Ingegneria Sanitaria Ambientale] Discariche Controllate
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8/20/2019 Ingegneria Sanitaria Ambientale] Discariche Controllate
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lince scorge fantini http://digilander.libero.it/frangenti/s2001/atvues.html
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le discariche controllate
le discariche controllate (o impianti di smaltimento dello stoccaggio di
rifiuti)Le leggi sui rifiuti vengono promulgate non tanto per abbattere i costi dei materiali
(riciclo degli stessi) e nello stesso tempo produrre energia, ma oltre alla salvaguardia
dell’ambiente servono per diminuire la volumetria in quanto il problema più gravoso èquello riguardante la costruzione di nuove discariche; da qui la raccolta differenziata:
la base per diminuire la volumetria dei rifiuti. Le leggi attualmente in vigore che
regolano questa problematica sono:
➪ D.P.R. 915/82
➪ DLGS 22 del 5/02/’97 “Ronchi”
➪
DLGS Ronchi 389 dell’8/11/’97 “Ronchi bis”➪ L426 del 9/12/’98 “Ronchi ter”
smaltimento e riciclaggio dei rifiuti
attuazioni delle direttive CEE riguardo rifiuti,
rifiuti pericolosi e imballaggio dei rifiuti
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➪ DM 471 del 25/10/’99
➪
LR Lazio 27 del 9/07/98
➪
Dir CEE 31/99
In seguito al D.P.R. 915/82 le discariche vengono suddivise in tre categorie,
successivamente in seguito alla Dir CEE 31/99 queste categorie subiscono
modifiche:
➪ prima categoria: rifiuti urbani, rifiuti speciali assimilabili a quelli urbani, fanghi
derivati dagli impianti di depurazione delle acque reflue ad uso civile
➪ seconda categoria:
terza categoria: rifiuti speciali per i quali non risultano adottabili diversi e adeguati
sistemi di smaltimento
Dopo queste leggi le discariche che presentavano rischio idrogeologico o sono state
bonificate o chiuse; i nuovi impianti devono seguire le norme vigenti, inoltre dopo
essere state colmate si deve effettuare il ripristino dell’area. Le discariche ricevono
fondi CEE se attraverso esse si ricava energia mediante il biogas.----------------------------------------------------------------------------------
In base alla L109 dell’11/02/’94 (Merloni) la progettazione di una qualsiasi
costruzione pubblica va suddivisa in tre fasi: una fase preliminare (o di indagine
conoscitiva), una fase di indagine progettuale ed una fase di progetto definitivo.
criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza,
la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati
applicazione decreto Ronchi e conseguente costruzione dei piani
regionali e provinciali sullo smaltimento dei rifiuti
stabilisce che le discariche vengano suddivise in tre categorie (già
previsto in Italia dal D.P.R. 915/82): rifiuti pericolosi, non
pericolosi e inerti e precisa inoltre che non sono destinati a
discariche i rifiuti ospedalieri e quelli che possono bruciare o
Tipo A: inerti (derivanti da scavi e demolizioni
Tipo B: rifiuti tossici o nocivi che non appartengono ai
più pericolosi (polveri o fibre di amianto)
Tipo C: rifiuti tossici relativamente più pericolosi
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fase preliminare (o di indagine conoscitiva):
in questa fase si svolge un’indagine conoscitiva della zona in studio riguardo i possibili
siti che risultano particolarmente idonei per costruire un impianto di smaltimento
mediante lo studio delle:➪
Caratteristiche fisiche
➪ Caratteristiche igienico sanitarie
➪ Caratteristiche tecnico-economiche
I vincoli naturali sono cartografati sui piani regionali
I vincoli “antropici” riguardano la presenza di infrastrutture viarie (l’impianto deve
essere servito da una via di comunicazione secondaria non soggetto a particolare
traffico) e di fasce di rispetto esistenti e/o in progetto:
➪ ubicazione dai centri abitati pari a
➪ vincolo idrogeologico:
RD 3267/23 e RD 1126/26 – “Vincolo idrogeologico e uso dei suoli”
DGR Lazio 6215/96 - “modifiche ed integrazioni al RD 3267/23 e al RD 1126/26
L183/89 – “legge quadro sulla difesa del suolo” (autorità di Bacino)
LR Lazio 53/98 - “ARDIS in applicazione della L183/89”
DGR Lazio 3888/98 - “Delega alle province e ai comuni per il V.I.”
