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INDAGINE SULLE CARATTERISTICHE E CONDIZIONI DI VITA DEGLI IMMIGRATI STRANIERI PRESENTI NELLA REGIONE CAMPANIA Rapporto di ricerca a cura di Elena de Filippo e Salvatore Strozza Iniziativa realizzata con il cofinanziamento dell’Unione Europea SINTESI Napoli, maggio 2014

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INDAGINE SULLE CARATTERISTICHE E CONDIZIONI DI VITADEGLI IMMIGRATI STRANIERI PRESENTI NELLA REGIONE CAMPANIA

Rapporto di ricerca a cura di Elena de Filippo e Salvatore Strozza

Iniziativa realizzata con il cofinanziamento dell’Unione Europea

SINTESI

Napoli, maggio 2014

L’indagine La presente sintesi contiene i primi risultati di un’indagine campionaria sui cittadini stranieri in Campania realizzata nell’ambito del Servizio Regio-nale di Mediazione Culturale (Por Campania FSE 2007-2013). La ricerca, seguendo la metodologia di campiona-mento per centri di aggregazione, ha come obietti-vo quello di aggiornare la conoscenza sulle caratte-ristiche attuali e sulle condizioni di vita dei cittadini stranieri presenti in Campania, analizzare i cambia-menti che vi sono stati negli ultimi anni per poi mi-surare il livello di integrazione dei diversi gruppi na-zionali. Come è noto, infatti, l’immigrazione è una realtà in continuo cambiamento sia per le diverse compo-nenti che arrivano sul territorio (in termini di paesi di origine, età, progetti migratori ecc.) e che ridefi-niscono di continuo la geografia delle migrazioni lo-cali, sia per le strategie che vengono messe in cam-po dagli stessi immigrati (in vista di progetti migra-tori che prevedono una presenza temporanea o di lungo periodo/definitiva) e dagli enti locali. Tutto ciò ovviamente ha ricadute importanti sui processi di integrazione. Sono state realizzate circa 3.800 interviste ad un campione rappresentativo di immigrati maggiorenni presenti nelle cinque province della Campania. È stato pertanto utilizzato un questionario strutturato con domande a risposta chiusa volte a indagare le caratteristiche demografiche, sociali e culturali dei cittadini immigrati o dei loro familiari. I temi specifi-ci trattati sono stati i percorsi migratori, le tipologie familiari, il lavoro e le retribuzioni, i redditi, i con-sumi e le spese familiari, nonché le condizioni abita-tive. L’indagine è stata coordinata da Elena de Filippo e Salvatore Strozza in collaborazione con Francesca Ammirato ed Alessio Buonomo. Giancarlo Blangiar-do ha predisposto il sistema dei pesi per garantire la rappresentatività del campione. Hanno inoltre par-tecipato all’indagine, oltre ai numerosi intervistato-ri, Milena De Luca, Rosa Mauriello e Maddalena Pin-to. Per la analisi dei dati ci si è avvalsi anche del contributo di Enrica Morlicchio, Giuseppe Gabrielli, Paolo Diana, Piera Carone, Rosaria Dell’Omo. La presente sintesi è stata curata da Milena De Luca e Francesca Ammirato.

Quanti sono gli immigrati in Campania? Il quadro informativo sull’immigrazione e la pre-senza immigrata che è possibile desumere dalle rilevazioni correnti, periodiche e occasionali, appa-re oggi senza dubbio più ricco, articolato e atten-dibile che in passato. La presente indagine, che ha riguardato gli immigra-ti maggiorenni originari dei paesi meno sviluppati e dell’Europa dell’Est (compresi i neo comunitari), ha consentito di pervenire ad una valutazione della dimensione della presenza straniera complessiva, sulla base della stima da indagine della proporzione di non residenti da combinare con i dati anagrafici (o censuari) sul numero degli stranieri residenti nei contesti territoriali considerati. Questa utilizzazione congiunta di informazioni di fonti diverse e, nello specifico, di dati provenienti da indagine campiona-rie ad hoc e da rilevazioni ufficiali correnti risulta ormai consolidata da più di un decennio in alcuni contesti territoriali come la Lombardia. Alla luce delle valutazioni effettuate all’inizio del 2013 gli stranieri che vivono in Campania sono sti-mati in circa 235 mila, di cui 171 mila residenti e 64 mila non residenti, sia regolari che irregolari. Negli ultimi 10 anni risulta evidente la crescita della componente più stabile e l’importanza decrescente di quella non residente.

Stima degli immigrati in Campania 1996-2013 (dati in migliaia)

In base a tali dati, quasi il 30% degli stranieri vive nei comuni della provincia di Napoli (circa 70 mila) e un altro 21% nel suo capoluogo (circa 50 mila), tan-to che la sola area partenopea accoglie oltre la metà della presenza straniera di tutta la regione (120 mila persone di cui più di 40 mila non residenti). Nelle

20 35

93

171

26

89

62

64

1996 2002 2006 2013

Non residenti Residenti

46

123 155

235

province di Salerno e di Caserta gli stranieri sono rispettivamente poco più e poco meno del 20% (50 mila e 47 mila, con 12 mila non residenti nel primo e 14 mila nel secondo caso), tanto che quelli inse-diatisi nelle restanti due province rappresentano davvero una parte residuale del fenomeno (appena 12 mila ad Avellino e 7 mila a Benevento), anche se meritevole di specifica attenzione (si tratta comun-que di 20 mila persone di cui appena 3 mila non re-sidenti).

Stima degli immigrati in Campania per provincia

(dati in migliaia)

Le donne sono più numerose degli uomini con oltre 127 mila presenze (pari al 54% del totale), di cui 34 mila non residenti. La loro prevalenza risulta più marcata nelle province di Avellino e Benevento (rispettivamente il 62 e il 60% degli stranieri), ampia risulta però anche nei comuni partenopei (55%). Solo nel casertano si regi-stra una leggera predominanza della componente maschile (le donne sono il 48%).

