Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ...

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A.A. 2008-2009 Prof.ssa Silvia Leonzi Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi dei Prodotti culturali

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A.A. 2008-2009

Prof.ssa Silvia Leonzi

Industria culturale e Media studies

Laboratorio di Analisi dei Prodotti culturali

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Si ha un’industria culturale quando beni e

servizi culturali sono prodotti e riprodotti,

immagazzinati e distribuiti con criteri

industriali e commerciali, cioè su larga

scala e in conformità a strategie basate su

considerazioni economiche piuttosto che

strategie concernenti lo sviluppo culturale.

Unesco, 1982

Industria culturale: una definizione

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È un apparato in grado di raggiungere una soglia

media di produzione e diffusione di beni e consumi

culturali, moderno e

concorrenziale nella

comparazione internazionale.

È un sistema che prevede

l’integrazione di diversi

linguaggi in ognuno dei suoi

settori.

Industria culturale: una definizione

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Garnham, 1990: uso del termine plurale invece che del

singolare.

Le “industrie culturali” sono quelle istituzioni nella

nostra società che impiegano i modi di produzione e di

organizzazione caratteristici delle corporazioni

industriali per produrre e diffondere simboli nella

forma di beni e servizi culturali.

Industria culturale o industrie culturali?

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Le industrie creative sono quelle che hanno origine dalla

creatività individuale, abilità e talento. Esse hanno un

potenziale di creazione di ricchezza e posti di lavoro

attraverso lo sviluppo della proprietà intellettuale. Le industrie

creative includono pubblicità, film e video, architettura,

musica, arte e mercati antiquari, spettacolo dal vivo, computer

e videogame, editoria, artigianato, software, design,

televisione e radio, moda

Industrie creative

Mibact, Libro bianco sulle imprese culturali e creative, 2007

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Industria culturale

Sociologia della Comunicazione II

Le relazioni tra sfera

pubblica e sfera privata

sono per lo più generate dalla

percezione di desideri che l’individuo riconosce come

propri, ma, in effetti, le due sfere si definiscono

reciprocamente senza essere necessariamente

omologhi o riflessi speculari esatti.

Le dinamiche di consumo e produzione generano un campo di relazioni

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Industria culturale

Sociologia della Comunicazione II

«Da un certo punto di vista, si può dunque dire che

l’industria culturale è sempre stata fortemente orientata

alla soddisfazione (in forme nuove di bisogni e desideri già

sedimentati nel sociale, piuttosto che (come avviene per

l’industria tout court), alla costruzione di nuovi bisogni e

desideri (o alla riformulazione di bisogni e desideri

preesistenti.»

F. Colombo La cultura sottile, 1998

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Protoindustria culturale

Il passaggio da forme di industria artigianale aforme di industria moderna

Non si deve pensare ad un salto improvviso ma a una serie di fasi intermedie, una delle quali è stata chiamata

“protoindustrializzazione”

«queste forme di protoindustria trasformarono non solol’economia europea, gettando le basi dell’industrializzazionematura, ma anche il comportamento demografico, creandoquell’espansione della popolazione necessaria per la crescita urbana»

W. Griswold, Sociologia della cultura, Il Mulino, 2005

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Protoindustria culturale

Cinque stadi dell’industrializzazione della società: società tradizionale,predizione del decollo, decollo, maturità, raggiungimento del consumo dimassa (Rostow, 1960).

Inghilterra decollo 1750, Italia latecomers (tardi arrivati) decollo tra il 1896-1906.

Caso di protoindustrializzazione culturale in Italia

▪ Contraddizione tra il modo di produzione industriale e il mercato non ancora di massa

▪ Disuguaglianze strutturale del paese (Nord e Sud, città e campagna)

▪ Industrializzazione a «singhiozzo» (Forgacs, 2000)

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Protoindustria culturale: lirica tardo ‘700/’800

▪ Produzione costante da parte di artisti e divi

ingaggiati dagli impresari

▪ Rete distributiva nazionale e internazionale

▪ Assenza di centri fissi di produzione (ad

esempio gli studios)

▪ Mancanza di mezzi per la riproduzione

tecnica, quindi distribuzione per un pubblico

di massa

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Protoindustria culturale: produzione libraria

▪ Meccanizzazione della produzione

▪ Integrazione verticale (produzione

carta, tipografia, rilegatura ed

editoria)

▪ Distribuzione europea

▪ Produzione ancora per nicchie (reti di

clienti), mancanza di un vero

mercato di massa.

