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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO Studi di Flora, Vegetazione ed Ecologia del paesaggio DELLE AREE NATURALI PROTETTE GESTITE DA ROMANATURA PARTE PRIMA Responsabile scientifico: Carlo Blasi Coordinamento: Carlo Blasi, Leonardo Filesi Coordinamento cartografia: Massimo Paolanti Collaboratori: Giulia Capotorti Laura Celesti Grapow Maria Antonietta del Moro Stefania Ercole Edda Lattanzi Leopoldo Michetti Agnese Tilia 0

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Studi di

Flora, Vegetazione ed Ecologia del paesaggio

DELLE AREE NATURALI PROTETTE

GESTITE DA ROMANATURA

PARTE PRIMA

Responsabile scientifico: Carlo Blasi

Coordinamento: Carlo Blasi, Leonardo Filesi

Coordinamento cartografia: Massimo Paolanti

Collaboratori: Giulia CapotortiLaura Celesti GrapowMaria Antonietta del MoroStefania ErcoleEdda Lattanzi

Leopoldo MichettiAgnese Tilia

0

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

INDICE

PARTE PRIMA

1. IL PAESAGGIO DELLA CAMPAGNA ROMANA NEL CONTESTO VEGETAZIONALE DELLA REGIONE LAZIO

1.1 Lineamenti fisiografici del Lazio1.2 Il paesaggio vegetale del Lazio1.3 Citazioni bibliografiche

2. IL FITOCLIMA DELL’AREA ROMANA NEL CONTESTO DEL FITOCLIMA DELLA REGIONE LAZIO

2.1 Il fitoclima del Lazio2.2 Commento alla Carta del fitoclima del Comune di Roma 2.3 Citazioni bibliografiche

3. METODOLOGIE NELLO STUDIO DELLA VEGETAZIONE E DEL PAESAGGIO

3.1 Fitosociologia3.2 Fitosociologia, sinfitosociologia ed ecologia del paesaggio3.3 Rappresentazione cartografica3.4 Citazioni bibliografiche

4. FISIONOMIE VEGETAZIONALI ED USO DEL SUOLO NEL COMUNE DI ROMA (COMMENTO ALLA CARTA DELLA VEGETAZIONE E DELL’USO DEL SUOLO DEL COMUNE DI ROMA, SCALA 1:50.000)

4.1 Cenni sulla fisiografia della Campagna Romana4.2 La vegetazione naturale potenziale della Campagna Romana4.3 Commento alla flora romana

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4.4 Elenco floristico4.5 Habitat di interesse comunitario4.6 Classificazione ed ordinamento di rilievi fitosociologici4.7 Commento alle categorie cartografate

4.7.1 I boschi4.7.2 Cespuglieti e canneti4.7.3 Prati stabili e praterie naturali

4.8 Schema sintassonomico generale4.9 Rilievi fitosociologici rappresentativi delle tipologie vegetazionali presenti

nell’area romana4.10 Citazioni bibliografiche

PARTE SECONDA

5. FISIONOMIE VEGETAZIONALI ED USO DEL SUOLO DI DETTAGLIO

5.1 Riserva Naturale di Decima Malafede5.1.1 Fisionomie vegetali naturali e seminaturali5.1.2 Schema sintassonomico5.1.3 Caratteri floristici salienti5.1.4 Elenco floristico

5.2 Riserva Naturale dell’Insugherata5.2.1 Fisionomie vegetali naturali e seminaturali 5.2.2 Schema sintassonomico5.2.3 Caratteri floristici salienti5.2.4 Elenco floristico

5.3 Riserva Naturale Laurentino Acqua Acetosa5.3.1 Fisionomie vegetali naturali e seminaturali 5.3.2 Schema sintassonomico5.3.3 Caratteri floristici salienti5.3.4 Elenco floristico

5.4 Riserva Naturale della Marcigliana5.4.1 Fisionomie vegetali naturali e seminaturali 5.4.2 Schema sintassonomico5.4.3 Caratteri floristici salienti5.4.4 Elenco floristico

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5.5 Riserva Naturale di Monte Mario5.5.1 Fisionomie vegetali naturali e seminaturali 5.5.2 Schema sintassonomico5.5.3 Caratteri floristici salienti5.5.4 Elenco floristico

5.6 Riserva Naturale della Tenuta dell’Acquafredda5.6.1 Fisionomie vegetali naturali e seminaturali 5.6.2 Schema sintassonomico5.6.3 Caratteri floristici salienti5.6.4 Elenco floristico

5.7 Riserva Naturale della Tenuta dei Massimi5.7.1 Fisionomie vegetali naturali e seminaturali 5.7.2 Schema sintassonomico5.7.3 Caratteri floristici salienti5.7.4 Elenco floristico

5.8 Riserva Naturale della Valle dell’Aniene 5.8.1 Fisionomie vegetali naturali e seminaturali 5.8.2 Schema sintassonomico5.8.3 Caratteri floristici salienti5.8.4 Elenco floristico

5.9 Riserva Naturale della Valle dei Casali5.9.1 Fisionomie vegetali naturali e seminaturali 5.9.2 Schema sintassonomico5.9.3 Caratteri floristici salienti5.9.4 Elenco floristico

6. LA QUALITA’ AMBIENTALE E LA SUA RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA

6.1 Criteri di valutazione della qualità ambientale in termini vegetazionali6.2 La qualità ambientale nelle diverse Riserve Naturali

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7. LE SERIE DI VEGETAZIONE

7.1 Commento alla Carta delle serie di vegetazione7.2 Schemi delle serie di vegetazione presenti nelle diverse aree protette

8. LE UNITA’ DI PAESAGGIO (MACROGEOSIGMETI)

8.1 Commento alla Carta delle Unità di paesaggio 8.2 Schemi delle unità di paesaggio individuate nelle aree protette del Comune di

Roma

9. IL COMPLESSO DELLE AREE NATURALE PROTETTE DEL COMUNE DI ROMA

9.1 Affinità ambientali e vegetazione potenziale delle aree naturali protette 9.2 Considerazioni sulla delimitazione attuale delle Riserve Naturali9.3 Considerazioni sulla vocazione delle aree naturali protette e indicazioni gestionali

emerse9.4 Citazioni bibliografiche

10. BIBLIOGRAFIA

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

ALLEGATI

11. ALLEGATI

11.1 Fitoclima:Riproduzione della carta delle unità fitoclimatiche Diagrammi termopluviometriciEffetto isola calore11.2 Diagrammi di classificazione e ordinamento dei rilievi fitosociologici11.3 Riproduzione delle carte della vegetazione ed uso del suolo per ogni area11.4 Tabelle e istogrammi relativi alle tipologie vegetazionali e di uso del suolo

cartografate11.5 Riproduzione delle carte della qualità ambientale per ogni area11.6 Tabelle e istogrammi relativi alle categorie di qualità ambientale cartografate11.7 Riproduzione delle carte delle serie di vegetazione per ogni area11.8 Riproduzione delle carte delle unità di paesaggio per ogni area11.9 Archivio fotografico11.10 Carta dell’uso del suolo e della vegetazione del Comune di Roma (scala 1:50.000)

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1. IL PAESAGGIO DELLA CAMPAGNA ROMANA

NEL CONTESTO VEGETAZIONALE

DELLA REGIONE LAZIO

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1.1 LINEAMENTI FISIOGRAFICI DEL LAZIO

“Il Lazio è situato nella parte centrale della Penisola Italiana tra il corso superiore del torrente Elvella e il Promontorio di Gaeta (M.te Orlando). I diversi tipi litologici e i sistemi orografici danno luogo a regioni naturali ben caratterizzate da un punto di vista geomorfologico e vegetazionale. Nel Nord e nel centro della regione si hanno antichi apparati vulcanici (in parte occupati da laghi) che conferiscono a questo territorio un caratteristico andamento collinare. A Ovest e più generalmente lungo il litorale prevalgono le morfologie pianeggianti, mentre verso Est si ha la valle del F. Tevere. Il settore orientale della regione è formato da montagne calcaree che superano i 2000 metri di altezza (M.te Terminillo) con conche intermontane che ben si correlano con il paesaggio delle regioni appenniniche. Anche nel settore meridionale si hanno rilievi calcarei, ma di altezza modesta, divisi dalla Valle del Sacco. Lungo il litorale meridionale si ha un sistema pianeggiante simile a quello settentrionale.

Da un punto di vista geografico e geomorfologico sarebbe forse più opportuno limitare il Lazio a quella parte dell'Antiappennino tirrenico costituita prevalentemente da coni vulcanici e ripiani tufacei, a cui si appoggiano le colline plioceniche e i rilievi calcarei che si spingono sino al golfo di Gaeta. La regione così delimitata compresa tra i Volsini e gli Aurunci, chiusa dai monti Sabini, dai Prenestini e dagli Ernici, risulterebbe molto più omogenea.

Dal basso corso del Chiarone il confine della regione laziale, attraverso la Maremma, si dirige verso M.te Maggiore; sale poi al M.te Bellino per ridiscendere nella valle del Fiora e attraversare a Nord la Selva del Lamone, i M.ti Volsini e la conca di Acquapendente dove tocca il punto più settentrionale. Da qui attraverso M.te Rufeno e il crinale dei Volsini scende verso la valle del Tevere. All'altezza di Orte il confine regionale si dirige verso le Marche costeggiando l'Umbria nei pressi del Lago di Piediluco, prima di spostarsi a Sud-Ovest in direzione del fiume Velino e poi a Sud, verso la Sella di Corno, attraversa la vetta più alta della regione laziale (M.te Gorzano, m 2455). Proseguendo verso Sud il confine si mantiene in quota superando i 2000 metri nel caso dei monti Viglio (m 2156) e Pizzodeta (m 2037). Dopo la depressione della Val Roveto e il Monte Cornacchia segue il limite Sud-occidentale del Parco Nazionale d'Abruzzo, toccando i 2241 metri nel M.te Meta e i 2070 metri nel gruppo delle Mainarde all'estremo limite orientale del Lazio verso il Molise. Il confine regionale si dirige quindi verso il Tirreno seguendo il corso del Garigliano e arriva al mare tra la pianura di Minturno (Latina) e di Sessa Aurunca (Caserta).

Le irregolarità dei confini, raramente coincidenti con elementi di natura morfologica, determinano una grande varietà di paesaggi che prendono origine da una molteplicità di tipi vegetazionali.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

I tipi litologici e i sistemi orografici danno luogo a regioni naturali ben caratterizzate da un punto di vista morfologico e vegetazionale: gli apparati vulcanici Vulsino e Cimino, la subregione sabatina, la Maremma Laziale, i M.ti della Tolfa, la Valle del Tevere, la Campagna Romana, la regione sabina, la Valle del Salto (Cicolano), la piana di Rieti, la regione del Terminillo, i Colli Laziali, i monti Ernici e Simbruini, le Mainarde, l'alto e medio bacino del Melfa, il M.te Cairo, la Valle del Sacco, la catena costiera meridionale (Lepini, Ausoni, Aurunci), le pianure costiere meridionali (Pontina, Fondi e Minturno) e quindi le isole Ponziane” (BLASI, 1996).

1.2 IL PAESAGGIO VEGETALE DEL LAZIO

“La vegetazione è il risultato dell’interazione di fattori biotici ed abiotici. La variabile indipendente che determina la distribuzione della vegetazione è senza dubbio il clima, subordinatamente il contigente floristico e quindi suolo.

Dato l’elevato numero di subregioni naturali, la vegetazione naturale potenziale del Lazio è varia e ben caratterizzata. Tale variabilità solo in parte si è ridotta a causa delle attività antropiche più frequenti nel piano basale e in quello collinare.

La posizione centrale rispetto alla Penisola favorisce la presenza di contingenti floristici di provenienza geografica differente: in particolare è da segnalare quello orientale molto ben rappresentato nella vegetazione del Lazio centro-meridionale.

La vegetazione del Lazio è conosciuta essenzialmente a livello qualitativo e floristico grazie alle ricche contribuzioni di Montelucci ed Anzalone, manca tuttavia uno studio organico di tipo fitosociologico esteso a tutta la regione. Attualmente ben conosciute sono le province di Roma e di Viterbo, mentre numerosi studi si stanno eseguendo nelle province di Rieti, Frosinone e Latina.

Nel Lazio, come si è discusso nell’inquadramento fitoclimatico, non è ben rappresentata la fascia di vegetazione più termofila a carrubo ed olivastro. Dalla bibliografia si desume infatti una diffusa zonalità per le formazioni con prevalenza di caducifoglie. Altro elemento che ostacola la presenza delle sclerofille nelle piane costiere è la diffusa presenzadi substrati di origine vulcanica che tendono ad evolvere verso suoli capaci di compensare agevolmente l’eventuale aridità estiva. Le pianure costiere, qualora non fossero state bonificate, ancora oggi presenterebbero infatti una flora ed una vegetazione forestale a prevalenza di cerro e farnetto. Tutto ciò tende ad isolare le cenosi a ginepro fenicio, palma nana, carrubo, euforbia arborea ed oleastro, sulle rupi carbonatiche costiere esposte a Sud e a Sud-Ovest. Pertanto pur riconoscendo una certa presenza di elementi dell’Oleo-Ceratonion, viene a mancare la

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relativa fascia di vegetazione essendo un po’ ovunque presenta una potenzialità per il querceto misto caducifoglie.

Il Lazio presenta inoltre almeno altri tre elementi di grande rilevanza fitogeografica. Il bosco subacidofilo a cerro, rovere e farnetto dell’alto Lazio, il complesso di vegetazione ad elevata componente mediterranea e subatlantica del Lazio sudoccidentale ed il complessodi vegetazione appenninica alto-montana ove sono frequenti gli elementi floristici circumboreali e dell’Europa Centrale. A queste serie di vegetazione si aggiungono ovviamente quelle legate alla pianura del Tevere e ai complessi vulcanici nei dintorni di Roma che presentano delle affinità con i boschi acidofili dell’alto Lazio ove si ha una vegetazione solo in parte alterata dall’azione antropica. Spesso l’alto Lazio è stato considerato come un settore di transizione, mentre è forse più giusto considerare i querceti e i boschi misti strettamente collegati alla peculiarità fitoclimatica. Ciò non toglie che in questa area siano molti e ben rappresentati gli elementi di raccordo sia con la vegetazione dell’Appenino centro-settentrionale che con i settori più tipicamente mediterranei. La presenza del faggio a quote anche molto basse o degli elementi della biocora mediterranea, hanno focalizzato spesso l’attenzione del botanico sugli aspetti floristici, facendo trascurare l’importanza biogeografica dei boschi misti di caducifoglie presenti con quella differenziazione cenologica determinata da un gradiente di xericità legato alla distanza dal mare, alla orografia ed alla natura litologica di substrati.

Un altro aspetto di grande importanza biogeografia nel Lazio è quello legato alle oscillazioni delle fasce fitoclimatiche nel Quaternario superiore. Lungo i rilievi prossimi al mare, si hanno elementi diffusi che poi si trovano insieme nell’acrocoro tolfetano. Le aree boscate del complesso tolfetano sono estese e continue e ciò costituisce un elemento di raccordo e di rifugio di grande importanza. La mancanza di frammentazione contribuisce al mantenimento di una composizione floristica molto particolare caratterizzata da una elevatissima presenza di specie arboree. Sono presenti in particolare gran parte delle entità del genere Quercus note a queste latitudini. La vegetazione forestale dell’acrocoro presenta, lungo il gradiente topografico, tutte le fasce della classica zonazione altitudinale del sub-Appennino medio-tirrenico, dalla foresta mediterranea a sclerofille sempreverdi alla faggeta. A partire dalle quote più basse sui versanti meridionali ed occidentali del rilievo si hanno leccete e sugherete, elementi della macchia –foresta ad Arbustus unedo e Myrtus communis, insieme ad elementi della foresta caducifoglia, che ricordano condizioni cenologiche pregresse, più favorevoli ad una flora sempreverde rispetto a quelle attuali. Sui M.ti della Tolfa la lecceta viene a contatto con un orizzonte superiore a Ilex aquifolium (così avviene nella Sardegna meridionale) a sua volta in connessione con la foresta mista mesofila. Cenosi di tipo sempreverde a Laurus nobilis e Rhammus alaternus caratterizzano inoltre alcuni tratti degli alvei, mentre una boscaglia alveale di tipo mediterraneo a Vitex agnus-castus e

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Tamarix africana, si sviluppa nel greto dei fiumi maggiori (Marangone, Mignone). Sempre nell’acrocoro tolfetano molto estesa è inoltre la foresta caducifoglia formata da cerrete, all’interno delle quali si hanno elementi convergenti verso un bosco di roverella a carattere submediterraneo-orientale a Cercis siliquastrum, Paliurus spina-christi e Carpinus orientalis. La faggeta assume spesso un carattere di bosco misto a Quercus petraea, Carpinus betulus, Ostrya carpinifolia, Castanea sativa, Acer sp.pl. che molto probabilmente rappresenta uno degli aspetti più importanti nel contesto della vegetazione forestale. Questi ambienti sono ricchi di elementi floristici conservativi (ormai altrove sostituiti per le attuali condizioni climatiche) quali Osmunda regalis, Betula pendula, Quercus frainetto e Q. petraea.

Elementi fitogeografici che danno luogo ad un contesto uniforme si rinvengono anche lungo la dorsale Lepini-Ausoni-Aurunci ove però, rispetto all’alto Lazio, le quote elevate ed una più marcata antropizzazione hanno intaccato maggiormente il contesto delle cenosi forestali. In questo ambito risultano meglio rappresentati gli endemismi (specialmente sulle rupi costiere) e, nel suo insieme, una flora che per numero di specie e per importanza fitogeografica non trova situazioni confrontabili.

In particolare i M.ti Ausoni e Aurunci con più di 1600 taxa rappresentano il territorio più ricco di specie del Lazio. Un aspetto di vegetazione secondaria di grande interesse floristico è determinato dalle praterie a Salvia officinalis caratterizzate da una composizione floristica ricca di elementi degli xerobrometi con ingressione, nelle zone più elevate, di specie delle praterie altomontane. Di rilevante interesse, nel complesso forestale mesofilo dei M.ti Aurunci, la presenza di Ilex aquifolium, elemento di raccordo con le faggete campane che si estendono fino al Lazio settentrionale e ad est, più sporadicamente, anche nel complesso dei M.ti Reatini.

Nel settore orientale della regione si ha un tipo di vegetazione che si collega con quella appenninica propriamente detta e che presenta chiare affinità con il settore altomontano ad influenza adriatica ed abruzzese (M.ti della Laga, M.te Terminillo, M.ti della Duchessa). In questo contesto le condizioni climatiche locali hanno consentito la conservazione di elementi floristici nordici quali Betula pendula, Salix herbacea e Leontopodium nivale (Monti della Laga). Sempre sui Monti della Laga vanno segnalate, in ambienti umidi, popolazioni a Pinguicula vulgaris e Parnassia palustris che nel Lazio sono a distribuzione puntiforme.

Sui Monti della Duchessa sono molto numerose, specialmente nei confronti del Terminillo, le specie artiche. Un elemento caratteristico di questo complesso montuoso è dato dalla vegetazione delle zone detritiche di quota (coni di detrito e brecciai) caratterizzata da Festuca dimorpha, Laserpitium garganicum, Isatis allionii, Crepis pygmaea, Papaver degenii e Adonis distorta.

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Altro aspetto di grande interesse floristico e biogeografico è rappresentato dalla vegetazione delle rupi a Primula auriculata, Dryas octopetala, Potentilla caulescens e Potentilla apennina. A contatto con la faggeta e più in generale nell’orizzonte subalpino si hanno cespuglieti a Juniperus communis subsp. alpina, Arctostaphylos uva-ursi, Rhamnus alpinus, Rosa pendulina e Daphne oleoides.

Sul Monte Terminillo e sui Monti della Laga l’orizzonte subalpino si arricchisce di un ulteriore tipologia vegetazionale caratterizzata da Vaccinium myrtillus e V. gualtherioides, quest’ultimo presente esclusivamente sui Monti della Laga. L’abbandono del pascolo nei settori altomontani favorisce la ripresa di camefite e nano-fanerofite che danno luogo ad una fisionomia sempre più simile a quella presente, in modo molto più esteso, nelle Alpi. Sui Monti della Laga è da segnalare inoltre una specie artico-alpina, Elyna myosuroides, presente in Italia Centrale anche sul Gran Sasso e sulla Majella.

La descrizione di questi ambiti ricchi di nuove problematiche ove attualmente si stanno avviando studi e ricerche non deve però farci dimenticare tutti gli altri aspetti presenti nelle zone litoranee, nelle pianure e nelle aree collinari. A completamento delle problematiche vegetazionali di interesse sindinamico e corologico si riporta una sintesi delle altre fitocenosi secondo lo schema proposto da Montelucci nel 1981.

Vegetazione mediterranea

E’ costituita da arbusti di limitata statura che formano grovigli densi (macchia) di cespugli. Tra le specie più frequenti è opportuno segnalare: Myrtus communis, Phillyrea latifolia, Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus, Daphne gnidium, Smilax aspera e Clematis flammula. Tra la battigia e le dune si hanno spesso consorzi a Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa e talora, specialmente su morfotipie rupestri, Juniperus phoenicea.

L’aspetto forestale della zona mediterranea è determinato però da Quercus ilex che a partire dalla zona costiera, si ritrova fino alla base dei monti Sabini, Lucretili e Tiburtini risalendo fino ed oltre i 1400 metri su morfotipi rupestri. E’ sempre nell’ambito di questa fascia che si hanno le pinete litoranee a Pinus pinea e P. pinaster..

Vegetazione della steppa antropica

Nella fascia pianeggiante o lievemente collinare si ha un paesaggio dominato dall’uomo. Anche i pochi lembi di vegetazione spontanea, come i boschetti di farnia, di olmo o di cerro, sono influenzati dalle attività antropiche. La periferia occidentale di Roma (compreso Monte Mario) era coperta da una sughereta a ricordo dell’antica vegetazione subatlantica presente nel comprensorio romano.

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Vegetazione eterotopica (balcanica-orientale)

Nei Monti Sabino-Tiburtini è presente un tipo di vegetazione di origine balcanica-orientale con frequenti ingressioni di elementi mediterranei. La presenza di Styrax officinalis, Carpinus orientalis, Cercis siliquastrum, Paliurus spina-christi è legata alla capacità termica delle masse calcaree che ha consentito a queste specie ad areale italo-balcanico di sopravvivere anche durante il periodo wurmiano.

Vegetazione submontana

Al di sopra della fascia basale, tra i 200 e i 600 m, si ha una vegetazione collinare ove si rilevano in prevalenza i residui del bosco misto formato da Quercus cerris, Q. petraea, Q. pubescens, Q. frainetto, Ostrya carpinifolia, Castanea sativa, Acer campestre, A. monspessulanum, Carpinus betulus e Tilia platyphyllos. Questa fascia di vegetazione ha subito nel tempo una profonda trasformazione da parte dell’uomo. Attualmente i migliori aspetti di bosco misto si hanno in coincidenza di substrati leggermenti acidi e pertanto il loro areale preferenziale è legato ai complessi vulcanici del Lazio settentrionale e centrale.

Vegetazione montana

Sopra i 600-700 m si delinea la foresta montana, che nel Lazio dà luogo ad una densa faggeta. Il faggio è accompagnato da Acer pseudoplatanus, Sorbus aucuparia, S. aria, Daphne laureola, Ilex aquilifolium. Intorno ai 1500-1600 metri la faggeta diviene sempre più densa con un sottobosco molto povero di specie formato da Scilla bifolia, Neottia nidus-avis, Moehringia trinervia e Stellaria nemorum.

Vegetazione culminale

Il limite sopramontano di vegetazione arborea è nel Lazio mediamente sui 1750 m, anche se molto probabilmente questo limite è fortemente condizionato dal pascolo di altitudine. Come si è già evidenziato, tutto l’orizzonte subalpino è in rapida evoluzione dato che le fitocenosi a Juniperus communis subsp. alpina, Vaccinium myrtillus e Arctostaphylos uva-ursi stanno riconquistando il loro spazio potenziale, essendosi molto ridotto il disturbo antropico determinato dal pascolo e dall’incendio.

Nelle praterie di altitudine si rilevano con notevole frequenza: Sesleria tenuifolia, Poa alpina, Nardus stricta, Anthoxanthum odoratum, Cerastium tomentosum, Trinia

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dalechampii, Valeriana tuberosa e tante altre specie di interesse biogeografico e tassonomico.

La vegetazione delle creste sopra i 2000 m è determinata da complessi di vegetazione con un’abbondanza di specie del tutto inusitata per questo piano altitudinale. Come afferma lo stesso Montelucci ciò “è il frutto del complesso clima del Lazio, che consente la creazione di consorzi microstazionali interpretabili soltanto con la posizione geografica della regione, denominata da macroclimi disparati e geofisicamente eteromorfa”.

Le principali serie di vegetazione

I recenti studi sulla vegetazione dell’Italia centrale e del Lazio in particolare, contrariamente a quanto sostenuto in passato dai fitosociologi che cercavano a tutti i costi collegamenti con la vegetazione delle Alpi e dell’Europa centrale, mettono in risalto la presenza di riferimenti esclusivi dell’Italia centrale e meridionale. In particolare sono da segnalare le alleanze Laburno-Ostryon e Teucrio siculi-Quercion cerridis che descrivono boschi misti e querceti acidofili. Si ha anche una diffusa presenza di fitocenosi a prevalente areale SE-europeo ed eurimediterraneo (Ostryo-Carpinion orientalis) che spostandosi verso Nord, perdono gli elementi differenziali (quali p.es. Carpinus orientalis), sostituiti nel litorale dell’alto Lazio e della Maremma toscana dagli aspetti del Lonicero-Quercion pubscentis.

Rispetto alla Toscana meridionale non si verifica, se non in forma sporadica, l’inserimento degli elementi atlantici quali Calluna, Ulex e Molinia.

Anche per il Carpinion betuli si hanno elementi per ritenere che non giunga, se non in forma limitata e relittuale, nel Lazio. Le cenosi ascritte a questa alleanza vanno probabilmente interpretate come aspetti dei Fagetalia che scendono a quote molto basse favoriti da morfologie vallive, forre e substrati andici. (Scoppola et al., 1995).

Altro elemento peculiare della regione Lazio è il contatto tra gli elementi floristici della Regione Temperata con quelli del distretto orientale e S-europeo. Mentre nell’alto Lazio tale contatto si colloca vicino alla costa, procedendo verso Sud penetra all’interno lungo la catena appenninica raggiungendo i settori montani dell’Italia meridionale.

Una recente indagine effettuata da un gruppo di ricercatori di diverse estrazioni, ha definito la tendenza climacica della Campagna Romana (BLASI et. al., 1995). Nonostante il suo aspetto relativamente uniforme, la Campagna Romana risulta un mosaico di situazioni geologiche, geomorfologiche, pedologiche e bioclimatiche, sulle quali si sono sovrapposte le variazioni climatiche del Quaternario e le conseguenze del prolungato impatto da parte di una popolazione dedita durante millenni alla pastorizia e all’agricoltura.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Il bioclima dell’area ha caratteristiche di transizione tra quello mediterraneo e quello centroeuropeo e nella vegetazione attuale prevalgono le specie caducifoglie rispetto alle sempreverdi. Per il querceto misto si può ritenere verosimile che la vegetazione abbia avuto anche nel passato una composizione analoga a quella del querceto misto attuale con dominanza di Quercus cerris e partecipazione di Quercus frainetto, Q. suber e Q. robur.

Questa è attualmente la vegetazione che nella zona raggiunge la massima diversità e a essa corrispondono i profili di suolo più maturi. Di grande interesse, specialmente in termini di biodiversità, è la presenza della flora mediterranea che insieme a quella dei querceti termofili (Quercus pubescens, Carpinus orientalis, Pistacia terebinthus, Cercis siliquastrum) occupa gli ambiti fortemente acclivi o i settori molto drenanti ove si rinvengono comunità a prevalenza di sclerofille.

Va messo anche in evidenza il fatto che la città di Roma si sviluppa in un’area che ha le condizioni di un ecotono: clima di transizione, abbondanza d’acqua, paesaggio vegetale variato. Queste sembrano condizioni favorevoli per lo sviluppo di città destinate a svolgere un ruolo importante nella storia e nella cultura, basti ricordare i casi di Berlino, Tokyo, New York e Madrid”(BLASI, 1996b).

1.3 CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE

ANZALONE B., LATTANZI E., LUCCHESE F., 1986. Studio della flora della Tenuta di Castelporziano (Roma). Giorn. Bot. Ital., 120 (2).

BLASI C., DOWGIALLO G., FOLLIERI M., LUCCHESE F., MAGRI D., PIGNATTI S., SADORI L., 1995. La vegetazione naturale potenziale dell'area romana. La vegetazione italiana - Atti dei Convegni Lincei, 115: 423-457.

BLASI C., 1996b. Il paesaggio vegetale del Lazio: caratteri fisici e biologici. In: DINELLI A., GUARRERA P.M.. Ambienti di particolare interesse naturalistico del Lazio. Regione Lazio, Assessorato alla Cultura – Università degli Studi di Roma La Sapienza, Dip.to Biologia Vegetale. Quaderno n. 2: 9-24.

SCOPPOLA A., BLASI C., ABBATE G., CUTINI M., DI MARZIO P., FABOZZI C., FORTINI P., 1995 – Analisi critica e considerazioni fitogeografiche sugli ordini e le alleanze dei querceti e boschi misti a caducifoglie dell'Italia peninsulare. Studi sul Territorio, Ann. Bot. (Roma), 51 (1993), Suppl. 10: 81-112.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

2. IL FITOCLIMA DELL’AREA ROMANA

NEL CONTESTO DEL FITOCLIMA

DELLA REGIONE LAZIO

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

2.1 IL FITOCLIMA DEL LAZIO

“Un clima caratteristico del Lazio non esiste; si hanno infatti diversi tipi climatici. I fattori che determinano questa situazione sono vari: la posizione centrale rispetto alla Penisola, l’ampia fascia costiera, la distribuzione dei rilievi e delle aree pianeggianti ed infine l’altimetria. L’azione mitigatrice del Tirreno si attenua molto rapidamente procedendo verso l’interno; sembra avere un effetto maggiore nella Tuscia Romana, nella sezione meridionale e nelle isole mentre i fondovalle e le depressioni intermontane presentano contrasti termici molto sensibili. Gli elementi che condizionano il clima sono la dorsale appenninica che limita gli effetti dei venti freddi di NE e il libero accesso delle correnti umide occidentali. Così come avviene un po’ ovunque lungo il litorale tirrenico anche nel Lazio si ha una fascia costiera con limitate escursioni termiche e moderata piovosità, una zona collinare interna con inverni più marcati ed infine un settore subappenninico e appenninico con forti escursioni termiche ed elevate precipitazioni. Anche la latitudine gioca un ruolo importante nella definizione dei tipi climatici: nei settori settentrionali, a Nord della foce del Tevere prevalgono infatti i venti di Nord-Est che riescono a scavalcare l’Appennino, mentre a Sud sono più frequenti venti caldi e umidi…

… La grande variabilità del Lazio è stata verificata mediante la classificazione dei dati grezzi di precipitazione e temperatura integrati con le informazioni derivate da alcuni indici bioclimatici e con il censimento delle specie legnose. Ciascuna unità fitoclimatica, definita sulla base del termotipo e dell’ombrotipo, è stata descritta in termini floristici, fisionomici e sintassonomici.… Dallo studio fitoclimatico sono emerse ben 15 unità. La complessa morfologia e la posizione geografica centrale rispetto alla Penisola determinano una grande variabilità . E’ sufficiente infatti osservare come lungo il litorale si siano individuate ben tre unità fitoclimatiche differenziate, procedendo da Nord verso Sud, dal progressivo aumento delle precipitazioni.” (BLASI, 1996).

2.2 COMMENTO ALLA CARTA DEL FITOCLIMA DEL COMUNE DI ROMA

L’analisi bioclimatica di un vasto settore del distretto tirrenico che include il Comune di Roma non è una cosa semplice. La causa di ciò è data dalla prevalenza di un’unica regione climatica (quella mediterranea) con all’interno significative variazioni dovute alla vicinanza della Regione Temperata (BLASI, 1994).

La fase principale del lavoro è stata quella di reperire i dati climatici aggiornati per il maggior numero di stazioni termopluviometriche possibili; nella precedente analisi del Lazio i dati climatici utilizzati si riferivano all’intervallo di tempo 1955-1985, oggi invece si

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

sono reperiti dati aggiornati al 1999 (I semestre) per le stazioni dell’A.M.(Aeronautica Militare), mentre per alcune stazioni dei Lavori Pubblici i dati risultano aggiornati al 1993.

Oltre ad una approfondita ed aggiornata valutazione, ciò consente di evidenziare interessanti fenomeni legati al procedere dei cambiamenti climatici.

Vigna di Valle 1974-1999

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 10,90 9,90 11,10 13,60 16,30 21,20 25,30 29,20 29,40 25,20 19,90 14,50 18,88

Tmin 5,10 3,90 4,10 5,50 7,50 11,30 15,00 18,00 18,40 15,90 12,10 8,10 10,41

Tmed 8,00 6,90 7,60 9,55 11,90 16,25 20,15 23,60 23,90 20,55 16,00 11,30 14,64

P 99,80 76,40 78,70 67,40 48,30 33,00 13,60 30,00 90,40 82,10 97,80 102,30 819,80

Roma urbe 1974-99

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 12,20 13,50 16,20 19,00 23,60 27,70 31,00 31,10 27,50 22,50 16,70 12,90 21,16

Tmin 2,30 3,20 4,90 7,10 10,70 14,40 16,80 17,00 14,50 10,50 6,40 3,40 9,27

Tmed 7,25 8,35 10,55 13,05 17,15 21,05 23,90 24,05 21,00 16,50 11,55 8,15 15,21

P 71,20 59,90 65,80 51,60 38,80 29,70 12,70 20,20 62,40 80,20 78,50 78,10 649,10

Guidonia 1974-99

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 12,40 13,80 16,20 19,00 23,70 27,80 31,60 31,70 27,70 22,40 16,80 13,30 21,37

Tmin 1,90 2,70 4,60 6,90 10,40 14,10 16,40 16,80 14,20 10,30 6,30 3,10 8,98

Tmed 7,15 8,25 10,40 12,95 17,05 20,95 24,00 24,25 20,95 16,35 11,55 8,20 15,17

P 76,10 67,00 53,00 50,80 52,00 41,10 17,10 42,00 44,90 70,00 100,40 79,60 694,00

Pratica di Mare 1974-99

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 12,70 13,30 14,90 17,20 21,20 24,90 27,80 28,20 25,60 21,70 17,10 13,70 19,86

Tmin 4,10 4,30 5,70 7,70 11,00 14,70 17,20 17,80 15,60 12,40 8,50 5,40 10,37

Tmed 8,40 8,80 10,30 12,45 16,10 19,80 22,50 23,00 20,60 17,05 12,80 9,55 15,11

P 62,70 55,00 56,80 40,60 28,20 14,10 3,20 18,70 60,90 111,30 89,40 85,50 626,40

Roma Ciampino 1974-99

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 11,90 13,00 15,50 18,20 22,90 27,10 30,40 30,60 27,00 21,80 16,40 12,80 20,63

Tmin 2,90 3,60 5,30 7,70 11,40 15,10 17,70 17,90 15,10 11,00 7,10 4,20 9,92

Tmed 7,40 8,30 10,40 12,95 17,15 21,10 24,05 24,25 21,05 16,40 11,75 8,50 15,28

P 65,20 56,90 55,40 49,30 45,30 26,60 11,90 18,40 65,70 77,30 91,80 85,40 649,20

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Roma Fiumicino 1974-99

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 13,00 13,70 15,50 17,90 22,10 25,70 28,70 28,90 26,10 22,10 17,30 13,90 20,41

Tmin 3,70 4,30 5,90 8,20 11,80 15,60 18,20 18,50 15,90 12,00 8,20 5,10 10,62

Tmed 8,35 9,00 10,70 13,05 16,95 20,65 23,45 23,70 21,00 17,05 12,75 9,50 15,51

P 60,40 48,40 56,80 44,70 27,50 11,20 3,00 20,70 44,30 95,70 89,40 89,40 591,50

S.Sebastiano Rughe 72-93

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 11,60 12,40 15,20 17,30 22,70 26,60 30,20 30,10 26,10 20,30 15,10 11,80 19,95

Tmin 3,80 4,30 5,90 7,50 11,20 14,80 17,50 17,40 14,90 11,20 7,50 4,60 10,05

Tmed 7,70 8,35 10,55 12,40 16,95 20,70 23,85 23,75 20,50 15,75 11,30 8,20 15,00

P 58,90 86,80 60,50 72,00 45,50 35,30 14,60 52,60 68,10 89,20 110,70 67,40 761,60

Casali di S.Maria(colonna) 61-93

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 12,80 14,00 16,50 19,50 24,70 28,50 31,90 31,90 28,10 23,20 17,40 13,50 21,83

Tmin 1,80 2,70 4,30 6,50 9,90 12,90 15,10 15,50 13,20 9,50 5,30 2,70 8,28

Tmed 7,30 8,35 10,40 13,00 17,30 20,70 23,50 23,70 20,65 16,35 11,35 8,10 15,06

P 59,50 70,00 65,50 73,00 61,10 42,50 33,00 31,50 58,00 94,80 108,20 69,00 766,10

Roma Macao 65-93

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 11,49 12,79 15,09 17,90 22,51 26,54 29,73 29,63 25,92 21,51 15,86 12,23 20,10

Tmin 4,35 4,97 6,81 9,10 12,95 16,60 19,23 19,33 16,06 12,39 8,07 5,24 11,26

Tmed 7,92 8,88 10,95 13,50 17,73 21,57 24,48 24,48 20,99 16,95 11,97 8,74 15,68

P 79,80 74,45 62,88 62,85 51,78 35,82 19,05 35,40 81,19 107,34 121,78 92,09 824,42

Roma M.Mario 65-93

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 11,17 12,42 14,92 17,45 22,11 26,18 29,97 29,94 26,38 21,39 15,55 11,96 19,95

Tmin 4,00 4,61 6,36 8,52 12,17 15,73 18,49 18,83 16,21 12,45 8,21 5,14 10,89

Tmed 7,58 8,52 10,64 12,99 17,14 20,95 24,23 24,39 21,29 16,92 11,88 9,05 15,42

P 77,11 77,12 64,54 65,35 46,44 39,21 18,95 38,18 81,89 107,66 112,49 91,10 820,03

Roma Eur Abbazia tre fontane 1975-1993

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 12,35 13,92 16,61 18,96 24,01 27,77 31,49 31,18 27,65 22,71 16,64 13,42 21,39

Tmin 3,07 4,27 6,19 8,09 12,42 15,84 18,80 18,80 15,67 12,01 7,12 4,59 10,57

Tmed 7,71 9,10 11,40 13,53 18,22 21,81 25,15 24,99 21,66 17,36 11,88 9,00 15,98

P 80,65 74,21 64,93 67,27 49,76 36,41 18,30 30,94 74,87 113,70 120,77 93,54 825,33

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Roma Collegio Romano 1964-97

G F M A M G L A S O N D ANNO

Tmax 11,60 12,83 15,31 17,97 23,04 27,16 30,26 29,78 26,10 21,14 15,81 12,32 20,28

Tmin 4,95 5,63 7,46 9,70 13,73 17,38 20,04 20,16 17,06 12,99 8,88 6,03 12,00

Tmed 8,28 9,23 11,38 13,83 18,38 22,27 25,15 24,97 21,58 17,06 12,35 9,17 16,14

P 58,14 59,21 49,93 52,82 40,51 34,92 15,78 31,53 71,10 94,70 100,39 71,44 680,46

Sulla base dei dati raccolti si è realizzata la matrice per individuare , mediante opportune classificazioni, i tipi climatici presenti nell’area romana che comprende , oltre al Comune di Roma, molti altri comuni limitrofi.

Utilizzando quindi i dati grezzi mensili di Tmax, tmin e P si è ottenuta una matrice quadrata di 12 variabili x 12 casi (stazioni). Al fine di ottenere la migliore classificazione si sono utilizzati due package (Syntax 5.1 e Statistica). Dal confronto è risultata più significativa la classificazione ottenuta utilizzando il package Statistica.

Tree Diagram for 12 VariablesWard`s method

Euclidean distances

Link

age

Dis

tanc

e

0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

3.5

4.0

fiumicinopratica di mare

collegio romanom.mario

roma eurroma macao

casali s.marias.sebastiano rughe

guidoniaciampino

roma urbevigna di valle

19

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Linkage Distance

Plot of Linkage Distances across StepsEuclidean distances

Step

Link

age

Dis

tanc

e

0.000.250.500.751.001.251.501.752.002.252.502.753.003.253.503.754.004.254.50

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Secondo la linkage distance i gruppi principali che si formano e che corrispondono ai tipi bioclimatici sono 2. Il 1° composto dalle stazioni di Fiumicino e Pratica di Mare, il 2° da tutte le altre.

Applicando gli indici di Rivas Martinez, tutte le stazioni fanno riferimento ad un solo tipo climatico (Mesomediterraneo subumido), tuttavia a scala locale è opportuno valutare con maggiore attenzione i valori ottenuti tenendo presente anche la tendenza delle singole stazioni. In questo senso, dato che Fiumicino e Pratica di Mare hanno valori che si avvicinano al Termomediterraneo secco, e in considerazione di quanto evidenziato dal dendrogramma stesso, si è preferito isolarle inserendole in un tipo climatico diverso.

Indici Bioclimatici di Rivas Martinez

Vigna di Valle Roma M.Mario

Iov=1,27 Iov=1,38

IT = 284,4 IT=305,9

Io=4,66 Io=4,41

20

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Roma Urbe S.Sebastiano Rughe

Iov=0,90 Iov=1,5

IT=297,1 IT=304

Io=3,55 Io=4,23

Guidonia Casali di S.Maria (Colonna)

Iov=1,44 Iov=1,57 comp.1,97

IT=297,1 IT=296,6

Io=3,81 Io=4,23

Roma Ciampino Roma Macao

Iov=0,82 Iov=1,27

IT=300,8 IT=315,2

Io=3,54 Io=4,38

Roma Fiumicino Roma EUR

Iov=0,51 Iov=1,19

IT=322,1 IT=314

Io=3,17 Io=4,30

Pratica di are Roma Collegio Romano

Iov=1,38 Iov=1,13

IT=319,1 IT=326,9

Io=3,45 Io=3,51

Con la stessa logica e tenendo conto del risultato della classificazione è possibile inoltre individuare, all’interno del 2° Gruppo assegnato al tipo “Mesomediterraneo subumido”, ben altri 3 sottotipi tra loro ovviamente meno diversi rispetto alla diversità misurata con le caratteristiche del litorale (Fiumicino e Pratica di Mare). Gli indici di Rivas Martinez, elaborati per valutazioni a scala continentale, non possono ovviamente essere utilizzati senza ulteriori approfondimenti. Per questa ragione si è verificata la classificazione

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

precedente mediante una matrice di correlazione tra le 12 stazioni x i 12 mesi ed il risultato ottenuto avvalora la presenza all’interno del 2° tipo climatico di altri 3 sottotipi.

+----------

+-----------------------------------------------------------------------------------+

| STAT. |Correlations (elaborazionistazioni.sta)

|

| BASIC |Marked correlations are significant at p < .05000

|

| STATS |N=1073 (Casewise deletion of missing data)

|

+----------+------+------+------+------+------+------+------+------+------+------+------

+------+

| |VIGNVA| | |PRATICA| | | | | | | |

COLLROM|

| Variable | L |ROURBE| GUIDO|di M. |CIAMPI| FIUMI| RUGHE|CASALI| MACAO|MMARIO| EUR |

|

+----------+------+------+------+------+------+------+------+------+------+------+------

+------+

| VIGNVAL | 1.00 | .98*| .93*| .89*|

.96*| .89*| .87*| .87*| .94*| .95*| .93*| .90*|

| ROURBE | .98*| 1.00

| .93*| .95*| .98*| .95*| .90*| .92*| .96*| .97*| .97*| .94*|

| GUIDO | .93*| .93*| 1.00 | .87*| .95*| .90*| .93*|

.93*| .96*| .95*| .95*| .93*|

| PRATICA | .89*| .95*| .87*| 1.00

| .95*| .99*| .87*| .89*| .95*| .96*| .96*| .96*|

| CIAMPI | .96*| .98*| .95*| .95*| 1.00

| .96*| .91*| .93*| .98*| .98*| .98*| .96*|

| FIUMI | .89*| .95*| .90*| .99*| .96*| 1.00

| .86*| .89*| .95*| .95*| .96*| .94*|

| RUGHE | .87*| .90*| .93*| .87*| .91*| .86*| 1.00

| .97*| .96*| .96*| .95*| .96*|

| CASALI | .87*| .92*| .93*| .89*| .93*| .89*| .97*| 1.00

| .96*| .96*| .97*| .96*|

| MACAO | .94*| .96*| .96*| .95*| .98*| .95*| .96*| .96*| 1.00 | 1.00*| 1.00*|

.99*|

| MMARIO | .95*| .97*| .95*| .96*| .98*| .95*| .96*| .96*| 1.00*| 1.00 |

1.00*| .99*|

| EUR | .93*| .97*| .95*| .96*| .98*| .96*| .95*| .97*| 1.00*| 1.00*| 1.00

| .99*|

| COLLROM | .90*| .94*| .93*| .96*| .96*| .94*| .96*| .96*| .99*| .99*| .99*|

1.00 |

+----------+------+------+------+------+------+------+------+------+------+------+------

+------+

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Un’ulteriore conferma della presenza di una significativa variazione all’interno del 2° tipo si ha anche dall’analisi del modello di ordinamento.

Si è usato il metodo dei fattori principali (centroidi) e non quello delle componenti principali, a cui il primo è fortemente correlato, in quanto vi sono delle stazioni sovrapposte nello spazio.

Dal diagramma degli autovalori si vede che il 1°asse spiega circa il 96,17% della varianza totale, a questo ,dall’osservazione analitica dei dati mensili di temperatura e precipitazione, si può associare un carattere di aridità.

+----------+-------------------------------------------+| STAT. |Eigenvalues (elaborazionistazioni.sta) || FACTOR |Extraction: Principal factors (Centroid) || ANALYSIS | |+----------+----------+----------+----------+----------+| | | % total | Cumul. | Cumul. || Value | Eigenval | Variance | Eigenval | % |+----------+----------+----------+----------+----------+| 1 | 11.54058 | 96.17150 | 11.54058 | 96.17150 || 2 | .08215 | .68454 | 11.62272 | 96.85604 || 3 | .16832 | 1.40267 | 11.79105 | 98.25871 |+----------+----------+----------+----------+----------+

Stazione Esc.term.annua(°C) Io Ombrotipo Ios3 Ios4 Regione It Termotipo

mesi di aridità P.annua(mm) Tmed.annua(°C)

N°mesiTmed<10°

tmin. mese + freddo(°C)

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Gr.1 Fiumicino 15,35 3,2 Subumido 0,5   Mediterranea 322 Mesomedit. 4 591,5 15,51 3 3,7

Pratica di Mare 14,6 3,5 Subumido 1,4 Mediterranea 319 Mesomedit. 4 626,4 15,11 3 4,1

   

Gr.2    

Gr.2.1 Roma Macao 16,56 4,4 Subumido 1,3 Mediterranea 315 Mesomedit. 3 824,4 15,68 3 4,35

Roma EUR 17,44 4,3 Subumido 1,2 Mediterranea 314 Mesomedit. 3 825,3 15,98 3 3,07

Roma M.Mario 16,81 4,4 Subumido 1,4 Mediterranea 306 Mesomedit. 3 820 15,42 3 4

Roma Coll.Rom. 16,87 3,5 Subumido 1,1   Mediterranea 327 Mesomedit. 3 680,5 16,14 3 4,95

Gr.2.2 Casali S.Maria 16,4 4,2 Subumido 1,6 2 Mediterranea 297 Mesomedit. 2 766,1 15,06 3 1,8

S.Sebastiano Rughe 16,15 4,2 Subumido 1,5 Mediterranea 304 Mesomedit. 3 761,6 15 3 3,8

Guidonia 17,1 3,8 Subumido 1,4   Mediterranea 297 Mesomedit. 2 694 15,17 3 1,9

Gr.2.3 Roma Urbe 16,8 3,6 Subumido 0,9 Mediterranea 297 Mesomedit. 3 649,1 15,21 3 2,3

Roma Ciampino 16,85 3,5 Subumido 0,8 Mediterranea 301 Mesomedit. 3 649,2 15,28 3 2,9

Vigna di Valle 17 4,7 Subumido 1,3   Mediterranea 284 Mesomedit. 2 819,8 14,64 4 5,1

Per meglio evidenziare i caratteri dei sottotipi si sono prese in esame le stazioni più vicine al centroide e ciò si ottiene mediante una classificazione non gerarchica bloccata su 4 gruppi (centroidi).

+----------+---------------------------------------------------+| STAT. |Members of Cluster Number 1 || CLUSTER |and Distances from Respective Cluster Center || ANALYSIS |Cluster contains 4 variables |+----------+------------+------------+------------+------------+| | Variable | Variable | Variable | Variable || | MACAO | MMARIO | EUR | COLLROM |+----------+------------+------------+------------+------------+| Distance | .041423 | .052144 | .053438 | .078412 |+----------+------------+------------+------------+------------+

+----------+---------------------------------------------+| STAT. |Members of Cluster Number 2 || CLUSTER |and Distances from Respective Cluster Center || ANALYSIS |Cluster contains 2 variables |+----------+----------------------+----------------------+| | Variable | Variable || |PRATICA di Mare | FIUMICINO |+----------+----------------------+----------------------+| Distance | .072902 | .072902 |+----------+----------------------+----------------------+

+----------+--------------------------------------------------+| STAT. |Members of Cluster Number 3 || CLUSTER |and Distances from Respective Cluster Center || ANALYSIS |Cluster contains 3 variables |+----------+----------------+----------------+----------------+| | Variable | Variable | Variable || | GUIDONIA | RUGHE CASALI S.MARIA |+----------+----------------+----------------+----------------+| Distance | .174077 | .151606 | .145238 |+----------+----------------+----------------+----------------++----------+--------------------------------------------------+| STAT. |Members of Cluster Number 4 || CLUSTER |and Distances from Respective Cluster Center |

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

| ANALYSIS |Cluster contains 3 variables |+----------+----------------+----------------+----------------+| | Variable | Variable | Variable || | VIGNAVALLLE | RM.URBE | CIAMPINO |+----------+----------------+----------------+----------------+| Distance | .139647 | .091601 | .111656 |+----------+----------------+----------------+----------------+

Secondo questa ottica le stazioni più caratteristiche dei 3 sottogruppi sono: Roma Macao – Casali S.Maria (Colonna) – Roma Urbe.

In prima approssimazione, per meglio valutare le differenze climatiche, si costruiscono dei grafici a barre, per ogni parametro climatico, delle 3 stazioni prese come rappresentative.

Oltre all’analisi dei dati sopra indicati, le 3 stazioni , ognuna presa nel valore di P-tmin-Tmax (quindi 9casi), sono state ordinate mediante le componenti principali.

L’ordinamento (componenti principali) ottenuto dalla matrice “9casi x 12 variabili”, conferma in termini qualitativi e quantitativi i rapporti e le differenze tra i 3 sottotipi.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Factor Loadings, Factor 1 vs. Factor 2Rotation: Unrotated

Extraction: Principal components

Factor 1

Fact

or 2

ROMA_URB

TMINURBE

PURBE

CASALI

TMINCASA

PCASALI

MACAOTMINMACA

PMACAO

0.15

0.25

0.35

0.45

0.55

0.65

-1.2 -0.8 -0.4 0.0 0.4 0.8 1.2

Da tale grafico si evidenzia il maggior valore predittivo delle precipitazioni rispetto alle Tmax e tmin.

+----------+-------------------------------------------+| STAT. |Eigenvalues || FACTOR |Extraction: Principal components || ANALYSIS | |+----------+----------+----------+----------+----------+| | | % total | Cumul. | Cumul. || Value | Eigenval | Variance | Eigenval | % |+----------+----------+----------+----------+----------+| 1 | 7.622873 | 84.69859 | 7.622873 | 84.69859 || 2 | 1.201034 | 13.34482 | 8.823906 | 98.04340 |+----------+----------+----------+----------+----------+

STATISTICA: Factor Analysis

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Plot of Eigenvalues

Number of Eigenvalues

Valu

e

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Il factor 1 (1°asse) si riferisce alle temperature, il factor 2 (2°asse) alle precipitazioni. Il numero massimo di fattori estratti è 2; il primo con una varianza dell’84,69% ed il secondo con una varianza del 13,34%.

Dal grafico di ordinamento si individuano 3 situazioni: un raggruppamento di tutte le temperature in un unico punto nel piano, un secondo con 2 stazioni (Pmacao e Pcasali) ed un terzo con Purbe.

Tutto questo sta a significare che le 3 stazioni presentano una significativa variabilità legata al variare degli apporti e del regime pluviometrico. In particolare Roma Urbe è la stazione con il valore più basso di P. Quindi il gruppo rappresentato dalla stazione è ,come tipo climatico, Mesomediterraneo subumido a bassa piovosità annuale, Io al limite con il secco, e di conseguenza più arido (Mesomediterraneo subumido con tendenza ad una certa aridità).

Per differenziare gli altri 2 sottotipi , che come visto non si differenziano per la precipitazione, si prendono in considerazione le Tmax e le tmin. Dai grafici precedenti si vede nettamente che le tmin di Roma Macao sono sempre più alte ,durante tutto l’anno, delle tmin di Casali S.Maria e di Roma Urbe.

In questo senso Roma Macao si differenzia nettamente dalle altre due e forma un gruppo a se stante (vedi figura seguente).

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Tree Diagram for 3 VariablesWard`s method

Euclidean distancesAnalisi della tmin tra le 3 stazioni rappresentative

Link

age

Dis

tanc

e

10111213141516171819202122232425262728293031323334353637383940

TMIN ROMA MACAO TMIN CASALI S.MARIA TMIN ROMA URBE

Roma Macao si differenzia da Roma Urbe e Casali S.Maria per un apporto maggiore di precipitazione e per tmin più elevata (Mesomediterraneo subumido) con tmin mediamente più elevata (It più elevato).

Casali di S.Maria si differenzia , invece, dalle altre due per avere tmin più basse e tmax più alte; quindi questo tipo può essere definito come Mesomediterraneo subumido con tendenza verso Tmax più elevata e tmin più bassa con minore aridità . Verificate e comprese le ragioni e i caratteri che portano ad una divisione tra le quattro tipologie si sono definiti anche in termini cartografici i relativi campi di appartenenza.

2.3 CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE

BAGNOULS F., GAUSSEN H., 1953. Saison sèche et indice xérotermique, Bull. Soc. Hist. Nat. Toulouse, 88 : 193-239.

BAGNOULS F., GAUSSEN H., 1957. Les climats biologiques et leur classification. Ann. Géogr., 66, 355 : 193-220.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

3. METODOLOGIE NELLO STUDIO

DELLA VEGETAZIONE E DEL PAESAGGIO

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

3.1 FITOSOCIOLOGIA

La fitosociologia è una disciplina che studia e classifica la vegetazione, cioè i consorzi vegetali che si osservano in un dato comprensorio, nella sua articolazione fisionomica e strutturale in relazione ai parametri ambientali.

Il fitosociologo intende conoscere puntualmente le diverse situazioni, evidenziando eventuali ripetizioni e stabilendo tipologie che confluiscono in uno schema classificatorio gerarchico (sintassonomia fitosociologica) a cui riferire le fitocenosi che determinano il paesaggio vegetale.

Date le caratteristiche di previsionalità delle conoscenze fitosociologiche, è facile capire come la fitosociologia permetta delle immediate ricadute in senso applicativo.

I fondamenti della geobotanica, la disciplina che si interessa delle piante e delle comunità nella Biosfera, nel cui ambito si colloca la fitosociologia, vennero proposti nei primi anni di questo secolo specialmente in Svizzera ed in Francia. Una prima puntualizzazione della fitosociologia si ebbe però solo nel 1910 a Zurigo in occasione del Congresso Internazionale di Botanica.

L’ipotesi fondamentale su cui si basa la fitosociologia, così come espresso da J. Braun - Blanquet, consiste nel fatto che la vegetazione è formata da “unità discrete” determinate da una particolare composizione floristica (le associazioni). L’associazione vegetale, sempre secondo la definizione di J. Braun - Blanquet è “un aggruppamento vegetale più o meno stabile ed in equilibrio con l’ambiente, caratterizzato da una composizione floristica in cui alcune specie vegetali, che si rinvengono quasi esclusivamente in quel popolamento, rilevano con la loro presenza una ecologia particolare ed autonoma”.

Nel corso degli ultimi decenni la fitosociologia, da tempo affermata in tutta l’Europa, ha sviluppato nuovi concetti e, grazie ai contributi di R. Tuxen, si sono evidenziati nuovi orientamenti. Pur mantenendo infatti un estremo dettaglio nell’analisi di base, nella definizione delle associazioni e del quadro sinecologico, sono aumentate le sintesi su regioni territoriali sempre più estese. Ciò le conferisce pertanto una rilevante importanza anche nella dimensione paesistica rendendo la fitosociologia sempre più idonea per le applicazioni pratiche nel campo delle scienze ambientali e nella gestione delle risorse.

Il rilievo fitosociologico

Nel presente lavoro i rilievi fitosociologici sono stati eseguiti in punti e su superfici determinati. Per quanto riguarda le stazioni, sono state scelte in condizioni di omogeneità di vegetazione nell’ambito di un popolamento elementare.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Questa condizione è una premessa necessaria per la confrontabilità dei dati. Si deve infatti tenere presente che la vegetazione, anche ad un semplice esame superficiale si presenta con variazioni formali abbastanza riconoscibili: un bosco con dominanza di querce, prati, cespuglieti, diversi per struttura, sono ulteriormente differenziati sulla base della composizione floristica.

Il punto di rilievo viene scelto nell’ambito di singole unità strutturali e fisionomiche: tali unità definiscono il popolamento elementare. Vengono altresì evitate le stazioni di margine o di contatto tra due popolamenti elementari, in quanto è molto probabile verificare l’esistenza di un ecotono con caratteri floristici mal definiti. La superficie di rilievo varia da tipo a tipo di vegetazione. Essa viene determinata ogni volta eseguendo un inventario floristico mediante un progressivo incremento di superficie, fino alla verifica empirica dell’avvenuto completamento della lista quando ad un ulteriore incremento di superficie non si rinvengono altre specie nuove.

La curva che in genere si ottiene dalla trasposizione in grafico cartesiano delle coppie di valori (ordinate: numero di specie; ascisse; superficie in mq), è empirica. Al primo ramo fortemente ascendente, ne segue un secondo con andamento asintotico. La superficie corrispondente all’inizio di quest’ultimo è considerata “area minima”, e rappresenta la superficie più piccola che si può assumere come campione per quel dato tipo di vegetazione, in condizioni di significatività. Tutte quelle minori daranno liste floristiche frammentarie e non confrontabili tra loro.

Brevemente la metodologia di rilevamento può essere così sinteticamente descritta. Scelta di un sito uniforme dal punto di vista della vegetazione e dei fattori di stazione. Compilazione della lista delle specie vegetali tenendo conto della superficie complessiva osservata, meglio se raggiunta mediante il progressivo incremento di cui si è detto sopra. Assegnazione di valori numerici (indici) per l’abbondanza - dominanza di ciascuna specie. Questi valori sono riferibili a percentuali di copertura, ma solo con significato medio in quanto si riferiscono a classi relativamente ampie: 5 (copertura dal 75% al 100%), 4 (copertura dal 50% al 75%), 3 (copertura dal 25% al 50%), 2 (copertura dal 5% al 25%), 1 (copertura inferiore al 5% ma elevato numero di individui), + (bassa copertura e individui poco numerosi).

La scelta di ottenere valori approssimativi rispetto a quella di trascrivere le situazioni con estrema fedeltà, deriva dalla considerazione che trattandosi di un fenomeno biologico complesso, la vegetazione può essere definita meglio con numerose osservazioni, anche se non estremamente precise, piuttosto che con poche molto fedeli ed esatte, ma che richiedono tempi di osservazione proporzionalmente più lunghi e che di conseguenza saranno in numero basso.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

A proposito della utilizzazione dei rilievi mediante il metodo del confronto floristico si può ancora aggiungere che la elaborazione dei dati ha lo scopo di verificare fino a quale punto i numerosi casi particolari e concreti (rilievi) sono raggruppabili in unità statisticamente omogenee (tabelle fitosociologiche) e per quali elementi (specie vegetali) sono distinguibili uno dall’altro. In termini più semplici si cerca di individuare delle tipologie ben differenziate, nell’ambito della continuità apparente della copertura vegetale, definendo unità vegetazionali che pur avendo specie in comune in numero vario (specie indifferenti ecologicamente) sono invece caratterizzabili e riconoscibili per la presenza in esse di specie proprie esclusive o con frequenza chiaramente superiore rispetto ad altre unità (specie caratteristiche o “guida”). Si può quindi passare così da una numerosa serie di casi particolari ad un assestamento tendenzialmente astratto composto da un numero relativamente basso di unità cui riferire ogni rilievo disponibile o che si renderà tale nel futuro. La delimitazione delle unità vegetazionali così costituite, in termini di reciprocità, può essere netta o sfumata. Dato il presupposto teorico che a composizione floristica simile corrispondano cause simili, si può quindi assumere come base per l’ulteriore studio della vegetazione che le unità floristicamente simili o con specie comuni, assenti nelle altre, sono corrispondenti a condizioni ecologiche globalmente simili.

Una analisi approfondita della vegetazione attuata attraverso il metodo fitosociologico consente di attribuire le tipologie individuate nella fotointerpretazione ad uno o più syntaxa (categorie fitosociologiche) che riassumono una serie di informazioni di carattere floristico, geografico, ecologico, dinamico e successionale, di dettaglio gradatamente maggiore andando dalle più comprensive (classi) alle più specifiche (associazioni).

Questo metodo essenzialmente floristico-statistico si avvale di metodi di analisi multivariata per un confronto tra i rilievi effettuati nelle diverse tipologie ed anche tra questi ed altri (desunti da letteratura) per una corretta individuazione di gruppi omogenei e per facilitare la loro attribuzione sintassonomica.

Potendosi avvalere di una buona carta fisionomica si riesce, applicando il metodo fitosociologico, ad ottenere una carta fitosociologica nella quale ciascuna fisionomia viene attribuita ad una categoria (associazione o alleanza) o ad un mosaico di più categorie.

3.2 FITOSOCIOLOGIA, SINFITOSOCIOLOGIA ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Obiettivo centrale della geobotanica e dell’ecologia vegetale è studiare la vegetazione per spiegare la presenza di una comunità in un determinato luogo. Lo studio dinamico della distribuzione della vegetazione normalmente viene realizzato mediante l’analisi delle caratteristiche fitosociologiche, strutturali e sindinamiche.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

La fitosociologia è una disciplina che trova il proprio fondamento scientifico nella distribuzione discreta della vegetazione, che può essere classificata mediante un sistema gerarchico che vede nell’associazione il modello di base. (Le associazioni si riuniscono in alleanze, ordini e classi). La fitosociologia classica, rappresenta il primo livello di analisi cenologica, la fitosociologia integrata (sinfitosociologia) studia invece il complesso delle comunità vegetali che rappresentando lo stadio iniziale, intermedio e maturo.... danno luogo alla serie o sigmeto. Lo studio seriale della vegetazione, insieme alla cartografia dei complessi di vegetazione, fornisce le basi essenziali per l’ecologia del paesaggio. La serie è quindi l’unità geobotanica paesistica che comprende nel suo insieme tutti gli aggruppamenti vegetali legati da una logica successionale che si hanno in una tessera e pertanto include sia gli stadi maturi che quelli secondari di alterazione. Nell’ecologia del paesaggio si parte dallo studio della tessera, intesa come unità elementare della biogeografia, caratterizzata da un unico tipo di vegetazione potenziale; le singole tessere si distribuiscono quindi in funzione di un gradiente edafico o climatico secondo contatti catenali che danno luogo alla zonazione e più in generale al paesaggio vegetale.

