Infonopoli - dicembre 2012

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Periodico semestrale dell’Associazione Culturale Fonopòli - Anno 10 - N° 2 - Dicembre ‘11 - Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale 70% - Roma

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Numero 2 - anno 2012

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Periodico semestrale dell’Associazione Culturale Fonopòli - Anno 10 - N° 2 - Dicembre ‘11 - Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale 70% - Roma

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Il 14 giugno 2011 un grup-

po di lavoratrici e lavorato-

ri dello Spettacolo, mosso

dalla percezione di essere

escluso dai luoghi e dalle dina-

miche in cui si decide e si pro-

getta la politica culturale, dalla

percezione di pagare in termi-

ni di sopravvivenza la necessi-

tà artistica, etica e civile del

proprio lavoro, ha occupato il

Teatro Valle di Roma intra-

prendendo un percorso di lotta

che, evidenziando lo stato di

emergenza in cui verte il siste-

ma culturale italiano, ha as-

sunto poi carattere permanen-

te (sono passati ormai sei me-

si). E' in atto il processo di

elaborazione pubblica e collet-

tiva di uno statuto volto alla

costituzione di una Fondazione

Teatro Valle Bene Comune che

sia il più possibile condivisa e

partecipata. Attualmente la re-

altà nella quale ci autogover-

niamo è quella del teatro più

antico di Italia con la gestione

più innovativa.

Occupare il Valle è per noi un

atto desiderante e un gesto di

riappropriazione: occupiamo

per occuparci di ciò che è no-

stro, perché solo chi ama un

luogo può prendersene cura. Il

nostro tentativo di prendere

parola avviene nella messa in

gioco dei corpi e delle fisicità,

convocando un elemento che

appartiene all’ordine delle

passioni: nell’arte come nella

lotta sperimentiamo zone di

esperienza di maggiore inten-

sità, maggiore qualità creativa,

politica, umana. È un processo

di liberazione dalle retoriche

insopportabili del potere e del

neoliberismo che ci hanno fat-

to immaginare come individui

soli, coltivando l’illusione che

essere soli equivalga ad essere

liberi. Per tutti coloro che in

modi diversi stanno attraver-

sando l’occupazione è molto

forte la sensazione di creare

qualcosa che prima non c’era,

di vivere un momento costi-

tuente. Ed è la percezione di

questa potenza trasformativa a

sostenere il nostro credere.

Il momento assembleare, in-

terno o pubblico, quello di

piazza, quello della programm/

azione serale sono tutte tappe

ineludibili della rivolta del sa-

pere che si sta gradualmente

compiendo in questo spazio

anche attraverso la formazio-

ne del pubblico. Creiamo a

4Infonòpoli

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Come l'acqua, come l'aria.Riprendiamoci il Valle

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valle una nuova grammatica

emotiva che coinvolga linguag-

gi popolari e d'eccellenza; ri-

pristiniamo un sistema di wel-

fare che ci tuteli.

Allineati nel disaccordo con-

vertiamo e traduciamo le no-

stre eterogenee esperienze in

un'operatività che generi sen-

so e innovazione. Partiamo

dalla anomalia che rappresen-

tiamo. Uniamo le tante parzia-

lità e compiamo un atto d'in-

credulità rispetto all'esistente.

Che la tensione ideale legata

all'elemento di vocazione con-

naturato ai nostri mestieri ci

porti a un'assunzione di re-

sponsabilità verso un livello di

lotta superiore. Assumiamo

tutti, profondamente, questi

punti. Solamente mediante un

modello partecipato si può fare

ciò che l'arte consente: crede-

re l'incredibile. Quel che sap-

piamo dei luoghi è l’aver coin-

ciso con essi per un dato tempo

nello spazio che sono. Il luogo

era lì, è comparsa la persona,

poi la persona è partita, il luo-

go è continuato, il luogo aveva

fatto la persona, la persona

aveva trasformato il luogo.

“In questi mesi ho vissuto emo-

zioni ingombranti, talvolta in-

sostenibili. Questa lotta era

già mia e quando mi si è pale-

sata ho sentito di dedicarmi a

lei in maniera assoluta. Non

credo sia possibile la rivoluzio-

ne pacifica nella società più

violenta della storia. Credo sia

inevitabile la rivoluzione vio-

lenta laddove per violenza

s'intende come una terapia

d'urto, qualcosa che turbi e

smuova. Violenza è perpetrare

la propria vita di borghesi. Il

mio punto di vista è quello di

un'energia giovanile che ribol-

le dal terrore di non farcela.