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Pagina 19

La modernizzazione

Processo che conduce al conseguimento dei tratti fondamentali della società

moderna. Sebbene la m. comprenda necessariamente fattori esterni di sviluppo

(come, per es., l’industrializzazione, l’urbanizzazione, l’alfabetizzazione, le

infrastrutture di comunicazione e trasporto), essa implica soprattutto

trasformazioni corrispondenti nella sfera culturale, sociale e politica.

Nella sfera culturale indica solitamente il passaggio da società di tipo primitivo,

nel senso della tradizionalità, a società di tipo moderno nel senso della

razionalità.

Nella sfera sociale, prevede in particolare il passaggio da un modello di

stratificazione sociale basato su legami rigidi (castali o di classe) a un modello di

mobilità sociale basato sull’uguaglianza delle opportunità e sulla differenza dei

meriti individuali.

Nella sfera politica, si intende per m. il processo attraverso il quale si attua il

passaggio da una condizione generalizzata di ‘sudditi’ a una condizione

generalizzata di ‘cittadini’, accompagnato dall’espansione del diritto di voto e

della forma di partecipazione politica.

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Il caso italiano: la modernizzazione

Un tratto fondamentale «sembra essere l’insufficiente sviluppo nella

società italiana di un ingrediente fondamentale della modernità, ossia

la capacità, la disposizione affettiva e valutativa, l’interesse

dell’individuo per l’azione pubblica»

L.Gallino, La modernizzazione mancata, 1987

«per poter affrontare consapevolmente dei cambiamenti bisogna trovare in sé la

possibilità di compiere un’azione collettiva decisa. E noi italiani che, come è stato

detto, non sappiamo cantare in coro, non facciamo che dubitare di essere una

collettività unita. Non sappiamo, non abbiamo forse mai veramente saputo che

cosa ci tiene insieme: e ci sembra meglio evitare di saperlo sottoponendoci a

sforzi e impegni collettivi costosi e rischiosi (…) L’imperativo della

modernizzazione incombe sulla nostra società da decenni»

A. Berardinelli, Autoritratto italiano, 1998

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UN’IPOTESI DI PERIODIZZAZIONE

1945–1953

Il cammino della speranza

1954 – 1963

Il Boom

1963 – 1969

La grande illusione

1970 – 1979

Dagli anni di piombo al Mediaevo

1980 – 1990 L’obbligo del nuovo

Dagli anni ‘90 -…L’era Berlusconi

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IL CASO ITALIANO: IL DOPOGUERRA

“Il secondo dopoguerra s’inscrive nella storia d’Italia

come un periodo contraddistinto da uno scarto relativo

fra la perdita di beni materiali, che è nel complesso

contenuta, e la perdita di beni immateriali o comunque

di ricchezze simboliche, affettive, spirituali, che è invece

assai elevata.”

(S. Lanaro, Storia dell’Italia repubblicana. Dalla fine della guerra agli anni 90,

Marsilio, Venezia 1992, p. 5.)

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Un’assimilazione troppo veloce del modo di consumare tipico

delle classi borghesi, da parte di una società ancora

provinciale e contadina, crea uno scenario pieno di contraddizioni:

IL CASO ITALIANO: IL BOOM

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Le fratture intergenerazionali create

dall’esperienza traumatica della guerra si

radicalizzano:

frattura incolmabile tra giovani ed adulti

le due nuove e distinte classi sociali

diversificano l’approccio al consumo e

condividono diversi modelli di

modernizzazione

Stato vs società civile

il Sessantotto non confluisce nella

politica, ma prende una deriva drammatica

IL CASO ITALIANO: GLI ANNI SETTANTA

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IL CASO ITALIANO: GLI ANNI

OTTANTA

8 luglio 1978

Sandro Pertini diventa Presidente Della Repubblica“Presidente di tutti”

Desiderio di voltare pagina dopo il sequestro di Aldo Moro

Segno di apertura nei confronti del PSI

Inizio di un processo di

trasformazione a livello

internazionale

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Dopo gli anni Cinquanta (la

Ricostruzione),Sessanta (l’uscita dalla

povertà e il primo accenno di benessere),

Settanta (i problemi e le paure), negli

anni Ottanta esplode la corsa al

benessere”.

