INDICE - ATELIER DI PROGETTAZIONE · 3 Nell’Atelier di Progettazione lo studente del primo anno...

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INDICE INTRODUZIONE 3 TEMA DELL'ATELIER 5 AREA DI PROGETTO 11 BREVE STORIA DELL'AREA 13 BIBLIOGRAFIA PER L'AREA DI PROGETTO 21 PERCORSO 23 INDICAZIONI DI PROGETTO 24 ORGANIZZAZIONE DELL'ATELIER 29 CALENDARIO DEL CORSO 30 MODALITA' DI ESAME 35 TAVOLE FINALI 36 BIBLIOGRAFIA 41

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INDICE

INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

TEMA DELL'ATELIER . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

AREA DI PROGETTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

BREVE STORIA DELL'AREA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

BIBLIOGRAFIA PER L'AREA DI PROGETTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21

PERCORSO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23

INDICAZIONI DI PROGETTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

ORGANIZZAZIONE DELL'ATELIER . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

CALENDARIO DEL CORSO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30

MODALITA' DI ESAME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35

TAVOLE FINALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36

BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41

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Officine Ansaldi: prospetto

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Nell’Atelier di Progettazione lo studente del primo anno è chiamato per la prima volta ad affrontare il progetto di architettura nell’ampiezza delle sue problematiche generali e nei suoi contenuti disciplinari. Il laboratorio quindi è inteso come esperienza concreta di introduzione al progetto nei suoi aspetti compositivi ed urbanistici, ma anche come occasione di costruire un ragionamento più esteso sull’architettura, sulla sua specificità disciplinare e sulla sua complessità. L’esercizio progettuale proposto, diventa così il "momento centrale" della formazione dello studente del I anno: un’esperienza guidata al progetto di architettura, inteso non come pura pratica di formalizzazione di una domanda precostituita, ma come ricerca sulla sua attitudine a incidere positivamente sulle trasformazioni della città e del territorio

Modulo di Composizione architettonica e urbana (10 cfu)

Il lavoro del modulo di Composizione architettonica e urbana si concentrerà sui caratteri distributivi degli edifici, sulle teorie e tecniche della progettazione architettonica, sul "lessico elementare" della progettazione, sulla lettura critica di alcuni casi studio, attraverso lezioni e indagini volte ad individuare un mondo condiviso di architetture, scelte in diverse epoche storiche per il loro carattere emblematico e riproposte come riferimento, spunto, suggestione per nuovi progetti. Verranno affrontati temi di progetto, più o meno complessi, direttamente connessi alla città, alla sua storia ed alla sua costruzione nel tempo. Particolare attenzione sarà posta all’individuazione dei principi insediativi, alle problematiche compositive/distributive/costruttive, di aggregazione dei volumi nello spazio e di orientamento e localizzazione rispetto ad un luogo reale Allo studio dei paradigmi compositivi e figurativi di grande e piccola scala (casa – città – territorio) si accompagneranno – in parallelo con il modulo di urbanistica, ma anche con gli altri insegnamenti del II p.d. del primo anno (Lab. di Disegno e Rilievo dell’architettura e corsi di Morfologia e concezione delle strutture e Tecnologia dell’architettura) – verifiche sulla struttura edilizia, sulla meccanica costruttiva del singolo manufatto, con particolare attenzione alle qualità fisiche dei materiali e alla ricerca dell’appropriatezza. Le discipline tecniche, in questo caso - attraverso specifici momenti di confronto - concorreranno con le discipline compositive ed urbanistiche al controllo del processo progettuale ed alla rappresentazione razionale del progetto architettonico.

INTRODUZIONE

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Modulo di "Urbanistica" (6 cfu)

Il modulo si propone di fornire agli studenti gli strumenti di analisi del contesto urbano e territoriale in cui il progetto si situa, orientando le scelte progettuali alla soluzione dei problemi che il contesto pone, e alla consapevolezza delle regole che ne controllano le trasformazioni. Inizialmente, attraverso una serie di lezioni, si descriveranno i caratteri del fenomeno urbano, l’evoluzione del controllo di tali fenomeni con la nascita della disciplina urbanistica come tecnica specifica, le diverse forme di lettura del contesto urbano e territoriale. Quindi si verificherà nel concreto del progetto l’applicazione delle tecniche di analisi e di rappresentazione del contesto territoriale e del quadro normativo.Il tema di progetto affrontato nell’Atelier è la questione dell’abitare, in senso generale, e della residenza, vista come problema definito e specifico di architettura, ma anche come occasione didattica fondamentale di avvicinamento all’esperienza reale del costruire, che permetta agli studenti di rielaborare all’interno di un campo organizzato di conoscenze, le proprie esperienze abitative. Le esercitazioni di progetto verteranno su temi reali collocati in ambito urbano, ponendo come centrale il problema dell’inserimento nel contesto e nel paesaggio, della coerenza con l’esistente e del fare città. Grande attenzione verrà posta sulle scelte tipologiche, come elemento primario della costruzione e definizione del rapporto tra spazio costruito e spazio aperto, tra spazio privato e spazio pubblico, tra pieno e vuoto, tra edificio e città.

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TEMA DELL'ATELIER

Il presente programma nasce da una duplice esigenza.La prima, che esprime una necessità contingente, è quella legata ad un caso studio specifico, la riqualificazione e trasformazione dell’area delle Officine Grandi motori (OGM) a Torino. Un settore di ampliamento urbano costituito da edifici industriali edificati tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, che si presenta oggi, a causa delle demolizioni degli anni Ottanta del secolo scorso, come un grande vuoto urbano all’interno del quale sopravvivono alcuni “monumenti” di archeologia industriale e che per indecisioni urbanistiche e ragioni economiche è rimasto finora inedificato.La seconda, che esprime un'idea permanente, è il concetto di continuità della città della storia e costituisce occasione per una riflessione sul tema del quartiere e dell'isolato urbano attraverso il progetto contemporaneo. L’atelier ha come obiettivo generale quello di confermare il ruolo della città compatta come principio insediativo di grande valore culturale e sociale e di dimostrarne la validità anche in termini di sostenibilità ambientale attraverso progetti che si inseriscono nel tessuto costruito a completamento e trasformazione della struttura esistente.

Continuità della città contemporanea con la città della storia

L’Atelier si basa sulla complementarità tra analisi e progetto e sulla conoscenza come strumento primo per la trasformazione della realtà. A partire da queste premesse, il lavoro ha quindi lo scopo di verificare sulla struttura urbana delle OGM ipotesi progettuali che attraverso la definizione di nuove residenze a completamento del tessuto mancante riescano a reinterpretare l'esperienza storica dell'architettura in chiave contemporanea, confermando l'idea cardine di città compatta come città sostenibile, dal punto di vista ambientale e culturale. Questa centralità del progetto urbano individua nell'isolato il campo specifico di applicazione in cui è possibile ritrovare allo stesso tempo le questioni fondative del fare città (come il rapporto tra tipologia edilizia e morfologia urbana) e risolvere i problemi attuali del consumo del suolo, del risparmio energetico, del life cycle assessment. Soltanto laddove questo duplice approccio – che esprime una sintesi tra la generalità della scala urbana e la particolarità della scala architettonica – non si sia irrimediabilmente perduto, è ancora possibile creare urbanità, dando una risposta forte alla dispersione urbana e allo sprawl insediativo. La condizione necessaria perché gli spazi dell'abitare possano essere considerati sostenibili è quella di corrispondere ad una chiara logica

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urbana, ad una sua costruzione complessiva, ad un disegno civile. I criteri di qualità nella progettazione della residenza all'interno dell'isolato urbano non possono essere legati soltanto alla materialità del dato costruttivo, ma devono sempre corrispondere ad un'idea di città, manifestando una continuità necessaria con la tradizione. Una sperimentazione progettuale che, pur servendosi di tecniche e materiali sostenibili, consideri l'architettura come oggetto separato dal contesto, anteponendo le logiche del consumo a quelle della composizione architettonica, è destinata a soffrire di un “ecologismo ingenuo”, marcando la stessa distanza concettuale che esiste tra la provvisorietà di un episodio e la complessità di un racconto. Per questo la scelta di un caso concreto in cui determinati valori si sono confermati e consolidati nel tempo nonostante le trasformazioni sociali, economiche ed ambientali, ci sembra un elemento importante da cui partire.

L’esperienza dell’analisi urbana in Italia e in Europa

L’idea della continuità della città contemporanea con la città della storia come campo di applicazione per il progetto prende tuttavia anche le mosse da due momenti più allargati di discussione e ricerca: da un lato, da un rinnovato interesse critico per gli studi sul tema della cosiddetta “analisi urbana”, che già negli anni Settanta e Ottanta, in Italia e in Europa, ponevano la conoscenza in primo luogo “tecnica”, architettonica, degli elementi e dei processi costitutivi degli organismi urbani a fondamento dello sviluppo e della trasformazione della città, sottolineando le potenzialità contemporanee della struttura storica1; e dall’altro, dal confronto con alcune recenti esperienze europee che hanno messo in pratica questa eredità confrontandosi con la costruzione reale di un luogo, sperimentando il modello della città compatta come esempio di città sostenibile, attualizzando la nozione di quartiere come unità funzionalmente autonoma con caratteristiche tipo-morfologiche definite e forte carattere identitario e infine valorizzando il tema dell’isolato urbano come elemento caratterizzante attraverso soluzioni architettoniche con evidente valore di attualità.Ci siamo riferiti, tra le altre, alle esperienze di Berlino (dall’IBA del 1979-94 alla “kritische Rekonstruktion” degli anni Novanta), di Amburgo (dalla Hafen City all’IBA 2013) e di Francoforte (dalle ricerche del Deutsches Institut für Stadtbaukunst ai progetti di ricostruzione per le aree centrali della città), ma anche di Barcellona (dalle riflessioni sul plan Cerdá ai giochi Olimpici

