In vecchiaia, le calze rosse.! IL CIOCCOLATO FA BENE ALLA ...

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Anno IV Numero 772 Martedì 14 Dicembre 2015, S. Valeriano, Nino AVVISO Ordine 1. ORDINE: un Farmaco per tutti Notizie in Rilievo Scienza e Salute 2. Il cioccolato fa bene alla sessualità delle donne 3. Una pillola sostituirà l’elettrocardiogramma 4. Leucemie e tumori del sangue: arrivano nuovi trattamenti rivoluzionari Prevenzione e Salute 5. Alluce, Illice. 6. Cavo orale: ecco perché la lingua diventa bianca Meteo Napoli Martedì 15 Dicembre Cielo Variabile Minima:10°C Massima: 15°C Umidità: Mattina = 59% Pomeriggio = 57% IL CIOCCOLATO FA BENE ALLA SESSUALITÀ DELLE DONNE Il cioccolato accende gli interruttori del sesso nella donna”. Questa è la conclusione a cui è giunto il Prof. Costante Donati Sarti, presentando la sua relazione alla Società Italiana Fitoterapici e Integratori in Ostetricia e Ginecologia. “Si è partiti dai dati di una ricerca nazionale su un campione di 3000 donne”. L’obiettivo era valutare il comportamento sessuale della donna sulla base della frequenza dei rapporti, il desiderio, l’eccitazione e la soddisfazione sessuale” – ha spiegato Sarti. “E’ dapprima emersa una graduale riduzione del desiderio dopo la menopausa. Nel 50% della popolazione femminile si riduce anche la possibilità di avere un rapporto sessuale appagante. “E qui si innesta il consumo di cioccolato che: è risultato fonte di piacere nel 60% dei casi, migliora l’umore nel 90%, aumenta l’eccitazione e il desiderio nel 50%, riduce l’irritabilità e i disturbi del sonno nel 33% dei casi”. “Successivamente si è cercato di associare i dati all’analisi delle sostanze presenti nel cioccolato. “E’ così emerso che queste sostanze possono avere un effetto positivo sul desiderio, l’eccitazione e il miglioramento della funzioni sessuali. Non è solo una questione cerebrale, visto che il cioccolato può migliorare il flusso sanguigno, favorire il rilassamento della muscolatura e il trasudato vaginale. Secondo Donati Sarti: “Alcune sostanze del cioccolato aiutano la donna, un po’ come avviene con il Viagra nell’uomo, corroborano il rapporto sessuale”. Certo, ci deve essere una buona sessualità e un buon desiderio prima. Serve una simbiosi emozionale. Non sappiamo, al momento se il cioccolato abbia un effetto terapeutico, ecco perché bisogna prendere le distanze dagli aspetti commerciali del facile connubio cioccolato-sesso” – conclude il professore. (Nutri e Previeni) SITO WEB ISTITUZIONALE : www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected] ; [email protected] SOCIAL Seguici su Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli iBook Farmaday Proverbio di oggi……….. 'A vicchiaja, 'e ccàuze rosse. In vecchiaia, le calze rosse.!

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Anno IV – Numero 772 Martedì 14 Dicembre 2015, S. Valeriano, Nino

