Indagine pluralismo culturale Padova

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Anno Accademico 2008/09 Anno Accademico 2008/09

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Indagare opinioni, atteggiamenti, reazioni e percezioni identitarie dei giovani residenti nel contesto di pluralismo culturale padovano.

La ricerca viene in tal modo a configurarsi come indagine pilota al fine di mettere in atto idonei programmi volti a favorire l’incontro, lo scambio e l’interculturalità fra gli studenti padovani.

Nello specifico, tre erano i principali ambiti di interesse: Convivenza interculturale e rapporto con l’Altro Conoscenza di base del fenomeno migratorio Reazioni ed atteggiamenti fra i giovani riguardo al fenomeno

migratorio22

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La scelta di approfondire tali argomenti emerge dalla rilevanza che il fenomeno migratorio ha assunto nel contesto padovano e dalla presa di coscienza che, al fine di mettere in atto idonee attività che promuovano l’interculturalità fra i giovani, non si può prescindere da quelli che sono atteggiamenti, reazioni e percezioni fra la popolazione giovanile.

I principali riferimenti sono stati i seguenti:

Luca Trappolin (a cura di), Gli altri e noi, Milano, Guerini, 2007; Campagna promossa dall’Uds Lazio intitolata “A scuola di

intercultura”, novembre 2008, disponibile in: <www.udslazio.it>; Indagine dell’IRPPS intitolata “I giovani e la popolazione, le

famiglie e gli immigrati”, effettuata nel Comune di Lucca, 2006, disponibile in: <www.irpps.cnr.it>. 33

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88 questionari somministrati nelle classi quinte di quattro differenti istituti:› 35 Duca D’aosta (scienze sociali)› 21 Dante Alighieri (liceo scientifico)› 18 Jacopo da Montagnana (comm.)› 14 Bernardi (meccanico)

53 Femmine (60,2%)e 35 Maschi (39,8%)

86 studenti di nazionalità italiana, 2 straniera Età compresa fra i 18 e i 22 anni (63 soggetti, pari al

71,6% del campione, hanno 19 anni)55

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Circa l’82% del campione fornisce una netta sovrarappresentazione della presenza straniera in Italia.

Appena il 4% (N=3) sceglie l’alternativa effettivamente corrispondente alla realtà.

Questi dati sembrano confermare quanto rilevato da altre indagini, condotte dal Min. dell’Interno su un campione di mille soggetti e, secondo le quali, il 71% degli intervistati non ha la minima idea di quanti siano gli immigrati oggi in Italia (Makno, Osservatorio sociale sulle immigrazioni in Italia 2008, Roma, Ministero dell’Interno, p.8).

Fonte: questionario pluralismo culturale, Padova, 2009.

Fonte: questionario pluralismo culturale, Padova, 2009.

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Fonte: questionario pluralismo culturale, Padova, 2009 (N=88).

Fig.3. Con chi e con quale frequenza parli di argomenti legati al tema dell’immigrazione? (1= mai; 10= molto spesso)

Come si evince dal grafico, gli studenti padovani, pur con una variabilità elevata e una distribuzione lungo tutta la scala punteggio, sembrano affrontare sufficientemente i temi legati all’immigrazione.Rispetto a precedenti ricerche, nelle quali emergeva che quasi l’82% degli studenti parlava con scarsa o nulla frequenza di questi temi con gli insegnanti (cfr. Luca Trappolin, Gli altri e noi, Milano, Guerini, 2007, p.71), sembra esserci un miglioramento in merito al coinvolgimento delle istituzioni scolastiche. 77

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Sembra emergere una netta distinzione a seconda dell’istituto di appartenenza.

Mentre al liceo e all’istituto tecnico il dialogo con gli insegnanti sembra costante su questi temi, la situazione diviene meno positiva spostando l’attenzione all’istituto professionale e, soprattutto, nel caso di quello privato.

Fig.4. Con che frequenza parli di temi legati all’immigrazione con gli insegnanti? (N=88)(1= mai; 10= molto spesso)

Fonte: questionario pluralismo culturale, Padova, 2009. 88

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Fonte: questionario pluralismo culturale, Padova, 2009.

Fig.5. Accordo con le seguenti affermazioni (N=88)(1=per niente; 10=molto)

Come si evince dal grafico, sembra emergere un atteggiamento rivolto prevalentemente all’assimilazionismo.Delle cinque modalità proposte solo la prima presenta una media e una mediana con un valore superiore alla sufficienza. Quello che sembra emergere negli studenti padovani è il rifiuto di una ghettizzazione basata sulla separazione italiani/stranieri ma, al contempo, persiste una certa diffidenza nei riguardi delle differenze e novità apportate dall’Altro. 99

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Fonte: questionario pluralismo culturale, Padova, 2009.1010

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Fonte: questionario pluralismo culturale, Padova, 2009.

