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INDICE Nel derby con il Faenza il Russi scopre il giovane Del Re 25/10/11 Corriere Romagna Ravenna 2 Il settembre parla tedesco 25/10/11 Il Resto del Carlino Ravenna 3 Con l’Accademia italiana della cucina tre grandi chef interpretano il ‘bel e cot’ 25/10/11 Il Resto del Carlino Ravenna 5 Dodici milioni di euro a Comuni e Provincia per imprese e lavoro 25/10/11 Il Resto del Carlino Ravenna 6 Imu anticipata al 2013, tributo unico sui rifiuti 25/10/11 Il Sole 24 Ore 7 VENETO: Autonomia dal sapore amaro 25/10/11 Il Sole 24 Ore 8 VENETO: Il federalismo? Inceppato 25/10/11 Il Sole 24 Ore 9 VENETO: Governo locale chiuso al dialogo 25/10/11 Il Sole 24 Ore 10 Cessioni, proventi ai Comuni 25/10/11 Il Sole 24 Ore 11 Riforma strutturale di lungo periodo 25/10/11 Il Sole 24 Ore 12 Infrastrutture, le opere connesse nella concessione 25/10/11 Il Sole 24 Ore 13 Una voglia di sanatoria alalrgata ai tributi locali 25/10/11 Italia Oggi 15 Miracolo! Fusi cinque comuni 25/10/11 Italia Oggi 16 Niente tagli al portavoce 25/10/11 Italia Oggi 17 In comune dirigenti con la laurea 25/10/11 Italia Oggi 18 Affidamenti blindati per l'ente 25/10/11 Italia Oggi 19 Il pasticcio del dimensionamento 25/10/11 Italia Oggi 20 Mangiare in dialetto con i grandi chef dell’Accademia italiana della cucina 25/10/11 La Voce di Romagna Ravenna 21 Pagina 1 di 21

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INDICE

Nel derby con il Faenza il Russi scopre il giovane Del Re25/10/11 Corriere Romagna Ravenna 2

Il settembre parla tedesco25/10/11 Il Resto del Carlino Ravenna 3

Con l’Accademia italiana della cucina tre grandi chef interpretano il ‘bel e cot’25/10/11 Il Resto del Carlino Ravenna 5

Dodici milioni di euro a Comuni e Provincia per imprese e lavoro25/10/11 Il Resto del Carlino Ravenna 6

Imu anticipata al 2013, tributo unico sui rifiuti25/10/11 Il Sole 24 Ore 7

VENETO: Autonomia dal sapore amaro25/10/11 Il Sole 24 Ore 8

VENETO: Il federalismo? Inceppato25/10/11 Il Sole 24 Ore 9

VENETO: Governo locale chiuso al dialogo25/10/11 Il Sole 24 Ore 10

Cessioni, proventi ai Comuni25/10/11 Il Sole 24 Ore 11

Riforma strutturale di lungo periodo25/10/11 Il Sole 24 Ore 12

Infrastrutture, le opere connesse nella concessione25/10/11 Il Sole 24 Ore 13

Una voglia di sanatoria alalrgata ai tributi locali25/10/11 Italia Oggi 15

Miracolo! Fusi cinque comuni25/10/11 Italia Oggi 16

Niente tagli al portavoce25/10/11 Italia Oggi 17

In comune dirigenti con la laurea25/10/11 Italia Oggi 18

Affidamenti blindati per l'ente25/10/11 Italia Oggi 19

Il pasticcio del dimensionamento25/10/11 Italia Oggi 20

Mangiare in dialetto con i grandi chef dell’Accademia italiana della cucina25/10/11 La Voce di Romagna Ravenna 21

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press LIETE 25/10/2011

Caiiere

RAVENNA

Eccellenza. Terzo acuto di fila

Nel derby con il Faenza il Russi scopre

il giovane Del Re RUSSI. Non c'è due senza tre. Il Rus-

si ha applicato al meglio il detto popo-lare e in un derby dalle mille emozioni e situazioni particolari ha avuto ragio-ne del Faenza (4 -3) centrando il terzo successo consecutivo. La sfida tutta ravennate ha rispettato la tradizione che nelle partite tra le due cugine pre-vede sempre tanti go. Nemmeno dome-nica sono mancati anche alla luce di un curriculum difensivo non proprio immacolato delle due squadre, anche se la porta del Russi era rimasta in-violata nelle ultime due giornate. E' stato il rigore trasformato dal capita-no ed ex di turno Rinaldini a portare nelle casse arancionere i tre punti. Il protagonista di giornata, uscito tra gli applausi e le acclamazioni del proprio pubblico, però è stato il giovanissimo Dal Re, classe 1995, russiano doc e cre-sciuto nelle giovanili, autore del se-condo gole di tante giocate interessan-ti. «Mi hanno fatto piacere gli applau-si. Sul gol, il mio primo tra i senior, sono stato fortunato - ammette candi-damente - perché c'è stata questa in-decisione tra portiere e difensore ed è stato facile depositare in rete il 2-0. Non siamo stati forse bravi a gestire il vantaggio sul 2-0 ma la vittoria è stata meritata in una partita che sentivamo tutti in maniera particolare visto che c'erano, da una parte e dall'altra, tanti ex. Porterò molto volentieri le paste martedì (oggi, ndr) ad allenamento». Domenica i falchetti voleranno in casa della neopromossa capolista solitaria Sant'Antonio che ha appena espugna-to con un secco 0-3 il campo del Massa. «Vogliamo continuare sulla strada che abbiamo intrapreso con un'altra buona prestazione».

Agostino Galegati

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FiduciaatennineperGiorgetti

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press UnE25/10/2011

it Resto del orlinoRavenna

"bre pa:.... 2a tedescoThrisnw, bilancio de itivo: awnentate del 4,1% le presenze del mese baciato dal sole

SETTEMBRE rosa per il sistematuristico provinciale, grazie ad unandamento meteo straordinaria -mente favorevole e a un'offertache è riuscita a mantenersi compe -titiva e attraente pur in un perio-do in cui le famiglie hanno men orisorse a disposizione . Ci sono pe -rò zone d'ombra : gli appartamentituristici hanno registrato una fles-sione ma, soprattutto, le localitàbalneari di Ravenna (ne parliam oa parte) hanno chiuso con il segn omeno, mentre tutte le altre locali-tà registrano progressi .

dati statistici su base provincialeriferiscono di una crescita del 4, 1per cento delle presenze (se ne so -no registrate 644 .553) e addirittu-ra del 15,6 degli arrivi (sono stat i131 .098). L'andamento su base an -nua e altrettanto favorevole : più2,6 delle presenze (6 .800 .569 dagennaio a settembre) e più 5,7 d iarrivi (1 .261485). A fine anno s ipotrebbe superare il tetto delle 7milioni di presenze . «Questi risul-tati rappresentano uno stimolo ul-teriore a proseguire nella valorizza -zione del settore — è il comment odi Claudio Casadio, presidente del -la Provincia — puntando sia sullarealizzazione delle infrastrutturenecessarie sul territorio, sia nell epolitiche di incentivi per chi inten-de riqualificare le proprie struttu-re ricettive» ,

CERV1A si conferma regina del si -stema turistico provinciale, infatt iha messo a segno il miglior sald opercentuale di settembre con unacrescita di presenze del 7,8 . Nelcomplesso, quindi tenendo cont odelle presenze lungo i lidi ravenna -ti, il turismo balneare vale quasi il

90 per cento del totale. Se Raven -na mare registra un mese davveroopaco, la città d'arte si allinea inve -ce con il trend generale positivo :le strutture dei capoluogo nel me-se scorso hanno segnato un 3 pe rcento di pernottamenti in più, ch esale al 6 per cento su base annu acon un totale di 415 .825 presenze .Poco brillante la collina, che or -mai da qualche tempo mostra se-gni di sofferenza : il mese scorsoha perso 662 presenze rispetto alsettembre 2010 mentre il bilanciodall'inizio d'anno è in attivo di 2, 4punti . Brilla Faenza che a settem-bre ha superato quota centomil apresenze con un progresso chesfiora il 3 per cento : l'intero com-prensorio viene così trascinato aun aumento del 3,3 per centro dell epresenze e del 6,7 degli arrivi .