Stima degli immigrati in Campania per provincia Percentuale di donne

Da dove vengono? La composizione per area di cittadinanza mette in evidenza l’importanza dell’immigrazione esteuro-pea, sia comunitaria (quasi 72 mila presenze di cui circa 25 mila non residenti) sia extracomunitaria (ol-tre 65 mila, di cui 17 mila non residenti), che nel complesso rappresenta poco meno del 60% del to-tale della presenza straniera in Campania. Anche gli Asiatici (oltre 43 mila di cui più di 11 mila non resi-denti) e gli Africani (quasi 46 mila, con circa 15 mila non residenti), soprattutto della sponda mediterra-nea (29 mila), risultano comunque abbastanza nu-merosi.

Stima degli immigrati in Campania per area di provenienza

120

50 47

12 7 Napoli Salerno Caserta Avellino Benevento

62% 60% 55% 54% 54% 48%

Avellino Benevento Napoli Salerno Campania Caserta

Neo Ue 31%

Europa Est 28%

Nord Africa 12%

Resto Africa 7%

Asia 18%

Am. Latina 4%

50%

Quali le principali cittadinanze degli stranieri che vivono in Campania? Prendendo in considerazione i principali paesi di provenienza degli immigrati intervistati nell’indagine campionaria, risulta subito evidente come gli Ucraini siano quelli più numerosi (22% del

totale di cui 76% donne), seguiti dai Romeni col 18% del totale (il 59% sono donne). La terza cittadinanza più presente è quella marocchina (9%) in questo ca-so, però, c’è una netta prevalenza maschile essendo le donne appena il 25%.

Nazionalità - Primi dieci paesi e altro. Dati di indagine

Troviamo, poi, nell’ordine gli Srilankesi (6%), i Po-lacchi (6%) e i Cinesi (5%), con i primi e gli ultimi a prevalenza maschile e i polacchi a netta predomi-

nanza femminile. La quota di donne più alta si rileva tra gli immigrati russi (86%) che costituiscono, tut-tavia, solo il 2% del totale.

Genere - Primi dieci paesi. Dati di indagine

Ucraina 22%

Romania 18%

Marocco 9%

Polonia 6%

Sri Lanka 6%

Cina 5% Albania

3%

Senegal 2%

Russia 2%

Bangladesh 2%

Altro 25%

47% 55%

89% 14%

86% 63%

56% 26%

57% 75%

41% 24%

53% 45%

11% 86%

14% 37%

44% 74%

43% 25%

59% 76%

Totale Altro

Bangladesh Russia

Senegal Albania

Cina Polonia

Sri Lanka Marocco Romania

Ucraina

Uomini Donne

Da quanto tempo sono arrivati? Analizzando l’anzianità della presenza degli stranieri che oggi vivono in Campania emerge che quasi l’80% di essi è giunto in Italia dopo il 2000. I cittadini Europei neo comunitari arrivano in Campania, quasi nella metà dei casi, tra il 2006 e il 2011. Si tratta in questo caso soprattutto dei Romeni (52%), mentre i Polacchi, arrivati già nel corso degli anni Novanta (24%), continuano ad arrivare nei primi cinque anni del decennio successivo (il 39% tra il 2001 e il 2005), per poi calare nei due periodi successivi. Anche gli asiatici sono arrivati per la metà dei casi dopo il 2006, in particolare i Cinesi e i Bengalesi, che fino agli anni Novanta non erano presenti sul territorio campano. Una maggiore anzianità della presenza si

registra tra i cittadini stranieri provenienti dall’Africa. Non si evidenziano particolari differenze rispetto agli anni di immigrazione dei Nordafricani e dei migranti da altre zone dell’Africa, all’incirca il 6,5% di questi è arrivato in Campania già nel corso degli anni Ottanta (e qualcuno anche prima). Sono i Senegalesi il gruppo nazionale che mostra le per-centuali più elevate di stranieri giunti prima degli anni Novanta, seguiti dagli stranieri provenienti dal-lo Sri Lanka che rappresentano gli unici immigrati da un paese asiatico, tra i paesi considerati, la cui pre-senza in Campania risale agli anni Ottanta. Nel corso degli anni Novanta invece arrivano poco più della metà degli Albanesi oggi presenti.

Anno di arrivo - Primi dieci paesi. Dati di indagine

Quasi due stranieri su tre sono primo migranti, nel senso che al loro arrivo in Italia non c’erano altri familiari già insediatisi sul territorio a cui far riferi-mento. Marcate sono però le differenze tra le diverse na-zionalità probabilmente connesse allo stato del pro-cesso migratorio e alla specificità dei progetti. Con-trapposti sembrano pertanto il caso dei Bengalesi, quasi tutti (80%) primo migranti, e quello dei Cinesi, di cui solo un terzo non ha trovato familiari stretti ad attenderlo all’arrivo in Italia. Nel primo caso si tratta di un’immigrazione soprattutto recente e a carattere individuale (maschile), nel secondo di progetti migratori che riguardano interi nuclei fami-liari. La condizione di primo migrante è particolarmente accentuata tra i provenienti dall’est Europa, sia tra i neo comunitari Polacchi (74%) e Romeni (64%), sia

tra gli extra comunitari Russi (75%) ed Ucraini (68%).

