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In copertina: macchina da stampa a semplice azione Carlo Magnoni & C. e stemma della Tipografia Niccola Fabiani – Petritoli.

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A cura di: ARCHEOCLUB D’ITALIA

SEDE SAN GIOVANNI BATTISTA

PETRITOLI

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Il progetto è stato realizzato grazie al contributo di: Regione Marche Amministrazione Provinciale Ascoli Piceno Comune di Petritoli Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori Milano Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo Agroalimentare Romualdo Monaldi – Petritoli (AP) Gi –Kappa present promotion – Petritoli (AP) Giancarlo Fabiani

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ingraziamo quanti hanno collaborato alla realizzazione del progetto, che sin dall’inizio abbiamo ritenuto importante per la riscoperta e la valorizzazione di una delle

fondamentali risorse preindustriali del nostro paese. Un doveroso ringraziamento unito alla nostra gratitudine, per il consenso e l’appoggio incondizionato che ci ha sempre offerto va al proprietario della tipografia Giancarlo Fabiani, che ha reso possibile la realizzazione e l’utilizzo per cinque anni di questo museo/laboratorio didattico. Vogliamo sottolineare la cortesia e la totale disponibilità di Amato Vesprini tipografo in Petritoli che oltre ai consigli ci ha incoraggiati fin dall’inizio. Un particolare ringraziamento a Enio e Paolo Brinci in arte “Fabbri” per la ricostruzione delle parti mancanti alle macchine e al tipografo Argeo De Angelis di Amandola per la consulenza sulle regole fondamentali della tipografia. Desideriamo anche sottolineare la cortesia dell’amico Roberto Tomassini per l’aiuto profuso nella ricerca storica.

ARCHEOCLUB D’ITALIA SEDE SAN GIOVANNI BATTISTA PETRITOLI

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Da un’idea di: Ilio Cuccù e Giancarlo Fabiani Testi: Ilio Cuccù Elvira Concetti Giancarlo Fabiani Germana Ciccola Progettazione: Ilio Cuccù Elvira Concetti Giancarlo Fabiani Ermanno Concetti Fotografie: Floriano Andrenacci Fausto Filoni Francesco Paci Stampa: Arti Grafiche Jesine Tutti i diritti riservati all’Archeoclub d’Italia sede S. G. Battista Petritoli

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a Nenè

Colui che incide è l'incisore, chi fonde è il fonditore,

chi stampa è lo stampatore; ma solo colui che unisce il sapere

di queste tre professioni, può dirsi veramente tipografo .

Francesco-Ambrogio Didot

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Prefazione La nostra Associazione, Archeoclub d’Italia, da tempo è impegnata nel volontariato per i beni culturali; è un fenomeno relativamente recente che ha registrato un vero e proprio boom a partire dagli anni Settanta sotto la spinta dei grandi mutamenti culturali e sociali. In Italia esistono oltre milleseicento associazioni operanti in questo settore alle quali fanno capo più di sessantamila volontari impegnati nella valorizzazione e promozione del patrimonio culturale. Scopo delle organizzazioni è quello di collaborare con i vari Enti per la gestione e la valorizzazione delle strutture museali e culturali in genere. Infatti provvedono alla formazione degli operatori volontari, promuovono campagne di sensibilizzazione a sostegno del loro intervento e organizzano conferenze, seminari e viaggi culturali aperti a tutti anche per promuovere l’associazione e le sue finalità. Possono dunque compiere, da una parte, un’azione di supporto ai servizi presenti nelle varie strutture affiancando gli operatori già presenti e, dall’altra, colmare le carenze di personale addetto che spesso riducono le possibilità di fruizione delle strutture. L’Archeoclub d’Italia sede di Petritoli, seguendo quello nazionale, opera da cinque anni nell’ambito di tali tematiche, in questo periodo si è impegnato con buona volontà e discernimento, dimostrando una forza e capacità realizzativa a volte non sufficientemente comprese, ciò non ha costituito ostacolo nella realizzazione di alcuni progetti ed iniziative. Nel dicembre del 1996 (anno di costituzione) i soci sentirono il bisogno di cercare una sede dove riunirsi ed operare. La scelta cadde su alcuni locali dell’antico monastero delle Clarisse, allora totalmente inagibili e impraticabili. Nel 1998 furono messi a disposizione dal Pievano di Sant’Anatolia, con un comodato

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quinquennale, e in sei mesi le cinque stanze furono bonificate, rese agibili dai membri dell’associazione e destinate a locali polivalenti. Il restauro dei locali ci ha tenuto impegnati per quasi tutto il 1998, successivamente abbiamo pensato di utilizzare tali locali per la realizzazione di mostre temporanee; di seguito riportiamo un articolo apparso nel Corriere del Fermano, sabato 29/08/1998: “La mostra, ricca d’oggetti interessantissimi, ha avuto come splendida cornice i locali, sapientemente bonificati, dell’ex monastero delle Clarisse, gli oltre 2000 visitatori hanno avuto l’opportunità di godere di una delle più belle e importanti pagine della storia di Petritoli. L’iniziativa dell’Archeoclub ha avuto anche il non trascurabile merito di dare un deciso incremento al flusso turistico, che in alcune giornate ha toccato punte assolutamente impensabili. Ad accompagnare i visitatori all’interno del monastero sono stati i giovanissimi e preparati ragazzi dell’Archeo Junior.” Negli stessi locali nel 1999, promovendo una campagna per la conoscenza e la valorizzazione delle “fonti” e della storia del territorio di Petritoli dal titolo “Momenti di vita attraverso le opere e gli archivi parrocchiali” la nostra Associazione ha creato, un’esposizione per rendere pubbliche alcune piccole opere d’arte, da tempo rinchiuse e dimenticate; piccole realtà storiche di un territorio che non possiede beni artistici d’enorme valore, ma che, comunque, rappresentano il nostro patrimonio culturale accumulato nel corso dei secoli. Le centoventi opere esposte andavano dal XV secolo al XX secolo: trenta reliquie, venticinque tra libri e registri demografici, quattro pergamene, ventitré inventari ecclesiastici (copie anastatiche) e cinque pergamene civili. L’esposizione è stata realizzata anche con il contributo della Famiglia Aurelio e Romualdo Monaldi ha avuto oltre duemila visitatori.

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Coinvolgere il mondo della scuola nell’ attività dell’Archeoclub è stata una nostra premura fin dall’inizio. La “Mostra di presepi” del 1998 ha permesso ai ragazzi dell’Archeo Junior di far conoscere in una conferenza il risultato di una loro ricerca sulla natività, svolta con l’aiuto dell’insegnante di religione, lo scopo era quello di riscoprire il valore tradizionale e puramente cristiano del natale, impegnando i ragazzi alla costruzione, con materiali poveri, di presepi tradizionali. Collegando la manifestazione al “Piceno da scoprire” (progetto della Provincia di Ascoli Piceno per la valorizzazione e fruizione dei beni culturali della Provincia stessa) ha permesso alle guide di portare il numero delle “presenze” da cinquanta dell’anno precedente, alle circa milleseicento nel Natale1998. Alla conferenza hanno partecipato 360 ragazzi di undici scuole: Istituto Mancinelli di Montelparo, Scuole medie di Pedaso e di Petritoli, Scuole elementari di Lapedona, Rubbianello, Ponzano di Fermo e Capparuccia, Altidona, Petritoli e Valmir e Scuola materna di Petritoli. Il secondo progetto svolto in collaborazione con il circolo didattico di Petritoli legato alla mostra “Piceni, Popolo d’Europa”, si è tenuto il 23 ottobre 1999, con la relazione sui Piceni della dottoressa Edvige Percossi, Ispettore Archeologo della Soprintendenza Archeologica delle Marche, e il 30 ottobre 1999 con la relazione su “Petritoli nel territorio fermano dopo la conquista Romana” del Professor Gianfranco Paci, docente d’Epigrafia Romana all’Università di Macerata, Il progetto è stato finanziato dal Comune Petritoli e dalla Regione Marche. Il 1998 è stato l’anno della pubblicazione di un libro interessante per la storia del territorio di Petritoli e del Fermano. Gli studi e le ricerche, durate circa due anni, hanno permesso di ricostruire la storia della Chiesa di Santa Maria della Liberata, identificata

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nella più antica chiesa di Santa Maria in Liverano della Badessa Ramberga, che la stessa donò, nel 1032, al Monastero di Montecassino. Da evidenziare che la pubblicazione riguardante la storia di Petritoli è la prima dopo oltre cento anni dalla precedente di Luigi Mannocchi, poeta dialettale petritolese, noto e stimato a livello nazionale. La pubblicazione è stata finanziata dalla “Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo” e dal Comune di Petritoli.

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Germana Ciccola

Cenni storici della Stampa

La stampa ha sempre svolto una funzione di principale mezzo di comunicazione e ha toccato (e, a volte, sconvolto) quasi ogni aspetto dell' attività dell'uomo, diventando parte importantissima dell'intera storia dell'umanità e, nel cammino della sua evoluzione, ha mutuato dalla scienza e dalle tecnologie gli elementi per poter progredire, mutuando dai mezzi esistenti prima della sua introduzione molti suoi elementi costitutivi. Uno studioso, lo Steinberberg, suddivide la storia della stampa in 3 periodi: 1 dal 1450 al 1550, un secolo creativo in cui colloca il momento dell'invenzione e dell'inizio. 2 dal 1550 al 1800, un periodo di consolidamento in cui si sviluppano e perfezionano i risultati raggiunti nel secolo precedente. 3 dal 1800 ai giorni nostri è questo il momento delle grandi innovazioni tecniche, dove si è venuto a mutare in modo radicale il sistema di produzione e distribuzione della stampa, cambiando anche le abitudini sia dei produttori che dei destinatari del prodotto stampato.