DL 180/98 – “Legge Sarno” (prevenzione rischio idrogeologico) ➪
l’autorizzazione deve essere concessa dall’autorità di Bacino se l’opera ricade in
terreno gestito da essa:
➪
vincolo sistema idrico:RD 1775/33 – “sfruttamento delle acque”
L36/94 – “Legge Galli” (tutela e uso delle risorse idriche)
discariche di 1C: 1,5m con k<10-6 cm/s
discariche di 2C: 2m con k<10-7 cm/s
vincoli naturali (caratteristiche geologiche,
idrogeologiche e ambientali )
vincoli antropici
il bacino di utenza (tra 15-50 km) e lacostruzioni della viabilità.
discariche di 1C: superiore a 200mdiscariche di 2C: superiore a 200m
discariche di 3C: almeno 2 km
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DLGS 152/99 – “Legge quadro sulle acque” – (tutela, rispetto protezione)
DLGS 31/2001 – “recepisce CEE 83/98 su acque per consumo umano”
➪ classificazione sismica del territorio 64/74
➪ vincolo1 paesistico
L431/85 “legge Galasso” – (vincolo paesistico)
LR Lazio 24/98 – (vincolo paesistico)
➪
salvaguardia del paesaggio 1497/39
➪
leggi e piani regionali
Lo studio svolto nelle indagini preliminari è quello relativo alla ricerca di informazioni
bibliografiche e cartografiche (anche presso gli uffici tecnici degli enti pubblici)
nonché all’elaborazione delle stesse; la scala di rappresentazione da adottare è legata
all’estensione del territorio da rilevare ed è quindi variabile tra la scala 1:50000 e la
scala 1:25000.
Nel caso non sono presenti i vincoli o le elaborazioni cartografiche si studiano le
carte tematiche:
➪
si studia la cartografia esistente valutando la zona di rispetto dalle abitazioni,
cimiteri, fiumi, pozzi, nonché le aree archeologiche e le riserve naturali
➪ si studiano le carte tematiche per individuare possibili aree instabili e/o
vincolate; per far ciò si valuta sia la morfologia del terreno (pendenza e
vegetazione), l’idrologia, la geologia, l’idrogeologia (si studia la carta geologica
valutando l’idrologia {fiumi e sorgenti} e attraverso l’infiltrazione efficace presunta e la litologia si ricava sia il bilancio idrogeologico che la direzione della
falda)
➪
la discarica viene dimensionata in base al bacino di utenza (carte tematiche
relative alla: popolazione, aree industriali, aree agricole), alle altre zone di
raccolta rifiuti, alla viabilità circostante. Inoltre si valuta l’aspetto economico
riguardo la costruzione della strada di collegamento alla discarica.
i vincoli non sono sempre inderogabili ma, spesso, sono tracciati per delimitare zone
che richiedono particolari tipi di autorizzazioni 1
discariche di 1C: 100 m dai fiumi, 200 metri dai pozzi
discariche di 2C:
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Indagini di fase progettuale
Dopo aver individuato le possibili aree su cui andrà la discarica (fase conoscitiva) le
indagini, di questa fase, vengono effettuate su scala di grande dettaglio 1:5000 /
1:10000; si può ipotizzare un’area di indagine avente raggio di circa 2 Km sulla zona
ove si ipotizza costruire la discarica. Questa fase è la più complessa in quanto si
devono valutare i possibili effetti ambientali e igienico sanitari che tale opera può
produrre nell’ambiente circostante in fase di costruzione, di esercizio e di chiusura e
quindi valutazione delle:
➪
caratteristiche geologiche➪ caratteristiche geotecniche
➪
caratteristiche idrogeologiche
➪
Indagini indirette
➪ Indagini dirette
Particolare attenzione sarà nell’identificazione e delimitazione dei principali orizzonti
idrogeologici:
➪
suolo➪ strato insaturo
➪
strato saturo
➪ base impermeabile2
V.I.A. L349/86 D.P.R.348/99 elaborazione dello studio sull’impatto ambientale
con:
➪ descrizione situazione ambientale
➪ descrizione del progetto e delle alternative
2 base impermeabile su cui poggia il primo acquifero.