Il paesaggio vegetale è formato da complessi di vegetazione e costituisce il sistema vegetazionale. Il concetto di “complesso di vegetazione” (definito da Braun-Blanquet nel 1928 e ripreso da Tuxen nel 1978) è adattabile a diverse scale, da quella locale a quella geografica. Il complesso di vegetazione si può definire come un insieme di associazioni vegetali che si presentano con relazioni di contiguità in relazione a fattori ecologici comuni (geosigmeto). Lo studio dei sistemi di vegetazione è molto recente, essendo stato proposto da Tuxen tra il 1974 e il 1980: attualmente si sta sviluppando in Italia, in Francia (GEHU, 1986) ed in particolare in Spagna ove su proposta di Rivas-Martinez (1987) si parla di fitosociologia integrata legata all’analisi del mosaico di vegetazione che caratterizza un territorio. Un insieme di serie che si trovano a contatto e che si sostituiscono in funzione di un gradiente ecologico danno luogo, all’interno di una stessa unità biogeografica, ad una geoserie o geosigmeto.

La serie di vegetazione quindi è l’insieme degli aggruppamenti vegetali che costituiscono i diversi stadi dinamici tendenti ad un solo aggruppamento maturo (vegetazione naturale potenziale), presenti all’interno di un territorio sufficientemente omogeneo dal punto di vista litogeomorfologico e bioclimatico. Una cartografia redatta secondo questi principi offre una notevole quantità di informazioni di carattere attuale e potenziale. Contiene tutte le informazioni che si possono dedurre da una carta fitosociologica (e ovviamente da una carta delle fisionomie vegetali) ma offre anche una lettura della potenzialità di ciascun lembo di territorio, anche se coltivato o antropizzato, dimostrandosi quindi di grande interesse scientifico e pianificatorio.

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3.3 RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA

Qualsiasi lavoro di cartografia della vegetazione non può prescindere dall’analisi di fotogrammi aerei in coppia stereoscopica dell’area in esame possibilmente ad una scala non troppo difforme da quella della rappresentazione cartografica.

Il lavoro si svolge essenzialmente in tre fasi: fotorestituzione, fotointerpretazione e controllo di campagna.

Il fine della fotorestituzione è quello di individuare porzioni di territorio uniformi di estensione compatibile con quella della scala di rappresentazione.

Parallelamente e successivamente alla fotorestituzione si procede alla fotointerpretazione, che necessita di controlli in campo e possibilmente di controlli su foto aeree scattate in stagioni diverse e a scale diverse. L’apporto del vegetazionista in questo tipo di carte consiste principalmente nel fornire le linee guida per la fotointerpretazione e nel descrivere adeguatamente le tipologie fisionomiche individuate.

3.4 CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE

BRAUN-BLANQUET J., 1928. Pflanzensoziologie, 1^ ed.. Berlin.

GEHU J.M., 1988. L’analyse symphytosociologique et geosymphytosociologique de l’espace. Théorie et méthodologie. Coll. phytosoc. 17: 11-46.

RIVAS-MARTINEZ S., 1987. Mapa de series de vegetacion de España. 1/400.000 y memoria. ICONA, Madrid.

TUXEN R., 1978. Bemerkungen zur historischen, begrifflichen und methodischen Grundtagen der Synsoziologie. In: Assoziationskomplexe (Rinteln). Ber. Intern. Symphosion 1977 in Rinteln: 3-12.

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4. FISIONOMIE VEGETAZIONALI ED USO DEL SUOLO

NEL COMUNE DI ROMA

(COMMENTO ALLA CARTA DELLA VEGETAZIONE E DELL’USO DEL SUOLO DEL COMUNE DI ROMA, SCALA 1:50.000)

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4.1 CENNI SULLA FISIOGRAFIA DELLA CAMPAGNA ROMANA

“Nel Lazio le pianure occupano il 20% della superficie regionale. La Campagna Romana è la pianura che dal Mar Tirreno si estende verso le valli del Tevere e dell’Aniene fino a toccare la base dei sistemi collinari e montuosi che la delimitano. La città di Roma è ubicata su un sistema di rilievi (non raggiungono i 150 metri) che determinano una separazione tra il settore costiero, che si raccorda con la Maremma Laziale e la Pianura Pontina, e il settore superiore, che si raccorda con i Monti Tiburtini e il Vulcano Laziale. Il substrato, formato prevalentemente da prodotti vulcanici quaternari e depositi pliocenici (argille e sabbie), determina una morfologia ondulata o più o meno pianeggiante.” (da: BLASI et al., 1995). In particolare “L’area romana costituisce per le sue caratteristiche un punto di convergenza di tematiche diverse ed ha costituito oggetto di indagine da parte degli studiosi di geologia del Quaternario a partire dalla metà del secolo scorso. Essa si trova compresa in una fascia di transizione tra due parti della penisola differenziate sia nelle strutture profonde della crosta sia in quelle delle coperture recenti. Roma, in particolare, si trova compresa tra due distretti vulcanici distinti, ambedue generati successivamente al reversal magnetico Brunhes-Matuyama (0.78 Ma), con magmi di tipo alcalino-potassico: i Colli Albani a sud-est ed i Sabatini a nord-ovest” (FUNICIELLO et al., in AA.VV., 1995).

“La Campagna Romana è percorsa da una complicata rete di fossi che nel tempo hanno scavato ripide pareti con ampi fondovalli. Queste incisioni conferiscono all’area un aspetto molto particolare (rilievi con la sommità piana) e una variabilità ambientale che ovviamente conduce alla formazione di tipi di vegetazione ben differenziati (ALMAGIA’, 1976). Un elemento litologico che si correla con la variabilità vegetazionale è la frequente presenza di una crosta superficiale (cappellaccio) più compatta o più tenera a seconda che derivi rispettivamente dall’alterazione dei tufi litoidi o dei tufi granulari. Per valutare la disponibilità di acqua nello strato superficiale si deve considerare, oltre alla permeabilità della roccia, la capacità di drenaggio dei fossi che, richiamando le acque presenti nel sottosuolo, determinano una certa aridità edafica. Un collegamento interessante tra caratteri fisiografici e attività antropiche è dato dalla fitta rete di cunicoli sotterranei che si estendono da Roma ai Colli Laziali e Sabatini. Furono realizzati dagli Etruschi e dai Romani per bonificare aree paludose e per fornire acqua ai pozzi. Famose in questo senso sono le opere eseguite per prosciugare le conche dei terreni pozzolanici a protezione della via Appia e i cunicoli realizzati per bonificare gli stagni interdunali (ALMAGIA’, l.c.).” (BLASI et al, 1995).

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4.2 LA VEGETAZIONE NATURALE POTENZIALE DELLA CAMPAGNA ROMANA

“Il climax rimane un concetto teorico, soprattutto in Europa, anche perché l’uomo da millenni ha profondamente mutato le condizioni dell’ambiente naturale. La ricostruzione della vegetazione naturale ha dunque un po’ il carattere di un puzzle, perché si tratta di mettere assieme le testimonianze per lo più frammentarie di serie di vegetazione e cercare di ottenerne modelli coerenti con le caratteristiche ambientali. Questo è stato proposto da tempo per la Pianura Padana (PIGNATTI, 1953), nonostante la copertura forestale sia ormai ridotta a pochi ettari, e più recentemente per vasti settori della Penisola e in particolare della regione Lazio (BLASI, 1993b).

Apparentemente il problema sembra di semplice soluzione: Roma è collocata nel settore centrale del bacino del Mediterraneo, e pertanto dovrebbe avere una vegetazione naturale potenziale di tipo mediterraneo. In base al postulato che il climax mediterraneo è la lecceta, anche il territorio di Roma dovrebbe tendere a questo climax. Ciò si ricava dai documenti finora esistenti, come le carte di vegetazione di Fenaroli e Giacomini (1956) e Tomaselli (1970); si tratta dunque tutt’al più di precisare quale sia, tra i vari tipi di lecceta finora descritti, quello che meglio corrisponde a quanto possiamo osservare nell’Area Romana.

La situazione tuttavia si è complicata quando ci si è resi conto della scarsa vitalità del leccio nella Campagna Romana e nella città di Roma (ANZALONE, 1952, 1953) e del fatto che Roma sia ubicata in un settore climatico di transizione, che pone quest’area ai limiti della zona climatica mediterranea, o forse addirittura oltre questi limiti. Sin dagli anni settanta studi cartografici sull’intero bacino del Tevere (AVENA, BLASI, 1978) e successivamente sulla vegetazione del bacino del Treja (BLASI et al., 1981), ponevano seriamente in discussione queste ipotesi in quanto era evidente la predominanza delle caducifoglie sulle sclerofille. In particolare, gli studi sui settori pianeggianti a nord di Roma e sui rilievi carbonatici (M.te Soratte e M.ti Lucretili) immediatamente al margine dell’area romana fornivano i primi elementi di base per una visione più chiara dei rapporti tra la serie della lecceta e quella del querceto caducifoglie (BLASI, 1984b, BLASI, 1984c). D’altra parte le ricerche paleobotaniche e quelle fitoclimatiche non confermano che il leccio abbia avuto una situazione privilegiata a Roma nel postglaciale, prima che si formasse la città e quando la vegetazione era in condizioni naturali

Nel bacino mediterraneo la vegetazione climatogena dei territori con temperatura media annua compresa tra 7 e 18 gradi e con precipitazioni superiori a 400 mm annui ha carattere forestale (PIGNATTI, 1986). Roma, i cui parametri climatici ricadono nella fascia centrale di questi valori, ha dunque sicuramente vocazione per una vegetazione naturale potenziale di questo tipo. Sull’aspetto di questa vegetazione invece i dati climatici lasciano aperte varie

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possibilità in quanto il limite climatico tra foresta sempreverde e foresta caducifoglia nell’Europa meridionale è attorno ai 14 gradi, quindi Roma si trova nella fascia di contatto tra questi due tipi di vegetazione.

I climogrammi caratteristici per l’area romana mostrano una condizione di moderato mediterraneismo: in particolare, il periodo di aridità estiva è relativamente breve e spesso interrotto da piogge intense, anche se brevi. Quindi la situazione bioclimatica non è caratterizzata in senso nettamente mediterraneo.

In effetti, la vegetazione caducifoglia nelle aree pianeggianti appare assolutamente prevalente, e questo non solo nei pochi consorzi boschivi relitti (per i quali è sempre possibile presupporre una certa azione dell’uomo), ma anche negli stadi di degradazione. Ad esempio, gli acquedotti romani paralleli alla Tuscolana, in molti punti recintati come monumenti archeologici, offrono nicchie protette nelle quali crescono specie legnose pioniere: si tratta quasi esclusivamente di specie caducifoglie, mentre le sempreverdi sono del tutto sporadiche. Questo sta a dimostrare che anche nelle condizioni attuali le specie caducifoglie appaiono le meglio adatte. Le sempreverdi invece tendono a concentrarsi sui pendii e sulle scarpate, cioè su suoli fortemente drenati.

Il pattern di vegetazione reale è fortemente condizionato dalla circolazione dell’acqua e quindi dal bilancio idrico nel suolo. Sui substrati pianeggianti si hanno suoli profondi con abbondante riserva idrica, che viene mantenuta anche nella stagione secca grazie al livello della falda relativamente superficiale, rifornita dai fiumi e dallo scorrimento di acque sotterranee provenienti dai Colli Albani e dall’Appennino. E’ noto che il sottosuolo dell’area romana è ricco di acqua, e nella fascia prossima alla costa si hanno anche ampi fenomeni di affioramento con formazione di stagni permanenti e stagionali. Quindi il periodo di aridità estiva, mai veramente completa, viene ulteriormente mitigato dalla riserva idrica del sottosuolo. In queste condizioni è possibile un processo pedogenetico prolungato, che porta alla formazione dei suoli lisciviati, particolarmente favorevoli per il querceto misto caducifoglie. Invece i consorzi sempreverdi sono limitati alle stazioni nelle quali, soprattutto per motivi di pendio, drenaggio ed erosione, la pedogenesi è incompleta ed i suoli mantengono un carattere primitivo.

Una certa presenza di vegetazione sempreverde (o di boscaglie con prevalenza di roverella) può essere determinata anche da interventi dell’uomo. Infatti, quando la vegetazione di bosco misto caducifoglie sia stata alterata, ad esempio attraverso il pascolo e l’incendio, le condizioni pedologiche possono ristabilirsi soltanto mediante un processo molto lento: il suolo rimane in una condizione di primitività e di relativa aridità, che favorisce l’espansione delle specie sempreverdi, soprattutto Phillyrea latifolia, Smilax aspera, Asparagus acutifolius e lo stesso leccio. Questi consorzi sempreverdi di probabile

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origine secondaria sono abbastanza diffusi, ad esempio nella bassa pianura (Castelporziano, Padiglione), ma forse costituiscono una conseguenza dell’impatto umano.

La vegetazione sempreverde si diffonde maggiormente nella Campagna Romana a partire da 3500 anni fa. Non è facile stabilire se questo cambiamento sia effetto di un’oscillazione climatica, che è stata riconosciuta anche in altre parti del globo per mezzo di diversi proxy-data, o se sia dovuta a un progressivo aumento dell’uso del territorio. Infatti sia l’attività antropica, sia l’andamento naturale del clima, possono provocare inaridimento ed erosione del suolo, e di conseguenza favorire lo sviluppo di vegetazione a querce sempreverdi.

Nell’Area Romana, anche prima dell’espansione delle popolazioni umane, la vegetazione era costituita sia da foreste che da formazioni erbacee, probabilmente di tipo steppico. Bisogna quindi ammettere che il paesaggio vegetale dell’area abbia avuto sempre un carattere variato, con alternanza di aree boscate e di praterie. Oggi nella zona dell’Appia Antica e lungo la Tiburtina si osservano affioramenti di materiale tufaceo sui quali si hanno suoli superficiali che non permettono lo sviluppo del bosco. E’ verosimile che queste aree fossero inizialmente più estese, così da caratterizzare il paesaggio vegetale, e di conseguenza anche i diagrammi pollinici.

In questo contesto la comparsa dell’uomo appare come un processo lento e progressivo, che non ha determinato cambiamenti drammatici. L’uomo è presente nell’Area Romana da oltre 250 000 anni (cfr. il deposito di Castel di Guido). Il popolamento però doveva rimanere più o meno sporadico fino a quando cominciò lentamente ad affermarsi l’agricoltura. Non si hanno tracce certe di uso generalizzato dell’incendio per distruggere la vegetazione boschiva e mettere a coltura i suoli più fertili: si può quindi supporre che agricoltura e pastorizia si siano inizialmente sviluppate nelle aree prative intercalate al bosco. Questa ipotesi viene avvalorata anche dal fatto che dai dati pollinici risulta che a partire da 3500 anni fa la copertura forestale si riduce fortemente e si nota una progressiva tendenza verso l’espansione della vegetazione steppica. D’altra parte, un cambiamento climatico intorno a 3500 anni fa è stato ampiamente riconosciuto in molte parti del globo.

Non è dunque possibile precisare se le cause remote che hanno avuto la prevalenza nel determinare l’assetto della vegetazione della Campagna Romana fossero in prevalenza naturali o antropiche. Come risultato, si è avuto un ambiente altamente diversificato, con una notevole ricchezza di flora e di aspetti vegetazionali. Va messo in evidenza il fatto che la città di Roma si forma in un’area che ha le condizioni di un ecotono: clima di transizione, abbondanza di acqua, paesaggio vegetale variato. Queste sembrano condizioni favorevoli per lo sviluppo di città destinate a svolgere un ruolo importante nella storia e cultura, basti ricordare i casi di Berlino, Tokyo, New York e Madrid.

La Campagna Romana, nonostante il suo aspetto relativamente uniforme, risulta un mosaico di situazioni geologiche, geomorfologiche, pedologiche e bioclimatiche, sulle quali

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si sono sovrapposte le variazioni climatiche del Quaternario e le conseguenze del prolungato impatto da parte di una popolazione dedita durante millenni alla pastorizia ed all’agricoltura. Ne è derivata una elevata diversificazione del paesaggio vegetale.

Il bioclima dell’area ha caratteristiche di transizione tra quello mediterraneo e quello centroeuropeo, e la vegetazione attuale (rappresentata dai pochi lembi che hanno potuto conservarsi) nelle stazioni pianeggianti presenta la netta prevalenza di specie caducifoglie. Prima di 3500 anni fa si aveva un querceto misto di carattere submediterraneo con prevalenza di specie caducifoglie, alternato ad aree con vegetazione di tipo steppico e vegetazione di ambienti ecologici particolari, come i boschi rivieraschi lungo i fiumi e la lecceta sulle testate dei colli, su morfologie rupestri, su cordoni dunali, in presenza di suoli sottili e poco sviluppati, ovunque si verificassero condizioni di stress idrico dovuto a fattori climatici, geografici o edafici. Per il querceto misto si può ritenere verosimile che la vegetazione naturale abbia avuto una composizione analoga a quella del querceto misto attuale, con codominanza di Quercus cerris e Q. frainetto, ed eventuale partecipazione di Q. robur, Q. suber ed altre specie arboree: questa è attualmente la vegetazione che nella zona raggiunge la massima diversità e ad essa corrispondono i profili di suolo che appaiono più maturi.

Tuttavia, l’aspetto forestale più importante della vegetazione naturale potenziale dell’area romana è dato da un querceto misto caducifoglie di tipo mediterraneo di transizione, che parzialmente è ancora presente in stazioni pianeggianti e con suolo profondi dove la pedogenesi ha raggiunto una fase di maturità. Di grande interesse, specialmente in termini di biodiversità, è la presenza della flora mediterranea, che insieme a quella dei querceti termofili (Quercus pubescens, Carpinus orientalis, Pistacia terebinthus, Cercis siliquastrum) occupa gli ambiti fortemente acclivi o i settori molto drenati ove si rinvengono comunità a prevalenza di sclerofille. Se è quindi vero che il bosco caducifoglie è l’elemento potenziale di maggiore valenza areale, è anche vero che in vicinanza della costa o lungo le pendici dei massicci carbonatici che delimitano l’Area Romana si hanno elementi seriali edafofili ove tuttavia, pur prevalendo le sclerofille, si hanno tracce della foresta caducifoglia con elementi sempreverdi tipici della foresta laurisilva.” (BLASI et al, 1995).

4.3 COMMENTO ALLA FLORA ROMANA

La città di Roma ospita un flora molto diversificata: soltanto nell’area compresa all’interno del Grande Raccordo Anulare sono attualmente presenti circa 1300 specie di piante vascolari spontanee, appartenenti a 591 generi e 131 famiglie (CELESTI GRAPOW, 1995). Numerose sono inoltre le entità segnalate nella bibliografia storica sulla flora

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cittadina, che risale al 1600 (PANAROLI, 1643; SEBASTIANI, 1815; SEBASTIANI e MAURI, 1818; MAURI, 1820; MARATTI, 1822; DEAKIN, 1855; SANGUINETTI, 1855-1867; FIORINI-MAZZANTI, 1875-78; CORTESI, SENNI, 1896; BEGUINOT, 1899), in studi più recenti (ANZALONE, 1951, 1953, 1978, 1983, 1986; CACCIATO, 1952, 1966; MONTELUCCI, 1953-54; BLASI, PIGNATTI, 1984; DE LILLIS, TESTI, 1984; ROSSI, LIPPOLIS, 1984; ROSSI, 1989; FANELLI, LUCCHESE, 1993-94; CORNELINI, PETRELLA, 1994; FANELLI, CELESTI GRAPOW, 1994; LEPORATTI et al., 1996; PAVESI, LEPORATTI, 1998) o raccolte negli antichi erbari, ma non più rinvenute negli ultimi anni.

Per quanto riguarda la nomenclatura delle specie analizzate in questo studio si è fatto riferimento a Pignatti (1982) nel testo e nelle check lists dei singoli parchi. La nomenclatura e l’ordine tassonomico dell’elenco floristico totale seguono invece Anzalone (1994) per le Pteridofite, le Gimnosperme e le Angiosperme Dicotiledoni e Pignatti (1982) per le Angiosperme Monocotiledoni.

Un’elevata ricchezza di specie caratterizza in genere le aree urbane ed è dovuta a numerosi fattori, primo fra tutti la notevole variabilità ambientale. Nel territorio romano la diversificazione morfologica, litologica e microclimatica (BLASI et al., 1995) e la coesistenza di quartieri di epoche successive, caratterizzati da differenti substrati e tipologie di impatto antropico, determinano la presenza di una vasta gamma di habitat per le piante. Il corso del Tevere e del suo sistema di affluenti, i parchi più estesi e le ville storiche (Villa Doria Pamphili, Villa Ada), le aree archeologiche (Palatino, Fori, Caracalla, Colosseo), i biotopi seminaturali residui (Pineto, Insugherata, Pisana, Monte Mario, Tenuta dei Massimi), i pascoli e gli incolti della cerchia suburbana rappresentano importanti nuclei per la conservazione di un’elevata biodiversità.

Un altro fattore responsabile dell’ingente ricchezza di specie dei centri abitati è l’immigrazione di specie alloctone, la cui presenza si concentra nelle aree più densamente urbanizzate e a maggior disturbo antropico. Tuttavia, rispetto a quanto accade nelle città centroeuropee, nelle quali quasi la metà del popolamento vegetale è costituito da essenze esotiche e invasive, a Roma esse svolgono un ruolo secondario, rappresentando appena il 20% della flora (CELESTI GRAPOW, BLASI, 2000). Una delle principali ricchezze naturalistiche della città di Roma consiste infatti nella presenza di un elevato contingente di specie indigene (circa 1050 all’interno del G.R.A.) e della vegetazione naturale, che limitano la banalizzazione e l’uniformità tipica dei grandi centri urbani e permettono al verde cittadino di mantenere una certa continuità con il paesaggio circostante e l’identità con la regione bioclimatica di appartenenza (CELESTI GRAPOW, BLASI, 1998).

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Tra le specie autoctone della flora romana esistono alcuni elementi di particolare interesse per la loro rarità o vulnerabilità a livello regionale, nazionale o comunitario. Secondo la Direttiva Habitat 92/43, relativa alla conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche, due specie dell’area in esame, il bucaneve (Galanthus nivalis) e il pungitopo (Ruscus aculeatus) sono da ritenersi elementi di interesse comunitario, il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione. Altre entità risultano incluse nelle liste rosse della flora italiana, compilate secondo le direttive dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). A livello nazionale sono da considerarsi “vulnerabili”, ossia esposte a grave rischio di estinzione in natura in un futuro a medio termine, per riduzione della popolazione o dell’habitat, due specie: Phyllitis sagittata e Soleirolia soleirolii. A livello regionale, sono presenti nell’area urbana di Roma 25 entità incluse nella lista rossa della flora del Lazio; due di esse, Ceratophyllum demersum e Sinapis pubescens, sono classificate come “gravemente minacciate”, ossia esposte a gravissimo rischio di estinzione in natura nell’immediato futuro. Sono classificate “vulnerabili” le seguenti specie: Chamaerops humilis, Eryngium barellieri, Lotus conimbricensis, Lycopus exaltatus, Matthiola fruticulosa, Medicago monspeliaca e Narcissus tazzetta. Sono infine considerate “a minor rischio”: Anacyclus clavatus, Andrachne telephioides, Aristolochia clematitis, Equisetum hyemale, Hermodactylus tuberosus, Hydrocharis morsus ranae, Isoëtes histrix, Leersia oryzoides, Lupinus graecus, Melica minuta, Ophioglossum lusitanicum, Parietaria lusitanica, Ranunculus parviflorus, Scutellaria galericulata e Trifolium hirtum.

L’elevato valore naturalistico del verde romano è determinato anche dalla presenza di un numeroso contingente di specie legnose autoctone. Tra alberi ad alto fusto, arbusti, arbusti nani e piante lianose, la flora legnosa all’interno del Raccordo Anulare è costituita da circa 200 specie, in prevalenza indigene. La maggior parte di esse si sviluppa nei boschi, nelle macchie e nei cespuglieti del settore occidentale e nordoccidentale. L’elemento predominante è costituito dalle querce (genere Quercus), rappresentate da ben 7 specie: innanzitutto il cerro (Q. cerris), il farnetto (Q. frainetto) e la sughera (Q. suber), principali elementi della vegetazione naturale potenziale che dominano fisionomicamente le cenosi boschive, accompagnate da più rari esemplari di farnia (Q. robur) e pseudosughera (Q. crenata). Anche la roverella (Q. pubescens) è frequente sia in situazioni chiuse che marginali, mentre il leccio (Q. ilex) è raramente inserito in consorzi ad alto fusto e quasi esclusivamente relegato alle stazioni più esposte. Le fanerofite delle cenosi mesofile comprendono oltre alle querce il carpino (Carpinus betulus), il castagno (Castanea sativa), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), il ciliegio (Prunus avium) e l’agrifoglio (Ilex aquifolium). Tra gli elementi legnosi delle cerrete si rinvengono il sorbo (Sorbus

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domestica), il nespolo (Mespilus germanica), la cornetta (Coronilla emerus) e la rosa selvatica (Rosa canina). Nella boscaglia mista di sclerofille e caducifoglie termofile, alla roverella, al leccio, agli aceri (Acer campestre, A. monspessulanum), e all’orniello (Fraxinus ornus) si aggiungono numerosi arbusti e piccoli alberi tra cui biancospino (Crataegus monogyna), ginestra (Spartium junceum), terebinto (Pistacia terebinthus), albero di Giuda (Cercis siliquastrum), paliuro (Paliurus spina-christi), rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens) e corniolo (Cornus mas). Numerose fanerofite concorrono inoltre alla costituzione della sughereta (ad esempio Arbutus unedo, Cistus salvifolius, Cytisus scoparius, Cytisus villosus, Erica arborea, Phillyrea latifolia, Rosa sempervirens), della lecceta (Laurus nobilis, Myrtus communis, Rhamnus alaternus) e della macchia mediterranea (Pistacia lentiscus, Smilax aspera). Alberi e arbusti sono infine gli elementi costituenti del bosco ripario, dominato da salici (prevalentemente Salix alba), pioppi (con dominanza di pioppo bianco Populus alba) e ontani (Alnus glutinosa).

Nonostante la ricchezza floristica delle cenosi legnose, il maggior numero di specie si rinviene generalmente nelle formazioni erbacee, nelle quali prevalgono le Composite (nell’area compresa all’interno del Grande Raccordo Anulare sono rappresentate da circa 150 specie), le Graminacee (circa 140 specie) e le Leguminose (circa 135 specie), seguite da Crucifere, Labiate, Ombrellifere, Rosacee e Cariofillacee. Terofite (41%) ed emicriptofite (27%) sono le forme biologiche dominanti la flora romana e sono distribuite in tutta l’area metropolitana, prevalentemente nella cerchia periferica. Le geofite costituisco il 12 % e si concentrano prevalentemente nei boschi e nei siti archeologici, dove la falciatura ne favorisce lo sviluppo rispetto ad altre forme biologiche, altrove più competitive.

Dal punto di vista ecologico i bioindicatori di umidità prevalgono lungo l’alto corso del Tevere e nelle aree verdi del settore occidentale della città. Lungo l’Aniene e il basso corso del Tevere sono invece concentrati gli indicatori di nitrofilia, dimostrando il più intenso impatto dell’uomo sugli habitat ripariali, sia direttamente che tramite maggior inquinamento delle acque. Le specie termofile ed eliofile caratterizzano le aree periferiche, in particolar modo il settore sudorientale, mentre gli indicatori di oceanicità sono legati alla presenza di correnti umide tirreniche ad occidente.

Per quanto riguarda gli aspetti corologici, la flora di Roma è dominata dagli elementi mediterranei: l’insieme delle specie stenomediterranee (18%), eurimediterranee (22%), mediterraneo-montane (1%) e mediterraneo-turaniane (3%) prevale in molte tipologie vegetazionali, in modo particolare nelle formazioni erbacee. Seguono le specie eurasiatiche e paleotemperate (19%), dominanti nelle fitocenosi forestali, le atlantiche (3%) e gli elementi boreali e nordici (5%). E’ inoltre presente un gruppo eterogeneo che comprende le specie con areale molto esteso, ossia cosmopolite e subcosmopolite, e le specie attualmente

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in espansione, ossia avventizie (28%). La presenza di questi elementi ad ampia distribuzione è diffusa in tutta la città ma caratterizza particolarmente le aree a maggior impatto antropico.

A Roma le specie ad ampia distribuzione, le avventizie esotiche, le piante sfuggite alla coltura, sia naturalizzate che effimere, e in generale gli elementi sinantropici, favoriti competitivamente dal disturbo, risultano più concentrati nelle aree densamente urbanizzate del settore centrale e centro-orientale. Al contrario, le principali formazioni che ospitano la flora autoctona sono le cenosi legnose dell’area occidentale e nordoccidentale e le formazioni erbacee ricche di specie mediterranee, come i vasti pascoli e gli incolti tipici della Campagna Romana, rimasti inclusi nel tessuto urbano dei settori periferici, e i siti archeologici, che si estendono dal centro storico verso la periferia sudorientale. Si tratta di un ingente patrimonio botanico, la cui permanenza è dovuta alla conservazione di un sistema del verde interconnesso e ancora collegato alle aree seminaturali esterne alla città. Tali connessioni tra gli elementi del mosaico del verde urbano sono necessarie al mantenimento degli scambi genetici tra popolazioni e risultano quindi indispensabili per la conservazione dell’elevata ricchezza floristica all’interno del territorio cittadino. Le vaste aree archeologiche del centro storico hanno finora mantenuto un certo grado di collegamento con i pascoli delle aree extraurbane e dei colli Albani attraverso il verde della Caffarella, del Parco degli Acquedotti e dell’Appia Antica, mentre le cenosi boschive del settore occidentale costituiscono i frammenti residui di una fascia forestale che un tempo orlava ad ovest la città (MONTELUCCI, 1953-54). Dal punto di vista floristico ed ecologico, il mantenimento e l’opportuna gestione di tali frammenti trascende quindi dalla protezione dei singoli biotopi, assumendo il ruolo di conservazione dell’intero sistema del verde cittadino.

4.4 ELENCO FLORISTICO

Nell’elenco floristico che segue sono riportate le specie più significative presenti nelle nove Riserve Naturali analizzate con l’aggiunta di alcune specie incluse nei rilevamenti fitosociologici. La nomenclatura e l’ordine tassonomico seguono, come già detto nel paragrafo precedente, Anzalone (1994) per le Pteridofite, le Gimnosperme e le Angiosperme Dicotiledoni (in parentesi viene riportato il sinonimo secondo Pignatti, 1982), mentre seguono Pignatti (1982) per le Angiosperme Monocotiledoni.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

P T E R I D O P H Y T A

EQUISETACEAE

Equisetum ramosissimum Desf.

Equisetum telmateja Ehrh.

Equisetum arvense L.

ADIANTACEAE

Adiantum capillus-veneris L.

HEMIONITIDACEAE

Anogramma leptophylla (L.) Link

HYPOLEPIDACEAE

Pteridium aquilinum (L.) Kuhn

ASPLENIACEAE

Asplenium onopteris L.

Asplenium trichomanes L.

Phyllitis scolopendrium (L.) Newm.

ASPIDIACEAE

Polystichum setiferum (Forssk.) T. Moore ex Woynar

G Y M N O S P E R M A E

CUPRESSACEAE

Juniperus communis L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

A N G I O S P E R M A E

D I C O T Y L E D O N E S

SALICACEAE

Salix alba L. Salix triandra L.

Salix caprea L.

Salix purpurea L. subsp. lambertiana (Sm.) Neumann ex Rech. f.

Populus alba L. Populus canescens (Aiton) Sm. Populus tremula L. Populus nigra L. Populus x canadensis Moench (spont.)

BETULACEAE

Alnus glutinosa (L.) Gaertner

CORYLACEAE

Carpinus betulus L.

Carpinus orientalis Miller Ostrya carpinifolia Scop.

Corylus avellana L.

FAGACEAE

Castanea sativa Miller Quercus ilex L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Quercus suber L. Quercus cerris L.

Quercus x crenata Lam. Quercus robur L. Quercus pubescens Willd. s.I.

Quercus frainetto Ten.

ULMACEAE

Ulmus minor Miller

Celtis australis L.

MORACEAE

Broussonetia papyrifera (L.) Vent. (spont.)

Ficus carica L.

Humulus lupulus L.

URTICACEAE

Urtica dioica L. Urtica urens L. Parietaria judaica L. (P. diffusa Mert. et Koch)

SANTALACEAE

Osyris alba L.

ARISTOLOCHIACEAE

Aristolochia rotunda L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

RAFFLESIACEAE

Cytinus hypocistis (L.) L.

POLYGONACEAE

Polygonum rurivagum Boreau Persicaria lapathifolia (L.) S. F. Gray (Polygonum lapathifolium L.) Persicaria maculosa S. F. Gray (Polygonum persicaria L.)

Rumex acetosella subsp. angiocarpus (Murb.) Murb. (R. angiocarpus Murb.) Rumex acetosa L.

Rumex crispus L. Rumex conglomeratus Murray

Rumex sanguineus L. Rumex pulcher L. Rumex obtusifolius L. Rumex bucephalophorus L.

CHENOPODIACEAE

Chenopodium ambrosioides L. (avv.)

Chenopodium multifidum L. (avv.)

Chenopodium vulvaria L.

Chenopodium opulifolium Schrader ex Koch et Ziz Chenopodium album L. Atriplex patula L.

AMARANTHACEAE

Amaranthus cruentus L. (avv.) (A. paniculatus L.)

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Amaranthus hybridus L. (A. chlorostachys Willd.) (avv.)

Amaranthus retroflexus L. (avv.) Amaranthus blitoides S. Watson (avv.) Amaranthus albus L. (avv.)

Amaranthus deflexus L. (avv.)

Amaranthus viridis L. (avv.)

CARYOPHYLLACEAE Arenaria leptoclados (Reichenb.) Guss. Stellaria media (L.) Vill.

Cerastium brachypetalum Pers.

Cerastium glomeratum Thuill. Cerastium ligusticum Viv.

Mohenchia mantica (L.) Bartl. Spergula arvensis L.

Agrostemma githago L.

Silene flos-cuculi (L.) Greuter et Burdet (Lychnis flos-cuculi L.) Silene latifolia Poiret subsp. alba (Miller) Greuter et Burdet (S. alba (Miller) E. H. L. Krause)

Silene gallica L. Saponaria officinalis L.

Petrorhagia saxifraga (L.) Link Petrorhagia prolifera (L.) P. W. Ball et Heywood Petrorhagia nanteulii (Burnat) P. W. Ball et Heywood

Petrorhagia velutina (Guss.) P. W. Ball et Heywood

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Dianthus armeria L.

RANUNCULACEAE

Delphinium halteratum Sm. Consolida regalis S. F. Gray

Anemone apennina L. Anemone hortensis L. Clematis flammula L. Clematis vitalba L. Adonis annua L. subsp. cupaniana

Ranunculus lanuginosus L. Ranunculus repens L.

Ranunculus bulbosus L. Ranunculus sardous Crantz

Ranunculus muricatus L. Ranunculus parviflorus L. Ranunculus paludosus Poiret (R. flabellatus Desf.)

Ranunculus ficaria L. Thalictrum aquilegifolium L.

GUTTIFERAE

Hypericum hirsutum L.

Hypericum australe Ten. Hypericum quadrangulum L. (H. tetrapterum Fries) Hypericum perforatum L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

LAURACEAE

Laurus nobilis L.

PAPAVERACEAE

Papaver rhoeas L. s.l.

Chelidonium majus L. Fumaria capreolata L. Fumaria officinalis L. Fumaria parviflora Lam.

CRUCIFERAE

Alliaria petiolata (Bieb.) Cavara et Grande Arabidopsis thaliana (L.) Heynh. Bunias erucago L. Barbarea vulgaris R. Br. Rorippa austriaca (Crantz) Besser (avv.)

Nasturtium officinale R. Br. Cardamine bulbifera (L.) Crantz

Cardamine hirsuta L. Berteroa obliqua (Sm.) DC. Cardaria draba (L.) Desv.

Diplotaxis erucoides (L.) DC.

Diplotaxis tenuifolia (L.) DC.

Hirschfeldia incana (L.) Lagreze Fossat

Rapistrum rugosum (L.) All.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Calepina irregularis (Asso) Thell. Raphanus raphanistrum L.

PLATANACEAE

Platanus hybrida Brot. (spont.)

CRASSULACEAE

Umbilicus rupestris (Salisb.) Dandy Sedum cepaea L.

ROSACEAE

Rubus ulmifolius Schott Rubus canescens DC.

Rubus caesius L.

Rubus gr. sylvatici

Rosa canina L. s.l. Rosa gallica L.

Rosa arvensis Hudson

Rosa sempervirens L. Agrimonia eupatoria L. Sanguisorba minor Scop. Geum urbanum L. Potentilla recta L.

Potentilla hirta L.

Potentilla reptans L.

Pyrus pyraster Burgsd.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Pyrus amygdaliformis Vill.

Malus sylvestris Miller Malus domestica Borkh. (spont. )

Sorbus domestica L. Mespilus germanica L. Crataegus monogyna Jacq.

Prunus spinosa L. Prunus avium L. (spont.)

LEGUMINOSAE

Cercis siliquastrum L.

Cytisus villosus Pouret

Cytisus scoparius (L.) Link

Genista monspessulana (L.) L. Johnson (Teline monspessulana (L.) C. Koch)

Spartium junceum L. Adenocarpus complicatus (L.) Gay

Lupinus angustifolius L. Robinia pseudoacacia L. (spont.) Galega officinalis L.

Astragalus hamosus L.. Vicia villosa Roth

Vicia hirsuta (L.) S. F. Gray Vicia parviflora Cav. (V. tenuissima (Bieb.) Schinz et Thell.) Vicia sativa L. s.l.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Vicia lutea L. Vicia hybrida L. Vicia bithynica (L.) L. Lathyrus venetus (Miller) Wohlf. Lathyrus sylvestris L.

Lathyrus annuus L. Lathyrus clymenum L. Lathyrus ochrus (L.) DC. Lathyrus aphaca L.

Pisum sativum L.

Ononis spinosa L. Melilotus altissimus Thuill.

Trigonella balansae Boiss. et Reuter (T. corniculata (L.) L.) Medicago sativa L. Medicago orbicularis (L.) Bartal. Medicago rigidula (L.) All. Medicago truncatula Gaertner Medicago murex Willd. Medicago arabica (L.) Hudson Medicago polymorpha L. (M. hispida Gaertner) Medicago praecox DC. Trifolium repens L.

Trifolium nigrescens Viv. Trifolium glomeratum L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Trifolium suffocatum L.

Trifolium vesiculosum Savi Trifolium fragiferum L. Trifolium resupinatum L. Trifolium tomentosum L. Trifolium campestre Schreber

Trifolium arvense L.

Trifolium ligusticum Loisel. Trifolium scabrum L. Trifolium stellatum L. Trifolium incarnatum L.

Trifolium pratense L.

Trifolium pallidum Waldst. et Kit. Trifolium lappaceum L. Trifolium cherleri L. Trifolium angustifolium L.

Trifolium echinatum MB.

Trifolium leucanthum MB.

Trifolium squarrosum L. Trifolium subterraneum L. Dorycnium hirsutum (L.) Ser.

Dorycnium rectum (L.) Ser. Dorycnium herbaceum Vill. (D. pentaphyllum Scop. subsp. herbaceum (Vill.) Bonnier et Layens)

Lotus glaber Miller (L. tenuis Willd.)

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Lotus corniculatus L.

Lotus angustissimus L. Lotus edulis L. Lotus conimbricensis Brot.

Lotus ornithopodioides L. Lotus tetragonolobus L. (Tetragonolobus purpureus Moench)

Hymenocarpus circinnatus (L.) Savi Securigera securidaca (L.) Degen et Dorfler

Securigera varia (L.) Lassen (Coronilla varia L.)

Ornithopus compressus L. Ornithopus pinnatus (Miller) Druce Coronilla scorpioides (L.) Koch

Hippocrepis emerus (L.) Lassen (Coronilla emerus L.) Hippocrepis biflora Sprengel (non H. unisiliquosa L.) Scorpiurus muricatus L. Hedysarum coronarium L. Scop.

GERANIACEAE

Geranium sanguineum L. Geranium rotundifolium L. Geranium molle L.

Geranium columbinum L.

Geranium dissectum L. Geranium robertianum L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Erodium malacoides (L.) L'Hér.

LINACEAE

Linum bienne Miller Linum strictum L.

EUPHORBIACEAE

Chrozophora tinctoria (L.) A. Juss.

Mercurialis annua L. Mercurialis perennis L.

Euphorbia hirsuta L. (E. pubescens Vahl)

Euphorbia cuneifolia Guss.

Euphorbia helioscopia L. Euphorbia exigua L. Euphorbia falcata L. Euphorbia amygdaloides L.

SIMAROUBACEAE

Ailanthus altissima (Miller) Swingle (spont.)

POLYGALACEAE

Polygala monspeliaca L.

ANACARDIACEAE

Pistacia terebinthus L. Pistacia lentiscus L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

ACERACEAE

Acer campestre L.

Acer monspessulanum L. Acer negundo L. (spont.)

AQUIFOLIACEAE

Ilex aquifolium L.

CELASTRACEAE

Evonymus europaeus L. (Euonymus europaeus L.)

RHAMNACEAE

Paliurus spina-christi Miller Rhamnus alaternus L. Rhamnus cathartica L.

VITACEAE

Vitis vinifera L. (spont.)

TILIACEAE

Tilia cordata Miller

MALVACEAE

Malope malacoides L.

Malva nicaeensis All.

Malva parviflora L. Lavatera cretica L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Lavatera punctata All. Althaea cannabina L.

Alcea setosa (Boiss.) Alef. (avv.)

THYMELAEACEAE

Daphne gnidium L.

VIOLACEAE

Viola odorata L. Viola suavis Bieb. Viola alba Besser subsp. dehnhardtii (Ten.) W. Becker

Viola reichenbachiana Jordan ex Boreau

CISTACEAE

Cistus creticus L. subsp. eriocephalus (Viv.) Greuter et Burdet (C. incanus L.)

Cistus monspeliensis L.

Cistus salvifolius L. Tuberaria guttata (L.) Fourr.

CUCURBITACEAE

Bryonia dioica Jacq.

LYTHRACEAE

Lythrum salicaria L. Lythrum junceum Banks et Solander

Lythrum hyssopifolia L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

MYRTACEAE

Myrtus communis L.

ONAGRACEAE

Circaea lutetiana L.

Epilobium hirsutum L.

Epilobium parviflorum Schreber

Epilobium lanceolatum Sebast. et Mauri

Epilobium tetragonum L.

THELIGONACEAE

Theligonum cynocrambe L.

CORNACEAE

Cornus sanguinea L. Cornus mas L.

ARALIACEAE

Hedera helix L.

UMBELLIFERAE

Eryngium campestre L. Chaerophyllum temulentum L.

Anthriscus sylvestris (L.) Hoffm.

Scandix pecten-veneris L. Smyrnium olusatrum L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Pimpinella peregrina L. Berula erecta (Hudson) Coville

Oenanthe pimpinelloides L.

Foeniculum vulgare Miller

Kundmannia sicula (L.) DC. Conium maculatum L. Bupleurum tenuissimum L.

Apium nodiflorum (L.) Lag. Ammi visnaga (L.) Lam. Ammi majus L. Ammoides pusilla (Brot.) Breistr. Angelica sylvestris L.

Ferula communis L. Tordylium apulum L. Torilis nodosa (L.) Gaertner

Torilis japonica (Houtt.) DC. Orlaya grandiflora (L.) Hoffm.

Daucus carota L.

ERICACEAE

Erica arborea L. Arbutus unedo L.

PRIMULACEAE

Cyclamen hederifolium Aiton

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Cyclamen repandum Sm.

Lysimachia vulgaris L.

Anagallis arvensis L.

PLUMBAGINACEAE

Plumbago europaea L.

OLEACEAE

Fraxinus ornus L.

Ligustrum vulgare L. Phillyrea latifolia L.

GENTIANACEAE

Blackstonia perfoliata (L.) Hudson Centaurium tenuiflorum (Hoffmanns. et Link) Fritsch

APOCYNACEAE

Vinca minor L.

RUBIACEAE

Sherardia arvensis L. Asperula laevigata L.

Galium elongatum C. Presl. Galium verum L. subsp. verum

Galium album Miller

Galium aparine L. Galium parisiense L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Cruciata laevipes Opiz

Rubia peregrina L. CONVOLVULACEAE

Calystegia sepium (L.) R. Br.

Calystegia sylvatica (Kit.) Griseb.

Convolvolus cantabrica L. Convolvulus arvensis L. Convolvolus althaeoides L.

BORAGINACEAE

Lithospermum purpurocaeruleum L. (Buglossoides purpurocaerulea (L.) I. M. Johnston)

Cerinthe major L. Echium italicum L. Echium vulgare L. Echium plantagineum L.

Symphytum officinale L.

Symphytum tuberosum L. subsp. angustifolium (A. Kerner) Nyman Symphytum bulbosum C. Schimper

Anchusa hybrida Ten. Borago officinalis L. Myosotis arvensis Hill

Cynoglossum creticum Miller

VERBENACEAE

Verbena officinalis L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

CALLITRICHACEAE

Callitriche stagnalis Scop.

LABIATAE

Ajuga reptans L. Ajuga chamaepitys (L.) Schreber Teucrium chamaedrys L. Teucrium capitatum L. (T. polium L. subsp. capitatum (L.) Arcangeli) Marrubium vulgare L.

Sideritis romana L. Lamium maculatum L.

Lamium bifidum Cyr. Lamium purpureum L. Lamium amplexicaule L. Ballota nigra L. subsp. foetida (Vis.) Hayek

Stachys officinalis (L.) Trevisan Stachys sylvatica L. Stachys palustris L.

Stachys ocymastrum (L.) Briq. Stachys arvensis (L.) L.

Prunella laciniata (L.) L. Prunella vulgaris L. Melissa officinalis L. subsp. altissima (Sm.) Arcangeli (M. romana Miller)

Satureja vulgaris (L.) Fritsch subsp. vulgaris (Clinopodium vulgare L.)

Satureja calamintha (L.) Sceele (Calamintha nepeta (Req.) P.W. Ball)

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Origanum vulgare L. Lycopus europaeus L. Mentha pulegium L. Mentha aquatica L. Mentha suaveolens Ehrh. Mentha longifolia (L.) Hudson Mentha spicata L.

Salvia pratensis L. Salvia verbenaca L. Salvia multifida Sm.

SOLANACEAE

Solanum dulcamara L.

SCROPHULARIACEAE

Verbascum samniticum Ten.

Verbascum thapsus L.

Verbascum sinuatum L.

Verbascum pulverulentum Vill. Verbascum blattaria L. Scrophularia auriculata L.

Scrophularia canina L.

Misopates orontium (L.) Rafin. Linaria purpurea (L.) Miller

Linaria pelisseriana (L.) Miller

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Kickxia commutata (Bernh.) Fritsch Veronica arvensis L. Veronica hederifolia L.

Veronica anagallis-aquatica L. Veronica beccabunga L.

Odontites verna (Bellardi) Dumort (O. rubra Besser) subsp. serotina (Dumort) Corb. Bellardia trixago (L.) All. Lathraea squamaria L.

OROBANCHACEAE

Orobanche rapum-genistae Thuill.

ACANTHACEAE

Acanthus mollis L.

PLANTAGINACEAE

Plantago major L. Plantago lanceolata L. Plantago bellardi All.

Plantago afra L. (P. psyllium L.)

Plantago lagopus L.

CAPRIFOLIACEAE

Sambucus ebulus L. Sambucus nigra L. Viburnum tinus L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Lonicera implexa Aiton Lonicera caprifolium L. Lonicera etrusca G. Santi

VALERIANACEAE Valerianella eriocarpa Desv.

Valerianella puberula (Bertol. ex Guss.) DC.

Centranthus ruber (L.) DC.

DIPSACACEAE

Dipsacus fullonum L.

Knautia integrifolia (L.) Bertol.

Sixalix atropurpurea (L.) Greuter et Burdet subsp. maritima (L.) Greuter et Burdet (Scabiosa maritima L.)

CAMPANULACEAE

Campanula rapunculus L.

COMPOSITAE

Eupatorium cannabinum L. Aster linosyris (L.) Bernh.

Conyza albida Willd.

Filago vulgaris Lam. (F. germanica (L.) non Hudson) Filago pyramidata L. Inula conyza DC.

Inula graveolens (L.) Desf.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Inula viscosa (L.) Aiton Pulicaria vulgaris Gaertner Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. Pulicaria odora (L.) Reichenb. Pallenis spinosa (L.) Cass.

Bidens tripartita L.

Bidens frondosa L. (avv.)

Anthemis arvensis L.

Anthemis cotula L.

Anthemis tinctoria L.

Chamaemelum fuscatum (Brot.) Vasc. (Anthemis praecox Link)

Anacyclus radiatus Loisel. Achillea collina J. Becker ex Reichenb. Chrysanthemum segetum L. Coleostephus myconis (L.) Reichenb. fil. Artemisia vulgaris L. Artemisia verlotiorum Lamotte (avv.)

Artemisia annua L. (avv.)

Tussilago farfara L. Petasites hybridus (L.) Gaerter, B. Meyer et Scherb.

Senecio erraticus Bertol. Senecio vulgaris L. Calendula arvensis L.

Arctium minus Bernh.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Carduus nutans L. subsp. nutans

Carduus micropterus (Borbàs) Teyber subsp. perspinosus (Fiori) Kazmi

Carduus pycnocephalus L. Cirsium vulgare (Savi) Ten.

Cirsium arvense (L.) Scop.

Galactites tomentosa Moench

Onopordum acanthium L.

Onopordum illyricum L. Crupina vulgaris Cass.

Centaurea alba L. (C. deusta Ten.) Centaurea sphaerocephala L.

Centaurea napifolia L.

Centaurea gr. pannonica (Heuffel) Simonkai (comprende C. gr. jacea)

Centaurea calcitrapa L. Centaurea solstitialis L. Carthamus lanatus L. Carduncellus caeruleus (L.) C. Presl.

Carlina corymbosa L. Echinops siculus Strobl Cichorium intybus L. Lapsana communis L.

Tolpis umbellata Bertol. Tolpis virgata Bertol. Tragopogon porrifolius L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Hypochoeris radicata L. Hypochoeris achyrophorous L. Urospermum picroides (L.) Scop. ex F. W. Schmidt Urospermum dalechampii (L.) Scop. ex F. W. Schmidt

Andryala integrifolia L.

Chondrilla juncea L. Sonchus asper (L.) Hill

Sonchus oleraceus L. Lactuca serriola L. Reichardia picroides (L.) Roth Aetheorhiza bulbosa (L.) Cass. Crepis foetida L. Crepis sancta (L.) Babcock

Crepis zacintha (L.) Babcock Crepis neglecta L.

Crepis vesicaria L.

Crepis setosa Haller fil.

Hieracium piloselloides Vill. Hieracium sabaudum L.

M O N O C O T Y L E D O N E S

ALISMATACEAE

Alisma plantago-aquatica L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

LILIACEAE Asphodelus microcarpus Salzm. et Viv. Asphodelus albus Miller

Colchicum lusitanum Brot.

Scilla autumnalis L. Ornithogalum umbellatum L. Ornithogalum narbonense L. Ornitogalum pyrenaicum L. Bellevalia romana (L.) Sweet Muscari neglectum Guss.

Leopoldia comosa (L.) Parl. Allium vineale L. Allium ampeloprasum L. Allium fuscum Waldst. et Kit.

Allium neapolitanum Cyr. Allium roseum L. Allium subhirsutum L.

Allium triquetrum L. Asparagus acutifolius L. Ruscus aculeatus L. Smilax aspera L.

AMARYLLIDACEAE

Galanthus nivalis L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Narcissus tazetta L.

DIOSCOREACEAE

Tamus communis L.

IRIDACEAE

Iris germanica L. (spont.)

Iris pseudacorus L.

Iris foetidissima L. Crocus suaveolens Bertol. Romulea bulbocodium (L.) Sebast. et Mauri Gladiolus italicus Miller Gladiolus byzantinus Miller

JUNCACEAE

Juncus bufonius L. Juncus effusus L. Juncus conglomeratus L.

Juncus inflexus L. Juncus articulatus L.

Juncus capitatus Weigel

Luzula forsteri (Sm.) DC. Luzula campestris (L.) DC.

GRAMINEAE

Cynosurus cristatus L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Cynosurus polybracteatus Poiret

Cynosurus echinatus L. Briza maxima L. Briza minor L. Dactylis hispanica Roth

Dactylis glomerata L. Poa compressa L.

Poa trivialis L. Poa pratensis L.

Poa bulbosa L. Vulpia ligustica (All.) Link

Vulpia ciliata Dumort. Vulpia myuros (L.) C. C. Gmelin Festuca arundinacea Schreb. Festuca heterophylla Lam.

Catapodium rigidum (L.) C. E. Hubbard Ampelodesmos mauritanicus (Poiret) T. Durand et Sch.

Melica transsylvanica Schur Melica magnolii Gren. et Godr.

Melica uniflora Retz. Melica arrecta G. Kunze Glyceria plicata (Fries) Fries Lolium rigidum Gaudin

Lolium multiflorum Lam.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Lolium perenne L. Bromus sterilis L. Bromus madritensis L.

Bromus rigidus Roth

Bromus gussonei Parl. Bromus hordeaceus L. Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. Brachypodium rupestre (Host) Roemer et Schultes Brachypodium phoenicoides (L.) Roemer et Schultes Brachypodium distachyum (L.) Beauv. Hordeum bulbosum L.

Hordeum leporinum Link Agropyron repens (L.) Beauv. Dasypyrum villosum (L.) P. Candargy Aegilops geniculata Roth

Aegilops neglecta Req.

Hainardia cylindrica (Willd.) Greuter

Avena barbata Potter Avena sterilis L. Arrhenatherum elatius (L.) Presl Gaudinia fragilis (L.) Beauv. Holcus lanatus L. Trisetaria panicea (Lam.) Maire

Agrostis salmantica (Lag.) Kunth

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Agrostis stolonifera L. Gastridium ventricosum (Gouan) Schinz et Thell.

Polypogon viridis (Gouan) Breistr. Polypogon monspeliensis (L.) Desf.

Aira cupaniana Guss. Aira elegans Willd. ex Gaudin Corynephorus divaricatus (Pourret) Breistr.

Phragmites australis (Cav.) Trin. ex Steudel Arundo donax L. (spont.)

Arundo pliniana Turra Phalaris coerulescens Desf.

Phalaris bulbosa L.

Phalaris paradoxa L. Phalaris minor Retz.

Phalaris canariensis L. (spont.) Typhoides arundinacea (L.) Moench

Anthoxanthum odoratum L.

Alopecurus myosuroides Hudson

Phleum pratense L. Stipa bromoides (L.) Dorfler Oryzopsis miliacea (L.) Asch. et Schweinf.

Echinochloa crus-galli (L.) Beauv. Paspalum paspalodes (Michx.) Scribner (avv.) Imperata cylindrica (L.) Raeuschel

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Chrysopogon gryllus (L.) Trin.

Cymbopogon hirtus (L.) Janchen

ARACEAE

Arum italicum Miller Arisarum vulgare Targ. Tozz.

Arisarum proboscideum (L.) Savi

SPARGANIACEAE

Sparganium erectum L.

TYPHACEAE

Typha latifolia L. Typha angustifolia L.

CYPERACEAE

Carex distachya Desf. Carex contigua Hoppe Carex divulsa Stockes

Carex otrubae Podp. Carex divisa Hudson Carex caryophyllea Latourr.

Carex grioletii Roemer

Carex olbiensis Jordan Carex sylvatica Hudson Carex distans L.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Carex pendula Hudson

Carex flacca Schreber Carex hirta L. Eleocharis palustris (L.) Roemer et Schultes Cyperus longus L. Cyperus rotundus L.

Cyperus fuscus L.

ORCHIDACEAE

Ophrys bombyliflora Link

Ophrys apifera Hudson Ophrys bertolonii Moretti Ophrys sphegodes Miller Ophrys fuciflora (Crantz) Moench

Aceras anthropophorum (L.) R. Br.

Serapias vomeracea (Burm.) Briq. Serapias cordigera L.

Orchis papilionacea L. Orchis tridentata Scop.

Orchis purpurea Hudson

Orchis provincialis Balb.

Platanthera bifolia (L.) L. C. M. Richard

Cephalanthera longifolia (Hudson) Fritsch

Limodorum abortivum (L.) Swartz

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

4.5 HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO

La visione sistemica (olistica) dell’ambiente ha modificato radicalmente i principi della conservazione. L’ecologo, e in particolare l’ecologo del paesaggio, ha compreso che la sfida del prossimo futuro è coniugare i principi dell’ecologia con quelli della pianificazione. Applicare le regole dell’ecologia alla pianificazione è la proposizione più recente che vede insieme ecologi, geografi, economisti, urbanisti, ingegneri e naturalisti per stimolare la crescita di nuove discipline che nascono di per sé integrate (ecologia del paesaggio e progettazione ambientale).

La conoscenza dei sistemi naturali nella loro dinamica e distribuzione, permette di sciogliere il nodo “fruizione” o “conservazione”. E’ la carenza di conoscenza che rende incerti e che, specialmente nel passato, ha privilegiato la protezione della natura rispetto alla corretta gestione delle risorse. Ciò tuttavia non significa svuotare di contenuti la protezione dell’ambiente dato che oggi più che mai, di fronte alla distruzione delle foreste, alla perdita continua della risorsa suolo, alla moria dei fiumi e alla progressiva riduzione della zone umide, si deve porre il problema della conservazione delle popolazioni e degli habitat. A suo tempo Giacomini parlò di conservazione attiva, recentemente si è aggiornato il concetto mediante la protezione cosciente, che si basa sulla conoscenza scientifica dei processi che sono alla base dello sviluppo e delle alterazioni dei sistemi naturali, seminaturali e antropici.

In una situazione in cui gli ecologi pongono all’attenzione delle popolazioni la impossibilità di trasferire il modello di sviluppo occidentale al resto del Pianeta, l’Unione europea si è attivata per garantire la conservazione della biodiversità in Europa. Da qui ha preso il via la Direttiva Habitat 92/43 (21 maggio 1992), finalizzata alla conservazione di habitat e specie animali e vegetali.

L’Unione europea attraverso la Direttiva Habitat ha chiesto direttamente agli Stati Membri, di salvaguardare le popolazioni e gli habitat ritenuti di interesse comunitario.

Il Programma vuole garantire la conservazione degli elementi caratteristici delle diverse regioni biogeografiche presenti in Europa ponendo particolare attenzione alla tutela degli habitat e delle specie che corrono maggiori rischi di estinzione. Si vuole quindi che ciascuna regione biogeografica mantenga inalterata la potenzialità biologica e ambientale.

Avere come ambito di riferimento la regione biogeografica impone il superamento delle divisioni locali favorendo una ricomposizione complessiva basata su caratteri ambientali, a loro volta collegati alle caratteristiche sociali, economiche e culturali degli Stati Membri.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

La Direttiva Habitat ha scelto di non perseguire esclusivamente la logica dei grandi Parchi anche perché spesso sono a rischio di estinzione popolazioni animali e vegetali che trovano il loro optimum ecologico in ambiti fortemente antropizzati.

Per realizzare questo ambizioso progetto si è costituito un Gruppo di Lavoro che, partendo dalla delimitazione delle Regioni Biogeografiche, ha predisposto un elenco di habitat e di specie di interesse europeo.

Privilegiando la storia e i cambiamenti che hanno interessato le popolazioni animali e vegetali rispetto agli interessi localistici, la Direttiva ha tenuto conto della globalità dei caratteri biogeografici ed ecologici.

Si riporta nella pagina seguente l’elenco degli Habitat rinvenuti nelle aree naturali protette dall’Ente RomaNatura.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Codice Habitat

92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba

3170 Stagni temporanei mediterranei

3270 Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p

3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari di Salix alba e Populus alba

5310 Boscaglia fitta di Laurus nobilis

6220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea

6310 Dehesas con Quercus spp. sempreverde

9260 Foreste di Castanea sativa9220 Boschi di Quercus frainetto

9330 Foreste a Quercus suber

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

4.6 CLASSIFICAZIONE E ORDINAMENTO DI RILIEVI FITOSOCIOLOGICI

Per ogni tipologia strutturale di vegetazione è stata elaborata la relativa matrice di dati: alle tabelle di partenza, di 72 rilievi x 309 specie per la vegetazione forestale, 54 rilievi x 258 specie per la vegetazione arbustiva e 99 rilievi x 404 specie, sono stati applicati metodi di analisi multivariata. E’ stato così possibile mettere in evidenza le affinità tra le varie fitocenosi rilevate, tramite il raggruppamento in insiemi omogenei dei rilievi fitosociologici floristicamente affini.

Vegetazione forestale

La classificazione ha evidenziato 2 principali gruppi di rilievi (gruppo A e gruppo B), a loro volta divisi in un totale di 6 sottogruppi (A1a, A1b, A2, B1, B2, B3 e B4), come da Tabella 1.

L’ordinamento dei rilievi mostra una distribuzione orizzontale, lungo il primo asse, che segue un gradiente di strutturazione dai boschi più chiusi e maturi sulla sinistra a quelli più aperti e disturbati sulla destra del diagramma. Il secondo asse è invece interpretabile come un gradiente di umidità edafica, maggiore in corrispondenza della vegetazione dei fondovalle alluvionali, nella parte bassa del diagramma, rispetto alla vegetazione dei substrati sabbioso-ghiaiosi e dei versanti vulcanici, nella parte alta del diagramma.

Vegetazione arbustiva

La classificazione ha evidenziato 2 principali gruppi di rilievi (gruppo A e gruppo B), a loro volta divisi in un totale di 7 sottogruppi (A1a, A1b, A2a, A2b, B1, B2, e B3), come da Tabella 2.

L’ordinamento dei rilievi mostra una distribuzione, lungo il primo asse, che segue un gradiente di ricchezza ed umidità edafica dalle formazioni nitrofile di piede di versante sulla sinistra a quelle più povere dei substrati sabbiosi sulla destra del diagramma; il secondo asse è invece interpretabile come un gradiente di complessità floristico-strutturale, massima in corrispondenza della macchia mediterranea, nella parte bassa del diagramma, e minima nei popolamenti ad Arundo pliniana collocati nella parte alta del diagramma.

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Vegetazione erbacea

La classificazione ha evidenziato 3 principali gruppi di rilievi (gruppo A, gruppo B e gruppo C), a loro volta divisi in un totale di 9 sottogruppi (A1, A2, A3, A4, B1, B2, C1, C2 e C3), come da Tabella 3.