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del 1992 alle più recenti trasformazioni del piano 22@ per il Poblenou) e di Amsterdam (dai nuovi quartieri residenziali sulle isole di Borneo-Sporenburg e KNSM/Java all’IJburg).2

Questi studi e queste esperienze dimostrano come, dopo decenni di sperimentazione su modelli insediativi alternativi alla città e fondati sulla sua dissoluzione, sia emerso un nuovo interesse e una nuova disponibilità nei confronti dell’esperienza concreta, reale dell’ambiente costruito, com’è e come è stato, e anche una possibilità di riabilitare un concetto di abitare la città più direttamente legato alle nostre azioni quotidiane. E la realtà della città storica sembra il punto di riferimento più certo da cui partire per recuperare attraverso l’architettura alcuni obiettivi generali di carattere collettivo e sociale, tra cui la voglia di sostanza e durata e una rinnovata idea di “bellezza” della città.3Queste esperienze mostrano inoltre come, tra i temi del progetto contemporaneo, la residenza occupi un posto centrale. La casa, strumento primo del soddisfacimento dei bisogni pratici del vivere e dell’abitare, riacquista il suo ruolo primario nella costruzione della città, rinunciando alla speculazione a tutti i costi e cercando invece una scala adeguata ai luoghi e alla definizione di un ambiente costruito in cui la questione del “decoro” dello spazio pubblico ritrova il suo senso di valore civile e collettivo.

Ruolo del progetto nella trasformazione urbana

Le scelte progettuali devono essere orientate alla ricostituzione di una stretta relazione tra la residenza e la strada – o la piazza – come elemento di costruzione dello spazio collettivo, in continuità con l'idea, le esperienze e gli esempi della città antica. In particolare i progetti proposti, incidendo sulla morfologia urbana attraverso la definizione volumetrica e le scelte tipologiche, devono di indagare il rapporto tra la dimensione collettiva degli spazi urbani e la dimensione privata dell'abitare, mettendo in relazione la forma del costruito alla forma dello spazio aperto. Il tema dell'abitare deve essere sviluppato non soltanto attraverso la definizione degli aspetti funzionali e distributivi, ma soprattutto attraverso il confronto con l'isolato urbano e con la trama storica della città, assumendo il tema volumetrico e compositivo come elemento cardine per la progettazione della residenza. Il progetto architettonico può, in tal modo, rivelare le potenzialità di un "uso contemporaneo" della città compatta, rifondandone il significato dal punto di vista dell’abitare ma anche rivendicando la ragione eminentemente collettiva di ogni tema d'architettura.

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Le proposte progettuali devono essere in un certo senso paradigmatiche del modo di intendere il progetto urbano: gli interventi di completamento del tessuto urbano esistente devono derivare direttamente dall'analisi dei tipi edilizi che costituiscono gli isolati della città, verificando le relazioni esistenti tra i luoghi della casa e il carattere dello spazio interno ed esterno all’isolato.Obiettivo degli interventi deve, da un lato, la ricostituzione della continuità dei fronti stradali e, dall’altro, la progettazione di corti ad uso collettivo o privato che siano identificate da una chiara soluzione architettonica dello spazio e anche da una unitarietà formale delle facciate.Le tipologie da proporre sono direttamente riferite a quelle tradizionali: la casa a blocco, con androne carraio e vano scala quadrato a tre rampe per gli edifici in cortina o la Townhouse unifamiliare nei casi di parcelle strette e profonde; la casa a ballatoio per gli edifici interni alla corte; il tipo del palazzo per i grandi vuoti urbani. All’interno di questi tipi consolidati si può lavorare sulla costruzione spaziale degli alloggi, introducendo soluzioni duplex nei piani più alti delle case a blocco con arretramenti e logge su strada, e sperimentando, nei cortili l’uso del ballatoio applicato a case a schiera o case in linea dove l’elemento distributivo assume il senso di un prolungamento all’aperto dello spazio della casa.

Il tema della facciata

In questa idea “urbana” di architettura, assume un ruolo determinante il tema della facciata, come elemento espressivo del rapporto pubblico-privato dell’abitare e non come luogo fittizio di una rappresentazione autoreferenziale. Non senza difficoltà: la facciata è il “volto” della casa, quello con cui si presenta all’osservatore e con cui l’architetto manifesta la sua responsabilità nei confronti della collettività come del singolo.4 Un problema ancora più sentito nel caso del completamento dei vuoti urbani, cioè delle costruzioni in cortina, dove la facciata è tutto ciò che si vede del progetto e deve, da sola, spiegarne le ragioni e il senso. Si tratta qui spesso non solo di colmare un’assenza fisica, ma di evocare anche i caratteri materiali e formali di ciò che è mancante o scomparso, per trovare soluzioni di facciata che siano in grado di riproporre con evidenza quel rapporto strada-casa/pubblico-privato che è tipico della città storica. La ricerca di un linguaggio architettonico adeguato, condiviso ed espressivo della contemporaneità, è dunque forse il tema cruciale con cui questi progetti si confrontano, ricorrendo, con tutte le conseguenze del caso, ancora una volta, all’esperienza della storia.

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L’articolazione compositiva è strutturata attraverso l’uso delle modanature, che partono dagli elementi della costruzione (campate, sovrapposizione dei piani, porte e finestre), ma vanno oltre, cercando di restituire all’apparato strutturale e funzionale (paraste, architravi, marcapiani, cornicioni e anche davanzali, pluviali, ecc.) il loro valore decorativo, nel senso appunto del “decoro”. Un decoro in questo caso che prende le mosse dalla realtà della città e da essa deriva gli elementi della composizione: la ricerca di sistemi proporzionali e modulari, l’uso di simmetria e asimmetria, il gioco dei partiti orizzontali e verticali, l’alternanza dei pieni e dei vuoti, le gerarchie tra le parti, la ricerca di coerenza tra le parti e il tutto, tra architettura e città.

1. Cfr. M. Caja, M. Landsberger, S. Malcovati, Tipologia architettonica e morfologia urbana. Il dibattito italiano. Antologia 1960 - 1980, Milano: Libraccio, 2012 (2009) e P. Panerai, J.Castex, J. Depaule, Isolato urbano e città contemporanea, Milano: Città Studi edizioni, 2008 (1987), C. Martí Arís, Le variazioni dell’identità. Il tipo in architettura, Milano: CittàStudi, 1990, S. Malcovati, Una casa è una casa. Scritti sul pensiero e sull’opera di Giorgio Grassi, Milano: FrancoAngeli, 2011, U. Schröder, Die Idee der Stadt. Konzepte einer rationalistischen Architektur/L’idea della città. Modelli di un’architettura razionalista, Tübingen-Berlin: Ernst Wasmuth, 2008, K. Th. Brenner, La costruzione della città. Razionalisti berlinesi/Die Konstruktion der Stadt. Berliner Rationalisten, Firenze: Aión Edizioni, 20102. Su Berlino cfr. M. Caja, S. Malcovati, Berlino 1990-2010. La ricerca sull’isolato e sul quartiere, Milano: Lampi di stampa, 2009, A. Burg, Neue Berlinische Architektur: Eine Debatte, Berlin-Basel-Boston: Birkhäuser Verlag, 1995, K. Th. Brenner, Geisert H., Das städtische Reihenhaus: Geschichte und Typologie, Wüstenrot Stiftung, Stuttgart: Karl Krämer, 2004, H. Stimman, M. Kieren, Die Architektur des Neuen Berlin, Berlin: Nicolai-Verlag, 2005; su Francoforte cfr: Stadtplanungsamt Stadt Frankfurt am Main, Doku- mentation Altstadt. Planung Bereich Dom-Römer, Frankfurt am Main, 2006, C. Mäckler, A. Pellnitz, Die Dortmunder Schule. Architektur und Städtebau, Zürich: Verlag Niggli, Sulgen, 2011; su Barcellona cfr: C. Martí Arís, La manzana como idea de ciudad. Elementos teóricos y propuestas para Barcelona,Barcelona: 2C Ediciones, 19823. C. Mäckler, W. Sonne, Konferenz zur Schönheit und Le- bensfähigkeit der Stadt No.1, Zürich: Verlag Niggli, Sulgen, 20114. Sulla facciata si veda F. Neumeyer, “Mit dem Kopf durch die Wand: Annäherung an das Unwort Fassade”, in Id. (a cura di), Hans Kollhoff, Ernst & Sohn, Berlin, 1995 e Id., “Was ist eine Fassade? Learning from Alberti, manoscritto, 2011

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Area di progetto: Officine Grandi Motori, stato di fatto