tecniche geofisiche
profilo stratigrafico (rilevamento)
proprietà fisico-meccaniche dei terrenipermeabilità dei terreni
verifica dell’impiego di procedimenti tecnologici
cartografia tecnica ufficiale
aereofotogrammetria
lavori tecnici eseguiti da enti pubblici e privati
sismiche
elettriche
gravimetriche
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➪ identificazione degli effetti
➪ stima degli effetti
➪ strutturazione della rete di monitoraggio
fase di progettazione
criteri generali di progettazione (in funzione delle caratteristiche geomorfologiche
ed idrogeologiche del sito prescelto vengono realizzati 3 tipi di discariche):➪ in avvallamento
➪
in rilevato
➪ a ridosso del pendio
cedimenti; capacità portante:➪ problemi legati alla stabilità del terreno d’appoggio (fondazioni), delle scarpate
{F.S. 1.3} e dell’accumulo di rifiuti (150 anni al fondo. 50 anni ai lati)
➪
la stabilità delle strutture di contenimento (argini, fronti di scavo):
infiltrazione:➪ barriere di difesa ambientale finalizzati ad evitare dispersioni dei prodotti
della decomposizione
➪
problemi inerenti la circolazione dei fluidi (opere di impermeabilizzazionenaturali e/o artificiali, sistema di drenaggio del percolato, sistema di raccolta
del biogas, sistema di drenaggio delle acque; ➪ modalità di esercizio atte a facilitare i processi di mineralizzazione e
inertizzazione dei rifiuti (riciclo dei percolati, pretrattamento dei rifiuti)
➪ sistemi di monitoraggio dell’integrità delle strutture e della qualità
dell’ambiente circostante;
preparazione del fondo:
➪
la superficie di posa deve avere una pendenza minima dello 0,5% per facilitare ildrenaggio dei fluidi e dovrà trovarsi ad una profondità rispetto alla massima
escursione del pelo libero della falda freatica di 1,5m per 1C e 2m per 2C; tale
livello di posa corrisponde ad uno spessore di argilla (1,5m con k<10-6 cm/s per
1C e 2m con k<10-7 cm/s per 2C).
➪
telo
➪ secondo strato di materiale drenante di circa 40 cm (sabbia o ghiaietto) per
evitare cedimenti differenziali farà di base di appoggio al telo
➪ tubi microfessurati di diametro di 20 cm per il drenaggio delle acque e
eventuali perdite sottotelo➪
telo
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➪ secondo strato di materiale drenante di circa 40 cm (sabbia o ghiaietto) per
evitare danneggiamenti dei tubi dovuti agli autocarri che trasportano rifiuti
➪ tubi microfessurati per il percolato3 {aventi diametro di 30cm} disposti a lisca
di pesce con direzione di flusso verso il punto a maggior profondità del fondo
➪
elettrodi di energizzazione e di lettura del potenziale elettrico che fanno partedel sistema di controllo dell’integrità della geomembrana
➪ sensori per la misura degli assestamenti del telo e i tubi flessibili per il
passaggio del “profile gauge4” (da mantenere in funzione sia durante la fase di
smaltimento che quella di chiusura dell’opera).
➪ strato di RSU messi a discarica 150-200 cm
➪ terreno naturale di copertura giornaliera 20cm
sistema di drenaggio dei percolati:
i percolati si raccolgono in sacche tra i diversi livelli di rifiuti stoccati e poi tendono afuoriuscire dalle scarpate laterali o a raccogliersi sul fondo della vasca. I fluidi che
per percolazione giungono a fondo vasca vengono drenati verso un collettore principale
parallelo alla direzione di massima inclinazione del fondo della vasca e diretto verso un
pozzo di raccolta. Dal pozzo di raccolta viene prelevato mediante una pompa e
convogliato in una vasca di decantazione. Per tutta il periodo di attività dell’impianto, il
percolato viene inviato per il trattamento ad un impianto di depurazione che può
essere interno o esterno. Solo quando gli scarichi di tale impianto sono conformi ai
limiti di legge possono essere restituiti al reticolo idrografico di superficie.
biogas e sistema di raccolta:una discarica completamente isolata mediante impermeabilizzazione diviene un
“contenitore di accumulo” del biogas { CH4 (55%); CO2 (42%)} che si produce in
seguito alla decomposizione di materia organica; il biogas viene raccolto attraverso
tubi di captazione che dipartono a raggiera da pozzi verticali. I pozzi presentano un
diametro minimo di 60 cm e si trovano ad una distanza media di 35 metri.
attività di sistemazione finale e recupero dell’area➪ attività gestionale (realizzazione della discarica per lotti funzionali, stima del
fabbisogno dei materiali, preparazione dei piani di posa degli uffici, viabilità
recinzione, rimessa automezzi, illuminazione, distribuzione carburante
3 I percolati hanno origine in seguito ai di processi di biodegradazione nel corpo della discarica4 È un sistema di rilevo in grado di eseguire molteplici letture lungo il profilo di una sezione scelta. Lungo un tuboflessibile ubicato sul fondo della vasca viene fatto passare un trasduttore di pressione in grado di indicare la sua quotarispetto a quella dell’apparecchiatura di lettura ubicata sull’argine di contenimento.
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Bibliografia•
Dott. Adriano Nardi – Normativa• Alberto Clerici – Fondamenti di rilevamento geologico-tecnico, MG Scientific
Pubblications•
Silvia Gervasoni – Discariche controllate, Hoepli Milano
Finito di scrivere luglio 2002