L’ordinamento dei rilievi mostra una distribuzione, lungo il primo asse, che segue un gradiente di ricchezza ed umidità edafica dalle formazioni di fondovalle sulla sinistra a quelle dei versanti sabbiosi o argillosi sulla destra del diagramma. Il secondo asse è invece interpretabile come un gradiente di complessità floristico-strutturale, dalle praterie più ricche di specie, nella parte bassa del diagramma, a quelle paucispecifiche nella parte alta del diagramma.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Tabella 1 - Vegetazione forestale

A: vegetazione delle zone umide e di accumulo di nutrienti

A1: vegetazione igrofila A1a: formazioni a Salix alba delle sponde dei principali corsi d’acquaA1b: formazioni a Salix alba, Populus nigra e Ulmus minor più distanti dalle incisioni fluviali rispetto ad A1a

A2: vegetazione meso-nitrofila di sostituzione ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia in ambito di fondovalle alluvionale o al piede dei versanti

B: vegetazione di stazioni a ridotta umidità e ricchezza edafica

B1: formazioni a Quercus ilex e/o Q. pubescens con Laurus nobilisB2: boschi a Quercus cerris con Acer campestre e Fraxinus ornus

Comprendono: formazioni con Quercus

frainetto ed alta frequenza di Ulmus minor

formazioni con Carpinus orientalis

formazioni a carattere più mesofilo con Carpinus betulus e Castanea sativa

B3: boscaglie a dominanza monospecifica di Quercus suber con sottobosco a Pteridium aquilinumB4: formazioni a Quercus cerris con Q. frainetto e Q. suber

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Tabella 2 - Vegetazione arbustiva

A: mantelli forestali ed arbusteti mesofili e termofili a dominanza di caducifoglie

A1: formazioni con Ulmus minor e Rubus ulmifolius

A1a: mantelli a dominanza di Ulmus minor con Prunus spinosa e Ligustrum vulgareA1b: cespuglieti nitrofili a dominanza di Rubus ulmifolius ed Ulmus minor; il gruppo comprende un esempio di comunità ad Arundo donax

A2: cespuglieti e mantelli con Spartium junceum

A2a: mantelli forestali a Rubus ulmifolius e Spartium junceumA2b: mantelli forestali e ginestreti a dominanza di Spartium junceum

B: mantelli forestali ed arbusteti xerofili

B1: canneti ad Arundo plinianaB2: mantelli forestali ed arbusteti ad Erica arborea, Cytisus villosus e Phillyrea sp. pl.B3: premantelli a dominanza di Cistus salvifolius

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Tabella 3 - Vegetazione erbacea

A: praterie stabili relativamente meso-nitrofile

A1: comunità, prevalentemente localizzate in valli secondarie, ad Hordeum bulbosum e Trifolium pallidum con Cynosurus cristatusA2: comunità degli incolti su versanti e pianori ad Avena sativa, Verbascum sinuatum, Dactylis glomerata, Foeniculum vulgare, Holcus lanatus, Raphanus raphanistrum, Convolvulus arvensisA3: comunità degli incolti e dei prati sfalciati e/o pascolati su versanti e pianori a Dasypyrum villosum, Vulpia ligustica, Avena barbata, Verbascum sinuatum, Raphanus raphanistrum, Convolvulus arvensisA4: comunità ruderali di fondovalle ad Agropyron repens e Lolium perenne con Rumex crispus, Verbascum blattaria, Convolvulus arvensis

B: praterie relativamente termofile e xerofile B1: comunità a dominanza di Brachypodium phoenicoides con Teucrum chamaedrys, Avena sterilis, Asphodelus microcarpusB2: comunità effimere su suoli poco evoluti con Scorpiurus muricatus, Hypochoeris achyrophorus, Pallenis spinosa, Blackstonia perfoliata, Avena sterilis, Linum strictum, Lotus ornithopodioides

C: praterie stabili meso-igrofile C1: comunità di orlo a Vicia villosa e Bromus sterilisC2: comunità di fondovalle con Agrostis stolonifera, Carex hirta, Cerastium ligusticumC3: comunità di fondovalle con Galega officinalis, Lolium multiflorum, Trifolium squarrosum

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4.7 COMMENTO ALLE CATEGORIE CARTOGRAFATE

Uno dei vantaggi dei documenti cartografici di sintesi è quello di evidenziare con immediatezza le principali caratteristiche di un ampio territorio. Se poi, come in questo caso, le informazioni sono gestite tramite un G.I.S., l’analisi delle diverse categorie cartografate diventa molto più agevole e permette di ricavare informazioni di carattere non solo qualitativo, ma di sensibile dettaglio quantitativo (ad es.: numero di poligoni riferiti ad una determinata categoria e superficie di ciascuno). La scala adottata, compatibile con le risorse disponibili, conduce ad un documento di grande valore sintetico che non soddisfa però pienamente l’esigenza di dettaglio. I Parchi di RomaNatura non sono le uniche aree verdi del Comune e pertanto per valutare pienamente l’efficienza della rete ecologica cittadina è urgente definire uno studio di base in scala 1.10.000.

Ciò che appare più evidente dall’analisi della carta della vegetazione del Comune di Roma è una forte asimmetria nella distribuzione delle formazioni vegetali naturali e seminaturali. Il settore occidentale del territorio comunale, per varietà di tipologie di vegetazione naturale ed estensione delle aree interessate dalle stesse, si discosta sensibilmente dalla realtà del settore orientale che conserva solo rari e frammentari esempi di vegetazione spontanea concentrati nel settore della Riserva della Marcigliana ed in parte lungo l’Aniene e lungo la via Polense.

Possiamo attribuire alle più favorevoli condizioni dell’ambiente fisico la notevole biodiversità cenologica del settore occidentale: contiguità con il mare, maggiore variabilità litologica, presenza di aree come la Tenuta di Castelporziano vincolate da lungo tempo (anche se con i criteri diversi da quelli di una Riserva o un Parco naturale). E’ innegabile però che il settore orientale ha risentito negativamente di una pianificazione territoriale, quando presente, poco attenta agli aspetti naturalistici e paesaggistici. In quest’ottica diviene importante anche la presenza di aree come il Parco Regionale di Aguzzano, che non presentano cenosi vegetali di elevata qualità ambientale ma possono aiutare a ricostituire una rete di aree con valenza naturalistica.

Entrando nel dettaglio della diffusione delle diverse tipologie risulta evidente quanto sia estesa la superficie destinata a seminativi (59.678 ha pari al 46,75% della superficie del territorio comunale) e quanto lo siano le aree agricole nel loro complesso (circa il 55% della superficie del territorio comunale), ottenuta includendo i prati stabili (la superficie occupata da praterie naturali su litosuoli è di estensione irrilevante), le colture permanenti e le aree agricole eterogenee.

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4.7.1 I BOSCHI

L’analisi quantitativa tramite G.I.S. evidenzia la maggior diffusione dei boschi di caducifoglie (8.837 ha pari a circa il 6,9% della superficie del comune) rispetto ai boschi a prevalenza di sughera (534 ha, 0,42%) e ai boschi a prevalenza di leccio (828 ha 0,65%) in accordo con quanto detto a proposito della vegetazione potenziale dell’area.

4.7.1a - Boschi a prevalenza di caducifoglieL’unità cartografata come boschi a prevalenza di caducifoglie comprende

prevalentemente cerrete riferibili al Carpino orientalis-Quercetum cerridis e boschi di cerro e farnetto affini all’ Echinopo siculi-Quercetum frainetto, associazioni entrambe inquadrabili nell’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis; comprende inoltre boschi di roverella riferibili al Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis (alleanza Ostryo-Carpinion orientalis), boschi di carpino bianco e castagno affini all’ Aquifolio-Fagetum carpinetosum betuli (alleanza Doronico-Fagion) e nuclei di vegetazione arborea di sostituizione a dominanza di olmo campestre e/o robinia riconosciuti come stadi dinamici collegati alle diverse tipologie forestali individuate e inquadrabili, a seconda della maturità floristica e strutturale nelle alleanze di vegetazione forestale riconosciute o in categorie sintassonomiche relative a vegetazione arbustiva (Pruno-Rubion), le fitocenosi che si sviluppano in ambiente ripario sono invece riferibili all’alleanza Alno-Ulmion.

- Nelle cerrete del Carpino orientalis-Quercetum cerridis, più diffuse nei settori interni su substrati vulcanici o argillosi, lo strato arboreo ospita oltre a Quercus cerris Acer campestre, Fraxinus ornus, Quercus pubescens e, talvolta Ostrya carpinifolia.

Nelle comunità meglio strutturate è presente anche un secondo strato arboreo a Carpinus orientalis e talvolta Ulmus minor. Lo strato arbustivo, solitamente rigoglioso con coperture fino al 70%, è caratterizzato da Cornus mas, Ligustrum vulgare, Crataegus monogyna. La generale abbondanza di Hedera helix tra le lianose testimonia una relativa mesofilia di questi boschi, come, tra le erbacee, la frequenza di Cyclamen hederifolium, Anemone apennina ed Arum italicum. Va inoltre segnalata la sporadica presenza di Lilium bulbiferum. Sono frequenti anche alcune specie quali Ruscus aculeatus e Smilax aspera. Al piede dei varsanti, a contatto con i fondovalle alluvionali, le cerrete si arricchiscono in Quercus robur, in una variante meso-igrofila di passaggio verso i boschi di fondovalle a farnia ed olmo dei quali però rimangono solo sporadiche tracce.

- Le formazioni a cerro e farnetto sono diffuse prevalentemente nel settore occidentale su substrati sabbiosi o vulcanici; risultano affini all’ Echinopo siculi-Quercetum frainetto ma Quercus frainetto pur presentando un forte significato differenziale rispetto alle cerrete con Carpinus orientalis ed Acer campestre compare in maniera subordinata. Le cerrete con

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farnetto si trovano soventemente in contatto catenale con i boschi a Quercus suber, rispetto ai quali si arricchiscono di specie più esigenti di umidità quali Acer campestre ed Ulmus minor nello strato arboreo dominato, Cornus mas, Ligustrum vulgare e Prunus spinosa nello strato arbustivo, Hedera helix tra le lianose. Nello strato erbaceo sono frequenti Melica uniflora, Lathyrus venetus, Brachypodium sylvaticum.

Negli avvallamenti le cerrete si arricchiscono di specie ancor più mesofile dando vita ad una variante caratterizzata dalla presenza di Quercus robur nello strato arboreo dominante.

Di sicura collocazione tra i querceti misti dell’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis, le cerrete con farnetto laziali, zonali nell’orizzonte collinare ed extrazonali lungo le pianure costiere, sono state inquadrate precedentemente nel Quercetum frainetto-cerris descritto da Horvat per la Penisola Balcanica (BLASI, 1984b), nel Lathyro-Quercetum cerris descritto da Bonin e Gamisans per il piano supramediterraneo calabro-lucano (LUCCHESE, PIGNATTI, 1990) o nell’Echinopo siculi-Quercetum frainetto descritto da Blasi e Paura (1993) per il piano supramediterraneo campano-molisano. L’ultima collocazione sembra essere la più calzante per affinità fisionomico-strutturali, mancano tuttavia altrettanto forti corrispondenze in termini sinecologici e sincorologici che fanno propendere per un’autonomia dei boschi a cerro e farnetto planiziali e collinari del settore sublitoraneo laziale.

- Le boscaglie a Quercus pubescens si rinvengono lungo i versanti del sistema collinare, sempre in condizioni di relativa termofilia per acclività ed esposizione delle stazioni. Accolgono generalmente Quercus ilex e talvolta Quercus suber nello strato arboreo e Rhamnus alaternus, Laurus nobilis ed Ulmus minor nello strato arbustivo. La struttura aperta e il disturbo subito da queste comunità sono segnalati dalla alta frequenza di specie degli orli nitrofili, quali Alliaria petiolata,Oryzopsis miliacea e Galium aparine. Sono inquadrabili nel Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis associazione che rientra nell’alleanza Ostryo-Carpinion orientalis

Nelle spallette di raccordo con i fondovalle dei sistemi collinari vulcanici, spesso in condizioni di rocciosità affiorante, diminuisce leggermente l’influenza del contingente mediterraneo a favore di quello orientale ed è facile rinvenire tra le specie dominanti Celtis australis o Cercis siliquastrum.

- Boschi di carpino bianco e castagno, ben rappresentati nella Riserva Naturale dell’Insugherata, presentano nello strato arboreo anche Quercus cerris e Acer campestre e risultano affini all’Aquifolio-Fagetum carpinetosum betuli (alleanza Doronico-Fagion). Lo strato arbustivo è generalmente ricco, con coperture fino al 70%, ed accoglie frequentemente Ilex aquifolium. Tra le erbacee spiccano specie mesofile, quali Polystichum setiferum, Euphorbia amygdaloides, Anemone apennina ed in generale si ha una netta prevalenza di specie eurasiatiche su quelle a distribuzione mediterranea. Una composizione

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floristica che evidenzia una particolare ecologia difficilmente interpretabile se non si prendono in considerazioni le affinità climatiche con i settori prossimi al lago di Bracciano come evidenziato dalla Carta del fitoclima e rese possibili dal collegamento esistente attraverso la valle del Fosso dell’Acquatraversa e valli parallele.

4.7.1b - I boschi a prevalenza di leccioNel territorio del Comune di Roma possiamo distinguere due principali tipologie di

lecceta, una costituita da sole specie sempreverdi distribuita lungo la costa alle spalle della macchia mediterranea della duna costiera ed un’altra, mista a specie caducifoglie, diffusa all’interno.

La prima delle due tipologie è caratterizzata dalla sola presenza di Quercus ilex nello strato arboreo e da un sottobosco in cui compaiono arbusti sempreverdi quali Arbutus unedo, Phillyrea latifolia e Pistacia lentiscus e specie lianose tra cui Smilax aspera va senz’altro riferita al Viburno-Quercetum ilicis, tipologia alla quale risultano affini le leccete su versanti acclivi dei substrati vulcanici del settore più prossimo alla costa.

L’altra tipologia, più diffusa, è quella dei settori interni che vede il leccio quasi sempre consorziato in boschi misti con specie caducifoglie, quali Fraxinus ornus e talvota Sorbus domestica, localizzati lungo i versanti del sistema collinare a substrato sabbioso-ghiaioso ma anche su vulcaniti e travertini. Vanno attribuite all’Orno-Quercetum ilicis, descritto da Horvatic per il litorale adriatico orientale e molto diffuso in Italia sia nel settore adriatico (BIONDI, 1986) che in quello tirrenico centrale preferenzialmente su substrati carbonatici (FILESI et al., 1996). Presentano frequentemente l’ingressione di altre querce, quali Quercus pubescens, Quercus suber o anche Quercus cerris, a dimostrare una ulteriore tendenza evolutiva verso boschi a dominanza di caducifoglie; lo strato arbustivo ospita sia specie sempreverdi, quali Erica arborea, Arbutus unedo e Laurus nobilis (talvolta a portamento arboreo e con alti valori di copertura), che caducifoglie, quali Crataegus monogyna.

4.7.1c - I boschi a prevalenza di sugheraCome per le leccete, per le sugherete dell’area romana si possono individuare due

principali tipologie, una limitata alla zona litoranea, a contatto con le leccete del Viburno-Quercetum ilicis e caratterizzata da uno strato arboreo di sole sempreverdi, misto di sughera e leccio riferibile al Viburno-Quercetum ilicis suberetosum ed una seconda tipologia, di gran lunga la più diffusa, presente all’interno (ma quasi esclusivamente nel settore occidentale della città) su substrati sabbiosi ma anche vulcanici. Queste ultime sono spesso caratterizzate da uno strato arboreo dominante monospecifico, a causa delle pratiche colturali e delle politiche gestionali. Le formazioni meno disturbate indicano comunque una

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potenzialità per querceti misti con caducifoglie: Quercus suber è spesso accompagnata da Quercus frainetto soprattutto in corrispondenza di substrati sabbiosi; lo strato arbustivo ospita comunemente Ulmus minor e Crataegus monogyna, oltre a Cytisus villosus e Phillyrea latifolia. Lo strato erbaceo è molto ricco nelle sugherete diradate, dove è più facile l’ingresso di specie prative quali Holcus lanatus ed Asphodelus microcarpus, mentre si riduce a poche specie nemorali, quali Carex distachya e Luzula forsteri nei boschi più maturi.

Le affinità con le sugherete descritte per il Parco Nazionale del Circeo consentono di attribuire questa tipologia al Quercetum frainetto-suberis descritto da Blasi et al. (1997) per il settore costiero del Lazio meridionale.

Più problematico invece è l’inquadramento delle fitocenosi nelle quali Quercus suber si presenta con Quercus pubescens, soprattutto lungo i versanti del sistema collinare a substrato vulcanico o misto. La struttura è decisamente più aperta rispetto alle formazioni con Quercus frainetto e induce a valutare con più attenzione gli effetti dell’intervento antropico. La composizione floristica evidenzia un’affinità per il Roso sempervirenti – Quercetum pubescentis.

4.7.1d - Boschi igrofili a prevalenza di salici, pioppi, ontaniSi tratta di formazioni che in genere si distribuiscono con un andamento prevalentemente

lineare lungo le sponde dei principali corsi d’acqua. Ciò comporta che in una rappresentazione cartografica (alla scala adottata di 1:50.000) la loro presenza in termini di superficie venga inevitabilmente sottostimata in quanto, il più delle volte, si sviluppa su aree inferiori al minimo cartografabile.

In base a queste considerazioni vanno quindi interpretati i risultati della elaborazione G.I.S. che attribuisce alla tipologia in questione una superficie inferiore ai 158ha pari allo 0,12% del territorio comunale.

Si tratta prevalentemente di saliceti a Salix alba e cenosi a Populus nigra x canadensis con una diffusa presenza in entrambe le fisionomie di Populus alba. Nei saliceti, riferibili all’associazione Salicetum albae, lo strato arbustivo è costituito prevalentemente da Rubus ulmifolius e da Sambucus nigra con sporadiche presenze di Salix triandra e sono frequenti in quello lianoso ed erbaceo specie prevalentemente nitrofile quali Clematis vitalba, Artemisia verlotorum, Conium maculatum, Equisetum telmateja, Stellaria media, ecc.

Se per il saliceto questo pattern lineare è prossimo a quello che si osserva in ambienti meno disturbati e riesce ad esprimere una composizione floristica che ne consente l’inquadramento a livello di associazione, per i pioppeti che in natura tendono a distribuirsi su superfici più ampie l’attribuzione sintassonomica è necessariamente di dettaglio inferiore in quanto basata quasi esclusivamente sulla componente arborea (Populion albae). Come si

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è detto allo strato arboreo dominante partecipa spesso Populus alba e negli strati arboreo dominato ed arbustivo possono comparire Sambucus nigra, Rubus ulmifolius, Ulmus minor, Laurus nobilis, e in quello erbaceo e lianoso, oltre ad alcune specie nitrofile comuni nei saliceti Hedera helix, Sambucus ebulus, Arum italicum.

La presenza di ontani è del tutto sporadica mentre sono frequenti nelle aree ripariali ingressioni di vegetazione arborea a dominanza di Robinia pseudoacacia, Ulmus minor ma anche Ailanthus altissima.

Di grande interesse la presenza, in queste cenosi, di Quercus robur, specie che in condizioni di minore disturbo doveva essere molto più diffusa di quanto lo sia attualmente. Le esigenze ecologiche della specie si discostano però da quelle dei pioppi e tanto più dei salici, in quanto predilige le condizioni di meso-igrofilia tipiche degli ambienti planiziali e non quelle dell’ambiente ripario. Ciò fa si che nel territorio del comune di Roma questa specie sia più frequente (con il carattere di ingressione) nelle cenosi igrofile delle valli secondarie che non in quelle dei fiumi principali dove il gradiente tra ambiente ripario e planiziale si sviluppa su spazi più ampi, e dove il fondovalle è estesamente coltivato.

4.7.2 CESPUGLIETI E CANNETI

Gli arbusteti ed i mantelli forestali (non cartografabili) a caducifoglie pur se a diversa fisionomia sono tutti riferibili all’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii della classe Rhamno cathartici-Prunetea spinosae.

Più termofili e prevalentemente legati alle esposizioni meridionali, sono i popolamenti a Spartium junceum e Cytisus villosus mentre a carattere relativamente più mesofilo sono i roveti a Rubus ulmifolius, accompagnato da Prunus spinosa e, sporadicamente, da Cytisus scoparius soprattutto ai margini boschivi, da Arundo pliniana su substrati con componente argillosa, da Ulmus minor in condizioni di accumulo di nutrienti nel suolo.

In questa categoria sono stati anche cartografati i canneti sia ad Arundo pliniana e Arundo donax sia a Phragmites australis con Typha latifolia, Equisetum sp.pl., Sambucus nigra, S. ebulus diffusi nelle zone umide e spesso alternati a roveti o a cenosi in cui di nuovo compare Arundo donax.

Syntaxa di riferimento per la prima tipologia sono l’ Inulo-Agropyrion e l’Arundinetum plinianae. Per la seconda il Phragmitetum communis, il Typhetum latfoliae e l’Urtico-Sambucetum ebuli.

4.7.2a - Macchia mediterranea di sostituzioneGli arbusteti sempreverdi si presentano prevalentemente in forma di macchia alta di

sostituzione di boschi mediterranei del Quercion ilicis, di boschi misti termofili dell’Ostryo-

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Carpinion o di boschi misti più mesofili extrazonali del Teucrio siculi-Quercion cerridis; fisionomicamente caratterizzati da Phillyrea latifolia, Pistacia lentiscus ed Arbutus unedo sono attribuibili, per la maggior parte, all’associazione Erico arboreae-Arbutetum unedonis riferibili all’alleanza Ericion arboreae, ordine Pistacio-Rhamnetalia alaterni. Esiste però in frammenti anche un’altra tipologia di macchia mediterranea di sostituzione più chiaramente collegata dinamicamente alle cenosi del Quercion ilicis, il Pistacio lentisci-Rhamnetum alaterni, macchia bassa a dominanza di lentisco, con Rhamnus alaternus, Myrtus communis, Lonicera implexa e Clematis flammula. Al margine della macchia è possibile rinvenire dei premantelli a varie specie di cisti, di dimensioni non cartografabili, affini a cenosi dell’ordine Lavanduletalia stoechidis, classe Cisto-Lavanduletea.

4.7.2b - Macchia della duna costieraLa macchia della duna costiera è caratterizzata dalla dominanza di ginepro coccolone

(Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa), è distribuita nei settori meglio conservati del litorale come ad esempio Castelporziano e si sviluppa su una superficie di circa 151ha pari alllo 0,12% del territorio comunale. E’ riferibile all’Asparago-Juniperetum macrocarpae. All’interno presenza di pratelli terofitici riferibili al Linarion peduncolatae.

4.7.2c - Vegetazione psammofilaNella categoria delle spiagge, dune e sabbie sono inclusi i settori costieri con vegetazione

riferibile al complesso catenale di vegetazione psammofila (Salsolo-Cakiletum, Echinophoro-Elymetum farcti, Echinophoro-Ammophiletum arundinadceae, Crucianellion maritimae). Nel complesso la categoria occupa circa 125ha (pari allo 0,10% del territorio comunale), ma la superficie ricoperta da vegetazione ne interessa solo una porzione.

4.7.3 PRATI STABILI E PRATERIE NATURALI

Si tratta di una categoria piuttosto complessa nella sua articolazione fisionomica ed

ecologica, nel complesso ben rappresentata nell’area in quanto ricopre circa 5.385 ha (pari al 4,22% del territorio comunale). Per quanto riguarda le praterie naturali va detto che sono molto poco diffuse nell’area, limitate a zone con affioramenti rocciosi di tufi o anche lave e carbonati con Lotus ornithopodioides, Scorpiurus muricatus, Hypochoeris achyrophorus (Trachynion dystachiae) oppure su sabbie sciolte con Psilurus incurvus e Gaudinia fragilis (Helianthemion guttati). Piuttosto rare e frammentarie invece le cenosi ad Hyparrhenia hirta riferibili all’Hyparrhenion hirtae.

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I prati stabili rappresentano invece la tipologia più diffusa ricondotta a questa categoria e comprendono la vegetazione delle praterie soggette a sfalcio e/o al pascolo, quella degli incolti recenti e degli incolti più stabili ma anche la vegetazione erbacea degli ambienti ruderali e la vegetazione alto-erbacea a Pteridium aquilinum e/o Inula viscosa: - le praterie sfalciate e/o pascolate prevalentemente caratterizzate da Dasypyrum villosum

sono riferibili all’associazione Vulpio-Dasypyretum villosi, alleanza Echio-Galactition, classe Stellarietea mediae;

- in corrispondenza di componenti argillose nel suolo si insediano praterie a Brachypodium phoenicoides o, più in generale, in condizioni di espluvio, si trovano cenosi con Foeniculum vulgare e Phleum pratense, entrambe riferibili all’alleanza Brachypodion phoenicoidis della classe Festuca-Brometea;

- la vegetazione alto-erbacea che si imposta su terreni sovrapascolati o sottoposti ad incendi ripetuti è caratterizzata da felceti a Pteridium aquilinum o popolamenti di Inula viscosa;

- la vegetazione degli ambienti ruderali e degli incolti è fisionomicamente caratterizzata da Lolium multiflorum, Dactylis glomerata, Avena sterilis ed è riferibile alle alleanze Echio-Galactition ed Hordeion leporini della classe Stellarietea mediae.

La vegetazione erbacea che si ritrova lungo i fondovalle alluvionali è caratterizzata da comunità semiruderali ad Agropyron repens dell’alleanza Inulo-Agropyrion, classe Agropyretea intermedii-repentis; da comunità meso-igrofile ad Agrostis stolonifera o a Carex hirta dell’Agrostietalia stoloniferae o a Cynosurus cristatus e Hordeum bulbosum del Brachypodion phoenicoidis; da cipereti igrofili a Cyperus rotundus; da lembi nitrofili a Stellaria media dell’alleanza Polygono-Chenopodietalia, spesso non cartografabili.

4.8 SCHEMA SINTASSONOMICO GENERALE

Per chi si occupa dello studio della vegetazione la redazione dello schema sintassonomico rappresenta un momento di verifica delle conoscenze acquisite attraverso la raccolta, elaborazione ed interpretazione dei dati. I confronti con la vegetazione di altri ambiti geografici costituiscono in sostanza una sintesi dell’analisi fitosociologica e costringono il vegetazionista a valutare quanto siano congrui nel complesso i risultati delle singole analisi.

Cartografia della vegetazione da un lato e schema sintassonomico dall’altro sono i documenti che forniscono la “radiografia” della vegetazione di un territorio perché prendono in considerazione l’intero manto vegetale e, mentre la prima evidenzia i rapporti

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spaziali e l’estensione delle diverse tipologie, il secondo ne dà l’interpretazione in chiave ecologica e corologica e, in quanto sintesi dell’analisi fitosociologica, costituisce l’interfaccia tra fisionomie vegetali e serie di vegetazione.

La sintassonomia fitosociologica è organizzata in forma gerarchica. L’associazione è la categoria di base, le categorie gerarchicamente superiori sono nell’ordine: alleanza, ordine e classe. Ciascuna categoria (syntaxon) comprende uno o più syntaxa inferiori Esistono poi categorie inferiori all’associazione, ovvero: sottoassociazione, variante e facies.

La nomenclatura formulata secondo la lingua latina, permette di distinguere i vari livelli gerarchici. Senza entrare nel merito dell’articolazione del Codice di Nomenclatura, le desinenze che consentono di distinguere le diverse categorie (syntaxa) sono le seguenti:

Associazione: -etum (es.: Asparago acutifolii-Juniperetum macrocarpae)Alleanza: -ion (es.: Juniperion turbinatae)Ordine: -etalia (es.: Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni)Classe -etea (es.: Quercetea ilicis)

Di seguito ad ogni syntaxon viene riportato il nome dell’Autore che per primo lo ha descritto e l’anno della pubblicazione. Compaiono più date se siamo di fronte a syntaxa emendati successivamente (da altri Autori o dagli stessi).

Quello che segue è il quadro (o schema) sintassonomico delle categorie fitosociologiche, organizzate in forma gerarchica, che sono state individuate nel territorio cartografato.

Quadro sintassonomico del territorio del Comune di Roma

QUERCETEA ILICIS Br.-Bl. 1947 Quercetalia ilicis (Br.-Bl. ex Molinier 1934) Riv.-Mart. 1975 Quercion ilicis (Br.-Bl. ex Molinier 1934) Riv.-Mart. 1975 Viburno tini-Quecetum ilicis (Br.-Bl.1936) Riv.-Mart. 1975 subass. quercetosum suberis (Br.-Bl.1936) Riv.-Mart. 1975 Orno-Quercetum ilicis Horvatic 1958 subass. quercetosum suberis Selvi et Viciani 1999 Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Riv.-Mart. 1975 Juniperion turbinatae Riv.Mart. 1975 corr. 1987

Asparago acutifolii-Juniperetum macrocarpae (R. et R. Molinier 1955) O. Bolòs 1962

Ericion arboreae Riv.-Mart. (1975) 1987 Cytiso villosi-Ericetum arboreae Costa, Peris et al 1985

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Phillyreo angustifoliae-Arbutetum unedonis Riv.-God. et Galiano ex Riv.-God. et al. 1959

Erico arboreae-Arbutetum unedonis Allier et Lacoste 1980 Oleo sylvestris-Ceratonion siliquae (Br.-Bl. 1944) Riv.-Mart. 1975 (cfr) Pistacio lentisci-Rhamnetum alaterni De Bolos 1970 (colloc. pref.) Aggr. a Calycotome villosa

QUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. et Vlieger ex Vlieger 1937 Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 corr. Moravec ex Beg. et Theur. 1984 Teucrio siculi-Quercion cerridis (Ubaldi 1988) Scoppola et Filesi 1993 Echinopo siculi-Quercetum frainetto Blasi et Paura 1993 (cfr) Quercetum frainetto-suberis Blasi, Filesi, Fratini, Stanisci 1997 Carpino orientalis-Quercetum cerris Blasi 1984 Lauro nobilis-Carpinetum betuli Lucchese et Pignatti 1990 (colloc. pref.) Ostryo-Carpinion orientalis Horvat 1959 Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis Biondi 1986 Fagetalia sylvaticae Pawl. in Pawl. et al. 1928 Doronico-Fagion Ubaldi et al. 1987

Aquifolio-Fagetum sylvaticae Gentile 1969 carpinetosum betuli Feoli et Lagonegro 1982(cfr)

Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Alno-Ulmion minoris Br.- Bl. et Tx. ex Tchou 1948 Querco roboris-Ulmetum minoris Issl. 1924

SALICETEA PURPUREAE Moor 1958 Salicetalia purpureae Moor 1958 Salicion albae Soo 1930 em Moor 1958 Salicetum albae Issl. 1926

RHAMNO CATHARTICI-PRUNETEA SPINOSAE Riv.-God. et Borja 1961 Prunetalia spinosae Tx. 1952 Pruno-Rubion ulmifolii O Bolòs (1954) 1962

Ulmo minoris-Sambucetum nigrae (Jovet 1936) De Fouc. 1991 (colloc. pref.)Humulo lupuli-Sambucetum nigrae (Muller 1974) De Fouc. 1991 (colloc. pref.)

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Lonicero etruscae-Rosetum sempervirentis Cutini et al. 1996 Aggr. a Spartium junceum Aggr. a Rubus ulmifolius Aggr. a Cytisus scoparius

CISTO -LAVANDULETEA Br.-Bl. (1940) 1952 Lavanduletalia stoechidis Br.-Bl. 1940 em Riv.-Mart. 1968 Stauracantho-Halimion halimifolii Riv.-Mart. 1979 (cfr.) Cisto salvifolii-Halimietum halimifolii Géhu et Biondi 1994 (cfr.)

FESTUCO VALESIACAE-BROMETEA ERECTI Br.Bl. et Tx. in Br.Bl. 1949 Brachypodietalia phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934 Brachypodion phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934 Aggr. a Phalaris bulbosa e Brachypodium phoenicoides Aggr. a Trifolium pallidum e Cynosurus cristatus

AGROPYRETEA INTERMEDII-REPENTIS (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1969 Agropyretalia intermedii-repentis (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1966 Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi et Allegrezza 1996 Arundinetum plinianae Biondi et alii 1992

ARTEMISIETEA VULGARIS Lohm., Prsg. Et Tx. 1950 Artemisietalia Lohm. in Tx. 1947 em J.M. Gèhu, J.Gèhu et Scoppola 1985 Arction lappae Tx. 1937 Urtico dioicae-Sambucetum ebuli (Kaiser 1926) Br.-Bl. (1936) 1952 Allion triquetri De Bolos 1967 Aggr. a Pteridium aquilinum Convolvuletalia sepium Tx. 1950 Convolvulion sepium R. Tx. 1947 em. Oberd. 1983 Arundini-Convolvuletum sepium R. Tx. et Oberd. 1962

BIDENTETEA TRIPARTITAE Tx. et al. 1951 Bidentetalia tripartitae Br.-Bl. et Tx. ex Klika et Hadac 1944

PLANTAGINETEA MAJORIS Tx. et Prsg. in Tx. 1950 em Oberd. et al. 1967 Plantaginetalia majoris Tx. 1950 em. Oberd. et al. 1967

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PARIETARIETEA JUDAICAE Riv.-Mart. ex Riv.-God. 1964 Parietarietalia Riv.-Mart. ex Riv.-God. 1964

STELLARIETEA MEDIAE Tx., Lohm. et Preisg. ex Roch. 1951 Brometalia rubenti-tectorum (Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963) Riv.-Mart. et Izco 1977 Echio-Galactition tomentosae Bolos et Molinier 1969 Laguro ovati-Dasypyretum villosi Fanelli 1998 Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi Fanelli 1998 Hordeion leporini Br.-Bl. (1931) 1947 Polygono-Chenopodietalia albi Tx. et Lohm. in Tx. 1950 em J.Tx. in Lohm. et al.

1962 Centaureetalia cyani Tx 1950 ex Von Rochow ( = Secalietalia Br.-Bl. in Br.-Bl. et al.

1936)

HELIANTHEMETEA GUTTATI (Br.-Bl. 1952) Riv.-Mart. 1978 Helianthemetalia guttati (Br.-Bl. ex Br.-Bl. et al. 1940) Riv.-Mart. 1978 Helianthemion guttati Br.-Bl. ex Br.-Bl. et al. 1940 Moenchio-Tuberarietum guttatae Lucchese et Pignatti 1987

Psiluro incurvi-Crassuletum tillaeae Lucchese et Pignatti 1990 (colloc. prefer.)

Malcolmietalia Riv.-God. 1958 Linarion peduncolatae Diez Garretas, Asensi et Esteve 1984 Trachynetalia distachyiae Riv.-Mart. 1978 Trachynion distachyiae Riv.-Mart. 1978

Trifolio scabri-Hypochoeridetum achirophori Lapraz ex Biondi et al. 1996

THERO-BRACHYPODIETEA RAMOSI (Br.-Bl. ex A. et O. Bolos 1950) sensu Riv.-Mart. 1998 Hyparrhenietalia hirtae Riv.-Mart. 1978 Hyparrhenion hirtae Br.-Bl. et al. 1956

AMMOPHILETEA AUSTRALIS Br.-Bl.et Tx. ex Westhoff, Dijk et Passchier 1946 Ammophiletalia australis (Br.-Bl. 1933) J.M. et J. Géhu 1988 Ammophilion australis (Br.-Bl. 1933) J.M. et J. Géhu 1988

Echinophoro spinosae-Ammophyletum arenariae (Br.-Bl.1921) Géhu, Riv.-Mart., Tx. 1972

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Echinophoro spinosae-Elymetum farcti Géhu 1988 Crucianelletalia maritimae Siss. 1974 Crucianellion maritimae Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963

CAKILETEA MARITIMAE Tx. et Prsg. ex Tx 1950 Euphorbietalia peplis Tx 1950 Euphorbion peplis Tx. 1950

Salsolo-Cakiletum maritimae Costa et Manz. 1981 corr. Riv. Mart. et al. 1992

PHRAGMITETEA AUSTRALIS Tx. et Prsg. 1942 Phragmitetalia australis (Koch 1926) Pignatti 1954 Phragmition australis Koch 1926 Phragmitetum communis (All. 1921) Pignatti 1953 Typhetum latifoliae Lang 1973

JUNCETEA MARITIMI Br.-Bl. ex Br.-Bl., Roussine et Nègre 1952 Juncetalia maritimi Br.-Bl. ex Horvatic 1934 Juncion maritimi Br.-Bl. ex Horvatic 1934 Juncetum acuti Molinier et Tallon 1970

AGROSTIETEA STOLONIFERAE Oberd. in Oberd. et al. 1967 Agrostietalia stoloniferae Oberd. in Oberd. et al. 1967 Agropyro-Rumicion Nordh. 1940 em Tx. 1950

ISOETO-NANOJUNCETEA Br.-Bl. et Tx. ex Westhoff et al. 1946 Isoetetalia Br.-Bl. 1931 Nanocyperion W.Koch ex Libbert 1932

THERO-SALICORNIETEA STRICTAE Tx. in Tx. et Oberd. 1958 Thero-Salicornietalia strictae Tx. in Tx. et Oberd. 1958

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

4.9 RILIEVI FITOSOCIOLOGICI RAPPRESENTATIVI DELLE TIPOLOGIE VEGETAZIONALI PRESENTI NELL’AREA ROMANA

Vengono proposti in questo paragrafo i rilievi ritenuti più rappresentativi delle tipologie di vegetazione presenti nel territorio comunale di Roma. Per ciascun rilievo vengono specificati tipo di vegetazione, gruppo e sottogruppo di appartenenza individuati con il metodo di classificazione illustrato nel paragrafo 4.6 e, ove presenti, i dati relativi alle condizioni di esposizione, inclinazione, tipo di substrato, presenza di rocciosità e petrosità, copertura totale della vegetazione ed estensione dell'area rilevata. Sono altresì indicati la località in cui il rilievo è stato effettuato, il numero totale e l'elenco delle specie vegetali censite. Quest'ultimo è riportato secondo l'ordine decrescente del valore di abbondanza-dominanza indicato per la specie. Per le due voci substrato e località si fà riferimento alle due legende seguenti:

substrato:a = argilleal = alluvionis = sabbiev = vulcaniti

località:AC = Riserva Naturale Laurentino Acqua AcetosaAF = Riserva Naturale della Tenuta dell'AcquafreddaAN = Riserva Naturale Valle dell'AnieneDM = Riserva Naturale di Decima MalafedeIN = Riserva Naturale dell'InsugherataMA = Riserva Naturale della MarciglianaMM = Riserva Naturale di Monte MarioTM = Riserva Naturale della Tenuta dei MassimiVC = Riserva Naturale Valle dei Casali

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Vegetazione arborea igrofila a dominanza di salici Vegetazione forestaleGruppo A, sottogruppo A1a

rilievo n° B4esposizione -inclinazione (°) -substrato alrocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 150località INspecie totali 9

Salix alba 5Cyperus longus 4Equisetum telmateja 4Lisimachia vulgaris 2Rubus caesius 2Alisma plantago-aquatica +Calystegia sepium +Lythrum salicaria +Typha latifolia +

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Vegetazione arborea igrofila a dominanza di salici Vegetazione forestaleGruppo A, sottogruppo A1a

rilievo n° 1esposizione -inclinazione (°) -substrato al-vrocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 90area rilevata (mq) 70località ACspecie totali 27

Salix alba 5Equisetum ramosissimum 3Rubus ulmifolius 3Eupatorium cannabinum 2Lycopus europaeus 2Potentilla reptans 2Tussilago farfara 2

Carex otrubae 1Cornus sanguinea 1Galega officinalis 1Hedera helix 1Laurus nobilis 1Lythrum salicaria 1Phragmites australis 1Plantago major 1Pulicaria disenterica 1Salix purpurea 1Calystegia sepium +Conyza albida +Crepis setosa +Dipsacus fullonium +Ficus carica +Picris hieracioides +Polypogon viridis +Symphytum bulbosum +Trifolium repens +

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Veg. arborea igrofila a pioppo nero e olmo campestre Vegetazione forestaleGruppo A, sottogruppo A1b

rilievo n° 61esposizione SWinclinazione (°) <5substrato arocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 100località VCspecie totali 10

Hedera helix 5Populus nigra 4Ulmus minor 3Arum italicum 2Laurus nobilis 2Acer negundo 1Crataegus monogyna 1Populus alba 1Rubus gr. silvatici 1Tamus communis +

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Veg. arborea di sostituzione a olmo e acero campestre Vegetazione forestaleGruppo A2

rilievo n° 19esposizione NEinclinazione (°) 20substrato s-alrocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 150località DMspecie totali 25

Hedera helix 5Ulmus minor 5Prunus spinosa 3Acer campestre 2Brachypodium sylvaticum 2Crataegus monogyna 2Euonymus europaeus 2

Lonicera etrusca 2Phillyrea latifolia 2Rhamnus alaternus 2Rubia peregrina 2Fraxinus ornus 1Galium aparine 1Rosa sempervirens 1Rubus gr. silvatici 1Asparagus acutifolius +Chaerophyllum hirsutum +Equisetum telmateja +Geum urbanum +Malus sylvestris +Mespilus germanica +Pyrus amygdaliformis +Quercus ilex +Rubus ulmifolius +Ruscus aculeatus +

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Vegetazione arborea a Robinia pseudoacacia Vegetazione forestaleGruppo A2

rilievo n° 7esposizione -inclinazione (°) -substrato alrocciosità (%) -petrosità (%) 5copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 60località ANspecie totali 35

Robinia pseudoacacia 5Arctium minus 2Arum italicum 2Bromus sterilis 2Clematis vitalba 2Galium aparine 2Hedera helix 2Silene alba 2Torilis arvensis 2Urtica dioica 2Ailanthus altissima 1Anthriscus sylvestris 1

Convolvulus arvensis 1Dactylis glomerata 1Dasypyrum villosum 1Hordeum leporinum 1Picris hieracioides 1Rubus ulmifolius 1Stellaria media 1Avena sterilis +Cardamine hirsuta +Carduus pycnocephalus +Celtis australis +Crepis setosa +Cynoglossum creticum +Daucus carota +Eryngium campestre +Foeniculum vulgare +Galium album +Malva sylvestris +Medicago lupulina +Plumbago europaea +Poa trivialis +Sambucus ebulus +Sonchus asper +

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Boschi di leccio e alloro Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B1

rilievo n° 2esposizione Ninclinazione (°) 15substrato vrocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 95area rilevata (mq) 50località ACspecie totali 22

Quercus ilex 5Laurus nobilis 3Quercus pubescens 2Rubia peregrina 2Ruscus aculeatus 2Smilax aspera 2Alliaria petiolata 1Asparagus acutifolius 1Asplenium onopteris 1Cornus sanguinea 1Fraxinus ornus 1Hedera helix 1Melissa altissima 1Rhamnus alaternus 1Rosa sempervirens 1Ulmus minor 1Ballota nigra +Cyclamen repandum +Euonymus europaeus +Oryzopsis miliacea +Prunus spinosa +Tamus communis +

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Boschi di roverella Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B1

rilievo n° 22esposizione Winclinazione (°) 3substratorocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 100località VCspecie totali 20

Quercus pubescens 4Arum italicum 1Asparagus acutifolius 1Hedera helix 1Laurus nobilis 1Rubia peregrina 1Tamus communis 1Ulmus minor 1Acer campestre +Clematis flammula +Crataegus monogyna +Euonymus europaeus +Rhamnus alaternus +Rosa sempervirens +Rubus ulmifolius +Ruscus aculeatus +

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Boschi di leccio e roverella Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B1

rilievo n° 35esposizione SEinclinazione (°) 20substrato srocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 300località MMspecie totali 30

Quercus ilex 4Quercus pubescens 3Quercus suber 3Carex flacca 3Rubia peregrina 3Ruscus aculeatus 3Asparagus acutifolius 2Brachypodium sylvaticum 2Cyclamen repandum 2

Cytisus villosus 2Fraxinus ornus 2Laurus nobilis 2Melica arrecta 2Oenanthe silaifolia 2Smilax aspera 2Tamus communis 2Arum italicum 1Carex distachya 1Crataegus monogyna 1Erica arborea 1Hedera helix 1Ligustrum vulgare 1Lonicera caprifolium 1Quercus cerris 1Viburnum tinus 1Viola alba 1Asplenium onopteris +Clematis vitalba +Sorbus domestica +

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Boschi di roverella con sughera Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B1

rilievo n° X1esposizione Sinclinazione (°) 50substrato s-vrocciosità (%) 10petrosità (%) 5copertura totale (%) 80area rilevata (mq) 80località DMspecie totali 21

Quercus pubescens 3Rubia peregrina 3Hedera helix 2Laurus nobilis 2Melica arrecta 2Oryzopsis miliacea 2Quercus suber 2Rhamnus alaternus 2Ruscus aculeatus 2Smilax aspera 2Viburnum tinus 2Asparagus acutifolius 1Euonymus europaeus 1Galium aparine 1Ligustrum vulgare 1Quercus cerris 1Quercus ilex 1Silene alba 1Ulmus minor 1Asplenium onopteris +Rosa sempervirens +

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Boschi di cerro e acero campestre Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B2

rilievo n° 34esposizione Ninclinazione (°) 5substrato arocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 40località MAspecie totali 27

Quercus cerris 5Hedera helix 3Acer campestre 2Lamium maculatum 2Laurus nobilis 2Ligustrum vulgare 2Rubus gr. silvatici 2Stachys sylvatica 2

Alliaria petiolata 1Cornus mas 1Crataegus monogyna 1Euonymus europaeus 1Prunus spinosa 1Quercus pubescens 1Rosa sempervirens 1Ruscus aculeatus 1Sambucus nigra 1Smilax aspera 1Arum italicum +Asparagus acutifolius +Carex pendula +Clematis vitalba +Lonicera caprifolium +Rosa canina +Rubia peregrina +Ulmus minor +Viola alba +

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Boschi di cerro e acero campestre Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B2

rilievo n° 32esposizione -inclinazione (°) -substrato alrocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 95area rilevata (mq) 80località MAspecie totali 23

Quercus cerris 4Acer campestre 3Corylus avellana 3Hedera helix 3Lonicera caprifolium 2Vinca minor 2

Carex pendula 1Cornus sanguinea 1Ligustrum vulgare 1Quercus robur 1Ranunculus lanuginosus 1Rubus ulmifolius 1Ruscus aculeatus 1Sambucus nigra 1Ulmus minor 1Arum italicum +Asplenium onopteris +Circaea lutetiana +Crataegus monogyna +Euonymus europaeus +Euphorbia amygdaloides +Humulus lupulus +Laurus nobilis +

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Boschi misti mesofili Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B2

rilievo n° 25esposizione Ninclinazione (°) 30substrato arocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 400località INspecie totali 31

Carpinus betulus 4Ruscus aculeatus 4Quercus cerris 3Acer campestre 2Cardamine bulbifera 2Euonymus europaeus 2Fraxinus ornus 2Hedera helix 2Ilex aquifolium 2Iris foetidissima 2

Ligustrum vulgare 2Polystichum setiferum 2Ranunculus lanuginosus 2Castanea sativa 1Cornus sanguinea 1Corylus avellana 1Lonicera etrusca 1Sambucus nigra 1Smilax aspera 1Tamus communis 1Ulmus minor 1Asparagus acutifolius +Cyclamen repandum +Euphorbia amygdaloides +Lamium maculatum +Lathyrus venetus +Laurus nobilis +Prunus spinosa +Rubus gr. silvatici +Thalictrum aquilegifolium +Viola alba +

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Boschi misti mesofili Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B2

rilievo n° B3esposizione -inclinazione (°) 40substrato arocciosità (%) 3petrosità (%) 2copertura totale (%) 95area rilevata (mq) 80località INspecie totali 18

Carpinus betulus 4Ruscus aculeatus 4Acer campestre 2Cyclamen hederifolium 2Quercus robur 2Corylus avellana 1Fraxinus ornus 1Hedera helix 1Polystichum setiferum 1Ajuga reptans +Asplenium onopteris +Asplenium trichomanes +Euonymus europaeus +Lathyrus venetus +Ligustrum vulgare +Melica uniflora +Sambucus nigra +Ulmus minor +

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Boschi di sughera Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B3

rilievo n° 58esposizione -inclinazione (°) 35substrato srocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 90area rilevata (mq) 60località TMspecie totali 22

Quercus suber 4Pteridium aquilinum 4Clematis flammula 2Crataegus monogyna 2Cytisus villosus 2Oryzopsis miliacea 2Smilax aspera 2Asparagus acutifolius 1Brachypodium sylvaticum 1Chenopodium album 1Lonicera etrusca 1Rubia peregrina 1Asphodelus microcarpus +Carex distachya +Carex flacca +Clematis vitalba +Hedera helix +Phillyrea latifolia +Rubus ulmifolius +Silene alba +Ulmus minor +Viola alba +

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Boschi di sughera Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B3

rilievo n° 45esposizione SWinclinazione (°) 5substrato srocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) -località VCspecie totali 28

Quercus suber 5Rubus ulmifolius 3Hedera helix 2Laurus nobilis 2Phragmites australis 2Asparagus acutifolius 1Carex flacca 1Cistus salvifolius 1Crataegus monogyna 1

Dactylis glomerata 1Euonymus europaeus 1Holcus lanatus 1Pteridium aquilinum 1Rubia peregrina 1Rubus gr. silvatici 1Ulmus minor 1Briza minor +Carlina corymbosa +Centaurea jacea angustifolia +Chamaerops humilis +Cyperus longus +Echium vulgare +Ligustrum lucidum +Lolium perenne +Malus domestica +Osyris alba +Prunus spinosa +Rumex angiocarpus +

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Boschi di cerro e farnetto Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B4

rilievo n° 56esposizione -inclinazione (°) -substrato srocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 95area rilevata (mq) 50località TMspecie totali 29

Quercus cerris 5Hedera helix 3Asphodelus microcarpus 2Cytisus villosus 2Ruscus aculeatus 2Asparagus acutifolius 1Brachypodium rupestre 1Fraxinus ornus 1Lonicera etrusca 1

Osyris alba 1Rubia peregrina 1Asplenium onopteris +Buglossoides purpurocaerulea +Campanula rapunculus +Carex distachya +Carex divisa +Carex flacca +Echinops siculus +Luzula forsteri +Ornithogalum pyrenaicum +Phillyrea latifolia +Quercus frainetto +Rosa arvensis +Rosa sempervirens +Silene alba +Silene italica +Smilax aspera +Stellaria media +Viola alba +

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Boschi di cerro e farnetto Vegetazione forestaleGruppo B, sottogruppo B4

rilievo n° 71esposizione -inclinazione (°) -substrato srocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 200località DMspecie totali 23

Quercus cerris 4Phillyrea latifolia 3Quercus frainetto 3Cistus salvifolius 2Cyclamen repandum 2Erica arborea 2Hedera helix 2Rubia peregrina 2Ruscus aculeatus 2Arbutus unedo 1Carex olbiensis 1Crataegus monogyna 1Quercus ilex 1Rubus ulmifolius 1Smilax aspera 1Tamus communis 1Viola alba 1Asparagus acutifolius +Prunus spinosa +

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Vegetazione arbustiva a Prunus spinosa Vegetazione arbustivaGruppo A, sottogruppo A1a

rilievo n° 249esposizione SEinclinazione (°) 15substrato srocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 30località DMspecie totali 15

Prunus spinosa 5Fraxinus ornus 2Ulmus minor Miller 2Aristolochia rotunda L. 1Asparagus acutifolius 1Crataegus monogyna 1Euonymus europaeus L 1Oenanthe silaifolia 1Phillyrea latifolia 1Pyrus amygdaliformis 1Vicia villosa 1Galium aparine +Rubus ulmifolius +Silene alba +Tamus communis +

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Vegetazione alto erbacea ad Arundo donax Vegetazione arbustivaGruppo A, sottogruppo A1b

rilievo n° 44esposizione SEinclinazione (°) 10substrato s-arocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 20località VCspecie totali 10

Arundo donax 5Ulmus minor 2Hedera helix 1Laurus nobilis 1Rubia peregrina 1Rubus ulmifolius 1Tamus communis 1Arum italicum +Clematis vitalba +Silene alba +

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Vegetazione arbustiva a rovo e olmo Vegetazione arbustivaGruppo A, sottogruppo A1b

rilievo n° 216esposizione Einclinazione (°) 15substrato srocciosità (%) -petrosità (%) 10copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 100località DMspecie totali 23

Rubus ulmifolius 5Ulmus minor 5Hedera helix 4Asparagus acutifolius 2Euonymus europaeus 2Rubia peregrina 2Silene alba 2Asphodelus microcarpus 1Galium aparine 1Poa sylvicola 1Torilis arvensis 1Bromus gussonei +Cardamine hirsuta +Clematis vitalba +Dactylis glomerata +Galium album +Lamium maculatum +Laurus nobilis +Ligustrum vulgare +Oxalis acetosella +Pteridium aquilinum +Stellaria media +Urtica dioica +

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Arbusteti a Spartium junceum Vegetazione arbustivaGruppo A, sottogruppo A2

rilievo n° 24esposizione Sinclinazione (°) -substrato arocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 20località MAspecie totali 19

Spartium junceum 4Hedera helix 3Prunus spinosa 2Rosa sempervirens 2Rubus ulmifolius 2Crataegus monogyna 1Ligustrum vulgare 1Quercus cerris 1Ulmus minor 1

Agrimonia eupatoria +Asparagus acutifolius +Daucus carota +Dorycnium pentaphyllum +Melissa altissima +Picris hieracioides +Quercus pubescens +Rubia peregrina +Sanguisorba minor +Scabiosa maritima +Agrimonia eupatoria +Asparagus acutifolius +Daucus carota +Dorycnium pentaphyllum +Melissa altissima +Picris hieracioides +Quercus pubescens +Rubia peregrina +Sanguisorba minor +Scabiosa maritima +

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Vegetazione alto erbacea ad Arundo pliniana Vegetazione arbustivaGruppo B, sottogruppo B1

rilievo n° 43esposizione Winclinazione (°) 15substrato arocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 30località TMspecie totali 7

Arundo pliniana 5Avena barbata +Galium aparine +Papaver rhoeas +Parietaria diffusa +Rubus ulmifolius +Silene latifolia +

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Macchia mediterranea di sostituzione Vegetazione arbustivaGruppo B, sottogruppo B2

rilievo n° 15esposizione Einclinazione (°) 5substrato srocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 150località DMspecie totali 15

Phillyrea latifolia 3Quercus ilex 3Viburnum tinus 3Asparagus acutifolius 2Euonymus europaeus 2Pistacia lentiscus 2Spartium junceum 2Tamus communis 2Arbutus unedo 1Carex flacca 1Phillyrea angustifolia 1Prunus spinosa 1Rhamnus alaternus 1Rubia peregrina 1Ulmus minor 1

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Macchia mediterranea di sostituzione Vegetazione arbustivaGruppo B, sottogruppo B2

rilievo n° 28esposizione SWinclinazione (°) 15substrato srocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 90area rilevata (mq) 30località PIspecie totali 18

Erica arborea 3Asphodelus microcarpus 2Brachypodium sylvaticum 2Cistus salvifolius 2Ligustrum vulgare 2Myrtus communis 2Phillyrea angustifolia 2Teucrium chamaedrys 2Arum italicum 1Asparagus acutifolius 1Crataegus monogyna 1Cyclamen hederifolium 1Cytisus villosus 1Lonicera implexa 1Rosa sempervirens 1Rubia peregrina 1Laurus nobilis +Smilax aspera +

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Vegetazione arbustiva a Cistus salvifolius Vegetazione arbustivaGruppo B, sottogruppo B3

rilievo n° 139esposizione Einclinazione (°) -substrato srocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 6località DMspecie totali 16

Cistus salvifolius 4Cistus monspeliensis 2Carex distachya 1Dorycnium hirsutum 1Lathyrus ochrus 1Lonicera implexa 1Osyris alba 1Phillyrea latifolia 1Rubia peregrina 1Spartium junceum 1Asparagus acutifolius +Daphne gnidium +Geranium columbinum +Inula viscosa +Smilax aspera +Viburnum tinus +

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie Vegetazione erbaceaGruppo A, sottogruppo A3

rilievo n° 6esposizione S-SEinclinazione (°) <5substrato vrocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq)località ACspecie totali 14

Dasypyrum villosum 5Vulpia ligustica 3Avena barbata 2Bromus hordeaceus 1Convolvulus arvensis 1Dactylis glomerata 1Foeniculum vulgare 1Hordeum leporinum 1Lotus ornithopodioides L. 1Anchusa hybrida +Crepis neglecta +Echium plantagineum +Knautia integrifolia +Raphanus raphanistrum +

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Prati stabili di fondovalle Vegetazione erbaceaGruppo A, sottogruppo A4

rilievo n° 61esposizione -inclinazione (°) -substrato alrocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 30località TMspecie totali 33

Agropyron repens 3Hordeum leporinum 3Knautia integrifolia 3Centaurea gr. jacea 2Poa trivialis 2Raphanus raphanistrum 2Bromus hordeaceus 1Crepis setosa 1Daucus carota 1Trifolium pallidum 1Trifolium pratense 1

Agrimonia eupatoria +Allium vineale +Campanula rapunculus +Carduus pycnocephalus +Coleostephus myconis +Cruciata laevipes +Echium vulgare +Eryngium campestre +Foeniculum vulgare +Geranium columbinum +Lolium perenne +Medicago polymorpha +Oenanthe pimpinelloides L. +Phleum pratense +Picris hieracioides +Potentilla reptans +Prunus spinosa +Ranunculus bulbosus +Rumex pulcher +Silene alba +Torilis arvensis +Verbena officinalis +

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie Vegetazione erbaceaGruppo B, sottogruppo B2

rilievo n° 62esposizione -inclinazione (°) -substrato srocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 90area rilevata (mq) 30località TMspecie totali 35

Avena sterilis 4Aegylops geniculata 3Calamintha nepeta 2Cymbopogon hirtus 2Pallenis spinosa 2Trifolium lappaceum 2Agropyron repens 1Bellardia trixago 1Blackstonia perfoliata 1Centaurium tenuiflorum 1Dactylis hispanica 1Dasypyrum villosum 1

Plantago lanceolata 1Scabiosa maritima 1Trifolium pallidum 1Carlina corymbosa +Centaurea gr. jacea +Daucus carota +Dorycnium hirsutum +Echium plantagineum +Foeniculum vulgare +Inula viscosa +Linum strictum +Medicago sativa +Odontites serotina +Phleum pratense +Picris hieracioides +Reichardia picroides +Sanguisorba minor +Scorpiurus muricatus +Sideritis romana +Trifolium angustifolium +Trifolium campestre +Trifolium echinatum +Verbena officinalis +

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Prati stabili di fondovalle Vegetazione erbaceaGruppo C, sottogruppo C2

rilievo n° 19esposizione -inclinazione (°) -substrato alrocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 30località ANspecie totali 10

Agrostis stolonifera 3Carex hirta 3Carex contigua 2Ranunculus sardous 2Trifolium repens 2Geranium dissectum 1Holcus lanatus 1Poa trivialis 1Ranunculus repens 1Festuca heterophylla +

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Vegetazione alto erbacea delle zone umide a Phragmites australis

rilievo n° 1besposizione -inclinazione (°) -substrato alrocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 50località ANspecie totali 13

Phragmites australis 5Typha latifolia 2Arundo donax 1Rumex sanguineus 1Paspalum distichum 1Epilobium hirsutum 1Lythrum salicaria 1Angelica sylvestris 1Lycopus europaeus 1Rumex crispus +Symphytum officinale +Pulicaria vulgaris +Glyceria notata +

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Vegetazione alto erbacea delle zone umide a Phragmites australis

rilievo n° 2besposizione -inclinazione (°) -substrato alrocciosità (%) -petrosità (%) -copertura totale (%) 100area rilevata (mq) 60località ANspecie totali 5

Phragmites australis 4Arundo donax 3Rumex sanguineus 2Paspalum distichum 1Scrophularia auriculata 1

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

4.10 CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Studi di

Flora, Vegetazione ed Ecologia del paesaggio

DELLE AREE NATURALI PROTETTE

GESTITE DA ROMANATURA

PARTE SECONDA

Responsabile scientifico: Carlo Blasi

Coordinamento: Carlo Blasi, Leonardo Filesi

Coordinamento cartografia: Massimo Paolanti

Collaboratori: Giulia CapotortiLaura Celesti GrapowMaria Antonietta del MoroStefania ErcoleEdda Lattanzi

Leopoldo MichettiAgnese Tilia

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

5. FISIONOMIE VEGETAZIONALI ED USO DEL SUOLO

DI DETTAGLIO

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

5.1 RISERVA NATURALE DI DECIMA MALAFEDE

La Riserva Naturale di Decima Malafede è la più grande fra le aree protette gestite dall’Ente RomaNatura (6145 ettari). Collocata a ridosso delle Circoscrizioni XII-XIII, ha gli ingressi principali in Via Valle di Perna, in Via di Trigoria e in Via di Castel Romano (AA.VV., 1997a).

Decima Malafede è vincolata dalla L. 431/85 e al D.M. 22/5/85 Decima Trigoria e la sua perimetrazione è stata realizzata con delibera C.C. 39/95. Inserita nell'elenco delle aree naturali protette istituite dalla Legge regionale n. 29 del 6 ottobre 1997 (REGIONE LAZIO, 1998), la Riserva è soggetta al Piano Territoriale Paesistico n. 15/5 denominato “Decima Trigoria” (AA.VV., 1997b).

La morfologia dell'area, che ospita diverse tenute agricole, è caratterizzata da un sistema collinare che raggiunge i 100 metri di altezza ed è inciso dal reticolo idrografico costituito dal Fosso di Malafede (ad andamento NO-SE) e dai suoi affluenti (Fosso di Perna, Fosso della Mandriola, Fosso dei Radicelli, Fosso della Selvotta e Fosso di Leva).

5.1.1 FISIONOMIE VEGETALI NATURALI E SEMINATURALI

Boschi a Quercus ilex

StrutturaI boschi a dominanza di Quercus ilex sono piuttosto sporadici (0,2% del territorio) e legati ai

versanti acclivi su substrato vulcanico, soprattutto in corrispondenza dell’unità piroclastitica

scoriaceo-cineritica.

Sulla destra idrografica del Fosso di Malafede, a substrato prevalentemente vulcanico, si

rinvengono soprattutto popolamenti puri di leccio in corrispondenza delle scarpate litoidi.

Più complesse sono invece le comunità in sinistra idrografica, insediate sui piccoli versanti a

substrato vulcanico a ridosso dei terrazzi costieri, dove il leccio si mescola in codominanza a specie

caducifoglie: Quercus cerris, Q. frainetto ed Acer campestre nelle stazioni più fresche; Q.

pubescens, Fraxinus ornus e talvolta Quercus suber in quelle più calde. Comune è la presenza di

uno strato arboreo dominato ad Ulmus minor, accompagnato da Euonymus europaeus e Rubus gr.

sylvatici tra gli arbusti, e da Hedera helix e Smilax aspera tra le liane.

In casi particolari, molto all’interno della “Formazione della duna rossa”, la lecceta acquista un

carattere schiettamente mediterraneo ed ospita nel sottobosco Arbutus unedo, Viburnum tinus ed

altre specie tipiche delle formazioni più vicine al litorale.

Nella maggior parte dei casi si riscontrano segni di governo ceduo matricinato, che

probabilmente facilita l’ingressione del leccio in comunità con potenzialità per la dominanza di

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

caducifoglie.

Sintassonomia Per i popolamenti a Quercus ilex delle scarpate l’inquadramento sintassonomico si ferma a livello

dell’alleanza Quercion ilicis.

Per le formazioni meglio strutturate si può invece scendere nel dettaglio ed evidenziare le affinità per l’associazione Orno-Quercetum ilicis, descritta da Horvatic per il litorale adriatico orientale, ed utilizzata come riferimento per le leccete miste con specie caducifoglie diffuse in Italia sia nel settore adriatico (BIONDI, 1986) che in quello tirrenico centrale (FILESI et al., 1996). Comuni tuttavia sono le situazioni di transizione, sopra descritte, tra l’Orno-Quercetum ilicis e comunità del Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis o dell’Echinopo siculi-Quercetum frainetto.

Per i lembi ad esclusiva dominanza di Quercus ilex, con sottobosco ad Arbutus unedo e Viburnum tinus, è invece evidente l’affinità per il Viburno tini-Quercetum ilicis, descritto da Braun-Blanquet come Quercetum ilicis galloprovinciale e già preso come riferimento per le leccete litoranee del Lazio (BLASI et al., 1995).

Boschi a Quercus suber con Q. cerris e Q. frainetto

StrutturaLe cenosi più mature, in cui la sughera non è facilitata per motivi colturali, si presentano con

fisionomia di querceto misto in cui, accanto a Quercus suber, compaiono Quercus frainetto e Q.

cerris oltre ad individui di Q. crenata.

Nella Riserva sono piuttosto diffuse sia sui pianori della”Formazione della duna rossa”, come

alla Macchia della Capocotta, che su quelli delle ”Unità piroclastitiche scoriaceo-cineritiche” del

settore più settentrionale ed occupano, insieme ai boschi a dominanza di cerro e farnetto, quasi il

13% del territorio della Riserva.