Esistiamo quasi esclusivamen-

te nella misura in cui siamo

riconosciuti dagli altri. Perso-

nalmente, fuori da qualsiasi

retorica mercantile di merito,

ho disobbedito alle regole

dell'efficienza e della produtti-

vità quando non mi sentivo

rappresentata dal sistema di

cui facevo parte. Nella mobili-

tazione contro la speculazione

globale che usa la crisi per at-

taccare e smantellare i servizi

pubblici, la formazione, il wel-

fare ecc. mi metto in discussio-

ne oltre che come giovane la-

voratrice dell'arte come citta-

dina, figlia, studentessa. E'

dovere verso se stessi nelle

idee e nelle pratiche compiere

dei tentativi, percorrere strade

possibili, attraversare il pro-

prio sentire. Ci sono dei mo-

menti in cui bisogna avere il

coraggio di provare a fare del-

le cose che non sai come vanno

a finire ma che sei sicuro che

se non le fai hai già perso”.

Valeria Usai

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Pubblicazione sul web per unoSTATUTO PARTECIPATOwww.teatrovalleoccupato.it/statutopartecipato

In un’ottica di partecipazione e democrazia diretta, il Teatro Valle

Occupato chiede il contributo di tutti per fare della nostra propo-

sta di Statuto della Fondazione Teatro Valle Bene Comune, una

proposta condivisa e partecipata.

Il valore inclusivo e di collaborazione su cui, di recente, lo scam-

bio dei contenuti digitali è andato evolvendosi, ha permesso di

ampliare e di mutare la precedente forma di utilizzo delle tecno-

logie informatiche sul web. L’ipertesto collaborativo può ampliare

la dimensione partecipativa dei processi di creazione di senso.

Per questo motivo lo Statuto sarà pubblicato integralmente in

un’apposita sezione del sito, per dare la possibilità a chiunque

volesse di apportare il proprio contributo.

Attraverso un sistema di commento sviluppato per facilitare la

redazione condivisa di documenti, ogni contributo verrà reso visi-

bile e rimarrà ancorato a margine della porzione di testo com-

mentata, in tal modo ognuno avrà la possibilità di conoscere le

proposte avanzate dalla comunità.

I contributi pervenuti verranno presi in considerazione, assem-

blati ed elaborati per presentare entro la fine di novembre la se-

conda revisione dello Statuto Partecipato, eventualmente reite-

rando un secondo periodo di contribuzioni. Prevediamo inoltre

alcuni momenti assembleari integrativi anche per tutti coloro che,

non avendo accesso alle tecnologie informatiche, avranno comun-

que la possibilità di partecipare.

Crediamo che questo sia un metodo tangibile per dare concretez-

za alla nostra idea di partecipazione e democrazia diretta.

Per i dettagli www.teatrovalleoccupato.it/statutopartecipato

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La canzone in cui viviamo

“Ha fatto tanta

strada la canzo-

ne; forse per

questo ora è un po’ stanca.

Una notte di guerra ha detto a

un partigiano di portarla via

ed è partita. Ha sognato mille

lire al mese ed ha riso di na-

scosto perché Maramao era

morto. Ha voluto fa’ l’america-

na e si è lanciata nel blu dipin-

to di blu. Era piccola così, ep-

pure ha riempito il cielo di una

stanza e si è stesa abbronzatis-

sima sotto i raggi del sole.

È andata a cento all’ora, anche

se non aveva l’età, ha visto Dio

morire, ha chiesto di mettere

fiori nei nostri cannoni, ha tro-

vato l’amore sacro e l’amor

profano, ha girato come una

bambola, ha scatenato emozio-

ni che capire tu non puoi. È

andata finchè la barca andava,

è stata avvelenata, ribelle, bel-

la senz’anima. Ha visto passa-

re Nuvolari, ha amato la radio

libera ma libera veramente, ha

avuto per tutti noi pensieri e

parole. Ha scoperto com’è pro-

fondo il mare, ed ha ballato

con i figli delle stelle. Le hanno

puntato una pistola alla tempia

al Palalido e l’hanno tenuta

prigioniera sulle montagne di

Pattada, ma il cielo era sempre

più blu.