Notizie sulla scrittura Prima che venissero introdotte le macchine per la stampa gli uomini hanno comunque e sempre sentito il bisogno di comunicare tra di loro e per fare ciò hanno utilizzato segni o figure tracciate su superfici piane (vediamo come già nel 50.000 a.C. l'uomo inizia a fissare il ricorso di certi avvenimenti nei graffiti rupestri dell' Africa settentrionale con scene di caccia e danza). Comunque è nel momento in cui la vita dell'uomo, specialmente lungo la Valle del Nilo e in Mesopotamia, comincia a strutturarsi in una forma

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sociale più complessa, con lo scambio dei prodotti (e quindi la nascita del commercio) e con l' istituzione di un potere statale centralizzato, che poi portarono alla nascita di alcune scienze come la matematica (di ausilio per l'architettura, organizzazione e tassazione) o l'astronomia (per l'agricoltura e per il calendario dello Stato) o la medicina, che, per le nuove condizioni di vita createsi,il parlare basato sulla sola memoria non è più sufficiente. Si sente ora l'assoluta necessità di una forma di comunicazione diversa che trasmetta la conoscenza, le nuove scienze. Il problema trova la sua soluzione intorno al 3200 a.C., attraverso l'adozione di una serie di figure le quali, tracciate sopra un supporto destinato a durare nel tempo, rappresentano la prima forma di scrittura. L'idea seguente dell' alfabeto si è poi sviluppata in Egitto, ma non si è certi se fu veramente un' invenzione o se si tratta del perfezionamento di alcune scritture chiamate " protoalfabetiche". La forma antica del libro era rappresentata dal rotolo e dal codice, dal periodo degli scribi egiziani a quello dei monaci medievali l'unico mezzo per la riproduzione di un testo era la scrittura e gli strumenti usati furono Il papiro, l’inchiostro e la pergamena. IL PAPIRO era una pianta di lago, verbacea spontanea, il Ciperus Papirus che cresceva specialmente in Egitto, Siria, Palestina, Africa tropicale e Sicilia, dal fusto scortecciato si ricavavano delle sottili e lunghe strisce longitudinali che si stendevano su di una tavola bagnata e, sulla striscia ottenuta, s'incollava un altro strato di liste disposte perpendicolarmente alle prime, la superficie ottenuta, lunga 15135 cm circa, era pressata con un maglio e cosparsa poi di colla di farina sulle due facce. Successivamente la pagina era levigata mediante un dente d' avorio e incollata ad altri fogli delle stesse dimensioni, fino a formare una striscia continua lunga vari metri. L'uso del papiro va dal V secolo a.C. al 1V secolo d.C. .

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Purtroppo non ci è giunto nessun volume intero di papiro; ma ,dai frammenti recuperati,si è potuto rilevare che la scrittura era tracciata in tante colonne verticali affiancate e da una sola parte,anche se sono stati rinvenuti papiri scritti su entrambe le facciate. Si scriveva con un giunco la cui punta era stata ridotta per macerazione a un fine pennello . L’inchiostro era un miscuglio di nerofumo e materiale gommoso LA PERGAMENA: tale nome si ritiene venga dalla città greca di Pergamo; il cui re EUMENE II secondo la leggenda, iniziò la lavorazione della cartapecora, in seguito alla proibizione dell’esportazione del papiro da parte del re d’Egitto. Nel III secolo d.C. il suo uso era abbastanza comune, ma la massima sua diffusione avviene nel IV secolo d.C. Il materiale scrittorio si ricavava da pelli d'animali (pecore,vitelli e capre) e la sua preparazione era piuttosto semplice: rasato il vello e raschiato il carniccio della parte interna, le pelli erano immerse per tre giorni in acqua di calce e poi, ben stese, in acqua pulita:quindi erano levigate da entrambe le facciate, distese ad asciugare e, talvolta, dopo essere rifinite, colorate con porpora, azzurro e persino con oro, per i codici di lusso e i documenti solenni. La pergamena era tanto più pregiata quanto più liscia e morbida se veniva prodotta con pelli di vitelli o agnelli di pochi giorni. I primi libri di pergamena ebbero forma di rotolo ma presto tale materiale si rivelò più adatto per formare i codici e, di conseguenza, la scrittura poteva venire eseguita su entrambe le facciate. LA CARTA: essa, secondo la tradizione, fu prodotta per la prima volta nel l05 dal cinese Ts'ai Lun con cortecce d'albero, vecchi stracci e vecchie reti da pesca.

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Fu introdotta in Europa dagli Arabi e la prima cartiera fu costruita in Spagna intorno all'anno 1150. L'apparizione della carta non fermò subito l'uso del papiro e,in particolare, della pergamena: infatti il primo tipo di carta prodotto era più debole rispetto alla consistenza della pergamena ed era molto più costosa. Inoltre ci fu una sorta di diffidenza da parte del mondo cattolico ad usare un prodotto proveniente da quello islamico. Comunque con il diffondersi delle cartiere questi problemi vennero superati. Il metodo di fabbricazione manuale è uguale da duemila anni e, ancora oggi si ottiene mediante la macerazione di materie prime (paglia, foglie, corteccia, stracci e altri materiali fibrosi) fino ad ottenere un impasto eterogeneo e il passaggio su diverse formelle di rete permette al composto di asciugare per poi diventare carta. Gli strumenti per la scrittura che venivano utilizzati erano in stretto rapporto con le materie prime che gli uomini avevano rinvenuto nelle varie epoche. Infatti vediamo che venivano usati: 1. schegge di ossa o pietre appuntite per la scrittura a graffio. 2. cannucce o giunchi appuntiti per i papiri 3. calami e penne d' oca per la pergamene 4. torchio per la stampa della carta. Sin dall'inizio i fogli dei libri venivano cuciti insieme e protetti nella parte esterna da una copertina. Per i codici più pregiati o che erano destinati a personaggi o a Chiese importanti vennero fatte legature preziose,opere di oreficeria e gioielleria,limitate però solo al lato esposto alla visione.Sono infatti pervenuti codici del VII secolo ricoperti di piatti di oro massiccio, cosparsi di gemme.

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UN NUOVO MODO DI RIPRODURRE

Nella metà del XV secolo ,dalla Cina, viene introdotto in Europa un nuovo modo di scrivere, la Xilografia (dal geco ksylon, "legno"e graphein,"scrivere"): così non più rotoli, pergamene o manoscritti, ma libri, con delle pagine stampate. La tecnica di questo nuovo modo di riprodurre testi antichi era alquanto laboriosa: difatti immagini e brevi testi (spesso ridotti a sole didascalie) erano incisi o decalcati a rovescio su tavolette di legno levigato con attrezzi adatti, per poi essere inchiostrati e pressati su fogli di carta, lasciando bianca l'altra parte. Per comporre i codici xilografici s'incollavano i fogli a due a due in modo d'avere l'impressione su entrambe le facce. I libri xilografici avevano di solito un contenuto religioso o didattico, ed essendo in genere molto ricchi di immagini erano destinati a persone poco istruite essi erano venduti durante le fiere, i pellegrinaggi e feste locali: ci sono anche dei codici xilografici come la Biblia Pauperum con episodi della sacra scrittura, finita di stampare attorno al 1440, e diffusasi nei paesi fiamminghi e in Germania. Questa nuova produzione era più rapida rispetto a i testi manoscritti, ma con il desiderio di conoscenza, sviluppatosi nel Rinascimento (XIV IXVII secolo) si sentì n bisogno di avere testi dove la parte letterale prevalesse su quella illustrata. Per sopperire a questa necessità nel 1450, il tedesco Johann Gutenberg, nato a Magonza, probabilmente il 24.06.1937, inventò i primi caratteri mobili di metallo; benché alcuni sostengano che l'inventore della stampa a caratteri mobili fu L. Coster (1440 circa), il quale scolpì un certo numero di lettere in legno e stampò un piccolo libro in otto pagine impresse su entrambi i lati dei fogli, contenente l'alfabeto, l'orazione domenicale e il simbolo apostolico, e anche se i veneziani

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Johann Gensfleish detto GUTENBERG con a sinistra lo stemma della famiglia

molto prima usavano i caratteri di vetro per insegnare nelle scuole a scrivere e a comporre le parole, resterà sempre a Gutenberg il merito della priorità e infatti egli ideò l'insieme del procedimento della stampa tipografica a tipi mobili, e cioè la fabbricazione delle matrici, la fusione dei caratteri in piombo, la composizione a mano dei testi, la stampa su torchi a leva. Egli fu contemporaneamente un fonditore di caratteri, un compositore e uno stampatore. Agli inizi, Gutenberg, stampò solo opere devozionali di pochi fogli dei quali oggi restano solo pochi frammenti, ma, nel 1456, egli stampò, in due volumi, con caratteri gotici, la "Bibbia a 42 righe" o "Bibbia Mazarina", così denominata perché trovò posto nella biblioteca del Cardinale Mazarino e perché le pagine erano formate da due colonne con 42 righe ciascuna per 1282 pagine complessive.

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Il metodo introdotto da Gutenberg rimase pressoché immutato nei secoli successivi, permise la realizzazione di libri e giornali. I primi stampatori dell'epoca, per non disorientare i lettori, cercarono di riprodurre la scrittura a mano dei codici, permettendo un lieve cambiamento daI manoscritto al libro. Questo primo periodo della tipografia è caratterizzato anche dagli Incunaboli. Il termine, dal latino (incunabulorum), significa fasce per neonato o bambino che sta in una culla e venne usato come termine per la prima volta da Bemard von Mallinckrot, decano della cattedrale di Munster, in occasione delle celebrazioni del secondo centenario dell' invenzione di Gutenberg. Le caratteristiche dell'incunabolo sono: la mancanza del frontespizio; la mancanza di numerazione delle pagine, o almeno, essa fu rarissima; i cosiddetti “richiami", ossia parole messe sotto le ultime righe dei “vesi" delle pagine, uguali alle prime parole dei successivi "recti"; il tipo di carta: essa era spessa, resistente, talora con svariate specie di filigrana e grigiastra. Ancora oggi questo nome viene adoperato nella bibliografia di una stampa a caratteri mobili anteriore al 1501. Anche in Italia appare, intorno all'anno 1494, un grande tipografo Aldo Manuzio, nato a Bassiano, nel Lazio, nel 1450 e morto a Venezia il 6 febbraio 1515. Nella storia della tipografia fu un tipografo fra i più famosi ed importanti di tutta la nostra plurisecolare storia, i suoi libri, per l' accuratezza formale, e l'eleganza della veste tipografica, sono insuperabili capolavori di tecnica. I fattori di tanto successo sono molteplici. Con il suo arrivo a Venezia (fine del 1489) e l'interesse per il mondo del libro (a stampa o manoscritto) greco, capisce l'importanza di produrre nuovi sistemi tipografici per permettere una più facile ed economica

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produzione delle opere, per uno studio in lingua originale,vista la vasta comunità greca presente in quel periodo. Nel 1400 la tiratura media di un volume si aggirava attorno alle 200 copie, sembra che egli sia stato il primo a stampare sino a 1000 copie di edizioni normali. A Venezia aprì una stamperia nei pressi della Chiesa di Sant' Agostino, fondando così anche la sua "dinastia" di stampatori, che sarebbe durata per circa un secolo. I suoi sforzi sarebbero stati inutili, se non avesse avuto la capacità di sollecitare e riunire dei finanziatori,che gli fornirono gli ingenti capitali necessari al mantenimento dell' officina (si pensa ci fossero da 4 a 6 torchi). Era un'impresa in cui le spese di produzione erano alte, visto il bisogno di progettare e realizzare nuovi caratteri per l'elevata deteriorabilità del materiale e la necessità di un elevato quantitativo di carta per stampare. Manuzio produsse, con l'aiuto di un orafo incisore, GrifFo Francesco, nel 1501, dei nuovi caratteri in corsivo, chiamati, in Italia, "Aldini", e "Italici" all' estero, per realizzare edizioni di piccolo formato più economiche e maneggevoli. Le principali edizioni, circa 130 dal 1502, erano contraddistinte da un delfino guizzante intorno ad un' ancora.

