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    FRANCESCO CELLINI

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    INDICE

    2 strutture, cenni6 strutture verticali9 strutture orizzontali16 coronamenti, basamenti18 scale (interne)20 infissi22 dati dimensionali ambienti28 norme per iIdisegno32 bibliografia, referenze, note

    AvvertenzaQuesto manualetto e stato redatto (e distribuito in una dimes-sa edizione fotocopiata) come supporto didattico del corso diComposizione architettonica (10 annualita), corso di cui sonostato titolare nell'anno 1988-89, presso la facolta di architet-tura di Palermo.Due anni dopo, cioe in quest'anno accademico 1990-91, essoe stato ampliato, con la collaborazione di una mia caris simaarnica e docente palermitana, I' architetto Adriana Bisconti,per gli studenti dei nostri rispettivi corsi, che sono pure diComposizione 10 e che sono fra lora coordinati. Ora, per lastamp a, e stato ancora leggermente rivisto.In tutti i casi si trattava di fornire a studenti di architettura alsecondo anna di corso (e quindi alle primissime armi) un in-sieme di avvertenze tecniche scritte, che alleggerisse il no-stro compito di docenti, permettendoci di raccontargli, nellelezioni e nei seminari, qua1cosa di pili e di meglio che le soli-te quattro regolette grafiche e costruttive, indispensabili perrealizzare correttamente illoro primo progettino (che era, ap-punto, una prima esercitazione sul tema della casa unifami-liare).Ouesto manualetto va quindi inteso nei suoi modesti limiti dibase: che sono, in fondo, quelli di voler essere soltanto uncorrettivo, pragmatico e senza particolari ambizioni di sinte-si, agli errori che la nostra esperienza di docenti ci ha inse-gnato essere pili comuni.Per la sua redazione, per i consigli, i suggerimenti e le corre-zioni, sono grato, oltre ad Adriana Bisconti, ad altri amici,architetti e docenti siciliani: Rosa Bellanca, Aurelio Cantone,Alice Grassi, Piero Manno, Nicola Piazza e Ugo Rosa.Palermo, maggio 1991 Francesco Cellini

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    Strutture, cenni _ 'La struttura portante di una casa unifamiliare e normalmentein muratura 0a gabbia di cementa armato, salvo rare eccezio-ni (strutture metalliche, lignee, ibride, etc.,) che qui non sonotrattate. Non sono nemmeno trattate Ie strutture composte dielementi prefabbricati, perche non ha a1cun senso pratico illoro impiego nella minima dimensione edilizia, propria delterna dell' esercitazione.Una struttura in muratura portante e , basicamente, compostada una serie di setti murari paralleli che sostengono i solaiorizzontali; i setti murari possono essere interrotti (da bucatu-re, vani, etc.), rna devono essere collegati da travi (normal-mente in c.a.), per fornire un appoggio continuo ed ininterrot-to ai solai.

    Considerazioni di ordine statico, legate alIa necessita diopporsi aIle spinte orizzontali (soprattutto a quelle sismiche,etc.), chiedono spesso che altri setti murari, analogamente ro-busti, siano disposti ortogonalmente a quelli portanti, per for-nire un irrigidimento aIle strutture; queste murature, che nonhanno la funzione di portare i solai, si chiamano di ,contro-~o e possono anche svolgere funzioni di tampona-mento; una struttura cosi composta si chiama "a scatola mu-raria".

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    Una struttura a gabbia in c.a., analogamente, risulta dall'ac-coppiamento di strutture a telaio parallele (Ie cui travi -A-portano i solai), colle gate da altre travi orizzontali (-B-), chesono normalmente di minor altezza e che servono solo per ir-rigidire la struttura.

    La struttura a gabbia e intrinsecamente pill omogenea e conti-nua della struttura muraria: ogni elemento (pilastro, trave) esolid ale agli altri e collabora alIa resistenza del tutto, come,per esempio, si intuisce dai diagrammi di deformazione ditelai sollecitati da forze orizzontali 0 vertic ali concentrate(vedi a lato). Si comprende quindi come Ie strutture a gabbiasiano tanto pill snelle di quelle murarie; peraltro elasticita edomogeneita Ie rendono anche buone trasmettitrici di suono ecalore (e questa e una delle 10TO caratteristiche pill negative).Tutte Ie murature in una struttura a gabbia in c.a. sono portate(non portanti) e quindi devono essere assai leggere (tali sonoinfatti i muri di tamponamento e i tramezzi); Ie travi di bordo(-B-) servono anche, spesso, a sostenere illoro peso.Si veda l'esempio del Paul Mellon Center di L.l. Kahn nellapagina a fronte; si noti fa rastremazione dei pilastri versoI' alto (che segue la diminuzione dei carichi) e la grandetrave orizzontale, all'altezza del primo solaio, che sostiene ilcarico del pilastro centrale.

    -n.b.- Quanto fin qui detto serve solo per introdurre ordinata-mente gli argomenti successivi, ma e assolutamente somma-rio: non si e tenuto conto delle strutture a setti in c.a., chesono in qualche modo assimilabili aile strutture murarie, nedi tutte le infinite soluzioni miste che ci sono offerte dalla sto-ria dell' edilizia, e che sono in pratica assai comuni.4