Dai dati ottenuti e sintetizzati nel grafico a fianco, sembra emergere come, tra gli studenti padovani, siano i ragazzi stranieri provenienti da Albania, Marocco e Romania a suscitare una maggiore diffidenza.La sommatoria di queste tre nazionalità arriva infatti a raggiungere il 70% tra le persone che il campione oggetto di studio ha indicato evitare. È importante notare che, nel territorio padovano, numerosa è la presenza di stranieri provenienti da questi paesi (cfr. Comune di Padova, La statistica per la città. Residenti a Padova con cittadinanza straniera. Anno 2007, Padova, Berchet, 2008, p. 19): questo dato può essere quindi dovuto alla maggior possibilità di esperienza diretta e, contemporaneamente, ad una maggiore diffidenza per coloro i quali sono maggiormente insediati nel territorio.

[…]Penso che verso un tipo di stranieri, occidentali come noi (statunitensi, inglesi, tedeschi) ci sia simpatia e affinità, si pensi alla moda, alla musica che si ascolta, al cibo (McDonald!), penso che un ragazzo americano sarebbe subito un leader all’interno di un gruppo di italiani, è visto come più “figo”, mentre albanesi, rumeni, africani sono discriminati perché hanno una cultura diversa. [Intervista rappresentante d’istituto, maggio 2009.] 1111

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Fig.8. Quanto senti di appartenere ai seguenti ambiti?(N=88) (1=per niente; 10=molto)

Fonte: questionario pluralismo culturale, Padova, 2009. 1212

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Dal grafico precedente sembra emergere come per i giovani padovani l’ambito familiare fornisca un forte senso di appartenenza, seguito dal gruppo amicale. Anche il mondo dei giovani fa registrare valori simili, mentre lo Stato di nascita, seppur caratterizzato da una tendenza centrale elevata pari a 9 come per il gruppo di amici, presenta una distribuzioni più eterogenea con una variabilità più elevata (deviazione standard pari a 2,4).

Sembra invece affievolirsi il senso di appartenenza ad uno schieramento politico ma, soprattutto, i giovani della città del Santo sembrano distaccarsi dalla comunità religiosa e dalla parrocchia, possibile effetto di una progressiva secolarizzazione che investe particolarmente le nuove generazioni.

Si tratta di un dato che sembra trovare conferma nel fatto che, come detto precedentemente (cfr. fig. 6), per gli studenti padovani le pratiche religiose portate dall’Altro appaiono non rappresentare una difficoltà nell’integrazione per i ragazzi di diversa nazionalità.

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Sembra emergere un quadro abbastanza definito in merito alla percezione dell’alterità da parte degli studenti padovani: dai dati raccolti e dai grafici riportati sembra emergere uno scarso livello di conoscenza del fenomeno migratorio, accompagnato ad una discreta discussione delle tematiche inerenti all’interculturalità in ambito scolastico, soprattutto al liceo e all’istituto tecnico commerciale. Questo apparente paradosso può trovare spiegazione nel fatto che le tematiche in questione vengono si affrontate con una certa frequenza, data la rilevanza che rivestono sempre di più nella società italiana e nella vita quotidiana, ma non in modo approfondito.

Per quanto riguarda i fattori che intervengono nel processo di costruzione identitaria degli studenti padovani, sembra assumere un’importanza preminente la famiglia, a conferma di un generale attaccamento dei giovani italiani alla famiglia. Il gruppo di amici sembra anch’esso importante nel creare senso di appartenenza, a prova del ruolo fondamentale che quest’ultimo riveste nella percezione del sé fra i giovani.

Infine sembra che ad un atteggiamento essenzialmente assimilazionista dichiarato dagli studenti, si oppongano sentimenti di diffidenza nei confronti della popolazione straniera residente, rendendo di fatto difficile una completa e reale integrazione della componente straniera nel tessuto sociale padovano.

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Riteniamo che sebbene la nostra ricerca rappresenti una buona base da cui partire per approfondire e ampliare le conoscenze legate a queste tematiche presso la popolazione giovanile, essa presenti un forte limite: l’unidirezionalità dell’indagine. Essa non è infatti riuscita a far emergere voci ed istanze portate dai giovani di diversa nazionalità nel territorio. Solo due ragazzi stranieri hanno compilato il questionario, una percentuale ininfluente ai fini dei risultati, che non fa emergere un eventuale punto di vista differente ed altrettanto importante.

Per superare ciò che abbiamo ritenuto essere il principale limite conoscitivo del nostro lavoro, si potrebbe predisporre un’indagine parallela riservata esclusivamente ai ragazzi di diversa nazionalità.

Infine, come ulteriore spunto, si potrebbero realizzare dei focus group per approfondire alcuni aspetti rilevanti che emergono nelle interviste in profondità realizzate ai rappresentanti d’istituto.

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