L'AREA LUGHESE, in difficol-tà nei primi mesi, continua a regi-strare un buon recupero . Sono nu -meri molto inferiori rispetto ai vo-lumi che 'fatturano' Cervia o Ra-venna, tuttavia rappresentano u nbuon segnale . Le cifre : 12,261 l epresenze, che valgono un aumen -to del 30,3 per cento . 11 dato an-nuo è indicativo: se a maggio ilcomparto turistico di Russi e Bas-sa Romagna era in caduta dei 24, 4per cento, a settembre l'emorragi asi è fermata con un meno 3,4 percento .Gli stranieri rappresentano l'altr abella novità di settembre, con unpiù 5% delle presenze . «In partico -lare fanno notare dalla Provin-cia — si conferma la crescita dellaGermania e, in generale, del mer-cato di lingua tedesca». Molto posi -tivi però anche i dati di Russia eFrancia .

LELOCAL1_TA

Netta località regine de tnostro turìsmo ,

settembre ha regatotograndi soddisfazioni ,Dall'inizio dell'anno

t'area cervesecollezionate

38 milioni dì presenze

Mirabitandia, cutturo emare vivacizzano i t

mercato turistico nellacapitate dei mosoieb ì ìmese scorso ha avuto

48.567 prenottamontí <che diventano 415,82 5

dall'inizio dell'anno

Turisti a Milano Maritbn-sa

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press LIf1E25/10/2011

Resto dei OrlinoRavenna

~\\ \ Q\ \̀ I TURISTICI \\:\ MH' U N O~~o~c~~~ ~ ~~\

\ ~~~c \ \\\~\\ ~\

Ma a Punta Marinae Lido Adrianasi registra una flessione

NON E STATO boom per tutti .Alcuni tipi di strutture turistich ee alcune località hanno chiuso set-tembre con il segno negativo . Col -pisce in particolare il meno 2,9per cento nelle presenze riferito ailidi ravennati . «E' un dato dall alettura non facile — ammette l ' as-sessore comunale al turismo, An-drea Corsini anche perché nel -le stesso periodo c ' è stato un più23 per cento degli arrivi. Poi la si-tuazione è a macchia di leopardo :la flessione riguarda Porto Corsi-ni, Marina di Ravenna, Punta Ma-rina, Lido Adriano e Lido di Dan-te . Invece le località più settentrio -nali e quelle ai confini con Cervi ahanno registrato un numero cre-scente di presenze rispetto a set-tembre del 2010. Mi viene da pen-sare che in un mese 'di spalla ' , s ele condizioni meteo sono favore -voli, sono avvantaggiate le locali-tà meglio strutturate che possonooffrire una gamma di servizi, dal -la ristorazione allo shopping, an -

---------------------------------------------------------------------- -PARE RS )M«Sbagliata trascuraresettembrini : hanno buone

capacità di spesa»

Gora pienamente efficiente. Poi èpossibile che il segno meno su al -cuni lidi, caratterizzati per la pre -senza di tanti appartamenti e cam -peggi, sia influenzato proprio dal -la crisi che riguarda gli alloggi tu -

ristici» . Sul fronte degli apparta -menti per le vacanze, secondoCorsini, si sconta un problema diqualità, delle strutture, ma ancheuna modifica della domanda: lasettimana o i quindici giorni d isoggiorno non sono più la regola ,ed i proprietari degli appartamen -ti probabilmente f=anno fatica a dadattarsi all ' evoluzione del merca-to turistico. D'altra parte la crisidegli alloggi non è circoscritta ailidi ravennati centrali, perché se -

gasali di difficoltà, si sono registra -ti anche a Cervia . Gli alberghi in -vece vanno mediamente a gonfievele, con un più 2,6 per cento del -le presenze. A tirare la volata, inquesto caso, sono le strutture di fa -scia alta, cori i 'quattro stelle' chesu base provinciale segnalano97mila pernottamenti in più, parial 10,1 per cento in più .

LA DIAGNOSI dì Corsimi sulledifficoltà dei lidi ravennati trovaconferme nelle parole di Grazia -no Parenti . «In molti proprietaridi appartamenti dice il presi -dente provinciale di Confcom-mercio — prevale la mentalitàper cui, in assenza di prenotazio-ni 'lunghe ' , ad agosto si chiudecon gli affitti . E un errore perché ituristi settembrini sono semprepiù una risorsa : scelgono quest omese perché si spende un po' me -no per dormire aggiunge Pa -renti — ma sono più disponibili afare acquisti e a pranzare fuori» .

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pressUnE

Resto del Orlino

25/10/2011

Ravenna

RUS PROGETTO 'MANGIARE IN DIALETTO'

Con l'Accademia italiana della cucin atre grandi chef interpretano il 'bel e cot °Mangiare in dialetto' è un progetto dell'Accademia

italiana detta cucina-delegazione Ravenna sulla va-lorizzazione e la riscoperta di eccellenze gastrono-miche romagnole . Domani alle 20, al ristorante In -solito di via Babini a Russi, gli chef Vincenzo Camme -rucci, Daniele Baruzzi e Paola Severino proporran-no piatti d'autore sul tema del 'bel e cot' . Franc oChiarirli presenterà il Manifesto dei cuochi di Russ iMangiare in dialetto' . Prenotazioni : 0544 582954.

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press unE il Resto del Carlino 25/10/2011 Ravenna

es. ,

Dodici mffloni di euro a Comuni e Provincia per imprese e lavoro

UNDICI Comuni e la Provincia potranno usufruire di 12 milioni di euro per il sistema economico, le imprese e il lavoro. A tanto ammontano le risorse (relativamente al territorio ravennate) sbloccate dalla Giunta regionale grazie alla legge sul patto di stabilità territoriale, approvata lo scorso dicembre e unica in Italia. Questa la ripartizione: Brisighella 58mila euro, Castel Bolognese 187mila, Cervia 1,2 milioni, Faenza 828mila, Fusignano 76rnila, Lugo 531mila, Massa Lombarda 650mila, Ravenna 4,8 milioni, Riolo 52mila, Russi 167rnila, Provincia di Ravenna 3,2 miUoni «L'accesso al riparto — spiega l'assessore regionale Simonetta Saliera — permetterà agli enti locali di pagare le ditte che hanno effettuato i lavori pubblici, mentre l'arrivo dei pagamenti permetterà alle imprese di avere a disposizione liquidità fresca, un fatto molto importante in questo periodo di difficoltà di accesso al credito. La Regione ha così messo a disposizione 84 milioni di euro (parte cioè della propria potenzialità di spesa) cui, proprio in virtù della legge regionale, si sono potuti aggiungere 21 milioni, con l'adesione di diversi Comuni e Province, che diversamente sarebbero stati avocati dall'amministrazione centrale dello Stato e sottratti alle esigenze del nostro territorio». Tutte le domande di accesso al riparto presentate sono state accolte. Nel 2011 saranno 6 Province e 160 Comuni al di sopra dei 5 mila abitanti (sui 190 complessivamente interessati dal patto di stabilità) ad usufruire dei benefici della legge regionale sul patto di stabilità territoriale.

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press L.IfE25/10/2011

II Sole12

FEDEF>ALISM O

Irnu anticipataal 2013, tributounico sui rifiuti

yx Più un segnale politicodella Lega al suo elettorat oche unprovvedimento vero eproprio . Nonostante il comu-nicato di Palazzo Chigi parlidi esame preliminare del pri-mo decreto correttivo del fe-deralismo il testo è ancora dachiudere. Le novità principal iinvestono il fisco municipale:l'avvio dell'Imu sugli immobi-li viene anticipato dal 2014 al2013 senza toccare l'aliquotabase (0,76%) . Ai Comuni nonandràpiù la compartecipazio-ne Iva ma all'Irpef (al 2%) . L emodifiche investiranno an-chela tassazione dei rifiuti maqui la partita è completamen -te aperta : l'unica certezza èche Tarsu e Tia lasceranno ilposto a (in nuovo tributo co -munale che graverà sia sullosmaltimento dei rifiuti che suiservizi aggiuntivi .

Eu . B .8 NIPROOIIZIONE R[SERVA1A

Pagina 2Slitta il decreto. tensione sui condur'

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'DIODGGITRE11150

b Per la sprin

Autonomia dal sapore amaro

press unE 25/10/2011

Il Solere /,1

Autonomia dal sapore amaro Il taglio delle risorse dal centro porta all'aumento delle tasse locali

Gianni Trovati

,oiu. Sembra passato un secolo, ma la «costituente» di Ponte della Priula è storia solo di tre anni fa. Per i tanti che non se lo ricordano, il piccolo centro sul-la riva sinistra del Piave trevigia-no ospitò la nascita dei «sindaci dell'Irpef», che in pochi giorni girarono la regione raccoglien-do centinaia di adesioni da par-te di primi cittadini ansiosi di te-nersi un quinto dell'imposta sui redditi nata sul territorio. In un Veneto super-federalista, acce-so anche dal risultato delle ele-zioni 2008 che metteva la rifor-ma federale al primo punto del-le priorità della politica nazio-nale, era tutto un fiorire di ini-ziative, dibattiti e prese di posi-zione quasi-autonomiste.