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    Strutture verticalia -Muri portantiI muri portanti sono murature su cui poggiano altre strutture(solai, coperture, altri muri in elevazione); essi possono esse-re realizzati con molti materiali diversi: mattoni, pietra (chein Sicilia e comunemente tufo), blocchetti di cementa etc ..Lo spessore di queste murature cresce in funzione del pesosostenuto e quindi anche in funzione dell' altezza del muro so-vrastante; questa accrescimento degli spessori (0 meglio, que-sta rastremazione dei muri, come pili correttamente si dice,descrivendoli dal basso in alto) puo essere trascurato in edifi-ci di limitata altezza come quelli del nostro caso. Normal-mente, nelle case unifamiliari, lo~spessoriidelle murature por-tanti e di circa 20-30 em, costante per tutta l'altezza; questa siottiene, se si usano i mattoni, disponendoli a due teste (come,per esempio, negli schemi illustrati a lato), oppure, se siusano blocchi di tufo 0 di cementa (che sono di spessore pilielevato), disponendoli ad una testa. Nel caso, abbastanza ec-cezionale, che i carichi che la muratura debba sopportaresiano veramente ridotti, si possono prevedere murature pilisottili: per esempio in mattoni ad una testa (spessore 12 em),-n.b.- Si possono realizzare anche murature portanti pia spes-se, ricorrendo a disposizioni a 3 0 4 teste (per i mattoni) etc.;simili massicce strutture murarie sono pero del tutto desuete.Si realizzano murature portanti anche in cementa armato(questo e detto con qua1che approssimazione, perche si trattastrutture verticali dotate di continuita con quelle orizzontali);queste si chiamano setti in c.a. ed hanno, sempre nel nostrocaso, uno spessore ridotto (15-20 em).Tutte le murature sopradescritte hanno scarsissime capacitadi coibentazione termica, per cui quando i muri portanti sonodisposti con una faccia (0 parte di essa) verso l'esterno dellacasa essi devono diventare:b-Muri portanti coibentati, cioe associati ad uno strato coi-bente (che puo essere anche un vuoto) e ad una muratura leg-gera (in mattoni forati 0 altro) , disposta sul lato interno allacasa; COS! essi diventano una variante pili robusta dei muri ditamponamento (spessore totale 35-40 em, se sono in mattoni,blocchetti in c.a. 0 tufo; 25-30 em, se sono setti in c.a.). Eanche possibile realizzare murature portanti coibentate ricor-rendo a un accoppiamento di due muri portanti ad una testa,separati da uno strato coibente (spessore totale, circa 30 ern).c-Muri di tamponamentoOuesti sono muri che chiudono la casa all' esterno; non hannoa1cuna funzione portante, sono invece buoni coibenti termici.Essi sono in genere composti da una muratura esterna solida(mattoni ad 1 testa, tufo, pannelli in c.a.) e di ridotto spessore(12-15 em), da una camera d'aria, 0 da un riempimento dimateriale coibente leggero di circa 5-10 em, e da un muro in-terno leggero di circa 8-10 em; nell'insieme illoro spessorevaria fra 30 e 35 cm; 10 strato interno e quello esterno di que-ste murature si riuniscono (per esempio, ai lati delle finestre)in soluzioni particolari, dette spalle (vedi disegno a pag. 7).d-TramezziQuesti non hanno a1cuna funzione portante e servono solo adividere gli ambienti, all'interno della easa; si realizzano inmattoni forati, in pannelli di gesso e simili ed hanno unospessore ridotto (10 em, eon l'intonaco); quando serve unbuon isolamento acustico essi vanno inspessiti (15 em) e,6

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    soprattutto, appesantiti (per esempio usando mattoni pieni).-n.b.-Rieordarsi ehe ci si protegge dal caldo e dal freddo conmuri stratificati e dal rumore con muri pesanti.componenti di uso comune per murature e tamponature ~:5 ~A1T?:>NE

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    tipi di murature di uso comune; foro spessori e norme peril disegno -n.b.- gli spessori indicati sono senza intonaeo;questa incrementa 1 0 spessore del muro finito di almena 2-3em per ogni faccia intonacata.A HUR.l PORIANTI 5FE5~ l>I5EC;NO IN PIANn4 -A4 20 J ~ L---1 20

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    d)

    Pilastri e settiQuesti sono elem nti ortanti isolat: si chiamano fiiilasih sehanno una sezione orizzonta e tendente alla centraliia, fj!rti{sehanno una sezione rettangolare, con un lato assai pili lungodell'altro; la loro sezione varia in funzione della resistenzadel materiale, del carico che sorreggono e della loro altezzalibera.Se sono realizzati in muratura hanno, anche nel nostro caso,forti dimensioni: per esempio, il minimo pilastro praticamen-te realizzabile in mattoni UNI, per un'altezza libera di 3-4 ml,ha la disposizione rappresentata nella figura a lato (e il pila-stro -e-, di circa 38 x 38 em) ed il minimo setto, sempre inmattoni, e di circa 25 x 50 em.Se sono realizzati in c.a., le loro dimensioni invece si riduco-no; mai pero diventano inferiori a 25 x 25 em (ne minori diun diametro di 30 ern, nel casi di pilastri tondi).Anche in qu~sto as 'lemento che pili influenza la sezionedel pilastro e l'altezza- ~a: per esempio, un pilastro di 25 x25 em puo essere su icren e a resistere alle sollecitazioni inuna casa a tre piani, se ad ogni piano esso e solidale aIle traviorizzontali; se pero dovesse sostenere la sola copertura dellacasa, attraversandone 10 spazio senza contatti con altre strut-ture, cioe con un'altezza libera di 10 ml, esso dovrebbe di-ventare assai pili robusto (per esempio, 45 x 45 em),

    -n.b.- Questo fenomeno di instabilita alia compressione (ca-tico di punta) riguarda, seppure in modo diver so, tutte I estrutture compresse: esso dipende dal materiale, dalia geo-metria della sezione della struttura compressa, dalla suasnellezza, dal modo con cui e vincolata alle estremita, dai ca-richi; fare sempre attenzione alle strutture, e ai pilastri, trop-po sottili.Si possono realizzare pilastri anche in metallo, seppure nonsiano particolarmente in uso nell' edilizia residenziale unifa-miliare corrente; questa ha un senso solo se tutte Ie struttureorizzontali ( travi, solai, coperture), 0 almena parte di esse,siano anche esse metalliche.Comunque, per Ie stesse considerazioni di cui sopra, i pilastrimetallici non saranno mai pili sottili di 15 cm di diametro, sesono tubolari, 0di 15 x 15 em, se scatolari 0HPE.ob.601..,," HPE8

