INDICE LE DOLOMITI - Passionemontagna€¦ · 12 Lago di Braies – Monte Pra della Vacca 40 13...

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5 INDICE 4 INDICE Montagne nate in fondo al mare 8 La guerra nelle Alpi 9 Tarda scoperta 10 I fiori che adornano le Dolomiti 11 Consigli e segnalazioni · Valutazione della difficoltà 12 Consigli e segnalazioni · Servizio informazioni e meteo 13 LE DOLOMITI LA VAL D’ISARCO Là dove s’incontrano nord e sud 14 Plose 1 Bressanone – Rifugio Plose – M. Forca Grande 16 Le Odle 2 Rif. Malga Zanes – Sobutsch 18 3 Attorno al Sass de Putia 20 Sciliar-Alpe di Siusi 4 Castelrotto – Bullaccia 22 5 I Denti di Terra Rossa non mordono 24 6 Saltria – Sasso Piatto 26 7 Sull’altopiano dello Sciliar 28 Val d’Ega- 8 Santuario di Pietralba – Corno Bianco 30 Gruppo del Latemar 9 Obereggen – Lago di Carezza 32 10 Giro de Le Coronele 34 LA VAL PUSTERIA La Valle Verde 36 Dolomiti di Braies 11 Escursione panoramica al Plan de Corones 38 12 Lago di Braies – Monte Pra della Vacca 40 13 Lago di Braies – Croda del Beco 42 14 Valle di Braies Vecchia – Lago grande de Fosses 44 15 Sul Monte Serla 46 16 Al panoramico Picco di Vallandro 48 Gruppo Fanes 17 Rifugio Pederü – Lago della Creda 50 18 Escursione per alpeggi al Rifugio Senes 52 DOLOMITI DI SESTO »La Meridiana di Sesto« 54 19 Cima Piatta Alta 56 20 Al museo all’aria aperta del Monte Piana 58 21 Rifugio A. Locatelli - S. Innerkofler 60 22 Croda Rossa di Sesto 62 23 Sentiero degli Alpini – Rif. Zsigmondy-Comici 64 24 Attorno alla Cima Una 66 25 Attorno al Monte Paterno 68 26 Giro delle Tre Cime 70 27 Forcella di Lavaredo 72 Gruppo dei Cadini 28 Il Sentiero Bonacossa 74 29 Al Rifugio Fratelli Fonda Savio 76 30 Il Sentiero Durissini 78 ALTA BADIA · VAL BADIA Là dove il tramonto ha nome »Enrosadüra« 80 Sasso della Croce 31 Escursione panoramica in Val Badia 82 32 Al Rifugio S. Croce in Badia 84 Gruppo Fanes- 33 Da Pederü al Passo di Limo 86 Sasso della Croce 34 Monte Santa Croce 88 Gruppo Puez-Odle 35 Le »viles« di Lungiarü 90 36 Crep dles Dodesc 92 Gruppo di Sella 37 Val de Mesdì – Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù 94 38 Cima Pisciadù 96 39 Il sentiero della cengia circolare sul Sella 98 40 Sul Piz Boè per il Sentiero Lichtenfels 100 LA VAL GARDENA Dolomiti o il regno dei »Monti Pallidi« 102 41 Al Rifugio Malga Brogles 104 42 Da Selva di Val Gardena al Rifugio Firenze in Cisles 106 43 La Chiesa di S. Giacomo 108 Gruppo del Sassolungo 44 Attorno al Gruppo del Sassolungo 110 45 Al Rifugio Comici per la piccola Valle di Ampezan 112 Sciliar-Alpe di Siusi 46 Il grande giro dell’Alpe di Siusi 114 47 Al Rifugio Alpe di Tires 116 Gruppo Puez-Odle 48 Giro attorno ai Pizzes de Cir 118 49 Sul Col da la Piëres 120 50 »Troi Paian« – Balést – Lech da Lagustel 122 51 Sul margine meridionale del Gruppo del Puez 124 52 Giro escursionistico al Passo Gardena 126 LA VAL DI FASSA Nel giardino incantato del re Laurino 128 Gruppo del Catinaccio 53 Erte pareti, torri, picchi 130 54 Alta Via di Fassa 132 55 Sul Ponsin attraverso la Val di Dona 134 Gruppo del Sassolungo 56 Il sentiero Friedrich August 136 57 Il giro del Sasso Piatto 138 Gruppo di Sella 58 Dal Sass Pordoi al Piz Boè 140 59 Giro escursionistico alla Porta Vescovo 142 Area della Marmolada 60 Giro panoramico del Ciampac 144 61 Lagusèl e le cascate 146