Ora, tra un presidente di Con-findustria Andrea Tomat che la-menta «la mancanza assoluta di un disegno dí riforme», un Fla-vio Tosi, il sindaco di Verona e (ex?) golden boy degli ammini-stratori leghisti, che storce il na-so a sentir parlare di Padania e chiede di «affrontare i problemi reali della gente», il riflusso sem-bra direttamente proporziona-le all'intensità delle speranze dell'altroieri. «Il problema - ra-gionaun federalista convinto co-me Gian Angelo Bellati, diretto-re di quella Unioncamere del Veneto che ogni anno sforna rapporti dettagliatissimi sui co-sti sopportati dal Veneto per il mancato federalismo (l'ultimo calcolo parla di 16,6 miliardi all'anno) - è che nel dibattito si è puntato tutto sulla diminuzione del residuo fiscale, cioè della dif-ferenza negativa fra tasse paga-te e servizi ricevuti, ma nell'at-tuazione della riforma si è spo-

stato tutto in avanti, mentre il primo capitolo è tutto occupato dalle tasse locali. Le manovre centraliste tagliano le risorse ai territori, che sono costretti ad aumentare le imposte con il ri-sultato che il residuo fiscale cre-sce invece di diminuire».

In effetti, a guardare i temi che hanno agitato la politica ve-neta in questi mesi il binomio fe-deralismo-tasse non scompare mai dalla scena. L'addizionale comunale all'Irpef, per esempio, ha rotto tabu prima considerati invincibili e ha fatto il suo debut-to anche in città come Venezia,

MENO TRASFERIMENTI Dopo la nuova manovra mancano 35 milioni e c'è il rischio di un aumento dell'addizionale regionale all'Irpef

che trai tagli della manovra e l'af-fievolirsi dei fondi del Casinò si è trovata costretta a introdurre l'imposta mettendo a preventP vo 7 milioni di euro nel 2011. Per ora l'aliquota è leggera, e non su-pera lo 0,2%, ma il capoluogo si trova di nuovo in testa nella gra-duatoria dei tagli per città porta-ti dall'accoppiata delle manovre estive, e la diga dello 0,2% sarà già messa alla prova a meno di 12 mesi dalla sua comparsa.

In una terra di turismo come il Veneto, la battaglia più acce-sa si è scatenata però intorno all'imposta di soggiorno, messa a disposizione dei sindaci dal decreto legislativo sul fisco mu-nicipale e posta a carico di chi pernotta in albergo o altre strut-

ture ricettive. La guerra è anche a colpi di carte bollate, con Confturismo Veneto inprima fi-la a impugnare le delibere dei Comuni che l'hanno istituita senza aspettare un regolamen-to ministeriale mai venuto alla luce. Sui tavoli del Tar Veneto sono arrivati fra gli altri i ricorsi contro i Comuni di Venezia (prevede entrate per 8 milioni nel 2011 e 23 milioni all'anno dal 2012) e Padova, anche se in To-scana un primo braccio di ferro per ottenere la sospensiva ha vi-sto gli albergatori sconfitti al Tar e al Consiglio di Stato con-tro il Comune di Firenze. La po-lemica, però, è più ampia, e ad alimentarla è intervenuto an-che il progetto annunciato dall'assessore al Turismo Mari-no Finozzi di dare a tutti i Comu-ni il patentino di «città turisti-ca» per permettere loro di appli-care l'imposta di soggiorno. «Non se ne può più - ha Com-mentato il segretario regionale di Confcommercio Danilo De Nardi - di questo passo potre-mo anche vedere Venezia clas-sificato come Comune rurale».

Il tutto mentre torna d'attuali-tà il rischio di aumenti anche per l'Irpef regionale; l'abbattimento allo 0,9% deciso dall'allora Go-vernatore Giancarlo Galan nel 2on ha retto per un pelo, quando lo stesso Zaia sembrava ormai rassegnato a reintrodurre l'au-mento all'1,4% almeno per certe fasce di reddito, perché «se non lo facciamo noi saremo costretti da Tremonti». Con la nuova ma-novra, e altri 35 milioni che man-cano all'appe1156,irproblema si fa ancora più concreto.

[email protected]

e P IPROCLIZIONE RISERVATA

2008, i "sindaci dell'Irpef". Da sinistra: Giusti no Moro, si n daco di Pieve di Soligo, Daniele Ferrazza, primo cittadino di Asolo, Marta Gomierato, sindaco di Castelfranco, Antonio Guadagnini, di Crespano del Grappa. In totale più di quattrocento firmatari in tutto il veneto per chiedere la modifica di tre commi di un articolo della legge finanziaria del2006 che disciplina la compartecipazione all'Irpef.

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press L.IfE25/10/201 1

Il federalismo? InceppatoLa Regione paga un prezzo eccessivo ai problemi dell'ItaliaVincenzo Del GiudiceVENEZIA Dal nostro inviat o

ixmx. «Più autonomia e federali -smo, di questo ha bisogno il Ve-neto». Luca Zaia, Governatoreleghista della Regione, scandi-

ssce le parole che più gli stanno acuore. Scuote la testa e attacca :«Il Veneto, insieme a Lombar-dia ed Emilia Romagna, pagaprezzi eccessivi ai problemiche affliggono l'Italia. I nostriimprenditori- afferma - se aves -sero un rating avrebbero un vo -to migliore di quello tedesco .Accanto a questo mettiamoci i lcosto del denaro che è altissi-mo . Come fanno gli industrial iveneti a competere sui mercatiquando sono costretti a pagaretassi molto alti, rispetto a quelliche pagano i loro concorrentiin Germania? Per questo abbia -mo creato un fondo regional eper le nostre imprese» .

Il Governatore veneto par-la della Regione che governa ,ma pensa alle Regioni centro-meridionali che - secondo i lsuo ragionamento - probabil-mente dal federalismo non ot -terrebbero più i vantaggi at-tuali . «Chi ha vissuto da cica-la non sarà mai d'accordo co nil federalismo» . Si accalora Za-ia quando parla della struttu-ra industriale della Regione .«Su 5oomila aziende - affer-ma-143mila sono imprese art i -giane, che costituiscono l'os-satura, la spina dorsal edell'economia veneta . Qui si èsviluppato e si è imposto il mo -dello del distretto e delle pic-cole e medie imprese che san -no stare sul mercato e si sonointernazionalizzate . Sono sta -te anche in grado di gestire il

passaggio da una generazion eall'altra . Potrei fare molt iesempi, a cominciare da Be-netton e Geox »

Ma Zaia sa anche che, alme-no per quanto riguarda le stortu-re burocratiche ed amministra-tive, la Lega è ormai più a Rom ache al Nord (si veda l'inchiestadel Sole 24 Ore pubblicata il zoottobre) . «La Lega al Governonon poteva fare di più di quanto

CREDITO TROPPO CARO

«Come fanno gli industrialiveneti a competere

sui mercati se sono costrett ia pagare tassi molto più altidei concorrenti stranieri?».. .. ... .. .. ... .. ... .. ... .. .. ... .. ... .. .. ... .. ... .. .. ... .. ... .. ... .. ... . ... .

LA VALUTAZIONE POLITICA«La Lega nell'Esecutivonazionale non potevafare più di quanto ha fatt oNon lo consentivala nostra percentuale di voti »

ha fatto - afferma - d'altra part ela nostra percentuale di voti c iconsentiva di fare un certo tipodi battaglia» . Quello che perònon è stato possibile fare a Ro-ma, Zaia da Gbvernatore l'hafat-to a Venezia . Per le imprese èstato varato un fondo per l'ac-cesso al credito per poco menodi due miliari di euro. «Il futurodelle nostre imprese, che sonosolide e continuano a esporta-re, sta nel continuare ad investi-re su ricerca ed innovazione .Non c'è altra via. Non possiamorincorrere cinesi ed indiani,

che hanno costi di produzioneinfinitamente inferiori . E sareb-be bello e giusto se il debito del-la Regione lo gestissimo no istessi» .

Zaia ha buon gioco nel riven-dicare un federalismo fiscal equando si guardano idati econo-mici del Veneto.

Le oltre 5o6mila aziendeve-nete producono un Pil regiona-le elevatissimo, pari a 1i ; 25miliardi di euro, al terzo post odopo Lombardia ed Emilia.L'import è stato di 37,877 mi-liardi di euro nel zolo (m,5 %dell'import nazionale; +23,7 %rispetto al 2009). Nel 2010 i

principali Paesi da cui iprodot-ti veneti sono stati importat isono Germania (23,9%), Cin a(Io"), Francia (6,3%), Spa-gna (4,7%), Austria (4,2%) .