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    Strutture orizzontaliIn una casa unifamiliare moderna si utilizzano prevalente-mente strutture orizzontali (travi, cordoli e solai) in cementaarmato.Qua1che volta si usano solai in ferro, specialmente se si vo-gliono coprire luci grandi con strutture leggere (magari costi-tuite da travi reticolari metalliche); anche altre strutture rela-tivamente complesse (metalliche 0 in legno) come capri ate esimili, archi in legno lamellare, etc., sono abbastanza in usoper realizzare coperture particolari.-n.b.- Per queste strutture, che qui non sono trattate, fareriferimento ai testi indicati in bibliografia.Se tutte le strutture orizzontali ragionevolmente probabili,nel nostro caso, sono in cementa armato, questa vale a mag-gior ragione per le travi e i cordoli. E infatti possibile che lastruttura metallica di un solaio 0 di una copertura sia appog-giata su travi 0 cordoli di c.a.; e impossibile, 0 quasi, il con-trario.Non sono qui trattati nemmeno archi e volte, che sono ilmodo tradizionale, e quasi del tutto desueto, di realizzarestrutture orizzontali associate a strutture murarie; sono perocomuni Ie aperture ad arco in setti murari (vedi a lato) ed al-cuni tipi di volte, purche di limitata luce e curvatura, chepossano essere considerate come configurazioni particolaridi normali solai 0solette in c.a.TraviLa trave e l'elemento primario delle strutture orizzontali cor-renti; si ricorda che la sua resistenza dipende da numerosifattori: dal carico e dalla sua distribuzione, dalla luce, daivincoli, dal materiale costituente la trave, dal suo momentad'inerzia. L'ultimo di questi fattori e connesso alle caratteri-stiche geometriche della sezione della trave e impone, inlinea generale, di adottare sezioni in cui l'altezza sia mag-giore della larghezza; vedi schema a lato.Naturalmente esistono numerosi tipi di travi (sagomate, reti-colari, complesse, etc.) che pero difficilmente si usano nellaminima edilizia residenziale; quindi, qui ci si riferisce esc1u-sivamente a travi ordinarie e rettilinee.Queste semplici travi in c.a. (come quelle in legno, che perosi usano assai raramente) hanno sezione rettangolare.Le travi in ferro, di minore uso per la loro pili difficile con-nessione con le strutture portanti murarie, hanno normalmen-te sezioni scatolari 0 IPE 0HPE, vedi a lato.Travi in c.a. ordinarieQueste travi normalmente sono dimensionate con una lar-ghezza pari (0 leggermente inferiore) a quella dei pilastri acui sono vincolate 0 dei setti murari su cui poggiano: sonoquindi~ in genere, 20 0 30 cm mentre la loro altezzadipende dal carico, dalla luce, etc. - ~Ci si puo orientare per dimensionare[l'altezza /di una trave(che sostenga solai ordinari di luci medie e senza carichi par-ticolari), con tutte l~autele del caso, ca1colando che essasia all'incirca~ ~/l2lIella sua luce.Si possono ancne usare traV! a spessore, cioe travi completa-mente annegate, nell'altezza del solaio, rna esse (seppure diuso corrente e, talvolta, obbligato) sono, per quanta dettosopra, svantaggiose: richiedono una molto maggiore quantitadi ferro e di cementa ed hanno una sezione molto larga (conuna superficie maggiore).

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    Architravi e piattabandePer architrave si intende una trave posta sopra un apertura(porta, finestra) in un setto murario; non c'e quindi alcunadifferenza con quanta detto a proposito delle travi ordinarie;in questa caso e , pen), abbastanza frequente l'uso di architra-vi metalliche, specialmente in aperture isolate 0 ricavate damurature esistenti.Un particolare disposizione dei mattoni (0 dei conci di pie-tra), quale queUa raffigurata qui sotto, si chiama piattabanda efornisce, per piccole luci (massimo 1,50 ml), la stessa presta-zione di una architrave, costituendo uno schema statico inqualche modo assimilabile a quello dell' arco; il suo uso emolto limitato ed ha senso solo se essa e realizzata in muratu-re a facciavista. Picco Ie piattabande semplificate, compostedi mattoni verticali paralleli, armate da sottili tondini metalli-ci, sono comuni per sostenere Ie velette (cioe Ie piccole por-zioni di muro che coprono il rullo delle serrande avvolgibili,neUe finestre ricavate in murature di tamponamento); questadisposizione e possibile solo per il limitatissimo peso chedeve essere sostenuto.

    t ! 4 , - c J . . i " c 5 l -Ve . . r IO v e . . . t f o I'"J v 1 a. r r o V I " ~ rl'Yl a . ttCordoliElementi di regola in cementa armato, analoghi a travi, salvoche per la disposizione dei ferri (e quindi per la funzione sta-tica), i cordoli sono strutture orizzontali di irrigidimento e dicollegamento. Sono disposti perimetralmente ai solai, lungoIe duettncl di appoggio sulle murature portanti (-a-), oppuresono inseriti orizzontalmente (-b-) nelle stesse murature (aquote intermedie fra i solai), per irrigidirle e ripartire omoge-neamente i carichi. I cordoli sono strutture dormienti, cioe g Q _ -~ate sempre su murature; ne mantengono ovviamente 10spessore ed hanno una limitata altezza (10-20 em).

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    SolaiVa ricordato che in una casa unifamiliare moderna si usanoquasi esc1usivamente solai in c.a. tradizionali (vedi pagg. 11e 14): questa vale sia per i solai intermedi (-A-, nel disegnosotto), sia per il solaio al piano terra (-B-; qui un normale so-laio sollevato dal suolo, che sotto la casa viene alquanto sea-vato, sostituisce gli antiquati ed inaffidabili vespai), sia per Iecoperture piane (-C-, che sono costituite da un solaio ricoper-to da strati coibenti, di impermeabilizzazione, etc.), sia per lacopertura (-D-, dove ancora un normale solaio viene dispostocon la giacitura inc1inata, associato eventualmente ad unabreve soletta che realizza 10 sporto del tetto).