M. Livolsi, L’Italia che cambia,

La nuova Italia editrice, Firenze, 19931993,

p.58

IL CASO ITALIANO: GLI ANNI OTTANTA

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Anni Ottanta

“Questo, in estrema sintesi, sono stati gli anni Ottanta:

il decennio di una mutazione radicale, il cui ritmo vorticoso e disorientante ha

contrassegnato, nel bene o nel male, la storia recente del nostro paese, culminata nella sua metamorfosi in una società del

consumo e della comunicazione”.

M. Morcellini

IL CASO ITALIANO: GLI ANNI OTTANTA

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IL CASO ITALIANO: DAGLI ANNI NOVANTA

Un’ulteriore crescita dei processi di integrazione e differenziazione si

riflette in una maggiore complessità del sistema

Aumento progressivo della consapevolezza e della capacità di scelta

dei consumatori:

Tv da pedagogica a multiofferta

Crescente autoreferenzialità del sistema dei media

Exploit delle dimensioni comunicative

Individuo sociale

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Il caso italiano

Se si considera l’industria culturale come un sistema ben

sviluppato e articolato di mezzi di comunicazione

tecnologicamente avanzati e operanti in un mercato di massa, si

può dire che l’industria culturale in Italia nasca solo nella seconda

metà del XX secolo.

Se si estende il concetto di industria culturale anche a fasi

anteriori di produzione culturale, prima ancora dell’esistenza di un

mercato di massa, diventa legittimo parlare di industria culturale

anche in altre epoche.

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Sistema caratterizzato da un andamento discontinuo e da una

maturazione disomogenea dei diversi apparati

È difficile formulare interpretazioni chiare ed univoche sulla

nascita di un’industria culturale nel nostro Paese

Il caso italiano

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Il caso italiano

▪ Disuguaglianze strutturali del Paese: tra Centro-Nord e Sud;

grande città, cittadina di provincia e campagna;

grande industria, piccola industria o artigianato

▪ Una industrializzazione a singhiozzo fatta di anticipi e di

ritardi,che va scomposta e analizzata nelle sue varie fasi e

studiata caso per caso

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Tratti caratteristici

▪ percorso atipico;

▪ scolarizzazione ritardata;

▪ diffusione di massa di radio, cinema e televisione;

▪ disomogeneità dei differenti settori

A partire dal dopoguerra:

▪ nuova offerta culturale fondata sui media di massa;

▪ debolezza del processo di consolidamento degli apparati;

▪ scarsa confidenza con le tecnologie;

▪ centralità del sistema politico;

▪ gestione elitistica e pedagogica

Il caso italiano

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Cultura di massa e modernizzazione

“Laddove i tempi e le sequenze della modernizzazione non

procedono gradualmente pregiudicano il successo del

processo”.

Alberto Martinelli, La modernizzazione, Laterza, Roma-Bari 1998, p. 58

“Il percorso classico è: aumento della scolarizzazione,

diffusione di massa della stampa periodica e quotidiana,

diffusione della radio, poi del cinema, poi della televisione…

Da noi invece la diffusione di massa della radio, del cinema

e soprattutto della televisione precedono l’aumento della

scolarizzazione.”

G. Bechelloni, F. Rositi, «Il sistema delle comunicazioni

di massa in Italia», Problemi dell’informazione, I, 1977, p. 35.

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Due fasi dell’industria

culturale

Strategia pedagogica:

▪ Asimmetria dei

media

▪ Sudditanza della cultura popolare

dei media a un modello alto e ideologico

Il grillo

Il corvo

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Strategia

dell’intrattenimentoI media come autentica continuazione

dell’intrattenimento popolare

Il topo

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Strategia dell’intrattenimento

Serializzazione fondata sul marketing,

modelli stranieri come punto di arrivo e non di

partenza

Il gatto

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IL CASO ITALIANO: 3 SCENARI

1. Dalla Ricostruzione alla fine degli anni ‘70

Un Mega-scenario di protoindustria culturale

2. Gli anni ’80: il punto di svolta

Uno scenario più circoscritto, caratterizzato dell’exploit dell’industria culturale diffusa (ancora con distorsioni politico, economiche-industriali, tecnologiche etc.)