La Ue continua a rappresen-tareilprincipale mercato dipro-venienza delle merci importat ein Veneto,èon una quota in va-lore che si aggira intorno al 64per cento. La seconda area di ap-provvigionamento è quell adell'Asia orientale, con il 14,1per cento . Ancora significativerisultano le quote dei Paes idell'Europa orientale (4%) edell'Africa settentrionale(4,3%). L'import veneto regi-stra incrementi significativi, i ntermini di valore, in tutte le areegeo-economiche prese in esa-me : +25,4% dalla Ue, con punt esuperiori al 40io dalla Gran Bre -tagna, dalla Spagna, dalla Slove-nia e dall'Austria, +25,3% dal -l'Est europeo. E con questi nu-meri, uscire dalla crisi sarà piùsemplice .

vincenzo .delgiudice@i lsole24ore.com

®RIPRODUZIONE RISERVATA

Sopra la media

Andamento del Pil in Veneto e in Italia . Variazione % su annoprecedente . Anni 2000-201 0

Italia

Veneto ,

1

Governatore. Luca Zaia, 43 anni, dai 2010 è presidente del Venet o

-6'.. Fonte : elaborazione Unioncamere del Veneto su dati Istat e Prometei a

4 I—

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press unE 25/10/2011

Il Sole12

«Governo locale chiuso al dialogo»

Giambattista Marchetto «La politica veneta è al mi-

nimo, perché quello che si co-munica è ormai più importante di quello che si fa». Secondo Laura Puppato, presidente del gruppo Pd in Consiglio regioni-le, il problema dei problemi og-gi è l'incapacità «di prendere at-to della situazione reale e di defi-nire con chiarezza gli obiettivi».

Questa accusa di miopia al Governo regionale deriva dal-l'impressione che «la politica continui a voler forgiare un Ve-neto che non esiste più: ci sono Pmi che chiudono, multinazio-nali che non reinvestono qui, l'occupazione femminile è sce-sa al 53% e gli imprenditori dico-no che così non si può andare avanti. Eppure da Palazzo Balbi non cercano un dialogo con tut-te le forze politiche e sociali».

Per paradosso - riferisce la Puppato - questo non avviene su un nodo istituzionale come l'approvazione dello Statuto, su cui «si procede al ralenty, ma con alcune forti volontà e con la disponibilità delle mino-ranze». Invece non c'è dialogo su nodi fondamentali: sul recu-pero del gap infrastrutturale ed energetico, sullo sblocco dei piani urbanistici (fermi per an-ni in Regione), sulla scuola e sul-la formazione «che è stata azze-rata», sul turismo «che pensa-no di far gestire alle Proloco». Nonostante le scarse risorse, però, «si può ancora invertire la tendenza sul modello della Ruhr odi Torino post-Fiat».

In realtà i segnali d'allarme vengono da più settori. Sul fron-te della sanità, se quella pubbli-ca soffre endemiche difficoltà

di budget, anche dalle restrizio-ni in ambito privato si annuncia-no pesanti ripercussioni sugli utenti. «Il Veneto sta registran-do una certa involuzione, dato che emerge una scarsa capacità attrattiva da fuori Regione, men-tre il recente Libro bianco affer-ma che tengono solo le strutture private accreditate», evidenzia Vittorio Morello presidente Aiop (Associazione ' ospedali privati). Però con la riduzione dei budget (sceso per i privati dal 6,8 al 5,6 del totale regiona-le) «anche la sanità a gestione

ACCUSE DALL'OPPOSIZIONE La maggioranza continua a voler forgiare una terra che non c'epiù mentre le Pmi chiudono e le multinazionali fuggono

non diretta ha dovuto allunga-re le liste d'attesa e dunque si va verso un razionamento dell'offerta a livello ospedalie-ro e dei servizi territoriali». E qui il problema sono soprattut-to i tagli orizzontali, che equipa-rano tutte le aree mediche sen-za valutare le priorità.

Anche dal mondo della cultu-ra i toni sono preoccupati. Lau-ra Barbiani, presidente del Tea-tro Stabile, sottolinea con forza la necessità di «una classe diri-gente capace di vedere lungo, in-dividuando cultura e turismo culturale come fattori strategici di sviluppo per il Veneto». Non nega gli sforzi: «Mi sembra che facciano quello che possono senza soldi, ma il sostegno

all'economia si fa anche con la politica culturale. La cultura, in-fatti, è un potente moltiplicato-re di investimenti. Invece, para-dossalmente, in Veneto si regi-stra un grande scollamento». Ecco allora che gli incentivi per il settore «sono davvero pochi rispetto al patrimonio di bellez-za, storia e tradizioni che que-sta Regione vanta». E Barbiani invita Palazzo Balbi a studiare l'esempio di altre Regioni euro-pee di eccellenza, nelle quali si è compreso che il sostegno alla cultura è un investimento sulle nuove generazioni.

Rilancia l'appello il direttore del circuito regionale Arteven Pierluca Donin. «Per operare dobbiamo poter programmare e a livello regionale i ritardi nel-la comunicazione dei budget impediscono l'accesso al credi-to bancario e dunque di lavora-re anche senza coperture di cas-sa». E nella burrasca della crisi «sarebbe già un risultato tene-re la nave asciutta. Però va con-siderato che un calo di investi-menti di ioomila euro provoca una contrazione di quasi i milio-ne a bilancio, che si ripercuoto-no sull'occupazione e sull'in-dotto fatto di artisti, tecnici, co-municazione». Dunque la poli-tica è "indispensabile": per sce-gliere di investire sullo spetta-colo e per supportare il settore eliminando le contraddizioni normative su incarichi, sicurez-za, contratti di lavoro. «O chi governa a tutti i livelli conside-ra gli artisti una risorsa e ci ascolta, oppure meglio riflette-re su dove, vogliamo andare e cosa vogliamo essere».

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press L.IfE25/10/201 1

Cessioni, proventi ai ComuniL'incasso degli immobili pubblici potrebbe andare agli enti local iROM A

4eìk Ancora un topolino partori-to dalla montagna del potenzial epatrimonio pubblico italiano ,iscritto a bilancio per oltre i.800

miliardi . Le attese dismissioniper ridurre l'indebitamento na-zionale, ormai sopra i 1.900 mi-liardi, che dovrebbero finire neldecreto sviluppo riguardano sol-tanto il settore immobiliare, maper ora si tratta perlopiù di linc edi indirizzo per velocizzare l eprocedure preliminari a unaeventuale cessione operraziona-lizzare l'utilizzo degli immobilida parte della pubblica ammini-strazione .Inlinea di massima ap-paiono come le prime disposizio-ni attuatine di una strategia indi-

cata dai tecnici del ministerodell'Economia a fine settembr ein occasione del seminario sull avalorizzazione del patrimoniopubblico . Sono tre i punti salien-ti previsti nel decreto: laraziona-lizzazione dell'utilizzo degli im-mobili, in particolare dell'occu-pazione degli spazi che le ammi-nistrazioni devono ridurre in mi-sura del2oper cento tra il 2012 e il2013 ; la dismissionc del patrim o -nio residenziale pubblico agli in-quilini, la valorizzazione del pa-trimonio immobiliare militare ela possibile cessione di edificicarcerari di pregio, anche conpermuta con edifici privati in co-struzione allo scopo di aumenta -re gli spazi e ridurre l'affollamen-

to negli istituti di pena . Una dellenovità più rilevanti che potrebbe -ro essere inserite nel decreto ri-guarda la destinazione dei pro-venti di queste dismissioni: an-dranno agli enti locali «per le spe-se di investimento in deroga alpatto di stabilità».

Proprio la possibilità di desti-nare i proventi delle cessioniagli enti locali per spese in dero-ga al patto di stabilità era statauna delle proposte suggerite daConfindustria nel manifesto sulrilancio della crescita presenta-to nei giorni scorsi.