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    Una soluzione alternativa comune per i tetti, che pero noncambia sostanzialmente Ie cose, e quella di prevederli comestrutture leggere inc1inate (ancora sottili solai in c.a, 0metal-lici) appoggiate su solai piani tradizionali (-A-).

    E bene che ci si abitui a considerare che, nel progetto, ai varisolai vanno attribuiti spessori complessivi al finito (solaio +strati di allettamento dei pavimenti + coibentazioni etc.) assaidissimili; speeialmente bisogna rieordare ehe i solai di eo-pertura, una volta finiti, risultano assai piu spessi degli altri(anehe di 15-20 em), non tanto per motivi strutturali, quantaper la presenza degli strati di eoibentazione.Come gia accennato a pag. 9, i solai in ferro sono, seppureraramente, ammissibili (nei casi -A- e soprattutto in copertu-ra, quando siano sostenuti da soluzioni particolari come ca-priate etc.). I solai in legno, invece, sono del tutto fuoridell'uso corrente, salvo forse il caso in cui si adottino struttu-re di copertura (archi 0 capriate) di legno (spesso lamellare)che impongano tessiture di solaio di materiale omogeneo.11

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    01" "\) /) c< 1 2Solai in cemento armato tradizionali (vedi pag. 14)Questi sono strutture miste, composte di travetti in c.a., getta-ti in opera 0 prefabbricati, con interposti e1ementi leggeri dilaterizio .A dispetto della loro apparenza di lastre omogenee, essi sonoinvece strutture totalmente disomogenee, pensabili semprecome associazioni di piu travi (travetti) parallele, accostatel'una all'altra .Questo impone di fare molta attenzione ana loro disposizio-ne: se, per esempio, vogliamo realizzare un solaio rettangola-re ABCD e disponiamo i travetti secondo la direzione AB (di-segno 1) dobbiamo osservare che i lati AD e BC sarannoquelli su cui si appoggia il so~~ . er c~i, al di sotto, dovre-d I MJ"

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    Se poi non si vuole ingombrare tutto 1 0 spazio sottostantecon strutture, non resta che realizzare altre travi aggiuntive:per esempio, Ie travi AB e DC, che portano ancora duenuove travi, parallele alle AD e BC (vedi i1 disegno 3); oppu-re Ie travi XY e ZW, a cui appoggiare dei travetti ruotati(vedi il disegno 4).La complicazione architettonica e tecnica di queste soluzionidiventa evidente: nascono strutture miste, con travi principalie secondarie, dove Ie prime sono-tormentate anche da carichiripartiti irregolarmente sulla loro lunghezza.

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    Solai in c.a. prefabbricati (vedi pag 14)Per luci pili forti di 7-8 ml (e quindi assai raramente nel no-stro caso) si possono usare solai ottenuti dall' assemblaggiodi e1ementi prefabbricati (anche precompressi) di variaconformazione: a pannelli 0a copponi ad U 0a T.Ne risultano, in quest'ultimo caso (solai formati da copponi),strutture orizzontali dalle tipiche sezioni nervate; l'altezza el'interasse di queste nervature, data la varieta degli e1ementicomponenti che si possono adottare, e molto variabile.Analoghi solai nervati possono essere ottenuti anche gettan-do in opera i1 cementa su casseforme variamente sagomate.Altri solai (vedi pag.lS)Rimandando allo studio della scienza delle costruzioni perogni approfondimento, si sottolinea che quanta detto a pro-posito della tessitura dei solai in c.a. vale, nelle linee genera-Ii, anche per molti altri tipi di solaio, quali quelli in ferro(con laterizi 0con lamiere grecate, etc.) e quelli in legno, chesono, bisogna notarlo, strutture ancora pili frazionate e diso-mogenee di quanta non siano i solai in c.a.SoletteQueste sono, a differenza di tutti gli altri tipi di solaio, lastrequasi omogenee di c.a., gettate su cassaforme piane, con unadistribuzione intema dei ferri tale da garantime la resistenzaanche in condizioni particolari ed irregolari di carico e divincoli.Si usano normalmente solo in alcuni punti speciali quali:scale, balconi, etc. che, per motivi vari (irregolarita geome-trica, sbalzi, etc.) non possano essere risolti altrimenti.Sono, per picco1e luci, strutture sottili (12-20 em), molto pe-santi e molto elastiche; quindi sono ottime (il che e negativo)trasmettitrici di suono e di calore, difetto che e presenteanche nei normali solai in c. a. e laterizi, rna in misura assaimeno evidente.