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Ritratto di Aldo Manuzio

con il suo simbolo tipografico

Anche se le lettere erano già di uso corrente nella produzione manoscritta il merito di Manuzio sta nell'intuizione di utilizzarle anche in tipografia, così come avvenne per il formato in 8° (i primi tascabili), che era usato per la produzione di libri religiosi (breviari e libri d'ore) la capacità fu quella di adottarlo nella produzione dei classici sia latini che volgari. L'attività di Manuzio non si limitò all' opera di editore e stampatore a lui si deve la “Legatura alla Greca”, che consiste nel praticare dei solchi sul dorso del volume per alloggiarvi le corde o i nervi che sostengono le cuciture. Gli viene attribuita anche l'introduzione dei Piccoli Ferri (detti Aldini), con motivi ornamentali di foglie, fiori e nodi stilizzati da imprimere in oro sulle copertine e sui dorsi delle legature in cuoio. Dopo la sua morte, la stamperia passò al suocero, Torresani Andrea, che divenne tutore dei suoi quattro figli.

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Nel 1553, il terzo figlio, Manuzio Paolo, assunse la direzione della tipografia, che poi passò a suo figlio Aldo Manuzio il Giovane dopo il 1565. Durante il 1700, secolo in cui affiorano nuove conoscenze e nuove dimensioni, la tipografia fu rappresentata da Gian Battista Bodoni (Saluzzo1740 Roma 1813), splendida figura di maestro stampatore, creatore di caratteri Moderni o Bodoniani, punzonista, compositore. Egli, dopo l'apprendistato nella tipografia patema, lavorò a Roma nella stamperia della Propaganda Fide, dal 1758, e cosi iniziò a lavorare col torchio, la composizione e l'incisione di fregi e lettere orientali. Nel 1768 fu chiamato a dirigere la stamperia regia di Parma, dove iniziò a stampare pregevoli edizioni utilizzando inchiostri amalgamati da lui stesso. Qui si occupò di riordinare gli scaffali della Stamperia Reale nell'ala occidentale della Pilotta e si servì, per le sue opere di tipografia, dei caratteri del Fournier. Inoltre diresse la costruzione dei torchi e debuttò come stampatore pubblicando un piccolo poema opera dell'abate Carlo Innocenzo Frugoni, poeta ufficiale della corte, riguardante la riacquistata salute del Primo Ministro Du Tillot Dopo essersi dedicato ad opere modeste, si pose al lavoro per disegnare, incidere e fondere i caratteri e poi, con questi, a dare alla luce il "Saggio tipografico di fregi e maiuscole "(1771). Preparò il primo dei suoi campionari che era costituito da una serie di caratteri concepiti, realizzati e poi diffuso con il titolo di "Epithalamia". Sempre nel 1771 fondò la sua tipografia e produsse edizioni famose per la finezza delle incisioni e la bellezza dei fregi, l'eleganza dei frontespizi, la qualità della carta, la natura degli inchiostri.

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Nel 1775 gli scritti di filosofi come Voltaire e Rousseau spingevano verso nuovi ideali, ma Bodoni preferì sempre dedicarsi alle opere classiche, per pochi eletti. Il suo pensiero è ben espresso in uno scritto in cui, tra l'altro, si legge: "E, se è lecito far parallelo fra le grandi e le piccole cose, dirò che novello Archimede, il quale, in mezzo all'eccidio ed al saccheggio di Siracusa, occupavasi di seste e di compassi per formar circoli e triangoli, io così proseguirò ad eseguire per pochi, ma intelligenti bibliofili... le edizioni più forbite dei classici latini, italiani e greci". Stampò in questo modo classici greci, latini, italiani, francesi. Le sue edizioni possono distinguersi in otto categorie fondamentali: l edizioni di tecnica tipografica; 2. edizioni religiose; 3 edizioni di classici greci e latini; 4. edizioni in lingua moderna; 5. edizioni scientifiche; 6. edizioni storiche e biografiche: 7. edizioni su questioni di arte; 8. edizioni rarissime. Solo nel 1818, postumo, venne alla luce il suo Manuale tipografico con i campioni dei suoi caratteri, frutto di 50 anni di lavoro e che può essere considerato il suo testamento spirituale. Alla sua morte la tipografia privata venne continuata dalla vedova, Margherita Dall' Aglio. Nella seconda parte del 1700 si sviluppò l'azione culturale dell'illuminismo,il cui risultato più celebre fu la stampa dell'”Enciclopedia della scienza e delle arti e dei mestieri". Nel 1745 l'editore francese Le Breton affidò a Diderot l'incarico di tradurre la “Cyclopedia”, due volumi in folio, Londra, 1728, dell' inglese Chambers.

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Diderot accettò chiedendo la collaborazione dell' amico D' A1embert e insieme crearono poi un' opera del tutto originale: un' enciclopedia nuova e veramente universale, che si poneva il grande obiettivo di offrire al pubblico tutto il sapere umano vagliato ed esposto in maniera critica. Nell' Enciclopedia confluirono quasi tutte le correnti della Francia illuminista prerivoluzionaria, con un duplice fine:

1. come enciclopedia si doveva illustrare la gerarchia e la correlazione di tutte le conoscenze umane,dimostrare l'unità del sapere in tutte le possibili correnti connessioni e, dunque si doveva adempiere a uno scopo soprattutto filosofico;

2. però doveva essere anche un Dizionario ragionato delle scienze,delle arti e della tecnologia, e, dunque doveva contenere i principi generali su cui queste attività si basano, nonché le particolarità essenziali che le caratterizzavano nel loro complesso e nei contenuti.

Quest'opera, quindi, doveva servire come mezzo di istruzione e d'insegnamento pratico in ogni campo del sapere, diventando anche portavoce di nuove idee in campo religioso, politico e sociale per dare un nuovo ordine per la vita dell'uomo,basato sulla ragione e la libertà. Cosi,nel 1750, Diderot poté annunciare nel "Prospectus" l'imminente pubblicazione del primo volume, che avvenne materialmente nel 1751. In apertura di esso trovò posto il "Discorso preliminare" del Diderot, in cui venne annunciato il programma filosofico e l'impegno intellettuale di tutta l' opera. L'Enciclopedia fu pubblicata nella sua interezza nell'arco di circa trent'anni, (1781), anche perché i suoi contenuti molto progressisti e polemici suscitarono l' opposizione del governo francese e la condanna della Chiesa romana. Vi collaborarono circa 178 autori, dei quali possiamo ricordare i più

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famosi,Voltaire, Rousseau, Montesquieu, Quesnay, Turgot, Condorcet. Nel 1752 e 1753 vennero stampati altri 8 volumi di testo e 2 di tavole. Sotto la direzione di Diderot uscirono, fino al 1765 17 volumi di testo e, fino al 1772,11 volumi di tavole (Recueil de Planches). Senza la sua direzione, tra il 1772 e il 1777, furono pubblicati, ad Amsterdam,4 volumi supplementari di testo e un ulteriore volume di tavole e, infine, nel 1780/81,sempre ad Amsterdam, ancora due volumi contenenti gli indici (Tables analitiques). La prima edizione comprendeva circa 35 tomi in volumi in folio: i 21 volumi di testo si componevano all'incirca di 6000 voci o articoli. Ogni volume era formato da circa 100 pagine stampate su due colonne: si trattava perciò di circa 21000 pagine in folio. I 12 volumi di tavole contavano 3132 incisioni su rame corredate dalle relative didascalie e descrizioni. Calcolando che in Europa furono acquistati circa 30000 esemplari dell'opera e che fu investita la somma di l.158.000 livres e il ricavo fu di 2.162.000 livres, è facile comprendere come la più grande impresa editoriale del secolo si trasformasse anche in un affare. Già nel 1758 in Italia si comincia a pubblicare un'edizione dell'Enciclopedia francese,nella revisione richiesta dalla censura italiana; l'impresa venne portata a termine nel 1776 nella Tipografia di Vincenzo Giuntini, in Lucca. Con il l800 vediamo affermarsi una esigenza che porterà a precisare i caratteri salienti dell'arte della stampa quale essa è oggi. Tale esigenza è quella del giornalismo La tecnica che accelerò il ritmo della stampa fu realizzata da Federico Konig e messa in azione nella stamperia del Times nella notte del 29 novembre 1814. Konig si era dedicato, durante l'età giovanile, a ricercare qualcosa che potesse sostituire il torchio e rendesse più rapida e meno faticosa la produzione tipografica. Elaborò tre progetti:

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1. il primo riguardava la prima macchina a cilindro con movimento alternativo del carro

