola media in scuole pubbliche, 4 in seminario. 24 Novembre … All’inizio dell’anno, come già l’anno scorso d’altra parte, la classe era molto giù in lingua, ho notato negli alunni poca capacità di mettere giù belle frasi e bei periodi, ma anche difficoltà nello scrivere nel modo giusto diverse parole. 30 Marzo … L’alunno più intelligente è forse T.V. Il più preciso B.L. S.G. possiede in modo minore tutte queste qualità. Però complessivamente è a mio avviso il migliore. Prestante fisicamente. Dotato di sani sentimenti e di buon slancio. Privo di tendenze egocentriche e piccoline. Solo un po’ troppo suscettibile ed emotivo. (Scuola elementare di Maerne, classe V a.s. 1952-53, maestro Baga Bruno)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 28 Gennaio … Riguardo alla scolaresca che avrebbe dovuto formare la classe V di Olmo e che invece, è stata unita alla classe V di Maerne. Disciplina e buona volontà non mancano ma il profitto mi sembra inferiore a quello della scolaresca di Maerne. Ciò è dovuto per conto mio ad un metodo naturale male inteso che gli alunni di Olmo hanno avuto nei quattro anni di studio precedenti. (Scuola elementare di Martellago, classe V, a.s. 1952-53, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ottobre 1953 … Sono già passati alcuni giorni di scuola e dopo aver interrogato e assaggiato qua e là la preparazione dei ragazzi, debbo con rammarico convincermi che sono spaventosamente indietro. La correzione dei primi compiti scritti di italiano e di aritmetica mi rendono conto che circa il due o tre per cento merita la sufficienza, nonostante sia stato largo di voti.

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Novembre 1954 … Lo studio della storia e della geografia viene seguito con sufficienza, ma l’italiano e quello che è più strano, l’aritmetica, sono le materie che costituiscono le maggiori difficoltà. Febbraio 1954 … Storia, geografia e scienze vengono seguite con particolare attenzione. Insomma tutte quelle materie di cultura soprattutto complementare. Le materie fondamentali, cioè l’italiano e l’aritmetica hanno un’andatura più lenta. Aprile 1954 … Noto con grande soddisfazione, che i ragazzi hanno compiuto sensibili miglioramenti nelle composizioni di italiano. Anche in aritmetica si sono un po’ svegliati, ma si muovono più lentamente. Maggio 1954 … Il programma l’abbiamo terminato ed in alcune materie abbiamo cominciato anche la ripetizione generale. Non mi posso lamentare della preparazione dei ragazzi. Qualcosa è rimasto nelle giovani menti. (Scuola elementare di Marne, classe …, a.s. 1953-54, maestro Luzi Giuseppe)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Novembre ... le bambine sono in generale poco attive, alcune perché provengono da altra scuola dove in classi abbinate il programma ne risente in molti punti, altre perché così tarde per troppo sviluppo fisico, per natura, per le quali il mio lavoro trova un lento risultato. Gennaio … la classe si è uniformata tutta e le alunne mi seguono meglio. Non intendo con ciò dire che ho livellato la classe; solo che alcune alunne venivano da altre scuole e hanno dovuto affiatarsi alle mie. Marzo … ho dispensato le pagelle. Mi sono tenuta molto bassa per dar incitamento a prepararsi bene agli esami. (Scuola elementare di Martellago, classe V femminile, a.s. 1954-55, maestra Gusso Annalisa n. Tonello)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 24 Ottobre … Quasi tutte commettono molti errori nel comporre, leggono stentatamente, e poche riescono a spiegare quanto hanno letto. In aritmetica, tranne due, sono come si suol dire, “a terra”. 28 febbraio … Comincio ad essere contenta delle mie bambine: studiano e si applicano. (Scuola elementare di Marne, classe V, a.s. 1954-55, maestra Brusegato Giovanna)

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7 ottobre … Alcuni promossi per l’età e altri provenienti da scuolette con pluriclasse: molta difficoltà. (Scuola elementare di Martellago, classe V maschile, a.s. 1954-55, maestro Grimaldo Angelo) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ottobre … E’ la prima volta, da quando insegno, che la mia classe è composta da meno di 30 alunni. Spero che ciò mi permetterà di lavorare più in profondità.

31 Maggio … Gli esami si sono svolti regolarmente nei giorni stabiliti. la classe ha reso molto meno di quello che speravo. Ne sono rimasto dispiaciuto profondamente, (Scuola elementare di Marne, classe V , a.s. 1954-55, maestro Scarpa Sante)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

22 Ottobre ... Le mie scolare vengono a scuola con volontà, sono un po' titubanti, ma vedo che più tempo passa e più si svegliano dal sonno delle vacanze. 31 Ottobre ... La condotta delle mie alunne è, in generale, buona. Sono abbastanza attive, studiose, seguono le lezioni con interesse e cercano di essere migliori una dell'altra ... Il profitto come primo mese di scuola, non è tanto brutto. Ci sono le solite manchevolezze, le solite alunne che non hanno voglia di studiare. La speranza non mi manca ed io spero tanto che facciano nell'avvenire. 30 Novembre ... Sono abbastanza attive e studiose, seguono le lezioni con interesse e cercano di essere migliori una dell'altra. Il profitto quindi in complesso è abbastanza buono. Ci sono alcune ... che sono scarse: idee ne avrebbero ma scrivono maluccio. Spero con continuo esercizio di portarle ad una esposizione breve, ma chiara e corretta. In disegno mi fanno benino, mi danno soddisfazione ed è con vero dispiacere che penso che questo sia l'ultimo anno che posso averle con me. Dopo cinque anni mi sono affezionata e non vorrei che quest'anno finisse tanto presto per averle vicino il più possibile. 31 Gennaio … Mi sembra di notare notevoli progressi nell'istruzione e nell'educazione e questo mi rende felice. ... Le mie scolare fanno discretamente spero che anche le indolenti si scuotano con l'entusiasmo allo studio di quasi tutta la scolaresca. 28 Marzo … Ho notato dei miglioramenti nel modo di esprimersi; si sono abituate ad osservare più spesso e meglio ed a esprimere ciò che hanno visto e riflettuto con termini abbastanza corretti. Anche nel campo dell'autogoverno noto progressi continui, fra di loro sono affiatate bene e di conseguenza anche con l'insegnante. La disciplina è buona...

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Le mie alunne mi sono affezionate, frequentano regolarmente, studiano volentieri, eccetto qualche pigrona. Amano la scuola e per me è la più grande soddisfazione che abbia fin ora avuto da che insegno. 30 Aprile … Quasi tutte le alunne dovrebbe fare bene gli esami: abbiamo lavorato bene insieme per ben cinque anni e ormai il lavoro di studio e di educazione volge al termine. Dispiace molto lasciare la mie alunne: ma penso che forse è meglio perché in seguito proverei più dolore. (Scuola elementare di Martellago, classe V femminile, a.s. 1955-56. maestra Pompato Maria n. Basciano)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … I due alunni ripetenti mi sembrano abbastanza a posto e volenterosi questa volta di far meglio per superare la quinta. … A riparare a settembre venne anche ... che fece come il suo solito del resto: un tema scarsissimo. Esso fu visto anche dal Signor Direttore che non mancò di meravigliarsi come un alunno che aspira alla quinta fosse così indietro. Egli fu comunque promosso per considerazione di carattere psicologico ... L'alunno è infatti al suo tredicesimo anno di età.Inoltre se avesse dovuto ripetere, si sarebbe trovato nella classe col fratello di alcuni anni più giovane. Da notare che questo scolaro per tutto il resto dimostra una certa maturità... ... quando gli sto vicino... farà solo il venti o il trenta per cento degli errori che è solito fare, ma appena mi allontano riprende con una media che spesso tocca i due o tre errori per parola. … Durante il mese di Novembre farò forse lezione di pomeriggio. Durante questo turno ci sono aule libere. Proverò a metterlo in una di esse assieme ad uno dei suoi compagni migliori che gli faccia dei dettati. 17 Novembre … I miei alunni sono molto indietro in aritmetica... Cosa posso fare? Dedicare più tempo all'aritmetica e trascurare un po' le altre materia? Per il momento non vedo altra via. (Scuola elementare di Maerne, classe V maschile, a.s. 1955-56, maestro Baga Bruno)

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10 Ottobre … Dopo alcuni giorni di lezione, dopo aver un pochino sondata qua e là, quale è la loro preparazione, vedo che i bambini sono abbastanza in forma. Novembre … Dopo un mese vedo che la scolaresca si orienta abbastanza bene in italiano, ma nell'aritmetica è abbastanza stentata. Gennaio … Il livello medio delle votazioni sui temi ed esercitazioni di italiano si aggira sul sette. Febbraio

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… Per quanto riguarda l' orale, la maggior parte della classe va abbastanza bene. Alcuni però stentano molto nell'esprimersi, si vede che il loro vocabolario è molto ridotto, e per quanto cerchi di arricchirlo, il dialetto annulla molto spesso i miei sforzi. (Scuola elementare di Marne, classe V mista, a.s. 1955-56, maestro Giuseppe Lusi)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ …Durante il mese di novembre farò forse lezione di pomeriggio. Durante questo turno ci sono aule libere. Proverò a metterlo in una di esse assieme ad uno dei suoi compagni migliori che gli faccia dei dettati. 17 Novembre … I miei alunni sono molto indietro in aritmetica e dovrò trascurare un po’ le altre materie? Per il momento non vedo altra via. 7 Gennaio … Ho fatto conoscere agli alunni ed alle famiglie i voti del primo trimestre. Soltanto quattro hanno raggiunto la sufficienza in tutte le materie. Come portare alla sufficienza il maggior numero degli altri? Essi sono scarsi più che altro in lingua. Per farli migliorare li faccio parlare moltissimo. Un collega mi disse che faceva due o tre saggi in classe alla settimana. Non so come riuscisse. Io ne faccio molti di meno.... dato che la correzione mi porta via molto tempo. A dire il vero non credo neanche che tanto esercizio possa essere molto utile. L'importante secondo me è come l'esercizio viene fatto. Marzo … Il giorno 17 si è chiuso il secondo trimestre... Gli alunni che ora raggiungono la sufficienza sono sei. 12 Aprile … Si parla spesso tra noi maestri se sia il caso di essere severi nelle promozioni o meno. (Scuola elementare di Maerne, classe V maschile, a.s. 1955-56, maestro Baga Bruno) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ottobre … Ripresa della scuola. Attività preliminari: contatto i genitori dei piccoli, studio del carattere e delle capacità dei singoli...... Un solo alunno ripete la quinta. Febbraio ... L'osservazione continua di questi mesi mi ha portato a fare delle riflessioni sul carattere eccezionale di alcuni ragazzi. ...carattere volubile, massima incostanza in tutte le attività scolastiche... è ribelle però ad ogni sacrificio che lo costringa alla attenzione e alla riflessione. Marzo ... proviene dal collegio salesiano di ... da dove è stato allontanato per indisciplina ... Dimostra di non aver completa coscienza di quello che fa in certe occasioni. Aprile ... Irascibile e superbo; con lui, se si vuole ottenere qualche positivo risultato, bisogna adoperare - come si suol dire - i guanti di pelle ... Anche richiamandolo continuamente all'ordine e alla disciplina non sempre ascolta i consigli del maestro. (Scuola G. Marconi di Martellago, classe V mista, a.s. 1956-57, maestro C.V.)

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DATI STATISTICI SCOSTAMENTO ETA' CLASSI QUARTE

scuola anno sc.

iscritti ripetenti

percentuale delle diverse età degli alunni presenti nella stessa classe

M F M F 9 9R 10 10R 11 11R 12 12R 13 13R 14 15 Martellago 44-45 24 9 4 Martellago 45-46 33 14 14 4 Martellago 46-47 20 10 1 23,3 36,6 30 6,6 3,3 3,3 Martellago 47-48 13 23 2 Martellago 48-49 10 28 1 31,5 34,2 15,7 5,2 Martellago 48-49 36 13,8 16,6 2,7 22,2 5,5 19,4 2,7 11,1 2,7

scuola anno sc. iscritti ripetent

i percentuale delle diverse età degli alunni presenti nella stessa classe

M F M F 9 9R 10 10R 11 11R 12 12R 13 13R 14 15 Maerne 45-46 37 16 15 1 3,7 32 3,7 28,3 13,2 11,3 7,5 9,4 7,5 Maerne 46-47 21 16 4 24,3 24,3 5,4 24,3 8,1 10,8 2,7 Maerne 47-48 33 18 4 1 1,9 5,8 1,9 Maerne 50-51 29 17,2 34,5 27,6 17,2

scuola anno sc. iscritti ripetent

i percentuale delle diverse età degli alunni presenti nella stessa classe

M F M F 9 9R 10 10R 11 11R 12 12R 13 13R 14 15 Ca' Nove 46-47 7 4 36,4 36,4 18,2 9,1 Ca' Nove 47-48 6 1 16,7 16,7 16,7 Ca' Nove 48-49 9 11 45 35 15 5 Ca' Nove 49-50 5 11 Ca' Nove 50-51 5 15 2 35 25 10 5 Ca' Nove 51-52 8 25 50 12,5 12,5 Ca' Nove 54-55 7 7 2 3 28,6 21,4 35,7 14,3 Ca' Nove 55-56 3 3 83,3 16,7 Ca' Nove 56-57 4 2 66,7 16,7

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SCOSTAMENTO ETA' CLASSI QUINTE scuola anno sc. iscritti ripetenti percentuale delle diverse età degli alunni presenti nella stessa classe

M F M F 9 9R 10 10R 11 11R 12 12R 13 13R 14 15

Maerne 45-46 31 8 5 1 17,9 41 17,9 5,1 2,5

Maerne 46-47 23 7 2 6,6 16,6 36 20 10 6,6

Maerne 48-49 25 12 4 5,4 16,2 2,7 29,7 2,7 16,2 5,4 13,5

Maerne 49-50 5 22 2

Maerne 49-50 32 3 3,1 18,7 3,1 31,2 12,5 3,1 12,5 6,2 9,3

Maerne 50-51 29 6 17,2 34,4 27,5 17,2

Maerne 51-52 24 3

Maerne 52-53 38

Maerne 52-53 25

Maerne 53-54 30 3 6,6 50 23,3 10 6,6 3,3

Maerne 53-54 33 1

Maerne 54-55 27 3

Maerne 54-55 36 3 33,3 52,7 8,3

Maerne 54-55 29 2

Maerne 55-56 13 20 2 42,4 18,1 21,2 6 9 3

Maerne 55-56 34 2

Maerne 56-57 36 52,7 27,7 11,1 2,7 5,5

scuola anno sc. iscritti ripetenti percentuale delle diverse età degli alunni presenti nella stessa classe

M F M F 9 9R 10 10R 11 11R 12 12R 13 13R 14 15

Ca' Nove 48-49 13 11 2 37,5 33,3 16,6 4,1 8,3

Ca' Nove 49-50 7 3

Ca' Nove 50-51 4 6 50 30 20

Ca' Nove 51-52 2 13 1 40 33,3 20 6,7

Ca' Nove 52-53 11 15 5 2 3,8 7,6 11,5 7,6 15,3 3,8 3,8 3,8 3,8

Ca' Nove 53-54 5 5 1 50 10 10 30

Ca' Nove 55-56 7 7 1 21,4 57,1 14,3 7,1

Ca' Nove 56-57 2 3 1 80 20

La classe del 1948-49 è una pluriclasse formata da alunni di quarta e di quinta. La classe del 1952.53 è una pluriclasse formata da alunni di terza e di quinta. scuola anno sc. iscritti ripetenti percentuale delle diverse età degli alunni presenti nella stessa classe M F M F 9 9R 10 10R 11 11R 12 12R 13 13R 14 15 Olmo 47-48 11 4 2 6,6 6,6 6,6 Olmo 48-49 21 2 2 2 30,4 17,3 8,6 8,6 13 8,6 4,3 4,3 Olmo 49-50 24 10 2,9 26,4 35,2 20,5 8,8 Olmo 50-51 15 10 4 36 20 32 8 Olmo 51-52 14 11 1 1 44 8 28 20 Olmo 52-53 11 23 6 2 5,8 38,2 26,4 14,7 11,7 2,9 Le classi del 1947-48 e del 1948-49 sono pluriclassi composte da alunni di classe quarta e quinta scuola anno sc. iscritti ripetenti percentuale delle diverse età degli alunni presenti nella stessa classe M F M F 9 9R 10 10R 11 11R 12 12R 13 13R 14 15 Martellago 44-45 28 20 1 4,1 37,5 37,5 12,5 4,1 Martellago 45-46 23 6 10 13,7 48,2 20,6 10,3 3,4 Martellago 46-47 30 9 2 20,5 38,4 5,1 25,6 7,6 7,6 Martellago 49-50 29 17,2 17,2 24,1 34,4 6,8 Martellago 51-52 26 4 7,6 38,4 30,7 11,5 11,5 Martellago 51-52 14 12 84,6 7,6 3,8 3,8 Martellago 53-54 26 4 3,8 15,3 15,3 26,9 30,7 7,6 Martellago 53-54 22 1 4,5 68,1 22,7 4,5 4,5 Martellago 54-55 31 3 29 25,8 6,4 16,1 3,2 16,1 Martellago 54-55 29 6,8 34,4 27,5 13,7 3,4 Martellago 55-56 23 1 Martellago 55-56 25 68 20 12 Martellago 56-57 16 5 1 61,9 28,5 9,5 4,7

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RIPETENTI NELLE CLASSI QUARTE

iscritti ripetenti % ripetenti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ripetenti

Martellago 44-45 33 24 9 4 16,7% 12,1%

Martellago 45-46 47 33 14 14 4 42,4% 28,6% 38,3%

Martellago 46-47 30 20 10 1 5,0% 3,3%

Martellago 47-48 36 13 23 2 8,7% 5,6%

Martellago 48-49 38 10 28 1 10,0% 2,6%

Martellago 48-49- 36 36 0,0%

iscritti ripetenti % ripetenti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ripetenti

Olmo 46-47 23 17 6 4 1 23,5% 16,7% 21,7%

Olmo 47-48 15 11 4

Olmo 48-49 20 9 11 1 11,1% 5,0%

Olmo 48-49 14 13 1 1 1 7,7% 100,0% 14,3%

iscritti ripetenti % ripetenti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ripetenti

Ca' Nove 46-47 11 7 4

Ca' Nove 47-48 6 10 13 1 10,0% 16,7%

Ca' Nove 48-49 20 9 11 1 11,1% 5,0%

Ca' Nove 49-50 16 5 11 2 18,2% 12,5%

Ca' Nove 50-51 20 5 15 2 13,3% 10,0%

Ca' Nove 51-52 8 8 2 25,0% 25,0%

Ca' Nove 54-55 14 7 7 2 3 28,6% 42,9% 35,7%

Ca' Nove 55-56 6 3 3

Ca' Nove 56-57 6 4 2

iscritti ripetenti % ripetenti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ripetenti

Maerne 45-46 53 37 16 15 1 41% 6,3% 30,2%

Maerne 46-47 37 21 16 4 19% 10,8%

Maerne 47-48 51 33 18 4 1 12% 5,6% 9,8%

Maerne 50-51 29 29 6 21% 20,7%

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RIPETENTI NELLE CLASSI QUINTE

iscritti ripetenti % ripetenti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ripetenti

Martellago 44-45 48 28 20 1 5,0% 2,1%

Martellago 44-45 40 24 16

Martellago 45-46 29 23 6 10 43,5% 34,5%

Martellago 46-47 39 30 9 2 6,7% 5,1%

Martellago 49-50 29 29

Martellago 51-52 26 26 4 15,4% 15,4%

Martellago 51-52 26 14 12

Martellago 52-53 25 25

Martellago 53-54 26 26 4 15,4% 15,4%

Martellago 53-54 22 22 1 4,5% 4,5%

Martellago 54-55 29 29

Martellago 55-56 23 23 1 4,3% 4,3%

Martellago 55-56 25 25

Martellago 56-57 21 16 5 1 6,3% 4,8%

ISCRITTI RIPETENTI

% RIPETENTI

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ripetenti

Olmo 47-48 15 11 4 2 18,2% 13,3%

Olmo 48-49 23 21 2 2 2 9,5% 100,0% 17,4%

Olmo 49-50 34 24 10

Olmo 51-52 25 14 11 1 1 7,1% 9,1% 8,0%

Olmo 52-53 34 11 23 6 2 54,5% 8,7% 23,5%

iscritti ripetenti % ripetenti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ripetenti

Ca' Nove 48-49 24 13 11 2 15,4% 8,3%

Ca' Nove 49-50 10 7 3

Ca' Nove 50-51 10 4 6

Ca' Nove 51-52 15 2 13 1 50,0% 6,7%

Ca' Nove 52-53 26 11 15 5 2 45,5% 13,3% 26,9%

Ca' Nove 53-54 10 5 5 1 20,0% 10,0%

Ca' Nove 55-56 14 7 7 1 14,3% 7,1%

Ca' Nove 56-57 5 2 3 1 33,3% 20,0%

Ca' Nove 56-57 5 2 3

iscritti ripetenti % ripetenti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ripetenti

Maerne 45-46 39 31 8 5 1 16,1% 12,5% 15,4%

Maerne 46-47 30 23 7 2 8,7% 6,7%

Maerne 48-49 37 25 12 4 16,0% 10,8%

Maerne 49-50 27 5 22 2 9,1% 7,4%

Maerne 49-50 32 32 3 9,4% 9,4%

Maerne 50-51 29 29 6 20,7% 20,7%

Maerne 51-52 24 24 3 12,5% 12,5%

Maerne 51-52 34 34 5 14,7% 14,7%

Maerne 52-53 38 38

Maerne 52-53 25 25

Maerne 53-54 33 33 1 3,0% 3,0%

Maerne 54-55 27 27 3 11,1% 11,1%

Maerne 54-55 36 36 3 8,3% 8,3%

Maerne 54-55 29 29 2 6,9% 6,9%

Maerne 55-56 33 13 20 2 15,4% 6,1%

Maerne 55-56 34 34 2 5,9% 5,9%

Maerne 56-57 36 36 1 2,8% 2,8%

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88

PROMOSSI A GIUGNO NELLE CLASSI QUARTE

iscritti promossi %promossi

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

promossi

Martellago 44-45 33 24 9 4 8 16,7% 88,9% 36,4%

Martellago 45-46 47 33 14 27 12 81,8% 85,7% 83,0%

Martellago 46-47 30 20 10 12 7 60,0% 70,0% 63,3%

Martellago 47-48 36 13 23 7 16 53,8% 69,6% 63,9%

Martellago 48-49 38 10 28 9 21 90,0% 75,0% 78,9%

Martellago 48-49- 36 36 25 69,4% #DIV/0! 69,4%

iscritti promossi %promossi

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

promossi

Olmo 46-47 23 17 6 4 4 23,5% 66,7% 34,8%

Olmo 47-48 15 11 4 7 63,6% 46,7%

Olmo 48-49 20 9 11 7 7 77,8% 63,6% 70,0%

Olmo 48-49 14 13 1 3 23,1% 21,4%

iscritti promossi %promossi

anno scol. M F M F M F % M+F

promossi

Ca' Nove 46-47 11 7 4

Ca' Nove 47-48 6 10 13 4 40,0% 66,7%

Ca' Nove 48-49 20 9 11 7 7 77,8% 63,6% 70,0%

Ca' Nove 49-50 16 5 11

Ca' Nove 50-51 20 5 15 3 13 60,0% 86,7% 80,0%

Ca' Nove 51-52 8 8

Ca' Nove 54-55 14 7 7 6 7 85,7% 100,0% 92,9%

Ca' Nove 55-56 6 3 3 2 2 66,7% 66,7% 66,7%

Ca' Nove 56-57 6 4 2 4 2 100,0% 100,0% 100,0%

iscritti promossi %promossi

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

promossi

Maerne 45-46 53 37 16 20 10 54,1% 62,5% 56,6%

Maerne 46-47 37 21 16 16 10 76,2% 62,5% 70,3%

Maerne 47-48 51 33 18 20 13 60,6% 72,2% 64,7%

Maerne 50-51 29 29 11 37,9% 37,9%

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89

CLASSI QUINTE promossi a giugno

anno scol.

anno scol.

tot. iscritti M M F M F % M+F

promossi

Maerne 45-46 39 31 8 24 6 77,4% 75,0% 76,9%

Maerne 46-47 30 23 7 20 8 87,0% 114,3% 93,3%

Maerne 48-49 37 25 12 19 11 76,0% 91,7% 81,1%

Maerne 49-50 27 5 22 4 14 80,0% 63,6% 66,7%

Maerne 49-50 32 32 17 53,1% 53,1%

Maerne 50-51 29 29 11 37,9% 37,9%

Maerne 51-52 34 34 22 64,7% 64,7%

Maerne 51-52 24 24 0,0% 0,0%

Maerne 52-53 38 38 35 92,1% 92,1%

Maerne 52-53 25 25 18 72,0% 72,0%

Maerne 53-54 30 30 26 86,7% 86,7%

Maerne 53-54 33 33 25 75,8% 75,8%

Maerne 54-55 27 27 23 85,2% 85,2%

Maerne 54-55 36 36 27 75,0% 75,0%

Maerne 54-55 29 29 24 82,8% 82,8%

Maerne 55-56 33 13 20 13 17 100,0% 85,0% 90,9%

Maerne 55-56 34 34 32 94,1% 94,1%

Maerne 56-57 36 36 31 86,1% 86,1%

promossi a giugno

anno scol.

anno scol.

tot. iscritti M M F M F % M+F

promossi

Olmo 47-48 15 11 4 7 63,6% 46,7%

Olmo 48-49 23 21 2 10 47,6% 43,5%

Olmo 49-50 34 24 10 13 3 54,2% 30,0% 47,1%

Olmo 50-51 25 15 10 8 2 53,3% 20,0% 40,0%

Olmo 51-52 25 14 11 6 8 42,9% 72,7% 56,0%

Olmo 52-53 34 11 23 5 20 45,5% 87,0% 73,5%

promossi a giugno

anno sc. anno scol.

tot. iscritti M M F M F % M+F

promossi

Martellago 44-45 48 28 20

Martellago 44-45 40 24 16 11 5 45,8% 31,3% 40,0%

Martellago 45-46 29 23 6 11 3 47,8% 50,0% 48,3%

Martellago 46-47 39 30 9 30 9 100,0% 100,0% 100,0%

Martellago 49-50 29 29 17 58,6% 58,6%

Martellago 51-52 26 26 10 38,5% 38,5%

Martellago 51-52 26 14 12 10 11 71,4% 91,7% 80,8%

Martellago 52-53 25 25 18 72,0% 72,0%

Martellago 53-54 26 26 18 69,2% 69,2%

Martellago 53-54 22 22 17 77,3% 77,3%

Martellago 54-55 29 29 30 103,4% 103,4%

Martellago 55-56 23 23 21 91,3% 91,3%

Martellago 55-56 25 25 27 108,0% 108,0%

Martellago 56-57 21 16 5 17 5 106,3% 100,0% 104,8%

promossi a giugno

anno sc. anno scol.

tot. iscritti M M F M F % M+F

promossi

Ca' Nove 48-49 24 13 11 11 7 84,6% 63,6% 75,0%

Ca' Nove 49-50 10 7 3 7 2 100,0% 66,7% 90,0%

Ca' Nove 50-51 10 4 6 4 6 100,0% 100,0% 100,0%

Ca' Nove 51-52 15 2 13 9 69,2% 60,0%

Ca' Nove 52-53 26 11 15 9 11 81,8% 73,3% 76,9%

Ca' Nove 53-54 10 5 5

Ca' Nove 55-56 14 7 7 7 7 100,0% 100,0% 100,0%

Ca' Nove 56-57 5 2 3 3 100,0% 60,0%

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90

RIMANDATI NELLE CLASSI QUARTE

iscritti rimandati %rimandati

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

rimandati

Martellago 44-45 33 24 9 5 1 20,8% 11,1% 18,2%

Martellago 45-46 47 33 14

Martellago 46-47 30 20 10 8 3 40,0% 30,0% 36,7%

Martellago 47-48 36 13 23

Martellago 48-49 38 10 28

Martellago 48-49-

36 36 10 27,8%

iscritti rimandati %rimandati

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

rimandati

Olmo 46-47 23 17 6

Olmo 47-48 15 11 4 4 4 36,4% 100,0% 53,3%

Olmo 48-49 20 9 11 1 2 11,1% 18,2% 15,0%

Olmo 48-49 14 13 1 10 1 76,9% 100,0% 78,6%

iscritti rimandati %rimandati

anno scol.

tot. Iscritti M F M F M F % M+F

rimandati

Ca' Nove 46-47 11 7 4

Ca' Nove 47-48 23 10 13

Ca' Nove 48-49 20 9 11 1 2 11,1% 18,2% 15,0%

Ca' Nove 49-50 16 5 11

Ca' Nove 50-51 20 5 15 3 13 60,0% 86,7% 80,0%

Ca' Nove 51-52 8 8

Ca' Nove 54-55 14 7 7 1 14,3% 7,1%

Ca' Nove 55-56 6 3 3 1 1 33,3% 33,3% 33,3%

Ca' Nove 56-57 6 4 2

iscritti rimandati %rimandati

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

rimandati

Maerne 45-46 53 37 16

Maerne 46-47 37 21 16 7 6 33,3% 37,5% 35,1%

Maerne 47-48 51 33 18 15 3 45,5% 16,7% 35,3%

Maerne 50-51 29 29 14

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91

CLASSI QUINTE

rimandati

anno sc. iscritti M F M F %M %F % M+F

Maerne 45-46 39 31 8 3 1 9,7% 12,5% 10,3%

Maerne 46-47 30 23 7 2 8,7% 6,7%

Maerne 48-49 37 25 12 1 4,0% 2,7%

Maerne 49-50 27 5 22 1 8 20,0% 36,4% 33,3%

Maerne 49-50 32 32 12 37,5% 37,5%

Maerne 50-51 29 29 14 48,3% 48,3%

Maerne 51-52 34 34 11 32,4% 32,4%

Maerne 51-52 24 24

Maerne 52-53 38 38 3 7,9% 7,9%

Maerne 52-53 25 25 8 32,0% 32,0%

Maerne 53-54 30 30 4 13,3% 13,3%

Maerne 53-54 33 33

Maerne 54-55 27 27 4 14,8% 14,8%

Maerne 54-55 36 36 2 5,6% 5,6%

Maerne 54-55 29 29

Maerne 55-56 33 13 20

Maerne 55-56 34 34 1 2,9% 2,9%

Maerne 56-57 36 36 5 13,9% 13,9%

rimandati

anno sc. iscritti M F M F %M %F % M+F

Olmo 47-48 15 11 4 4 4 36,4% 100,0% 53,3%

Olmo 48-49 23 21 2 11 2 52,4% 100,0% 56,5%

Olmo 49-50 34 24 10 6 25,0% 0,0% 17,6%

Olmo 50-51 25 15 10 7 8 46,7% 80,0% 60,0%

Olmo 51-52 25 14 11 7 2 50,0% 18,2% 36,0%

Olmo 52-53 34 11 23 6 3 54,5% 13,0% 26,5%

rimandati

anno sc. iscritti M F M F %M %F % M+F

Martellago 44-45 48 28 20

Martellago 44-45 40 24 16 6 6 25,0% 37,5% 30,0%

Martellago 45-46 29 23 6 15 65,2% 0,0% 51,7%

Martellago 46-47 39 30 9 0,0% 0,0% 0,0%

Martellago 49-50 29 29 12 41,4% 41,4%

Martellago 51-52 26 26 0,0% 0,0%

Martellago 51-52 26 14 12 6 1 42,9% 8,3% 26,9%

Martellago 52-53 25 25 8 32,0% 32,0%

Martellago 53-54 26 26 0,0% 0,0%

Martellago 53-54 22 22 4 18,2% 18,2%

Martellago 54-55 29 29 0,0% 0,0%

Martellago 55-56 23 23 0,0% 0,0%

Martellago 55-56 25 25 0,0% 0,0%

Martellago 56-57 21 16 5 0,0% 0,0% 0,0%

rimandati

anno sc. iscritti M F M F %M %F % M+F

Ca' Nove 48-49 24 13 11 1 2 7,7% 18,2% 12,5%

Ca' Nove 49-50 10 7 3 0,0% 0,0% 0,0%

Ca' Nove 50-51 10 4 6 0,0% 0,0% 0,0%

Ca' Nove 51-52 15 2 13 1 2 50,0% 15,4% 20,0%

Ca' Nove 52-53 26 11 15 2 4 18,2% 26,7% 23,1%

Ca' Nove 53-54 10 5 5 2 0,0% 40,0% 20,0%

Ca' Nove 55-56 14 7 7 0,0% 0,0% 0,0%

Ca' Nove 56-57 5 2 3 2 0,0% 66,7% 40,0%

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92

RESPINTI A GIUGNO NELLE CLASSI QUARTE

iscritti respinti %respinti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

respinti

Martellago 44-45 33 24 9

Martellago 45-46 47 33 14

Martellago 46-47 30 20 10

Martellago 47-48 36 13 23

Martellago 48-49 38 10 28

Martellago 48-49- 36 36

iscritti respinti %respinti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

respinti

Olmo 46-47 23 17 6

Olmo 47-48 15 11 4

Olmo 48-49 20 9 11

Olmo 48-49 14 13 1

iscritti respinti %respinti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

respinti

Ca' Nove 46-47 11 7 4

Ca' Nove 47-48 23 10 13

Ca' Nove 48-49 20 9 11

Ca' Nove 49-50 16 5 11

Ca' Nove 50-51 20 5 15

Ca' Nove 51-52 8 8

Ca' Nove 54-55 14 7 7

Ca' Nove 55-56 6 3 3

Ca' Nove 56-57 6 4 2

iscritti respinti %respinti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

respinti

Maerne 45-46 53 37 16

Maerne 46-47 37 21 16

Maerne 47-48 51 33 18

Maerne 50-51 29 29

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93

CLASSI QUINTE

respinti a giugno

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Maerne 45-46 39 31 8 0,0%

Maerne 46-47 30 23 7 0,0%

Maerne 48-49 37 25 12 0,0%

Maerne 49-50 27 5 22 0,0%

Maerne 49-50 32 32 0,0%

Maerne 50-51 29 29 0,0%

Maerne 51-52 34 34 0,0%

Maerne 51-52 24 24 0,0%

Maerne 52-53 38 38 0,0%

Maerne 52-53 25 25 0,0%

Maerne 53-54 30 30 0,0%

Maerne 53-54 33 33 0,0%

Maerne 54-55 27 27 0,0%

Maerne 54-55 36 36 0,0%

Maerne 54-55 29 29 0,0%

Maerne 55-56 33 13 20 0,0%

Maerne 56-57 36 36 0,0%

respinti a giugno

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Olmo 47-48 15 11 4 0,0%

Olmo 48-49 23 21 2 0,0%

Olmo 49-50 34 24 10 0,0%

Olmo 50-51 25 15 10 2 2 13,3% 20,0% 16,0%

Olmo 51-52 25 14 11 0,0%

Olmo 52-53 34 11 23 0,0%

respinti a giugno

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Martellago 44-45 48 28 20 0,00

Martellago 44-45 40 24 16 5 3 20,8% 18,8% 20,0%

Martellago 45-46 29 23 6 0,0%

Martellago 46-47 39 30 9 0,0%

Martellago 49-50 29 29 0,0%

Martellago 51-52 26 26 0,0%

Martellago 51-52 26 14 12 0,0%

Martellago 52-53 25 25 0,0%

Martellago 53-54 26 26 1 3,8% 3,8%

Martellago 53-54 22 22 0,0%

Martellago 54-55 29 29 0,0%

Martellago 55-56 23 23 0,0%

Martellago 55-56 25 25 0,0%

Martellago 56-57 21 16 5 0,0%

respinti a giugno

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Ca' Nove 48-49 24 13 11 0,0%

Ca' Nove 49-50 10 7 3 0,0%

Ca' Nove 50-51 10 4 6 0,0%

Ca' Nove 51-52 15 2 13 0,0%

Ca' Nove 52-53 26 11 15 0,0%

Ca' Nove 53-54 10 5 5 0,0%

Ca' Nove 55-56 14 7 7 0,0%

Ca' Nove 56-57 5 2 3 2 100,0% 40,0%

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RESPINTI A SETTEMBRE NELLE CLASSI QUARTE

iscritti respinti %respinti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

respinti

Martellago 44-45 33 24 9

Martellago 45-46 47 33 14

Martellago 46-47 30 20 10 7 3 35,0% 30,0% 33,3%

Martellago 47-48 36 13 23

Martellago 48-49 38 10 28 3 30,0% 7,9%

Martellago 48-49-

36 36 4 11,1% 11,1%

iscritti respinti %respinti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

respinti

Olmo 46-47 23 17 6

Olmo 47-48 15 11 4

Olmo 48-49 20 9 11 2 18,2% 10,0%

Olmo 48-49 14 13 1 1 7,7% 7,1%

iscritti respinti %respinti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

respinti

Ca' Nove 46-47 11 7 4

Ca' Nove 47-48 23 10 13

Ca' Nove 48-49 20 9 11 2 18,2% 10,0%

Ca' Nove 49-50 16 5 11

Ca' Nove 50-51 20 5 15

Ca' Nove 51-52 8 8

Ca' Nove 54-55 14 7 7 0

Ca' Nove 55-56 6 3 3 0 0 0,0% 0,0%

Ca' Nove 56-57 6 4 2

iscritti respinti %respinti

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

respinti

Maerne 45-46 53 37 16

Maerne 46-47 37 21 16

Maerne 47-48 51 33 18 1 3,0% 2,0%

Maerne 50-51 29 29 7 24,1% 24,1%

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ESITO SCOLASTICO CLASSI QUINTE

respinti a settembre

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Maerne 45-46 39 31 8 2 1 6,5% 12,5% 7,7%

Maerne 46-47 30 23 7 0,0%

Maerne 48-49 37 25 12 1 4,0% 2,7%

Maerne 49-50 27 5 22 1 4,5% 3,7%

Maerne 49-50 32 32 7 21,9% 21,9%

Maerne 50-51 29 29 7 24,1% 24,1%

Maerne 51-52 34 34 2 5,9% 5,9%

Maerne 51-52 24 24 0,0%

Maerne 52-53 38 38 3 7,9% 7,9%

Maerne 52-53 25 25 4 16,0% 16,0%

Maerne 53-54 30 30 2 6,7% 6,7%

Maerne 53-54 33 33 6 18,2% 18,2%

Maerne 54-55 27 27 0,0%

Maerne 54-55 36 36 0,0%

Maerne 54-55 29 29 0,0%

Maerne 55-56 33 13 20 0,0%

Maerne 55-56 34 34 0,0%

Maerne 56-57 36 36 4 11,1% 11,1%

respinti a settembre

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Olmo 47-48 15 11 4 0,0%

Olmo 48-49 23 21 2 1 1 4,8% 50,0% 8,7%

Olmo 49-50 34 24 10 7 5 29,2% 50,0% 35,3%

Olmo 50-51 25 15 10 2 2 13,3% 20,0% 16,0%

Olmo 51-52 25 14 11 1 7,1% 4,0%

Olmo 52-53 34 11 23 0,0%

respinti a settembre

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Martellago 44-45 48 28 20 0,00