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    Coronamenti, basamentiI nodi di connessione fra strutture orizzontali e verticali di-pendono dai materiali e dalle tecnologie scelte: nel caso dellaconnessione fra solai in c.a. e murature (port anti 0 tampona-menti), essi si risolvono, in linea di principio (vedi pag. 10),con una trave 0 con un cordolo, che collega i travetti del so-laio e si appoggia sulle murature (0 le sostiene).Nel dettaglio, pero, tali nodi spesso si complicano. Nell'edili-zia comune i nodi pili complessi (e pure pili carichi di signifi-cato architettonico) sono:-quelli di g}fQnamento : qui vanno risolti insieme i problemidi coibentazione, di impermeabilizzazione, di raccolta e cana-lizzazione delle acque piovane e i problemi attinenti alla pro-tezione della facciata;-quelli di basamento : qui bisogna risolvere i problemi di iso-lamento degli ambienti della cas a e l'impermeabilizzazionedelle sue strutture dall'umidita del terreno.CoronamentiDescritti sommariamente, i criteri progettuali pili seguiti peressi sono:-quando non possa crearsi, con controsoffitti (fig. 2, pag. 17)o doppi solai (pag. 11), un ambiente di sottotetto che aumentila coibenza, bisogna sovrapporre al solaio di copertura (pianoo inclinato) un notevole strato di materiali coibenti (almeno10-15 ern);-se il solaio e piano, va dotato di opportune pendenze per ildeflusso dell'acqua, realizzate con gli strati coibenti 0altro, edi opportune finiture murarie per contenerle (muri d'attico,etc.);-sopra ancora, vanno disposte le impermeabilizzazioni, chesono, in genere, composte di due elementi: una guaina sigilla-ta ed un materiale di copertura (tegole, mattonelle, etc.), chesvolge soprattutto la funzione di proteggere la guaina dal solee dal gelo;-con opportuni elementi di lamiera 0 di materiale plastico(converse, scossaline), vanno poi raccordate Ie impermeabi-lizzazioni ai muri in elevazione, oppure connesse alle gronde,o connesse fra lora su pendenze convergenti;-tutti i punti critici 0di sommita vanno infine coperti con ele-menti speciali in pietra 0 in metallo (copertine), dotati di pen-denza e di gocciolatoi.A titolo esemplificativo sono qui riportate (pagina a fronte)tre soluzioni tipiche:I-un tetto con gronda estern a e discendenti pluviali esterni;2-un tetto con gronda a filo, discendenti interni al muro econtrosoffitto;3-una terrazza con gronda e discendenti interni.Si fa notare che queste soluzioni si differenziano molto, so-prattutto, per il valore architettonico assai diverso che fannoassumere al volume edilizio: nel caso 1, 10 sporto del tetto nesottolinea l'autonomia spaziale (un oggetto sovrapposto aliacasa); nel caso 2, prevale la compattezza volumetricadell'edificio; nel caso 3, prevale la percezione della vertica-lita delle strutture murarie, che appaiono quasi come se [os-sero sezionate, in alto, da un piano orizzontaleBasamentiPremesso che oggi norm ali solai in c.a. sostituiscono sempre ivecchi vespai appoggiati al suolo, il criterio base che guida laprogettazione di un basamento e quello di far circolare l'aria

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    al di sotto dell' edificio e attorno al suo perimetro.Per ottenere questa risultato si realizzano, attorno all'edificioe sotto il livello del suolo, delle intercapedini ventilate e do-tate in basso di una canaletta di raccolta delle acque. Poi,uno strato di impermeabilizzazione taglia i muri di fondazio-ne, impedendo che I'umidita del terreno e l'acqua piovana,raccolta attorno alla casa, risalgano per capillarita nelle mu-rature in elevazione e raggiungano il primo solaio.Un esempio di tale disposizione e riportato qui sotto; l'ulti-mo disegno in basso e un esempio di disegno in sezione(scala 150) di alcuni dei nodi presi in esame.\~

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    ScaleQui ci si riferisce solo alle scale interne di una casa unifami-liare, che devono essere piccole, leggere ed economiche: perquesta e assai comune che esse siano realizzate non solo inc.a., rna anche in metallo, legno 0con strutture miste in legnoe metallo.Avvertenze:-vanno evitate strutture e disposizioni delle scale troppo com-plesse e irregolari; e bene attenersi, invece, alle tipologie pilicorrenti, qui accanto esemplificate; vanno anche evitate lescale a chiocciola, perche quelle normalmente in uso (diam.90-120 em) sono troppo scomode per servire ambienti abitatie possono avere solo usi secondari (raggiungere soffitte, etc.);-scale elicoidali di maggiore diametro (vedi, a lato, il tipo -e-,diam. est. almena 210 em) sono invece ammissibili, anche sein enere implicano strutture port anti assai complesse;-la ar _hez a di una scala intern a ad un alloggio non puo es-sere mmore di 80 em, ne maggiOre di 120 em (normalmente e90 em);-il rapporto che deve legare le misure delle alzate dei gradinicon quello delle pedate e: 2 alzate + 1 pedata = 63-64 em; percui, per altezze di alzata fra 17 e 20 em, si hanno pedate fra30e24cm; ~-Ie scale interne possono essere ripide (alzate da 18-20 ern);-i pianemttoli devono essere profondi almena quanta la lar-ghezza della scala.Cenni sulla strutturaA parte l'ovvia possibilita di concepire una scala con i gradini(fatti di qualsiasi materiale adatto) appoggiati ciascuno a duemuri paralleli (soluzione -a- nel disegno qui sotto), si puoanche semplicemente pensarla con i gradini a sbalzo da unaparete, non importa se quella laterale del vano scala (soluzio-ne-b-) 0quella posta a separare le rampe (soluzione-c-).

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    Nelle strutture in c.a. le scale sono pensate spesso in duemodi alternativi, che implicano anche una divers a disposizio-ne della struttura portante delI'intero edificio:-il primo modo (-d-, qui accanto) prevede la realizzazione diuna rampa (comprese le relative porzioni di pianerottolo)come una struttura monolitica, cioe come una robusta solettapiegata (a ginocchio) appoggiata agli estremi; questa solettapuo essere gettata in opera su cassaforme sagomate 0 anche,in grandi complessi edilizi, prefabbricata. Si noti che questadisposizione implica la realizzazione di una robusta traveorizzontale, ~l,lllgo.ilpi1!::nergttW0non complanare alle altreche reggono 1solai,-nel secondo modo (-e-, vedi pagina a fronte) vanno invece18