Primo migranti - Primi dieci paesi. Dati di indagine

5%

8%

6% 5%

19% 17%

21% 8%

24% 52%

23% 24%

26% 19%

7% 23%

29% 24%

30% 28%

25% 25%

21% 39%

19% 29%

29% 37%

39% 40%

40% 45%

34% 19%

41% 31%

36% 39%

52% 32%

11% 14%

10% 18%

10%

15% 6%

14% 9%

13% 7%

Totale Altro

Bangladesh Russia

Senegal Albania

Cina Polonia

Sri Lanka Marocco Romania

Ucraina

Fino al 1990 Dal 1991 al 2000 Dal 2001 al 2005 Dal 2006 al 2010 Dal 2011 al 2013

32% 43% 45%

61% 64% 64%

68% 74% 75% 75%

80%

Cina Albania

Sri Lanka Marocco Romania TOTALE Ucraina Polonia Senegal

Russia Bangladesh

Chi va e chi resta: quanto tempo in-tendono rimanere? Relativamente all’intenzione di rimanere in Campa-nia, poco più dell’80% degli immigrati dichiara di non voler lasciare la regione nel prossimo anno, ma tale percentuale quasi si dimezza se il periodo con-siderato è quello dei prossimi cinque anni. Gli immi-grati provenienti da paesi europei (compresi quelli neo comunitari) ed asiatici sono quelli che intendo-no maggiormente rimanere in Campania, e tra que-sti troviamo in particolare gli Srilankesi (il 93% nel

prossimo anno e il 59% nei cinque anni). Tra i primi spiccano, invece, i Polacchi e gli Ucraini, con l’intenzione a rimanere sul territorio campano ri-spettivamente nell’87 e 86% per il prossimo anno, 40 e 47% per i prossimi cinque anni. Sono i Senegalesi, seguiti dai Bengalesi, coloro inve-ce che maggiormente pensano di lasciare la Cam-pania nei prossimi cinque anni (il 64% tra i Senega-lesi e 61% tra i Bengalesi), seguiti da Polacchi e Ma-rocchini (circa il 60%).

Intenzione di rimanere in Campania - Primi dieci paesi. Dati di indagine

... e le famiglie? Gli immigrati, tutti maggiorenni, risultano in circa la metà dei casi coniugati o conviventi, mentre un ter-zo è celibe o nubile e il restante 16% separato, di-vorziato o vedovo. Sono di origine russa ed ucraina gli immigrati con le maggiori percentuali di divorzia-ti o separati (rispettivamente il 30 e il 24%). I citta-dini russi sono tra l’altro quelli con la quota più bas-sa di coniugati, solo un quarto di essi, infatti, dichia-ra di essere sposato al momento della rilevazione.

La percentuale più alta di coniugati è senza dubbio quella degli Albanesi con quasi il 70% (per cui meno di un terzo di essi risulta non coniugato) e quella dei Cinesi. Tra questi ultimi nessuno dichiara di essere separato o divorziato, meno del 5% dichiara di esse-re vedovo, i coniugati sono superiori al 60% e ov-viamente il restante 30% risulta essere celibe o nu-bile. Le quote più alte di celibi sono registrate tra i cittadini del Bangladesh (41%) e del Marocco (46%).

Stato civile – Primi dieci paesi. Dati di indagine

93% 84% 85% 86% 84% 78% 77%

87% 73% 67% 73%

81%

59% 57% 51% 47% 47% 45% 41% 40% 39% 36% 37% 44%

Prossimi 12 mesi Prossimi 5 anni

51% 51%

58% 25%

68% 69%

66% 43%

62% 50%

49% 47%

33% 41%

41% 35%

31% 26%

29% 32%

32% 46%

32% 22%

16% 9%

40%

5% 5%

25% 7%

3% 19%

32%

Totale Altro

Bangladesh Russia

Senegal Albania

Cina Polonia

Sri Lanka Marocco Romania

Ucraina

Coniugato/a o Convivente Celibe/Nubile Altro

Chi sposa un italiano/a? Tra gli stranieri in Campania che risultano in unione (coniugale o di fatto) si rileva che, relativamente alla cittadinanza del partner, il 10% di essi è sposato con italiani, pratica maggiormente diffusa tra le donne. Prendendo in considerazione le diverse aree e paesi di provenienza, emerge che sono i Latinoamericani ad essere più di frequente coniugati con italiani (38%). A seguire i migranti esteuropei, principal-mente extracomunitari, in particolare Russi (25%), Ucraini (16%) e Albanesi (13%). Tra i comunitari, so-no invece i Polacchi a scegliere maggiormente di u-nirsi in matrimonio con cittadini italiani (29%). Me-no diffusa risulta, al contrario, la propensione a formare coppie miste con italiani tra i migranti afri-cani e ancor meno tra quelli asiatici (dei cittadini bengalesi intervistati ad esempio, nessuno risulta coniugato o convivente con cittadino italiano).

Coniugati/conviventi con partner italiano Primi dieci paesi. Dati di indagine

Quanti hanno figli in Italia? Poco meno di due immigrati su tre hanno avuto al-meno un figlio e di questi il 30% è nato in Italia.

Quota di chi ha figli – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Tra gli Ucraini maggiorenni oltre il 75% ha avuto fi-gli, ma nella stragrande maggioranza dei casi sono nati all’estero. Al contrario, tra i Marocchini solo il 43,6% degli intervistati ha messo al mondo dei figli, ma più di frequente (43,4%) degli Ucraini lo ha avu-to in Italia. È tra gli Albanesi e i Cinesi che si registra però una quota di nascite in Italia chiaramente su-periore alla metà dei casi.