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I N D I C E

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I N D I C E

Montagne nate in fondo al mare 8La guerra nelle Alpi 9Tarda scoperta 10I fiori che adornano le Dolomiti 11Consigli e segnalazioni · Valutazione della difficoltà 12Consigli e segnalazioni · Servizio informazioni e meteo 13

L E D O L O M I T I

LA VAL D’ISARCO Là dove s’incontrano nord e sud 14Plose 1 Bressanone – Rifugio Plose – M. Forca Grande 16Le Odle 2 Rif. Malga Zanes – Sobutsch 18

3 Attorno al Sass de Putia 20Sciliar-Alpe di Siusi 4 Castelrotto – Bullaccia 22

5 I Denti di Terra Rossa non mordono 246 Saltria – Sasso Piatto 267 Sull’altopiano dello Sciliar 28

Val d’Ega- 8 Santuario di Pietralba – Corno Bianco 30Gruppo del Latemar 9 Obereggen – Lago di Carezza 32

10 Giro de Le Coronele 34

LA VAL PUSTERIA La Valle Verde 36Dolomiti di Braies 11 Escursione panoramica al Plan de Corones 38

12 Lago di Braies – Monte Pra della Vacca 4013 Lago di Braies – Croda del Beco 4214 Valle di Braies Vecchia – Lago grande de Fosses 4415 Sul Monte Serla 4616 Al panoramico Picco di Vallandro 48

Gruppo Fanes 17 Rifugio Pederü – Lago della Creda 5018 Escursione per alpeggi al Rifugio Senes 52

DOLOMITI DI SESTO »La Meridiana di Sesto« 5419 Cima Piatta Alta 5620 Al museo all’aria aperta del Monte Piana 5821 Rifugio A. Locatelli - S. Innerkofler 6022 Croda Rossa di Sesto 6223 Sentiero degli Alpini – Rif. Zsigmondy-Comici 6424 Attorno alla Cima Una 6625 Attorno al Monte Paterno 6826 Giro delle Tre Cime 7027 Forcella di Lavaredo 72

Gruppo dei Cadini 28 Il Sentiero Bonacossa 7429 Al Rifugio Fratelli Fonda Savio 7630 Il Sentiero Durissini 78

ALTA BADIA · VAL BADIA Là dove il tramonto ha nome »Enrosadüra« 80Sasso della Croce 31 Escursione panoramica in Val Badia 82

32 Al Rifugio S. Croce in Badia 84Gruppo Fanes- 33 Da Pederü al Passo di Limo 86Sasso della Croce 34 Monte Santa Croce 88Gruppo Puez-Odle 35 Le »viles« di Lungiarü 90

36 Crep dles Dodesc 92Gruppo di Sella 37 Val de Mesdì – Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù 94

38 Cima Pisciadù 9639 Il sentiero della cengia circolare sul Sella 9840 Sul Piz Boè per il Sentiero Lichtenfels 100

LA VAL GARDENA Dolomiti o il regno dei »Monti Pallidi« 10241 Al Rifugio Malga Brogles 10442 Da Selva di Val Gardena al Rifugio Firenze in Cisles 10643 La Chiesa di S. Giacomo 108

Gruppo del Sassolungo 44 Attorno al Gruppo del Sassolungo 11045 Al Rifugio Comici per la piccola Valle di Ampezan 112

Sciliar-Alpe di Siusi 46 Il grande giro dell’Alpe di Siusi 11447 Al Rifugio Alpe di Tires 116

Gruppo Puez-Odle 48 Giro attorno ai Pizzes de Cir 11849 Sul Col da la Piëres 12050 »Troi Paian« – Balést – Lech da Lagustel 12251 Sul margine meridionale del Gruppo del Puez 12452 Giro escursionistico al Passo Gardena 126

LA VAL DI FASSA Nel giardino incantato del re Laurino 128Gruppo del Catinaccio 53 Erte pareti, torri, picchi 130

54 Alta Via di Fassa 13255 Sul Ponsin attraverso la Val di Dona 134

Gruppo del Sassolungo 56 Il sentiero Friedrich August 13657 Il giro del Sasso Piatto 138