Martellago 44-45 40 24 16 0,0%

Martellago 45-46 29 23 6 0,0%

Martellago 46-47 39 30 9 0,0%

Martellago 49-50 29 29 7 24,1% 24,1%

Martellago 51-52 26 26 0,0%

Martellago 51-52 26 14 12 6 1 42,9% 8,3% 26,9%

Martellago 52-53 25 25 3 12,0% 12,0%

Martellago 53-54 26 26 0,0%

Martellago 53-54 22 22 0,0%

Martellago 54-55 29 29 0,0%

Martellago 55-56 23 23 0,0%

Martellago 55-56 25 25 0,0%

Martellago 56-57 21 16 5 0,0%

respinti a settembre

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Ca' Nove 48-49 24 13 11 2 18,2% 8,3%

Ca' Nove 49-50 10 7 3 0,0%

Ca' Nove 50-51 10 4 6 0,0%

Ca' Nove 51-52 15 2 13 1 1 50,0% 7,7% 13,3%

Ca' Nove 52-53 26 11 15 1 1 9,1% 6,7% 7,7%

Ca' Nove 53-54 10 5 5 0,0%

Ca' Nove 55-56 14 7 7 0,0%

Ca' Nove 56-57 5 2 3 0,0%

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RITIRATI NELLE CLASSI QUARTE

iscritti ritirati %ritirati

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ritirati

Martellago 44-45 33 24 9

Martellago 45-46 47 33 14 1 7,1% 2,1%

Martellago 46-47 30 20 10

Martellago 47-48 36 13 23 2 8,7% 5,6%

Martellago 48-49 38 10 28

Martellago 48-49- 36 36

iscritti ritirati %ritirati

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ritirati

Olmo 46-47 23 17 6 3 17,6% 13,0%

Olmo 47-48 15 11 4

Olmo 48-49 20 9 11 1 9,1% 5,0%

Olmo 48-49 14 13 1

iscritti ritirati %ritirati

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ritirati

Ca' Nove 46-47 11 7 4

Ca' Nove 47-48 23 10 13

Ca' Nove 48-49 20 9 11 1 9,1% 5,0%

Ca' Nove 49-50 16 5 11

Ca' Nove 50-51 20 5 15

Ca' Nove 51-52 8 8

Ca' Nove 54-55 14 7 7

Ca' Nove 55-56 6 3 3

Ca' Nove 56-57 6 4 2

iscritti ritirati %ritirati

anno scol.

tot. iscritti M F M F M F % M+F

ritirati

Maerne 45-46 53 37 16

Maerne 46-47 37 21 16

Maerne 47-48 51 33 18

Maerne 50-51 29 29 4 13,8% 13,8%

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CLASSI QUINTE

ritirati

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Maerne 45-46 39 31 8 3 1 9,7% 12,5% 10,3%

Maerne 46-47 30 23 7 1 4,3% 3,3%

Maerne 48-49 37 25 12 3 1 12,0% 8,3% 10,8%

Maerne 49-50 27 5 22 0,0%

Maerne 49-50 32 32 3 9,4% 9,4%

Maerne 50-51 29 29 0,0%

Maerne 51-52 34 34 1 2,9% 2,9%

Maerne 51-52 24 24 0,0%

Maerne 52-53 38 38 0,0%

Maerne 52-53 25 25 0,0%

Maerne 53-54 30 30 1 3,3% 3,3%

Maerne 53-54 33 33 0,0%

Maerne 54-55 27 27 0,0%

Maerne 54-55 36 36 6 16,7% 16,7%

Maerne 54-55 29 29 0,0%

Maerne 55-56 33 13 20 3 23,1% 9,1%

Maerne 55-56 34 34 0,0%

Maerne 56-57 36 36 0,0%

ritirati

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Olmo 47-48 15 11 4 0,0%

Olmo 48-49 23 21 2 0,0%

Olmo 49-50 34 24 10 0,0%

Olmo 50-51 25 15 10 0,0%

Olmo 51-52 25 14 11 0,0%

Olmo 52-53 34 11 23 1 1 9,1% 4,3% 5,9%

ritirati

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Martellago 44-45 48 28 20 21 15 75,0% 75,0% 0,75

Martellago 44-45 40 24 16 0,0%

Martellago 45-46 29 23 6 1 1 4,3% 16,7% 6,9%

Martellago 46-47 39 30 9 0,0%

Martellago 49-50 29 29 0,0%

Martellago 51-52 26 26 0,0%

Martellago 51-52 26 14 12 0,0%

Martellago 52-53 25 25 0,0%

Martellago 53-54 26 26 0,0%

Martellago 53-54 22 22 1 4,5% 4,5%

Martellago 54-55 29 29 0,0%

Martellago 55-56 23 23 2 8,7% 8,7%

Martellago 55-56 25 25 0,0%

Martellago 56-57 21 16 5 0,0%

ritirati

anno sc. tot. iscritti M F M F % M % F % M+F

Ca' Nove 48-49 24 13 11 1 9,1% 4,2%

Ca' Nove 49-50 10 7 3 1 33,3% 10,0%

Ca' Nove 50-51 10 4 6 0,0%

Ca' Nove 51-52 15 2 13 0,0%

Ca' Nove 52-53 26 11 15 0,0%

Ca' Nove 53-54 10 5 5 0,0%

Ca' Nove 55-56 14 7 7 0,0%

Ca' Nove 56-57 5 2 3 0,0%

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Visite direttive e ispettive: la gerarchia

DALLE CRONACHE DEI REGISTRI … La cronaca deve essere fatta di quando in quando segnando sempre la data: da essa debbono risultare le deficienze ed il profitto, le cadute e le conquiste, la loro disciplina, pulizia ecc., la chiusura e la riapertura della scuola, le malattie ecc. Così anche il programma non dev’essere scritto subito a principio d’anno ma di mese in mese tenendo conto di quello che si è fatto o non si è fatto, il che può essere meglio specificato nella cronaca a causa di motivi … Il Direttore 22/3/47. (Scuola di Martellago, a. s. 1946-1947, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 26 Giugno … Visita del Sig. Direttore. (Scuola di Maerne, a. s. 1945-46, classe IV mista, maestra Faccenda Parmeggiani Afra)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 28 Marzo 1948 … Ho avuto la visita del Sig. Direttore e del Sig. Ispettore. (Scuola di Martellago, a. s. 1947-1948, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 22 Gennaio … Ho avuto una nuova visita del Sig. Direttore che ha portato gli atlanti agli alunni. (Scuola di Martellago, a. s. 1948-49, classe IV mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 13 Febbraio … Visita brevissima dell'ispettore. 28 Aprile … Visita del direttore che interroga gli alunni. 7 Giugno … Visita ispettiva dell'arciprete. (Scuola di Martellago, a. s. 1949-50, classe V mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Aprile … Ho ricevuto la visita del Direttore. Il mio giudizio sulla classe è stato sostanzialmente giusto. (Scuola di Maerne, a.s. 1951-52, classe V mas., maestro Scarpa Sante, grado ordinario)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

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Visite del Direttore il 26/11/52 e il 16/5/53 (Scuola di Maerne, a. s. 1952-53, classe V, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 12 Ottobre … Ho una breve visita del Signor Direttore. Approfitto per metterlo al corrente della situazione della classe. Gli parlo di cinque alunni di Ca' Nove a me affidati provvisoriamente. 26 Febbraio … Ho avuto una breve visita del Signor Direttore. Mi ha dato degli utili consigli ed ha espresso dei desiderata ch'io considero come ordini. 8 Marzo … Ho appreso dalle colleghe che il Signor Ispettore ha visitato parecchi insegnanti del turno pomeridiano; non mi sarebbe dispiaciuto che avesse visitato anche la mia classe, per averne qualche consiglio o giudizio 25 Maggio … Ho avuto la visita del Signor Direttore. Speravo che le cose andassero meglio. Gli alunni, oltremodo impressionati, non riuscivano ad esprimersi anche in quelle materie e quelle cose in cui erano più che preparati. Sono rimasto un po' deluso perchè dopo aver lavorato tanto speravo in un miglior esito. (Scuola di Martellago, a. s. 1953-54, classe V mas., maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Gennaio … In questo mese il Signor Direttore ci ha allietati con una breve visitina... Ha promesso che tornerà ancora ad esaminare la classe e per rendersi conto più profondamente del profitto. Aprile … Il Signor Direttore ci ha di nuovo allietati con la sua presenza e dopo aver constatato il grado di preparazione della scolaresca se ne è mostrato soddisfattissimo. (Scuola di Maerne, a. s. 1953-54, classe V mista, maestro Luzi Giuseppe)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Febbraio 1955 … Ho avuto la visita del sig. Direttore è stato abbastanza contento della mia classe, che ha trovato ordinata, educata, affezionata al maestro. Dopo alcuni giorni è arrivato il verbale che ho firmato e rispedito in direzione. (Scuola di Maerne, a.s. 1954-55, classe V, maestro Scarpa Sante, grado ordinario)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 31 Marzo … Ne è stato contento anche il Direttore (delle alunne), che le ha viste, in una breve svolta che ha fatto nella classe il giorno quattro di questo mese. (Scuola di maerne, a. s. 1954-55, classe V fem., maestra Brusegato Giovanna)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 26 Ottobre 54

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… E’ stato di passaggio il nuovo direttore (Scuola di Martellago, a. s. 54-55, classe V maschile, maestro Grimaldo Angelo)

Riunioni del corpo insegnante e suggerimenti del direttore in merito alla didattica e alla disciplina DALLE CRONACHE DEI REGISTRI … Riunione a Noale di tutti gli insegnanti del Circolo presieduta dal Provveditore, Ispettore e Direttore. Un’insegnante ” Non deve attenersi ai programmi come un turista alla carta topografica, ma saperli interpretare o adottare intelligentemente alla mentalità e alle possibilità psichiche degli alunni”. (Scuola di Martellago, a. s. 1945-46, maestra Milan Apollonio Antonietta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Aprile 1946 … Vedendo che il tempo si è ristabilito ho deciso di iniziare i lavori dell’orto, come da desiderio espresso dai superiori. (Scuola di Maerne, a. s. 1945-46, classe IV mista, maestra Faccenda Parmeggiani Afra)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 12 Ottobre … Riunione a Noale delle insegnanti del Circolo Didattico presieduta dal Sig. Ispettore e dal Direttore che impartirà disposizioni pel nuovo anno scolastico 1946-47 che vorrà essere più laborioso e più proficuo degli scorsi anni. (Scuola di Martellago, a. s. 1946-47, classe V mista, maestra Milan Apollonio Antonietta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 30 Gennaio 1948 … Il nuovo Ispett. Sig. Bernardo dopo aver mandato il suo saluto invia una circolare raccomandando al dovere e alla correttezza al contegno verso i nostri superiori e verso la popolazione. (Scuola di Martellago, a. s. 1947-48, classe V mista, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 10 Dicembre … Riunione per rispondere a quesiti circa la mancata frequenza di molti, troppi alunni. Per me tutto dipende dal maestro e dalla mancanza di locali scolastici. (Scuola di Martellago, a. s. 1948-49, classe IV mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Il Sign. Direttore ha mandato l'ordine di fare qualche recita pro Patronato scolastico. Le insegnanti riunite hanno deliberato di fare una commedia ..., in più i maestri preparano una gara di calcio fra le squadre di Maerne e quelle di Olmo.

(Scuola di Maerne a. s. 1948-49, classe V mista, maestra Novello Ortensia)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 13 Ottobre

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… Per indirizzi didattici, presenti direttore e ispettore. 6 Dicembre … Il direttore riunisce gli insegnanti, perciò non c'è lezione, come pure il 27/5. (Scuola di Martellago, a. s. 1949-50, classe V mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 11 Aprile … Oggi ho ricevuto una circolare con diverse raccomandazioni (di carattere didattico) da parte del Sig. Ispettore. Per quanto riguarda la V classe "Curare il profitto delle 5 classi. Esercitare un giusto rigore senza preoccuparsi dell'eccessivo numero dei ripetenti. Curare la lingua (forma epistolare; studi del vocabolario). Curare che l'insegnare scientifico sia sufficientemente sfruttato. Che l'educazione fisica abbia piena attenzione ecc..." 6 Dicembre … Riunione a Noale di carattere didattico e sindacale. Il signor Direttore ci ordina di far lezione due ore al giorno. (Scuola di Maerne, a.s.1950-51, classe V mas., maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 19 Novembre 1953 … Il 19 di questo mese, ci siamo recati, tutti i maestri a Martellago, ad una conferenza del Sig. Ispettore, il quale ha raccomandato fra l’altro che l’interesse del bambino venga continuamente tenuto vivo ed ha suggerito alcuni sistemi didattici che dovrebbero dare risultati ottimi. (Scuola di Maerne, a. s. 1953-54, classe V, maestro Luzi Giuseppe)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Gennaio 1955 … Si è svolta a Noale, una riunione degli insegnanti del circolo. Ha parlato il Sig. Direttore. Nella prima parte della riunione, il Sig. Direttore ha parlato dell’andamento delle scuole del Circolo, rilevando certe manchevolezze e richiamando tutti gli insegnanti al compimento scrupoloso dei propri doveri. Nella seconda parte, ci ha illustrato un particolare metodo di insegnamento a schede, delle quali ha mostrato una copia, spiegandone l’uso e gli intendimenti. Ha anche avvertito che chiunque può chiedere alla Direzione l’invio di un certo numero di dette schede, naturalmente per provarne l’uso nell’insegnamento. Ha infine pregato, quanti iniziano nelle loro classi particolari iniziative, o esperimenti, od ottengono particolari attività dagli alunni, degne di essere conosciute dai colleghi, di avvertire la Direzione, al fine che l’opera degli insegnanti possa essere utile ai colleghi. (Scuola di Maerne, a.s. 1954-55 classe V, maestro Scarpa Sante, grado ordinario)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 12 Novembre … Riunione del circolo a Noale. Sono presenti il Sig. Ispettore e tutti gli insegnanti. Il Sig. Ispettore ci presenta il nostro nuovo Direttore, il Dott. Chiappini che ha preso la Direzione di Noale il 1° di Novembre. Altro scopo della riunione era quello di far conoscere da parte del Sig. Ispettore il punto di vista della scuola italiana d’oggi. Scuola attiva, naturale nel senso che promuove lo sviluppo naturale del bambino lasciandolo libero di manifestare le sue tendenze, il suo mondo interiore e creando nell’ambiente scuola quegli stimoli che

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riescano (vedi disegni, letture, osservazioni dal vero, studio dell’ambiente casa, paese, famiglia, salute, fattori economici) a dare agli strumenti della scuola la possibilità di educare nel bambino il suo istinto, istruire il suo cervello, senza che la libertà venga legata dall’insegnamento catechistico, astratto, slegato e monotono. Lezioni quindi libere, spontanee sull’ambiente, sul paese, sulla vera vita dello scolaro tralasciando ogni astrattismo del programma didattico che verrebbe ad impedire lo sviluppo simultaneo del bambino sia nel suo corpo che nel suo spirito. 20 Gennaio … Volevo dire qualcosa circa la riunione interessantissima a Noale presieduta dal Sig. Direttore prof. Chiappini. La riunione si è svolta presenti tutti gli insegnanti del circolo. Argomenti trattati molti e vari: assenze e congedi, orari, assenze di alunni inadempienti, biblioteche scolastiche, edizioni e pubblicazioni di libretti per l’infanzia, programmi e cenni sul metodo attivo con l’uso delle schede. Abbiamo avuto così modo di trovarci più a contatto col nuovo Direttore e conoscere da vicino le sue idee, il suo modo di vedere la scuola, la sua passione per la vita della scuola e soprattutto il suo desiderio più che giusto, che tutti gli insegnanti sentano come lui questo amore e si accostino sempre più ai bambini, ai loro problemi, al loro ambiente, all’infanzia che è nelle loro mani. (Scuola di Martellago, a. s. 1954-55, classe V fem., maestra Gusso Annalisa nata Tonello)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Il signor Ispettore ci ha parlato sui nuovi programmi. Il loro motivo centrale può essere sintetizzato con queste parole: cercare di portare a ragionare il bambino con la sua testa. Effettivamente non può essere che questo l’obiettivo ultimo di ogni scuola per preparare degli individui a vivere in una società democratica. (Scuola di Maerne, a. s. 1955-56, classe V mas., maestro Baga Bruno)

a. s. 1947-48 classe prima

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Rapporti con gli enti locali e con altri soggetti istituzionali

DALLE CRONACHE DEI REGISTRI … Essendo mio marito segretario nel Comune di Martellago, ho potuto avere il posto di comando in questo paese. 29 Gennaio 1947 … Il sindaco ordina la chiusura della scuola fino a suo ordine l’apertura. Comunico ciò al Sig. Direttore (Scuola di Maerne, a. s. 1946-47, classe IV mista, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 12 Ottobre 1947 … A Martellago con l'intervento delle autorità comunali per deliberare sui bisogni più urgenti del fabbricato scolastico. 24 Ottobre 1947 … Riunione a Martellago con l'intervento delle autorità scolastiche e comunali per conferire riguardo la scelta dei libri di testo. 26 Novembre 1947 ... alunni assistiti dal Patronato Scolastico con libro di lettura: 3 su 6 chiederanno l'assistenza. (Scuola di Martellago, a. s. 1947-48, classe V mista, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 10 Marzo … Ho dispensato undici tessere della "Dante Alighieri". Gli alunni di quinta sono stati entusiasti nel comprarle, hanno capito di compiere una bella azione, quelli di classe quarta non hanno voluto comprare nemmeno una tessera. (Scuola di Martellago, a.s.1947-48, classe IV mista, maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Ho fatto presente (vedi aula) all’autorità comunale la necessità e l’urgenza dei lavori. Mi fu risposto negativamente (Scuola di Martellago, a. s. 1949-1950, classe V mista, maestro Marchiori Pezzato Rino)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Consegna di novanta quaderni per gli assistiti del Patronato. (Scuola di Martellago, a. s. 1949-50, classe V mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

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5 Ottobre … Passo alla capogruppo £ 770 riscosse nelle iscrizioni. Comunico al Sindaco che l'alunno......non frequenta..... 30 Marzo … Ho consegnato alla capogruppo £ 360, imposte ricavate dalla vendita dei francobolli della doppia croce (Scuola di Martellago, a. s. 1953-54, classe V mas., maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 16 Dicembre 54 … Finalmente dopo numerose richieste e pressioni il Patronato Scolastico ha mandato i libri agli scolari. Io ne ho otto. Ne restano ancora due senza libro, ma hanno promesso di acquistarlo per Natale. 2 Marzo 55 … Ho partecipato (con il tema) al concorso indetto dall’Ente per le Biblioteche Popolari. (Scuola di Martellago, a. s. 54-55, classe V maschile, maestro Grimaldo Angelo)

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ALUNNI ASSISTITI DAL PATRONATO SCOLASTICO

ann

o

sco

last

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tota

le is

crit

ti

assi

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i

Pat

ron

ato

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P

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ann

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last

ico

tota

le is

crit

ti

assi

stit

i

Pat

ron

ato

% a

ssis

titi

P

atro

nat

o

Martellago 44-45 48 Martellago 45-46 47 16 34,0% Martellago 44-45 40 Martellago 46-47 30 2 6,7% Martellago 45-46 29 Martellago 47-48 36 6 16,7% Martellago 46-47 39 7 17,9% Martellago 48-49 38 0,0% Martellago 49-50 29 8 27,6% Martellago 48-49 36 5 13,9% Martellago 51-52 26 Olmo 46-47 23 Martellago 51-52 26 Olmo 47-48 15 4 26,7% Martellago 52-53 25 9 36,0% Olmo 48-49 20 6 30,0% Martellago 53-54 26 3 11,5% Olmo 48-49 14 2 14,3% Martellago 53-54 22 7 31,8% Ca' Nove 46-47 11 Martellago 54-55 29 Ca' Nove 47-48 23 3 13,0% Martellago 55-56 23 Ca' Nove 48-49 20 6 30,0% Martellago 55-56 25 Ca' Nove 49-50 16 Martellago 56-57 21 Ca' Nove 50-51 20 Olmo 47-48 15 4 26,7% Ca' Nove 51-52 8 Olmo 48-49 23 6 26,1% Ca' Nove 54-55 14 2 14,3% Olmo 49-50 34 Ca' Nove 55-56 6 2 33,3% Olmo 50-51 25 Ca' Nove 56-57 6 4 66,7% Olmo 51-52 25 1 4,0% Maerne 45-46 53 Olmo 52-53 34 6 17,6% Maerne 46-47 37 Ca' Nove 48-49 24 7 29,2% Maerne 47-48 51 Ca' Nove 49-50 10 Maerne 50-51 29 3 10,3% Ca' Nove 50-51 10 Ca' Nove 51-52 15 Ca' Nove 52-53 26 4 15,4% Ca' Nove 53-54 10 1 10,0% Ca' Nove 55-56 14 2 14,3% Ca' Nove 56-57 5 Ca' Nove 56-57 5 2 40,0%

Maerne 45-46 39

Maerne 46-47 30

Maerne 48-49 37 5 13,5%

Maerne 49-50 27

Maerne 49-50 32 5 15,6%

Maerne 50-51 29 3 10,3%

Maerne 51-52 24

Maerne 51-52 34

Maerne 52-53 38 8 21,1%

Maerne 52-53 25 9 36,0%

Maerne 53-54 30

Maerne 53-54 33

Maerne 54-55 27

Maerne 54-55 36

Maerne 54-55 29

Maerne 55-56 33

Maerne 55-56 34 6 17,6%

Maerne 56-57 36 5 13,9%

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Il rapporto scuola-famiglia DALLE CRONACHE DEI REGISTRI … C’è molto analfabetismo in questa frazione ed è un male grave perché non sapendo il papà né leggere né scrivere è logico che rimanga indifferente davanti al quaderno del figlio. Io, quest’anno, ho faticato non poco a far venire a scuola tutti quelli che dovevano frequentare la V. Ho dovuto convincere i genitori, con promesse che non avrebbero speso neanche un soldo, che avrei lasciato a casa i figlioli quando ne avessero avuto bisogno…… Marzo 1946 … A casa poi non sono affatto curati e i compiti anche chi li può fare senza bisogno di aiuto non ha volontà. Che classaccia! … Dopo molti inviti fatti ai genitori, solo ora sembrano interessarsi allo studio dei loro figli. Se avessero dimostrato tanto tempo prima questo interessamento mi avrebbero dato grande aiuto. (Scuola di Maerne, a. s. 1945-46, classe IV mista, maestra Faccenda Parmeggiani Afra)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Già da un mese insegno a Martellago e non ho ancora visto la mamma di un mio scolaro. Ciò denota il disinteressamento della famiglia per la scuola. (Scuola di Martellago, a. s. 1945-46, maestra Milan Apollonio Antonietta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Ogni conquista è stata fatta dall’alunno solo perché in classe si è intensamente lavorato. Rare sono le famiglie che hanno partecipato alla vita della scuola ed ho dovuto fare assegnamento solo su me stessa per trovare il miglior profitto. (Scuola di Martellago, a. s. 1946-1947, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 20 Novembre … Il lavoro dell'insegnante sarebbe meno faticoso e più proficuo se ci fosse la collaborazione delle famiglie. 5 Dicembre … Bisogna tener conto di tanti fattori che influiscono sull'andamento di questa classe. 1 La scolaresca è molto disparata, bambini di dieci anni e ragazzi di 14 e15. 2 La deficienza dell'insegnamento nelle classi precedenti dovuta a cause belliche. 3 La mancanza e la insufficienza di nutrimento e il vivere in ambienti umidi e sporchi. 4 Il disinteresse delle famiglie alla scuola e la errata educazione di queste. 5 Le continue interruzioni della scuola durante l'anno. (Scuola di Martellago, a. s. 1946-47, classe V mista, maestra Milan Apollonio Antonietta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

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18 Ottobre 1947 … Ho mandato a chiamare i genitori dei bambini e ho espresso loro il mio desiderio di collaborare per ottenere il maggior rendimento possibile da parte degli alunni. Non tutti hanno risposto al mio appello e parecchi si sono dimostrati poco entusiasti dell'idea e si sono scusati col dire che mandano i bambini al doposcuola ... appunto per evitare perdite di tempo. Altri si sono dimostrati entusiasti. Vedremo i risultati. (Scuola di Martellago, a. s. 1947-1948, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

28 Ottobre … Per accontentare alcune famiglie ho dovuto prendere tre alunni dell’altra quarta, fratelli di mie alunne. Così per equilibrare il numero delle due quarte ho dovuto mandare altri due maschi di là. Ora gli iscritti e i frequentanti sono 38, ma se si fossero iscritte tutte le alunne promosse l’anno scorso in quarta avrei avuto una classe femminile, non mista. E sarebbe stata una buona classe! Infatti mancano proprio le migliori. Proverò a richiamarle, ma se non ci sono sanzioni o autorità che s’impongano alle famiglie, farò un buco nell’acqua. (Scuola di Martellago, a. s. 1948-49, classe IV mista, maestra Suriani Licia)

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… L’insegnante parla con i genitori perché rendano conto delle assenze, per raccomandare la frequenza e per avvisare del rischio di bocciatura. Si chiama spesso a colloquio. (Scuola di Martellago, a. s. 1949-50, classe V mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 5 Ottobre 1949 … Osservo che bisogna faticare non poco affinché tutti gli alunni si comperino il materiale a loro occorrente, forse dipende anche dalle loro tristi condizioni finanziarie, difatti su venticinque ben sei sono orfani di padre o di madre e undici sono gli assistiti dal Patronato Scolastico il quale poi da parte sua dà agli alunni solo il sussidiario. (Dalla relazione finale dell’insegnante) … Posso dire che anche le famiglie degli alunni, specialmente negli ultimi tempi, si sono interessate dello studio dei loro figlioli, seguendo il metodo di insegnamento e il modo in cui i bambini imparavano; alla fine delle lezioni mi hanno ringraziato e se ho dovuto rimandare ben sei alunni per lo scritto della lingua italiana, i genitori stessi erano convinti dell’insufficienza dei loro figlioli e hanno capito la necessità di questo provvedimento. (Scuola di Ca’ Nove a.s. 1949-50, classi IV - V mista, Brini Sergio - dal 3 Marzo ins.te Vianello Gerzi Anna) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Conosco tutte le famiglie dei miei alunni. I papà di diversi scolari sono, direi quasi, miei amici. Ove posso convinco le mamme affinchè non permettano ai loro figli di recarsi a scuola molto tempo prima dell'inizio delle lezioni onde evitare spiacevolissimi inconvenienti. (Scuola di Maerne, a.s.1950-51, classe V mas., maestro Brini Sergio)

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30 Aprile 1951 ... In questi ultimi tempi ho avuto il piacere di avere la visita di parecchi genitori che si sono interessati del mio lavoro, del profitto dei miei scolaretti e che mi hanno ringraziato commossi di quanto ho fatto per i loro piccoli. Forse è stata la gran quantità di quaderni che ho comperati loro o lavori di utilità pratica che ho insegnato alle bambine che ha fatto venire queste mamme sempre tanto occupate con i lavori di casa, un po’ anche estranee alla scuola dato l’eccessivo numero dei figli cui badare. C’è molto analfabetismo in questa frazione ed è un male grave perché non sapendo il papà né leggere né scrivere è logico che rimanga indifferente davanti al quaderno del figlio. Io, quest’anno, ho faticato non poco a far venire a scuola tutti quelli che dovevano frequentare la V. Ho dovuto convincere i genitori, con promesse che non avrebbero speso neanche un soldo, che avrei lasciato a casa i figlioli quando ne avessero avuto bisogno…… (Scuola di Ca’ Nove, a. s. 1950-51, classe IV fem.- V mas., maestra Cozzi Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Maggio 1952 … M'ha fatto rabbia la mamma di ... la quale pretendeva la promozione della figlia con la scusa che è stata ammalata quando non si è mai preoccupata tutto l'anno di studiare una lezione. (Scuola di Maerne, a. s. 1951-52, classe V fem., maestra Cozzi Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 4 Ottobre 1951 …Prima conoscenza con 25 alunni. Primo giorno di lavoro è dedicato alle iscrizioni di 13 alunni. Morale: le famiglie se la prendono comoda ... (Scuola di Martellago, a. s. 1951-52 classe V maschile, maestro Felicissimo Giuseppe)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 15 Ottobre … Parlo con la mamma dell'alunno.........e riesco a convincerla a mandare il figlio a scuola. 30 Gennaio … Ho assenti i due alunni... ambedue sono ammalati ed i genitori si sono interessati per rendermi edotto del motivo per cui i figli non vengono a scuola. (Scuola di Martellago, a. s. 1953-54, classe V mas., maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 10 Ottobre ... L’ambiente è mutato nei confronti della scuola. Circola un’aria di diffidenza. 2 Dicembre …Contiamo molto su queste manifestazioni (una recita per Radiosquadra e una piccola festa di Natale), sperando che ci permettano di allacciare più cordiali rapporti con le famiglie degli alunni.

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23 Dicembre … Penso che siano appianate molte difficoltà nel mio lavoro, con lo stabilirsi di una sfera di comprensione tra scuola e famiglia. …oggi l’alunno ….. si è presentato a scuola con i segni di due violente vergate sulla tempia sinistra, non lontano dall’occhio. Il bambino mi ha raccontato che sua madre l’aveva picchiato per la sua indolenza nello studio: indolenza che non esiste, davvero. La facilità a battere i ragazzi è grandissima, tra i genitori dei miei alunni: questi sono i loro sistemi educativi. (Scuola di Ca’ Nove, classe III e IV mista, a. s. 1954-55, Mastrocinque Iiside n. Zecchini)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 15 Febbraio … E’ la più infelice delle mie scolare perché alle sue dolorose giornate di questa dura infanzia deve aggiungere l’affanno della lunga disoccupazione di un padre cattivo e la sofferente vicinanza di una mamma troppo spesso a letto. 15 Aprile … Subito dopo le vacanze di Pasqua, ho adunato tutte le mamme delle mie alunne. E’ stata veramente una riunione utile ed interessante. Sono venute tutte, tutte serene e contente. Qualcuna vestita a festa e ciò mi ha commosso. Ho voluto conoscerle e salutarle perché il mio lavoro si avvia alla fine: ho voluto soprattutto sentire a viva voce quale sarà il piano di occupazione di queste mie care bambine che presto finiranno di essere birichine scolarette, per diventare signorinette. (Scuola di Martellago, a. s. 1954-55, classe V fem., maestra Gusso Annalisa nata Tonello ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Mai nessun genitore è venuto finora a lamentarsi perchè gli avessi bastonato il figlio o per altri motivi. Più d'uno invece m'ha fatto capire... che secondo lui le lezioni che assegnano per casa sono poche e che sarebbe bene che facessi un pò di paura a suo figlio per spronarlo di più allo studio. (Scuola di Maerne, a. s. 1955-56, classe V mas., maestro Baga Bruno)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 8 Dicembre 1955 …Coglieremo l’occasione della festa per invitare tutti i genitori dei nostri alunni, anche i più restii, affinché possano iniziarsi quei rapporti tra scuola e famiglia che sono tanti utili all’opera educativa. 24 Dicembre 1955 … Ad aprire la festa era stato invitato il Cappellano di Martellago che doveva, fra l’altro, benedire il nostro presepio. Non avendolo visto arrivare la mia collega ha preso la parola rivolgendo ai genitori alcune parole di ringraziamento, di raccomandazione e, purtroppo, anche qualche lagnanza sulla pulizia e sul rispetto verso la scuola e i suoi dipendenti. Quasi tutti i genitori sono intervenuti con lo stesso entusiasmo dei bambini; hanno goduto nel vedere i loro figlioli recitare con disinvoltura e con garbo. Più di qualche mamma si asciugava gli occhi nel sentire il suo frugoletto declamare una bella poesia o esibirsi in un canto natalizio. La stessa commozione provata da quelle mamme riempiva anche i nostri cuori di insegnanti. Alla fine mamme e papà si sono alternati intorno a noi per sentirci dire qualche parere sui loro figlioli e noi, ben felici di questo loro interessamento, ci siamo intrattenute a lungo

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raccomandando di seguire la nostra opera attraverso il lavoro dei loro ragazzi e collaborando con noi il più possibile. Nella loro semplicità ci hanno dimostrato la soddisfazione e la riconoscenza per quanto facciamo per il bene dei loro figli. 28 Febbraio 1956 … Abbiamo profittato di quei giorni per preparare una graziosa recita per “Metà Quaresima”…. I genitori dei nostri alunni si sono dimostrati veramente entusiasti di questa nostra iniziativa e sono stati assai solleciti nel fornire ai loro figlioli il necessario per i costumi. (Scuola di Ca’ Nove, classe III-IV-V mista , a. s. 1955-56, maestra Mirta Pavan Padovan)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 20 Dicembre … Oggi sono venute le mamme: erano quasi tutte ed io sono rimasta soddisfatta. Ho così potuto parlare ad esse senza perifrasi, apertamente, spiegando loro tante cose che non si sono capite. (Scuola di Martellago, a. s. 1955-56, classe V fem., maestra Pomiato Maria n. Basciano)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 21 Dicembre … Oggi ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie, in classe abbiamo fatto una festicciola, alla quale hanno preso parte anche le famiglie .... Abbiamo lavorato intensamente durante il mese di dicembre per la riuscita di questa festina che ha dato modo a noi insegnanti di avvicinare i genitori. 24 Aprile … All’inizio dell’anno scolastico avevo dovuto molto lottare con le famiglie degli alunni, le quali nutrivano dei pregiudizi verso le insegnanti. Oggi posso dire di essere riuscita a conquistare la loro fiducia e stima. (Scuola di Ca’ Nove, a.s. 1956-57, pluriclasse I-Iv-V, maestra Sperandio Elda)

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Assenze Legenda: i mesi sono indicati con numeri romani progressivi e corrispondono a Ottobre (I), Novembre (II), Dicembre (III), …. Giugno (IX)

mesi

scuola a.s. classe n° alunni I II III IV V VI VII VIII IX tot.

Martellago 45-46 IV 47 10 33 37 24 13 117 Maerne 45-46 IV 53 55 47 62 40 24 228 Maerne 45-46 V 39 44 40 8 29 61 18 18 16 234 Maerne 46-47 IV 37 5 15 34 29 18 18 119

Ca' Nove 46-47 IV 11 6 1 8 25 24 36 55 80 235 Martellago 46-47 IV 30 13 34 48 53 28 176

Maerne 46-47 V 30 11 29 5 20 28 24 39 16 172 Maerne 47-48 IV 51 89 76 94 112 152 219 170 164 40 1116

Ca' Nove 47-48 IV 6 2 2 2 2 1 9 Martellago 47-48 IV 36 19 64 49 36 61 18 44 23 27 341

Olmo 47-48 IV V 15 45 50 37 50 88 87 54 62 13 486 Ca' Nove 48-49 IV 20 8 7 16 12 43

Martellago 48-49 IV 36 17 10 37 24 29 30 36 24 207 Martellago 48-49 IV 38 33 18 48 49 32 24 37 241

Maerne 48-49 V 37 39 46 14 55 48 13 40 255 Olmo 48-49 IV V 23 11 11 5 14 31 18 33 2 125

Ca' Nove 48-49 IV V 24 6 7 15 12 12 52 Ca' Nove 49-50 IV 16 14 5 6 25 2 21 7 12 3 95 Maerne 49-50 V 32 16 1 7 13 8 14 12 29 11 111 Olmo 49-50 V 34 15 45 27 9 33 8 23 8 168

Ca' Nove 49-50 V 10 1 1 5 13 3 3 26 Martellago 49-50 V 29 22 34 26 52 38 27 18 34 6 257

Maerne 50-51 IV 29 7 26 34 21 15 22 22 147 Olmo 50-51 V 25 2 8 18 42 6 10 21 31 138

Ca' Nove 50-51 V 10 12 7 19 Ca' Nove 51-52 IV 8 1 8 3 23 5 8 3 5 56 Maerne 51-52 V 34 45 29 18 40 57 96 53 75 26 439 Olmo 51-52 V 25 11 4 9 7 14 42 4 91

Ca' Nove 51-52 V 15 2 9 3 11 17 5 4 2 53 Martellago 51-52 V 26 29 51 49 84 58 31 20 23 11 356 Martellago 51-52 V 26 4 20 4 37 34 57 51 64 46 317

Maerne 52-53 V 38 Maerne 52-53 V 25 36 10 7 22 5 20 11 111 Maerne 52-53 V 34 5 16 27 81 28 53 52 262

Ca' Nove 52-53 III V 26 61 7 36 39 77 37 45 15 317 Maerne 53-54 V 30 85 72 73 96 45 43 41 44 499 Maerne 53-54 V 33 36 30 30 23 37 10 27 34 227

Ca' Nove 53-54 V 10 20 11 42 17 10 12 5 117 Martellago 53-54 V 26 28 15 11 12 26 11 21 16 140 Martellago 53-54 V 22 16 8 3 22 10 29 50 40 178 Ca' Nove 54-55 IV 14 11 13 14 12 13 7 9 12 91 Maerne 54-55 V 27 14 45 32 32 35 54 33 25 270 Maerne 54-55 V 36 12 12 Maerne 54-55 V 29 30 43 36 40 81 38 21 21 310

Martellago 54-55 V 31 20 9 14 31 78 17 21 11 201 Ca' Nove 55-56 IV 6 6 2 8 Maerne 55-56 V 33 12 16 43 17 54 33 39 23 237 Maerne 55-56 V 34 1 28 15 19 137 20 19 16 255

Martellago 55-56 V 23 3 5 4 13 1 5 2 33 Martellago 55-56 V 25 7 17 27 6 57 Ca' Nove 55-56 V 14 4 15 7 2 28

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DALLE CRONACHE DEI REGISTRI: I MOTIVI DELLE ASSENZE Nei registri sono frequenti le annotazioni degli insegnanti riguardo la frequenza degli alunni. Sono state estrapolate alcune osservazioni che, oltre ai motivi di salute, ne indicano altri responsabili delle assenze e, talora, anche dell’abbandono della scuola.

