Incontro - mariareginadellafamiglia.it · Grazie perché ci hai fatto conoscere e amare il Padre,...

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Indirizzi utili Don Ambrogio Villa, parroco viale Milano 38 - tel. 0331 792630 [email protected] Centro Parrocchiale Paolo VI via Bachelet 9 - tel. 0331 790389 [email protected] Suore, Figlie di Maria Ausiliatrice via Pio La Torre 2 - tel. 0331 796541 Orari SS. Messe: festivi : ore 8.00, 9.30, 11.00, 18.00 prefestivi: ore 18.00 tutti i giorni : ore 8.00 mercoledì : S. Messa della Comunità, ore 20.45 (Cappella del Centro Parrocchiale) giovedì : S.Messa per casalinghe, pensionati, anziani, ore 15.30 (in Santuario) venerdì : S. Messa per i ragazzi, ore 17.00 (Cappella del Centro Parrocchiale) 1° martedì del mese: ore 8.00, S. Messa e Ufficio funebre per i defunti della Parrocchia Incontro Anno XXVI - n° 6 - Novembre 2004 Periodico della Comunità Parrocchiale di Madonna in Campagna - Gallarate www.micgallarate.it Dir. Resp. : don Ambrogio Villa Reg.Trib.Busto A. N. 09/01 Stampa a: A.Ferrario Ind.Grafica via Madonna in Campagna 1, Gallarate. Fotografia di copertin a a: Francesco Rossi Il presente numero è stato chiuso il 10 novembre 2004. Ne sono state stampate 21 00 copie. Viene recapitato a tutte le famiglie residenti nel territorio della parrocchia ed offerto a quanti sentono di amare MADONNA IN CAMPAGNA. FOTO DI COPERTINA Le chiese di Gallarate : Madonna della Speranza - Ronchi Nel giornale, in appositi riquadri, alcune citazioni tratte dalla Lettera del Vescovo ai fedeli della Diocesi di Milano “L'EUCARISTIA DELLA DOMENICA ACCENDA IN TE IL FUOCO DELLA MISSIONE!” 2

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Indirizzi utiliDon Ambrogio Villa, parrocoviale Milano 38 - tel. 0331 [email protected]

Centro Parrocchiale Paolo VI

via Bachelet 9 - tel. 0331 [email protected]

Suore, Figlie di Maria Ausiliatrice

via Pio La Torre 2 - tel. 0331 796541

Orari SS. Messe:festivi: ore 8.00, 9.30, 11.00, 18.00prefestivi: ore 18.00tutti i giorni: ore 8.00mercoledì: S. Messa della Comunità, ore 20.45(Cappella del Centro Parrocchiale)giovedì: S.Messa per casalinghe, pensionati,anziani, ore 15.30 (in Santuario)venerdì: S. Messa per i ragazzi, ore 17.00(Cappella del Centro Parrocchiale)1° martedì del mese: ore 8.00, S. Messa e Ufficio funebre per i defunti della Parrocchia

IncontroAnno XXVI - n° 6 - Novembre 2004Periodico della Comunità Parrocchiale di Madonna in Campagna - Gallarate

www.micgallarate.it

Dir. Resp. : don Ambrogio VillaReg.Trib.Busto A. N. 09/01 Stampaa: A.Ferrario Ind.Graficavia Madonna in Campagna 1, Gallarate.Fotografia di copertinaa: Francesco Rossi

Il presente numero è stato chiusoil 10 novembre 2004.Ne sono state stampate 21 00 copie. Vienerecapitato a tutte le famiglie residenti nelterritorio della parrocchia ed offerto aquanti sentono di amare MADONNA IN

CAMPAGNA.

FOTO DI COPERTINA

Le chiese di Gallarate:Madonna della Speranza -Ronchi

Nel giornale, in appositi riquadri, alcune citazioni tratte dalla Lettera del Vescovo ai fedeli

della Diocesi di Milano “L'EUCARISTIA DELLA DOMENICA

ACCENDA IN TEIL FUOCO DELLA MISSIONE!”

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Per parlarvi dei miei primi quindici anni di parroco a Madonna in Campagna,trovo che le parole più azzeccate le abbiano pronunciate i ragazzi durante laS. Messa di Venerdì 12 novembre: per questo oggi vi parlo con le loro parole,che si sono fatte preghiera.

Perché le ritengo le più azzeccate? Perché descrivono la vita del prete: uomo di Dio, per gli uomini, suoi fratel-li...........

don Ambrogio

Signore, illumina, benedici e ama per noi don Ambrogio.

Grazie, don Ambrogio, perché mi hai fatto diventare Figlio di Dio colSacramento del Battesimo

Grazie che mi assolvi dai miei peccati col Sacramento dellaRiconciliazione

Grazie perché mi doni Gesù nel Sacramento dell’Eucaristia

Grazie perché ci hai fatto conoscere e amare il Padre, Gesù e lo

Spirito Santo

Grazie che ogni giorno ci nutri e ci ammaestri con la Parola di Dio

Grazie perché accompagni e aiuti i nostri Genitori

Grazie perché preghi con noi e ci aiuti a capire che qui c’è Gesù

Grazie perché giochi con noi e rendi sempre più bello il nostro Oratorio

Grazie per la gioia che diffondi e perchè spesso ci richiami a sorridere

Grazie perché ci aiuti a conoscere e ad amare Maria

Grazie per il dono grande del Tuo Sacerdozio

Grazie perché benedici e consegni all’amore di Dio i nostri morti.

SACERDOTESACERDOTESACERDOTESACERDOTE

Dies Dominica, Giorno del SignoreDies Dominica, Giorno del Signore

DA “GIORNO DEL SOLE”DA “GIORNO DEL SOLE”DA “GIORNO DEL SOLE”DA “GIORNO DEL SOLE”A “GIORNO ... DA SOLI”A “GIORNO ... DA SOLI”A “GIORNO ... DA SOLI”A “GIORNO ... DA SOLI” ????

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Non è un gioco di parole: sonol’antico e il possibile nuovonome della “domenica”, che stadiventando per tantissimi – ap-punto – un giorno per starsenechiusi in casa, soli con la propriafamiglia, a godersi la propria ca-sa, a fare tutti quei lavori domesti-ci per cui non si è trovato tempo insettimana, a ricaricarsi per esserepronti allo “start” del lunedì matti-na.Il giorno che noi adesso chiamia-mo “domenica” era il solis dies,

cioè il giorno del sole presso gliantichi (ed è rimasto tale in alcunelingue: Sunday in inglese, Son-ntag in tedesco).È stato l’imperatore Costantino(280-337d.C.) a introdurre il nome“domenica”: “Dies Dominica” cioèGIORNO DEL SIGNORE. Eancora oggi il dizionario della lin-gua italiana definisce il sostantivo“domenica” come il settimo giornodella settimana, festivo, dedicatoal riposo e al culto presso i popolicristiani.MA È PROPRIO COSÌ PER I CRI-STIANI?Lo era, certamente. Negli Atti de-gli Apostoli si legge che il popoloera “assiduo nell’ascoltare l’inse-

gnamento degli Apostoli e nella

frazione del pane” e i primi cristia-ni si riunivano “il primo giorno do-

po il sabato”.Anche S. Giustino martire (II sec.)scriveva: “Nel giorno del sole, si fa

l’adunanza: si leggono le memo-

rie degli Apostoli, finito di pregare

viene recato pane, vino e acqua

che si distribuiscono dopo la pre-

ghiera di lode e ringraziamento”.MA LO È ANCORA?Ogni battezzato (a Gallarate so-no più dell’85%) vive la domenica

come il giorno del Signore? O,piuttosto, come il fine settimanatanto atteso?Dovrebbero essere, per un cristia-no, la partecipazione alla Messae l’incontro con la comunità acontraddistinguere la domeni-ca. Perché ci si sente chiamati dalSignore e volentieri si rispondeobbedendo a quel “Fate questo in