AVVISO Ordine

1. ORDINE: un Farmaco

per tutti

Notizie in Rilievo

Scienza e Salute 2. Il cioccolato fa bene alla

sessualità delle donne

3. Una pillola sostituirà

l’elettrocardiogramma

4. Leucemie e tumori del

sangue: arrivano nuovi

trattamenti rivoluzionari

Prevenzione e Salute

5. Alluce, Illice….

6. Cavo orale: ecco perché

la lingua diventa bianca

Meteo Napoli

Martedì 15 Dicembre Cielo Variabile

Minima:10°C Massima: 15°C Umidità: Mattina = 59%

Pomeriggio = 57%

IL CIOCCOLATO FA BENE ALLA SESSUALITÀ DELLE DONNE

“Il cioccolato accende gli interruttori del sesso nella donna”. Questa è la conclusione a cui è giunto il Prof. Costante Donati Sarti, presentando la sua relazione alla Società Italiana Fitoterapici e Integratori in Ostetricia e Ginecologia. “Si è partiti dai dati di una ricerca nazionale su un campione di 3000 donne”. L’obiettivo era valutare il comportamento sessuale della donna sulla base della frequenza dei rapporti, il desiderio, l’eccitazione e la soddisfazione sessuale” – ha spiegato Sarti. “E’ dapprima emersa una graduale riduzione del desiderio dopo la menopausa. Nel 50% della popolazione femminile si riduce anche la possibilità di avere un rapporto sessuale appagante. “E qui si innesta il consumo di cioccolato che: è risultato fonte di piacere nel 60% dei casi, migliora l’umore nel 90%, aumenta l’eccitazione e il desiderio nel 50%, riduce l’irritabilità e i disturbi del sonno nel 33% dei casi”.

“Successivamente si è cercato di associare i dati all’analisi delle sostanze presenti nel cioccolato. “E’ così emerso che queste sostanze possono avere un effetto positivo sul desiderio, l’eccitazione e il miglioramento della funzioni sessuali. Non è solo una questione cerebrale, visto che il cioccolato può migliorare il flusso sanguigno, favorire il rilassamento della muscolatura e il trasudato vaginale. Secondo Donati Sarti: “Alcune sostanze del cioccolato aiutano la donna, un po’ come avviene con il Viagra nell’uomo, corroborano il rapporto sessuale”. Certo, ci deve essere una buona sessualità e un buon desiderio prima. Serve una simbiosi emozionale. Non sappiamo, al momento se il cioccolato abbia un effetto terapeutico, ecco perché bisogna prendere le distanze dagli aspetti commerciali del facile connubio cioccolato-sesso” – conclude il professore. (Nutri e Previeni)

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Proverbio di oggi……….. 'A vicchiaja, 'e ccàuze rosse. In vecchiaia, le calze rosse.!

il divertimento del vento e la carta

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SCIENZA E SALUTE

UNA PILLOLA SOSTITUIRÀ L’ELETTROCARDIOGRAMMA

Sviluppato dagli scienziati del MIT e di Harvard il sensore acustico può fornire dati su frequenza cardiaca e respiratoria paragonabili a quelli ottenuti con i metodi classici

Holter addio. Il fastidioso esame di monitoraggio della frequenza cardiaca, ottenuto mediante l’applicazione non sempre comoda di sensori per registrare l’attività elettrica del muscolo cardiaco, in futuro verrà sostituito da una piccola pillola da ingerire. E’ questo lo scenario che emerge grazie ad uno studio pubblicato dalla rivista Plos One. La tecnologia sviluppata dagli scienziati statunitensi è relativamente semplice e si avvale di un piccolo microfono inserito all’interno della capsula che viene ingerita, capace di inviare il segnale ad un sensore posto all’esterno. Il segnale viene poi elaborato tramite un software. «Attraverso la caratterizzazione delle onde acustiche generate dal corpo, registrate da diverse parti del tratto gastrointestinale, abbiamo scoperto che è possibile misurare sia la frequenza cardiaca e sia quella respiratoria con buona precisione». Un approccio che potrebbe completamente rivoluzionare il modo di registrare i parametri vitali delle persone. Ad oggi infatti la rilevazione di questi dati –non solo la frequenza cardiaca ma anche il livello di ossigeno nel sangue- avviene attraverso il contatto di sensori con la pelle. Per testare la bontà della tecnologia gli autori hanno provato a registrare l’attività cardiaca e respiratoria di alcuni animali comparandola con una registrazione effettuata tra mite metodi classici. Dalle analisi è emerso che anche attraverso la pillola era possibile ottenere dei risultati del tutto comparabili a quelli ottenuti con ecg. Prossimo passo sarà ora testare la tecnologia nell’uomo. Se verranno confermati i risultati in un futuro non troppo lontano sarà possibile diagnosticare aritmie e problemi respiratori con molta più facilità. Non solo, questo approccio sarà utile anche nei militari in missione per monitorare il grado di stanchezza e disidratazione. (Salute, La Stampa)

ALLUCE, ILLICE...

A differenza delle dita delle mani in cui ogni dito ha uno specifico nome, secondo i libri di anatomia umana attualmente in uso l`unica nomenclatura riferita alla dita dei piedi è alluce o primo dito, secondo dito, terzo dito, quarto dito e quinto dito.