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    realizzate due travi piegate a ginocchio che portano a sbalz9i singoli gradini; ne risulta una struttura complessa, con letravi a ginocchio che lavorano irregolarmente ed a torsione,rna ne risulta anche una scala pili sottile (nella parte visibile,cioe nella rampa, mentre le travi a ginocchio restano nasco-ste, assorbite nella spessore dei muri perimetrali).Per quanta riguarda le scale in struttura metallica a in legno10 schema che pili comunemente si adotta e quello di appog-giare i gradini all'interno (-f-) 0 sopra (-g-) due travi piegateparallele, dette cosciali ; si tratta comunque di strutture digrande leggerezza che, nel caso che i cosciali siano in metal-lo, permettono anche una certa liberta nella configurazionespaziale della scala (vedi, ad esempio, la scala elicoidale illu-strata in basso, che puo essere realizzata solo con cosciali eli-coidali in metallo).Modo di disegnare Ie scaleIn pianta vanno osservate due convenzioni grafiche:a- un segno tratteggiato inc1inato sostituisce, per semplicita,l'esatto profilo che avrebbe la sezione della scala, tagliata dalpiano orizzontale della pianta; si noti infatti che l' esatta se-zione orizzontale di un gradino varia moltissimo con la quotae questa darebbe adito ad ambiguita grafiche;b- una freccia continua indica sempre e solo if verso di salitadella scala. Ne risulta che le scale vanno sempre disegnatecome nell'esempio in basso (i numeri progressivi delle peda-te possono anche essere omessi).Le scale a chiocciola, quelle a elica ed anche le parti elicoi-dali di scale mistilinee (vedi tipo -c-, pag.18), vanno disegna-te conoscendone l' esatta natura geometrica. Va compreso chetutte le curve ascendenti che compongono tali scale (se sonoa pianta circolare) sono eliche cilindriche, curve tridimensio-nali che proiettate sul piano (cioe facendo sezioni e prospetti)diventano sinusoidi, cioe curve piane in cui x = sen y , dal ca-ratteristico andamento emisimmetrico e con i flessi la cuitangente ha inc1inazione costante sull'asse y; provare percredere.

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    InfissiPer uno studio dei numerosissimi problemi di dettaglio al ri-guardo si rimanda alla manualistica e speeialmente al Ma-nuale dell'architetto, dove quasi tutti i tipi di infissi sono trat-tati in modo esauriente, con qua1che omissione riguardo aIleproduzioni pili reeenti. In ogni easo Ie teenologie degli infissiin legno, ehe sono un importante eapitolo dell'argomento esono aneora attuali, risalgono, pratieamente inalterate, alme-no al Setteeento. Ouanto segue e quindi solo un eleneo dellenozioni indispensabili.PorteLe porte hanno~ telai ben distinti per funzione e il cuimontaggio e separato nel tempo. II primo, detto controteiaio,e un manufatto molto grezzo in legno, ehe viene montatomentre si eostruiseono le murature (0 subito dopo) e serve arifinire il vano murario e a predisporlo alla messa in operadell'infisso. II secondo, il telaio fisso, viene prodotto e mon-tato (assieme alla porta) sul eontrotelaio, solo quando sonostati eseguiti i pavimenti, gli intonaei e le pitture.Naturalmente fra le misure interne del eontrotelaio e quelleesterne del telaio dovranno essere laseiati a1cuni eentimetri,per poter essere sieuri ehe iltelaio entri nel eontrotelaio e perpoter anehe eorreggere eventuali pieeole imperfezioni diposa; 10 spazio fra i due telai (s_herisulta irregolare) viene eo-perto da fasee di legno, dette / i z Q j l f e f-;jI "ORTA SU TRAHZZO

    Da questa eonsegue ehe fra la luee intern a del vano nella mu-ratura e la Iuee effettiva della porta c'e sempre un'inevitabiledifferenza di circa 8(.10em per parte; per esempio ad un vanodi un metro eorrisponde una porta di circa 80 em di lueenetta.Le dimensioni usuali delle porte interne (per abitazioni) sono:- ad una anta, 60 - 90 em di luee netta;- a due ante, 90 - 120 em di luee netta.La loro altezza oseilla fra 210 e 240 em.Nel disegno in pianta delle porte, qui accanto esemplificato,le misure segnate sull'asse indicano luce ed altezza nette.Finestre e porte esterneGli infissi esterni, quelli tradizionali in legno e molti tipi diquelli metalliei, sono posati su un vano murario eonformatoin modo partieolare: ai lati, Ie spalle della muratura (rette 0 asguineio) terminano con battenti murari dett~.Oueste hanno in genere uno spessore di 12 em ed un aggettodi 8 0 10 em; Ie mazzette permettono I'appoggio del telaiofisso 0 del eontrotelaio (non tutte Ie finestre hanno pero eon-trotelaio e telaio fisso) ed il riparo, dagli agenti atmosfericiesterni, delle eonnessioni del telaio con il muro. Leoeonnes-sioni interne sono naseoste da un eoprifilo.Si noti ehe, per la partieolare struttura del telaio di a1cuni tipi20

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    di finestre (quelle tradizionali con oscuramento a persiana,quelle metalliche con telaio complesso, etc.), Ie mazzettevengono omesse.

    Va comunque tenuto presente che, anche per Ie finestre, biso-gna considerare due misure: la luce netta (che e quasi ugualea quella intern a fra le mazzette), e la luce del vano murarioall'interno, che e assai pili grande (+ 2(135 gn).La conformazione della muratura in alto e resa anche pilicomplessa dalla presenza (quando l'oscuramento sia con av-volgibili) di una architrave piatta, detta veletta, che proteggeil cassonetto dell'avvolgibile (1 0 spessore della veletta e tipi-camente 12 em, come le mazzette; la sua altezza e pari a ' S o .; ~quella del cassonetto, cioe 30-40 em), A lato sono illustratedue tipiche sezioni: in alto quella di un infisso in lamiera,tipo Secco, con veletta in lamiera; in basso quella di un in-fisso in legno con veletta in muratura.L'ultimo punto importante su cui soffermare l'attenzione e laconformazione della soglia battentata, su cui chiude, inbasso, l'infisso. Questa sporge sempre dal filo esterno delmuro e, se e a pavimento (caso delle porte-finestre), e ~ -vata rispetto al calpestio esterno; se e a davanzale, copre - 1 1-p.frapetto, la cui sezione e spesso pili sottile dei muri ai lati.Ne risulta una nicchia in cui normalmente trovano posto itermosifoni.Gli infissi hanno profili complessi, pieni di aggetti e battenti;per comRrenderne il sensa bisogna cap-ire eke per opyorsiaWinfiltrazione deU'acqua tutti gli infissi ricorrono soprat-tutto ad unprincipio generale (che guida anche tutta la pro-gettazione delle parti murarie esterne della finestra): ogniparte e inclinata per impedire il r ts tagno 'ilell'acqua, e mu-nita di gocciolatoio, per facilitarne il distacco, e aggetta suuella inferiore er roteggerla.Non esistono misure standard per Ie finestre, solo I'applica-zione di criteri di risparmio energetico richiede di dimensio-narle con parsimonia: cioe con una supeilicie di circa 1 / . .~cie..della stanza corrispondente.Esempi di disegno sono riportaTi quCs'""OiJO.