Strada facendo ha gridato viva

l’Italia, quella dimenticata e

quella da dimenticare. Ha

aspettato l’anno che verrà,

un’albachiara, si è toccata

l’America, si è sentita splendi-

da splendente. Non ha avuto

paura di tirare un calcio di ri-

gore ed ha cercato ostinata-

mente un centro di gravità per-

manente. Ha voluto una vita

spericolata, anche se aveva ca-

pito che l’estate stava finendo.

Ha risuonato nella gola di Ca-

ruso, ha detto quello che le

donne non dicono, ha parlato a

muso duro, ha pensato positi-

vo, ha vissuto sere nere, ha

chiesto chi vuol essere Fabri

Fibra. Ha urlato nelle risaie, ha

girato nei solchi di un vinile, si

è persa nei labirinti della rete.

Ma non ha ancora lasciato il

nostro cuore.”

Così si apre il libro di Vincen-

zo Incenzo, un volume che si

propone di ricucire la storia

del linguaggio cantato dalle

origini della canzone italiana

ai nostri giorni, dai dialetti al

rap, dal folklore alla e-music,

dai cantacronache ai cantau-

tori, dai raduni politicizzati a

Sanremo, contestualizzando le

canzoni nel loro momento sto-

rico e sociale; in filigrana ne

viene fuori anche una fotogra-

fia precisa della storia del no-

stro paese, dal ventennio fa-

scista al nuovo millennio, pas-

sando per guerre, rivoluzioni,

riflussi, mode, repubbliche.

Vengono presi in esame 100

esempi di scrittura cantata

(ma di fatto poi si toccano un

migliaio di canzoni) più uno,

quello personale dell’ autore,

alla sua esperienza di scritto-

re di canzoni, (appunto il viag-

gio n. 101), alle sue collabora-

zioni con i più grandi artisti

della musica italiana, con ine-

diti retroscena e testimonian-

ze “sul campo”.

Una parte importante del libro

è dedicata poi ai codici del lin-

guaggio canzone, alle sue tatti-

che e strategie compositive, al

ruolo della musica oggi e al

suo posizionamento all’interno

della società e della scuola.

Il volume è rivolto a chiunque

voglia allargare le sue cono-

scenze nel mondo della canzo-

ne, della storia del nostro pa-

ese e anche a coloro che più

professionalmente vogliano

farne uno strumento di con-

fronto e di stimolo didattico.

Per questo prevedo un suo

utilizzo anche all’interno di

proposte di programmi mini-

steriali. La prefazione del libro

è curata da Renato Zero, che

tra le righe scrive: “Non ha

prezzo il nostro incontro in

una canzone. È la dimostrazio-

ne di una primavera dentro

l’inverno, di una nostra mobili-

tà, di un fiore che si ostina a

fiorire.

Magia di sentirsi condivisi nei

nostri sentimenti soffocati, nei

nostri incubi malcelati, nei no-

stri sogni non più segreti.”

L’autore sta facendo un vero e

proprio tour per presentare il

libro in più città possibili; dopo

Roma (presenti David Zard,

Alessandro Colombini, Claudia

Endrigo, Francesca Alotta), Mi-

lano (Flavio Premoli della PFM,

Albero Fortis) Reggio Calabria

(la nuova promessa Micaela e il

percussionista Luca Scorziello)

e ancora Roma (al concerto di

Noemi) sono previste le date di

Napoli, Salerno, L’Aquila, Pa-

lermo, Bologna, Firenze, Città

della Pieve, e altre date si ag-

giungeranno. Il modo migliore

per celebrare la nostra canzo-

ne, che ha fatto la storia anche

del nostro Paese.

A.R.

Cento(uno) viaggi nella scrittura cantata italiana. In libreria il nuovo libro di Vincenzo Incenzo con la prefazione di Renato Zero.

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Un successo eclatante nelle prime due tappe a Lucca ed a Roma. Quando ho iniziato il mio percorso artistico, andavo a suonare in un locale romano ai tempi punto focale degli artisti e dei cantau-tori, il Folkstudio. La filosofia di quel piccolo straordinario scantinato, dove accanto a giovani esordienti si esibivano casualmente artisti conclamati, dove centrale era il di-scorso della proposta artistica libera e non dettata dal sistema di turno, è stata qualco-sa che difficilmente nel nostro Paese si è ripetuto. L’avvento dei talent e della tv nel mondo della canzone ha cambiato le pro-spettive, internet ha fatto tanto di buono ma ha anche sdoganato il dilettantismo. La cantina, il confronto, la verifica, non sono situazioni edificabili con una telecamera piantata sulla faccia o con un semplice mp3 lanciato in rete.