Lo strato arboreo raggiunge soventemente i 20 m di altezza ed è accompagnato da due strati

arbustivi: nel dominante si trovano Erica arborea, Crataegus monogyna e, più sporadicamente,

Mespilus germanica; in quello dominato Euonymus europaeus e Prunus spinosa. Tra le erbacee

sono frequenti Luzula forsteri e Carex flacca e abbondanti sono le lianose, quali Rubia peregrina ed

Hedera helix.

Sintassonomia e sindinamicaLe affinità corologiche ed ecologiche con le sugherete della duna antica del Parco

Nazionale del Circeo consentono di attribuire queste cenosi al Quercetum frainetto-suberis, nell’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis, descritto da BLASI et al. (1997) per il settore

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

costiero del Lazio meridionale. Floristicamente i boschi della riserva si distinguono per l’abbondanza di cerro, suggerendo la definizione di una facies a Quercus cerris del Quercetum frainetto-suberis, laddove diventa fisionomicamente dominante.

In serie dinamica, nelle stazioni più termofile, si trovano estese macchie riferibili all’Erico-

Arbutetum, bordate a loro volta da mantelli a Myrtus communis tendenti verso l’Oleo-Ceratonion o

da spartieti del Pruno-Rubion ulmifolii. A diretto contatto con i boschi di farnetto e sughera sono

invece frequenti mantelli a Cytisus villosus affini al Cytiso villosi-Ericetum arboreae. Comuni sono

formazioni di premantello o nuclei basso-arbustivi a Cistus salvifolius riferibili alla classe Cisto-

Lavanduletea. Le sporadiche formazioni erbacee, in zone affrancate dalla coltivazione, sono

rappresentate da pratelli terofitici del Moenchio-Tuberarietum guttatae o da radure nitrofile

dell’Echio-Galactition.

Da segnalare è inoltre il contatto, di tipo catenale, con i giuncheti dello Juncion maritimi e con i pratelli igrofili del Nanocyperion in corrispondenza delle piscine sui terrazzi costieri.

Boschi a Quercus pubescens con Q. ilex e/o Q. suber

StrutturaSulle spallette più acclivi e soleggiate dei substrati piroclastici scoriaceo-cineritici e dei tufi grigi

cineritici si imposta una vegetazione a Quercus pubescens con Q. ilex e Q. suber (talora dominante

per pratiche colturali).

Sempre molto frammentarie (0,03% del territorio) ed aperte, le comunità meglio strutturate ospitano Rhamnus alaternus, Laurus nobilis, Ulmus minor e Ruscus aculeatus tra gli arbusti; Melica arrecta, Oryzopsis miliacea, Asparagus acutifolius, Rosa sempervirens e Rubia peregrina tra le specie erbacee e lianose. Più frequenti sono le boscaglie pascolate a Quercus suber, con individui di Quercus pubescens localizzati al margine.

Sintassonomia e sindinamicaLe comunità a Quercus pubescens collocate nella fascia di tensione tra i boschi a

sempreverdi della Quercetalia ilicis e i querceti a caducifoglie dei Quercetalia pubescentis-petraeae trovano collocazione nell’alleanza Ostryo-Carpinion orientalis e sono state inquadrate da Biondi (1986), per il sublitorale marchigiano-abruzzese, nell’associazione Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis. Già riconosciuta per il settore mediotirrenico nel Lazio meridionale con una sottoassociazione a Carpinus orientalis (BLASI, DI PIETRO, 1998) ed in Toscana con una sottoassociazione a Quercus cerris (ARRIGONI et al., 1997), il Roso-Quercetum pebescentis si presenta nella Riserva come variante a Quercus suber.

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Le comunità di sostituzione sono rappresentate da arbusteti a Spartium junceum e da roveti a Rubus ulmifolius del Pruno-Rubion ulmifolii, da prati-pascoli del Vulpio-Dasypyretum villosi e da pratelli terofitici del Trifolio scabri-Hypochoeridetum achyrophori su suoli sottili poco evoluti.

Il forte disturbo che interessa i roverelleti è però testimoniato da deviazioni in senso eutrofico della serie, spesso passante da olmeti arbustivi dell’Ulmo-Sambucetum nigrae e da orli nitrofili della Stellarietea mediae.

La serie della roverella con la sughera si dispone a mosaico con quella del cerro e farnetto, vicariandola nelle porzioni di versante più xerofile del settore a substrato vulcanico della Riserva.

Boschi di Quercus cerris con Q. frainetto e boschi a Quercus robur

StrutturaLe cerrete con farnetto che vicariano le sugherete dei pianori sommitali, hanno un carattere

leggermente più mesofilo e si distribuiscono lungo i pendii più dolci o nei versanti più chiusi in

corrispondenza di substrati a componente argillosa della “Formazione di Ponte Galeria” o di

substrati vari di origine vulcanica. Specie differenziali sono Acer campestre e Fraxinus ornus nello

strato arboreo, Ulmus minor in quello arbustivo e Stachys sylvatica ed Alliaria petiolata in quello

erbaceo. Su substrati vulcanici diventa frequente, nello strato dominante, Carpinus orientalis.

Le comunità a Quercus robur con Ulmus minor delle depressioni alluvionali sono state

cartografate nell’ambito di questa tipologia a causa della loro ridotta estensione.

Sintassonomia e sindinamicaSempre nell’ambito dell’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis, per questa tipologia

sono stati proposti, per il Lazio, molteplici inquadramenti a livello di associazione: nel Quercetum frainetto-cerris descritto da Horvat per la Penisola Balcanica (BLASI, 1984b); nel Lathyro-Quercetum cerris descritto da Bonin e Gamisans per il piano supramediterraneo calabro-lucano (LUCCHESE, PIGNATTI,1990) e nell’Echinopo siculi-Quercetum frainetto descritto da Blasi e Paura (1993) per il piano supramediterraneo campano-molisano. Viene accettata con riserva quest’ultima opzione, più calzante in termini fisionomico-strutturali ma non altrettanto in termini sinecologici e sincorologici. Si rimanda pertanto ad ulteriori ricerche a carattere regionale la verifica dell’ipotesi di autonomia sintassonomica dei boschi di cerro e farnetto planiziali e collinari del settore sublitoraneo laziale. Le cenosi con Carpinus orientalis impostate sui substrati vulcanici litoidi, privi di componente sabbioso-argillosa, hanno una certa affinità per il Carpino orientalis-Quercetum cerris, descritto da Blasi (l.c.) per le cerrete del Lazio settentrionale. Su questi versanti di estensione ridotta

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manca tuttavia lo spazio ecologico per una netta separazione dalle cerrete con farnetto affini all’Echinopo siculi-Quercetum frainetto.

Gli arbusteti ed i mantelli di sostituzione sono caratterizzati da roveti a Rubus ulmifolius o da comunità ad Ulmus minor entrambi riferibili al Pruno-Rubion ulmifolii. Le praterie della serie sono generalmente a dominanza di emicriptofite e fanno riferimento alle alleanze Brachypodion phoenicoidis e Inulo-Agropyrion.

Contatti catenali si hanno, verso i fondovalle più ampi con le comunità mesoigrofile del Querco

roboris-Ulmetum minoris o, in corrispondenza delle incisioni nel sistema dei terrazzi costieri, con

lembi boschivi a Carpinus betulus ed Ulmus minor affini al Lauro-Carpinetum betuli.

Vegetazione arborea di sostituzione a Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

StrutturaLe comunità ad Ulmus minor si presentano sia in forma di boscaglia, con altezze fino ai 15 metri,

sia come arbusteti, alti fino a 8 metri. Lungo i versanti collinari gli olmeti arbustivi sono ricchi in

Rubus ulmifolius o Prunus spinosa, mentre nelle formazioni arboree in prossimità o all’interno dei

fondovalle l’olmo accompagna, e talvolta sostituisce, Carpinus betulus lungo le linee di impluvio o

Quercus robur sui depositi alluvionali.

Più sporadici, rispetto alle riserve interne al Grande Raccordo Anulare, sono i robinieti, localizzati lungo i tracciati stradali o in prossimità di nuclei abitativi.

Sintassonomia e sindinamicaLe formazioni arbustive, riferibili alle serie del cerro e del farnetto e della roverella e

della sughera, vengono inquadrate nel Pruno-Rubion ulmifolii e mostrano affinità ecologica e strutturale per l’associazione Ulmo-Sambucetum nigrae descritta da De Foucault (1991).

Le boscagli di ambiente planiziale sono invece riferibili all’alleanza Alno-Ulmion e tendono

verso comunità del Lauro-Carpinetum betuli, descritto da Lucchese e Pignatti (1990) per le incisioni

di corsi d’acqua a carattere torrentizio del Lazio marittimo, sul fondo delle incisioni intercalate ai

terrazzi costieri, o verso il Querco roboris-Ulmetum minoris sui depositi alluvionali.

Vegetazione arborea igrofila a dominanza di Salix alba , Populus nigra e/o P. alba

StrutturaLembi di vegetazione arborea igrofila, ad estensione prevalentemente lineare, si ritrovano lungo

tutti i fossi principali del Parco. Pur sviluppandosi su superfici limitate (ricoprono meno dell’1% del

territorio), alcune delle cenosi ripariali mostrano una discreta strutturazione. Nelle comunità a

Populus nigra con P. alba si trovano Ulmus minor e Rubus gr. sylvatici nello strato arbustivo,

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Hedera helix e Calystegia sepium in quello lianoso e Sambucus ebulus ed Equisetum telmateja in

quello erbaceo. Più diffuse sono le comunità a Salix alba, cui si accompagnano anche Salix triandra

con Rubus ulmifolius, Sambucus nigra e Cornus sanguinea nello strato arbustivo, Hedera helix,

Clematis vitalba ed Humulus lupulus in quello lianoso, Arum italicum, Urtica dioica ed Artemisia

vulgaris in quello erbaceo.

Sintassonomia e sindinamicaI pioppeti a Populus nigra e/o P. alba sono riferibili all’alleanza Populion albae, mentre

per i saliceti è possibile un inquadramento a livello di associazione nel Salicetum albae.Lungo i corsi d’acqua sono molto diffuse comunità arbustive di sostituzione a Rubus

ulmifolius o Sambucus nigra del Pruno-Rubion ulmifolii e frequenti sono i contatti dinamici con i canneti delle zone umide del Phragmitetum communis e dell’Arundino-Convolvuletum sepium. La presenza di individui isolati di Quercus robur e di boscaglie ad Ulmus minor, in stazioni appena più distanti dalle linee di impluvio, testimonia un potenziale contatto catenale con le comunità del Querco roboris-Ulmetum minoris nell’ambito dei fondovalle.

Arbusteti a Rubus ulmifolius e/o Spartium junceum con Ulmus minor

StrutturaGli arbusteti di sostituzione più diffusi ricoprono il 2% circa del territorio e sono

fisionomicamente caratterizzati: da Spartium junceum, nelle fasi pioniere e più termofile in

corrispondenza dei versanti vulcanici o alle rotture di pendio a contatto con i pianori sommitali dei

terrazzi costieri; da Rubus ulmifolius o Ulmus minor in fasi più avanzate e stazioni più mesofile.

Negli spartieti è ancora frequente Rubus ulmifolius, con ruolo subordinato, oltre a Rosa

sempervirens ed Asparagus acutifolius accompagnati da specie che penetrano dalle comunità

limitrofe di orlo e prateria, quali Silene alba, Asphodelus microcarpus, Knautia integrifolia e

Daucus carota. Roveti ed olmeti formano invece comunità più chiuse e paucispecifiche, con

Euonymus europaeus, Prunus spinosa, Brachypodium sylvaticum ed Hedera helix.

Nei mantelli forestali, di estensione non cartografabile, sono talvolta dominanti Prunus spinosa,

accompagnato da Pyrus amygdaliformis su substrati limoso-sabbioso-argillosi, o Cytisus villosus

accompagnato da Spartium junceum.

Sintassonomia Il riferimento all’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii accomuna la mggiorparte di queste

tipologie. Nelle comunità a Spartium junceum più termofile sono però frequenti aspetti di transizione verso gli arbusteti e i mantelli dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia alaterni.

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Vegetazione di sostituzione delle zone umide

Lungo tutto il reticolo idrografico alla vegetazione arborea ripariale si sostituiscono comunità

arbustive ed alto-erbacee estese per l’1,3% del territorio. I roveti a Rubus ulmifolius e le più

sporadiche comunità a Sambucus nigra dell’Humulo lupuli-Sambucetum nigrae sono riferibili al

Pruno-Rubion ulmifolii, mentre i canneti ad Arundo donax o a Phragmites australis sono

rispettivamente inquadrati nell’Arundini-Convolvuletum sepium e nel Phragmitetum communis.

Piuttosto rara è la presenza del Typhetum latifoliae.

Tra le cenosi erbacee compaiono molti esempi di praterie a Sambucus ebulus con Equisetum

telmateja ed Urtica dioica riferibili all’Urtico dioicae-Sambucetum ebuli e lembi non cartografabili

di comunità meso-nitrofile dell’Artemisietea vulgaris ed igro-nitrofile della Bidentetea tripartitae.

Macchia mediterranea di sostituzione a Phillyrea latifolia, Pistacia lentiscus e Arbutus unedo

Sui pianori sommitali della “Formazione della Duna Rossa” alla degradazione del bosco di

sughera, farnetto e cerro segue una macchia alta con Phillyrea latifolia, Erica arborea ed Arbutus

unedo con Ruscus aculeatus e Cistus salvifolius nello strato arbustivo dominato, Rubia peregrina e

Smilax aspera in quello lianoso, Carex flacca e Cyclamen repandum in quello erbaceo, ricoprente il

2% circa del territorio. Le maggiori affinità ecologiche e sindinamiche sono per l’associazione Erico

arboreae-Arbutetum unedonis, descritta da Allier e Lacoste per la Corsica (1980), ed articolata da

Foggi e Grigioni (1999) in una facies a Cistus monspeliensis presente anche nella Riserva.

Al margine di queste formazioni si trovano premantelli a Cistus salvifolius con affinità per le

garighe della Cisto-Lavanduletea.

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie con Dasypyrum villosum , Avena sterilis e Brachypodium phoenicoides . Include vegetazione ad alte erbe dominata da Pteridium aquilinum e/o Inula viscosa

Le formazioni erbacee che insistono su terreni non alluvionali occupano circa il 6% del territorio.

Sono prevalentemente a carattere emicriptofitico e, sporadicamente, a carattere terofitico in stazioni

con suoli sottili e poco evoluti dei versanti acclivi a substrato vulcanico o nelle schiarite sui pianori

sommitali dei terrazzi costieri.

Il diverso grado di nitrofilia, legato alla vicinanza di campi coltivati, di strade o di nuclei

abitativi, contribuisce ulteriormente all’elevata diversificazione delle tipologie presenti nel Parco.

Le comunità terofitiche a Dactylis hispanica e Lotus ornithopodioides con Hypochoeris

achyrophorus della serie della roverella e sughera sono riferibili al Trifolio scabri-Hypochoeridetum

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achyrophori, associazione guida dell’alleanza Trachynion distachyae descritta da Lapraz per la costa

mediterranea francese (1982); quelle a Cynosurus polybracteatus e Moenchia mantica della serie

della sughera e del farnetto sono invece inquadrabili nel Moenchio-Tuberarietum guttatae, descritto

da Lucchese e Pignatti per le comunità su sabbie silicee del Lazio (1987).

I popolamenti a Brachypodium phoenicoides legati ai depositi limoso-sabbioso-argillosi nella

serie del cerro e del farnetto, sono riferibili al Brachypodion phoenicoidis. Frequenti sono le

fitocenosi a carattere nitrofilo, meno vincolate al tipo di substrato, della Stellariete mediae con i

prati-pascoli a Dasypyrum villosum del Vulpio-Dasypyretum villosi, descritto da Fanelli per il

territorio romano (1998), e con le comunità degli incolti a Lolium multiflorum riferibili

all’Hordeion leporini; le comuità semiruderali a Dactylis glomerata sono invece riferibili all’Inulo

viscosae-Agropyrion repentis.

Alla ricolonizzazione di stazioni molto disturbate, soprattutto dopo episodi di incendio, partecipano tipici popolamenti a Pteridium aquilinum attribuibili all’alleanza Allion triquetri.

Prati stabili di fondovalle con Agropyron repens, Hordeum bulbosum, Agrostis stolonifera, Carex hirta, Cynosurus cristatus

Meno diffuse rispetto alle comunità erbacee dei versanti e delle valli secondarie (ricoprono solo

l’1% circa del territorio), le praterie stabili di fondovalle sono comunque piuttosto diversificate.

Sui terreni ruderali, spesso con materiali di riporto, si insediano cenosi ad Agropyron repens e

Galega officinalis dell’Agropyro-Rumicion. Alla stessa alleanza fanno riferimento i lembi di prateria

meso-igrofila ad Agrostis stolonifera e Carex hirta rinvenibili nell’ambito dei terrazzi costieri, in

contatto con i pratelli igrofili del Nanocyperion ai bordi delle piscine. Degne di nota sono infine le

comunità a Cynosurus cristatus e Phleum pratense riferibili al Brachypodion phoenicoidis, che

vicariano i brachipodieti veri e propri al piede dei versanti in contatto con i depositi alluvionali.

5.1.2 SCHEMA SINTASSONOMICO

QUERCETEA ILICIS Br.-Bl. 1947 Quercetalia ilicis (Br.-Bl. ex Molinier 1934) Riv.-Mart. 1975 Quercion ilicis (Br.-Bl. ex Molinier 1934) Riv.-Mart. 1975 Viburno tini-Quecetum ilicis (Br.-Bl.1936) Riv.-Mart. 1975 Orno-Quercetum ilicis Horvatic 1958 Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Riv.-Mart. 1975 Ericion arboreae Riv.-Mart. (1975) 1987 Cytiso villosi- Ericetum arboreae Costa, Peris et al 1985

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Erico arboreae-Arbutetum unedonis Allier et Lacoste 1980 subass. cistetosum monspeliensis Foggi et Grigioni 1999

QUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. et Vlieger ex Vlieger 1937 Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 corr. Moravec ex Beg. et Theur. 1984 Teucrio siculi-Quercion cerridis (Ubaldi 1988) Scoppola et Filesi 1993 Echinopo siculi-Quercetum frainetto Blasi et Paura 1993 (cfr) Quercetum frainetto-suberis Blasi, Filesi, Fratini, Stanisci 1997 Lauro nobilis-Carpinetum betuli Lucchese et Pignatti 1990 (colloc. pref.) Ostryo-Carpinion orientalis Horvat 1959 Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis Biondi 1986 variante a Quercus suber Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Alno-Ulmion minoris Br.- Bl. et Tx. ex Tchou 1948 Querco roboris-Ulmetum minoris Issl. 1924

SALICETEA PURPUREAE Moor 1958 Salicetalia purpureae Moor 1958 Salicion albae Soo 1930 em Moor 1958 Salicetum albae Issl. 1926

RHAMNO CATHARTICI-PRUNETEA SPINOSAE Riv.-God. et Borja 1961 Prunetalia spinosae Tx. 1952 Pruno-Rubion ulmifolii O Bolòs (1954) 1962 Ulmo minoris-Sambucetum nigrae (Jovet 1936) De Fouc. 1991 (colloc.

pref.) Humulo lupuli-Sambucetum nigrae (Muller 1974) De Fouc. 1991

(colloc. pref.)Aggr. a Spartium junceumAggr. a Rubus ulmifolius

CISTO -LAVANDULETEA Br.-Bl. (1940) 1952 Lavanduletalia stoechidis Br.-Bl. 1940 em Riv.-Mart. 1968

FESTUCO VALESIACAE-BROMETEA ERECTI Br.Bl. et Tx. in Br.Bl. 1949

Brachypodietalia phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934

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Brachypodion phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934

AGROPYRETEA INTERMEDII-REPENTIS (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1969

Agropyretalia intermedii-repentis (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1966

Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi et Allegrezza 1996

Arundinetum plinianae Biondi et alii 1992

ARTEMISIETEA VULGARIS Lohm., Prsg. Et Tx. 1950

Artemisietalia Lohm. in Tx. 1947 em J.M. Gèhu, J.Gèhu et Scoppola 1985

Arction lappae Tx. 1937

Urtico dioicae-Sambucetum ebuli (Kaiser 1926) Br.-Bl. (1936) 1952

Allion triquetri De Bolos 1967

aggr. a Pteridium aquilinum

Convolvuletalia sepium Tx. 1950

Convolvulion sepium R. Tx. 1947 em. Oberd. 1983

Arundini-Convolvuletum sepium R. Tx. et Oberd. 1962

BIDENTETEA TRIPARTITAE Tx. et al. 1951

Bidentetalia tripartitae Br.-Bl. et Tx. ex Klika et Hadac 1944

STELLARIETEA MEDIAE Tx., Lohm. et Preisg. ex Roch. 1951

Brometalia rubenti-tectorum (Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963) Riv.-Mart. et Izco 1977

Echio-Galactition tomentosae Bolos et Molinier 1969

Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi Fanelli 1998

Hordeion leporini Br.-Bl. (1931) 1947

HELIANTHEMETEA GUTTATI (Br.-Bl. 1952) Riv.-Mart. 1978

Helianthemetalia guttati (Br.-Bl. ex Br.-Bl. et al. 1940) Riv.-Mart. 1978

Helianthemion guttati Br.-Bl. ex Br.-Bl. et al. 1940

Moenchio-Tuberarietum guttatae Lucchese et Pignatti 1987

Trachynetalia distachyiae Riv.-Mart. 1978

Trachynion distachyiae Riv.-Mart. 1978

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Trifolio scabri-Hypochoeridetum achirophori Lapraz ex Biondi et al. 1996

PHRAGMITETEA AUSTRALIS Tx. et Prsg. 1942

Phragmitetalia australis (Koch 1926) Pignatti 1954

Phragmition australis Koch 1926

Phragmitetum communis (All. 1921) Pignatti 1953

Typhetum latifoliae Lang 1973

JUNCETEA MARITIMI Br.-Bl. ex Br.-Bl., Roussine et Nègre 1952

Juncetalia maritimi Br.-Bl. ex Horvatic 1934

Juncion maritimi Br.-Bl. ex Horvatic 1934

AGROSTIETEA STOLONIFERAE Oberd. in Oberd. et al. 1967

Agrostietalia stoloniferae Oberd. in Oberd. et al. 1967

Agrpopyro-Rumicion Nordh. 1940 em Tx. 1950

ISOETO-NANOJUNCETEA Br.-Bl. et Tx. ex Westhoff et al. 1946

Isoetetalia Br.-Bl. 1931

Nanocyperion W.Koch ex Libbert 1932

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5.1.3 CARATTERI FLORISTICI SALIENTI

La Riserva ospita una flora molto numerosa che comprende sia gli elementi dei boschi e delle macchie che le formazioni erbacee ad elevata biodiversità tipiche della Campagna Romana. In entrambi gli aspetti prevale la componente autoctona, e le essenze esotiche sono limitate a poche specie invasive (ad esempio Ailanthus altissima, Robinia pseudoacacia), agli esemplari coltivati (ad es. i numerosi Eucalyptus) ed alle formazioni infestanti pioniere.

La componente legnosa è ben rappresentata. Fra le querce sono presenti cerro (Quercus cerris), farnetto (Q. frainetto), sughera (Q. suber), roverella (Q. pubescens), leccio (Q. ilex), farnia (Q. robur) e pseudosughera (Q. crenata). Gli elementi dominanti della vegetazione arborea igrofila sono il salice bianco (Salix alba), i pioppi (Populus alba, P. nigra) e l’ontano (Alnus glutinosa). Da segnalare la presenza di alcuni individui di grande pregio botanico per la loro età o grandezza, censiti dal WWF (ANTONINI, 1998) tra cui due querce da sughero, rispettivamente in località Monti della Caccia e Castel di Decima, una roverella nella sughereta di Vallerano, un pioppo nero nella Valle del Risaro ed alcuni esemplari di lentisco (Pistacia lentiscus) in località Monte Cicoriaro.

La flora delle formazioni boschive, degli arbusteti e delle macchie è particolarmente ricca di specie e rappresentata dai principali elementi arborei e arbustivi della flora romana fra cui, oltre alle querce, acero oppio (Acer campestre), corbezzolo (Arbutus unedo), carpini (Carpinus betulus, C. orientalis), corniolo (Cornus mas), sanguinello (C. sanguinea), nocciolo (Corylus avellana), biancospino (Crataegus monogyna), erica (Erica arborea), berretta da prete (Euonymus europaeus), orniello (Fraxinus ornus), alloro (Laurus nobilis), ligustro (Ligustrum vulgare), melo selvatico (Malus sylvestris), nespolo selvatico (Mespilus germanica), carpino nero (Ostrya carpinifolia), marruca (Paliurus spina christi), fillirea (Phillyrea latifolia), alaterno (Rhamnus alaternus), sorbo (Sorbus domestica), olmo campestre (Ulmus minor) e viburno (Viburnum tinus).

La maggiore diversità di specie si misura tuttavia nelle cenosi erbacee, sia nelle praterie stabili dei versanti e di fondovalle che nelle formazioni nitrofile, pioniere e semiruderali. Le famiglie prevalenti sono le Composite, le Graminacee e le Leguminose sia negli aspetti a dominanza di elementi perenni che nelle praterie a carattere terofitico. Il genere più numeroso è Trifolium. I tipi corologici sono per lo più mediterranei (stenomediterranee, eurimediterranee e mediterraneo turaniane).

Sono presenti nel territorio in esame numerosi elementi di particolare interesse per la loro rarità o vulnerabilità a livello regionale, nazionale o comunitario. Numerose le specie rare

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(ANTONINI, 1998) come ad esempio quelle degli ambienti umidi, delle piscine e delle aree ad elevata concentrazione di zolfo. Tra le specie di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione secondo la Direttiva Habitat 92/43, relativa alla conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche, si segnala la presenza del pungitopo (Ruscus aculeatus). Tra le specie incluse nella lista rossa della flora del Lazio risulta il narciso (Narcissus tazzetta), classificata come “vulnerabile”, ossia esposta a grave rischio di estinzione in natura in un futuro a medio termine, per riduzione della popolazione o dell’habitat. Fra le specie presenti nella Riserva nei secoli scorsi ma non più rinvenute recentemente nel Lazio (ANZALONE, 1984, 1996) si segnala l’eliotropio maggiore (Heliotropium dolosum De Not.).

5.1.4 ELENCO FLORISTICO

Nella seguente lista sono elencate alcune delle specie più significative presenti nella Riserva e alcune specie incluse nei rilievi fitosociologici.

Acer campestre Aegylops geniculataAgrimonia eupatoria Agropyron repensAgrostis stolonifera Ajuga reptansAlliaria petiolata Anacyclus radiatusAnagallis arvensis Anchusa hybrida Andryala integrifoliaAnemone apenninaAnthemis arvensis Anthemis praecoxAnthemis tinctoria Apium nodiflorumArbutus unedo Arenaria leptoclados Aristolochia rotunda Arum italicum Arundo donax Asparagus acutifolius Asphodelus microcarpus Asplenium onopteris Aster linosyrisAstragalus hamosusAvena barbata

Avena sterilis Bellardia trixagoBellevalia romanaBorago officinalisBrachypodium phoenicoides Brachypodium sylvaticum Briza maxima Bromus gussoneiBromus hordeaceus Bromus rigidusBromus sterilisBunias erucago Calamintha nepetaCalendula arvensis Calystegia sepium Campanula rapunculus Cardamine hirsutaCarduus pycnocephalus Carex distachya Carex divisaCarex divulsa Carex flacca Carex hirtaCarex sylvaticaCarpinus betulus Carpinus orientalisCarthamus lanatus

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Catapodium rigidum Centaurea napifolia Cerastium glomeratumChaerophyllum temulum Chondrilla juncea Cichorium intybus Cistus incanus Cistus monspeliensis Cistus salvifolius Clematis flammula Clematis vitalba Coleostephus myconis Conium maculatumConvolvulus arvensis Conyza albida Cornus masCornus sanguinea Crataegus monogyna Crepis neglectaCrepis setosa Cruciata laevipesCrysanthemum segetumCyclamen hederifolium Cyclamen repandum Cynoglossum creticumCynosurus cristatus Cynosurus echinatusCynosurus polybracteatusCytisus villosusDactylis glomerata Dactylis hispanica Daphne gnidium Dasypyrum villosum Daucus carota Dianthus armeriaDipsacus fullonumDorycnium hirsutum Echium italicumEchium plantagineum Echium vulgare Eleocharis palustrisEquisetum telmatejaErica arborea Erodium cicutariumErodium malacoides Eryngium campestre Euonymus europaeus Eupatorium cannabinum

Euphorbia amygdaloides Euphorbia exigua Euphorbia falcata Euphorbia helioscopia Festuca arundinaceaFestuca heterophyllaFilago pyramidata Foeniculum vulgare Fraxinus ornus Galactites tomentosaGalega officinalis Galium albumGalium aparine Galium elongatumGaudinia fragilis Geranium columbinumGeranium dissectum Geranium molle Geranium robertianum Geranium rotundifoliumGeum urbanum Gratiola officinalisHedera helix Hedysarum coronariumHelianthemum salicifolium Holcus lanatus Hordeum bulbosum Hordeum leporinum Humulus lupulusHymenocarpus circinnatusHypericum perforatum Hypochoeris achyrophorus Hypochoeris radicata Inula viscosa Iris pseudacorusKickxia commutataKnautia integrifolia Lamium maculatum Lathraea squamariaLathyrus annuus Lathyrus aphacaLathyrus clymenumLathyrus ochrusLathyrus sylvestris Lathyrus venetus Laurus nobilis Lavatera cretica Leopoldia comosa

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Ligustrum vulgare Linum bienne Linum strictum Lolium multiflorum Lolium perenneLolium rigidumLonicera caprifolium Lonicera etrusca Lonicera implexa Lotus angustissimus Lotus ornithopodioides Lupinus angustifoliusLuzula forsteriLychnis flos-coculiMalus sylvestris Medicago arabicaMedicago hispidaMedicago murexMedicago orbicularisMedicago rigidulaMedicago sativa Medicago truncatulaMelica arrecta Melica unifloraMelilotus altissimaMelilotus indicaMentha spicata Mentha suaveolens Mercurialis annuaMercurialis perennis Mespilus germanica Moenchia manticaMyosotis arvensisNarcissus tazettaOenanthe pimpinelloides Ononis spinosaOrnithogalum pyramidaleOrnithopus compressusOryzopsis miliacea Ostrya carpinifolia Osyris alba Paliurus spina-christiPallenis spinosa Papaver rhoeasParietaria diffusa Petasites hybridusPetrorhagia prolifera Petrorhagia velutina

Phalaris bulbosa Phalaris paradoxa Phillyrea angustifolia Phillyrea latifolia Phleum pratense Phragmites australisPistacia lentiscus Pisum sativum Plantago lanceolata Poa pratensis Poa trivialis Polygonum avicularePopulus albaPopulus nigraPotentilla rectaPrunus spinosa Pteridium aquilinumPulicaria dysentericaPyrus amygdaliformis Quercus cerris Quercus crenataQuercus frainetto Quercus ilex Quercus pubescens Quercus roburQuercus suber Ranunculus bulbosus Ranunculus ficariaRanunculus lanuginosusRaphanus raphanistrumRapistrum rugosumReichardia picroides Rhamnus alaternus Romulea bulbocodiumRosa caninaRosa gallicaRosa sempervirens Rubia peregrina Rubus gr. silvaticiRubus ulmifolius Rumex angiocarpusRumex bucephalophorus Rumex conglomeratus Rumex crispus Rumex pulcher Rumex sanguineus Ruscus aculeatus Salix alba

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Salix triandraSalvia verbenacaSambucus ebulusSambucus nigra Sanguisorba minor Scabiosa maritima Scilla autumnalisScorpiurus muricatus Scrophularia caninaSecurigera securidacaSedum cepaeaSenecio erraticusSenecio vulgarisSherardia arvensis Sideritis romana Silene alba Silene gallica Silybum marianum Smilax aspera Sonchus asperSonchus oleraceus Sorbus domestica Spartium junceum Spergula arvensisStachys ocymastrum Stachys sylvatica Stellaria media Symphytum officinaleTamus communis Teucrium chamaedrys Tordylium apulum Torilis arvensisTorilis nodosa Trifolium angustifolium Trifolium arvense Trifolium campestre Trifolium echinatum

Trifolium incarnatumTrifolium leucanthumTrifolium nigrescens Trifolium pallidum Trifolium pratense Trifolium repens Trifolium resupinatum Trifolium squarrosumTrifolium subterraneumTrigonella corniculataTrisetaria paniceaTypha latifoliaUlmus minor Urospermum dalechampii Urtica dioica Verbascum blattariaVerbascum sinuatum Verbascum thapsusVerbena officinalisVeronica arvensisVeronica hederifoliaVeronica persicaViburnum tinus Vicia bithynicaVicia gr. craccaVicia hirsutaVicia hybridaVicia luteaVicia sativa Vicia tenuissimaVicia villosaVinca minor Viola reichenbachiana Vitis viniferaVulpia ciliataVulpia ligustica

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5.2 RISERVA NATURALE DELL’INSUGHERATA

La Riserva Naturale dell'Insugherata è collocata a Nord della città di Roma, quasi completamente contenuta con i suoi 697 ettari all'interno del Grande Raccordo Anulare, ma in continuità geografica e paesaggistica al di fuori di esso con il Parco di Vejo. Dal punto di vista amministrativo la Riserva interessa le circoscrizioni XIX e XX e gli ingressi principali sono su Via Trionfale e su Via dell’Acqua Traversa (AA.VV., 1997a).

La Riserva è un’area protetta di rilevanza regionale ai sensi della Legge 431/85 e del D.M. 22/5/85, Insugherata, e più recentemente ai sensi della Legge regionale n. 29 del 6/10/1997 (REGIONE LAZIO, 1998). La sua perimetrazione si fonda sulla delibera C.C. 39/95 e su di essa insiste il Piano Territoriale Paesistico n. 15/2 “Insugherata” e n. 15/7 “Veio-Cesano” (AA.VV., 1997b).

La morfologia del territorio della Riserva è piuttosto articolata: colline più o meno estese con altezza variabile fra i 40 e i 150 metri alternate a profonde incisioni vallive. Sabbie e limi argillosi testimoniano, insieme con i numerosi fossili, la presenza dell'antico mare costiero che occupava tutto l'Agro Romano.

Dal punto di vista idrografico, la Riserva è legata al bacino idrografico del Fosso dell’Acqua Traversa con i tributari, ossia il Fosso dell’Insugherata, il Fosso della Rimessola, il Fosso dei Frati.

5.2.1 FISIONOMIE VEGETALI NATURALI E SEMINATURALI

Le percentuali relativamente basse di aree agricole (circa il 33%) e di aree occupate da superfici artificiali (circa il 4,5%), sommate alla considerevole estensione di boschi maturi (circa il 22% comprendendo querceti e boschi misti), rappresentano la chiave di lettura di un’area protetta che emerge, per vocazione naturalistica, tra quelle interne al G.R.A.

Boschi misti mesofili di carpino bianco e/o castagno ( Carpinus betulus e/o Castanea sativa ) con Quercus suber a contatto con le aree aperte. Locale presenza di Quercus robur

Struttura e fisionomiaBoschi con Carpinus betulus e Quercus cerris, accompagnati da Acer campestre,

Castanea sativa e Fraxinus ornus, con strato arboreo alto fino a 20m. Lo strato arbustivo è generalmente ricco, con coperture fino al 70%, ed accoglie frequentemente Ilex aquifolium. Tra le erbacee spiccano specie mesofile, quali Polystichum setiferum, Euphorbia amygdaloides, Anemone apennina ed in generale si ha una netta dominanza di specie

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eurasiatiche su quelle a distribuzione mediterranea. Si estendono su una superficie di circa 40 ha, pari al 5,36% della superficie della Riserva.

Sintassonomia Le affinità maggiori si hanno verso l’Aquifolio-Fagetum, descritto da Gentile (1969) per

l’Italia meridionale e riconosciuto da Blasi et al. (1993) nel Lazio per i boschi misti mesofili del comprensorio Barbarano Romano-Canale Monterano. L’associazione è stata riconosciuta, nella sottoassociazione carpinetosum betuli (FEOLI, LAGONEGRO, 1982) da Attorre et al. (1997) proprio per i boschi mesofili con carpino bianco della città di Roma.

Boschi di cerro ( Quercus cerris ) con Quercus frainetto e Q. robur . Quercus suber a contatto con le aree aperte

Struttura e fisionomiaE’ la tipologia di bosco più rappresentata nella Riserva (circa 76 ha pari ad oltre il 10%

della superficie).In questi boschi, in cui Quercus cerris è sempre dominante, Quercus frainetto compare

in maniera subordinata, ma ha un forte significato differenziale rispetto alle cerrete con Carpinus orientalis ed Acer campestre. Le cerrete con farnetto si trovano soventemente in contatto catenale con i boschi a Quercus suber, rispetto ai quali si arricchiscono di specie più esigenti di umidità quali Acer campestre ed Ulmus minor nello strato arboreo dominato, Cornus mas, Ligustrum vulgare e Prunus spinosa nello strato arbustivo, Hedera helix tra le lianose. Nello strato erbaceo sono frequenti Melica uniflora, Lathyrus venetus, Brachypodium sylvaticum.

Negli avvallamenti le cerrete si arricchiscono di specie ancor più mesofile dando vita ad una variante caratterizzata dalla presenza di Quercus robur nello strato arboreo dominante.

Sintassonomia e sindinamicaDi sicura collocazione tra i querceti misti dell’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis,

le cerrete con farnetto laziali, zonali nell’orizzonte collinare ed extrazonali lungo pianure costiere, sono state inquadrate precedentemente nel Quercetum frainetto-cerris descritto da Horvat per la Penisola Balcanica (BLASI, 1984b), nel Lathyro-Quercetum cerris descritto da Bonin e Gamisans per il piano supramediterraneo calabro-lucano (LUCCHESE, PIGNATTI, 1990) o nell’Echinopo siculi-Quercetum frainetto descritto da Blasi e Paura (1993) per il piano supramediterraneo campano-molisano. L’ultima collocazione sembra essere la più calzante per affinità fisionomico-strutturali, va notata comunque l’estrema

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sporadicità nell’area romana di elementi caratterizzanti questa tipologia come Echinops siculus e Festuca drymeja.

Le cenosi arbustive di mantello in serie dinamica con questa tipologia di cerreta sono presenti in maniera piuttosto frammentaria e localmente dominate da Rubus ulmifolius, Prunus spinosa, Crataegus monogyna o Ulmus minor; sono osservabili sporadiche presenze di Cytisus villosus. Si tratta comunque di cenosi riferibili all’alleanza Pruno-Rubion.

I cespuglieti sono fisionomicamente caratterizzati dalla presenza di Spartium junceum e Rubus ulmifolius, cui si accompagnano Cytisus villosus e, localmente, Ulmus minor e Paliurus spina-christi. Anche per questi cespuglieti l’allenza di riferimento è il Pruno-Rubion.

Sono sostanzialmente due le tipologie di prato stabile in contatto con questi boschi: in zone di espluvio prevalgono le fisionomie dominate da Dasypyrum villosum, Avena sterilis, Briza maxima, Cynosurus echinatus, Verbascum sinuatum, Foeniculum vulgare affini al Vulpio-Dasypyretum e al Brachypodion phoenicoidis che presentano però un collegamento dinamico più evidente con i boschi di sughera. Negli impluvi i prati stabili sono caratterizzati dalla dominanza di Coleostephus myconis, Galega officinalis, Phalaris bulbosa, Vicia villosa, Trisetaria panicea e Raphanus raphanistrum.

Sono da considerarsi in rapporto dinamico con i boschi di cerro e farnetto anche le comunità erbacee degli incolti riferibili all'Echio-Galactition e all'Hordeion leporini.

Boschi di sughera ( Quercus suber ) con sporadiche presenze di Quercus frainetto

Struttura e fisionomiaLa fitocenosi si estende su 48,6 ha (pari al 6,53% della superficie della Riserva). Pur

presentando una forte potenzialità per la sughereta quest’area ne ospita solo piccoli frammenti. Le formazioni meno disturbate indicano comunque una potenzialità per querceti misti di sughera con caducifoglie: Quercus suber è spesso accompagnata da Quercus frainetto in corrispondenza di substrati sabbiosi.

Lo strato arbustivo ospita comunemente Ulmus minor e Crataegus monogyna, oltre a Cytisus villosus e Phillyrea latifolia nei consorzi con il farnetto, e a Rubus ulmifolius nei consorzi con roverella.

Lo strato erbaceo è molto ricco nelle sugherete diradate, dove è più facile l’ingresso di specie prative quali Holcus lanatus ed Asphodelus microcarpus, mentre si riduce a poche specie nemorali, quali Carex distachya e Luzula forsteri nei boschi più maturi.

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Sintassonomia e sindinamicaLe affinità con le sugherete descritte per il Parco Nazionale del Circeo consentono di

attribuire la prima tipologia al Quercetum frainetto-suberis descritto da Blasi et al. (1997) per il settore costiero del Lazio meridionale.

Il corteggio floristico e le condizioni ecologiche avvicinano invece le comunità con Quercus pubescens più alle boscaglie termofile dell’Ostryo-Carpinion orientalis che ai querceti del Teucrio siculi-Quercion cerridis, pur mostrando una tendenza evolutiva verso cenosi più mesofile dominate da Quercus cerris.

Anche le comunità di sostituzione evidenziano l’appartenenza dei boschi di sughera a diverse serie di vegetazione: a mantelli con sempreverdi, spartieti e premantelli a Cistus salvifolius del primo caso si contrappongono gli arbusteti ad Ulmus minor e roveti a Ulmus ulmifolius, tipici della serie della variante a Quercus suber del Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis, nel secondo caso.

Tra le comunità erbacee vanno citati i prati-pascoli riferibili al Vulpio-Dasypyretum e al Brachypodion phoenicoidis.

Vegetazione arborea di sostituzione a Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

Struttura e fisionomiaLe boscaglie e gli alti arbusteti ad Ulmus minor hanno uno strato dominante che può

raggiungere i 15 metri nel primo caso o gli 8 metri di altezza nel secondo. Lungo i versanti collinari l’olmo è accompagnato da Quercus cerris e Ligustrum vulgare, da Fraxinus ornus e Prunus spinosa in formazioni meno mature. Nei fondovalle l’olmo accompagna, e talvolta sostituisce, Carpinus betulus lungo le linee di impluvio o Quercus robur su depositi alluvionali. Altre specie che partecipano a queste comunità, quali Arum italicum, Mercurialis perennis, Galium aparine e Celtis australis, sono in genere indicatrici di relativa mesofilia e nitrofilia.

La componente corologica più rappresentativa è quella eurasiatica, accompagnata da quella mediterranea, con prevalenza di specie eurimediterranee rispetto alle stenomediterranee nelle cenosi con Carpinus betulus.

Sintassonomia e sindinamicaL’inquadramento sintassonomico di queste cenosi risulta piuttosto complesso in quanto i

syntaxa di riferimento possono variare a seconda della struttura, della composizione floristica e del contesto sindinamico in cui vengono a trovarsi; per cui possiamo trovarci in

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presenza di cenosi riferibili ad alleanze di cespuglieto o mantello (Pruno-Rubion) o a facies ad olmo e/o robinia delle formazioni arboree mature presenti nell’area e in aree limitrofe.

Le cenosi rinvenute nei fondovalle alluvionali e in sostituzione di vegetazione ripariale arborea sono in genere riferibili all’alleanza Alno-Ulmion.

Vegetazione igrofila a dominanza di salici ( Salix alba ), pioppi ( Populus nigra e/o P. alba ), farnia ( Quercus robur ) con Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

Struttura e fisionomiaLembi di bosco igrofilo si rinvengono lungo le principali linee di impluvio. Si tratta

prevalentemente di cenosi a dominanza di Salix alba in cui spesso sono presenti specie come Equisetum telmateja, Calystegia sepium, Cyperus longus, Lysimachia vulgaris. Entrano nelle cenosi di questa tipologia anche esemplari di Quercus robur e Corylus avellana. Interessante la presenza di formazioni a Populus nigra x canadensis anche in ambiti non ripariali.

Sintassonomia e sindinamicaI saliceti sono riferibili al Salicetum albae. Lo spazio esiguo a disposizione della

vegetazione ripariale non consente di evidenziare cenosi in contatto dinamico con i saliceti, si notano soltanto isolati popolamenti di Typha latifolia e di Phragmites australis.

Per quanto riguarda le formazioni a dominanza di pioppi il riferimento sintassonomico è il Populion albae.

Arbusteti a Spartium junceum e/o Rubus ulmifolius con presenze di Arundo pliniana

Gli arbusteti ed i mantelli forestali (non cartografabili) a caducifoglie pur se a diversa fisionomia sono tutti riferibili all’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii della classe Rhamno cathartici-Prunetea spinosae.

Più termofili e prevalentemente legati alle esposizioni meridionali, sono i popolamenti a Spartium junceum che ospitano specie come Calamintha nepeta, Foeniculum vulgare, Verbascum sinuatum, mentre a carattere relativamente più mesofilo sono i roveti a Rubus ulmifolius, accompagnato da Prunus spinosa soprattutto ai margini boschivi, da Arundo pliniana su substrati con componente argillosa, da Ulmus minor e Pteridium aquilinum in condizioni di accumulo di nutrienti nel suolo. Risulta evidente comunque nell’area una alternanza di aspetti a Spartium junceum, Rubus ulmifolius e Arundo pliniana.

Canneti ad Arundo pliniana e/o A. donax

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I canneti fisionomicamente caratterizzati da Arundo pliniana rappresentano stadi piuttosto precoci nella ricolonizzazione di terreni in genere legati alla presenza di argilla, di passata lavorazione agricola e movimenti di terra.

Per tali ragioni non sono facilmente correlabili ad una serie di vegetazione. Il contatto dinamico più convincente è quello con le formazioni a sughera e roverella dei versanti acclivi. Si tratta di formazioni pressochè monospecifiche dove saltuariamente penetarno specie delle contigue comunità prative. Nelle comunità presenti in questa Riseva le specie più frequenti sono Verbascum sinuatum e Arundo donax.

La forte variabilità floristica di questa comunità non consente una attribuzione fitosociologica univoca ma un riferimento certo è dato dall’Arundinetum plinianae.

Vegetazione alto-erbacea e arbustiva delle zone umide ( Phragmites australis , Typha latifolia , Arundo donax , Rubus ulmifolius , Sambucus nigra , S. ebulus )

Le comunità a Phragmites australis presenti nella Riserva si presentano piuttosto alterate nella struttura e con corteggio floristico eterogeneo a causa del disturbo.

Tra le specie più fedeli a questa fisionomia possiamo citare Equisetum telmateja e Calystegia sepium. Spesso sono presenti Arundo donax, Rubus ulmifolius e Typha latifolia.

L’evoluzione naturale di tali comunità dovrebbe condurre verso il Phragmitetum communis e, in minore misura al Typhetum latifoliae ma attualmente una attribuzione corretta non è possibile per la loro eterogeneità floristica.

Prati stabili di fondovalle con Agropyron repens , Hordeum bulbosum , Agrostis stolonifera

La vegetazione erbacea che si ritrova lungo i fondovalle alluvionali è caratterizzata da comunità semiruderali a Trisetaria panicea con Lolium multiflorum, Galega officinalis, Coleostephus myconis affini all’alleanza Inulo-Agropyrion; da comunità con Hordeum bulbosum e Agrostis stolonifera affini all’alleanza Agropyro-Rumicion e da lembi nitrofili a Stellaria media dell’alleanza Polygono-Chenopodietalia, classe Stellarietea mediae, spesso non cartografabili.

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie con Dasypyrum villosum e Avena sterilis . Include vegetazione ad alte erbe dominata da Inula viscosa

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In questa categoria ricade la vegetazione erbacea degli incolti recenti, degli incolti più stabili, delle praterie soggette a sfalcio e/o al pascolo; la vegetazione alto-erbacea ad Inula viscosa dei suoli disturbati, tutte localizzate al difuori dei fondovalle alluvionali.

La vegetazione degli incolti è fisionomicamente caratterizzata da Dactylis glomerata, Briza maxima, Bromus rigidus ed è riferibile alle alleanze Echio-Galactition ed Hordeion leporini della classe Stellarietea mediae.

Le praterie sfalciate e/o pascolate sono prevalentemente caratterizzate da Dasypyrum villosum e sono riferibili all’associazione Vulpio-Dasypyretum villosi, alleanza Echio-Galactition, classe Stellarietea mediae. Da considerare anche fisionomie caratterizzate da Imperata cylindrica e da Asphodelus microcarpus di collocazione fitosociologica meno chiara ma che presentano affinità floristiche con l’alleanza Helianthemion guttati della classe Helianthemetea guttati.

5.2.2 SCHEMA SINTASSONOMICO

QUERCETEA ILICIS Br.-Bl. 1947

Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Riv.-Mart. 1975

Ericion arboreae Riv.-Mart. (1975) 1987

Cytiso villosi- Ericetum arboreae Costa, Peris et al 1985

QUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. et Vlieger ex Vlieger 1937

Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 corr. Moravec ex Beg. et Theur. 1984

Teucrio siculi-Quercion cerridis (Ubaldi 1988) Scoppola et Filesi 1993

Echinopo siculi-Quercetum frainetto Blasi et Paura 1993 (cfr)

Quercetum frainetto-suberis Blasi, Filesi, Fratini, Stanisci 1997

Ostryo-Carpinion orientalis Horvat 1959

Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis variante a Quercus suber Biondi

1986

Fagetalia sylvaticae Pawl. in Pawl. et al. 1928

Doronico-Fagion Ubaldi et al. 1987

Aquifolio-Fagetum sylvaticae carpinetosum betuli Gentile 1969 (cfr)

Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948

Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948

Populetum albae (Br.-Bl. 1931) Tchou 1947

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Alno-Ulmion minoris Br.- Bl. et Tx. ex Tchou 1948

SALICETEA PURPUREAE Moor 1958

Salicetalia purpureae Moor 1958

Salicion albae Soo 1930 em Moor 1958

Salicetum albae Issl. 1926

RHAMNO CATHARTICI-PRUNETEA SPINOSAE Riv.-God. et Borja 1961

Prunetalia spinosae Tx. 1952

Pruno-Rubion ulmifolii O Bolòs (1954) 1962

Aggr. a Spartium junceum

Aggr. a Rubus ulmifolius

Aggr. ad Ulmus minor

Aggr. a Cytisus scoparius

FESTUCO VALESIACAE-BROMETEA ERECTI Br.Bl. et Tx. in Br.Bl. 1949

Brachypodietalia phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934

Brachypodion phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934

AGROPYRETEA INTERMEDII-REPENTIS (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1969

Agropyretalia intermedii-repentis (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1966

Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi et Allegrezza 1996

Arundinetum plinianae Biondi et alii 1992

ARTEMISIETEA VULGARIS Lohm., Prsg. Et Tx. 1950

Artemisietalia Lohm. in Tx. 1947 em J.M. Gèhu, J.Gèhu et Scoppola 1985

Arction lappae Tx. 1937

Convolvuletalia sepium Tx. 1950

Convolvulion sepium R. Tx. 1947 em. Oberd. 1983

BIDENTETEA TRIPARTITAE Tx. et al. 1951

Bidentetalia tripartitae Br.-Bl. et Tx. ex Klika et Hadac 1944

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STELLARIETEA MEDIAE Tx., Lohm. et Preisg. ex Roch. 1951

Brometalia rubenti-tectorum (Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963) Riv.-Mart. et Izco 1977

Hordeion leporini Br.-Bl. (1931) 1947

Echio-Galactition tomentosae Bolos et Molinier 1969

HELIANTHEMETEA GUTTATI (Br.-Bl. 1952) Riv.-Mart. 1978

Helianthemetalia guttati (Br.-Bl. ex Br.-Bl. et al. 1940) Riv.-Mart. 1978

Helianthemion guttati Br.-Bl. ex Br.-Bl. et al. 1940

PHRAGMITETEA AUSTRALIS Tx. et Prsg. 1942

Phragmitetalia australis (Koch 1926) Pignatti 1954

Phragmition australis Koch 1926

AGROSTIETEA STOLONIFERAE Oberd. in Oberd. et al. 1967

Agrostietalia stoloniferae Oberd. in Oberd. et al. 1967

Agrpopyro-Rumicion Nordh. 1940 em Tx. 1950

5.2.3 CARATTERI FLORISTICI SALIENTI

La Riserva Naturale dell’Insugherata rappresenta una delle aree a maggior ricchezza di specie all’interno della città di Roma. La flora è estremamente diversificata e comprende circa 500 specie di piante vascolari spontanee, che variano dagli elementi xerofili delle formazioni più aride, come i pratelli terofitici, alle specie igrofile, agli aspetti mesofili dei querceti misti e del carpineto. La flora di questi ultimi costituisce l’elemento caratterizzante della Riserva, che presenta le specie più mesofile riscontrabili nella città di Roma. Fra esse si riscontrano ad esempio il carpino bianco (Carpinus betulus), il castagno (Castanea sativa), la latrea (Lathraea squamaria), la mercorella selvatica (Mercurialis perennis), la felce setifera (Polystichum setiferum) e il pigamo (Thalictrum aquilegifolium).

Dal punto di vista corologico si rileva la presenza di un gruppo di specie sudeuropeo-sudsiberiane tra cui Cardamine bulbifera, Carex sylvatica, Lathyrus venetus, Ligustrum vulgare, Lithospermum purpureocoeruleum, Ostrya carpinifolia e Quercus frainetto. Numerose sono le specie presenti a Roma solo in questa o in poche altre località; tra esse si segnalano Cynosurus cristatus, Carex grioletii, Dorycnium rectum, Imperata cylindrica, Salix caprea, S. triandra e l’endemica Arisarum proboscideum.

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Fra le emergenze botaniche, grande interesse riveste l’agrifoglio (Ilex aquifolium) che risulta tra le specie da proteggere nel Lazio (ANZALONE, 1983). Va segnalata inoltre la presenza del pungitopo (Ruscus aculeatus) e del bucaneve (Galanthus nivalis), incluse tra le specie di interesse comunitario, il cui prelievo in natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione, nella Direttiva Habitat 92/43, relativa alla conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche.

Per quanto riguarda le forme biologiche, le fanerofite sono ben rappresentate, e nella Riserva sono presenti circa 2/3 delle specie legnose indigene della flora di Roma. Si riscontrano tutte le specie di querce della flora romana: cerro (Quercus cerris), farnetto (Q. frainetto), sughera (Q. suber), roverella (Q. pubescens s.l.), leccio (Q. ilex), farnia (Q. robur) e pseudosughera (Q. crenata).

Fra i principali elementi arborei e arbustivi si rilevano inoltre l’acero oppio (Acer campestre), l’acero minore (Acer monspessulanum), il corbezzolo (Arbutus unedo), l’albero di Giuda (Cercis siliquastrum), il corniolo (Cornus mas), il sanguinello (Cornus sanguinea), il nocciolo (Corylus avellana), il biancospino (Crataegus monogyna), l’erica (Erica arborea), la berretta da prete (Euonymus europaeus), l’orniello (Fraxinus ornus), l’alloro (Laurus nobilis), il ligustro (Ligustrum vulgare), il melo selvatico (Malus sylvestris), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), la fillirea (Phyllirea latifolia), il ramno (Rhamnus alaternus), la rosa selvatica (Rosa canina), la rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens), il salice bianco (Salix alba) e l’olmo campestre (Ulmus minor).

Fino al secolo scorso erano presenti nella Riserva dell’Insugherata il lupino irsuto (Lupinus micranthus) Guss. e il crescione di Lippiza (Rorippa lippizensis) (Wulfen) Reichenb.), che tuttavia non sono più stati rinvenuti di recente (ANZALONE, 1984, 1996).

5.2.4 ELENCO FLORISTICO

Nella seguente lista sono elencate alcune delle specie più significative presenti nella Riserva e alcune specie incluse nei rilievi fitosociologici.

Acer campestre Acer monspessulanum Agrimonia eupatoria Agrostis stoloniferaAjuga chamaepitys Ajuga reptansAlisma plantago-aquaticaAlliaria petiolataAllium ampeloprasumAllium fuscumAllium roseum

Anemone apenninaAnemone hortensisAnogramma leptophyllaAnthriscus sylvestrisApium nodiflorumArbutus unedoArisarum proboscideumArisarum vulgareAristolochia rotundaArundo donaxArundo pliniana

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Asparagus acutifolius Asphodelus microcarpusAsplenium onopterisAsplenium trichomanes Avena barbata Avena sterilis Briza maximaBuglossoides purpurocaerulea Calystegia sepiumCardamine bulbiferaCarex distachyaCarex divisaCarex divulsaCarex grioletiiCarex hirtaCarex pendulaCarex sylvaticaCarpinus betulus Castanea sativaCercis siliquastrumCistus salvifoliusClematis flammulaClematis vitalbaClinopodium vulgareCornus masCornus sanguinea Corylus avellana Crataegus monogynaCrocus suaveolensCyclamen hederifoliumCyclamen repandum Cynosurus cristatusCynosurus echinatusCyperus fuscusCyperus longus Cytisus scoparius Cytisus villosusDactylis glomerata Dactylis hispanicaDaphne gnidiumDasypyrum villosum Dorycnium hirsutumDorycnium rectumEchinochloa crus-galliEpilobium hirsutumEpilobium parviflorumEquisetum ramosissimum Equisetum telmateja

Erica arboreaEuonymus europaeus Eupatorium cannabinum Euphorbia amygdaloides Ficus caricaFraxinus ornus Galanthus nivalisGalega officinalisGeum urbanumHedera helix Holcus lanatus Humulus lupulusIlex aquifoliumImperata cylindricaInula viscosaIris foetidissima Juncus articulatusJuncus bufoniusJuncus capitatusJuncus inflexusLamium amplexicauleLamium maculatum Lamium purpureumLathraea squamariaLathyrus venetusLaurus nobilis Leopoldia comosa Ligustrum vulgare Limodorum abortivumLonicera caprifoliumLonicera etrusca Lonicera implexaLuzula forsteriLycopus europaeusLysimachia vulgarisLythrum salicariaMalus sylvestrisMelica unifloraMelissa romanaMentha aquaticaMentha longifoliaMentha pulegiumMentha suaveolens Mercurialis perennisMespilus germanicaMuscari neglectumMyrtus communisNarcissus tazetta

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Oenanthe pimpinelloidesOnonis spinosaOphrys holosericaOphrys sphegodes Orchis papilionaceaOrchis provincialisOrchis purpureaOrnithogalum narbonenseOrnithogalum umbellatumOstrya carpinifoliaOsyris albaPetasites hybridusPhalaris bulbosa Phillyrea latifoliaPhragmites australisPhyllitis scolopendrium Pistacia lentiscusPlatanthera bifoliaPlatanus hybridaPolygala monspeliacaPolygonum amphibiumPolygonum lapathifoliumPolypogon viridisPolystichum setiferumPopulus tremulaPotentilla reptansPrunella laciniataPrunella vulgarisPrunus spinosa Pteridium aquilinum Pyrus amygdaliformisQuercus cerris Quercus frainettoQuercus ilexQuercus pubescens s.l.Quercus roburQuercus suberQuercus x crenataRanunculus ficaria Ranunculus lanuginosusRanunculus repensRanunculus sardous

Rhamnus alaternusRomulea bulbocodiumRosa canina s.l.Rosa sempervirensRubia peregrinaRubus caesiusRubus ulmifoliusRumex conglomeratusRumex obtusifolius Rumex sanguineusRuscus aculeatus Salix alba Salix capreaSalix purpurea Salix triandra Sambucus ebulusSambucus nigraSaponaria officinalisScrophularia auriculataSerapias vomeraceaSmilax aspera Solanum dulcamaraSorbus domesticaSpartium junceumStachys officinalisStachys palustrisStachys sylvaticaSymphytum tuberosum Tamus communis Teucrium chamaedrys Teucrium poliumThalictrum aquilegifolium Torilis nodosaTussilago farfaraTypha latifoliaUlmus minor Veronica anagallis-aquaticaVeronica beccabungaVinca minorViola alba Viola odorataViola reichenbachiana

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5.3 RISERVA NATURALE LAURENTINO ACQUA ACETOSA

La Riserva Naturale Laurentino Acqua Acetosa è la più piccola (152 ettari) tra le riserve naturali protette dall’Ente RomaNatura. Sita insieme con le riserve della Tenuta dei Massimi, della Valle dei Casali e di Decima Malafede nel settore sudoccidentale della città, essa è compresa all'interno dell'XI Circoscrizione. Gli ingressi principali sono su via Laurentina, Via Pontina e Via Ignazio Silone (AA.VV., 1997a).

E' un’area protetta di rilevanza regionale ai sensi della Legge 1085/39, del D.M. 31/5/83 e più recentemente ai sensi della Legge regionale n. 29 del 6/10/1997 (REGIONE LAZIO, 1998). La sua perimetrazione si fonda sulla delibera C.C. 39/95 e su di essa insiste il Piano Territoriale Paesistico n. 15/3 “Cecchignola Vallerano” (AA.VV., 1997b).

La Riserva è attraversata dal Fosso dell'Acqua Acetosa nella cui valle si trova l'omonima sorgente di acqua minerale. La presenza di un sito protostorico, scoperto nel corso della edificazione dei quartieri residenziali di Laurentino 38 e dell'Acqua Acetosa, ha reso possibile la conservazione di questo lembo di naturalità.

5.3.1 FISIONOMIE VEGETALI NATURALI E SEMINATURALI

La vegetazione della Riserva, a causa della forte pressione antropica e dell'uso agricolo insistentemente perseguito, è confinata alle zone più acclivi, quali ad esempio le scarpate, o in alternativa agli ambienti più umidi. Oltre il 23% della superficie è occupata da superfici artificiali (in questa categoria del CORINE Land Cover (1991) sono incluse anche le aree urbane verdi) ed oltre il 43% da aree agricole. Significativo il fatto che le tipologie di vegetazione naturale e seminaturale, oltre ai prati stabili (18,36%), siano gli arbusteti a dominanza di Rubus ulmifolius e Spartium junceum e la vegetazione arborea ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia, due tipologie con chiari caratteri di sostituzione.

Boschi di Quercus ilex

StrutturaE’ la fisionomia forestale che, pur essendo presente in piccoli lembi, meglio caratterizza

questa area protetta (poco più di 1,6 ha, pari a circa l’1% del territorio). Queste cenosi a Quercus ilex e Laurus nobilis ospitano al loro interno Quercus pubescens, Fraxinus ornus e Ulmus minor. A sottolinearne il carattere laurifillo notiamo nello strato arbustivo e lianoso specie quali Rhamnus alaternus, Ruscus aculeatus nonché Hedera helix e Smilax aspera. In alcune cenosi, su pendii meno acclivi, nella lecceta entra anche la sughera.

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Sintassonomia e SindinamicaIl riferimento fitosociologico più prossimo è l’Orno-Quercetum ilicis, ma l’abbondanza

di alloro e il carattere complessivamente “laurifillo” cui si accennava stimolano ulteriori approfondimenti. Le specie che, oltre al leccio, presentano i valori di abbondanza più elevati sono Ulmus minor e Laurus nobilis, cui si accompagnano Cornus sanguinea, Rhamnus alaternus e Rosa sempervirens. Il sottobosco erbaceo, complessivamente povero di specie, è caratterizzato soprattutto dalla presenza di Cyclamen repandum, Alliaria petiolata, Tamus communis. Sono presenti nell’area, in contatto seriale con le leccete con alloro piccoli lembi di vegetazione arbustiva a Phillyrea latifolia, Rhamnus alternus e Spartium junceum.

La vegetazione erbacea più chiaramente collegata a queste cenosi dal punto di vista dinamico è costituita da cenosi ad Aira cupaniana, Bromus sterilis, Avena sterilis, Calamintha nepeta, Centaurea napifolia, Crepis neglecta, Dactylis glomerata, Foeniculum vulgare e Lotus ornithopodioides.

Boschi di roverella ( Quercus pubescens ) con Laurus nobilis

StrutturaA contatto con alcune formazioni ad olmo e robinia troviamo piccoli lembi di bosco a

dominanza di roverella con un particolare corteggio floristico: lo strato arboreo dominato e l’arbustivo sono costituiti da Laurus nobilis, Cercis siliquastrum, Fraxinus ornus, Ulmus minor, Cornus sanguinea e, sporadicamente, Rhamnus catharticus.