Il decreto prevede, inparticola-re, «disposizioni in materia dira-zionalizzazione delle struttureperiferiche delle amministrazio-

ni centrali dello Stato, dismissio-ni del patrimonio residenzialepubblico, semplificazione de ipermessi di costruire e di locazio-ne di immobili urbani ad uso di-verso di quello di abitazione» . Aproposito di razionalizzazioneviene specificato che «le medesi-me amministrazioni devono ri-durre, in misura non inferiore alio per cento per ognuno degli an-ni 2oi2 e 2013, l'uso della superfi-cie quadrata degli immobili de-maniali destinati agli uffici pub-blici o la spesa complessiva per ilcanone di locazione in caso di sot-toscrizione di nuovi contratti.Iri-sparmi comunque realizzati, cer-tificati dai competenti organi d icontrollo mediante comparazio -

ne tra la spesa sostenuta nel 2011 equella relativa a ciascuno deglianni 2012 e 2013, contribuiscon oal 5o per cento al miglioramentodei saldi di finanza pubblica e al5o% sono destinati alla contratta-zione integrativa» . Si fa riferi-mento alla valorizzazione del pa-trimonio immobiliare militare .«Il ministero della Difesa - recitail decreto - sentita l'agenzia deldemanio, può chiedere al comu-ne interessato di adottare, entronovanta giorni, la delibera, con l aquale si provvede ad assegnareagli immobili la destinazioned'uso civile corrispondente aquella di effettivo utilizzo» .

L .Ser .IN RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli immobili della Pubblica amministrazione

Dati in mld di eur o

Stat o

Region i

(*) Il valore degli immobili delle Università non è incluso nel totale perchè già contabilizzato nella voce "Stato" ; (**) l'ediliziaresidenziale Pubblica non è inclusa nel totale ; (***) per "libera" si indende non utilizzata direttamente dalla P a

Fonte : studio di Edoardo Reviglio sul patrimonio pubblico

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«Riforma strutturale di lungo periodo»

Isabella Bufacchi BRUXELLES. Dal nostro inviato

WC Da un insieme di opera-zioni di valorizzazione, razio-nalizzazione e dismissione del patrimonio pubblico si po-tranno ottenere circa 200 mi-liardi di curo di entrate extra tributarie nei prossimi vent'anni• un incasso che con-sentirà di abbattere lo stock del debito pubblico tramite le alienazioni di immobili, valo-rizzazione di concessioni, riordino e privatizzazione di partecipazioni e migliore ri-scossione dei crediti pubbli-ci, e con un intervento indiret-to strutturale sull'avanzo pri-mario. Ma Edoardo Reviglio, esperto della materia consul-tato dal ministro Tremonti, relatore sul patrimonio al Mef e professore all'universi-tà Luiss, mette in guardia chi si aspetta dal gigantesco patri-monio pubblico un'altrettan-to gigantesca e miracolosa 'operazione one-off per ridur-re il debito. «Sarà un'azione graduale, costante, penetran-te, distribuita negli anni, con positivi effetti strutturali e permanenti sia sul conto eco-nomico che 'sulla riduzione del debito pubblico, ma an-che sulla crescita in quanto forte volano di attività econo-mica. Nulla di miracoloso», ammonisce in un'intervista al Sole 24 Ore.

Come si arriva a un inter-vento da 200 miliardi?

Il ministero dell'Econo-mia ha stimato un recupero pari a circa 9 miliardi all'an-no, dal 2011 al2o2o: 3,3 miliar-di nella riduzione degli spa-zi utilizzati dagli uffici pub-blici, 3 nella riduzione dei co-sti di gestione, 2,5 nell'au-mento dei redditi delle con-cessioni, r nell'incremento della redditività delle socie-tà degli enti locali, 25-30 nel-la dismissione degli immobi-li non strumentali e io nella vendita dei diritti del Cot.

Non si presenta come un'operazione una tan tum...

Si tratta di una riforma strutturale per la crescita at-traverso il riordino e la miglio-re gestione dei beni della pro, prietà pubblica. Un'azione che ha un orizzonte tempora-le di medio e lungo periodo, con effetti fin dal prossimo an-no, che potrà portare nelle casse dello Stato maggiori rendimenti dai beni che sono fruttiferi; minori costi di ma-nutenzione deibeni mantenu-ti nella proprietà pubblica;

proventi straordinari dismet-tendo quei beni che non ser-vono alle funzioni pubbliche. Inoltre la riforma avrà effetti positivi su territorio e riquali-ficazione delle città.

Ilpatrimoniopubblico va-le quasi 2.000 miliardi ma il beneficio sui conti sarà di 200:perché?

Il patrimonio pubblico nel suo complesso ha un valore di circa i.800 miliardi, ma si trat-ta di un valore "teorico", in quanto una serie di beni, co-me le risorse naturali ed il pa-trimonio storico culturale, so-no "fuori commercio" e quin-di senzavalore di mercato, so-no state valutate con metodo-logie che seguono i criteri in-ternazionali. Di questi 1.8 oo miliardi sono state isolate

ENTRATE EXTRA-TRIBUTARIE valoripazioni

si no ottenere 200 miliardi nei prossimi vent'anni»

L'AVVERTIMENTO «L'effetto sul de sarà graduale: non aspettiamoci di colpo risultati miratolesi»

quattro categorie di beni, ilpa-trimonio cosiddetto "fruttife-ro", su cui si concentra lavalo-rizzazione. Si tratta di crediti, concessioni, immobili e parte-cipazioni.11 "patrimonio frut-tifero" vale circa 700 miliardi. Attenzione. Non 70o miliardi di beni da vendere ma beni da valorizzare!

Sul patrimonio immobilia-re, che è quello più ricco, si può ambire a solo 25-30 mi-liardi di incassi da dismissio-ni. Perché non di più?

Primo, gli immobili pubbli-ci sono distribuiti da oltre 9000 amministrazioni (Stato, enti previdenziali, Regioni, Province, Comuni, universi-tà, Asl, enti pubblici centrali e locai e società pubbliche). So-no quindi dispersi e si richie-de un grande impegno collet-tivo ed una forte condivisio-ne tra tutti i livelli di governo. Secondo, dei circa soo-600 miliardi di immobili solo cir-ca il 5-io per cento non sono usati direttamente dalle am-ministrazioni proprietarie. Vi sono quindi circa 3o-4o mi-liardi di immobili potenzial-mente "liberi".

Come si arriva a 25-30 mi-liardi di dismissioni immo-biliari?

Verranno soprattutto dagli enti locali che ne possiedono più dell'8o%, e viste le difficol-tà di bilancio dovute alla ma-novra d'estate, avranno un forte incentivo a censire, rior-dinare e valorizzare e dismet-tere i beni in eccesso alle fun-zioni pubbliche ed a liberare spazi con una certa rapidità, vista l'urgenza. Per fare que-sto avranno bisogno dell'assi-stenza di soggetti professio-nalmente ed "eticamente"-cd-paci. Per molti di questi patri-moni manca un censimento, i beni richiedono un' azione di due diligence amministrativa (titolo di proprietà, messa a norma, calcolo della metratu-ra e delle particelle, definizio-ne della destinazione d'uso e collocazione urbanistica, etc.). Ma vi sono anche altri patrimoni che potrebbero ag-giungersi: le caserme ed i beni della difesa, parte degli allog-gidell'ERP (oltre i milione di alloggi), i beni in eccesso del-le ASL e altro. Per avere suc-cesso, tuttavia, non basta solo un forte messaggio culturale ci vuole anche una regia a for-te "intensità politica", l'avvio di un piano straordinario per il futuro del Paese e delle ge-nerazioni future.

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‹, INEonna strutturale di lungaperiodo,

IMAGOECONOMICS

Docente. Edoardo Reviglio

press unE 25/10/2011

II Soler /,1

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pubbl

Le ultime novità del testo

Infrastrutture, le opere «connesse» nella concessione

ROMA

'Ma Nelle concessioni si po-tranno affidare in gestione al concessionario anche le opere «connesse» già realizzate al momento dell'affidamento dell'opera principale. «Que-sto consente di anticipare l'af-flusso dei proventi della ge-stione che rimangono comun-que correlati ai costi di investi-mento della concessione, e dunque di ridurre l'onerosità finanziaria dell'operazione»: la relazione allegata alla bozza di decreto legge sulla crescita spiega così una delle ultime no-vità introdotte nella parte del provvedimento dedicata alle infrastrutture. Sempre con ri-ferimento alle concessioni è confermata la possibilità di considerare come controparti-ta anche la cessione di immobi-li pubblici: una strada per con-sentire maggiore flessibilità di prezzo nell'utilizzo della ces-sione di immobili connessi all'opera da realizzare, già nel-la disponibilità del committen-te pubblico o espropriati allo scopo. Sempre per le autostra-de, viene eliminato il parere del Cipe e delle commissioni parlamentari, sull'aggiorna-mento delle convenzioni auto-stradali: viene reintrodotto il parere del Nars (l'organo tec-nico presso il Cipe), mentre l'approvazione passa per un decreto interministeriale Eco-

nomia-Infràstrutture. Anche la norma che incenti-

vale compagnie assicurative a investire nelle infrastrutture resta: è previsto infatti che la riserva tecnica possa essere coperta anche con azioni, ob-bligazioni o fondi che investo-no nel settore delle infrastrut-ture pubbliche. Nuovo ingres-so per la norma che consente alle Fs di ridurre i costi delle opere ferroviarie, eliminando l'overdesign, cioè la ridondan-za di norme tecniche soprat-tutto in materia di sicurezza.

