Inglese e bambini: a che serve imparare le lingue ... e bambini: a... · vicina di casa che non...

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11/08/16, 16:05 Inglese e bambini: a che serve imparare le lingue straniere - Elle Pagina 1 di 4 http://www.elle.it/Magazine/inglese-bambini-inizio-anno-scolastico# Inglese e bambini: a che serve imparare le lingue straniere All’inizio dell’anno scolastico, ecco le testimonianze di mamme ed esperti. Studiare l'inglese fin da piccoli serve, eccome. Persino idiomi più esotici, come il cinese, aiutano lo sviluppo neurale dei bambini A scuola Marco, prima elementare, studia l’inglese. In palestra, il percorso a ostacoli è organizzato fra “mats and hoops, hurdles and skittles” (cerchi, birilli e altro), mentre nelle ore di educazione artistica ci si diverte a disegnare enormi “sunflowers” (girasoli). Il suo amichetto coetaneo fa anche lezioni private di cinese: «È la lingua del futuro», dicono i suoi genitori. E la mamma di Marco si chiede: «Dovremmo farlo anche noi?». Serve davvero “portarsi avanti” con una seconda o addirittura una terza lingua, anche se nessuno in famiglia la conosce? Non s’era detto che i bambini imparano a parlare “per amore”, ascoltando i suoni emessi da mamma, papà, dalle persone care? IL PARERE DELL’ESPERTO IL PARERE DELL’ESPERTO Prima regola: le ripetizioni private non servono a niente se non sono fatte da un insegnante madre lingua. Va benissimo anche una vicina di casa che non sappia l’italiano (o faccia finta di non saperlo). Che parli, disegni e giochi con nostro figlio esclusivamente nella propria lingua d’origine: vietato fargli lezioni di grammatica. Il bambino, soprattutto sotto gli otto anni, forse con due ore la settimana non apprenderà l’idioma di Goethe o di Confucio aldilà di poche frasi, ma una cosa è certa: interagire con altri suoni e accenti gli darà vantaggi dal punto di vista della crescita neurale, perché determinate aree del cervello si sviluppano meglio in presenza di questi stimoli, e quando sarà più grande - al liceo o in un anno di Erasmus e chissà, nella sua professione futura - sarà facilitato dall’avere assorbito da bambino la pronuncia corretta. Attenzione: prima dei 5-6 anni e al massimo fino agli otto anni si interiorizzano l’intonazione e la pronuncia giuste, dopo no. Se ci sono le possibilità economiche, meglio scegliere un insegnante straniero privato: il contatto individuale, sempre con la stessa persona, in maniera costante, dà migliori risultati di un corso collettivo. Specialmente se rafforzato da visioni di film in lingua originale, dall’ascolto di canzoni e, magari, da viaggi di studio. L’importante è frequentare il tedesco, il cinese o lo spagnolo (e naturalmente l’inglese studiato a scuola) il più possibile. Quali lingue scegliere oltre all’inglese? Il tedesco è parzialmente simile all’inglese dal punto di vista lessicale, lo spagnolo lo è all’italiano: hanno il vantaggio del “transfert positivo”, sono più facili da imparare. Il cinese, il russo, l’arabo sono completamente diversi, ma ricchi di SOCIAL Risparmio energia di S Fai clic per avviare il p Intervista a Eleonora S 10 Ragazze (olim Di' che ti piace prima di t amici Elle.it Mi piace q ABBONATI ! 803 " + $ FACEBOOK FACEBOOK T T RIO 2016 UNLIMITED SFILATE MODA SHOPPING BEAUTY MAGAZINE CUCINA SPOSA OROSCOPO SHOWBIZ BLOG # ELLE Write Here

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Inglese e bambini: a che serve impararele lingue straniereAll’inizio dell’anno scolastico, ecco le testimonianze di mamme ed esperti. Studiarel'inglese fin da piccoli serve, eccome. Persino idiomi più esotici, come il cinese,aiutano lo sviluppo neurale dei bambini

A scuola Marco, prima elementare, studia l’inglese. In palestra, il percorso a ostacoli è organizzato fra “mats and hoops, hurdles andskittles” (cerchi, birilli e altro), mentre nelle ore di educazione artistica ci si diverte a disegnare enormi “sunflowers” (girasoli). Il suoamichetto coetaneo fa anche lezioni private di cinese: «È la lingua del futuro», dicono i suoi genitori. E la mamma di Marco si chiede:«Dovremmo farlo anche noi?». Serve davvero “portarsi avanti” con una seconda o addirittura una terza lingua, anche se nessuno infamiglia la conosce? Non s’era detto che i bambini imparano a parlare “per amore”, ascoltando i suoni emessi da mamma, papà,dalle persone care?