2. il secondo una macchina a cilindro continuo. 3. il terzo una macchina con due cilindri, ciascuno dei quali prendeva

l'impressione dalla stessa forma. Questa fu la macchina acquistata dall'editore del Times, mossa attraverso il vapore, sbrigava da sola il lavoro svolto fino ad allora da 4 o 5 torchi. L'intuizione di Konig, per la rapidità di movimento della sua macchina, consenti lo sfruttamento dell'invenzione della macchina continua per la fabbricazione della carta di Louis Nicolas Robert la carta in striscia continua. Questa novità provoca una febbrile ricerca in ogni settore del campo tipografico poiché è evidente che, alla meccanizzazione dell'impressione, deve seguire la meccanizzazione della composizione. Scopo principale dell'industria tipografica è ora quello di trovare la possibilità di sostituire in modo realistico la mente e la mano dei compositori. Quando lo smercio dei giornali raggiunse un grande sviluppo anche le più celeri macchine a ritrazione e a reazione si dimostrarono insufficienti e si cercarono altre vie più pratiche e razionali, che in breve portarono a realizzare la rotativa, la cui fortissima velocità odierna è dovuta anche, in parte, alla scoperta di nuove leghe metalliche suggerite e riprese da altre tecniche come la meccanica e l'elettronica. Sempre nel 1800 la stampa si accrebbe di un nuovo processo: la litografia (arte di scrivere, disegnare e stampare per mezzo della pietra). Il Senefelder, osservando la superficie della lastricatura delle strade di Monaco, resa levigata dall'usura, notò che questa era liscia come la superficie del rame e quindi ne usò per la scrittura alla rovescia. Furono poi introdotte la cromolitografia (litografia a colori), la diafania (cromolitografia a tinte trasparenti), la calcografia (il trasporto su pietra di

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incisioni originali in metallo, molto utile per disegno, musica, carte geografiche). Breve fu il passo che portò alla fotolitografia, considerata l' antenata della fotografia. Nel 1800 nacquero molte stamperie e case editrici che posero le basi al grande sviluppo dell' attuale industria grafica e cominciarono ad avere eco molti nomi ancor oggi vivi nel mondo della cultura e della tecnica: Paravia, Sansoni, Treves, Bemporad, Laterza, Vallardi, Loescher, Zanichelli, Alinari, Le Monnier, Hoepli e la Mondadori, dalla cui prima tipografia di Ostiglia si è sviluppato uno dei più grandi complessi industriali d'Europa.

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Giancarlo Fabiani

Cenni storici della Tipografia Niccola e Filemone Fabiani

Non avendo mai abbandonato l’idea di creare un “monumento” a mio nonno Nicola, a mio padre Nenè in particolare, ed a tutta la famiglia

Fabiani, “stampatori” di Petritoli, posso affermare con certezza che, la sistemazione ed il riordino delle antiche macchine e delle attrezzature, è

la conseguenza logica, la “materializzazione” di anni di sogni. “L’immenso” locale vuoto, le maestose, per me meravigliose macchine da stampa immobili, l’odore inconfondibile degli inchiostri da stampa, mi hanno fatto compagnia, in un magico, affascinante e a volte struggente silenzio, per tanto, troppo tempo. Ho trascorso molte ore in questo locale, forse nella illusoria attesa di qualche cosa o di qualcuno che non potrà mai più tornare a lavorare con il torchio, a cantare “Parlami d’amore Mariù” o a fischiettare “Oih Marì” o a…pregare. Si, perché quando don Dante capitava in tipografia, me lo ha raccontato più di una volta, e vedeva Nenè assorto nel suo lavoro, gli chiedeva: “Filemone, cosa stai facendo ?” lui gli rispondeva serenamente: “ Sto pregando”. Forse in quella risposta c’era anche un po’ del suo innato umorismo ma certamente fra le tante passioni che “Nenè” aveva, quella del canto, e soprattutto di cantare in chiesa per onorare degnamente il suo Dio, poteva essere fra le più sentite. Si chiamava Filemone ma voglio chiamarlo Nenè, così come avrei voluto chiamarlo se fosse rimasto con noi, perché sono certo che in lui avrei trovato oltre al padre, il fratello, l’amico e il compagno di avventure. Avrei acquisito i suoi sani insegnamenti, che mi sono stati trasmessi ugualmente da mia madre e mia sorella, avrei certamente scherzato e giocato molto di più…insieme a lui. Molti ricordano ancora la sua inconfondibile voce che la notte di Natale intonava “Tu scendi dalle stelle” e come si può dimenticare il “dito in

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bocca” al tenore solista della corale, nel momento di massimo impegno…??? E “L’Agnellus Dei”, anziché “Agnus Dei”, cantato durante la messa di don Costanzo, l’incredibile parroco di Torchiaro degli anni ’40 e ’50, che aveva promesso al gruppo un lauto pranzo a base di agnello…ma che non si era ancora visto ??? Armando, Mimo, Peppe, Enzo, “Mimittu” e tanti altri “amici” di Nenè hanno rappresentato per me veri e propri archivi viventi. Da loro ho ricevuto tantissime notizie sulla sua vita, sul suo carattere, sui suoi pensieri, sui suoi indimenticabili ed arguti scherzi, sul suo immenso amore per la famiglia, sulla sua inattaccabile fede, sui tristi momenti precedenti la prematura morte. Armando Mercuri (Armando de Spadò) ha anche dedicato a Nenè, nel 1956, una delle sue simpatiche poesie:

A Nenè Fabiani Caro Fabiani, in fondo non c’è male

Se hai trascorso qualche giorno d’ospedale. Su col morale, tu non sei cretino,

ognuno ha la sua stella e il suo destino, se è anche buono,, ognuno di noi si lagna,

goditi sereno, pure l’aria di montagna. Stai tranquillo per i figli e per Maria

E cerca di non pensare alla tipografia, io lo so che l’ami e l’ami forte,

ma ciò non deve procurar la morte ! Tu forse in testa hai un uragano,

di pensieri, di cose che piano piano sparisce, e più non frulla,

pensando a moglie, figlio e la fanciulla.

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I due “27” inseriti nel calendario del Comune (Alle giuste contestazioni lui rispondeva con ironia: “Non sei contento, diceva al segretario comunale Vecchiotti, di prendere lo stipendio due volte al mese ?”), la bevuta a sbafo nella cantina del padre Nicola, (che se se ne fosse accorto sarebbero stati guai seri per tutti) con conseguente scherzo all’amico Umberto (lo ha praticamente incastrato fra le due ante della porta mentre stava uscendo dal locale, dopo aver chiuso dall’interno), “l’attentato” agli amici in bicicletta mentre tornavano di notte da Monterubbiano (Nenè era l’unico ad avere in dotazione la luce sulla bicicletta, mentre tutti gli altri seguivano la sua scia luminosa. In prossimità di una curva a gomito, spostando il fascio di luce, ha fatto finire tutti i suoi amici, che seguivano il chiarore, in mezzo ad una enorme siepe di rovi…con conseguenze immaginabili). A Nenè piaceva molto scherzare, anche quando, in precarie condizioni di salute, scriveva una simpatica lettera al suo amico Armando de Spadò, dall’ospedale di Ascoli Piceno. Chiudeva la serie di battute con i saluti: “…Al prossimo numero la seconda puntata.

Un abbraccio ed una forte stretta di collo. Aff.mo

Nenè”. Era l’11 giugno del 1960 (data del timbro postale ); circa otto mesi dopo, il 26 febbraio del 1961, ci avrebbe lasciati per sempre.

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Filemone Fabiani “Nenè”

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E’ giunta comunque l’ora di far rivivere la stamperia, di far girare nuovamente la ruota della “piana”, di rimandare avanti e indietro il possente torchio, di ridiffondere nell’aria l’inconfondibile odore dell’inchiostro da stampa, di far risplendere in tutta la loro unicità i cliché in rame. Forse nulla si sarebbe mosso senza il decisivo incoraggiamento ed il pratico aiuto dell’attuale presidente della sezione di Petritoli dell’Archeoclub d’Italia Ilio Cuccù il quale, senza un attimo di esitazione, ha iniziato a pianificare ed organizzare il progetto che ci avrebbe poi regalato la materializzazione dello stupendo sogno. Quasi tre anni di sacrifici, di ricerche, di ansie, di scoraggiamenti, di esaltazioni, di litigi, di altissimi momenti di solidarietà. La fortunata idea di chiedere notizie storiche alla Fondazione Mondatori di Milano vale la pena di essere raccontata. Riportiamo di seguito la prima lettera inviata alla Fondazione (Marzo 2000) nella quale è evidente la nostra “semplice” richiesta di notizie che ci sarebbero servite per “datare” le macchine. “Preg.ma Dott.ssa FINOCCHI LUISA - Direttore Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori Via Riccione, 8 - 20156 MILANO Sono in possesso dell’esemplare n° 40 del volume “Breve storia dell’Arte della Stampa” realizzato, con caratteri e fregi bodoniani, per gli Amici della Mondadori ed impresso, nel novembre del 1973, nelle Officine Grafiche di Verona della Arnoldo Mondatori Editore. L’incisione sul piatto di copertina riproduce il torchio con il quale nel 1907 Arnoldo Mondatori iniziava il suo fortunato cammino. Ebbene, io possiedo un’antica stamperia, conservata con cura…quasi con affetto, nella quale fa bella mostra di se anche un torchio identico a quello di Arnoldo Mondadori (come da foto allegate) oltre ad altre macchine delle quali vorrei conoscere le origini e la storia. Dell’antica stamperia fanno parte

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anche caratteri di legno e piombo, fregi ottocenteschi, cliché ed attrezzatura completa per il corretto funzionamento del tutto. La Sezione San Giovanni Battista di Petritoli (A.P.) dell’Archeoclub d’Italia, della quale il sottoscritto è consigliere, è fermamente intenzionata a ripristinare, farne quindi un museo da mettere a disposizione anche degli studenti (che potranno operare praticamente, cioè comporre e stampare…senza usare l’onnipotente computer), la antica stamperia Nicola Fabiani (1903) (già Tipografia A. Manuzio – Petritoli), successivamente Filemone Fabiani. Ripristinare una antica stamperia, per il cui progetto l’Archeoclub di Petritoli (A.P.) ha ottenuto l’incondizionato appoggio della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo nella persona del Presidente Grilli, oltre a quello di importanti Aziende della zona, richiede preparazione storica (scrupolose ricerche in vari archivi) e pratica (anche un tipografo, già dipendente della stamperia Filemone Fabiani, partecipa attivamente al progetto). Il fiore all’occhiello dell’intera iniziativa sarebbe indubbiamente rappresentato dallo “incoraggiamento” della Mondadori; per questo motivo la sezione di Petritoli (A.P.) dell’Archeclub d’Italia, che ha rilasciato ampio mandato al sottoscritto, La invita (nostra gradita Ospite) a visitare la struttura, uno stupendo locale del 1520 perfettamente incastonato nel duecentesco centro storico di Petritoli (A.P.), ed a visionare le attrezzature e le macchine che compongono la antica stamperia. In subordine, e naturalmente nel caso che tale progetto interessi l’Azienda Mondadori, la sezione di Petritoli (A.P.) dell’Archeoclub d’Italia chiede che tre rappresentanti del Consiglio Direttivo dell’Associazione possano incontrare, nella Vostra Sede, un funzionario al quale esporre in dettaglio l’intero progetto. Certo di un positivo riscontro porgo distinti saluti ”.