Gruppo di Sella 58 Dal Sass Pordoi al Piz Boè 14059 Giro escursionistico alla Porta Vescovo 142

Area della Marmolada 60 Giro panoramico del Ciampac 14461 Lagusèl e le cascate 146

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I N D I C E

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I N D I C E

LA VAL DI FIEMME Valle di monti e di boschi 148Gruppo del Latemar 62 Giro del Dos dai Branchi 150

63 La Torre di Pisa 15264 Alla Forcella Campanili 154

Passo di Lúsia 65 L’anello di Juribrutto 15666 Al Bivacco Sandro Redolf 158

Pale di San Martino 67 Il Castelàz 16068 Dal Passo di Rolle alla Cavallazza 16269 Giro attorno alla Pala di San Martino 164

Catena dei Lagorai 70 Il giro del Colbricon 16671 Al Lago delle Stellune 168

CORTINA D’AMPEZZO Il cuore segreto delle Dolomiti 17072 Attorno alla Croda da Lago 17273 Sul Col di Lana 174

Gruppo delle Tofane 74 Classico giro attorno alla Tofana di Rozes 17675 Il Sentiero Astaldi 17876 Passo Falzárego – Piccolo Lagazuoi 18077 Sul Sas de Stria 182

Gruppo Fanes 78 La cascata Sbarco de Fanes 184Pomagagnon 79 La terza cengia del Pomagagnon 186Gruppo del Sorapiss 80 Al Lago del Sorapiss 188Gruppo delle Marmarole 81 Val da Rin – Rif. Ciarido – Rif Monte Agudo 190Gruppo dell’Antelao 82 Alla Forcella Piccola 192Corvo Alto 83 Attorno al Corvo Alto 194Monte Pelmo 84 Giro attorno al Monte Pelmo 196Gruppo della Civetta 85 Da Alleghe al Rifugio A. Tissi 198

VIE FERRATE DELLE DOLOMITICome comportarsi in montagna e in caso d’incidente 200Attrezzatura 201Come legarsi e assicurarsi in ferrata 202Contrassegno dei gradi di difficoltà delle ferrate 203

DOLOMITI NORDGruppo Sass de Putia 86 Sas de Putia 204Gruppo Odle 87 Sas Rigais 206Gruppo del Catinaccio 88 Passo Santner 208Gruppo del Latemar 89 Sentiero Campanili del Latemar 210Gruppo di Sella 90 Via Ferrata Brigata Tridentina 212Gruppo Fanes 91 Via Tomaselli 214Dolomiti di Sesto 92 La Strada degli Alpini – Rifugio A. Berti 216Gruppo dei Cadini 93 Via Merlone 218Area della Marmolada 94 Marmolada di Penia 220

95 Alta Via Bepi Zac 222

DOLOMITI SUDGruppo del Civetta 96 Via ferrata degli Alleghesi 224Gruppo Moiazza 97 Via ferrata Gianni Costantini 226Gruppo delle Pale 98 Via ferrata Bolver-Lugli 228

99 Via ferrata del Velo 230Gruppo Cima d’Asta 100 Ferrata Giulio Gabrielli 232

Alte vie delle Dolomiti n. 1-10 (versione breve) 234

I nd ir i z z i u t i l i

Rifugi nelle aree delle escursioni 244Località · Informazioni turistiche 246Musei scelti 249Indice degli autori · Referenze materiale fotografico 250Registro 251

A t lant e de l le Do lomi t i

Legenda pagina 2 dell’AtlanteTavola sinottica pagina 3 dell’AtlanteSezione carte 1:200000 pagg. 4-31 dell’Atlante

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LE DOLOMITI

Tarda scoperta

Dal punto di vista della storia dell’alpinismo le Dolomiti sono state sco-perte assai tardi. Il Monte Bianco,il tetto delle Alpi, era già stato con -quistato (1786), quando venivanobattezzate le montagne tra l’Isarcoe il Piave e, ironia del destino, pren-devano il nome da un nobile la-tifondista francese con l’hobby dellageologia, Déodat Gratet de Dolo-mieu, (1750-1801). Esse divenneronote ad un pubblico più vasto gra-zie ai resoconti di viaggio illustratidei due inglesi Churchill e Gilbert enon a caso la prima grande vettadolomitica fu conquistata da un bri-tanno. John Ball, presidente dell’Al-pine Club, il 19 settembre 1857

