InformagiovaniSett10 - Provincia di Varese/r... · Per mia passione e corso di studi uso parec-chio...

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numero 9 - novembre 2010

Editore:

Direttore responsabile:Mauro Carabelli

Redazione:Alessandro Cadoni, Daniela Giunta, Davide Longo,

Elena Spinelli,Fabio Ferrana, Francesca Capoluongo,Francesco Piotti, Glenda Giussani, Ivana Basaric,

Marco Bonaglia, Marco De Santi, Mario Favini, Marilisa Menegatti, Nicole Colombo, Rosalba Maruca,

Rossella Scutteri, Sergio Zaza, Stefano Fioretti, Vincenzo Niesi, Elisabetta Ranco, Edoardo Grimoldi,

Floriana Pagnottoni, Maria CialoneFrancesco Mugnani, Silvia Sommaruga

Hanno collaborato:gli InformaGiovani dei Comuni di:

Marchirolo, Cugliate Fabiasco,Cunardo e Cadegliano Viconago - Marzia Albieri,

Saronno - Elena Mazzucchelli,Sesto Calende - Massimiliano Tappari

Varese - Elena Emilitri e Anna Manicone

Hanno partecipato:Rete Bibliotecaria Provinciale

Elisabetta Bertani - Rete Bibliotecaria ProvincialeCristina Diani - Biblioteca di Caronno PertusellaValentina Candiani - Biblioteca di Busto Arsizio

Letizia Antonello - Biblioteca di Gavirate

Coordinamento:Provincia di Varese - Coordinamento InformaGiovani

Donatella Ballerinicon la collaborazione di Giorgio Benzoni

Grafica:Provincia di Varese Stefania Magni

Stampa:Real Arti Lego - Corbetta (MI)

Registrazione del Tribunale di Varese n. 923 del 4 dicembre 2007

SOMMARIOGIOVANI ARTISTI Nella “web” di giovani artisti 4

FACEBOOKBotta e risposta 6

IG SARONNOFinalmente il nuovo sito 9

RADIO ADOAdolescenti on air 10

STUDENTILa consulta studentesca provinciale 12

E-BOOKMa anche no 13

RECENSIONI LIBRI 16

CURIOSITÀA cosa stai pensando? 18

FAKEBOOKLa stazione si reinventa 19

SPORTIl softair 20

LAVOROEsseri digitali in cerca di lavoro 22

ESPERIENZERadio web itinerante 24

ORIENTAMENTOSogno o son gnappo? 27

SCUOLEGemellaggio L’Aquila-Varese 28

INTERVISTAil teatro degli orrori 31

XXxx 33

CONCORSOI love my land: la premiazione 34

INFORMAZIONEI media del futuro 36

MOSAICO GIOVANIRaccontare con il reportage 38Se vuoi contattarci scrivi una mail a:

[email protected]

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Oggi, le macchine e, in particolare, i nostri pc connessi alla vastarete mediatica, tendono a diventare sempre più lo strumento prin-cipale di conoscenza e il medium privilegiato del relazionarsi almondo inteso in tutti i suoi aspetti (sociali, naturali, politici, rela-zionali, affettivi ecc.).Buona parte di questo IG Magazine ospita interessanti articoli etestimonianze relative alla comunicazione e alla creatività sul webe l’applicazione delle nuove tecnologie nei più svariati campi dellanostra vita.Impensabile fino a qualche anno fa un dominio del virtuale così vastoin quasi tutti i processi di comunicazione. Leggendo gli articoli emer-ge una sostanziale aderenza a un’evoluzione tecnologica che sta tra-sformando radicalmente anche i più elementari rapporti tra gli esse-ri umani. Emerge anche qualche dissenso: il confine tra realtà e rap-presentazione si assottiglia con il rischio di indebolire l’”autentici-tà” del rapporto diretto. Il corpo con le sue emozioni ed espressioninon verbali comunica molta più “verità” di quanto riusciamo a diree a registrare. Il punto è proprio questo: dov’è finito il corpo? E checonsistenza hanno la reciprocità e il feed bach nel messaggio tele-matico? Al di là degli innegabili vantaggi di tempo, di reperimento di mate-riale e della globalità di rapporti garantiti dall’immane estensionedella rete, è sempre in agguato il rischio di scivolare inconsapevol-mente dentro la potente illusione che si possa conservare inaltera-ta la propria identità prescindendo totalmente dal corpo all’internodel quale essa si costituisce. Sebbene lavori ormai da più di tren-t’anni nel campo della comunicazionee abbia dovuto cimentarmi veloce-mente per ragioni professionalicon i nuovi strumenti proposti conti-nuamente dall’evoluzione della tec-nologia informatica, devo ammet-tere che il rischio dell’assorbimentototale con la conseguenza di ottimiz-zare una funzione ma di perderecontemporaneamente il contattoreale con il mondo non appar-tenga più solo alla fanta-scienza filmica diMatrix.

Oggi si può tranquillamente neutralizzare un obiettivo nemico conun RQ-1 Predator, cioè un Unmanned Aerial Vehicle meglio cono-sciuto come drone, pilotando “da remoto” anche oltre la linea del-l'orizzonte, grazie ad un sistema data link satellitare, standosenecioè “tranquillamente” seduti a casa dietro il proprio pc.“Neutralizzare”, target offset, come in un wargame. Ma i missi-li che vengono sganciati non sono virtuali e dall’altra parte, amigliaia di km di distanza, il target è costituito da “vere” vitti-me. E’ un tipico esempio di come quella fusione uomo-macchi-na capace di modificare la percezione dello spazio-tempo sia giàin atto. Insomma, il soggetto post-moderno sta diventandotecno-sensibile. Quello che emerge all’interno dell’ambiente reticolare che ciavvolge, sottoponendoci a un bombardamento mediaticosenza precedenti, a una relazione simbiotica con le tecno-logie informatiche e con le macchine in generale, è l’im-magine di una soggettività distantedal mondo reale, tuttavia pervasa eossessionata dal controllo ed “emoti-vamente” agganciata alla performance.Si dirà che il cyborg, in funzione del modoe del mezzo più razionale e vantaggioso concui raggiungere l’obiettivo (il target, appunto),può permettersi di lasciare sul campo qualcheesame di coscienza di troppo. Sono aspetti questiche ormai coinvolgono lo stile con cui si fanno lacomunicazione e l’informazione più ordinarie.Però, come sono lontani i tempi in cui, per esem-

pio, la gavetta giornalistica consumava le suoledelle scarpe e annotava sul taccuino! Si vivevacostantemente dentro l’evento e se ne perce-pivano visceralmente gli umori. Soprattuttoci si guardava in faccia e si aveva anche il

tempo per fermarsi e riflettere.

EDITORIALE di Mauro Carabelli

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IL VIRTUALE, IL CORPOE LA VITA REALE

Non c'è uomo che non possa bere o mangiare, ma sono in pochi in grado di capire che cosa abbia sapore.

(Confucio)

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Conosciamo meglio i giovani autori della coper-tina di questo InformaGiovani Magazine.

Appuntamento obbligatoriamente a SpazioAnteprima.

Allora Marco e Francesco, come nasce l’i-dea di una vostra collaborazione?M.: Francesco ed io eravamo compagni di liceo,ma una volta finito questo, ci siamo persi di vista.Ho rivisto Francesco dopo un paio d’anni e gli hoproposto di unirsi a me per fare la locandina per

Vibrazioni Artistiche in occasione del primo eventoche stavamo organizzando “SilenzioRumore”.F. Esattamente così. Da lì inizia la nostra collabora-zione e praticamente posso dire che lavoriamoinsieme. Anche i murales qui allo Spazio per lamaggior parte sono opera nostra.

IL PROFILO DEGLI AUTORIMarco Ceolin ha 22 anni, studia graficaall’Accademia di Brera.Francesco Pirini ha 23 anni, frequenta Nuovetecnologie, sempre all’Accademia di Brera.

Collaborano a Vibrazioni Artistiche elavorano presso SpazioAnteprima.

Alcune loro opere sono visibili al sito spazioanteprima.wordpress.com

VIBRAZIONI ARTISTICHEVibrazioni Artistiche è un gruppo di gio-

vani artisti di Saronno e dintorni: musicisti,fotografi, costruttori, eccetera...

Vibrazioni artistiche, a cui partecipano 10 -14 persone in modo stabile, propone diver-si eventi a tema, spesso con musica dal visvoe dj set, oltre ad organizzare mostre per gio-vani artisti.

Gli eventi si tengono in gran parte pressoSpazioAnteprima - V.le Lombardia - Saronno

NELLA “WEB” DI GIOVANI ARTISTI

CONOSCIAMO MEGLIO I GIOVANI AUTORI DELLA COPERTINA DI QUESTO INFORMAGIOVANI MAGAZINEAPPUNTAMENTO OBBLIGATORIAMENTE A SPAZIOANTEPRIMA

GIOVANI ARTISTI

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di Ivana Basaric

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Come nasce la vostra passione per l’arte?F.: Mi piaceva disegnare da quando ero alle medie,così mi sono iscritto al Liceo Artistico e dopo hodeciso di rimanere nell’ambiente iscrivendomiall’Accademia di Brera. Ora studio qualcosache esula dal semplice campo artistico: impa-ro come sfruttare la tecnologia e i computer perricreare effetti che non esistono in natura o permontaggi e altre cose che non sto ora a spie-garti, se no ci servirebbero giorni.

M.: Anche a me piaceva disegnare sindalle medie. Per due mesi ho frequentato il LiceoScientifico, però poi ho capito che forse non erala mia strada. E’ da quando avevo 14 anni chemi piace la Street Art e quindi ho deciso di passare alLiceo Artistico e poi a Brera. Ora faccio il grafico e sperodi continuare in questo campo.

Ecco, visto che mi hai lanciato la palla,laprendo al balzo, ma il futuro come lo vede-te, come vi vedete voi nel futuro?

F.: Eh il futuro? Bella domanda…Ovvio io spero dicontinuare a fare quello che mi piace. Oggi ancheil mondo artistico è un mondo difficile. Ci sono arti-sti veramente bravi che sono in grado di affermarsida sé, ma ci sono molti artisti,e mi ci metto tra quel-li, che sono “bravini“, ma non eccelsi. In tal caso,come spesso accade in Italia, bisogna avere contat-ti giusti. Io personalmente non sono uno a cui piacemolto apparire e nemmeno vendere la mia immagi-

ne o quello che faccio. Preferiscorimanere “nell’anonimato” e

fare quello che speroaltri possanoa p p r e z z a r e .Spero solo di

non dovermi ridur-re davanti ad un

computer a fareun lavoro noio-so e ripetitivo.

M.: Sono d’accordocon lui. Usciti

dall’Accademia ci si accor-ge che comunque il lavoro, è difficile da trovare. Lagente oggi apprezza sempre meno l’arte e tuttoquello che è connesso ad essa. Spero di diventaregrafico o comunque di fare qualcosa che mi piacee poter campare di quello.Chiudo l’incontro con un pensiero: chi critica i gio-vani per mancanza di iniziative, dovrebbe cono-scere questi ragazzi e tanti altri che, come loro,hanno voglia di sperimentarsi e mettersi in gioco;è un’ottima cosa creare spazi per dare la possibi-lità, a quelli come loro, di esprimersi. Sembra cheessere umanisti o interessati ad aspetti più profon-di sia quasi un sinonimo di nullafacenza. Personecome Francesco e Marco potranno almeno dire diaver provato a fare qualcosa in cui credono.Illusi? Sognatori? Spero di no, ma al futuro l’arduasentenza.

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FACEBOOK

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Ciao Serena e ciao Luca! Prima di iniziare, unadomanda per conoscervi meglio e capire qual è

il vostro rapporto con internet e le nuove tecnologie? S. Ciao! Per mia passione e corso di studi uso parec-chio le nuove tecnologie e la rete. In università cistiamo concentrando parecchio sulla comunicazionesul web, quindi navigo in internet per studio e perdivertimento non meno di due ore al giorno. Non miseparo mai dal mio I-pod e dal mio I-phone con cuinavigo in internet e aggiorno i miei profili sui socialnetwork... e chissà se per la laurea arriverà l’I-pad!L. Ciao! Io sono al contrario. Internet non lo usoquasi mai, se non per controllare il sitodell’università. Mi dimentico anche dicontrollare la mia casella mail!Preferisco trascorrere il miotempo con gli amici, ma fisicamen-te insieme. Quando ci troviamo fac-ciamo lunghe partite con la WII,questa è la tecnologia che usodi più. Ho il cellulare, ma non èuno smartphone: scrivo solo sms etelefono, nient’altro. Subito una domanda a bruciapelo. Siete

iscritti a Facebook?S. Sì, sono iscritta a Facebook da tre anni.