di Vincenzo

Incenzo

Ecco allora l’idea di ricreare pur con tempi e modalità diverse, tenendo presente che quella stagione per ovvi motivi non potrà tornare, qualcosa che possa diventare ter-reno fertile della creatività dei giovani, con verifiche immediate sul campo, occasioni concrete di visibilità e di crescita e contribu-isca ad alimentare lo spirito artistico e la collaborazione.“Fonopoli in scena” è uno spettacolo unico ed innovativo, con una scaletta che prevede che musica, teatro e letteratura si fondano in una sola espressione artistica. Un’espe-rienza unitaria e trasversale non solo arti-sticamente, ma geograficamente, con gio-vani talenti provenienti da ogni latitudine della penisola e oltre (addirittura dalla Co-lombia ma ne attendiamo da ogni naziona-lità, perché vogliamo far passare anche questo messaggio di apertura all’altro).

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RENATO LO SA. Di Fonopoli ce ne vorrebbero un po’ dappertutto! Solo chi c’è passato lo può capire! E Renato lo sa cosa vuol dire stare tutto il giorno a pensare un modo per far arrivare agli altri quello che sei. Renato lo sa cosa vuol dire essere venuti al mondo e non sentirsi ancora nati. Perchè nasci sul serio non quando vieni al mondo, ma solo quando il mondo se ne accorge. Renato lo sa che per farti sentire, devi prima gridare a vuoto per ore ed ore. E anni. Devi sentirti prima frustrato e ammaccato. Che la gavetta è mortifi-cazione. Ma che accettarla è il più grande gesto di umiltà che possa fare un artista. Renato lo sa. E per questo esiste Fonopoli. E io sono felice di farne parte. Sì perchè, sebbene io abbia parteci-pato a sole due serate, è come se ne facessi già parte. Ci si sente veramente trattati bene. Spero per tutti che questa strada ci porti lontano. Rena-to non ci mollare. E fatti vivo ogni tanto. Fatti ringraziare.

NIcola MONtESANO

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Serata splendida, vivere il palco del Piper nella serata della storia della musica italiana mi ha dato una scossa “emotiva” viva. Ho sentito su ogni nota un suono pieno di sensazioni, di emo-zioni... La nostra vita appartiene all’anima di ognuno di noi, per questo sono tornato a scrivere e presto uscirà un mio nuovo project discografico valorizzato dalla direzione artistica di Vincenzo Incenzo.

TIzIaNo OrECCHIO

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La città di Lucca attraverso le istituzioni Comune e Provincia, nelle persone del signor sindaco Mauro Favilla, l’assessore alla cultura Letizia Bandoni ed il Presidente della Provincia Stefano Baccelli, ha riconosciuto al maestro Renato Serio, lucchese doc, un premio speciale per aver contribuito con la sua carriera e la sua professionalità, a rendere Lucca grande nel mondo.

In occasione della data di Lucca, il Rotary club ha

riconosciuto all’Associazione Culturale Fonopoli ed al suo

presidente onorario Renato Zero, un premio speciale, una targa:

“Per l’instancabile impegno nella valorizzazione dei

giovani talenti”

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Non ho mai visto tanta bravura tutta insieme. I miei complimenti più vivi! Marina Starace

“...grazie per la serata stupenda!! Maria Pia straordinariamente umile!!! Vincenzo Incenzo una persona molto educata!!! Piano piano leggerò il libro!!”Alberto Gianni Grazioso

“serata stupenda” Tiziana Vitali

“....Sarà stata l’atmosfera ... l’emozione di rivivere attraverso le pagine di un libro le note di “una vita fa”, di quella musica che ancora vibra nella pelle... che “non ha ancora lasciato il nostro cuore”... di cui ancora sentiamo il fruscio di quel vinile sul giradischi della nostra vita....sarà Fonopoli... quest’idea grandiosa..geniale di questo fantastico progetto del nostro Amico Assoluto Renato ...sarà che senza Arte non può esserci Amore... sarà che la Famiglia Fiacchini è eccezionale ed essenziale per questo mondo cha va sgretolandosi... e la Cultura perdersi... “sarà quel che sarà” ma è sempre una magia vivere, respirare e abbracciare tutti gli Zeri del Mondo... bellissima serata... Ospiti ‘d’eccezione... storia della musica! Grazie a Maria Pia Fiacchini, Giampiero Fiacchini, Vincenzo Incenzo, a tutto lo staff di Fonopoli... e a Renato naturalmente comunque Presente nel cuore... Grazie di esistere e un brindisi agli Unici!” Rossana Zannetti