memoria di me ” lasciatoci daGesù.E ancor più perché la partecipa-zione alla Messa è “l’irresistibile

bisogno del cuore di dire e di cele-

brare, in comunione con i fratelli,

la propria fede” (Card. Tetta-manzi): la Messa vissuta cosìdiventa il cuore della domenica.Provare per credere: è un pit-stopindispensabile – atteso – per con-trollare la pressione con l’ascoltodella Parola e con la preghiera eper fare il pieno di carburante per

la settimana ricevendo l’Euca-ristia.Che davvero ci dà gioia, forza,vita … è autentico cibo, non sonoparole dettate dalla circostanza: èproprio così e solo chi ha provatoquesta gioia, questa forza, questavita nuova nell’intimo del suocuore può capire … non sono co-se “da preti”, anche noi laiciabbiamo lo Spirito Santo!Dalla Messa scaturisce “l’impe-

gno quotidiano di servizio ai fratel-

li in famiglia, nella Chiesa e nella

società” e, a diverso titolo e in di-versi modi, TUTTI ci rapportiamocon tante persone: in famiglia, sulposto di lavoro … in coda al su-permercato.La domenica illuminata dallaMessa ha una luce particolare,che aumenta di quaranta watt conl’apertura verso gli altri.Non chiudiamoci in casa soli!Ci sono parenti da aiutare, an-ziani e ammalati da andare avisitare, amici da incontrare …e un bellissimo Centro Parroc-chiale in cui trovare tante perso-ne; con il vantaggio di socializza-re, conoscersi, confrontarsi, aiu-tarsi, condividere i problemi e ledifficoltà così come le gioie e lesperanze.Noi corriamo il rischio di banaliz-zare – per superficialità – la Mes-sa e il suo enorme significato: èGesù, che ogni volta si rende pre-sente e vivo nell’ostia che durantela consacrazione si trasforma mi-racolosamente. Se fossimo capa-ci di fermarci un po’ a pensarci …seriamente …cambieremmo at-teggiamento e “voleremmo” aMessa.E ricordando le Bibbie da vivere disettembre e ottobre “prostrando-

“Assicura alla Domenica il suo vero volto cristianoo.Oggi è forte la tendenza aconsiderarla nella logica del

"fine settimana", come spaziodi semplice tempo libero.

Non arrendiamoci. Partecipando in modo con-vinto e generoso alla Messa,

è ancora possibile che laDomenica diventi un giornonel quale coltivare i valoridell'incontro con Dioo,

della comunione e della carità fraterna, del riposo, della festa

e della gioia.”

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ci” adoreremmo Gesù e gli chiede-remmo “Aumenta la nostra fede”.Allo stesso modo corriamo il rischiodi considerare di scarso valore lavita comunitaria: almeno alla dome-nica il “fare comunità” stando insie-me, significa riconoscere che Ge-sù si incontra anche nei fratelli.

“Eh, si! È bello stare fuori la domenica, anch’io hovoglia di festa, ma poi mi restano un sacco di coseda fare in casa, tutte quelle che tralascio in settima-na. Ma tu come fai?”È vero! Ma è troppo bello uscire dal proprio guscio epoi … in casa c’è sempre da fare... non basterebbe-ro tre giornate intere – tutte dedicate – per dire : hofinito! Passare una domenica in compagnia, è bello,importante e utile.Se poi si tratta di una DOMENICA SPECIALE …vale davvero la pena di lasciare i cassetti da riordi-nare, le tende da lavare e “Domenica in” alla televi-sione per passare una DOMENICA IN COMPA-GNIA.È un modo per onorare il GIORNO DEL SIGNOREvivendo la comunità. Perché stare in comunità èallargare i nostri orizzonti, è accrescere la famiglia(la nostra e quella di Dio).Vi siete persi l’ultima domenica speciale? Che pec-cato … non ritornerà più. O meglio: ce ne sarannoaltre – e saranno bellissime - ma questa non si

potrà ripetere.

Domenica 24 ottobre, “domenica speciale”, era laGiornata Missionaria Mondiale ed è iniziata conuna Messa diversa dal solito, presieduta da donStefano, un sacerdote comboniano (non sapete chisono i Comboniani? Cercate nel loro sito: www.com-boniani.org - per ora è in fase di completamento, mapresto sarà pronto) che ha dato un taglio missiona-rio alla nostra riflessione. Abbiamo pranzato insieme in oratorio: eravamotanti, ben assortiti e allegri: cosa abbiamo mangia-to? Qualcuno aveva dei normalissimi panini, altriavevano pasta al forno, arrosto, torte salate, pizze,dolci vari, a seconda della fantasia e del tempo dellecuoche! È stata proprio una festa!Poi, per fare una cosa che sembra normale ma cheinvece è SPECIALE, e sa davvero di “festa”, i geni-

tori hanno giocato con i loro figli: pensateci …non è usuale.Il piatto forte della giornata è stato servito alle 15con tre - anzi, quattro - diverse testimonianze diimpegno nelle missioni.Diversi i luoghi: India, Etiopia e Brasile. Diverse lepersone: una coppia di giovani coniugi, due ra-gazze e una coppia di genitori che si sono lasciaticoinvolgere dall’impegno della figlia.Diversi i tempi di permanenza. Diverso il “lavoro”svolto laggiù. Diverso il modo di testimoniare.Diverso l’approccio e l’aver “trovato la strada” conorganizzazioni differenti.Ma uguale lo stile, la motivazione, il luccichìonegli occhi parlando di ciò che hanno vissuto, lavoglia di cercare Gesù in quei fratelli così lontani euguale la GIOIA di averlo trovato, di aver vissuto,mettendola in pratica, la frase “L’avete fatto aMe”.

Davvero il filo conduttore è stata la GIOIA diqueste persone per aver vissuto una simile espe-rienza, la trepidazione nel raccontarci la loro vita“laggiù” e la capacità di coinvolgerci e “farci venirela voglia” di provare. In effetti non sembra così dif-ficile.O forse sì: ci sono i figli, i genitori anziani, il lavo-ro, il desiderio di riposarsi durante le ferie, unaserie di difficoltà indecifrate (tra cui la nostra pigri-zia e tranquillità) …ma forse adesso avere quella“pulce nell’orecchio” ci può aiutare a pensare inmodo differente di prima, ad essere vicini alleMissioni economicamente e con la nostra preghie-ra quotidiana, a pensare che forse, chissà, maga-ri un giorno …

Non disperatevi se vi siete persi una domenicapomeriggio COSÌ: la prossima è già qui: nonmancate!

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L’Oratorio è iniziato con la forza diquesto messaggio, “Sei Tu, ora

corriamo”, datoci dal nostro Car-dinale per questo Anno Pastoralein cui siamo chiamati a mettere alcentro della nostra azionel’Eucaristia e il Giorno delSignore.La Grazia di Dio ci donerà unacapacità nuova di ri-motivarciper questa unica missione: an-nunciare Gesù ai nostri ragazzie realizzarci come cristiani-mis-sionari.L’Oratorio ha riaperto la sua attivi-tà consapevole che l’aiuto e la for-za vengono solo dal Signore edalla collaborazione di tutti.L’Oratorio è un “laboratorio crea-tivo” che mette al centro la “per-sona” nella sua ricchezza “uma-na” e “divina”.Mi tornano in mente le parole diGesù: «Avete occhi e non vedete,

avete orecchie e non udite…». Sì,proprio così, perché la gioventùoggi richiede una capacità nuo-va di vedere . È un vedere eascoltare totalizzante. È un vede-re con gli occhi del cuore. È unvedere che sa andare oltre, al dilà delle apparenze. È un vedereche mette in atto una disponibilitàtotale. È un “dare la vita”.

Il verbo da coniugare, allora, è:vedere per ...