L. No no, non sono iscritto e va bene così.Facebook in tre parole?S. Semplice, gratuito e immenso.L. Caotico, insicuro e devastante.

Le vostre posizioni sono chiare. Nel bene onel male, pensate che Facebook abbia rivo-luzionato la vita delle persone?S. Rivoluzionato forse è una parola grossa, però ineffetti qualcosa è cambiato. Posso essere aggiornatasu quello che succede ai miei amici e conoscentisenza necessariamente vederci.

Nome: SerenaEtà: 23Scuola: laurea triennale

in scienze della comunicazioneMi piace: musica, tecnologia, sport

Nome: LucaEtà: 23Scuola: laurea triennale

in scienze dell’educazioneMi piace: arte, natura,

lettura artenologia, sport

Intervista doppia per riflettere: la parola a due universitari

...e voi cosa ne pensate?

BOTTA E RISPOSTACHI USA FACEBOOK TUTTI I GIORNI E CHI PROPRIO NON LO SOPPORTA

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di Nicole Colombo

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L. Sì, più che altro un’involuzione. Serena, il fatto disapere cosa succede agli altri senza incontrarli nonè positivo. Si perde completamente la bellezza delrapporto umano, del rapporto diretto.S. Sì, questo può essere. Però, Luca, pensa a chi vivelontanissimo dagli amici o dalla famiglia. Questo è unmodo per rimanere in contatto quotidianamente, cosache altrimenti non sarebbe possibile, o comunque sareb-be più difficoltosa o costosa.L. Certo, questo è un caso particolare. Io sto pensandoa tutti quegli “amici”, cioè conoscenti, dei quali hai

accettato l’amicizia e che altrimenti non vedresti mai. Diqueste persone sai tutto e loro sanno tutto di te e a nes-suno dei due interessa. Ti sembra logico?S. Luca, un po’ ti sei risposto da solo. Se non m’interes-sa probabilmente neanche andrò a guardare il profilo enon sarò così aggiornata su quello che succede a que-sta persona. In ogni caso ognuno è responsabile di ciòche pubblica. Ci sono notizie che non condividerei maisu Facebook o su qualsiasi altro sito, notizie che preferi-sco comunicare solo ad alcune persone fidate e inaltro modo.

COME È NATO FACEBOOK? La storia del leader della rete

Facebook è il social network più diffuso econosciuto. Le classifiche mostrano Facebooktra i primi tre siti più visti al mondo. Nel 2010 ha superato i 400 milioni di uten-ti attivi, 15 solo in Italia.Tutti conoscono Facebook adesso, ma nontutti sanno come, quando e perché è nato.Facebook è stato creato nel 2004 come

annuario elettronico del campus universita-rio di Harvard, per agevolare gli studenti arimanere in contatto tra loro. Il suo creatoreè Mark Zuckerberg, allora studente dician-novenne di quell’università. In un mese giàmetà campus si è iscritta al social network enel giro di poco tempo l’uso si è esteso adaltre sei università.

Dal 2005 gli atenei che hanno aderito alsocial network sono cresciute esponenzial-mente e all’inizio del 2006 la rete è stataaperta alle scuole superiori e alle grandiaziende. Dal settembre 2006 chiunque almondo abbia compiuto 13 anni può regi-strarsi e divertirsi con questo sito.

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Le prime due cose di cui avete parlatoentrambi sono la relazione e la privacy.Questi temi sono quindi importanti sia pergli ammiratori che per i detrattori diFacebook.S. Sì, certo. Internet in generale permette di facilita-re le relazioni con gli altri. Facebook ti permette divedere i legami che ci sono tra le persone, cioè sco-pri subito se ci sono conoscenze in comune e in que-sto modo siamo tutti più vicini.L. E più rintronati e sempre rinchiusi in casa. Ma dov’èla bellezza d’incontrare di persona gli altri e parlare aquattrocchi con loro. Non mi piace contattare una perso-na che magari neanche conosco solo via mail. A mepiace il contatto, farmi vedere, essere trasparente.S. Bè Luca, per questo una webcam ti aiuterebbe. L. Non è lo stesso il rapporto che cerco!S. Ma certo, l’avevo capito! Per rispondere all’altraparte di domanda, la tutela della propria privacy inrete, e su Facebook soprattutto, è sicuramente un temadelicato. Nei giorni scorsi ho letto articoli che riporta-vano dichiarazioni di Zuckerberg, il quale ammettevadi aver trascurato un po’ il tema privacy.Personalmente credo che chiunque online debba sce-gliere in modo responsabile quali siano i contenuti dapubblicare. Foto, video ma anche frasi e dichiarazio-ni non devono essere postate con leggerezza. Ogninostro movimento in rete è tracciato e i malintenziona-ti sono sempre in agguato. Certo, Facebook ha avutoun successo enorme e sarebbe bello poter condivide-

re in tutta tranquillità foto, video ed altro. Se il team diFacebook ci continua a lavorare è solo positivo.L. Già, peccato che in questi anni di abuso di Facebookla privacy degli iscritti sia stata più volte minacciata. Èvero che ognuno è responsabile di quello che pubblica,ma il sito non facilita la gestione del profilo ed è facileiscriversi anche con dati falsi. Questo è un grosso proble-ma, bambini che di nascosto si registrano fingendosigrandi e pubblicano contenuti di cui si potrebbero penti-re solo per farsi notare. Conosco amici di mio fratello piùpiccolo che usano Facebook quotidianamente, all’insa-puta dei genitori e pubblicano di tutto.S. Luca, però, quest’ultimo discorso è un po’ estraneo daFacebook. Il ruolo dei genitori è importante, stiamoentrando forse più nel tuo campo. È innegabile che moltodipenda dall’educazione che viene data e dalla libertàche i genitori lasciano ai figli forse fin troppo presto.L. Va bene, non approfondiamo ora questo argomentose no dovremmo aprire una parentesi enorme. Io nonsono iscritto a Facebook, ma ho sentito le polemichesulla difficoltà di gestire il proprio profilo e questa è unanota stranegativa per un sito del genere.S. È vero Luca, in effetti forse non per tutti era semplice,ma rimango dell’idea che chi era più insicuro potevachiedere consigli agli amici e comunque poteva pubbli-care responsabilmente. Nel corso dell’ultimo anno già leimpostazioni di base sono cambiate e questo è stato unpasso avanti. È bene che il team Facebook continui alavorare sulla privacy, perché è una questioneimportante, anche se io rimango della mia idea, sepubblichi responsabilmente non hai nulla danascondere o da temere! Grazie ragazzi, le vostre opinioni sono molto inte-ressanti e ci offrono ottimi spunti di discussione!

VOLETE DIRE LA VOSTRA? Scrivete a [email protected]

FACEBOOK

Si è discusso di:Internet Quanto tempo navigate ogni giorno e quali siti preferite?Nativi digitali Quanto siete dei giovani tecnologici? Avete un cellulare, un computer personale, un I-pod, la Nintendo DS o la PSP?Facebook Siete iscritti? Quanto tempo dedicate ogni giorno al vostro profilo?Amici Quanti amici avete in Facebook? E quanti di questi sono amici veri?Privacy Cosa pubblicate in rete e su Facebook? Vi preoccupa la tutela della vostra privacy?Responsabilità Il vostro comportamento in rete è responsabile o mentite spesso?Rischi Siete consapevoli dei rischi che si possono incontrare in rete?Genitori-figli-internet Cosa pensate di questo triangolo? I genitori sanno mettere dei giusti paletti ai figli sull’uso della rete? I figli li rispettano?

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FINALMENTE IL NUOVO SITO:www.informagiovanisaronno.it

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di Floriana PagnottoniIG SARONNO

GLI IG DELLA PROVINCIA DI VARESE SU FACEBOOK

IG Somma Lombardo

IG Marchirolo

InformaGiovani Gavirate

InformaGiovani Saronno

InformaGiovani Varese

GLI IG DELLA PROVINCIA DI VARESE SU INTERNET:

Cugliate Fabiasco, Cunardo, Marchirolo http://informagiovani.spaces.live.comGavirate www.tempogavirate.it/lavoroSaronno www.informagiovanisaronno.itSomma Lombardo www.iflsommalombardo.blogspot.comVarese www.informagiovanivarese.infoCoordinamento Provinciale IG www.provincia.va.it/giovani.htm

C iascuno di noi, nella sua quotidianità,naviga con consolidata dimestichezza

nella rete globale; l'esigenza che ci acco-muna, come fruitori, è soprattutto la ricer-ca di informazioni. Orari dei treni, numeridi telefono, previsioni meteo.... Persino lacorretta ortografia di una parola, ahimè.Abituati come siamo a interagire costante-mente con la realtà virtuale, quasi fossepiù autentica di quella effettivamentetangibile, tendiamo a dimenticare che

dietro un sito internet, un linguaggioHTML ci sono persone in carne e ossa, chehanno contribuito in maniera determinan-te alla sua ideazione, realizzazione, lan-cio on-line, aggiornamento continuo. Nasce il sito dell'Informa Giovani aSaronno: a dirlo così sembra normale rou-tine; altri InformaGiovani sul territoriopossiedono già il loro sito: un serviziopubblico che, per divenire ancor più effi-ciente, si serve di nuovi strumenti di

comunicazione di massa, a beneficio dell'utenza.Tuttavia la complessità di compiere unaselezione dello sconfinato materiale car-taceo presente nel Servizio, la scelta dinon avvalersi di professionalità esternama di utilizzare le competenze dei volon-tari in Servizio Civile e numerose altreconsiderazioni hanno fatto sì che la gesta-zione di questo sito risultasse piuttostolunga e significativa.

QUANDO TRA IL DIRE E IL FARE... C’È DI MEZZO TECNOLOGIA E I GIOVANI VOLONTARI

L'idea di un sito internet dedicato all'InformaGiovani di Saronno nasce con Daniele. La suapersonale passione per l'informatica, la lau-rea in 'Scienze Linguistiche per la comunica-zione' curriculum 'Tecnologia Informatica', l'e-sperienza acquisita da autodidatta hanno fattodi lui 'l'uomo giusto al momento giusto'. Daniele afferma: "Il sito è nato dalla volontàmia e del Servizio di mettere a frutto le miecompetenze specifiche e dalla necessità di crea-re un sito... Ho potuto confrontare quanto sape-vo fare con le esperienze di altri siti diInformaGiovani".Al brillante giovane si deve il merito di aver ela-borato, con la collaborazione della sua

Responsabile di Servizio Civile, la struttura basedel sito.Ma soprattutto, l'aver trasferito i suoi preziosiinsegnamenti ad Alessandra, volontaria delServizio Civile nell' anno successivo a Daniele.Alessandra, pur in possesso di Laurea in Scienzedella Comunicazione, si è scoperta impreparatadal punto di vista tecnico-informatico. Ma la suadeterminazione - "Ce la devo fare!!" è il suo slo-gan - l'ha portata lontano. Non solo ha bengestito il lavoro iniziato da Daniele, occupando-si del sito in prevalenza da un punto di vistacontenutistico, ma ha fatto fruttare a livellolavorativo le competenze acquisite durante ilServizio Civile. Al termine del servizio, infatti,

ha potuto aggiungere al suo curriculum la voce'realizzazione di un sito web' e ciò l'ha resa lacandidata ideale per una scuola elementare allaricerca di un'insegnante di informatica, chefosse in grado di elaborare anche il portale sco-lastico.Il testimone è poi passato ad Alessandro che sista occupando della fase finale, le ultime rifini-ture al sito prima del lancio on-line: "Rivisito icontenuti per renderli più omogenei". Ci siamoormai: grazie all' esperienza di lavoro di questiragazzi, l'aiuto dei colleghi, la supervisione deiresponsabili anche l' InformaGiovani diSaronno finalmente avrà il suo sito!!! Che siala volta buona… Vi aspettiamo numerosi.

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RADIO ADO

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Le ampullarie sono una famiglia di molluschigasteropodi d'acqua dolce, comuni in molte zone

tropicali di tutto il mondo. (Spero scuserete la miaignoranza biologica ma io di queste chiocciole d’ac-qua evidentemente sì comuni nelle zone tropicali, esoprattutto negli acquari, di tutto il mondo, non avevomai sentito parlare!).