Lo strato erbaceo ospita specie nitrofile o legate agli affioramenti rocciosi: Alliaria petiolata, Parietaria diffusa ma anche Umbilicus horizontalis.

Sintassonomia e SindinamicaIl contesto floristico consente di attribuire tali cenosi al Roso-Quercetum pubescentis

anche per la presenza di Rubia peregrina e Smilax aspera.La localizzazione puntiforme non consente una agevole ricostruzione del contesto

dinamico, è indubbio però che alcune delle cenosi ad Ulmus minor presenti nell’area tendano ad evolversi in cenosi sul tipo di quella descritta come pure vanno considerati come contatti seriali quelli con i cespuglieti a Spartium junceum e i canneti ad Arundo pliniana.

Vegetazione arborea di sostituzione a Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

StrutturaSi tratta di una tipologia di vegetazione arborea abbastanza diffusa nell’area con chiari

caratteri di vegetazione di sostituzione. La plasticità ecologica delle specie costituenti

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consente a queste specie di occupare ambiti geomorfologici notevolmente diversificati: fondovalle alluvionali, versanti più o meno acclivi. Nell’area protetta in questione questa tipologia si concentra principalmente su morfologie acclivi.

La specie dominante è in genere Ulmus minor accompagnata da Cercis siliquastrum e, talvolta Ailanthus altissima e Ficus carica; tra le specie erbacee sono presenti: Parietaria diffusa, Oryzopsis miliacea, Pteridium aquilinum.

Sintassonomia e sindinamicaL’inquadramento sintassonomico di queste cenosi risulta piuttosto complesso in quanto i

syntaxa di riferimento possono variare a seconda della struttura, della composizione floristica e del contesto sindinamico in cui vengono a trovarsi; per cui possiamo trovarci in presenza di cenosi riferibili ad alleanze di cespuglieto o mantello (Pruno-Rubion) o a facies ad olmo e/o robinia delle formazioni arboree mature presenti nell’area e in aree limitrofe.

Vegetazione arborea igrofila

StrutturaI piccoli lembi di vegetazione arborea igrofila presenti nell’area si presentano

mediamente in buono stato di conservazione. Salix alba è la specie decisamente dominante dei boschi igrofili, accompagnata, nello

strato arbustivo, da Salix purpurea, Rubus ulmifolius, Cornus sanguinea e Laurus nobilis.Fra le specie erbacee sono state rilevate con i valori di abbondanza maggiori, Pulicaria

dysenterica, Eupatorium cannabinum, Equisetum ramosissimum Lycopus europaeus, Tussilago farfara, Lythrum salicaria e Carex otrubae.

Vi sono anche piccoli lembi di pioppete a Populus nigra x canadensis nelle quali entrano anche Ulmus minor e Robinia pseudoacacia.

Sintassonomia e SindinamicaIl riferimento sintassonomico per i saliceti è chiaramente il Salicetum albae. Per i

pioppeti non è altrettanto chiaro il riferimento sintassonomico a livello di associazione ma possiamo senz’altro affermare che l’alleanza cui attribuirli è il Populion albae.

Lo spazio esiguo a disposizione della vegetazione ripariale non consente di evidenziare cenosi in contatto dinamico con i saliceti, si notano soltanto isolati popolamenti di Typha latifolia, di Phragmites australis, Sambucus nigra, Sambucus ebulus, Arundo donax.

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Lembi di vegetazione arborea a Celtis australis e Laurus nobilis

StrutturaSi tratta di piccoli lembi di vegetazione nei quali oltre a Celtis australis e Laurus nobilis

compaiono Cercis siliquastrum, Quercus ilex e Ulmus minor. Il sottobosco ospita specie quali Rosa sempervirens, Hedera helix, Rubia peregrina, Ruscus aculeatus e Cyclamen repandum.

Sintassonomia e SindinamicaL’inquadramento sintassonomico di queste fitocenosi, che nel sistema dei parchi

ritroviamo soltanto a Valle dei Casali, sempre su estensioni molto ridotte, è piuttosto complesso soprattutto per le dimensioni che non consentono di valutarne appieno la variabilità floristica. Riteniamo comunque che per affinità floristiche ed ecologiche tali fitocenosi siano dinamicamente collegate alle leccete dell’Orno-Quercetum ilicis.

Al margine della formazione, il mantello è costituito da Spartium junceum.

Vegetazione alto-erbacea e arbustiva delle zone umide ( Arundo donax, Rubus ulmifolius, Sambucus nigra, Phragmites australis , Typha latifolia , Sambucus ebulus )

Le comunità a Phragmites australis presenti nella Riserva si presentano piuttosto alterate nella struttura e con corteggio floristico eterogeneo a causa del disturbo.

Tra le specie più fedeli a questa fisionomia possiamo citare Sambusus ebulus, Equisetum telmateja, Calystegia sepium. Talvolta sono presenti anche Arundo donax e Rubus ulmifolius.

L’evoluzione naturale di tali comunità dovrebbe condurre verso il Phragmitetum communis e, in alcuni casi al Typhetum latifoliae ma attualmente una attribuzione corretta non è possibile per la loro eterogeneità floristica.

Arbusteti a Rubus ulmifolius e/o Spartium junceum con presenze di Ulmus minor

Gli arbusteti ed i mantelli forestali (non cartografabili) a caducifoglie pur se a diversa fisionomia sono tutti riferibili all’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii della classe Rhamno cathartici-Prunetea spinosae.

Più termofili e prevalentemente legati alle esposizioni meridionali, sono i popolamenti a Spartium junceum, mentre a carattere relativamente più mesofilo sono i roveti a Rubus ulmifolius, accompagnato da Ulmus minor in condizioni di accumulo di nutrienti nel suolo.

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Formazioni ad Arundo pliniana e/o A. donax

I canneti fisionomicamente caratterizzati da Arundo pliniana e, subordinatamente da A. donax che si concentra prevalentemente nei fondovalle, rappresentano stadi piuttosto precoci nella ricolonizzazione di terreni in genere legati alla presenza di argilla, di passata lavorazione agricola e movimenti di terra.

Per tali ragioni non sono facilmente correlabili ad una serie di vegetazione. Il contatto dinamico più convincente è quello con le formazioni a sughera e roverella dei versanti acclivi. Nello strato erbaceo dominato sono presenti specie come: Carduus pycnocephalus, Dactylis glomerata, Sonchus asper, Silene alba, Rumex crispus, Picris hieracioides, Picris echioides ecc. La forte variabilità floristica di questa comunità non consente una attribuzione fitosociologica univoca, ma un riferimento certo è dato dall’Arundinetum plinianae descritto da Biondi et al.(1992).

Prati di versante

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie con Avena sterilis, Dasypyrum villosum e Agropyron repens. Include vegetazione ad alte erbe dominata da Inula viscosa e/o Pteridium aquilinum

Le specie più rappresentate nei prati, quelle cioè che hanno i valori di abbondanza più elevati nei rilievi effettuati, sono Avena barbata, Crepis neglecta e Dasypyrum villosum. Tra le Graminaceae Agropyron repens, Avena sterilis, Bromus gussonei, Bromus hordeaceus, Dactylis glomerata e Phalaris bulbosa sono pure frequenti e abbondanti, così come fra le Compositae Andryala integrifolia, Coleostephus myconis e Galactites tomentosa e fra le Leguminosae Lotus ornithopodioides, Trifolium nigrescens e Vicia villosa.

A livello di associazione possiamo fare riferimento al Vulpio-Dasypyretum e più in generale ai Brometalia rubenti-tectorum, ma vanno considerate anche le alleanze Brachypodion phoenicoidis e Inulo-Agropyrion.

5.3.2 SCHEMA SINTASSONOMICO

QUERCETEA ILICIS Br.-Bl. 1947

Quercetalia ilicis (Br.-Bl. ex Molinier 1934) Riv.-Mart. 1975

Quercion ilicis (Br.-Bl. ex Molinier 1934) Riv.-Mart. 1975

Orno-Quercetum ilicis Horvatic 1958

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QUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. et Vlieger ex Vlieger 1937

Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 corr. Moravec ex Beg. et Theur. 1984

Ostryo-Carpinion orientalis Horvat 1959

Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis Biondi 1986

Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948

Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948

Alno-Ulmion minoris Br.- Bl. et Tx. ex Tchou 1948

SALICETEA PURPUREAE Moor 1958

Salicetalia purpureae Moor 1958

Salicion albae Soo 1930 em Moor 1958

Salicetum albae Issl. 1926

RHAMNO CATHARTICI-PRUNETEA SPINOSAE Riv.-God. et Borja 1961

Prunetalia spinosae Tx. 1952

Pruno-Rubion ulmifolii O Bolòs (1954) 1962

FESTUCO VALESIACAE-BROMETEA ERECTI Br.Bl. et Tx. in Br.Bl. 1949

Brachypodietalia phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934

Brachypodion phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934

AGROPYRETEA INTERMEDII-REPENTIS (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1969

Agropyretalia intermedii-repentis (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1966

Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi et Allegrezza 1996

ARTEMISIETEA VULGARIS Lohm., Prsg. Et Tx. 1950

Artemisietalia Lohm. in Tx. 1947 em J.M. Gèhu, J.Gèhu et Scoppola 1985

Arction lappae Tx. 1937

Convolvulion sepium R. Tx. 1947 em. Oberd. 1983

Arundini-Convolvuletum sepium R. Tx. et Oberd. 1962

STELLARIETEA MEDIAE Tx., Lohm. et Preisg. ex Roch. 1951

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Brometalia rubenti-tectorum (Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963) Riv.-Mart. et Izco 1977

Hordeion leporini Br.-Bl. (1931) 1947

Echio-Galactition tomentosae Bolos et Molinier 1969

HELIANTHEMETEA GUTTATI (Br.-Bl. 1952) Riv.-Mart. 1978

Trachynetalia distachyiae Riv.-Mart. 1978

Trachynion distachyiae Riv.-Mart. 1978

PHRAGMITETEA AUSTRALIS Tx. et Prsg. 1942

Phragmitetalia australis (Koch 1926) Pignatti 1954

Phragmition australis Koch 1926

AGROSTIETEA STOLONIFERAE Oberd. in Oberd. et al. 1967

Agrostietalia stoloniferae Oberd. in Oberd. et al. 1967

Agrpopyro-Rumicion Nordh. 1940 em Tx. 1950

5.3.3 CARATTERI FLORISTICI SALIENTI

La caratteristica più rilevante della flora della Riserva Naturale è la presenza di bioindicatori di elevata umidità, fra cui il sedano d’acqua (Apium nodiflorum), l’erba seghettata (Lycopus europaeus), la salcerella (Lythrum salicaria), la cannuccia di palude (Phragmites australis), la morella rampicante (Solanum dulcamara), il coltellaccio maggiore (Sparganium erectum), la stregona palustre (Stachys officinalis) e la lisca maggiore (Typha latifolia). Legate agli habitat umidi sono anche specie come la sedanina d’acqua (Berula erecta), la canapa acquatica (Eupatorium cannabinum), la bambagione (Holcus lanatus), il luppolo (Humulus lupulus), la mazza d’oro (Lysimachia vulgaris), la coda di lepre (Polypogon viridis) e la saponaria (Saponaria officinalis).

In tali habitat sono particolarmente vistose le fioriture estive del giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus) e quelle autunnali del girasole del Canada (Helianthus tuberosus). Sono indicatori di un elevato tenore di acqua nel suolo anche alcune specie di menta (Mentha aquatica, M. longifolia, M. suaveolens), romice (ad es. Rumex conglomeratus, R. obtusifolius), veronica (Veronica anagallis-aquatica, V. beccabunga) ed inoltre carici (ad es. C. divisa e C. otrubae), giunchi (ad es. Juncus effusus) ed equiseti (ad es. E. telmateja).

Fra le specie arboree igrofile prevalgono i pioppi (Populus alba, P. nigra) e i salici (Salix alba, S. caprea, S. purpurea, S. triandra).

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Non si tratta in generale di specie di particolare rarità, ma la loro presenza assume un’importanza notevole nel contesto della flora romana. Gli ambienti umidi sono infatti i più minacciati dalla crescente urbanizzazione, che tende a creare una situazione nel complesso più calda ed arida (“isola di calore”) rispetto alle aree extraurbane. Tali specie sono inoltre particolarmente vulnerabili perché spesso richiedono habitat oligotrofi, sempre più rari nelle aree urbane a causa della progressiva eutrofizzazione dei suoli e delle acque.

Oltre agli elementi igrofili, le entità di maggior interesse botanico della Riserva sono legate ai lembi di vegetazione forestale e agli arbusteti, come l’alloro (Laurus nobilis), l’olmo campestre (Ulmus minor), le querce (Quercus ilex, Q. pubescens, Q. robur), l’orniello (Fraxinus ornus), il ramno (Rhamnus alaternus), l’albero di Giuda (Cercis siliquastrum) e il bagolaro (Celtis australis).

Fra le specie rilevate a Roma solo in questa stazione, o comunque rare nel resto della città, si segnala la presenza di Rhamnus catharticus e Verbascum pulverulentum. Fino al secolo scorso era presente nella Riserva la scutellaria lanciforme (Scutellaria hastifolia L.) che tuttavia non è stata più rinvenuta recentemente nel Lazio (ANZALONE, 1984, 1996).

5.3.4 ELENCO FLORISTICO

Nella seguente lista sono elencate alcune delle specie più significative presenti nella Riserva e alcune specie incluse nei rilievi fitosociologici.

Acer campestreAgrimonia eupatoria Agropyron repens Ailanthus altissimaAira cupanianaAjuga chamaepitys Alliaria petiolata Allium ampeloprasumAllium roseumAllium vinealeAlopecurus myosuroidesAlthaea cannabinaAmmi majusAmmi visnagaAnthriscus sylvestrisApium nodiflorumArctium minusArtemisia verlotorumArtemisia vulgarisArum italicum

Arundo donaxArundo plinianaAsparagus acutifoliusAsphodelus microcarpus Asplenium onopteris Avena barbata Avena sterilis Ballota nigra Berula erectaBrachypodium rupestreBrachypodium sylvaticumBriza maxima Briza minorBryonia dioicaCalystegia sepium Carex contiguaCarex divisaCarex divulsaCarex otrubaeCeltis australis

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Centaurea gr. jacea Centaurea napifolia Centaurea solstitialis Cercis siliquastrum Chaerophyllum temulumChelidonium majusClematis vitalba Conium maculatumCornus sanguinea Crataegus monogyna Crocus suaveolensCyclamen hederifoliumCyclamen repandum Cymbopogon hirtusDactylis glomerata Dasypyrum villosum Daucus carota Delphinium halteratumDipsacus fulloniumEquisetum ramosissimum Equisetum telmatejaEuonymus europaeus Eupatorium cannabinumFestuca arundinaceaFicus carica Foeniculum vulgare Fraxinus ornus Galega officinalis Geum urbanumHedera helix Helianthus tuberosusHolcus lanatus Hordeum bulbosum Humulus lupulusInula graveolensInula viscosa Iris pseudacorusJuncus effususLamium amplexicauleLamium purpureumLaurus nobilis Lupinus angustifoliusLycopus europaeusLysimachia vulgarisLythrum salicariaMelissa romanaMentha longifoliaMentha suaveolens

Oenanthe pimpinelloidesOnonis spinosa Onopordum illyricumOrnithogalum narbonensePetasites hybridusPhalaris bulbosa Phillyrea latifoliaPhleum pratense Phragmites australis Plumbago europaeaPolygonum lapathifoliumPolygonum persicariaPolypogon viridis Populus albaPopulus nigraPrunus spinosa Pteridium aquilinumPyrus amygdaliformisPyrus pirasterQuercus ilex Quercus pubescens s.l.Quercus robur Rhamnus alaternus Rhamnus catharticusRobinia pseudoacaciaRosa sempervirens Rubia peregrina Rubus ulmifolius Rumex conglomeratusRumex obtusifolius Rumex sanguineus Ruscus aculeatus Salix albaSalix capreaSalix purpureaSalix triandraSambucus ebulusSambucus nigraSaponaria officinalisSmilax aspera Solanum dulcamaraSparganium erectum Spartium junceumStachys palustrisSymphytum bulbosumTamus communis Teucrium chamaedrys Tussilago farfara

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Typha latifoliaUlmus minor Urtica dioica Verbascum blattariaVerbascum pulverulentumVerbascum samniticum

Verbascum thapsusVeronica anagallis-aquaticaVeronica beccabungaViburnum tinus Viola alba Viola odorata

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5.4 RISERVA NATURALE DELLA MARCIGLIANA

La Riserva Naturale della Marcigliana, sita a Nord della città di Roma completamente all’esterno del Grande Raccordo Anulare, ha una estensione pari a 4696 ettari. Amministrativamente dipende dalla IV Circoscrizione e i principali accessi alla Riserva sono sull’omonima Via della Marcigliana, e ancora su Via Tor S. Giovanni e Via di Settebagni (AA.VV., 1997a).

La Riserva è un’area protetta di rilevanza regionale come da L. 431/85 D.M. 22/5/85, Marcigliana, e L. 1497/39 D.M. 16/6/90, per Marcigliana, Cesarina, Capobianco, Tor S. Giovanni e più recentemente ai sensi della Legge regionale n. 29 del 6/10/1997 (REGIONE LAZIO, 1998). La sua perimetrazione si fonda sulla delibera C.C. 39/95 e su di essa insiste il Piano Territoriale Paesistico n. 15/1 “Marcigliana” (AA.VV., 1997b).

Delimitata geograficamente dal corso del Tevere, a Nord dal Rio del Casale, che costituisce anche parte del limite comunale di Roma, e a Sud dal Fosso della Bufalotta, la Riserva è costituita da una serie di rilievi collinari soggetti ad un uso agricolo intensivo.

5.4.1. FISIONOMIE VEGETALI NATURALI E SEMINATURALI

Boschi di Quercus cerris con Acer campestre e Fraxinus ornus e boschi a Quercus robur

StrutturaLa cerreta è la tipologia forestale più diffusa nella Riserva ed occupa oltre il 9% del

territorio. L’intensa attività agricola ha permesso il mantenimento di questi boschi, governati per la maggiorparte a cedui matricinati, quasi esclusivamente in corrispondenza dei versanti del sistema collinare, sia su substrati di origine marina che di origine vulcanica.

Nello strato dominante, alto tra i 15 e i 25 metri, Quercus cerris è frequentemente affiancata da Fraxinus ornus, Acer campestre, Ostrya carpinifolia e Quercus pubescens. Soprattutto in corrispondenza dei substrati vulcanici, si sviluppa anche uno strato arboreo dominato a Carpinus orientalis. Nello strato arbustivo sono frequenti Ulmus minor (spesso a portamento arboreo in corrispondenza di suoli argillosi), Cornus mas, Euonymus europaeus e Ruscus aculeatus; Cyclamen hederifolium ed Anemone apennina in quello erbaceo; Hedera helix, con valori elevati di copertura, in quello lianoso.

Al piede dei versanti le cerrete si arricchiscono in Quercus robur, in una variante meso-igrofila di passaggio verso i boschi di fondovalle a farnia ed olmo, cartografati comunque nell’ambito di questa tipologia a causa della loro ridotta estensione. Oltre alla presenza di grandi individui di Quercus robur, comunità più mature e meglio strutturate si sono mantenute alla testata dei corsi d’acqua: allo strato arboreo dominante con Ulmus minor si aggiunge uno strato arboreo dominato con Acer campestre ed ancora Ulmus minor; nello

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strato arbustivo si trovano Cornus sanguinea, Sambucus nigra e Rubus gr. Sylvatici; in quello lianoso è dominante Hedera helix, che spesso non consente l’ingresso di specie nello strato erbaceo.

I contatti catenali con vegetazione igrofila sono con comunità del Populion albae e del Salicion albae nei fondovalle principali; in corrispondenza delle incisioni più strette i boschi con farnia vengono in contatto con comunità a Corylus avellana e Carpinus betulus.

Sintassonomia e sindinamicaCenosi di simili struttura e sinecologia sono state osservate nel bacino del Treja e sono

state inquadrate da Blasi (1984b) nel Carpino orientalis-Quercetum cerris, riferibile all’alleanza Teucrtio siculi-Quercion cerridis.

Sempre in quella zona, molto prossima all’Area Romana, i boschi di cerro con carpino orientale sono in contatto catenale con boschi di cerro e farnetto in stazioni con suoli meno drenanti e condizioni ambientali più mesofile. Per estensione si ipotizza una analoga potenzialità, in corrispondenza dei pianori sommitali attualmente privi di vegetazione forestale, anche per la Riserva della Marcigliana.

In corrispondenza dei fondovalle i contatti catenali con il Querco roboris-Ulmetum minoris sono invece testimoniati da lembi residui di queste comunità e da più estese formazioni arboree di sostituzione ad Ulmus minor.

Contatti seriali si hanno con mantelli ed arbusteti del Pruno-Rubion ulmifolii, con praterie del Brachypodion phoenicoidis e con comunità nitrofile dell’Echio-Galactition e dell’Hordeion leporini.

Boschi a Quercus pubescens con sporadiche presenze di Cercis siliquastrum e Quercus ilex

Si tratta di una tipologia poco rappresentativa di questa area protetta, caratterizzata da un’estesa potenzialità per la cerreta, e copre soltanto lo 0,02% del territorio.

Le comunità a Quercus pubescens collocate nella fascia di tensione tra i boschi a sempreverdi della Quercetalia ilicis e i querceti a caducifoglie dei Quercetalia pubescentis-petraeae trovano collocazione nell’alleanza Ostryo-Carpinion orientalis e sono state inquadrate da Biondi (1986), per il sublitorale marchigiano-abruzzese, nell’associazione Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis già riconosciuta per il settore mediotirrenico nel Lazio meridionale con una sottoassociazione a Carpinus orientalis (BLASI, DI PIETRO, 1998) ed in Toscana con una sottoassociazione a Quercus cerris (ARRIGONI et al., 1997).

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Vegetazione arborea di sostituzione a Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

StrutturaLe comunità ad Ulmus minor che si presentano in forma di boscaglia, con altezze fino ai

10m, e ricoprono il 2,6% del territorio. Sono diffuse dove maggiore è la disponibilità edafica in acqua e nutrienti: soprattutto alla base dei versanti in contatto dinamico con i boschi a Quercus cerris o sui fondovalle in serie con i boschi a Quercus robur. Allo strato arbustivo partecipano Crataegus monogyna ed Euonymus europaeus, Hedera helix è molto frequente in quello lianoso. Tra le specie erbacee è da segnalare la locale abbondanza di Orchis purpurea.

Più sporadici, rispetto alle riserve interne al Grande Raccordo Anulare, sono i robinieti, localizzati lungo i tracciati stradali o in prossimità di nuclei abitativi.

Sintassonomia e sindinamicaLe formazioni riferibili alle serie del cerro possono essere considerate come facies

nitrofile ad Ulmus minor dello stesso Carpino orientalis-Quercetum cerris. Le cenosi di ambiente planiziale sono invece riferibili all’alleanza Alno-Ulmion, come

proposto da Rivas-Martinez (ex LOPEZ, 1976) e da Biondi (1996) per il territorio collinare anconetano.

Le ulteriori tappe di sostituzione sono costituite da olmeti arbustivi e roveti del Pruno-Rubion ulmifolii, spesso bordati da orli nitrofili della Stellarietea mediae.

Vegetazione arborea igrofila a dominanza di Salix alba , Populus nigra e/o P. alba

StrutturaLembi di vegetazione arborea igrofila, ad estensione prevalentemente lineare, si ritrovano

lungo i fossi principali della Riserva ed occupano poco più dell’1% del territorio.Esempi di comunità a Salix alba ben strutturate, mostrano un sottobosco con Cornus

sanguinea, Rubus ulmifolius e Sambucus nigra nello strato arbustivo; Carex pendula, Circaea lutetiana e Mentha aquatica in quello erbaceo.

Sintassonomia e sindinamicaI popolamenti a Populus nigra e/o P. alba sono riferibili all’alleanza Populion albae,

mentre per i saliceti è possibile un inquadramento a livello di associazione nel Salicetum albae.

Lungo i corsi d’acqua sono diffuse comunità arbustive di sostituzione a Rubus ulmifolius o Sambucus nigra del Pruno-Rubion ulmifolii e frequenti sono i contatti dinamici con i

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canneti del Phragmitetum communis e con i sambuceti dell’Urtico diocae-Sambucetum ebuli.

Arbusteti a Rubus ulmifolius e/o Spartium junceum con presenze di Ulmus minor e/o Prunus spinosa e/o Arundo pliniana

Gli arbusteti di sostituzione ricoprono il 2% circa del territorio e sono fisionomicamente caratterizzati da Spartium junceum nelle stazioni più soleggiate e da Rubus ulmifolius o Ulmus minor in condizioni di maggiore mesofilia. Tra gli spartieti compaiono, con ruolo subordinato, Rosa sempervirens e R. canina e sono frequenti le ingressioni di specie dalle comunità limitrofe come Arundo pliniana, Dorycnium pentaphyllum e Brachypodium phoenicoides.. I roveti formano comunità generalmente più chiuse e paucispecifiche, con Clematis vitalba tra le lianose e Silene alba, Ballota nigra ed Urtica dioica concentrate ai margini. Gli olmeti ospitano soprattutto specie indicatrici di nitrofilia, quali Galium aparine e Stellaria media. I mantelli forestali, di estensione non cartografabile, sono spesso dominati da Prunus spinosa, accompagnato Rosa canina, R. sempervirens e Crataegus monogyna.

Tutte queste tipologie sono riferibili all’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii.

Vegetazione di sostituzione delle zone umide

Lungo il reticolo idrografico alla vegetazione arborea ripariale si sostituiscono comunità arbustive ed alto-erbacee estese per lo 0,7% del territorio. I roveti a Rubus ulmifolius e le più sporadiche comunità a Sambucus nigra dell’Humulo lupuli-Sambucetum nigrae sono riferibili al Pruno-Rubion ulmifolii, mentre i canneti a Phragmites australis sono inquadrati nel Phragmitetum communis.

Piuttosto rara è la presenza del Typhetum latifoliae.Tra le cenosi erbacee compaiono esempi di praterie a Sambucus ebulus ed Urtica dioica

riferibili all’Urtico dioicae-Sambucetum ebuli e lembi non cartografabili di comunità meso-nitrofile dell’Artemisietea vulgaris ed igro-nitrofile della Bidentetea tripartitae.

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie con Dasypyrum villosum, Avena sterilis e Brachypodium phoenicoides

Le formazioni erbacee che insistono su terreni non alluvionali occupano il 3,5% circa del territorio. Soprattutto a prevalenza di specie emicriptofitiche, mostrano diversi gradi di nitrofilia, legati alla vicinanza di campi coltivati, di strade o di nuclei abitativi.

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I popolamenti a Brachypodium phoenicoides e i prati-pascoli con Phalaris coerulescens, Scabiosa maritima e Picris hieracioides legati ai depositi sabbioso-argillosi sono riferibili al Brachypodion phoenicoidis. Frequenti sono le fitocenosi, meno vincolate al tipo di substrato, della Stellarietea mediae con i prati-pascoli a Dasypyrum villosum del Vulpio-Dasypyretum villosi, descritto da Fanelli per il territorio romano (1998), e con le comunità degli incolti a Lolium multiflorum riferibili all’Hordeion leporini; le comuità semiruderali a Dactylis glomerata sono invece riferibili all’Inulo viscosae-Agropyrion repentis.

Prati stabili di fondovalle con Agropyron repens, Hordeum bulbosum, Agrostis stolonifera, Cynosurus cristatus

Meno diffuse rispetto alle comunità erbacee dei versanti e delle valli secondarie (ricoprono solo lo 0,5% circa del territorio), le praterie stabili di fondovalle si presentano in lembi tra i campi coltivati.

5.4.2 SCHEMA SINTASSONOMICO

MARCIGLIANA - Schema sintassonomico

QUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. et Vlieger ex Vlieger 1937 Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 corr. Moravec ex Beg. et Theur. 1984 Teucrio siculi-Quercion cerridis (Ubaldi 1988) Scoppola et Filesi 1993 Carpino orientalis-Quercetum cerris Blasi 1984 Ostryo-Carpinion orientalis Horvat 1959 Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis Biondi 1986 Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Alno-Ulmion minoris Br.- Bl. et Tx. ex Tchou 1948

SALICETEA PURPUREAE Moor 1958 Salicetalia purpureae Moor 1958 Salicion albae Soo 1930 em Moor 1958 Salicetum albae Issl. 1926

RHAMNO CATHARTICI-PRUNETEA SPINOSAE Riv.-God. et Borja 1961 Prunetalia spinosae Tx. 1952 Pruno-Rubion ulmifolii O Bolòs (1954) 1962

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Ulmo minoris-Sambucetum nigrae (Jovet 1936) De Fouc. 1991 (colloc. pref.)

Humulo lupuli-Sambucetum nigrae (Muller 1974) De Fouc. 1991 (colloc. pref.)

Aggr. a Spartium junceum Aggr. a Rubus ulmifolius

FESTUCO VALESIACAE-BROMETEA ERECTI Br.Bl. et Tx. in Br.Bl. 1949 Brachypodietalia phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934 Brachypodion phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934

AGROPYRETEA INTERMEDII-REPENTIS (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1969 Agropyretalia intermedii-repentis (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1966 Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi et Allegrezza 1996

ARTEMISIETEA VULGARIS Lohm., Prsg. Et Tx. 1950 Artemisietalia Lohm. in Tx. 1947 em J.M. Gèhu, J.Gèhu et Scoppola 1985 Arction lappae Tx. 1937 Urtico dioicae-Sambucetum ebuli (Kaiser 1926) Br.-Bl. (1936) 1952

BIDENTETEA TRIPARTITAE Tx. et al. 1951 Bidentetalia tripartitae Br.-Bl. et Tx. ex Klika et Hadac 1944

STELLARIETEA MEDIAE Tx., Lohm. et Preisg. ex Roch. 1951 Brometalia rubenti-tectorum (Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963) Riv.-Mart. et Izco 1977 Echio-Galactition tomentosae Bolos et Molinier 1969 Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi Fanelli 1998 Hordeion leporini Br.-Bl. (1931) 1947 Polygono-Chenopodietalia albi Tx. et Lohm. in Tx. 1950 em J.Tx. in Lohm. et al.

1962

PHRAGMITETEA AUSTRALIS Tx. et Prsg. 1942 Phragmitetalia australis (Koch 1926) Pignatti 1954 Phragmition australis Koch 1926 Phragmitetum communis (All. 1921) Pignatti 1953 Typhetum latifoliae Lang 1973

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AGROSTIETEA STOLONIFERAE Oberd. in Oberd. et al. 1967 Agrostietalia stoloniferae Oberd. in Oberd. et al. 1967 Agrpopyro-Rumicion Nordh. 1940 em Tx. 1950

5.4.3 CARATTERI FLORISTICI SALIENTI

La notevole estensione della Riserva determina la presenza di un’elevata diversità di specie fra le quali prevale la componente autoctona. Gli elementi più significativi della flora legnosa sono legati alle quercete a cerro (Quercus cerris), a farnia (Q. robur) e a roverella (Q. pubescens). Fra le principali specie arboree e arbustive si rilevano il leccio (Quercus cerris), l’orniello (Fraxinus ornus), l’acero oppio (Acer campestre), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), il carpino orientale (Carpinus orientalis), il carpino bianco (Carpinus betulus), l’olmo campestre (Ulmus minor), il nocciolo (Corylus avellana), l’alloro (Laurus nobilis), la berretta da prete (Euonymus europaeus), il biancospino (Crataegus monogyna), il melo selvatico (Malus sylvestris) e il sorbo (Sorbus domestica),

La vegetazione legnosa igrofila è caratterizzata da salice bianco (Salix alba), pioppi (Populus alba, P. nigra) e ontani (Alnus glutinosa).

Fra le emergenze botaniche, particolare rilievo riveste la presenza del giglio rosso (Lilium bulbiferum), che risulta nell’elenco delle specie da proteggere nel Lazio (ANZALONE, 1984). Sono presenti inoltre nel territorio in esame numerosi elementi di notevole interesse per la loro rarità nell’area romana, fra i quali segnaliamo il clinopodio dei boschi (Clinopodium vulgare), lo spinocervino (Rhamnus catarticus) e il tiglio (Tilia cordata).

Tra le specie di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione secondo la Direttiva Habitat 92/43, relativa alla conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche, si segnala la presenza del pungitopo (Ruscus aculeatus). Tra le specie incluse nella lista rossa della flora del Lazio risulta il narciso (Narcissus tazzetta), classificata come “vulnerabile”, ossia esposta a grave rischio di estinzione in natura in un futuro a medio termine, per riduzione della popolazione o dell’habitat.

5.4.4 ELENCO FLORISTICO

Nella seguente lista sono elencate alcune delle specie più significative presenti nella Riserva e alcune specie incluse nei rilievi fitosociologici.

Acer campestre Agrimonia eupatoria

Agropyron repensAjuga reptans

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Alliaria petiolata Allium roseumAlopecurus myosuroidesAnemone apenninaAnthemis cotulaArum italicum Arundo plinianaAsparagus acutifolius Asperula laevigata Asplenium onopteris Avena barbataAvena sterilis Ballota nigra Bellardia trixagoBlackstonia perfoliata Borago officinalisBrachypodium phoenicoidesBrachypodium sylvaticumBromus madritensisBromus rigidus Bromus sterilisBuglossoides purpurocaerulea Campanula rapunculus Carex flaccaCarex pendula Carpinus betulusCarpinus orientalisCentaurea gr. jaceaCentaurium tenuiflorum Cercis siliquastrumCichorium intybus Circaea lutetianaClematis vitalba Clinopodium vulgare Convolvulus arvensis Cornus mas Cornus sanguinea Corylus avellana Crataegus monogyna Crepis vesicariaCruciata laevipesCyclamen hederifolium Cymbopogon hirtusCynoglossum creticumCynosurus cristatusCytisus villosus Dactylis glomerata Dactylis hispanica

Dasypyrum villosum Daucus carotaDipsacus fullonumDorycnium pentaphyllumEchium italicumEryngium campestreEuonymus europaeus Eupatorium cannabinumEuphorbia amygdaloides Ficus carica Foeniculum vulgare Fraxinus ornus Galega officinalis Galium albumGalium aparine Galium verumGaudinia fragilis Geranium dissectum Geranium robertianum Geum urbanum Hedera helix Holcus lanatus Hordeum bulbosum Humulus lupulusHypericum perforatum Inula viscosa Iris foetidissima Lactuca serriolaLamium maculatum Lapsana communisLathyrus clymenumLaurus nobilis Leopoldia comosa Ligustrum vulgare Lilium bulbiferumLinum bienneLolium multiflorum Lolium perenneLonicera caprifolium Lonicera etruscaLotus corniculatusLotus tenuisMalus sylvestris Medicago hispida Medicago sativa Melica unifloraMelissa romanaMentha aquatica

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Mentha spicata Narcissus tazettaOdontites verna subsp. serotinaOrchis purpureaOrnithogalum pyrenaicum Ostrya carpinifolia Pallenis spinosa Papaver rhoeasPhalaris coerulescens Phalaris paradoxa Phleum pratense Phragmites australisPlantago lanceolata Plantago majorPoa trivialis Populus albaPopulus nigraPrunella laciniataPrunella vulgaris Prunus spinosa Pulicaria dysentericaPyrus amygdaliformis Quercus cerris Quercus ilex Quercus pubescens s.l.Quercus robur Ranunculus bulbosus Ranunculus lanuginosus Ranunculus sardous Raphanus raphanistrum Rapistrum rugosumRhamnus catharticusRosa canina s.l.Rosa sempervirens Rubia peregrina Rubus gr. silvaticiRubus ulmifolius Rumex crispus Rumex pulcher

Ruscus aculeatus Salix albaSambucus nigra Sanguisorba minor Scabiosa maritima Scorpiurus muricatus Serapias vomeraceaSherardia arvensis Sideritis romana Silene alba Smilax aspera Sonchus asperSorbus domestica Spartium junceum Stachys sylvatica Symphytum tuberosumTamus communis Tilia cordataTorilis arvensis Torilis japonicaTrifolium angustifolium Trifolium campestre Trifolium echinatumTrifolium fragiferumTrifolium lappaceum Trifolium pallidum Trifolium resupinatum Trifolium squarrosumTypha latifoliaUlmus minor Urtica dioica Valerianella eriocarpaVerbascum blattariaVerbascum sinuatum Verbena officinalisVicia sativa Vicia villosaVinca minor Viola alba

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5.5 RISERVA NATURALE DI MONTE MARIO

La Riserva Naturale di Monte Mario si trova nel settore Nord-Ovest di Roma all'interno del Grande Raccordo Anulare. Amministrativamente interessa due circoscrizioni, la XVII e la XX, e i suoi ingressi principali sono su Viale del Parco Mellini, all'altezza del Cimitero dei Francesi, e su Viale del Parco della Vittoria (AA.VV., 1997a).

Monte Mario è un’area protetta di rilevanza regionale istituita ai sensi della Legge regionale n. 29 del 6/10/1997 (REGIONE LAZIO, 1998) e sottoposta ai vincoli relativi alle leggi sull'Osservatorio omonimo che vi è collocato, L. 1497/38 D.M. 3/2/59, e su Villa Mazzanti, L.1089/30 D.M. 6/5/76 (AA.VV., 1997b).

La Riserva Naturale è costituita da un complesso collinare costituito da 6 rilievi principali allineati in direzione Sud-Nord che raggiungono la quota massima proprio nei 139 metri di altezza di Monte Mario, che è il colle più meridionale, e da altri che raggiungono al massimo i 100-120 metri, comunemente noti come Monti della Farnesina.

5.5.1 FISIONOMIE VEGETALI NATURALI E SEMINATURALI

Boschi a Quercus ilex con Quercus suber e/o Laurus nobilis

StrutturaLe leccete, disposte lungo i versanti del sistema collinare, sono diffuse soprattutto nel

settore settentrionale del parco e ne occupano più del 13% della superficie totale. Caratterizzate da codominanza di Quercus ilex e Q. suber, ospitano Fraxinus ornus ed altre querce caducifoglie nello strato dominante, con altezza media di 15 metri e copertura dell’80-90%. Nello strato arbustivo hanno elevati valori di copertura Laurus nobilis (talvolta a portamento arboreo), Erica arborea e Ruscus aculeatus, accompagnati da altre specie lianose tipiche dei boschi mediterranei, quali Rubia peregrina e Smilax aspera. Sporadiche sono le ingressioni di arbusti caducifogli, quali Cytisus villosus e Crataegus monogyna, più frequenti nelle formazioni di mantello. Tra le erbacee nemorali più diffuse si possono citare Brachypodium sylvaticum, Carex flacca ed Arum italicum.

Sintassonomia e sindinamicaL’Orno-Quercetum ilicis, descritto da Horvatic per il litorale adriatico orientale, è utilizzato come

associazione di riferimento per le leccete miste con specie caducifoglie diffuse in Italia sia nel

settore adriatico (BIONDI, 1986) che in quello tirrenico centrale (FILESI et al., 1994), ove

sostituisce il litoraneo Viburno-Quercetum ilicis negli ambienti collinari (BLASI et al., 1995). Le

fitocenosi rinvenute nella Riserva sono attribuibili alla sottoassociazione Orno-Quercetum ilicis

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suberetosum, proposta per i cedui misti sclerofillici con latifoglie decidue a codominanza di leccio e

sughera della Toscana.

La presenza di altre querce, quali la roverella o il cerro, indica un’ulteriore tendenza evolutiva di queste leccete miste verso boschi a dominanza di caducifoglie dell’Ostryo-Carpinion orientalis, con cui viene condivisa la ricchezza in specie a gravitazione orientale (BLASI, 1984b).

La potenzialità per il Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis si mostra più forte in corrispondenza delle superfici sommitali, come testimoniato da individui sparsi di Quercus pubescens al margine dei diffusi rimboschimenti.

I termini meno evoluti della serie sono rappresentati, con maturità decrescente: da comunità a dominanza di Laurus nobilis (come il bosco a valle di Villa Mazzanti); da macchia mediterranea a Phillyrea latifolia e Pistacia lentiscus del Pistacio lentisci-Rhamnetum alaterni (molto estesa lungo il versante meridionale del colle del Don Orione) o da ginestreti a Spartium junceum del Pruno-Rubion ulmifolii, da praterie del Brachypodion phoenicoidis e da prati steppici dell’Hyparrhenion hirtae.

Boschi di Quercus cerris con Q. frainetto

StrutturaNon molto diffuse sono le cerrete con farnetto (1,7% del territorio), localizzate lungo i

versanti più freschi. Lo strato dominante ospita Fraxinus ornus e Quercus pubescens, presenti anche nei boschi di leccio, ma si arricchisce di elementi più mesofili, quali Sorbus domestica o Ostrya carpinifolia, soprattutto alla base dei pendii. Nel sottobosco sono frequenti: Ulmus minor nello strato arboreo dominato; Ligustrum vulgare, Euonymus europaeus e Crataegus monogyna nello strato arbustivo; Hedera helix e Tamus communis in quello lianoso; Brachypodium sylvaticum ed Arum italicum in quello erbaceo.

In corrispondenza dei fondovalle più ampi, come in prossimità della fermata F.S. “Farneto”, la cerreta sfuma in una variante mesoigrofila a Quercus robur.

Sintassonomia e sindinamicaSempre nell’ambito dell’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis, per questa tipologia

sono stati proposti, per il Lazio, molteplici inquadramenti a livello di associazione: nel Quercetum frainetto-cerris descritto da Horvat per la Penisola Balcanica (BLASI, 1984b); nel Lathyro-Quercetum cerris descritto da Bonin e Gamisans per il piano supramediterraneo calabro-lucano (LUCCHESE, PIGNATTI, 1990) e nell’Echinopo siculi-Quercetum frainetto descritto da Blasi e Paura (1993) per il piano supramediterraneo campano-molisano. Viene accettata con riserva quest’ultima opzione, più calzante in termini

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fisionomico-strutturali ma non altrettanto in termini sinecologici e sincorologici. Si rimanda pertanto ad ulteriori ricerche a carattere regionale la verifica dell’ipotesi di autonomia sintassonomica dei boschi di cerro e farnetto planiziali e collinari del settore sublitoraneo laziale.

Gli arbusteti ed i mantelli di sostituzione sono caratterizzati da roveti a Rubus ulmifolius, da olmeti o da comunità a Paliurus spina-christi, tutti riferibili al Pruno-Rubion ulmifolii. Le praterie della serie sono generalmente a dominanza di emicriptofite e fanno riferimento alle alleanze Inulo-Agropyrion e Brachypodion phoenicoidis.

Contatti catenali si hanno, verso i fondovalle, con le varianti mesoigrofile a Quercus robur o, in

corrispondenza di incisioni accentuate, con sottili lembi a Corylus avellana e Carpinus betulus in cui

penetra Carex pendula.

Vegetazione arborea di sostituzione a prevalenza di Robinia pseudoacacia o di Ulmus minor

Le boscaglie di Robinia pseudacacia con Ulmus minor rappresentano la tipologia più estesa (24,7% del territorio) e sotituiscono, soprattutto lungo i versanti della porzione meridionale della Riserva, le leccete miste con sughera.

Compagne ad alta frequenza sono specie nitrofile, quali Sambucus nigra, Cardamine hirsuta e Galium aparine. Nelle zone non ancora colonizzate dal robinieto si mantengono canneti dell’Arundinetum plinianae, spartieti e roveti del Pruno-Rubion ulmifolii e lembi di vegetazione erbacea nitrofila delle classi Stellarietea mediae ed Artemisietea vulgaris.

Lembi di bosco igrofilo a Populus alba e/o P. nigra

I lembi di vegetazione igrofila a Populus alba e P. nigra hanno ridotta estensione (0,4% del territorio) e si ritrovano solamente nell’avvallamento a ridosso dei Monti della Farnesina e in prossimità di Piazzale Clodio, anche a causa dell’assenza di consistenti incisioni fluviali e alla scarsità di depositi alluvionali all’interno della Riserva. La debole strutturazione ecologica che ne deriva consente un inquadramento sintassonomico solo a livello di alleanza, come frammenti di comunità del Populion albae.

Arbusteti a Spartium junceum e/o Rubus ulmifolius

StrutturaGli arbusteti di sostituzione più diffusi sono fisionomicamente caratterizzati da Spartium

junceum nelle fasi pioniere e più termofile e da Rubus ulmifolius o, più sporadicamente

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Paliurus spina-christi, in quelle più avanzate e mesofile ed occupano, complessivamente il 9% circa del territorio. Negli spartieti si ritrovano Asparagus acutifolius, Teucrium chamaedrys ed Osyris alba, e sono frequenti le ingressioni di specie erbacee dalle praterie limitrofe, come Brachypodium rupestre, Foeniculum vulgare e Dorycnium hirsutum. I roveti formano invece comunità più chiuse e paucispecifiche, ricche in Pteridium aquilinum in stazioni di recente disturbo.

Sintassonomia Il riferimento all’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii accomuna queste tipologie, anche se

nelle comunità a Spartium junceum più termofile sono frequenti aspetti di transizione con Phillyrea latifolia e Pistacia lentiscus verso gli arbusteti a sclerofille dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia alaterni.

Macchia mediterranea di sostituzione a Phillyrea latifolia e Pistacia lentiscus

StrutturaGli arbusteti sempreverdi sono sporadici (0,7% del territorio) e si presentano

prevalentemente in forma di macchia di sostituzione delle leccete con sughera. Sono fisionomicamente caratterizzati da Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus e Phillyrea latifolia. Le comunità di mantello, rinvenibili soprattutto ai margini forestali superiori, sono caratterizzate da Cytisus villosus ed Erica arborea.

Sintassonomia e sindinamicaLe macchie aperte mostrano una certa affinità per il Pistacio-Rhamnetum alaterni

descritto da De Bolos come tappa di sostituzione delle leccete per la costa ligure (1970) e genericamente collocato nell’ordine Pistacio-Rhamnetalia alaterni. I mantelli a Cytisus villosus sono invece affini al Cytiso villosi-Ericetum arboreae, descritto da Costa et al. per il distretto valenziano (1985) ed inquadrato nell’alleanza Ericion arboreae.

Al margine di queste formazioni si trovano premantelli a Cistus salvifolius con affinità per le garighe della Cisto-Lavanduletea.

Canneti ad Arundo pliniana

I canneti ad Arundo pliniana partecipano estesamente alla ricolonizzazione di terreni argillosi ed occupano il 2,5% del territorio. Spesso rappresentano l’evoluzione dinamica di praterie del Brachypodion phoenicoidis ed anticipano fasi più evolute della serie del leccio e

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della sughera lungo i versanti, mentre seguono praterie semiruderali dell’Agropyretalia intermedii-repentis della serie del cerro e farnetto nelle stazioni meno acclivi.

Sono sintassonomicamente riferibili all’Arundinetum plinianae, descritto da Biondi et al. per la fascia litoranea marchigiana (1992).

Vegetazione di sostituzione delle zone umide

Come già ricordato a proposito dei lembi di vegetazione arborea igrofila, la scarsa presenza di depositi alluvionali nel territorio della riserva implica una modesta presenza di queste tipologie (0,15% del territorio).

Si trovano solo esempi localizzati di comunità a Sambucus ebulus, dell’Urtico dioicae-Sambucetum ebuli, o comunità dell’Agropyro-Rumicion accanto a canneti discontinui ad Arundo donax dell’Arundini-Convolvuletum sepium. Più estesi sono i popolamenti a Rubus ulmifolius del Pruno-Rubion ulmifolii.

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie con Dasypyrum villosum, Brachypodium phoenicoides, Cymbopogon hirtus . Include vegetazione ad alte erbe dominata da Pteridium aquilinum

Le formazioni erbacee che insistono su terreni non alluvionali occupano complessivamente il 9% circa del territorio. Talvolta a dominanza di specie a ciclo annuale e talvolta di specie perenni, mostrano diversi gradi di nitrofilia.

Ne consegue una discreta diversità di tipologie che vanno dai pratelli terofitici a Trifolium scabrum ed Hypochoeris achyrophorus del Trachynion distachyae, alle praterie steppiche con Cymbopogon hirtus e Chrysopogon grillus dell’Hyparrhenion hirtae (con aspetti di transizione verso l’Echio-Galactition a Dasypyrum villosum), agli estesi popolamenti a Brachypodium phoenicoides con Foeniculum vulgare e Verbascum sinuatum del Brachypodion phoenicoidis, fino alle praterie meso-nitrofile degli avvallamenti a Trifolium nigrescens ed Alopecurus myosuroides riferibili all’Echio-Galactition.

Ai bordi di strade e sentieri e di nuclei abitativi si insediano comunità nitrofile, di estensione non cartografabile, attribuibili all’Hordeion leporini e alla Polygono-Chenopodietalia.

La ricolonizzazione di stazioni molto disturbate, soprattutto dopo episodi di incendio, avviene spesso ad opera tipici popolamenti a Pteridium aquilinum attribuibili all’alleanza Allion triquetri.

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5.5.2 SCHEMA SINTASSONOMICO

QUERCETEA ILICIS Br.-Bl. 1947 Quercetalia ilicis (Br.-Bl. ex Molinier 1934) Riv.-Mart. 1975 Quercion ilicis (Br.-Bl. ex Molinier 1934) Riv.-Mart. 1975 Orno-Quercetum ilicis Horvatic 1958 subass. quercetosum suberis Selvi et Viciani 1999 Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Riv.-Mart. 1975 Ericion arboreae Riv.-Mart. (1975) 1987 Cytiso villosi- Ericetum arboreae Costa, Peris et al 1985 Oleo sylvestris-Ceratonion siliquae (Br.-Bl. 1944) Riv.-Mart. 1975 (cfr) Pistacio lentisci-Rhamnetum alaterni De Bolos 1970 (colloc. pref.)

QUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. et Vlieger ex Vlieger 1937 Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 corr. Moravec ex Beg. et Theur. 1984 Teucrio siculi-Quercion cerridis (Ubaldi 1988) Scoppola et Filesi 1993 Echinopo siculi-Quercetum frainetto Blasi et Paura 1993 (cfr) Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948

RHAMNO CATHARTICI-PRUNETEA SPINOSAE Riv.-God. et Borja 1961 Prunetalia spinosae Tx. 1952 Pruno-Rubion ulmifolii O Bolòs (1954) 1962 Ulmo minoris-Sambucetum nigrae (Jovet 1936) De Fouc. 1991 (colloc.

pref.) Aggr. a Spartium junceum Aggr. a Rubus ulmifolius

CISTO -LAVANDULETEA Br.-Bl. (1940) 1952 Lavanduletalia stoechidis Br.-Bl. 1940 em Riv.-Mart. 1968

FESTUCO VALESIACAE-BROMETEA ERECTI Br.Bl. et Tx. in Br.Bl. 1949 Brachypodietalia phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934 Brachypodion phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934

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AGROPYRETEA INTERMEDII-REPENTIS (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1969 Agropyretalia intermedii-repentis (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1966 Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi et Allegrezza 1996 Arundinetum plinianae Biondi et alii 1992

ARTEMISIETEA VULGARIS Lohm., Prsg. Et Tx. 1950 Artemisietalia Lohm. in Tx. 1947 em J.M. Gèhu, J.Gèhu et Scoppola 1985 Arction lappae Tx. 1937 Urtico dioicae-Sambucetum ebuli (Kaiser 1926) Br.-Bl. (1936) 1952 Allion triquetri De Bolos 1967 Aggr. a Pteridium aquilinum Convolvuletalia sepium Tx. 1950 Convolvulion sepium R. Tx. 1947 em. Oberd. 1983 Arundini-Convolvuletum sepium R. Tx. et Oberd. 1962

STELLARIETEA MEDIAE Tx., Lohm. et Preisg. ex Roch. 1951 Brometalia rubenti-tectorum (Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963) Riv.-Mart. et Izco 1977 Echio-Galactition tomentosae Bolos et Molinier 1969 Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi Fanelli 1998 Hordeion leporini Br.-Bl. (1931) 1947 Polygono-Chenopodietalia albi Tx. et Lohm. in Tx. 1950 em J.Tx. in Lohm. et al.

1962

HELIANTHEMETEA GUTTATI (Br.-Bl. 1952) Riv.-Mart. 1978 Trachynetalia distachyiae Riv.-Mart. 1978 Trachynion distachyiae Riv.-Mart. 1978 Trifolio scabri-Hypochoeridetum achirophori Lapraz ex Biondi et al.

1996

THERO-BRACHYPODIETEA RAMOSI (Br.-Bl. ex A. et O. Bolos 1950) sensu Riv.-Mart. 1998 Hyparrhenietalia hirtae Riv.-Mart. 1978 Hyparrhenion hirtae Br.-Bl. et al. 1956

AGROSTIETEA STOLONIFERAE Oberd. in Oberd. et al. 1967 Agrostietalia stoloniferae Oberd. in Oberd. et al. 1967 Agrpopyro-Rumicion Nordh. 1940 em Tx. 1950

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5.5.3 CARATTERI FLORISTICI SALIENTI

La Riserva Naturale di Monte Mario si distingue per la prevalenza degli elementi autoctoni, che costituiscono più del 90% della flora. La componente legnosa è ben rappresentata e comprende tra le altre specie: acero oppio (Acer campestre), carpino (Carpinus betulus), bagolaro (Celtis australis), albero di Giuda (Cercis siliquastrum), sanguinello (Cornus sanguinea), nocciolo (Corylus avellana), biancospino (Crataegus monogyna), berretta da prete (Euonymus europaeus), orniello (Fraxinus ornus), alloro (Laurus nobilis), ligustro (Ligustrum vulgare), nespolo selvatico (Mespilus germanica), carpino nero (Ostrya carpinifolia), marruca (Paliurus spina-christi), terebinto (Pistacia terebinthus), rosa selvatica (Rosa canina), sorbo (Sorbus domestica) e olmo campestre (Ulmus minor).

Sono presenti sei specie di querce: cerro (Quercus cerris), farnetto (Q. frainetto), sughera (Q. suber), roverella (Q. pubescens), leccio (Q. ilex) e farnia (Q. robur). Fra le piante a portamento lianoso si rinvengono vite bianca (Bryonia dioica), clematidi (Clematis flammula e C. vitalba), edera (Hedera helix), caprifogli (Lonicera caprifolium, L. etrusca e L. implexa), robbia (Rubia peregrina), stracciabraghe (Smilax aspera) e tamaro (Tamus communis).

Caratteristica della Riserva è la presenza di numerose specie termofile. Tra gli elementi stenomediterranei sono presenti: leccio (Quercus ilex), corbezzolo (Arbutus unedo), cisto (Cistus salvifolius), erica (Erica arborea), caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa), ilatro (Phyllirea latifolia), lentisco (Pistacia lentiscus), spinocervino (Rhamnus alaternus), rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens), robbia (Rubia peregrina) e viburno (Viburnum tinus).

Nell’area in esame si riscontrano alcune specie presenti a Roma solo in questa o in poche altre località; tra le fanerofite il cisto di Montpellier (Genista monspessulana), il ginepro (Juniperus communis) e il pero selvatico (Pyrus pyraster); tra le geofite: il colchico (Colchicum lusitanum), lo zafferano (Crocus suaveolens), la scilla (Scilla autumnalis) e numerose Orchidacee (Aceras anthropophorum, Cephalanthera longifolia, Limodorum abortivum, Ophrys apifera, O. holoserica, Orchis tridentata e Serapias cordigera).

Tra le specie di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione secondo la Direttiva Habitat 92/43, relativa alla conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche , si segnala la presenza del pungitopo (Ruscus aculeatus).

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Tra le specie presenti nell’area della Riserva fino al secolo scorso, ma non più rinvenute recentemente nel Lazio (ANZALONE, 1984, 1996) si riscontrano il forasacco delle messi (Bromus secalinus L.) e l’ornitogalo a fiori penduli (Ornithogalum nutans L.).

5.5.4 ELENCO FLORISTICO

Nella seguente lista sono elencate alcune delle specie più significative presenti nella Riserva e alcune specie incluse nei rilievi fitosociologici.

Acanthus mollis Acer campestreAceras anthropophorumAegilops geniculataAgropyron repensAgrostis stoloniferaAjuga reptansAlliaria petiolataAllium ampeloprasum Allium roseumAllium vinealeAlopecurus myosuroidesAmpelodesmos mauritanicusAnemone apenninaAnemone hortensisArbutus unedoAristolochia rotundaArundo donaxArundo plinianaAsparagus acutifoliusAsphodelus microcarpus Asplenium onopterisAvena barbata Avena sterilis Ballota nigra Bellevalia romanaBrachypodium phoenicoides Brachypodium rupestreBrachypodium sylvaticum Briza maxima Bryonia dioicaCalystegia sepiumCalystegia sylvaticaCarduncellus coeruleusCarex distachyaCarex flacca Carex pendula

Carpinus betulusCeltis australisCephalanthera longifoliaCerastium brachypetalum Cercis siliquastrum Chelidonium majusChrysopogon gryllusCistus salvifoliusClematis flammula Clematis vitalba Colchicum lusitanumConvolvulus cantabrica Cornus sanguinea Coronilla emerusCoronilla scorpioidesCorylus avellanaCrataegus monogyna Crocus suaveolensCrupina vulgarisCyclamen hederifoliumCyclamen repandum Cymbopogon hirtusCytisus scopariusCytisus villosus Dactylis glomerata Dactylis hispanica Dasypyrum villosum Dorycnium hirsutumErica arborea Euonymus europaeus Euphorbia amygdaloides Ferula communis Ficus caricaFraxinus ornus Genista monspessulanaGladiolus italicusHedera helix

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Hippocrepis unisiliquosaHypochoeris achyrophorousInula viscosaJuniperus communis Laurus nobilis Leopoldia comosa Ligustrum vulgare Limodorum abortivumLonicera caprifolium Lonicera etruscaLonicera implexaLuzula forsteriMelica arrectaMespilus germanicaOnonis spinosaOphrys apiferaOphrys bombylifloraOphrys holosericaOphrys sphegodes Orchis papilionaceaOrchis tridentataOrnithogalum pyramidaleOrnithogalum umbellatumOstrya carpinifoliaOsyris alba Paliurus spina-christiPhillyrea latifolia Pistacia lentiscus Pistacia terebinthus Populus albaPotentilla reptansPrunella laciniataPrunus spinosaPteridium aquilinum

Pyrus pyrasterQuercus cerris Quercus frainettoQuercus ilex Quercus pubescens s.l.Quercus roburQuercus suber Ranunculus bulbosus Rhamnus alaternusRobinia pseudoacaciaRosa canina s.l.Rosa sempervirensRubia peregrina Rubus ulmifolius Ruscus aculeatus Sambucus nigraScilla autumnalisSerapias cordigeraSerapias vomeraceaSmilax aspera Sorbus domestica Spartium junceum Tamus communis Teline monspessulanaTeucrium chamaedrys Teucrium flavumTeucrium polium Trifolium scabrumTussilago farfaraUlmus minorViburnum tinus Viola albaViola odorata

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5.6 RISERVA NATURALE DELLA TENUTA DELL’ACQUAFREDDA

La Riserva Naturale dell'Acquafredda è sita ad Ovest della città ed ha una modesta estensione pari a 249 ettari. L'ingresso principale è sull'omonima Via di Acquafredda (AA.VV., 1997a).

Istituita con la Legge Regionale n. 29 del 6/10/97 (REGIONE LAZIO, 1998) e sottoposta ai vincoli relativi alla Legge 431/95 D.M. 22/5/85, Galeria Vecchia, la Tenuta dell'Acquafredda è sottoposta al Piano Territoriale Paesistico n. 15/10 denominato “Arrone-Galeria” (AA.VV., 1997b).

Idrograficamente l'area è interessata dalla testata del Fosso della Magliana, alla cui originaria freschezza delle acque si riferisce il suo nome.

5.6.1 FISIONOMIE VEGETALI NATURALI E SEMINATURALI

Nel complesso la Riserva è caratterizzata da una elevata percentuale di seminativi (116 ha, pari ad oltre il 45% della superficie), prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie (47 ha, pari al 18,5% della superficie) e arbusteti (32 ha, pari al 12,6% della superficie).

La vegetazione arborea meglio rappresentata, sugherete e vegetazione di sostituzione a dominanza di Ulmus minor, è confinata ai versanti ripidi o alle “spallette” di raccordo con il fondovalle.

Boschi di sughera ( Quercus suber )

StrutturaLe cenosi arboree a dominanza di Quercus suber (estese per circa 9,5 ha, pari a meno del

4% della superficie della Riserva) sono confinate in settori non utilizzabili per scopi agricoli. Lungo i versanti si alternano a formazioni arboree di sostituzione a dominanza di Ulmus minor.

Lo strato arbustivo ospita Crataegus monogyna e Phillyrea latifolia. Abbondante presenza di specie lianose come Clematis flammula, Smilax aspera, Hedera helix, Rubia peregrina, Lonicera etrusca. Nello strato erbaceo è spesso abbondante Pteridium aquilinum. Frequente è l’impressione di specie tipiche delle cenosi erbacee limitrofe dovuta alla forte discontinuità dello strato arboreo e alla esigua estensione delle sugherete, concentrate prevalentemente, come già fatto notare, sulle "spallette".

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Sintassonomia e SindinamicaLe affinità floristiche ed ecologiche avvicinano i lembi di sughereta dei settori meno

acclivi alle sugherete della duna antica del Parco Nazionale del Circeo (Quercetum frainetto-suberis) come testimoniano i contatti con formazioni a nanofanerofite, interpretabili come premantello, fisionomicamente caratterizzate da Cistus salvifolius e Osyris alba affini alle comunità della Cisto-Lavanduletea. Le formazioni impostate su pendii più acclivi, prevalentemente in contatto con formazioni a dominanza di Ulmus minor, presentano maggiori affinità floristiche con il Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis.

Vegetazione arborea di sostituzione a Ulmus minor con Robinia pseudoacacia

StrutturaTale tipologia di vegetazione si estende su circa 14 ha pari al 5,5% circa del territorio.

Presenta chiari caratteri di vegetazione di sostituzione. Si trova frequentemente in alternanza con le formazioni a dominanza di Quercus suber in chiaro rapporto dinamico con esse. La specie dominante è in genere Ulmus minor ma sono presenti nell’area anche piccoli popolamenti a dominanza di Robinia pseudoacacia; tra le specie arbustive compare con maggior frequenza Rubus ulmifolius e tra le erbacee sono molto diffuse specie nitrofile quali Galium aparine, Asphodelus microcarpus, Stellaria media, Oryzopsis miliacea, Arum italicum.

Sintassonomia e sindinamicaL’inquadramento sintassonomico di queste cenosi risulta piuttosto complesso in quanto i

syntaxa di riferimento possono variare a seconda della struttura, della composizione floristica e del contesto sindinamico in cui vengono a trovarsi; per cui possiamo trovarci in presenza di cenosi riferibili ad alleanze di cespuglieto o mantello (Pruno-Rubion) o a facies ad olmo e/o robinia delle formazioni arboree mature presenti nell’area e in aree limitrofe. Le cenosi rinvenute nei fondovalle alluvionali e in sostituzione di vegetazione ripariale arborea sono in genere riferibili all’alleanza Alno-Ulmion.

Vegetazione arborea igrofila a dominanza di salici ( Salix alba ) e/o pioppi ( Populus nigra e/o P. alba )

La vegetazione arborea igrofila è scarsamente rappresentata in questa Riserva (poco più di mezzo ettaro pari a circa lo 0,23% di un territorio peraltro poco esteso).

Si sviluppa prevalentemente lungo le principali linee di impluvio, ma l’esiguo spessore delle cenosi contribuisce a renderne difficile una loro caratterizzazione floristica.

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Per analogia con quanto osservato in aree protette limitrofe possiamo attribuire questi piccoli lembi di vegetazione arborea, in prevalenza costituita da Populus nigra x canadensis, al Populion albae e, in minore misura al Salicetum albae.

Quercus robur è specie rara nella Riserva e nonostante si riconosca la presenza di un ambito con potenzialità per il Querco roboris-Ulmetum minoris, allo stato attuale tale tipologia vegetazionale non risulta presente.