Vedere per cercare: chi? Loro, igiovani, piccoli e grandi. Cercarlilà dove sono.Vedere per udire: cioè ascoltarli,accoglierli, lasciar loro uno spazioin cui possano parlare, esprimer-si, giocare, stare con gli amici,sentirsi “vivi”, importanti per qual-cuno, sentirsi accolti e amati cosìcome sono.Vedere per dimorare: condivide-re la vita con loro, il tempo lungoche trascorrono con noi, darerisposte significative al loro biso-gno di famiglia, di casa, di comu-nità, cercare con coraggio ilsenso delle cose, del loro girova-gare, della loro vita.Vedere per costruire : costruirerelazioni vere, profonde, per aiu-tarli a non sentirsi soli. Oggi c’èemergenza di relazioni: la solitu-dine è devastante, porta allosbando, alla devianza; in unaparola: uccide.Vedere per andare: dove? Dap-pertutto, là dove vivono. Soprat-tutto la strada, intesa come spa-zio vitale per ogni relazione e -insieme - come precarietà, comepovertà, sofferenza, disagio e

SEI TU, ORA CORRIAMOSEI TU, ORA CORRIAMO

abbandono. La strada esige fedel-tà e lealtà, chiede di “starci den-tro”, di “impastarci” con essa, diuscire dalle nostre nicchie troppoprotette. La strada educa all’es-senzialità, all’autenticità, ad acco-gliere l’altro e riconoscerlo cometale.Vedere per lottare : lottare control’indifferenza, contro l’apatia, con-tro la tentazione della critica di-struttiva, della voglia di uccidere lasperanza. «Lo Spirito santo - dice-

va il Cardinal Martini - è sempre

all’opera, arriva prima di noi,

meglio di noi, e arriva dove noi

non sappiamo neppure».In sintesi: vedere per educare eper amare.

L’Oratorio è luogo privilegiato del-l’amore gratuito. La gratuità unaparola fuori moda, ma vera, anco-ra oggi spendibile nella vita di tuttii giorni.Ecco come l’Oratorio vive l’amoregratuito:* catechisti (60 tra giovani eadulti):annunciatori di Gesù edelle verità della nostra fede. Tuttol’anno un’ora alla settimana con iragazzi più la loro preparazione el’aggiornamento. Gratis.* allenatori e dirigenti sportivi(35 persone): tutto l’anno due al-lenamenti e una partita alla setti-mana, più formazione e organiz-zazione. Gratis.* doposcuola (32 persone) : tuttol’anno cinque pomeriggi alla setti-mana. Gratis.* baristi (10 persone per i pome-riggi feriali e 25 per la domenicae le serate): a servire tutti per

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Cambia la scuola? E noi cambiamo?!!?

tutto l’anno. Gratis.* collaboratori per la pulizia e lamanutenzione (25 persone):puliscono, riparano, riordinano,tutto l’anno. Gratis.* adulti educatori per il Labora-torio Educativo (25 persone):pensano, pregano, organizzano,si mettono in gioco. Gratis.* animatori adolescenti (35):danno una mano nello sport, nellacatechesi, nel doposcuola, nelgioco, nel suonare la chitarra, neicorsi di informatica e nella pre-ghiera liturgica. Gratis.* il parroco, due sacerdoti resi-denti, quattro suore: spendonoogni giorno la loro vita. Gratis.

Ogni giorno centinaia e centinaiadi bambini, ragazzi e giovani var-

cano con gioia la soglia dell’Ora-torio per le varie attività.Che dire, allora di un Oratorio co-sì?Mi piacerebbe sentire la vostrarisposta …

Io sono grata a Dio per tutto que-sto immenso bene che ogni gior-no, nel silenzio e con umiltà, macon tanta dedizione e gioia, vienefatto per amore di Dio e per ilbene dei nostri ragazzi.Aiutiamoci a recuperare una sem-pre più grande passione educa-tiva e una vera voglia di festache è voglia di stare con il Si-gnore e di servire la comunità.

suor Adriana

La fede è un grandedono del Signore,

da accogliere e da inserire nella vita

di ogni giorno. È un'energia straordinariache ci cambia

dal di dentro e fa nascere in noi una"esperienza" nuova, capace di contagiare e attrarre gli altri.

Sì, sì, lo sappiamo, ne abbiamo parlato lo scorsonumero…ma certe cose NON si possono tacere.Non riusciamo a capacitarci della scarsa partecipa-zione che si riscontra durante le assemblee scola-stiche, a partire dalla scuola materna. Man mano che il grado di istruzione aumenta, i geni-tori scarseggiano sempre di più, quasi non interes-sati al ruolo fondamentale che hanno anche nellavita scolastica dei propri figli.

Con la nuova riforma poi, questo ruolo è ancorapiù necessario, in quanto, soprattutto nei colloquipersonali con gli insegnanti, si stabiliscono metodo-logie di intervento da attuare nel percorso di crescitadei nostri ragazzi.

Eppure … dati alla mano, su circa 210 bambini chefrequentano la scuola elementare, alla prima assem-blea dei genitori c’erano 28 genitori, compresi 8 rap-presentanti.Perché non si comprende il ruolo primario dellafamiglia tra le finalità e gli obiettivi del sistema diistruzione e formazione?

C’è davvero uno spazio di intervento possibile… maper questo è

* indispensabile partecipare attivamente alle inizia-

tive

* riattivare e rinvigorire il rapporto tra la scuola e igenitori, tra la scuola e società

* collaborare al processo educativo

* esporre le proprie idee alle assemblee dei geni-tori

* conoscere e condividere i progetti

* partecipare: al comitato mensa, alle feste scolasti-che, ...

Il contributo dei genitori all’impegno educativo nellascuola e la costruzione di relazioni con il corpodocente e gli organismi di partecipazione esistenti,sono condizioni essenziali per realizzare la com-prensione ed il consenso di cui hanno bisogno tutti iprocessi di innovazione.

Vale a dire: la scuola cambia ... e noi?

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Con queste parole don Bosco iniziava il racconto delsogno che gli preannunciava la sua missione: spen-dere interamente la sua vita per la salvezza dei gio-vani.Pochi anni più tardi quel giovane prete di campagnaraccoglierà attorno a sè un gruppo di giovani impe-gnati nel suo oratorio, per condividere con lui quellostesso progetto: «Ci chiameremo salesiani...» disse. Anch’io, come quei primi ragazzi, ho sentito nelcuore questa stessa chiamata , quella di amare ilSignore nei giovani. Ma prima di tutto, come dicespesso don Ambrogio, ho sentito che è bello, dav-vero bello, stare in compagnia di Dio adorandolonell’ Eucaristia o ascoltandolo nella Parola. Per que-sto ho deciso di rispondere a questa chiamata esono entrato nel noviziato salesiano di Pinerolo .Quello che si preannuncia è un cammino di appro-fondimento della nostra fede, di preghiera, di cono-scenza della vita salesiana, di don Bosco ... sarà uncammino di discernimento sulla mia vocazione e diverifica. Se il Signore vorrà, se questa risulterà esse-re davvero la mia strada tra un anno farò la primaprofessione religiosa nella Società di SanFrancesco di Sales .Come ha detto il Rettor Maggiore (cioè il successoredi don Bosco) don Pasqual Chavéz i salesiani sono«Figli di un sognatore», di uno che ha pensato e fattole cose in grande, consapevole del fatto che era Diostesso ad operare attraverso di lui. Se si fa delbene, e lo si fa col cuore, dobbiamo pensare chesiamo ispirati e sorretti dallo Spirito del Signore.Per questo non limitiamoci mai nella carità! Ormai tutte le attività in parrocchia e in oratorio sonoriprese e il mio augurio è proprio quello di iniziarlenel segno del dono reciproco; voi adolescenti egiovani, in particolare, non trattenetevi dal lavora-re e giocare in oratorio con i più piccoli : lorohanno bisogno di voi e anche voi sarete gratificatidallo stare con loro. Si farà fatica? Mancherà la voglia? Si verrà criticati?(Ri)leggetevi la prima lettera di S. Paolo ai Corinzi al cap. 13. «La carità è paziente ... non si adira ... tutto

copre ... tutto sopporta» . Mentre scrivo queste parole ripenso a ciascuno divoi e ai grandi doni che ognuno porta con sè .Anche in questo caso non abbiate paura di metterea servizio della comunità le vostre capacità e levostre belle doti! Tutti ne riceveranno beneficio,anche voi ...Non dimenticate però che l’oratorio è sorretto soprat-tutto dalle suore e dal don: siate obbedienti con loro,ascoltate i loro consigli anche se non li capirete subi-to; anch’io piano piano sto sperimentando l’obbe-dienza con i miei superiori e vi garantisco che al99 per cento delle volte è bene seguire ciò chedicono!Infine affidate tutto, piccoli e grandi, alla Ma-donna. Don Bosco ci ha insegnato ad amarla mol-tissimo; era solito ripetere: «Confidate in Maria

Ausiliatrice e vedrete cosa sono i miracoli». E se lodice lui possiamo crederci!

