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STUDIO AGRONOMICO FORESTALE ASSOCIATO
DOTT. AGR. ANGELO NICOTRA DOTT. FOR. ANDREA NICOTRA
04100 Latina via Alfieri 19 telefono e FAX 0773691441 mobile: 3336744949 - 3351531892
INDAGINE VEGETAZIONALE
Il Professionista
Dott. Agr. Angelo Nicotra
Ai sensi della Delibera della Giunta Regionale n° 2649 del 18 maggio
1999 come successivamente modificata con Deliberazione Giunta
Regionale n. 655 dell’8/05/2001.
Comune di Latina – Intervento conservativo e di recupero di vestigia in zona “Passo
genovese”– Indagine vegetazionale – Relazione 2
PREMESSE E METODOLOGIA DI STUDIO
Lo scrivente, Dott. Angelo Nicotra, agronomo, ha ricevuto l’incarico per
l’esecuzione dell’indagine vegetazionale da allegare all’istanza per intervento di
recupero e sistemazione dell’area denominata “Passo Genovese” sita in territorio del
Comune di Latina, località “Foceverde” e nella quale si ha in animo di procedere con
lavori di bonifica, sistemazione e ristrutturazione per il recupero di vestigia storiche
presenti all’interno di essa in un più ampio programma di recupero ambientale e
paesaggistico.
L’indagine è svolta ai sensi della Delibera Giunta Regionale n° 2649 del 18
maggio1999, come successivamente modificata con Deliberazione Giunta Regionale n.
655 dell’8/05/2001.
Concluse tutte le analisi ed indagini “di campo”, l’autore ha proceduto alla
stesura della presente relazione che illustra l’approfondimento dello studio del
territorio delineando il complesso dei parametri ambientali e vegetazionali, al fine di
rappresentare in maniera quanto più chiara possibile l’ambito territoriale esaminato.
All’interno della presente relazione vengono inseriti estratti relativi a:
Carta d’uso del suolo (estratto)
Carta Tecnica Regionale (C.T.R.) (estratto)
Carta dei vincoli, delle vulnerabilità e delle prescrizioni (estratto)
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genovese”– Indagine vegetazionale – Relazione 3
RELAZIONE
Il sottoscritto dott. Angelo Nicotra, Agronomo, iscritto al n° 57 dell’Ordine dei
Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Latina, con studio in Latina,
via Alfieri n° 19, è stato incaricato di procedere ad un’indagine vegetazionale
propedeutica all’espletamento della pratica per l’ottenimento dell’autorizzazione allo
svolgimento di un intervento volto alla bonifica, ripristino e recupero ambientale ed
architettonico di un’area di particolare valore storico, elaborata ai sensi della Delibera
della Giunta Regionale n° 2649 del 18 maggio 1999 come successivamente modificata
con Deliberazione Giunta Regionale n. 655 dell’8/05/2001.
Comune di Latina – Intervento conservativo e di recupero di vestigia in zona “Passo
genovese”– Indagine vegetazionale – Relazione 4
DESCRIZIONE DELL’AREA D’INTERVENTO
L’area, di cui al presente incarico, ampia complessivamente 3.284 mq., è
costituita da un lotto di terreno di forma rettangolare, ubicato all’interno del
territorio di Latina, località “Foce Verde” a valle della strada Provinciale Lungomare
Pontino ed è limitrofo alla spiaggia con la quale confina lungo il lato Ovest. È
delimitato a Nord ed a Sud da altri appezzamenti simili, mentre ad Est dalla detta
strada dalla quale vi si può comodamente accedere attraverso un passo anche
carrabile.
E’ posta ad un’altitudine compresa fra 0 e 1 mt. sul livello del mare ed è
caratterizzata da una giacitura prevalentemente pianeggiante con lievissima declività
in direzione della linea di bagnasciuga.
Il terreno, allo stato attuale, non ha investimenti colturali significativi ma
possiede una vegetazione sparsa e disordinata costituita per lo più da piante erbacee e
da suffrutici e da qualche raro esemplare di specie litoranee caratteristiche del
microclima.