Digressione su questi animaletti presenti nell’acquarioin uno dei corridoi di Radio Missione Francescana aparte, eccomi qui, con il viso incollato al vetro per sco-prire i segreti delle chioccioline appena nate, conGreta (una delle ragazze di Radio Ado) che mi sorri-de paziente in attesa delle mie domande.Eh sì, perché a dire il vero in questo pomeriggio dimercoledì 12 maggio sono approdata alla sede di

Radio Missione Francescana a Varese per essere inter-

vistata dai ragazzi della redazione di Radio Ado aproposito della mia “onorevole” e lunga carriera allaredazione dell’InformaGiovani Magazine.

Cuffie alle orecchie e tutti intorno al tavolo condavanti i nostri microfoni, io e Anna apriamo la pun-tata. Domande semplici su come nascono gli artico-li e gli argomenti da affrontare, su quante volte esceIG Magazine, su come poter far parte della redazio-ne, su chi sceglie la grafica e le immagini.Da “star” radiofonica mi sono poi trasformata ingiornalista ed inviata speciale ed infine ho scopertoun’inaspettata passione per la biologia. (Vedi defini-zione sopra).Piuttosto eclettica come esperienza!

UN POMERIGGIO IN COMPAGNIA DEI RAGAZZI DELLA REDAZIONE DI RADIOADO

RADIO ADORadio Ado è e un laboratorio di giovani che impa-rano a far radio nata dalla collaborazione fraRadio Missione Francescana e dalla I.S.P.E dellaComunità Montana della Valcuvia. Gli incontri sisvolgono a Casa Fraschini (Cittiglio). Chi fosseinteressato a partecipare può contattare Silvia oClaudio al numero 335 6270227. Radioado èanche su facebook, chiedi l’amicizia a RadioadoCittiglio.

ADOLESCENTION AIR

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Fra mille rivelazioni quello che mi ha donato emo-zioni più nuove è stato proprio l’ambiente dellaradio, una decina di ragazzi delle scuole superioridel distretto Cittiglio-Valcuvia, con tanta fantasia,impegno, immancabile allegria ed ancora un pocodi timidezza nei confronti di uno strumento capacedi svelare le note più profonde di un animo, celan-do l’identità della persona.Le radio sono sempre state simbolo di libertà, stru-menti di informazione, contro-informazione, lotta,speranza, rivoluzione.

Oggi le radio libere degli anni ’70 sono purtropposolo un ricordo nostalgico, trovare spazi d’ariadisponibili ed aperti ai giovani è sempre più diffici-

le e sono poche le realtà genuine che ancorasopravvivono.Una di queste è proprio Radio Ado, e attraverso leparole di Greta, attiva nel progetto da due anni,Davide, da poco entrato nel mondo radiofonico,Claudio e Silvia, responsabili del programma, siintravede una semplice passione per l’iniziativa,tanta creatività ed attenzione al loro mondo, alnostro mondo.L’obbiettivo della radio è offrire uno spazio ed unmomento di confronto per e tra i ragazzi: “Non solocalcio”, “Eventi Bollenti”, “Teatrando” e “Il mio piùstile” sono solo alcune delle rubriche in onda unadomenica al mese sulla frequenza 90.1 di RadioMissione Francescana; indagando sugli sport piùimprobabili o sugli stili stereotipati giovanili, questiragazzi, divertendosi, dipingono un vivace affrescodelle possibilità e realtà che ci circondano, offrendoanche molti stimoli e curiosità.Per chiunque voglia unirsi al laboratorio promossodall' I.S.Pe. della Valcuvia, gli incontri di Radio Adosono aperti a tutti i giovani del territorio.L’appuntamento è il giovedì dalle 15 alle 17 a CasaFraschini, Cittiglio. 11

di Francesca Capoluongo

Le radio sono sempre state simbolo di libertà,

strumenti di informazione, contro-informazione, lotta,

speranza, rivoluzione

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L a Consulta Provinciale Studentesca è l’organo dirappresentanza degli studenti

della scuola secondaria di secondogrado. Attualmente, la CPS è presente nelle 110province di tutta Italia, ed è formata da duerappresentanti eletti dagli studenti in ogni isti-tuto superiore della provincia. Tra queste province vi è anche lanostra, quella di Varese, con la nostraConsulta. La funzione principale dellaConsulta è quella di garantire un confronto che siail più ampio possibile fra tutti gli istituti superiori. Perquesto motivo abbiamo formulato proposte che vannooltre alla realtà del singolo istituto, realizzando proget-ti a cui possano partecipare tutte le scuole superioridella provincia. Il 16 e il 17 marzo abbiamo realizza-to due giornate di formazione che si sono tenute pres-so l’Istituto ‘De Filippi’ di Varese, dal titolo ‘PRE-VEDE-RE’, aperte ai rappre-sentanti degli studentiin Consulta ed inConsiglio d’Istitutoda tutta la Provincia. L’obiettivo era quello di informa-re gli studenti attraverso un percorso di peer education(educazione tra pari), con momenti di confronto edibattito. Il filo conduttore delle giornate, come dice lostesso titolo, era quella della “prevenzione”, e, tra levarie possibilità, abbiamo scelto tre filoni: conoscere ilmodo di utilizzare al meglio il mezzo del web, glieffetti di un abuso dell’alcool alla guida e la dipenden-za dall’uso di sostanze stupefacenti. Abbiamo invitatoun sovrintendente della Polizia Postale che ci ha illu-

strato i vantaggi di Internet, ma anche i pericoli che siposso correre navigando in rete, illustrandoci anche leproblematiche legate ai social network: dall’incapaci-tà di gestire i dati personali che forniamo, al diffonder-si di materiale illegale. I rappresentanti della PoliziaStradale ci hanno parlato dei danni che si possonocausare se ci si mette alla guida in stato di ebbrezza,facendoci vedere sul display ricostruzioni di incidentie un esperimento che è stato fatto:una persona allaguida di una macchina doveva percorrere un traccia-to ad ostacoli; la prima volta da sobrio, poi gli venivadato sempre più da bere fino a quando, oltrepassan-

do il limite di 0.5 gr/l imposto dalla legge, nonriusciva più a mantenere stabile la vettura e aguidare correttamente.Per la prevenzione all’uso di sostanze stupefa-

centi, abbiamo invitato unrappresentante dellaSquadra Anti-droga di

Varese che ci ha illustrato ivari tipi di droghe e gli effetti che

esse producono sul nostro corpo, masoprattutto sul nostro cervello.

Questi incontri si sono rivelati real-mente utili per diffondere unaconsapevolezza della necessità

di portare questi temi nelle scuole, per svi-luppare la coscienza che è necessaria

una responsabilità civile personale, soprattutto tra i piùgiovani. In CPS teniamo molto ad essere portatori diproposte formative da fare agli studenti, dando modoa tutti di costruirsi una capacità decisionale e un libe-ro pensiero senza vincoli, offrendo una piattaformaper il confronto tra gli studenti.

Ricordiamo che le Consulte sono gli unici organidi cui fanno parte gli studenti a poter dare davve-ro un contributo: purtroppo la rappresentanza stu-dentesca non ha grande spazio d’azione neiConsigli d’Istituto, cui partecipano prevalentemen-te docenti e solo una piccola componente deglistudenti; la CPS è interamente composta da stu-denti, ed un impegno serio nel lavoro di cui si facarico non può che giovare a tutti gli studentidella provincia.

STUDENTI

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LA FUNZIONE PRINCIPALE DELLA CONSULTA È QUELLA DI GARANTIRE UN CONFRONTO PIÙ AMPIO POSSIBILE FRA TUTTI GLI ISTITUTI SUPERIORI

LA CONSULTASTUDENTESCAPROVINCIALE:chi è e cosa fa

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Sono almeno dieci anni che si sente parlare di e-book. Se ne sente parlare tanto. Se ne sente par-

lare al punto che sembrano esserci più articoli suglie-book che libri digitali. L’idea che passa è che l’e-quazione nuovo = migliore non ammetta eccezioni,che qualsiasi cosa, se digitalizzata, hi-techizzata ewebbizzata diventi automaticamente più fica.Ora, nessuno vuol mettere in dubbio la bontà delleinnovazioni informatiche. Internet permette di scari-care un film in mezz’ora e un CD in dieci minuti, aldi là dei problemi legali (di cui nessuno si curamolto) che questo può comportare. Il fatto è chementre l’interesse degli utenti per queste risorse è

enorme, nessuno o quasinessuno ha mai

scaricato une-book,

e i pochi che lo hanno fatto sono rimasti quasi sem-pre delusi.Le ragioni di questo fallimento non sono complessee non serve cercare i difetti degli e-book per com-prenderle. Non è che il libro digitale faccia schifo,insomma; il fatto piuttosto è che il libro vero, quellodi carta, è uno dei prodotti più funzionali che l’uo-mo abbia mai creato, un prodotto che, non a caso,è più o meno uguale da 2000 anni, cioè da quan-do siamo passati dal rotolo al volume. Prima di tutto c’è da sfatare un errore di valutazio-ne molto comune: non è possibile paragonare il pas-

saggio da libro tradizionale a libro digita-le a quello da musicassetta a compact 13

E-BOOK

MA ANCHE NOE - B O O K : P E R C H É L A R I V O L U Z I O N E A N N U N C I ATA È G I À FA L L I TA

e-book è la contrazione di elec-tronic book (libro elettro-nico), cioè il libro in for-mato elettronico che sipuò leggere sul personalcomputer o su un apposi-to lettore. Si può acquistare uneBook su un supportomagnetico o scaricato daInternet. Un e-book ha le stessefunzionalità di un classico libro su formato carta-ceo (ad esempio si possono scrivere le note, si pos-sono mettere dei segnalibri, evidenziare i passag-gi più significativi ecc...), ma offre anche altre fun-zionalità impensabili per i libri cartacei (ad esem-pio cambiare la grandezza e lo stile del font,) masoprattutto consente un notevole guadagno in spa-zio (… come accade per la musica!!)

di Mario Favini

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disc. In questo caso il supporto resta lo stesso, l’ariaattraverso cui il suono si propaga, e a cambiare èsolo l’oggetto che inseriamo nello stereo. Nel casodel libro, invece, il supporto cambia radicalmente enon ci vuole molto a capire che leggere su unoschermo è un po’ meno riposante che leg-gere su un foglio.C’è chi dice di poter sviluppare nuovi schermi capa-ci di imitare alla perfezione la carta e mi viene dachiedergli: perché, se c’è già la carta? Perché èpiù ecologico? No, già ci sono editori che pubbli-cano parte o tutta la loro produzione su carte ricicla-te e trattate con prodotti naturali. Basta dare un’oc-chiata all’iniziativa “Scrittori per le foreste” diGreenpeace (www.greenpeace.it/scrittori): tra ilibri stampati rispettando Madre Natura troviamovolumi di Ammaniti, Wu Ming e De Carlo, autori

che vendono centinaia di migliaia di copie. Magariuno di questi libri li avete anche tenuti in mano enon ve ne siete accorti, che erano stampati su cartariciclata.

Ci sono i paladini della miniaturizzazione,poi: il tascabile con copertina morbida è troppoingombrante, per loro, meglio il minipalmare con loschermo da 4 pollici: perché leggere un romanzo incorpo 6 e perdere diottrie a palate, da oggi, è cool.

C’è chi pensa alla razionalizzazione della produ-zione, perché con la digitalizzazione si ridu-cono gli sprechi. Evidentemente per loro è impor-tante compattare il corpo sociale: vogliono vederein piazza a protestare gli operai delle cartiere insie-me agli industriali.

Forse c’è un piccolo conflitto di interessi in quelloche sto per scrivere, ma nessuno pensa a chiscrive, a chi vende e a chi distribuisce i libri:mentre i musicisti possono farsi pagare profu-

matamente per fare un concerto e nessunosi fa problemi a sborsare 10 euro pervedere un film in 3D, difficilmente chiscrive può trovare un modo alternativo allibro da vendere in libreria per sbarcareil lunario. Ve lo vedete, il lettore medio, a

pagare per sentire il suo autore preferitoche legge?

Non sono un conservatore reazionario o unsentimentalista antitecnologico: scaricodecine di cd musicali, scrivo praticamentesolo al computer, sono su Facebook e hopure un blog. Non si tratta di essere pro

E-BOOK

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PROPONETE A UN GIOVANE DI LEGGEREUN LIBRO SU PC, O DI COMPRARE UNAGGEGGIO ELETTRONICO CAPACE DIIMITARE LA CARTA. L’UNICA RISPOSTACHE OTTERRETE È “MA ANCHE NO.”