Quota di chi ha figli nati in Campania Primi dieci paesi. Dati di indagine

Con chi vivono gli immigrati? Il 55% vive con familiari, ma ben il 25% abita da solo e il restante 20% coabita con il datore di lavoro o con altre persone (connazionali e non). Molti immi-grati esteuropei vivono presso il datore di lavoro, con quote che oscillano tra il 47% (Russi) e il 27% (Polacchi) tra le nazionalità più numerose. Si tratta per lo più di donne che svolgono attività continuativa di cura e/o assistenza ad anziani e ammalati. A fare eccezione sono gli Albanesi, che hanno, invece, la percentuale più elevata di persone che convivono con i parenti (87%), mostrando per-tanto caratteristiche tipiche di un modello migrato-rio più a carattere familiare, rispetto alle altre co-munità provenienti dall’Europa dell’Est. Riguardo le altre aree di provenienza, emerge che i Latinoamericani e gli Asiatici sono gli immigrati che vivono più di frequente con parenti. Tra questi ultimi spiccano senza dubbio i Cinesi (84%) e gli Srilankesi (68%). Fanno eccezione i Ben-galesi che presentano, invece, la più alta percentua-le di quanti vivono con amici e conoscenti (55%) e

4% 4%

6% 10%

13% 17%

25% 29%

Bangladesh Cina

Senegal Sri Lanka Marocco Romania

TOTALE Albania Ucraina

Russia Polonia

44% 54%

57% 59%

62% 62% 62% 64% 65% 66%

76%

Marocco Bangladesh

Sri Lanka Cina

Senegal TOTALE

Romania Polonia

Russia Albania Ucraina

18% 25% 26%

30% 32% 33% 34%

43% 57%

62%

Russia Ucraina Senegal

Romania TOTALE

Polonia Bangladesh

Sri Lanka Marocco

Cina Albania

mostrano un modello migratorio e di insediamento differente rispetto agli Asiatici in genere. Anche gli immigrati provenienti dal Nord Africa e, in maniera ancora più accentuata, dal resto del conti-nente africano vivono spesso con amici e conoscen-ti. All’interno di queste aree tale modalità di convi-venza risulta addirittura prevalente tra i Senegalesi

(58%), essenzialmente di sesso maschile. Invece, tra i Nordafricani è diffusa anche la coabitazione con parenti, che assume una rilevanza anche maggiore all’interno della comunità marocchina (58%).

Tipologia di conviventi – Primi dieci paesi. Dati di indagine

25%

24%

5%

47%

7%

9%

6%

27%

11%

16%

32%

36%

55%

50%

40%

40%

35%

87%

84%

49%

68%

58%

54%

52%

20%

26%

55%

13%

58%

4%

10%

24%

20%

26%

14%

12%

Totale

Altro

Bangladesh

Russia

Senegal

Albania

Cina

Polonia

Sri Lanka

Marocco

Romania

Ucraina

Solo Con parenti Con altri

Quanti hanno un livello di istruzione elevato? Gli immigrati maggiorenni nel 70% dei casi hanno un diploma di scuola media inferiore o superiore. Significativa è però la quota di laureati (17%). Anche in questo caso le differenze per nazionalità risultano rilevanti: gli Ucraini e ancor di più i Russi hanno una proporzione (molto) elevata di laureati e quasi nulla

di persone senza titolo di studio, come anche per i Polacchi. Al contrario i Marocchini e i Senegalesi, ma pure i Bengalesi, fanno registrare proporzioni significative di persone con al massimo la licenza elementare. In sintesi, le comunità a prevalenza femminile han-no un livello medio di istruzione maggiore rispetto ai gruppi nazionali a prevalenza maschile.

Titolo di studio – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Quanti hanno una reale occupazione? In Campania vi è un ampio segmento secondario del mercato del lavoro e l’occupazione è caratterizzata da una significativa incidenza del lavoro irregolare. In questo contesto, la distribuzione dell’occupa-zione immigrata appare ancora più sbilanciata di quella degli autoctoni a favore delle occupazioni dequalificate e precarie. Con riguardo alla condizione professionale, il 15% del campione degli immigrati maggiorenni ha di-

chiarato di essere senza lavoro. Gli Albanesi sono coloro tra i quali si registra il tasso più alto di disoc-cupazione, il 20%. A seguire: Marocchini e Srilanke-si, con il 17%; Romeni e Bengalesi con il 15%. I me-no colpiti dalla disoccupazione sono i Cinesi, con un tasso (di disoccupazione) pari al 4%, seguiti in tal senso da Senegalesi (6%), Russi (8%) e Polacchi (9%). Una posizione intermedia è quella dei cittadini Ucraini, tra i quali i disoccupati risultano essere l’11%.