Come già menzionato in precedenza, il presente studio è necessario al fine di
ottenere l’autorizzazione ad interventi di ripristino e salvaguardia ambientale dell’area
all’interno della quale esistono alcuni resti di un ponte di epoca romana.
La documentazione fotografica allegata, ne illustra al meglio sia l’inserimento
ubicativo sia la connotazione attuale.
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Si evince chiaramente che il lotto è ubicato in posizione prospiciente la
spiaggia ed è caratterizzato da un uso alternativo in quanto al suo interno stazionano
alcune roulotte utilizzate per lo più durante i mesi estivi come residenze di fortuna.
La realizzazione dell’intervento comporterebbe certamente un miglioramento
della fruibilità dell’area ed una più incisiva opera di salvaguardia e recupero dell’entità
ambientale che, se adeguatamente rivalutata, acquisterebbe notevole valenza
naturalistica e paesaggistica.
INQUADRAMENTO CATASTALE DELL’AREA
Il lotto di cui alla presente indagine è rappresentato da un appezzamento di
terreno ubicato nel centro abitato di Latina.
Risulta individuato catastalmente nel modo che segue:
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Catasto Terreni
Comune: LATINA
Foglio: 245
Particelle: 242 – 249 – 250 – 251 – 252 – 130 – 265 – 262 - 252
Superficie: ha. 0.31.84
C. T. R. 1: 10.000 - Estratto
C. T. R. 1:5.000 - Estratto
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Comune LATINA – foglio n° 245 – Estratto di mappa catastale
INQUADRAMENTO CLIMATICO DELL’AREA
Le condizioni climatiche generali dell’Agro Pontino si presentano abbastanza
favorevoli, poiché la regione si trova entro una larga fascia climatica di tipo
mediterraneo, caratterizzata da temperature miti e da precipitazioni scarse in estate,
ma non assenti.
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Il regime eolico è caratterizzato da venti per lo più caldi, provenienti da sud-
est e soprattutto da sud-ovest con una velocità media nella maggior parte dei giorni
compresa tra i 5,5-7,9 m/s.
Con riferimento alla Carta Fitoclimatica del Lazio, redatta dal dipartimento di
Biologia vegetale dell’Università “La Sapienza” di Roma, (prof. Carlo Blasi), l’area
oggetto d’indagine è inserita nel termotipo mesomediterraneo inferiore, ombrotipo
subumido superiore, regione xeroterica (sottoregione mesomediterranea).
La piovosità media nell’area oscilla tra 842 a 966 mm l’anno, con
precipitazioni estive che variano dai 64 agli 89 mm; la maggior parte delle
manifestazioni sono concentrate in autunno e inverno mentre il periodo tra maggio e
agosto è caratterizzato da una forte aridità e dalla pressione barometrica costante
(Pressione Livellata).
La temperatura media annuale varia da 14,5 a 16,5° C, il periodo d’aridità va
da maggio ad agosto (SDS1
23-171 YDS2
125-207) e lo stress da freddo non intenso da
novembre ad aprile (YCS 3
148-240 WCS4
108-151) favorisce le specie termofile tra le
quali vanno annoverate la maggior parte di quelle del genere Eucalyptus, il cui impiego
non è stato casuale per la realizzazione dei frangivento, tuttora esistenti in qualche
limitata porzione.
Non è di secondario rilievo la presenza del Parco del Circeo che si estende a
breve distanza dal lotto interessato anche se, a dire il vero, è facilmente riscontrabile
una netta distinzione tra l’ambiente del “promontorio” e quello della zona interessata,
dichiaratamente più litoranea.
Carta Fitoclimatica del Lazio (Blasi et al. ) - Estratto
1 Stress da aridità (Estivo)
2 Stress da aridità (annuale)
3 Stress da freddo ( annuale)
4 Stress da freddo( invernale)
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CARATTERISTICHE PEDOLOGICHE DELL’AREA
ORIGINE E NATURA
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Il territorio si trova in corrispondenza della fascia immediatamente adiacente alla linea di battigia e degrada lievemente dalla strada provinciale “Lungomare Pontino”, fino al livello del mare.
Si tratta di un’area sub pianeggiante nella quale i suoli sono dichiaratamente di origine eolica e si possono ricondurre alla così detta “Duna Antica” alla quale si fa risalire l’intera porzione litoranea della costa e che è caratterizzata dalla presenza dei cordoni dunari.