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L’ambito di progetto è compreso nella Circoscrizione Amministrativa n.7 di Torino, nella zona immediatamente a nord della Dora Riparia e a ovest di corso Giulio Cesare.Il contesto in cui l’area è inserita è OGM costituito da un tessuto urbano sostanzialmente ormai consolidato, sia nei tracciati, sia nell’edificato, in cui sono stati realizzati di recente due interventi residenziali (rispettivamente su corso Vigevano e via Damiano). L’area comprende due ampi lotti compresi tra corso Vigevano, corso Vercelli, via Carmagnola, via Luigi Damiano, separati da via Cuneo, per una superficie complessiva di circa 72.000 mq (quasi 8 ha). Si tratta di un’importante zona industriale dismessa per il progressivo esaurimento della produzione avvenuto a partire dagli anni Ottanta e ormai in stato di abbandono. All’interno dell’area, tuttavia, sono tuttora presenti alcuni manufatti industriali, riconosciuti di valore documentario e ambientale: il “Lingottino” (1922) e la “Basilica” (1911-12), a opera dell’architetto Giacomo Mattè Trucco, e l’edificio prospiciente la via Damiani, originariamente insediamento delle Officine Meccaniche Michele Ansaldi, prima opera dell’architetto Pietro Fenoglio.Sono inoltre presenti, nel lotto compreso tra corso Vercelli, via Cuneo, via Damiano e via Carmagnola, parti residuali degli edifici destinati alla produzione. Attualmente l’area è di proprietà privata (Esselunga S.p.A.); le due sole aree pubbliche comprese nell’ambito di progetto (come da previsioni del PRGC di Torino) sono costituite dalle porzioni dei sedimi stradali di via Cuneo e via Damiano.Il PRGC vigente (Variante Strutturale n.38) classifica l’area ex OGM come Zona Urbana di Trasformazione “Ambito 9.33 Damiano”."All'interno dell'ambito vigono le destinazioni d'uso, le regole planivolumetriche, le localizzazioni di viabilità e servizi, come definite negli elaborati contenuti nel Programma Integrato – PRIN (art.18 Legge n. 18 del 09/04/1996), nonché nelle relative Norme di Attuazione"*.Il PRIN è stato adottato il 21/02/2006 (n. mecc. 0508477) e approvato il 29/10/2007 (n. mecc. 0704442).Il Programma prevede la possibilità di insediare funzioni residenziali, commerciali e attività produttive – artigianali, garantendo un mix funzionale come previsto dalla Variante 38: l’area a sud di via Cuneo è destinata prevalentemente a residenza e artigianato; la zona a nord è articolato in tre nuovi isolati destinati alle funzioni commerciali, terziarie, artigianali e di servizio (in connessione con i grandi assi urbani).Il PRIN prevede inoltre di conservare i caratteri dei principali edifici

AREA DI PROGETTO

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industriali - il “Lingottino”, le “Officine Ansaldi”, in parte la “Basilica” e i manufatti industriali - e di utilizzare le trame presenti in precedenza per il tracciamento dei nuovi fabbricati.Ė prevista una dotazione di servizi leggermente superiore a quanto richiesto dalla consistenza dell’intervento, (mq 46.213 a fronte di un fabbisogno di mq 46.121) e così articolata: aree a verde pubblico, spazi pedonali di relazione, parcheggi a raso, parcheggi in struttura (sottosuolo) e piazze coperte ricavati dal recupero di edifici ex-industriali.Rispetto al PRIN adottato, il PRIN approvato ha stralciato il progetto di un edificio destinato al Mercato dei Fiori, inizialmente previsto su corso Vigevano, con demolizione di parte della “Basilica”;Il PRIN approvato, inoltre, ha introdotto la necessità di elaborare ulteriori approfondimenti progettuali per quello che riguarda l’edificio residenziale a torre di 22 p.f.t. previsto nella zona a sud di via Cuneo – accogliendo così alcune delle Osservazioni presentate al Programma - e l’acquisizione del parere “definitivo e vincolante” della Soprintendenza per quello che riguarda gli interventi sui fabbricati storici.Per quello che riguarda la viabilità, le porzioni di strade di proprietà pubblica (Comune di Torino) interne alla ZUT 9.33 Damiano, sono confermate con destinazione a viabilità pubblica; sono previsti inoltre interventi di sistemazione della viabilità perimetrale esistente (in particolare, le intersezioni con corso Vercelli).

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BREVE STORIA DELL'AREA

L’insediamento delle fabbriche

Dai primi anni del ’900, con lo stabilirsi di un numero sempre più elevato di industrie e di case popolari, la Barriera di Milano diventa sempre di più un borgo operaio. Lo sviluppo industriale di Torino era concentrato maggior-mente nella zona nord della città per l’esistenza di numerosi corsi d’acqua e di una fitta rete di canali. Il problema dell’energia era infatti quello che mag-giormente condizionava la posizione delle fabbriche che traevano la prin-cipale forza motrice proprio dall’acqua. L’alto costo del combustibile, che doveva essere importato non rendeva economicamente conveniente l’uti-lizzo del vapore e, d’altra parte, la presenza di fiumi quali la Dora e lo Stura, facilitava la derivazione di canali utilizzabili per la produzione di energia, fattore che spinse molte fabbriche a localizzarsi proprio in quest’area.A facilitare l’insediamento delle industrie nella zona Nord della città contri-buì anche la costruzione della linea ferroviaria Torino-Milano, iniziata nel 1857 ed ultimata alla fine del XIX secolo.In un primo momento le fabbriche s’insediano entro la cinta daziaria che correva lungo i corsi Novara e Vigevano, poi nella zona esterna, ancora agricola. Su Corso Ponte Mosca1 sorgono la conceria Gilardini, le Fonderie Poccardi e l’industria meccanica Michele Ansaldi, stabilimento quest’ul-timo considerato non solo il più importante di Torino, ma forse d’Italia, nel campo delle macchine utensili. L’Ansaldi aveva anche aperto un emporio meccanurgico italiano con lo scopo di presentare al pubblico la produzione dei vari costruttori di macchine e di porre in diretta comunicazione il consu-matore e i produttori sparsi nella penisola.Verso la fine del XIX secolo si registra così a Torino il risveglio di quell’in-dustria pesante e semipesante che trovava le sue basi nella siderurgia e nella produzione metalmeccanica, ma era ancora arretrata. Il numero degli operai impiegati si aggirava intorno alla media di 150-180 individui, fatta eccezione dell’Ansaldi in cui il numero superava i 300.Nel 1907 per favorire ulteriormente il processo di industrializzazione, il Comune crea l’Azienda Elettrica Municipale che fornisce all’industria ener-gia elettrica a prezzo di costo; il decollo industriale torinese avviene quindi grazie all’energia elettrica.Il settore metallurgico-meccanico dominava nelle fabbriche della Barriera, seguite adesso da quelle tessili, che avevano notevolmente trasformato in poco più di quarant’anni il territorio, mutando il volto delle vecchie borgate circondate da terreni agricoli, trasformando la

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loro originaria dimensione di insediamenti rurali in una dimensione prettamente urbana.Nella zona si era così consolidato un tessuto produttivo e si erano create le condizioni affinché questo territorio continuasse ad essere una direttrice importante nella crescita industriale di Torino.

Le officine Meccaniche Ansaldi

Le Officine Meccaniche Michele Ansaldi, un importante azienda di mac-chine utensili, fra le meglio organizzate del gruppo meccanico d’Italia, si insedia nel 1884 in Corso Ponte Mosca 402. Solo qualche anno più tardi, pre-cisamente nel 1899, si trasferiscono nell’isolato tra le vie Cuneo, Mondovì e i corsi Vigevano e Vercelli su un area di 25.000 mq, a lato delle quali sorge altresì una grande fonderia di ghisa e una per il bronzo. Il progetto era firmato dall’Architetto Pietro Fenoglio: “Nei prospetti dei ca-pannoni su Via Mondovì si annunciavano novità strutturali, per le dimen-sioni, la ripetizione modulare delle coperture a “shed” e l’uso del cemento armato di recente importato in Italia. Ma l’imponente complesso industriale che suggella emblematicamente l’ingresso in città […] è soprattutto il risul-tato degli ingrandimenti eseguiti da Giacomo Matté- Trucco tra il 1905 e il 1925 allorché lo stabilimento passò alla FIAT. Le strutture multipiano, razio-nali e funzionali, già sperimentate per la prima volta nei fabbricati indus-triali di Corso Dante, furono poi riprese per la costruzione del Lingotto”3.L’azienda non produceva solo macchine utensili ma anche macchine lito-grafiche, agricole e materiale d’artiglieria; sarà il nucleo originario della futura Sezione grandi Motori FIAT.Come già accennato, l’Ansaldi deve essere ricordata per la creazione dell’Emporio meccanurgico italiano, una sorta di sindacato di vendita in comune con pubblica esposizione permanente con lo scopo di avvicinare il produttore al consumatore. Nel 1905, spinto dalla Banca Commerciale Italiana, Ansaldi decise di asso-ciarsi alla FIAT, per dare origine alla FIAT-Ansaldi, destinata alla produ-zione di vetture leggere a quattro cilindri, da cui sarà estromesso solo un anno più tardi.L’importanza di Michele Ansaldi e della sua ditta sono efficacemente des-critte da Ernesto Trevisani: “Questo egregio industriale si fa scrupoloso do-vere tenersi al corrente di ogni progresso dell’industria che esercita, cosic-ché è riuscito, con la finitezza e perfezione dei lavori, con la massima bontà

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dei prezzi a battere in breccia la concorrenza delle case estere costruttrice di macchine-utensili. Una caratteristica di questo stabilimento è la eccel-lente disposizione pei vari riparti e del macchinario che appieno soddisfa le moderne esigenze. Specialità di produzioni dell’officina sono le macchine-utensili per la lavorazione dei metalli e legnami, come torni di ogni e qua-lunque genere, fresatrici, pialle, limatrici, trapani, ecc., parti di fucile, parti per affusti ed affusti completi per artiglieria, mitragliere, ecc., ecc.. Spolette, granate, Shrapnels, cannelli, ecc.. Casse, torpedini, rubinetteria e pezzi di ricambio delle regie navi, ecc., ecc.Due gru, della potenza di 6000 kg, e altre due di 4000 kg, servono al tras-porto dei vari pezzi di produzione, tutto animato con una forza motrice a vapore di 70 cavalli.Con a capo un uomo come il cav. Michele Ansaldi, lo stabilimento non può fun-zionare che in modo regolare e perfetto: la disciplina, l’accordo fra impiegatisuperiori ed operai vi regnano sovrani ed è un vero conforto constatarlo. Quivi, a mo’ di dire, fra il proprietario e l’ultimo dei suoi dipendenti, vi è quella specie di confidenza reciproca, affettuosa che, se da un lato serve mirabilmente ad educare una maestranza sobria, affezionata ai suoi capi ed amante del lavoro, dall’altro – e specialmente nei tristi casi della vita dell’operaio – vale di conforto, d’incoraggia mento, di consiglio e di aiuto, giacché solo quando esista del vero affetto fra padrone e operaio, quest’ul-timo può ricavare reali benefizi ed il primo aversi più o meno l’ottima rius-cita dei lavori.Allo stabilimento Ansaldi attingono mezzi di sussistenza di vita felice oltre 300 operai. Ma qui non è tutto. Michele Ansaldi, pieno di fede e di coraggio, volle farsi iniziatore di qual-cosa che tornasse di nuovo vantaggio al Paese, volle con intelligente slan-cio colmare una lacuna, sperando ottenere qui risultati che non solo cos-tituiscono un premio adeguato alle fatiche ed ai sacrifici sopportati, ma tornano anche di sprone e d’incitamento a pigliar lena nella difficile via delle conquiste e delle nuove intraprese. E la città di Torino deve a questo benemerito industriale l’apertura di un grandioso magazzino – primo e solo nel paese nostro – per la mostra permanente di macchine ed articoli affini. Esso porta il nome di “Emporio mecanurgico italiano” e venne inau-gurato coll’intervento del sottosegretario di Stato, onor. Daneo, del prefetto, del Sindaco di Torino, delle più spiccate individualità nelle scienze, nelle industrie e nei commerci.”4