Sul piano delle semplifica-zioni è prevista l'approvazio-ne unica del progetto delle opere strategiche da parte del Cipe: basterà l'ok al prelimina-re, senza il secondo passaggio sul definitivo, qualora «sia ve-rificata la coerenza rispetto al progetto preliminare» Si can-cella anche l'obbligo per il committente di approvare' e portare al Cipe l'intero piano economico-finanziario dell'opera qualora per questa ,

si scelga la strada della realiz-zazione per «lotti costrutti-vi». I documenti e i piani do vranno tessere elaborati «in conformità alla scansione temporale degli investimenti assegnati».

La semplificazione del regi-me dell'utilizzo delle terre e rocce da scavo, oltre a essere

una disposizione semplifica-trice di carattere generale per la realizzazione di gallerie, do-vrebbe avere un effetto imme-diato sui lavori della variante autostradale di valico appen-ninico fra Firenze e Bologna.

Resta intatto il nodo degli incentivi fiscali su cui il mini-stero dell'Economia non fa sa-pere quale sia la propria posi-zione. Per ora via XX settem-bre è attestata sullo sgravio li-mitato a Ires e Irap, mentre continua il pressing del mini-stero delle Infrastrutture per estendere il beneficio all'Iva. Astrid e Respublica hanno già dimostrato, con i due case study della Orte-Mestre e del-la Livorno-Civitavecchia, che l'Iva sui pedaggi è efficace.

L'articolo sugli incentivi fi-scali non è ancora scritto, ma c'è una bozza dì relazione che sembra "aprire" rispetto alle

. richieste del ministero delle

IVA Per ora sgravi su Ires e Irap, ma Matteoli insiste. I case study di Astrid e Respulglica confermano ['utilità del beneficio

Infrastrutture: l'elenco delle opere agevolabili sperimen- talmente dovrebbe essere

messa a punto dallo stesso mi-nistero delle Infrastrutture; inoltre la defiscalizzazione dovrebbe essere «a copertu-ra parziale o totale del contri-buto pubblico».

Per ora, invece, l'Economia ha fissato e limitato l'incenti-vo fiscale a otto opere che pre-vedono un investimento di 13.753 milioni di cui 3.293 a ca-rico del contributo pubblico. Per ora Tremonti è attestato sulla linea che gli incentivi fi-scali concessi a queste opere sostituiscono il contributo pubblico, con un beneficio im-mediato e un aggravio ritarda-to per le casse statali.

Le altre novità della bozza portata ieri al vertice di Gover-no comprendono gli incentivi per gli investimenti in favore dei parcheggi, l'eliminazione della quota di subappalti alle piccole e medie imprese nei la-vori dei generai contractor, il rilancio degli investimenti nei porti, l'eliminazione della variante urbanistica automati-ca in caso di cessione di immo-bili pubblici come contropar--tita delle concessioni, le modi-fiche al decreto legge sullo svi-luppo di maggio sul costo del lavoro e sul tetto alle varianti e alle riserve.

G. Sa. [email protected]

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press unE 25/10/2011

Il Sole12

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press unE 25/10/2011

Il soler /,1

Le otto opere dell'Economia

In milioni di euro

pubblico

Pontina 2.728 2.260 468

55514 Ragusana 898 532 366

Campogalliano-Sassuolo 506 270 236

E45-E55 Nuova Romea 7.223 5.778 1.444

- Ferrara-Porto Garibaldi 826 647 179

55372 Telesina (Benevento-Caianello) 616 416 200

Pedemontana piemontese 651 451 200

Al-Area Domitiana 305 105 200

Tcrtiak 13.75310.459

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press L.IfE25/10/2011 ItaliaOggi

Una voglia di sanatoriaallargata ai tributi locali

Sanatoria a tutt ocampo per i tributilocali . Nell'ultimabozza del decretosviluppo (prima chearrivasse la smentitaufficiale da parte delgoverno) è spuntataanche la possibilitàper regioni, provincee comuni di perdo-nare i contribuent iche non hanno pa-gato l'Ici, la Tarsu ,la Tia, l'Ipt, la tass aper l'occupazione d iaree pubbliche, l'im-posta sulla pubblici-tà e chi più ne ha piùne metta . In praticatutte le imposte lacui titolarità giuri-dica e il cui gettitosiano integralment eattribuiti agli enti locali. Oltre al condono delle tasse nonpagate, gli enti locali potranno anche azzerare o ridurreinteressi e sanzioni. L'ipotesi prevede inoltre la possibilitàdi aderire al condono anche se il contribuente ha ricevut oun avviso di accertamento o ha in corso una lite fiscale .In quest'ultimo caso, la richiesta di avvalersi dell'agevo-lazione comporterà la sospensione (su richiesta) del giu-dizio che si intenderà del tutto estinto qualora il debit ocon l'ente locale sia completamente pagato . L'ipotesi d isanatoria lascerà per strada un ventaglio molto ristrett odel fitto paniere di tributi locali: le compartecipazioni ele addizionali a tributi erariali (Irpef e Iva), oltre all'Irapche, come ha più volte chiarito la Corte costituzionale, è

un tributo statale il cui gettito è attribuito alle regioni .Affissioni abusive e canone Rai . Tra le novità allo studio

dell'esecutivo anche un «perdono» con lo sconto per i mani -festi elettorali non in regola. Dopo sei sanatorie consecuti-ve (1996, 2001, 2005, 2008, 2010, 2011), l'ultima delle qualiprevedeva la possibilità di chiudere i conti con i comun iversando un'una tantum di 1 .000 euro, arriva un bel regal oper gli irriducibili del manifesto selvaggio . Le violazion i«ripetute e continuate», si legge nella bozza di dl sviluppo ,commesse fino al 31 dicembre 2010 potranno essere sana -te in qualunque ordine e grado di giudizio versando 75 0euro per anno e per provincia. Il versamento dovrà essereeffettuato a favore della tesoreria comunale o provincial ese le violazioni sono state compiute in più di un comun edella stessa provincia. In questo caso sarà l'ente interme-dio a rimborsare i municipi in cui sono state commesse leviolazioni. Non sarà previsto rimborso per le somme giàriscosse . La dead line per aderire al condono è fissata a l2 aprile 2012 . Entro la stessa data potrà essere sanato ilmancato pagamento del canone Rai (anche nelle ipotesi incui vi sia un procedimento amministrativo o giurisdizional ein corso) versando 50 euro per ogni annualità dovuta .

Servizi pubblici locali . I soggetti affidatari diretti di ser-vizi pubblici locali nell'ultimo anno di contratto potrann oconcorrere a gare su tutto il territorio nazionale . Gli entilocali potranno decidere di affidare con gara una pluralit àdi servizi locali qualora questa scelta sia economicament evantaggiosa per l'amministrazione . La bozza di decretosviluppo interviene anche in materia di liberalizzazion idelle utility inserendo alcune modifiche «strategiche »all'interno della nuova disciplina del settore spazzata viadai referendum di giugno e riscritta dalla manovra di Fer-ragosto (art 4 del dl 138/2011) . Molte le novità introdotte .Per esempio si stabilisce che le compensazioni a favor edelle aziende di trasporto pubblico locale dovranno tenereconto dei costi standard . Inoltre, per migliorare la qualitàdei servizi e consentire un confronto tra le diverse gestio-ni, gli enti affidatari saranno tenuti a rendere pubblici idati su qualità, prezzo medio per utente e livello degl iinvestimenti effettuati .

Francesco Cerisan o ORiproduzione riservata

Pagina 6~hurl con io!! q'mi) Iulaúale

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press L.IfE25/10/2011

ItaliaOggi

Sono situati nell'Appennino bolognese . I consiglieri passano da ben 77 a 20 soltanto

Miracolo/ Fusi cinque comuniLo Stato però, anziché aiutare i volonterosi, li ostacola

DI GIORGIO PONZIAN O

i provano. Primi in Ita--1ia, cinque piccoli Co-muni della valle del Sa-moggia, nel bolognese ,

si fondono . Incredibile ma vero :cancellati cinque sindaci, cinqu egiunte (28 componenti) e cinqu econsigli comunali (77 consiglie-ri) . Al loro posto il sindaco, unagiunta (6 assessori) e il consigliocomunale (20 membri) del nuovomaxi-Comune. Una bella sforbi-ciata . Obiettivi : risparmiare edare ai cittadini servizi più effi-cienti. l'iter è stato ufficialmenteavviato con le delibere di tutti iconsigli comunali e il traguardoè stato posto al 2014, ovvero leprossime elezioni amministrati-ve si svolgeranno per eleggere gliorgani del nuovo Comune.