“La salute” 8 gennaio … Ritorno a scuola. Mancano 12 alunni: temo che la causa principale dell’assenza sia… le lezioni non fatte, sebbene ci sia ora l’epidemia d’influenza. (Scuola di Martellago, a. s. 1948/49, classe IV mista, maestra Suriani Licia) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Marzo 1952 ... La scuola è decimata: il maltempo ha causato una epidemia di influenza ... (Scuola Maerne, a. s.1951-1952, classe V fem. Maestra Cozzi Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 20 febbraio 53 …Pochi presenti oggi causa il morbillo. Dietro approvazione delle colleghe, avverto l’ufficiale sanitario del germe epidermico causa delle assenze degli alunni. (Scuola di Maerne, a. s. 1952-53, classe 5, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 17 gennaio …Ho otto bambine a letto. Delle cinque già ammalate, nessuna ha ancora ripreso le lezioni. Mi auguro che tutto si risolva in qualche giorno. 15 febbraio …Da metà gennaio ad oggi la frequenza è stata molto bassa: tutte le mie scolare sono rimaste a casa da due a otto giorni, tutte con l’influenza a decorso benigno, soltanto due con complicazioni bronchiali. Due mi mancano oggi: una la piccola e cara … che domani sarà operata di appendicite acuta. L’altra … , una ragazza di tredici anni, ammalata di tubercolosi ossea, è quest’anno sofferente di molte altre complicazioni. 23 febbraio Ancora quattro assenti. F.G. operata felicemente. Marzo Frequenza regolare. 5 aprile La frequenza è normale. (Scuola di Martellago, a. s. 1954-55, classe V femminile ins. Gusso Annalisa nata Tonello)

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6 Ottobre …Tutte le mie alunne frequentano... Novembre …Dopo i quattro giorni di vacanze, eccoci nuovamente riunite. Vedo che la frequenza è buona, spero anche nello studio. 2 Dicembre …Ancora la ... non viene a scuola, mi è stato detto che si è fatta male. Questa sera scriverò alla famiglia per sapere qualche cosa di preciso. 25 Gennaio …Mi mancano parecchie alunne hanno tutte o l'influenza o il mal di gola. Spero che l'epidemia passi presto perchè non posso svolgere il mio programma. 31 Gennaio …In questi ultimi giorni ho avuto parecchie bambine a casa con l'influenza e ho sospeso il programma che riprenderò nei primi di febbraio. 14 Aprile ... frequentano la scuola con regolarità. (Scuola Martellago a.s.1955-56, classe V fem., maestra Pomiato Maria n. Basciano) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 12 Febbraio 1956 …c’è più di qualche posto vuoto nei miei banchi. Non è pigrizia ma vera indisposizione: qualche caso di tonsillite, orecchioni o vere e proprie influenze. E’ la prima volta che segno sul mio registro sei assenze contemporanee. (Scuola elementare di Ca’ Nove, classe III-V-V mista, a. s.1955-56, ins. Mirta Pavan Padovan)

“Il freddo”

Febbraio 1946 …Non posso ancora sapere il numero degli iscritti, che considerando le presenze devono superare i cinquanta. 28 Febbraio Causa la mancanza di riscaldamento e il continuo imperversare del maltempo la frequenza lascia molto a desiderare. (Scuola di Maerne, a. s. 1945-46, classe IV mista, insegnante Faccenda Parmeggiani Afra)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 20 febbraio ’47 … sono tornata a scuola dopo più di un mese per mancanza di riscaldamento.

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(Scuola di Martellago, maestra Milan Appolonio Antonietta, classe V mista, a. s. 1946-’47)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 21 Gennaio 1947 … Apertura della scuola dopo le vacanze natalizie. Il comune ha provveduto per il riscaldamento. Oggi gli alunni presenti sono pochi, perché la scuola si è aperta senza avvisare ufficialmente gli alunni (per avvisare ufficialmente gli alunni intendo comunicarlo o alla messa della domenica o alla dottrina cristiana). 22 Febbraio 1947 … Dal giorno di apertura della scuola, fino ad oggi la frequenza è stata scarsissima, causa le abbondanti nevicate, la pioggia e il freddo intenso. 28 Febbraio 1947 … Nel mese di febbraio la frequenza è stata scarsa. 9 Marzo 1947 … Comincia la frequenza ad essere regolare. 26 Marzo 1947. … Causa il tempo non posso fare lezione regolare. Non perciò mi lagno della negligenza della scolaresca. So che gli alunni che abitano al di là del canale non possono uscire di casa perché hanno le strade sotto acqua. Se pioverà ancora tra ore tutta Maerne sarà sotto l’acqua. Dicono i vecchi che non ricordano una primavera così umida. (Scuola elementare di Maerne, classe IV mista,a. s. 1946-47, insegnante Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 23 Febbraio 1948 … Continua a nevicare, si verificano assenze, però comprensibili. (Scuola di Martellago, classe IV mista, a. s. 1947/48)

------------------------------------------------------------------------------------------------------- 10 Dicembre 1947 … Da qualche tempo piove molto,la frequenza però è regolare. 29 Febbraio 1948 … In questo mese la frequenza è stata scarsa, negli ultimi giorni, causa il gran freddo. (Scuola Martellago, classe V mista, a.s.1947-48, maestra Brini Dalla Man Maria

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 21/2 …Tutti assenti, l’insegnante torna a casa. (Scuola di Martellago, a. s. 1949/1950, classe V mista, maestro Emilio Favaro) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Gennaio ’54 …la frequenza è limitatissima, qualche giorno si viene a fare solo atto di presenza.

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Siamo autorizzati a rispettare per alcuni giorni, sempre a causa del freddo, un orario ridotto. Ciò nonostante i ragazzi non vengono. Febbraio ’55 … la frequenza si è fatta più regolare. (Scuola “N. Sauro”, maestro Lusi Giuseppe, classe V mista, a. s. 1953-’54)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 26 Ottobre … Ho assenti gli alunni di Ca' Nove. Hanno le strade interrotte dall'acqua. 7 Gennaio … Sono venuto a scuola, ma a causa della neve e delle strade impraticabili nessun alunno si è presentato e me ne sono ritornato. 9 Gennaio … Anche oggi sono venuto inutilmente, gli alunni tutti non si sono presentati. 19 Gennaio … La temperatura è rigida, c'è nebbia, malgrado il cattivissimo tempo la frequenza è ottima. 27 Gennaio … A causa della bufera che ha imperversato per tutto il giorno non ho potuto recarmi a scuola. 1 Febbraio … Il freddo è intenso e la scuola ha inizio alle ore 9/30. 2 Febbraio … Il freddo continua ad essere intenso. Tira un forte vento e cade la neve. L'aula è piena di fumo e mi trasferisco in un'altra aula. Gli alunni presenti sono appena cinque. 30 Marzo … Comincia a farsi sentire il caldo. Gli alunni, che al mattino si alzano presto, sono un po' imbambolati. (Scuola elementare di Martellago, a.s. 1953-54, classe V maschile, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Febbraio … Il freddo intensissimo ha efficacemente interrotto il normale andamento delle lezioni. Infatti la frequenza è ridottissima, ....in quanto i ragazzi prima di raggiungere la scuola sono costretti a percorrere tre o quattro chilometri in bicicletta e con tale stagione, ovviamente, sono restati nelle loro case. (Scuola “N. Sauro”, classe V mista, a. s. 1955-56, maestro Giuseppe Lusi)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 10 Febbraio … Neve e freddo eccezionale. Nessun alunno presente

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(Scuola Maerne, a. s. 1955-56, classe V maschile, maestro Baga Bruno)

“Il lavoro”

13 Maggio 1948 ...... sta troppo a casa. Se continuerà così non potrà certo essere promossa. 1 Giugno 1948 ... si è ritirata. Perchè? Mi è stato detto che è ammalata ma ... Io ci credo poco. Ho mandato a chiamare i bambini senza però ottenere alcun risultato. (Scuola di Martellago, classe IV mista, a. s. 1947-48, maestra Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------- 8 Novembre …circa dieci alunni non frequentano. Ho mandato a chiamare i genitori degli inadempienti e quasi tutti hanno risposto che il bambino è grande e già lavora e non intendono distoglierlo dal lavoro. (Scuola di Martellago, maestro Favaro Emilio, classe IV mista, a. s. 1948-’49)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 22 Giugno … Domani cominceranno gli esami ... spero che facciano benino e in generale che siano promossi. Ci tengo perché sono abbastanza maturi, specialmente con l'età so che la maggior parte un altr'anno non frequenterà più. (Scuola Maerne, a. s. 1948-49, classe V mista, maestra Novello Ortensia)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Maggio … In maggio qualche alunno si assenta per lavorare sui campi (Scuola di Martellago, a. s. 1949-1950, classe V mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Giugno 1951 … Fervono i lavori nei campi ed alcuni bimbi sono già in piedi alle tre del mattino. La scuola per loro è un riposo. (Scuola di Ca’ Nove, classe IV fem. e V mas., a. s. 1950-51, insegnante Cozzi Marina)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 21 Marzo …viene a scuola solo perché la sua famiglia teme la denuncia dell’ispettore. L’anno scorso l’avevano tenuto a casa per mandarlo come garzone in un’officina e solo dopo molti interventi da parte mia si sono convinti a mandarlo a scuola. (Scuola di Martellago, maestro Grimaldo Angelo, classe V maschile, a. s. 1954-’55)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 10 Ottobre ’55

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… Sono trentatre iscritti, ma i presenti sono 26. Da quello che ho sentito sono diversi i bambini che per vari motivi non hanno intenzione di frequentare. Sono stati invitati i genitori delle bambine inadempienti in data 10 corrente (10-X-’55) e tutti si sono presentati per giustificare l’assenza delle loro figlie. Due bambine hanno presentato il certificato medico perché ammalate e cinque bambine, secondo i famigliari, non possono frequentare perché abitano molto lontano, perché non hanno vestiti sufficienti, scarpe, ecc… Alcune di esse poi, inoltre sono impegnate a casa perché orfane o perché debbono sostituire la loro madre impegnata altrove, nelle faccende domestiche, o a sorvegliare i fratelli più piccoli. (Scuola “N.Sauro”, maestro Lusi Giuseppe, classe V mista, a.s. 1955-56)

Altre considerazioni Fine anno … La frequenza in genere fu regolare. Gli alunni frequentano la scuola con passione, con gioia, affinchè la frequenza fosse regolare volli che ogni alunno portasse a scuola, dopo una o più assenze, una giustificazione firmata dai genitori. Su 32 iscritti, alla fine dell'anno scolastico ho 32 frequentanti. La collaborazione tra scuola e famiglia, ai fini della frequenza c'è stata, ma credo che non fosse proprio necessaria in quanto gli alunni hanno sempre frequentato molto volentieri. (Scuola di Martellago, a. s.1947-48, classe IV mista, maestro Bini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ …L’insegnante parla con i genitori perché rendano conto delle assenze, per raccomandare la frequenza e per avvisare del rischio di bocciatura. Si chiama spesso a colloquio. (Scuola di Martellago, a. s. 1949-1950, classe V mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 17 Gennaio 1950 … Gli alunni, come sempre, frequentano totalmente, le assenze sono più che rare. (Scuola di Ca’ Nove, classe IV e V mista, a. s. 1949-50, maestro Brini Sergio - dal 3 marzo ins.te Vianello Gerzi Anna)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 8 marzo … Nonostante il tempo inclemente, la frequenza è stata ottima, anche i bambini che abitano più lontano dalla scuola sono venuti tutti e puntuali. (Scuola di Ca’ Nove, a. s. 1954-55, classe III e IV mista, maestra Mastrocinque Iside n. Zecchini)

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classe I-II a.s. 1945-’46 ins. Emilio Favaro

Da “Una maestra racconta”

L’obbligo scolastico esisteva fino alla quinta elementare, ma spesso nonni e genitori

preferivano che i ragazzi aiutassero nei lavori dei campi o accudissero gli animali e così li

tenevano a casa. Erano gli insegnanti che dovevano recarsi nelle case degli alunni non

frequentanti e cercare di convincere nonni e genitori a mandare i ragazzi a scuola. Un

compito non troppo facile perché c’era tanta ignoranza in merito (qualche genitore non

sapeva né leggere né scrivere ed era il loro figliolo che faceva da maestro in casa).

(anno 2002)

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Profilassi e prevenzione DALLE CRONACHE DEI REGISTRI 18 Dicembre 1947 … Ho consegnato agli alunni i dentifrici e gli spazzolini mandati dalla croce rossa Americana. Abbiamo dovuto tirare a sorte, perchè non bastavano per tutti. I bambini si sono entusiasmati e hanno scritto delle graziose letterine di ringraziamento. (Scuola di Martellago, a. s. 1947-1948, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 22 Aprile … Leggo e spiego agli alunni la circolare riguardante la vaccinazione antidifterica e antivaiolosa. 23 Maggio … Parlo della lotta antitubercolare e li esorto ad acquistare le cartoline. (Scuola di Martellago, a. s. 1948-49, classe IV mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 16 Maggio … Il medico sanitario ha sottoposto tutti i miei bambini alla puntura antidifterica e alla vaccinazione. (Scuola di Maerne a. s. 1948-49, classe V mista, maestra Novello Ortensia)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Si fa la campagna antitubercolare (raccolta fondi: £ 1313) Si parla agli alunni della C.R.I., del soccorso invernale, dell'opera Don Orione per i mutilatini, della tubercolosi. (Scuola di Martellago, a. s. 1949-50, classe V mista, maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 4 Dicembre … Oggi la commissione medico provinciale ha visitato le aule. (Scuola di Maerne, a. s. 1950-51, classe V mas., maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 30 Maggio1953 …Nonostante una epidemia di influenza che ha costretto a casa per un certo periodo di tempo diversi alunni, l’ufficiale sanitario, da noi interpellato, non ha ritenuto opportuno procedere alla chiusura temporanea della scuola (relazione di fine anno). (Scuola di Maerne, a. s. 1952-53, classe V, maestro Baga Bruno)

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30 Marzo … Ho consegnato alla capogruppo £ 360, imposte ricavate dalla vendita dei francobolli della doppia croce. (Scuola di Martellago, a. s. 1953-54, classe V mas., maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 24 Novembre 1954 … Oggi è partito per la colonia “PEZZE TASCOLATO” di Sedico l’alunno…. . 30 Marzo 1955 … Da alcuni giorni ho avviato la campagna antitubercolare leggendo il messaggio di Einaudi. (Scuola di Martellago, a. s. 54-55, classe V maschile, maestro Grimaldo Angelo)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 8 Novembre 1954 … Sono stato dal medico condotto per organizzare un controllo sulle vaccinazioni e rivaccinazioni degli alunni. E’ stato stabilito che ogni mercoledì il medico dedicherà un’ora alle vaccinazioni degli alunni. 11 Novembre 1954 … Ho inviato dal medico alcuni miei alunni, che risultavano mai vaccinati. Avevo pregato il medico condotto di segnare sulla cartella personale di ogni alunno la data della avvenuta vaccinazione, perché io potessi controllare, ma il medico si è rifiutato. Non è la prima volta che si mostra poco gentile verso noi insegnanti. (Scuola di Maerne, a.s. 1954-55 classe V, maestro Scarpa Sante, grado ordinario)

(Dal Cd Rom “La vacca non ci ha mangiato i libri” di S. Cremasco)

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Il calendario scolastico

Il calendario scolastico delle lezioni costituisce un argomento piuttosto ostico; la sua

storia, infatti, è rintracciabile in una molteplicità di leggi, decreti, testi unici, circolari ministeriali e di Provveditori agli studi, da cui si può afferrarne la significativa rilevanza, ma pure la difficoltà di esporlo in maniera esauriente. Per quanto concerne la situazione presente, l’anno scolastico decorre dal 1° settembre al 31 agosto dell’anno solare successivo, ma ciò solo sotto il profilo amministrativo, (assunzione di servizio docenti, e aspetti…..) perché in realtà il calendario delle lezioni, dall’entrata in vigore del Regolamento dell’autonomia approvato il 25 febbraio 1999, viene adattato dagli Istituti Scolastici in base alle esigenze degli specifici Piani dell’Offerta Formativa e soprattutto nel rispetto delle indicazioni prescritte dalle Regioni, a cui spetta sostanzialmente e giuridicamente la definizione, in base all’art.138 del Decreto Legislativo del 31 marzo 1998 n°112. E’ significativo, tuttavia, che il M.I.U.R., nonostante le competenze affidate alle Giunte regionali, continui a ritenere sua prerogativa la determinazione del calendario delle festività da osservare a livello nazionale, oltre alla definizione delle date degli esami di stato e di sessioni d’esami speciali. Segnale evidente sia delle contraddizioni delle maggioranze governative in materia di decentramento amministrativo, sia del valore e riconoscimento attribuito alle celebrazioni di solennità civili e religiose, tramite le istituzioni scolastiche, ai fini della formazione dell’identità culturale dei cittadini italiani. D’altronde alcune istanze in tal senso erano state accolte nella legge 54 del 5 Marzo 1977. Per rendere possibile un confronto con il passato riteniamo opportuno ricordare che per l’anno scolastico 2003/2004 la Direzione Generale del M.I.U.R. ha previsto le festività di cui all’ordinanza n° 67 del 4 agosto 2003. Esaminando poi contabilmente la specifica realtà delle scuole elementari del Veneto, in base alle indicazioni della Giunta Regionale, che ha previsto nella sua deliberazione il possibile avvio delle lezioni dal 10/09/03 ed il termine entro 8/06/04, la maggior parte degli istituti effettuerà probabilmente un numero complessivo di giorni di lezione compresi tra i 200 e i 210.

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IL PASSATO RECENTE

Fino agli anni Novanta, la legge del 4 agosto 1977 n° 517, all’art. 11 stabiliva che l’anno scolastico iniziava il 10 settembre e terminava il 9 settembre successivo. Ogni triennio ordinanze ministeriali avevano il compito di fissare, entro il 31 dicembre, la data di inizio delle lezioni, solitamente compresa tra il 10 ed il 20 settembre, ed il termine generalmente definito tra il 10 e 30 giugno. Il periodo effettivo delle lezioni doveva comprendere almeno 215 giorni, escluse le giornate di festività. Il legislatore provvedeva così a mettere l’Italia alla pari con gli altri paesi europei più industrializzati e laici, dove da tempo il periodo dedicato alle lezioni era ben più lungo e rispondente alle istanze sociali educative, di realtà non più legate ai ritmi delle attività produttive agricole o alla sacralità del rito di culture preindustriali. D’altronde alcuni contributi per la riorganizzazione dei giorni di lezione erano venuti indirettamente, nello stesso anno dalla Legge n. 54 del 5 Marzo, che prevedeva l’abolizione di alcune festività civili e religiose, ed inoltre dall’art. 6 del D.P.R. n.416 del 31 Maggio 1974, che attribuiva ai Consigli di Circolo e di Istituto potere deliberante in ordine all’adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali. Questa ultima norma aveva fatto sorgere numerosi conflitti tra organi collegiali e autorità scolastiche (Provveditori agli Studi in particolare) a proposito della sua applicazione, segno della esigenza o necessità, anche in quel periodo, di definire in modo chiaro le competenze sulla materia a livello periferico e centrale.

GLI ANNI PRECEDENTI Negli anni compresi tra il 1948 ed il 1977, il calendario scolastico era definito dal Ministero della Pubblica Istruzione tramite una circolare, che prevedeva un ventaglio di giorni del mese di giugno in cui far terminare le lezioni, la cui ultima data precisa di chiusura spettava al Provveditore agli Studi di ciascuna Provincia, tenendo conto delle indicazioni emerse nei diversi Comuni e Direzioni Didattiche, in merito ad eventuali sospensioni ed interruzioni delle lezioni in corso d’anno. Solitamente l’inizio effettivo delle lezioni veniva fatto decorrere con il 1° di ottobre, giorno di San Remigio – che dava alle matricole seienni della prima classe elementare il nome di “remigini”. Nel corso dell’anno scolastico era previsto un certo numero di giorni di vacanza legato a feste nazional-civili, patriottiche: - 4 novembre, anniversario della vittoria della guerra 1915-18; - 25 aprile, anniversario della Liberazione; - 1° maggio, festa del lavoro; - 2 giugno, data della fondazione della Repubblica; e dal ben più consistente gruzzolo di ricorrenze religiose comandate, definito ancora dal vecchio Concordato fra Santa Sede ed il Governo Italiano Fascista, approvato con la Legge 27 maggio 1929, n°810 e per la precisione: - tutte le domeniche;

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- 6 gennaio, giorno dell’Epifania; - 19 marzo, giorno di S.Giuseppe - il giorno di Pasqua; - il giorno dell’Ascensione; - il giorno del Corpus Domini; - il 29 giugno, festa degli Apostoli Pietro e Paolo - 1° novembre , giorno di Ognissanti; - 2 novembre giorno della commemorazione dei defunti; - 8 dicembre, festa dell’ Immacolata Concezione; - 25 dicembre, giorno di Natale; - il giorno del Santo Patrono del Comune sede della scuola. A queste ricorrenze si dovevano aggiungere altre giornate di sospensione delle lezioni, comprese generalmente tra il 23 dicembre ed il 7 gennaio ed inoltre tra il giovedì precedente la Pasqua ed il lunedì successivo. Bisogna rammentare, infine, pure la ricorrenza dell’11 febbraio, anniversario della stipulazione del Concordato tra Stato Italiano e Santa Sede, che non sappiamo se inserire tra le celebrazioni civili o religiose dell’epoca, veniva celebrato con un giorno di vacanza. Il catalogo delle festività scolastiche risulta questo, da una circolare del Provveditore agli studi di Venezia, protocollo n° 13274 del 20 ottobre 1952 (v.allegato) che ci permette di cogliere l’identità culturale dell’Italia del tempo, proiettata nel calendario scolastico. Lo sproporzionato numero di ricorrenze religiose, evidenzia ancora l’inscindibile legame a quello della liturgia cattolica che lo modella, evidenziando la crisi di un’identità culturale laica della nazione, che pur timidamente poteva identificare nei valori della Resistenza e della Costituzione un’alternativa sia alla catechizzazione religiosa, sia al fallimento del modello liberale conservatore esauritosi con l’avvento del fascismo e la sconfitta dell’Italia. La permanenza dal 1948 in poi di ministri democristiani al Dicastero della P.I., nel contesto di un’egemonia politica e culturale integralista cattolica nel paese, spiega ampiamente le scelte operate. Per questo aspetto, va tuttavia notato che il periodo di massimo potere politico della D.C e della pervasiva influenza del magistero della Chiesa Cattolica integralista e conservatrice di Pio XII nella società italiana, coincide con il settennato della Presidenza della Repubblica di Luigi Einaudi (1948-1955), un professore universitario di formazione liberale. In un’epoca, dunque, di confronto durissimo tra le due superpotenze e di conflitti sociali (disoccupazione, questione meridionale, questione agraria, separatismo siciliano), la Chiesa Cattolica e la sua espressione politica vengono chiamate, non solo dalle masse cattoliche, ma anche dalla borghesia laica, ad assumere la direzione della vita civile e politica italiana, riconoscendo alla ideologia interclassista cattolica il collante possibile della nazione. In merito allo specifico degli indirizzi delle politiche scolastiche è opportuno ricordare che nel 1955, durante il dicastero del ministro della P.I. Giuseppe Ermini, vengono varati i programmi della scuola elementare, che mettendo in ombra le moderate istanze innovative introdotte dal Washburne o dalla tradizione pedagogica libertaria e puerocentrica francese di Freinet, pongono “l’insegnamento religioso come fondamento e coronamento di tutta l’opera educativa”.

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L’IMMEDIATO DOPOGUERRA

Il materiale documentario scolastico (registri, circolari), relativo al calendario delle lezioni nelle scuole elementari del Comune di Martellago, negli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale (1945/46; 1946/47; 1947/48) di cui abbiamo potuto disporre, risultava troppo ridotto e frammentario per poter procedere ad una rigorosa e scientifica ricostruzione storica. Tuttavia, le testimonianze analizzate erano assai interessanti e tali da poter consentire, a nostro avviso, una narrazione vivace e significativamente attendibile della realtà scolastica dell’immediato dopoguerra nel nostro territorio. Abbiamo deciso pertanto di proporre un mosaico di fonti documentarie raccolte che costituirà una ricostruzione di tale passato, formata da un intreccio di testimonianze documentarie scritte dagli insegnanti nelle cronache dei registri, fonti d’archivio. Ecco un elenco delle date desunte dai registri relativi agli anni scolastici 1945/46 e 1946/47 accompagnate dalle note di cronaca degli insegnanti e trascritte a tergo. Alcune di esse vengono allegate in fotocopia direttamente fatta dai registri. Si fa riferimento inoltre a tutte le note e circolari del Provveditorato agli Studi di Venezia dal 1945 al 1954 e relative alle aperture e chiusure delle scuole, alle date degli scruti ed esami Esse vengono allegate secondo il seguente ordine: 1. Circolare n. 2821 del 9 maggio 1945 avente come oggetto: Riapertura delle scuole; 2. Ordinanza n. 4508 del 24 maggio 1947 recante una serie di articoli e relativi a: termine delle

lezioni; operazioni di scrutinio e di esame, votazioni, materie di scrutinio, alunni privatisti, prove d’esame nella prima e nella seconda sessione ecc.

3. Circolare n. 14916 del 25 Ottobre 1958 avente come oggetto: Calendario scolastico 4. Comunicazione di rettifica prot. N. 12793 del 9 settembre 1948 avente come oggetto: scrutini,

esami ed inizio delle lezioni delle scuole elementari 5. Circolare n. 12448 del 14 Settembre 1950 avente come oggetto: funzionamento delle scuole 6. Ordinanza prot.n. 3655 del 23 maggio 1950 relativa a termine delle lezioni e operazioni di

scrutinio 7. Comunicazione n. 3220 del 27 marzo 1951 relativa all’orario scolastico 8. Circolare prot. N. 6014 del 16 maggio 1951 relativa a scrutini ed esami e alla riapertura delle

scuole 9. Circolare prot. N. 13274 del 20 ottobre 1952 avente come oggetto: calendario scolastico per le

scuole elementari e istituti di istruzione secondaria ed artistica 10. Circolare prot. N. 14539 del 14 settembre 1953 avente come oggetto: date di inizio e di termine

delle lezioni nelle scuole e negli istituti di istruzione media, classica scientifica, magistrale e tecnica: divisione della durata delle lezioni in tre periodi ai fini degli scrutini- giorni di vacanza.

Particolare interesse presenta la Circolare del 25 OTTOBRE 1948 prot. n.14916 che prevede la celebrazione della giornata dell’8 maggio, vittoria delle forze alleate in Europa, come festività scolastica, ricorrenza che non verrà più ripresa in Italia, ma viene invece solennemente celebrata in Francia con la partecipazione di Presidenti e Primi Ministri presso i cimiteri militari di guerra siti in Normandia. Ad esempio nei primi anni Novanta sia Mitterand che Chirach hanno reso omaggio ai caduti accanto al presidente Bush, in quelle occasioni escludendo il Cancelliere Kohl. Mutato il clima politico e dei rapporti internazionali a seguito della guerra in Iraq, sembra che le prossime celebrazioni dell’8 maggio vedano affiancati il presidente francese e il cancelliere tedesco.

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SCHEDE RELATIVE AL CALENDARIO SCOLASTICO

ANNO SCOLASTICO 1946-47 SCUOLA ELEMENTARE DI MAERNE, VIA PIAZZA REGISTRO DELLA CLASSE IV INSEGNANTE BRINI DALLA MAN MARIA GIORNI DI LEZIONE Ottobre 17 Novembre 23 Dicembre 18 Gennaio 7 Febbraio 17 Marzo 25 Aprile 21 Maggio 24 Giugno 23 Altri (luglio 13 gg.?) Totali 198 (?) INIZIO LEZIONI 14/10/46 TERMINE LEZIONI (?) Note del docente contenute nella cronaca relative al calendario scolastico 23/12 /46 Inizio delle vacanze natalizie. La scuola manca ancora di riscaldamento. 21/1/47 Apertura della scuola dopo le vacanze natalizie. Il Comune ha provveduto per il riscaldamento. Oggi gli alunni presenti sono pochi, perché la scuola si è aperta senza avvisare ufficialmente gli alunni (per avvisare ufficialmente gli alunni, intende comunicare o alla Messa della Domenica o alla dottrina cristiana). 29/1/47 Il sindaco ordina la chiusura della scuola fino a suo ordine d’apertura. Comunico ciò al signor direttore. 10/2/47 Si riprendono le lezioni. La scuola non è riscaldata, perciò l’orario è di ore 2 e venti minuti (13:30 – 16:00)

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ANNO SCOLASTICO 1946-47 SCUOLA ELEMENTARE MARTELLAGO REGISTRO DELLA CLASSE V INSEGNANTE MILAN APOLLONIO ANTONIETTA

GIORNI DI LEZIONE Ottobre 17 Novembre 23 Dicembre 18 Gennaio 7 Febbraio 17 Marzo 25 Aprile 21 Maggio 24 Giugno 23 Altri (luglio 13 gg.?) Totali 198? INIZIO LEZIONI 14/10/46 TERMINE LEZIONI 28/6/47 ? OSSERVAZIONI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVE IN MERITO AL CALENDARIO SCOLASTICO ……………………………….

Note del docente contenute nella cronaca relative al calendario scolastico 14-10-46 Oggi primo giorno di scuola. 20-2-47 Sono ritornata a scuola dopo più di un mese di interruzione per mancanza di

riscaldamento. 15-6-47 Per ordine dei superiori scolastici la scuola finirà il 28-6-47.

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ANNO SCOLASTICO 1946-47 SCUOLA ELEMENTARE MARTELLAGO REGISTRO DELLA CLASSE IV INSEGNANTE PECORARO MAGLIONE ROBERTA GIORNI DI LEZIONE Ottobre 17 Novembre 23 Dicembre 18 Gennaio 7 Febbraio 17 Marzo 25 Aprile 21 Maggio 24 Giugno 23 Altri (luglio 13 gg.??) Totali 198 INIZIO LEZIONI 14-10-46 TERMINE LEZIONI ? OSSERVAZIONI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVE IN MERITO AL CALENDARIO SCOLASTICO ………………………….

Note del docente contenute nella cronaca relative al calendario scolastico .………………………………………………………………………

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ANNO SCOLASTICO 1946-47 SCUOLA ELEMENTARE CA’ NOVE REGISTRO DELLA CLASSE III, IV PLURICLASSE INSEGNANTE PASETTI ORTENSIA GIORNI DI LEZIONE Ottobre 17 Novembre 23 Dicembre 18 Gennaio 7 Febbraio 17 Marzo 25 Aprile 21 Maggio 24 Giugno 23 Altri (13 luglio?) Totali 198 INIZIO LEZIONI ….? TERMINE LEZIONI 14-6-47? 28-6-47? OSSERVAZIONI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVE IN MERITO AL CALENDARIO SCOLASTICO ………………………………. Note del docente contenute nella cronaca relative al calendario scolastico 21-12-46 Ho preso servizio oggi, per la prima volta, qui a Ca’ Nove, fra 2 o 3 giorni avranno inizio le vacanze di Natale, perciò per me la scuola vera e propria si inizierà solo in gennaio 13-1-47 Ho assunto servizio da pochi giorni, non conosco ancora i miei scolari e loro non mi conoscono 26-3-47 Acqua alta a Ca’ Nove, non si può fare scuola

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08-4-47 Abbiamo ripreso le lezioni dopo le vacanze pasquali; per fortuna le vacanze sono finite, perché sono addirittura demolitrici per i ragazzi, danno ad esse un valore assoluto e a casa fanno niente o quasi

10-5-47 Le scuole si chiuderanno il 14 giugno, abbiamo poco più di un mese di scuola, il programma è finito 10-6-47 La scuola elementare non si chiuderà più il 14 giugno, ma il 28, abbiamo 15 giorni in più, bene potrò fare una ripetizione più accurata. ANNO SCOLASTICO 45-46 REGISTRO DELLA CLASSE IV MARTELLAGO INSEGNANTE MILAN APOLLONIO ANTONIETTA GIORNI DI LEZIONE Ottobre 14 Novembre 25 Dicembre 18 Gennaio - (nel registro) Febbraio 23 Marzo 25 Aprile 20 Maggio 22 Giugno 17 Altri 0 Totali 164

INIZIO LEZIONI … TERMINE LEZIONI 30-6-46 OSSERVAZIONI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVE IN MERITO AL CALENDARIO SCOLASTICO ………………………………..

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ANNO SCOLASTICO 45-46 REGISTRO DELLA CLASSE V MARTELLAGO (Via Asilo) INSEGNANTE FAVARO EMILIO GIORNI DI LEZIONE Ottobre 14 Novembre 25 Dicembre 18 Gennaio - (nel registro) Febbraio 27 Marzo 25 Aprile 20 Maggio 22 Giugno 17 Altri 0 Totali 164

INIZIO LEZIONI …. TERMINE LEZIONI …? OSSERVAZIONI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVE IN MERITO AL CALENDARIO SCOLASTICO ………………………………..

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COMMENTO AI DATI RIFERITI AL CALENDARIO SCOLASTICO DESUNTI DAI REGISTRI E QUI ALLEGATI Nel panorama disastroso conseguente al secondo conflitto mondiale che vede nell’anno 1945 in Italia ben 50.000 aule completamente distrutte, gli edifici scolastici danneggiati, molte scuole requisite dalle forze militari o occupate da sfollati, il territorio del comune di Martellago sembra sfuggire parzialmente a tale desolante condizione. Nel capoluogo, infatti, dai registri risulta una media di 164 giorni di lezione nel periodo 1945/46 (v. tabella) Nelle frazioni del comune, nonostante la carenza di locali scolastici evidenziata ancora nel periodo prebellico, i giorni di lezione risultano essere maggiori che nel capoluogo. L’orario delle lezioni è limitato a circa tre ore giornaliere. Nel 1946/47 aumentano i giorni fino a 198 e la principale causa di sospensione delle lezioni risulta essere la mancanza di riscaldamento nei mesi invernali. Dalle cronache risultano numerose le lamentele dei docenti che accusano l’Amministrazione Comunale di fornire pochi chilogrammi di legna per il riscaldamento delle aule scolastiche. Dalle testimonianze emerge che anche gli alunni contribuiscono ad alimentare il riscaldamento recandosi a scuola con qualche “ceppo” di legna. Talvolta il sindaco, d’autorità, procede alla sospensione delle lezioni, in particolare nei mesi di gennaio- febbraio

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Celebrazioni e feste Se la storia è anche, e soprattutto, storia della cultura dell’uomo e delle mentalità, della psicologia collettiva, i calendari sono dei grandi regolatori sociali. Nella vita di una comunità che alla fine degli anni quaranta è ancora fortemente a occupazione rurale e artigiana, i calendari scolastici si intersecano, nei costumi e nelle pratiche di vita quotidiana, con il calendario delle festività civili e religiose e con il ciclo dell’anno agricolo con le sue scadenze. Le occasioni di chiusura della scuola per vacanze o per celebrazioni si alternano alla sospensione dovuta a condizioni climatiche avverse (per allagamenti, per il freddo) e, nelle frequenze individuali, a fattori epidemiologici (influenze, infestazioni parassitarie) e variabili secondo il ciclo agricolo (abbandono per esigenze connesse al lavoro stagionale). Nelle osservazioni degli insegnanti relative allo svolgimento del programma si susseguono e si alternano osservazioni sulle “pause” dell’uno e dell’altro tipo; accenni alle feste celebrative, ai “monumenti” di storia nazionale, accanto a lamentele sulla scarsa frequenza e sulle interruzioni che rendono precario e fragile ogni apprendimento. DALLE CRONACHE DEI REGISTRI 24 Maggio … Nessuno ha dato oggi ordine di vacanza, perciò io faccio scuola. Ho pochi presenti ed è giornata persa inutilmente. (Scuola di Maerne, a. s. 1945-46, classe IV mista, maestra Faccenda Parmeggiani Afra)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Oggi primo giorno di scuola tutti gli alunni e le insegnanti presenziano alla Cerimonia Religiosa. (Scuola di Martellago, a. s. 1946-47, classe V mista, maestra Milan Apollonio Antonietta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 22 Novembre 1947 … Oggi molti sono rimasti a casa. I parenti hanno giustificato le assenze dicendo che a Martellago il giorno di S.Cecilia è considerato festa. (Scuola di Martellago, a. s. 1947-1948, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 4 Novembre … Festa della Vittoria: vacanza. Sabato 22 Novembre … Oggi ho parecchi assenti e precisamente diciassette. La causa di queste di queste numerose assenze mi viene spiegata dai fanciulli stessi i quali mi dicono che oggi è, festa di Santa Cecilia. Ho fatto capire ai presenti l'errore fatto dai compagni che oggi sono stati a casa senza l'autorizzazione del maestro.