Principalmente costituito da sabbie silicee che inglobano sedimenti limosi ed argillosi è sormontato da terreno vegetale poco spesso e poco fertile.
L’area possiede tutte le caratteristiche che si possono rinvenire identicamente presenti nel suolo che costituisce l’intera zona litoranea della costa che si estende dallo sbocco del canale Moscarello fino al Piazzale di Foce Verde.
Presenta terreni scarsamente produttivi e sterili per difetti costituzionali e per particolari deficienze specifiche; terreni costituiti principalmente da sabbie molto permeabili, con tenori bassi di acidità e che non suggeriscono il loro utilizzo ai fini agricoli se non dopo consistenti apporti in nutrienti e ricostituzione della frazione microbiologica, fortemente depauperata.
Più in particolare l’area interessata è caratterizzata da una tessitura fortemente sabbiosa negli strati superficiali e da argille in quelli sottostanti.
Ma si tratta di osservazioni esclusivamente marginali poiché la natura del sito esclude al tecnico la possibilità di rifarsi a classificazioni agro podologiche in linea con altri suoli di connotazione ben diversa.
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Tuttavia, si tratta di terreni poco lavorabili, astrutturati, fortemente permeabili in superficie ma pesanti e compatti in profondità, tanto che in presenza di precipitazioni copiose si formano ristagni e allagamenti.
Ciò è oltremodo favorito dalla sistemazione dell’area che non offre alcuna via di sbocco alle acque meteoriche in eccesso che permangono a lungo al suo interno.
Si tratta comunque di suoli poco feraci, che inducono estreme limitazioni nella scelta degli investimenti eventualmente attuabili.
Poco fertili, abbisognerebbero di continui apporti di nutrienti per garantire rese in ogni caso inferiori alla media.
Il rapporto acqua – terreno è fortemente condizionante tanto che lo sfruttamento colturale presuppone la predisposizione di una rete di irrigazione perfettamente funzionante ed in ogni modo in grado di assicurare apporti commisurati alla evapotraspirazione ed al percolamento.
D’altro canto l’analisi dello stato di fatto induce ad estrapolare l’utilizzo agricolo del suolo in quanto l’area, trovandosi al limitare della linea di battigia, non mostra alcuna possibilità d’uso agricolo.
Si può, dunque, affermare che ormai l’agricoltura non svolge alcun ruolo e lo sfruttamento ai fini agricoli di questo terreno è inesistente.
In tempi relativamente recenti, infine, il terreno è divenuto area di sosta per strutture mobili (roulottes) che i proprietari utilizzano soprattutto durante il periodo primaverile estivo.
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E’ di tutta evidenza che un tale stato di fatto ha finito per condizionare l’uso dell’area destinandola ad utilizzi alternativi.
Al solo scopo di rendere la presente relazione la più completa possibile e con
riferimento alla normativa specifica, si ricorda che la classificazione dei terreni
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afferisce a quei suoli individuabili per caratteristiche agro pedologiche comunque
definite in prospettiva di utilizzo agronomico o che per il loro uso presuppongono la
predisposizione di interventi di sistemazione e di precauzione tali da evitare fenomeni
indesiderati di degrado.
Nel caso in specie, l’area è ricompressa in ambito nel quale si assiste ad un
aumento del fattore umano soprattutto in determinati periodi dell’anno allorquando il
sito diviene fortemente antropizzato; per tale motivo è da escludere un utilizzo
agrario, non foss’altro perché fortemente condizionato dalla coagenza di fattori
climatici, ambientali, agronomici e, soprattutto sociali. In via del tutto teorica, però, è
possibile estrapolare una classificazione delle qualità agronomiche.
Dalla Carta di Classificazione dei Terreni, redatta a cura dell’Istituto
Sperimentale per la Nutrizione delle Piante di Roma, è possibile riassumere le qualità
agro – pedologiche del terreno, interessato dalla presente indagine nella tabella che
segue.