Grazie ancora per averci regalato queste emozioni...a FONOPOLI IN SCENA... GRAZIE DI ESSERCI... SEMPRE.Elena Della Fonte

Sono passata poco fa davanti al Piper il marciapiede era pieno, ma non avevamo dubbi vero? Lorella Zagagliar

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Che dire siete stati unici... e come direbbe un nostro carissimo amico: GRANDI! Barbara Gazzo

Volevo ringraziarvi per averci dato la possibilità di essere stati PRESENTI all’evento FONOPOLI IN SCENA! Una serata indimenticabile... Siete davvero una splendida famiglia... Elena Della Fonte

grazie per le belle emozioni... mi sono divertita e commossa... bravi bravi bravi tutti... magari ne avessimo di più di serate così!Rossella Bellandi

Grazie di cuore a tutti voi... a Mariapia a Giampiero....è stata una serata magnifica!!! ...è stato veramente emozionante ascoltare dei giovani così pieni di talento...Grazie ancora e un abbraccio, a presto...Cinzia Lelli Lu

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media e le autorità che si sono

uniti tra i quali l’onorevole

Michela Vittoria Brambilla, an-

che i ragazzi del WASPA STA-

BIA RUGBY hanno voluto esse-

re presenti attraverso il loro

mondo, sono scesi in campo

con i loro amici a 4 zampe e

con grandi striscioni che ripor-

tavano scritte come “PLAC-

Green Hill: le verdi colline della morte

funzionali per la procreazione.

Da questo allevamento più di

250 cani ogni mese vengono

mandati ai laboratori dove fi-

niscono tra le mani dei viviset-

tori e sui tavoli di tortura, de-

stinati ad esperimenti atroci,

sono cani nati per morire, con-

dannati alla sofferenza in no-

me della scienza. Dai dati sta-

tistici ed economici risulta che

i cani vengono venduti ad un

prezzo unitario che varia dai

450 ai 900 euro, con un au-

mento d’importo se è richiesto

un cane privo voce (per non

sentire gli urli), il quale sarà

sottoposto ad un’operazione

che prevede un vere e proprio

taglio delle corde vocali o un

esemplare femmina incinta.

Nei primi nove mesi del 2011

sono 2143 i cani venduti con

un giro di affari che tocca il

milione di euro. Alla protesta

che vuole la chiusura di Green

Hill sono molti i personaggi

noti, le organizzazioni, i mass

A seguito dei diversi ap-

pelli e richieste di in-

contro ricolte al sinda-

co Zanola, sono 16.896 le fir-

me raccolte per la chiusura di

questo lager, consegnate diret-

tamente al primo cittadino, il

quale, la mattina del 7 dicem-

bre, ha portato i 4 volumi di

firme a Roma e nel pomeriggio

ha tenuto una conferenza

stampa per comunicare l’avve-

nuta consegna della petizione

al Ministro della Salute.

Attualmente, nei cinque ca-

pannoni di questo allevamen-

to, sono rinchiusi oltre 2500

beagle, divisi per categorie e

futuro utilizzo, tra le diverse

sezioni ci sono i cani di sesso

femminile denominate “fattri-

ci”, il loro ruolo è quello di

mettere al mondo cuccioli da

mandare nei laboratori, le

quali poi, al raggiungimento

dei 3 anni, verranno vendute e

spedite ai laboratori perchè

non vengono più considerate

CHIAMO LA VIVISEZIONE” e

“CHIUDIAMO PER SEMPRE

GREEN HILL!”.

La testimonianza da Monti-

chiari “Io Roberta Diamanti e

Teresa Senno partiamo Sabato

3 dicembre da Genova,sveglia

all’alba, alle 05:36 parte il pri-

mo treno per Brescia. Dopo 3

ore di viaggio,arriviamo alla

18Infonòpoli

Osservatorio Fonòpoli

Ha inizio il 2 dicembre la clamorosa protesta portata avanti dal comitato Montichiari contro Green Hill e da numerosi cittadini italiani contro l’attività di Green Hill, un’azienda situata a Montichiari (Brescia) su una vasta collina verde, presente dal 2001, che alleva cani beagle per poi venderli ai laboratori di vivisezione di tutta Europa.

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