Rapporti dinamici vanno ricercati principalmente con i canneti ad Arundo donax e Phragmites australis.

Arbusteti a Spartium junceum e/o Rubus ulmifolius con presenze di Ulmus minor e/o Prunus spinosa e/o Arundo pliniana

Si tratta di una tipologia ben rappresentata nella Riserva (circa 32 ha pari al 12,62% della superficie). Raggruppa diverse fisionomie tra cui formazioni a Spartium junceum e Cytisus villosus, roveti a Rubus ulmifolius con Prunus spinosa e Ulmus minor in condizioni di maggiore mesofilia e con Arundo pliniana in condizioni più pioniere.

Nei roveti compaiono Bryonia dioica, Galium album, Silene alba, Vicia villosa.Da segnalare anche una cenosi a Rosa gallica con Cistus salvifolius, Andryala

integrifolia, Asphodelus microcarpus, Briza maxima, di cui non si hanno altri esempi nel sistema delle aree protette di Roma.

Canneti ad Arundo pliniana e A. donax

Nella Riserva sono presenti canneti ad Arundo pliniana e canneti ad Arundo donax dominante. I primi sono sostanzialmente monospecifici, mentre i secondi, più diffusi, sono strutturalmente più complessi e floristicamente più ricchi; ospitano al loro interno anche specie legnose quali Rubus ulmifolius.

Tra le specie lianose ed erbacee più comuni si trova Clematis vitalba, Convolvulus arvensis e Silene alba. Il riferimento sintassonomico per i canneti ad Arundo pliniana è l’Arundinetum plinianae mentre i canneti ad Arundo donax vanno attribuiti all’Arundini-Convolvuletum sepium.

Si tratta di cenosi di sostituzione, tendenzialmente nitrofile, che possono essere dinamicamente collegate a diverse cenosi mature a seconda delle caratteristiche dell’ambiente fisico e del contesto vegetazionale.

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Canneti delle zone umide ad Arundo donax e Phragmites australis

Nell’area della Riserva Phragmites australis è piuttosto sporadica. Nelle zone umide risulta più frequente Arundo donax in popolamenti anche estesi che talvolta ospitano Ulmus minor, Tamus communis, Arum italicum e Agropyron repens. Il riferimento sintassonomico per i canneti a Phragmites australis è il Phragmitetum communis nel quale può entrare anche Arundo donax. Le fitocenosi a dominanza di Arundo donax vanno attribuite anche in questo caso all’Arundini-Convolvuletum sepium.

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie con Dasypyrum villosum Brachypodium phoenicoides e Avena sterilis . Include vegetazione ad alte erbe dominata da Pteridium aquilinum e/o Inula viscosa .

In questa categoria ricade la vegetazione erbacea delle praterie soggette a sfalcio e/o al pascolo, degli incolti recenti, degli incolti più stabili e degli ambienti ruderali tutte localizzate al difuori dei fondovalle alluvionali.

Le praterie sfalciate e/o pascolate sono prevalentemente caratterizzate da Dasypyrum villosum, Dactylis glomerata e Foeniculum vulgare con Avena sterilis, Sanguisorba minor, Scabiosa maritima, Calamintha nepeta e sono riferibili, almeno nei loro termini più chiaramente terofitici, all’associazione Vulpio-Dasypyretum villosi, alleanza Echio-Galactition, classe Stellarietea mediae.

Vi sono inoltre formazioni a Brachypodium phoenicoides con Phalaris bulbosa e Poa trivialis riferibili al Brachypodion phoenicoidis.

La vegetazione alto-erbacea che si imposta su terreni sovrapascolati o sottoposti ad incendi ripetuti è caratterizzata da felceti a Pteridium aquilinum o popolamenti di Inula viscosa.

Si tratta di cenosi di sostituzione che possono essere dinamicamente collegate a diverse formazioni mature a seconda delle caratteristiche dell’ambiente fisico e del contesto vegetazionale in cui si trovano ma che tendenzialmente rientrano nelle serie edafoxerofile o climatofile.

Prati stabili di fondovalle con Agropyron repens , Hordeum bulbosum , Agrostis stolonifera

La vegetazione erbacea che si ritrova lungo i fondovalle alluvionali è caratterizzata da comunità semiruderali ad Agropyron repens dell’alleanza Inulo-Agropyrion, classe

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Agropyretea intermedii-repentis; da comunità meso-igrofile ad Agrostis stolonifera dell’Agrostietalia stoloniferae; da cipereti igrofili a Cyperus rotundus.

Anche in questo caso si tratta di cenosi di sostituzione, tendenzialmente nitrofile, che possono essere dinamicamente collegate a diverse cenosi mature a seconda delle caratteristiche dell’ambiente fisico e del contesto vegetazionale in cui si trovano ma che generalmente rientrano nelle serie edafoigrofile.

E’ una tipologia scarsamente rappresentata nella Riserva (0,06% del territorio) e talvolta si presenta in lembi difficilmente cartografabili. Per analogia con tipologie affini presenti nelle aree protette limitrofe facciamo riferimento a cenosi del Inulo-Agropyrion o ai termini più mesofili del Brachypodion phoenicoidis.

Da considerare anche un aspetto a Torilis arvensis con Stellaria media, Lamium bifidum, Lamium purpureum e Silene alba riferibile alla Stellarietea mediae.

5.6.2 SCHEMA SINTASSONOMICO

QUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. et Vlieger ex Vlieger 1937 Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 corr. Moravec ex Beg. et Theur. 1984 Teucrio siculi-Quercion cerridis (Ubaldi 1988) Scoppola et Filesi 1993 Quercetum frainetto-suberis Blasi, Filesi, Fratini, Stanisci 1997 Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Populetum albae (Br.-Bl. 1931) Tchou 1947 Salici-Populetum nigrae (Tx. 1931) Meyer-Drees 1936 Alno-Ulmion minoris Br.- Bl. et Tx. ex Tchou 1948 Symphyto bulbosi-Ulmetum minoris Biondi e Allegrezza 1996

SALICETEA PURPUREAE Moor 1958 Salicetalia purpureae Moor 1958 Salicion albae Soo 1930 em Moor 1958 Salicetum albae Issl. 1926

RHAMNO CATHARTICI-PRUNETEA SPINOSAE Riv.-God. et Borja 1961 Prunetalia spinosae Tx. 1952 Pruno-Rubion ulmifolii O Bolòs (1954) 1962 Aggr. a Spartium junceum Aggr. a Rubus ulmifolius Aggr. ad Ulmus minor

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CISTO -LAVANDULETEA Br.-Bl. (1940) 1952 Lavanduletalia stoechidis Br.-Bl. 1940 em Riv.-Mart. 1968

FESTUCO VALESIACAE-BROMETEA ERECTI Br.Bl. et Tx. in Br.Bl. 1949 Brachypodietalia phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934 Brachypodion phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934 Aggr. a Phalaris bulbosa e Brachypodium phoenicoides

AGROPYRETEA INTERMEDII-REPENTIS (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1969 Agropyretalia intermedii-repentis (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1966 Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi et Allegrezza 1996 Phalarido coerulescentis-Dactyletum glomeratae Scoppola et Pelosi 1995 Arundinetum plinianae Biondi et alii 1992

ARTEMISIETEA VULGARIS Lohm., Prsg. Et Tx. 1950 Artemisietalia Lohm. in Tx. 1947 em J.M. Gèhu, J.Gèhu et Scoppola 1985 Arction lappae Tx. 1937 Urtico dioicae-Sambucetum ebuli (Kaiser 1926) Br.-Bl. (1936) 1952 Allion triquetri De Bolos 1967 Convolvuletalia sepium Tx. 1950 Convolvulion sepium R. Tx. 1947 em. Oberd. 1983 Arundini-Convolvuletum sepium R. Tx. et Oberd. 1962

BIDENTETEA TRIPARTITAE Tx. et al. 1951 Bidentetalia tripartitae Br.-Bl. et Tx. ex Klika et Hadac 1944

STELLARIETEA MEDIAE Tx., Lohm. et Preisg. ex Roch. 1951 Brometalia rubenti-tectorum (Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963) Riv.-Mart. et Izco 1977 Hordeion leporini Br.-Bl. (1931) 1947 Centaureetum calcitrapae Fanelli et Menegoni 1997 Echio-Galactition tomentosae Bolos et Molinier 1969 Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi Fanelli 1998

PHRAGMITETEA AUSTRALIS Tx. et Prsg. 1942 Phragmitetalia australis (Koch 1926) Pignatti 1954 Phragmition australis Koch 1926

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Phragmitetum communis (All. 1921) Pignatti 1953 Typhetum latifoliae Lang 1973

AGROSTIETEA STOLONIFERAE Oberd. in Oberd. et al. 1967 Agrostietalia stoloniferae Oberd. in Oberd. et al. 1967

Agrpopyro-Rumicion Nordh. 1940 em Tx. 1950

5.6.3 CARATTERI FLORISTICI SALIENTI

La flora della Riserva è dominata dalle specie erbacee, annuali e perenni, che costituiscono le fitocenosi dei versanti, delle aree a fondovalle e dei siti più antropizzati. Prevalgono le Composite, le Graminacee e le Leguminose. Dal punto di vista corologico la maggior parte delle specie ha areale euri-mediterraneo e steno-mediterraneo; in secondo piano, rispetto all’adiacente Riserva Naturale della Tenuta dei Massimi, risulta la presenza delle specie eurasiatiche, a causa della minore presenza sul territorio di fitocenosi forestali.

Le aree a maggior disturbo antropico ospitano elementi ruderali ed elementi nitrofili (ad es. Arctium minus, Ballota nigra, Bryonia dioica, Sambucus ebulus, S. nigra).

La flora legnosa è quasi esclusivamente limitata ai frammenti di bosco di sughera e agli arbusteti. Tra le specie arboree si evidenziano la sughera (Quercus suber), la cui presenza caratterizza la flora del settore occidentale della città di Roma, l’alloro (Laurus nobilis), l’olmo campestre (Ulmus minor), l’albero di Giuda (Cercis siliquastrum), il biancospino (Crataegus monogyna), la berretta da prete (Euonymus europaeus), il sanguinello (C. sanguinea), il nespolo selvatico (Mespilus germanica), il leccio (Q. ilex) e il pero mandorlino (Pyrus amygdaliformis). Negli arbusteti sono presenti ginestre (Spartium junceum, Cytisus villosus), cisti (Cistus salvifolius), pruni selvatici (Prunus spinosa) e rose (Rosa canina, R. gallica, R. sempervirens). Si segnala tra queste ultime la presenza della rosa serpeggiante (Rosa gallica), dalla fioritura vistosa, poco frequente nell’area romana.

Le specie arboree ripariali dominanti sono il salice bianco (Salix alba) e i pioppi (Populus alba, P. nigra). Tra le altre specie igrofile sono presenti la forbicina (Bidens frondosa), il luppolo (Humulus lupulus), la salcerella (Lythrum junceum, L. salicaria), la cannuccia di palude (Phragmites australis), la coda di lepre (Polypogon viridis), la tifa (Typha angustifolia e T. latifolia), la veronica acquatica (Veronica anagallis-aquatica) e alcune specie di carici (tra cui Carex caryophyllea, C. divisa, C. flacca, C. hirta, C. otrubae) e giunchi (Juncus articulatus, J. bufonius, J. conglomeratus).

Le principali essenze arboree esotiche e infestanti sono la robinia (Robinia pseudoacacia) e l’ailanto (Ailanthus altissima).

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La flora della Riserva è caratterizzata da alcuni gruppi di specie:- elementi caratteristici del settore occidentale della città: Cytisus villosus, Quercus

suber;- elementi legati alle scarpate argillose: Arundo pliniana, Trifolium echinatum;- elementi relativamente termofili: Lotus edulis, Trifolium lappaceum.

5.6.4 ELENCO FLORISTICO

Nella seguente lista sono elencate alcune delle specie più significative presenti nella Riserva e alcune specie incluse nei rilievi fitosociologici.

Adenocarpus complicatusAetheorrhiza bulbosa Agrimonia eupatoria Agropyron repensAgrostis salmanticaAgrostis stoloniferaAmmi majusAmmi visnagaAnemone apenninaAnemone hortensisArabidopsis thalianaArctium minusAristolochia rotundaArum italicum Arundo donaxArundo plinianaAsparagus acutifolius Asphodelus microcarpus Avena barbataAvena sterilisBallota nigra subsp. foetidaBellevalia romanaBidens frondosaBrachypodium phoenicoidesBriza maximaBryonia dioica Bupleurum tenuissimum Carex caryophylleaCarex distachyaCarex divisaCarex divulsaCarex flacca Carex hirtaCarex otrubae

Celtis australisCercis siliquastrumCirsium arvenseCirsium vulgareCistus salvifolius Clematis vitalbaConium maculatumConvolvulus althaeoidesConvolvulus arvensis Cornus sanguinea Corynephorus divaricatusCrataegus monogyna Cyclamen hederifolium Cyclamen repandumCyperus longus Cyperus rotundusCytisus villosus Dactylis glomerata Dasypyrum villosumDipsacus fullonumEchinochloa crus-galliEchium italicum Epilobium hirsutumEpilobium tetragonum Equisetum ramosissimumEquisetum telmatejaEuonymus europaeusGalium albumGalium aparine Galium verumHelianthus tuberosusHolcus lanatusHordeum bulbosumHumulus lupulus

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Inula graveolensInula viscosaJuncus articulatusJuncus bufoniusJuncus conglomeratusLamium amplexicauleLamium bifidumLamium maculatumLamium purpureumLaurus nobilisLotus angustissimus Lotus edulisLotus ornithopodioides Luzula campestrisLuzula forsteriLythrum junceumLythrum salicariaMalva nicaeensisMentha longifoliaMentha suaveolens Mespilus germanicaOdontites verna subsp. serotinaOenanthe pimpinelloidesOnonis spinosaOrchis papilionaceaOrnithogalum narbonenseOrnithogalum umbellatumOsyris albaPallenis spinosa Paspalum paspaloidesPhalaris bulbosaPhleum pratensePhragmites australisPimpinella peregrinaPoa bulbosaPoa compressaPolygonum rurivagumPolypogon monspeliensisPolypogon viridisPopulus albaPopulus nigraPotentilla reptansPrunella vulgarisPrunus spinosa Pteridium aquilinumPyrus amygdaliformisQuercus ilexQuercus suber

Ranunculus bulbosus subsp. aleaeRanunculus ficaria Ranunculus lanuginosusRanunculus repensRosa canina s.l.Rosa gallicaRosa sempervirensRubia peregrinaRubus ulmifolius Rumex angiocarpusRumex bucephalophorus Rumex conglomeratusSalix alba Salix purpureaSambucus ebulusSambucus nigraScandix pecten-veneris Senecio erucifoliusSmilax asperaSpartium junceumStachys arvensisStachys ocymastrumStachys palustrisStachys sylvaticaSymphytum tuberosum Tetragonolobus purpupureus Teucrium chamaedrys Trifolium cherleriTrifolium echinatumTrifolium glomeratumTrifolium lappaceumTrifolium ligusticumTrifolium nigrescens Trifolium pallidumTrifolium squarrosumTrifolium subterraneumTrifolium suffocatumTrifolium tomentosumTrifolium vesiculosumTussilago farfaraTypha angustifoliaTypha latifoliaUlmus minorValerianella eriocarpaVerbascum blattariaVerbascum samniticumVerbascum sinuatum Veronica anagallis-aquatica

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5.7 RISERVA NATURALE DELLA TENUTA DEI MASSIMI

La Riserva Naturale della Tenuta dei Massimi è seconda, quanto ad estensione, solo alle due grandi riserve di Decima Malafede e della Marcigliana. Con una superficie pari a 774 ettari, essa si trova in continuità con la vicina riserva della Valle dei Casali, sita nel settore occidentale della città di Roma. La Tenuta dei Massimi condivide con la Valle dei Casali gli ingressi su Via della Pisana e Via Portuense ed entrambe appartengono amministrativamente alla XVI circoscrizione (AA.VV., 1997a).

La Riserva è inserita nell'elenco delle aree naturali protette istituite con la Legge regionale n. 29 del 6 ottobre 1997 (REGIONE LAZIO, 1998).

Dal punto di vista morfologico la Riserva è articolata in zone rilevate, con un'altezza media di 50-60 metri, alternate a fondovalle alluvionali.

Il bacino idrografico sul quale insiste è quello costituito dal Fosso della Magliana e dai suoi tributari, ovvero il Fosso della Maglianella, il Fosso di Bravetta, il Fosso di Brava e il Fosso di Acquafredda (AA.VV., 1997b).

5.7.1 FISIONOMIE VEGETALI NATURALI E SEMINATURALI

Boschi di cerro e farnetto

StrutturaLe cenosi a dominanza di Quercus cerris con Quercus frainetto sono piuttosto diffuse

nell’area. Occupano prevalentemente gli ambiti di “basso morfologico” e aree in cui vi è una considerevole percentuale di argilla nel suolo. Come già osservava Montelucci (1953-1954) per l’area della Pisana “lembi di cerreta si rinvengono alla base dei rilievi collinari dove il substrato è costituito da uno strato di argille marnose poco permeabili, in cui l’acqua ristagna facilmente, creando un pedoclima considerevolmente più umido rispetto a quello che si ha nei suoli sabbiosi dei crinali e delle parti alte dei versanti, dove si attestano esclusivamente a Quercus suber”.

Lo strato arboreo dominante è dato quasi esclusivamente da Quercus cerris con Quercus frainetto che generalmente presenta valori di abbondanza-dominanza molto più bassi. Nello strato arboreo dominato si rinvengono frequentemente Acer campestre e Ulmus minor, nello strato arbustivo Cornus mas, Ligustrum vulgare, Crataegus monogyna, Euonymus europaeus, Prunus spinosa, Rubus ulmifolius e sporadicamente Laurus nobilis. Nello strato lianoso prevale Hedera helix accompagnata da Clematis vitalba, Tamus communis, Rubia peregrina. Tra le erbe da notare la presenza pressocchè costante di Melica uniflora, ma anche di Lathyrus venetus, Euphorbia amygdaloides, Brachypodium sylvaticum e

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Clinopodium vulgare. In base a raffronti con aree simili dal punto di vista geopedologico, bioclimatico e vegetazionale la serie del cerro e del farnetto comprende una variante mesoigrofila a Quercus robur che attualmente in quest’area non risulta presente.

Sintassonomia e SindinamicaQuesta tipologia di cerreta presenta forti affinità con l’Echinopo siculi-Quercetum

frainetto descritto da Blasi e Paura (1993) per i querceti misti di Campania e Molise. Si tratta di cenosi floristicamente ricche di elementi della flora mediterranea (Rosa sempervirens e Erica arborea) e con elementi pontici (Quercus frainetto e Fraxinus ornus). Va notata comunque l’estrema sporadicità nell’area romana di elementi caratterizzanti questa tipologia come Echinops siculus e Festuca drymeja.

Le cenosi arbustive di mantello in serie dinamica con questa tipologia di cerreta sono presenti in maniera piuttosto frammentaria e localmente dominate da Rubus ulmifolius, Prunus spinosa, Crataegus monogyna o Ulmus minor; sono osservabili sporadiche presenze di Cytisus villosus. Si tratta comunque di cenosi riferibili all’alleanza Pruno-Rubion.

I cespuglieti sono fisionomicamente caratterizzati dalla presenza di Spartium junceum e Rubus ulmifolius, cui si accompagnano Cytisus villosus e, localmente, Ulmus minor e Paliurus spina-christi. Anche per questi cespuglieti l’allenza di riferimento è il Pruno-Rubion.

Sono sostanzialmente due le tipologie di prato stabile in contatto con questi boschi: in zone di espluvio prevalgono le fisionomie dominate da Dasypyrum villosum, Avena barbata, Verbascum sinuatum, Foeniculum vulgare riferibili al Vulpio-Dasypyretum e al Brachypodion phoenicoidis che presentano però un collegamento dinamico più evidente con i boschi di sughera. Negli impluvi i prati stabili sono caratterizzati dalla dominanza di Hordeum bulbosum, Agropyron repens, Centaurea gr. jacea, Knautia integrifolia, Coleostephus myconis e vanno riferiti all’alleanza Brachypodion phoenicoidis.

Boschi di sughera

StrutturaSi tratta di cenosi con strato arboreo dominante generalmente monospecifico in relazione

alle pratiche di coltura e gestione. Le cenosi più naturali si presentano invece con fisionomia di querceto misto in cui, accanto a Quercus suber, compaiono Quercus frainetto, talvolta Quercus cerris, Quercus pubescens e, sporadicamente, Quercus crenata. In genere non compare uno strato arboreo dominato distinto. Lo strato arbustivo ospita Cytisus villosus, Euonymus europaeus, Crataegus monogyna, Phillyrea latifolia. Abbondante la presenza di specie lianose come Clematis flammula, Smilax aspera, Hedera helix, Rubia peregrina,

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Lonicera etrusca. Nello strato erbaceo è spesso abbondante Pteridium aquilinum e sono frequenti Clinopodium vulgare, Carex distachya, Brachypodium sylvaticum.

Sintassonomia e SindinamicaLe affinità floristiche, corologiche ed ecologiche con le sugherete della duna antica del

Parco Nazionale del Circeo consentono di attribuire queste cenosi al Quercetum frainetto-suberis descritto da Blasi et al. (1997) per il settore costiero del Lazio meridionale.

Frequentemente si rinvengono lembi di bosco fisionomicamente caratterizzati da Quercus cerris molto affini ai boschi di sughera per quanto riguarda il corteggio floristico e i contatti seriali, anch’essi posizionati su dossi prevalentemente sabbiosi. L’evidente rapporto dinamico tra le due tipologie di cenosi forestali, in un’area in cui l’intervento umano è stato e permane necessariamente massiccio, ci ha indotto ad interpretare questi lembi di cerreta come facies a Quercus cerris del Quercetum frainetto-suberis.

Le cenosi arbustive di mantello in serie dinamica con le sugherete e quest’ultima tipologia di cerreta sono fisionomicamente caratterizzate da Cytisus villosus, Phillyrea latifolia e Spartium junceum con specie erbacee quali Geranium purpureum, Knautia integrifolia, Dactylis glomerata, ecc. Il riferimento fitosociologico più prossimo è il Cytiso villosi-Ericetum arboreae descritto da Costa et al. (1985) per la Valencia anche se l’affinità floristica non è sufficiente per una attribuzione certa. Spesso a ridosso del mantello si rinviene una formazione a nanofanerofite interpretabile come premantello fisionomicamente caratterizzata da Cistus salvifolius e Osyris alba affini a formazioni riferibili alla Cisto-Lavanduletea.

Le formazioni arbustive di cespuglieto sono più chiaramente dominate da Spartium junceum mentre Cytisus villosus e Phillyrea latifolia vi partecipano solo occasionalmente. Più frequente nei cespuglieti la presenza di Rubus ulmifolius e, tra le erbe, di Briza maxima, Arundo pliniana e Inula viscosa. L’alleanza di riferimento è quella del Pruno-Rubion.

Le cenosi erbacee in serie dinamica con il Quercetum frainetto-suberis sono fisionomicamente caratterizzate da Avena barbata, Avena sterilis, Dasypyrum villosum, con altre terofite quali Hypochoeris achyrophorus, Lotus ornithopodioides, Scorpiurus muricatus e sono riferibili al Vulpio-Dasypyretum ma vi sono anche formazioni con Verbascum sinuatum, Foeniculum vulgare e Brachypodium phoenicoides riferibili al Brachypodion phoenicoidis talvolta in mosaico con cenosi terofitiche della Helianthemetea guttati (Helianthemion guttati).

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Boschi igrofili

Lembi di bosco igrofilo si rinvengono lungo le principali linee di impluvio. Si tratta quasi esclusivamente di cenosi a dominanza di Salix alba con strato arbustivo in cui spesso sono presenti Prunus spinosa, Rubus ulmifolius e talvolta Ulmus minor e Cornus sanguinea. Nello strato erbaceo compaiono Equisetum telmateja, Calystegia sepium, Parietaria diffusa, Epilobium hirsutum. Tali cenosi sono riferibili al Salicetum albae.

Lo spazio esiguo lasciato a disposizione della vegetazione ripariale non consente di evidenziare cenosi in contatto dinamico con i saliceti, si notano soltanto isolati popolamenti di Typha latifolia e di Phragmites australis.

Robinieti

Nell’area della Riserva naturale i boschetti a Robinia pseudoacacia con Ulmus minor di maggiore estensione occupano prevalentemente stazioni di versante e ricadono nella serie della sughera. Vi si rinvengono specie quali Rubus ulmifolius, Galium apariae, Smilax aspera.

Nelle stazioni di fondovalle sono presenti piccoli lembi di robinieto e olmeto riferibili alla serie del cerro e del farnetto (inclusa la variante a farnia).

Si rinvengono frequentemente specie come Arum italicum, Agropyron repens, Sambucus ebulus, Cornus sanguinea.

Canneti ad Arundo pliniana

I canneti fisionomicamente caratterizzati da Arundo pliniana rappresentano stadi piuttosto precoci nella ricolonizzazione di terreni in genere legati alla presenza di argilla, di passata lavorazione agricola e movimenti di terra.

Per tali ragioni non sono facilmente correlabili ad una serie di vegetazione. Il contatto dinamico più convincente è quello con le formazioni a sughera e roverella dei versanti acclivi Nelle comunità riferibili alla serie della sughera è più facile rinvenire specie quali Scolymus hispanicus, Papaver rhoeas e Avena barbata.

Nelle comunità riferibili alla serie del cerro e del farnetto le specie compagne più frequenti sono Verbascum sinuatum, Arundo donax, Plantago lanceolata.

La forte variabilità floristica di questa comunità non consente una attribuzione fitosociologica univoca ma un riferimento certo è dato dall’Arundinetum plinianae descritto da Biondi et al. (1992).

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Canneti a Phragmites australis

Le comunità a Phragmites australis presenti nella Riserva si presentano piuttosto alterate nella struttura e con corteggio floristico eterogeneo a causa del disturbo. Tra le specie più fedeli a questa fisionomia possiamo citare Festuca arundinacea, Equisetum telmateja, Calystegia sepium. Talvolta è presente anche Arundo donax. L’evoluzione naturale di tali comunità dovrebbe condurre verso il Phragmitetum communis e, in minore misura al Typhetum latifoliae, ma attualmente una attribuzione corretta non è possibile per la loro eterogeneità floristica.

Ginestreti con Spartium junceum e Cytisus villosus

Si tratta della tipologia di cespuglieto più diffusa nell’area della Riserva. La specie che caratterizza la fisionomia è Spartium junceum, alla quale si associano frequentemente Briza maxima, Sanguisorba minor, Rubus ulmifolius, Arundo pliniana, Ulmus minor, Silene vulgaris, Galactites tomentosa, Cytisus villosus e Rubus ulmifolius. Nello strato erbaceo le specie più comuni sono: Briza maxima, Sanguisorba minor, Silene vulgaris e Galactites tomentosa. L’alleanza di riferimento è il Pruno-Rubion.

Per quanto riguarda l’aspetto dinamico, le cenosi arbustive qui descritte vanno inserite sia nella serie della sughera sia nella serie del cerro e del farnetto. Nelle cenosi interpretabili come stadi dinamici della serie della sughera oltre alle specie arbustive indicate si rinvengono Phillyrea latifolia e talvolta Paliurus spina-christi.

Nelle cenosi interpretabili invece come stadi dinamici della serie del cerro e del farnetto sono presenti Ulmus minor e Cytisus scoparius.

Prati stabili di fondovalle

Si tratta di formazioni erbacee fisionomicamente caratterizzate da Hordeum bulbosum, Agropyron repens con Centaurea gr. jacea, Knautia integrifolia, Coleostephus myconis, Oenanthe pimpinelloides. Pur presentando affinità ecologiche con il Cynosurion cristati l’alleanza di riferimento risulta essere il Brachypodion phoenicoidis.

Prati stabili di versante

La categoria comprende tutte le formazioni erbacee seminaturali che insistono su quelle morfologie che non possono essere identificate come fondovalle alluvionali. Si tratta comunque di morfologie generalmente dolci, su suoli evoluti.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Le fisionomie più frequenti sono caratterizzate da Avena barbata e/o Dasypyrum villosum con altre terofite quali Hypochoeris achyrophorus, Lotus ornithopodioides e Scorpiurus muricatus Vanno riferite, almeno laddove la predominanza di terofite è evidente, all’associazione Vulpio-Dasypyretum descritta da Fanelli (1998) appunto per la campagna romana.

Vi sono anche formazioni con Verbascum sinuatum, Foeniculum vulgare e Brachypodium phoenicoides riferibili al Brachypodion phoenicoidis talvolta in mosaico con cenosi terofitiche della Helianthemetea guttati (Helianthemion guttati).

Per le cenosi erbacee diffuse soprattutto ai bordi delle strade, l’alleanza di riferimento è l’Hordeion leporinii (Brometalia rubenti tectorum), in affinità con l’associazione Anacyclo radiati-Hordeetum leporini descritta da Rivas Martinez per il Sud del Portogallo e il Sud-Ovest della Spagna.

5.7.2 SCHEMA SINTASSONOMICO

QUERCETEA ILICIS Br.-Bl. 1947 Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Riv.-Mart. 1975 Ericion arboreae Riv.-Mart. (1975) 1987 Cytiso villosi- Ericetum arboreae Costa, Peris et al 1985

QUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. et Vlieger ex Vlieger 1937 Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 corr. Moravec ex Beg. et Theur. 1984 Teucrio siculi-Quercion cerridis (Ubaldi 1988) Scoppola et Filesi 1993 Echinopo siculi-Quercetum frainetto Blasi et Paura 1993 (cfr) Quercetum frainetto-suberis Blasi, Filesi, Fratini, Stanisci 1997 Ostryo-Carpinion orientalis Horvat 1959 Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Alno-Ulmion minoris Br.- Bl. et Tx. ex Tchou 1948 Querco roboris-Ulmetum minoris Issl. 1924

SALICETEA PURPUREAE Moor 1958 Salicetalia purpureae Moor 1958 Salicion albae Soo 1930 em Moor 1958 Salicetum albae Issl. 1926

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RHAMNO CATHARTICI-PRUNETEA SPINOSAE Riv.-God. et Borja 1961 Prunetalia spinosae Tx. 1952 Pruno-Rubion ulmifolii O Bolòs (1954) 1962 Ulmo minoris-Sambucetum nigrae (Jovet 1936) De Fouc. 1991 (colloc.

pref.) Humulo lupuli-Sambucetum nigrae (Muller 1974) De Fouc. 1991 (colloc.

pref.) Aggr. a Spartium junceum Aggr. a Rubus ulmifolius

CISTO -LAVANDULETEA Br.-Bl. (1940) 1952 Lavanduletalia stoechidis Br.-Bl. 1940 em Riv.-Mart. 1968

FESTUCO VALESIACAE-BROMETEA ERECTI Br.Bl. et Tx. in Br.Bl. 1949 Brachypodietalia phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934 Brachypodion phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934

HELIANTHEMETEA GUTTATI (Br.-Bl. 1952) Riv.-Mart. 1978 Helianthemetalia guttati (Br.-Bl. ex Br.-Bl. et al. 1940) Riv.-Mart. 1978 Helianthemion guttati Br.-Bl. ex Br.-Bl. et al. 1940

AGROPYRETEA INTERMEDII-REPENTIS (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1969 Agropyretalia intermedii-repentis (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1966 Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi et Allegrezza 1996 Arundinetum plinianae Biondi et alii 1992

ARTEMISIETEA VULGARIS Lohm., Prsg. Et Tx. 1950 Artemisietalia Lohm. in Tx. 1947 em J.M. Gèhu, J.Gèhu et Scoppola 1985 Arction lappae Tx. 1937 Urtico dioicae-Sambucetum ebuli (Kaiser 1926) Br.-Bl. (1936) 1952 Allion triquetri De Bolos 1967 Convolvuletalia sepium Tx. 1950 Convolvulion sepium R. Tx. 1947 em. Oberd. 1983 Arundini-Convolvuletum sepium R. Tx. et Oberd. 1962

STELLARIETEA MEDIAE Tx., Lohm. et Preisg. ex Roch. 1951 Brometalia rubenti-tectorum (Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963) Riv.-Mart. et Izco 1977

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Hordeion leporini Br.-Bl. (1931) 1947 Echio-Galactition tomentosae Bolos et Molinier 1969 Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi Fanelli 1998 Polygono-Chenopodietalia albi Tx. et Lohm. in Tx. 1950 em J.Tx. in Lohm. et al.

1962 Centaureetalia cyani Tx 1950 ex Von Rochow (Secalietalia Br.-Bl. in Br.-Bl. et al.

1936)

5.7.3 CARATTERI FLORISTICI SALIENTI

La ricchezza di specie vegetali della Riserva è molto elevata, sono infatti presenti più di 500 specie di piante vascolari spontanee (CELESTI GRAPOW, FANELLI, 1991; FANELLI, CELESTI GRAPOW, 1994). L’elevato pregio botanico dell’area si desume anche dalla prevalenza degli elementi autoctoni, che costituiscono più del 90% della flora.

Notevole la componente legnosa, che comprende 7 specie di querce: cerro (Quercus cerris), farnetto (Q. frainetto), sughera (Q. suber), roverella (Q. pubescens), leccio (Q. ilex), farnia (Q. robur) e pseudosughera (Q. crenata). Di quest’ultima, che costituisce un ibrido tra cerro e sughera, è stato rinvenuto un solo esemplare.

Tra gli elementi arborei autoctoni più significativi sono presenti il castagno (Castanea sativa), l’olmo (Ulmus minor), l’alloro (Laurus nobilis), l’albero di Giuda (Cercis siliquastrum) e l’orniello (Fraxinus ornus). Tra i piccoli alberi e gli arbusti si rinvengono inoltre il nocciolo (Corylus avellana), il bagolaro (Celtis australis), il pero mandorlino (Pyrus amygdaliformis), il melo selvatico (Malus sylvestris), il sorbo (Sorbus domestica), il nespolo selvatico (Mespilus germanica), il biancospino (Crataegus monogyna), il lentisco (Pistacia lentiscus), l’acero oppio (Acer campestre), la berretta da prete (Euonymus europaeus), la marruca (Paliurus spina-christi), lo spinocervino (Rhamnus alaternus e R. catharticus), il sanguinello (Cornus sanguinea), il mirto (Myrtus communis), l’erica (Erica arborea), il corbezzolo (Arbutus unedo), il ligustro (Ligustrum vulgare) e la fillirea (Phyllirea latifolia).

Le aree ripariali sono caratterizzate da salici (Salix alba), pioppi (Populus alba, P. nigra) e ontani (Alnus glutinosa).

Le principali specie arboree esotiche e infestanti sono la robinia (Robinia pseudoacacia), l’ailanto (Ailanthus altissima) e l’acero americano (Acer negundo).

Dal punto di vista floristico il popolamento vegetale della Riserva è caratterizzato da quattro gruppi di specie :

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- elementi relativamente termofili: Centaurea napifolia, Cymbopogon hirtus, Kundmannia sicula, Lotus edulis, Medicago praecox, Polygala monspeliaca, Trifolium lappaceum;

- elementi caratteristici del settore occidentale della città: Asperula laevigata, Carex olbiensis, Cytisus villosus, Quercus suber, Q. frainetto, Tamus communis;

- elementi legati alle scarpate argillose: Arundo pliniana, Hainardia cylindrica, Hedysarum coronarium, Malope malacoides, Phalaris paradoxa, Trifolium echinatum;

- terofite effimere acidofile: Anagallis arvensis ssp. parviflora, Crepis zacintha, Linaria pellisseriana, Ornithopus pinnatus, Tuberaria guttata.

Si segnala inoltre la presenza di numerosi elementi occidentali o subatlantici, generalmente in regressione nel territorio Laziale. Tra le specie poco comuni o rare: Euphorbia cuneifolia, Kundmannia sicula, Lotus conimbicensis, e Orobanche rapum-genistae.

5.7.4 ELENCO FLORISTICO

Nella seguente lista sono elencate alcune delle specie più significative presenti nella Riserva e alcune specie incluse nei rilievi fitosociologici.

Acer campestreAdiantum capillus-venerisAegilops geniculataAegilops neglectaAgrimonia eupatoria Agropyron repensAjuga chamaepitysAjuga reptansAlisma plantago-aquaticaAlliaria petiolataAllium ampeloprasumAllium roseumAllium triquetrumAllium vinealeAlnus glutinosaAmmi majusAnagallis arvensis subsp. parvifloraAnemone apenninaAnemone hortensisAnthriscus sylvestrisArbutus unedoAristolochia rotundaArum italicumArundo donax

Arundo plinianaAsparagus acutifoliusAsperula laevigataAsphodelus microcarpusAsplenium onopterisAvena barbataAvena sterilisBellevalia romanaBerula erectaBrachypodium phoenicoidesBrachypodium rupestreBrachypodium sylvaticumBriza maximaBroussonetia papyriferaBryonia dioicaCalystegia sepiumCalystegia sylvaticaCarduncellus coeruleus Carex caryophylleaCarex distachyaCarex distansCarex flacca Carex hirtaCarex olbiensis

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Carex otrubaeCarthamus lanatus Castanea sativaCeltis australisCentaurea napifoliaCentaurea solstitialisCercis siliquastrumCistus salvifoliusClematis flammulaClematis vitalbaClinopodium vulgare Colchicum lusitanumConium maculatumCornus mas Cornus sanguinea Corylus avellanaCrataegus monogyna Crepis foetida Crepis neglectaCrepis sanctaCrepis setosaCrepis vesicariaCrepis zacinthaCruciata laevipesCyclamen hederifoliumCyclamen repandumCymbopogon hirtusCynosurus cristatus Cynosurus echinatusCyperus fuscusCyperus longus Cytinus hypocistisCytisus scoparius Cytisus villosusDactylis glomerataDactylis hispanicaDasypyrum villosumDaucus carota Delphinium halteratumDianthus armeriaDipsacus fullonumDorycnium hirsutumDorycnium rectumEchinops siculusEpilobium hirsutumEpilobium parviflorumEpilobium tetragonumEquisetum ramosissimum

Equisetum telmatejaErica arboreaEuonymus europaeus Euphorbia amygdaloides Euphorbia cuneifoliaEuphorbia falcata Euphorbia pubescensFerula communis Festuca arundinaceaFicus caricaFilago germanicaFilago pyramidataFoeniculum vulgareFraxinus ornusFumaria capreolataFumaria officinalisFumaria parvifloraGalactites tomentosaGalega officinalisGalium albumGalium aparineGalium parisienseGalium verum Gastridium ventricosumGeranium sanguineumGeum urbanumGladiolus byzantinusHainardia cylindricaHedera helix Hedysarum coronariumHieracium piloselloidesHieracium sabaudumHumulus lupulusHypericum australeHypericum hirsutumHypericum tetrapterumHypochoeris achyrophorousInula conyzaInula graveolensInula viscosaIris foetidissimaJuncus articulatusJuncus bufoniusJuncus effususKnautia integrifoliaKundmannia siculaLamium amplexicauleLamium bifidum

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Lamium maculatumLamium purpureumLapsana communis Lathyrus annuusLathyrus clymenumLathyrus sylvestrisLathyrus venetusLaurus nobilisLeopoldia comosaLigustrum vulgareLinaria pellisserianaLonicera caprifoliumLonicera etruscaLonicera implexaLotus conimbricensisLotus edulisLotus ornithopodioidesLuzula forsteriLythrum hyssopifoliaLythrum junceumLythrum salicariaMalope malacoidesMalus sylvestrisMedicago praecoxMelica unifloraMentha pulegiumMentha suaveolensMespilus germanicaMyrtus communisNarcissus tazettaNasturtium officinaleOdontites verna subsp. serotinaOenanthe pimpinelloidesOnonis spinosaOrchis papilionaceaOrnithogalum narbonenseOrnithogalum pyrenaicumOrnithogalum umbellatumOrnithopus pinnatusOrobanche rapum-genistaeOsyris albaPaliurus spina-christiPhalaris bulbosaPhalaris canariensisPhalaris coerulescensPhalaris minorPhalaris paradoxaPhillyrea latifolia

Phleum pratensePhragmites australis Pistacia lentiscusPlantago bellardiPlantago lagopusPlantago psylliumPlatanus hybridaPolygala monspeliacaPolygonum amphibiumPolygonum lapathifoliumPolygonum persicaria Polypogon monspeliensisPopulus albaPopulus nigraPopulus x canadensisPotentilla hirtaPotentilla reptansPrunella laciniataPrunella vulgarisPrunus spinosaPteridium aquilinumPulicaria dysentericaPulicaria odoraPyrus amygdaliformisQuercus cerrisQuercus frainettoQuercus ilexQuercus pubescens s.l.Quercus robur Quercus suberQuercus x crenataRanunculus bulbosusRanunculus ficariaRanunculus flabellatusRanunculus muricatusRanunculus sardousRhamnus alaternusRhamnus catharticaRomulea bulbocodiumRosa arvensisRosa sempervirensRubia peregrinaRubus caesiusRubus ulmifoliusRuscus aculeatusSalix albaSambucus ebulusSambucus nigra

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Sanguisorba minorSaponaria officinalisScilla autumnalisScorpiurus muricatusScrophularia auriculataSedum cepaeaSerapias linguaSerapias vomeraceaSmilax asperaSolanum dulcamaraSorbus domesticaSpartium junceumStipa bromoidesSymphytum officinaleSymphytum tuberosum Tamus communis

Teucrium chamaedrysTeucrium poliumTolpis umbellataTorilis nodosaTrifolium echinatumTrifolium lappaceumTuberaria guttataTypha angustifoliaTypha latifoliaUlmus minorVeronica anagallis-aquaticaVinca minor Viola albaViola reichenbachianaViola suavis

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5.8 RISERVA NATURALE VALLE DELL'ANIENE

La Riserva Naturale Valle dell’Aniene, la cui estensione è di circa 640 ettari, è collocata nella zona Est della città e ne attraversa tre circoscrizioni, la IV, la V e la IX. I principali ingressi sono lungo Via della Conca d’Oro, Via Nomentana, Via Tiburtina, Via Collatina, Via Prenestina e Via di Lunghezza (AA.VV., 1997a).

La Riserva è un’area protetta di rilevanza regionale ai sensi delle Leggi 1085/39, 431/85 e più recentemente ai sensi della Legge regionale n. 29 del 6/10/1997 (REGIONE LAZIO, 1998). La sua perimetrazione si fonda sulla delibera C.C. 39/95 e su di essa insiste il Piano Territoriale Paesistico n. 15/9 denominato appunto Valle dell’Aniene (AA.VV., 1997b).

L’area possiede una morfologia complessivamente pianeggiante, ma movimentata dalle numerose anse del Fiume Aniene. Tra queste l’ansa di Saccopastore, sita nel quartiere Nomentano, è un importante sito archeologico noto per il ritrovamento - nel 1929 e nel 1935 - di due crani umani risalenti al periodo preneandertaliano compreso tra i 120.000 e gli 80.000 anni fa (AA.VV., 1995).

La ricca rete idrografica della Riserva è alimentata dal Fiume Aniene, il principale affluente del Tevere, e dai suoi tributari (il Fosso di Tor Sapienza, il Fosso di Tor Cervara, il Fosso della Cervelletta). I dati idrologici essenziali, provenienti dalla stazione idrometrica di Lunghezza, indicano un coefficiente di deflusso molto elevato, probabilmente indicativo di un bacino idrogeologico molto più esteso del bacino idrografico.

5.8.1 FISIONOMIE VEGETALI NATURALI E SEMINATURALI

La Riserva si snoda lungo il corso del fiume ed è fortemente caratterizzata dalla sua presenza in quanto si sviluppa quasi esclusivamente su fondovalle alluvionale. E’ l’unica area protetta in cui le acque correnti si sviluppano su sezioni trasversali di dimensioni tali da poter essere cartografate come superfici e quindi di poter essere soggette a misurazioni tramite G.I.S. (più di 33 ha pari ad oltre il 5% della superficie totale).

Sono inoltre le tipologie vegetazionali più strettamente legate al fiume e alla superficialità della falda che qui, meglio che altrove, si esprimono nella loro struttura e composizione floristica; vegetazione arborea igrofila e prati stabili di fondovalle occupano rispettivamente circa il 6,5% e il 6% del territorio con percentuali ben al di sopra della media di tutte le altre aree protette.

Grande assente di questa Riserva è il querceto: vi sarebbe buona potenzialità per il bosco di farnia (Quercus robur), ma l’intenso uso del territorio ne ha eliminato ogni traccia, restano solo esemplari isolati.

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Vegetazione igrofila a dominanza di salici ( Salix alba ), pioppi ( Populus nigra e/o P. alba ) con Robinia pseudoacacia e/o Ulmus minor . Locale presenza di Quercus robur

Si sviluppa linearmente lungo le sponde del Fiume Aniene e del Fosso della Cervelletta. Tra le specie arboree compaiono Populus alba, P. nigra e Salix alba e Quercus robur. A ridosso di tali cenosi si estendono superfici coltivate che comprimono notevolmente lo spazio a disposizione della vegetazione spontanea. Ne risultano formazioni arboree ben strutturate in senso verticale, con individui anche molto grandi e strati arbustivo ed erbaceo ben rappresentati, formazioni che attualmente insistono in un ambito ecologico che è prevalentemente del saliceto e solo in parte del pioppeto. In condizioni di maggiore naturalità le specie arboree presenti in questo contesto si disporrebbero su fasce parallele, rispondendo meglio al gradiente ecologico di distanza dal corso d'acqua. A testimonianza del disturbo, a livello di pattern orizzontale, entrano a far parte di questa fisionomia anche Robinia pseudoacacia e Ulmus minor. Il corteggio floristico è quello tipico dei saliceti e dei pioppeti con Sambucus nigra, Rubus ulmifolius, Sambucus ebulus, Epilobium hirsutum, Lythrum salicaria, Alisma plantago-aquatica, Arum italicum, Anthriscus sylvestris.

I riferimenti sintassonomici sono il Salicetum albae per le cenosi a dominanza di Salix alba (in genere più prossime all’acqua) e il Populion albae per le cenosi a dominanza di pioppi.

Vegetazione arborea di sostituzione a Robinia pseudoacacia con Ulmus minor

Ben rappresentata nella Riserva (occupa una superficie di circa 34 ha pari ad oltre il 5% della superficie) questa tipologia presenta chiari caratteri di sostituzione e si sviluppa quasi esclusivamente su fondovalle alluvionale in un ambito di pertinenza del querceto a Qurcus robur di cui si parlava precedentemente. Il corteggio floristico vede la presenza di specie nitrofile di ambiente umido come Arctium minus, Anthriscus sylvestris, Arum italicum e di specie che penetrano dalle cenosi prative limitrofe come Torilis arvensis, Dactylis glomerata, Avena sterilis, Malva sylvestris, ecc.

Arbusteti a Rubus ulmifolius e/o Spartium junceum con presenze di Ulmus minor e/o Prunus spinosa e/o Arundo pliniana

Si tratta di una tipologia piuttosto disomogenea che vede al suo interno diversi aspetti. Sui substrati litoidi prevalgono gli aspetti a Spartium junceum mentre sul fondovalle alluvionale troviamo prevalentemente cenosi a Rubus ulmifolius con Prunus spinosa e Ulmus minor. Presenti in piccoli lembi anche canneti ad Arundo pliniana. A livello di

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alleanza il riferimento fitosociologico è il Pruno-Rubion ad eccezione delle cenosi ad Arundo pliniana che rientrano nell’Inulo-Agropyrion.

Canneti delle sponde e degli argini fluviali ad Arundo donax, A. pliniana, Phragmites australis con Rubus ulmifolius e Sambucus ebulus

Le cenosi alto-erbacee ed arbustive presenti sulle sponde e sugli argini fluviali costituiscono una fisionomia complessa che non era possibile risolvere a livello cartografico, ma che comprende cenosi ecologicamente legate alla presenza dell’acqua e cenosi del tutto indipendenti dal fiume ma legate all’ambiente piuttosto arido della parte alta dell’argine.

In prossimità del fiume e meglio ancora in ambiti con periodica permanenza di acqua, presso il Fosso della Cervelletta, si sviluppano canneti a Phragmites australis con Typha latifolia con specie come Epilobium hirsutum, Lytrum salicaria, Angelica sylvestris, Paspalum disticum o con Arundo donax, Scrophularia auriculata, Rumex sanguineus. Il riferimento sintassonomico è il Phragmitetum communis ma nell’area esistono lembi di Typhetum latifoliae, Urtico-Sambucetum ebuli e di Arundini-Convolvuletum sepium.

Sugli argini prevalgono fisionomie a dominanza di Rubus ulmifolius, o Arundo pliniana. Le prime sono riferibili al Pruno-Rubion e le seconde all’Inulo-Agropyrion.

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie con Dasypyrum villosum , Avena sterilis . Include vegetazione ad alte erbe dominata da Pteridium aquilinum e/o Inula viscosa

In questa categoria ricade la vegetazione erbacea delle praterie soggette a sfalcio e/o al pascolo, degli incolti recenti, degli incolti più stabili e degli ambienti ruderali localizzate prevalentemente al difuori dei fondovalle alluvionali.

Le praterie sfalciate e/o pascolate sono prevalentemente caratterizzate da Dactylis glomerata e Avena sterilis con Foeniculum vulgare, Dasypyrum villosum, Calamintha nepeta, Viola arvensis, Sanguisorba minor, ecc. e sono comunque riferibili all’associazione Vulpio-Dasypyretum villosi, alleanza Echio-Galactition, classe Stellarietea mediae.

La vegetazione degli ambienti ruderali e degli incolti è fisionomicamente caratterizzata da Lolium multiflorum, Dactylis glomerata, Avena sterilis ed è riferibile alle alleanze Echio-Galactition ed Hordeion leporini della classe Stellarietea mediae.

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Prati stabili di fondovalle con Agropyron repens , Hordeum bulbosum , Agrostis stolonifera, Carex hirta

La vegetazione erbacea che si ritrova lungo il fondovalle alluvionale è caratterizzata da comunità semiruderali ad Agropyron repens dell’alleanza Inulo-Agropyrion, classe Agropyretea intermedii-repentis; da comunità meso-igrofile ad Agrostis stolonifera dell’Agrostietalia stoloniferae; da cipereti igrofili a Cyperus rotundus; da lembi nitrofili a Stellaria media dell’alleanza Polygono-Chenopodietalia, classe Stellarietea mediae, spesso non cartografabili.

Anche in questo caso si tratta di cenosi di sostituzione, tendenzialmente nitrofile che possono essere dinamicamente collegate a diverse cenosi mature a seconda delle caratteristiche dell’ambiente fisico e del contesto vegetazionale in cui si trovano ma che generalmente rientrano nelle serie edafoigrofile.

Le cenosi che maggiormente caratterizzano questa area protetta rispetto alle altre sono i cariceti a Carex hirta (specie Europeo-Caucasica) e Carex contigua (Eurasiatica) riferibili all’alleanza Agropyro-Rumicion.

5.8.2 SCHEMA SINTASSONOMICO

QUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. et Vlieger ex Vlieger 1937 Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Fraxino-Quercetum roboris Gellini, Pedrotti, Venanzoni 1986 Populetum albae (Br.-Bl. 1931) Tchou 1947 Salici-Populetum nigrae (Tx. 1931) Meyer-Drees 1936 Alno-Ulmion minoris Br.- Bl. et Tx. ex Tchou 1948 Symphyto bulbosi-Ulmetum minoris Biondi e Allegrezza 1996

SALICETEA PURPUREAE Moor 1958 Salicetalia purpureae Moor 1958 Salicion albae Soo 1930 em Moor 1958 Salicetum albae Issl. 1926

RHAMNO CATHARTICI-PRUNETEA SPINOSAE Riv.-God. et Borja 1961 Prunetalia spinosae Tx. 1952 Pruno-Rubion ulmifolii O Bolòs (1954) 1962 Aggr. a Spartium junceum

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Aggr. a Rubus ulmifolius Aggr. ad Ulmus minor

AGROPYRETEA INTERMEDII-REPENTIS (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1969 Agropyretalia intermedii-repentis (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1966 Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi et Allegrezza 1996 Phalarido coerulescentis-Dactyletum glomeratae Scoppola et Pelosi 1995 Arundinetum plinianae Biondi et alii 1992

ARTEMISIETEA VULGARIS Lohm., Prsg. Et Tx. 1950 Artemisietalia Lohm. in Tx. 1947 em J.M. Gèhu, J.Gèhu et Scoppola 1985 Arction lappae Tx. 1937 Urtico dioicae-Sambucetum ebuli (Kaiser 1926) Br.-Bl. (1936) 1952 Allion triquetri De Bolos 1967 Convolvuletalia sepium Tx. 1950 Convolvulion sepium R. Tx. 1947 em. Oberd. 1983 Arundini-Convolvuletum sepium R. Tx. et Oberd. 1962

BIDENTETEA TRIPARTITAE Tx. et al. 1951 Bidentetalia tripartitae Br.-Bl. et Tx. ex Klika et Hadac 1944

PLANTAGINETEA MAJORIS Tx. et Prsg. in Tx. 1950 em Oberd. et al. 1967 Plantaginetalia majoris Tx. 1950 em. Oberd. et al. 1967

STELLARIETEA MEDIAE Tx., Lohm. et Preisg. ex Roch. 1951 Brometalia rubenti-tectorum (Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963) Riv.-Mart. et Izco 1977 Hordeion leporini Br.-Bl. (1931) 1947 Centaureetum calcitrapae Fanelli et Menegoni 1997 Echio-Galactition tomentosae Bolos et Molinier 1969 Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi Fanelli 1998

PHRAGMITETEA AUSTRALIS Tx. et Prsg. 1942 Phragmitetalia australis (Koch 1926) Pignatti 1954 Phragmition australis Koch 1926 Phragmitetum communis (All. 1921) Pignatti 1953 Typhetum latifoliae Lang 1973

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AGROSTIETEA STOLONIFERAE Oberd. in Oberd. et al. 1967 Agrostietalia stoloniferae Oberd. in Oberd. et al. 1967 Agroppyro-Rumicion Nordh. 1940 em Tx. 1950

5.8.3 CARATTERI FLORISTICI SALIENTI

La caratteristica più rilevante della flora della Riserva Naturale è la presenza di specie igrofile e nitrofile, legate all’ambiente ripariale del Fiume Aniene.

Tra i bioindicatori di elevata umidità sono presenti la mestolaccia (Alisma plantago-aquatica), il sedano d’acqua (Apium nodiflorum), l’assenzio dei fratelli Verlot (Artemisia verlotorum), l’erba seghettata (Lycopus europaeus), la sedanina d’acqua (Berula erecta), la forbicina (Bidens frondosa, B. tripartita), la gamberaia maggiore (Callitriche stagnalis), lo zigolo (Cyperus longus), la canapa acquatica (Eupatorium cannabinum), il luppolo (Humulus lupulus), l’erba seghettata (Lycopus europaeus), la salcerella (Lythrum salicaria), il crescione d’acqua (Nasturtium officinale), la cannuccia di palude (Phragmites australis), il crescione austriaco (Rorippa austriaca), la morella rampicante (Solanum dulcamara), il coltellaccio maggiore (Sparganium erectum), la stregona palustre (Stachys officinalis), la lisca maggiore (Typha latifolia) e la scagliola palustre (Typhoides arundinacea).

Sono legate ad un elevato tenore di acqua nel suolo anche alcune specie di menta (Mentha aquatica, M. longifolia, M. suaveolens), romice (ad es. Rumex conglomeratus, R. obtusifolius) ed inoltre carici (ad es. C. caryophyllea, C. divisa, C. flacca, C. hirta e C. pendula), giunchi (ad es. Juncus articulatus) ed equiseti (ad es. Equisetum arvense, E. telmateja).

In tali habitat sono particolarmente vistose le fioriture estive del giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus) e quelle autunnali del girasole del Canada (Helianthus tuberosus).

Non si tratta in generale di specie di particolare rarità, ma la loro presenza assume un’importanza notevole nel contesto della flora romana. Gli ambienti umidi sono infatti i più minacciati dalla crescente urbanizzazione, che tende a creare una situazione nel complesso più calda ed arida (“isola di calore”) rispetto alle aree extraurbane. Tali specie sono inoltre particolarmente vulnerabili perché spesso richiedono habitat oligotrofi, sempre più rari nelle aree urbane a causa della progressiva eutrofizzazione dei suoli e delle acque.

Fra le specie arboree igrofile si riscontrano pioppi (Populus alba, P. canescens, P. tremula, P. x canadensis, P. nigra), salici (Salix alba, S. caprea, S. purpurea, S. triandra), platani spontaneizzati (Platanus hybrida) e rari ontani (Alnus glutinosa).

Oltre agli elementi igrofili, le entità di maggior interesse botanico della Riserva sono sporadiche specie legnose come l’acero oppio (Acer campestre), la berretta da prete (Euonymus europaeus), l’orniello (Fraxinus ornus), l’alloro (Laurus nobilis), il ramno

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(Rhamnus alaternus), l’albero di Giuda (Cercis siliquastrum), il bagolaro (Celtis australis), il nocciolo (Corylus avellana), il sanguinello (Cornus sanguinea), il biancospino (Crataegus monogyna), il pero mandorlino (Pyrus amygdaliformis), le querce (Quercus ilex, Q. robur), la marruca (Paliurus spina-christi), lo spinocervino (Rhamnus alaternus) e l’olmo campestre (Ulmus minor).

Le principali specie arboree esotiche e infestanti sono la robinia (Robinia pseudoacacia), l’ailanto o albero del paradiso (Ailanthus altissima) e l’acero americano (Acer negundo). Le aree a maggior disturbo antropico ospitano elementi ruderali ed elementi nitrofili (ad es. Anthriscus sylvestris, Arctium minus, Ballota nigra subsp. foetida, Bryonia dioica, Conium maculatum, Sambucus ebulus, S. nigra, Smyrnium olusatrum, Urtica dioica e U. urens).

5.8.4 ELENCO FLORISTICO

Nella seguente lista sono elencate alcune delle specie più significative presenti nella Riserva e alcune specie incluse nei rilievi fitosociologici.

Acer campestreAchillea collinaAdiantum capillus-venerisAdonis annua Aegilops geniculataAgrimonia eupatoriaAgropyron repensAgrostemma githagoAgrostis stoloniferaAilanthus altissimaAira cupanianaAira elegansAjuga chamaepitys Alcea setosaAlisma plantago-aquaticaAlliaria petiolataAllium ampeloprasumAllium fuscumAllium neapolitanumAllium roseumAllium subhirsutumAllium triquetrumAlnus glutinosaAlopecurus myosuroidesAlthaea cannabinaAmmi majusAmmi visnagaAmmoides pusilla

Anacyclus radiatusAngelica sylvestrisAnthemis cotulaAnthemis tinctoria Anthoxanthum odoratumAnthriscus sylvestrisApium nodiflorumArabidopsis thalianaArctium minusArrhenatherum elatiusArtemisia annuaArtemisia verlotorumArtemisia vulgarisArum italicumArundo donaxArundo plinianaAsparagus acutifoliusAsphodelus microcarpusAtriplex patulaBallota nigra subsp. foetidaBarbarea vulgarisBellardia trixagoBellevalia romanaBerteroa obliquaBerula erectaBidens frondosaBidens tripartitaBromus sterilis

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Broussonetia papyriferaBryonia dioicaCalendula arvensis Calepina irregularisCallitriche stagnalisCalystegia sepiumCalystegia sylvaticaCardaria draba Carduus micropterusCarduus nutans Carduus pycnocephalus Carex caryophylleaCarex contigua Carex distachyaCarex divisaCarex flacca Carex hirtaCarex pendulaCeltis australisCentaurea calcitrapaCentaurea deustaCentaurea gr. jaceaCentaurea solstitialisCentaurea sphaerocephalaCentaurium tenuiflorum Centranthus ruber Cerastium brachypetalumCerastium ligusticumCercis siliquastrumChelidonium majusChondrilla junceaChrozophora tinctoriaChrysanthemum segetumClematis vitalbaConium maculatumConsolida regalisCornus sanguinea Coronilla variaCorylus avellanaCrataegus monogyna Cyclamen hederifoliumCyperus longus Cyperus rotundusDactylis hispanicaDasypyrum villosumDelphinium halteratumDiplotaxis erucoidesDiplotaxis tenuifolia

Dipsacus fullonumEchinochloa crus-galliEchium italicum Echium plantagineumEchium vulgareEpilobium hirsutumEpilobium lanceolatumEquisetum arvenseEquisetum ramosissimumEquisetum telmatejaEuonymus europaeusEupatorium cannabinum Ficus caricaFraxinus ornusGalega officinalisGalium albumGalium aparineGlyceria plicataHedera helix Helianthus tuberosusHordeum bulbosumHumulus lupulusInula conyzaInula graveolensInula viscosaIpomoea purpureaIris germanicaIris pseudacorusJuncus articulatusLamium amplexicauleLamium bifidum Lamium maculatumLamium purpureumLapsana communis Lathyrus clymenumLathyrus ochrusLathyrus sylvestrisLaurus nobilisLavatera punctataLinaria purpureaLinum bienneLycopus europaeusLythrum salicariaMalva parvifloraMelica magnoliiMelissa romanaMentha aquaticaMentha longifolia

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Mentha suaveolens Nasturtium officinaleOdontites verna subsp. serotinaOnopordum acanthium Onopordum illyricumOphrys sphegodes Origanum vulgare Orlaya grandifloraOrnithogalum umbellatumPaliurus spina-christiPaspalum paspaloidesPetasites hybridusPetrorhagia nanteuliiPetrorhagia proliferaPetrorhagia saxifraga Phalaris aquaticaPhalaris coerulescensPhalaris minorPhragmites australisPlatanus hybridaPlumbago europaeaPolygonum amphibiumPolygonum persicariaPopulus albaPopulus canescensPopulus nigraPopulus tremulaPopulus x canadensisPrunus aviumPrunus spinosaPteridium aquilinum Pulicaria dysentericaPulicaria vulgarisPyrus amygdaliformisQuercus ilexQuercus robur Quercus suberRanunculus bulbosus Ranunculus ficaria Ranunculus lanuginosusRanunculus parviflorus

Ranunculus repensRhamnus alaternusRobinia pseudoacaciaRorippa austriacaRosa canina s.l.Rosa gallicaRosa sempervirensRubia peregrinaRubus caesiusRubus canescensRubus ulmifoliusRumex acetosaRumex angiocarpusRumex conglomeratusRumex obtusifolius Rumex sanguineusRuscus aculeatusSalix alba subsp. albaSalvia multifidaSalvia pratensis Sambucus ebulusSambucus nigraSmilax asperaSmyrnium olusatrumSolanum dulcamaraSparganium erectum Spartium junceumSymphytum bulbosumTamus communisTeucrium chamaedrys Torilis nodosaTragopogon porrifolius Trigonella balansaeTypha angustifoliaTypha latifoliaTyphoides arundinaceaUlmus minorUrtica dioicaUrtica urensViburnum tinus

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5.9 RISERVA NATURALE VALLE DEI CASALI

La Riserva naturale della Valle dei Casali è sita nel settore Ovest della città di Roma, in continuità paesaggistica con la Riserva naturale della Tenuta dei Massimi, ma con una minore estensione, pari a circa 469 ettari. Collocata sulla destra orografica del Fiume Tevere, ricade nelle circoscrizioni XV e XVI ed ha gli ingressi principali in Via Portuense, Via di Bravetta e Via della Nocetta, che ne costituiscono gli ingressi principali (AA.VV., 1997a).

La Riserva è un’area protetta di rilevanza regionale come da L. 431/85, D.M. 22/2/86, L. 11497/39 Del. G.R.L. n. 798 del 16/2/88 e più recentemente ai sensi della Legge regionale n. 29 del 6/10/1997 (REGIONE LAZIO, 1998). La sua perimetrazione si fonda sulla delibera C.C. 39/95 e su di essa insiste il Piano Territoriale Paesistico n. 15/10 Valle dei Casali (AA.VV., 1997b).

L’area è caratterizzata morfologicamente da un altopiano che degrada dagli 80 metri di altezza sino al livello del mare. Colline modeste ne interrompono a tratti la continuità e un sistema di casali e di ville di notevole interesse storico-ambientale, tra cui spicca la settecentesca Villa di York, che la distingue nettamente dalle altre riserve.