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La risposta fu quasi immediata (14 aprile 2000) e provocò in noi soddisfazione indescrivibile. “Gentile signor Fabiani, leggo con grande interesse della vostra iniziativa che non intende solo conservare ma anche ridare vita a questa strumentazione. Non so quando noi potremo venire da voi, ma ci piacerebbe discutere del vostro progetto, anche alla luce di quanto stiamo organizzando in questo periodo. Fateci sapere dunque se e quando pensate di poter venire a Milano e con piacere vi faremo visitare la nostra sede. In attesa di risentirvi, vi invio i miei migliori saluti”. Dopo solleciti accordi telefonici decidemmo di partire con destinazione Milano, i primi giorni del mese di maggio 2000. Ilio, Daniele, io,…un bel vassoio di olive “all’ascolana”, sperando ci portassero fortuna, ed Emma Donati che, come petritolese verace, anche se residente in Lombardia, aveva tutto il diritto di assistere allo storico incontro e nello stesso tempo ci avrebbe tenuti a freno. Accolti in maniera squisita, non poteva essere diversamente vista la immediata cordialità di tutti, fummo ricevuti dalla direttrice della Fondazione Mondadori la quale, dopo aver gradito con evidente soddisfazione il vassoio di olive, e ascoltate le nostre idee, sfoderò, con nostra indicibile sorpresa, un “piano” per l’utilizzo di tutto il materiale della stamperia che, in quella particolare sede, fu definito un vero e proprio “tesoro”. Visita all’immenso archivio della Fondazione Mondadori, che sono certo non sarei capace di descrivere, ed entusiasmo alle stelle. Voglio ricordare altri importanti e determinanti momenti:

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L’incontro con Romualdo Monaldi ed il suo disinteressato incoraggiamento, Ennio e Paolo Brinci “meccanici della casa”, il dottor Grilli Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo immediatamente entusiasta dell’idea, l’amico Pino Ricci che ha parlato calorosamente di questa iniziativa, come fosse una sua creatura, a tutti i colleghi e funzionari della Regione Marche, il Presidente della Provincia di Ascoli Piceno Colonnella che prima di farci concludere la presentazione del progetto ci ha garantito il suo incondizionato aiuto nella realizzazione di questa pubblicazione, i ragazzi dell’Archeoclub. Tutto questo rappresenta una minima parte degli aiuti e degli stimoli che abbiamo ricevuto e vorrei citare tutti i nomi dei tanti collaboratori ma, come si dice in questi casi, “ è meglio evitare per non rischiare di dimenticare qualcuno…e dimenticarne qualcuno non sarebbe proprio giusto !”. Sarebbe poi molto bello poter scrivere, in maniera esauriente, la storia della famiglia Fabiani ma uno strano, e nello stesso tempo benevolo destino, mi ha relegato ad essere l’ultimo delle tre generazioni, l’ultimo nipote, quindi il più giovane, di Nicola Fabiani. Mio nonno Nicola morì nel 1949 mentre la stessa ingiusta sorte sarebbe toccata a mio padre Filemone, ancora molto giovane, infatti era nato l’8 settembre del 1909, nel febbraio del 1961. Avevo appena dieci anni, la morte di mio padre, dell’amico, del fratello mi sfiorò appena…non potevo rendermi conto di cosa stesse succedendo, nonostante il dramma avesse sopraffatto la mia famiglia. Ricordo perfettamente soltanto due cose di quel giorno. Il buon Nello Federici mi portò al campo sportivo con la sua Fiat “600” celeste, era domenica e c’era l’incontro di calcio, mentre quella cucina di casa, che allora mi sembrava enorme, era piena di gente che piangeva, distrutta dal dolore. Probabilmente, anzi certamente piansi anche io ma non capivo, e forse era giusto non capire e nello stesso tempo non accettare.

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Di Nenè “lu stampatò” ho solo sentito parlare, negli anni successivi, dai suoi inseparabili amici, come ho scritto precedentemente, e naturalmente da mia madre Maria e mia sorella Vittoria che hanno mantenuto sempre vivo il ricordo di un uomo decisamente in gamba. A questo proposito desidero rendere pubblico uno scritto, di cui sono sempre stato gelosissimo, che il maestro Francesco Vitellozzi mi ha donato tempo fa (agosto 1997) e attraverso il quale si riesce a “conoscere” meglio Nenè.

“Ricordo di un amico – Filemone Fabiani – Intorno agli anni ’50 Filemone Fabiani, comunemente chiamato “Nenè lu stampatò” era il tipografo di Petritoli e del suo circondario, che esercitava con perizia anche l’arte della legatoria, per cui il suo timbro portava scritto:

Filemone Fabiani tipografia – legatoria – timbri

Petritoli AP

La tipografia occupava due stanze del primo piano dell’attuale palazzo Fabiani e l’odore acre degli inchiostri ed i rumori ritmici delle macchine giungevano nella sottostante Piazza Mazzini. Lì lavorava Nenè con passione e bravura affacciandosi talora alle finestre dagli alti parapetti o sull’erta scala per un breve riposo o per rispondere alle chiamate dei clienti ed ai saluti degli amici. Suo ottimo maestro era stato il padre Nicola, uomo di facile eloquio, di gradevole bonomia e grande camminatore. Essendo ufficiale giudiziario del tribunale di Fermo, per esercitare il suo incarico, percorreva decine e decine di chilometri a piedi con medie che farebbero invidia ai migliori maratoneti attuali. Possedeva una buona cultura acquistata con il lavoro e con varie letture, e ciò lo rilevai anche

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il 25 luglio quando in Piazza Mazzini rivolse al popolo festante per la caduta del Fascismo, un alto discorso terminando con i nobili versi di Dante: “Chi troppo in alto sal cade sovente Precipitevolissimevolmente”. Io mi recavo di frequente nella tipografia per scegliere, da fanciullo, le striscioline colorate per le code degli aquiloni e, da maestro, scarti utili per costruire sussidi didattici o per rilegare libri che conservo anche come ricordo di un’abile opera, compiuta, come usava allora, con spago, colla di farina, carta oleata, da un caro amico che allietava ogni lavoro con la sua bonaria facezia. La figura di Nenè, che rivedo nel figlio Giancarlo e nel nipote Emilio, era slanciata, dritta, vivace; piuttosto calvo, occhi neri, colorito bruno; in possesso di una buona arte drammatica, il viso cambiava facilmente espressione; spesso non saresti riuscito a capire se parlasse in modo serio o scherzoso o se fosse di umore lieto o triste. Altra sua dote era il canto. Possedeva un dolce timbro tenorile, buona intonazione, ottimo orecchio musicale, qualità poste in risalto dal bravo maestro Don Guerriero Passamonti che gli affidava i brani più delicati e toccanti, tra cui il “Benedictus” dalla Messa a due voci ed il “Recordare” dal Dies Irae, ove raggiungeva la perfezione. Auguri al nipote Emilio, violinista ben dotato che ha saputo valorizzare la predisposizione musicale ereditata dal nonno. Come il padre anche Nenè era un intellettuale e possedeva una perfetta conoscenza della nostra lingua ma non era altrettanto bravo come camminatore e, quando per la necessità del suo lavoro usava la bicicletta, mostrava scarse doti ciclistiche. Ho detto che Nenè possedeva buone qualità drammatiche, in particolare comiche ed un vivo senso dell’arguzia.

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Tutti i manifesti delle feste paesane venivano stampati nella sua tipografia e talora, specie in quelli di maggior grido, aggiungeva di sua iniziativa vocaboli o frasi scherzose che dilettavano i lettori e destavano la loro curiosità come quando, per la festa della Madonna della Misericordia del mese di agosto, al “grande spettacolo pirotecnico” aggiunse “scoppio della bomba atomica” e numerosi paesani, conoscendola solo per sentito dire, erano davvero in attesa della grande novità. Ora voglio ricordare uno scherzo carnevalesco combinato con Don Guerriero Passamonti ed il sottoscritto al buon Pievano Don Getulio Senzacqua. La sera di un martedì di Carnevale, Don Guerriero vestì Nenè da Missionario Camboniano; era veramente elegante e perfetto con la fascia alla vita, la berretta a tricorno, la barbetta a punta, il crocifisso sul petto; e fu presentato al Pievano nel suo studio, dal maestro, come Padre Cesare Bosco, suo professore nell’Istituto di Pesaro e, Don Guerriero, come grande predicatore in giro per organizzare Giornate Missionarie. Seguì un cordiale colloquio nel quale Nenè con voce alterata parlava il meno possibile scusandosi di essere stanco e lasciando intervenire i due amici specie quando le domande del Pievano erano più insidiose. Appena il credulo Don Getulio osservò “Ma sa, Padre, che lei somiglia molto, nel portamento, nella voce, nei gesti al tipografo del paese? non pare anche a voi ?”. Nenè non si scompose; con un colpetto di tosse, una carezza alla barbetta nascose una risata traditrice; poi, chiedendo di poter celebrare l’indomani nella Pievania la S. Messa con omelia alle ore otto, ringraziò per l’invito a cena e per il pernottamento dichiarando di essere ospite dell’amico Vitellozzi.

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“Bene” disse il Parroco con la sua bella voce baritonale “farò suonare le campane per le otto e farò preparare da Marietta e Norina un ottimo pranzetto”. Augurata con calore la buona sera, si salutarono con l’arrivederci l’indomani “Ma guarda un po’ che somiglianza, sembra proprio Nenè !”. ripeteva il curato ritirandosi in casa. Eh…si, era proprio lui. Infatti al mattino l’ingenuo Don Getulio attendeva, fece suonare e risuonare le campane, invitò i fedeli ad aspettare il bravo predicatore finchè intorno alle 8,30 comparve in sacrestia proprio Nenè in abiti borghesi dicendo con ironico sorriso “O Don Getù, sono venuto per ascoltare la messa del Missionario che somiglia tanto a me, Padre Cesare vero ? Dato che sono il suo sosia, se vuole, posso celebrarla davvero”. Ed il parroco tra il serio ed il faceto “Ah, sto birbantone” esclamò “me ne hai combinata un’altra delle tue e come l’ho bevuta ! Allora il missionario eri proprio tu, il solito buontempone; ora che dico ai fedeli ?”. “Vai all’altare e di – Carnevale, ogni scherzo vale, con quel che segue – replicò Nenè”. Ridendoci sopra andarono nella canonica a gustare un buon caffè e latte con i pasticcini delle fedeli perpetue, preparati per il missionario. Immaginate con quanta ilarità e gradimento il fatto passò di bocca in bocca prolungando l’atmosfera lieta del Carnevale. Caro, simpatico Nenè, scrivendo di te sono ritornato a quella vita semplice, famigliare, scanzonata che già negli anni ’50 iniziava il suo tramonto ed oggi è stata purtroppo quasi totalmente travolta da una società affannosa, violenta, da una televisione che offre spettacoli che non hanno nulla della tua naturalezza, della tua freschezza, della tua

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immediatezza, della tua comicità e di quella di tanti altri personaggi caratteristici della indimenticata Petritoli”.