Matteo

Ed eccomi finalmente a voi! Dopo quasi due settimane di silenzio riesco a scrivervi cari amici!

Sapete, dopo il giorno dell’ingresso in noviziato - lo scorso 8 settembre - insieme ai miei compagni ho fatto

otto giorni di ritiro spirituale al Colle don Bosco sulle orme del nostro santo. In questi giorni non ho potuto

fare a meno di pensare a voi, alla mia comunità di Madonna in Campagna, ai bei momenti trascorsi insie-

me. Ho realizzato che questi non sono stati attimi che il tempo ha portato via con sè, ma segni profondi e

tangibili di quell’unione, anzi, di quella comunione tra di noi che è dono prezioso dello Spirito Santo; e allo-

ra desidero condivIdere con voi alcuni pensieri …

Pinerolo, 18 settembre 2004

Matteo, a destra, con Daniele

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Sono tre i giovani della nostra comunità che stanno compiendo un cammino vocazionale che potrà condurli

al traguardo della consacrazione religiosa: Stefania, in Spagna, nei Legionari di Cristo, Daniela e Matteo

(sua la lettera pubblicata nella pagina a fianco) tra i salesiani di don Bosco. Tre cammini che suscitano

grande gioia nella comunità e domande tra i loro coetanei.

Quando la redazione mi ha propo-

sto di scrivere un articolo su come

i giovani della comunità di Ma-

donna in Campagna giudicano la

risposta di tre loro amici alla chia-

mata del Signore mi sono entusia-

smata: argomento molto impe-

gnativo certo, ma con la possibili-

tà di potersi esprimere e confron-

tare su un tema che tra noi discu-

tiamo davvero molto poco.

Ho parlato con giovani dai 16 ai

30 anni e ... leggete cosa mi

hanno confidato.

“Ricordo che quando ho saputodella decisione di Stefania diconsacrarsi al Signore era ilperiodo in cui il nostro Santuarioera in restauro e stavamo cele-brando la Santa Messa nella cap-pella dell’oratorio. Non ero parti-colarmente contenta, ma neppuredispiaciuta. Non me l’aspettavo,anche se sapevo che la sua espe-rienza in Messico era stata moltoimportante, l’aveva segnata nelprofondo.Oramai non ero più “nel giro” equesta decisione mi ha lasciatoun po’ indifferente. Ho preso tran-quillamente questa sua scelta,l’ho accettata senza troppi coin-volgimenti ma ricordo di aver pen-sato che evidentemente questaera la volontà di Dio.”

“La sera in cui noi giovani delmusical abbiamo salutatoMatteo è stata per me devastan-te, soprattutto perchè con lui hocondiviso alcuni momenti dellamia vita, e poi perchè è così gio -vane.È anche per questo che la sua

vocazione mi ha colpito più diquelle di Stefania e Daniela.Penso che aver interpretato DonBosco nel musical possa esserstato per lui un segno.Mi è dispiaciuto vederlo andar via,saperlo lontano, sapere che cosìgiovane sta intraprendendo uncammino così importante, però lovedo bene.”

“Ho capito di più la scelta diDaniela rispetto a quella diStefania, perchè crescendo in unambiente impregnato dagli inse-gnamenti di Don Bosco ha decisodi seguirlo, di seguire la stradadella comunità dove è cresciuta epoi penso abbia avuto un otti-mo esempio: le nostre Suore!”

“Credo che Stefania abbia intra-preso una strada vocazionaledifficile, oltre a seguire il Signoreha deciso di farlo in una comunità,in un ordine diverso da quellodove era cresciuta e questo perme denota coraggio, e grandis-sima fede.”

“Ero e sono contenta della scel-ta di Stefania - per noi Ste -, e unpò me l’aspettavo: infatti quandotornava dalle sue esperienze al-l’estero era sempre entusiasta .”

“Di Daniela mi vien da dire soloquesto: è una ragazza buona,veramente, e ce la vedo con lasua chitarra a far cantar tutti ,rimanendo però sempre un pònell’ombra, senza protagonismo,mettendo a disposizione del mon-do le sue capacità.”

“All’inizio per me è stato scioccan-te: poi però pensi che Matteo hatrovato la sua strada, ha accol-to la sua vocazione . È contento.Lo vedi sereno e capisci che èquello che voleva. Esser dispia-ciuti per me è normale, ci si vede-va quasi tutti i giorni,abbiamo con-diviso molti “grest”, molti momen-ti, molte esperienze.”

“Già quando stava con noi giova-ni, coi ragazzi, coi bambini, sivedeva che Daniela aveva unamarcia in più nel capirli, animarli,servirli. E Dio ha voluto mettere afrutto questi suoi carismi e qualemiglior modo se non nel ser-virLo?”.

“Prima di prendere questa deci-sione, Daniela ha passato unanno difficile perchè non riuscivaa capire che cosa Dio le stessechiedendo.Ricordo che in una condivisioneaveva detto che stava chiedendoal Signore di indicarle la sua stra-da perchè così, nell’incertezza incui era, stava male”.

“Quando Matteo mi aveva comu-nicato la sua decisione di andarea Pinerolo dai Salesiani, all’inizionon avevo capito bene, ero un pòincredulo, sorpreso. In seguito, quando è andato via,l’ho sentito e visto felice, e ho ca-pito che Dio non si era sbaglia-to a chiamarLo.”

“Sono orgogliosa di Stefania,la vedo felice, nel vero senso

Giovani e vocazione religiosaGiovani e vocazione religiosaGiovani e vocazione religiosaGiovani e vocazione religiosa

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(continua a pag. 10)

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della parola e penso siaquesta la cosa più impor-tante.Ho accolto questa sua scel-ta con gioia e non potevaessere altrimenti visto checredo in Dio: una vocazionepenso sia una gioia pertutti.”

“Le vocazioni nel mondosono sempre meno e ilpensiero che due ragazzedella nostra comunitàsiano state chiamate dalSignore mi ha reso pienodi gioia, penso sia un donoche il Signore ha voluto farea loro, ma anche a noi.”

Ascoltando queste opinioni diret-

tamente dai giovani ho pensato

che il Signore abbia chiamato a

servirlo non tre giovani qualsiasi,

ma tre persone con una marcia

in più, con carismi e fede molto

forti.

Credo che la nostra comunità sia

stata ascoltata da Dio e, come ci

invita spesso a fare don Ambro-

gio, dobbiamo continuare a pre-

gare per loro e per le vocazioni

della nostra comunità, ma an-

che della Chiesa intera.

ANCHE NOI ANCHE NOI ANCHE NOI ANCHE NOI DISCEPOLI DI GESÙDISCEPOLI DI GESÙDISCEPOLI DI GESÙDISCEPOLI DI GESÙ

CON L’A.C.CON L’A.C.CON L’A.C.CON L’A.C.