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L’arrivo della FIAT

Con atto notarile firmato l’11 luglio 1899, sorge in Torino, su 12.000 metri quadrati, la Fabbrica Italiana Automobili Torino con 50 operai e 800.000 lire di capitale, il primo nucleo di quel grandioso complesso che cinquanta anni dopo occuperà una superficie, tra fabbrica principale di Mirafiori e Sezioni speciali, di 24 milioni di metri quadrati.5

Gli anni 1907 e 1908 che furono duri anni di crisi economica e finanzia-ria per l’Italia e in tutto il mondo, toccarono solo marginalmente la grande azienda, poiché aveva, già prima della crisi, consolidato la sua struttura con interessi e partecipazioni varie nelle industrie fornitrici di materie prime e semilavorate.Nel 1914 la FIAT inizia la produzione di veicoli ad uso militare, realizzando 2.400 autocarri sui 3.400 richiesti dalla motorizzazione militare e nel 1915, poco prima che iniziasse a lavorare a pieno ritmo per la guerra, la FIAT raggruppava già il 40% delle maestranze italiane addette all’industria mec-canica-motoristica e la sua produzione di autovetture, rappresentava più del 50% dell’intera produzione nazionale.6

La fabbrica torinese specializzata anche nella costruzione di mitragliatrici, è dichiarata stabilimento ausiliario e dalla produzione di materiale bellico la FIAT ricava ingenti utili, posizionandosi al termine della Grande Guerra ai vertici del sistema industriale italiano.A partire dagl’inni ’20 la FIAT poteva contare ben undici sezioni di cui quat-tro insediate in Barriera di Milano: le Industrie Metallurgiche, le Acciaierie, le Grandi Motori e le Fonderia Ghisa.Lo stabilimento della Grandi Motori di Via Cuneo “resta ancora oggi nella memoria dei vecchi abitanti della Barriera di Milano, considerata come il cuore palpitante del quartiere, un cuore che emetteva pulsazioni fortissime che si sentivano a circa un chilometro di distanza e in tutta l’area di piazza Crispi al momento della prova dei motori.”7

Le OGM: Officine FIAT Grandi Motori

La strategia assunta dalla FIAT per non soccombere alla crisi, è stata quella di legare entro la propria orbita altre società. Una di queste era il cantiere navale San Giorgio di Muggiano, nel golfo di La Spezia assorbita da FIAT nel 1905.

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In seguito a questa operazione nasce la Società FIAT-San Giorgio, un com-plesso di officine destinate a sviluppare la costruzione di torpediniere som-mergibili che prevedeva a Torino la produzione di motori e tubi da lancio.8

Il luogo ritenuto idoneo ad ospitare questo nuovo tipo di lavorazioni viene individuato nelle ex officine Ansaldi, trasformate in FIAT-Ansaldi e in se-guito in FIAT Brevetti, al numero 20 di via Cuneo.È quindi nel complesso industriale costruito da Michele Ansaldi, di cui ab-biamo già parlato, che la FIAT inizia la produzione dei primi motori navali a benzina e, in via sperimentale, diesel. Il passaggio dalla sperimentazione dei motori diesel alla effettiva produ-zione è molto veloce e la Fiat si orienta inizialmente sulla costruzione dei motori a due tempi per applicazioni navali. Tali applicazioni fra il 1905 ed il 1915 si limitano alla propulsione di sommergibili, fino a quando la FIAT non ha l’idea di iniziare a costruire anche grandi motori destinati alle navi. È per tale necessità che tra il 1911 e il 1913 il complesso industriale viene am-pliato, edificando sul lato settentrionale di via Pinerolo un ampio fabbricato in cemento armato lungo 160 metri, largo 35 ed alto 18. Nella campata cen-trale del nuovo fabbricato vi erano i reparti per la produzione di motori di grandi dimensioni con l’annessa sala prove, le altre due laterali ospitavano i reparti destinati alle piccole lavorazioni, al montaggio e ai servizi ausiliari.“I motori costruiti nel periodo 1910-1917 furono destinati ad una numerosa serie di sommergibili e navi militari dei quali molti destinati alle marine estere. I cilindri con la corsa pressoché uguale al diametro sviluppavano pressioni medie di 4 a 4,5 kg/cm2 con velocità medie degli stantuffi com-prese fra 5 a 5,5 m/sec., e davano consumo di combustibile da 220 a 240 grammi per cavallo-ora”.9

In seguito la FIAT-San Giorgio viene ceduta al gruppo Ansaldo, per poi essere riassorbita nel 1923, a seguito della crisi del gruppo, assumendo il nome di Sezione Grandi Motori. Durante gli anni della Grande Guerra la fabbrica è destinata alla produzione bellica e al termine del conflitto, torna alla costruzione di motori per la marina mercantile.Presso le Officine Grandi Motori accanto alla costruzione di motori leggeri per la flotta militare, vengono realizzati i motori per le motonavi Ceara, Oceania e Vulcania.10

La maggior parte dei motori realizzati erano destinati alla propulsione na-vale ma a partire dagli anni ’30, vengono anche destinati alle applicazioni industriali, generalmente per la produzione di energia elettrica sia in cen-trali appositamente costruite, sia come impianti di riserva stagionali.

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Dal 1923 al 1935 il complesso industriale viene ulteriormente ampliato: vengono coperti totalmente alcuni cortili, ingranditi gli impianti destinati ai motori di media grandezza, realizzata una nuova fonderia, un nuovo capannone per il montaggio e la prova dei motori, un grande fabbricato destinato ad uso magazzino e deposito materiali oltre a nuovi edifici in cal-cestruzzo armato, portando a 115.000 metri quadrati la superficie d’esten-sione dello stabilimento.Alla vigilia della seconda guerra mondiale la Grandi Motori si presentava come la più imponente industria della Barriera di Milano.La pubblicità curata dalla FIAT sulla Guida Paravia del 1940 la descriveva così: nella Sezione dei Grandi Motori, la FIAT costruisce gli apparati motori tipo Diesel per le navi e motori Diesel fissi per impianti industriali. I grandi motori FIAT sono noti in tutto il mondo; se ne servono anche le Marine estere, comprese quelle d’Inghilterra e degli Stati Uniti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Grandi Motori è ripetutamente colpita dalle incursioni aeree del 1942 ma le più devastanti sono quelle su-bite nel luglio 1943 che distruggono e danneggiano molti reparti dell’area di via Cuneo.11

Dopo il conflitto la produzione cala drasticamente e nel contempo si av-viano i lavori di ricostruzione. Nel 1950, per rendere la fabbrica in grado di competere con la concorrenza estera, la FIAT decide di intraprendere un nuovo progetto di ampliamento dei locali. Il progetto di ampliamento viene realizzato tra il 1951 e il 1954 prevedendo la costruzione di una nuova fonderia e di un nuovo capannone; tali interventi strutturali consentono alla Grandi Motori un nuovo slancio industriale grazie alle numerose com-messe ricevute per la realizzazione di grandi motori, motori leggeri e veloci, turbine, macchine utensili e turbine a gas.Agli inizi degli anni ’60 la Grandi Motori aveva riacquistato l’importanza che aveva prima della Seconda Guerra Mondiale, purtroppo però la nuova età di splendore era destinata a concludersi in breve tempo: l’allora presi-dente della FIAT Vittorio Valletta, decide di creare la Società Grandi Motori di Trieste che inizia la sua produzione nel 1971, raccogliendo l ‘eredità della Grandi Motori di Torino.