Dal punto di vista idrografico, il Fosso dell’Affogalasino, alimentato principalmente dal Fosso della Nocetta oltre che da diversi tributari minori, attraversa l’altopiano da Nord a Sud e a sua volta alimenta le acque del vicino Tevere.

5.9.1 FISIONOMIE VEGETALI NATURALI E SEMINATURALI

L’articolato sistema di ville e di casali della Riserva e il diffuso e reiterato uso agricolo dei terreni, unitamente ad un tessuto connettivo gradualmente sempre più urbanizzato, hanno contribuito a relegare gli aspetti meglio conservati dal punto di vista vegetazionale a situazioni estremamente localizzate e puntiformi.

Il contesto vegetazionale e di uso del suolo evidenzia una forte affinità con la Riserva Naturale della Tenuta dell’Acquafredda (a tal proposito un confronto tra le tabelle relative all’estensione delle diverse tipologie nelle due aree protette risulta molto chiarificante). Le aree agricole occupano attualmente circa il 42% del territorio ma l’estensione di arbusteti (con Rubus ulmifolius o Spartium junceum dominanti), di canneti ad Arundo pliniana e di vegetazione arborea ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia che complessivamente occupano oltre il 18% della superficie costituisce una testimonianza del maggiore uso agricolo o di pascolo in un passato non troppo lontano. Il grande assente di questa area protetta è il bosco maturo mentre i lembi residui presenti ci indicano una potenzialità per cenosi molto differenziate e di sicuro interesse ecologico e biogeografico.

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Bosco a sughera ( Quercus suber )

StrutturaSi tratta di una piccola cenosi con strato dominante monospecifico di Quercus suber, con

altezza di circa 15 metri e copertura prossima all’80%. Nello strato arboreo dominato e nell’arbustivo compaiono Ulmus minor, Laurus nobilis, Malus domestica, Crataegus monogyna, Rubus ulmifolius, Rubus gr. sylvatici, Euonymus europaeus e Prunus spinosa. Nello strato lianoso ed erbaceo notiamo una diffusa presenza di Hedera helix, Rubia peregrina, Asparagus acutifolius, Holcus lanatus, Carex flacca e Dactylis glomerata. All’interno della cenosi, a testimonianza di una diffusa mesoigrofilia delle fitocenosi dell’area, è presente Phragmites australis accompagnata da Equisetum ramosissimum e Cyperus longus. Distribuiti prevalentemente nelle aree più aperte troviamo: Cistus salvifolius, Osyris alba, Briza maxima e Arundo pliniana.

Sintassonomia e sindinamicaCome spesso succede nelle sugherete lo strato arboreo dominante, probabilmente a causa

di scelte colturali, è costituito esclusivamente da Quercus suber, comunque lo strato arboreo dominato e l’arbustivo ci consentono di inquadrare la cenosi in un contesto chiaramente riferibile ai Quercetalia pubescenti-petraeae e più precisamente al Teucrio siculi-Quercion cerridis. L’associazione di riferimento scelta, anche se qui non si esprime al meglio della sua composizione floristica è il Quercetum frainetto-suberis, descritta da Blasi et al. (1997) per il settore costiero del Lazio meridionale e rinvenibile in varie località dell’area romana.

Vanno interpretate come cenosi di sostituzione di questo tipo di sughereta gran parte degli olmeti presenti nella zona ed i cespuglieti a Spartium junceum e/o Rubus ulmifolius riferibili all’alleanza Pruno-Rubion, nonché i cisteti (di dimensioni non cartografabili alla scala adottata) a Cistus salvifolius e Osyris alba che si dispongono a ridosso delle sugherete con funzione di mantello o, nelle situazioni meglio strutturate, di premantello o anche in cespuglieti bassi. Meno chiaro il rapporto dinamico con le formazioni ad Arundo donax, comunque interpretabili come tappe nitrofile della serie. Le cenosi erbacee in contatto seriale con questo tipo di sughereta sono per la maggior parte attribuibili al Brachypodion phoenicoidis, nel caso specifico si tratta di prati stabili a dominanza di Phleum pratense, Dactylis glomerata e Foeniculum vulgare con Avena sterilis, Dasypyrum villosum, Sanguisorba minor, Urospermum dalechampii, Tolpis virgata, Centaurea napifolia, ecc. Altre cenosi erbacee in serie dinamica con il Quercetum frainetto-suberis sono fisionomicamente caratterizzate da Avena barbata, Avena sterilis, Dasyprum villosum, con

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molte terofite e sono riferibili al Vulpio-Dasypyretum villosi. Nella serie sono comprese comunità effimere della Helianthemetea guttati (Helianthemion guttati).

Vegetazione arborea di sostituzione a Ulmus minor con Robinia pseudoacacia

StrutturaSi tratta della tipologia di vegetazione arborea più diffusa nell’area con chiari caratteri di

vegetazione di sostituzione. La plasticità ecologica delle specie costituenti consente a questa tipologia di occupare ambiti geomorfologici notevolmente diversificati dai fondovalle alluvionali di versanti più o meno acclivi. La specie dominante è in genere Ulmus minor ma sono presenti nell’area anche piccoli popolamenti a dominanza di Robinia pseudoacacia; tra le specie arbustive compare con maggior frequenza Rubus ulmifolius e tra le erbacee sono molto diffuse specie nitrofile quali Galium aparine, Parietaria diffusa, Oryzopsis miliacea, Arum italicum oltre ad Avena barbata e Agropyron repens che penetrano dalle vicine cenosi erbacee.

Sintassonomia e sindinamicaL’inquadramento sintassonomico di queste cenosi risulta piuttosto complesso in quanto i

syntaxa di riferimento possono variare a seconda della struttura, della composizione floristica e del contesto sindinamico in cui vengono a trovarsi; per cui possiamo trovarci in presenza di cespuglieti o mantelli riferibili al Pruno-Rubion o a facies ad olmo e/o robinia delle formazioni arboree mature presenti nell’area e in aree limitrofe riferibili al Teucrio-Quercion e all’Ostryo-Carpinion. Le cenosi rinvenute nei fondovalle alluvionali e in sostituzione di vegetazione ripariale arborea sono in genere riferibili all’alleanza Alno-Ulmion.

Vegetazione arborea igrofila a dominanza di salici ( Salix alba ) e/o pioppi ( Populus nigra e/o P. alba ) e/o farnie ( Quercus robur )

StrutturaLa vegetazione arborea igrofila del Parco non è confinata agli ambiti ripariali ma si

distribuisce anche al di fuori dei fondovalle alluvionali probabilmente grazie alla presenza di piccole falde acquifere. Si tratta di cenosi arboree che si sviluppano su superfici limitate ma che si presentano in genere strutturalmente ben organizzate. Le cenosi a Populus canadensis e ibridi raggiungono anche i 25 metri di altezza con Populus alba che partecipa allo strato arboreo dominante e con presenza, negli strati arboreo dominato ed arbustivo, di Ulmus minor, Laurus nobilis, Rubus gr. sylvatici e Crataegus monogyna; le specie più

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frequenti negli strati lianoso ed erbaceo sono Hedera helix, Arum italicum ed Equisetum telmateja. Sono presenti inoltre saliceti a Salix alba nei quali partecipa allo strato arboreo anche Populus alba mentre nello strato arbustivo è abbondante Rubus ulmifolius e sono frequenti in quello lianoso ed erbaceo specie nitrofile quali Clematis vitalba, Artemisia verlotorum, Conium maculatum, Stellaria media, ecc. Nell’area sono anche presenti individui isolati e piccole cenosi ad Acer campestre con Ulmus minor e Laurus nobilis.

Sintassonomia e sindinamicaI pioppeti a Populus nigra x canadensis sono riferibili al Populion albae ed i saliceti

Salicetum albae. Rapporti dinamici vanno ricercati principalmente con i canneti delle zone umide ad Arundo donax e Phragmites australis.

Lembo di vegetazione arborea a Celtis australis e Laurus nobilis

Si tratta di una piccola fitocenosi alla quale oltre a Celtis australis e Laurus nobilis partecipano Cercis siliquastrum, Ulmus minor, Quercus ilex, e Acer campestre. Il sottobosco ospita specie quali Rosa sempervirens, Hedera helix, Rubia peregrina, Ruscus aculeatus e Cyclamen repandum. Al margine della formazione, il mantello è costituito da Spartium junceum.

L’inquadramento sintassonomico di queste fitocenosi, che nel sistema dei parchi ritroviamo soltanto al Laurentino Acqua Acetosa sempre con estensione molto ridotta, è piuttosto complesso soprattutto per le dimensioni che non consentono di valutarne appieno la variabilità floristica. Riteniamo comunque che per affinità floristiche ed ecologiche tali fitocenosi siano dinamicamente collegate alle leccete dell’Orno-Quercetum ilicis.

Arbusteti a Rubus ulmifolius e/o Spartium junceum

Le cenosi arbustive più diffuse sono costituite da ginestreti in cui Spartium junceum è sempre la specie dominante, talora accompagnata da Ulmus minor e Rubus ulmifolius. Tra le specie erbacee figurano principalmente quelle delle cenosi prative limitrofe: Avena barbata, A. sterilis, Brachypodium distachyum, B. rupestre, Dactylis glomerata, Foeniculum vulgare.

Canneti ad Arundo pliniana e A. donax

Nella Riserva sono presenti canneti ad Arundo pliniana e canneti ad Arundo donax dominante. I primi sono sostanzialmente monospecifici, mentre i secondi, più diffusi, sono strutturalmente più complessi e floristicamente più ricchi; ospitano al loro interno anche

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specie legnose quali Ulmus minor e Rubus ulmifolius. Tra le specie lianose ed erbacee più comuni si trova Clematis vitalba, Hedera helix, , Arum italicum, Agropyron repens, Convolvulus arvensis e Silene alba. Il riferimento sintassonomico per i canneti ad Arundo pliniana è l’Arundinetum plinianae mentre i canneti ad Arundo donax vanno attribuiti all’Arundini-Convolvuletum sepium.

Si tratta di cenosi di sostituzione, tendenzialmente nitrofile che possono essere dinamicamente collegate a diverse cenosi mature a seconda delle caratteristiche dell’ambiente fisico e del contesto vegetazionale.

Canneti delle zone umide ad Arundo donax e Phragmites australis

Nell’area non sono presenti estese formazioni a Phragmites australis che in genere si presenta accompagnata da Equisetum ramosissimum, Cyperus longus, Lolium perenne e talvolta da Rubus ulmifolius, nelle zone umide risulta più frequente Arundo donax in popolamenti anche estesi che talvolta ospitano Laurus nobilis, Tamus communis, Arum italicum e Agropyron repens. Il riferimento sintassonomico per i canneti a Phragmites australis è il Phragmitetum communis nel quale può entrare anche Arundo donax. Le fitocenosi a dominanza di Arundo donax vanno attribuite anche in questo caso all’Arundini-Convolvuletum sepium.

La collocazione e l’ecologia di queste cenosi ci inducono a ritenerle in rapporto dinamico con le cenosi arboree igrofile presenti nell’area.

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie con Dasypyrum villosum e Avena sterilis

In questa categoria ricade la vegetazione erbacea delle praterie soggette a sfalcio e/o al pascolo, degli incolti recenti, degli incolti più stabili e degli ambienti ruderali tutte localizzate al difuori dei fondovalle alluvionali.

Le praterie sfalciate e/o pascolate sono prevalentemente caratterizzate da Phleum pratense, Dactylis glomerata e Foeniculum vulgare con Avena sterilis, Dasypyrum villosum, Sanguisorba minor, Urospermum dalechampii, Tolpis virgata, Centaurea napifolia e sono riferibili all’associazione Vulpio-Dasypyretum villosi, alleanza Echio-Galactition, classe Stellarietea mediae.

La vegetazione degli ambienti ruderali e degli incolti è fisionomicamente caratterizzata da Lolium multiflorum, Dactylis glomerata, Avena sterilis ed è riferibile alle alleanze Echio-Galactition ed Hordeion leporini della classe Stellarietea mediae.

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Prati stabili di fondovalle con Agropyron repens , Hordeum bulbosum , Agrostis stolonifera , Cyperus rotundus

La vegetazione erbacea che si ritrova lungo i fondovalle alluvionali è caratterizzata da comunità semiruderali ad Agropyron repens dell’alleanza Convolvulo-Agropyrion, classe Agropyretea intermedii-repentis; da comunità meso-igrofile ad Agrostis stolonifera dell’Agrostietalia stoloniferae; da cipereti igrofili a Cyperus rotundus; da lembi nitrofili a Stellaria media dell’alleanza Polygono-Chenopodietalia, classe Stellarietea mediae, spesso non cartografabili.

Anche in questo caso si tratta di cenosi di sostituzione, tendenzialmente nitrofile che possono essere dinamicamente collegate a diverse cenosi mature a seconda delle caratteristiche dell’ambiente fisico e del contesto vegetazionale in cui si trovano ma che generalmente rientrano nelle serie edafoigrofile.

La vegetazione alto-erbacea che si imposta su terreni sovrapascolati o sottoposti ad incendi ripetuti è caratterizzata da felceti a Pteridium aquilinum o popolamenti di Inula viscosa.

Si tratta di cenosi di sostituzione che possono essere dinamicamente collegate a diverse formazioni mature a seconda delle caratteristiche dell’ambiente fisico e del contesto vegetazionale in cui si trovano ma che tendenzialmente rientrano nelle serie edafoxerofile o climatofile.

5.9.2 SCHEMA SINTASSONOMICO

QUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. et Vlieger ex Vlieger 1937 Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 corr. Moravec ex Beg. et Theur. 1984 Teucrio siculi-Quercion cerridis (Ubaldi 1988) Scoppola et Filesi 1993 Echinopo siculi-Quercetum frainetto Blasi et Paura 1993 (cfr) Quercetum frainetto-suberis Blasi, Filesi, Fratini, Stanisci 1997 Ostryo-Carpinion orientalis Horvat 1959 Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 Alno-Ulmion minoris Br.- Bl. et Tx. ex Tchou 1948 Querco roboris-Ulmetum minoris Issl. 1924

SALICETEA PURPUREAE Moor 1958 Salicetalia purpureae Moor 1958 Salicion albae Soo 1930 em Moor 1958

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Salicetum albae Issl. 1926

RHAMNO CATHARTICI-PRUNETEA SPINOSAE Riv.-God. et Borja 1961 Prunetalia spinosae Tx. 1952 Pruno-Rubion ulmifolii O Bolòs (1954) 1962 Ulmo minoris-Sambucetum nigrae (Jovet 1936) De Fouc. 1991 (colloc. pref.) Humulo lupuli-Sambucetum nigrae (Muller 1974) De Fouc. 1991 (colloc. pref.) Aggr. a Spartium junceum Aggr. a Rubus ulmifolius

CISTO -LAVANDULETEA Br.-Bl. (1940) 1952 Lavanduletalia stoechidis Br.-Bl. 1940 em Riv.-Mart. 1968

FESTUCO VALESIACAE-BROMETEA ERECTI Br.Bl. et Tx. in Br.Bl. 1949 Brachypodietalia phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934 Brachypodion phoenicoidis Br.Bl. in Molinier 1934

AGROPYRETEA INTERMEDII-REPENTIS (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1969 Agropyretalia intermedii-repentis (Oberd. et alii 1967) Muller et Gors 1966 Inulo viscosae-Agropyrion repentis Biondi et Allegrezza 1996 Arundinetum plinianae Biondi et alii 1992

ARTEMISIETEA VULGARIS Lohm., Prsg. Et Tx. 1950 Artemisietalia Lohm. in Tx. 1947 em J.M. Gèhu, J.Gèhu et Scoppola 1985 Allion triquetri De Bolos 1967 Convolvuletalia sepium Tx. 1950 Convolvulion sepium R. Tx. 1947 em. Oberd. 1983 Arundini-Convolvuletum sepium R. Tx. et Oberd. 1962STELLARIETEA MEDIAE Tx., Lohm. et Preisg. ex Roch. 1951 Brometalia rubenti-tectorum (Riv.-God. et Riv.-Mart. 1963) Riv.-Mart. et Izco 1977 Hordeion leporini Br.-Bl. (1931) 1947 Echio-Galactition tomentosae Bolos et Molinier 1969 Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi Fanelli 1998 Polygono-Chenopodietalia albi Tx. et Lohm. in Tx. 1950 em J.Tx. in Lohm. et al. 1962 Centaureetalia cyani Tx 1950 ex Von Rochow (Secalietalia Br.-Bl. in Br.-Bl. et al. 1936)

PHRAGMITETEA AUSTRALIS Tx. et Prsg. 1942

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Phragmitetalia australis (Koch 1926) Pignatti 1954 Phragmition australis Koch 1926 Phragmitetum communis (All. 1921) Pignatti 1953

AGROSTIETEA STOLONIFERAE Oberd. in Oberd. et al. 1967 Agrostietalia stoloniferae Oberd. in Oberd. et al. 1967 Agrpopyro-Rumicion Nordh. 1940 em Tx. 1950

5.9.3 CARATTERI FLORISTICI SALIENTI

La Riserva è caratterizzata dall’elevata ricchezza della flora erbacea, che copre sia i versanti che le aree a fondovalle alluvionali e i siti più antropizzati. Prevalgono le Composite (circa 80 specie), le Graminacee (circa 60 specie) e le Leguminose (circa 50 specie). Le specie annuali sono dominanti: le terofite rappresentano più del 40 % della flora; seguono le emicriptofite (circa il 30%) e le geofite (circa 11%). Dal punto di vista corologico la maggior parte delle specie ha areale euri-mediterraneo e steno-mediterraneo (CELESTI GRAPOW, FANELLI, 1991; FANELLI, CELESTI GRAPOW, 1994); in secondo piano, rispetto all’adiacente Tenuta dei Massimi, risulta la presenza delle specie eurasiatiche, a causa della minore presenza sul territorio di fitocenosi forestali.

Le aree a maggior disturbo antropico ospitano elementi ruderali, tra cui numerose specie dei generi Amaranthus (A. albus, A. blitoides, A. chlorostachys, A. deflexus, A. paniculatus, A. retroflexus, A. viridis) e Chenopodium (C. album, C. ambrosioides, C. multifidum, C. opulifolium, C. vulvaria), ed elementi nitrofili (ad es. Ballota nigra, Bryonia dioica, Sambucus ebulus, S. nigra, Urtica dioica).

La flora legnosa è quasi esclusivamente limitata ai frammenti di bosco di sughera, bosco igrofilo e fitocenosi ad alloro e bagolaro. Tra le specie arboree si evidenziano la sughera (Quercus suber), la cui presenza caratterizza la flora del settore occidentale della città di Roma, la roverella (Quercus pubescens), l’alloro (Laurus nobilis), l’orniello (Fraxinus ornus), l’olmo campestre (Ulmus minor), l’acero oppio (Acer campestre), il paliuro o marruca (Paliurus spina-christi), il bagolaro (Celtis australis) e l’albero di Giuda (Cercis siliquastrum). Fra gli elementi legnosi sono presenti inoltre numerosi piccoli alberi ed arbusti tra i quali corbezzolo (Arbutus unedo), biancospino (Crataegus monogyna), berretta da prete (Euonymus europaeus), corniolo (Cornus mas), sanguinello (C. sanguinea), alaterno (Rhamnus alaternus), erica (Erica arborea) e mirto (Myrtus communis).

Le specie arboree ripariali ed igrofile dominanti sono il salice bianco (Salix alba) e i pioppi (Populus alba, P. nigra).

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Le principali specie arboree esotiche e infestanti sono la robinia (Robinia pseudoacacia), l’ailanto (Ailanthus altissima) e l’acero americano (Acer negundo).

La flora della Riserva è caratterizzata da alcuni gruppi di specie:- elementi relativamente termofili: Centaurea napifolia, Cymbopogon hirtus;- elementi caratteristici del settore occidentale della città: Quercus suber, Tamus

communis;- elementi legati alle scarpate argillose: Arundo pliniana, Hainardia cylindrica,

Hedysarum coronarium, Malope malacoides, Trifolium echinatum.

Tra le specie presenti nell’area della Riserva della Valle dei Casali fino al secolo scorso ma non più rinvenute di recente nel Lazio (ANZALONE, 1984, 1996) si segnalano il trifoglio latino (Trifolium latinum Seb.) e il ginestrino di Requien (Tertagonolobus requienii (Mauri ex Sanguinetti) Sanguinetti (= Lotus coniugatus L. subsp. requienii (Sanguinetti) Greuter).

5.9.4 ELENCO FLORISTICO

Nella seguente lista sono elencate alcune delle specie più significative presenti nella Riserva e alcune specie incluse nei rilievi fitosociologici.

Acanthus mollis Acer campestre Acer negundoAegylops geniculataAgrimonia eupatoria Agropyron repens Ailanthus altissimaAlisma plantago-aquaticaAllium ampeloprasumAmaranthus albusAmaranthus blitoidesAmaranthus chlorostachysAmaranthus deflexusAmaranthus paniculatusAmaranthus retroflexusAmaranthus viridisAmmi majusAnacyclus radiatus Anthriscus sylvestrisArbutus unedo Arum italicum

Arundo donax Arundo plinianaAsparagus acutifolius Asphodelus albus Asphodelus microcarpus Avena barbata Avena sterilis Ballota nigraBellardia trixagoBrachypodium distachyumBrachypodium phoenicoidesBrachypodium rupestreBrachypodium sylvaticumBriza maxima Briza minorBromus gussoneiBromus hordeaceusBromus madritensisBromus sterilisBryonia dioicaCalystegia sepium

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Calystegia sylvaticaCarduncellus coeruleus Carex distachyaCarex divisaCarex flacca Carex olbiensisCarlina corymbosaCeltis australis Centaurea calcitrapa Centaurea gr. jaceaCentaurea napifolia Centaurea solstitialis Cerastium brachypetalumCercis siliquastrum Cerinthe majorChenopodium albumChenopodium ambrosioidesChenopodium multifidumChenopodium opulifoliumChenopodium vulvariaCistus salvifolius Clematis flammulaClematis vitalba Clinopodium vulgare Coleostephus myconis Conium maculatumConvolvulus althaeoidesConvolvulus arvensis Convolvulus cantabrica Cornus mas Cornus sanguinea Corynephorus divaricatusCrataegus monogyna Cyclamen repandumCymbopogon hirtusCyperus longusCyperus rotundusDactylis glomerata Dactylis hispanicaDasypyrum villosum Epilobium hirsutumEquisetum ramosissimumEquisetum telmatejaErica arborea Euonymus europaeus Ferula communisFicus carica Foeniculum vulgare

Fraxinus ornusGalium albumGalium aparine Gaudinia fragilis Geum urbanumGladiolus italicusHainardia cylindricaHedera helix Hedysarum coronariumHirschfeldia incanaHordeum bulbosumHumulus lupulusIris foetidissima Laurus nobilis Leopoldia comosaLigustrum vulgare Linaria purpureaLonicera caprifolium Lythrum junceumMalope malacoidesMalus domesticaMalus sylvestris Malva nicaeensisMarrubium vulgareMelica transsylvanicaMentha suaveolens Misopates orontiumMuscari neglectumMyrtus communis Ophrys apiferaOphrys bertoloniOrnithogalum narbonenseOryzopsis miliaceaOsyris alba Paliurus spina-christiPallenis spinosa Parentucellia viscosa Petrorhagia proliferaPetrorhagia saxifragaPhalaris bulbosaPhalaris canariensisPhalaris minorPhillyrea latifolia Phleum pratense Phragmites australis Pistacia lentiscus Populus alba Populus nigra

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Populus x canadensisPotentilla reptansPrunella vulgaris Prunus aviumPrunus spinosa Pteridium aquilinumQuercus ilex Quercus pubescens s.l.Quercus suber Rhamnus alaternus Robinia pseudoacaciaRosa canina s.l.Rosa sempervirens Rubia peregrina Rubus gr. sylvaticiRubus ulmifoliusRuscus aculeatus Salix albaSalix purpureaSalvia pratensisSambucus ebulusSambucus nigra Sanguisorba minor Saponaria officinalisScrophularia auriculataSecurigera securidaca Smilax aspera Sorbus domesticaSpartium junceum Tamus communis Theligonum cynocrambeTolpis virgataTragopogon porrifolius Trifolium angustifolium Trifolium arvense Trifolium campestre

Trifolium cherleri Trifolium echinatum Trifolium fragiferumTrifolium glomeratumTrifolium nigrescens Trifolium pratense Trifolium repens Trifolium resupinatumTrifolium scabrumTrifolium squarrosumTrifolium stellatumTrifolium subterraneumTrisetaria panicea Tuberaria guttataTypha latifoliaUlmus minor Umbilicus rupestrisUrospermum dalechampii Urospermum picroidesUrtica dioicaValerianella eriocarpaValerianella puberulaVerbascum blattariaVerbascum sinuatum Verbena officinalisVeronica arvensisViburnum tinus Vicia bithynicaVicia hybridaVicia sativa Vicia tenuissimaVicia villosaViola alba Vulpia ciliataVulpia ligusticaVulpia myuros

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5.10 CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE

AA.VV., 1991. CORINE biotopes. The design, compilation and use of an inventory of sites of major importance for nature conservation in the European Community. Cook, Hammond & Kell Ltd., London.

AA.VV., 1995. Comune di Roma, Ufficio Comunicazione - IV circoscrizione. Museo del Folklore. Roma per te - Itinerari storici e ambientali IV Circ.ne - La Città Giardino, Una passeggiata nel territorio della IV Circ.ne: Monte Sacro, Talenti, Tufello, Valmelaina, Fidene, Castel Giubileo. Active, Roma..

AA.VV., 1997a. Comune di Roma, Assessorato alle Politiche della Qualità Ambientale, Ufficio Comunicazione. VerdeRoma - Guida ai Parchi alle Ville e ai Giardini. Sabbadini Grafiche Sud, Roma.

AA.VV. 1997b. Relazione sullo stato dell'ambiente a Roma. Maggioli Editore 309 pp.

ANTONINI M., 1998. La Riserva Naturale di Decima Malafede. La selvaggia bellezza di un angolo dell’Agro Romano. Rotolito Lombarda S.p.A. 239 pp.

ANZALONE B., 1983. Le piante da proteggere nella provincia di Roma. In: Uomo, Natura e territorio. Assess. Sanità e Ambiente, Amm. Prov., Roma.

ANZALONE B., 1984. Elenco preliminare delle piante vascolari spontanee del Lazio. Quaderno Lazionatura n. 5. Regione Lazio, Società Botanica Italiana. Tip. Centenari, Roma. 251 pp.

ANZALONE B., 1996. Prodromo della flora romana. Elenco preliminare delle piante vascolari spontanee del Lazio. (Aggiornamento) Parte 1a. Ann. Bot.(Roma), Studi sul territorio, 52 (11) 1994: 1-81.

ATTORRE F., STANISCI A., BRUNO F., 1997. The urban woods of Rome (Italy). Plant Biosystems, 131 (2): 113-135.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

BIONDI E., 1986. La vegetazione del Monte Conero. Regione Marche, Assessorato all’Ambiente, Ancona.

BLASI C., 1984b. Quercus cerris and Quercus frainetto woods in Latium (Central Italy). Ann. Bot. (Roma), 42: 7-19.

BLASI C., DOWGIALLO G., FOLLIERI M., LUCCHESE F., MAGRI D., PIGNATTI S., SADORI L., 1995. La vegetazione naturale potenziale dell'area romana. La vegetazione italiana - Atti dei Convegni Lincei, 115: 423-457.

BLASI C., FILESI L., FRATINI P., STANISCI A., 1997. Le cenosi con sughera nel paesaggio tirrenico laziale (Italia centrale). Ecologia mediterranea, 23 (3/4): 21-32.

BLASI C., PAURA B., 1993. Su alcune stazioni a Quercus frainetto ten. in Campania ed in Molise: analisi fitosociologica e fitogeografica. Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, Vol. LI (10).: 353-366.

CELESTI GRAPOW L., FANELLI G., 1991. A map of vegetation complexes in the urban area of Rome. Phytocoenosis, 3 (N.S.), Supplementum Cartographiae Geobotanicae 2: 331-336.

FANELLI G., CELESTI GRAPOW L., 1994. La flora del bacino del Fosso della Magliana (Roma). Ann. Bot. (Roma), Studi sul Territorio, Vol. LII (11).: 83-114.

FANELLI G., 1998. Dasypyrum villosum vegetation in the territory of Rome. Atti della Academia Nazionale dei Lincei Rend. Fit. Acc. Lincei 9 (9): 155-176.

FILESI L., BLASI C., DI MARZIO P., 1996 – L’Orno-Querceto ilicis sigmetum nella dinamica post-incendio del Promontorio del Circeo (Lazio meridionale). Annali di Botanica (Roma), 52, suppl. 11 (2, 1994): 501-517.

LUCCHESE F., PIGNATTI S., 1990. Sguardo sulla vegetazione del Lazio marittimo. Problemi attuali di scienza e cultura. Sez.: Missioni ed esplorazioni - XI. Ricerche ecologiche, floristiche e faunistiche sulla fascia costiera mediotirrenica italiana." II: 5-48. Acc. Naz. dei Lincei, Anno CCCLXXXVII.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

MONTELUCCI, 1953-54. Investigazioni botaniche nel Lazio. Flora e vegetazione della Valle dell'Inferno a Roma (Monte Mario). Ann. Bot. (Roma), 24 (2): 1-167.

REGIONE LAZIO, ASSESSORATO UTILIZZO TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE AMBIENTALI, UFFICIO PARCHI E RISERVE NATURALI, 1998. I Parchi e le Riserve Naturali del Lazio. Ed. Quasar, Roma 157 pp.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

6. LA QUALITA’ AMBIENTALE E

LA SUA RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

6.1 CRITERI DI VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ AMBIENTALE IN TERMINI VEGETAZIONALI

La qualità ambientale è la risultante di un complesso concorso di cause e condizioni la cui quantificazione non risulta sempre agevole. A livello accademico il dibattito è ancora molto aperto. Attualmente la qualità ambientale non viene più intesa soltanto come prossimità alla tipologia vegetazionale più matura (climax) ma si tende anche ad enfatizzare il valore della biodiversità e della rarità di specie e fitocenosi.

La valutazione della qualità ambientale è riferita alle tipologie riportate nelle carte di uso del suolo e delle serie di vegetazione. Si è constatato però che nelle diverse aree protette le varie categorie assumono caratteristiche strutturali e floristiche abbastanza diversificate. Ne consegue che la stima della qualità ambientale per una stessa categoria può variare da Riserva a Riserva.

La qualità ambientale è stata valutata quindi fornendo per ciascuna tipologia (per ciascuna Riserva) una stima della ricchezza biologica (biodiversità), del valore di rarità o peculiarità biogeografica, della distanza dallo stadio successionale maturo e sommando poi i diversi valori.

A scanso di equivoci va detto che la valutazione non poteva prescindere dal fatto che ci troviamo in un’area urbana. Ne è conseguita una stima che enfatizza l’importanza in chiave dinamica delle formazioni arbustive, basso arboree e dei canneti, almeno laddove queste formazioni sono costituite prevalentemente da specie autoctone (un valore più basso di qualità ambientale rispetto a queste categorie è stato dato ad esempio alle formazioni a prevalenza di Robinia pseudoacacia).

In una valutazione complessiva della qualità ambientale delle singole aree protette bisognerà tenere nel debito conto anche l’estensione e la forma (se frastagliata o compatta) delle aree a qualità elevata e molto elevata per valutarne le capacità di autoconservazione.

6.2 LA QUALITÀ AMBIENTALE NELLE DIVERSE RISERVE NATURALI

Si riportano di seguito alcune considerazioni sulla qualità ambientale e sulla vulnerabilità delle varie Riserve Naturali e, per ogni Riserva, una scheda sintetica nella quale a ciascuna tipologia di uso del suolo viene attribuito un livello di qualità. E’ evidente, in base a quanto già detto, che medesime categorie di uso del suolo possono essere state valutate differentemente in Riserve diverse poiché i criteri adottati non sono strettamente tipologici, ma applicati alle formazioni vegetali nella loro concretezza e le valutazioni mediate su ciascuna Riserva.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Riserve come Valle dei Casali, Laurentino Acqua Acetosa e Acquafredda presentano vaste aree agricole, numerosi nuclei urbanizzati e una limitata estensione di formazioni forestali autoctone (che rappresentano le categorie a maggior grado di qualità). Se consideriamo inoltre che tali formazioni arboree si distribuiscono su superfici esigue con forme spesso allungate (elevato rapporto quindi tra perimetro e superficie) ecco che queste Riserve si segnalano come quelle a minore qualità ambientale e maggiore vulnerabilità.

Considerazioni di carattere contrario vanno fatte per Tenuta dei Massimi e soprattutto per l’Insugherata per la consistente presenza di fitocenosi forestali ben strutturate di indubbio valore biogeogarfico ed estese su ampie superfici (per quanto possano esserlo in ambito urbano). Al di là della ricchezza di specie in senso assoluto va rimarcata la ricchezza di specie costitutive delle fitocenosi forestali in questione, pensiamo ad esempio al solo genere Quercus: Q. cerris, Q. frainetto, Q. suber, Q. robur, Q. pubescens, Q. ilex.

Se la matrice comune delle varie Riserve è quella agricola, un discorso a parte va fatto per M.Mario dove le aree agricole rappresentano una minima percentuale (circa il 4%). In questa Riserva è da valutare positivamente la buona connettività tra le aree ad elevata e molto elevata qualità ambientale anche se le dimensioni e la forma della Riserva immersa nel tessuto urbano favoriscono l’ingresso di specie alloctone ed anche esotiche.

Altro discorso a parte va fatto per la Riserva Naturale della Valle dell’Aniene che presenta ristretti ambiti ad elevata e molto elevata qualità. E’ necessario sottolineare però che in questa particolare Riserva, più che in altre, per valutare la qualità ambientale non possono essere sufficienti i criteri fin qui adottati. Essi andrebbero infatti integrati con altri basati, ad esempio, sulla qualità delle acque vista la centralità e la valenza del fiume nell’ambito dell’area protetta.

Le due Riserve più estese, Decima Malafede e Marcigliana, si presentano piuttosto diversificate in quanto a tipologie vegetazionali presenti, ma anche rispetto alla percentuale di aree ad elevata e molto elevata qualità ambientale. La prima presenta un nucleo forestato a ridosso della Tenuta di Castelporziano con articolazioni diffuse in tutta la Riserva che conferiscono all’area una elevata valenza naturalistica nella quale però si sono inserite con gli anni numerose aree residenziali. Per quanto riguarda la Riserva naturale della Marcigliana, al di là della sostanziale monotonia del paesaggio va sottolineata la forte valenza agricola nella quale le aree a vegetazione naturale ed in particolare i boschi vengono ad assumere più che altro un ruolo di cornice.

L’estensione giuoca comunque a favore della valenza naturalistica di queste due Riserve in quanto consente il mantenimento dei processi e delle funzioni che danno stabilità al sistema.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Riserva Naturale di Decima Malafede

CARTA DELLA QUALITA’ AMBIENTALEElaborata sulla base di caratteristiche floristiche e vegetazionali (Ricchezza di specie, Valore fitogeografico, Distanza dalla tappa matura)

MOLTO ELEVATA Boschi di cerro e farnetto (Echinopo siculi – Quercetum frainetto)Boschi di sughera (Quercetum frainetto-suberis)Boschi di leccio (Orno – Quercetum ilicis)Boschi di roverella (Roso sempervirentis – Quercetum pubescentis)Aree interne palustri non boscate (Juncion maritimi, Agropyro-Rumicion, Nanocyperion)

ELEVATA Vegetazione arborea igrofila (Salicetum albae, Populion albae)Arbusteti (Pruno – Rubion)Macchia mediterranea di sostituzione (Phillyreo- Arbutetum)Aggruppamenti ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia Vegetazione alto-erbacea e arbustiva igrofila (Phragmitetum communis, Urtico – Sambucetum ebuli)

MEDIA Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie (Brachypodion phoenicoidis, Hordeion leporini, Echio-Galactition, Vulpio – Dasypyretum)Praterie naturali (Helianthemion guttati)Aggruppamenti a Pteridium aquilinum e/o Inula viscosaPrati stabili di fondovalle (Inulo – Agropyrion, Agropyro – Rumicion, Brachypodion phoenicoidis)

BASSA Aree agricole in rotazioneVignetiFruttetiOlivetiVivaiColtivazioni annuali associate a colture permanentiAree agricole frammentate e diversificate nell’usoImpianti artificiali di latifoglie Impianti artificiali di conifere

SUPERFICI ARTIFICIALI

Edificato urbanoAree industriali e commercialiReti stradali e ferroviarieCave, discariche, aree con edificazioni in attoAree urbane verdi: giardini e parchiImpianti sportivi

ACQUE SUPERFICIALI

Corpi d’acqua

AREE CENSURATE

Aree censurate

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Riserva Naturale dell'Insugherata

CARTA DELLA QUALITA’ AMBIENTALEElaborata sulla base di caratteristiche floristiche e vegetazionali (Ricchezza di specie, Valore fitogeografico, Distanza dalla tappa matura)

MOLTO ELEVATA Boschi di cerro e farnetto (Echinopo siculi – Quercetum frainetto)Boschi di sughera (Quercetum frainetto-suberis)Boschi misti mesofili (Aquifolio-Fagetum carpinetosum betuli cfr.)

ELEVATA Vegetazione arborea igrofila (Salicetum albae, Populion albae)Arbusteti (Pruno – Rubion)Canneti ad Arundo pliniana e/o A. donax (Inulo – Agropyrion, Arundinetum plinianae)Aggruppamenti ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia Vegetazione alto-erbacea e arbustiva igrofila (Phragmitetum communis, Urtico – Sambucetum ebuli)

MEDIA Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie (Brachypodion phoenicoidis, Hordeion leporini, Echio-Galactition, Vulpio – Dasypyretum)Aggruppamenti ad Inula viscosaPrati stabili di fondovalle (Inulo – Agropyrion, Agropyro – Rumicion, Brachypodion phoenicoidis)

BASSA Aree agricole in rotazioneFruttetiOlivetiImpianti artificiali di conifere

SUPERFICI ARTIFICIALI

Edificato urbanoAree industriali e commercialiReti stradali e ferroviarieAree urbane verdi: giardini e parchiImpianti sportivi

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Riserva Naturale Laurentino Acqua Acetosa

CARTA DELLA QUALITA’ AMBIENTALEElaborata sulla base di caratteristiche floristiche e vegetazionali (Ricchezza di specie, Valore fitogeografico, Distanza dalla tappa matura)

MOLTO ELEVATA Boschi di leccio (Orno – Quercetum ilicis)Boschi di roverella (Roso sempervirentis – Quercetum pubescentis)Aggruppamenti a Celtis australis e Laurus nobilis

ELEVATA Vegetazione arborea igrofila (Salicetum albae, Populion albae)Arbusteti (Pruno – Rubion)Canneti ad Arundo pliniana e/o A. donax (Inulo – Agropyrion, Arundinetum plinianae)Aggruppamenti ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia Vegetazione alto-erbacea e arbustiva igrofila (Phragmitetum communis, Urtico – Sambucetum ebuli)

MEDIA Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie (Brachypodion phoenicoidis, Hordeion leporini, Echio-Galactition, Vulpio – Dasypyretum)Praterie naturali (Helianthemion guttati)Aggruppamenti a Pteridium aquilinum e/o Inula viscosaPrati stabili di fondovalle (Inulo – Agropyrion, Agropyro – Rumicion)

BASSA Aree agricole in rotazioneAree agricole frammentate e diversificate nell’usoImpianti artificiali di latifoglie

SUPERFICI ARTIFICIALI

Edificato urbanoReti stradali e ferroviarieAree urbane verdi: giardini e parchi

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Riserva Naturale della Marcigliana

CARTA DELLA QUALITA’ AMBIENTALEElaborata sulla base di caratteristiche floristiche e vegetazionali (Ricchezza di specie, Valore fitogeografico, Distanza dalla tappa matura)

MOLTO ELEVATA Boschi di cerro (Carpino orientalis – Quercetum cerridis)

ELEVATA Vegetazione arborea igrofila (Salicetum albae, Populetum nigrae, Populion albae)Arbusteti (Pruno – Rubion)Aggruppamenti ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia Vegetazione alto-erbacea e arbustiva igrofila (Phragmitetum communis, Urtico – Sambucetum ebuli)

MEDIA Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie (Brachypodion phoenicoidis, Hordeion leporini, Echio-Galactition, Vulpio – Dasypyretum)Aggruppamenti ad Inula viscosaPrati stabili di fondovalle (Inulo – Agropyrion, Agropyro – Rumicion, Brachypodion phoenicoidis)

BASSA Aree agricole in rotazioneVignetiFruttetiOlivetiColtivazioni annuali associate a colture permanentiAree agricole frammentate e diversificate nell’usoImpianti artificiali di latifoglie Impianti artificiali di conifere

SUPERFICI ARTIFICIALI

Edificato urbanoAree industriali e commercialiReti stradali e ferroviarieDeposito di materiali di cava

ACQUE SUPERFICIALI

Corpi d’acqua

AREE CENSURATE

Aree censurate

247

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Riserva Naturale di Monte Mario

CARTA DELLA QUALITA’ AMBIENTALEElaborata sulla base di caratteristiche floristiche e vegetazionali (Ricchezza di specie, Valore fitogeografico, Distanza dalla tappa matura)

MOLTO ELEVATA Boschi di cerro e farnetto (Echinopo siculi – Quercetum frainetto) Boschi di leccio (Orno – Quercetum ilicis)

ELEVATA Vegetazione arborea igrofila (Populion albae)Arbusteti (Pruno – Rubion)Macchia mediterranea di sostituzione Canneti ad Arundo pliniana e/o A. donax (Inulo – Agropyrion, Arundinetum plinianae)Vegetazione alto-erbacea e arbustiva igrofila (Phragmitetum communis, Urtico – Sambucetum ebuli)

MEDIA Aggruppamenti a Robinia pseudoacacia ed Ulmus minorPrati stabili su versanti, pianori e valli secondarie (Brachypodion phoenicoidis, Hordeion leporini, Echio-Galactition, Vulpio – Dasypyretum, Dorycnio-Brachypodietum phoenicoidis)Praterie naturali (Helianthemion guttati)Aggruppamenti a Pteridium aquilinum

BASSA VignetiOlivetiColtivazioni annuali associate a colture permanentiImpianti artificiali di latifoglie Impianti artificiali di conifere

SUPERFICI ARTIFICIALI

Edificato urbanoReti stradali e ferroviarieAree urbane verdi: giardini e parchiImpianti sportivi

AREE CENSURATE

Aree censurate

248

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Riserva Naturale della Tenuta dell’Acquafredda

CARTA DELLA QUALITA’ AMBIENTALEElaborata sulla base di caratteristiche floristiche e vegetazionali (Ricchezza di specie, Valore fitogeografico, Distanza dalla tappa matura)

MOLTO ELEVATA Boschi di sughera (Quercetum frainetto-suberis)ELEVATA Vegetazione arborea igrofila (Salicetum albae fragm., Populion albae

fragm.)Arbusteti (Pruno – Rubion)Canneti ad Arundo pliniana e/o A. donax (Inulo – Agropyrion, Arundinetum plinianae)Aggruppamenti ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia Vegetazione alto-erbacea e arbustiva igrofila (Phragmitetum communis, Urtico – Sambucetum ebuli)

MEDIA Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie (Brachypodion phoenicoidis, Hordeion leporini, Echio-Galactition, Vulpio – Dasypyretum)Aggruppamenti a Pteridium aquilinum e/o Inula viscosaPrati stabili di fondovalle (Inulo – Agropyrion, Brachypodion phoenicoidis)

BASSA Aree agricole in rotazioneVignetiFruttetiOlivetiArboricoltura da legnoVivaiColtivazioni annuali associate a colture permanentiAree agricole frammentate e diversificate nell’usoImpianti artificiali di latifoglie

SUPERFICI ARTIFICIALI

Edificato urbanoAree industriali e commercialiAree urbane verdi: giardini e parchiImpianti sportivi

ACQUE SUPERFICIALI

Corpi d’acqua

249

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Riserva Naturale della Tenuta dei Massimi

CARTA DELLA QUALITA’ AMBIENTALEElaborata sulla base di caratteristiche floristiche e vegetazionali (Ricchezza di specie, Valore fitogeografico, Distanza dalla tappa matura)

MOLTO ELEVATA Boschi di cerro e farnetto (Echinopo siculi – Quercetum frainetto) Boschi di sughera (Quercetum frainetto-suberis)

ELEVATA Vegetazione arborea igrofila (Salicetum albae, Populion albae)Arbusteti (Pruno – Rubion)Canneti ad Arundo pliniana e/o A. donax (Inulo – Agropyrion, Arundinetum plinianae)Aggruppamenti ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia Vegetazione alto-erbacea e arbustiva igrofila (Phragmitetum communis, Urtico – Sambucetum ebuli)

MEDIA Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie (Brachypodion phoenicoidis, Hordeion leporini, Echio-Galactition, Vulpio – Dasypyretum)Aggruppamenti a Pteridium aquilinum e/o Inula viscosaPrati stabili di fondovalle (Inulo – Agropyrion, Agropyro – Rumicion, Brachypodion phoenicoidis)

BASSA Aree agricole in rotazioneFruttetiOlivetiVivaiImpianti artificiali di latifoglie Impianti artificiali di conifere

SUPERFICI ARTIFICIALI

Edificato urbanoAree industriali e commercialiReti stradali e ferroviarieImpianti sportivi

250

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Riserva Naturale della Valle dell'Aniene

CARTA DELLA QUALITA’ AMBIENTALEElaborata sulla base di caratteristiche floristiche e vegetazionali (Ricchezza di specie, Valore fitogeografico, Distanza dalla tappa matura)

MOLTO ELEVATA Vegetazione arborea igrofila (Salicion albae, Populion albae, Alno – Ulmion, Salicetum albae, Populetum nigrae)

ELEVATA Arbusteti (Pruno – Rubion)Canneti delle sponde e degli argini fluviali (Inulo – Agropyrion, Phragmitetum communis, Urtico – Sambucetum ebuli)Prati stabili di fondovalle (Inulo – Agropyrion, Agropyro – Rumicion, Brachypodion phoenicoidis)

MEDIA Aggruppamenti a Robinia pseudoacacia ed Ulmus minorPrati stabili su versanti, pianori e valli secondarie (Brachypodion phoenicoidis, Hordeion leporini, Echio-Galactition, Vulpio – Dasypyretum)Aggruppamenti a Pteridium aquilinum e/o Inula viscosa

BASSA Aree agricole in rotazioneFruttetiAree agricole frammentate e diversificate nell’usoImpianti artificiali di latifoglie Impianti artificiali di conifere

SUPERFICI ARTIFICIALI

Edificato urbanoAree industriali e commercialiReti stradali e ferroviarieAree urbane verdi: giardini e parchiImpianti sportivi

ACQUE SUPERFICIALI

Corsi d’acquaCorpi d’acqua

251

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Riserva Naturale della Valle dei Casali

CARTA DELLA QUALITA’ AMBIENTALEElaborata sulla base di caratteristiche floristiche e vegetazionali (Ricchezza di specie, Valore fitogeografico, Distanza dalla tappa matura)

MOLTO ELEVATA Lembo di sughereta (Quercetum frainetto-suberis)Aggruppamento a Celtis australis e Laurus nobilis

ELEVATA Vegetazione arborea igrofila (Salicetum albae, Populion albae)Arbusteti (Pruno – Rubion)Canneti ad Arundo pliniana e/o A. donax (Inulo – Agropyrion, Arundinetum plinianae)Aggruppamenti ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia Vegetazione alto-erbacea e arbustiva igrofila (Phragmitetum communis, Urtico – Sambucetum ebuli)

MEDIA Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie (Brachypodion phoenicoidis, Hordeion leporini, Echio-Galactition, Vulpio – Dasypyretum)Prati stabili di fondovalle (Inulo – Agropyrion, Agropyro – Rumicion, Brachypodion phoenicoidis)

BASSA Aree agricole in rotazioneFruttetiOlivetiVivaiColtivazioni annuali associate a colture permanentiImpianti artificiali di conifere

SUPERFICI ARTIFICIALI

Edificato urbanoAree industriali e commercialiReti stradali e ferroviarieAree urbane verdi: giardini e parchiImpianti sportivi

AREE CENSURATE

Aree censurate

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

7. LE SERIE DI VEGETAZIONE

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

7.1 COMMENTO ALLA CARTA DELLE SERIE DI VEGETAZIONE

Come ricordato a proposito delle “Metodologie nello studio della vegetazione e del paesaggio”, la serie di vegetazione è costituita dall’insieme delle comunità vegetali presenti in un territorio, diverse per struttura, fisionomia, e composizione floristica ma dinamicamente collegate tra di loro in quanto interpretabili come stadi successionali metastabili che possono essere ricondotti ad una stessa tappa matura (vegetazione naturale potenziale).

Le serie di vegetazione individuate in questo lavoro si riferiscono alle realtà cartografabili alle scale adottate e presentano come tappe mature soltanto formazioni forestali.

I criteri che consentono di definire una serie di vegetazione si basano sulle caratteristiche dell’ambiente fisico (clima, litologia, geomorfologia, disponibilità idrica) e sulla vegetazione attuale, che può anche non includere la tappa matura.

Per quanto riguarda la rappresentazione cartografica è quindi indispensabile poter disporre di documenti di dettaglio relativi all’ambiente fisico, soprattutto quando si opera in ambiti fortemente antropizzati, con superfici occupate da vegetazione forestale sensibilmente ridotte rispetto alle potenzialità dell’area.

A tale proposito va chiarito che una stessa tipologia vegetazionale di sostituzione, sia essa erbacea, arbustiva o arborea può rientrare in più serie di vegetazione e, allo stesso tempo, più tipi di prateria o arbusteto possono sostituire la medesima vegetazione potenziale.

Le maggiori difficoltà di interpretazione subentrano forse al momento di attribuire tipologie vegetazionali ruderali e semiruderali alle diverse serie di vegetazione. Si tratta di vegetazioni chiaramente nitrofile quindi con una connotazione floristica che tende a non facilitare una loro differenziazione. All’interno di un territorio urbano ad esempio si riscontra frequentemente la presenza di coltri più o meno profonde di terreni di riporto colonizzati da vegetazione ruderale, soprattutto in settori di fondovalle. Tale vegetazione talvolta maschera la potenzialità di quegli ambiti territoriali. Accade così che si possono verificare apparenti discrepanze tra fisionomie vegetali e serie di vegetazione. Succede talvolta, ad esempio, che prati stabili tendenzialmente xerici per il fatto di svilupparsi su coltri di detrito siano attribuite a serie di vegetazione igrofile in quanto la vegetazione naturale potenziale essendo arborea risente meno degli strati più superficiali di terreno. Saranno d’altronde proprio le cenosi vegetali tendenzialmente ruderali e nitrofile (erbacee,

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

arbustive ma anche arboree, come ad esempio i robinieti) a comparire in diverse serie di vegetazione, anche con ecologia molto diversa.

Del tutto teorica è inoltre l’attribuzione alle diverse serie di vegetazione delle cosiddette “Superfici artificiali”, edificato urbano incluso. E’ ovvio che in questi casi le alterazioni del substrato sono tali da escludere una dinamica successionale naturale. Ci è sembrato però importante dare una indicazione precisa della potenzialità teorica ai fini di una eventuale pianificazione e gestione delle piccole aree verdi che sono incluse, come giardini privati o pubblici. E’ d’altronde interessante poter valutare in quali ambiti incida maggiormente l’impatto antropico, capire quali serie di vegetazione siano più penalizzate dalle attività agricole e dall’espansione urbana.

Vengono di seguito riportati gli schemi relativi alle diverse serie di vegetazione individuate nelle aree protette indagate. Tali schemi mettono in evidenza, per ogni area protetta, gli stadi più significativi, dal punto di vista dinamico, riconosciuti sul territorio, indipendentemente dalla loro rappresentabilità alle scale delle cartografie prodotte. Frequentemente si tratta infatti di cenosi come mantelli ed orli erbacei che in natura si sviluppano in fasce che bordano i boschi profonde talvolta meno di un metro.

SERIE EDAFOXEROFILA DEL LECCIOOrno-Querceto ilicis sigmetum

(Decima-Malafede, Laurentino-Acqua Acetosa, M.Mario, Valle dei Casali)Piano termomediterraneo e mesomediterraneoSu suoli sottili di versanti molto acclivi. In prevalenza con esposizioni fresche o in presenza di correnti di aria umida.

SERIE EDAFOXEROFILA DELLA SUGHERA E DELLA ROVERELLA Roso sempervirentis-Querceto pubescentis varietas quercetosa suberis sigmetum

(Decima-Malafede, Insugherata, Laurentino-Acqua Acetosa, M.Mario, Tenuta dell’Acquafredda, Tenuta dei Massimi, Valle dei Casali)Piano termomediterraneo e mesomediterraneoSu suoli debolmente eutrofici di versanti mediamente acclivi. In prevalenza con esposizioni calde.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

SERIE CLIMATOFILA DELLA SUGHERA E DEL FARNETTO Querceto frainetto-suberis sigmetum

(Decima-Malafede, Insugherata, Laurentino-Acqua Acetosa, Tenuta dell’Acquafredda, Tenuta dei Massimi, Valle dei Casali)Piano termomediterraneo e mesomediterraneoPrevalentemente acidofila, su suoli profondi con eluviazione di argilla

SERIE CLIMATOFILA ED EDAFOIGROFILA DEL CERRO E DEL FARNETTO Echinopo-Querceto frainetto sigmetum

(Decima-Malafede, Insugherata, Laurentino-Acqua Acetosa, M.Mario, Tenuta dell’Acquafredda, Tenuta dei Massimi, Valle dei Casali)Piano da termomediterraneo a collinare superioreAcidofila, su suoli profondi con illuviazione di argilla

SERIE EDAFOXEROFILA DEL CERRO E DELLA ROVERELLA Carpino orientalis-Querceto cerris varietas quercetosa pubescentis sigmetum

(Marcigliana, Valle dell’Aniene)Piano da mesomediterraneo a collinare superioreNeutrofila o debolmente acidofila, su suoli sottili di alto morfologico

SERIE CLIMATOFILA DEL CERRO E DEL CARPINO ORIENTALE Carpino orientalis-Querceto cerris sigmetum

(Marcigliana)Piano da mesomediterraneo a collinare superioreNeutrofila o debolmente acidofila, su suoli profondi

SERIE DEL CERRO E DEL CARPINO BIANCO Aquifolio-Fageto sylvaticae carpinetosum betuli sigmetum

(Insugherata)Piano mesomediterraneo ma in condizioni di extrazonalità legate a masse d’aria umida e buona disponibilità idrica nel terreno (In condizioni zonali: Piano collinare superiore-montano inferiore)Acidofila, su suoli profondi con illuviazione di argilla

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

GEOSERIE DEI FONDOVALLE ALLUVIONALIQuerco roboris-Ulmeto minoris/Saliceto albae geosigmetum

(Decima-Malafede, Insugherata, Laurentino-Acqua Acetosa, Marcigliana, M.Mario, Tenuta dell’Acquafredda, Tenuta dei Massimi, Valle dei Casali, Valle dell’Aniene) Regione Mediterranea e Temperata, con carattere di azonalitàPrevalentemente su alluvioniGEOSERIE DELLE PISCINEJuncion maritimi / Agropyro-Rumicion / Nanocyperion

(Decima-Malafede)Regione Mediterranea, con carattere di azonalitàDuna antica

7.2 SCHEMI DELLE SERIE DI VEGETAZIONE PRESENTI NELLE DIVERSE AREE PROTETTE

SERIE DEL LECCIO

DECIMA MALAFEDE

Boscaglie a Quercus ilex

Comunità erbacee terofitiche

Orno-Quercetum ilicis

Trachynion distachyae

LAURENTINO ACQUA ACETOSA

Boscaglie a Quercus ilex

Lembi di vegetazione arborea a Celtis australis e Laurus nobilis

Comunità alto-arbustive a Ulmus minorArbusteti a Rubus ulmifolius e a Spartium junceum

Praterie nitrofile

Pratelli terofitici

Orno-Quercetum ilicis

Orno-Quercetum ilicis facies a Celtis australis

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae; aggr. a Rubus ulmifolius; aggr. a Spartium junceum)

Echio-Galactition

Trachynion distachyiae

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

MONTE MARIO Boschi a Quercus ilex con Quercus suber

Boscaglie a Laurus nobilis

Vegetazione arborea di sostituzione a Robinia pseudoacacia o Gleditsia triacanthos

Comunità alto-arbustive a Ulmus minor

Arbusteti sempreverdi

Arbusteti a Spartium junceum

Mantelli a Cytisus villosus

Premantelli ed arbusteti bassi a Cistus salvifolius

Canneti ad Arundo pliniana

Prati-pascoli

Pratelli terofitici

Orno-Quercetum ilicis suberetosum

Orno-Quercetum ilicis suberetosum facies a Laurus nobilis

In prevalenza: aggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae)

Pistacio lentisci-Rhamnetum alaterni

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Spartium junceum)

Cytiso villosi-Ericetum arboreae

Lavanduletalia stoechidis (cfr)(aggr. a Cistus salvifolius)

Arundinetum plinianae

Brachypodion phoenicoidisHyparrhenion hirtae

Trachynion distachyiae

VALLE DEI CASALI

Boschi a Quercus ilex (attualmente non presenti)

Lembi di vegetazione arborea a Celtis australis e Laurus nobilis

Comunità alto-arbustive a Ulmus minor Arbusteti a Rubus ulmifolius

Prati-pascoli

Praterie nitrofile

Comunità erbacee terofitiche a Trifolium scabrum

Orno-Quercetum ilicis

Orno-Quercetum ilicis facies a Celtis australis

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae; aggr. a Rubus ulmifolius)

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)

Hordeion leporini

Trachynion distachyae

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

SERIE DELLA SUGHERA E DELLA ROVERELLA

DECIMA MALAFEDE

Boscaglie a Quercus suber con Q. pubescens

Comunità arbustive a Spartium junceum, Ulmus minor e/o Rubus ulmifolius

Mantelli a Prunus spinosa

Felceti a Pteridium aquilinum

Comunità erbacee degli incolti

Pratelli terofitici su suoli poco evoluti

Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis variante a Quercus suber

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Spartium junceum; Ulmo-Sambucetum nigrae; aggr. a Rubus ulmifolius)

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Prunus spinosa)

Allion triquetri(aggr. a Pteridium aquilinum)

Echio-Galactition(in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosae)Hordeion leporini

Trifolio scabri-Hypochoeridetum achyrophori

INSUGHERATA Boschi a Quercus suber con Q. pubescens

Boscaglie monospecifiche a Quercus suber

Comunità alto-arbustive ad Ulmus minor o Robinia pseudoacacia

Arbusteti a Rubus ulmifolius

Canneti ad Arundo pliniana

Prati-pascoli

Comunità ad Imperata cylindrica

Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis variante a Quercus suber

Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis variante a Quercus suber

Pruno-Rubion ulmifolii

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae; aggr. a Rubus ulmifolius; aggr. a Robinia pseudoacacia)

Arundinetum plinianae

Brachypodion phoenicoidis

Helianthemion (cfr)

LAURENTINO ACQUA ACETOSA

Boscaglie a Quercus pubescens

Comunità alto-arbustive ad Ulmus minor o Robinia pseudoacacia

Arbusteti a Rubus ulmifolius

Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis variante a Quercus suber

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae)Aggr. a Robinia pseudoacacia)

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza:aggr. a Rubus ulmifolius)

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Canneti ad Arundo pliniana

Felceti a Pteridium aquilinum

Comunità erbacee degli incolti

Pratelli terofitici su suoli poco evoluti

Arundinetum plinianae

Allion triquetri(aggr. a Pteridium aquilinum)

Echio-Galactition(in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosae)Hordeion leporini

Trifolio scabri-Hypochoeridetum achyrophori

MONTE MARIO Boschi a Quercus pubescens con Quercus suber (attualmente non presenti)

Vegetazione arborea di sostituzione a Robinia pseudoacacia

Comunità alto-arbustive ad Ulmus minor

Arbusteti a Spartium junceum

Mantelli a Cytisus villosus

Premantelli ed arbusteti bassi a Cistus salvifolius

Prati-pascoli

Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis variante a Quercus suber

Aggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae)

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Spartium junceum)

Cytiso villosi-Ericetum arboreae

Lavanduletalia stoechidis (cfr)(aggr. a Cistus salvifolius)

Brachypodion phoenicoidis

TENUTA DELL’ACQUAFREDDA

Boscaglie a Quercus suber con Quercus pubescens

Comunità alto-arbustive a Ulmus minor o Robinia pseudoacacia

Felceti a Pteridium aquilinum

Prati-pascoli

Praterie nitrofile

Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis variante a Quercus suber

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae)Aggr. a Robinia pseudoacacia

Allion triquetri (aggr. a Pteridium aquilinum)

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)

Hordeion leporini

TENUTA DEI MASSIMI

Boscaglie a Quercus suber con Quercus pubescens

Vegetazione arborea di sostituzione a Robinia pseudoacacia

Comunità arbustive a Ulmus minor e/o Rubus ulmifolius

Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis variante a Quercus suber

Aggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae;

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Premantelli ed arbusteti bassi a Cistus salvifolius

Canneti ad Arundo pliniana

Felceti a Pteridium aquilinum

Prati-pascoli

Praterie nitrofile

aggr. a Rubus ulmifolius)

Lavanduletalia stoechidis (cfr)(aggr. a Cistus salvifolius)

Arundinetum plinianae

Allion triquetri (aggr. a Pteridium aquilinum)

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)

Hordeion leporini

VALLE DEI CASALI

Boscaglie a Quercus suber con Quercus pubescens (di estensione non cartografabile)

Vegetazione arborea di sostituzione a Robinia pseudoacacia

Comunità alto-arbustive a Ulmus minor eArbusteti a Rubus ulmifolius

Premantelli ed arbusteti bassi a Cistus salvifolius

Canneti ad Arundo pliniana

Felceti a Pteridium aquilinum

Prati-pascoli

Praterie nitrofile

Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis variante a Quercus suber

Aggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae; aggr. a Rubus ulmifolius;)

Lavanduletalia stoechidis (cfr)(aggr. a Cistus salvifolius)

Arundinetum plinianae

Allion triquetri(aggr. a Pteridium aquilinum)

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)

Hordeion leporini

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

SERIE DELLA SUGHERA E DEL FARNETTO

DECIMA MALAFEDE

Boschi a Quercus suber e querce caducifoglie

Sugherete monospecifiche

Comunità alto-arbustive ad Ulmus minor o Robinia pseudoacacia

Macchia alta di sostituzione

Mantelli a Cytisus villosus

Mantelli a Spartium junceum

Premantelli ed arbusteti bassi a Cistus salvifolius

Comunità erbacee degli incolti

Pratelli terofitici

Quercetum frainetto-suberis

Quercetum frainetto-suberis facies a Quercus suber

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae)Aggr. a Robinia pseudoacacia

Phillyreo-Arbutetum

Cytiso villosi-Ericetum arboreae

Pruno-Rubion ulmifolii(aggr. a Spartium junceum)

Lavanduletalia stoechidis (cfr)(aggr. a Cistus salvifolius)

Echio-GalactitionHordeion leporiniInulo-Agropyrion

Moenchio-Tuberarietum guttatae

INSUGHERATA Boschi a Quercus suber con Q. frainetto

Comunità alto-arbustive ad Ulmus minor

Arbusteti a Spartium junceum e/o Cytisus scoparius

Mantelli a Cytisus villosus

Premantelli a Cistus salvifolius

Prati-pascoli

Quercetum frainetto-suberis

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae)

Pruno-Rubion(in prevalenza: aggr. a Spartium junceum)

Cytiso villosi-Ericetum arboreae

Lavanduletalia stoechidis (cfr)(aggr. a Cistus salvifolius)

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)Brachypodion phoenicoidis

LAURENTINO ACQUA ACETOSA

Boschi a Quercus suber con querce caducifoglie (attualmente non presenti)