14% 21% 21%

36% 6% 9%

13% 35%

12%

28% 35%

29% 12%

29% 40%

29% 24%

25% 36%

37% 13%

42% 34%

36% 38%

27% 42%

39% 59%

59% 21%

46% 50%

17% 11%

14% 49%

9% 11%

24% 16%

3% 9%

6% 36%

Totale

Altro

Bangladesh

Russia

Senegal

Albania

Cina

Polonia

Sri Lanka

Marocco

Romania

Ucraina

Fino elementare Media inferiore Diploma Laurea

Tasso di disoccupazione – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Un confronto con la condizione professionale risa-lente a 12 mesi prima dell’intervista, fa emergere un generale peggioramento della situazione occu-pazionale tra gli immigrati in Campania. Infatti è possibile notare una crescita del tasso di disoccupa-zione di quattro punti percentuali (tra il 2012 e il 2013 dall’11% al 15%). Non sembrano significativa-mente cambiate le nazionalità che incontrano mag-giori difficoltà di inserimento lavorativo. Anche per il 2012, ai primi posti si trovano gli Srilankesi, il cui tasso di disoccupazione arriva ad essere il 23%, se-guiti dai Marocchini e Bengalesi con 12%. Il peggio-ramento più consistente è quello sperimentato da-gli Albanesi, i quali nel corso di dodici mesi hanno visto più che raddoppiato il loro tasso di disoccupa-zione, che nel 2012 era pari al 9% e che è diventato del 20% appena un anno più tardi. L’incidenza del lavoro autonomo e del lavoro irrego-lare tra gli occupati permette di arricchire il quadro di conoscenza sul mercato del lavoro degli immigra-ti. Il 12% degli occupati svolge un lavoro autonomo. Questi lavoratori provengono principalmente dal continente africano e da quello asiatico. Difatti l’incidenza del lavoro autonomo raggiunge ben il 70% tra i Senegalesi. Un’elevata incidenza di lavora-tori autonomi è presente anche tra i Cinesi e i Ben-galesi (rispettivamente 40% e 37%). Meno elevata ma comunque rilevante è la presenza di lavoratori autonomi tra gli intervistati di nazionalità marocchi-na, pari al 22%. Al contrario tra gli occupati dell’Europa dell’Est, soprattutto quelli neo comuni-tari, l’incidenza del lavoro autonomo è irrisoria: ap-

pena il 5% per gli Albanesi e il 3% per Romeni, Russi ed Ucraini. Nessun lavoratore autonomo tra i Polac-chi. Il 38,3% degli intervistati ha dichiarato di svol-gere un lavoro irregolare, alle dipendenze o in pro-prio. Sono i lavoratori provenienti da un paese afri-cano o dell’Europa dell’Est entrato a far parte dell’Unione europea quelli tra i quali maggiore è il rischio di essere occupati non in regola. Nello speci-fico, il collettivo di riferimento è costituito soprat-tutto da Senegalesi (58%), Romeni ed Albanesi (en-trambi con il 50% di lavoratori irregolari), Polacchi (47%). Al contrario tra i lavoratori asiatici il lavoro irregolare ha una minore incidenza, ma con diffe-renze significative in base ai diversi paesi di prove-nienza: solo il 5% tra i lavoratori cinesi contro il 42% tra quelli bengalesi.

Quota di lavoro autonomo – Primi dieci paesi. Dati di indagine

8% 8%

12%

23%

10%

3%

9%

4% 4%

12%

15%

11% 11%

15%

17% 17%

9%

4%

20%

6% 8%

15%

24%

15%

Tasso disoccupaz. 2012 Tasso disoccupaz. 2013

5%

9%

12%

22%

37%

40%

70%

Polonia Ucraina

Romania Russia

Albania Sri Lanka

TOTALE Marocco

Bangladesh Cina

Senegal

Quota di lavoro irregolare – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Rispetto alla tipologia di lavoro svolto, sono i servizi alle famiglie ad assorbire il maggior numero di lavo-ratori stranieri (il 37%) occupati in Campania: sia con mansioni di cura ed assistenza sia come dome-stici. Seguono per numerosità gli operai (il 36%) ge-nerici e specializzati, gli addetti al commercio (sia dipendenti che autonomi), che rappresentano il 16% degli occupati, e alla ristorazione (8%). Significativa è la presenza, nel settore dei servizi, degli immigrati provenienti dall’Europa dell’Est, Russi (59%) ed Ucraini (55%) principalmente, e dal continente asiatico ben rappresentato dagli Srilan-kesi (69%). Di contro, la popolazione africana riesce a trovare lavoro soprattutto nel settore del com-mercio, l’89% degli occupati senegalesi, e come o-peraio generico o specializzato, il 56% dei lavoratori marocchini.

Lavoro svolto – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Il gioco vale la candela? Quanto gua-dagnano gli immigrati in Campania? Il guadagno medio mensile dichiarato da chi svolge un’attività lavorativa in Campania è di 690 euro, tut-tavia rilevanti sono le differenze di retribuzione in base al paese di cittadinanza. Il guadagno medio mensile più alto è quello dichiarato dai Cinesi, inse-riti nel settore del commercio, della ristorazione e dell’industria. Essi dichiarano di guadagnare men-silmente in media 1.325 euro. Nella graduatoria del-le retribuzioni più elevate, seguono i cittadini: alba-

nesi (785 euro), polacchi (688 euro) e romeni (684 euro). I guadagni più bassi sono stati invece dichia-rati da Srilankesi (541 euro) e Senegalesi (530 euro).

6%

26%

32%

38%

38%

42%

42%

47%

50%

50%

58%

Cina

Sri Lanka

Ucraina

Marocco

TOTALE

Russia

Bangladesh

Polonia

Albania

Romania

Senegal

37%

32%

8%

59%

19%

39%

69%

9%

42%

55%

36%

38%

42%

28%

6%

56%

15%

37%

5%

56%

47%

30%

16%

18%

47%

4%

89%

9%

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4%

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3%

6%

8%

8%

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8%

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13%

21%

10%

5%

7%

6%

3%

5%

4%

7%

3%

3%

Totale

Altro

Bangladesh

Russia

Senegal

Albania

Cina

Polonia

Sri Lanka

Marocco

Romania

Ucraina

Lavori presso le famiglie Operaio Addetto al commercio

Addetto alla ristorazione Altro

Guadagno medio mensile – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Ma gli immigrati sono soddisfatti del proprio lavoro? Il 60% degli occupati parrebbe soddisfatto del pro-prio lavoro, quantomeno abbastanza (46%) se non molto (14%). I più contenti in assoluto appaiono i Cinesi che nel 39% dei casi hanno dichiarato di esse-re molto soddisfatti del proprio impiego a cui si ag-giunge il 47% di quelli che lo sono abbastanza. Nes-suno di essi ha dichiarato di essere completamente insoddisfatto. Accorpando le risposte date - e dunque includendo in un’unica categoria coloro che hanno dichiarato di essere per nulla o poco soddisfatti e in un’altra ca-tegoria coloro che si dichiarano abbastanza o molto soddisfatti - i più insoddisfatti risultano essere i Se-negalesi (63%) ed i Bengalesi (61%).