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(Scuola di Martellago, a.s.1947-48, classe IV mista, maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 3 Novembre … Giornata lavorativa, ho quasi tutti i fanciulli assenti perché sono andati al camposanto in processione, quei pochi che ho mi chiedono di lasciarli liberi alle ore 11 perché devono andare in cimitero. (Scuola di Martellago, a. s.1947-48, classe IV mista, maestro Brini Sergio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 31 Marzo … Quanta pazienza per preparare una commediola ed un monologo! Le ragazzine hanno imparato presto a memoria le loro parti, ma che fatica per farle dire, gesticolare con naturalezza! Tutte le colleghe sono all’opera chi con berretti, chi con poesie ecc! Ci sarà poi il canto corale del quale è incaricato il collega Morsico. 11 Aprile Che delusione ieri! Tutti avevano pronosticato un pienone ed invece ci saranno state appena 70 persone ieri in teatro. Ci è spiaciuto soprattutto per il magro incasso da versare al Patronato Scolastico. E la propaganda, e gli inviti non erano mancati! La causa sta proprio nell’indifferenza della popolazione per tutto ciò che riguarda la scuola e le sue iniziative. (Scuola di Martellago, a. s. 1948-49, classe IV mista, maestra Suriani Licia)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Febbraio …sono assenti i tre chierichetti che vanno alla cerca delle uova. 12 Aprile … I chierichetti hanno ultimato la cerca delle uova e la frequenza è tornata normale. (Scuola di Martellago, maestro Favaro Emilio, classe IV mista, a. s. 1948-’49)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ … Si commemorano i Santi, i Morti, il Natale, la festa della Liberazione. (Scuola di Martellago, a. s. 1949-50, classe V mista., maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 21 Novembre 52 … Festa degli alberi alla presenza dell’autorità civili, religiose e di numeroso pubblico. (Scuola di Maerne, a. s. 1952-53, classe V, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Novembre1953 … E’ stata celebrata la “Festa degli alberi” con tutta la animazione e l’entusiasmo che i bambini possono apportare. (Scuola di Maerne, a. s. 1953-54, maestro Lusi Giuseppe)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 23 Novembre

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… Si è celebrata con insolita solennità la festa degli alberi. Fin dai giorni scorsi ho parlato agli alunni dell'importanza, utilità delle piante. Ho assegnato un tema. 7 Dicembre … Parlo agli alunni della festa dell'Immacolata e li esorto alla devozione per la Vergine Maria. 15 Dicembre … La preparazione alla grande festa del Natale continua, gli alunni si prendono un vivo interesse. (Scuola di Martellago, a. s. 1953-54, classe V mas., maestro Emilio Favaro)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 4 Ottobre 54 … Cerimonia d’apertura dell’anno scolastico che coincide con la sagra del paese; alle ore otto messa. 5 Novembre 54 … Ho partecipato alla celebrazione della vittoria che l’Amministrazione Comunale e l’Associazione dei Combattenti e reduci ha voluto celebrare con particolare solennità. 2 Aprile 54 … Le feste si terranno per il decennale della Liberazione. (Scuola di Martellago, a. s. 54-55, classe V maschile, maestro Grimaldo Angelo)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Novembre 1954 … E’ stata celebrata la festa degli alberi. Il sindaco ha rivolto alcune parole agli alunni radunati in cortile. Un alunno ha recitato una poesia d’occasione. Sono state distribuite tre caramelle agli alunni. Poi le scolaresche si sono recate in via Pelsa, dove sono state trapiantate alcune piantine. (Scuola di Maerne, a.s. 1954-55 classe V, maestro Scarpa Sante, grado ordinario)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 1 Ottobre … Cerimonia religiosa con breve predica e incitamento verso un nuovo anno scolastico. 21 Novembre … Abbiamo festeggiato la festa degli alberi. La cerimonia era stata preparata dai giorni scorsi: le mie alunne hanno recitato un dialogo, una poesia. Hanno cantato e sono rimaste contente. 20 Febbraio … Oggi le mie scolare mi hanno fatto una sorpresa. Hanno voluto festeggiare in classe il carnevale e fare una festicciola alla loro maestra. 30 Aprile … Commemoriamo S. Caterina da Siena. 19 Maggio

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… Dobbiamo commemorare una medaglia d'oro: Vian Ignazio. Le mie scolare sono piene di entusiasmo. 22 Maggio … Stamane con l'aiuto delle bambine abbiamo preparato il corridoio per la cerimonia che è riuscita quanto mai suggestiva e commovente. Le mie scolare alle parole del Signor Direttore avevano gli occhi lucidi. L'eroe commemorato era suo compagno d'infanzia, quindi ancora più sentito è stato questo eroe della guerra partigiana. (Scuola di Martellago, a. s. 1955-56, classe V fem., maestra Pomiato Maria n. Basciano)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Novembre … Con particolare solennità è stata celebrata la " festa degli alberi". (Scuola di Maerne, a. s. 1955-56, classe V mista, maestro Lusi Giuseppe)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Novembre …E' stata oggi celebrata la festa degli alberi. Tutte le scuole dei dintorni si sono radunate qui a Martellago dove, alla presenza delle autorità comunali e del Direttore Didattico, sono stati piantati degli alberelli. Gennaio ... I maestri del centro hanno preso l'iniziativa di organizzare delle recite in teatro onde raccogliere dei fondi del Patronato Scolastico. Ciò, a mio avviso, porterà un vantaggio economico per i bambini più poveri e, in senso lato, avrà un riflesso educativo per tutti. La sera del venticinque, alla presenza delle autorità civili e religiose del Comune, vari gruppi di scolari, presentati dai loro insegnanti, si sono succeduti sul palcoscenico con canti, dialoghi e scenette varie ... (Scuola di Martellago, a. s. 1956-1957, classe V mista, maestro Carrer Vittorio)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 22 Novembre … Ieri festa degli alberi, nel pomeriggio ci siamo recati tutti a Martellago per la cerimonia della benedizione delle piantine messe a dimora. Purtroppo il gran freddo ed il vento non hanno permesso di gustare la festa. Abbiamo preparato per l’occasione: poesie, canti, dialoghi sugli alberi. I bambini sono rimasti contenti. Alla cerimonia hanno presenziato il Parroco, il Direttore Didattico ed il Sindaco di Martellago. (Ca’ Nove a.s. 1956-57, pluriclasse I-IV-V, maestra Sperandio Elda)

20 DICEMBRE … E’ stata oggi una giornata di emozione quella trascorsa a Martellago. Da più di una settimana tutte le classi si stavano preparando per l’arrivo della Radio Squadra, la carovana della Radio Televisione Italiana incaricata di mettere in onda un programma che rispecchiasse la vita del paese, le sue caratteristiche, le sue bellezze naturali. Gli operatori sono arrivati alle nove e trenta. Alle dieci si è iniziato il programma che si è svolto bene e che è piaciuto a tutti. A ciò si deve anche aggiungere che il desiderio di avere l’istallazione della Radio nelle Scuole elementari di Martellago, sarà una realtà perché il Babbo Natale

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sotto le spoglie del Comune provvederà ad aggiungere alle 5000 £ già in cassa scolastica e alle 5000 del Buono della Radio, il rimanente della somma. (Scuola di Martellago, a. s. 1954-55, classe V fem., maestra Gusso Annalisa nata Tonello)

Nelle settimane prima di Pasqua noi chierichetti giriamo per il paese alla questua delle uova. Domenica il parroco l'ha detto alla predica e le

padrone le hanno preparate. Noi le raccogliamo in un cesto.

Qualche famiglia ci dà delle uova, qualche altra dei soldi. Una volta sono perfino rimasto a casa da scuola per andare alla questua, ma

quando son tornato a casa il babbo mi ha sgridato molto.

Le uova raccolte le vendiamo al "vovariolo" e consegnamo i soldi a don Luigi. Ed egli li divide fra tutti i chierichetti: chi è andato più spesso a rispondere alla Messa riceve di più. L'anno scorso io ho ricevuto 3.500

lire, più di tutti. (E. F.)

(Dal Cd Rom “La vacca non ci ha mangiato i libri” di S. Cremasco)

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Proiettore anni ‘50

Giradischi anni ‘50

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EVENTI PARTICOLARI 7 Marzo 1951 … Sono giunti, in V, tre bimbi nuovi. Due provengono dal seminario, una da Comacchio. Dalle zone allagate sono arrivate una decina di bimbe. Povere creature! Devono vivere in grande miseria in quelle zone! Sono pallide, denutrite, sembrano animaletti spauriti. I bimbi di Ca’ Nove le hanno accolte con grande cordialità e fanno a gara nel prodigare loro gentilezze perché si trovino bene. (Scuola di Ca’ Nove, a. s. 1950-51, classe IV fem.- V mas., maestra Cozzi Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 3-4-5-6 Febbraio 53 … Non trascuro di illustrare giorno per giorno la grande sciagura metereologica che ha colpito l’Olanda, l’Inghilterra e il Belgio. (Scuola di Maerne, a. s. 1952-53, classe V, maestra Brini Dalla Man Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 7Ottobre 54 … Ieri la scuola è rimasta chiusa per celebrare la firma dell’accordo che farà ritornare Trieste all’Italia. (Scuola di Martellago, a. s. 54-55, classe V maschile, maestro Grimaldo Angelo)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 6 Novembre54 … Ho accettato un altro ragazzo che desidera ripetere volontariamente la classe V in attesa di un lavoro. Era stato finora in seminario ma lo stare così rinchiuso non gli conferiva alla mente, sicchè ha dovuto tornare a casa. (Scuola di Martellago, a. s. 54-55, classe V mas., maestro Grimaldo Angelo)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

21 Gennaio … Quanta paura hanno preso le mie alunne! Un "reatore" è caduto non lontano dalla scuola. Questa mattina non è stato possibile far scuola. (Scuola di Martellago, a. s. 1955-56, classe V fem., maestra Pomiato Maria n. Basciano)

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Dal Cd Rom “La vacca non ci ha mangiato i libri” di S. Cremasco:

La sagra

del Rosario

Ogni anno, il sette ottobre, si celebra la festa del Rosario. A Martellago la sagra si tiene il lunedì dopo la prima domenica di ottobre. Si celebrano quattro S. Messe e i cantori vanno in organo a cantare. Io ho ascoltato devotamente la Messa. Poi il parroco ha tenuto la predica.Ha detto che, quattro secoli fa, i turchi volevano conquistare l'Europa ma la Madonna l'ha salvata. A Lepanto i cristiani hanno combattuto contro i Turchi. Questi erano superiori di numero, ma i cristiani hanno recitato il S. Rosario e la Madonna li ha fatti vincere. Da allora a Martellago si celebra la festa del Rosario. (F. D.)

Il giorno dei Santi

Si fa la processione in cimitero. Il sacerdote è vestito di nero e tutti sono tristi. La

processione fa il giro del Cimitero e il sacerdote benedice le tombe, poi si ferma davanti alla chiesetta. Monsignore tiene la predica e ricorda tutti i nostri defunti. Finita la predica si canta il " Libera me Domine”. Dopo il canto la processione si scioglie e la gente si sparge per il cimitero a pregare sulle tombe dei loro cari, poi adagio, adagio tutti escono. Quando sono uscito, al cancello c'erano degli uomini con delle cassette che raccoglievano le offerte per i defunti. (E. F.)

Per tutta la notte dei Morti la campana suona a lutto per ricordare i defunti. Per le strade non passa più nessuno. E tutti si ritirano nelle loro case per mangiare le castagne bruciate e le patate americane e per bere il vino nuovo. I bambini mangiano le favette dolci. (I. C.)

Il 4 novembre

Il 4 novembre si ricordano i caduti in guerra per difendere la nostra patria. E' anche la festa delle Forze Armate perchè questo giorno, quarant'anni fa, i soldati italiani hanno vinto la guerra e sono entrati a Trento e Trieste. (A. F.)

A Martellago è stata celebrata una Messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre. I combattenti e i reduci si sono radunati colle loro bandiere in piazza del Municipio e poi, con la

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banda in testa, si sono recati in chiesa. Lungo la strada la banda suonava gli inni patriottici: Fratelli d'Italia, l'Inno del Piave, Le Campane di Trieste. Dopo la Messa tutti si sono radunati attorno al monumento ai caduti. Il monumento era coperto di fiori e di bandiere tricolori. Due combattenti hanno deposto una corona di fiori sotto la lapide dei caduti. Poi il Monsignore ha benedetto il monumento. Dopo un minuto di raccoglimento un bambino ha letto il "Bollettino della Vittoria". Poi il Sindaco ha rivolto un discorso alla popolazione radunata. (G. D.)

Il 4 novembre si ricordano i caduti in guerra per difendere la nostra patria. E' anche la festa delle Forze Armate perchè questo giorno, quarant'anni fa, i soldati italiani hanno vinto la guerra e sono entrati a Trento e Trieste. (A. F.)

A Martellago è stata celebrata una Messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre. I

combattenti e i reduci si sono radunati colle loro bandiere in piazza del Municipio e poi, con la banda in testa, si sono recati in chiesa. Lungo la strada la banda suonava gli inni patriottici: Fratelli d'Italia, l'Inno del Piave, le Campane di Trieste. Dopo la Messa tutti si sono radunati attorno al monumento ai caduti. Il monumento era coperto di fiori e di bandiere tricolori. Due combattenti hanno deposto una corona di fiori sotto la lapide dei caduti. Poi il Monsignore ha benedetto il monumento. Dopo un minuto di raccoglimento un bambino ha letto il "Bollettino della Vittoria". Poi il Sindaco ha rivolto un discorso alla popolazione radunata. (G. D.)

La festa degli alberi

Davanti al Municipio era preparato il palco con le bandierine tricolori e il grammofono

suonava inni e canzoni. C'erano tutti i bambini delle scuole e molte mamme. Sono venuti anche gli scolari di Cà Combi e della Cà Nove. Poi sono arrivati il direttore, il Sindaco e tutti i maestri. Il Monsignore ha benedetto gli alberelli da piantare e il coro del maestro Carrer ha cantato "Salve o piante verdeggianti". Poi gli alunni e i bambini di tutte le classi hanno recitato poesie e dialoghi, che parlavano degli alberi davanti al microfono. Quindi il sindaco e il Direttore ci hanno rivolto poche parole esortandoci ad amare e rispettare le piante. Finiti i discorsi e i canti siamo andati in corteo nel cortile delle scuole a piantare gli alberelli nelle buche già preparate. Poi siamo tornati davanti al palco dove il Sindaco ha regalato a tutti le caramelle. Io ne ho avute tre e ne ho portato una al mio babbo e una alla mia sorella. (A. F.)

L'albero di Natale

Il mio albero era in un vaso sopra un tavolino. Sul tavolino c'erano un panettone "Alemagna", 2 bottiglie di vino spumante, un vasetto di mostarda, 3 stecche di mandorlato, dei pezzi di sapone e delle scatole di "Trim" (polvere per lavare i piatti): tutto quello che il babbo ha portato a casa, in regalo dallo stabilimento. (U. L.)

Io ho fatto l'albero di Natale. E' un piccolo abete in un vaso ed è molto bello perchè ha tante candeline colorate e tanti palloncini di vetro rossi, gialli, verdi, di tutti i colori e sulla punta ci ho messo un pennone che luccica tutto. Il babbo ha adornato l'albero con lunghi fili pieni di

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brillantini. Questi lavori li ha fatti il babbo aiutato dalla mamma ed io, invece, ho appeso ai rami le caramelle, arance e tanti oggetti di cioccolata: monete, due fiaschetti, una botticella e cinque Babbi Natale con una barba così lunga che andava a toccare i palloncini dei rami sotto.Tutta questa roba la mangeremo quando disfaremo l'albero e precisamente il giorno dell'Epifania. (L.C .)

Primo Maggio

Il primo maggio si celebra la festa del lavoro. Tutti i negozi son chiusi e tutti fanno festa. L'anno scorso Monsignore ha benedetto, in campo sportivo, tutte le macchine: automobili, autocarri, trattori e motociclette. E ai proprietari di ogni macchina ha regalato un medaglietta benedetta. Uscendo dal campo sportivo tutte le macchine suonavano i clacson e i trattori fischiavano in segno di saluto e di allegria. Quest'anno mio fratello è andato col nostro trattore al raduno a Marghera ed è ritornato con due bandiere e col mal di testa. (A. S.)

(I testi e le pagine di quaderno son tratti dal Cd Rom “La vacca non ci ha mangiato i libri” di S. Cremasco)

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CAP. 2

LE FONTI ORALI

Metodologia di ricerca. Integrazione fra le fonti

Per “fonte orale” intendiamo generalmente il racconto di chi ha vissuto un determinato evento o ne è stato testimone.

La fonte orale è frutto di una costruzione storica intenzionale, non è un racconto casuale. Bisogna creare un clima favorevole, mettere la/le persona/e intervistata/e a proprio agio, in un ambiente a loro noto.

Si distingue quindi da testi orali, parlati, cantati o detti, raccolti “sul campo” nel corso di attività delle persone che il ricercatore incontra nel corso di esplorazioni. I testi della tradizione orale, reperiti da etnologi, antropologi, giornalisti, appartengono a generi anche molto diversi tra loro: basti pensare ai proverbi, ai canti di lavoro, d’emigrazione, di protesta, d’innamoramento, alle ninne nanne, ai riti funebri, ai riti ‘magici’, alle filastrocche, ai racconti popolari, tutte produzioni culturali, queste, diverse dalle narrazioni di memoria storica, che però possono risultare utili all’integrazione della narrazione appositamente richiesta.

In quest’ultimo genere si colloca la narrazione della “storia di vita” sviluppata dal soggetto secondo la logica biografica del racconto, con le sue scansioni, le sue periodizzazioni, i suoi richiami alla “storia nazionale”.

Per svolgere ricerca storica nelle classi di scuola elementare e media spesso si fa ricorso all’uso delle fonti orali perché esse risultano particolarmente coinvolgenti per i bambini e i ragazzi e sono fruibili in modo immediato e relativamente semplice, in quanto fanno riferimento a usi e avvenimenti di vita quotidiana. Nello stesso tempo i testimoni danno modo di raccogliere del materiale che può essere organizzato storicamente, dando la possibilità ai ‘ricercatori’/alunni di apprendere le operazioni richieste dal mestiere dello storico: trascrivere e riprodurre la fonte, organizzare le testimonianze, dare un ordine cronologico, individuare periodi successivi e contemporaneità, individuare cause ed effetti, confrontare più fonti tra loro, cogliere trasformazioni d’ambiente, di usanze e modi di vita, di mentalità…

I testi orali sono solitamente raccolti attraverso interviste strutturate o colloqui che lasciano libero il parlante di organizzare il suo discorso e il flusso dei suoi ricordi.

Tali materiali pongono, come nel caso di altre fonti ( materiali, iconiche, scritte, …), alcuni problemi di interpretazione, di indagine sulla veridicità o sulla verosimiglianza di quanto raccontato. L’utilizzazione delle fonti orali implica necessariamente un lavoro di interpretazione nello scambio sociale tra chi parla e chi ascolta ed una comparazione tra vari testi orali per chiarire progressivamente i modi di rappresentare, ordinare e spiegare il passato, e nello stesso tempo l’immagine di sé che il narratore vuole lasciare agli ascoltatori, le cose che intende trasmettere (ogni narratore ha una sua “pedagogia” e una

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visione del mondo, più o meno implicite o esplicite, che possono interferire nel ricordo e nella presentazione dei fatti). Occorre che chi raccoglie l’intervista metta in gioco competenze linguistiche e comunicative per produrre, comprendere, manipolare le testimonianze e garantire la loro trasferibilità nei successivi livelli di ricerca. In particolare occorre: - saper distinguere il racconto dell’evento, l’aneddoto che lo abbellisce e lo arricchisce,

ma anche lo può deformare, dal giudizio sullo stesso che è personale - compiere operazioni di traduzione dall’orale allo scritto che non è pura e semplice

trascrizione; bisogna che chi trascrive si metta d’accordo con chi compie la stessa operazione su altri intervistati per usare la stessa metodologia e gli stessi criteri

- si vengono così a scoprire le caratteristiche dell’oralità che ne fanno un documento irriproducibile con lo scritto soltanto: le pause, le interruzioni, le ripetizioni, i sospiri, gli intercalari, i silenzi, giocano funzioni importanti che non vanno ignorate: è diverso un racconto in prima o in terza persona, se la voce esita nel raccontare c’è un perché, spesso si ripetono delle formule con funzione di rinforzo di quanto viene ribadito, o di aiuto alla memoria, … (cfr. W. Ong, ‘Oralità e scrittura’).

La memoria orale, con la sua specifica flessibilità d’uso, implica, attraverso l’analisi della testimonianza, la comprensione del discorso “dell’altro”, richiede e sollecita un “decentramento del punto di vista” quanto più le realtà a confronto sono diverse tra loro e dal modo di vita abituale degli ascoltatori. Le fonti orali inoltre devono essere schedate e classificate indicando: - la situazione comunicativa in cui sono messi gli interlocutori (un “diario etnografico”) - il tipo di registratore e di cassetta (o videocassetta) - l’informatore (nome, data di nascita, residenza, lavoro, rapporti con gli intervistatori) - il/i ricercatore/i (nomi, gruppo, classe, scuola) - argomenti e temi ( temario aperto o intervista strutturata) - durata dell’intervista Elenco degli intervistati: Castellano Lina Cercato Severino Danese Marisa Ferraresso Laura Libralesso Giancarlo Libralesso Olivo Negrato Rosa Pastrello Ampelio …… Vincenzo …….. Giuseppina Zanchi Leda Zanchi Giuseppe

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Interviste ai nonni Intervistato: sig. Pastrello Ampelio, nato a Trebaseleghe (Pd) il 13-7-31, residente a Maerne (Ve) Luogo e data registrazione: Martellago, scuola elem. “C. Goldoni”, a. s. 2000-‘01

Tipo di cassetta: Sony hf-560 Intervistatore/i: insegnanti del gruppo di ricerca storica di Martellago Argomento: abbigliamento e alimentazione nel periodo 1945-‘55 LEGENDA: I = INTERVISTATORE N = INTERVISTATO A = ALTRI INTERVISTATORI ... = PAUSA ( ) = INTERCALARI, COMUNICAZIONI METALINGUISTICHE

ABBIGLIAMENTO

I: il suo nome e cognome? N: Pastrello Ampelio, nato a Trebaseleghe, provincia di Padova, il 13/7/31. I: in questo momento le facciamo delle domande sull’abbigliamento, naturalmente parleremo di quello del 1945-46 perché non ha importanza che lei abbia frequentato la scuola a S:Ambrogio, vero? N: sì, a S:Ambrogio. I: partiamo dal 1945-46, quando lei aveva già sei anni... N: sì. I: benissimo...Si ricorda com’era vestito? N: sì, eh… quel periodo... c’era i pantaloni che i se portava giù dal ginochio e penso che... c’era la fine... del periodo del ... I: della guerra? N: della guerra, sì, che abitualmente se se vestiva sempre con un traversone scuro, lungo, addirittura che passava anca i limiti dei pantaloni, eh...coleto bianco ancora pa i rapporti che si aveva dai ani prima, le mantenevano sempre questa abitudine, eh...e addirittura succedeva che in casa nostra c’era ancora dei fratelli più anziani che a sua volta le possibilità erano quelle che erano e addirittura si adoperava del vestiario dei fratelli maggiori... perché non c’era la possibilitò di acquistare vestiari sempre sempre no...come si dice... a portata de man...nuovi diciamo e... eravamo costreti a far questo ecco e ...più che la nostra scuola si trovava a 3 Km di distanza dalle nostre case, con strade impraticabili che addirittura co si arrivava a scuola si sporcava traversone, si sporcava la cartella che si appoggiava inavvertitamente sulle parti della strada per fermarsi, far

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qualcosa, anche butar sassi, butar, perché non c’era le strade asfaltate, addirittura posso ricordare un fato che si tirava dei sassi sulle lampadine, quelle che c’erano, e lo stradino che si era acorto che noi pensavamo che fosse un polizioto ne ha fato paura che dice adesso vi porto tuti in caserma per dire chi é stato a butare questi sassi, allora... ci siamo messi a piangere...e ...ci ha perdonato, uno dei particolari che si ci ricorda, perché sono cose che ci si ricorda per una vita. I: e..., quindi usava il grembiule quando andava a scuola. N: sì. I: questo traversone molto lungo sotto le ginocchia fermato con un colletto bianco. N:sì, con un coleto bianco, sì. I: i maschi avevano il fiocco? N: no. I: il grembiule di che colore era? N: eh...scuro. I: scuro, nero nero. N: nero. I: e sotto il grembiule di solito cosa portavate? N: questi pantaloni e una camicia, una camicetta così...(sbuffa) qualche volta il maglione ma no se ricordaimo poco camice ‘ndava via tacate, cucite dai nostri genitori, daa mama, dale zie, eh...uso traversone se lo meteva al matino dopo dava che sostituiva che altro fratelo perché non c’era niente da poterse disponibile, de avere disponibilità di avere soldi, di far qualcosa... si ‘ndava a scuola così si faceva 3 Km di andata e 3 di ritorno...si arrivava a casa co si arivava stanchi mangiare eh... quello che c’era. I: ... queste camicie che indossavate erano uguali d’estate e d’inverno oppure usavate camicie particolari, di flanella d’inverno, visto che il maglione era un po’, diciamo, un lusso? N: no, per conto...per conto che mi ricorda erano sempre quele...erano sempre lo stesso colore fino a che si andava a finire le elementari. I: si ricorda che tipo di fibra, di stoffa? N: no, era...oh Dio, era un tipo di stofa, eh pareva di sacco ( ……) piena di gropi... di come si può definire eh...di cotone. I: grezzo? N: un cotone grezo sì... A: anche fustagno? N: anca fustagno. A: anche lino? N: sì, eco quello l’estate più che altro, perché questo serviva anche come capotino all’inverno...come un soprabito perché.... si si meteva par sopra proprio una specie di tabarro diciamo un folpato così e via... I: a scuola ci sarà stata qualche volta non so una cerimonia importante, l’arrivo di qualcuno, quindi, per delle occasioni importanti, a scuola oppure al di fuori della scuola c’era un abbigliamento particolare, avevate un vestito particolare per una cerimonia? N: no, no. Per conto che mi ricorda...non...erano sempre... quel giorno si ‘ndava più lavati, più puliti, però non si poteva cambiare, diciamo. I: il vestito della festa? N: sì, sì, rimaneva quello, quella era la tenuta che abitualmente si faceva sempre. I: passiamo alla calzatura, che tipo di scarpe indossavate? N: beh...eh...una specie di scarponi e se vi dirò di più, questi scarponi avevano...di legno sotto... eee sicome che fando questa strada diverso tempo si consumavano spesso allora... con dei chiodi...che si vansava quelli che si ferava i cavali avevano dei chiodi

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molto lunghi quadrati allora metà ’ndava piantato questo zocolo e poi si girava che serviva come suola che quella non si consumava, si passava l’inverno sensa... perché addirittura...adesso sa i bambini che vanno a scuola zaino... roba trascinano queste... per 3 chilometri, strade da asfaltare... mucche... come che fosse da correre par i campi eh... quando che xe passà matina sera o pomerigio ( ) che xe... si consuma... questi impedivano de essere consumati in 2 settimane o 3 si consumava un paro di zocoli, ha capito... avevano la cinghia che superava la caviglia e aperti e davanti sono chiusi, ha capito. I: questo é un tipo di calzatura che usava sempre, anche la festa... N: sì, sempre questi rimanevano là, ... questi erano addirittura anche di festa, perché c’erano quelli più nuovi e quelli più andati che si adoperava normalmente sempre e c’erano quelli che magari alla domenica o che si andava per fare qualche manifestazione... così tra scuola... o ... I: intendiamo proprio questo, che c’era sempre la stessa calzatura nuova, si teneva apposta. N: sì, sì sempre pulita,come che poteva essere questo traversone che par ‘na calzone di festa era pulito... messo abbastanza bene diciamo. I: non cambiava la formula. N: non cambiava la formula. I: però penso che a seconda delle stagioni l’abbigliamento cambiasse. N: sì, d’estate era senz’altro molto più leggero. I: mi descrive un pochino l’abbigliamento estivo? N: sì, quello lì...una specie di nylon... tra nylon e quea seta là... abbastanza legero eco... I: stiamo parlando di abbigliamento di quando andava a scuola. N: sì, sempre di traversone I: di grembiule. N: sì, sì i pantaloni erano sempre queli... i pantaloni erano queli che dopo il ginochio a metà gamba diciamo e il traversone arivava a livello. I: nella sua famiglia ogni quanto tempo avveniva il cambio degli indumenti? N: beh...alla settimana. I: ogni settimana... N: ogni settimana... venivano lavati... I: c’era un rituale particolare N: ... in fontana e messi fuori al sole oppure dove che si poteva con la stufa diciamo la cucina che avevano la cucina a legna veniva appesa tutto a torno le noti e... al matino ‘na stiratina e via... I: sempre quelli. N: sempre quelli. I: e quando questi indumenti venivano lavati avevate il ricambio? N: sì. I: dello stesso tipo? N: dello stesso tipo. I: e in famiglia gli abiti venivano trasmessi ha detto... N: sì, gli abiti venivano trasmessi... quei più anziani venivano passati da quei più giovani. I: fratelli più giovani? N: sì, perché le scuole magari uno fa a prima, l’altro fa a seconda, l’altro fa a terza... passavano giù cambiavano magari andavano bene queli che ‘ndavano in quarta ha capito... e poi gli altri si toevano su la merce che avevano scartato che avevano meso in parte... bisognava rangiarsi con quela. I: c’era qualche occasione che si ricorda, una festa, un mercato...

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N: sì, c’era la fiera di Trebaseleghe, una cosa che a xe a l’otto de setembre mi pare era una cosa che proprio su quela zona del paese nostro era proprio l’unica che si aspetava da un ano all’altro proprio perché c’era la fiera dei mussi, c’era la fiera dei giocatoli e poi dele giostre l’unica che era abastanza importante su quella dopo più avanti aceno a un fato de questa importanza de sta fiera che addirittura non ci si facevano lavorare i campi e proprio e... non so voi... adesso... sono... é uno strumento quello che fano anche le scope... I: come la saggina? N: sì, quella una volta era il più guadagnoso per i contadini e venivano ( ……. .. ) veniva piantato sempre quelo...però all’6 settembre questo era fatto...maturo diciamo c’era da tagliarla se la portava a casa se lo meteva tutto a mucchi e si pelava le foglie e dopo così le scope si doveva levar via il grano e le scope serviva una volta secate di fare questo genere...e allora un fato anca un fià di cronaca...questa fiera..cosa sucede che avevo 8-10 anni che andavo anca a scuola ma ogni uno dei frateli coi genitori si doveva fare a la sera tuto il suo muchieto di questo sorco una volta finito si andava a dormire sa...allora...sicome che a me me tocava meterlo dove si deve che non c’era la luce... non c’era la luce...c’era i ciari de petrolio de carburo de quee robe eh...e...me o ga messo un fià nascosto...io cosa ho fato quella sera invece de meterme là a gratare questo grano ho visto...sono entrato pa el balcone mi son cambiato un pochetino e sono ‘ndato a fiera a Trebaseleghe...una volta tornato verso le dieci e mezza undici tutti avevano fato il suo lavoro e il genitore disse: -Ma tu dove sei stato?- -Sono andato alla fiera- -Beh, prima di andare a dormire tu sai che ti devi a fare tuto il tuo lavoro a costo di finire al matino- beh, son stato costreto a finire il mio lavoro, par queo a fiera de Trebaseleghe la ricorderò sempre. A: si compravano abiti, il tabarro... N: esatto, tabarro, capello, zoccoli...alla fiera. A: mentre gli altri abiti erano cuciti a casa? N: sì, prendevano solo le stoffe...non c’era...questo viene diciamo...addirittura prima di venire a Martellago che sono venuto nel ’49 qua si trata del ‘44-45 era appena finita la guerra e...avrò avuto 11-12 ani perché come ripeto ho fato un ano in prima, uno in seconda, due ani in terza, due ani in quarta, due ani in quinta allora...trovavo la facenda di quel vigile che dice – Ma tu potresti andare a militare invece di fare questi lavori- ha capito? Dovevo andare a militare parché ero xa abastanza grande eh...4-6-7 ani...avevo già 13 ani, 13 ani ero già uno e 55 uno e 60... A: perché era già arrivato alla quinta? N: sì. E dopo la quinta...me ricordo anca frasi che la maestra dice: - Guarda Pastrello Ampelio ti promuovo perché prossimo vai a militare, altrimenti dovresti fare, continuare, il terzo ano -, non gran che io ce l’ha qua e... e perchè non ho portato la pagella magari... così...parché le scuole non... non era sentita... la scuola era che tu dovevi andare a scuola ma a casa trovavi lavoro trovavi questo trovavi l’altro... non ti puoi metterti... ogni 10 persone trovavi una che aveva l’ambizione di continuare, di essere promosso tuti i ani, di essere diciamo quella caposcuola quella ordinata che le maestre apogiano dice: - Tu da oggi dirigi la scuola - ... no...così... I: continuiamo un pochino sugli abiti. Ritorniamo un attimo sulle cerimonie religiose. Lei prima ha detto che era sempre quello il vestito, sia a scuola che fuori, però sicuramente lei avrà partecipato a dei matrimoni, a dei battesimi, non so la sua stessa prima comunione. N: sì, beh... I: avrà fatto la cresima? N: sì la c’era l’abitudine de... I: Partiamo dal battesimo. Per esempio, come si ricorda lei i bambini nel ’46 come venivano battezzati e vestiti...

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N: beh, mi ghe digo che i bambini di quel periodo là fino a 2 o 3 ani erano in fasce...perché c’era una mania di dire che vengono su co le gambe storte qua e là ... e allora metevano le fasce... ti trovavi questa mumia che anche...andare a batezzare c’era solo la testa fuori co sta cosa che... I: é sicuro a dire fino a due-tre anni? N: sì, sì, sì, fino 2 o 3 ani posso rispondere che qualsiasi famiglia avevano le fasce larghe così dala testa ai piedi perché avevano paura che diventasse... A: si usa ancora in Russia. N: beh, io sono il fratello di 10 fratelli, pertanto so el quarto... e ne ho avuto altri 5, 6 didietro di me e li ho visti come e ne ho visto anche uno nascere su un campo, sul famoso campo de sorgo che le avevo deto. I: quello che abbiamo scritto sul libro? N: sì, il nono figlio si é sentita male che tagliava il sorgo e sicome che el sorgo...beh abbiamo fato un piano per tera e come se é butada giù a cominsiava subito a fare el coso...era il periodo estivo... e ora va a Trebaseleghe...che comunicasion c’era parti col cavalo e va a Trebaseleghe prendere la levatrice che c’era sul comune, solo che Sant’Ambrogio fa parte de Trebaseleghe. A: aveva un ruolo importante la levatrice? N: a levatrice... é venuta là; no aveva fato niente solo che aiutare asciugare el bambino e va...porta casa va... ma...nassere el bambino desso par sié mesi controlo drito roverso storto via e ...così sa é andata a lavorare parchè ha deto mancarà ancora 15 giorni 20 invece ha fato un sforso su calarsi così tor su dele cose su per terra, ha fato un sforso diverso e... I: lei quanti anni aveva? N: io avevo 6-7 ani. I: lei mi ha detto che é andato col biroccio? N: sì. I: chi ha guidato il biroccio? N: no, é...mio zio. I: ah, lo zio. N: sì, sì, perché avevano el cavalo... ciò mi so del 31 questo qua xe del 40...l’ultimo o el penultimo 43-44 e uno 45 el decimo 45 parché...4-5 figli xe nati uno all’ano poi mia mama s’é malata el dotore le ha deto se a ga ancora fioi ea more...e invece ne ha avuti altri 4, passato quatro, cinque ani e poi ne ha avuto altri 4 insoma io non so. A: e non é morta di parto! N: no, no, é morta pochi anni fa... I: si ricorda allora il vestitino del battesimo? N: sì, e allora, come dicevo, el vestito da battesimo queste fasce con un lensuolo, un piccolo lensuolo avvolto sopra ma le fasce esistevano sempre fino 2 ani e mezo, 3...guardi non é che si caminava a un ano eh come adesso che caminano a un ano o 2 si caminava quando che o si aveva non posso dire una battuta che un fratello o na sorella ha caminà che avea 3 ani e mezo e parché, parché el maiale ghe coreva dietro e questa qua ha comincià così prima co le mani con 4 zampe poi visto che é venuta...si teneva con due piedi é scappata ma dico fatti questi qua che son da ricordare...son fati che indeso dopo un ano i camina, xe a posto...ma io vi dico queste cose su casa nostra che non c’era niente...dieci fioi... dieci fratelli... 15- 20 persone in famiglia perché c’erano 2 zii più naltri 2 zii che avevano naltri 4-5 figli... e pa fortuna un zio non avea fioi...ma uno ne aveva 7 noi eravamo in 10 pensa... 17 più 2 zii fa 19, el nono parché é mancata la nona bastanza presto el nono che dirigeva fino che... sempre tutto per parte del nono passava non si faceva...niente che il nono no decidesse...qualsiasi cosa...tu ‘na volta che ti si d’accordo col nono potevi ottener tutto...se no guai...po l’ho deto ancora che quando che si faceva

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qualche mancansa non é come adesso che si pagano perché mangiano là si stava senza mangiare parché si aveva fato guai col fratelo...si aveva questionato roto qualche cosa d’importante...alora si andava a leto senza cena alora magari una zia che non aveva fioi che ci voleva bene di nascosto ci dava da mangiare queste son cose che...le più elementari però questo era il caso...adesso se non gli compri tre giocattoli questo quello computer non mangiano...tutta una cosa che.....dico questo parché me so trovà in mezo. I: Nonno Ampelio si ricorda qualche festa scolastica particolare? N: No, feste scolastiche...no...no...non é che si faceva tanto...guardi ecco...non mi viene in mente niente perché... (sbuffa) cosa succede che per andare a scuola co si aveva fatto gli orari si scuola era chiuso...e si andava solo messa e anche vespero...c’é alcuni periodi c’era messa al mattino e pomeriggio...non si faceva altro niente...non era che durante la settimana parti...sempre 3 Km c’erano di strada sempre 3 Km... e non c’era disponibilità...a volte si andava anche col fero de la bicicletta che si caricava el papà sa...così...che ti portava perché uno non ce la faceva dice...vado a scuola, torno, a 1 boto e mezo -due se rivava a casa e dopo magari...dove vai...ti mandava par i campi...dietro le bestie che aravano il terreno...e così...dieci ani...se riuscivi a tenere la corda in mano la corda de le mucche, giravi i campi con le bestie, col cavalo. I: Torniamo di nuovo sugli indumenti. N: Sì I: Si ricorda più o meno se erano particolari gli indumenti intimi che tipo, che forma, che stoffa? N: Beh, là eh...adesso la stofa...eh eh se parla eh... I: Non so, avevate la maglia di lana, mutande? N: Desso ghe spiego mi, sì mutandoni de fustagno che xe na specie de lana e coso lunghe...lunghe...solo un botone voi mi capite cos’é...solo un botone alto e basta...tipo braghetta...ma tute aperte davanti con un botone unico...na specie de (incomprensibile...) va na s-cianta più curti dei pantaloni diciamo ma andava quasi a xenocio.

ALIMENTAZIONE I: Partiamo con l’alimentazione. In che cosa consisteva la merenda del mattino e quella della sera, se c’era la merenda, dove la consumava, a scuola, o a casa o...nei campi come diceva prima lei. Mi parli della merenda. N: Sì, beh merenda era sempre la stessa cosa. Cosa significa che si adoperava solo polenta...pane no esisteva...polenta e late matina prima di andare a scuola a mezogiorno polenta e formagio...solo la domenica si mangiava galina delle proprie, si mangiava un pezetino di carne o ...salame se lo faceva coi nostri maiali...eh altrimenti...la sera lo stesso na fetina de salame...e polenta...museto...diviso in quatro...na fetina de museto diviso in 4...non faceva colesterolo per nessun motivo...perché non se faceva colesterolo se diviso in 4 tante volte anche mezo uovo sì anche mezo vovo...questi su per giù pranzi...alimentazione nostra...se basava su quei prodoti là. I: Dividiamo un po’ i momenti: non so, mezza mattinata, pomeriggio... N: No, meza mattina se ti va a scuola c’era questo I: A scuola cosa si portava a scuola da mangiare, se si portava? N: No si portava...na mela frutto di casa nostra se ...se si portava...altrimenti bea scuea de late e polenta... e va a scuola, si tornava a mezogiorno poi tante volte anche tanti fagioli, tanto pasta e fagioli si faceva tute le cose che si faceva in casa, queo che fa el contadin che ha fagioli, ci ha il salame, ci ha poenta, farina... A: La pasta? N: No la pasta, se la faceva a casa ma non spesso...solo le feste solo i giorni.... A: La pasta e fagioli quindi la facevate la domenica.