Comunità alto-arbustive ad Ulmus minor o Robinia pseudoacacia

Prati-pascoli

Quercetum frainetto-suberis

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae)Aggr. a Robinia pseudoacacia

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)Brachypodion phoenicoidis

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

TENUTA DELL’ACQUAFREDDA

Boschi a Quercus suber con querce caducifoglie (attualmente non presenti)

Sugherete monospecifiche

Comunità alto-arbustive ad Ulmus minor o Robinia pseudoacacia

Mantelli ed arbusteti a Cytisus villosus

Arbusteti a Spartium junceum

Premantelli ed arbusteti bassi a Cistus salvifolius e Rosa gallica

Prati-pascoli

Praterie nitrofile

Quercetum frainetto-suberis

Quercetum frainetto-suberis facies a Quercus suber

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae)Aggr. a Robinia pseudoacacia

Cytiso villosi-Ericetum arboreae

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: aggr, a Spartium junceum)

Lavanduletalia stoechidis cfr(aggr. a Cistus salvifolius)

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)Brachypodion phoenicoidis

Hordeion leporini

TENUTA DEI MASSIMI

Boschi a Quercus suber con querce caducifoglie

Sugherete monospecifiche

Comunità alto-arbustive ad Ulmus minor o Robinia pseudoacacia

Mantelli ed arbusteti a Cytisus villosus e Phillyrea latifolia

Arbusteti a Spartium junceum

Premantelli ed arbusteti bassi a Cistus salvifolius

Prati-pascoli

Praterie nitrofile

Pratelli terofitici a Aegylops geniculata e Scorpiurus muricatus

Quercetum frainetto-suberis

Quercetum frainetto-suberis facies a Quercus suber

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae)Aggr. a Robinia pseudoacacia

Cytiso villosi-Ericetum arboreae

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: aggr. a Spartium junceum)

Lavanduletalia stoechidis (cfr)(aggr. a Cistus salvifolius)

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)Brachypodion phoenicoidis

Hordeion leporini

Heliantemion guttati

VALLE DEI CASALI

Boschi a Quercus suber con querce caducifoglie (attualmente non presenti)

Sugherete monospecifiche

Quercetum frainetto-suberis

Quercetum frainetto-suberis facies a Quercus suber

263

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Comunità alto-arbustive ad Ulmus minor o Robinia pseudoacacia

Arbusteti a Spartium junceum

Premantelli ed arbusteti bassi a Cistus salvifolius

Prati-pascoli

Praterie nitrofile

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae)Aggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Spartium junceum)

Lavanduletalia stoechidis (cfr)(aggr. a Cistus salvifolius)

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)Brachypodion phoenicoidis

Hordeion leporini

264

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

SERIE DEL CERRO E DEL FARNETTO

DECIMA MALAFEDE

Boschi a Quercus cerris con Q. frainetto

Boscaglie a Carpinus orientalis

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

Mantelli ed arbusteti ad Ulmus minor, Rubus ulmifolius, Prunus spinosa

Arbusteti a prevalenza di sempreverdi

Prati-pascoli

Comunità erbacee degli incolti

Echinopo siculi-Quercetum frainetto (cfr)

Ostryo-Carpinion (cfr)(aggr. a Carpinus orientalis)

Echinopo siculi-Quercetum frainetto facies ad Ulmus minorAggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae; aggr. a Rubus ulmifolius)

Ericion arboreae

Brachypodion phoenicoidisEchio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)

Hordeion leporiniInulo-Agropyrion

INSUGHERATA Boschi a Quercus cerris con Q. frainetto

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor

Mantelli ed arbusteti a Rubus ulmifolius, Ulmus minor, Paliurus spina-christi

Comunità erbacee degli incolti

Echinopo siculi-Quercetum frainetto (cfr)

Echinopo siculi-Quercetum frainetto facies ad Ulmus minor

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius; Ulmo-Sambucetum nigrae)

Echio-GalactitionHordeion leporini

LAURENTINO ACQUA ACETOSA

Boschi a Quercus cerris con Q. frainetto (attualmente non presenti)

Vegetazione arborea di sostituzione a Robinia pseudoacacia

Mantelli ed arbusteti a Rubus ulmifolius, Ulmus minor

Comunità erbacee degli incolti

Echinopo siculi-Quercetum frainetto (cfr)

Aggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius; Ulmo-Sambucetum nigrae)

Hordeion leporiniInulo-Agropyrion

MONTE MARIO Boschi a Quercus cerris con Q. frainetto

Vegetazione arborea di sostituzione a Robinia pseudoacacia e/o Ulmus minor

Echinopo siculi-Quercetum frainetto (cfr)

Aggr. a Robinia pseudoacaciaEchinopo siculi-Quercetum frainetto facies ad Ulmus minor

265

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Mantelli ed arbusteti a Rubus ulmifolius e/o Ulmus minor

Mantelli a Paliurus spina-christi

Felceti a Pteridium aquilinum

Praterie nitrofile

Comunità erbacee semiruderali

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius; Ulmo-Sambucetum nigrae)

Pruno-Rubion ulmifolii(aggr. a Paliurus spina-christi)

Allion triquetri(aggr. a Pteridium aquilinum)

Echio-Galactition Hordeion leporini

Inulo-Agropyrion

TENUTA DELL’ACQUAFREDDA

Boschi a Quercus cerris con Q. frainetto (attualmente non presenti)

Veg. arborea di sostituzione a Robinia pseudoacacia

Mantelli ed arbusteti ad Ulmus minor e/o Rubus ulmifolius

Canneti ad Arundo donax

Prati-pascoli

Praterie nitrofile

Comunità erbacee semiruderali

Echinopo siculi-Quercetum frainetto (cfr)

Aggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae; aggr. a Rubus ulmifolius)

Arundini-Convolvuletum sepium

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)Brachypodion phoenicoidis

Hordeion leporini

Inulo-Agropyrion

TENUTA DEI MASSIMI

Boschi a Quercus cerris con Q. frainetto

Veg. arborea di sostituzione ad Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

Mantelli ed arbusteti ad Ulmus minor e/o Rubus ulmifolius

Prati-pascoli

Praterie nitrofile

Comunità erbacee semiruderali

Echinopo siculi-Quercetum frainetto (cfr)

Echinopo siculi-Quercetum frainetto facies ad Ulmus minorAggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae; aggr. a Rubus ulmifolius)

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)Brachypodion phoenicoidis

Hordeion leporini

Inulo-Agropyrion

VALLE DEI CASALI

Boschi a Quercus cerris con Q. frainetto (attualmente non presenti)

Veg. arborea di sostituzione a Robinia

Echinopo siculi-Quercetum frainetto (cfr)

Aggr. a Robinia pseudoacacia

266

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

pseudoacacia

Mantelli ed arbusteti a Rubus ulmifolius e/o Ulmus minor

Prati-pascoli

Praterie nitrofile

Comunità erbacee semiruderali

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius; Ulmo-Sambucetum nigrae)

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)Brachypodion phoenicoidis

Hordeion leporini

Inulo-Agropyrion

267

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

SERIE DELLA ROVERELLA E DEL CERRO

MARCIGLIANA Boschi a Quercus cerris e Q. pubescens (in lembi)

Vegetazione arborea di sotituzione ad Ulmus minor

Vegetazione arborea di sostituzione a Robinia pseudoacacia

Arbusteti a Spartium junceum

Prati-pascoli

Comunità erbacee degli incolti

Carpino orientalis-Quercetum cerris variante a Quercus pubescens

Carpino orientalis-Quercetum cerris facies ad Ulmus minor

Aggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii(aggr. a Spartium junceum)

Brachypodion phoenicoidis

Echio-Galactition tomentosaeHordeion leporini

VALLE DELL’ANIENE

Boschi a Quercus cerris e Q. pubescens (attualmente non presenti)

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor

Vegetazione arborea di sostituzione a Robinia pseudoacacia

Arbusteti a Spartium junceum

Prati-pascoli

Comunità erbacee degli incolti

Carpino orientalis-Quercetum cerris variante a Quercus pubescens

Carpino orientalis-Quercetum cerris facies ad Ulmus minor

Aggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii(aggr. a Spartium junceum)

Echio-Galactition (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosae)

Hordeion leporiniInulo-Agropyrion

268

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

SERIE DEL CERRO E DEL CARPINO ORIENTALE

MARCIGLIANA Boschi a Quercus cerris con Acer campestre e Carpinus orientalis

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor

Vegetazione arborea di sostituzione a Robinia pseudoacacia

Arbusteti ad Ulmus minor, Rubus ulmifolius o Spartium junceum

Mantelli a Prunus spinosa e Rosa canina

Prati-pascoli

Comunità erbacee degli incolti

Comunità erbacee semiruderali

Carpino orientalis-Quercetum cerris

Carpino orientalis-Quercetum cerris facies ad Ulmus minor

Aggr. a Robinia pseudoacacia

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: Ulmo-Sambucetum ebuli; aggr. a Rubus ulmifolius; aggr. a Spartium junceum)

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza aggr. a Prunus spinosa)

Brachypodion phoenicoidis

Echio-Galactition tomentosae (in prevalenza: Vulpio-Dasypyretum villosi)Hordeion leporini

Inulo viscosae-Agropyrion repentis

269

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

SERIE DEL CERRO E DEL CARPINO BIANCO

INSUGHERATA Boschi a Quercus cerris con Carpinus betulus e Castanea sativa

Boscaglie a Corylus avellana

Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius e/o Ulmus minor

Orli nitrofili

Aquifolio-Fagetum sylvaticae carpinetosum betuli

Aquifolio-Fagetum sylvaticae carpinetosum betuli facies a Corylus avellana

Pruno–Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius; Ulmo-Sambucetum nigrae)

Polygono-Chenopodietalia

270

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

GEOSERIE DEI FONDOVALLE ALLUVIONALI

DECIMA MALAFEDE

Boschi a Quercus robur ed Ulmus minor

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

Boschi a Carpinus betulus e Corylus avellana

Boschi ripariali a pioppi e salici

Comunità arbustive ad Ulmus minor e/o Rubus ulmifolius

Comunità alto-erbacee

Comunità erbacee semiruderali

Orli nitrofili

Querco roboris-Ulmetum minoris

Alno-Ulmion

Lauro-Carpinetum betuli

Populion albaeSalicetum albae

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae; aggr. a Rubus ulmifolius)

Arundini-Convolvuletum sepiumPhragmition communisUrtico-Sambucetum ebuli Typhetum latifoliaeBidentetalia tripartitae

Inulo-Agropyrion

Polygono-Chenopodietalia

INSUGHERATA Boschi a Quercus robur

Vegetazione arborea ripariale

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor

Arbusteti a Rubus ulmifolius

Comunità alto-erbacee

Comunità erbacee semiruderali

Comunità erbacee ad Agrostis stolonifera

Querco roboris-Ulmetum minoris

Populion albaeSalicetum albae

Alno-Ulmion

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius)

Arundini-Convolvuletum sepiumPhragmitetum communisTyphetum latifoliae

Inulo–Agropyrion

Agropyro-Rumicion

LAURENTINO ACQUA ACETOSA

Boschi a Quercus robur (attualmente non presenti)

Lembi di boschi ripariali

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

Comunità arbustive ad Ulmus minor e/o Rubus ulmifolius

Querco roboris-Ulmetum minoris

Salicetum albaePopulion albae

Alno-Ulmion

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: Ulmo-Sambucetum nigrae; aggr. a Rubus ulmifolius)

271

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Comunità alto-erbacee

Comunità erbacee semiruderali

Arundini-Convolvuletum sepiumPhragmition communisTyphetum latifoliaeUrtico-Sambucetum ebuliBidentetalia tripartitae

Inulo–Agropyrion

MARCIGLIANA Boschi a Quercus robur ed Ulmus minor

Lembi di boschi ripariali

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

Comunità arbustive a Rubus ulmifolius o Sambucus nigra

Comunità alto-erbacee

Comunità erbacee semiruderali

Comunità erbacee ad Agrostis stolonifera

Querco roboris-Ulmetum minoris

Salicetum albaePopulion albae

Alno-Ulmion

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius; Humulo lupuli-Sambucetum nigrae)

Phragmitetum communisTyphetum latifoliaeArundini-Convolvuletum sepiumUrtico dioicae-Sambucetum ebuliBidentetalia tripartitae

Inulo-Agropyrion

Agropyro-Rumicion

MONTE MARIO Boschi a Quercus robur ed Ulmus minor (attualmente non presenti)

Lembi di boschi ripariali

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

Comunità arbustive a Rubus ulmifolius

Comunità alto-erbacee

Comunità erbacee semiruderali

Comunità erbacee ad Agrostis stolonifera

Querco roboris-Ulmetum minoris

Populion albae

Alno-Ulmion

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius)

Arundini-Convolvuletum sepiumUrtico dioicae-Sambucetum ebuli

Inulo-Agropyrion

Agropyro-Rumicion

TENUTA DELL’ACQUAFREDDA

Boschi a Quercus robur e Quercus cerris (attualmente non presenti)

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor o Robinia pseudoacacia

Lembi di boschi ripariali

Querco roboris-Ulmetum minoris

Alno-Ulmion

Populion albae

272

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Comunità arbustive a Rubus ulmifolius

Comunità alto-erbacee

Comunità erbacee semiruderali

Comunità erbacee ad Agrostis stolonifera

Salicetum albae

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius)

Arundini-Convolvuletum sepiumPhragmitetum communis Typhetum latifoliaeUrtico-Sambucetum ebuliBidentetalia tripartitae

Inulo-Agropyrion

Agropyro-Rumicion

TENUTA DEI MASSIMI

Boschi a Quercus robur e Quercus cerris (attualmente non presenti)

Boschi ripariali

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

Comunità arbustive a Rubus ulmifolius

Comunità alto-erbacee

Comunità erbacee semiruderali

Comunità erbacee ad Agrostis stolonifera

Querco roboris-Ulmetum minoris

Populion albaeSalicetum albae

Alno-Ulmion

Pruno-Rubion ulmifolii (in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius)

Arundini-Convolvuletum sepiumPhragmitetum communisUrtico-Sambucetum ebuliBidentetalia tripartitae

Inulo-Agropyrion

Agropyro-Rumicion

VALLE DELL’ANIENE

Boschi a Quercus robur ed Ulmus minor (attualmente non presenti)

Boschi ripariali

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

Comunità arbustive a Rubus ulmifolius o Sambucus nigra

Comunità alto-erbacee

Comunità erbacee semiruderali

Querco roboris-Ulmetum minoris

Salicetum albaePopulion albae

Alno-Ulmion

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius; Humulo lupuli-Sambucetum nigrae)

Phragmitetum communisTyphetum latifoliaeArundini-Convolvuletum sepiumUrtico dioicae-Sambucetum ebuliBidentetalia tripartitae

Inulo-Agropyrion

273

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Comunità erbacee ad Agrostis stolonifera Agropyro-Rumicion

VALLE DEI CASALI

Boschi a Quercus robur ed Ulmus minor(attualmente non presenti)

Lembi di boschi ripariali

Vegetazione arborea di sostituzione ad Ulmus minor e/o Robinia pseudoacacia

Comunità arbustive a Rubus ulmifolius

Comunità alto-erbacee

Comunità erbacee semiruderali

Comunità erbacee ad Agrostis stolonifera

Querco roboris-Ulmetum minoris

Populion albaeSalicetum albae

Alno-Ulmion

Pruno-Rubion ulmifolii(in prevalenza: aggr. a Rubus ulmifolius)

Arundini-Convolvuletum sepiumPhragmitetum communis

Inulo-Agropyrion

Agropyro-Rumicion

274

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

GEOSERIE DELLE PISCINE

DECIMA MALAFEDE

Giuncheti

Praterie igrofile

Prati terofitici igrofili

Juncion maritimi

Agropyro-Rumicion

Nanocyperion

275

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

8. LE UNITA’ DI PAESAGGIO

(MACROGEOESIGMETI)

276

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

8.1 COMMENTO ALLA CARTA DELLE UNITÀ DI PAESAGGIO

Secondo i principi dell’Ecologia del Paesaggio e della Geografia degli Ecosistemi è possibile

suddividere gerarchicamente un territorio in Regioni, Sistemi, Sottosistemi ed Unità ambientali. Le

Regioni di paesaggio vengono definite sulla base delle Regioni climatiche, i Sistemi di paesaggio

sulla base delle dell’insieme di litologie che caratterizzano le principali morfologie, i Sottosistemi

sono correlati ai tipi fitoclimatici (unità fitoclimatiche) e alle litologie in senso stretto, le Unità

ambientali riuniscono aree con le stesse caratteristiche edafiche e con stessa vegetazione naturale

potenziale e corrispondono, nella sostanza, alle serie di vegetazione.

Rispetto a questo modello gerarchico le Unità di Paesaggio vengono introdotte come categoria

trasversale ed intimamente correlata alla scala di osservazione e rappresentazione.

Le Unità di paesaggio rappresentano l’elemento che meglio supporta le esigenze di pianificazione territoriale in quanto, pur mantenendo le informazioni sull’uso del suolo e sulla potenzialità della vegetazione, permette di discretizzare, con rigore scientifico, ambiti correlati per funzionalità e vocazione d’uso.

Lo studio della vegetazione è integrabile con lo studio del paesaggio grazie alle discipline della

sin- e geo-sinfitosociologia (GEHU, RIVAS-MARTINEZ, 1981); la prima consente di analizzare ed

interpretare i contatti dinamici tra le diverse tipologie mentre la seconda ne interpreta i contatti

topografici, anche detti catenali. Tramite l’approccio sin-fitosociologico si arriva a descrivere il

sigmeto (o serie di vegetazione) come l’insieme di comunità vegetali dinamicamente collegate, che

insistono su una porzione di territorio omogenea (“tessera”). Dall’interpretazione dei contatti

spaziali tra le diverse serie di vegetazione, secondo i principi della geo-sinfitosociologia, si riesce

quindi a ricostruire i geosigmeti (o geoserie di vegetazione) come insieme di sigmeti rilevabili in

uno stesso ambito geomorfologico e legati ad una “catena” di suoli.

Le porzioni di territorio rappresentate come Unità di paesaggio nelle cartografie prodotte sono,

nella sostanza, dei macrogeosigmeti, ossia aggregazioni di geosigmeti in ambiti territoriali

circoscritti. Per questa ragione, negli schemi del paragrafo successivo vengono riportate le serie di

vegetazione come elementi costituenti delle Unità di paesaggio.

Le Unità di paesaggio individuano ambiti territoriali caratterizzati da eterogeneità attuale e

potenziale e da correlazioni funzionali. Per questo motivo la loro individualità è difficilmente

astraibile dal contesto in cui vengono individuate ed è strettamente dipendente dalla scala di

osservazione e rappresentazione. Non è pensabile, ad esempio, che uno studio relativo all’intero

territorio del Comune di Roma possa portare a delimitare delle Unità di paesaggio coincidenti con

quelle individuate per le singole aree protette. Ci aspetteremmo invece delle Unità più comprensive,

nelle quali gli ambiti da noi individuati potrebbero costituire, nella maggior parte dei casi, delle

sottounità.

277

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Nella definizione degli ambiti territoriali di pertinenza delle diverse Unità di paesaggio ci ha

guidati prevalentemente la geomorfologia ed in particolare la possibilità di suddividere il territorio in

bacini idrografici e loro porzioni. In un territorio dolcemente ondulato, come quello romano, l’acqua

gioca infatti un ruolo fondamentale: consente di individuare ambiti omogenei su base

geomorfologica e funzionale e, allo stesso tempo, esalta la loro variabilità incidendo il substrato e

facendo affiorare diverse litologie.

Le Unità di paesaggio individuate a livello di sottobacino sono basate su criteri geomorfologici e

litologici (Riserva Naturale Valle dell’Aniene, Riserva Naturale dell’Insugherata, ecc.). Per la

Riserva Naturale di Monte Mario, data la sua particolare connotazione geomorfologica, non è stato

possibile individuare veri e propri bacini idrografici quindi, pur mantenendo l’attenzione alla

dinamica delle acque, nella denominazione delle Unità di paesaggio si è fatto riferimento ai rilievi.

Solo nella Riserva Naturale di Decima-Malafede è stata individuata una Unità di paesaggio del

tutto indipendente dal bacino idrografico, l’Unità della Duna antica. In questo caso, oltre a

considerazioni di carattere geomorfologico e litologico è stata però determinante la discontinuità con

il resto del territorio a livello fitoclimatico.

8.2 SCHEMI DELLE UNITÀ DI PAESAGGIO INDIVIDUATE NELLE AREE PROTETTE DEL COMUNE DI ROMA

DECIMA MALAFEDE

UP 1 UP 2 UP 3 UP 4

UNITA’ DI PAESAGGIO

Duna antica

Bacino del Fosso di Trigoria

Bacino del Fosso di Malafede (sottoba cini di Fosso dello Schizza nello e di Fosso della Perna)

Basso bacino del Fosso di Malafede

REGIONE Mediterranea + + + +UNITA’ FITOCLIMATICA

Mesomediterranea subumida - termomediterranea secca +

Mesomediterranea subumida - termomediterranea subumida + + +

LITOLOGIA A: alluvioni + + + +S: duna antica + +TVS: tufi massiviTL: tufi litoidi

+ + +

278

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

LA: lave compatteP: piroclastiti scoriaceo-cineriticheTP: tufi cineritici

+ + + +

SP: limi, sabbie e argille intercalati + + + +

SERIE DI VEGETAZIONE PREVALENTI (+) ed altre serie di vegetazione (-)

Serie del leccio (substrati lavici; versanti acclivi su tufi litoidi e piroclastiti)

- -

Serie della sughera e della roverella (versanti acclivi su tufi)

- - -

Serie della sughera e del farnetto (duna antica; pianori sommitali su depositi vulcanici)

+ + + +

Serie del cerro e del farnetto (duna antica; versanti su depositi limoso-sabbioso-argillosi o vulcanici; fondovalle alluvionali e fondovalle secondari su substrati vulcanici)

+ + - +

Geoserie delle piscine -Serie della farnia e geoserie ripariale (fondovalle alluvionali)

- - + +

USI DEL SUOLO PREVALENTI

Edificato ubano +

Aree agricole in rotazione + + + +Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie

+ +

Boschi di cerro e farnetto + +Arbusteti a Spartium junceum e/o Rubus ulmifolius, Ulmus minor, Prunus spinosa, Arundo pliniana

+

Macchia mediterranea di sostituzione +

279

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

INSUGHERATA UP 1 UP 2 UP 3UNITA’ DI PAESAGGIO

Alto bacino del Fosso di Acquatraversa

Medio bacino del Fosso di Aquatraversa (sottobacini del Fosso di Monte Arsiccio e Fosso dell’Insugherata)

Medio bacino del Fosso di Aquatraversa (sottobacino del Fosso della Rimessola)

REGIONE Mediterranea + + +UNITA’ FITOCLIMATICA

Mesomediterranea subumida - termomediterranea subumida + + +

LITOLOGIA A: alluvioni + +TSLS: tufi stratificatiTSVS: piroclastiti varie + + +

PI-Q: argille e marne marine + + +QSL: ghiaie, sabbie e argille più o meno ricoperte da materiali vulcanici

+ + +

SERIE DI VEGETAZIONE PREVALENTI (+) ed altre serie di vegetazione (-)

Serie della sughera e della roverella (versanti acclivi su depositi sabbioso-ghiaioso con coperture vulcaniche, su depositi argilloso-marnosi o su depositi vulcanici)

- - -

Serie della sughera e del farnetto (pianori sommitali o lembi di terrazzi fluviali su depositi vulcanici, su depositi sabbioso-ghiaioso con coperture vulcaniche o su depositi argilloso-marnosi)

+ + +

Serie del cerro e del farnetto (versanti e lembi di terrazzi fluviali su depositi sabbioso-ghiaiosi o argilloso-marnosi; fondovalle secondari)

+ +

Serie del cerro e del carpino bianco(versanti su depositi argilloso-marnosi o sabbioso-ghiaioso con coperture vulcaniche)

- -

Serie della farnia e geoserie ripariale

- + +

280

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

(fondovalle alluvionali e fondovalle secondari su depositi argilloso-marnosi)

USI DEL SUOLO PREVALENTI

Aree agricole in rotazione + +

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie +

Boschi di sughera con farnetto +Boschi di cerro e farnetto +Boschi di carpino bianco e castagno +

Vegetazione arborea di sostituzione ad olmo e/o robinia

+

Vegetazione arborea igrofila +Arbusteti a Spartium junceum e/o Rubus ulmifolius, Ulmus minor, Prunus spinosa, Arundo pliniana

+ +

281

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

LAURENTINO ACQUA ACETOSA

UP 1 UP 2

UNITA’ DI PAESAGGIO

Bacino del Fosso di Vallerano

Bacino del Fosso di Acquacetosa

REGIONE Mediterranea + +UNITA’ FITOCLIMATICA

Mesomediterranea subumida - termomediterranea subumida + +

LITOLOGIA A: alluvioni + +TVS: tufi massiviTL: tufi litoidiLA: lave compatte

+ +

P: piroclastiti scoriaceo-cineriticheTP: tufi cineritici

+ +

SERIE DI VEGETAZIONE PREVALENTI (+) ed altre serie di vegetazione (-)

Serie del leccio (versanti acclivi su tufi litoidi)

-

Serie della sughera e della roverella (versanti piroclastici acclivi)

- -

Serie della sughera e del farnetto (pianori sommitali vulcanici)

+ -

Serie del cerro e del farnetto (versanti e fondovalle secondari su depositi piroclastici)

-

Serie della farnia e geoserie ripariale (fondovalle alluvionali, terrazzi fluviali e fondovalle secondari su depositi piroclastici)

+ +

USI DEL SUOLO PREVALENTI

Edificato ubano +

Aree urbane verdi +Aree agricole in rotazione + +Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie +

282

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

MARCIGLIANA UP 1 UP 2 UP 3UNITA’ DI PAESAGGIO

Bacino del Fosso della Regina

Bacino del Fosso di Sette Bagni

Bacino del Fosso della Cesarina

REGIONE Mediterranea + + +UNITA’ FITOCLIMATICA

Mesomediterranea subumida - termomediterranea subumida + +

Mesomediterranea subumida +

LITOLOGIA A: alluvioni + + +TRSN: tufo da litoide ad incoerente + +

PV: pozzolaneTSLS: tufi stratificatiTSVS: piroclastiti varie

+ + +

PI-Q: argille e marne marine + + +QL: conglomerati e sabbie fluvio-lacustri +

SERIE DI VEGETAZIONE PREVALENTI (+) ed altre serie di vegetazione (-)

Serie del cerro e della roverella (pianori sommitali su depositi vulcanici)

+ -

Serie del cerro e del carpino orientale(aree sommitali e versanti su depositi vulcanici, argillosi e sabbioso-conglomeratici; terrazzi fluviali e fondovalle secondari)

+ + +

Serie della farnia e geoserie ripariale (fondovalle alluvionali; terrazzi fluviali)

- + -

USI DEL SUOLO PREVALENTI

Aree agricole in rotazione + + +

Boschi di cerro con acero campestre +

283

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

MONTE MARIO UP 1 UP 2UNITA’ DI PAESAGGIO

Monti della Farnesina e Tre Colli

Monte Mario

REGIONE Mediterranea + +UNITA’ FITOCLIMATICA

Mesomediterranea subumida - termomediterranea subumida + +

LITOLOGIA A: alluvioni + +TSVS: piroclastiti varie + +PI-Q: argille e marne marine ricoperte da conglomerati alla base e da argille verso l’alto

+ +

SERIE DI VEGETAZIONE PREVALENTI (+) ed altre serie di vegetazione (-)

Serie del leccio e della sughera (versanti argillosi-marnosi-conglomeratici)

+ +

Serie della sughera e della roverella (pianori sommitali su depositi argillosi-marnosi-conglomeratici o vulcanici)

+ -

Serie del cerro e del farnetto (versanti argilloso-marnosi) - -

Serie della farnia e geoserie ripariale (fondovalle alluvionali; fondovalle secondari su depositi argilloso-marnosi)

+ -

USI DEL SUOLO PREVALENTI

Boschi di leccio +

Vegetazione arborea di sostituzione ad olmo e/o robinia

+ +

Impianti artificiali di conifere + +

284

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

TENUTA dell’ACQUAFREDDA

UP 1 UP 2 UP 3

UNITA’ DI PAESAGGIO

Medio bacino del Fosso di Monte Spaccato

Basso bacino del Fosso di Monte Spaccato

Bacino del Fosso di Acquafredda

REGIONE Mediterranea + + +UNITA’ FITOCLIMATICA

Mesomediterranea subumida - termomediterranea subumida + + +

LITOLOGIA A: alluvioni +TSVS: piroclastiti varie + + +QL: conglomerati e sabbie fluvio-lacustri + + +

SERIE DI VEGETAZIONE PREVALENTI (+) ed altre serie di vegetazione (-)

Serie della sughera e della roverella (versanti acclivi su depositi sabbioso-conglomeratici con coperture vulcaniche)

- + -

Serie della sughera e del farnetto (pianori sommitali su depositi vulcanici o sabbioso-conglomeratici con coperture vulcaniche)

+ + +

Serie del cerro e del farnetto (versanti, terrazzi fluviali e fondovalle secondari su depositi sabbioso-conglomeratici)

- - +

Serie della farnia e geoserie ripariale (fondovalle e terrazzi fluviali su depositi alluvionali;fondovalle secondari su depositi sabbioso-conglomeratici)

- + -

USI DEL SUOLO PREVALENTI

Aree agricole in rotazione + + +

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie + +

Arbusteti a Spartium junceum e/o Rubus ulmifolius, Ulmus minor, Prunus spinosa, Arundo pliniana

+

285

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

TENUTA dei MASSIMI

UP 1 UP 2 UP 3

UNITA’ DI PAESAGGIO

Alto bacino del Fosso della Magliana (sottobacini del Fosso della Maglianella e del Fosso di Bravetta)

Medio bacino del Fosso della Magliana

Zona di onfluenza tra il Fosso della Magliana ed il Fiume Tevere

REGIONE Mediterranea + + +UNITA’ FITOCLIMATICA

Mesomediterranea subumida - termomediterranea subumida + + +

LITOLOGIA A: alluvioni + + +TSLS: tufi stratificatiTSVS: piroclastiti varie + +

QSL: ghiaie, sabbie e argille più o meno ricoperte da materiali vulcanici

+ + +

SERIE DI VEGETAZIONE PREVALENTI (+) ed altre serie di vegetazione (-)

Serie della sughera e della roverella (versanti ripidi su depositi vulcanici)

- -

Serie della sughera e del farnetto (pianori sommitali o versanti dolci su depositi vulcanici o sabbioso-ghiaioso-argillosi con coperture vulcaniche)

+ +

Serie del cerro e del farnetto (versanti e fondovalle secondari su depositi sabbioso-ghiaioso-argillosi)

- + -

Serie della farnia e geoserie ripariale (fondovalle alluvionali)

+ + +

USI DEL SUOLO PREVALENTI

Aree agricole in rotazione + +

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie + +

Prati stabili di fondovalle +Boschi di sughera con farnetto +Boschi di cerro e farnetto +Vegetazione alto-erbacea ed arbustiva delle zone umide +

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

VALLE dell’ANIENE UP 1 UP 2 UP 3UNITA’ DI PAESAGGIO

Tor Cervara Pietralata Zona di confluenza tra il Fiume Aniene ed il Fiume Tevere

REGIONE Mediterranea + + +UNITA’ FITOCLIMATICA

Mesomediterranea subumida - termomediterranea subumida + + +

LITOLOGIA A: alluvioni + + +TL: tufi litoidi + +PV: pozzolaneTSLS: tufi stratificati +

QSL: ghiaie, sabbie e argille più o meno ricoperte da materiali vulcanici

+

SERIE DI VEGETAZIONE prevalenti (+) ed altre serie di vegetazione (-)

Serie del cerro e della roverella (terrazzi fluviali di ordine maggiore su depositi vulcanici o ghiaioso-sabbioso-argillosi ricoperti da vulcaniti; terrazzi fluviali di ordine maggiore su depositi alluvionali; versanti e fondovalle secondari su depositi vulcanici)

+ - +

Serie della farnia e geoserie ripariale (terrazzi fluviali di ordine inferiore su depositi alluvionali; fondovalle alluvionali)

+ + +

USI DEL SUOLO PREVALENTI

Aree industriali e commerciali + +

Aree agricole in rotazione + +Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie +

Prati stabili di fondovalle +Arbusteti a Spartium junceum e/o Rubus ulmifolius, Ulmus minor, Prunus spinosa, Arundo pliniana

+

287

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

VALLE dei CASALI UP 1 UP 2 UP 3UNITA’ DI PAESAGGIO

Alto bacino del Fosso di Affogalasino

Medio bacino del Fosso di Affogalasino

Medio bacino del Fosso di Papa Leone

REGIONE Mediterranea + + +UNITA’ FITOCLIMATICA

Mesomediterranea subumida - termomediterranea subumida + + +

LITOLOGIA A: alluvioni + +TL: tufi litoidi +TSLS: tufi stratificatiTSVS: piroclastiti varie + + +

QSL: ghiaie, sabbie e argille più o meno ricoperte da materiali vulcanici

+ + +

SERIE DI VEGETAZIONE PREVALENTI (+) ed altre serie di vegetazione (-)

Serie del leccio (versanti acclivi su tufi litoidi)

+

Serie della sughera e della roverella (versanti piroclastitici e versanti acclivi su depositi sabbioso-ghiaioso-argillosi con coperture vulcaniche)

- -

Serie della sughera e del farnetto (pianori sommitali vulcanici e pianori sommitali sabbioso-ghiaioso-argillosi con coperture vulcaniche)

+ - +

Serie del cerro e del farnetto (pianori e versanti sabbioso-ghiaioso-argillosi, terrazzi fluviali, fondovalle secondari su depositi sabbioso-ghiaioso-argillosi)

- + +

Serie della farnia e geoserie ripariale (fondovalle alluvionali e fondovalle secondari su depositi sabbioso-ghiaioso-argillosi)

- +

USI DEL SUOLO PREVALENTI

Edificato ubano +

Aree agricole in rotazione + +

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie + + +

Coltivazioni annuali associate a colture permanenti +

Arbusteti a Spartium junceum e/o Rubus ulmifolius, Ulmus minor, Prunus spinosa, Arundo pliniana

+

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

9. IL COMPLESSO DELLE AREE NATURALI PROTETTE

DEL COMUNE DI ROMA

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

9.1 AFFINITÀ AMBIENTALI E VEGETAZIONE POTENZIALE DELLE AREE NATURALI PROTETTE

Lo studio della vegetazione delle aree protette è stato impostato secondo i criteri che guidano l’ecologia del paesaggio e la fitosociologia seriale (o sinfitosociologia).

I contributi relativi a fitoclima, geolitologia e geomorfologia forniscono una fondamentale base conoscitiva per evidenziare le affinità tra le diverse aree protette in termini di serie di vegetazione. L’indagine fitoclimatica e litogeomorfologica ci hanno perciò consentito di operare una gerarchizzazione del territorio imponendoci una lettura critica del manto vegetale in tutti i suoi stadi dinamici.

E’ stato confortante, al termine dello studio, constatare l’esistenza di una sostanziale corrispondenza tra l’informazione ecologica di carattere predittivo fornita dall’insieme degli stadi seriali riconosciuti in campagna e l’informazione che si poteva desumere dagli studi relativi all’ambiente fisico.

L’inquadramento territoriale realizzato attraverso l’analisi della Carta della vegetazione e dell’uso del suolo del Comune di Roma (scala 1:50.000) ha consentito di evidenziare, tra le altre cose, la maggiore valenza naturalistica del settore occidentale rispetto a quello orientale.

Lo studio della vegetazione delle aree protette, poiché impostato in chiave dinamica ha consentito di ovviare (almeno in parte) a quei problemi di interpretazione delle fisionomie vegetali legati ai diversi usi che questo territorio, soggetto a forte impatto antropico da così lunga data, ha conosciuto nei secoli. Ha permesso altresì di individuare le affinità tra le aree naturali protette, già ipotizzabili sulla base dei fattori fisici ambientali che le caratterizzano, e di riunirle in gruppi appunto in base a tali affinità.

Riserva Naturale Valle dell’Aniene, Parco Regionale Urbano Aguzzano

Entrambe le aree protette si sviluppano quasi esclusivamente su fondovalle alluvionale e ciò che le caratterizza maggiormente è quindi l’ambiente fluviale con la sua vegetazione ripariale (Salicetum albae, Populion albae, aggruppamenti a Quercus robur per una descrizione dei quali si rimanda al paragrafo relativo). Tale vegetazione è solo marginalmente influenzata dal clima locale. Come si accennava nella relazione introduttiva, le due aree protette, fortemente correlate tra loro, giocano un ruolo importante nell’elevare la qualità ambientale del settore orientale.

La Riserva Naturale Valle dell’Aniene rappresenta inoltre uno dei principali corridoi biologici della città.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Riserva Naturale della Tenuta dei Massimi, Riserva Naturale Valle dei Casali, Riserva Naturale della Tenuta dell’Acquafredda, Parco Regionale Urbano del Pineto, Riserva Naturale di Monte Mario

Rientrano nel tipo fitoclimatico più diffuso nel territorio del Comune di Roma: Mesomediterraneo subumido/Termomediterraneo subumido con temperatura minima e indice di termicità più elevati che negli altri tipi (anche a causa dell’effetto “isola di calore” dato dalla città stessa).

Tutte queste aree protette si trovano su morfologie collinari, prevalentemente sabbiose, talvolta ricoperte da materiali vulcanici, per lo più sciolti.

La vegetazione naturale potenziale è quella più tipica dell’area romana e presenta come tappa matura un querceto misto con sughera, cerro e farnetto (Quercetum frainetto-suberis) che le attività colturali hanno indirizzato prevalentemente verso fisionomie dominate da sughera o da cerro.

Va sottolineato che esiste anche una tipologia di bosco, in contatto catenale con la precedente, anch’essa fisionomicamente caratterizzata da cerro (subordinatamente da farnetto e, negli aspetti mesoigrofili da farnia) che però non prevede nel suo corteggio la sughera (affinità per l’Echinopo siculi-Quercetum frainetto) e che si dispone prevalentemente nelle zone di fondovalle (preferibilmente non interessate da alluvioni che invece ospitano altre tipologie forestali).

Riserva Naturale di Decima Malafede, Riserva Naturale Laurentino Acqua Acetosa

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Anche queste aree protette rientrano nel tipo fitoclimatico più diffuso nel territorio comunale: Mesomediterraneo subumido/Termomediterraneo subumido con temperatura minima e indice di termicità più elevati che negli altri tipi ma, specialmente Decima Malafede risente notevolmente della vicinanza del mare.

Anche in questo caso il bosco climatofilo è un querceto misto con sughera, cerro e farnetto riferibile al Quercetum frainetto-suberis ma l’articolazione del paesaggio vegetale si discosta apprezzabilmente da quella delle aree protette sopracitate principalmente per il fatto che il litotipo prevalente è dato da ignimbriti. Ciò comporta una accentuazione del carattere mesico delle comunità vegetali presenti nei fondovalle, più stretti ed ombrosi e con una notevole diffusione di carpino bianco e alloro (cenosi riferibili e talvolta soltanto tendenti al Lauro-Carpinetum betuli) e, parimenti, una accentuazione del carattere xerico delle comunità vegetali poste sugli alti morfologici che, presentando in genere forme più aspre rispetto alle colline miste sono caratterizzate spesso dalla dominanza di Quercus ilex (Orno-Quercetum ilicis). Le differenze con il gruppo di aree protette citate precedentemente va quindi ricercato a livello di geosigmeto e non di singole serie di vegetazione presenti.

Riserva Naturale dell’Insugherata

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

E’ forse l’area protetta più particolare tra quelle studiate. Si imposta su litologie prevalentemente argillose e sabbiose ed è interessata da un tipo fitoclimatico particolare per l’area romana. Una serie di valli parallele a quella del Fosso dell’Acquatraversa consente a masse d’aria provenienti dal Lago di Bracciano di incunearsi dentro Roma con un effetto di mitigazione del clima riscontrabile in un leggero abbassamento delle temperature ed un probabile apporto di umidità. Non deve inoltre essere sottovalutato il ruolo che, a livello edafico, giuocano le argille.

La percentuale di aree forestate è notevole. Soprattutto è interessante la presenza di cenosi con carpino bianco, castagno, cerro, farnia nelle quali è piuttosto frequente l’agrifoglio (Aquifolio-Fagetum carpinetosum betuli). Si tratta di una cenosi con probabile carattere relitto ma che grazie alle particolari condizioni ambientali può mantenersi in buono stato di conservazione.

Per quanto riguarda le aree interessate dalla presenza di tufi litoidi, interamente coltivate, rimane aperto il problema del loro inquadramento dinamico per l’assenza appunto di vegetazione naturale e per l’assenza di ambiti interni all’area studiata che presentino contemporaneamente le stesse caratteristiche litogeomorfologiche e fitoclimatiche. Per analogia con quanto osservato a Decima Malafede si è pensato che la vegetazione naturale potenziale possa essere la sughereta mista del Quercetum frainetto-suberis, anche per la diffusa presenza della specie nell’area ma non si può escludere un’affinità vegetazionale con il bosco di cerro e farnetto presente a Manziana.

Riserva Naturale della Marcigliana

Il paesaggio vegetale relativo a questa Riserva si discosta apprezzabilmente da quanto abbiamo osservato finora. Per quanto riguarda i substrati si nota soprattutto l’abbondanza di vulcaniti di origine sabatina e di argille, rispetto al clima dobbiamo considerare che la Riserva si sviluppa su un’area a contatto con un tipo fitoclimatico tipico dei settori più interni: il Mesomediterraneo subumido (con aridità ridotta). Particolarmente rilevante la percentuale di aree agricole (prossima al 75% dell’intera area, senza considerare le superfici occupate dai prati stabili). Diffusi soprattutto nel settore nord-occidentale i boschi a dominanza di cerro riferibili al Carpino orientali-Quercetum cerridis. Interessanti anche i lembi di vegetazione naturale che si rinvengono lungo le principali incisioni vallive e la diffusione di una specie come Quercus robur che si presenta con una certa frequenza nei fondovalle ma che talvolta risale lungo i versanti a testimonianza di una complessiva ridotta aridità climatica ed edafica.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

9.2 CONSIDERAZIONI SULLA DELIMITAZIONE ATTUALE DELLE RISERVE NATURALI

In questo paragrafo vengono discusse le caratteristiche principali dei confini delle diverse Riserve Naturali soprattutto in un’ottica di possibili connessioni tra di esse e con l’ambiente naturale esterno alla città.

Ciò che si evince in generale è la funzione di corridoio biologico svolta dal Tevere e dall’Aniene. Soprattutto per quanto riguarda quest’ultimo fiume, tale funzione è condizionata negativamente dal fatto che l’edificato urbano comprime eccessivamente le fasce di vegetazione naturale che lo accompagnano.

In generale sarebbe auspicabile una migliore connessione tra le aree naturali (protette e non) e tra queste e l’esterno, la Campagna Romana, attraverso un superamento del G.R.A. che per lunghi tratti costituisce una barriera invalicabile, soprattutto per alcune categorie faunistiche.

La continuità fisica rappresenta un elemento di stabilità per tutti i sistemi naturali e quindi per le fitocenosi vegetali. E’ anche in quest’ottica che andrebbero ricercate connessioni verdi evitando di creare collegamenti troppo angusti che non riuscirebbero a svolgere il ruolo di corridoio biologico.

Riserva Naturale di Decima Malafede

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

La percentuale di superficie adibita ad uso agricolo è notevole (più del 62%) ciononostante questa area protetta che, come si diceva, è la più estesa tra tutte quelle gestite dall’Ente RomaNatura, include ampi settori occupati da fisionomie vegetali naturali e seminaturali nonostante siano collocati al suo interno anche complessi residenziali (5%). Senz’altro rilevante è il fatto di poter disporre di oltre 760 ha (pari ad oltre il 12,5% del territorio) di querceti (includendo nella categoria le fisionomie dominate da cerro, farnetto, sughera o, più sporadicamente, leccio e roverella).

Interessanti anche le percentuali di macchia e di arbusteti (entrambe vicine al 2%), nonché gli oltre 400 ha di prati stabili (pari a circa il 7% del territorio).

Le dimensioni ed il pregio naturalistico delle tipologie vegetazionali presenti a Decima-Malafede rendono questa Riserva particolarmente significativa nel contesto delle aree protette della città di Roma. La contiguità con la Tenuta di Castelporziano e le aree agricole che la collegano ai Colli Albani ne accentuano la valenza naturalistica. Sarebbe auspicabile pertanto una migliore connessione con la Riserva Laurentino-Acquacetosa che potrebbe così rappresentare un nucleo di penetrazione più interno alla città e con la Tenuta Presidenziale di Castelporziano. In realtà la connessione sarebbe facilitata dalla sughereta di Vallerano, area militare con indubbia valenza naturalistica.

Riserva Naturale dell’Insugherata

Le relativamente basse percentuali di aree agricole (circa il 33%) e di aree occupate da superfici artificiali (circa il 4,5%) sommate alla considerevole estensione di boschi maturi (circa il 22% comprendendo querceti e boschi misti), rappresentano la chiave di lettura di un’area protetta che emerge, tra quelle interne al G.R.A., per vocazione naturalistica.

Il tessuto urbano impedisce, allo stato attuale, possibili collegamenti territoriali con altre aree protette molto prossime (Pineto e M. Mario). E’ auspicabile che vengano mantenuti e, possibilmente, potenziati i collegamenti biologici con il settore ad ovest della Riserva, attualmente adibito in prevalenza ad uso agricolo e verso nord con il Parco di Veio, nei settori in cui il tessuto urbano che accompagna la via Cassia, allarga in parte le sue maglie.

Riserva Naturale Laurentino Acqua Acetosa

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

La vegetazione della Riserva, a causa della forte pressione antropica e dell'uso agricolo insistentemente perseguito, è confinata alle zone più acclivi, quali ad esempio le scarpate, o in alternativa agli ambienti più umidi. Oltre il 23% della superficie è occupata da superfici artificiali (in questa categoria del CORINE Land Cover sono incluse anche le aree urbane verdi) ed oltre il 43% da aree agricole. Significativo il fatto che le tipologie di vegetazione naturale e seminaturale, oltre ai prati stabili (18,36%), siano gli arbusteti a dominanza di Rubus ulmifolius e Spartium junceum e la vegetazione arborea ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia, due tipologie con chiari caratteri di sostituzione.

Le caratteristiche di questa area protetta ci suggeriscono una sua valenza di Parco urbano o, meglio ancora di Parco archeologico. In rapporto alla sua valenza naturalistica andrebbe individuata la possibiltà di potenziare le interconnessioni con la Riserva di Decima-Malafede condizionate principalmente dal GRA poiché la valenza naturalistica dell’area militare (sughereta di Vallerano) che separa le due aree protette è indubbiamente notevole. Il paesaggio vegetale della Riserva, caratterizzato prevalentemente da aree agricole e prati stabili, suggerisce anche una continuità con il Parco Regionale dell’Appia Antica.

Riserva Naturale della Marcigliana

E’ l’area protetta con superfici agricole più estese (oltre 3500ha pari ad oltre il 75% del territorio). La chiara vocazione agricola della Riserva si evince anche dalla scarsa percentuale di edificato urbano (2,21%) e di altre superfici artificiali (complessivamente inferiori all’1%). Il carattere di sistema agricolo, tuttora efficiente e senza evidenti segni di abbandono è suggerito anche dai rapporti (in termini quantitativi) tra vegetazione forestale (più del 10% tra cerrete e vegetazione arborea igrofila) e vegetazione di sostituzione sia arbustiva che arborea (complessivamente meno del 5%).

Il fatto di essere collocato nel settore orientale della città (che come si è detto è quello più alterato dal punto di vista naturalistico), interamente all’esterno del G.R.A. ed ai limiti del territorio comunale fa si che questa area protetta sia maggiormente correlata con le realtà agricole e ambientali della provincia, i Monti Cornicolani e, attraverso la Piana del Tevere, con il Parco di Veio.

Riserva Naturale di Monte Mario

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

La Riserva Naturale di Monte Mario si distingue dalle altre innanzitutto per la trascurabile presenza di aree agricole (circa il 4% della superficie). Altro elemento rilevante è però la notevole estensione (relativamente all’estensione dell’area protetta) di vegetazione di sostituzione, arborea (a robinia) e arbustiva ( a rovi e ginestre).

Si tratta di una delle aree protette più chiaramente intercluse entro il tessuto urbano nonostante la modesta distanza, in linea d’aria, che la separa dalla Riserva dell’Insugherata e dal Parco del Pineto. D’altra parte il carattere urbano di questa Riserva è sottolineato non tanto dall’assenza di aree agricole ma soprattutto dalla valenza architettonica delle ville e degli antichi casali che ospita.

Riserva Naturale della Tenuta dell’Acquafredda

Nel complesso la Riserva è caratterizzata da una elevata percentuale di seminativi (116 ha, pari ad oltre il 45% della superficie), prati stabili su versanti, pianori e valli secondarie (47 ha, pari al 18,5% della superficie) e arbusteti (32 ha, pari al 12,6% della superficie). La vegetazione arborea meglio rappresentata, sugherete e vegetazione di sostituzione a dominanza di Ulmus minor, è confinata ai versanti ripidi o alle “spallette” di raccordo con il fondovalle.

L’esigua estensione dell’area protetta abbinata alla ancor più modesta estensione di tipologie ad elevata qualità ambientale o, quantomeno, strutturalmente mature, rende questa Riserva un ambito il cui interesse naturalistico si esprime in termini potenziali più che attuali. I confini risultano in gran parte obbligati, in particolare sui lati settentrionale ed orientale dove l’edificato urbano occlude possibili connessioni con altre aree protette (Parco del Pineto). Andrebbero invece considerate ipotesi di connessione con settori agricoli posti ad ovest e a sud. I primi potrebbero consentire un imperfetto ma interessante collegamento con le aree esterne al G.R.A. e indirettamente con la Tenuta di Castel di Guido e la Riserva Naturale del Litorale. I settori agricoli posti a sud invece consentirebbero una auspicabile connessione con le Riserve di Tenuta dei Massimi e Valle dei Casali.

Riserva Naturale della Tenuta dei Massimi

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La percentuale di aree destinate all’uso agricolo non è certo trascurabile (circa 480 ha pari ad oltre il 56% della superficie totale). Ciò nonostante la valenza naturalistica di questa Riserva è rilevante soprattutto per l’estensione delle aree forestate (oltre il 18%, includendo la vegetazione arborea igrofila) che in termini relativi può non sembrare molto, ma che in termini assoluti significa oltre 150 ha, valore che in ambito urbano è senz’altro considerevole. Da considerare inoltre che le suddette aree forestate si sviluppano prevalentemente su estensioni continue, fattore che accentua sensibilmente la stabilità del sistema. Da valutare attentamente, soprattutto in termini potenziali, l’estensione del fondovalle alluvionale che, almeno in alcuni settori, visto l’attuale uso del suolo, potrebbe ospitare cenosi vegetali strutturalmente più complesse.

Tra le aree protette interne al G.R.A. è quella più estesa e, insieme alla Riserva Naturale dell’Insugherata, costituisce uno dei settori in ambito urbano più significativi dal punto di vista vegetazionale, sia in termini attuali che potenziali. Possibili connessioni con altre aree protette vanno ricercate soprattutto nel settore nordoccidentale dove alcune aree agricole suggeriscono una certa continuità con le Riserve di Valle dei Casali e dell’Acquafredda. A tal proposito, come si accennava precedentemente, va detto che la non trascurabile estensione rende questa area protetta un sistema sufficientemente stabile e che tali connessioni risultano “vantaggiose” soprattutto per le due aree protette più piccole ed a minore qualità ambientale complessiva. Ai fini della ricchezza biologica e biocenologica della Riserva sarebbe auspicabile soprattutto una migliore connessione con la valle del Tevere e con la Riserva Naturale del Litorale.

Riserva Naturale della Valle dell’Aniene

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La Riserva si snoda lungo il corso del fiume ed è caratterizzata fortemente dallo stesso. Si sviluppa quasi esclusivamente sul fondovalle alluvionale e manifesta la sua peculiarità anche nelle proporzioni tra l’estensione delle diverse tipologie vegetazionali e di uso del suolo. E’ l’unica area protetta in cui le acque correnti si sviluppano su sezioni trasversali di dimensioni tali da poter essere cartografate come superfici e quindi di poter essere soggette a misurazioni tramite G.I.S. (più di 33 ha pari ad oltre il 5% della superficie totale).

Sono inoltre le tipologie vegetazionali più strettamente legate al fiume e alla falda alta (vegetazione arborea igrofila, prati stabili di fondovalle) che qui, meglio che altrove, si esprimono nella loro struttura e composizione floristica ed occupano rispettivamente circa il 6,5% e il 6% del territorio (percentuali ben al di sopra della media di tutte le aree protette).

Grande assente di questa Riserva è il querceto: vi sarebbe buona potenzialità per il bosco di farnia (Quercus robur) ma l’intenso uso del territorio ne ha eliminato ogni traccia, restano solo esemplari isolati.

Per quanto si è detto la Riserva va considerata essenzialmente un Parco fluviale e come tale andrebbe trattata. Purtroppo si snoda in un settore della città fortemente urbanizzato per cui le connessioni con aree di interesse naturalistico risultano difficili e artificiose. Ciononostante bisogna considerare positivamente la contiguità del Parco di Aguzzano (che non si può dire abbia caratteristiche di Riserva Naturale) e bisognerebbe favorire inoltre una migliore connessione con il parco di Villa Ada, che, per essere un Parco urbano, mantiene caratteristiche di qualità ambientale non trascurabili e rende quindi interessanti possibili collegamenti con il sistema delle aree protette soprattutto in questo settore della città così povero di verde naturale.

Riserva Naturale della Valle dei Casali

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L’articolato sistema di ville e di casali della Riserva e il diffuso e reiterato uso agricolo dei terreni, unitamente ad un tessuto connettivo gradualmente sempre più urbanizzato, hanno contribuito a relegare gli aspetti meglio conservati dal punto di vista vegetazionale a situazioni estremamente localizzate e puntiformi.

Il contesto vegetazionale e di uso del suolo evidenzia una forte affinità con la Riserva Naturale della Tenuta dell’Acquafredda (a tal proposito un confronto tra le tabelle relative all’estensione delle diverse tipologie nelle due aree protette risulta molto chiarificante). Le aree agricole occupano attualmente circa il 42% del territorio ma l’estensione di arbusteti (con Rubus ulmifolius o Spartium junceum dominanti), di canneti ad Arundo pliniana e di vegetazione arborea ad Ulmus minor e Robinia pseudoacacia che complessivamente occupano oltre il 18% della superficie costituisce una testimonianza del maggiore uso agricolo o di pascolo in un passato non troppo lontano. Il grande assente di questa area protetta è il bosco maturo mentre i lembi residui presenti ci indicano una potenzialità per cenosi molto differenziate e di sicuro interesse ecologico e biogeografico.

L’area protetta, di per sé molto povera in tipologie vegetazionali di pregio naturalistico, si presenta con una duplice valenza ambientale: da un lato costituisce uno degli avamposti più interni di serie di vegetazione meglio rappresentate nel settore occidentale (vedi Tenuta dei Massimi). Dall’altro conserva un interesse storico in quanto l’area (la zona di Casetta Mattei) è stata meta, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, di numerose escursioni dei botanici dell’epoca, a tal proposito l’Erbario Romano (presso l’Università degli Studi “La Sapienza”) è ricco di exiccata raccolti in quelle zone tra i quali compaiono anche specie non più rinvenute per il Lazio (Anzalone, 1984, 1996) quali Trifolium latinum e Tetragonolobus requienii; per quest’ultima specie la “Macchia Mattei” è addirittura il locus classicus.

Per quanto riguarda i confini ne risulta evidente l’artificialità dovuta al forte condizionamento dell’edificato urbano. Possibili e auspicabili connessioni vanno ricercate verso i settori nordoccidentali con le Riserve dell’Acquafredda e di Tenuta di Massimi. Da non trascurare inoltre la prossimità di Villa Pamphilii, che, per essere un Parco urbano, mantiene caratteristiche di qualità ambientale non trascurabili e rende quindi interessanti i collegamenti con il sistema delle aree protette, nell’ottica di creare una rete di aree verdi interconnesse.

9.3 CONSIDERAZIONI SULLA VOCAZIONE DELLE AREE NATURALI PROTETTE E INDICAZIONI GESTIONALI EMERSE

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Gli studi condotti (flora, vegetazione e copertura del suolo, serie di vegetazione, qualità ambientale) abbinati a considerazioni di carattere più generale su aspetti salienti delle diverse aree protette, forniscono una buona base conoscitiva per individuare linee guida di carattere gestionale. Bisogna premettere che nonostante il Comune di Roma risulti, dati alla mano, il comune agricolo più vasto d’Europa e nonostante la rappresentazione cartografica della vegetazione metta in evidenza ampie zone ad elevata naturalità, le aree verdi interne al settore più intensamente urbanizzato, fruibili direttamente dalla popolazione, non costituiscono una percentuale rilevante del territorio.

Questa semplice considerazione ci induce ad ipotizzare per le aree protette in questione normative molto rigide per quanto riguarda eventuali possibilità di ulteriore espansione urbana ma permissive nei confronti di una fruizione rispettosa dell’ambiente da parte della popolazione.

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In particolare Riserve Naturali come Valle dei Casali e Tenuta dell’Acquafredda che presentano valori di qualità ambientale complessivamente bassi e sono collocate in un settore della città nel quale la vegetazione spontanea è relativamente ben rappresentata, possono svolgere un ruolo affine a quello di Parco urbano. Fermo restando che alcune delle aree in cui si notano processi dinamici di ricostituzione di una copertura forestale debbano essere tutelate.

Per quanto riguarda la Riserva Naturale Laurentino-Acqua Acetosa, l’interesse archeologico abbinato ad un a presenza molto circoscritta di ambiti ad elevata qualità ambientale e agli ampi settori di verde pubblico inducono a gestire l’area più come Parco archeologico che come Riserva Naturale vera e propria. Il tutto nel pieno rispetto delle peculiarità vegetazionali dell’area: massima attenzione quindi alla vegetazione igrofila (soprattutto quella arborea risulta ben conservata) e alla vegetazione delle rupi tufacee.

La Riserva Naturale di Monte Mario si differenzia notevolmente dalle altre piccole aree protette citate finora. Non possiede un evidente reticolo idrografico interno, ma si sviluppa principalmente su rilievi collinari affacciati sulla Valle del Tevere. La qualità ambientale è complessivamente buona ma le cenosi forestali presenti risentono del forte impatto delle specie esotiche infestanti ma anche impiantate. Il netto confinamento dell’area entro il tessuto urbano e la presenza di numerose e pregevoli ville storiche e casali suggeriscono una gestione orientata verso la valorizzazione delle risorse architettoniche nel pieno rispetto (che ovviamente non esclude una fruizione intelligente) della vegetazione spontanea.

Una gestione da autentica area protetta va invece considerata per le Riserve Naturali dell’Insugherata, di Tenuta dei Massimi e di Decima-Malafede. Per quest’ultima si possono prevedere anche zone di Riserva integrale. L’elevata qualità ambientale delle fitocenosi rinvenute in queste aree, la loro estensione che ne supporta la stabilità fanno di queste Riserve Naturali autentici settori di Campagna Romana inseriti nel tessuto urbano.

La Riserva Naturale della Marcigliana presenta caratteristiche da Parco ad impronta agricola. Ampi settori, soprattutto a Nord-Est presentano elevata qualità ambientale, i boschi e le principali linee di impluvio. Per il resto osserviamo un paesaggio agricolo ben mantenuto dove iniziative di agriturismo e di agricoltura biologica troverebbero certamente un contesto adeguato.

L’area protetta che si differenzia maggiormente dalle altre per le caratteristiche fisiche che ne forniscono i connotati è certamente la Riserva Naturale Valle dell’Aniene che per sua natura andrebbe gestita come Parco fluviale attraverso programmi di riqualificazione biologica delle acque, favorendo processi di riforestazione delle aree ripariali e golenali e attraverso una gestione dei prati stabili di fondovalle che ne preservi la biodiversità.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

9.4 CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

10. BIBLIOGRAFIA

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

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GEHU J.M., 1988. L’analyse symphytosociologique et geosymphytosociologique de l’espace. Théorie et méthodologie. Coll. phytosoc. 17: 11-46.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

SCOPPOLA A., BLASI C., ABBATE G., CUTINI M., DI MARZIO P., FABOZZI C., FORTINI P., 1995 – Analisi critica e considerazioni fitogeografiche sugli ordini e le alleanze dei querceti e boschi misti a caducifoglie dell'Italia peninsulare. Studi sul Territorio, Ann. Bot. (Roma), 51 (1993),Suppl. 10: 81-112.

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TOMASELLI R., 1970. Note illustrative della Carta della vegetazione naturale potenziale d’Italia. Collana Verde Min. Agric. e For. 27: 1-63.

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TUXEN R., 1978. Bemerkungen zur historischen, begrifflichen und methodischen Grundtagen der Synsoziologie. In: Assoziationskomplexe (Rinteln). Ber. Intern. Symphosion 1977 in Rinteln: 3-12.

Convenzioni e Direttive internazionali:

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

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DIRETTIVA HABITAT 92/43/ECC, 1992. Council Directive 92/43/EEC of 21 May 1992 on the conservation of natural habitats of wild fauna and flora. Official Journal of the European Communities No. L. 206/6 22.7.92. E successivi aggiornamenti: Regolamento recante attuazione della direttuva 92/43/CEE, Decreto Legge n. 357 dell’8 settembre 1997, Supplemento ordinario Gazzetta Ufficiale Serie generale n. 248 - 23.10.1997; Direttiva 97/62/CE del Consiglio del 27 ottobre 1997 recante adeguamento al progresso tecnico e scientifico della direttiva 92/43/CEE del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 2^ Serie speciale n. 3 - 12.1.1998; Decreto del Ministero dell’Ambiente del 20 gennaio 1999, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana Serie Generale n. 32 – 9.2.1999.

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IUCN, 1995. Draft guidelines for applying the IUCN Red List Categories at the national level. National Red List Workshop, Gland.

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

11. ALLEGATI

11.1 Fitoclima:Riproduzione della carta delle unità fitoclimatiche Diagrammi termopluviometriciEffetto isola calore

11.2 Diagrammi di classificazione e ordinamento dei rilievi fitosociologici11.3 Riproduzione delle carte della vegetazione ed uso del suolo per ogni area11.4 Tabelle e istogrammi relativi alle tipologie vegetazionali e di uso del suolo

cartografate11.5 Riproduzione delle carte della qualità ambientale per ogni area11.6 Tabelle e istogrammi relativi alle categorie di qualità ambientale cartografate11.7 Riproduzione delle carte delle serie di vegetazione per ogni area11.8 Riproduzione delle carte delle unità di paesaggio per ogni area11.9 Archivio fotografico11.10 Carta dell’uso del suolo e della vegetazione del Comune di Roma (scala 1:50.000)

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

11.1 Fitoclima:Riproduzione della carta delle unità fitoclimatiche Diagrammi termopluviometriciEffetto isola calore

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

11.2 Diagrammi di classificazione e ordinamento dei rilievi fitosociologici

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

11.3 Riproduzione delle carte della vegetazione ed uso del suolo per ogni area

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

11.4 Tabelle e istogrammi relativi alle tipologie vegetazionali e di uso del suolo cartografate

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

11.5 Riproduzione delle carte della qualità ambientale per ogni area

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

11.6 Tabelle e istogrammi relativi alle categorie di qualità ambientale cartografate

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

11.7 Riproduzione delle carte delle serie di vegetazione per ogni area

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

11.8 Riproduzione delle carte delle unità di paesaggio per ogni area

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

11.9 Archivio fotografico

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ROMANATURA: STUDI DI FLORA, VEGETAZIONE ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

11.10 Carta dell’uso del suolo e della vegetazione del Comune di Roma (scala 1:50.000)

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