Livello di soddisfazione del lavoro svolto – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Qual è il reddito delle famiglie? Per confrontare in modo appropriato le condizioni di vita delle famiglie che hanno numerosità e com-posizione diverse si è fatto ricorso al reddito fami-liare equivalente1. Si tratta di un’operazione tanto

1 Il reddito familiare equivalente è calcolato attraverso l’utilizzo di una scala di equivalenza. Il parametro utilizzato per calcolarlo è pari alla somma di più coefficienti individuali (1 per il primo adulto, 0,5 per ogni altro adulto e 0,3 per ogni mi-nore di 18 anni). Per ciascuna famiglia viene calcolato il nume-ro di “adulti equivalenti” sommando i coefficienti relativi a ciascun componente. Il reddito familiare, somma media men-sile delle entrate del nucleo familiare convivente considerando

più necessaria quando l’analisi riguarda le famiglie con stranieri, poiché presentano un’ampia variabili-tà nelle strutture familiari, nella storia migratoria e nei progetti di insediamento. Il reddito familiare equivalente consente, a differenza del reddito pro-capite, di considerare le ‘economie di scala’ deri-vanti dal vivere insieme. Esso tiene conto del fatto che le necessità di consumo di una famiglia aumen-tano al crescere del numero di componenti, ma non in misura proporzionale.

tutte le diverse fonti di guadagno monetario (reddito da lavo-ro, rendite, aiuti), viene poi diviso per tale coefficiente.

€ 530

€ 541

€ 632

€ 640

€ 659

€ 660

€ 684

€ 688

€ 690

€ 785

€ 1.325

Senegal

Sri Lanka

Bangladesh

Russia

Ucraina

Marocco

Romania

Polonia

TOTALE

Albania

Cina

9%

13%

22%

13%

13%

13%

6%

3%

13%

9%

7%

31%

33%

39%

27%

50%

37%

15%

32%

31%

32%

27%

32%

46%

41%

33%

54%

31%

35%

47%

51%

36%

45%

54%

49%

14%

13%

7%

6%

7%

16%

39%

11%

30%

11%

11%

13%

Totale

Altro

Banglade…

Russia

Senegal

Albania

Cina

Polonia

Sri Lanka

Marocco

Romania

Ucraina

Per nulla Poco Abbastanza Molto

Innanzitutto va osservato che sussiste una certa ri-luttanza da parte di una quota di intervistati a di-chiarare l’ammontare delle entrate mensili. Infatti, poco meno di un quarto di tutto il campione (23%) preferisce non dichiarare il reddito familiare. Le percentuali più elevate di quelli che non vogliono dichiararlo si riscontrano tra i cittadini asiatici e nel-lo specifico Srilankesi (50%) e Cinesi (40%), seguiti poi dai Senegalesi (40%). La quota più significativa di immigrati che rientrano nella fascia di reddito più elevato è rappresentata dai Cinesi: quasi un terzo di essi (27%) ha dichiarato di avere un reddito superiore ai 1000 euro. A segui-re, ma con più di dieci punti percentuali di scarto, i

Polacchi (16%). Tale classe di reddito è la meno fre-quente, vi rientra appena l’11% del campione og-getto dell’indagine. Più dei due terzi di esso difatti rientra invece in una classe di reddito intermedio o basso: il 40% dei rispondenti ha un reddito compre-so tra i 500 e i 1000 euro e il 29% inferiore ai 500. Le quote più alte nella classe di reddito media (500-1000 euro) appartengono ai cittadini europei: Russi (64%), Ucraini (56%) e Polacchi (46%). Le maggiori frequenze nella classe di reddito più bassa (inferiore a 500 euro) si osservano invece tra cittadini africani ed asiatici, nello specifico Marocchini (46%), Sene-galesi (40%) e Bengalesi (40%).

Classi di reddito familiare equivalente (in euro) – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Chi migra per fare rimesse e chi per vivere in Italia? Per analizzare i comportamenti economici dei mi-granti in Campania sono state prese in considera-zione due forme di accantonamento familiare delle entrate monetarie - le somme inviate al paese di origine (o rimesse monetarie) e le somme rispar-miate (o risparmi) – e il possesso di un conto cor-rente bancario. In generale, la quota di coloro che effettuano rimesse (40%) è superiore a quella di co-loro che riescono a mettere soldi da parte (27%). Analizzando le quote di chi effettua rimesse e di chi risparmia, tra le dieci nazionalità maggiormente rappresentate sul territorio, spiccano la Russia (48% e 41%) e l’Ucraina (46% e 34%). Non sorprende la quota molto bassa di coloro che effettuano risparmi

tra i Senegalesi (15%) e i Bengalesi (14%), caratteriz-zati, come visto in precedenza, dai livelli più bassi di reddito familiare. Interessante è invece notare - sempre in relazione al reddito - le quote ridotte di persone che effettuano rimesse e/o risparmi tra i Cinesi (rispettivamente 17% e 18%) i cui redditi, come su indicato, rappresentano la quota più signi-ficativa della classe di reddito più elevata. Coerente a quest’ultimo dato, è quello relativo al possesso di un conto corrente bancario in Italia, rispetto al qua-le i Cinesi sono al primo posto nella graduatoria del-le nazionalità esaminate, con ben il 79% di intervi-stati detentori di un conto corrente. Continuando ad analizzare le due forme di accanto-namento familiare delle entrate monetarie per na-zionalità, si nota ancora che il 43% dei Marocchini e