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    Vengana qui allegati alcuni dati di dimensionamento, relativiai vari ambienti della casa; tutte le altre informazioni vannoreperite nella manualistica indicata in bibliografia, tenendopero presente che talvolta i dati in essa contenuti vanno ag-giornati, data che la manualistica (specialmente quella ita-liana) e ormai vecchia di trent' anni; si prega quindi di inter-pretare ogni data can criteria.Aleune avvertenze:Per Ie 9amere d a letta (pagg. 22, 23), ricordare che:- la normativa italiana in vigore (decreto del Ministero dellaSanita) prescrive una superficie minima di 14 mq per Ie ca-mere a 2 letti e di 9 mq per quelle singole. Tuttavia c'e unatendenza generalizzata a ridurre questi minimi (molti degliesempi di pag. 23 gli sono, proprio per questo, inferiori); inogni caso, non bisogna scendere mai sotto i 9 mq, ne super arei 20 mq (2 letti) 0 i 15 mq (1 letto);- Ie regole per la disposizione dei letti sono solo queste: evita-re, nei limiti del possibile, di accostarli a pareti perimetrali edevitare assolutamente di accostarli a finestre (questo per moti-vi termici e sanitari); si evita pure di disporli con i piedi versola porta, rna questa e solo per ragioni scaramantiche.Quello che, pen), ha una grandissima influenza nell'agibilitadella camera e la disposizione delle parte e delle [inestre;l'esempio a lato present a due camere di uguali dimensioni;quell a in alto pero ha una disposizione sbagliata (come si notadalla tortuosita dei percorsi intemi): la porta non permette diavere un armadio a tutta parete e 10 trasforma in un ostacolofisico e visivo; la finestra e troppo vicina al letto ed e pocoraggiungibile; la camera in basso e , invece, corretta.Per quanta riguarda gli ambienti di saggiarna e prama (pag.24), bisogna not are soltanto che anche per questi ambientivale una regola fondamentale: semplificare i percorsi princi-pali. Nello schema a lato si nota come un percorso tortuosotenda a rendere inutilizzabile 10 spazio di un soggiomo 0 diun pranzo, rendendo difficile e scomoda la collocazione deimob iIi relativi.Per quanta riguarda Ie cucine (pag. 25) ricordare soItanto cheoggi si tende ad avere mob iii modulari e componibili, talvoltariuniti in un unico monoblocco. Le dimensioni in pianta diquesti moduli variano: la loro profondita, pero, si aggira at-tome ai 60 cm.Per quanta riguarda disimvegni e corridoi ricordare che- 90 em e la minima larghezza di un corridoio (fig. a);- quando lungo il corridoio ci sono armadi, bisogna ampliamela larghezza, per permettere I' apertura degli sportelli (fig. b);- 120 em e la larghezza per ilpassaggio di 2 persone (fig.c);- 140 ern e la larghezza minima quando si voglia una maggio-re agibilita, per esempio in un ingresso (fig. d).

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    Bagni, incolonnamento ed accoppiamentoPer risparmiare complicazioni impiantistiche e costi, convie-ne predisporre, in una casa unifamiliare, un'unica colonna discarico; questa e , di tutte le tubazioni idrauliche, la pili gran-de (diam. 8-12 em) e l'unica che deve essere rigorosamenteverticale.Ouesto significa che conviene accoppiare i bagni (se essisono sullo stesso piano) 0 incolonnarli (se sono su piani di-versi). Bisogna tener presente, nel far questo, che l'unico ele-men to igienico che deve essere sempre vicinissimo (40-80ern) alia colonna di scarico e il w.c.; ne risulta, per esempio,che sono accoppiati (0 incolonnati) anche bagni disposticome nei disegni a lato, anche se e ovviamente meglio ac-coppiarli con tutti gli apparecchi attorno ad un muro cO,muneo incolonnarli esattamente l'uno sull'altro.Alcuni bagni prefabbricati moderni portano all'estremo que-sta disposizione, concentrando tutte le tubature dentroun'unica parete attrezzata (che e normalmente un vano largo25-35 em), vedi qui sotto. Sarebbe anche opportuno che laparte idraulica della cucina fosse prossima a quella dei bagni,o addirittura che la cucina venisse accoppiata ad un bagno(nel caso sulla stessa parete attrezzata).

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    Bagni con aerazione artificialeIn edifici di grande spes sore risulta utile collocare i bagniall'intemo del corpo di fabbrica (anche se spesso nelle caseunifamiliari, si puo aerarli ed illuminarli con finestre zenita-Ii). Per dotare bagni e cucine di aerazione artificiale, bisognache essi siano posti accanto ad un cavedio abbastanza largoda contenere grandi canne di aerazione forzata.Largo 25-35 em (come una parete attrezzata, con cui puoidentificarsi), il cavedio va concepito come una canna mura-ria vertic ale che attraversa tutta la casa, dal primo solaio altetto (da cui emerge con gli aeratori).