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1. Il Corso dal 1932 prenderà il nome di corso Giulio Cesare. Cfr. circa l’articolo apparso sulla rivista Torino, nel novembre 1932, pp. 23-25 , “Il ponte Mosca e il piano regolatore del Borgo Dora” in cui si afferma : “Con la deliberazione podestarile 31 ottobre 1932 - XI è stato assegnato al corso già denominato “Ponte Mosca” il nome di Giulio Cesare, per ricordare ed onorare degnamente questo grande romano”2. Michele Ansaldi iniziò le prime produzioni nel 1884 in locali di fortuna, lo stabili-mento di corso Ponte Mosca viene progettato nel 1886 dall’ing. Boggio Camillo su tre piani fuori terra, ASCT, Repertorio Progetti Edilizi I Categoria, pratica n. 45-1886 – Nel 1890 viene presentato l’ampliamento dal progettista ing. Aschieri, ASCT, Repertorio Progetti Edilizi I Categoria, pratica n. 103 – 1890.3. Mila Leva Pistoi, in 100 Luoghi dell’Industria a Torino e Piemonte, Associazione Torino Città Capitale Europea, Torino, 1999, p.66.4. Ernesto Trevisani, Rivista industriale e commerciale di Torino e provincia ,Milano, Capriolo e Massimino, 1896.5. Valerio Castronovo, Giovanni Agnelli – La FIAT dal 1899 al 1945, Torino, 1977.6. Ibidem.7. Castrovilli-Seminara, op. cit.8. FIAT, Lo stabilimento Grandi Motori, opuscolo informativo a cura dell’azienda (non presenta data di pubblicazione) conservato presso L’Archivio Storico FIAT, p. 5.9. FIAT, I Cinquant’anni della FIAT: 1899-1949, Milano, 1950, p.152.10. Ceara: commissionata dal Brasile era una nave appoggio per le squadriglie di sommergibili; Oceania e Vulcania erano due transatlantici.11. Enrico Miletto, Torino 1938/45 – La città dell’industria, a cura dell’Istituto piemon-tese per la storia della Resistenza e della società contemporanea, pubblicazione inte-rattiva, Torino, 2003.

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Area delle Officine Grandi Motori: il Lingottino

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BIBLIOGRAFIA PER L'AREA DI PROGETTO

Officine Grandi Motori (FIAT Grandi Motori)

M. A. Giusti, R. Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Torino: Umberto Allemandi, 2008

A. Magnaghi, M. Monge, L. Re, Guida all’architettura moderna di Torino, Torino: Celid, 2005

R. Nelva, B. Signorelli, Avvento ed evoluzione del calcestruzzo armato in Italia: il sistema HennebiqueMilano: Edizioni di Scienza e Tecnica, 1990

Dipartimento Casa-Città (Politecnico di Torino), Beni culturali e ambientali nel Comune di Torino, Torino: Società degli ingegneri e degli architetti di Torino, 1984

R. Nelva, B. Signorelli, Le opere di Pietro Fenoglio nel clima dell’Art Nouveau internazionale, Bari: Dedalo Libri, 1979

M. Pozzetto, La FIAT-Lingotto. Un’architettura torinese d’avanguardia, Torino: Centro Studi Piemontesi, 1975

Torino e l’industria

G. Berta (a cura di), Torino Industria. Persone, lavoro, imprese, Torino: Archivio Storico della Città di Torino, 2008

V. Castronovo, Torino. Un’antica sapienza di lavoro, Torino: Ed. del Capricorno, 2001

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U. Rodda, Storia dell’industria piemontese, Torino: Ed. il Punto, 2001

C. Olmo (a cura di), Mirafiori 1936-1962, Torino: Umberto Allemandi, 1997

C. Olmo, M. Comba, M. B. Di Pralormo, Il Lingotto, 1915-1939. L’architettura, l’immagine, il lavoro, Torino: Umberto Allemandi, 1994

M. Rosso, Architettura e industria: teorie e progetti a Torino nel XX secolo, Torino: AMMA, 1994

M. Pozzetto, La FIAT-Lingotto. Un’architettura torinese d’avanguardia, Torino: Centro Studi Piemontesi, 1975

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PERCORSO

Atelier di progettazione I - prof. Silvia MalcovatiSopralluogo area di progetto - martedì 25 marzo

Ore 15.00 - Per chi viene in macchina appuntamento direttamente sull’area di progetto in via Cuneo, angolo corso Vercelli

N. B. Ricordarsi di portare macchina fotografica e stampa della planimetria dell’area

Per arrivare all’area di progetto:- ore 14.00 partenza dall’aula in via Boggio- andare a piedi fino alla fermata - andare a piedi fino alla fermata Bolzano capolinea dell’autobus 51, vicino a Piazza XVIII dicembre (Porta Susa)- prendere l’autobus 51- scendere alla fermata Cuneo, in corso Vercelli

Indicazioni di trasporto pubblico per raggiungere l'area di progetto

ore 14.30 partenza dall’aula 11 I

andare a piedi fino alla fermataBolzano capolinea dell’autobus 51,vicino a Piazza XVIII dicembre (Porta Susa)

prendere l’autobus 51

scendere alla fermata Cuneo, in corso Vercelli

ore 15.30 - Per chi viene in macchina appuntamento direttamente sull’area di progetto in via Cuneo, angolo corso Vercelli

N. B. Ricordarsi di portare macchina fotografica e stampare la planimetria dell’area

(www.atelierpolito.wordpress.com)

Atelier di progettazione I - prof. Silvia MalcovatiSopralluogo area di progetto - martedì 25 marzo

Ore 15.00 - Per chi viene in macchina appuntamento direttamente sull’area di progetto in via Cuneo, angolo corso Vercelli

N. B. Ricordarsi di portare macchina fotografica e stampa della planimetria dell’area

Per arrivare all’area di progetto:- ore 14.00 partenza dall’aula in via Boggio- andare a piedi fino alla fermata - andare a piedi fino alla fermata Bolzano capolinea dell’autobus 51, vicino a Piazza XVIII dicembre (Porta Susa)- prendere l’autobus 51- scendere alla fermata Cuneo, in corso Vercelli

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INDICAZIONI DI PROGETTO

ALCUNE PRESCRIZIONI DEL REGOLAMENTO EDILIZIO DEL COMUNE DI TORINO:

• altezza minima locali di abitazione: 2,7 m, riducibili a 2,4 m per corridoi, disimpegni, servizi igienici, ripostigli • superficie minima dei locali: - camera da letto per due persone: 14 mq - camera da letto singola: 9 mq - soggiorno: 14 mq - cucina non abitabile: 4 mq (con larghezza non inferiore a 1,6 m) - cucina abitabile: 12 mq - almeno un bagno di superficie minima pari a 3 mq (con larghezza non inferiore a 1,5 m) - almeno un bagno con aerazione e illuminazione diretta per alloggi superiori ai 50 mq (consigliabile)- l'antibagno è sempre obbligatorio fatta eccezione per bagni aperti su corridoi di disimpegno e locali di ingresso. Si può omettere anche nel caso di bagno a servizio esclusivo di una camera- eventuale secondo bagno: superficie minima di 1,1 mq (con larghezza non inferiore a 0,9 m) • scale, ascensori e rampe: - scale ad utilizzo privato: larghezza utile non inferiore a 0,8 m - scale ad utilizzo privato: pedata minima: 25 cm - scale pubbliche o per edifici plurifamiliari a 3 o più piani: larghezza minima pari a 1,2 m - scale pubbliche o per edifici plurifamiliari a 3 o più piani: pedata min. 30 cm- dimensioni pianerottolo: lunghezza uguale o maggiore alla larghezza delle scale- distanza massima tra ingresso a ciascuna abitazione e scale: 30 m- ascensore obbligatorio per edifici pubblici e per edifici privati di altezza superiore ai tre piani- dimensioni minime ascensore: 150 x 120 cm (vano completo di cabina + muri perimetrali). La cabina deve essere di minimo 120x90 cm con ingresso dal lato più corto- parapetti e ringhiere: altezza minima di 1,1 m e non superiore a 1,2 m- rampa per disabili: pendenza massima 8%; lunghezza massima senza piano di sosta: 10m- rampa per automobili: pendenza massima 15-20%

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SUGGERIMENTI DI CARATTERE GENERALE

• Un edificio residenziale ha generalmente un corpo di fabbrica compreso tra i 10 e i 12 metri; i muri esterni ed i solai perimetrali hanno uno spessore minimo di 50 cm, i divisori interni possono essere anche di 12 cm; i vani scala in muratura portante hanno uno spessore di 20 cm; un pilastro in calcestruzzo armato per edificio residenziale multipiano è generalmente 30 x 30 cm; i tetti piani e/o i tetti giardino richiedono pacchetti di copertura specifici• Il piano terra residenziale degli edifici collocati lungo le strade principali deve essere rialzato di 1,5m. Tuttavia è necessario che i disabili possano accedere al vano ascensore e da qui al resto dell'edificio.• appartamenti fino a 50 mq sono considerati monolocali o bilocali e possono avere cucina e soggiorno in un unico locale e servizi areati con aerazione forzata; appartamenti superiori ai 70 mq hanno preferibilmente la cucina separata dal soggiorno; appartamenti superiori ai 150 mq sono da motivare• Non collocare l'ingresso degli appartamenti direttamente sul soggiorno, ma prevedere almeno una piccola zona filtro• La cucina deve essere illuminata e areata• La zona notte deve essere disimpegnata rispetto alla zona giorno• Preferire le logge ai balconi• Sono da evitare scale a chiocciola e rampe interne agli appartamenti• sono da evitare, se non in casi eccezionali, dislivelli interni alle singole abitazioni• sono da evitare, per quanto possibile, finestre continue sui vani scala, in particolare in corrispondenza dei pianerottoli intermedi

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ALTRE DISPOSIZIONI E/OVINCOLI

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Edifici vincolati vincolo ex lege 1089/1939

• “Lingottino” • “Basilica”, • “Officine Fenoglio”

Edifici (o parti di essi) di cui è possibile prevedere la demolizione:

• Parti rimanenti dei capannoni produttivi nel lotto sud

Allineamenti

Sui corsi Vigevano e Vercelli i fronti principali dei nuovi edifici devono rispettare l’allineamento stradale o l’allineamento edilizio.

Si suggerisce, in ogni caso, di non demolire nessuno degli edifici presenti sull'area

ALTRE DISPOSIZIONI E/OVINCOLI

7

Edifici vincolati vincolo ex lege 1089/1939

• “Lingottino” • “Basilica”, • “Officine Fenoglio”

Edifici (o parti di essi) di cui è possibile prevedere la demolizione:

• Parti rimanenti dei capannoni produttivi nel lotto sud

Allineamenti

Sui corsi Vigevano e Vercelli i fronti principali dei nuovi edifici devono rispettare l’allineamento stradale o l’allineamento edilizio.