FATTORI CLASSI
FATTORE SUOLO (S) 3
PROFONDITÀ (B) > MT. 0,50 B2
SCHELETRO >
TRASCURABILE B1
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TESSITURA (B)
ARGILLOSA
B2
REAZIONE (B)
Da neutra a subalcalina
B2
PEREABILITÀ (B)
BASSA B2
FATTORE TOPOGRAFIA (T) -
PENDENZA (G)
< 5% -
QUOTA (Q) -
FATTORE DRENAGGIO (D) D2
FALDA SUPERFICIALE W1
In definitiva, il terreno coltivato di cui all’indagine, può essere
classificato con il seguente simbolo:
3 sdb2 w1
cui corrisponde la classe 3sd relativa ai “terreni coltivabili con difetti e
limitazioni di notevole entità”.
Possiamo riscontrare le medesime limitazioni anche attraverso la
Classificazione del suolo secondo le capacità d’uso (metodo USDA).
La capacità d’uso si riferisce essenzialmente alle attività agricole e forestali e
nasce dai rilievi pedologici giungendo ad un accorpamento dei diversi suoli secondo
caratteristiche d’uso potenzialmente simili o che presentino le medesime limitazioni.
L’USDA propone otto classi distinte in base al grado di rischio di determinati
usi e, quindi, alla loro limitazione, la situazione prospettata permette di includere non
solo l’area oggetto di tale indagine ma anche il territorio limitrofo in una classe III
ovvero con “limitazioni importanti”; si tratta di suoli con orizzonte pedologico
inferiore molto poco permeabile hanno scarsa ritenzione idrica, discreto contenuto di
sostanza organica e rispondendo abbastanza bene alla fertilizzazione.
Classe III
ovvero con “limitazioni importanti”
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LINEAMENTI VEGETAZIONALI
Nell’area di cui all’indagine si rinvengono entità arboree di specie coerenti con le condizioni pedoclimatiche ed ambientali. Si tratta di un gruppo di Tamerici (Tamarix gallica) che si estendono in un filare lungo il confine Ovest e Nord dell’area ed un gruppo abbastanza consistente di Olmi (ulmus e Robinie in corrispondenza del ciglio stradale con inframezzati alcuni esemplari di Eucalyptus.
Le piante non hanno particolare pregio anche perché la loro età denunzia un’origine abbastanza recente, tuttavia, non si può non riconoscere che, nel loro insieme, costituiscono comunque un insieme vegetazionale di relativa valenza ai fini ambientali.
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Oltre a quanto indicato, all’interno della fascia limitrofa alla strada si nota la presenza di alcune piante sicuramente poste a dimora durante l’utilizzo dell’area da chi ne usufruiva; si tratta di Pittosporo, Opuntia, ecc., sicuramente esemplari alloctoni.
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L’intera rimanente area è priva di vegetazione arborea se si eccettuano alcuni esemplari isolati di eucalyptus, olmo e robinia oltre ad alcuni fruttiferi rinsecchiti, deperienti o già morti.
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Esiste, invece, una assai consistente vegetazione formata da canna e da cannuccia palustre posta particolarmente lungo il confine Nord dell’area.
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Per ciò che attiene le piante erbacee, esse sono per lo più quelle tipiche dell’areale microclimatico al quale appartiene il lotto oggetto d’indagine e di cui si sono già descritte le caratteristiche fondamentali.
Dal punto di vista botanico, vi può riscontrare la presenza di:
• Tarassaco o dente di leone (Taraxacum officinalis); Fam. Asteracee
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• Festuca (Festuca rubra); Fam. Graminacee
• Gramigna (Cynodon dactylon); Fam. Graminacee
• Camomilla (Bellis perennis); Fam. Asteracee
• Trifoglio (Trifolium spp); Fam. Leguminose
• Veccia (Vicia spp); Fam. Leguminose
• Malva (Malva sylvestris); Fam. Malvacee
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genovese”– Indagine vegetazionale – Relazione 21
• Ranuncolo (Ranunculus flammula); Fam. Ranuncolacee
• Mercorella bastarda (Mercurialis perennis); Fam. Euforbiacee
• Parietaria (Paritaria officinalis); Fam. Orticacee
• Borsacchina (Capsella Bursa-Pastoris); Fam. Crocifere
• Borragine (Borrago officinalis); Fam. Borraginacee
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• Avena (Avena selvatica); Fam. Graminacee
SCHEDA DI RILEVAMENTO PER L’INDAGINE VEGETAZIONALE
Comune di Latina
CTR di riferimento 1: 5.000
Formazioni Vegetali
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Usi del suolo (rif. Corine Land Cover)
Descrizione
Aree edificate
Grado di Copertura del suolo
<40%
Terreni già seminativi ma non più utilizzati ai fini agricoli.