Il 30 e 31 ottobre, a Mantova, si èsvolto l’incontro degli adolescentidi Azione Cattolica della diocesidi Milano.Noi abbiamo avuto la fortuna divivere questa bella esperienza ric-ca di numerosi momenti di diverti-mento animati dall’A.C. di Manto-va, ma piena soprattutto di occa-sioni di riflessione.Il tema di quest’anno è statocome seguire l’esempio di Ge-sù nel nostro tempo, per capireche amare Dio non è un’impresaimpossibile. A volte un cristiano sirende conto che essere ogni gior-no discepolo di Gesù è faticoso e,

se non è aiutato, è tentato diabbandonare; ma la vita di donPrimo Mazzolari, figura che ab-biamo conosciuto in questi duegiorni, dimostra come anche noi,nel nostro pic-colo, possia-mo fare qual-cosa. Egli èstato un veroesempio did i s c e p o l odel terzo mil-lennio, cheha scelto diseguire Gesù e di testimoniarlonella sua partecipazione attivaalla vita sociale.Noi giovani, in particolar modo,comprendiamo quanto sia diffi-cile testimoniare la nostra fedenella realtà di tutti i giorni,abbiamo paura del giudizio che le

altre persone possono avere neinostri confronti e, forse per que-sto, non vogliamo impegnarci. Manon dobbiamo scordarci che noinon siamo soli: accanto a noi c’èuna Chiesa, una comunità, checammina con noi e che è pronta adarci il suo aiuto e sostegno an-che nei momenti di difficoltà ed’incertezza.Il simbolo di questa esperienza èstato il peperoncino, “spezia” delcoraggio che noi dobbiamo avereper essere discepoli attivi di Dio.Come conclusione di questi duegiorni, abbiamo ricevuto un augu-rio tratto dalle parole di donMazzolari e che noi, a nostravolta, vogliamo donare a voi: “Il

mondo si muove se noi ci muo-

viamo, il mondo si muta se noi

mutiamo”.Laura e Chiara

Daniela è la ragazza che suona la chitarra; Stefania è la ragazza che sta in piedi e che guarda a destra.

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15 anni di don Ambrogio15 anni di don Ambrogioa Madonna in Campagna ...a Madonna in Campagna ...

Come avvenne il primo “contatto”con la sua nuova e prima parroc-chia da “parroco”, don Ambrogioha trovato occasioni per raccon-tarlo in questi 15 anni: dopo unalunga esperienza in un popolosoquartiere di Milano, il Barba-rigocome è comunemente chiamatodai fedeli della parrocchia di sanGregorio Barbarigo, il Ve-scovo lochiama e gli chiede se accetta diandare a fare il parroco aMadonna in Campagna. Lui,obbediente, senza chiedere ulte-riori particolari, un po’ divertito daquello strano accostamento, laMadonna in Campagna, cioè invacanza, come dicono i milanesi!,accetta. Sa che andrà a fare lavolontà di Dio, perchè il Vescovofunge da Suo messaggero in Ter-ra.Un mattino, qualche settimanaprima del suo ingresso ufficiale il12 novembre 1989, arriva così inmacchina, parcheggia e si trovasul sagrato del Santuario; entra e,dopo aver salutato con un largoed ampio segno della Croce,come sempre ci raccomanda, Ge-sù nel Tabernacolo, subito vieneattirato dal quadro, non potevaancora sapere che era invece ilresto di un affresco dell’antico ge-siolo ... è Maria, la Madonna, macon un volto da “popolana” ed unsorriso che sembra volerti pren-dere in giro!Possiamo dire:”È stato amore aprima vista”? Si, possiamo, sen-za temere di offendere nessuno,perchè il don in questi anni ci hainsegnato a comprendere cheogni espressione dell’amore uma-no è copia dell’originale, diquell’Amore che è Dio: “Dio èAmore” è stata una delle prime

frasi delle sue prediche e se ce loricordiamo, significa che questaverità è entrata, poco alla volta,anche nei nostri cuori e nellenostre menti.L’ingresso ufficiale iniziò dalCentro Parrocchiale, inauguratoqualche mese prima da don Pao-lo, suo predecessore: se non c’e-ravate ancora, potete guardare lafoto nella pagina seguente e tro-verete il don con qualche ... deci-

na di chili fa! Il saluto che ci rivolse forse non loricordiamo bene, in occasioni co-me queste si sta sempre più at-tenti con gli occhi che con le orec-chie, presi dal cercare di capire“come sarà il nuovo parroco” dagliatteggiamenti del volto, dal mododi fare e di dire, ma scommettia-mo che parlò di comunità par-rocchiale e non di parrocchia, diParola di Dio invece di rivolgerci

i saluti convenzionali ... eravamoin piena “Rama di Pomm”, la festapatronale della Presentazione diMaria al Tempio, la Madonna loha voluto davvero accogliere inpompa magna!Lui in questi anni ha reso a Mariaquell’accoglienza cercando di far-ci riscoprire la devozione per l’il-lustre patrona, un po’ dimenticataforse dal passare degli anni: an-cora oggi non perde occasioneper invitarci a “riempire” ilSantuario nelle feste mariane,nel mese di maggio, a frequenta-re la chiesa anche nei giorni feria-li, ad abitare il Santuario restau-rato, una bella impresa nel corsodel quattrocentenario, perchè, co-me ci ha ripetuto ancora in questesere di preghiera animata daiGialli, Verdi, Rossi e Blu, “d’inver-no c’è un bel tiepidino e d’estateun po’ più di fresco”: Dio in casaSua ... ha l’aria “condizionata”!Il Soprannaturale : don Ambrogioha sempre insistito e insiste tutto-ra nel richiamarci questa dimen-sione: “se stai nel Soprannatu-rale”, come dice lui, la gioia è sta-bile, il dolore è “dolce”, non corripiù il rischio di “alti e bassi”, incon-tri ogni fratello come ti invita a fareil Vangelo, amandolo come testesso, senza differenze, la vitaha un altro sapore, sei come glialtri, apparentemente, ma “den-tro”, che differenza!E allora: GRAZIE! di cuore donAmbrogio , per questi tuoi “primi”15 anni con noi.Non abbiamo citato le “cose” chedon Ambrogio ha realizzato fino-ra, ma, guardate la foto: la cosapiù bella è quel suo farci da ca-pocordata. Siete d’accordo?

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12 NOVEMBRE 1989

don Ambrogio fa il suoingresso a Madonna in

Campagna

12 NOVEMBRE 2004

15 anni di don Ambrogio tra noi.

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14

C’È POSTC’È POSTOO PER TE!PER TE!

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Chissà a quanti di voi è capitato diandare in vacanza ... passandoper le stazioni ferroviarie, carichidi bagagli, ingombranti. La gente vi guarda con un po’ dicuriosità, alcuni con fastidio. Eravamo in quattro, zaini pieni,materassini che non passavanomai dalle strette porte del trenoma, soprattutto, eravamo carichied entusiasti per l’avventurache ci aspettava.Abbiamo mangiato un panino sultreno, ma non importa perchéinsieme è bello fare anche que-sto.Poi, dopo quasi un’ora di viaggio,scendiamo alla stazione di Chiari:il viaggio è finito?No, ci aspettano ancora dieci mi-nuti a piedi, ma già da lontanovediamo il campanile della chiesae l’oratorio Samber agghindatoa festa.Inizia così il nostro ConvegnoAdolescenti Mgs, che quest’an-no ha visto come scenario l’orato-rio Samber di Chiari (BS). Il convegno è un’occasione pergli adolescenti che frequentanole realtà salesiane di vivere unmomento di riflessione e anche digioco insieme a tutti i loro coeta-nei delle case salesiane di Lom-bardia e Svizzera.Noi ci sentivamo molto animatori“in missione”, però l’accoglienza èstata da subito calorosa e coinvol-gente.Siamo stati chiamati a svolgereservizi di accoglienza per tutticoloro che iniziavano ad arrivarenel grande cortile d’ingresso, poiaccompagnavamo i gruppi aldeposito zaini. Presto siamo entrati nel vivo delconvegno con un lavoro persona-le e di gruppo sulla domanda“Cosa è per te la chiesa?”.