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    Norme per iIdisegnoOItre a quanta gia specificato (vedi, murature portanti, solai,scale, infissi etc.) e a quanta si ricava dagli esempi allegati (apag. 29, uno studio di dettaglio per un balcone d'angolo dicasa De Bonis, a Terni, di M. Ridolfi; aIle pagg. 30-31, pian-ta-tipo, prospetto e dettagli delle strutture verticali di casaFranconi, a Terni, di M. Ridolfi e W Frankl ), si ricorda che:1.-le piante sono sezioni orizzontali fatte (per convenzione) acirca 1,50 ml sopra il calpestio (infatti Ie finestre si sezionanoall'aItezza dell'infisso, non del parapetto, etc.);-nelle piante e nelle sezioni, si disegna sempre con linee pilispesse cia che viene effettivamente sezionato, con linee pilisottili cia che si vede oltre il piano di sezione, con linee trat-teggiate tutto quello che c'e di essenziale al di qua del pianodi sezione (come per esempio, in pianta, Ie travi sovrastanti,etc.; vedi pag. 30); ,2.-non c'e a1cuna regola generale per il disegno in pianta e se-zione delle murature, se non che:-Ie murature ordinarie vanno disegnate nelloro esatto spesso-re e configurazione (per esempio, va disegnata la camerad'aria delle tamponature) rna non si tiene conto ne della di-sposizione dei componenti (non si disegnano i singoli matto-ni, etc.), ne delle differenze di materiale che ci sono fra i varimuri (portanti, tamponature, tramezzi); Ie murature vannoquindi disegnate 0 a semplice contorno 0campite con qualun-que grafia;-vanno viceversa ben distinte dalle murature Ie strutture inc.a. (pilastri, setti, travi); queste dovrebbero spiccare conmaggiore evidenza rispetto alla grafia delle murature (peresempio, nero su tratteggio, etc.; a pag. 30, invece, sono pilichiare, rna questa e un ridolfismo da non copiare);-gli intonaci si rappresentano (non sempre; e solo in scala150) con una sottile linea parallela al contorno dei muri;3.-le sezioni dei solai dovrebbero (anche se non e obbligatorio,e solo in scala 1:50) riportare l'indicazione della tessitura deitravetti; e comunque essenziale che la parte strutturale siasempre distinta dagli strati di coibentazione e pavimentazio-ne;4.-non si disegnano quasi mai (e non vanno disegnati nell'eser-citazione) gli arredi e Ie tessiture della pavimentazione, ameno che non rivestano un importante significato architetto-nico; si disegnano invece gli elementi igienici, quelli della cu-cina, gli arredi fissi (armadi a muro, etc.) e, rna solo quandoserva a dimostrare l'effettiva agibilita di un ambiente, gli in-gombri dei letti e dei mob iIi principali;5.-la descrizione in prospetto delle murature a facciavista edelle grane dei materiali va fatta con criterio: per esempio, eassurdo disegnare in scala 1:100 una muratura, mattone permattone; sara meglio segnare Ie sole linee dei ricorsi orizzon-tali, anche pili distanziati che il reale; anche in scala 1:50 con-viene evitare eccessi di inutile virtuosismo.

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    I~ ~ . ~ !I FINESTRE A CONTATTO(ON PILASTRO Of CfMENTO

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  • 5/8/2018 [Ing.arc. Ita] Disegno Composizione Architettonica to Cellini

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    BibliografiaAA.VV. (tra cui Mario Ridolfi), Manuale dell'architetto, Cnr,Usis, Roma 1946; (edizione aggiornata, CNR, Roma, 1955).E. Neufert, Enciclopedia pratica per progettare e costruire,Hoepli, Milano 1981 (f edizione 1949).Ch. G. Ramsey, Harold R. Sleeper, Architectural GraphicStandards, AIA, New York 1980 (8a edizione).AA.VV., Sistema tipologico per l'edilizia ad indirizzo sociale,Ispredil, Roma 1980.P . Carbonara (a cura di), L' architettura pratica, vol 5, tomeII, Utet, Torino 1980.AA.VV, Guide alla progettazione, (allegati, dal n. 1 al n. 9,della rivista Modulo), Be.Ma., Milano 1987/88.M. Salvadori, R. Heller, Le strutture in architettura, Etas,Milano 1983.Referenze delle illustrazioniLe illustrazioni delle pagg. 3 e 5, sono tratte da:H. Ronner, S. Jhaveri, A. Vasella, Louis Kahn, CompleteWorks, 1935-74, Westview press, Boulder, Colorado 1977;quelle delle pagg. 4, 6, 8, 10, 21 (telai, disposizioni murarie,piattabande, sezioni di infissi) sono tratte da:P. Carbonara, cit.;gli archi in muratura di pag. 9 sono tratti da:C. G. Ramsey, H. R. Sleeper, cit.;gli schemi distributivi dei bagni di pag. 26 sono tratti da:I. Diotallevi, F. Marescotti, IIproblema socia Ie, costruttivoed economico dell'abitazione, Officina, Roma 1984;i bagni di pag. 27 da:AA.VV, Sistema tipologico ..., cit.;Ie illustrazioni delle pagine 29, 30 e 31 provengono dallar-chivio Ridolfi, Accademia di S. Luca, Roma.Tutti gli altri disegni sono dell'autore.Nota questa manualetto non ha a1cuna pretesa di completezza, nedi scientificita; fornisce indicazioni e suggerimenti, riferiti esc1usivamenteal tema della casa unifamiliare, seguendo le soluzioni pili co-muni ed usuali, con cenni su a1cuni principi costruttivi, fisicie statici che debbono guidarne la progettazione; le misure di e1ementi strutturali che sono riportate vanno in-tese nelloro carattere puramente orientativo; per ogni approfondimento si rim anda alla manualistica cita-ta in bibliografia e soprattutto ai testi consigliati dai corsidelle discipline tecnologiche e del disegno.

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