3. Dagli anni ’90 ad oggi: il Mediaevo

Industria culturale diffusa, avvento delle nuove tecnologie, contraddizione politica-comunicazione, exploit dell’informazione, tendenziale superamento del generalismo e diversificazione culturale accentuata, exploit dei nuovi media

È possibile, quindi, far riferimento alla situazione italiana

prima e dopo gli anni Ottanta

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Prima degli anni ’80 Dopo gli anni ’80

Sacche di arretratezza e di povertà

compresenti con quote di benessere

Diffusione del benessere

Scarsa alfabetizzazione di base

Sacche di analfabetismo

Massificazione dell’istruzione

Differenziazione verticale della

fruizione culturale

Tendenza a una diffusione

orizzontale della fruizione culturale

Peso vincolante della stratificazione

sociale

Prevalenza delle aspettative di

consumo e degli stili di vita

Centralità dell’etica del lavoro e del

risparmio

Centralità del consumo e narcisismo

di massa

LA CENTRALITÀ DEGLI ANNI OTTANTA: LA SOCIETÀ

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Prima degli anni ’80 Dopo gli anni ’80

Autorevolezza delle fonti

comunicative

Sdrammatizzazione e

quotidianizzazione delle fonti

comunicative

Corrispondenza tra biunivoca media

e linguaggi

Diffusione della multimedialità

Separatezza e competizione tra i

diversi settori dell’industria culturale

Interdipendenza e Integrazione

dei settori

dell’industria culturale

Dieta mediale prescrittiva Dieta comunicativa “alla carta”

Pubblico di massa Pubblici e target

LA CENTRALITÀ DEGLI ANNI OTTANTA: LA COMUNICAZIONE

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Prima di volare

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Cultura di massa e modernizzazione

«Il secondo dopoguerra s’inscrive nella storiad’Italia come un periodo contraddistinto dauno scarto relativo fra la perdita di benimateriali, che è nel complesso contenuta, e laperdita di beni immateriali o comunque diricchezze simboliche, affettive, spirituali, che èinvece assai elevata.»

Silvio Lanaro, Storia dell’Italia repubblicana. Dalla fine della guerra agli anni 90, Marsilio, Venezia 1992, p. 5.

Page 35: Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ...

Finita la guerra, ci fu una sostanziale continuità negli apparati produttivi:

i professionisti che avevano occupato i postichiave durante il fascismo restarono al loroposto nell’editoria, nella radio, nella stampa

Prima di volare:il quadro storico

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Continuità:

• Opacità della società

italiana rurale

• Valori concreti

• Etica del lavoro

• Monogamia

• Moralità

• Famiglia tradizionale

Prima di volare: il quadro storico

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2 GIUGNO 1946 - L'ITALIA E' REPUBBLICANA

A favore della REPUBBLICA

12.717.923 di voti

A favore della MONARCHIA

10.719.284 di voti

Voti nulli

1.498.136 di schede

Un sogno lungo un giorno

Prima di volare: il quadro storico

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Produzione 1945-1953

L'Italia riesce ad

esportare il 35%

della sua

produzione,

il 40% riguarda il

mercato delle

auto, moto,

scooter, mobili,

tessuti di pregio

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L’occupazione 1945-1953

E’ negli anni ‘50 che il settore agricolo

perde per la prima volta più del 10%

della popolazione

attiva e che l’industria

detiene la

maggioranza relativa

del numero degli

occupati.

DALLE STALLE ALLE STELLE

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Le condizioni per dare impulso a questo fenomeno di

ripresa, sono molteplici:

▪ gli aiuti economici americani,

▪ la riconversione degli apparati industriali

▪ un’austerità che paradossalmente colpisce le piccole

strutture e il mondo agrario lasciato ai margini dello

sviluppo, ma non colpisce quel settore uscito

organizzato e potenzialmente forte proprio dalla

produzione bellica (motorizzazione di massa e

produzione di beni di consumo primari)

L’occupazione 1945-1953

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Equilibri di potere:

condominio costituzionale, ferite guerra

civile: clima di scontro sociale e politico

Crisi dell’identità nazionale e

morte della patria

Prima di volare: nodi problematici

Page 42: Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ...

▪ Piano Marshall e adesione

all’economia capitalista;

▪ stabilizzazione della moneta;

▪ modernizzazione

dell’industria con tecnologie e

capitali Usa;

▪ lotta alla povertà e alla

disoccupazione;

▪ sollecitazione dell’iniziativa

privata e delle esportazioni;

▪ Patto atlantico (1949).

Prima di volare: il quadro storico

Page 43: Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ...

Identità nazionale

Page 44: Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ...

Il caso italiano

Habitus nazionale:

✓scarsa affezione alla

cosa pubblica

✓individualismo (amorale?)