I ragazzi erano magnifici, ricchi diidee ma soprattutto di motivazioniforti e di difficoltà altrettanto chia-re, è stato molto bello, entusia-smante e arricchente condividerecon loro le esperienze nei singoligruppetti di lavoro.Dopo la cena e un po’ di tempolibero, è iniziata la veglia di pre-ghiera: bellissima!Una palestra con luci soffuse edun’enorme rappresentazionesimbolica della chiesa che èstata “accesa” poco alla voltadai lumini di coloro che aveva-no ricevuto il sacramento dellariconciliazione .Un momento intenso, vissuto epartecipato, sentito e che halasciato il segno nel cuore di que-sti ragazzi. Poi la buonanotte e unpo’ di festa insieme. Il mattino dopo con l’aiuto di MonsFrancesco Beschi, vescovo ausi-liare di Brescia, abbiamo riper-corso la storia della chiesa inmodo accattivante, vivace e mainoioso, per tuffarci poco dopo inun gioco a stand davvero stupen-

do.Ogni stand rappresentava unperiodo storico della chiesa, sinte-tizzato nella figura di un Santo:c’era San Tarcisio per le persecu-zioni e poi San Benedetto, SanFrancesco di Sales, Sant’Agnese... insomma 20 Santi per 20 gio-chi tanto semplici quanto diver-tenti, per 400 ragazzi !Che dire di un’esperienza così,che riempie gli occhi e il cuore digioia, di amore per Dio e per i fra-telli?Non direi che siamo andati là perfare un servizio, ma per riceveretanti doni: perché l’amicizia, per-ché sentire nel cuore la vicinanzaa Dio Trinità, perché sapere chela chiesa è per noi ... c’è unposto col mio nome nella chie-sa... capire che essa siamo noi, èun regalo che non possiamo tene-re solo per noi, perché è troppobello!

Matteo

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Anno Europeo dello Anno Europeo dello

Educare attraverso lo sport? Forse si puòEducare attraverso lo sport? Forse si puòUte, tedesca di Augsburg, èmaestra di sci : “Insegnare a

sciare ad un pianista o ad un

sacerdote, ad un industriale o ad

un avvocato, o ad un’orda di bam-

bini non fa differenza: per me è

importante essere per ogni perso-

na una chiave d’accesso allo

sport, appianargli la strada attra-

verso le mie conoscenze.”

Felipe pratica nuoto agonisticonel team della Virginia TechUniversity: “Nei nostri atenei si

insegna soprattutto a sviluppare

una mentalità vincente, ma no-

nostante la forte spinta agonisti-

ca, lo sport ci aiuta a crescere ed

a costruire rapporti”.

Christian, trentino, è campionemondiale di volo libero in delta-plano: “Ogni volta che volo mi si

apre lo sguardo sulle meraviglie

della natura: la misera fede di cui

dispongo rinvigorisce ed un since-

ro grazie mi sale dal cuore”.

Gianni è giornalista sportivoradiofonico per RadioRai: “La

radio può contribuire a riportare

alla ragione e ai suoi antichi valo-

ri uno sport che rischia talvolta di

farsi ubriacare dall’oro e dalla

fama che la tv sembra assicura-

re”.

Roberto è operatore socialesportivo a Verona: “Con le rap-

presentative degli extracomunitari

presenti nel nostro territorio

abbiamo costruito ben più di un

torneo di calcio: abbiamo speri-

mentato il dialogo tra le culture

attraverso un incontro che non

può e non vuole negare il conflit-

to, ma che fa spazio al mistero

dell’altro”.

Maria insegna educazione fisi-ca nella multietnica realtà sco-lastica del Lussemburgo: “La

sfida è quella di non fare emerge-

re un miscuglio di culture, ma

quella di aiutarli ad arricchirsi del

bello che esiste nell’altro, di con-

dividere anche i talenti sportivi

che ognuno porta nel suo DNA.”

Alois, austriaco, è docente uni-versitario di Pedagogia delloSport: “Parlare poco e fare molto

con i bambini, nello sport e nel

gioco come nella vita. Con questa

prospettiva lo sport può adempie-

re alla sua funzione educativa e

formativa.”

Che cosa possonoavere in comune traloro figure così di-verse dello sport dioggi?Li accomuna il pro-getto di Sportmeet,una giovane realtàinternazionale delmondo dello sport. Il

suo progetto è quello di contribui-re, ciascuno dal proprio ambitospecifico, ad elaborare una cul-tura dello sport orientata allacostruzione della fraternità uni-versale. Per questo, lo scorsosettembre, si sono dati appunta-mento a Vienna per un conve-gno internazionale con 17nazioni presenti, sul tema“Educarsi ed educare attraverso

lo sport”.Come ormai sappiamo, l’UnioneEuropea ha promosso il 2004Anno Europeo dell’Educazione

attraverso lo Sport, ritenendolo, silegge nei documenti comunitari,“componente essenziale della

nostra società”, capace di tra-smettere “tutte le regole fonda-

mentali della vita sociale” e porta-tore di valori educativi fondamen-tali quali “tolleranza, spirito di

squadra, lealtà”.Ma di fronte alle contraddizionidello sport di oggi, si può davveropensare questo? Paolo Crepaz , medico dello sporte coordinatore di Sportmeet ,nella relazione iniziale del conve-gno ha affermato che “lo sport è sì

liberazione di energie psicofisiche

latenti, ma anche asservimento

agli idoli del prestigio e del guada-

gno; è dono di sé, ma anche

occasione di egoismo e di sopraf-

fazione; è luogo di incontro, ma

anche di scontro”. E questo acca-de perché lo sport è espressionedella corporeità. Quando, allora,lo sport è in grado di accendere lospirito? “Quando è capace di con-

ferire, a chi lo pratica, padronanza

di sé, - ha spiegato Crepaz - dei

suoi atti, e quando è capace di

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colorare l’azione

dell’atleta di ten-

sione morale.”Dai partecipanti siè avuta confermache chi crede neivalori dell’uomo,anche senza le-garsi a riferimentireligiosi, può con-dividere e speri-mentare quantopossa essere edu-cativo un atteggia-mento di fiduciareciproca fra chieduca e chi è educato attraversolo sport. Ecco qualche testimo-nianza.

Siegfried Komorek guida i pro-pri allievi adolescenti dalla Ger-mania a fare alpinismo sui4.000 delle Alpi: “Camminando

verso la cima di una montagna

non si guarda continuamente ad

essa, lontana e faticosa da rag-

giungere, ma ci si muove passo

dopo passo. E non ci si deve fer-

mare, come nella vita.”

“Nella nostra rivista - ha spiegatoAhmed Lakrout, redattore spor-tivo algerino, musulmano - ci

siamo imposti di usare termini

come concorrente, anziché avver-

sario. Durante le Olimpiadi abbia-

mo pubblicato articoli che mettes-

sero in rilievo i migliori gesti e

comportamenti di atleti delle di-

verse culture, religioni e razze. E

siamo anche convinti che contri-

buendo all’emancipazione della

donna attraverso lo sport, stiamo

contribuendo allo sviluppo del

paese .”

I PROGETTI

Al di là delle testimonianze perso-nali, il congresso ha permesso atutti di conoscere i numerosi pro-getti sportivi a dimensionesociale già sviluppatisi, nei diver-si continenti, attorno o grazie a

Sportmeet.Un progetto interessante presen-tato a Vienna, denominatoSports4Peace, è stato realizzatoproprio in Austria durante l’ultimoanno scolastico 2003-2004. Sonovenuti a contatto con l’iniziativacirca 20.000 giovani di diversescuole superiori austriache chehanno potuto sperimentare unosport che è via verso una societàsolidale e orientata alla pace.Guidati da sei semplici regolestampate sulle facce di undado, espressioni di una unicaregola presente in ogni religione“fai agli altri ciò che vorresti fosse

fatto a te”, i ragazzi coinvoltihanno fatto sport, organizzato tor-nei, eventi sportivi e musicali, rac-colto firme per la pace olimpica.Ogni evento o gesto sportivo vis-suto dopo aver lanciato il dado,consentiva ai ragazzi di collezio-nare degli “anelli olimpici”. Ognipasso verso la pace, attraversopiccole o grandi azioni di comu-nione o di perdono, consentivainvece di conquistare degli “anellid’oro”: obiettivo finale era rag-giungere i 51.000 anelli olimpici eanelli d’oro ed avvolgere così sim-bolicamente la superficie dei 510chilometri quadrati della terracon una rete di pace.