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o contro le nuove tecnologie, si tratta semplicemen-te di guardare al nuovo con un minimo di buonsenso. Ci sono un gran numero innovazioni estrema-mente funzionali, e alcune innovazioni del tutto inu-tili. Credo che l’e-book sia una delle pochis-sime novità non solo inutili, ma anche dan-nose. Proponete a un giovane di leggere un libro su pc, odi comprare un aggeggio elettronico capace di imi-tare la carta. L’unica risposta che otterrete è “Maanche no.” I libri li si può trovare gratisin biblioteca: ne prendi quanti nevuoi, trovi quello che ti servemolto più facilmenteche su internet emagari trovipure qualcunocon cui fareconversazione.Non a casoanche quest’an-no, con la crisi etutto il resto, il Salonedel Libro di Torino ha regi-strato numeri record: 315000visitatori, in buona parte giovani e giovanissimi.

Con questo non voglio dire che il mondo di Internetnon abbia nulla da offrire alla letteratura: oggiInternet, oltre ad essere una vetrina importante perautori ed editori, è anche un mezzo di aggregazio-ne per chi scrive e per chi legge. Ilruolo che un tempo eradelle riviste se l’è presola rete, che pullula di blogimportanti e significativi,frequentati da nomi di peso

per la contemporaneità. Un esempio su tutti èNazione Indiana (www.nazioneindiana.com): tra isuoi collaboratori, per citarne solo alcuni, figuranoGianni Biondillo, Giulio Mozzi, Roberto Saviano eTiziano Scarpa. Non mancano nemmeno le rivistescaricabili gratuitamente, spesso di ottima qualità,come Inutile (www.rivistainutile.it), e con redazionipronte a dialogare in tempo reale con chiunqueabbia qualcosa da proporre.Il fatto è che la digitalizzazione sembra funzionare

per tutto tranne che per il libro, un prodotto difatto quasi impossibile da migliorare.

Finalmente l’estate è alle porte, e unacosa è sicura: in spiaggia vedremotanta gente col lettore MP3, tantagente col cellulare dell’ultimo modelloe tanta gente col classico romanzo, si

tratti del best-seller di grido o del vecchiolibro ritrovato in soffitta: perché il libro cosìcome lo conosciamo, alla prova dei fatti, sem-

bra non invecchiare mai.

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IL FATTO È CHE LA DIGITALIZZAZIONESEMBRA FUNZIONARE PER TUTTO TRANNECHE PER IL LIBRO, UN PRODOTTO DI FATTOQUASI IMPOSSIBILE DA MIGLIORARE.

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RECENSIONI

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QUELLO CHE MI RIMANE

Carolina CrespiBologna

Giraldi editore2008

Il tema della crescita nelle suesvariate accezioni è il fuoco deiracconti che si susseguono in que-sta piccola raccolta. I protagonisti crescono di raccon-to in racconto, da bambini apoco più che ventenni.Due fratelli e una bambinaia spe-ciale, che li ricopre d’amorecome e più che una madre. Altridue fratelli che vivono il conflittoderivante dalla loro differenzad’età. Un giovane che lotta tra lanecessità di riconoscere finalmen-te la sua identità e la paura diferire la ragazza che lo ama dasempre. Un anno perso a scuolaper amore dello sport, la passio-ne per la pista di atletica e lamalinconia struggente che scaturi-sce dall’inevitabile abbandono.Un ritorno a casa dopo anni dilontananza, in un’estate caldaincandescente, nel dubbioso ten-tativo di ricucire vecchi strappicon le persone amate. La resa dei

conti con il proprio orgogliodopo la fine di una storia durataquel pezzo di vita che qualcunochiama adolescenza. La favoladel signor Tempo e della suaBarba e dei loro sette figlioletti, isette giorni della settimana. Equella, triste quanto profonda-mente vera, dei bambini sotto ilmuro di Gaza. Il percorso che si snoda tra lepagine ha a che fare con la deli-catezza dei rapporti familiari, ladifficoltà di ammettere chi si èrealmente e l’urgenza di verità,che a volte riesce ad emergeresolo sulla pagina.La scrittura di Carolina è lineare efresca. Racconta situazioni comu-ni a molti mantenendo efficacia,spontaneità ed originalità.L’ambientazione più frequente èMilano, ma con interessanti tenta-tivi di sperimentazione di dimen-sioni “altre”, come quella fiabe-sca e surreale del racconto sulSignor Tempo, che pare avereechi di Pennac e Benni. Poi unavera e propria colonna sonora:dai Beatsteaks ai Korn, dai Treallegri ragazzi morti ai Deftones.Carolina Crespi ha venticinqueanni, è di Busto Arsizio, studiafilosofia. Ha pubblicato come vin-citrice del Premio Grinzane

Cavour 2005 un racconto su LaStampa e uno su Avvenire comefinalista del concorso “SMS: scrit-ture memorie sentimenti”.Ecco quello che lei stessa dice diquesti suoi racconti:“Quello che mi rimane è una rac-colta di tredici racconti che hoscritto tra la fine del liceo e ilprimo anno di università. Sono racconti di bambini e diventenni. Da bambini a da ventenni. Fiabee monologhi. Una cesura in mezzo a segnarequel salto imprevisto che tra idiciotto e i ventuno ti taglia legambe. Salto di quantità non certo diqualità. E poi si va avanti, carponi eocchiali scuri. Per difendersi dalla grandine dimetà luglio, con i gomiti larghi eil pensiero che quello che ti rima-ne è molto più di quello che cre-devi potesse restare”.

Fonti: www.mangialibri.comcarolinacrespi.bigcartel.com

L a rubrica, curata da alcuni bibliotecari della Nuova ReteBibliotecaria della Provincia di Varese. Verranno segnalati non solo

libri, ma anche materiale multimediale, in riferimento ad alcuni argo-menti trattati in questo numero. Il materiale si trova comunque a dispo-sizione nelle biblioteche della provincia di Varese.

Per maggiori informazioni: www.webopac.bibliotecheprovinciavarese.it

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STUDIO ILLEGALE

DuchesneMarsilio

2009

Andrea Campi è un giovane avvocato di unprestigioso studio legale milanese. La suavita accade prevalentemente in ufficio tracomputer, e-mail, blackberry, videoconferen-ze e un senso crescente di straniamento.Dov’è finita la realtà? Gli amici, la fidanza-ta, la famiglia, le vacanze, le domeniche afar niente?Tutto risucchiato nelgorgo delle scadenze,delle aspettative, delleprospettive, delle occa-sioni da non lasciarsisfuggire. Finché, però,qualcosa arriva a farcapire che, forse, ciò chesta per sfuggire definitiva-mente è il senso verodelle cose, di quello cheavevi in mente per la tuavita quando ancorariuscivi a esprimere un desiderio o a lasciar-ti andare ai sogni.Quando riuscivi a parlare davvero con qual-cuno, non solo con il muro della stanza in cuiti ritrovi a passare da solo le notti.Un libro che nasce da un blog, curato perqualche tempo dall’autore, FedericoBaccomo, in arte Duchesne. Un libro ironico, a tratti esilarante, piacevo-le, amaro e dissacrante, che con scrittura leg-gera e sferzante sa cogliere e raccontareossessioni, paure e frustrazioni comuni a tutticoloro che si ritrovano ad affrontare, magariper la prima volta, il mondo del lavoro contutte le sue fatiche, le conquiste, le insperategioie e gli inevitabili disincanti.

“BABELE 56”: otto fermate nella città che cambia

Giorgio Fontana

Terre di mezzo2008

Sono otto i racconti quelliche Giorgio Fontana,nato a Saronno nel1981, ci presenta pren-

dendo spunto dall’autobus della linea 56 chepercorre la multietnica via Padova a Milano.E’ proprio Milano, come potrebbe esserequalsiasi altra città europea, la Babele lingui-stica e culturale che viene narrata nel libro. Otto storie intense, con personaggi e destiniche ci ricordano che anche noi italiani abbia-mo una storia di immigrazione.

Gabriele, immigrato di vecchia datadall’Etiopia, Kamal, giocatore di cricketdallo Sri Lanka che a Milano lavora comecustode di un condominio, Josè, peruviano,che ha creato una nuova casa editrice,Karkadan che viene da Tunisi e fa il rapperper passione ... E’ forse solo la musica, lin-gua universale che supera la babele linguisti-ca, che ci fa sentire tutti appartenenti al gene-re umano.Immagini, storie e speranze di una città cheaccoglie nuovi destini, paradigma di unmondo che sta cambiando.

Vuoi un aiuto per scegliere una libro adatto a te?

Prova a visitare il sito www.ilibridisofia.it

Si tratta di una iniziativa del Sistema Bibliotecariodei Laghi… Ma se vuoi qualche consiglio “person-alizzato” puoi sempre rivolgerti alla biblioteca; netrovi una sicuramente nei paraggi…

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CURIOSITÀ

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E tu….a cosa stai pensando?Invia la tua mail a [email protected] o scrivi un sms (???)Magari sul prossimo numero troverai pubblicato anche il tuo.

A cosa stai pensando?A questa domanda hanno risposto molti ragazzi che si sonoritrovati a scuola o in biblioteca o al loro punto di aggregazioneun grande cartello bianco (un po’ come una “parete del bagno”)dove potevano scrivere cosa passava loro per la testa.

La musica è un qualcosa che ti prende e non ti lascia più.E’ impossibile solo quello che pensi che lo sia.Se avessi tempo imparerei a sognare.Ho suonato alla scala ma non mi hanno aperto.Nulla è reale, tutto è lecito!

Un mondo felice è un mondo in cui gli studenti hanno liberoaccesso alla caffeina.Io e il calcolo combinatorio siamo perfetti sconosciuti.La luce che abbaglia non morde.Scusa ma mi voglio buttareIl medio-evo dura 6 libri.

Sto pensando che se pensi sei,

ma è da quello che pensi

che si capisce cosa sei.

Sono agitato come un lombrico

dopo che ha piovuto.

Noi speriamo che me la cavo.

Sono sparite le lucciole.

Arriverà la nutella

e sarà ancora più bella.

Voglio essere libero, libero come un uomo.Quello che non ho è ciò che non mi manca.

Penso alla maturità! Ho paura di crescere.

Queste alcune

delle frasi “lasciate

ai posteri”…

Il segreto è raggomitolarsi.

Tenetevi le ghiande

lasciateci le ali.

Con un libro ti porti il mondo in tasca

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FAKEBOOK

La sala d’aspetto della Stazionedi Vergiate si è trasformata per

opera dei Writers di Art Kitchen:una versione artistica ed interattivaispirata a Facebook; la differenzaè che si tratta di uno spazio fisicoa loro dedicato … un posto in cuivedersi, parlare, scambiarsiidee… un luogo forse più genuino,ma certamente più reale, diFacebook.L’iniziativa fa parte del progettoInterreg Chia.Ve. e coinvolge iComuni di Vergiate, SestoCalende, Chiasso e la cooperativaL’Aquilone.

Tutti i cartelloni sono stati esposti durante la festa finaledi “Fuori chi legge! 2010” a Laveno.. Alla sperimentazio-ne hanno preso parte i Comuni di Angera, Gavirate,Laveno Mombello, Luino, Sesto Calende, Vergiate.

LA STAZIONE SI REINVENTA

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SPORT

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Il Softair è uno sport di squadra nel quale si ripro-ducono le situazioni tattiche del combattimento

militare moderno. Per giocare servono poche cose:una maschera protettiva per gli occhi, un fucile gio-cattolo che possa sparare colpi in plastica di 6 mmdi diametro (ASG), voglia di divertirsi e un gransenso di lealtà. Infatti non esiste alcun modo per pro-vare che l’avversario sia stato colpito: è dovere delgiocatore, nel momento in cui avverte l’impatto delpallino, alzare la mano, smettere di sparare, grida-re “preso!” e quindi abbandonare l’area di gioco, evitando di collaborare

e comunicare con i propri compagni ancoraimpegnati nell’azione.Al contrario di quanto si possa credere è uno sportinnocuo, poiché è vietato il contatto fisico e i fucilinon possono sprigionare una potenza maggiore a0,99 joule (le normali carabine a CO2 hanno il limi-te a 7,5 joule).