Le doLomiti

Montagne nate in fondo al mare

Dal 2009 le Dolomiti sono state di-chiarate dall’UNESCO Patrimonio Na-turale dell’Umanità. Le Dolomiti sono costituite da cosid-detti sedimenti, depositi calcarei delmare preistorico di Tetide, che ven-nero alla luce solo con l’innalzamentodel rilievo alpino e formarono dellemontagne in seguito all’urto lentis-simo tra la zolla continentale africanae quella europea. Il paesaggio è ca-ratterizzato specialmente dagli stratiben distinti di dolomia principale, checostituisce tutte le cime di rilievo; labase del massiccio montuoso è for-mata principalmente da dolomia delloSciliar, a cui si sovrappongono gli stratidi Raibl. Questo susseguirsi di rocceè particolarmente bello presso il mas-siccio della Cima Undici, dove il »Sen-tiero degli Alpini« si snoda sul ter-razzo dal profilo accentuato, formatoda strati di Raibl, altamente argillosi,che fanno da sfondo anche ai graziosispecchi d’acqua da entrambe le partidella Forcella di Toblin, 2405 m. Ilbasso Lago di Landro nella Valle di

Landro è stato formato da detriti ac-cumulati, proprio come il Lago di Dob-biaco, che sor ge allo sbocco delprofondo vallone.

Se le Dolomiti di Sesto, a differenzadel territorio della Val Gardena, hannoun aspetto ben compatto, ciò è dovu-to alla mancanza di rocce vulcanichedi facile disgregazione che si incon-trano ad esempio sull’Alpe di Siusi.

Durante l’era glaciale i ghiacciai co-privano gran parte delle Dolomiti diSesto; ormai sono scomparsi, eccettoun paio di trascurabili distese di »nevieterne« (tra cui quelle sulla Cima Un-dici). Ciò che ne rimane sono nume-rose morene frontali e laterali nellevalli ad alta quota, particolarmenteben sviluppate in Val Popera. Ancheil paesaggio a gobbe che domina l’AltaValle Fiscalina/Bachern tal è stato pla-smato e levigato dalle masse di ghiac-cio. Nell’era postglaciale le acque deltorrente di Sesto confluirono primanella Rienza; dopo imponenti franedal Corno di Fana si formò lo spar-tiacque di Dobbiaco (Adriatico - MarNero), e il torrente di Sesto defluì nellaDrava.

Il gruppo delle Odle visto dal Piz Boè

Chi percorre a piedi le dolomiti di Sesto,non può non notare le tracce della GrandeGuerra, sebbene siano trascorse più di tregenerazioni dalla fine della guerra. L’ »im-possibile« fronte alpino degli anni dal 1915al 1917 attraversava obliquamente le do-lomiti, percorrendone valli e cime nel trattoorientale dal monte Piana, teatro di aspricombattimenti, alle tre Cime e oltre la CimaUndici fino al crinale principale carnico.ovunque ci si imbatte in relitti di quei tempidolorosi; molti dei sentieri oggi accurata-mente numerati portavano un tempo di-rettamente al fronte. Anche il famoso Sen-tiero degli Alpini ha un passato dolorosoe sull’altopiano del monte Piana, nella zonain cui un tempo correva il fronte, gli amicidelle dolomiti hanno allestito un grandemuseo all’aria aperta.

La guerra nelle Alpiraggiun se la vetta del Monte Pelmo.Il grande pioniere delle Dolomiti fuperò un viennese, Paul Grohmann,che negli anni Sessanta del XIX se-colo riuscì a conquistare per la primavolta numerose cime, anche nelleDolomiti di Sesto (Cima Grande diLavaredo, Punta dei Tre Scarperi).Anche Paul Zsigmondy, un celebrealpinista di Vienna che era solitomuoversi senza guida, girò molto perle Dolomiti di Sesto. Una cima delleDolomiti di Sesto porta il suo nome(Zsigmondykopf, 2998 m).

La storia delle Dolomiti è illustrata inmodo chiaro e comprensibile al Messner Mountain Museum Dolomi-

tes sul Monte Rite (2133 m).