Elena

SPORTMEETSportmeet è la rete mondiale di

sportivi e di operatori dello sport,uomini e donne di ogni età, cultura,

etnia, lingua e religione, che vivonolo sport come realtà importantee positiva nel confronto con sestessi e con gli altri, animati daldesiderio di contribuire, attraverso

di esso, alla costruzione di un mon-do più unito.

Sportmeet è oggi l’espressione nel

mondo dello sport di quel rinno-vamento spirituale e sociale cheè alla base dell’esperienza delMovimento dei Focolari, nato a

Trento, nel nord dell’Italia, da

Chiara Lubich, durante l’ultimoconflitto mondiale, e diffuso oggi

in 182 paesi nei 5 continenti. IlMovimento si profila con la fisio-

nomia di un piccolo popolo, con

oltre 5 milioni di persone, di razze,culture, condizioni sociali, profes-

sioni, lingue, tradizioni cristiane, re-ligioni e convinzioni diverse acco-munate dall’impegno ad essereseme di un mondo più solidale,di un mondo unito. La reciproci-

tà dell’amore, vissuto fino acostruire l’unità, si rivela come

“paradigma di unità”, “codice” per

trasformare il sociale ed inciderenel mondo dell’economia e del

lavoro, delle relazioni internaziona-li, della politica, della giustizia, della

sanità, della cultura e della comuni-

cazione sociale. Sportmeet affianca il proprio pro-

filo ad altri progetti in campo so-ciale il cui obiettivo comune è so-

stenere la crescita di tutti quei semi

di una “cultura del dare” che ali-mentano la costruzione della fra-ternità universale nella societàdi oggi.Se vuoi saperne di più puoi visitare

il sito internet di Sportmeet a que-sto indirizzo www.sportmeet.org

GGRAZIERAZIE SUORSUOR AA NNANNA !!

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Gallarate e Pavia sono in comu-nione per un filo invisibile, mavero, di preghiera e di affetto: perquesto voglio raggiungere tutticon la mia “voce” .Ai ragazzi dico solo una frase: “Vi

porto nel cuore” e “grazie” perquello che mi avete comunicatocon la vostra presenza.Un gioioso ed affettuoso saluto atutti i membri della ComunitàParrocchiale, con cui ho condivi-so forti esperienze spirituali nel“nostro” bel Santuario.Un ricordo particolare a Don Am-brogio che ricordo sempre nellemie preghiere per ringraziarlodella “pillola viva” della Paroladi Dio che ogni giorno donava du-rante la celebrazione Eucaristica:E cosa devo dire alle care Suo-re? A Sr. Adriana e a tutte invio esussurro una parola sola : “Grazie

per i 2 anni trascorsi con voi; vi ho

sentito sorelle premurose ed

affettuose, sentiamoci unite nella

preghiera per continuare la nostra

comunione fraterna e spirituale”.

Dopo i saluti e i ringraziamenti vivoglio far partecipi della mianuova esperienza a Pavia.Prima di tutto vi comunico unabellissima notizia: ho lasciato ilSantuario di Madonna in Campa-gna ma a 200 metri dalla nostracasa, c’è il Santuario della Ma-donna delle Grazie che èParrocchia. La Madonna miaccompagna e sono felice .L’esperienza qui a Pavia è total-mente diversa dalle altre espe-rienze fatte nella mia vita. IlSignore mi ha chiamata qui avivere in una “casa famiglia”che accoglie 57 ragazzi/e dai 6ai 20 anni e forse anche di più.Vivono in appartamenti con unaSuora sempre presente e un’edu-catrice o educatore. Si vive comein una famiglia numerosa (8 o 9persone) in comunione e respon-sabilità reciproche. I ragazzi pro-vengono da varie nazionalità, percui ci sono parecchi mussulmanie alcuni di questi, già grandi, chie-dono il battesimo.

Molti giovani che sono con noi,per storie dolorose di famiglia,non potranno mai unirsi ai genito-ri, altri li possono vedere inmomenti fissati dagli assistentisociali.Io vivo e sono responsabile di dueappartamenti che si trovano fuoridalla sede principale, ma vicini,con ragazzi dai 13 ai 17 anni econ me ci sono due aiuto-educa-tori di 20 anni.Mi chiederete cosa faccio conloro : la mamma, l’educatrice, l’a-mica più grande che aiuta a fare icompiti e partecipa ai loro interes-si.Sono contenta e cerco di donarecon gioia e amore tutto quello cheposso per aiutarli, con l’aiuto diDio, a renderli onesti cittadini efar scaturire in loro il desideriodi Dio.Ricordatemi nella preghiera. Unabbraccio a tutti

Sr. Anna

BBENVENUTAENVENUTA SUORSUOR EE LISALISA !!

“Partire è come morire” dice unsano proverbio. Si lasciano gliaffetti, le amicizie, le tradizioni,il lavoro ... per trovare chi?Che cosa?Madonna in Campagna: unnome, per me, fino a pocotempo fa, conosciuto per “sen-tito dire” e oggi realtà.Se chiudo gli occhi rivedoMilano, una città piena di difet-ti, di contraddizioni, ma anchela città del “coeur in man”dove ho vissuto per brevetempo dopo gli anni trascorsi aRho.Ma il tempo non si ferma e

all’improvviso arriva il 4 set-tembre 2004: la partenza, ildistacco, un po’ di mestizia e…. Riapro gli occhi ed eccoMadonna in Campagna, unospazio aperto dove piovonoincarichi, iniziative, lavoro pertutti, ma anche “campo di

Dio” dove svolgo le attività piùcare a me, consacrata FMA ea voi, Comunità parrocchialeattenta alla realtà e all’educa-zione dei giovani.Stare con i ragazzi, seguire lacatechesi, accompagnare lostudio durante il doposcuola,portare l’Eucaristia ai malati,

suor Anna con i ragazzi del doposcuola

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La celebrazionedell'Eucaristia è e rima-ne il segno missionariopiù "popolare", comunee diffuso, e più "origi-

nale", perché più tipicoe, insieme, più forte

dell'essere e del viveredei cristiani nella socie-tà. È la dimostrazione

che, ancora oggi, c'è chicrede in Gesù come

Signore e, per questo,lo ascolta e lo segue.

parlare con la gente, condividerela stessa quotidianità, parteciparealla stessa liturgia: ecco ciò cheriempie le mie giornate.E non ho più bisogno di chiuderegli occhi perchè la vostra acco-glienza, l’interessamento di cia-scuno, la cordialità del vostro trat-to mi fanno sentire a mio agio, omeglio mi fanno sentire qui da

sempre e mi invitano ad “essere”la salesiana sorridente, la catechi-sta paziente, l’educatrice attenta adare il Vero, il Bello, il Bene, Grazie a voi Comunità parrocchia-le, alle suore e a don Ambrogioper il mio essere qui a lavorareper diffondere il "Regno di Dio".