Pur non essendo riconosciuti dalla medicina tradizionale, però, alcune tradizioni che si rifanno alla saggezza orientale e in particolare alla riflessologia plantare sono solite attribuire dei nomi specifici alle dita dei piedi. A livello di pura curiosità ne riportiamo la nomenclatura.

Alluce: chiamato anche "primo dito" del piede. È il dito più grande dei cinque, e corrisponde al pollice della mano.

Illice: chiamato "melluce" o "secondo dito", è il dito che segue l`alluce guardando le dita dei piedi dall`interno verso l`esterno. Il senso comune tende ad associarlo al dito medio della mano; in realtà corrisponde all`indice.

Trillice: meglio conosciuto come "terzo dito" del piede, è quello che, andando dall`interno verso l`esterno, segue

l`illice. Corrisponde al dito medio della mano.

Pondolo: noto anche col nome di "pondulo" o di "quarto dito". Corrisponde all`anulare della mano.

Minolo: conosciuto anche come "mellino" o "quinto dito", è l`ultimo dito, quello più esterno, il più piccolo. Corrisponde al dito mignolo delle mani.

UNA PILLOLA CON MICROFONO

SOSTITUIRÀ L’ESAME IN USO OGGI

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SCIENZA E SALUTE

LEUCEMIE E TUMORI DEL SANGUE: ARRIVANO NUOVI TRATTAMENTI RIVOLUZIONARI

Immunoterapia sconfigge un terzo dei casi di leucemia linfoblastica acuta e nuovo farmaco raddoppia il tempo di sopravvivenza nel mieloma multiplo

Ci sono due importantissime novità, definite rivoluzionarie dagli esperti, nella lotta contro i tumori del sangue. Sono state presentate al 57° Congresso dell'American Society of Hematology (ASH) tenutosi dal 4 al 9 dicembre a Orlando. La prima riguarda la somministrazione di un nuovo anticorpo monoclonale nei pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta, tumore che coinvolge il sangue e il midollo osseo: i risultati dello studio clinico di fase II Alcantara esposti al congresso hanno dimostrato che questa terapia ha indotto una remissione completa della malattia nel 36% dei soggetti affetti dalla patologia. Altrettanto promettente l’impiego di nuovo farmaco (CARFILZOMIB) per i malati di mieloma multiplo, che nello studio clinico Endeavor ha consentito di raddoppiare il tempo di sopravvivenza per questa patologia che presenta purtroppo esito fatale.

Immunoterapia per combattere la leucemia linfoblastica acuta (LLA)

Insegnare al proprio corpo a difendersi da solo contro i tumori con i propri mezzi. Questo, in una sintesi molto semplificata, è il funzionamento dell’immunoterapia: sfruttare le cellule del nostro sistema immunitario per combattere le cellule del cancro. “Al congresso è emerso finalmente che dopo trent’anni di studi l’immunoterapia è diventata un’applicazione pratica, che possiamo usare con successo contro la LLA” ha detto Giovanni Martinelli, Docente di Ematologia, Dip. di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale, Università di Bologna. Che con il suo staff di sei medici ha contribuito in modo significativo allo studio Alcantara, allestito per testare l’efficacia di un anticorpo monoclonale, BLINATUMOMAB, su pazienti affetti da LLA nella variante cromosomica detta Philadelphia positiva.

Addestrare i linfociti a diventare killer delle cellule leucemiche

“Il principio dell’immunoterapia è relativamente semplice: ‘risvegliare’ il sistema immunitario contro il tumore, facendogli eliminare le cellule ‘sbagliate’, come quelle senescenti per esempio. Per questo tipo di leucemia bisogna far ‘capire’ al sistema immunitario quali cellule del sangue sono ‘cattive’ e vanno distrutte: nello specifico quelle che sulla propria superficie hanno una particolare proteina, detta CD19, prodotta proprio dalla leucemia”. E qui entra in gioco BLINATUMOMAB, sviluppato dalla Amgen che appartiene a una nuova classe di anticorpi detti bispecifici “perché da una parte "riconoscono" la proteina CD19 che si trova nelle cellule leucemiche, dall’altra riconoscono il linfocita "killer" che è già presente nel nostro organismo e dovrebbe difenderci, ma che non riesce a individuare da solo la cellula leucemica. L'anticorpo monoclonale bispecifico fa quindi da mediatore: da una parte c’è la cellula leucemica che deve essere uccisa, dall’altra c’è il linfocita citotossico T che deve ucciderla e questo anticorpo monoclonale fa da

"ponte", avvicinandoli. È una strategia assolutamente innovativa, molto interessante ed efficace”.