ALTRE DISPOSIZIONI E/OVINCOLI

7

Edifici vincolati vincolo ex lege 1089/1939

• “Lingottino” • “Basilica”, • “Officine Fenoglio”

Edifici (o parti di essi) di cui è possibile prevedere la demolizione:

• Parti rimanenti dei capannoni produttivi nel lotto sud

Allineamenti

Sui corsi Vigevano e Vercelli i fronti principali dei nuovi edifici devono rispettare l’allineamento stradale o l’allineamento edilizio.

Edifici vincolati

LingottinoBasilicaOfficine Fenoglio

Edifici di cui è possibileprevedere la demolizione

Allineamenti

Sui corsi Vigevano e Vercelli i fronti principali dei nuovi edifici devono rispettare l'allineamento stradale ed edilizio circostante

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8

Aree a verde Spazi verdi pubblici Gli spazi verdi pubblici non devono risultare frammentati, ma essere possibilmente concentrati in aree collegate fra loro e aventi dimensioni significative e riconoscibili (progettounitario di suolo pubblico). Deve essere inoltre garantita la massima riconoscibilità/distinzione degli spazi destinati a verde pubblico, da quelli destinati a verde privato. Spazi verdi privati Gli spazi verdi privati devono avere una superficie minima pari ad almeno il 50% della Sf non edificata di pertinenza degli edifici. Parcheggi pertinenziali I parcheggi pertinenziali alla residenza dovranno essere realizzati parzialmente o interamente nel sottosuolo. - compatibilità con le prescrizioni del Piano d’Assetto Idrogeologico della Dora Riparia. L’area è classificata Sottoclasse IIIb2b(P) - Funzioni compatibili con la residenza (commercio) Gli esercizi commerciali al dettaglio dovranno essere localizzati al piede degli edifici, preferibilmente su corso Vercelli.

Min50%

Aree a verde

Spazi verdi pubblici- non devono risultare frammentati, ma essere concentrati in aree collegate tra loro e aventi dimensioni significative (progetto unitario di suolo pubblico).

- Garantire la massima riconoscibilità/distinzione degli spazi a verde pubblico rispetto a quelli a verde privato

Spazi verdi privati- devono avere una superficie minima pari ad almeno il 50% della Sf non edificata di pertinenza degli edifici

8

Aree a verde Spazi verdi pubblici Gli spazi verdi pubblici non devono risultare frammentati, ma essere possibilmente concentrati in aree collegate fra loro e aventi dimensioni significative e riconoscibili (progettounitario di suolo pubblico). Deve essere inoltre garantita la massima riconoscibilità/distinzione degli spazi destinati a verde pubblico, da quelli destinati a verde privato. Spazi verdi privati Gli spazi verdi privati devono avere una superficie minima pari ad almeno il 50% della Sf non edificata di pertinenza degli edifici. Parcheggi pertinenziali I parcheggi pertinenziali alla residenza dovranno essere realizzati parzialmente o interamente nel sottosuolo. - compatibilità con le prescrizioni del Piano d’Assetto Idrogeologico della Dora Riparia. L’area è classificata Sottoclasse IIIb2b(P) - Funzioni compatibili con la residenza (commercio) Gli esercizi commerciali al dettaglio dovranno essere localizzati al piede degli edifici, preferibilmente su corso Vercelli.

Min50%

8

Aree a verde Spazi verdi pubblici Gli spazi verdi pubblici non devono risultare frammentati, ma essere possibilmente concentrati in aree collegate fra loro e aventi dimensioni significative e riconoscibili (progettounitario di suolo pubblico). Deve essere inoltre garantita la massima riconoscibilità/distinzione degli spazi destinati a verde pubblico, da quelli destinati a verde privato. Spazi verdi privati Gli spazi verdi privati devono avere una superficie minima pari ad almeno il 50% della Sf non edificata di pertinenza degli edifici. Parcheggi pertinenziali I parcheggi pertinenziali alla residenza dovranno essere realizzati parzialmente o interamente nel sottosuolo. - compatibilità con le prescrizioni del Piano d’Assetto Idrogeologico della Dora Riparia. L’area è classificata Sottoclasse IIIb2b(P) - Funzioni compatibili con la residenza (commercio) Gli esercizi commerciali al dettaglio dovranno essere localizzati al piede degli edifici, preferibilmente su corso Vercelli.

Min50%

Parcheggi pertinenziali

I parcheggi pertinenziali alla residenza devono essere realizzati parzialmente o interamente nel sottosuolo(compatibilità con le prescrizioni del Piano d'Assetto Idrogeologico della Dora Riparia- l'area è classificata Sottoclasse IIIb2b(P))

8

Aree a verde Spazi verdi pubblici Gli spazi verdi pubblici non devono risultare frammentati, ma essere possibilmente concentrati in aree collegate fra loro e aventi dimensioni significative e riconoscibili (progettounitario di suolo pubblico). Deve essere inoltre garantita la massima riconoscibilità/distinzione degli spazi destinati a verde pubblico, da quelli destinati a verde privato. Spazi verdi privati Gli spazi verdi privati devono avere una superficie minima pari ad almeno il 50% della Sf non edificata di pertinenza degli edifici. Parcheggi pertinenziali I parcheggi pertinenziali alla residenza dovranno essere realizzati parzialmente o interamente nel sottosuolo. - compatibilità con le prescrizioni del Piano d’Assetto Idrogeologico della Dora Riparia. L’area è classificata Sottoclasse IIIb2b(P) - Funzioni compatibili con la residenza (commercio) Gli esercizi commerciali al dettaglio dovranno essere localizzati al piede degli edifici, preferibilmente su corso Vercelli.

Min50%

Esercizi commerciali

Gli esercizi commerciali al dettaglio dovranno essere localizzati al piede degli edifici, preferibilmente su corso Vercelli e corso Vigevano

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Altezza massima degli edifici Max 6 piani fuori terra. Distanze tra gli edifici Distanza tra fabbricati: in aderenza oppure >= m10, oppure > H edificio più alto Distanze degli edifici dai confini privati Distanza da confini privati: in aderenza oppure >= mt.5

H max

>= 5m

>= 10m

Gli edifici di maggiore altezza sono quelli rivolti verso C.so Vercelli e C.so Vigevano

Altezza massima degli edifici

Max 6 piani fuori terra

9

Altezza massima degli edifici Max 6 piani fuori terra. Distanze tra gli edifici Distanza tra fabbricati: in aderenza oppure >= m10, oppure > H edificio più alto Distanze degli edifici dai confini privati Distanza da confini privati: in aderenza oppure >= mt.5

H max

>= 5m

>= 10m

9

Altezza massima degli edifici Max 6 piani fuori terra. Distanze tra gli edifici Distanza tra fabbricati: in aderenza oppure >= m10, oppure > H edificio più alto Distanze degli edifici dai confini privati Distanza da confini privati: in aderenza oppure >= mt.5

H max

>= 5m

>= 10m

Distanze tra gli edifici

- in aderenza- ≥ 10 m- > all'altezza edificio più alto (H max)

Distanze tra gli edifici

- in aderenza- ≥ 10 m- > all'altezza edificio più alto (H max)

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ORGANIZZAZIONE DELL'ATELIER

Le modalità didattiche prevedono lezioni frontali, sopralluoghi e visite guidate, che orienteranno il loro contenuto all’esperienza concreta del progetto, che si svolgerà prevalentemente in aula e, se possibile nel laboratorio di modellistica.Altre attività, condotte in modo autonomo dagli studenti (singolarmente o in gruppi di lavoro organizzati) secondo modalità indicate dalla docenza, quali ad esempio ricerche in biblioteca e approfondimenti monografici, potranno essere programmate durante il corso dell’Atelier; si effettueranno altresì verifiche periodiche di tipo collegiale, sullo stato di avanzamento del progetto.Le conoscenze acquisite saranno verificate attraverso la discussione degli elaborati richiesti dalla docenza, test scritti e colloqui che potranno comprendere quesiti relativi agli aspetti teorici ed applicativi delle due discipline che concorrono all’Atelier. Lo studente verrà valutato singolarmente, in sede di esame, pur presentand oalla discussione anche elaborati prodotti in gruppo. L’esame verterà su tutto il percorso di lavoro svolto nell'atelier e potrà essere superato soltanto nel caso in cui il collegio dei docenti giudichi lo studente positivamente in tutte e due le discipline afferenti all’insegnamento. In particolare verranno valutati tre aspetti: il percorso di maturazione dello studente durante l'intero semestre (ivi inclusa la presenza regolare in aula e la partecipazione alle discussioni), il prodotto, cioè gli elaborati progettuali finali, e la presentazione, ovvero la capacità dello studente di descrivere analiticamente il lavoro svolto.L’esame costituisce sbarramento per l’iscrizione al II anno.