Ma quanta fatica, nel nostr oPaese, per mettere insieme unpugno di piccoli Comuni . In-fatti, non basta l'approvazion edelle delibere comunali, occorreche la Regione emani una leggeper la fusione, poi il referendumconsuntivo indetto sempre dallaRegione, la quale dovrà ridelibe-rare, poi tutto il malloppo finiràsul tavolo del ministro dell'Inter-no che dovrà dare l'ok. La proce-dura è talmente complessa che èstata incaricata la scuola di studiamministrativi dell'università

di Bologna di seguirne l'iter. Perstringere i tempi i cinque Comu-ni virtuosi hanno deciso di met-tersi già insieme, per ora su bas evolontaria, e hanno ideato l'Unio-ne dei comuni della Valsamoggia,un modo per incominciare a uni-ficare i servizi, dai software degliuffici (finora ognuno dei Comuniaveva fatto per proprio conto ,ora vi sarà un software unico )alla polizia municipale, che saràcoordinata centralmente, dal -lo sportello unico delle attivitàproduttive all'uniformazione deiregolamenti edilizi .

Il bello è che a cavalcare la fu-sione è il Pd (al governo nei cin-que Comuni) mentre a osteggiar -la è il centrodestra, che invece aRoma ha nel ministro GiulioTremonti uno dei profeti dell'ac-corpamento dei piccoli Comuni .Misteri della politica italiana.

Nel volantino distribuito inquesti giorni in migliaia di copi edal centrodestra è scritto : «Que-sta operazione politica-burocrati-ca annulla come un colpo di spu-gna secoli di storia delle nostrecomunità . Un'identità che appar-tiene a noi, alle nostre famigli ee ai nostri cari, anche quelli ch eoggi non ci sono più e che ave-vano nel cuore l'orgoglio di dirs icittadini di un Comune» .

Che il Pd voglia fare di que-sta fusione un «caso» nazionale,

proponendolo come esempio vir-tuoso di riassetto istituzionalee razionalizzazione dei costi, lodimostra il fatto che il parterrealla presentazione dell'eventonella palestra delle scuole me -die di Bazzano, era guidato dall acapogruppo Pd al Senato, AnnaFinocchiaro, e in prima fila v iera anche il sindaco di Bologna ,Virginio Merola. «In questasede si contrasta l'immobili-smo», dice Anna Finocchiaro, «ela paura della politica nazionale :un popolo protagonista della for-za di un territorio contro il fer-mo totale del paese . L'Italia si famigliore dal basso, un interventoche andrà sui libri di storia in un

Paese che l'attuale maggioranzaha reso frammentato a favore delrais chiuso nel palazzo . ..».

Il nuovo Comune Valsamoggi a(al posto di Bazzano, Crespellano ,Savigno, Monteveglio, Castello diSerravalle) avrà 30 mila abitant ie sarà il quarto più grande dellaprovincia bolognese, il risparmioè stimato in di 240 mila eurol'anno. «In questo modo», diceForte Ciò, segretario Pd dell avalle del Samoggia (il Pd ha giàfuso le sue sezioni), «ce la faremoda soli . Guardiamo con sospet-to chi predica un federalismostraccione fatto di norme cheammazzano enti locali e comunipiù piccoli» .

Gli fa eco Virginio Merola:«Un'iniziativa che si contrapponeconcretamente ad anni di chiac-chiere della Lega che nei fatti hafirmato le operazioni più centra-listiche ed autoritarie della sto-ria della repubblica» . Ma ribatteManuele Luppi, capogrupp odel centrodestra nell'Unione deiComuni della Valsamoggia : «Di-ciamo no al Comune unico per-ché siamo tenuti all'oscuro suicriteri della fusione, quasi ch esi trattasse di un affare privat odel Pd».

Da parte sua l'università diBologna, senza guardare néa destra né a sinistra, nel suopiano definisce pomposamentel'operazione : recentrage, ovver ol'aumento della capacità di go-verno e di «peso» politico di unterritorio . Che tradotto in lin-guaggio semplice significa che ipiccoli Comuni rischiano di noncontare niente e quindi è megliomettersi insieme e cercare di con -tare, anche perché i servizi chele amministrazioni comunali ga-rantiscono ai loro cittadini sonooggi erogati per lo più tramite so-cietà di secondo livello, pensiamoalle multiutility come, in Emilia ,Hera: come può un Comune di2mila abitanti fare la voce grossacon una multiutility che fattura142 milioni di euro? ©Riproduzione riservata Pagina 15

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Corte conti Liguria sulla stretta del dl 78

Niente tagli al portavoce

DI ANToNio G. PALADINO

"incarico di portavoce del sindaco, che si colloca all'interno delle dispo- sizioni previste dalla

legge n.150/2000, rappresenta la realizzazione di una finalità dell'amministrazione, che è quel-la di assicurare la comunicazio-ne politica-istituzionale secondo gli indirizzi stabiliti dal vertice dell'amministrazione pubblica. Per tale motivo all'indennità pre-vista per tale funzione non si ap-plicano i tagli disposti dall'artico-lo 6, comma 7 del dl n.78/2010.

È quanto ha messo nero su bianco la Corte dei conti Liguria, nel testo del parere n.70/2011, rispondendo a un quesito posto dal comune di Santa Margherita Ligure, per sapere se tra i tagli alla spesa annua per studi e con-sulenze, dovesse rientrare anche l'indennità prevista per la funzio-ne di portavoce del sindaco.

Il collegio della Corte ligure ha rilevato che l'incarico di portavo-ce non configura una mera consu-lenza, ma rappresenta la realiz-zazione di una finalità dell'ente, ovvero quella di assicurare la comunicazione politica-istituzio-nale secondo gli indirizzi stabiliti dal vertice della p.a.

La legge n.150/2000, infatti, ha immesso nell'ordinamento il concetto di comunicazione pub-

blica, riconoscendo alla stessa il carattere di risorsa prioritaria e strutturale, legittimandone e pre-vedendone la diffusione in ogni momento e settore della pubblica amministrazione. Il portavoce è legato da un totale rapporto fidu-ciario al soggetto/organo che egli rappresenta, collaborando in pri-ma persona nei rapporti. di carat-tere politico-istituzionale con gli organi d'informazione e per il suo incarico non viene previsto un contratto, ma solo un'indennità stabilita dall'organo di vertice.

È una figura innovativa, ha proseguito il collegio, «che co-niuga un'elevata competenza professionale con un rapporto di fiducia e di appartenenza con il capo dell'amministrazione, di cui deve essere capace di comunicare scelte, orientamenti e strategie».

Tali caratteristiche, pertanto, rendono evidente che la spesa relativa all'indennità per il por-tavoce, esula in realtà dalla di-sciplina degli incarichi di studio e di consulenza di cui all'art. 6, comma 7, del dl n. 78/2010. Se così non fosse, infatti, si vanifi-cherebbero gli effetti voluti dalla legge n. 150/2000, che ha indivi-duato nel portavoce «una figura precisa di raccordo con il vertice dell'amministrazione per assicu-rare la comunicazione politica-istituzionale».

--o Riproduzione riservata--W

Pagina 36 In comune dirigenti etm la laurea

nti blindsui per ren

pressunE 25/10/2011

ItaliaOggi

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La Corte conti, stoppa il tentativo del sindaco di Milano di nominare manager senza requisiti

In comune dirigenti con la laurea Il titolo di studio è essenziale. Anche per i contratti a termine

DI ANTONIO G. PALADINO

Negli enti locali, la man-canza del diploma di laurea impedisce lo svol-gimento della funzione

di dirigente a tempo determina-to, anche se in presenza dei re-quisiti di comprovata esperienza professionale. Infatti, come pre-vede l'articolo 19, comma 6 del dlgs n.165/2001, il possesso del diploma di laurea è presupposto inderogabile per il conferimento di un incarico dirigenziale negli enti locali, in quanto si tratta di un requisito di base e necessaria-mente propedeutico per l'accesso alla qualifica dirigenziale.

È quanto ha messo nero su bianco la sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Lombardia, nel testo del recente parere n.504/2011, ri-spondendo in tal senso a una richiesta pervenuta dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.