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N: No, sempre. A: E’ una pasta fatta in casa? N: Sì, fatta in casa sì... sempre su quea pasta facevano.... A: Radicchio o fagioli? N: Sì, radicchio, fagioli...la pasta la faceva una volta alla settimana si può dire in quanto la meteva a siugare e dopo si prendeva e la si faceva bastare tuta la setimana. I: A scuola non mangiavate proprio! N: No. I: Non c’era la refezione scolastica? N: No. I: Non so, oppure la scodella del latte al mattino? N: Solo a casa. Non c’era biscoti non c’era...sì oh dio qualche biscotto c’era forse ma noi no eravamo tra quei. I: C’era qualche suo compagno che il cibo se lo portava a scuola o qualche merendina? N: (non risponde, pensa) I: Non si ricorda? N: No, non me ricordo questo. Non me ricordo. I: In famiglia il cibo chi lo procurava, come ve lo procuravate? N: Sì, procuravano i genitori la mama le zie che lavoravano in casa e anche sui campi e ...l’insalata era di produzion nostra el radichio..tutto quelo che c’era...ma si mangiava cose nostre...la carne una volta la domenica eh...che andava messa insieme la galina pollo queo che può esser sta’ e basta...una volta la domenica o le feste eh... A: Il pesce al venerdì secondo la tradizione? N: Sì, tradizione di pesce e allora el zio andava al mercato che si faceva il mercato a Noale ecco...dove l’unico mercato dea zona era Noale desso xe diventato Scorzé...tuti i paesi fanno il mercato .....ma là c’era quello di Noale A: di Venerdì si mangiava il pesce? N: sì, al Venerdì. Era sacro il Venerdì. Nessuno in casa nostra mangiava di grasso diciamo gli altri cibi di fuori... sempre rispetto... e lo zio che andava al mercato di Giovedì faceva la spesa di formaggi di altre cose per tutta la settimana... A: carne, altri tipi di carne: pollo, gallina... N: e maiale, maiali perché avevamo...facevamo el museto sì...dopo uno comunque noi eravamo ancora, come che le ripeto, di quelle famiglie riche che...non si poteva avere soldi...nesun motivo I: si ricorda qualche negozio di generi alimentari? N: sì sì eh... I: cosa c’era dentro? N: noi i negozi alimentari noi...assa che me venga in mente cossa eh...el casoin... ma prima del casoin c’era un altro nome (pensa)...c’era un altro nome che li chiamavano al posto del negozio dei generi alimentari... I: una drogheria, qualcosa del genere? N: n’altra cosa che... A: coloniali? N: eh, non ricordo proprio, voeva farme presente, può darsi che i go su la carta qua... I: dopo proviamo a controllare! N: eh, non si andava coi soldi ma portavamo 4 uova in cambio ci dava le sigarete, ci dava altre cose...con le uova...perché soldi non ce n’erano I: quindi in questo negozio trovava anche le sigarette? N: sì e sigarette pa i zii pal papà... Alfa...me ricordo Alfa e Nazionali...c’era il tipo di sigarette..eh ma coi soldi no se ‘ndava, se ‘ndava con del materiale ecco...lo stesso al

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mugnaio se portava farina, grano e si dava tanto grano...lo stesso pel frumento se si faceva il frumento...o portavano il frumento, la farina al fornaio che ci faceva quel pane...co si faceva il pane ci davano... sempre cambio merce... A: c’erano tanti tipi di pane? N: no, no...sì prodotto unico. A quei tempi là....ora che ricordo di qua ha cambiato tutto l’aspetto tutto puro del 49 perché una volta venuto qua nel ’49 ga cambià tutto siamo passati in città diciamo...perché da Martellago a S. Ambrogio non c’era niente... S. Ambrogio fino al ’49, nel ‘47-48 non c’era niente...è passato la guerra avevamo la strada principale che... da Padova da Badoere andava a Padova andava.. i Tedeschi che scappavano hanno fatto man bassa di tutta quella strada là... tutto sulle case han portato via tutto...non ci hanno portato via il cavallo, i maiali quei periodi di guerra siamo stati al netto di tutto eh...par forsa ci si mangiava anche le unghie diciamo...perché veramente...e c’era proprio queli capi fascisti che erano del paese che loro sapevano le famiglie più... onerose... che avevano qualcosa in più... che avevano la possibilità di avere tutto... venivano là e ci sequestravano tutto... ci tagliavano i sacchi del...del, eh... noi mettevamo via dei sacchi della spagna... le foglie secche della spagna le mettevamo via per i conigli...si accatastava per un periodo che non c’era questa spagna... questa possibilità di avere questo mangiare per i conigli e loro ce lo tagliavano per vedere se nascondevamo roba dentro su questi sacchi... era uno del nostro paese che se lo ricorda...che ce lo ricordiamo qualcheduno no... non so... e addirittura era quello che famoso che voleva che andassi al militare perché avevo la grandessa di uno che che aveva vent’anni... e con carta, documenti robe se no io potevo avere 13 anni, 14 anni ed essere in Germania perché dopo ti butano di qua e di là...l’età non contava... proprio per questi otivi qua che loro si facevano avere la possibilità di essere dei potenti e di umiliare, di saccheggiare di fare strage su queste famiglie... I: non c’erano allora delle giornate particolari, con un menù particolare? N: no… sì beh... le feste erano rispettate... Pasqua A: anche nei matrimoni... N: sì, anche i matrimoni. Io ricordo i matrimoni ecco si facevano tra famiglie, ci si organizzava... A: era esterno o in casa? N: no, no, in casa eh... siccome che ci sono queste case enormi di contadini che si aveva con...porticati grandissimi... e allora si alestiva un telone, si addobbava e là così cucine...si preparava tutto il mangiare anticipatamente... e si andava el... come se dise...a fare questo cenone... cena pranzo... io dopo quando mi sono sposato io era già cambiato el coso... peché mi son sposato nel...20...40... 56-57...ecco ma anche mi ho portato la merce a Zero Branco: vino, poli, el pane... so ‘ndato solo in affitto del locale... già... mi ha capito...mentre i figli nostri tutta ‘naltra roba... se non c’era un ristorante... la Fiorella che ho mangiato malissimo che non ho neanche mangiato dal nervoso pa dirti no...bisognava andare in questo ristorante che era el più belo... quello che avevo trovato io che si mangiava bene non gli andava bene perché aveva fatto già le nosse del figlio e vuto che vada anca mi sueo steso posto... bisogna cambiare... comunque non importa... I: torniamo al '46 N: '46 sì... avevo già 16-17 anni I: si ricorda proprio la posizione dele persone a tavola, non so il papà, la mamma, la nonna, la zia, propro come sistemazione, proprio del pranzo... N: e allora c'era il capofamiglia (tossisce) sempre a capo tavola co i figli più anziani vicino poi le mogli... e cominciando i bambini sempre in graduatoria fino che il più piccolo stava nell'altro lato dellla tavola del nonno... era proprio una tradizione che il più piccolo e il più vecchio domiavano la tavola da pranzo

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I: e la mamma e la nonna dov'erano? N: sui lati. Sempre si lati. I: mangiavano assieme? N: sì mangiavano tutti assieme. Là non se mangiava intanto se non c'era il nonno..se non c'erano tutti non se mangiava... non era come adesso che il primo arriva e il primo alloggia proprio abitudine così... perché erano cose che... quando .. come le due il nonno fino a 76 anni... ha comandato tutto anche mio papà e i miei zii che avevano 50 anni... non faceva niente... se i miei zii sta bene, sta bene. Erano ancora... con la tendenza di una volta... che non si spendeva soldi .. non si ... lui.. (tossisce) ... io conto un fatto che è quasi vergognoso di mio nonno... è morto per asiatica, sai l'asiatica - chi se ricorda dell'asiatica? TUTTI: sì... N: 76... ecco... per non curarsi, lui ha detto... quando è andato el dotore gli ha deto bisogna far questa cura...lei vada dietro sa strada che io voglio morir tranquilo se Dio mi vuole.. bon... xe 'ndà vanti croeà proprio... 'ndato giù come la neve al sole e va.... ma non ha voluto neanche curarsi...noi ci ricordiamo di questa asiatica perchè lui ha fatto questa rappresentanza... che par no curarse xe vero... che c'era le cure... tanta gente è morta, anziani che a se a ga presa proprio forte e son morti diverse gente, ma siccome el dottore che è venuto guarda signor Romano Pastrello Romano non è che sia grave non facciamo così punture altre robe...insomma io non voglio far niente ha detto... proprio di parola con cervello apposta. I: non ha voluto N: non ha voluto far niente. I: torniamo ai cibi? N: sì I: si ricorda qualche dolce particolare? N: dolce sempre fatto a casa. Fatto in casa. El... facevano un miscuglio di farine e uova...uetta...uetta secca che avevano anche le piante di questa uvetta che si metteva seccare dico... uova c'erano le farine sia di quelle de fior che xera di frumento quea di grano che.... e si faceva questi miscugli.... saltava fuori su una pignata al forno.... forno sopra questa cucina che avevamo immensa c'era addirittura le cucine con la catena dove si faceva la polenta sa... I: col paiolo? N: sì A: usavano il lievito? N: il lievito sì. Si usava anca el conaio sa cosa el xe el conaio quee robe eà usava quee robe eà I: ce lo spieghi che cosa è questo conaio N: el conaio el xe una roba che sarebbe una purga parché noi ci facevano anche i scherzi. A: anche olio di ricino però! N: anche olio di ricino. Ma l'olio di ricino lo butavano per scherzo? A: e veniva da dove il conaio, da una pianta? N: no jera el coso... se lo procurava. A: dal latte? N: dal latte. Scremato. Dove che i cavava la puina voialtri no savì. A: la ricotta N: sì ecco la ricotta ecco vede. C'è ancora un altro che levano via ancora n’affar ... el diventa conaglio... queo saria A: il caglio. Si chiamava conaglio, ma è il caglio. N: che nome xe? A: caglio N: e allora si facevano di questi scherzi

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A: con il caglio facevano anche il lievito? N: e facevano anche il lievito- dolce I: è interessante questa cosa, non l'ho mai saputo. N: sì ma va, .... na roba. Perché non mi viene in mente il nome di quelle che chiamavano le ... le... il negozio di generi alimentari I: ah, sta ancora ricordando? N: perché ghe jera el casoin sa... I: le mercerie? N: no le mercerie è un altro, era quello che vendeva stoffe A: ma el casoin è dopo però N: sì dopo... appunto che el xe doo quello che dico io I: el gavarol? N: no, anca el gavarol xe dopo... A: che avevano i cassetti per tutte le cose, lo zucchero.... N: come el spezier che jera a farmacia l spezier el jera el farmacista... ma se mi me ricordo e negosio di generi alimentari come si chiamava... perchè era un abitué dire ciapa do ovi va tore sta roba.... I: l'ha scritto (nel libretto)... N: non so se ce l'ho qua... ma ve lo faccio avere... è una voce così che.... no me vien in mente. I: senta nonno Ampelio c'era una specie di solidarietà tra famiglie per esempio di scambiarsi il cibo, le bevande. N: sì, e anche negli aiuti sul lavoro e anche nei aiuti ma veramente si rispettavano i confinanti in tutti i sensi... non c'erano cattiverie non c'era niente... quello che aveva bisogno si adoperava gli altri per aiutarlo e viceversa.... perché diciamo anche al periodo del frumento che se batteva la ... co se faseva i raccolti se andava tutti da una parte, li altri venivano tutti da questa parte.....sì lo stesso.... ci si aiutava.... non si può dir niente che c'era eh... delle faccende come oggi che va fatto, troppi interessi, troppe cattiverie, troppe cose, che ormai ci si è montati la testa. A: ci si aiutava solo nei campi o in caso anche di famiglie ammalate N: anche malate sì. C'era un assiduo... d'accordo sì... subito si correva... si dava da fare... quello che ha bisogno tutto.... iutava anche dire facciamo così facciamo perché non c'era tanto da andare dottori ospedali... c'era solo pignate che bojva co dei vari brodacci e prova questo prova quelo e prova I: ecco questo è interessante. Si usavano delle sostanze particolari N: si usava cammomilla intanto... si usava la gramigna le radici di gramigna... si usava far bojer dopo cosa c'era? I: la menta, che ne so.... N: sì, poi c'ra altre piante. C'era piante di bambù, la scorza di bambù... che andava fatto cuocere e c'era par me... cose di bambù anche e poi cosa c'era... A: gemogli di bambù? N: sì germogli. Poi cosa c'era... facevano anche con le foglie... quel fiore di ... cosa ghe dito a gagia o ..... fè anca desso quela lì. A: l'acacia bianca, si fanno anche le frittelle! N: sì, vede... quelle là è andato si è trascinato proprio quella forma là che.... a gasia sì... A: Ma si chiama gasia. Proprio fiori di gasia. N: fiori de gasia I: e le spezie? Profumi, aromi che si mettevano nei cibi? N: nei cibi. I: brocchi di garofano? N: sì, brocchi di garofano senz'altro...poi... fenocio... i fenoci.... anca per a pinza.

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I: la pinza la facevate? N: sì la pinza oh oh... la facevamo co sti fenoci... I: si ricorda il nome di questo dolce che lei ha detto prima che era un miscuglio di farine fatto con questo conaglio? N: no era.. un dolce... I: aveva un nome particolare? N: nooooo... I: una ciambella N: no i ciamaimo dolci proprio dolci... perché dolce venia chiamà sia la pinza, no la pinza... la torta e altre cose...col dolce veniva chiamato tutto si faceva tutto un nome di queste cose, un unico dolce facciamo il dolce era magari non so qualcos'altro ma era il dolce. I: quando si faceva, solo in particolari occasioni? N: sì solo che e festività grande.... festeggiare qualcosa perchè non iera nianche conosuo quando se compie i ani. I: non facevate la festa di compleanno? N: no, non c'era compleanni, non c'era... fino che me ricordo io non c'era.... dopo... non c'era... perché si no sarebbe stato tutto uno...18-19 persone su una casa che sì... non c’era consuetudine. I: torniamo di nuovo all’igiene del corpo, c’erano i servizi igienici, dove si approvvigionava l’acqua? N: questo sempre alla fontana. Tutto so a fontana dea casa....fuori di casa...si portava la fontana addirittura. A: e l’acqua com’era? N: gelata. Aré tose ve digo mi la salute dele done... desso dico perchè non è ... ma mia mama santa donna ea a la sera si (?) nell’acqua fresca prima di andare a letto e...perchè lori...non so se se iori portava tanto mutande roba...cottoe lunghe...ma la sera prima di andare a letto ea a ‘ndava fino qua... sotto su la fontana perchè... su questa fontana che butava acqua in pieno... c’era diverse categorie la più qua faceva il pieno... poi andava su un’altra più pi piccola ‘ndava su un’altra quella che si lavava le stoviglie... quella che lavava a roba che andava verso il fosso che e c’era già un poco di pavimento, di cemento e là... andavano anche a destirare la roba per lavarla e la resentavano sull’ultima, non sulla prima quella prima serviva per l’acqua che sì quella fresca. I: quindi le avevate come tante file? N: sì, sì. E di cui...te dico... la mamma andava prima de tutte le sere prima de andare a letto là... tutte le robe che poe succedere a le done. I: era una forma di cura che faceva? N: faceva una forma di cura. A: terme? N: gavìo capìo donne, eppure ah... I: o i servizi igienici? N: sì, lo facevano... lo facevano (?) e o gavevimo affiancà fuori... c’era el letamaio che ci aveva le bestie e in fianco avemo buttà su un muretto quadrato co 2-3 posti e si andava là basta...co le gonne che ... si lavava sempre co la fontana che si aveva i suoi rubinetti che ‘ndava sui campi sia par embevarar l’orto sia pa lavar ste cose... ha capito.. sempre con l’acqua...non era a portata di mano l’acqua si ‘ndava solo su la fontana quea faceva di tutto...

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Laboratorio: interviste realizzate dagli alunni Intervista a Giuseppe Zanchi realizzata dagli alunni della classe IV A di Maerne, a.s. 2002-2003. D. Dove sei nato? R. Sono nato a Mirano in ospedale. Una volta i bambini nascevano in casa, io sono nato in ospedale. D. Dove hai frequentato la scuola elementare? In quali anni? R. Io ho frequentato la scuola elementare a Maerne, si trovava dove adesso c’è il centro civico. Sono andato all’età di sei anni perché sono nato nel mese di dicembre dell’anno 1952. D. Quali ricordi hai della scuola? R. I ricordi che ho è che si cominciava il primo ottobre e poi si rimaneva subito a casa perché il quattro ottobre c’era la festa di S. Francesco e S. Chiara. Dopo tre giorni che la scuola era cominciata, si stava subito a casa. D. Com’eri vestito? R. tutti i bambini e le bambine che frequentavano la scuola elementare avevano la divisa. Essa era costituita da una casacca : “el traverson”. I maschi avevano un fiocco celeste, mentre le femmine avevano un fiocco rosa. In genere, la casacca era nera. Oppure c’era il grembiule che era addirittura più lungo. D. Che abiti indossavi sotto? R. In inverno usavo la maglia di lana, i pantaloni, che non sempre erano lunghi, arrivavano al ginocchio o poco più giù. D’estate non si usavano i calzini e, al posto delle scarpe, c’erano dei sandali che in dialetto si chiamavano “galoche” o “carioche”. Carioca deriva da un nome brasiliano e sono dei sandali con la suola di legno. I bambini più ricchi avevano le scarpe. D. c’era un abbigliamento da cerimonia e che tipo di scarpe calzavi? R. Quando si andava in chiesa quasi tutti avevano le scarpe. L’abbigliamento da cerimonia era l’abito da festa. Durante la settimana si portavano abiti sempre puliti, ma rammendati con qualche segno delle nostre attività. Quando correvamo i vestiti si rovinavano e si facevano dei buchi, così ci cambiavano. D. L’abbigliamento cambiava secondo la stagione? R. Sì, a seconda della stagione cambiava l’abbigliamento. Noi si andava a scuola fino alla fine di giugno e a scuola faceva davvero caldo. La canottiera era un indumento intimo, ma non si portava da sola. D. Ogni quanto avveniva il cambio degli indumenti? R. Ogni settimana si mettevano alcuni indumenti e si toglievano altri. Il bagnetto si faceva nel mastello. Le mamme facevano il bucato a mano. Non ci lavavano tutti i giorni, ma eravamo puliti lo stesso. D. come venivano usati gli abiti in famiglia? R. l’abito non serviva solamente per la persona che lo usava. Veniva custodito gelosamente e passato poi al fratello o alla sorella. Le famiglie erano molto numerose. Una volta non c’erano soldi per comperare le cose di oggi. L’abito veniva fatto dalle mamme mentre noi dormivamo. D. Come venivano procurati gli abiti? R. c’erano negozi, ma pochi. Si andava dal sarto. Solo gli adulti andavano però dal sarto. Si comperava la stoffa da qualche parte. Le mamme dai pezzi di stoffa avanzata, ricavavano dei fazzolettini. All’incrocio di via Manzoni, qui a Maerne, c’era il negozio di abbigliamento di Trevisan. Una volta c’era la signora Maria che vendeva mercerie. Una volta bisognava costruire tutto a mano.

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D. Ci descrivi gli indumenti da cerimonia religiosa come il battesimo, il matrimonio o le feste scolastiche? R. gli indumenti che indossavano le persone erano i più bei vestiti che c’erano in casa. Per una cerimonia particolare, come ad esempio la comunione, non c’erano come adesso le tunichette; i maschi erano vestiti con dei pantaloni, in genere blu ed una giacchina corta con camicia bianca e farfallina nera. Le bambine invece, erano vestite come delle piccole spose tutte di bianco con la gonna e indossavano un velo. Anche le signore che venivano in chiesa avevano un velo nero tutto traforato. D. Ci descrivi gli indumenti intimi? R. Anche gli indumenti intimi erano quasi tutti fatti a mano. Le mutandine erano a forma di boxer, un pantaloncino in piccolo. Le magliette erano comperate. D’inverno c’erano delle maglie felpate e gli uomini indossavano i mutandoni lunghi fino alle caviglia. Le case erano fredde, era riscaldata solo la cucina. Le altre stanze non erano riscaldate e faceva freddo, per cui quando si andava a letto bisognava coprirsi parecchio. D. Parla della cura del corpo e dei capelli, abbellimenti, ornamenti ed accessori. R. Per il corpo non c’erano abbellimenti di nessun tipo, per i capelli si andava dal barbiere e chi riusciva tagliava i capelli in casa. Dal barbiere si cominciava ad andare quando si avevano sette o otto anni. Per la prima comunione c’era sempre qualcuno in casa che tagliava i capelli. D. Per lavarsi cosa si usava? R. C’era il sapone di Marsiglia, che però, non si usava per lavarsi. Per l’igiene personale c’era il Palmolive, un sapone di colore verde. ALIMENTAZIONE D. In che cosa consisteva la merenda del mattino? R. La colazione era il caffelatte o latte soltanto con il pane raffermo che s’inzuppa meglio e con lo zucchero. Alcuni mettevano un po’ di caffè o un po’ d’orzo. Anche il caffè di allora non era come quello di adesso. Non ricordo se ci fosse una merenda particolare, un pezzo di pane con uvetta, un frutto quand’era la stagione. I bambini mangiavano caffelatte anche alla sera e si arrivava fino a dodici anni facendo solamente una colazione al mattino, caffelatte alla sera e poi a mezzogiorno quello che c’era. D. Qual era la merenda del pomeriggio? R. In genere era pane e marmellata. La marmellata non era confezionata, ma fatta dalle nonne o dalle mamme, messa via e centellinata. Si metteva sul pane pochissima marmellata, tanto da dare il colore. In genere le nostre mamme sotto la marmellata mettevano un po’ di burro, un po’ di zucchero un po’ di marmellata o pane e burro soltanto. Qualche volta, specie nei periodi in cui le galline fanno le uova al pomeriggio ci facevano lo zabaione o uovo sbattuto. D. In che cosa consisteva il pranzo, la cena , la refezione scolastica? R. A scuola non si mangiava. All’una si tornava a casa. A mezzogiorno c’erano molte minestre. E durante l’estate il minestrone. Dentro, a seconda del periodo, c’erano fagioli, zucchine, carote e via di seguito. Dovete pensare che una volta si mangiava solamente quando i frutti della terra erano pronti. Non è che avevamo i fagioli tutto l’anno, le zucchine si mangiavano solo nel periodo in cui si producevano. Non c’era il congelatore e non venivano trasportate dall’Africa, dalla Sicilia. Il pomodoro si mangiava solo quando veniva sulla pianta. Quella era la nostra alimentazione. In genere alla sera si mangiava uova, insalata e qualche volta salame, ma era salame di maiale. D. In specifiche ricorrenze scolastiche si portavano a scuola cibi particolari? R. Non si facevano molte feste, era una cosa rara. Qualche piccola recita a Natale, ma cose molto semplici. A Carnevale si facevano le frittelle e i galani; negli altri periodi era

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raro che quando un bambino compiva gli anni portasse una torta. Non c’era neanche cibo sufficiente per mangiare a casa, tantomeno a scuola. D. In famiglia come ci si procurava il cibo? R. Non si abitava in palazzoni, ma in case singole o case multiple dove abitava il nonno, il papà, lo zio: erano famiglie composte da trenta, quaranta persone le quali abitavano in questi grandi casolari, attorno ai quali c’erano i campi e l’orto. Una volta la verdura si produceva in modo autonomo, ognuno si faceva il suo orto. In genere, dentro la casa c’erano le galline. I contadini avevano le mucche, mentre le persone che andavano a lavorare fuori casa avevano comunque l’orto. Si andava a comperare solamente il latte. Il pane lo si andava a comperare, ma poco prima che nascessi io il pane lo facevano in casa al forno e durava tutta la settimana. Il pane si lasciava lievitare ed era buonissimo. D. C’erano negozi? Come si chiamavano? Cosa vendevano e com’erano i prezzi? R. Per le poche persone, che a casa non riuscivano a farsi qualcosa c’era un negozio, ma quasi tutti avevano un piccolo orto. C’era poi il fruttivendolo che vendeva un po’ di frutta e un po’ di verdura. Non si faceva la fila come adesso, si vendeva molto poco. Il forno c’era e vendevano il pane. C’era anche chi vendeva il latte confezionato, che non era in cartone come adesso, ma in bottiglie di vetro che andavano poi restituite, in cambio di un’altra bottiglia vuota. I prezzi del cibo? Non li ricordo, non ho presente. Il pane costava circa cinque Lire al chilo. Non c’erano tutti i tipi di pane disponibili oggi, solamente uno o due tipi. D. Nelle ricorrenze il cibo era diverso? R. Sì, le nostre mamme tenevano tutte le cose migliori per Natale. A Natale si mangiava il cappone che è un pollo molto grosso. Col brodo si facevano le minestre per una settimana. Così anche quando si uccideva il maiale si mangiava per una settimana ed era una festa. Attorno al maiale ucciso c’era il sangue che veniva mangiato. Con esso si faceva anche un dolce.Oggi queste cose si mangiano solamente in alcuni ristoranti e le fanno pagare molto. Nel periodo di Pasqua, poiché le galline facevano molte uova, le nonne ci facevano la focaccia. Non era soffice, ma nutriente e gustosa. D. Quando si è notato un cambiamento negli usi alimentari? R.Si è notato un cambiamento verso il 57-58, io avevo circa dodici anni; devo dire che è stato un cambiamento molto lento. Molti dalle campagne si trasferirono in città a lavorare in fabbrica. C’erano quindi molti soldi liquidi. I contadini avevano i soldi solo se vendevano una mucca ecc., chi invece lavorava in fabbrica portava a casa soldi tutti i mesi. E’ da quel momento che hanno iniziato ad aprire negozi, perché con i soldi si poteva acquistare quello che non c’era in casa. Sono quindi cambiate le abitudini alimentari: si andava dal macellaio, dal fruttivendolo e così via. C’è stato in questo modo uno sviluppo del commercio. D. Dove si mangiava? R. Si mangiava tutti in cucina. In genere le tavole erano lunghe ci stavano dieci o quindici persone. A capo della tavola sedeva il padrone, mentre la mamma non si sedeva perché doveva prima serviregli altri. D. Chi distribuiva il cibo? Con che ordine? R. Il cibo veniva dato dalla mamma che cominciava sempre dal papà, a seguire i figli in ordine di età. D. Com’erano le stoviglie? R. Erano come quelle di adesso. I piatti erano di ceramica e non si buttavano via se avevano qualche crepetto, assolutamente. Ricordo delle posate in ottone. C’erano anche in acciaio, ma nella mia famiglia trovavo solo quelle di ottone. D. Cosa bevevate a tavola? R. Noi qui nel Veneto siamo conosciuti nel mondo perché beviamo vino. Non era vino straordinario, ma era buono. A volte lo si dava da bere anche ai bambini con l’aggiunta di

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acqua, spesso aiutavano nei campi e, in quelle occasioni, potevano bere un po’. C’era poi l’acqua fresca del pozzo. Il pozzo era una cosa importantissima, una volta non c’era l’acqua in casa e si andava attingerla dal pozzo. L’acqua del pozzo era freschissima. Chi non aveva un pozzo era sfortunato. Spesso le case venivano costruite ihn questa maniera: si costruiva una casa, poi si aggiungeva un pezzo per il figlio che si doveva sposare e così via. Alla fine si aveva un fabbricato lungo. Per andare al pozzo si passava davanti alle porte degli altri, ma erano parenti. Successivamente c’è stato lo sviluppo di Porrto Marghera, la gente ha cominciato ad andare via e allora si affittavano le case. D. Si rispettavano i digiuni secondo l’usanza religiosa? R. Eravamo tutti religiosi molto più di adesso.Le pratiche religiose si rispettavano. Il venerdì non si mangiava carne. Il pesce veniva portato da un signore con il carretto. C’erano anche le vongole, altri pesci molto conosciuti oggi come il tartufo di mare e l’aragosta, a qual tempo non si consumavano. D. Nelle feste che tipi di dolci venivano preparati? R. A Pasqua si facevano le focacce perché le galline in quel periodo facevano tante uova. A carnevale si mangiavano i galani , le frittelle e le castagnole. In questo periodo le nonne preparavano i fiori di acacia fritti: erano squisiti. D. Quali cibi si preparavano per i matrimoni? R. Quando ero bambini come voi i matrimoni erano fatti in casa, o al massimo, nel ristorante vicino. Era d’obbligo il risotto fatto con i fegatini, il bollito e poi la faraona e il pollo arrosto. D. C’era solidarietà di tipo alimentare tra le famiglie? R. Non lo so. Una cosa posso dire: molto spesso le nostre mamme, si trovavano senza lo zucchero, avevano finito il sale o la conserva, allora si andava a chiedere alla famiglia vicina. Quegli alimenti si comperavano solamente quando arrivavano i soldi e i soldi, ripeto, arrivavano solo alla fine. Spesso si andava in prestito e devo dire che c’era sempre molta disponibilità. Le cose venivano restituite sempre, non ci si dimenticava di quanto ricevuto. Ricordo poi una grande solidarietà sotto forma di lavoro. Era una civiltà contadina e succedeva che le famiglie si aiutavano in modo da lavorare tutte insieme. I contadini spesso non proprietari, ma mezzadri; le terre erano dei latifondisti. D. Esistevano feste della vita contadina dove si mangiavano cibi differenti dall’uso quotidiano? R.I cibi erano sempre quelli, ma si faceva festa. Ad esempio, per trebbiare bisognava tagliare il grano sul campo, poi si facevano i covoni uno sopra l’altro, poi con i cavalli venivano messi sul carro e passati nella trebbia, quindi portati sul granaio. D. Esistevano malattie legate all’alimentazione? R. Chi mangiava sempre polenta poteva avere la “pellagra”. C’era anche mancanza di sale. C’era il rachitismo ma non so se derivava dall’alimentazione. Altre malattie non le ricordo perché io mangiavo di tutto. C’era il tifo ma è un’infezione intestinale. D. Si faceva uso di erbe mediche? R. Nel periodo in cui sono nato io no. Molto spesso si facevano in casa le tisane, ma non ho ricordi di erbe usate come medicinali. D. Com’era la tua scuola? R. Le elementari non erano in questa sede, ma in piazza. Le aule erano grandi. C’era una pedana e sopra la cattedra delle maestre. Avevano una lavagna girevole. Sul muro c’erano le lettere dell’alfabeto e dietro alla lavagna andava che si comportava male. Uscire dalla porta era una cosa grave. C’era solo un quaderno a righe ed uno a quadri. Facevamo molti dettati e riassunti. I banchi erano di legno fissi e inchiodati e si doveva stare sempre diritti. Si faceva esercizio di bella calligrafia. Bisognava fare le cose per bene, in fondo alla cattedra c’era una stufa di terracotta, noi stessi dovevamo mettere dentro la legna per riscaldarci. Quando era finita si portava da casa. C’erano i bagni alla

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turca per i maschi e per le femmine. La palestra era il cortile, lì si faceva ginnastica, non avevamo bisogno di fare tanta ginnastica perché finita la scuola lavoravamo sui campi. D. Chi erano i tuoi maestri? R. La mia maestra era una signora piccola ma terribile. Ci teneva a bada tutti e trenta. Si chiamava Brini Dalla Man Maria. Era molto brava. Avevamo altri modi d’imparare. La maestra faceva tutte le materie. Quando si ammalava la maestra, per due giorni non mandavano nessuno, allora un’altra maestra teneva due classi. Eravamo molto vivaci, ma ci avevano insegnato l’ordine, l’obbedienza. D. Quali attività si svolgevano in classe? R. Ricordo l’ esercizio di bella calligrafia, anche le aste che dovevano essere di uno spessore esatto e tutto uguale. Il porta pennino era un pezzo di legno, s’intingeva nell’inchiostro e si scriveva. D. Com’ eravate valutati? R. Avevamo i voti da 0 a 10. Molto importante era il voto in condotta. Prendere un brutto voto in condotta voleva dire condizionare tutta la pagella. D. Si praticava lo sport? R. Era tutto uno sport. In oratorio si giocava a palline. Durante l’estate si faceva il Grest. Andava molto il calcio balilla, monopoli, dama, trio, ping-pong. D. C’erano colori? R. Sì c’erano colori pastello, non c’erano invece i pennarelli. D. Vi davano i compiti per casa? R. Sì ci davano compiti, però facevano molte attività a scuola. Facevamo qualche riassunto dei pensieri e molta aritmetica. Ci si poteva sbrigare in un’ora. D.Erano importanti le tabelline? R. Le tabelline erano come il pane quotidiano. D. Ti ricordi una poesia? R. Non ricordo poesie di quand’ero bambino, però le poesie erano importanti e bisognava saperle recitare. D. Facevate gite? R. No, facevamo qualche passeggiata. Ogni anno si faceva la festa degli alberi, tutte le classi uscivano e andavano in strada a piantare un albero. D. Com’era la cartella? R. Avevamo una cartella di cartone, i più fortunati ce l’avevano di cuoio. Intervista a Leda Zanchi realizzata dagli alunni della classe II A di Maerne, a.s.2001-02. D. In quali anni hai frequentato le elementari? R. Io ho frequentato le elementari negli anni dal '45/'46 fino al '50 un tempo in cui c'era ancora o era appena, appena finita la guerra. Quindi son già passati 50 anni; son passati parecchi anni quindi le cose sono molto cambiate, molto, molto cambiate. Ho cominciato la scuola elementare dalla seconda, non dalla prima perchè la prima in qualche modo l'avevo fatta frequentando la scuola materna parrocchiale. Avevo una sorellina poi più grande di me che già sapeva leggere e scrivere anche se aveva solo un anno più di me, ho imparato anch'io e ho fatto gli esami: hanno visto cioè se ero adatta a passare nella classe seconda. Quindi ho cominciato subito dalla seconda: ricordi di scuola li ho dalla seconda elementare. D. Quale scuola frequentavi? R. Allora la scuola aveva lo stesso nome, si chiamava "Nazario Sauro", ma i locali, l'edificio scolastico, non era qui dove siete voi adesso. La scuola era in piazza dove

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adesso c'è il centro civico. Quando andate in biblioteca a prendervi i libri lì, una volta, quell'edificio era una scuola. Ma prima di quello ce n'era uno di vecchio vecchio: una casetta bassa, me la ricordo! Mezza diroccata con delle aule un po' buie, scure ma dentro c'era tanta gioia, tanta allegria: a noi sembravano le più belle del mondo anche se adesso io me le ricordo come delle stanzette buie e umide. In piazza, dove adesso c'è il Centro Civico, dove andate alla biblioteca, ecco....prima quell'edificio era una scuola ma come alunna in quell'edificio non ci sono mai entrata. Lì prima c'era un altro edificio vecchio che poi quando ho finito le elementari è stato abbattuto e ne hanno edificato un altro di nuovo e tanti bambini che adesso sono grandi fino al 1972 lì si andava anche a scuola. Ma io non c'ero mai andata lì: c'era una scuola più vecchia al posto di quella. Adesso non c'è più ne hanno costruito un'altra al posto di quella che poi è stata lasciata per costruire questa. Qui, in questi locali qua, sono venuti i bambini dal 1972 in poi. La scuola era povera!!! Pensate che nella scuola oltre a noi abitava anche la maestra. La maestra abitava lì, aveva dei figli grandi, sposati che abitavano lì con i bambini e poi, c'era anche qualche famiglia di Maerne perchè in quei tempi tante case erano state distrutte dalla guerra. Tanti non avevano la casa, quindi c'era un'ala della scuola abitata da famiglie compresa la famiglia della maestra e, dall'altra, poche aule: dovevamo fare anche i turni! C'erano però tanti bambini a quel tempo anche perchè con me c'erano bambini di tanti, tanti anni, non tutti bambini della stessa età perchè quelli più grandi di me avevano perso degli anni di scuola perchè c'era stata la guerra e non si poteva andare a scuola. Quindi quelli che avevano più anni e non avevano potuto andare a scuola frequentavano insieme a me anche se avevano tre, quattro anni più di me. Capite? Come se voi foste insieme ai bambini di quinta elementare: tutti insieme eravamo tanti, tanti, tanti. D. Quante classi c'erano a scuola? R. Ecco, allora classi ce n'erano solo cinque non c'erano due prime, due seconde ... ma erano numerosissime perchè tenevano banbini di tanti anni. Allora... le cinque classi! Io le aule me le ricordo mi pare fossero tre, quindi si andava a scuola anche al pomeriggio. Noi si andava a scuola soltanto mezza giornata fino alle 12,30 così alle due cominciavano altri bambini ad andare a scuola lì ancora. E delle volte facevamo i turni ... e la mia maestra veniva da Mestre in bicicletta, me la ricordo: veniva da Mestre in bicicletta. D. Come si chiamavano le tue maestre o ituoi maestri? R. Allora io avevo una maestra di cui io mi ricordo sempre il nome: si chiamava Novello Ortensia poi ho scoperto quando ho fatto la media che qui a Maerne non c'era (andavo a Mestre dalle Canossiane) che questa maestra aveva la casa proprio di fronte alla scuola dove andavo io. Aveva un bambino, me lo ricordo, biondo, che lo portava con noi qualche volta quando facevamo passeggiate in campagna. Una volta a Maerne c'erano tanti, tanti campi e i papà e le mamme facevano quasi tutti i lavoratori della terra: facevano i contadini mentre erano rari quelli che andavano a lavorare in fabbrica. Il paese era piccolo:io mi ricordo che quando ero in seconda e la maestra mi cominciava a far fare questo tipo di ricerca, com'era il paese eravamo 2700 abitanti mentre adesso siamo 5000 in più: tre, quattro volte il paese che c'è adesso. Quindi era piccolo. Erano piccole borgate di case una lontana dall'altra e tanti campi in mezzo che erano i nostri parchi: una volta si andava a giocare lì per i campi e anche sulla strada perchè non passavano le macchine. Non c'erano le macchine al massimo qualche carretto. Si andava con le biciclette ma le strade non erano asfaltate: erano piene di buchi. Mi ricordo che per la strada si stava a giocare perchè quelli che passavano in bicicletta dovevano stare attenti, andare piano per non forare continuamente la bicicletta. Poi,quando sono arrivata in classe quinta, siccome ero più piccola dei miei compagni e siccome non c'era la scuola media a Maerne, mio papà mi doveva per forza mandare a scuola a Mestre. Allora ha detto: "Sei troppo piccola"