Zone boscate
Grado di Copertura del suolo
<40%
Formazioni vegetali, costituite da alberi,
ma anche da cespugli e arbusti, nelle
quali dominano le specie forestali a
latifoglie (Eucalitti, Robinie, Olmi,
Sughere)
Aree urbanizzate Fabbricati ed assimilati
VINCOLI TERRITORIALI
E’ stata fatta un’analisi della cartografia riferentesi ai piani paesaggistici per evidenziare l’esistenza di eventuali criticità o vincoli gravanti sull’area de quo.
Con riferimento al Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (P. T. P. R.)
vigente ed in fase di perfezionamento, che è stato redatto in base a quanto richiesto
dalla Legge Regionale 24/98 art. 21, 22, 23 e 36 quater comma 1 quater e dal Decreto
Legislativo 42/04 art. 135, 143 e 156, si rileva quanto segue..
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a) “Fascia di rispetto delle coste marine, lacuali e dei corsi d’acqua” di cui
all’art 35 “Protezione dei corsi delle acque pubbliche”
Come è possibile evincere dalla documentazione cartografica e progettuale,
l’intervento non andrà a modificare sostanzialmente lo stato dei luoghi in quanto non
interverrà sull’aspetto naturale ed ambientale in maniera distruttiva ma, al contrario,
si prefigge di recuperare entità naturalistiche ed architettoniche, oltre che
archeologiche, già esistenti per ripristinare un insieme la cui valenza aumenterà
favorendo una maggiore fruibilità da parte della comunità.
La modalità di recupero e restauro dell’insediamento (rudere) esistente sarà
compatibile con la necessità di preservare gli elementi naturalistici caratterizzanti il
contesto nel quale il manufatto è inserito, procedendo ad una implementazione del
verde con conservazione delle specie esistenti e aggiunta di esemplari appartenenti
alla flora litoranea tipica della duna e delle aree ad essa limitrofe in modo da garantire
una graduale rinaturalizzazione con elementi non estranei all’ambiente ma coerenti
con i parametri microclimatici ed ambientali dell’area in questione.
L’esame della Carta dei vincoli ha evidenziato che l’area interessata dalla richiesta di cui trattasi rientra tra quelle per le quali sono state presentate richieste di modifica.
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genovese”– Indagine vegetazionale – Relazione 25
PRESCRIZIONI E DIRETTIVE D’INTERVENTO
Non ci si può esimere, in questa sede, dal suggerire alcune linee
d’intervento che consentano di salvaguardare l’inquadramento territoriale
ubicativo del lotto senza precludere la possibilità di procedere nella
predisposizione degli in progetto che, a ben vedere, si possono
ragionevolmente attuare.
E’ di tutta evidenza, però, che la esiguità delle entità individuate che
rimangono ai margini dell’area interessata, obbliga lo scrivente ad elencare
una serie di linee d’indirizzo che potranno essere percorse per pervenire ad
un’operazione di recupero che, alla fine, risulti completamente compatibile
con la realtà ambientale del territorio.
Comune di Latina – Intervento conservativo e di recupero di vestigia in zona “Passo
genovese”– Indagine vegetazionale – Relazione 26
Si è constatata l’esistenza di isolati esemplari arborei, ben individualizzabili
per posizione e varietà vegetazionale, per i quali può essere significativa la
salvaguardia rispetto ad una valenza ambientale e naturalistica.
Non ci si può dimenticare, tuttavia, che la destinazione successiva dell’area
obbliga comunque a prevedere interventi di rinaturalizzazione – peraltro già
predisposti nel progetto architettonico.