IL SOFTAIR RACCONTATO DALL’A-TEAM TREVALLI

PER GIOCARE SERVONO: UNA MASCHERAPROTETTIVA PER GLI OCCHI, UN FUCILE GIO-CATTOLO CHE POSSA SPARARE COLPI IN PLA-STICA DI 6 MM DI DIAMETRO (ASG), VOGLIADI DIVERTIRSI E UN GRAN SENSO DI LEALTÀ

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La modalità di gioco più comune è “bandiera” dovedue squadre si scontrano per conquistare l’una il ter-ritorio dell’altra: ogni squadra ha un campo basesegnalato da una bandiera e la vittoria si ottienequando una squadra riesce ad impossessarsi dellabandiera degli avversari senza perdere la propria.Esistono anche altre tipologie di gioco più comples-se che possono prevedere l’uso di bussole e naviga-tori gps, nonché la cattura di ostaggi da salvare. Icampi di gioco possono essere diversi: boschivi,sabbiosi o urbani (ma sempre in aree dedicate eautorizzate allo svolgimento del game).Personalmente credo che il Softair sia uno sport daprovare per essere davvero capito. Mi ricordo lamia prima esperienza durante la quale ho provatoun’intensa scarica di adrenalina. Prima delgame si imposta una tattica base chetutti devono rispettare, perché sesbaglia anche solo un elementorischia di fallire l’intera squadra:raggiungere l’obiettivo prefissatoinsieme ai compagni rendesoddisfatti e appagati. Le parole d’ordine dell’A-Team Trevalli, di cui sonoorgoglioso di esserePresidente, sono pro-prio: “adrenalina,gioco di squadra,rispetto dell’avver-sario ed onestà”.

di Vincenzo Niesi, Presidente A-Team Tre Valli

A-TEAM TREVALLI L’A-Team Trevalli è un’associazione sportivadilettantistica nata con lo scopo di promuovere evalorizzare il Softair per smentire chi lo dipingecome “violento”, “diseducativo” e “guerrafon-daio”. Chi si sofferma solo alla simulazione discontri fra piccoli gruppi armati non ne compren-de infatti la natura sportiva, lo spirito di squadrache sta alla base del gioco, la dinamicità e laspettacolarità di alcuni game.L’A-Team Trevalli nasce nel 2007, dopo quasidue anni di “intense combat” nei boschi diCunardo, prima usando solo semplici pistole amolla e a gas e indossando magliette e scarpeda ginnastica; poi passando all’ASG, giacchemimetiche, anfibi e perfezionamento delle moda-lità di scontro.La sede dell’associazione si trova a Marchirolo, invia Dante 20, mentre il campo da gioco è situatoa Cunardo.Ogni anno si svolgono numerosi tornei e campio-nati in tutta Italia e alcuni eventi internazionali.L’A-Team Trevalli ha partecipato ad alcuni di essi,tra cui il 1° raduno nazionale di Softair tenutosi aFermo, dove una nostra delegazione ha fattoparte della squadra vincitrice.

Per info: [email protected]

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LAVORO

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Possiamo affermare di appartenere alla genera-zione degli Esseri digitali, rifacendoci al titolo

di un best seller di Nicholas Negroponte, conside-rato che il web è diventato parte essenziale dellanostra quotidianità. La velocità con cui si evolvela tecnologia scandisce i ritmi della nostra vita acui dobbiamo per forza adeguarci. Così ancheper cercare lavoro internet, che è nato ai tempidella guerra fredda nei primi anni ’60 ad operadel Dipartimento della Difesa Americana, ci puòvenire in aiuto.

Se siamo alla ricerca di un lavoro, online ci sonositi in cui viene spiegato come redigere un curricu-lum vitae, le diverse tipologie e la relativa lettera

di motivazione; non dobbiamo piùimbustarlo, comprare il francobolloe spedirlo, ma con un sempliceinvio di posta elettronica la nostracandidatura arriva all’aziendadestinataria, abbreviando i tempie riducendo i costi

E’ anche molto più semplicereperire informazioni sui luo-ghi di lavoro in cui ci piace-rebbe lavorare, documen-tarci sui diversi settori emercato del lavoro, reperire

le offerte di lavoro piùfacilmente e per le

ESSERIDIGITALIIN CERCA DI LAVORO

INTERNET: DA STRUMENTO DELLA DIFESA MILITARE AMERICANA A FONTE DI INFORMAZIONEPRIMARIA, ANCHE PER CHI CERCA LAVORO O PER CHI DEVE SCEGLIERE IL PERCORSO DI STUDIO

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offerte di lavoro locali e del Canton Ticino vedereda vicino i diversi profili professionali per orientarcie quindi comprendere se le nostre competenze eattitudini sono compatibili rispetto alla nostra scelta.Con Internet sono nate anche nuove professioni,come per esempio, il net clipper, il web contentmanager, il webmaster che permettono di unire lapassione per la rete in un possibile impiego.Per iniziare a inserirci nel mondo del lavoro possia-mo fare anche un’esperienza di tirocinio, utile pertrasformare le nostre conoscenze teoriche in compe-tenze e internet risulta essere una buona fonte perreperire le proposte delle diverse organizzazioni.

Per la realizzazione del nostro progetto professiona-le sono da tener presenti anche i siti istituzionalidelle aziende alla voce “lavora con noi” dove ci for-niscono, le caratteristiche delle figure ricercate inquell’ambito, oltre che le reali opportunità di inseri-mento.

La rete è anche strumento per l’apprendimento, pen-siamo anche solamente alle lingue straniere, onlineè possibile imparare o migliorare il nostro livello diconoscenza gratuitamente. Inoltre, la consultazionedi alcuni siti è utile per la scelta della scuola supe-riore o della facoltà universitaria, altri, invece, forni-scono consigli orientativi su come impostare il pro-prio progetto formativo o professionale oltre cheproporre test per conoscere meglio se stessi e le pro-prie potenzialità.Collegandosi ai forum di discussione possiamo inte-ragire con ragazzi/e che già frequentano la facoltàprescelta e avere ulteriori chiarimenti.Ovviamente non basta fermarci ad internet per tro-vare il lavoro che fa per noi e vale sempre la penadi rivolgersi alla rete dei servizi dedicati (ad esem-pio la Rete degli InFormaLavoro o dei Centri perl’Impiego) per farci dare una mano, ma iniziare adargli un’occhiata può essere comunque utile.

LINK•UTILI

www.trovareillavorochepiace.itwww.europass-italia.it/scelta2.aspwww.borsalavorolombardia.netwww.jobrapido.itwww.monster.itwww.helplavoro.itwww.catapulta.it www.provincia.va.it/lavorowww.professioni.infowww.orientaonline.isfol.itwww.sportellostage.itwww.4stars.itwww.provincia.va.it/lavorowww.provincia.va.it/istruzionewww.cistodentro.itwww.almadiploma.itwww.studenti.it

OVVIAMENTE NON BASTA FERMARCI ADINTERNET PER TROVARE LAVORO O PERSCEGLIERE IL CORSO DI STUDI

di Rossella Scutteri

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ESPERIENZE

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RADIO WEB ITINERANTE

P iacere, Francesco e Sergio, 18 anni, vite normali,una passione in comune per la musica.

Professione? Teoricamente studenti, ma ultimamente cisiamo dilettati alle prese con la Radio. Perchè propriola radio? Beh, non siamo abbastanza belli per la tv, eci è sembrato sufficiente prestare al pubblico la nostravoce. Che poi ora stiamo parlando di radio e voi sicu-ramente starete pensando a megastudi, megacuffie,megamicrofoni, megafonici dietro il vetro. Nulla di

tutto questo. Cancellate queste immagini e immagina-te due speaker alle prime armi, 3 educatoridell'Educativa di Strada di Vergiate, una piccola sta-zione radio mobile, computer portatile, cuffie e com-puter. Ecco, questi sono stati gli elementi della nostraesperienza. Tutto questo all'interno dello scenariodell'HubSonica, concorso musicale al quale hannopartecipato tantissime band emergenti, tra le quali ivincitori Pacefull Sleep, i Killertrone, i Manifesto

IL RACCONTO DI UNA SERATA DIETRO AI MICROFONI

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Carneviva, i Quemme, i Maydays e molti altri.Sicuramente, così a prima vista, questi gruppi non vidiranno niente. A noi, invece, hanno detto moltissimo.Già, perchè abbiamo avuto la possibilità di intervistar-li prima e dopo le loro esibizioni alle serate diHubsonica. Invitavamo di volta in volta i nostri ospiti nell'angolinodel locale che avevamo magicamente trasformato inun mini-studio ambulante e, una volta microfonati(come dicono quelli bravi), ci lanciavamo nella nostraintervista. L'elemento figo della cosa è stato che le intervisteerano completamente improvvisate, senza copioni,scalette o robe simili. Vi lascio immaginare cosa ne èvenuto fuori: dopo un buon inizio, con domande di''routine'' del tipo "che genere fate?", "cosa pensatedi questo concorso?", spesso le interviste degenerava-no rovinosamente, trasformandosi in interviste malatis-sime, come quando abbiamo chiesto al batterista di''Manifesto Carneviva'' di suggerirci una buonamarca di batterie, siccome dovevamo cambiare quel-la del nostro cellulare. Non pensate, zii lettori di IG magazine, che queste"minchiate" precludano il fatto di avere preso questoprogetto seriamente: l'abbiamo preso più che seria-mente e improvvisare, scherzare in modo demenzialee il far degenerare situazioni partite come "normali"fa parte del nostro stile.Non vorremmo fare la parte dei soliti filosofi di stra-

da che ripetono sempre gli stessi concetti riguardo lo

stile. Ma mantenere il proprio stile è fondamentale,anche se c'è chi non apprezza, anche se le condizio-ni suggerirebbero qualcosa di diverso, anche se ilvostro stile è così...mmm... "particolare" come ilnostro: un mix di due mondi musicali diversi, rap eska-reggae, uniti alla tendenza a quello che noi vol-garmente chiamiamo "sparare minchiate" che faparte, ahimè, della nostra natura. Quando ci chiedono "come è stata quest'esperien-za?", non possiamo che rispondere "una figata". Inche altro modo potreste definire la possibilità di farequalcosa di divertente, di ascoltare buona musica, difar divertire e allo stesso tempo divertirsi? Già, proprioil divertimento era il fine di questo progetto che abbia-mo portato avanti. Divertirsi e vedere gente intorno a noi che a suavolta si divertiva, è stata una cosa molto soddisfa-cente, anzi, emozionante. Se quest'esperienza haraggiunto il suo fine, non ha però raggiunto la suafine: abbiamo accompagnato con la radio tutto ilgrande evento del Fuori Chi Legge, sabato 12 giu-gno a Laveno Mombello, insieme a tanti altri giova-ni dj della zona.Non vorremmo. però, prenderci tutti i meriti del suc-cesso di quest'iniziativa (anzi vorremmo farlo, mase vogliamo continuare a lavorare ci conviene quan-tomento citare i nostri ''superiori'', eheh).Tutto questo non sarebbe stato possibile senza gli edu-catori Matteo, Elisa e Chiara e senza l'aiuto di Festere Bazzo, per gli amici, ma anche per i nemici,''Ciccio'', bassista degli Hat Of Jester, che ci hannodato una mano con cavi, cavetti, microfoni e altrecose il cui funzionamento ignoriamo molto molto pro-fondamente.Beh, che dire, vi invitiamo, anzi, vi obblighiamo, avisitare presto il sito www.hubcreativi.it, dove, nellasezione Radio Web, potrete presto ascoltare le nostreinterviste e farvi 2 risate. Se qualcuno, inoltre, volesse darci qualche consiglio,darci una mano o magari insultarci e darci degli inca-paci, potrà farlo aggiungendoci su facebook, cercan-do Sergio Zaza e Francesco Piotti.Bella a tutti i lettori di IG Magazine. Vi lasciamo conun appello, molto importante: Francesco? Presente...Sergio? Presente... Matteo? Presente...