Niccola Fabiani

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La Famiglia Fabiani dal…1874

Nicola Fabiani nacque a Monterubbiano, il 13 settembre del 1874, da Giuseppe e Corsi Giuditta; sposò Vittoria Scoccia nata a Monterubbiano, il 23 dicembre del 1878, da Domenico e Marconi Clementina e da questa felice unione nacquero ben sei figli: Maria, Aloisia (Luisa), Marina (Nina), Giuseppe, Donato e Filemone (Nenè). I nomi non sono in ordine di nascita ma, per una sorta di antica galanteria, ho preferito dare la precedenza al “sorriso”. Nicola Fabiani inizia la professione di stampatore lavorando come dipendente nella tipografia Luchetti di Monterubbiano e dopo poco tempo ha la fortuna di fare una importante e preziosa conoscenza: il cav. Luigi Mannocchi illustre poeta petritolese. Nella tipografia Luchetti, dal 1893 al 1895, vengono stampate alcune pubblicazioni del Mannocchi. e questa costante collaborazione fa si che fra Nicola Fabiani e Luigi Mannocchi, nasca un legame di profonda, reciproca stima, tanto che il Mannocchi ringrazia pubblicamente lo stampatore nel suo libro “ Il mio stato di servizio”. Con il determinante appoggio del Cavaliere, Nicola, nel 1903, acquista la “tipografia Manuzio” di Petritoli dove continuerà a stampare i capolavori del poeta. Saranno stati periodi molto duri per Nicola in quanto, abitando a Monterubbiano, fu costretto, per otto lunghi anni, a fare avanti e indietro dal luogo di lavoro al suo paese. Nel 1911 Nicola trasferisce la residenza e si stabilisce definitivamente a Petritoli. Nel corso degli anni continua la collaborazione con il Mannocchi e nel 1907 stampa “Il Piceno nelle tradizioni e nella letteratura”, seguito nel 1911 da altri due libri, “Alcune feste caratteristiche nel circondario fermano” e “Gli antichi oratori Sacri per la festa di Maria SS. Della Misericordia in Petritoli.

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Rilevando la tipografia dai vecchi proprietari, Nicola subentra alle gare di appalto per la stampa dei registri comunali. Dal 1899 fino al 1902 la “Tipografia Manuzio” di Petritoli stampa i registri per il comune di Ponzano di Fermo; dal 1903 gli stessi registri recano la dicitura “Tipografia Fabiani Petritoli”. I registri comunali da stampare erano sei: Cittadinanza, Nascita, Morte, Matrimonio, Mastro e Protocollo. Gli appalti con i comuni erano importanti in quanto, oltre ai registri comunali, la tipografia aveva la possibilità di stampare tutto l’occorrente per i vari uffici, per circoli didattici (“diario” e “giornale della classe”), e per le varie congregazioni. Tutti questi registri dovevano essere rinnovati ogni anno quindi una notevole quantità di lavoro era garantita. La tipografia fu intelligentemente impostata subito per questo tipo di lavoro e Nicola riuscì a stipulare sostanziosi contratti in vari comuni del fermano e anche oltre, fino ad Amandola. In circa venti anni la tipografia, ben avviata e funzionale, permise a Nicola di acquistare alcuni immobili e terreni ma, soprattutto, gli permise di aprire una tipografia per ognuno dei tre figli maschi. La “Tipografia Giuseppe Fabiani” a Monterubbiano, la “Tipografia Donato Fabiani” in Amandola, l’unica ancora in attività gestita da Nicola Fabiani (figlio di Donato) prima, e dal pronipote Marco Fabiani, figlio di Nicola, poi, La “Tipografia Filemone Fabiani” a Petritoli. Nicola Fabiani morì il 13 dicembre del 1949 e la sua tipografia passò definitivamente nelle mani del figlio Nenè. Nel 1958 la tipografia fu trasferita nella attuale sede.

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Ilio Cuccù Torchi e Macchine tipografiche

Manifesto pubblicitario dello stabilimento

Ferdinando Dell’Orto Milano

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Il nome esatto del capostipite dei Fabiani tipografi è Niccola Fabiani, quando lo si trova scritto con Nicola, non è da attribuirsi ad errore, ma viene riportato come veniva stampato, alcune volte si firma Niccola, altre Nicola, la sua tipografia, oltre ai vari strumenti, era composta da cinque macchine: 1) torchio tipografico modello “Stanhope” costruito da Amos Dell’Orto a Monza nel 1841 (piano stampa 70x100 cm.) 2) Torchio tipo “a leva” costruito da “L. Magnoni e figli Monza” (piano stampa 50x70 cm.) 3) la macchina piano cilindrica a semplice azione costruita da Carlo Magnoni & C Monza 4) pedalina costruita dalla Fonderia C.M. Zini di Milano 5) tagliacarte manuale andato disperso Ricercare le tracce delle ditte che hanno costruito le macchine è stato un lavoro lungo e in molti casi, come per la Fonderia C.M. Zini Milano infruttuoso, per la fonderia L. Magnoni e figli Monza abbiamo contattato l’assessore alla cultura e il comune di Monza e vari musei, etnologi e industriali, dello stesso comune senza esito. Miglior fortuna abbiamo avuto con la fonderia Amos Dell’Orto in Monza, questa fonderia costruisce i torchi in ferro modello Stanhope a cominciare dal 1841 fino alla fine del secolo, e intorno al 1880 avvia anche la costruzione di macchine tipografiche piano-cilindriche. Successivamente viene ceduta alla fonderia Urania di Milano e dopo l’ unione della fonderia Urania con la società Nebbiolo di Torino che per alcuni anni immettono sul mercato, gli stessi torchi e macchine, costruiti dalla Dell’Orto, con il marchio Nebbiolo. Per il restauro non abbiamo trovato eccessive difficoltà in quanto il, Torchio tipografico costruito da Amos Dell’Orto, uno dei primi torchi in

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ferro costruiti in Italia, aveva solo la cinta spezzata, il resto era perfettamente funzionante, il Torchio tipo “a leva” costruito da “L. Magnoni e figli Monza” lo abbiamo trovato mancante del timpano, della cinta e della manopola che aziona il carro, il timpano è stato successivamente ritrovato nel locale attiguo alla tipografia mancante delle piastre di sostegno e delle cerniere che sono state ricostruite, come è stato ricostruita la manopola del carro, da “Enio” e Paolo Brinci, in entrambi i torchi è stata sostituita la tela del timpano con lo stesso tipo di cotone e cucito con lo stesso metodo originale a spirale. La pedalina costruita dalla Fonderia C.M. Zini di Milano era mancante dei due rulli inchiostratori, e aveva le molle bloccate, per i rulli abbiamo chiesto a vari tipografi se fosse possibile trovarne due simili ma sul mercato è difficile trovare pezzi di ricambio quindi sono stati adattati due rulli vecchi gentilmente offerti dal tipografo Vesprini Amato. La macchina piano cilindrica a semplice azione costruita da Carlo Magnoni & C. era parzialmente smontata, nel rimontare la macchina abbiamo avuto vari problemi, i bulloni erano mescolati ed erano diversi sia per lunghezza che per diametro, molti dei quali mancanti, la filettatura dei bulloni era fatta a mano quindi impossibile reperirli sul mercato, alcuni ingranaggi erano di difficile collocazione senza smontarla ulteriormente, la macchina è stata rimontata, grazie anche ai suggerimenti del tipografo Amato Vesprini sempre pronto a consigliare il corretto modo di agire, purtroppo alla macchina, anche se funzionante, mancano i rulli macinatori e il rullo che prende inchiostro e lo distribuisce alla tavoletta. Andiamo ora ad esaminare come erano costruite le macchine ed il loro funzionamento.

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Il torchio Nel 1700 il torchio, costruito da Corrado Saspach per Gutenberg, subisce modificazioni molto utili ma non sostanziali, ogni stampatore aveva cercato di migliorare la prestazione del torchio adattandolo alle proprie esigenze e ottenendo, in pari tempo, risultati validi per tutti.

Il torchio in legno viene definito “ordinario” e si divide in tre parti. La prima si chiama “Corpo”(A) e corrisponde alla parte verticale del torchio nella quale è la vite che spinge il “Piano”(5) imprimendo la carta. La seconda si dice “Culla”(B) ed è la parte orizzontale del torchio.

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La terza chiamata “Carro”(C) è la parte destinata a scorrere avanti e indietro sulla “Culla”, a seconda della fase della stampa. I “Cosciali”(1) sono tenuti insieme dal “Cappello” (2), mentre i “Mozzi” (3) forti traverse, sorreggono il meccanismo della vite e del “Piano”(5), che è un robusto asse di legno compatto, fermato orizzontalmente e centralmente all’estremità della “Vite”. La parte sottostante la “Culla” è composta da due “Guide” (6), che sono due piccole e robuste assi di legno, con incastrate, due spranghe di ferro per permettere lo scorrere della “Culla”, che sorregge il “Timpano” (7) e la “Fraschetta” (8). Il “Timpano”, è formato da un telaio di legno su cui è tesa una cartapecora dalla grandezza della “Culla” medesima, mentre la “Fraschetta” serve a tenere fermo il foglio contro il “Timpano” e grazie ad un’opportuna sagomatura corrispondente alle dimensioni della stampa impedendo al foglio da stampare di ricevere macchie varie. Nel 1795 Lord Charles Stanhope inventa il torchio in ghisa, che, pur essendo ancora un apparecchio a braccia e a vite, rappresenta un salto qualitativo rispetto ai torchi in uso nei tre secoli precedenti, durante i quali erano rimasti macchine di legno non molto dissimili dalla prima inventata da Gutenberg. Con l’invenzione del torchio meccanico Stanhope realizza un progresso sulla via del miglioramento della funzionalità e della qualità della stampa. L’intera struttura in ferro, più solida e più rigida, è in grado di assicurare maggiore precisione e ripetitività, e pur rimanendo immutato il sistema dell’avvitamento come mezzo di pressione, il contrappeso ne facilita il ritorno alla posizione iniziale.