Distanza formulata dal primo cittadino milanese, infatti, tende-va a conoscere se a soggetti ester-ni all'organigramma del comune, in possesso di particolari e com-provate qualifiche professionali,

con maturata esperienza in fun-zioni dirigenziali per almeno un quinquennio, si potesse conferire incarichi dirigenziali con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato, pur in mancanza del possesso del diploma di laurea. A sostegno della possibilità di poter instaurare tali rapporti, Pisapia ha rilevato che dalla let-tura del citato articolo 19, comma 6, sembre-rebbe che i requisiti culturali, professio-nali e di comprovata esperienza siano tra loro alternativi. In poche parole, secon- do il titolare di palazzo Marino, soggetti privi di laurea, ma in possesso di particolari specializ-zazioni professionali, culturali o scientifiche, potrebbero essere in-cardinati nei ruoli della dirigenza comunale. Una fattispecie che ri-corda da vicino la sentenza della Corte dei conti Toscana (si veda ItaliaOggi del 22 ottobre scorso), che ha condannato gli ammini-stratori di un comune per aver

conferito la funzione di direttore generale a un soggetto privo di laurea, in quanto la mancanza del titolo ha reso la prestazione

lavorativa per l'ente assolutamente ina- deguata. Il collegio della magistratura contabile non è sta- to dello stesso avviso della prospettazione di Pisapia. Infatti, come disciplinato dal più volte citato articolo 19, comma 6 del dlgs n.165, il re- quisito del possesso del diploma di lau- rea è necessario per il conferimento di un incarico dirigenziale

negli enti locali, così come nelle altre amministrazioni che rien- trano nell'alveo delle pubbliche amministrazioni, in quanto «si tratta di un requisito di base e ne- cessariamente propedeutico per l'accesso alla qualifica dirigen- ziale». E pur vero, ha rilevato la Corte, che 1' art. 110 del Tuel e la disciplina introdotta dall'art. 19 comma 6 del dlgs n.165 del 2001, consentono l'accesso di soggetti

particolarmente qualificati alla dirigenza a tempo, prevedendo che i soggetti che possono rien-trare in questa categoria debbono possedere alcuni requisiti di spe-cificg preparazione ed esperienza professionale, ma occorre eviden-ziare che «le previsioni normative in esame non sono sostitutive del requisito di base del possesso del-la laurea ma sono aggiuntive, nel senso che purché in possesso del diploma di laurea i soggetti che siano dotati di uno dei requisiti delineati nell'art. 19, c. 6 possono ottenere un incarico dirigenziale temporaneo». Un orientamento che la stessa sezione del controllo (cfr. parere n.20/2006), aveva già espresso, nel senso della neces-saria compresenza di entrambi i presupposti, diploma di laurea ed esperienza lavorativa, affinché si possa dar corso al conferimento degli incarichi dirigenziali.

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In comune dirigenti con la laurea

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press LITE 25/10/2011

ItaliaOggi

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press L.IfE25/10/2011

ItaliaOggi

Palazzo Spada: sì a polizza fideiussoria

Affidamentiblindati per l'ente

DI DARIO FERRARA

Affidamento di serviz iblindato per il comune .È legittima la clausoladel bando che preved e

una polizza fideiussoria per laquale, una volta ottenuta l 'ag-giudicazione, il concessionariodovrà essere in possesso di unafideiussione bancaria, pari a l10% dell'importo della garavinta, in modo che l'ente loca -le abbia una garanzia raffor-zata del pagamento da partedel concessionario del canoneofferto per ogni stallo. E quantoemerge dalla sentenza 5636/11 ,pubblicata il 21 ottobre 2011dalla quinta sezione del Con-siglio di stato .

Stallo escluso . Accolto i lricorso dell'amministrazionenell'ambito di un contenziososull'affidamento della gestionedei parcheggi : legittima l'esclu -sione dalla gara dell'aziend aconcorrente che, con riferimen -to alla cauzione prescritta da lbando, allega all'offerta soltan -to l'appendice scheda-tecnica ,secondo lo schema tipo 1 .1 . d icui al dm 123/2004, rilasciat adalla compagnia assicurativa .Il bando di gara parla chiaro :dispone espressamente a pen adi esclusione che la polizz afideiussoria debba contenere«l'impegno a rilasciare, in caso

di aggiudicazione dell'appal-to, una fideiussione bancari apari al 10% dell'importo di ag-giudicazione, oltre Iva se e inquanto dovuta, da svincolars idopo due mesi dalla fine de lcontratto con l'espressa previ-sione che, se non si ottempere-rà al pagamento (del canone) ,il comune potrà procedere all ariscossione della stessa, senz aulteriori adempimenti e conla contestuale risoluzione delcontratto» . La clausola voluta 'dall'amministrazione è piena-mente lecita perché le relativeprescrizioni puntano a evitareeventuali contestazioni in sededi esecuzione del contratto :nonostante le cauzioni prov-visorie e definitive ex articol i75 e 113 dlgs 163/2006 sian ogaranzie autonome e/o a prim arichiesta, cioè prive di accesso-rietà con il debito dell'obbligatoprincipale, non si può escluderea priori che il soggetto aggiudi-catario (che è il debitore prin-cipale) possa agire in via di re-gresso e/o rivalsa nei confrontidel comune garantito .

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11 ministero dell'istruzione ha presentato il suo piano. Emilia e Toscana devono avere più scuole

Il pasticcio del dimensionamento Istituti con mille alunni per centrare i risparmi di Tremonti

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Sono 1300 le scuole che devono essere soppresse per conseguire a pieno gli obiettivi del dimensiona-

mento fissate con la manovra della scorsa estate. Dovranno pensarci le regioni e dovranno farlo in fretta, entro il prossimo dicembre. Una prima bozza di autoriforma che è circolata nelle scorse settimane (si veda Italia-Oggi del 27 settembre) proponeva tagli molto sostanziosi per le re-gioni del Sud. Tanto da scatenare una mezza rivolta in conferenza delle regioni da parte dei gover-natori meridionali che si erano visti approvare (a loro insaputa?) la proposta.

Ora il ministero dell'istru-zione ha presentano una sua piattaforma nel tentativo di dare uniformità al lavoro. E anche qui non mancano le sor-prese, con regioni, come l'Emi-lia Romagna e la Toscana, che dovrebbero addirittura avere più scuole di quelle che sono

in dotazione ad oggi. Insomma, un vero pasticcio, aggravato dal fatto che ogni parametro scelto quando è calato nel dato reale diventa sempre troppo stretto o troppo largo. La razionaliz-zazione della rete scolastica riguarda la creazione degli istituti comprensivi del 1° ciclo d'istruzione, un nuovo modello organizzativo che raggruppa scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado. Obiettivo: avere istituti con non meno di mille alunni, che scendo- no a 500 nel caso di co- muni montani e piccole isole. E così se oggi ci sono 7.210 istituzio- ni, con i nuovi pa- rametri si scende a 5.910. Il risparmio? Il conseguente ta- glio ai posti di di- rigente scolastico e di personale am- ministrativo.

Le regioni più colpite sono ovvia- mente quelle del Sud:

la Campania ha punte del 45% in eccedenza ad Avellino, stessa cosa per la Calabria a Vibo Valentia,

l'Abruzzo veleggia sul 20%, con Chieti

a quota 30% di scuole in più. Il Lazio oscilla tra il 15% di Roma e il 21% di Vi- terbo. E poi la Sicilia, con il

32%, la

Puglia con il 33%. Ma ci sono anche le eccezioni dell'Emilia Romagna con Modena e Raven-na, che sono a-3%, in Liguria Savona ha un -19%, -14% nella lombarda Bergamo. A Firenze un -10% di scuole, Pisa -12%. E così ci si chiede, cosa si fa in questi casi? Si compensa tra una provincia che ha meno scuole e altra che ne ha di più? Su questo il ministero dell'istruzione non dice nulla. Viale Trastevere, in una nota del 7 ottobre scorso, ha invitato i suoi direttori scolasti-ci regionali a prendere contatti con gli enti locali perché si diano da fare con il piano di dimensio-namento. Già, perché la compe-tenza in materia è delle regioni. Ma gli effetti delle loro azioni si riflettono sul bilancio del mini-stero: nel caso di minori rispar- mi rispetto a quelli fissati da Giulio Tremonti, il ministero dell'economia taglierà i fondi all'Istruzione. Uno dei pasticci del decentramento scolastico a metà.

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11 pasticcio del din,ensionaiuento

press unE 25/10/2011

ItaliaOggi

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sce anche la rassegna gastronomica 1:ftti-

tiliTITIO del bOSC.13.1 del Mare ». che vedrà i riatoraitti di. Bussi impegnati a pre.serdare

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