11%

9%

5%

6%

14%

46%

19%

7%

8%

11%

10%

52%

46%

41%

70%

32%

43%

34%

57%

40%

42%

52%

68%

37%

46%

54%

24%

67%

43%

20%

24%

54%

51%

38%

22%

Totale

Altro

Bangladesh

Russia

Senegal

Albania

Cina

Polonia

SriLanka

Marocco

Romania

Ucraina

€ 1000+ € 500-1000 <€ 500

il 42% dei Bengalesi inviano soldi nel paese di origi-ne, mentre solo 32% degli Albanesi fa rimesse. Se quest’ultimo risultato mostra come la collettività albanese in Campania abbia acquisito nel tempo comportamenti tipici di una comunità maggiormen-te stanziale, con bassi livelli di trasferimenti mone-tari nel paese di origine, si nota però come all’interno della stessa comunità ci sia una quota inferiore alla media di coloro che riescono a rispar-miare (23%). Circa due intervistati su cinque hanno aperto alme-no un conto corrente in Italia (40%). Considerando la provenienza geografica degli intervistati, a far re-gistra la quota maggiore di possessori di un conto in banca sono i cittadini europei (Albania 47%, Ucraina 42%, Romania 41%) e quelli Asiatici (Cina 79%, Sri Lanka 40%).

Quota di chi fa rimesse – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Quota che ha un conto corrente – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Quota di chi risparmia – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Vivere o sopravvivere? Per evidenziare alcune situazioni di “svantaggio” so-cio-economico all’interno della popolazione stranie-ra in Campania, sono stati utilizzati due indicatori semplici: il primo riguarda la quota di coloro che di-chiarano difficoltà nell’effettuare i pagamenti dovu-ti - bollette (acqua, luce, gas, etc.), affitto o mutuo, rate per acquisti (auto, tv, etc.); il secondo la quota di chi riesce a sostenere una spesa imprevista di 800 euro. All’incirca due intervistati su cinque dichiara-no di avere degli arretrati (38%). L’arretrato nei pa-gamenti interessa oltre la metà degli Africani e, più nello specifico, Senegalesi e Marocchini (rispettiva-mente 64% e 54%); mentre riguarda in misura ridot-ta gli stranieri provenienti dai paesi europei, come Russi (23%) e Ucraini (26%). Ma la nazionalità che più si contraddistingue tra le dieci osservate per la più bassa quota di individui che dichiarano difficoltà nell’effettuare i pagamenti, risulta essere quella Ci-nese (11%).

17% 32%

37% 37%

40% 42% 42% 43% 44%

46% 48%

Cina

Albania

Senegal

SriLanka

TOTALE

Bangladesh

Romania

Marocco

Polonia

Ucraina

Russia

22% 30%

34% 37% 39% 40% 40% 41% 42%

47% 79%

Senegal

Russia

Bangladesh

Marocco

Polonia

SriLanka

TOTALE

Romania

Ucraina

Albania

Cina

14% 15%

18% 23% 24%

27% 27%

31% 32%

34% 41%

Bangladesh

Senegal

Cina

Albania

SriLanka

TOTALE

Marocco

Polonia

Romania

Ucraina

Russia

Quota di chi ha arretrati di pagamento e di chi può sostenere una spesa imprevista Primi dieci paesi. Dati di indagine

Rispetto al secondo indicatore, solo un quarto circa della popolazione straniera dichiara di riuscire a so-stenere una spesa imprevista (22%). Come è facil-mente ipotizzabile, dalle analisi sul reddito prece-dentemente effettuate, più della metà dei Cinesi è in grado di sostenere la spesa ipotizzata (57%), mentre meno frequente è la disponibilità finanziaria di Srilankesi e Bengalesi. Tra gli Africani, particolar-mente bassa è la quota di Senegalesi in grado di far fronte ad una spesa imprevista (7%), ma anche tra i Marocchini tale quota resta mediamente bassa (17%). Si nota come anche gli Albanesi presentano, tra le altre, una quota bassa (15%) di persone capaci di far fronte ad una spesa imprevista. E’ stato inol-tre utilizzato l’indicatore sintetico di deprivazione, di tipo multidimensionale, per il quale si è procedu-to alla costruzione di una distribuzione per classi in modo da evidenziare fenomeni di bassa, media e alta deprivazione. Tale indicatore rappresenta una misura importante nell’ambito dell’analisi dell’esclusione sociale. A partire da una pluralità di

indicatori semplici, riferiti a diverse dimensioni del disagio economico, quello sintetico fornisce un’utile indicazione sulla diffusione di alcune difficoltà del vivere quotidiano e rappresenta un complemento all’analisi condotta in termini di povertà monetaria. Oltre un terzo della popolazione straniera campana presenta un livello medio di deprivazione (35%); un quinto assume, invece, alti livelli di deprivazione (20%). La maggior parte degli stranieri provenienti dall’Africa presentano livelli alti di deprivazione, mentre per gli immigrati provenienti dalle altre aree si osservano le maggiori frequenze nei livelli medi. Osservando infatti i dieci principali paesi di prove-nienza, si vede che sono i Senegalesi coloro i quali presentano primariamente un livello alto di depri-vazione (47%). Rispetto alle altre nazionalità, va e-videnziato che i Cinesi hanno la maggiore quota di persone con un livello nullo di deprivazione (36%), i Russi presentano prevalentemente un livello basso (47%), gli stranieri dello Sri Lanka in prevalenza un livello medio (53%).