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Torchio tipografico modello “Stanhope costruito da“Amos Dell’Orto Monza”nel 1841. Uno dei primi torchi costruiti in Italia

Nel 1814 George Climer inventa il primo torchio meccanico Americano a cui diede il nome di “Colunbia”, modificando il meccanismo a vite con un sistema di leve per produrre la pressione sul piano e lo munisce di molle per permettere il sollevamento dello stesso. Il grandissimo favore con cui è accolto e la sua permanenza in servizio dimostrano però che il metodo di stampa a impressione singola e piana non era affatto disprezzabile, come è provato dal fatto che questo genere di torchio non è stato sostituito dalle nuove invenzioni, macchine da stampa a lavoro continuo, cioè a cilindri perché si rilevarono insostituibili

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Torchio tipo “a leva” Presente nel museo costruito da “L. Magnoni e figli Monza”

per i piccoli lavori di tipografia, per le tirature limitate o speciali e soprattutto non necessitavano di grandi finanziamenti per acquistarle. I molti tipi di torchi costruiti nella prima metà dell’ottocento per quanto ingegnosi fossero, sono affetti da lentezza di lavoro, resa ancora più evidente dalle enormi e complesse macchine a cilindro che vanno sempre più affermandosi nelle grandi editorie dei giornali per ottenere una velocità operativa apprezzabile si deve sostituire il meccanismo del “Carro” tradizionale con uno automatico.

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Pedaline o platine

Due Americani, Degener e Weiler per primi abbandonano il sistema del torchio classico e nel 1862 creano una macchina totalmente nuova col nome di Liberty, questa macchina si basa sul principio di ottenere l’impressione mediante una superficie piana che comprime il foglio contro la forma e tutto il meccanismo e azionato da un pedale da questo prende il nome di “Pedalina o Platina”. Successivamente si toglie il pedale, troppo complesso per poter coordinare mani e piedi, la macchina viene cosi semplificata per l’utilizzo nelle piccole tipografie, la pressione viene data da una leva da azionare con la mano sinistra mentre la destra cambia il foglio

“Pedalina” Presente nel museo costruita da

Fonderia C.M. Zini Milano

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La nuova macchina è semiautomatica in quanto non occorre più inchiostrare manualmente la forma con il rullo, inoltre si abbandona il vecchio sistema di spingere il “Carro” sotto la “Pressa”, abbassando semplicemente la leva il piano di pressione si chiude, comprime la forma e i due rulli prendono inchiostro dal piatto sovrastante. Portando poi in alto la leva, il piano di pressione si apre, i due rulli rilasciano inchiostro sulla forma, si toglie il foglio stampato e si rimette un nuovo foglio. Con la “Platina” il lavoro è più rapido del torchio ma non si ottiene più di 750/800 copie ogni ora e la qualità è poco elegante. Si da nuovo vigore alle “Stamperie” con la costruzione delle macchine a impressione cilindrica, nate per soddisfare il mercato dei “quotidiani”, che dovendo pubblicare rapidamente sempre più copie, necessita di macchine più gigantesche e moderne. La stampa a impressione cilindrica fu inventata da William Nicholson nel 1790, perfezionata più volte, nel 1813 da Bacon e Donkins e infine da Dryden 1820 che costruì per la Bensley due macchine, una “Semplice”, capace di stampare in un’ora 1500/1600 pagine in “bianca”, solo una facciata, e una a doppia azione che riusciva a stampare in un ora 800/1000 fogli in bianca e volta, le due facciate di una pagina contemporaneamente.

Macchina da stampa a impressione “Cilindrica Semplice” “Quando la tavola ripassa da una parte all’altra, la forma coi caratteri già inchiostrati passa sotto al cilindro a cui è attaccata la carta, il suo movimento è regolato in maniera da corrispondere esattamente al movimento rettilineo della tavola, che porta la forma. Il cilindro è premuto contro la forma con una forza regolata, affinche i caratteri lascino l'impressione sulla carta.

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I fogli di carta vengono successivamente collocati sul cilindro e sono stesi uniformemente su di esso da fettucce di filo, mentre passano a contatto dei caratteri. Ricevuta l'impressione di questi si sciolgono i nastri che li legano, e si levano i fogli stampati”. Questa è la definizione delle “Macchine da stampa a impressione cilindrica Semplici”, in sostanza la novità fu enorme, mentre con i torchi era necessario: 1inchiostrare la “forma” con i caratteri manualmente, posizionare il foglio di carta, chiudere “Timpano” e “Fraschetta”, 2 posizionare il “carro”, sotto la “pressa” tirare la leva, 3 riportare il carro alla posizione di partenza, 4 riaprire Timpano e Fraschetta e staccare il foglio dalla forma. con la nuova macchina occorreva girare la ruota e posizionare i fogli su di uno scivolo in legno, la macchina provvedeva da sola a macinare e stendere inchiostro sulla forma, a prelevare il foglio, stamparlo quindi staccarlo dal cilindro e posizionarlo sopra un contenitore in legno situato alla sua estremità. Con queste macchine la stampa conobbe una delle prime e più importanti evoluzioni, esse erano talmente affidabili che in molte tipografie rimasero in funzione fino alla metà del secolo successivo, e la grande novità fu l’invenzione del cilindro: nessun moto alternato, per quanto veloce, può competere con uno circolare, la grande difficoltà di far combaciare il movimento della forma da stampare con il cilindro e la carta fu risolto con il “movimento a strada ferrata“

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Movimento a strada ferrata

con il vantaggio di avere una struttura molto semplice e richiedeva pochissimo sforzo per essere mosso, si automatizzo cosi il vecchio sistema del carro e della culla del torchio classico. Il secondo automatismo applicato alla macchina fu l’inchiostrazione, chiamato “Inchiostrazione a tavoletta” o “Calamaio a tavola” composta da diverse parti meccaniche: la prima è il “Calamaio”, composto da un contenitore dove si posiziona l’inchiostro, di forma rettangolare chiuso alla sua estremità da un rullo di ferro che ha il doppio compito di impedire la fuoruscita dell’inchiostro che bagnandosi, consegna lo stesso nella giusta quantità al rullo in gomma chiamato “Prenditore”, questo rullo mosso dagli ingranaggi della ruota quando si alza tocca il calamaio e assorbe inchiostro quando si abbassa, cede l’inchiostro alla tavoletta; la seconda parte del meccanismo dell’inchiostrazione è posizionata sul piano, composta da 6 rulli di gomma, 3 chiamati “Macinatori”, dei quali:

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due sono paralleli e il terzo obliquo, per distribuire l’inchiostro in maniera uniforme. Gli altri tre rulli chiamati “Distributori” ricevono l’inchiostro dalla tavoletta quando gli passa sotto .

Inchiostrazione a tavoletta

Il terzo automatismo è il “Cilindro” (A) avente la funzione: sia da impressore che da prendifoglio, è fissato ai fianchi del telaio con appositi “cuscinetti” di ottone (2) costruito interamente in ghisa, cavo all’interno presenta un’apertura di 8 cm. per tutta la sua lunghezza (1) nella quale sono alloggiati i “Cani”o “Pinze” (4) che sono in bronzo e regolabili, in modo da afferrare vari formati di carta, e tramite un asta che li collega (3) prendono il foglio, che gli viene posizionato manualmente dal “Mettifoglio”, unica operazione che compie l’uomo addetto alla macchina oltre girare la ruota, I “Cani” ricevono un moto alternativo, si aprono per afferrare la carta, si chiudono mantenendo il foglio mentre passa sulla forma inchiostrata, si riaprono per lasciare il foglio stampato (B).

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Questo movimento è dato tramite un eccentrico posto lateralmente al cilindro (5).

cilindro

Sul cilindro al lato opposto dell’eccentrico è applicata una ruota dentata (6) che serve a trasmettergli il moto rotatorio tramite un’asta dentata applicata al piano (7). Uno dei molti problemi da risolvere fu applicare il moto “andirivieni”al carro, girando la ruota si crea il movimento in un solo verso e il carro finita la corsa doveva tornare indietro senza invertire il moto della ruota e del cilindro, tutto fu risolto con un congegno di eccentrici gemelli e una leva chiamata dente di arresto. Il meccanismo funziona in questo modo, quando la ruota gira trasmette il moto al piano (2) che a sua volta lo passa al cilindro (A) tramite la ruota

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dentata, quando finisce la corsa e il piano deve tornare al punto di partenza una leva (B) trova il dente di arresto (1) lo solleva, spinge il cilindro a ingranare di nuovo la barra dentata del piano (2) e ricomincia la rotazione inversa.

meccanismo inversione marcia

Ultimo congegno della macchina è il “Cavafoglio”, quando il cilindro impressore ha stampato la carta e si trova a circa 2 terzi del giro, grazie a una serie di spaghi, che hanno anche il compito di serrare il foglio al cilindro, staccano la carta stampata e la guidano sul cavafoglio che, azionato sempre dalla ruota principale, con una serie di leve, ribaltandosi depone il foglio stampato su una “Tavola” posta all’estremità della macchina.

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Macchina da stampa a semplice azione costruita da Carlo Magnoni & C.