Sr. Elisa

Nel numero precedente di Incontro vi abbiamo pre-

sentato il sito della parrocchia www.micgallarate.it

rinnovato nella grafica e nei contenuti: ora vi parlia-

mo di un sito nuovo, entrato da pochi mesi in rete,

ma già apprezzato e visitato da un significativo

numero di persone:

www.ambrogiovilla.it

“Sacerdote della Diocesi di Milano, parroco, crede

fermamente nella condivisione dei 'beni spirituali',

non meno importante, per un cristiano, di quella dei

beni materiali. Nel sito, continuamente aggiornato, si

trovano spazi dedicati alla Bibbia, all’Eucarestia, ai

Santi, alla Catechesi e pagine di spiritualità.“È questa la presentazione che si legge in siticattoli-

ci.it, dove sono registrati sia il sito parrocchiale chequello di don Ambrogio, una presentazione che benspiega l’intendimento del nostro don.Chi lo ascolta e conosce sa, infatti, che per donAmbrogio l’incontro con Dio e il sapersi da Lui amatimuovono ad un passo successivo e obbligato: farloconoscere a tutti.

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Domenica 24 ottobre “domeni-ca speciale” in concomitanzacon la giornata missionariamondiale.Le S. Messe sono state animatedalla presenza di un sacerdotemissionario, mentre sul sagrato,come tradizione, vendita di tortee di libri il cui ricavato è statodevoluto per le missioni.Dopo la messa delle ore 11 ungruppo di persone si è ritrovato inoratorio per un pic-nic insieme,poi giochi tra genitori e figli o unachiacchierata al bar; ma alle15,30tutti in Sala cento posti per unapprofondimento sul tema dellagiornata con un incontro- testimo-nianza con alcuni laici che hannovissuto in prima persona l'espe-rienza di missione durante ilperiodo estivo. Tre sono state lerealtà presentate: India, Etiopia eBrasile. Se volete saperne di più

leggete l'articolo a pag. 5.

Dal 28 al 31 ottobre si sonosvolte le Giornate Eucaristiche,momento atteso e partecipato damolte persone che hanno espres-so la loro gioia di stare davanti aGesù Eucaristia dedicando qual-che ora del loro tempo all'adora-zione dell'Ostia Divina e allameditazione.Don Ambrogio è solito donarci, inquesta occasione, un libretto che,quest’anno, comprendeva la se-conda parte dell'enciclica delPapa "Ecclesia de Eucharistia" epreghiere, frasi, pensieri eucaristi-ci ed episodi significativi della vitadei Santi.L'incontro con Gesù Eucaristico cifa scoprire la Sua tenerezza econsolazione: Lui è li e ci aspetta,aspetta ognuno di noi, sta però anoi trovare un po' di tempo "mol-lando" qualche impegno, ma laserenità e gioia che ne conseguo-no ripagano ogni nostra fatica.Non ci credete? Allora provate!

Con l'11 novembre è iniziata laBenedizione Natalizia delle

famiglie.Qualche de-cennio fa eraun appunta-mento impor-tante, si radu-nava tutta laf a m i g l i a ,grandi e pic-cini, si prepa-rava il prese-pe, il sacer-dote era atte-so perchéportava laBenedizionedi Dio in quella casa …ricordate?Se non è più possibile riprodurrequel clima di quando eravamobambini, perché i tempi sonocambiati, almeno facciamo sì cheil sacerdote trovi qualcuno in casaad accoglierlo. Date e vie sarannocomunicate tempestivamente .

Mentre andiamo in stampa lanostra parrocchia sarà in festa:infatti saranno in corso i fe-steggiamenti della Rama dipomm dal 14 al 21 novembre ; ilprogramma si preannuncia riccodi appuntamenti religiosi: le sera-te in santuario per la preghiera al-la Madonna da parte dei residentidei vari settori e le S. Messesolenni di domenica 21 novem-bre; ma non dimentichiamo gliappuntamenti popolari con la di-sputa del Palio sempre che il tem-po sia buono (e divieti di circola-zione delle autopermettendo!).La compagniafilodrammati -ca di Madonnain Campagna,come ormai ciha abituati daanni, ha pre-sentato unospettacolo tea-trale sabato 13e, in replica,sabato 20, cheha riscosso no-

tevole successo per la bravuradegli attori che hanno propostodue "Atti Unici" di Checov, vera-mente godibilissimi; inoltre sa-ranno allestiti i tradizionali bancodi vendita, pesca di beneficenza evendita di mele e "rame di pomm".

Il Decanato di Gallarate, ade-rendo ad un invito dell'AzioneCattolica milanese, proponeuna lectio divina (lettura appro-fondita della Bibbia) in formacomunitaria, dedicata ai primi cin-que capitoli del libro dell'Apo-calisse. Gli incontri sono tenuti daMons. Franco Carnevali nel no-stro Santuario. L'invito a parteci-pare è rivolto a tutti.I prossimi incontri sono in calen-dario per il 13 gennaio, 3febbraio,3 marzo, tutti alle ore 21.00.

Maria

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Il periodo dell’anno che si apre è per la comunità diMadonna in Campagna uno dei più ricchi di occasio-ni. Per cominciare, nei giorni 3, 4 e 5 dicembre sirinnova l’attesissimo appuntamento di Tavernola,preziosi giorni di riflessione che ci permetteranno diricaricare le batterie dello spirito. L’argomentoverterà sui 10 Comandamenti. Lo scorso anno sonostati approfonditi i primi cinque comandamenti, que-st’anno continueremo dal 6° in avanti . Se non avetemai partecipato, non lasciatevi scappare l’occasione!

Il nutrito calendario con gli orari delle celebrazionireligiose e delle iniziative dedicate al S. Natale saràcomunicato tramite gli avvisi, noi ve ne segnaliamoalcune:

Domenica 12 dicembre si organizzerà presso ilCentro Parrocchiale un “pranzo della carità” (unpanino, una mela, acqua minerale a volontà) chefarà seguito al ritiro spirituale per i ragazzi: alpranzo sono invitati anche i genitori ma tutti sonobenvenuti. Il ricavato delle iscrizioni sarà destinatoalla missione di Dilla in Etiopia (con cui siamogemellati) per fronteggiare l’emergenza AIDS.Non è solo un modo per fare qualcosa di concreto: èanche un momento che ci fa riscoprire come è pia-cevole stare insieme.

Presso il Teatro Nuovo il giorno 19, domenica, iragazzi dell’oratorio faranno gli auguri di Natale aigenitori, agli educatori, alle suore e a don Ambrogio.

I ragazzi sono molto bravi e lo spettacolo è assicu-rato. Ingresso gratuito.

Uno dei gesti più significativi che avrà luogo, per ilterzo anno, presso il Centro Parrocchiale sarà ilpranzo di Natale a favore delle persone indigentidella nostra città organizzato dal gruppo Exodus.

Sempre al Centro Parrocchiale sarà anche organiz-zato, da volonterosi e dalle suore, inarrestabili edimpagabili, il Capodanno insieme per famiglie eragazzi, un evento davvero per tutti a cui parteci-pare con spirito di gioia e fratellanza.

Il giorno 1°gennaio 2005 fate attenzione al Mes-saggio del Papa per la Giornata mondiale dellapace. Non può esserci modo più indicato per inizia-re l’anno che ascoltare le parole del Santo Padre suun argomento di grande attualità che coinvolge lecoscienze di tutto il mondo, non solo quello cristiano.

Le iniziative si rinnoveranno poi nelle prime settima-ne dell’anno nuovo: verso fine gennaio/inizio feb-braio, ci saranno tre importanti feste: la Festa dellaFamiglia, in cui festeggeremo tutte le famiglie ma inparticolare quelle che compiono un importante anni-versario di matrimonio, la Festa di Don Bosco, cuiè dedicato il nostro oratorio, e la Festa della Vita.

Maria

Prendi parte, ogniDomenica,

all'Eucaristia. Superaeventuali difficoltà e

stanchezze.Non privarti di questa

"beatitudine".La tua presenza alla

Messa non sia solo l'e-secuzione di un precet-

to. Sia l'accoglienzapronta e grata di un

dono e il dare rispostaal bisogno di un cuore

che crede e ama il Signore.

La Redazione di Incontroaugura a tutti i lettori

un Santo Natalee un nuovo

Anno di PACE.Non stanchiamoci di invocare

la Trinità perchè la PACE, finalmente, entri nei cuori

di tutti gli uomini di buona volontà e contagi l’umanità intera.