Sergio e Francesco da qualche anno suonano in due gruppi musicali.Sergio è chitarrista e voce degli Hat Of Jester,gruppo ska-raggae che si sta facendo conoscerecon concerti in tutta la provincia di Varese.Francesco, invece, è rapper di Spuma Cru Phemily,particolare band che suona musica rap--demenzia-le e produce video comici, tutti basati sul surreale.Potete trovare questi gruppi sul web clikkando www.myspace.com/hatofjester e, per quanto riguarda gli Spuma Cru Phemily www.myspace.com/spumacruphemily o www.you

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ORIENTAMENTO

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SOGNO O SONGNAPPO?Come ogni pomeriggio d’estate, si girava in centro a

Varese. Date le poche alternative per noi giovani e ibar cari, vidi la vecchia sede del Liceo Artistico “Frattini”.Mi fermai ad osservarla, e con lo sguardo da ex alunno,mi accorsi di un cartello familiare, già visto dalle parti deigiardini…di fianco alla biblioteca civica. Mi avvicinai evidi delle scale antincendio bianche. La forma di questescale si deformava a causa del calore che saliva dall’a-sfalto e sembrava un miraggio nel deserto.Incuriosito da quel cartello e dal sali-scendi di ragazzi epersone di tutte le età e nazionalità, ebbi la bella idea di

arrivare in cima a queste scale.Pur essendo solo tre piani, arri-vai in cima tutto sudato e conun bel fiatone.Entrai in questoedificio: un bancone e bache-che alla mia sinistra sul quale vierano da un lato vari volantiniriguardanti offerte di lavoro edall’altro locandine e volantinidi ogni genere: viaggi e vacan-ze studio all’estero, volontaria-

to, corsi di ogni tipo, lezioni di musica, eventi per il finesettimana e non. Insomma, c’erano abbastanza informa-zioni interessanti per non far annoiare i giovani varesini.Accanto, una sala grande, detta “Sala Rossa” (chissà per-ché?): uno spazio dedicato alle associazioni giovanili delterritorio che non hanno una sede in cui riunirsi. Un tavo-lo al centro con persone attorno. C’erano degli adulti, sì,ma erano i ragazzi più giovani a tener banco. Mi sembròdi sentir parlare di un evento per giovani, probabilmentelo stavano organizzando loro.

SPAZIO - GIOVANI - ONIRICO

SPAZIO GIOVANI INFORMAGIOVANI E POLITICHE GIOVANILIInformalavoroVia Como, 21VareseTel. 0332-255445informagiovani@comune.varese.itwww.informagiovanivarese.info

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a cura della redazione di Varese

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Ancora sulla destra, un ufficio mezzo verde mezzo ebianco, con dei motivi floreali zen disegnati, due scriva-nie, due computer e un gran mucchio di fogli!Davverotanti! Era l’ufficio Politiche giovanili e Informagiovani delComune. Una vera e propria “agenzia di comunicazio-ne” nella quale si organizzano tanti tipi di iniziative perfar divertire i ragazzi varesini in modo sano, prevenendol’abuso di alcool e droghe, e per rendere i giovani i veriprotagonisti degli eventi che l’IG crea ad hoc per loro.Il fiatone non mi abbandonava e il caldo era ancora sof-focante. A volte però arrivavano delle ventate di aria fre-sca grazie ai ventilatori. Mi accorsi che poco più avantic’era un’altra porta: un altro ufficio, dai colori caldi edalle decorazioni orientaleggianti, rosso e giallo. Tre ope-ratrici e tante persone col proprio curriculum in mano…Ecco l’ ufficio Informalavoro!

Nei corridoi incontrai dei ragazzi con lefacce esauste e dei libri in mano… pro-venivano da delle grandi stanze poste inun’altra ala dell’edificio. Erano aule stu-dio: una, la “Meditation Room” per lostudio intensivo, con i muri insonorizzati,le pareti bianche e delle nicchie blu condipinti dei simboli simili a geroglifici: iragazzi che erano dentro sembravanoavere un esame importantissimo da unmomento all’altro! Vigeva il silenzio più assoluto. Alcuni,presi dallo studio matto e disperatissimo, studiavano sutavolini “conficcati” nelle rientranze blu. L’altra, invece,era un’aula “Parlante”. Un tavolo attraversava una pare-te, come se si fosse schiantato sul muro. C’erano un saccodi puff su cui potersi sedere: qui i ragazzi potevano ripe-tere ad alta voce quelle parole che proprio non voglionoentrare in testa!

Poi l’ultima sala. Un ambiente molto spazioso e luminoso,col pavimento azzurro e le pareti bianchissime. Un picco-

lo palco e delle casse già montate.Non mi sembrava un posto dove pote-vo stare, ma poi capii che si dovessetrattare della Sala Polivalente, luogo incui si sarebbero potute realizzare pic-cole performance teatrali e musicali eanche conferenze. Diedi un’ ultimaocchiata prima di lasciare l’ufficio. Miaccorsi che c’era un'altra sala, piena dicomputer nuovi di pacca, con deiragazzi intenti a lavorare. Chi era suiprogrammi di grafica, chi sui program-mi di musica, chi stava realizzando uncortometraggio: sembrava uno studio

di un certo livello. Uscii dall’edificio ma caddi dalle scale,rotolando giù come una pera cotta e poi… ...poi…”ehm –ehm.. Signor. Gnappo mi sta ascoltando? Lesto raccontando il mio sogno!” “Si caro, beh è evi-dente che hai bisogno di un posto dove passare iltuo tempo, dove coltivare le tue passioni, studiare econoscere gente...ti lascio l’indirizzo di un postoche potrebbe fare a caso tuo!”

GNAPPO = nickname dato dall’Informagiovani di Varese al logoufficiale della Rete Provinciale Informagiovani, il cui nome realeè “Puppet”.

Lo Spazio Giovani di Via Como, 21 a Varese è stato ideato e pro-gettato dall’associazione culturale di giovani designers e architet-ti “Prosp3ttiVA”, nell’ambito del progetto Mosaico Giovani. Per info: www.prosp3ttiva.it

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SCUOLE

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GEMELLAGGIO L'AQUILA-VARESE Il 26 Novembre dell'anno scola-

stico 2009/2010, alcuni stu-denti, delle specializzazioni dielettronica, elettrotecnica e mec-canica dell'ITIS "Amedeo diSavoia" de L'Aquila, sono partitiper Varese per frequentare unostage nell'azienda USAG.Durante il loro soggiorno, duratocinque giorni, i ragazzi sonostati ospitati da alcuni alunnidell'ISIS "Newton" di Varese eHanno lavorato presso il suddet-to stabilimento dove viene pro-dotta utensileria meccanica. Infabbrica hanno potuto appren-dere importanti nozioni sullaproduzione degli utensili, suidiagrammi di flussi logistici dellaproduzione e sulle prove sui

materiali, instaurando un rap-porto diretto con il personale.Accompagnati dagli alunni e daiprofessori dell'ISIS, gli studentiaquilani hanno visitato il centrodi Varese e i musei della città.Non sono mancati momenti diallegria che hanno reso momen-taneamente più spensierati i gio-vani aquilani, provati dalla terri-bile esperienza del terremoto. Il

30 Novembre dopo un calorososaluto alle famiglie e ai docentidella scuola, i ragazzi deL'Aquila sono ripartiti portandocon loro tanti bei ricordi e tantenuove amicizie. L'esperienza halasciato gli studenti talmenteentusiasti che hanno deciso ditornare a Varese per parteciparealla manifestazione "GiovanniAlianti", che quest'anno ha trat-tato il tema dei sogni e delle spe-ranze giovanili. Gli studentidell'ITIS per l'occasione hannorealizzato un DVD avente cometema il terremoto del 6 Aprile. Ilvideo realizzato ha trattatoanche le tematiche della solida-rietà e dell'affettività. Il 9 Marzoal teatro "Apollonio" di Varesehanno presentato il loro progettoriscuotendo un boato di applau-si. Gli aquilani, attraverso imma-gini toccanti della notte del 6Aprile e un racconto scritto dairagazzi sulla base della loroesperienza, sono riusciti a tra-smettere ai loro coetanei un mes-saggio forte, che ha scosso glistudenti presenti alla manifesta-zione, i quali hanno dimostratouna notevole sensibilità.

L'ITIS DE L'AQUILA CONOSCE LA REALTÀ LAVORATIVA E SCOLASTICA DI VARESE

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di Maria Cialone

Il valore dell’esperienza di scambio deiragazzi de L’Aquila è indubbiamente

positiva, sotto tanti aspetti. Volevamoperò sapere cosa ne pensa, più in gene-rale, delle esperienze studio-lavoro chefanno molti ragazzi delle scuole tecni-che. Servono?Sicuramente questo tipo di esperienze,che consentono di entrare in azienda,sono positive in quanto permettono di“vedere” e di “fare”. Ci sono dei limitioggettivi a queste esperienze, in termi-ni di tempo e di attività che si possonosvolgere, ma speriamo che si possanoallargare gli spazi di sperimentazioneconcreta dell’attività in azienda, espe-rienza che è sicuramente formativa. Per i ragazzi de L’Aquila il discorso eracomunque diverso, molto più ampio, inquanto voleva essere esperienza di vitaa tutto tondo e quindi, penso e spero,che sia stata positiva nel suo complesso,soprattutto sotto l’aspetto umano.Riprendendo il discorso sulle esperienzescuola-lavoro, pensa allora di agire peragevolare questo tipo di esperienze?Sul territorio ci sono attivita’ collaudatee positive di alternanza scuola-lavoro,coordinate dall’Assessorato all’Istruzione e Formazione Professionalein collaborazione con l’Assessorato alLavoro e Pol. Giovanili.Queste attivita’ hanno avuto riscontropositivo sia da parte degli Istituti scola-stici, sia da parte delle aziende coinvol-te, ma soprattutto da parte degli stu-

denti. Si tratta di un passo importanteper l’evoluzione dello scambio di espe-rienze e necessita’ tra il mondo dellavoro ed il mondo della formazione.Soprattutto mi piacerebbe fare in modoche molti più ragazzi, insieme ai lorogenitori, quando devono scegliere ilcorso di studi dopo la terza media,prendano in considerazione con atten-zione anche i 44 istituti tecnici dellaprovincia. Se ben frequentati sono ricchidi contenuti e in linea di massimadanno maggiori possibilità di impiego,se dopo il diploma si intende sospende-re gli studi….. se si vuole proseguire,magari scegliendo una facoltà coerente,si ha comunque la possibilità di conti-nuare. Una maggiore attenzione allaformazione tecnica è una linea condivi-sa ormai da tempo anche dalleAssociazioni di categoria.E’ opinione diffusa che le scuole tecni-che diano meno stimoli “culturali”. Cosane pensa?

Non è proprio vero, si sviluppano ambi-ti diversi. Accanto ad una buona culturadi base, che viene comunque garantitae che è essenziale, l’imparare un“mestiere”, il fare può essere un per-corso per esprimere genialità e creativi-tà. Comunemente si è portati a valo-rizzare le forme di arte più tradizio-nali, come un dipinto o una poesia,ma è altrettanto vero che moltiragazzi si emozionano a vedere unelicottero o una bella auto, che sonocomunque modi di “plasmare” lamateria … non penso di scandaliz-zare nessuno, ma di dire una sempli-ce verità. In passato la parola artesignificava il saper fare, avendoconoscenze tecniche. Molti studentiqualora venissero indirizzati a segui-re un percorso di studi tecnici,avrebbero modo di approfondire lafunzionalità di un motore o le possi-bilità di impiego delle materie plasti-che, così da esprimere al meglio leproprie capacità. In fondo il nostroterritorio è cresciuto molto su questotipo di “capacità creativa”.Non mancano certo esempi di scuoletecniche del territorio che hanno unaforte attrattiva, un ottimo corpo inse-gnante, buone proposte culturali, unacapacità di costruire rapporti con iltessuto sociale e produttivo; questoscambio ne è un esempio …. Al primoposto sta però ovviamente la volontàdei ragazzi.