✓diffidenza e disincanto

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Non esiste una definizione esaustiva e

assolutamente adeguata.

È più semplice definirla nella sua

Assenza.

Strettissimo legame fra la costruzione

dell’identità locale (senso di

appartenenza) e il passato, referente

imprescindibile nel rapporto tra luogo

e identità.

Identità nazionale

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"La nazione è una comunità storica, non etnica e neppure

linguistica o culturale; nel caso italiano, i suoi ritmi principali

sono costituiti dal Risorgimento e dalla Resistenza,

rispettivamente "mito di fondazione" e "mito di

rifondazione" della nazione stessa. Ma — né la fondazione

né la rifondazione sono riuscite in modo soddisfacente

infatti, la nazione — nel caso, evidentemente, quanti

abitavano nel paese al momento degli avvenimenti evocati

— ha risposto alla ragione dell’arte politica in modo

parziale, e i miti di fondazione e di rifondazione non sono

entrati a far parte del patrimonio storico, della memoria

collettiva della nazione stessa."

Intervento dell’on. Luciano Violante, eletto presidente della Camera dei Deputati Il 9 maggio 1996

Identità nazionale

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L’arresto di sviluppo dell’identità individuale e nazionale

degli italiani (inesistenza o debolezza di un complesso di

valori tendenzialmente universali e fedeltà al localismo)

si riflette nella letteratura e in generale nell’attività

artistica e viceversa…

Identità nazionale

Page 48: Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ...

Prima di volareIl quadro culturale

Page 49: Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ...

Produzione culturale di massa:

▪ l’immaginario si costruisce su una crescita

caotica della civiltà industriale

▪ l’esterofilia come rifiuto del patriottismo e di

atteggiamenti provincialisti

Cinema neorealista:

stagione breve ed elitaria

Prima di volare: il quadro culturale

Page 50: Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ...

Peppone e Don Camillo

Giovannino Guareschi inizia la pubblicazione del suo romanzo il cui protagonista è il famoso personaggio Don Camillo.

Divisi dalla fede e dalla politica un parroco di un paese e il sindaco comunista si affrontano e si accordano su piccoli e grandi problemi della vita quotidiana.

Tanto qualunquismo a piene mani, ma ne vengono tuttavia fuori due personaggi simpatici, interpretati dagli attori FERNANDEL e GINO CERVI.

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Peppone e Don Camillo

Dopo il ’48 i catto-democristiani occupano i luoghi della cosa pubblica: scuola, università, radiotelevisione, istituzioni culturali.

Le professioni degli intellettuali di sinistra trovano spazio nella stampa, nel cinema, nell’editoria, paradossalmente nel “mercato”.

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Peppone e Don Camillo

Pci e Chiesa si alleano in funzione anticapitalista e anticonsumistica.

L’eccesso dei consumi da un lato è dannoso per lo spirito religioso, dall’altro perché rappresenta un’evasione.

Page 53: Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ...

Peppone…

Dopo la guerra, il gruppo dirigente del Pci persegue tre obiettivi programmatici:

1. Penetrare nella società civile attraverso una rete capillare di apparati culturali (biblioteche, case del popolo, parchi di divertimento, etc)

2. Mobilitare gli intellettuali, creando sinergie tra partito e organizzazioni culturali e apparati della nascente industria culturale (scuola, giornali, teatro, cinema, editoria, etc.)

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Nel Dopoguerra si creò un legame molto forte tra il PCI e gli intellettuali, attraverso i giornali, le riviste, i centri studi e le case editrici. Un luogo importante di questo legame politico e culturale fu per anni la casa editrice torinese Einaudi.

Appena finita la guerra, Giulio Einaudi realizzò con Vittorini la straordinaria rivista Politecnico. Nel primo numero un'inchiesta sul lavoro alla Fiat e la traduzione di Per chi suona la campana. Il progressismo del giornale si scontrò con lo zhdanovismo che ispirava il Pci: Togliatti attaccò la linea di Vittorini.

Peppone…

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…e Don Camillo

ì

Dopo la guerra la Dc si trova ad occupare i più importanti apparati culturali statali.

Caduto il regime, sono subentrate nuovamente le associazioni cattoliche che hanno ricostituito subito quelle soppresse dal fascismo e si sono sostituite a quelle che il fascismo stesso aveva create.

Da un lato: modernizzazione, capitalismo, lasseiz faire;dall’altro: tradizionalismo, difesa dell’Italia contadina.