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Questo tumore del sangue, che colpisce un tipo di

globuli bianchi del midollo spinale, purtroppo non

dà scampo.

Ancora non esiste una cura per la remissione del cancro, che ogni anno in Italia colpisce circa

cinquemila persone (in genere sopra i 65 anni) e ne uccide tremila. La sopravvivenza a cinque anni

dalla diagnosi è del 45%.

Ma una speranza si profila all’orizzonte per prolungare la vita ai malati di mieloma. È stato infatti

sviluppato da Amgen un nuovo farmaco, CARFILZOMIB, che in combinazione con desametasone ha

mostrato di raddoppiare la sopravvivenza libera da progressione rispetto al trattamento

standard attualmente usato contro il mieloma: rispettivamente 18,7 mesi contro 9,4.

I risultati emergono dallo studio Endeavor, condotto su quasi mille pazienti e pubblicato il 5 dicembre

su The Lancet Oncology.

Il farmaco è un inibitore del proteasoma, un agglomerato di proteine

che gioca un ruolo importante nel funzionamento e nella crescita della

cellula perché scompone le proteine danneggiate o non più necessarie.

Carfilzomib è in grado di bloccare il proteasoma, creando così un

accumulo eccessivo di proteine all’interno delle cellule.

In questo modo il farmaco può provocare la morte delle cellule del mieloma perché contengono

un’alta quantità di proteine anomale.

Pane afferma che “si tratta di una rivoluzione, perché ora disponiamo di farmaci in grado di migliorare

veramente la qualità della vita dei pazienti”. Gli inibitori del proteasoma infatti “hanno cambiato la

storia del mieloma:

fino al 2005 la vita media dei malati era di 2,4 anni, ma con l’avvento di questi farmaci si è passati a

cinque anni”.

Ora carfilzomib promette di allungare ancora questo tempo: nello studio Endeavor è stato confrontato

con un altro inibitore del proteasoma, impiegato come farmaco standard nella cura del mieloma, e si è

rivelato molto più efficace rispetto a quest'ultimo anche nei pazienti difficili da trattare.

“Stiamo facendo enormi passi avanti nella cura del mieloma” afferma Pane “se negli anni ’90 si

riusciva a fare solo un po’ di terapia di contenimento negli anziani, oggi abbiamo a disposizione

altre tre categorie di farmaci oltre agli inibitori del proteasoma: gli IMIDS (immunomodulatori

arrivati alla terza generazione),

gli anticorpi monoclonali (per l’immunoterapia)

gli inibitori del check point (che attivano il sistema immunitario contro tutti i tumori)”.

Quasi tutti i pazienti hanno una risposta con questi quattro farmaci in uso combinato “e se una

combinazione fallisce ce ne sono atre da provare: insomma abbiamo diverse carte da giocare” dice

Pane.

Quando sarà disponibile carfilzomib? Il farmaco, assieme a quello per la leucemia linfoblastica acuta,

ha ottenuto la settimana scorsa l’approvazione Europea:

in Italia sono stati riconosciuti farmaci orfani e come tale usufruiranno della procedura accelerata dei

cento giorni.

(Salute, Panorama)

COME FUNZIONA CARFILZOMIB?

MIELOMA MULTIPLO: ecco il farmaco che raddoppia l’aspettativa di vita

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PREVENZIONE E SALUTE

CAVO ORALE: ECCO PERCHÉ LA LINGUA DIVENTA BIANCA

Oltre a essere il muscolo più forte dell'organismo umano, la lingua rientra anche tra quelli

più utilizzati. Ogni giorno lavora per articolare i suoni, masticare il cibo, percepirne il sapore e contribuire alla pulizia dei denti. Eppure spesso il suo ruolo non viene riconosciuto. Le persone tendono a trascurarla, non rendendosi conto che svolge un compito importante: segnala se l'organismo è in buona salute. Alla base della richiesta del medico di tirare fuori la lingua, c'è infatti la capacità di quest'organo di fornire informazioni precise sullo stato sanitario di una persona. Per esempio, se assume un colorito biancastro, significa che c'è qualcosa che non va. Di solito questo avviene perché, in presenza di un disturbo, i villi che ricoprono la lingua tendono a crescere, facendo apparire biancastra la mucosa. I principali disturbi che determinano questo fenomeno sono la leucoplachia, il mughetto e il lichen planus orale.