…conoscere un’azienda da dentro… serve?Scambio di battute con l’Assessore Alessandro Fagioli partendo dall’esperienza studio-lavoro dei giovani aquilani c/o la Usag

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di Edoardo Grimoldi ed Elisabetta RancoSCUOLE

Sono seduti intorno al tavolo dei consiglieri dellaProvincia. Ciascuno di loro ha un microfono e gio-cano a fare i cassieri del supermercato. Si imba-razzano se sono inquadrati dalla telecamera cheriprende tutta la conferenza stampa. Sono gli stu-denti delle classi quarte dell’ITIS “AmedeoD’Aosta” de L’Aquila, ospiti a Villa Recalcati –sede della Provincia di Varese una mattina di fineottobre, per la conferenza stampa di presentazio-ne del progetto di solidarietà “Ricominciare a stu-diare…e L’Aquila ritorna a volare” che li vedecoinvolti da vicino. Infatti l’ISIS “Newton” diVarese ha dato vita ad un gemellaggio con l’isti-tuto tecnico abruzzese, colpito dal sisma dell’apri-le dell’anno scorso, in collaborazione conl’Unione degli Industriali della provincia diVarese, la Provincia di Varese e l’azienda SWKUtensilerie srl (ex Usag). Gli studenti dell’ITIS deL’Aquila sono infatti ospiti dalle famiglie dei lorocoetanei varesini. Alla conferenza stampa erano presenti il presiden-te della Provincia Dario Galli, l’Assessore alLavoro e Politiche Giovanili Alessandro Fagioli, ildirettore dell’Univa Vittorio Gandini, il direttoreRisorse Umane di SWK Utensilerie Carlo Corolloe il professor Di Prospero, docente che ha accom-pagnato i ragazzi abruzzesi in visita a Varese. L’intervento del professore, il più commovente.Definisce L’Aquila il “paese del cratere” e ringra-zia i presenti per aver portato i 17 ragazzi e luilontano da quella che può essere definita labocca del vulcano. Ormai i professori oltre adinsegnare matematica, lettere o inglese, si sonotrasformati anche in docenti di sismologia. Di ter-remoti, scosse, epicentri sanno tutto. Durante ilviaggio – dice – i ragazzi non hanno parlato delterremoto. L’idea di andare in “gita” a Varese lientusiasmava. Riporta la testimonianza di uno stu-dente che aveva una casa nuova, costruita da

qualche mese, ma che l’energia del terremoto haraso al suolo. E si chiede: “La città de L’Aquila èstata fondata nel 1254 e nel corso della sua sto-ria è stata rasa al suolo più volte. Ma dove leprende le energie?”. Prosegue dicendo: “Alcunistudenti si chiedono come faranno gli anziani adadeguarsi alla situazione. Loro sono giovani ehanno le forze per abituarsi al nuovo, ma glianziani?”. Insomma, sia in positivo che in negati-vo, alla città abruzzese non manca l’energia.Ringrazia poi commosso per avergli fatto dimenti-care almeno per qualche giorno di essere “terre-motati”. Terminata la conferenza stampa sono stati regala-ti ai ragazzi, tra l’altro, i nostri IG Magazine. Lagiornata è proseguita con un buffet e con la visitaguidata alle SWK Utensilerie di Gemonio eMonvalle, per vedere da vicino un’azienda chelavora nell’ambito della meccanica e che potreb-be essere di interesse per il loro futuro lavorativo.Le attività previste per la settimana sono state oltrea stage a piccoli gruppi nei diversi reparti dell’a-zienda (fabbrica, meccanica e stampi, sicurezza,magazzino, laboratorio) anche il rafting, attivitàsportiva molto in voga fra i ragazzi. Ma come hanno vissuto loro la settimana qui aVarese? Non ci rimane che leggere la loro testi-monianza!

L’AQUILA RITORNA A VOLARECronaca di una mattina di fine ottobre

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INTERVISTA a cura di Daniela Giunta

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IL TEATRO DEGLI ORRORI

Ecco che noi di IG Magazine vi proponiamoun’intervista radio svolta a Pier Paolo, cantante

varesino de Il Teatro degli Orrori, da Daniela,ragazza che fa parte della redazione della radioweb Hub Creativi, e che è stata trasmessa successi-vamente on line. Accanto alle radio tradizionali sistanno moltiplicando infatti le radio che usano ilweb come strumento, e la web radio Hub Creativine è un esempio.

D: Ciao Pier Paolo, cosa ne pensi dellascena alternativa musicale in Italia?P: Parlare di una scena presuppone una comunitàd’intenti e di obiettivi che gli artisti dovrebbero

avere, ma mi sembra che in Italia ognuno si facciagli affari suoi. Non si può parlare a mio avviso di“scena” in Italia, come poteva ad esempio essere laNew Wave degli anni ’80. Certo è che c’è unagrande voglia di suonare, di dire, di fare. Ciò chetrovo significativo in questi ultimi tempi è il ritorno eil desiderio di contenuti e di impegno sociale (e que-sto lo dimostra il successo del nostro gruppo),soprattutto da parte dei giovani che si sono stanca-ti di tanto edonismo e superficialità.

D: Cosa ne pensi del mercato discografico edelle etichette indipendenti rispetto ai gio-vani gruppi emergenti?P: Le etichette indipendenti non hanno grandi risor-se e fanno ciò che possono all’interno di un tessutoeconomico e finanziario che il mercato discograficodà. Si fa tutto con poco, lo si fa con grande passio-ne ed entusiasmo ma non possono paragonarsi alla

QUANDO UN’INTERVISTA SU WEB RADIO SI TRASFORMA IN PAROLE SCRITTE SU CARTA…

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WEB RADIO di Alessandro Cadoni, Fabio Ferrara, Glenda Giussani

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forza delle grandi mayor. Si parl comunque di crol-lo delle grandi major, perché tutti “downloadano”ed è giusto che sia così. Le etichette indipendenti-mettiamola così- fanno ciò che possono, mentre lemayor ciò che vogliono.

D: Voi siete partiti a cantare in lingua ingle-se, una lingua universale, poi avete optatoper l’italiano. Come mai questa scelta?P: E’ una scelta tardiva, ci siamo resi conto poi cheusando la lingua italiana il pubblico capisce di piùe riusciamo ad entrare nelcuore della gente. L’inglese èindubbiamente una linguamolto adatta al rock, ma dopotutto viviamo in Italia, parliamoin italiano, e credo che la cosapiù onesta sia cantare in italia-no per quanto sia difficile.Così facendo il pubblico siinnamora delle canzoni.

Noi ci siamo accorti come ilpubblico ai nostri concerti cantiparola per parola le nostre can-zoni. Ciò dà molta soddisfazio-ne! Consiglio a tutti i gruppiche cantano in inglese di cam-biare o andare a vivere in unpaese anglosassone. Poi ognuno fa quel che vuole:l’importante è che ci sia del contenuto e dire qualco-sa, che sia in inglese, francese o tedesco!

D: Se pensiamo al rock pensiamo a quellaenorme fusione di rivoluzioni sociali e dianticonformismo che a suo tempo hannocambiato così il mondo letteralmente che

oggigiorno ne sentiamoancora le conseguenze:pensi che oggi sia anco-ra così a livello naziona-le e internazionale ovisto che oggi ciò cheimporta è vendere, nonla situazione è cambia-ta?

P: Quando parli di rock nel senso autentico del ter-mine è sempre stato sintomo di progresso civile.Fare musica rock contribuisce alla maturazione e almutamento dell’immaginario collettivo, inteso comevita delle persone. Una buona canzone può in effet-

ti contribuire a mutare la socie-tà. Il nostro pubblico per esem-pio si rispecchia nelle nostrecanzoni, piange, ride e se ne vaa casa con un pensiero in più sucui riflettere.

Ringraziamo Pier Paolo per ladisponibilità e arrivederci alprossimo concerto!

COS’È UNA WEB RADIO?Per web radio o radio on line si intendonoemittenti radiofoniche che trasmettono informa digitale il proprio palinsesto attra-verso internet. Possono essere radio tradi-zionali che ampliano il proprio raggio diascolto ripetendo le trasmissioni on line o,in altri casi, si tratta di emittenti, amatoria-li o meno, che mettono a disposizione ilproprio palinsesto esclusivamente in strea-ming, ovvero in tempo reale su internet.

TEATRO DEGLI ORRORIIl Teatro degli Orrori è un gruppo noise rock natonel 2005. Il nome della band si ispira al teatrodelle crudeltà di Antonin Artaud.

CI SIAMO ACCORTI COME IL PUBBLICO AINOSTRI CONCERTI CANTI PAROLA PERPAROLA LE NOSTRE CANZONI. CEÒ ÈUNA GRANDE SODDISFAZIONE!

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MUSICA a cura di Daniela Giunta

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Squillino le trombe.... rul-lino i tamburi...

l'Informagiovani di Vareseè tornato con voi, e per voi!Abbiamo fatto “fagotto” eabbiamo cambiato casa!Tutto nuovo, tutto più gran-de e tutto più interessante!... questi cambia-menti non riguardano solo le mura dentroalle quali lavoreremo, ma anche i nostriprogetti. Orsù dunque anime musicali, que-sto articolo è per voi! Notturnogiovaniè un progetto che si rivolge a tutti i giovanidei territori di Varese, Como, Verbania eTicino, interessati alla musica. In particolarea coloro che fanno parte di band musicali.Come scopo si propone quello di incremen-tare e facilitare la produzione musicale gio-vanile attraverso attività innovative comequelle che trovate in questa pagina.

Vi aggrada?! Speriamo di si! Tutto que-sto e le varie novità le potrete trovare sulnostro sito:www.informagiovanivarese.info o su FBInformagiovani Varese.Seguiteci e venite a trovarci alla nuovasede di Via Como 21! Vi aspettiamo!

NOTTURNOGIOVANI UN VENTAGLIO DI PROPOSTE

PER I GIOVANI

AMANTI DELLA MUSICA,

PER DIVERTIRE E DIVERTIRSI

VA SUL PALCO Concorso aperto a tutte le band giovanili emergenti della Provincia diVarese e territori limitrofi. Requisiti: un'età compresa tra i 16 e 30 anni,un repertorio proprio. Alle prime 40 band iscritte verrà data la possibilitàdi registrare gratuitamente un demo con i 3 brani necessari per la selezio-

ne. 3 le speciali giurie: tecnica, giovani e giuriapopolare. A tal proposito, ecco il link in cui potetetrovare tutte le info e la modulistica per la nuovaiscrizione! h t t p : / / l n x . n o t t u r n o g i o v a n i . i t /notturno/blog/2010/10/01/aperte-le-iscrizioni-a-va-sul-palco-2011/

SUMMERFESTEspressione e creatività giovanile a 360°. Un festival di 2 giorni doveSport, Arte ma soprattutto Musica faranno da padroni! Il palco ospiteràvarie band, da quelle Varesine e in trasferta da Bilbao e quelle afferma-te sulla scena.

TAVOLA ROTONDA Spazio alla Musica. Incontro aperto a tutti i giovani del territorio amanti della musica in tuttele suo forme e contesti. Testimonial d'eccezione porteranno le loro esperienze e risponderanno adomande aperte che gli verranno poste dai giovani partecipanti.

WORKSHOP TEMATICI: Dedicati ai giovani musicisti dei territori coinvolti nel progetto e che sonointeressati al tema della musica e della produzione indipendente.

CORTISONICI: SEZIONE VIDEOCLIPIl mondo dello schermo e delle note si uniscono! All'interno del noto festi-val di cortometraggi Varesino Cortisonici viene lanciato un concorso perband emergenti. La band con in migliore videoclip sarà invitata a suona-re durante il festival!

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CONCORSO

I LOVE MY LANDLA PREMIAZIONE

CRONACA DELLA CERIMONIA FINALE

DEL CONCORSO FOTOGRAFICO

FIRMATO INFORMAGIOVANI

G iovedì 21 gen-naio 2010. Villa

Recalcati. Varese.Anche quest’anno si èconcluso il concorso foto-grafico organizzato dalC o o r d i n a m e n t oProvinciale Informagiovanidal titolo “I love my land”.Ritratti di giovani nei luoghidella provincia di Varese”.Oggi è il giorno del verdettofinale. Chi sarà il vincitore delle due categorie, junior esenior, previste? Noi della redazione di IG Magazine nonpotevamo mancare!La cerimonia si apre con una breve presentazione dellagiuria di esperti, che ha visionato tutte le fotografie perve-nute. Poco spazio alle parole e ci si dedica subito alleimmagini. Ecco che parte la proiezione delle foto finaliste.Ai primi sei classificati della categoria Junior (1991-1994)e della categoria Senior (1983-1990), infatti, verrannoassegnati premi in buoni acquisto per materiale informati-co, multimediale e fotografico.Ed ecco che vengono annunciati i vincitori, una vincita

tutta al femminile. Il premio più importante dellacategoria Junior va a Elena Cavalieri, 16

anni, studentessa del Liceo Artistico diVarese. Titolo della sua fotografia: “Ci

sono anche io”. Per la categoriaSenior invece è la fotografia daltitolo “Estensioni” ad aggiudicarsi

la vittoria. Autrice dello scatto èFrancesca Mariani, 20 anni,

studentessa del NABA diMilano. 34

JUNIOR

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Le prendiamo da parte ancora emozionate per la vittoria,per rivolgergli qualche domanda.