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Perchè per mandarmi a Mestre anche col treno, prima di tutto non c'erano tanti soldini: mio papà faceva l'operaio in fabbrica ma non è che avevamo tanti soldi da spendere, allora andavamo a Mestre in bicicletta, io e anche mia sorella. Allora ho terminato la quinta che avevo 10 anni e il mio papà ha detto: “Sei troppo piccola per andarci” e mi ha fatto ripetere la classe quinta. Ha detto: “Tu rifai un altro anno la quinta in modo tale che diventi più grande e anche che ti maturi di più, poi andrai a Mestre”. In quell'anno che ho ripetuto la classe quinta ho avuto un maestro che era una di quelle persone che abitava in quella casetta che era l'ambiente anche scolastico: Brini Sergio. Poi è diventato anche una persona importante: è diventato direttore. Era proprio un bravissimo maestro. Tutti e due i miei maestri li ricordo volentieri ma quello in modo particolare. D. C'erano le bidelle? R. C'era una bidella vecchia che faceva anche la campanara, cioè suonava anche le campane. Dovete sapere che una volta le campane non suonavano con l'elettricità: si suonavano tirando la corda. Forse i vostri nonni ve l'avranno detto. Voi le avete viste le campane del nostro campanile qui a Maerne: sono belle grandi! Una volta c'era la scaletta. Anche adesso c'è ma non si può salire perchè è un po' pericolante e noi bambini eravamo come scoiattoli: andavamo su per le scalette in alto fino alle campane. Mi ricordo che sotto le campane ci stavamo in parecchi bambini. Quando c'era qualche celebrazione in chiesa noi andavamo tutti in anticipo perchè ci piaceva suonare le campane. Tutti arrampicati a tirare con la corda facevamo a gara perchè l'ultimo colpo quando si doveva fermare il suono della campana allora dovevamo arrampicarci sulla corda e la campana, che continuava dall'alto a dondolare, ci tirava su e noi andavamo a sbattere la testa fino a quasi al soffitto della stanzetta dove c'è la corda. Allora ci piaceva fare questa salita su e giù finchè la campana si fermava. Ogni volta che si poteva suonare la campana noi eravamo sempre lì: ogni volta si litigava per farsi tirare su dalle campane. E questa bidella era vecchia, era sola, doveva alzarsi al mattino presto. Io la ricordo perchè al mattino d'inverno, che è anche buio, cominciava presto. A volte mi trovavo a passare per la piazza perchè mia mamma mi portava in chiesa al mattino presto e vedevo tutte queste luci delle aule e delle abitazioni accese e lei entrava presto perchè nella scuola c'erano tutte queste stufe di terracotta e lei doveva continuamente passare da un'aula all'altra per cercare di mettere su dei bei ciocchi di legna dentro nel fuoco e poi noi avevamo imparato quando eravamo più grandi, nascondavamo dei bei pezzi di legna sotto il banco, c'erano come delle pedane, sotto nascondevamo la legna perchè per continuare a scaldarci. Sì perchè sennò venivano gli altri bambini e, se passavano di là, se la prendevano allora noi restavamo più al freddo e loro si scaldavano di più perchè non ce n'era per tutti. Facevamo anche i furbi eh!!! D. Come andavi a scuola? C'era il pullmino scolastico? R. Non solo non c'era il pullmino scolastico ma non c'erano neanche tante biciclette! Oltre alle strade...a parte che io, io abitavo proprio qui davanti dove c'è la pescheria, lì c'erano delle casette basse ecco, io abitavo lì e non avevo tanta strada. Ma non c'erano tanti mezzi si andava tutti, tutti con una cosa: col cavallo di S. Francesco, cioè con le nostre gambe. Partivamo in tanti bambini; non c'erano tutti i pericoli che ci sono adesso per le strade, anche di bambini che portavano via come Lucignolo nel paese dei balocchi. No, tutti andavamo a scuola volentieri, ci piaceva. Eravamo in tanti bambini. Pensate che qui davanti nella mia borgata, eravamo in trenta bambini, in nove famiglie e si giocava tanto ma tanto, tanto, tanto. D.Com'era organizzatil tempo scuola? R. Si andava a scuola, si rimaneva quasi sempre nella stessa aula perchè non c'erano tanti locali. Però facevamo tante attività: questo sì. Io mi ricordo la ginnastica, ci si metteva sul corridoio e si cantava parecchio. E poi facevamo, mi ricordo soprattutto col maestro

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che avevamo in quinta, tante gare che ci impegnavano a gruppi in modo tale che eravamo responsabilizzati a studiare e anche a portare avanti il nostro gruppo. D.Com'era la tua classe? Com'erano gli arredi? R. Le aule bambini noi le cambiavamo continuamente perchè dipendeva dai locali che si trovavano liberi. Comunque era una stanza enorme: mi ricordo in seconda elementare eravamo in un'aula bassa al piano terra. Era buia; mi ricordo tanto buio. Però siccome c'erano tante belle giornate mi ricordo che la maestra teneva addirittura i balconi socchiusi perchè non avevamo le tende come voi, le tapparelle, niente: c'erano i balconi socchiusi sennò puri vetri che si vedeva anche fuori sulla strada. Per fortuna non passavano tante macchine! Come arredo c'erano 'sti banchi tutti di legno, una pedana per appoggiare i piedi perchè per terra, bambini, era abbastanza umido e freddo, per stare un po' più isolati. I banchi erano abbastanza alti e ne avevamo di quelli che si alza il ripiano del banco ed erano messi inclinati. Poi avevamo sul banco una specie di scatoletta, di buchetto che forse avete visto sui banchi vecchi. La bidella entrava, quando lei sapeva, e ogni mattina lo controllava e lo riempiva di inchiostro: una specie di acqua che sembrava nera. Noi avevamo una penna col pennino, si intingeva e si scriveva. Si usava tanto la carta assorbente perchè una volta quando si voleva asciugare la pagina serviva la carta assorbente; voi oggi non ne avete bisogno ma noi sì perchè quando giravamo la pagina bisognava asciugare perchè l'inchiostro era ancora umido e si girava la pagina. Quindi avevamo un'aula poverissima, pochissimi gli arredi. Mi ricordo i cartelloni, quelli dell'alfabetiere ce n'era qualcuno fatto in modo diverso ma quelli li avevamo ma poi non c'era niente altro. La carta geografica, questa sì, fin dalle prime classi. Il libro che avevamo in prima e in seconda elementare e nelle classi successive, solo il libro di lettura, invece dalla terza in poi avevamo anche il sussidiario cioè un altro libro che ci aiutava nelle materie quando facevamo la storia, la geografia, le scienze. Quindi eravamo molto, molto poveri: non avevamo più di tanto. D. Da quanti bambini era formata la tua classe? R. Io ricordo che in terza elementare a un dato momento eravamo in sessanta. Sapete cosa vuol dire in sessanta? Non avete neanche un'idea voi! Vuol dire tre classi come le vostre tutti insieme e non era fatta di bambini tutti della stessa età. Avevo dei ragazzotti: io mi ricordo che avevano quattro, cinque anni più di me quindi me li ricordo grandi e io piccolina. Dopo vi farò vedere una fotografia, una perchè non si facevano tante foto. Non so come ho trovato questa copia di fotografia di una classe; forse era verso la quinta: eravamo in trentadue! Tentadue ...., quella me la ricordo con la maestra .... vi mostro anche la maestra. D. Quale materiale portavi a scuola? R. Portavo a scuola una cartella di cartone fatta un po' come quella che avete voi in plastica. Quando si rovinavano gli spigoli, gli angoli sembrava già vecchia. E dentro c'era .... i quaderni che avevano tutti la copertina, no a colori, ma neri, tutte copertine nere e poi l'orletto dei fogli era tutto rosso quindi si vedeva il nero e il rosso nell'orlo. Erano quaderni sottili, piccoli: non avevamo quadernoni. Ma per noi valevano tanto e la maestra ci faceva scrivere fino sugli angoletti per non sprecare e non si lasciava mai una riga vuota perchè non c'erano soldi per comprarli. Poi avevamo un astuccio come quelli che delle volte vedete, fatti di legno, delle scatolette rettangolari di legno col coperchio che scorreva. Penne, qualche colore, la matita. Mi ricordo che si usava la matita copiativa cioè una matita che non si poteva cancellare. Non so perchè ci facevano usare quella: forse perchè la maestra non voleva farci cancellare. D. Cosa studiavi a scuola? R. Io mi ricordo che leggevamo tanto, questo sì; studiavamo tante poesie e io mi ricordo ancora tanti ritornelli e tante poesie di quando ero piccola. Mi ricordo un versetto di un

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ciucchetto, di un asinello che c'era. Ma mi ricordo frasi così; staccate ... Faceva: "Trotta ciucchetto, ciucchetto trotta, la strada è rotta trotta ciucchetto. Oh, come è bello il ciucchetto che trotta ...." Questa me la ricordo sempre: ero in seconda elementare. Poi la storia di un pesciolino me la ricordo, perchè i disegni erano molto lineari: non avevano molti colori. Quindi poesie ne imparavamo tante e tante. tante canzoni; verso la quarta e la quinta mi ricordo che si imparavano. Si imparava anche l'inno nazionale e "Va pensiero": quel canto lì lo facevamo spesso a scuola; si cantava spesso. Poi si faceva la storia, la geografia, un po' la storia del nostro paese, un po' di ricerche così. Poi tante ricerche sugli animali perchè noi vivevamo insieme agli animali. Formiche, grilli dappertutto. Andavamo sempre in mezzo ai campi quindi sapevamo un pochettino di tutto e quando ero a scuola mi ricordo che avevamo anche un terrario. A scuola facevamo anche economia domestica avevamo il nostro orticello dove si piantava l'insalata, i piselli ... D. Andavate in gita? R. No bambini , in gita non si andava. Intanto non c'erano tante corriere, secondo c'erano ancora i pericoli del dopoguerra: le strade dissestate, paesi dove le case erano state distrutte, non c'erano tanti ambienti accoglienti. E poi non c'erano tanti soldi: nessuno poteva pagare! Il Direttore non era a Martellago come c'è adesso la Direzione Didattica e il Direttore viene da Martellago. Una volta mi ricordo il mio Direttore era da Noale ma non aveva soltanto Martellago, Maerne e Olmo, aveva Noale, aveva una zona grandissima da dover controllare e i pochi soldi che venivano dal comune venivano adoperati per il gesso, per qualche foglio di carta da disegno o foglio colorato che adoperava la maestra, la penna (una bella penna che a volte avevamo anche noi) rossa e blu. Perchè con quella penna lì la maestra metteva i voti e segnava gli errori. Se erano errori meno gravi erano segnati in blu, se erano più gravi in rosso. Ma avevamo poche cose e quindi soldi per andare in gita non ce n'erano. D. A scuola facevi delle feste? C'era lo sciopero? R. Non c'erano scioperi, bambini. Non c'erano cooperative e non c'erano scioperi naturalmente perchè le maestre per tanti anni, tanti tanti, prima che la vostra maestra cominciasse ad insegnare dovevano venire a scuola anche se erano ammalate: non potevano restare a casa. Se le maestre restavano a casa per malattia a quel tempo ci mandavano a casa un pochettino si fidavano un poco non sapevano dove metterci. Nella mia aula se avessimo dovuto ospitare un'altra classe non ci stavamo, quindi uan maestra non si poteva dividere in due parti e non c'erano tante maestre. Pensate che alcune maestre prima di me facevano le maestre ancora prima di aver finito di studiare perchè non c'erano maestre. D. Andavate a scuola anche di sabato e di domenica? C'era la campanella a quei tempi? R. Andavamo a scuola anche di sabato ma come vi ho detto andavamo mezza giornata. Al pomeriggio noi stavamo a casa: riservavamo prima delle ore al gioco ma poi le nostre mamme dicevano: "Fate e esion!" perchè dopo sapevano che i bambini quando vanno fuori non si ricordano più che devono fare i compiti. Le maestre sapevano che avevamo il pomeriggio e ci davano parecchi compiti per esercitarci, per fare quello che non avevamo capito abbastanza bene a scuola. A scuola c'era una bidella che passava con la campanella: faceva però così con la mano e si faceva presto a sentirla. Non è poi che la bidella fosse sempre là: veniva soltanto quando era finita la scuola, l'orario scolastico. Durante il giorno se un bambino si sentiva poco bene, la maestra diceva: "Mettiti giù con la testa!" e non c'era nessuno che ci dava una mano, che ci aiutava. Non c'era telefono e non si potevano chiamare le mamme anche se erano a casa e non andavano a lavorare.

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Nessuna mamma andava a lavorare perchè le fabbriche erano state chiuse e le mamme avevano tanti bambini a cui badare e non potevano di sicuro andare a lavorare, al massimo andavano a lavorare sui campi e anche lontano da casa delle volte. D. Facevate delle feste? R. Noi non facevamo feste, io non ricordo. Le feste le facevamo nel pomeriggio nel tempo libero organizzandoci tra bambini e tanto giocavamo all'asilo dalle suore perchè la scuola era davanti, la scuola marterna, dietro e noi al pomeriggio andavamo dalle suore. Andavamo a ricamare e facevamo i giochi il carnevale e tutte quelle feste li, le facevamo lì e non a scuola con le maestre: gli orari di scuola erano solo di scuola o di attività scolastiche. D. Mangiavi la merenda? In che cosa consisteva? R. Non tutti i bambini potevano portarsi la merenda, in genere portavamo un frutto che c'era a casa. Quasi tutti avevano i campi o anche chi aveva l'orto aveva una pianta di mele o aveva delle ciliegie a seconda delle stagioni. Mi ricordo tanto le mele oppure i bambini più fortunati la mamma dava un pezzettino di pane, come una fetta, mezzo panino poi sopra ci spalmava sapete che cosa? No il burro perchè non c'era o ce n'era poco o costava molto, ma la margarina e poi ci metteva un po' di zucchero: era buonissimo. La margarina è come un grasso vegetale, sembra come burro, non ha lo stesso sapore ma era buona anche quella, ed era nutriente un panino farcito con la margarina e il burro. D. Pranzavi a scuola? R. No, perchè andavamo a casa a mangiare e fortunati quei bambini che avevano da mangiare! Non c'era da scegliere ….. non mi piace.... D. A scuola giocavi? R. Giocavamo durante la ricreazione. Non stavamo tanto fuori a giocare: circa un quarto d'ora, venti minuti in quell'intervallo lì. Poi quando avevamo finito la scuola facevamo fatica a tornare a casa perchè avevamo sempre da giocare. I bambini pensavano sempre a giocare e delle volte si prendevano anche delle sculacciate perchè arrivavano a casa tardi e c'eravamo fermati a giocare invece di andare a casa e la mamma ci aveva preparato da mangiare. D. A che cosa giocavi a scuola? R. Noi giocavamo tanto a nasconderci: "nascondino" che è un gioco di sempre. Poi si chiamava "altaterra" cioè cercavamo un gioco sempre sollevato da terra; chi veniva toccato quando si diceva “libero” correva per il cortile e doveva arrampicarsi su un albero o su una rete, tirar su le gambe, mettersi sopra un sasso perchè altrimenti se aveva i piedi per terra quello doveva mettersi a far la conta. Noi non avevamo tanti giocattoli ma ci divertivamo da morire. Giocavamo con le pietre. Mettevamo della pietre belle grandi, pezzi di pietra e poi con un sasso grosso cercavamo di colpire le pietre dell'altro per farle cadere: si chiamava “i vivi e i morti”. Da lontano con questo sasso cercavamo di colpire quattro o cinque pietre a seconda del numero dei bambini. Io cercavo di buttare giù le pietre che rappresentavano i bambini perchè vuol dire che io buttavo giù gli altri, più si vinceva. E poi un gioco molto bello ma un po' pericoloso si chiamava "mase e pindoeo": era un pezzettino di legno con due punte, poi una specie di asse, una piccola mazza abbastanza sottile con la quale colpivamo la punta di questo legnetto e poi davamo una botta enorme. Si andava poi a misurare e si facevano i punti. Poi si giocavano i "6 punti" cioè andavamo a nasconderci come a nascondino e quando eravamo nascosti, se riuscivamo a toccare la base prima che quello che aveva fatto la conta arrivasse alla terra, si diceva che avevamo conquistato sei punti. Poi ci facevamo tutte le palline di creta; adesso vendono le biglie di vetro ma noi ci facevamo le palline di creta, le mettevamo in forno e le coloravamo. Facevamo una buchetta e giocavamo a "buseta" oppure a "cinceriboi quanti ghe noi": D. I tuoi compagni di scuola erano buoni?

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R. Io mi ricordo che ero una bambina un pochettino vivace, come tutti quanti la maestra mi richiamava sempre: "Stai seduta, stai ferma, stai zitta" e ogni tanto chiamava la mia mamma e le diceva: "Signora non sono capace di farla stare seduta!" e la mia mamma rispondeva: "Cosa voea che ghe fassa mi, ea bastone!" "Eh, no signora, io no, non la posso bastonare! Non voglio andare in prigione a causa di sua figlia!"... Quindi mi richiamava spesso perchè ero vivace, ma avevo dei compagni che erano più vivaci di me: tremendi! Aspettavano l'uscita della scuola per fare la lotta. Mi ricordo di uno che era grande e grosso e si chiamava Silvano, aveva parecchi anni più di me: io a volte volevo gareggiare con lui ma avevo quattro anni di meno. Mi ricordo qualche bambina sempre buona, sempre tranquilla. Poi mi ricordo il maestro in quinta che ci slacciava sempre i fiocchi delle treccine, così per divertimento: gli piaceva scherzare con noi. D. Usavi il grembiule? R. Grembiule nero, tutti con il grembiule nero e guai se non era in ordine come se non avevo in ordine le mani. Una volta si usava, non per bastonare, ma la maestra aveva una canna di bambù che usava per segnare sull'alfabetiere e quando eravamo più grandi sulla carta geografica però la mattina la prima cosa che faceva le mani sopra il banco, passava guardava le unghie e poi diceva: "Gira!" le guardava se erano pulite o sporche e ci faceva tac, tac: piano, mica forte! "Domani devi venire con le mani pulite altrimenti vai a casa!" e ci mandava a casa. D. Come ti vestivi quando andavi a scuola? R. Sotto il grembiule ci mettevamo i vestiti delle sorelle o dei fratelli più grandi di noi: non c'era un guardaroba per me, uno per mia sorelle... No, no, i vestiti erano quelli smessi da una sorella più grande perchè non c'erano soldi per comprare e tante volte i bambini avevano le toppe sulle ginocchia o sui gomiti perchè non c'era la possibilità di comprare. La mamma delle volte ce li faceva disfacendo qualche abito vecchio: ritagliava quello che poteva e poi lei stessa cuciva, metteva insieme e ci faceva una gonnellina o una camicetta con le cose avanzate. Non c'erano di sicuro le possibilità di comperare o di avere tanti vestiti e per fortuna perchè il grembiule ci riparava e ci teneva pulito quel vestitino anche per andare fuori. In classe con me c'era un bambino che si chiamava Gianni e aveva dodici fratelli ... bene, quel bambino lì e anche le sue sorelle a turno stava a casa da scuola perchè la mamma non aveva i vestiti per vestirli tutti quanti. Non c'erano scelte. D. L'abbigliamento cambiava a seconda delle stagioni? R .Avevamo un vestitino per i giorni feriali e uno che rimaneva per la festa: d'estate avevamo i vestiti più leggeri mentre d'inverno quelli più pesanti, però soltanto uno. Quando quel vestito era sporco o si era rotto la mamma diceva: "Guarda che oggi ti metto il vestito da festa!" anche sotto il grembiulino. Noi eravamo doppiamente attenti perchè non ce n'era un altro per potersi cambiare. Mentre metteva a posto quello potevamo usare quello da festa. Io mi ricordo un giorno che ho fatto uno strappo su un vestito senza volerlo; un vestito che era nuovo. Mi ricordo quanto ho pianto: prima di tutto perchè era un vestito nuovo, secondo perchè sapevo che delle volte a casa mi minacciavano. In questo caso non era colpa mia e la mamma portava pazienza ma era un grosso problema perchè bisognava aggiustarlo e aggiustarlo bene perchè non si vedesse la toppa. D. C'erano i servizi igienici a scuola? R. Mi ricordo che c'era un gabinetto abbinato all'aula. Mi ricordo questo salone immenso e c'era una specie di prolungamento dell'aula e lì c'erano i gabinetti. Erano gabinetti alla turca: non c'era la tazza come adesso. Ce n'erano tre: uno abbinato a ogni aula ma pensate a cosa voleva dire andare in gabinetto in sessanta persone, cosa ci voleva! E poi avevamo i secchi di acqua da buttare giù per il buco solo dopo hanno messo la cassetta con la cordicella con l'acqua che scendeva di getto. D. Hai qualche ricordo particolare?

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R. Ricordo a come si faceva a imparare: tanto a memoria anche le tabelline, ce le faceva dire tutte insieme per diritto e per rovescio e poi a salti.

SIGNOR VINCENZO

(nonno di Corrado Pezzato della classe II C di Martellago, a.s. 2003-03)

ABBIGLIAMENTO • Come eri vestito? I vestiti erano: pantaloni, camicia e maglione, come adesso, insomma. L’abbigliamento era quasi come adesso, però era più uniformato; non c’erano tante varietà, avevi solo quello, che dovevi mettere quando andavi a scuola e nei giorni infrasettimanali; alle feste invece, avevi il vestito solo per le feste, le domeniche, per le grandi ricorrenze, e quello si metteva solo in quei casi. • Se usavi il grembiule che abiti indossavi sotto? Sempre gli stessi indossavi, e sopra mettevi il grembiule, che era nero per i bambini, con la farfalla azzurra; per le ragazze nero con la farfalla rossa; e dovevi usarla sempre, assolutamente sempre averlo in classe. Anche gli insegnanti sai avevano il grembiule, anche loro. • C’era un abbigliamento da cerimonia e che tipo di scarpe calzavi? Allora, l’abbigliamento da cerimonia lo usavi solo alla festa. Le scarpe lo stesso, erano solo quelle che ti mettevi alla domenica, a Pasqua, a Natale. Erano con i lacci, normali. Non c’erano tute, come avete adesso, scarponcini…. c’era un unico tipo di scarpe. Non c’erano le scarpe con gli strapp. Quando si andava a scuola erano pochissimi i bambini dei paesi, che calzavano le scarpe a differenza di quelli della città, ma non tutti perché qui alcuni erano ancora più poveri di quelli dei paesi e anche loro quindi indossavano gli zoccoli. C’era lo zoccolo aperto e lo zoccolo chiuso. Lo zoccolo aperto si chiamava zoccolo, quello aperto, che era di sotto in legno e di sopra in cuoio, si chiamava “ galossa”. Perchè durassero di più, poiché una volta non c’era la possibilità come adesso di comprare le scarpe con pochi soldi, si prendevano numeri uno o due numeri più grandi e si mettevano dentro gli “spessori” ricavati dall’involucro della pannocchia: si prendevano le foglie e si utilizzavano come se fossero una suoletta affinché il piede non uscisse fuori dalla scarpa. Tutti usavano zoccoli di legno con il cuoio “curame”, ma i l cuoio era duro, allora i papà lo ungevano con un grasso speciale e perché durassero di più mettevano sotto dei chiodi con la testa che si chiamavano “broche”. Un paio di zoccoli doveva durare due anni, almeno. • L’abbigliamento cambiava a seconda della stagione? Sì, come adesso, d’estate non ti puoi mettere il cappotto. Durante l’inverno non c’era il cappotto, i bambini dovevano mettere la mantellina e i figli dei contadini bordavano con la pelle di coniglio. Non c’erano giacche a vento, non c’erano cappotti. • Ogni quanto avveniva il cambio degli indumenti? Avveniva una volta alla settimana. Non c’erano lavatrici e le mamme dovevano lavare tutto a mano e non c’era neanche acqua in casa perché si doveva andare a prenderla nel fosso. • Come venivano usati gli abiti in famiglia? Ognuno aveva il suo, non c’era scambio né di scarpe né di vestiti. Si rammendavano i pantaloni che avevano perciò molte toppe.

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• Come venivano procurati gli abiti? C’erano tante brave mamme che li facevano oppure come adesso, si compravano nei negozi. Di solito venivano confezionati dalla mamma che aveva in casa la macchina per cucire poi c’erano anche i sarti ma in quel caso confezionavano vestiti di pregio per la Comunione, per la Cresima…. • Mi descrivi gli indumenti intimi ? Avevi le mutande grosse e lunghe perché la stagione invernale era molto fredda; anche la maglia di lana, molto pesante, fatta con la lana di pecora. • Quali erano le cure del corpo e dei capelli? Gli abbellimenti, ornamenti,

accessori.? I denti non si lavavano mai perché non esistevano i dentifrici e si lavavano normalmente; non c’era la pulizia come adesso però ci si teneva puliti lo stesso.

L’ALIMENTAZIONE • In che cosa consisteva la merenda del mattino? La merenda del mattino non era uguale per tutti, era un po’ difficile, perché tanti bambini non erano in grado neanche di fare la merenda del mattino. Allora c’era solo, chi aveva la possibilità, polenta e latte. Il pane era proibito, era solo per le gran feste. A scuola non c’era nessuna merendina. Venivano fatte tre polente al giorno: mattina, pomeriggio e sera. • E la merenda del pomeriggio? A mezzogiorno magari la pastasciutta, ma non come adesso, col ragù. Facevano cuocere dei pezzettini di lardo, con l’olio del lardo si condiva la pastasciutta. E poi non c’era più niente da mangiare,solo quello si mangiava. • In che cosa consistevano il pranzo e la cena? Il pranzo l’ho già detto: una pastasciutta oppure fagioli, una volta si mangiava quasi sempre fagioli. Alla sera non c’erano più primi. Alla sera o c’era mezzo uovo o una fettina di salame, piccola, per i bambini, non c’era più nulla. Dopo la guerra c’era tanta fame. Allora andavi nel negozio di generi alimentari; la mamma ti dava un uovo e ti mandava a prendere un uovo di zucchero, un uovo di olio e si andava a prenderlo proprio al momento • In che cosa consisteva la refezione scolastica? C’erano mense? No, non c’erano mense • In particolari ricorrenze scolastiche, si portavano a scuola cibi particolari? No, mai, non potevi portare nulla a scuola. • In famiglia come ci si procurava il cibo? Chi aveva un lavoro si procurava il cibo con i soldi; oppure nelle case rurali, il cibo lo avevano già in casa. Una volta c’erano pochi papà e mamma che lavoravano. • C’erano i negozi? Molto pochi. C’era la macelleria e il negozio di alimentari • Cosa vendevano? La macelleria vendeva carne, i negozi di alimentari vendevano zucchero, olio, pasta. • E i prezzi se li ricorda? Fa conto che una volta con cento lire acquistavi un kg di carne. Quando io avevo 18-20 anni, di stipendio prendevo 28mila lire al mese. A quel tempo la carne costava 1000 lire al kg. • Il cibo in colonia com’era? Quando i bambini facevano i cattivi a casa, il papà per punizione diceva: “Se fai il cattivo ti mando in colonia”. Erano fuori dal Comune, in collina, ecc. • Nelle ricorrenze il cibo era diverso?

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Sì, nelle ricorrenze si mangiava meglio, mangiavi un pollo arrosto, per esempio. Ma allora il pollo si divideva in pezzi molto piccoli, perché le famiglie erano molto grandi. E poi c’era il dolce, lo faceva la mamma. • Quando si è notato un cambiamento negli usi alimentari? Mah.. Verso il 1958-60.. • Dove si mangiava? Siccome c’erano tanti bambini: 6, 7, 8 fratellini, allora chi ci stava nelle sedie mangiava a tavola, chi non ci stava si sedeva su un gradino delle scale; le case di una volta avevano 2 piani: al piano terra c’era la cucina, sopra le camere. In cucina c’era una stufa a legna oppure il caminetto. Sul caminetto c’era una catena che veniva giù e là appendevi le pentole per far da mangiare. Così si cucinava e anche ci si scaldava. • I posti a tavola erano fissi? Fissi, ognuno il suo, non si cambiava mai. • Chi distribuiva il cibo? La mamma, con le dosi per tutti uguali. • Com’era l’alimentazione nella prima, nella seconda infanzia e negli adulti? Nella prima infanzia, da bambini mangiavi il latte e molto latte anche nella seconda infanzia. Solo quando eri un po’ più adulto mangiavi la pasta o la minestra o i fagioli. • Com’erano le stoviglie e gli arredi? Le stoviglie non c’erano. Avevi la tovaglia e basta, ma chi se la poteva permettere. • Cosa si beveva? Una volta i bambini bevevano solo un goccetto di vino, sempre sotto il controllo dei genitori, oppure bevevano acqua. • Come veniva fatto? Nelle campagne come adesso. • Dove si prendeva? Chi non aveva il vino, o andava ad acquistarlo dai contadini oppure andava a comprarlo nelle osterie. • Si rispettavano i digiuni secondo le usanze religiose? Sì, assolutamente si rispettavano tutte le regole, sempre. Al venerdì non si poteva mangiare di grasso, assolutamente e tante famiglie al venerdì mangiavano un solo pasto. • Nelle feste che tipi di dolci venivano preparati? Un dolce casalingo, secco, molto buono però. • Quali cibi si usavano cucinare per il matrimonio e post matrimonio? Polli, solo polli. Ne venivano uccisi molti e mangiavi solo quello; era il pasto migliore. • Che cosa erano le mezzadrie? Una volta non c’erano proprietari, c’era per esempio come c’è adesso a Martellago, Cà della Nave, lì c’era un unico padrone. Quello aveva un grande territorio di terreno e lì erano distribuite delle case coloniche che i nonni lavoravano il terreno. Alla fine dell’anno, il prodotto del terreno veniva diviso: il 70% andava al padrone e il 30% a chi lavorava il terreno. Chi lavorava faceva solo fame. • Quali alimenti o prodotti venivano dati attraverso il contratto d’affitto dei terreni? Se avevi le mucche davi un vitello, se avevi il grano davi il grano, se avevi polli davi polli, ecc… • C’era solidarietà di tipo alimentare tra le famiglie? No, perché ce n’era poco. • Che tipo di spezie esistevano? E di condimento? Per condimento esisteva il lardo e basta. Di spezie: rosmarino e salvia, prezzemolo, aglio. • Esistevano feste nella vita contadina dove si mangiavano cibi diversi dall’uso

quotidiano?

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Queste belle feste le facevi quando si mieteva il grano e quando uccidevi il maiale. Erano le feste migliori. Allora si mangiava bene. • C’erano i servizi igienici, l’acqua corrente, l’illuminazione? Nessuno di questi. • Esistevano malattie legate all’alimentazione e rimedi di tipo alimentare? Esistevano, tanti bambini si ammalavano perché non c’era l’acqua, igiene, luce nelle case. La luce c’era solo negli ospedali. • Si faceva uso di erbe mediche? Sì, si curavano tante malattie con le erbe mediche. Si prendeva l’olio di ricino. Anche se avevi la febbre si prendeva l’olio di ricino.

SIGNOR LIBRALESSO GIANCARLO (nonno di Alessia Vianello classe I D Martellago a.s. 2002-03)

ABBIGLIAMENTO • Usavi il grembiule? Mi chiamo Libralesso, abito a Martellago in via Berna, però sono nato e cresciuto in via Cazzari, quella strada che da Smania porta verso i laghetti, una delle strade più vecchie del paese. Vorrei fare una premessa: la storia del paese è nata anche con i soprannomi. Vuol dire che siccome in dieci famiglie formavano il paese negli anni ’40, ’50, allora c’erano i soprannomi. Per esempio, i Carraro sono di due tipi: i “Granei”e i “Guin”. I Libralesso come me, sono di nove “rami”, non imparentati fra loro. Le vecchie famiglie di Martellago si sono assottigliate però quelle poche case vecchie che sono rimaste nel paese, una volta potevano contenere 40-50 persone ciascuna. C’era il capo famiglia, “el paron”, i figli sposati e i nipoti. • Come eri vestito? Nel ’45 ho iniziato ad andare a scuola. La prima elementare l’ho fatta nelle aule delle suore perché che erano nell’edificio del municipio non avevano aule sufficienti per tutti. Le aule allora erano poste una a destra, dove ora c’è l’ufficio anagrafe, e una dal lato opposto. Il comune aveva chiesto in affitto le aule alla parrocchia. Nel ’45 non si portava il grembiule. I pantaloni erano corti perché costavano meno e in questo modo la mamma poteva acquistarne due paia, uno per tutti i giorni ed uno per la domenica. • C’era un abbigliamento da cerimonia? E che tipo di scarpe calzavi? Per noi non c’erano molte cerimonie, solo la domenica si andava alla Messa e dopo si giocava attorno alla chiesa, in quella occasione indossavamo le scarpe che si chiamavano “carioche” che erano fatte con suola di legno e con intrecci di cuoio. • L’abbigliamento cambiava a seconda della stagione? No, i vestiti erano sempre quelli, i pantaloni erano grossi d’estate e fini d’inverno; non c’era neanche il giubbotto. Pochissime persone in paese potevano permettersi un abbigliamento adeguato secondo la stagione. • Come venivano procurati gli abiti in famiglia? I vestiti venivano usati dal figlio maggiore e poi, passati da un fratello all’altro e dovevano durare perché non c’erano soldini per poterli comperare a tutti e sempre nuovi. Mi ricordo che la mia mamma andava verso Bassano per comperare delle stoffe e poi cuciva lei i vestiti e i pantaloni per me e le mie sorelle anche se non era una sarta. • Quante volte cambiavi abito durante la settimana?

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Io quasi mai. Un paio di pantaloni dovevano durare tutta la settimana; mentre alla domenica si indossavano i pantaloni della festa, la mamma lavava gli altri che così erano pronti il lunedì per andare a scuola. • Ci descrivi gli abiti da cerimonia religiosa? Matrimonio, battesimo o feste

scolastiche? Sono un po’ imbarazzato perché noi bambini di rado si andava ai matrimoni e l’unica cerimonia era la messa della domenica e lì si indossavano gli abiti che qualcuno che “stava meglio” ci aveva regalato. Il 90% degli abitanti di Martellago erano poveri perché era finita da poco la guerra che aveva portato tanta miseria • Descrizione degli indumenti intimi. Avevamo una canottiera, un paio di mutandine tipo “braghette” fatte dalla nostra mamma. • Parla delle cure del corpo e dei capelli, abbellimenti, ornamenti o accessori. I capelli ce li tagliavano a primavera, a Pasqua, proprio rasati e ricrescevano fino a ottobre. Da questo momento in poi li tenevamo lunghi così ci riparavano dal freddo dell’inverno. ALIMENTAZIONE • In che cosa consisteva la merenda del mattino e quella di scuola? La colazione del mattino non era altro che un po’ di latte con la polenta avanzata dalla sera prima, fredda che si buttava sul latte caldo. Solo pochissimi bambini avevano la colazione con un pezzetto di pane del giorno prima con burro e un po’ di zucchero. Se c’era un pezzo di pane avanzato, quella era la merenda del pomeriggio, altrimenti, niente. • In che cosa consisteva il pranzo, la cena? La refezione scolastica? Il pranzo consisteva soprattutto in minestra di verdura, non esisteva il pane né la frutta. Si mangiavano soli i frutti che si trovavano nei campi e d’ inverno si andava male perché non ce n’erano. • In particolari ricorrenze scolastiche, si portavano a scuola cibi particolari? No, non c’era niente e chi aveva qualcosa non poteva portarlo a scuola perché in classe eravamo in tanti. • In famiglia come ci si procurava il cibo? Parlo per me, qualche volta noi bambini andavamo a pescare i pesci alle cave che sono gli attuali laghetti, oppure si andava a pescare nel Dese. Si mangiava anche la verdura e le uova che ci venivano regalate dai contadini. Chi era contadino aveva un po’ di più, aveva i salami perché allevava anche i maiali. • C’erano i negozi? A Martellago c’era un negozio che vendeva un po’ di tutto ed aveva anche i prezzi bassi altrimenti nessuno sarebbe andato a comprare. • Il cibo nelle scuole era distribuito da chi? Enti religiosi o comunali o altro? Non c’era la mensa scolastica. Solo il parroco all’asilo dava da mangiare ai bambini poveri “risi col latte”, pasta e fagioli con un po’ di conchigliette piccole. • Il cibo in colonia com’era? Chi aveva il papà che lavorava in fabbrica poteva andare in colonia, gli altri stavano a casa. Finita la guerra, il parroco monsignor Barbiero, ha fatto portare della sabbia dove c’è ora l’asilo e i bambini giocavano lì come se fossero in spiaggia; la maggior parte dei bambini doveva aiutare i genitori nel lavoro dei campi. • Com’era l’alimentazione nella prima, nella seconda infanzia e negli adulti? Si mangiava sempre lo stesso, naturalmente grandi minestre di verdura che venivano dai campi, poca pastasciutta, la carne da brodo si mangiava solo la domenica, che alla sera, se avanzava, veniva condita oppure si mangiava un uovo o un pezzetto di formaggio.

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• Cosa si beveva? I bambini bevevano soltanto acqua che a volte era quella dei pozzi perché non c’era l’acqua corrente in casa. I contadini che avevano le vigne bevevano il loro vino. • Si rispettavano i digiuni secondo le usanze religiose? Sì, al venerdì si mangiava di magro, niente carne, niente salumi, solo pesce, uova e formaggi. • Che cosa erano le mezzadrie, le decime? La mezzadria era per quei contadini che lavoravano la terra ma che non erano proprietari della terra, avevano un padrone, si chiamavano mezzadri, cioè di quello che producevano facevano a metà col padrone. La decima era che ogni dieci sacchi ne dava uno al padrone. Invece alla stagione dei raccolti si doveva anche fare la questua, che era per il parroco, per la chiesa, e siccome che quasi tutti dovevano dar qualcosa, chi aveva terra dava una gallina, due ceste d’uva ecc…. • C’era solidarietà di tipo alimentare tra le famiglie? Molto più di adesso. Tutti poveri, ma tutti ci aiutavamo. Però c ‘era una cosa, che i grandi, dovuto anche alla poca cultura che avevano, erano piuttosto severi con i bambini. Però quando c’era da aiutarsi eravamo tutti uniti: non c’era né ricco né povero, né furbo né stupidino, eravamo tutti uguali e ci aiutavamo. • Esistevano feste nella vita contadina dove si mangiavano cibi diversi dall’uso

quotidiano? Certo che esistevano. Infatti io sono nato in una casa in via Cazzari e là quando battevano il frumento era la volta che si mangiava anche pesce. Sardine eh!! Non altre cose! Quando si uccideva il maiale si mangiava il sangue e le parti più scadenti, mentre le parti migliori venivano vendute. • C’erano i servizi igienici, l’acqua corrente, l’illuminazione? Questa è una cosa bruttina, perché non c’era l’acqua calda, non c’era l’acqua in casa: nessuno ce l’aveva, eh! E cosa succedeva? Tiravano su un secchio grande, di legno, ci mettevano dentro e ci lavavano una volta la settimana. I piedi e le ginocchia, siccome erano sempre scoperte, tutte le sere un pochettino, ci lavavano nel catino. Nei campi c’era una casetta fatta di paglia o di legno per coprire chi stava facendo i suoi bisogni durante il giorno, mentre di notte si usava un vasetto. Siccome eravamo in tanti che dormivano nella stessa stanza e il vasino doveva servire per tutti, lo si metteva fuori dalla stanza. • Esistevano malattie legate all’alimentazione e rimedi di tipo alimentare

connessi? Sì. Dal medico si andava solo quando si aveva tanto male e c’era solo il medico di famiglia, non il pediatra, ecc..