Si manifesta attraverso la crescita anomala delle cellule del cavo orale, che causa la formazione di macchie bianche all'interno della bocca e sulla lingua. Di per sé questo disturbo non è pericoloso, ma può segnalare l'insorgenza di

una neoplasia. È, pertanto, fondamentale accertarne le cause al più presto. In diversi casi la malattia si sviluppa quando la lingua è irritata. Colpisce soprattutto i fumatori, ma può essere associata anche al consumo di alcolici o essere dovuta a cause ignote.

È anche noto come “candidosi orale”. Si tratta di una micosi, provocata dal fungo Candida albicans, che colpisce la mucosa orale. Si manifesta attraverso la presenza di formazioni biancastre, dall'aspetto e

dalla consistenza del latte cagliato. Può causare bruciore e rendere difficoltosa la masticazione. Colpisce soprattutto i bambini, gli anziani, i portatori di protesi dentali e le persone che possiedono un sistema immunitario debilitato. Ma la possibilità di contrarre il mughetto è più alta anche per i pazienti affetti da patologie respiratorie che utilizzano steroidi inalatori, per i diabetici e per le persone che hanno seguito una terapia antibiotica – questi medicinali, infatti, possono eliminare anche i batteri “buoni” presenti nella bocca. Per combattere l'infezione, oltre ai trattamenti farmaceutici, si consiglia di mangiare yogurt con fermenti lattici vivi, per ripristinare la flora batterica orale.

È una malattia infiammatoria di origine immunitaria. Si manifesta, infatti, quando il sistema immunitario attacca le cellule della mucosa perché le riconosce come estranee.

Si riconosce grazie alla presenza, sulla lingua, di strisce biancastre simili ai licheni che crescono sugli alberi. Colpisce prevalentemente le donne, soprattutto quelle di età compresa tra 50 e 70 anni. Le cause potrebbero essere ambientali o legate alla familiarità, ma in diversi casi restano sconosciute. Spesso la malattia regredisce da sola, oppure attraverso l'impiego di farmaci cortisonici. (Salute, Sole 24 ore)

LEUCOPLACHIA

MUGHETTO

LICHEN PLANUS ORALE

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Ordine: “UN FARMACO PER TUTTI” : FIRMATO IL PROTOCOLLO D’INTESA

Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre, ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato. Inoltre si considerano anche farmaci acquistati in farmacia da un cittadino e immediatamente donati.

Il tutto per finalità umanitarie ed assistenza socio-sanitaria. I farmaci raccolti all’interno delle farmacie resesi disponibili, previa catalogazione presso la struttura messa a disposizione dall’Ospedale dell’Annunziata, saranno poi smistati ai vari enti assistenziali che hanno aderito all’iniziativa.

FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le

informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.

http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-un-farmaco-per-tutti

Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli

La Bacheca

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2000 VOLTE GRAZIE AD OGNUNO DI VOI: “Giuramento di Galeno e Medaglie alla Professione”:

ALCUNI MOMENTI DELLA SERATA

Con una solenne e affollatissima cerimonia al Teatro e Auditorium Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli, l’Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli ha consegnato ai propri iscritti che hanno conseguito 65, 60, 50, 40 e 25 anni di laurea una medaglia che rappresenta un riconoscimento della Comunità professionale all’impegno civile, tecnico e deontologico dei Professionisti. La cerimonia si apre con il Concerto di Natale tenuto dall’Orchestra dei San Carlini del

Teatro San Carlo di Napoli. Sono stati premiati: 2 Colleghi per i 65 anni di laurea; 7 per i 60 anni; 13 per i 50 anni; 40 per i 40 anni 98 per i 25 anni.

La cerimonia si è svolta con la presenza di circa 250 giovani neo Iscritti che hanno pronunciato il giuramento professionale di osservanza ai principi deontologici.

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