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tema materiali DATA URBANISTICA

Mattina- Appello- QuestionarioL1 Presentazione del corsoL1a Presentazione area progetto

- Formazione gruppi 3 studenti

Pomeriggio- SOPRALLUOGO AREA PROGETTO

Portare:- penna e fogli per scrivere- macchina fotografica- planimetria da scaricare dal portale

Mercoledì2 marzo

- Lezione: introduzione al corso- Esplorazioni urbane: 4 itinerari /macrosezioni- Esercizi di descrizione: Racconti fotografici

MattinaL2 lezione tipologiaverifica e conferma gruppi

Pomeriggio- ASSEGNAZIONE ESERCITAZIONE 1 e lavo(analisi e ridisegno tipologie)

Portare:- computer portatile- righello o squadra

Leggere:Letture sulla tipologia

Mercoledì9 marzo

- Lezione- Esercizi di derscrizione: racconti fotografici- revisione Toolbox

MattinaL3 Lezione Tipologia

Pomeriggio- Revisione Esercitazione 1

Leggere:Letture sulla residenza e sulla casa

Mercoledì16 marzo

- Lezione- Esercizi di descrizione: Toolbox- Revisioni Toolbox

MattinaL4 Lezione DortmundL5 Lezione Berlinolavoro in aula

Pomeriggio- Consegna Esercitazione 1

Mercoledì23 marzo - Presentazione Toolbox

Martedì 30 marzo Vacanze pasquali

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DATA COMPOSIZIONE materiali

Martedì 1 marzo

Mattina- Appello- QuestionarioL1 Presentazione del corsoL1a Presentazione area progetto

- Formazione gruppi 3 studenti

Pomeriggio- Sopralluogo area di progetto

Portare:- penna e fogli per scrivere- macchina fotografica- planimetria da scaricare dal portale

Leggere:Letture sulla tipologia

Martedì 8 marzo

MattinaL2 lezione tipologiaverifica e conferma gruppi

Pomeriggio- Assegnazione Esercitazione 1e lavoro in aula(analisi e ridisegno tipologie)

Portare:- computer portatile-matita e gomma- righello o squadra, -carta da schizzo, - pennarelli e colori

Martedì 15 marzo

MattinaL3 Progetti di laurea

Pomeriggio- Revisione Esercitazione 1

Leggere:Letture Berlino

Martedì 22 marzo

MattinaL4 Lezione DortmundL5 Lezione Berlinolavoro in aula

Pomeriggio- Presentazione Esercitazione 1

Leggere:Letture Composizione

Martedì 29 marzo Vacanze pasquali

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tema materiali DATA URBANISTICA

Mattina- Appello- QuestionarioL1 Presentazione del corsoL1a Presentazione area progetto

- Formazione gruppi 3 studenti

Pomeriggio- SOPRALLUOGO AREA PROGETTO

Portare:- penna e fogli per scrivere- macchina fotografica- planimetria da scaricare dal portale

Mercoledì2 marzo

- Lezione: introduzione al corso- Esplorazioni urbane: 4 itinerari /macrosezioni- Esercizi di descrizione: Racconti fotografici

MattinaL2 lezione tipologiaverifica e conferma gruppi

Pomeriggio- ASSEGNAZIONE ESERCITAZIONE 1 e lavo(analisi e ridisegno tipologie)

Portare:- computer portatile- righello o squadra

Leggere:Letture sulla tipologia

Mercoledì9 marzo

- Lezione- Esercizi di derscrizione: racconti fotografici- revisione Toolbox

MattinaL3 Lezione Tipologia

Pomeriggio- Revisione Esercitazione 1

Leggere:Letture sulla residenza e sulla casa

Mercoledì16 marzo

- Lezione- Esercizi di descrizione: Toolbox- Revisioni Toolbox

MattinaL4 Lezione DortmundL5 Lezione Berlinolavoro in aula

Pomeriggio- Consegna Esercitazione 1

Mercoledì23 marzo - Presentazione Toolbox

Martedì 30 marzo Vacanze pasquali

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CALENDARIO DEL CORSO

DATA COMPOSIZIONE materiali

Martedì 1 marzo

Mattina- Appello- QuestionarioL1 Presentazione del corsoL1a Presentazione area progetto

- Formazione gruppi 3 studenti

Pomeriggio- Sopralluogo area di progetto

Portare:- penna e fogli per scrivere- macchina fotografica- planimetria da scaricare dal portale

Leggere:Letture sulla tipologia

Martedì 8 marzo

MattinaL2 lezione tipologiaverifica e conferma gruppi

Pomeriggio- Assegnazione Esercitazione 1e lavoro in aula(analisi e ridisegno tipologie)

Portare:- computer portatile-matita e gomma- righello o squadra, -carta da schizzo, - pennarelli e colori

Martedì 15 marzo

MattinaL3 Progetti di laurea

Pomeriggio- Revisione Esercitazione 1

Leggere:Letture Berlino

Martedì 22 marzo

MattinaL4 Lezione DortmundL5 Lezione Berlinolavoro in aula

Pomeriggio- Presentazione Esercitazione 1

Leggere:Letture Composizione

Martedì 29 marzo Vacanze pasquali

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Martedì 5 aprile

Workshop Masterplan Portare:- Planimetria 1:1000 stampata in scala- Laminil 3 mm, taglierina, colla vinilica, squadre, carta da lucido, colori

Mercoledì6 aprile

Workshop Masterplan

Martedì 12 aprile

Mattina- Compito scritto sulle letture

Pomeriggio- Revisione masterplan

Portare:- penna e fogli per scrivere

Mercoledì13 aprile

- Esplorazioni urbane: 4 itinerari / maquettes

Martedì 19 aprile

MattinaL6 Lezione Isolato

Pomeriggio- Revisione masterplan- Proposte tipologie

Mercoledì20 aprile

- Esplorazioni urbane: 4 itinerari / maquettes

Martedì 26 aprile

Critica intermediapresentazione lavoro di analisi

Mercoledì27 aprile

Critica intermediaPresentazione racconti fotografici, maquettes, masterplan 1:500

Martedì 3 maggio - Revisione progetti 1:200 Mercoledì

4 maggio- Lezione- Esercizi di descrizione: 4 macrosezioni / mappature

Martedì 10 maggio - Revisione progetti 1:200 Mercoledì

11 maggio

- Lezione- Esercizi di descrizione: 4 macrosezioni / mappature- Revisioni

Martedì 17 maggio - Revisione progetti 1:200 Mercoledì

18 maggio - Revisioni

Martedì 24 maggio - Revisione progetti 1:200 Mercoledì

25 maggio - Revisioni

Martedì 31 maggio - Revisione progetti 1:200 Mercoledì

1 giugno - Revisioni

Martedì 7 giugno Critica finale - Ultima lezione Mercoledì

8 giugno Critica finale - Ultima lezione

Martedì 14 giugno Revisioni aggiuntive

Martedì 21 giugno Revisioni aggiuntive

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Martedì 5 aprile

Workshop Masterplan Portare:- Planimetria 1:1000 stampata in scala- Laminil 3 mm, taglierina, colla vinilica, squadre, carta da lucido, colori

Mercoledì6 aprile

Workshop Masterplan

Martedì 12 aprile

Mattina- Compito scritto sulle letture

Pomeriggio- Revisione masterplan

Portare:- penna e fogli per scrivere

Mercoledì13 aprile

- Esplorazioni urbane: 4 itinerari / maquettes

Martedì 19 aprile

MattinaL6 Lezione Isolato

Pomeriggio- Revisione masterplan- Proposte tipologie

Mercoledì20 aprile

- Esplorazioni urbane: 4 itinerari / maquettes

Martedì 26 aprile

Critica intermediapresentazione lavoro di analisi

Mercoledì27 aprile

Critica intermediaPresentazione racconti fotografici, maquettes, masterplan 1:500

Martedì 3 maggio - Revisione progetti 1:200 Mercoledì

4 maggio- Lezione- Esercizi di descrizione: 4 macrosezioni / mappature

Martedì 10 maggio - Revisione progetti 1:200 Mercoledì

11 maggio

- Lezione- Esercizi di descrizione: 4 macrosezioni / mappature- Revisioni

Martedì 17 maggio - Revisione progetti 1:200 Mercoledì

18 maggio - Revisioni

Martedì 24 maggio - Revisione progetti 1:200 Mercoledì

25 maggio - Revisioni

Martedì 31 maggio - Revisione progetti 1:200 Mercoledì

1 giugno - Revisioni

Martedì 7 giugno Critica finale - Ultima lezione Mercoledì

8 giugno Critica finale - Ultima lezione

Martedì 14 giugno Revisioni aggiuntive

Martedì 21 giugno Revisioni aggiuntive

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LUOGO ED ORARI DELLE LEZIONI

GIORNO orario aula corso

MARTEDI' 10.00 - 13.00 11 I Composizione 14.30 - 19.00 (via Boggio)

MERCOLEDI' 14.30 - 19.00 12 I Urbanistica (Via Boggio)

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MODALITA' DI ESAME

La valutazione finale dell'atelier dipenderà dall'intero percorso svolto dal singolo studente e dall'esame finale orale, basato sulla discussione delle tavole e del materiale prodotto a conclusione del lavoro di progetto.In particolare, saranno richiesti:

TAVOLE Formato A1Cartiglio e font delle parti testuali come indicato nella tavola di esempio su: www.atelierpolito.wordpress.com Convenzioni grafiche come indicato nella tavola di esempio su:www.atelierpolito.wordpress.com MODELLI - modello complessivo dell’insediamento, scala 1:500 da inserire nella base predisposta - modello di un gruppo di edifici (scala 1:200/1.100) e/o di una singola casa (scala 1:50) I modelli saranno realizzati in materiale neutro (cartoncino vegetale o bianco), e comprenderanno tutti gli elementi necessari alla comprensione del progetto: topografia, percorsi, elementi naturali e architettura.

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Area delle Officine Grandi Motori: la Basilica e le Officine Ansaldi

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TAVOLE 1, 2 – ESPLORAZIONI URBANE*macrosezioni 500m x 2750m: 5 esplorazioni urbane + 1Le 2 tavole restituiscono il lavoro di descrizione e interpretazione del contesto urbano in cui si colloca l’intervento secondo 5 categorie di indagine + 1 : a) pieni/vuoti - superfici/volumi; b) suolo1 - minerale/vegetale; c) suolo2 - pubblico/privato; d) spazi e servizi collettivi; e) accessibilità/usi; f) approfondimento a scelta

CONTENUTI:- 5 planimetrie 500m x 2750m scala 1:5.000- zoom, sezioni, schemi e diagrammi interpretativi

PLASTICO *Macrosezioni 500m x 2750m: maquette scala 1:2500

BOOK FOTOGRAFICO *La costruzione di una strategia dell’attenzione: un racconto fotografico in 10 pagine.