SIGNOR SEVERINO CERCATO

(nato a Martellago il 15-02-1935; residente a Martellago; pensionato; nonno di Pellizzon Francesco - classe II A Martellago a.s. 2002-03)

ABBIGLIAMENTO

• Come eri vestito? Beh, io ero vestito in maniera molto molto semplice: avevo un paio di galosce, avevo pantaloncini corti, calzettoni sotto il ginocchio, avevo un maglione fatto in casa, e un

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giubbino, mi sembra ricavato da una giacca vecchia di un mio fratello che la mamma ha poi adattato in base alla mia persona. • Usavi il grembiule? Il grembiule a 10 anni non si usava, anche perché era l’immediato dopoguerra, pertanto eravamo vestiti sempre allo stesso modo sia a scuola che a casa. • C’era un abbigliamento da cerimonia? E che tipo di scarpe calzavi? Avevamo un vestitino che si usava la domenica e lo si metteva nelle occasioni delle feste e si calzava, sì avevo anche un paio di scarpe avanzate, non so, dai fratelli maggiori e così insomma… • L’abbigliamento cambiava a seconda della stagione? Sì. Avevamo due stagioni allora: estate e inverno. D’estate un paio di calzoncini e una camicetta e d’inverno pantaloni più pesanti, sempre gli stessi, un paio di galosce che si andava a scuola, calzettoni e un giubbino e un maglione sotto. Quindi due stagioni. • Come venivano procurati gli abiti? Beh! Gli abiti venivano procurati….. • Li acquistavate nei negozi? No, non si acquistava niente perché negozi ce n’era uno ogni paese e non vendeva abiti confezionati ma vendeva pezzi di stoffa perché una volta appunto era una economia molto limitata, pertanto soldi non ce n’erano quindi era anche assurdo avere un negozio se nessuno comprava, gli abiti, non so.. da qualche coperta, da qualche pezzo di stoffa o acquistato o regalato e così le mamme che allora erano molto brave ovviamente facevano anche gli abiti per i bambini. • Ci descrivi gli abiti da cerimonia religiosa? Matrimonio, battesimo o feste

scolastiche? Gli indumenti da cerimonia religiosa erano sempre gli stessi, non c’era una ……, perché allora appunto se uno aveva un vestito buono per così dire, se lo teneva prettamente per la domenica e per tutte le occasioni ovviamente si presentavano allora, era unico e solo. • Descrizione degli indumenti intimi. E’ presto fatto, avevamo ai piedi dei calzettoni e poi avevamo non le magliette di adesso, avevamo una maglia di lana mista seta mi sembra o cotone, era a contatto con la pelle, era tutto lì insomma. • Parla delle cure del corpo e dei capelli, abbellimenti, ornamenti o accessori. A casa mia i capelli dovevano lavare spesso e non c’era lo shampoo, si lavavano col sapone, l’acqua qualche volta era anche fredda e non c’era il phon, niente… con l’asciugamano si asciugava, e dopo una pettinata e via, senza altro, né creme, né gel, né niente di niente ovviamente.

ALIMENTAZIONE • In che cosa consisteva la merenda del mattino e quella di scuola? La merenda del mattino consisteva in una scodella di latte e un pezzo di pane e tante volte con la polenta al posto del pane • E quella del pomeriggio? Quella del pomeriggio lo stesso: un pezzo di pane con un po’ di formaggio, io ero anche fortunato in quanto il formaggio lo si faceva in casa, il pane lo si faceva in casa e tutte le altre cose praticamente. • In che cosa consisteva il pranzo e la cena, la refezione scolastica? Il pranzo consisteva in un piatto di minestra come primo poi… non so… due uova, un po’ di pane e acqua. Questo era il pranzo di un giorno comune. La cena, non c’era il primo allora, un po’ di radicchio, un po’ d’insalata trovata così, una fetta di salame, un pezzetto di formaggio, due fette di polenta.

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• In particolari ricorrenze scolastiche, si portavano a scuola cibi particolari? Beh ovviamente non tutti avevamo la possibilità di portare qualcosa a scuola, c’erano i figli dei contadini che stavano parecchio bene che avevano parecchia terra e allora portavano della frutta, mi ricordo mele, pere, e questo era tutto quello che potevano dare ai suoi coetanei. • In famiglia come ci si procurava il cibo? Il cibo in famiglia si procurava appunto allevando polli, con latte delle mucche, con l’orto ovviamente che c’era la cicoria, le carote e lavorando, seminando, raccogliendo, era un lavoro così… il lavoro dei campi praticamente e tutto ciò che dava… questo era procurarsi il mangiare, poi una volta l’anno c’era il maiale con cui facevano i salumi, le sopresse e questo era un modo per le scorte, per poter mangiare, per poterci alimentare. • C’erano negozi? Come si chiamavano? Cosa vendevano? E i prezzi come erano? Sì, c’erano i negozi ma diciamo c’era “il negozio”; uno per i generi alimentari, si chiamava “casoin”, c’era un po’ di tutto poi vendevano l’aceto, l’olio, la pasta, il riso, ma sempre, sempre molto limitato. • Il cibo nelle scuole,era distribuito da chi? Enti religiosi,comunali o altro? No nelle mie scuole non c’era alcuna distribuzione di cibo, pertanto allora non c’era il tempo pieno, non c’era niente. Si andava a scuola alle otto e si tornava a mezzogiorno; non c’era la mensa, non c’era la refezione. • Il cibo nelle colonie com’era? Appunto, colonie, qui in campagna, ovviamente nessuno poteva usufruirne in quanto proprio non c’erano per noi, forse per qualche città, là dove c’era parecchia gente, loro avevano questa possibilità, per noi qui non esistevano. • Nelle ricorrenze il cibo era diverso? Sì, nelle ricorrenze era diverso perché dal momento che le feste importanti erano rare, pertanto la gente metteva via qualcosa di prezioso: il pollo, come qualche bel salame e via così….nelle ricorrenze appunto si mangiava meglio. • Dove si mangiava? Com’erano i posti a tavola? Erano fissi? Sì, i posti a tavola erano fissi, il capofamiglia o il padre si metteva a capo tavola; le tavole erano piuttosto lunghe: i fratelli maggiori da una parte, i fratelli minori dall’altra. Questo era molto importante, ognuno aveva sempre il suo posto. • Chi distribuiva il cibo? Il cibo lo distribuiva la mamma o la nonna. In casa mia diciamo che era la mamma, cominciando ovviamente dal capo famiglia che allora era il padre, dai fratelli maggiori e così via fino ad arrivare ai piccoli. • Com’erano le stoviglie e gli arredi? Le stoviglie erano semplicissime, come quelle di adesso forse, naturalmente erano piuttosto vecchiotte, erano sempre le stesse da anni, quindi uno doveva ogni volta che si finiva di mangiare lavarle per bene per conservarle. • Cosa si beveva? I grandi bevevano vino e i piccoli acqua, il latte, ma quello si beveva al mattino solo. Il vino non veniva mai dato ai bambini, ma noi qualche volta …sa…magari qualche bicchiere. • Si rispettavano i digiuni secondo l’usanza religiosa? Sì, al venerdì non si mangiava mai di grasso e nella vigilia di Natale, anche in Quaresima si stava molto attenti a non mangiare di grasso, si cercava di mangiare il minimo indispensabile perché si doveva fare un sacrificio, ovviamente questo era lo scopo. • Nelle feste che tipo di dolci venivano preparati? I dolci delle feste erano i dolci fatti in casa, fatti con due uova, un po’ di farina e dello zucchero…e molto poco perché era il 1945, era l’immediato dopoguerra, c’era poco di tutto e quindi si facevano solo in casa. • Quali cibi si cucinavano per i matrimoni e post matrimonio?

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I cibi per i matrimoni appunto; il matrimonio era molto importante e la gente ci andava molto volentieri perché era proprio l’occasione per farsi una buona mangiata. E lì sacrificavano tutto, mettevano via da tempo le scorte, appunto, tanto pollo e tante carni di manzo e via così, erano veramente dei banchetti succulenti e tanto abbondanti. • Che cosa erano le mezzadrie e le decime? Le mezzadrie erano… che le famiglie erano piuttosto numerose ed avevano dei proprietari terrieri che davano un trenta o quaranta campi ad ogni famiglia a lavorare, però metà del prodotto era del padrone e metà era di questa gente che lavorava. La mezzadria vuol dire metà e metà; metà al padrone e metà a quelle persone che lavoravano i campi. • Quali alimenti o prodotti venivano dati attraverso il contratto d’affitto? Il contratto d’affitto veniva fatto così: Non so… uno aveva…. Lavorava 20 campi di terra per esempio e allora per ogni campo veniva data una quota, a fine d’anno o in autunno si andava dal padrone e si davano i soldi dell’affitto. • C’era solidarietà di tipo alimentare tra le famiglie? Sì, c’era molta solidarietà perché appunto quel poco che c’era veniva diviso con tutti; una volta a uno mancava il pane e andava in prestito dall’altro, una volta mancava il latte e allora si scambiavano frequentemente il cibo e anche altro fra le famiglie… perchè.. nel poco, c’era molta molta coscienza… ci aiutavamo per far sì di camminare insieme. • Che tipo di spezie esistevano? E di condimento? Le spezie si possono indicare in due o tre: c’era un po’ di pepe, in po’ di cannella, il sale c’era. Era tutto lì praticamente. • Esistevano feste nella vita contadina dove si mangiavano cibi diversi dall’uso

quotidiano? Sì, sì. Esistevano eccome, dal momento che i lavori di trebbiatura o di vendemmia o d’altro, si verificavano una volta all’anno ed erano anche pesanti, allora il cibo anche abbondava e uno faceva volentieri lo sforzo perché sapeva che poi faceva una bella mangiata e allora erano le uniche occasioni per mangiare poi la carne. • Come era la cura e l’igiene del corpo? La cura e l’igiene del corpo era, diciamo nelle famiglie curate, era molto severa perché ricordo che ci spogliavano nudi, così da bambini, ci buttavano dentro un tinozzo e l’acqua delle volte era anche parecchio fredda, il sapone era quello che era, appunto c’era un unico sapone per lavare i panni e anche per lavarsi e qui ci lavavano ben bene due volte la settimana, almeno a casa mia, la pulizia anche allora era molto sentita. • Esistevano i servizi igienici, l’acqua corrente, i servizi di illuminazione? E la

cottura dei cibi e del pane? I servizi igienici non erano dotati di acqua corrente perché generalmente non erano in casa bensì fuori: si faceva una piccola casetta di due metri per uno, alta due metri e lì erano i servizi. L’illuminazione ovviamente in qualche casa c’era e in qualche casa no: c’era il carburo che si usava per l’illuminazione o petrolio nelle lampade a petrolio. In qualche famigli c’era l’energia elettrica due lampadine molto alla buona, era tutto lì. E il pane, ovviamente la cottura del pane, la si faceva in casa ma nel 1945 già funzionavano i forni. Qui a Martellago ce n’erano due. Io andavo a Peseggia perché ero più comodo e anche lì c’era il forno e allora si cominciava già a vedere un po’ di movimento, ad inserirci un po’ nella vita. • Esistevano malattie legate all’alimentazione e rimedi di tipo alimentare

connessi? Beh, ricordo… allora stavamo quasi sempre bene, nel poco… poco vestiti, nutrimento scarso, però non vedevo molte malattie, certo qualche raffreddore, influenza. Allora l’influenza si faceva ogni anno, a febbraio c’era la scadenza fissa. Nel poco forse l’aria era

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migliore di adesso e il cibo pur essendo scarso, forse era migliore; non ho visto bambini con malattie particolari. • Si faceva uso di erbe mediche? Sì, mi ricordo di avere avuto un taglio al piede e mi facevano degli impacchi con un’erba che non so cos’era, si metteva in un sacchettino dopo averla fatta bollire e si facevano degli impacchi.

SIGNOR OLIVO LIBRALESSO (nato a Mirano il 19-03-1934; residente a Martellago; pensionato;

nonno di Giulia Libralesso della classe II D di Martellago a.s. 2002-03)

ABBIGLIAMENTO

• Com’eri vestito? In estate portavo dei pantaloncini corti e una camicia, quando faceva più freddo oltre ai pantaloni avevo delle calze e una maglia di tessuto duro. Ai piedi avevo le “galose”: una specie di scarponi con il fondo di legno e talmente duri che per dieci-venti giorni avevo i talloni che mi sanguinavano. Le prime scarpe le ho avute a sedici anni. • Se usavi il grembiule, che abiti indossavi? Sempre i soliti pantaloncini, camicia o maglia e i calzini sempre rotti. Avevo i calzini a “scapinee” cioè fare ai calzini di lana il piede nuovo che erano la maggior parte sempre di colore diverso. Se erano troppo grandi li tenevo su con dello spago. Il cappotto? Non sapevo neanche che cosa fosse. Io non avevo il grembiule e per questo motivo la maestra mi metteva in castigo facendomi inginocchiare su dei sassolini o con delle bacchettate sulle mani. • C’era un abbigliamento da cerimonia e che tipo di scarpe si calzavano? Sempre quello. Niente scarpe. • L’abbigliamento cambiava a seconda della stagione? In estate: pantaloni corti, maglietta o neanche quella; in inverno: sempre i soliti pantaloni corti con le calze, maglia felpata e una maglia recuperata in qualche modo. Cappotti non esistevano. Le prime scarpe a sedici anni. • Ogni quanto avveniva il cambio degli indumenti? (Risata) Il giorno che la mia mamma mi lavava i vestiti, io dovevo rimanere a letto finché si asciugavano. Un giorno d’ inverno sono andato a scivolare sul ghiaccio e sono finito in acqua: per due giorni sono rimasto a letto ad aspettare che si asciugassero i miei unici vestiti. • Come venivano usati gli abiti in famiglia? I vestiti si usavano finché si consumavano perciò non si scambiavano. • Come venivano procurati gli abiti? Qui a Martellago c’era un negozio di stoffe dove la mia mamma comprava quello che le occorreva per poterci confezionare i vestiti. • Quante volte cambiavi abito durante la settimana? D’inverno una volta al mese, in estate un po’ più spesso. • Ci descrivi gli indumenti da cerimonie religiose: matrimonio, battesimi o feste

scolastiche? Da bambino non avevo vestiti per le feste perché c’era la guerra, da ragazzo invece avevo un vestito per le feste.

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• Descrizione degli indumenti intimi? Non avevo né le mutande e nemmeno la canottiera. • Parla della cura del corpo e dei capelli: abbellimenti, ornamenti, accessori. In estate mi lavavo nel canale, il Dese, in inverno in casa in un catino d’acqua che non sempre era calda.

ALIMENTAZIONE • In che cosa consisteva la merenda del mattino e quella della scuola? Al mattino non ho mai mangiato anche perché si mangiava poco. A mezzogiorno mezzo panino e di sera non si trovava tanto di più. • E quella del pomeriggio? Non c’era. • In che cosa consisteva il pranzo, la cena? La refezione scolastica? In estate ero come una scimmia. Sempre sugli alberi da frutta. A casa c’era polenta e allora cosa andavo a fare a casa? Partivo al mattino e ritornavo di sera, fino ad ottobre ero sempre nei campi in giro per il paese. • In particolari ricorrenze scolastiche, si portavano a scuola cibi particolari? Chi li

portava? Non c’erano feste a scuola. • In famiglia come ci si procurava il cibo? A casa c’era un orto per le verdure, avevamo alcuni animali da cortile e il latte lo andavamo a prendere dai contadini. • C’erano negozi? Come si chiamavano? Cosa vendevano? E i prezzi com’erano? Mi ricordo di un negozio di alimentari, una tabaccheria e una macelleria, ma i prezzi non li ricordo. • Il cibo nelle scuole era distribuito da chi? Enti religiosi, comunali o altro? Non mi ricordo di mense alla scuola. • Il cibo nelle colonie com’era? Sono andato per due anni in colonia. Era il periodo estivo qui a Martellago, in alcune stanze del Municipio, c’erano quasi tutti i bambini. Ci trovavamo verso le nove del mattino fino di pomeriggio. Si mangiava: minestra, qualche volta pastasciutta, acqua e un panino con la marmellata. Era tutto buono. • Nelle ricorrenze il cibo era diverso? Solo alle feste più importanti c’era gallina lessa e carne • Quando si è notato un cambiamento negli usi alimentari? Alla fine della guerra. • Dove si mangiava? In cucina sulla tavola • Com’erano i posti a tavola? Erano fissi? Sì, ognuno aveva il proprio posto. • Chi distribuiva il cibo? In che ordine? Mia madre metteva il piatto in mezzo al tavolo e ognuno si serviva. • Alimentazione nella prima, nella seconda infanzia e negli adulti? Tutti mangiavano la stessa cosa • Come erano le stoviglie e gli arredi? C’erano i piatti, i bicchieri, le forchette, i cucchiai ma non i coltelli, il tavolo, le sedie, e il camino (ARIOEA) dove mia madre cucinava e d’inverno era l’unico mezzo di riscaldamento.

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Cosa si beveva ? Vino, acqua, altro… L’acqua del pozzo, che non sempre era limpida. • Si rispettavano i digiuni secondo l’usanza religiosa? Sì, molto, anche troppo! • Nelle feste che tipi di dolci venivano preparati? Mia madre faceva una focaccia a Natale e per il mio compleanno (perché ero il più piccolo) e a carnevale faceva le frittelle. • Quali cibi si usava cucinare per i matrimoni e post-matrimonio? Si mangiava quello che si mangiava alle feste più importanti: risotto, gallina e carne lessa. • Che cos’erano le mezzadria e le decime? Era una parte del raccolto che i contadini davano ai proprietari delle campagne: mezzadrie 50% del raccolto, le decime una decima parte. • Quali alimenti o prodotti venivano dati attraverso il contratto

d’affitto dei terreni? Non so, perché non avevamo campagne in affitto. • C’era solidarietà di tipo alimentare tra le famiglie? Poco niente perché c’era poco per tutti. • Che tipi di spezie esistevano? E di condimento? Le spezie erano il sale, il pepe, per il condimento si usava lo strutto e il lardo del maiale. Esistevano feste nella vita contadina dove si mangiavano cibi diversi dall’uso quotidiano? (trebbiatura, vendemmia, uccisione del maiale o altro) Durante la trebbiatura si mangiava la soppressa, la coppa, e si beveva il vino. Si lavorava ma eravamo contenti. • Com’era la cura e l’igiene del corpo? In estate in canale spesso, in inverno poco. Mi ricordo che il sapone era fatto in casa: usavano le ossa di animali(polli, maiali) che venivano sciolti in soda caustica e fatti bollire. Aveva un forte odore ma sgrassava. • Esistevano i servizi igienici, di acqua corrente, servizi di illuminazione e cottura

dei cibi e del pane? I servizi igienici e l’acqua corrente non c’erano. L’illuminazione era con lampade a carburo o petrolio e si consumava poco perché non c’erano soldi per acquistarlo. La cottura del cibo si faceva sul camino. Hanno costruito la stufa a legna in pietra quando avevo circa 14 anni. • Esistevano malattie legate all’alimentazione e rimedi connessi? Sì, c’era la pellagra. Ce l’ho avuta anch’io ma si aspettava che guarisse da sola. • Si faceva uso di erbe mediche? No. A casa nostra non si usavano.

SIGNORA LINA CASTELLANO (nonna di Danesin Alessia della classe I A di Martellago a.s. 2002-03)

ABBIGLIAMENTO

• Come eri vestita? Vestito intero colorato a quadretti o tinte unite. • Usavi il grembiule? Il grembiule era nero con fiocco rosso e colletto bianco(si divideva a volte con la sorella che aveva turni diversi a scuola – es. il pomeriggio –. • C’era un abbigliamento da cerimonia? E che tipo di scarpe calzavi?

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Il vestito di festa da indossare una volta alla settimana (di domenica). Le scarpe solo il giorno di festa erano semplici, basse e con i lacci. • L’abbigliamento cambiava a seconda della stagione? D’inverno si usavano grandi scarpe nere di lana a frange lunghe come capotto. • Ogni quanto avveniva il cambio degli indumenti? Nessuno aveva degli abiti propri ma si scambiavano gli uni con gli altri a seconda delle necessità. • Come venivano procurati gli abiti? Si comprava la stoffa nell’unico negozio e poi venivano confezionati dalla mamma. A volte ci venivano regalati da famiglie benestanti. • Quante volte cambiavi abito durante la settimana? Una volta alla settimana, se non vi erano problemi particolari. • Ci descrivi gli abiti da cerimonia religiosa? Matrimonio, battesimo o feste

scolastiche? Per le feste si usava in genere l’unico vestito buono. Uno scamiciato lungo fino alle ginocchia con una camicetta di cotone, i capelli raccolti con un nastro. • Descrizione degli indumenti intimi. Indumenti intimi: - mutande di cotone (estate) di fustagno o flanella (inverno) – maglia con maniche lunghe felpata (inverno) – d’estate niente maglie • Parla delle cure del corpo e dei capelli, abbellimenti, ornamenti o accessori. Mi lavavo all’aperto d’estate oppure in cucina d’inverno. Avevamo un grande secchio pieno d’acqua e mi lavavo con sapone grezzo, compresi i capelli che poi risciacquavo con acqua e aceto per ammorbidirli. Usavo per i capelli forcine, nastri colorati, e dei piccoli orecchini regalo di battesimo.

ALIMENTAZIONE • In che cosa consisteva la merenda del mattino e quella di scuola? La colazione del mattino: latte e polenta, al pomeriggio un frutto (di solito una mela). • In che cosa consisteva il pranzo, la cena? La refezione scolastica? Pranzo: minestra di verdure, raramente pastasciutta; a cena radicchio crudo e mezzo uovo, carne una volta alla settimana. Non c’era refezione scolastica. • In particolari ricorrenze scolastiche, si portavano a scuola cibi particolari? Si portavano a scuola dei dolcetti tipo biscotti secchi, portati a scuola dai più benestanti. • In famiglia come ci si procurava il cibo? Si allevavano animali da cortile: galline, conigli, maiale, mucche. • C’erano i negozi? C’erano due negozi: FABRIS che vendeva solo generi alimentari sfusi ( zucchero a etti, caffè a etti, farina, sale, pasta, riso, spezie, frutta secca. SALIN ANGELO (ex bar bianco): vendeva generi alimentari in più vendeva la carne. Mi ricordo che si diceva che la carne di mezza mucca rimaneva in vendita per circa un mese. • Il cibo nelle scuole era distribuito da chi? Enti religiosi o comunali o altro? Ai miei tempi non esisteva a Martellago la refezione scolastica. C’era l’interruzione dell’orario scolastico per andare a pranzare a casa. Poi le lezioni riprendevano a pomeriggio. • Il cibo in colonia com’era? Sono andata in colonia con i sacerdoti di Martellago, a Feltre. Si mangiava un po’ meglio: grandi minestroni di verdure, uova, polenta. • Nelle ricorrenze il cibo era diverso?

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L’alimento principale durante le feste era mangiare la carne, una volta al mese si acquistava il pane; e talvolta si faceva un dolce casereccio tipo pinza fatto con i resti di polenta e frutta secca. • Dove si mangiava? Gli uomini mangiavano in cucina attorno alla tavola, i bambini sotto il portico di casa con le donne durante la bella stagione ed in stalla durante l’inverno. • I posti a tavola erano fissi? I posti attorno alla tavola erano designati in maniera fissa, a capo tavola il nonno capofamiglia. Bambini e donne dove si trovava posto (gradini, per terra, sul ceppo di legno). • Chi distribuiva il cibo? Il nonno distribuiva le pietanze e veniva servito per primo: prima gli uomini intorno alla tavola, poi i bambini e le donne. • Com’era l’alimentazione nella prima, nella seconda infanzia e negli adulti? I bambini venivano allattati al seno e latte di mucca. Poi si passava a minestre di cereali e la classica polenta con il latte. Gli adulti consumavano in genere al mattino frittata con cipolla, polenta, formaggio fatto in casa; a pranzo minestre di legumi (fagioli); a cena cotechino, salame, vino, si intingeva la polenta nell’aceto. • Com’erano le stoviglie e gli arredi? C’erano: piatti di ceramica, forchette e cucchiai, il coltello da cucina lo usava il nonno per dividere le porzioni, si beveva sulle scodelle. Arredi: una grande credenza, un grande tavolo con varie sedie di paglia • Cosa si beveva? Si beveva: acqua del pozzo di casa, vino della vigna di casa (uve nere merlot e clinton, uve bianche moscato), grappa fatta in casa. Il vino era prodotto dalla nostra vigna ed era bevuto solo dagli adulti in modesta quantità, perché la maggior parte veniva venduto. • Si rispettavano i digiuni secondo le usanze religiose? La religione era molto sentita e tutti in famiglia seguivano rigorosamente il precetto cristiano di astinenza e digiuno nei giorni che precedevano le feste religiose: tutti i venerdì dell’anno (il venerdì santo); durante la quaresima. • Quali cibi si usavano cucinare per il matrimonio e post matrimonio? Per i matrimoni si usava macellare e cucinare animali di casa: gallina lessa, pollo arrosto, risotto con i fegatini, verdura. • C’era solidarietà di tipo alimentare tra le famiglie? C’era solidarietà tra le famiglie secondo le necessità alimentari. • Che tipo di spezie esistevano? E di condimento? Spezie: rosmarino, aglio, cipolla, salvia, alloro. Condimenti: lardo, grasso (che si colava col fuoco e si raccoglieva nella vescica del maiale e poi usato per friggere, condire), olio (molto raro), aceto, burro fatto in casa. • Esistevano feste nella vita contadina dove si mangiavano cibi diversi dall’uso

quotidiano? Quando c’era l’uccisione del maiale si mangiava: il sangue del maiale cucinato in pentola, il fegato cotto con la cipolla. • C’erano i servizi igienici, l’acqua corrente,l’illuminazione? Non esistevano a casa servizi igienici: avevamo il gabinetto all’aperto vicino all’orto, non c’era acqua corrente in casa che si attingeva nel pozzo, non c’era elettricità, in casa si accendevano dei lumi a petrolio. Per cucinare e riscaldarsi avevamo la cucina economica (stufa a legna). Si adoperavano, per riscaldare i letti, gli scaldini di ferro che si riempivano di braci ardenti e venivano messe sotto le coperte. Oppure una pietra messa a scaldare sopra la stufa veniva avvolta in uno straccio a messa fra le coperte. • Si faceva uso di erbe mediche?

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Mia mamma adoperava un’erba particolare, non ricordo quale, come rimedio per calli e duroni.

SIGNORA FERRARESSO LAURA (nonna di Spolaor Erica della classe I A di Martellago a.s. 2002-03)

ABBIGLIAMENTO

• Come era vestita, lei nonna Laura quando andava a scuola? Tutti i bambini a scuola avevano il grembiule nero, i bambini il fiocco azzurro e le bambine lo avevano rosso. Tutti eravamo vestiti uguali non come adesso. Non c’era lo zainetto ma una cartella di cartone o di stoffa. • Quali abiti indossavi sotto al grembiule? Sotto al grembiule c’erano i vestiti fatti a mano dalla mamma o dalla nonna. • Ogni quanto avveniva il cambio degli abiti? Il cambio degli abiti non avveniva ogni giorno perché bisognava lavare tutto a mano ed inoltre non c’era l’acqua in casa ma bisognava andare a prenderla fuori al pozzo. Solo pochissimi avevano l’acqua in casa, quelli che stavano bene. • Ci descrive gli indumenti da cerimonie religiose:matrimonio, battesimo o feste

scolastiche? C’era il vestito particolare che si metteva la domenica per andare a messa e al catechismo. Quando si tornava a casa bisognava toglierlo e metterlo bene. Come erano gli indumenti intimi? Le bambine non portavano i pantaloni. Mi ricordo che non ho mai portato i pantaloni. Adesso li porto che sono vecchia. Gli indumenti intimi erano le sottovesti sempre fatte a mano dalle mamme e ricavate anche dai vestiti vecchi. Avevamo le calzette e per tenerle su ci facevano una giarrettiera con delle asole e dei bottoni. Io mi ricordo che certe volte quando tornavo a casa da scuola, si slacciava la calza e con una mano tenevo la cartella e con l’altra la calza. • Ci parla delle cure del corpo e dei capelli? Il bagno non si faceva tutti i giorni perché era fatica: bisognava prendere l’acqua fuori poi in una bacinella grande in cucina si faceva il bagno separatamente. La mamma mandava a letto i maschietti e faceva il bagnetto a noi dopo aver scaldato l’acqua sul fuoco. Il peggio era però il gabinetto perché era fuori di casa e serviva per cinque o sei famiglie e tante volte facevamo la fila. Di notte c’erano i vasini in camera per fare i propri bisogni oppure si andava fuori e bisognava portare un secchio d’acqua per lavare. E per bere c’era un gancio in cucina dove era appeso un secchio con un mestolo. Se uno aveva sete andava col bicchiere e prendeva l’acqua. Non c’era il rubinetto e neanche bibite si beveva solo acqua. • Cosa si usava per lavarsi i capelli? Per lavarsi il corpo e i capelli si usava il sapone che veniva fatto in casa con il grasso del maiale. Non c’era il bagno schiuma.

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ALIMENTAZIONE • In che cosa consisteva la merenda del mattino e quella di scuola? La merenda consisteva in un panino fatto con la marmellata fatta in casa con la frutta che cresceva sui propri alberi. Quasi tutti avevano un po’ di terra e anche chi non l’aveva aveva però le galline per avere le uova per fare i dolci. • In che cosa consisteva il pranzo, la cena? La refezione scolastica? A pranzo si mangiavano tanti fagioli, piselli. La mia mamma comprava le teste di mucche che erano grandi, che allora costavano pochissimoe con le quali si faceva il brodo buono. Il pollo si mangiava di domenica e quasi sempre lo si allevava in casa.Si mangiava il salame e tanta polenta,tanti fagioli. A colazione si mangiava ancora polenta con il latte ed era tanto buona. Il pane si mangiava solo di domenica. A Martellago c’erano tanti mulini dove si andava a macinare il grano. C’era soprattutto il maiale, allevato in casa e dal quale si ricavava: carne, salame, strutto usato al posto dell’olio, le costicine, il sangue cotto. Il latte si comprava dai contadini che allevavano le mucche. • C’erano negozi? C’erano pochi negozi perché quasi tutto il cibo si faceva in casa. C’erano però i negozi di alimentari dove si compravano le cose sciolte: cinque lire di conserva, due etti di zucchero incartato nelle carte grosse blu. • Come erano i posti a tavola? Erano fissi? C’erano i posti fissi. Per primo veniva servito il papà poi i bambini e per la mamma se ne restava. Nella nostra famiglia tutti eravamo seduti nella stessa tavola ma in casa dei miei nonni che era una famiglia grande, i bambini erano da una parte e i grandi da un’altra. • Che cosa erano le mezzadrie, le decime? I miei zii e i miei nonni avevano delle campagne immense ed il raccolto veniva diviso a metà con il padrone. Io mi ricordo che d’estate, finite le scuole, andavo in vacanza dai miei nonni e con me c’era anche mia cugina e andavamo a prenderci l’uva di nascosto perché c’era il fattore che passava a cavallo e controllava perché non si poteva prendere perché bisognava fare a metà. • Esistevano feste nella vita contadina dove si mangiavano cibi diversi dall’uso

quotidiano? (trebbiatura, vendemmia, uccisione del maiale o altro) Durante la vendemmia si faceva una bella festa e i polli e le galline migliori le mettevano via per mangiarle in questa occasione. Era un giorno, in cui si stava tutti insieme. Così pure quando si uccideva il maiale. Noi bambini andavamo sopra al primo piano e dal balcone guardavamo quando uccidevano i maiali, poi si mangiavano le costicine e il sangue cotto che adesso lo buttano via si facevano belle feste. • Quando un tuo fratello, il papà o la mamma si ammalavano con cosa li curavate? Quando qualcuno si ammalava non c’erano le medicine che ci sono adesso per poterlo curare. Se erano cose semplici come se si veniva punti dal pungiglione di un’ape si usava la cipolla sfregata sopra la puntura. L’aglio si metteva al collo dei bambini per far passare i vermi, si faceva una collanina. Quando un bambino stava male gli si dava l’olio di ricino. Se si stava tanto male si andava in ospedale. Era più facile andare in ospedale ma non era come adesso. Quando la mia mamma aspettava me è andata in ospedale in bicicletta e mio papà la spingeva perché aveva paura che nascessi per strada.

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SIGNORA GIUSEPPINA

(nonna di Beatrice Mellinato della classe 1 C di Martellago a.s. 2002-03) • Cominciamo con la prima domanda a nonna Giouseppina: Come eri vestita? Avevo una sorella più grande, poi un'altra e io ero la terza. Avevo i vestiti di mia sorella, mai nuovi, sempre vecchi. Ci si passava gli abiti, perchè eravamo tanti fratelli: eravamo sette fratelli e allora si passavano gli abiti, i vestiti. Però quello della domenica c'era sempre, il vestitino della domenica c'era.Eh, mi ricordo che la mamma ci aveva fatto a noi tre sorelle un vestito, uno scamiciato dicevano una volta, con una maglietta, proprio potevamo tenerlo in esclusiva.Ma io ero piccolina e una domenica me lo ero sporcato tutto. Quando sono arrivata a casa, mia mamma.... le ho prese. E' un ricordo, che mi ricordo bene perchè l'avevo anche rotto. Eh,ohi..ohi...eh sì! Bisognava stare attenti, il vestito della domenica era prezioso, perchè proprio si aveva l'abitudine del vestito per la festa, perchè si andava a messa, con le sorelle più grandi, dopo si veniva a casa e la domenica c'era qualcosa di particolare: biscottini con la cioccolata. • C'erano anche delle scarpe particolari per la domenica? Un paio per sempre, poi d'inverno erano quelle. Noi le chiamavamo le "galosse", ci dicevano una volta, e mio papà ci metteva le "brocche" perchè non si rovinasse, perchè non era come adesso... • Erano scarpe robuste? Sì,sì. Bisognava che fossero robuste perchè non c'erano soldini da comprarghene tante... Eravamo tanti! • E la famiglia era molto più numerosa di adesso? Eh! Perchè erano tre famiglie. C'era una zia vedova con tre figli, un altro zio che comandava, una volta era così, c'erano quattro fratelli di mio papà. Così era la vita. • A scuola indossavate il grembiule? Sì, grembiule nero col collettino bianco e il fiocco rosso e a me piaceva tanto. Anche i miei bambini li hanno portati i grembiuli. • Un grembiule nero con fiocco rosso.. Fiocco rosso le bambine e i maschetti fiocco azzurro e c'era il collettino bianco • Cosa si indossava sotto il grambiule? I vestiti della settimana, sempre puliti perchè la mia mamma lavava tanto, non c'era lavatrici e insomma ci cambiava, eravamo sempre puliti quando andavamo a scuola. Cartelle di cartone... avevamo le cartelle di cartone e non c'erano tante penne; una volta c'era l'inchiostro, non la biro, non c'era la biro; c'era le matite e la penna col pennino e l'inchiostro: facevamo tanti di quei scarabocchi! C'era un pennino e una bottiglietta di inchiostro. • E poi si scriveva; ma era facile sporcarsi? Eh sì, eh tanto; dopo c'era la carta assorbente • A scuola andavate solo di mattina? Noi andavamo a scuola la mattina e al doposcuola dalle suore. Allora ci facevano il doposcuola e la dottrina, tutto un assieme, eravamo sempre impegnate, insomma, abbastanza, sì. • Torniamo ai vestiti... I vestiti li faceva la mia mamma. Aveva la macchina da cucire, prendeva la stoffa, c'era un negozio qui a Martellago, solo, prendeva i scampoli e là la mamma faceva i vestiti per una e poi li passava a tutte, come il vestito della Pima Comunione, era il vestito da sposa di mia mamma, perchè una volta non c'era la tunica, c'erano i vestitti; la mia mamma, col suo

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vestito da sposa l'ha tagliato e ha fatto il vestito è per la Prima Comunione prima per mia sorella Luigina, poi per la Fernanda e poi per me e ci siamo passati i vestiti. • Come venivate pettinati? Le bambine avevano il fiocco rosso in testa come quello del collettino, non c'erano tutti i nastri, non si poteva permettersi queste cose. • Come erano le stoffe? Anche le stoffe erano vecchie, non c'erano soldi una volta, i bambini non avevano pretese. I guanti li faceva la mia mamma, le sciarpe anche, a ferri, tutto a ferri, lavoravano tanto una volta. Ma anch'io avevo cominciato presto a lavorare a ferri. Mi piace, perchè ho cominciato presto e allora facevo le maglie per i miei fratelli più piccoli, le sciarpe... Ho tanto lavorato a ferri, che ancora ai miei nipotini faccio le copertine anche se adesso ho poco tempo. • Che cosa si mangiava, per esempio per la merenda del mattino oppure per quella

a scuola? Per la merenda del mattino c'era pane e latte e per portarci via la mamma faceva sempre dolci. Ci davano biscotti poche volte e se no un panino, pane se c'era ma metteva sempre qualcosa, una mela, avevamo tanti frutti, mio papà aveva tanti frutti, si mangiava insomma • Come si svolgevano il pranzo e la cena? C'erano delle cose particolari da

mangiare? Sì,sì, perchè io me lo ricordo ancora le cose della mia mamma e dicevo: la mia mamma faceva delle cose buone! Faceva minestre di verdura che erano molto buone, tanta verdura noi mangiavamo. Bistecche, carne poche volte; noi avevamo polli, galline, allora una volta la domenica si mangiava il pranzo speciale: era gallina, allora noi bambini tutti attorno, e un piatto di minestra. Eccome che si mangiava tutto! Perchè c'era fame. Erano cose genuine, cose nostre, prodotte dalla campagna. Perchè non avevamo tanta terra, però c'era di tutto, frutti... • E nei negozi compravate qualcosa? Sì, lo zucchero. Andavo anch'io a far la spesa. Lo zucchero, la pasta, due etti di pasta, due etti di zucchero, il minimo, poco perchè si guardava a quello che si spendeva, si comprava il necessario. Perchè la mia mamma faceva il pane, i dolci, tutto in casa, faceva il burro, perchè avevamo la mucca, una stalla, allora si faceva tutto. Io mi ricordo anche che non avevamo luce elettrica, avevamo il lume a petrolio, non c'era il benessere di adesso, lo rammento sempre ai miei bambini. ..... Come anche il Natale, il Natale di adesso è proprio... Il nostro... anche ieri sera, vero? Te l'ho raccontato il mio Natale, che il mio papà andava a prendere un ramo di pino, lo portava a casa, e cosa c'era su? Un mandarino, delle caramelle e la mia mamma faceva le bambole di legno. Però erano bei natali. E adesso? Tutti giochi, adesso, e la nonna li ha viziati e dopo prendo... • Si mangiava a scuola una volta, c'era una specie di mensa' No no mai, si andava alle otto e trenta e si tornava alle dodici e trenta. No, perchè dopo noi andavamo al doposcuola dalle suore, andavamo a casa a mangiare, tanti andavano all' asilo. Avevamo l' asilo qua dalle suore e si stava bene. • Per qualche ricorrenza in particolare si portava a scuola del cibo per

festeggiare? No non c'era, sul mio periodo no. Dopo noi abbiamo fatto solo la quinta, non c'erano ancora le medie. Ha cominciato mio fratello a fare le medie, quello più piccolo di me. Noi finita la scuola si andava a lavorare, a undici anni. Ma anche prima! Si andava per i campi ad aiutare, perchè eravamo in tanti in casa bisognava. I bambini lavoravano. Pochi i giochi.