32040 Cibiana di Cadore;

[email protected]

www.museonellenuvole.it

Lapide commemorativa a Paul Grohmann

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LE DOLOMITI

La stella alpina, relitto dell’era glaciale

LE DOLOMITI

Geologia lungo il sentiero Astaldi

Geologia

Le Dolomiti, dal paesaggio così af-fascinante, sono costituite in granparte da rocce triassiche. I sedimentipiù antichi, conglomerati di quarzo(Verrucano) del Permiano (Era pa-leozoica), si riscontrano nella zonadi Auronzo, Pieve di Cadore e a suddel Passo Falzarego. Tali prodotti dierosione stanno a mezza via tra l’as-sai diffusa fillade quarzifera di Bres-sanone (Precambriano) e le vulcanitidel porfido quarzifero di Bolzano (Per-miano). La placca di porfido quarzi-fero di Bolzano è costituita da pos-senti sedimenti formati dalle nuvoleincandescenti di lava viscosa e riccadi gas (Ignimbrite), che raggiungonoi 2000 m. Con il deposito dei con-glomerati di base ha inizio la storiadei processi di sedimentazione chehanno dato luogo alle Dolomiti.

Allo strato di porfido quarziferosegue, come prodotto di erosione,l’arenaria della Val Gardena, che fudepositata in condizioni tipiche del-l’ambiente desertico, come testimo-niano resti vegetali e orme di ani-mali. Nelle sue parti più recenti sinota l’influsso del caldo mare dellaTetide, che da est a ovest avanzavainvadendo la terraferma. Seguono glistrati di Bellerophon, i quali si for-marono in lagune che per certi pe-riodi rimasero isolate dal mareaperto. A dare il nome a questa se-rie sedimentaria sono i caratteristicigasteropodi fossili »Bellerophon«. Alpassaggio dal Permiano al Triassicola circolazione dell’acqua migliorò esi instaurarono condizioni puramente

marine. Negli strati di Werfen si notaun alternarsi di depositi di carbonati(calcari, dolomiti) e sedimenti in-fluenzati dalla terraferma, come are-narie e scisti argillosi. L’inconfondi-bile impronta delle Dolomiti è co-stituita dal contrasto tra le possentirocce di scogliera e i bacini colmatida rocce vulcaniche. Nel calore del-l’acqua marina sulle scogliere proli-feravano coralli, alghe calcaree e spu-gne, che costituiscono le imponentimasse di rocce di scogliera delGruppo di Sella, le montagne attornoal Passo Falzarego, Comelico, Mar-molada e Sciliar. Le Dolomiti occi-dentali sono caratterizzate dalla do-lomia dello Sciliar (Triassico Medio),che spicca per la pendenza delle pa-reti (parete rossa sul Catinaccio e sulSassolungo). Nella Marmolada e nelterritorio del Latemar compaionorocce di scogliera calcaree (calcaredella Marmolada e del Latemar) chehanno però la stessa età. Nelle pro-paggini vicine delle scogliere si ve-rificò una concatenazione con i se-dimenti limitrofi.

A partire da Déodat de Dolomieu,generazioni di geologi hanno con-tribuito a far luce sull’evoluzione geo-logica delle Dolomiti, e ci sono tut-tora cose interessanti da scoprire.

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I fiori che adornano le Dolomiti

La presenza di terreni acidi e ba-sici adiacenti è la causa della sor-prendente varietà di fiori. Già J. N.Laicharding (1754–1797), il primoscienziato di cui si ha testimonianzache compì degli studi sulla flora delTirolo, notò l’influsso esercitato sulmondo vegetale dai calcari da unlato e dall’acido silicico dall’altro. Sideve fare grosso modo una distin-zione tra una flora calcarea e unasilicea. Esempi: il rododendro fer-rugineo (Rhododendron ferrugi-neum) su roccia primitiva (porfidoquarzifero) e il rododendro irsuto(Rhododendron hirsutum) su rocciacalcarea e dolomitica. Oltre alla ve-getazione comune caratteristicadelle Dolomiti, ci sono i cosiddettiendemismi, fiori rari che compaionosolo in determinate zone circoscritte.Si tratta di vere e proprie perle dellaflora dolomitica.

Alcuni esempi:� Coclearia Alpina

(Rhyzobotria alpina)� Semprevivo delle Dolomiti

(Sempervivum dolomiticum)� Sassifraga della Presolana

(Saxifraga presolanensis,sottosp. di Facchini)

� Primula a foglie intere(Primula tyroliensis)

� Campanula del Moretti(Campanula morettiana)

� Raponzolo di roccia(Phyteuma comosum)

Tra le vere e proprie rarità dellaflora dolomitica vi sono anche i rap-presentanti della cosiddetta »vege-tazione relittuale«: fiori e piante chesono sopravvissuti all’era glacialeperché insediati su gruppi montuosialti e sgombri dal ghia c cio.