Classi di deprivazione – Primi dieci paesi. Dati di indagine

26%

37%

54% 57%

32%

11%

56% 64%

23%

34%

45% 38%

29% 23%

17% 20% 25%

57%

15% 7%

20% 16% 14%

22%

% di chi ha arretrati di pagamento % di chi può sostenere una spesa imprevista

14% 7%

5% 6%

13% 36%

21% 10%

5% 17%

21%

31% 26%

41% 47%

15% 23%

38% 33%

22% 29%

36% 36%

35% 36%

34% 37%

37% 36%

19% 30%

53% 39%

30% 34%

20% 32%

20% 11%

47% 28%

7% 17% 15%

27% 17%

9%

Totale Altro

Bangladesh Russia

Senegal Albania

Cina Polonia

Sri Lanka Marocco Romania

Ucraina

Nulla Bassa Media Alta

I luoghi del vivere: quale sistemazione abitativa? Tra le regioni italiane a più alto disagio abitativo vi è la Campania, divenuta oramai territorio di stabile insediamento. Qui le difficili condizioni abitative, unitamente alla precarietà lavorativa pure ampia-mente diffusa, rappresentano un aspetto centrale dell’esclusione sociale dei cittadini stranieri. La gran parte degli immigrati presenti in Campania vive in un’abitazione in affitto, non di rado senza un regolare contratto di locazione. Quasi due immigrati su tre (per l’esattezza il 64%) hanno una sistema-zione abitativa indipendente, cioè vivono in un al-loggio di proprietà o in affitto da soli o con i propri familiari. Significativa è però la quota di quelli che condividono la casa con altri immigrati (15%) e di

quelli che vivono sul posto di lavoro (14%), non tra-scurabile il caso di quanti (7%) hanno un alloggio temporaneo. Coloro che più spesso vivono in abitazioni condivise con altri immigrati sono i Bengalesi (45%) e i Sene-galesi (41%). Tale sistemazione abitativa risulta in-vece quasi assente tra i Cinesi e gli Albanesi, i quali vivono in abitazioni indipendenti, ovvero soli o con familiari, in circa il 90% dei casi. A vivere sul luogo di lavoro sono principalmente i cittadini provenienti dall’Europa dell’Est, ed in particolare dalla Russia (28%), dall’Ucraina (24%) e dalla Romania (22%). E ancora cittadini Europei, nello specifico Polacchi (11%) e Romeni (8%), sono coloro tra i quali risulta più diffusa come soluzione abitativa un alloggio temporaneo.

Sistemazione abitativa – Primi dieci paesi. Dati di indagine

Chi ha migliorato la propria sistemazione abitativa? Il confronto tra la situazione all’arrivo e quella al momento della rilevazione consente di valutare se sono intervenute variazioni nel tipo di sistemazione abitativa. Tale variabile è considerata qualitativa ordinabile ed è stato assegnato alle quattro modali-tà previste un differente grado di inserimento abita-tivo. Pertanto, il passaggio da un alloggio tempora-neo via via fino a un’abitazione indipendente e-sprime il miglioramento del tipo di sistemazione a-

bitativa. Il percorso nella direzione opposta sta in-vece a indicare un peggioramento della condizione dell’immigrato. Il 28% degli intervistati ha dichiarato di aver sperimentato un miglioramento nella pro-pria sistemazione alloggiativa. Analizzando tale mi-glioramento per singola nazionalità, vanno segnalati in positivo i casi di Albanesi, Senegalesi e Polacchi (rispettivamente il 46, il 38 e il 36% ha dichiarato un miglioramento) e in negativo quelli di Russi e Cinesi (ha migliorato la situazione solo il 15 e il 14% rispet-tivamente).

64% 58%

51% 54% 56%

89% 93%

55% 68%

73% 61%

63%

15% 18%

45% 17%

41% 4%

5% 19%

23% 17%

10% 10%

14% 11%

28%

4%

14% 6%

22% 24%

7% 13%

4%

11%

7% 8%

Totale Altro

Bangladesh Russia

Senegal Albania

Cina Polonia

Sri Lanka Marocco Romania

Ucraina

Abitazione indipendente Affitto con altri immigrati Sul luogo di lavoro Alloggio tempo-raneo

Quota di chi ha migliorato la propria sistemazione abitativa Primi dieci paesi. Dati di indagine

Analizzando il grado di soddisfazione espresso dagli intervistati nei confronti della propria abitazione, si rileva che quasi la metà di essi (49%) si dichiara ab-bastanza soddisfatto della propria attuale condizio-ne e poco meno di un quinto (18%) molto soddisfat-to. Il totale di quelli che si ritengono almeno soddi-sfatti della propria abitazione è dunque pari al 67%, a fronte del restante 33% che invece lo è poco (25%) o per nulla (8%). Coloro che più di frequente si dichiarano molto soddisfatti sono gli Ucraini

(27%) e gli Albanesi (23%). A ritenersi abbastanza soddisfatti della propria abitazione sono principal-mente immigrati asiatici ed in particolare Cinesi (72%) e Bengalesi (63%). Tra i cittadini provenienti dall’Asia vi sono però i Srilankesi che, insieme ai cit-tadini africani provenienti da Senegal e Marocco, sono coloro che risultano più di frequente insoddi-sfatti - ovvero poco o per nulla soddisfatti - del pro-prio alloggio.

Livello di soddisfazione della sistemazione abitativa Primi dieci paesi. Dati di indagine

14% 15%

22% 23% 23%

28% 30%

31% 36%

38% 46%

Cina Russia

Romania Marocco

Bangladesh TOTALE

Sri Lanka Ucraina Polonia Senegal Albania

8% 11%

6% 9%

15% 9%

6% 13% 12%

9% 4%

25% 32%

20% 22%

29% 23%

10% 27%

33% 29%

25% 19%

49% 43%

63% 55%

43% 46%

72% 48%

40% 45%

52% 50%

18% 14%

11% 15% 13%

23% 18%

20% 14% 15% 14%

27%

Totale Altro

Bangladesh Russia

Senegal Albania

Cina Polonia

Sri Lanka Marocco Romania

Ucraina

Per nulla Poco Abbastanza Molto