Da cosa trae ispirazione la tua fotografia?E: Dunque, la mia foto s’intitola “Ci sono anch’io”. Il tito-lo richiama la condizione in cui si ritrovano i giovani dioggi, ovvero poco presi in considerazione. Questo scattovuole spronare chi di dovere ad avere la giusta attenzio-ne nei confronti di noi ragazzi. F: “Estensioni” è in realtà un progetto che ho presentato

per un esame universitario. Iltema da affrontare e renderecon uno scatto era come lapersonalità dell’uomo si deli-nea e si trasforma, diven-tando altro.

Cosa ne pensi deltema di quest’anno?E: Penso sia un beltema. Inizialmente vole-vo incentrare la miafotografia sul temadella natura, ma poisuccessivamente hocambiato idea, trat-tando invece la con-dizione giovanile.F: Mi piace,soprattutto per-ché si è potutovalorizzare ilterritorio in cuiviviamo.

Qual è il tuo stile fotografico preferito?E: non ho uno stile preferito, ogni fotografia è soggettiva.F: Personalmente mi piace molto il bianco e nero. Inoltretra le foto digitali e quelle tradizionali, preferisco le fotoanalogiche.

Progetti per il futuro?E: Vorrei studiare più approfonditamente fotografia, maanche disegno. F: Mi piacerebbe diventare una “videoartista”, un’artistache lavora nell’ambito delle arti visuali (fotografia, pittura,video). Mi interesserebbe anche studiare l’arteterapia,ovvero l’impiego di tecniche impiegate nella musica, nelteatro, nella pittura, nella danza, etc. utili alla crescitadella persona nella sfera emotiva e nelle relazioni con glialtri.

di Francesco Mugnani

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IL CONCORSO IG 2010“SCATTI D’ATLETA”

Il concorso fotografico lanciato dal Coordinamen-to provincialeInformagiovani per il 2010 ha come tema giovani esport, ovvero giovani raffigurati e accostati ai valoridello sport (agonismo, vittoria, lealtà, etc.). Il titoloscelto per questa edizione è "Scatti d’atleta -Immagini di giovani & sport”.I premi previsti sono buoni per l’acquistodi materiale informatico, multimedia-le e fotografico. Novità di que-st’anno è la sezione speciale“Scatti d’atleta in rosa -Immagini di sport alfemminile” organizzata incollaborazione con la consul-ta femminile provinciale.Ai primi 4 classificatisaranno dati in premiobuoni acquisto per attrez-zature sportive o materia-le sportivo.

Nei primi giorni di dicembresipotrà anche partecipare all'asse-gnazione di un premio speciale internetcollegandosi a: www.provincia.va.it/giovani.htm

SENIOR

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INFORMAZIONE

C ome redattrice ho sempre toccato argomentiartistici, questa volta, invece, vi proporrò una

doppia intervista che parla di Media.L’informazione attraverso Internet. Abbiamo inter-vistato il direttore della Prealpina e il direttore diVarese News, cercando i loro punti di vista inmateria. Io stessa sono ipnotizzata da Internet e dai SocialNetwork, perché hanno un immediato impatto suchi vuole essere informato. Purtroppo hanno deipro e dei contro, ossia, l’informazione arrivaimmediata, ma esclude tutto quello che riguarda leattività sociali.Una volta ci si trovava al bar, a farecolazione e a leggere il giorna-le. A discutere sugli eventimondani. Così si faceva spes-so amicizia. Ora ci si chiude incasa, leggendo le notizie diret-

tamente da internet o dai Social Network. L’attivitàsociale c’è in parte, ma esclude tutto ciò cheriguarda il contatto diretto. Leggere le notizie dainternet è ottimo, ma non scordiamo i nostri amatigiornali appena freschi di stampa e il contatto conil mondo esterno. Questa è solo una mia opinioneovviamente, ma ora sentiamocosa ne pensano i direttori!

I MEDIA DEL FUTURO

INTERVISTA DOPPIA AI DIRETTORI DI DUE DELLE PIÙ IMPORTANTI TESTATE LOCALI: OPINIONI A CONFRONTO

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di Marilisa Menegatti

Riguardo alla informazione on-line “loca-le”, a che livello si attesta secondo Lei? Inun ipotetico sondaggio, secondo Lei i lettoripreferirebbero leggere il giornale cartaceoo la versione multimediale?

L'informazione on-line è destinata a conti-nuare crescere o no? Perché?

Livello medio - per ora e perqualche anno (dieci?) il cartaceo - Sì, crescerà per lacomodità di accesso.

L'informazione online locale cre-scerà perchè internet si caratterizza sempre più comemezzo di condivisione. Questa si sviluppa sia perinteressi (e la dimensione globale abbatte le distan-ze) che per territorialità. Il lettore cerca servizi oltrealle informazioni. Non credo che esista un dualismotra carta e web. Oggi vengono visti come alternativi,ma questo è dovuto ancora alla scarsa conoscenzadi internet. I giornali cartacei si ricollocheranno eanzi il web potrà essergli di aiuto per tante ragioni,anche nella diffusione di maggiori lettori.L'informazione online continuerà a crescere anche seabbiamo molti problemi di infrastruttura e anche unprofondo ritardo culturale.

Il Suo giudizio è identico sia che i parli diinformazione locale che informazionenazionale e internazionale?

L'informazione locale online èpiù svantaggiata ma è più sincera. L'altra è apparen-temente completa ma molto ben pilotata non dallenotizie.

Hanno caratteristiche profonda-mente diverse. L'informazione internazionale e quel-la nazionale possono usufruire di molte fonti (agen-zie, giornali, istituzioni, blog, ecc) mentre quellalocale non ha molte fonti salvo quelle più tradiziona-li. I giornali locali sono essi stessi fonte.

Quale la differenza più significativa frale due forme di "giornale"? Sotto qualiaspetti il cartaceo è migliore del multime-diale o viceversa?

Uno si legge a video ancoracon fatica, l'altro mentre si sfoglia emana quel profu-mo di carta che è parte integrante della nostra vita.Di qui la mia preferenza per il cartaceo

Il cartaceo ha una maggioreleggibilità e soprattutto può essere fruito in modopiù snello. Per contro però trovarlo è più difficilee soprattutto ha una tempistica diversa. Arrivadopo molte ore che i fatti sono successi e svilup-pa un minore dibattito.

Che differenza c'è nei costi tra informa-zione cartacea e quella on line?

Costi identici se si vuol realiz-zare un prodotto vero e sincero.

profondamente diversi perquanto riguarda i costi di stampa e distribuzione.Per il resto è tutta l'organizzazione a mutare equindi ad avere altri costi.

Pensa che i social network, tipo Facebook esimili, siano un buon sistema di comunica-zione per far arrivare le notizie ai giovani?Quali i rischi e quali i vantaggi….

Sì, certo parlano ai giovani ecomunicano alla rinfusa. Ecco il rischio. Il manca-to onesto filtro del giornalista professionista e nonpennivendolo.

Certamente. I social networksono comunicazione e condivisione pura. Tuttopoi dipende da come si usano, ma certamenterivoluzionano il modo di interagire e di informar-si. I rischi sono quelli di credere che lì c'e' tutto ilmondo, i vantaggi quelli che davvero lì' può pas-sare il mondo.

INTERVISTAa Angeleri Direttore della Prealpina e a Giovannelli Direttore di Varese News

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MOSAICO GIOVANI

Cosa significa raccontare? Noi stagisti del laboratorioce lo siamo chiesto all'inizio del percorso che ci ha por-tati a documentare il progetto Mosaico Giovani. (finan-ziato da Regione Lombardia e Ministero della Gioventù,di cui la Provincia è il soggetto Capofila)Tutto inizia quando, all'interno del LaboratorioMultimediale di Ateneo dell'Universitàdell'Insubria veniamo incaricati di realizzareun reportage filmato sulle varie iniziative gio-vanili che interessano l'area del Varesotto:viaggiando per la provincia, dovremo cono-scere le diverse realtà che Mosaico ha permes-so, spaziando tra volontariato, sport, attivitàeducative, teatro, orientamento per gli studen-ti e concerti, fino alle iniziative delle associa-zioni giovanili e alla rea-lizzazione di spazi adhoc per i ragazzi.Da subito cerchiamo dicapire quale sia l'ap-proccio più adatto perrealizzare il nostro lavo-ro, con quali occhiosservare ciò che dovre-mo poi descrivere attraverso le immagini. Si tratta di foto-grafare dall'esterno i vari progetti o forse sarebbe inte-ressante parlare in modo specifico dei singoli protagoni-sti?Questo tipo di riflessione ci porta a delineare le lineeguida con le quali lavorare: dovremo cercare di essereil più possibile obiettivi e, al contempo, mirare a coglie-re ciò che è il significato più profondo delle iniziative cheman mano conosceremo, con uno sguardo che vada

oltre i risultati più evidenti. Ciò che di interessantevogliamo raccontare è quanto di solido Mosaico abbiacostruito, tutto quello che, al di là della situazione con-tingente, resterà nel tempo. Su questi presuppostiinizia il nostro percorso, che porta noi quattro stagi-sti del laboratorio ad entrare in contatto con ragaz-

LABORATORIO MULTIMEDIALE DI ATENEO DELL'INSUBRIA

Il Laboratorio Multimediale di Ateneodell'Insubria è attivo dal 2008. La realizza-zione di prodotti multimediali negli anni, cheha coinvolto studenti e stagisti provenienti dalcorso di laurea in Scienze dellaComunicazione, è stata supportata da alcuniesperti in campo tecnico e organizzativo,oltre che da alcuni docenti dell'università.

VIAGGIO TRA INSOLITI PROTAGONISTI:

RACCONTARE CON IL REPORTAGEGli stagisti dell'Insubria alla scoperta dei tasselli del “mosaico”

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zi della nostra stessa età, esplorando il mosaico direaltà che il progetto ha contribuito a creare.Tappa dopo tappa è il viaggio stesso a insegnarcicome raccontare al meglio le esperienze che incon-triamo: la chiave è entrare in sintonia con le perso-ne che andiamo a riprendere e intervistare, riuscirea metterci in reale contatto con loro.

Esemplare in questo senso è il pomeriggiodi riprese con i ragazzi saron-nesi di Spazio Anteprima,alle prese con l'interpretazio-ne del musical Rocky HorrorPicture Show: un'intera gior-nata trascorsa in un batterd'occhio, tra sperimentazionedi nuove inquadrature e domande imprevi-ste che emergono spontanee. Ci ritroviamo così aindossare le parrucche di scena e a ridere con iragazzi degli errori durante le prove mentre intera-giamo spontaneamente, facendoci raccontare comequest'esperienza li abbia uniti come gruppo di amicie abbia permesso loro di interpretare dei ruoli inso-liti, liberi dalle regole sociali.Altro episodio che non dimenticheremo facilmente èil concerto unplugged nella biblioteca di Luino,durante il quale, tra le riprese dell'ambiente e l'a-

scolto dei pezzi, decidiamo di ribaltare completa-mente l'impostazione delle interviste, per riuscire acatturare l'atmosfera di quella giornata, totalmentediversa da quello che ci aspettavamo: un sempliceritrovo di giovani musicisti e cantanti crea un perfet-to clima di scambio e condivisione di esperienze.Una tappa in cui il dialogo coi ragazzi è efficace sirivela poi l'incontro con il coro gospel DivertimentoVocale: nel clima disteso, immersi nell'energia che ilcoro trasmette, i ragazzi non incontrano ostacoli nelcomunicarci cosa significhi davvero per loro farparte del coro.Come questi, sono tanti gli episodi in cui il lavoro si

trasforma in momento di divertimento ma anche dicrescita, professionale e personale, in cui

risulta fondamentale mettersi sem-pre in gioco. Occasioni in cuila distanza tra osservatore edosservato si assottiglia e la vici-nanza tra i due permette uncontatto immediato ed efficace.

Riuscire a capire i nostri coetanei: èstata questa la sfida più affascinante di

un'esperienza che si è rivelata un vero viaggio, unviaggio tra insoliti protagonisti.

REPORTAGE MOSAICO GIOVANI è una documentazione video che consiste in quattro episodi e in un lavo-ro conclusivo che, attraverso gli occhi della troupe, disegna un quadrogenerale del progetto.I prodotti sono visibili ai link:www.provincia.va.it/giovani.htmwww.uninsubria.it/pls/uninsubria/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=11453

MOSAICO GIOVANI Tante iniziative per e con i giovani del territorioPer saperne di più collegatiti a www.provincia.va.it/giovani.htm

CIÒ CHE VOGLIAMO RACCONTARE È QUANTO DI SOLIDO È STATO COSTRUITOCON MOSAICO GIOVANI

di Silvia Sommaruga

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