L’appartenenza ad un ecosistema particolare quale quello della “duna
litoranea” nel quale domina la “macchia mediterranea” che ne forma quinta di
salvaguardia e che si compone di specie appositamente individuate proprio per la
loro compatibilità con un ambiente assai particolare per condizioni microclimatiche e
biologiche, non può che suggerire l’utilizzo di riferimenti vegetazionali che siano
coerenti con le popolazioni originarie ancora esistenti, tutte ricompresse nella fascia
delle euforbiaceace, delle conifere e delle latifoglie della macchia con predilezione per
quelle meglio adattatesi alla convivenza con il complesso da realizzare.
Lo stato attuale dell’area consente un simile approccio dopo la
necessaria bonifica di tutti gli elementi estranei che l’antropizzzazione e la
successiva modifica dell’uso a vantaggio di una fruizione alternativa vi hanno
erroneamente introdotto..
A titolo di ipotesi e per suggerire un approccio coerente con le
caratteristiche segnalate, si unisce un elenco di specie che potrebbero essere
impiegate per creare all’interno dell’area un complesso botanicamente in linea
con la vegetazione originaria e coerente con il recupero ambientale e
naturalistico che vi si vuole attuare.
• Tamarix gallica
• Juniperus communis
• Juniperus oxycedrus
• Juniperus phoenicea
• Ligustrum ovalifolium
• Myrtus communis
• Pittosporum tobira
• Rosmarinus
• Phyllirea angustifolia
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CONCLUSIONI
Al sottoscritto Dott Agronomo Angelo Nicotra è stata affidata l’esecuzione
dell’indagine vegetazionale da allegare all’istanza per l’intervento di recupero del
complesso denominato “Ponte Genovese”, finalizzata alla realizzazione del ripristino
ambientale e naturalistico dei luoghi, ai sensi della Delibera Giunta Regionale n° 2649
del 18 maggio1999, come successivamente modificata con Deliberazione Giunta
Regionale n. 655 dell’8/05/2001.
Concluse tutte le analisi ed indagini “di campo” e lo studio del territorio,
esaminato il complesso dei parametri ambientali e vegetazionali, lo scrivente è giunto
alle seguenti conclusioni.
� L’area oggetto di studio è rappresentata da una superficie
complessiva di 3.184 mq.,compresa tra la linea di battigia e la Strada
Provinciale Lungomare Pontino, in località Foce Verde.. E’ costituita
da un unico lotto delimitato di forma quadrangolare la cui giacitura
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genovese”– Indagine vegetazionale – Relazione 28
è varia in quanto nel tratto adiacente la strada è leggermente
declive, segue poi una leggera depressione e, in corrispondenza della
spiaggia, si eleva nuovamente. In prossimità della linea mediana si
ha un punto di minimo livello ma, in definitiva si estende ad una
quota media di mt. 1 s. l. m..
� L’area in cui è inserito detto lotto risulta parzialmente urbanizzata ed
occupata da strutture residenziali di tipo stagionale. All’interno della
superficie oggetto di analisi si rinvengono alcune roulottes ed altri
manufatti fatiscenti.
� La zona, per la quale è in corso l’iter per la richiesta di intervento di
recupero e ripristino è caratterizzata dalla presenza di un manufatto
di epoca romana; si tratta di un ponte in pietra costituito da n° 4
arcate e due rampe per il quale è in animo la realizzazione del
recupero con il ripristino dell’area circostante mediante la
salvaguardia della vegetazione autoctona e l’implementazione
vegetazionale con la messa a dimora di specie compatibili con le
caratteristiche ambientali e naturalistiche..
� L’aspetto vegetazionale dell’area è rappresentato dall’esistenza di
vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea spontanea oltre ad alcuni
fruttiferi, di cui meglio si evince in narrativa..
� In definitiva, si deve riferire che l’indagine non ha rivelato l’esistenza
di pericolosità o vulnerabilità ambientali di qualsiasi tipo.
Tanto si doveva in adempimento dell’incarico ricevuto.
Il Professionista
Dott. Angelo Nicotra
AGRONOMO
Latina, 7 marzo 2011
Comune di Latina – Intervento conservativo e di recupero di vestigia in zona “Passo
genovese”– Indagine vegetazionale – Relazione 29
ALLEGATI
• Visure catastali