TOOLBOX / CASSETTA DEGLI ATTREZZI *Una lettura e scomposizione di un progetto urbano (in 5 mosse).

* tutte le indicazioni saranno fornite nel corso dell’atelier

TAVOLA 3 – PROGETTO URBANO La Tavola 3 deve esprimere nel modo più comunicativo la trasformazione urbana complessiva che il progetto propone. La tavola in scala 1:1000 include:(a) volumi edificati, lotti di pertinenza e deve consentire la verifica delle distanze tra i fabbricati e dai confini; (b) accessi veicolari e pedonali; (c) indicazione delle strade e degli spazi pubblici; (d) sedime delle infrastrutture veicolari, ciclabili e pedonali. (e) Indicazione degli spazi a verde pubblico e privato. CONTENUTI: - Pianta delle coperture con le ombre con indicazioni della partizione della proprietà, del rapporto con le strade e i giardini, degli accessi. - Viabilità: gerarchia e razionalizzazione dei percorsi viabilistici, ciclabili e pedonali; controllo del dimensionamento delle strade, delle piste ciclabili, dei marciapiedi, dei parcheggi e degli spazi di manovra.

ELABORATI FINALI

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TAVOLA 4 – PLANIMETRIA 1:500 La Tavola 4 deve rendere conto dell’idea progettuale a livello dell’area nel suo complesso. In particolare: (a) rappresentare il rapporto che il singolo edificio ha con lo spazio aperto circostante (rapporto con il costruito, attacchi a terra, rapporto spazio pubblico/privato, verde e percorsi), rappresentando la pianta dei piani terra (1:500) (b) evidenziare la distribuzione interna orizzontale e verticale degli edifici; CONTENUTI: - Planimetria dell’area in scala 1:500 con indicazione dei piani terra - Materiali di pavimentazione delle strade e degli spazi pubblici - Indicazione delle infrastrutture veicolari, ciclabili e pedonali- Spazi a verde pubblico e privato e piantumazioni

TAVOLA 5 – SEZIONI URBANE 1:500La Tavola 5 deve rappresentare le sezioni dell'area nel suo complesso. In particolare:(a) rappresentare il rapporto che gli edifici di progetto instaurano con le preesistenze(b) mettere in evidenza gli elementi di continuità e discontinuità rispetto al costruito

CONTENUTI- Prospetti del progetto inseriti nel disegno del contesto- Indicazione delle sezioni stradali- Soluzioni delle differenze altimetriche all'interno dell'area

TAVOLA 6 – CARATTERI DELL’ARCHITETTURA La Tavola 6 (o le tavole se ne occorre più di una) deve rappresentare in modo approfondito il carattere dell’edificio e valorizzare gli elementi architettonici dell’intervento. Particolare attenzione è data: (a) alle scelte compositive dell'edificio, al rapporto tra i pieni e i vuoti, alle proporzioni e al carattere architettonico degli edifici(b) alle relazioni che il singolo edificio, attraverso le scelte progettuali, instaura con il contesto urbano e l'ambiente circostante (il rapporto con il carattere delle architetture e dei luoghi preesistenti e la sua trasformazione). (c) alla scelta dei materiali e delle tecnologie costruttive

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CONTENUTI: - Piante dell’edificio, scala 1:100 o 1:200 (piano terra, uno o due piani-tipo)- Prospetti dell’edificio, scala 1:100 o 1:200 (estesi all’area di intervento) - Sezioni dell’edificio, scala 1:100 o 1:200 (almeno una sezione sul vano scala e una sezione trasversale significativa) DOSSIER DI PROGETTO Il Dossier di Progetto (in formato UNI A4) deve descrivere quello che è stato il processo che ha portato a compiere determinate scelte (dal sopralluogo alle diverse e successive elaborazioni svolte a casa e in aula), con particolare attenzione a: (a) l'idea guida, il rapporto con il contesto urbano e ambientale di Torino; (b) i riferimenti architettonici presi in esame per l’elaborazione del progetto; (c) le scelte di natura costruttiva, tecnologica; (d) eventuali altri documenti concordati direttamente con i docenti dell’Atelier.

CONTENUTI: - Tutti i materiali che descrivono il percorso progettuale (fotografie dei modelli di lavoro, schizzi e fasi del progetto) - Una relazione di progetto (max 3 fogli formato A4), eventualmente corredata di immagini, disegni, fotografie, ecc. che spieghi le ragioni e gli obiettivi del progetto - Tabelle, grafici, diagrammi ed ogni altra elaborazione utile per soddisfare e chiarire le scelte progettuali MODELLIModelli 1:500 e 1:100/200

CD Contenente: elaborati in dwg, tavole in pdf, fotografie modelli di lavoro e finali

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Area delle Officine Grandi Motori: fotografia d'epoca

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BIBLIOGRAFIA

Tipologia

Lettura dal volume:C. Martí ArísLe variazioni dell’identità. Il tipo in architetturaMilano: CittàStudi, 1990Cap. 2, “Permanenza e trasformazione dei tipi”, pp. 47-96.

Lettura 2 saggi dal volume:M. Caja, M. Landsberger, S. MalcovatiTipologia architettonica e morfologia urbana. Il dibattito italiano. Antologia 1960 - 1980Milano: Libraccio, 2012C. Aymonino, “La città di Padova”, pp. 171-181A. Rossi, “Considerazioni sulla morfologia urbana e la tipologia edilizia”, pp. 59-69

Lettura 2 saggi dal volume:M. Caja, M. Landsberger, S. Malcovati Tipo, forma, figura. Il dibattito internazionale. Antologia 1970 - 2000Milano: Libraccio, 2016R. Moneo, Considerazioni intorno alla tipologia, pp.133-149P. Panerai, Tipologie, pp. 173-179

Berlino

M. Caja, M. Landsberger, S. MalcovatiTipologia architettonica e morfologia urbana. Il dibattito italiano. Antologia 1960-1980Milano: Lampi di stampa/Libraccio, 2010:G. Grassi, “Caratteri dell'abitazione nelle città tedesche”, pp.111-125

articoli da:Lotus Internationaln. 19, giugno 1978Numero monografico: L’isolato urbanoarticoli di L. Krier, J.P. Kleihues e O.M. Ungers, pp.33-97

M. Caja, S. MalcovatiBerlino 1990-2010. La ricerca sull’isolato e sul quartiereMilano: Lampi di stampa/Libraccio, 2009 H. Stimman,La townhouse berlinese/ The Berliner TownhouseMilano: Libreria Cortina, 2015

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Composizione

Lettura 2 saggi dal volume:H. Tessenow, Osservazioni elementari sul costruireMilano: FrancoAngeli, 1974. “La regolarità e in particolare la simmetria”, pp. 100-104“Considerazioni circa il dividere e il collegare”, pp. 114-122

Lettura 2 saggi dal volume:A. Loos,Parole nel vuotoMilano: Adelphi, 1972“Ornamento e delitto”, pp. 217-228“Architettura”, pp. 241-256

Lettura 2 saggi dal volume:Aldo Rossi, Scritti scelti sull’architettura e sulla città Milano: CittàStudi, 1975, ora Macerata: Quodlibet, 2012“Adolf Loos, 1870 – 1933”, pp. 73 - 100“Architettura per i musei", pp. 299-313

Lettura 1 saggi dal volume: Giorgio Grassi, Scritti scelti 1965 - 1999Milano : FrancoAngeli, 2000 “Architettura lingua morta 1”, pp. 239-248

Lettura 1 saggio dal volume:H. Kollhoff, M. Ammatuna (a cura di)Sulla Tettonica nell’arte edificatoriaPisa: Il Campano, 2012H. Kollhoff, Il mito della costruzione e l'architettonico, pp.15-33

F. Neumeyer, Cos'è una facciata? Imparare da Alberti/ What is a Façade? Learning from AlbertiMilano: Libreria Cortina, 2015

P. Kahlfeldt,La colonna/The columnMilano: Libreria Cortina, 2015

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Tipologia e residenza (illustrati con esempi)

J. Cepl (a cura di) Kollhoff & Timmermann architettiMilano: Electa, 2003

Hans Kollhoff ArchitekturMünchen Presse 2002

O.E. Bellini, Free parcels: un’innovazione tipologica al quartiere Borneo-SporenburgSantarcangelo di Romagna: Maggioli, 2007

M. Fagioli (a cura di), Nuovi architetti berlinesiFirenze: Aion, 2011

S. Boldrin, F.S. Fera (a cura di), Max Dudler: architetture dal 1979Milano: Electa 2012

L. Reale (a cura di), La città compatta: sperimentazioni contemporanee sull’isolato urbano europeoRoma: Gangemi, 2012

H. Wirz (a cura di), Wingender Hovenier ArchitectenLucerna: Quart Verlag 2012

Tony Fretton Architects: buildings and their territoriesBasel: Birkhäuser 2014

H. Wirz (a cura di), Tony Fretton ArchitectsLucerna: Quart Verlag 2010

K. T. Brenner, Die schöne StadtBerlino: Jovis 2010

K. T. Brenner, Platz und Haus,Berlino: Wasmuth 2011

A. Ferlenga (a cura di), Aldo Rossi, tutte le opereMilano: Electa 1999

Giorgio Grassi, Opere e ProgettiMilano: Electa 2004

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Composizione

Professore : Silvia Malcovati

Assistenti : Giulia Perona Michele Francesco Barale

sito internet:www. atelierpolito.wordpress.com

e-mail:[email protected]

Urbanistica

Professore : Cristina RenzoniAssistente : Ianira Vassallo Silvia Lanteri Eudes Vito Margaria

e-mail:[email protected]

ATELIER DI COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA

Torino, marzo 2016