In entrambi i casi: anticomunismo.

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La cultura popolare:

Il Pci riprese possesso di attività che erano state in mano ai

fascisti.

A Roma venne istituito un Centro del Libro Popolare.

L’Unità reintrodusse forme culturali popolari tipiche dell’800,

come il romanzo d’appendice, invitando i lettori a spedire un

tagliando con il nome del romanzo che avrebbero preferito

Vederpubblicato.

Il risultato fu una mescolanza di classici russi e sovietici, di

autori socialisti americani e di verismo italiano.

Prima di volare: il quadro culturale

Page 57: Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ...

Antonio Gramsci nei suoi

Quaderni del carcere parla del

"romanzo popolare” e, in

particolare, del

"romanzo d'appendice”,

che si pubblicava a dispense

in fondo ai giornali - fino ad

identificarlo con

una sorta di "moderno

Umanesimo”.

Prima di volare: il quadro culturale

Page 58: Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ...

Per Gramsci, lo spirito"nazional-popolare" costituiva la premessa etica perché l'Italia potesse diventare una nazione unitaria, superando la secolare separazione tra cultura e lingua, da una parte, e popolo-nazione dall'altra, cioè la cosiddetta "mancata Riforma intellettuale e morale", che aveva così tragicamente svantaggiato l'Italia, rispetto ad altre nazioni come la Francia, l'Inghilterra, la Spagna e anche la Germania.

Prima di volare: il quadro culturale

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➢ 1924: Istituto Luce

Importazione di film USA

➢ 1937: Cinecittà

➢ 1938: embargo, tasse nei confronti degli USA

➢ Lo Stato interviene con contributi dal 1935 al 1944

➢ G. Andreotti, sottosegretario

allo spettacolo (chiede contributi

sulla base dei biglietti venduti)

Prima del Neorealismo

Prima di volare

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30/04/2019Pagina 124

Fu creato un Ufficio Centrale

per la Cinematografia.

La Censura veniva:

- Attuata preventivamente su

trattamenti e sceneggiature

- Integrata dalle attività del

Centro Cattolico Cinematografico

Dal maggio 1947 all’agosto 1953,

Andreotti fu Sottosegretario per lo

Spettacolo

Prima di volare Il cinema del dopoguerra

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30/04/2019Pagina 125

Nel 1949, una legge sul cinema, concedeva sussidi all’industria nazionale e premi ai “film di qualità”.

Aumentò il controllo

del governo sull’esame

dei progetti e sul

finanziamento della

produzione tramite

la BNL.

Prima di volareIl cinema del dopoguerra

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30/04/2019Pagina 127

Prima di volareIl cinema del dopoguerra

Alla fine della guerra ci fu un forte afflusso di film Usa - ma anche inglesi e francesi - bloccati dalla autarchia fascista iniziata nel ’38.

Fu messo in atto un aggressivo dumping di film, trattenuti durante il boicottaggio italiano.

I distributori erano obbligati a prendere due film non scelti da loro, per ogni film scelto.

Tra i 100 film di maggior successo 79 erano americani.

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Nelle sale di periferia i ceti popolari divennero un pubblico omogeneo.

A riscuotere il maggior successo sono:

Il melodramma popolare

Il film comico

Il film rivista

La commedia popolare

Il filone storico-mitologico

Il film di cappa e spada

Il cinema italiano negli anni ‘50

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La liberalizzazione del mercato cinematografico apre le porte ai film di Hollywood.

Nascono i periodici: “L’Europeo”, “Confidenze”, “Grand Hotel”.

Straordinaria crescita dei consumi culturali:balli, mostre, fiere, ecc. Il cinema domina ilmercato dei consumi con una media annuadi 560 milioni di biglietti venduti.

1946Prima di volare

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Prima di volareIl quadro culturale

modernizzazione (esterofilia)

tradizione (provincialismo)

Politiche strategiche

1. Oscillazione tra

2. Non si crea interscambio tra:

cinema popolare o di massa, fortemente di genere e cinema d’autore, innovativo

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I film del Neorealismo ebbero un grande successo di critica e di pubblico, ma furono

solo una piccola parte della produzione italiana e una ancora più piccola dei film visti nel dopoguerra.

Prima di volare Il cinema del dopoguerra

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*** Roma città aperta di ROBERTO ROSSELLINI

Fu un caso eccezionale, poiché suscitò il plauso della critica e del pubblico,riscuotendo un immediato successo di cassa, registrando gli incassi più altidella stagione 1945/46, con 162 milioni.