IL PARERE DELL’ESPERTOIL PARERE DELL’ESPERTOPrima regola: le ripetizioni private non servono a niente se non sono fatte da un insegnante madre lingua. Va benissimo anche unavicina di casa che non sappia l’italiano (o faccia finta di non saperlo). Che parli, disegni e giochi con nostro figlio esclusivamentenella propria lingua d’origine: vietato fargli lezioni di grammatica. Il bambino, soprattutto sotto gli otto anni, forse con due ore lasettimana non apprenderà l’idioma di Goethe o di Confucio aldilà di poche frasi, ma una cosa è certa: interagire con altri suoni eaccenti gli darà vantaggi dal punto di vista della crescita neurale, perché determinate aree del cervello si sviluppano meglio inpresenza di questi stimoli, e quando sarà più grande - al liceo o in un anno di Erasmus e chissà, nella sua professione futura - saràfacilitato dall’avere assorbito da bambino la pronuncia corretta. Attenzione: prima dei 5-6 anni e al massimo fino agli otto anni siinteriorizzano l’intonazione e la pronuncia giuste, dopo no. Se ci sono le possibilità economiche, meglio scegliere un insegnantestraniero privato: il contatto individuale, sempre con la stessa persona, in maniera costante, dà migliori risultati di un corsocollettivo. Specialmente se rafforzato da visioni di film in lingua originale, dall’ascolto di canzoni e, magari, da viaggi di studio.L’importante è frequentare il tedesco, il cinese o lo spagnolo (e naturalmente l’inglese studiato a scuola) il più possibile. Quali linguescegliere oltre all’inglese? Il tedesco è parzialmente simile all’inglese dal punto di vista lessicale, lo spagnolo lo è all’italiano: hannoil vantaggio del “transfert positivo”, sono più facili da imparare. Il cinese, il russo, l’arabo sono completamente diversi, ma ricchi di

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il vantaggio del “transfert positivo”, sono più facili da imparare. Il cinese, il russo, l’arabo sono completamente diversi, ma ricchi distimoli interessanti. In ogni caso, offrire ai nostri figli una chance linguistica aggiuntiva non può fargli che bene. Andrea Marini, docente di neurolinguistica all’università di Udine

“È UNA COSA UTILE” “È UNA COSA UTILE” Camilla, madre di due bambine di 10 e 12 anni: «Quand’ero piccola mia madre si è affrettata a iscrivermi a un corso di russo: eraappena caduto il muro di Berlino, nell’89, e l’ex Unione sovietica si apriva al mondo. In realtà, poi si è scoperto che i russi sapevanobenissimo l’inglese e altre lingue europee: gli slavi sono facilitati nell’apprendere altri idiomi. Però quelle lezioni di russo mi sonostate utili perché mi hanno affascinato: all’università ho scelto lingue straniere e ora lavoro come interprete, dal russo e dal francese,al Parlamento europeo. Le mie figlie non solo vanno alla scuola internazionale, ma sono immerse in un ambiente cosmopolita».“IL TEDESCO IMPARATO DALLA RAGAZZA”“IL TEDESCO IMPARATO DALLA RAGAZZA” Alessandra, madre di Gabriele, 22 anni: «Mio figlio ha il First Certificate in English della Cambridge University e il Cae (Certificate ofAdvanced English) conseguiti dopo avere frequentato per anni i corsi del British Council a Milano. Inutile negare però che parlamolto meglio il tedesco, sua grande passione soprattutto dopo avere passato il quarto anno delle superiori a Monaco di Baviera,dove ha conosciuto una ragazza… Poi ha frequentato sei mesi di progetto Erasmus, finanziato dall’Unione europea, all’università diHeidelberg. Ora ha deciso di rimanere in Germania, dove gli hanno offerto un lavoro interessante». “LO PORTO A LONDRA OGNI ANNO” “LO PORTO A LONDRA OGNI ANNO” Monica, madre di Leonardo, 12 anni: «Ho vissuto per anni a Londra e lì ho mantenuto qualche amicizia. Ho provato a insegnare iol’inglese a mio figlio ma con scarsi risultati: con me Leonardo vuole parlare solo italiano. Ho cercato una madre lingua inglese perdargli lezioni private, ma nella mia piccola città non ne ho trovate. I corsi collettivi? Le vacanze studio? Non servono a niente: icompagni sono italiani. I risultati migliori arrivano quando lo porto con me, ogni anno, a Londra: vado a trovare le mie amiche. Lì è“immerso” nell’ambiente inglese e gioca con i loro figli». A SCUOLA DI EMOZIONIA SCUOLA DI EMOZIONIRuler è un metodo di educazione integrato nel curriculum scolastico che sviluppa l’intelligenza emotiva (riconoscere le emozioni,comprenderle, gestirle…). Il metodo si è dimostrato utile per migliorare il rendimento scolastico e per ridurre il bullismo. Negli StatiUniti numerosi artisti stanno promuovendo questo metodo, come Lady Gaga che ha costituito una fondazione ad hoc. In Italia se neoccupa il centro Per Lab (perlab.net). L’anno scorso il metodo è stato applicato in due scuole elementari di Firenze. Quest’anno siuniranno alcune scuole di Verona, grazie anche al contributo offerto da Lancôme.

Gilda Lyghounis, 9 Settembre 2015

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