Va da sé che non solo gli endemismi quielencati sono rigorosamente protetti, maanche tutte le piante erbacee e arbustivespontanee diffuse sulle dolomiti. Unaspecie vegetale può essere protetta inmodo adeguato solo conservando il suobiotopo. molte delle specie protette pre-sentano biotopi indirettamente in peri-colo, che ogni escursionista che rispettila natura ha il dovere di proteggere!

In segno di amore per la natura

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LA VAL D’ISARCO

LA VAL d’iSARCo

Il monastero di Sabiona e la Val d’Isarco visti da Pratello

Törggelen: un piacere tipicamente autunnale

non sono soltanto gli escursionisti a sen-tirsi a loro agio nella Val d’isarco; essa èanche la roccaforte degli amanti del vero»törggelen«.in origine, nel periodo tra l’11 (dopo la fer-mentazione del vino) e il 25 novembre(S. Caterina) si usava andare di fattoria infattoria per assaggiare il »nuie«, il vino no-vello. il turismo, con il ritmo che gli è pro-prio, mutò quest’usanza. oggi il »törgge-len« ha luogo da settembre a novembre enon si assaggia solo il »nuie«, ma ancheil »Sußer«, il succo d’uva non ancora fer-mentato. Lo si accompagna con le »Kescht’n«, le caldarroste, e con i cibi con-sistenti della cucina casalinga, come lospeck servito su tagliere di legno, salaminiaffumicati, »Breatlen« (pane di segala) eagnolotti di ricotta. Quasi sempre alla cer-chia di amici si aggiunge un cantante omusico che contribuisce alla riuscita dellacastagnata. Secondo gli esperti di lingueil dialetto tirolese ha assimilato la parolalatina »torculum«, che si ritrova in »torggl«(torchio) e indica qui appunto il girare deltorchio per fare il vino.

»Törggelen«

La Val d’Isarco: là dove s’incontrano nord e sud

L’ottima accessibilità al traffico hafatto di questo luogo una meta divilleggiatura prediletta. Perfino nelleregioni di media montagna attornoa Bressanone si vedono le arteriedi traffico, che però non costitui-scono un disturbo né per la vistané per l’udito, poiché la zona è riccadi elementi affascinanti che incan-tano i villeggianti in cerca di riposo.

Nelle giornate soleggiate di fineinverno spuntano le prime gemme,agevolate dal clima sensibilmentemite, quasi meridionale; molti sen-tieri escursionistici, a parte quellid’alta quota, si possono percorreregià in questo periodo assaporandotutto il piacere della natura. Men-tre gli sciatori scorrazzano ancorasulle piste ad alta quota, a valle sipuò godere il risveglio della naturain tutta la sua varietà e moltepli-cità. Alcune settimane più tardi, an-che sulle estese zone di alpeggiocominciano le prime fioriture, cosìvariopinte da mandare in visibilio

gli amanti delle foto. Particolar-mente belle sono in questo periodole zone circostanti il Corno del Re-non, l’Alpe di Villandro, l’Alpe di Siusi o i soleggiati pendii che cir-condano Vipiteno.

Con l’aumentare della tempera-tura aumenta anche il movimentodi turisti che percorrono i principaliitinerari della Val d’Isarco, anchesolo di passaggio. Chi desidera la-sciarsi alle spalle il traffico convulso,troverà fuori dalle principali vie ditransito sentieri solitari, prati di unverde smagliante e molta ospitalitàtipicamente altoatesina; a partireda giugno, tutti i rifugi e locandealpine sono in funzione. Le cime ela maggior parte dei pendii om-breggiati appaiono sgombri dallaneve e la massa di escursionisti siperde nelle vaste regioni della Vald’Isarco e delle sue valli laterali.Quando la calura di piena estate in-vade il territorio, si preferisce cam-minare in luoghi molto boscosi oprender parte alle feste estive e aifestival di bande musicali. Mentrein agosto giungono specialmente

ospiti provenienti dall’Italia setten -trionale, settembre è il periodo deivilleggianti tedeschi ed austriaci,che giungono attraverso il Brenneroe dal Tirolo Orientale e si fermanoquasi sempre per poco tempo.