*** Ladri di biciclette di VITTORIO DE SICA

Una delle opere migliori del neorealismo che fece guadagnare a De Sica ilsuo secondo Oscar dopo Sciuscià.

*** La terra trema di LUCHINO VISCONTI ispirato ai "Malavoglia" diVerga.

Un grande affresco poetico-politico di eccezionale interesse. Lo strettodialetto siciliano e l'impostazione spiccatamente comunista impedì al film, inquesto particolare periodo di Crociate Cattoliche, di avere un grandesuccesso nelle sale.

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Il NeorealismoQuadro generale

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Il Neorealismo e Lizzani

“Il neorealismo aveva dietro una grande cultura: il ‘900.”Si cercava di recuperare un passato molto dinamico, nel senso di un lavoro In profondità per verificare e raccontare storie e personaggi d’un paese che cercava se stesso, che cercava una sua identità.Sarebbero entrati in questa prospettiva anche i film storici di Visconti, come Senso o Il Gattopardo, e naturalmente tutto quello che raccontava l’Italia contemporanea.

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I. Mette in scena, per un breve periodo, un ‘umanità dolente extranazionale.

Il Neorealismo

Nodi cruciali

II. Non è una scuola ma un orientamento - non tanto estetico, quanto etico/ politico - di autori diversi con stili diversi.

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III. Riflette la rivoluzione antropologica

in atto.

Il Neorealismo

La guerra ha sconvolto modi di parlare e gerarchie, creando nuove figure sociali:

Nodi cruciali

bambini adultidonne soldato preti partigiani

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Il Neorealismo

Nodi cruciali

IV. Opera una ibridazione tra generi.

V. Alla monumentalità del cinema precedente si sostituisce un paesaggio lineare e orizzontale.

VI. Nell’umanesimo del neorealismo è contenuto lo spirito della Ri-costruzione.

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Caracciolo lamenta che i collaboratori

hanno avuto difficoltà a documentare la

miseria, regolarmente censurata dai

cinegiornali.

Andreotti, al tempo sottosegretario allo

spettacolo, definisce Umberto D come

un "film totalmente privo di speranza”.

Reazione di una società ipocrita e

perbenista che pensava fosse

meglio lavare i panni sporchi in

casa.

Prima di volareIl quadro culturale

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“Ritengo che la stagione migliore delcinema italiano sia stata quella delneorealismo. Io mi attirai fulmini a farnotare che oltre ai ladri di biciclette e aibarboni vi erano “anche” altre realtàitaliane validamente considerabili. Tuttaviami accredito il merito di aver promossoleggi di sostegno del cinema italiano, in unclima che non era molto favorevole. Eppurein tutto il mondo nostri film raccolserosuccessi straordinari. Ci fu una vera svoltarispetto agli anni del fascismo”.

(Giulio Andreotti)

Il Neorealismo e Andreotti

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I SETTORI DELL’INDUSTRIA CULTURALE

Con il termine letteratura rosa generalmente si fa riferimento ad un preciso genere che si

caratterizza principalmente per il maggiore spazio dedicato alle

storie d’amore.

Il rosa è effettivamente un metagenere.

La paraletteraturaIl

romanzo

rosa

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1946“Grand Hotel”

✓ E’ il primo settimanale con storie a fumetti

per adulti (è un ibrido tra i cartoons degliadolescenti e il romanzo popolare);

✓ Contiene storie favolistiche e sentimentali;

✓ Presenta un modo patinato, che richiama ilmondo americano, ma con dive ed eroi piùpopolari.

Nasce nel giugno del 1946, da un’idea diDomenico del Duca, proprietario della casaeditrice “Universo”.

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Nasce il fotoromanzo: un incrociotra film narrativo romantico e il

fumetto.

Fotoromanzo

“Il fotoromanzo permise ciò che né la stampa né la radio erano riuscite a fare in Italia : penetrò negli strati di popolazione

che non erano mai stati toccati da un mass medium: i contadini del sud, e in

particolare le donne. Migliaia di donne che non avevano mai letto cominciarono a leggere con passione, con frenesia (le testimonianze in questo periodo sono

abbondanti) le improbabili foto-storie di Grand Hotel, Bolero, Sogno, Tipo”.

I SETTORI DELL’INDUSTRIA CULTURALE

La paraletteratura