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• Quando si mangiava a casa e si era tutti assieme in famiglia, c'erano dei posti fissi particolari?

Sì. Quando si mangiava veniva servito per prima i grandi. Prima il padrone, perchè avevo mio zio. Dopo mia zia che era vedova e dopo noi. I bambini sempre ultimi, noi sempre ultimi. La zia, era capofamiglia, una volta erano in famiglia ed era capofamiglia il più vecchio. Noi non chiedevamo mai "mamma", sempre "zia". E la zia era quella che era il capo. Anche la mia mamma faceva quello che dicevano loro insomma. • Come erano le stoviglie, gli arredi in cucina? C'erano le cose che si trovano

adesso? No, no, le tovaglie, un piatto, un cucchiaio e la forchetta; il coltello non esisteva. I bicchieri sì, c'era, ma sempre poco. Dopo quando hanno fatto "parte", mio papà si è diviso, allora sì, con la mia nonna si è fatto, ma allora eravamo più grandi, ma da piccola è stata un po’ dura, perchè eravamo tanti e c'era poco. Però si mangiava, avevamo tante belle feste, ci si divertiva, sempre, era tutto un divertimento. Quando andavano a letto i miei genitori, noi ragazzi andavamo a rubargli l'uva, le ciliegie dove che non volevano. • Anche voi facevate i monelli, non soltanto noi! Sì, tanto, ma era sempre per mangiare, sempre frutti, anche perchè i primi si vendevano, quelli che restavano si mangiavano. Una volta era tutto così. Si andava anche a fare la spesa: si portavano le uova e ti davano lo zucchero, ti davano la pasta. Appena finita la guerra era così, quelli erano i tempi. • Cosa si beveva a tavola? C'era acqua, vino, altre bevande? C'era la Coca Cola,

per caso? No, non avevamo neanche l'acqua corrente, avevamo il pozzo e, per prendere l'acqua per bere dovevamo fare tanta strada, perchè non si poteva bere l'acqua del pozzo. Allora dovevamo prenderne con le bottiglie, e anche poca. Latte sì, bevevamo latte, perchè l'avevamo in casa, e buono anche, era il nostro latte. Quello non ci mancava. Per me è stato bello, c'era tutto quello che serviva. Adesso avete troppo, perchè non sono capaci di...Anche i giochi, vogliono i giochi,vedo i miei nipoti, anche il giorno di Natale, ne avevano tanti che non li hanno neanche guardati. • Si rispettavano alcune regole religiose in alcune ricorrenze? Sì. sì, il venerdì, tutti i venerdì, la settimana santa, la si rispettava veramente. La Vigilia di Natale, prima si andava a messa, dopo si veniva a casa e la mia mamma mi preparava il cioccolato con i biscotti, ma non si mangiava a mezzogiorno, si mangiava alle tre; proprio andavano rispettati. I digiuni, tutto, le feste. • Nelle feste c'erano dei dolci particolari che venivano preparati? La mia mamma faceva da Pasqua le focacce, fatte in casa, ne faceva tante e dopo da Natale faceva i dolci, tante cose. Dopo cominciava le frittelle, faceva la pinza, sempre tante cose, però mai comprato niente, mai comprato un dolce. Preparava la torta con le mele, con tutto. • C'era solidarietà e aiuto fra famigliari? Sì, ci si aiutava, ma si era tutti allo stesso livello, però ci si aiutava, si faceva le feste insieme. • E c'erano anche spezie diverse rispetto ad adesso che venivano usate come

condimento? No, c'erano tutte le verdure, non si comprava niente, era tutto genuino. • La cottura dei cibi e del pane dove avveniva? Sulla cucina economica, e non c'era tanta legna, allora andavamo per i campi e si prendevano le piccole legnette, tutto e si faceva, sempre. D'inverno ci si scaldava così o in stalla, con la mucca. • Avevate la cucina a legna?

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Sì ma c'era poca legna. Nei campi di grano, di pannocchie, dove adesso bruciano tutto, noi andavamo a raccogliere per scaldarci noi, dovevamo scaldarci con quelle cose là. • E i servizi igienici? Fuori, mio papà aveva fatto il gabinetto fuori. Ci si lavava con un po’ di acqua calda. D'estate mettevamo un gran secchio fuori, si scaldava col sole, e dopo facevamo il bagno. • E c'erano feste di vita contadina dove...? Sì, sì, c'era. Sulla trebbiatura, là erano feste grandi, si mangiava tanto, all'aperto, eravamo in tanti. Poi alla sera si cantava.

SIGNORA DAINESE MARISA

(nata a Martellago il 12-05-45; residente a Martellago; casalinga; intervistata dalla nipote Angela Fusco della classe III D di Martellago a.s. 2002-03)

• Quando sei nata? Sono nata il 12-5-45 a Martellago • Da che famiglia provieni? Io provengo da famiglia contadina • Quanti fratelli o sorelle siete? Noi siamo in 8: 4 maschi, 4 femmine • Se vuoi adesso cominciamo subito con le domande, ok? Sì • Allora, quando eri piccola, com’eri vestita a quel tempo? Il solito…normale Quando andavo a scuola ero vestita con una gonna, una maglia • Questi vestiti erano fatti, come si dice oggi, produzione propria; chi li faceva: la

mamma o erano comperati? Questi vestiti me li faceva la mamma. Mentre a scuola avevamo il grembiule col fiocco rosso e il colletto bianco • Che abiti indossavi sotto il grembiule e a tutto il resto? Beh, sempre una gonna, un vestitino che alle volte me lo regalavano. • C’era un vestito da cerimonia che usavi e che tipo di scarpe calzavi? Avevamo sempre il vestito per la festa. D’inverno avevamo un paio di scarpe un po’ più consistenti, mentre d’estate avevamo dei sandali e per giocare a casa avevamo gli zoccoli di legno. • Vestivate tutti uguali maschietti e femmine o c’erano diversi vestiti? Eh no, c’erano sempre i pantaloni per i maschi e invece le donne portavano le gonne… • Ma l’abbigliamento da cerimonia era tutto uguale i dicevo? Di solito sì, si faceva la comunione, non so, con i vestiti che uno aveva… non era come adesso che si mette la tunica • Insomma l’abbigliamento cambiava ogni stagione…. Perché…. Sì, sì.. Allora d’inverno si era vestiti un po’ più pesanti. • Invece d’estate un po’ più leggeri… In primavera avevamo un vestitino con una giacchettina di lana e i calzettoni, mentre d’inverno avevamo le calze lunghe. • Ogni quanto veniva il cambio degli indumenti? Eh, Angela, l’igiene non era come adesso, sicchè…eh… mia mamma aveva poca roba, allora dovevo aspettare che la lavasse, che si asciugasse e poi ci si cambiava, per esempio a metà settimana, al sabato. • Non c’era tanta possibilità di vestirsi… vestiti come adesso Eh no…avevamo poca roba, forse un cambio due, ma…ma… pochissima roba.

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• Venivano usati gli abiti in famiglia, venivano passati? Eh sì, proprio perché noi, dai più grandi i vestiti passavano ai più piccoli. • Te avevi, adesso faccio io una domanda che non c’è scritta, avevi un vestito che

ti piaceva tanto, particolare? Sì, avevo un vestito verde, verde bottiglia, era fatto a mezza ruota e aveva tutto un collettino di pizzo, un nastro in vita che allacciavi dietro. • Bellissimo! DALLE CRONACHE DEI REGISTRI Novembre 1945 … Alcuni spettinati e sporchi. La pulizia lascia ancora a desiderare (dicembre). Del grembiulino e della blusetta nera è inutile parlarne più. (Dicembre) I bambini dicono che le loro madri non possono provvedere perché sono povere. (Scuola di Martellago, a. s. 1945-46, maestra Milan Apollonio Antonietta)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 9 Febbraio 1951 … La pulizia dei miei piccoli è buona. Tutti hanno i loro grembiulini e le blusette nere, collettini e nastri. I piedini sono calzati da zoccoletti, i calzini sono tutti bucati, ma anche gli straccetti sono lindi e le testine ben ravviate. (Scuola di Maerne, a. s. 1950-51, classe IV fem.- V mas., maestra Cozzi Maria)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Marzo 1956 …Non posso fare a meno di osservare, a questo proposito, che i bambini, in genere, sono mal vestiti o con vestiti inadatti alla stagione e anche (almeno alcuni) mal nutriti, per cui l’inclemenza del tempo capita veramente come una disgrazia che non può non ripercuotersi anche sul funzionamento scolastico. (Scuola di Martellago, a. s. 1955-1956, classe V, maestro Carrer Vittorio)

10 Ottobre 1947 …Ho insistito presso gli alunni affinchè tutti si facciano la divisa scolastica. Le bambine devono portare il grembiule nero,colletto bianco e nastri rossi,i bambini camicette nere e cravatta azzurra. 24 Novembre 1947 … Tutti gli alunni hanno la divisa scolastica e si presentano ordinati e puliti.

(Scuola di Martellago, a. s. 1947-1948, classe IV mista, Pecoraro Maglione Roberta)

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(Le testimonianze all’interno dei riquadri sono tratte dal Cd Rom “La vacca non ci ha mangiato i libri”, di S. Cremasco)

Per tutta la notte dei Morti la campana suona a lutto per ricordare i defunti. Per le strade non passa più nessuno. E tutti si ritirano nelle loro case per mangiare le castagne bruciate e le patate americane e per bere il vino nuovo. I bambini mangiano le favette dolci. (I. C.)

La vigilia di Natale tutti vanno a confessarsi: al mattino i bambini; al pomeriggio le donne e le ragazze; alla sera i giovanotti e gli uomini. In quel giorno si deve mangiare di magro: è l'uso di mangiare, a mezzogiorno, i "bigoli" in salsa e poi il pesce: cefalo lesso oppure sardelle salate. Il pranzo di Natale era molto buono. Abbiamo mangiato tortellini in brodo e tacchino. Poi le arance, il panettone "Motta", il mandorlato, la mostarda; poi abbiamo aperto la bottiglia di vino "Asti" spumante. (A. F.)

Il mio papà ha teso nei campi molte trappole di ferro, con un boccone di polenta, nascoste tra la neve. Così ha preso 42 passeri e abbiamo fatto una cenetta con polenta e radicchio rosso. (G. F.)

Il pranzo di Pasqua

A pranzo eravamo in 19 perchè erano venuti a trovarci gli zii e i cugini. Abbiamo mangiato minestra in brodo, poi l'agnello arrosto. La mamma ha portato in tavola un piatto con tante uova sode colorate di rosso e ne ha distribuito a tutti. Poi il babbo ha tagliato la focaccia e mi ha dato una fetta grandicella con un bicchiere di vino bianco dolce. (A. F.

Io mi sono messo le scarpe nuove e tutti a Pasqua indossano qualcosa di nuovo, perchè, se no, dicono che vengono loro addosso le formiche. (E. F.)

Io ho mangiato la neve mescolata con zucchero e vino. (P. G.)

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Con grembiule senza grembiule Quale profondo significato assumeva per noi scolari negli anni '50 il grembiule nero della classe dei maschi, il grembiule bianco nella classe delle bambine (spesso nell'edificio scolastico al lato del nostro, separato da un alto muro fra i due cortili, per cui solo le voci arrivavano; ma da qualche interstizio balenava qualche brandello bianco o nero secondo la parte da cui si guardava o da cui si era guardati). Il grembiule copriva, nascondeva le 'brose' (non sulle ginocchia, perennemente scoperte anche nella stagione invernale) e gli abiti 'frusti ma puliti' come recitava qualche brano del libro di lettura, abiti di cui più d'uno avrebbe avuto da vergognarsi; non copriva, ahinoi, segni più evidenti in parti non ricoperte (i geloni sulle dita delle mani, il segno nero sul collo segnale temutissimo dalle madri indizio di trascuratezza). Utile, il grembiule, a nascondere differenze sociali e povertà dignitose (ma era poi vero? Ricordo grembiuli di satin e grembiuli di lino, grandi fiocchi svolazzanti, colletti ricamati, ...), ma spesso termine di paragone per confronti e liti fra mamme in competizione ('come se fa a metarghe aea creatura una traversa sensa martingaea?' cioè senza cintura; 'varda che strasse, el xe proprio cotonasso'). Certo fungeva anche da 'riparo' riguardo a qualche incidente imprevisto (non certo dovuto ad attività manuali e pittoriche particolarmente nocive per gli abiti, che di quelle molto poco se ne faceva...). Ricordo ancora l'imbarazzo della maestra durante una brevissima passeggiata fuori di scuola per recarci in una chiesa vicina a santificare l'inizio d'anno quando un alunno le comunicò: - Maestra, un colombo ga schità sul traversone de Pastrello (ci si chiamava rigorosamente per cognome anche a sette anni; il che la dice lunga sulle gerarchie e le distanze sociali che tutto l'impianto simbolico e la struttura organizzativa della scuola mantenevano in un sistema coerente) e 'desso el se vergogna: senta che spussa! - La maestra non seppe dir altro che: - Grembiule, si chiama grembiule, Tasca, non 'traversone'! - A noi invece quel termine evocava un mondo più familiare e connesso nelle sue parti: 'a traversa' era quella che la mamma toglieva dal gancio in cucina per lavare i piatti o fare la 'lissia'; il 'traversone' era quello di noi scolari, che si distingueva per il grado. Oh, quel grado, quanto umiliante era per i 'primarioli' (l'asta rossa sul braccio destro accuratamente cucita la sera prima dell'inizio d'anno) e, ancora, per 'secondioi'; poi, però, dalla terza in su, si era 'grandi' e, se si passava indenni lo scoglio di qualche mamma non particolarmente ferrata nei numeri romani che, anziché cucire con tre striscioline IV invertiva l'ordine e cuciva VI, si poteva far dispetti e guardare con disprezzo, rimbeccandoli ogniqualvolta li si vedeva passare nei lunghi corridoi, i 'tosatei'. 'Traversa' era anche quella della maestra; nera, lustra, con lll1 colletto e le maniche di pizzo, dava i brividi a sfiorarla con le dita. Nelle tasche la maestra aveva cartoncini con numeri per le gare di tabelline, asticciole per raggruppare le decine, qualche caramella che distribuiva fra i preferiti, fazzolettini profumati. Ma era soprattutto vedere tale 'traversa' appesa all'appendiabiti a fianco della cattedra che dava il segnale di qualche novità o di un'assenza improvvisa o di un'uscita in cortile o nei dintorni. A chi arrivava per primo in aula dava la sensazione che non si iniziava ancora, che il 'potere' non era ancora installato, anche se i suoi simboli erano lì, tutti, dal libro sulla cattedra al grembiule alle pantofole accanto alla pedana. Dalla terza elementare veniva un maestro; i maestri non avevano il grembiule, vestivano in giacca e camicia con cravatta. Esigevano, però, anch'essi, il grembiule, se era diventato un po' troppo corto chiamavano le mamme ordinando di fame uno più ampio 'che el ghe vada ben par tuti e tre i ani'; con mortificazione delle povere donne che qualche sera prima

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avevano aggiunto un'asticciola rossa sul braccio alle due precedenti. Cominciava la ricerca, dalle amiche, di qualche grembiule di figli più grandi da adattare. Quando, giovane supplente, arrivai un mattino di fine ottobre a Pellestrina (isola nella laguna sud di Venezia) e appesi al gancio dove di solito la maestra appendeva il. suo grembiule il mio impermeabile un coro di proteste mi subissò prima che potessi aprir bocca: - El posto de la maestra!'. Ma un bambino in particolare, con un grembiule dai gomiti tutti sfondati, venne vicino a me, prese un lembo del trench in mano, lo girò e lo rigirò, si volse verso i compagni con tutta una mimica, come a dire: - Che signore! - Capii che il grembiule della loro maestra in confronto era segno di una vicinanza che io non avrei saputo instaurare, io che venivo dalla città. Un mondo scolastico che non c'è più. E che non è possibile ripristinare. Ordine e disciplina sui corpi, quell'ordine e quella disciplina, sono state sostituite nella scuola dell'obbligo da un altro ordine, da un'altra idea di auto-disciplina e di autonomia, da un diverso spazio e ruolo assegnati al corpo, all'essere a scuola, dicevamo nel '70, con il corpo tutto intero, con le sue differenze. Un'idea di autonomia di movimento, di armonia e ritmo, di conoscenza e di riconoscimento di sé e degli altri, dei corpi sessuati presenti nell'aula, che non può essere cancellata per decreto. Neanche da un importante assessore di una grande regione, neanche da richiami ideali a una “pedagogia nera” (come neri erano i grembiuli) di controllo sui corpi e sulle menti.

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CAP. 3

Materiali per la didattica della storia locale

Il materiale contenuto in questo fascicolo è stato prodotto all’interno del laboratorio di storia locale, da un gruppo di insegnanti della scuola elementare di Maerne e di Martellago, intenzionati a sperimentare didatticamente “nuovi itinerari” di ricerca storica. L’obiettivo prefissato era quello di cercare delle strategie per attuare l’insegnamento della storia su scala locale. Si è cercato, quindi, di organizzare un insegnamento fondato sulla ricerca e teso all’acquisizione di metodologie e strumenti logici ed operativi che consentano agli alunni, opportunamente guidati, di ricostruire ed interpretare in prima persona il passato.

OBIETTIVI DEL LABORATORIO

1. Sviluppare la consapevolezza delle potenzialità formative, cognitive e metodologiche

della ricerca storica. 2. Individuare le risorse del territorio per la costruzione di itinerari didattici finalizzati a far

conoscere meglio la cultura e le tradizioni. 3. Costruire itinerari didattici da sperimentare nelle classi. 4. Costruire un dossier di materiali per la storia locale da poter utilizzare nelle classi. Le ipotesi di utilizzazione didattica del materiale raccolto sono particolarmente stimolanti e proficue per il loro carattere interdisciplinare e perché si prestano a sviluppare negli alunni il senso critico e la consapevolezza della relativa soggettività di qualsiasi discorso storico. FASI DI LAVORO PER L’UTILIZZO DI QUESTO FASCICOLO 1) Fornire ai docenti alcune strategie operative per l’uso didattico delle fonti al fine di

favorire negli alunni, capacità iniziali di dare senso e profondità storica al loro presente, attraverso il metodo e gli strumenti della ricerca storico-didattica.

2) Far acquisire informazioni sulla storia del territorio e della scuola attraverso i documenti

dell’Archivio scolastico. 3) Far acquisire conoscenze di storia contemporanea relativa a segmenti temporali.

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L’INTERVISTA

L’uso didattico delle fonti orali può essere considerato uno strumento significativo e

nello stesso tempo suggestivo. La possibilità di ascoltare in classe la testimonianza diretta di vissuti raccontati dalla viva voce del protagonista è infatti, per gli alunni, un’esperienza stimolante e coinvolgente che permette di sviluppare nei bambini stessi la percezione di un passato prossimo. Di fronte agli interrogativi che la ricerca storica pone, l’intervista ad alcuni testimoni diretti dei periodi sui quali si sta indagando, può produrre informazioni capaci di generare ulteriori nuovi percorsi di lavoro. L’intervista in quanto tale può presentare alcuni rischi. L’apparente facilità di accesso ai dati, la stessa immediatezza della comunicazione diretta possono portare gli alunni a pensare che le informazioni date siano esaustive per la conoscenza della realtà. Se da una parte il ricorso alle fonti orali è una pratica didattica molto interessante che avvicina alla storia in quanto intreccio tra le esperienze soggettive del protagonista e gli intenti collettivi, dall’altra le testimonianze orali rappresentano dei materiali da elaborare, selezionare, organizzare, verificare e integrare. Nei racconti orali, infatti, prevale una versione soggettiva del passato in quanto espressione di un punto di vista particolare. Le ricerche di storia orale permettono quindi di porre particolare attenzione alla relatività dei punti di vista, alle discordanze, in caso di più testimoni, alle diversità dei punti di vista, all’esattezza dei dati riportati e alle capacità mnemoniche del testimone.

Analizzare una fonte orale

La trascrizione dell’intervista dovrà contenere:

• indicazioni sulla persona intervistata;

• argomento (individuazione dei temi trattati);

• cronologia (quando….)

• luoghi (collocazione spaziale degli avvenimenti);

• individuazione degli argomenti sui quali l’intervistato si sofferma maggiormente;

• rapporto del testimone con i fatti narrati;

• individuazione di sentimenti, pensieri, valutazioni espressi dal testimone.

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Come utilizzare una fonte orale

individuare le.informazioni utili

alla ricerca.

1) Come semplice lettura inventariale dalla quale analizzare e selezionare informazioni….(in questo caso sarà utile stabilire un temario che favorisca la raccolta delle informazioni e precisare l’arco di riferimento)come unità specifiche sullo studio:

.

informazioni utilizzabili per altri argomenti

informazioni che non ci ha dato l’intervistato

la fonte orale.

2) come unità specifiche sullo studio:

. le tecniche di narrazione

i meccanismi della memoria

I giornali d’epoca,

3) come fonte da collocare in un’ottica più ampia costituita da

. i documenti ufficiali

i testi di alcune leggi

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FONTI MATERIALI

Quando si fa ricerca storica è luogo comune pensare all’utilizzo di fonti, quindi documenti scritti di fatti, persone importanti ed istituzioni. Da alcuni anni tuttavia, gli storici hanno rivolto con interesse la loro attenzione verso gli oggetti di uso comune considerandoli importanti fonti storiche per la conoscenza del comportamento umano del passato ”Per chi sa riconoscerli, sono dei segni che rinviano ad un mondo ormai scomparso e perciò stesso invisibile”. In questa nuova prospettiva, oggetti di uso comune come vasellame, abiti, utensili, giocattoli, non sono più relegati alla sfera della memoria individuale ma assurgono a vere fonti che rimandano ad epoche passate su cui gli storici indagano per ridare a quell’epoca il giusto spessore, Nell’attività didattica in classe, l’uso di oggetti favorisce nei bambini attività di manipolazione: vedere, toccare, provare l’utilizzo degli oggetti sono esperienze che avvicinano molto all’analisi di tipo veramente storico, in quanto in prima persona possono “sperimentare” l’uso reale dell’ oggetto. Questo permette anche di avviare quel processo attraverso il quale si passa dal riconoscimento e dall’uso di un oggetto, al suo riconoscimento come fonte storica. E’ importante, infatti, trasformare quello che appare un resto interessante in una “fonte”, capace di evocare, raccontare, informare.

cartella in legno

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Schedare un oggetto

Oggetto................................................... Breve descrizione

................................................................

................................................................

................................................................

Materiali (ferro, legno, plastica, stoffa)

..............................................................................................................................................

Epoca

Certa ..................................................... Presunta .......................................................... A che cosa serviva ............................................................................................................. Stato di conservazione

in cattive condizioni ڤ In buone condizioni ڤ

Proprietario ...........................................................................................................................

Luogo....................................................................................................................................

Perché è stato conservato?

per ricordo ڤ E’ usato ancora oggi ڤ

altro ڤ per bellezza ڤ

Conosci qualche oggetto che gli assomiglia?

..............................................................................................................................................

Se sì, scrivi il nome.

..............................................................................................................................................

Disegna l’oggetto

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Analizzare un documento Un documento scritto offre dati e informazioni che permettono di conoscere alcuni fatti, situazioni ed eventi e può essere utilizzato per indagare e ricostruire alcuni aspetti del passato. Un documento scritto può presentare delle difficoltà di lettura da parte dei bambini determinate dalla grafia, dal carattere di stampa, dallo stile linguistico, dal lessico e può presentare difficoltà di comprensione attribuibili agli aspetti strettamente contenutistici. Nell’approccio al testo è importante la chiara definizione del tema intorno a cui si svolge la ricerca. Può rendersi quindi necessaria la mediazione dell’insegnante attraverso la preparazione di domande-guida e conversazioni che aiutino ad individuare i dati, le informazioni, gli elementi espliciti ed impliciti, a risalire ad eventuali cause e ad ipotizzare eventuali effetti. Scheda didattica relativa all’analisi del documento dell’archivio comunale

“ COSTRUZIONE DEL PALAZZO COMUNALE E SCUOLA” Tipo di documento …………………………………………………………………………………………………… Mittente …………………………………………………………………………………………………… Destinatario …………………………………………………………………………………………………… Quando viene scritto …………………………………………………………………………………………………… Dove …………………………………………………………………………………………………… Il comune di Martellago è autorizzato a …………………………………………………………………………………………………… Per quale motivo il comune acquista il terreno? …………………………………………………………………………………………………… Chi era il proprietario del terreno? ……………………………………………………………………………………………………. Quanto viene pagato quel terreno? ……………………………………………………………………………………………………. Per quale motivo il Comune acquista il terreno? …………………………………………………………………………………………………….. Chi firma il documento? …………………………………………………………………………………………………….. Quale forma di governo c’era all’epoca del rilascio del documento? …………………………………………………………………………………………………….. Osservazioni e/o ipotesi che puoi fare discutendo con i compagni ……………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………….

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ANALIZZARE UN REGISTRO

Osserva la prima pagina di questo registro

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1 In quale anno scolastico è stato compilato? ..........................................................

2 A quale classe si riferisce? ..................................................................................

3 Cerca le notizie statistiche e rispondi: .....................................................................

• Quanti maschi frequentavano questa classe?...........................................

• Quante femmine? ..................................................................................

• Quanti alunni in tutto? ................................................................................

• Quanti alunni ripetenti? .............................................................................

• Quanti giorni di scuola sono stati effettuati nell’anno scolastico? ..............

4 Come si chiamava l’insegnante? ........................................................................

5 Quando era nato? .............................................................................................

6 In quale località era situata la scuola? .......................................................................

7 In quale Comune e Provincia? ................................................................................

8 Che cosa rappresenta, secondo te, lo stemma in alto alla pagina?

Il Regno d’Italia ڤ

La repubblica Italiana ڤ

Il Regno d’Italia durante il fascismo ڤ

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ANALIZZARE LE PAGELLE

La pagella che osservi, secondo te , è un documento

nuovo ڤ recente ڤ

.......... ڤ vecchio ڤ

Secondo te, a che cosa poteva servire questo documento?

..............................................................................................................................

Di che materiale è?

?carta quanto misura ڤ plastica ڤ

........................ pergamena ڤ stoffa ڤ

Osserva la parte esterna della pagella.

Di che colore è?......................................

Le pagine sono:

ڤ stoffa ڤ sgualcite ڤ ...............

pergamena ڤ ingiallite ڤ

Sulla copertina (frontespizio) vedi delle immagini?

sì ڤ

no ڤ

Se sì, disegnale e descrivile.

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..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

Sulla copertina (frontespizio) vedi delle immagini?

sì ڤ

no ڤ

Se sì, come sono?

.......... ڤ stampate ڤ

.......... ڤ scritte a mano ڤ

Se sì, come sono?

la classe frequentata ڤ l’alunno ڤ la scuola ڤ

le vie di Martellago ڤ l’anno scolastico ڤ i voti ڤ

il Direttore ڤ i bidelli ڤ la maestra ڤ

Raccogli le notizie riguardanti l’alunno

Nome: ................................................................

Cognome: ................................................................

nato a: ....................... ....... Comune di: .......................... Prov.: ...... Il giorno:...............

frequentante la scuola elementare: .....................................................................

classe: ...............................................

Scrivi tutte le informazioni che non riguardano l’alunno (Ministero, Bollo ufficio, il Direttore ……………)

..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

Sul retro della pagella vedi delle scritte?

sì ڤ

no ڤ

Se sì trascrivile …………………………………………………………………………………….

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Ora apri la pagella e osserva la parte interna

Trascrivi le notizie che riguardano l’alunno

..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

Indica quali sono le materie elencate:

1 .......................................................... 6 .............................................................

2 .......................................................... 7 .............................................................

3 .......................................................... 8 .............................................................

4 .......................................................... 9 .............................................................

5 .......................................................... 10 .............................................................

Come viene valutato l’alunno?

con una parola ڤ

con un numero ڤ

con una lettera dell’alfabeto ڤ

con un giudizio (più parola) ڤ

Come viene suddiviso l’anno scolastico?

bimestre (ogni 2 mesi) ڤ

trimestre (ogni 3 mesi) ڤ

quadrimestre (ogni 4 mesi) ڤ

Vedi delle firme?

sì ڤ

no ڤ

Se sì di chi sono?

dei genitori ڤ

dell’insegnante ڤ

del Direttore ڤ

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Vedi dei timbri?

sì ڤ

no ڤ

A che cosa si riferiscono secondo te?

..............................................................................................................................................

…………………………………………………………………………………………………………

Trovi scritte altre cose importanti?

..............................................................................................................................................

…………………………………………………………………………………………………………

Sai fare qualche confronto con le schede di oggi?

..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

…………………………………………………………………………………………………………

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LA LINEA DEL TEMPO

Spesso l’insegnante si trova alle prese con il problema di utilizzare e definire le conoscenze dei bambini in relazione ai fatti storici. Generalmente, infatti, le informazioni che gli alunni raccolgono sul passato rischiano di rimanere delle conoscenze astratte o addirittura fantastiche, specie se il periodo storico considerato è particolarmente lontano nel tempo. E’ necessario, quindi, costruire negli alunni “l’idea di tempo”. A questo scopo la linea del tempo è lo strumento più idoneo per dare concretezza alle loro conoscenze rendendo possibile l’ordinamento delle informazioni raccolte, la visualizzazione della durata degli eventi e il confronto tra la percezione personale dei tempi storici e le loro effettive durate. La linea del tempo rende, infatti, percettibili le qualità dei fatti storici cioè la loro durata, la frequenza, le trasformazioni e le relazioni temporali come le distanze degli spazi che separano gli avvenimenti tra loro o la contemporaneità che li accavallano. L’immagine grafica di questi “spazi” della storia, ottenuta mediante la linea del tempo, non solo rende visivamente concreta la ricostruzione degli eventi, ma costituisce una base per ulteriori riflessioni sulle conoscenze acquisite.

Scheda didattica (v. Cronologia) 1. Osserva attentamente la linea del tempo e rispondi

Qual è il primo fatto collocato sulla linea del tempo? Qual è il fatto più vicino a noi? E quello più lontano?

2. Quali sono gli eventi che si riferiscono a: la storia del Comune di Martellago la storia dell’Europa e del Mondo la storia della scuola la storia d’Italia

3. Scrivi accanto a ciascun avvenimento quando si è svolto: ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................

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4. Metti in ordine cronologico i seguenti avvenimenti storici. ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................

5. Collega con una freccia ogni avvenimento alla data giusta. ڤ................................................................................................................................... ڤ................................................................................................................................... ڤ................................................................................................................................... ڤ................................................................................................................................... ڤ................................................................................................................................... ڤ...................................................................................................................................

6. Segna accanto a ciascuna affermazione se è vera o falsa ....................................................... vera ڤ falsa ڤ ....................................................... vera ڤ falsa ڤ ....................................................... vera ڤ falsa ڤ ....................................................... vera ڤ falsa ڤ ....................................................... vera ڤ falsa ڤ ....................................................... vera ڤ falsa ڤ ....................................................... vera ڤ falsa ڤ

7. Completa .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................

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LE FONTI VISIVE

La fotografia

Anche la fotografia ci permette di ricordare e ricostruire visivamente una grande

quantità di aspetti del passato; tuttavia è importante, da un punto di vista didattico, stabilire

la differenza e il tipo di analisi che si pone tra una fonte scritta ed una di tipo visivo.

Guardare una foto come “fonte storica”, dalla quale ricavare informazioni, non è

sicuramente cosa semplice, in quanto le informazioni dedotte devono essere integrate con

altre conoscenze e, in questo caso, gioca molto anche il grado di maturità degli allievi.

Analizzare una foto pone inoltre dei problemi sulle modalità d’interpretazione della stessa,

in quanto non può considerarsi un documento oggettivo, ma il risultato dell’assunzione di

un punto di vista, quello del fotografo e/o del committente.

In un lavoro didattico con gli alunni è quindi importante stabilire alcuni punti di analisi: • Scegliere fonti fotografiche contestualizzate al tema d’indagine • Scegliere fonti fotografiche che testimoniano punti di vista diversi • Individuare il soggetto fotografico • Contestualizzare il soggetto nel tempo e nello spazio • Fare delle ipotesi sull’autore o il committente • Individuare le cause e gli scopi per cui le foto sono state realizzate

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DAL CARTELLONE: “UN’ALUNNA RICORDA”

Classe III a. s. 1947-48

DOMANDE:

- Chi rappresenta questa foto?

- Che età hanno questi bambini?

- Quanti sono i maschi?

- Quante le femmine?

- C’è la maestra o il maestro?

- Come sono vestiti i bambini?

- Hanno un atteggiamento naturale? Perché?

- Secondo te questi scolari si sono messi in posa? Perché?

- Quali espressioni noti nei volti dei bambini rappresentati?

- Dove si trovano?

- Ci sono elementi che ti permettono di riconoscere l’ambiente?

- Quali sono?

- Quali elementi ( oggetti, vestiti, persone) ti hanno colpito o incuriosito

maggiormente? Perché?

- Chi può aver scattato la foto? Perché?

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DAL CARTELLONE: ”UNA MAESTRA RICORDA”

Interno di un’aula a. s. 1955-56

DOMANDE:

- Chi rappresenta questa foto? - Dove si trovano? - Elenca gli oggetti presenti nell’ambiente - Secondo te, la foto è stata scattata di recente o al tempo dei tuoi genitori o dei tuoi

nonni? - Da cosa lo capisci? - Come sono i banchi? - Che differenze trovi rispetto ai banchi di oggi? - Noti qualche altro particolare interessante? - Secondo te in questa foto è rappresentata tutta la classe? - C’è la maestra o il maestro? - Che età hanno questi bambini? - Ci sono maschi? Ci sono femmine? - Come sono vestiti? - Hanno un atteggiamento naturale? Perché? - Secondo te si sono messi in posa? - Che espressioni hanno i visi dei bambini? - Cosa stanno facendo? - Chi può aver scattato la foto? Perché?

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DAL CARTELLONE: ”UN’ALUNNA RICORDA”

Recita a. s. 1955-56

DOMANDE:

- Chi rappresenta questa foto?

- Hanno tutti la stessa età?

- Come sono vestiti i bambini?

- Cosa stanno facendo?Cerca d’immaginare e descrivere la rappresentazione.

- Dove si trovano?

- Come sono disposti sul palcoscenico?

- Quali personaggi rappresentano gli “attori” ‘

- Noti in quest’immagine elementi di gestualità e di mimica?

- Quali elementi ti hanno colpito o incuriosito?

- Pensa agli spettacoli teatrali scolastici a cui hai partecipato e cogli somiglianze e

differenze.

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DAL CARTELLONE : ”UNA MAESTRA RICORDA”

Insegnanti di Ca’ Busatti

DOMANDE:

- Chi vedi rappresentato in questa foto?

- Come sono vestite?

- Si capisce che lavoro fanno?

- Dove si trovano?

- Ci sono elementi che ti permettono di riconoscere l’ambiente? Quali sono?

- Si sono messe in posa? Perché?

- Com’è l’espressione dei loro visi?

- Secondo te si conoscono? Cosa te lo fa capire?

- Chi ha scattato la foto?

- Perché?

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DAL CARTELLONE: “STORIA ORALE”

foto di Carnera Annamaria classe IV a.s. 1950-51

DOMANDE:

- Chi viene rappresentato in questa foto?

- Che età ha secondo te?

- Com’è vestita?

- C’è qualche particolare del suo abbigliamento che ti colpisce?

- Ha un atteggiamento naturale? Perché?

- Questa bambina si è messa in posa?

- Che espressione ha il suo viso?

- Dove si trova questa bambina?

- Quali elementi te lo fanno capire?

- Che tipo di foto è?

- Perché è stata scattata questa foto?

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BIBLIOGRAFIA

A.Grimaldo, Martellago, il villaggio, la pieve, il Comune, Cantagalli Editore, Siena, 1962

D.Bretoni Jovine, La scuola Italiana dal 1870 ai giorni nostri, Roma, 1967

L.Zanobini, Codice delle Leggi sulla Pubblica Istruzione, Giuffrè III ediz. vol. I Istruzione

Primaria, Milano 1965

C.Ruffiani G.Lazzarini G.Mulattiero, Una sacheta de saco cò un fioreto, Cluva,

Venezia, 1980

AA. VV., La memoria e l’ascolto, Edizioni Scolastiche B. Mondatori

AA. VV., Tempo, memoria, identità, La Nuova Italia Editrice, Firenze, 1989

Hilda Girardet, Vedere, toccare, ascoltare, Carocci Faber

Ivo Mattozzi, Un curricolo per la storia, Cappelli Editore

ITINERARI EDUCATIVI, Progetto Archivio, a c. di R. De Blasi Burzotta e D. Rigon,

Comune di VENEZIA a.s.2000-2001

ITINERARI EDUCATIVI, ASS.TO P.I. VENEZIA, Diventare donne Diventare Uomini, a c.

di M. T. Sega, G. Lazzarini, 1995

ARCHIVIO DEL COMUNE DI MARTELLAGO, Gli Occhi della memoria, collana a c. di

Credito Cooperativo S.Stefano, Martellago,1995

ARCHIVIO SCOLASTICO D.D. MARTELLAGo, registri insegnanti aa. ss. 1945-1955

ARCHIVIO SCOLASTICO D.D. Grimani Marghera, Circolari Ministeriali

Page 242: Iniziativa realizzata Comune di Martellago...2 RINGRAZIAMENTI Una lunga storia ha molti interlocutori e collaboratori che ci hanno affiancato in questi anni. Si ringraziano in particolare

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INDICE

p. 3 Introduzione 5 Premessa CAP. 1 LE FONTI D’ARCHIVIO 6 Perché leggere i registri

7 I registri 8 Dati quantitativi

11 Scheda per la rilevazione dei dati

14 Introduzione sul periodo. Cronologia 16 Scuola elementare nei primi anni del dopoguerra 17 Martelago dal 1945 al 1955 19 Realtà socio-economica 22 Lavoro dei padri

27 Edifici scolastici 41 Visione dell’infanzia 44 Indirizzo pedagogico: i maestri e le maestre 51 Sussidi e materiali 54 La disciplina 59 La valutazione 98 Visite direttive e ispettive: la gerarchia 100 Riunioni degli insegnanti: le disposizioni 103 Il rapporto con l’ente locale 106 Il rapporto scuola-famiglia

111 Le assenze: cause 119 Profilassi e prevenzione 121 Calendario scolastico 162 Celebrazioni e feste CAP. 2 LE FONTI ORALI 172 Metodologia di ricerca. Integrazione fra le fonti 174 Interviste ai nonni 218 Con grembiule senza grembiule 220 CAP. 3 MATERIALI PER LA DIDATTICA 223 Fonti materiali 225 Analizzare un documento 232 La linea del tempo

234 Le fonti visive: la fotografia 240 Bibliografia 241 Indice