In Alto Adige l’autunno è noto-riamente un periodo di scarse pre-cipitazioni. Il paese appare in tuttal’incantevole bellezza del suo pae-saggio e in tutta la sua ricchezzadi colori. Oltre a ciò, la Val d’Isarcooffre anche altre specialità: alla finedi settembre si danno appunta-mento gli amanti delle castagne etutti coloro che desiderano gustaredurante il »Törggelen«, la tradizio-nale castagnata, la frutta frescadella Val d’Isarco o il Sylvaner dellaVal d’Isarco, un vino dal gusto fre-sco e fruttato.

In ottobre e novembre i sentieriappartengono a chi è in cerca dipace e solitudine. Il fresco vento au-tunnale soffia tra i battenti dei ri-fugi situati in pittoresche posizioni,ora chiusi; sui pendii soleggiati sipossono fare ancora delle belle cam-minate.

S. Cristina, Selva di Val Gardena,Ortisei, Virago, Racines, Monteca-vallo, per menzionare solo alcunidei celebri nomi, sono noti a tuttigli amanti degli sport invernali. Visono inoltre numerosi luoghi di im-portanza storica e monumenti arti-stici. Alla vista di fortezze, castellio chiese più di un turista ha fattoqui sosta interrompendo il suo viag-gio, compiendo così il primo passoper conoscere la Val d’Isarco.

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Bressanone–Rif. Plose–M. Forca GrandeTraversata della cresta panoramica

La chiesetta di S. Giacomo, sulla strada della Plose

0 1000 m 2000 m 3000 m

a cocuzzoli lungo le piste da sci.Dopo il meritato riposo cammi-niamo verso est puntando in dire-zione della stazione a monte dellaseggiovia.

A questo punto si scende alla for-cella Luson e risalendo, oltrepas-sando di nuovo una stazione amonte della seggiovia, si giunge aduna forcella al di sotto del MonteFana. Per la facile traversata dellacresta si arriva al panoramicoMonte Forca Piccola, 2561 m. Diqui saliamo in un breve passaggioal cocuzzolo roccioso del MonteForca Grande, 2575 m.

Per scendere facciamo il girosenza sentiero. 250 metri di altitu-dine in discesa per il dorso meri-dionale, finché incontriamo lastrada dei pascoli. Seguiamo oraquesto largo sentiero verso valle e,dopo aver attraversato numerosefosse, oltrepassata la malga Ros-salm, 2160 m, raggiungiamo nuo-vamente il punto di partenza allastazione a monte della cabinoviadella Plose, a Valcroce.

Dal parcheggio a Valcroce/Kreuz-tal si sale per un breve tratto finoalla stazione a monte della cabi-novia. Dietro un edificio, si va peruna salita, quindi si supera un can-cello e si percorre un sentiero insalita che porta alle piste da sci.Con piccole serpentine una salitamoderatamente ripida porta finoad un avvallamento al di sopra diun piccolo serbatoio d’acqua. Si su-pera il pendio di un alpeggio equindi si sale fino ad una piccolacapanna al di sopra del sentiero ru-rale. L’ultimo tratto fino al RifugioPlose attraversa un terreno un po’

Punto di partenza: Bressanone, loc. Valcroce, 2023 mAccesso carrozzabile: da sud-ost di Bressa-none a S. Andrea in monte, indi a destraverso Valcroce; lì parcheggio, sotto gli hotel. Durata: h 2.30 ore, i 2 ore.Punto più alto: 2574 mDislivello: 551 mCaratteristiche: facile traversata su cresta alm. Forca Grande, panoramico. Salita da Val-croce in auto o da S. Andrea in monte con lacabinovia della Plose.Punto di appoggio: rifugio Plose, 2446 mCarta: KomPASS n. 56, 699 (1:50000); n. 050, 615 (1:25000).Atlante: pagina 15

� Chi preferisce non addentrarsitroppo nel territorio montuoso conla macchina, può salire comoda-mente da S. Andrea in Monte conla cabinovia della Plose. Il nostropercorso alternativo ha inizio unpo’ a nord della stazione a montee porta alla ben segnalata Alta viadi Bressanone n. 30 in direzionedel Rif. Alpe dei Buoi/Ochsenalm (1.45 ore).

Di lì per il sentiero n. 6 in dire-zione sud-est si può salire attra-verso un alpeggio alla ForcellaPlose, 2219 m. Si prosegue lungoil roccioso spigolo nord fino allacroce »Sankt-Leonharder-Kreuz« eper molte serpentine fino al pia-noro della cima del Monte Tele-grafo, il cui lato occidentale è unazona militare inaccessibile. La vi-sta dalla montagna di casa di Bres-sanone è notevole. Per la discesasi consiglia di seguire il sentieroche prosegue per il Rifugio Plose,2446 m, e di lì per il sentiero n. 7fino alla stazione a monte di Val-croce (4.30 ore).

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Page 7: INDICE LE DOLOMITI - Passionemontagna€¦ · 12 Lago di Braies – Monte Pra della Vacca 40 13 Lago di Braies – Croda del Beco 42 14 Valle di Braies Vecchia – Lago grande de

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GRUPPO DEL LATEMAR

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Sentiero Campanili del LatemarFerrata panoramica ben attrezzata

89GRUPPO DEL LATEMAR

Salita: dal Passo di Pampeago, 1990 m (malgameierl, 2037 m), raggiungibile o in macchinao a piedi da obereggen o Pampeago, 1757 m,nella Val di Stava, si sale ripidamente per unsentiero marcato al rifugio torre di Pisa, 2671 m. Seguendo il sentiero n. 516, attraversola Sella del forcellone, 2582 m, e la forcella deiCampanili, 2600 m, si raggiunge l’attacco dellaferrata. ora percorrendo il sentiero n. 511 e se-guendo sempre i cavi d’acciaio si giunge allacima della torre dei diamantidi (campanile dellatemar orientale), 2842 m.

Discesa: dalla cima si torna nuovamente alsentiero n. 511 e si prosegue verso est al Bi-vacco E. mario rigatti, 2620 m, alla forcellagrande del latemar. Qui si gira a destra sul sen-tiero n. 18 e si ritorna alla forcella dei Camo-sci, 2590 m. da qui o si ritorna al punto dipartenza per il sentiero di salita, n. 516, oppuresi supera la forcella dei Camosci, sentiero n. 18,scendendo al sentiero n. 22 e facendo ritornoal Passo di Pampeago, 1990 m .Osservazione: Nonostante la sua bellezza, ilGruppo del latemar non è ancora sovraffollato.

i torre diamantidi - Sella del forcellone -Passo di Pampeago, ca. 3 ore, ferrata: circa 1.30 ore.Difficoltà: ferrata facile.Segnalazione: questa ferrata è un percorsopanoramico ben attrezzato con poche diffi-coltà tecniche. Salita in seggiovia da obereg-gen fino a 2100 m, per il sentiero n. 18 oltrela forcella dei Camosci, 2590 m, e per il sen-tiero n. 516 alla ferrata (questo è l’itinerariopiù breve).Carta: KomPaSS n. 54, 74, 79, 699(1:50000); n. 618, 629, 630, 684 (1:25000)Atlante: pagina 22

»Sentiero Campanili del Latemar« - Campanili del Latemar da sud

Sentiero Campanili del Latemar

torre diamantidi, 2842 m - Campanili dellatemar.

Punto di partenza: obereggen, 1552 m, o Passo di Pampeago, 1990 mAccesso carrozzabile: uscita autostradaleBolzano nord, sulla SS 241 per Pontenova e adestra per obereggen.Punto di appoggio: rif. torre di Pisa, 2671 mDislivello: h ca. 900 m, i ca. 900 m, ferrata: circa 200 mDurata: h Passo di Pampeago - torre dia-mantidi, circa 4.30 ore,

Il Gruppo del Latemar non vienepreso spesso di mira solo dagli ar-rampicatori; ogni turista durante unasosta al Passo di Carezza ha im-mortalato questo scenario che siestende verso sud. Gli alpinisti checercano più di un semplice sentieroescursionistico lo conoscono poco,forse a causa della natura della roc-cia, che nel Gruppo del Latemar si

sgretola più facilmente che nelle al-tre aree dolomitiche. Degna di notaè la zona geologica di Predazzo, cheper i minerali qui presenti ne ha fattoun museo all’aria aperta.Museo Geologico delle Dolomiti

Piazza SS. Filippo e Giacomo 1,38037 Predazzo;

� 0462/[email protected] 1000 m 2000 m

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