Posizione dei vari componenti N. 1 Volano N. 2 Calamaio N. 3 Prenditore N. 4 Rulli macinatori N. 5 Piano N. 6 Rulli distributori N. 7 Cilindro N. 8 Cani o Pinze N. 9 Mettifoglio N. 10 Spaghi N. 11 Cavafoglio N. 12 tavola

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Ilio Cuccù

Utensili Tipografici

Il compositoio è una striscia di ferro ad angolo chiusa da un lato, nella quale scorre una squadretta di ferro o vari metalli che si fissa a un qualsiasi punto della striscia per mezzo di un congegno a pressione, o a vite, o a molla. I compositoi possono essere di due tipi, alto e basso, col il primo si indica un compositoio dalla base larga che può raccogliere più righe di composizione, il secondo è un compositoio che raccoglie una sola riga. Il “ compositore” stando in piedi di fronte al bancale che sostiene la cassa per i caratteri con la mano sinistra tiene il compositoio con la mano destra prende dai vari scompartimenti della cassa le lettere, le cifre, i segni di interpunzioni, gli spazi e tutto ciò che serve per la composizione della riga da stampare, e li ordina nel compositoio, ultimata la riga si controlla con l’originale per eventuali errori si regolano gli spazi per renderla della lunghezza giusta, ultimate le verifiche viene deposta nel Vantaggio Nella stamperia sono presenti cinque tipi di compositori, quattro sono in ottimo stato di conservazione, nel quinto non funziona la leva di bloccaggio in quanto la vite che la solleva risulta ossidata dalla ruggine.

Compositoio N°1

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Alluminio e ottone tipo alto Cm 29,5 x 3,8 blocco a leva

Compositoio N°2 Alluminio e ferro tipo basso Cm 30 x 2 blocco a leva

Compositoio N°3 Ferro tipo basso Cm 30 x 2,8 blocco a leva

Compositoio N°4 Ferro tipo basso Cm 28,3 x 1,7 blocco a vite

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Compositoio N°5 Alluminio ferro tipo basso Cm 3,5 x 2 blocco a vite.

Il vantaggio, è l'utensile sul quale si depositano le linee di composizione per formarne pagine o pacchi. È formato da un piano limitato ai due lati da due regoli o staggi disposti ad angolo retto e sono generalmente di ferro. Il piano del vantaggio può essere di legno, di zinco, oppure di legno ricoperto di zinco.

La tavola, o tavoletta, è formata da un piano di legno duro oppure di legno dolce ricoperto di zinco, avente su tre lati una sponda o regolo di legno o di ferro, di altezza leggermente inferiore ai caratteri, servono per contenere composizioni in attesa di essere stampate o scomposte, oppure per eseguirvi sopra lavori di grande formato che i comuni vantaggi non possono contenere le linee di composizione dal vantaggio passano

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successivamente in un rettangolo di ferro chiamato telaio, serve a circondare la composizione, in modo da bloccarla nella macchina da stampa o nel torchio. Il telaio in genere ha la grandezza del piano della macchina o del torchio, è provvisto di un asta in ferro che si può incastrare nel centro e a un terzo dei lati maggiori. Per fissare la composizione sul telaio si usano le serrature, fino alla fine del XIX secolo venivano impiegati dei cunei di legno, inseriti tra i regoli e ai lati del telaio, il sistema fu abbandonato a causa della poca precisione e il lungo tempo occorrente per il fissaggio. Nel 1890 le stamperie erano gia provviste di nuove serrature d’acciaio chiamate Marinoni, dal nome del suo inventore, i margini che premono la composizione sono d’acciaio e nella loro faccia esterna si assottigliano alle due estremità, creando con la faccia interna del telaio angoli molto acuti. Le facce oblique sono dentellate col medesimo passo dei cilindri o rocchetti, dove in mezzo vi è un foro quadrato, nel cui foro si pone una chiave a gruccia, e collocandoli nell’apertura degli angoli e facendoli girare su loro stessi, per mezzo della chiave, si spingono verso il vertice dell’angolo stesso e la forma rimane serrata.

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Telaio con serrature tipo “Marinoni”

Telaio con serratura inizio XX secolo

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La balestra, è in parte simile ai vantaggi, generalmente ha dimensioni più grandi ed è contornata da tre regoli. Serve per deporvi linee di composizione ma specialmente forme che non possano essere contenuti dai comuni vantaggi o riesca pericoloso sollevare e trasportare sui banconi o sul piano di macchina. Le balestre propriamente dette hanno un piano scorrevole terminante con manico, questo piano si chiama anima o foglia e serve per composizioni complesse o di grande formato che non è agevole alzare senza un qualche sostegno. I casellari e le lingottiere, sono i mobili o scaffalature in cui vengono radunati i bianchi lineari (margini, interlinee, lingotti, ecc.) suddivisi per tipo, corpo e giustezza. Alcuni hanno nella parte inferiore cassettini per deposito di quadratura, di spaziatura, di interlinee o altro materiale di composizione. I casellari sono di diversi tipi: murali, accostati alla parete nelle vicinanze dei banconi, da tavolo o sistemati sul bancone di fronte al compositore. Oltre ai casellari propriamente detti, nella tipografia si usano armadi o scaffali diversi, occorrendo mobili con ripiani per l'ordinamento e l'archiviamento di incisioni, rappezzi, colonne di composizione, ecc. Il carrello, serve per il trasporto di forme o altro materiale tipografico; spesso il piano è regolabile a volontà, in modo da potervi passare sopra direttamente composizioni poste su un altro piano. Strumenti accessori dopo le macchinette generalmente in pochi fogli di carta; il taglietto-bisellatore, con il quale si riducono di giustezza i filetti di materiale e se ne smussano gli angoli mediante la squadra spostabile; il curva linee, per piegare o curvare (centinare) filetti e interlinee, il battitoio per abbassare le eventuali lettere sollevate; il setolino per pulire le forme.

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Elvira Concetti

Caratteri mobili e banco tipografico

Il carattere mobile

Il carattere tipografico è il singolo elemento di composizione, dalla forma di un parallelepipedo recante in rilievo il segno corrispondente al grafismo di stampa Il carattere, tipo, dal greco typos,”impronta, segno” anticamente veniva fuso uno per uno, su una matrice a cui precedentemente si era data una forma da riprodurre. Le matrici erano poste in forme di ferro foderate di legno, chiuse con un arco. Il fonditore tenendole per mano doveva chiudere, colare, dare l’incalco (scuotere), aprire, staccare. Tutti questi passaggi dovevano essere fatti per ciascuna lettera, numero, segno, in tutti i 26 corpi e stili. La prima macchina per fondere i caratteri è stata inventata nel 1827 dagli americani David e Gorge Bruce. In Italia, e in Europa dal 1908 al 1976 ( anno di chiusura dell’attività) la fonderia più importante è la Nebiolo. Attualmente i caratteri vengono fusi in fonditrici automatiche; in esse la lega metallica riscaldata a circa 350 C è contenuta in un crogiolo ed è pompata da un pistone nella forma per la colata. Le leghe metalliche a base di piombo impiegate nel campo della stampa vengono convenzionalmente designate dalla percentuale di stagno e di antimonio presenti con il piombo. Il piombo è il metallo base, l'antimonio conferisce durezza e lo stagno serve a rendere più compatta la lega, per limitare l'ossidazione e per abbassare il punto di fusione.

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I vari tipi di caratteri più conosciuti sono: Il gotico: usato nella Bibbia di Gutenberg. I corsivi o italici o aldini: usati fino alla fine del settecento, imitano la scrittura a mano con piegatura a destra. Si chiamano aldini perché sono stati introdotti da Aldo Manuzio. I romani moderni o bodoniani : si caratterizzano per il contrasto di chiaroscuri con terminazione filiforme. Si chiamano bodoniani perché sono stati introdotti da Giambattista Bodoni.

Le parti del carattere

. Le parti principali sono: occhio: è la parte del carattere recante il grafismo in rilievo; ha la forma rovesciata o speculare del segno stampante. Spalla: é la parte superiore del carattere non occupata dall'occhio. Crenatura:è la parte dell'occhio che si estende a sbalzo oltre il fusto del carattere. Corpo:è lo spessore del fusto, il parallelepipedo costituente il carattere, misurato dal piano anteriore a quello posteriore; viene espresso in punti tipografici fino al corpo 50, oltre è normalmente indicato in righe; una riga corrisponde a 12 punti. La dimensione: è espressa per mezzo dell’altezza del corpo, che è la distanza fra gli esterni di una lettera ascendente e di una discendente.

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L’unità di misura è il punto, equivalente in Europa a 0,376 mm, l’estensione, si misura con il tipometro: questo strumento oltre alla scala graduata in cm. e millimetri reca la misura di riferimento in punti o righe. Può avere varie forme: a nastro, a lamina, a bacchetta; può essere di legno, di cartoncino, di metallo o di materia plastica. Avvicinamento o spessore del carattere:è la distanza tra i piani laterali del fusto; comprende il grafismo dell'occhio e la spalla di accostamento delle lettere. Altezza totale:è la distanza tra il piano inferiore, o piede del fusto, e il piano dell'occhio del carattere; comprende l'altezza del fusto e la profondità d'occhio. Tacca: è una piccola scanalatura atta a favorire il riconoscimento della posizione delle lettere e la distinzione di caratteri simili, non visibile durante la composizione. Canale:è un'incavatura praticata nel piede del fusto del carattere, soprattutto nei corpi più grandi; serve per alleggerire il carattere. Piede del carattere:è il piano inferiore di appoggio del fusto. I caratteri sono maiuscoli, minuscoli, maiuscoletti, vocali accentate, i numeri da 0 a 9, i numeri romani, i segni di interpunzione tipo , . " ! ? ecc., i filetti chiari o scuri servono a separare le colonne, le cornici, i fregi decorativi, i bianchi caratteri “bassi” che servono a comporre il testo ma che non saranno stampati: la spaziatura tra due parole, l'interlinea tra due righe,la marginatura per inquadrare il testo, ecc. Le ordinazioni dei caratteri, in base alle necessità di ogni tipografo si danno ai fonditori per quantità di chilogrammi e loro si debbono attenersi alle indicazioni della polizza italiana

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Da calcoli fatti risulta che: “per ogni chilogrammo di corpo 6 occorrono circa 2000 lettere; 1000 per ogni chilogrammo di corpo 8; 800 di corpo 9; 680 di corpo 10; 600 di corpo 11; 450 di corpo 12”

POLIZZA ITALIANA

Minuscole a 6500 b 1400 c 3500 d 3500 e 9000 f 1350 g 1350 h 900 i 7000 j 250 k 200 l 3500 m 2300 n 3750 o 6000 p 1850 q 900 r 3200 s 3200 t 3200 u 2650 w 200 v 1600 x 350 y 250 z 950 æ 150 ç 200 ff 400 fl 350 fi 450 à 450

â 150 é 300 è 800 ê 150 ë 150 ì 400 î 100 ï 150 ò 400 ô 150 ù 400 û 150 ü 150

Puntazione . 1600 , 2000 - 400 - 700 ‘ 1000 ; 400 : 350 ! 200 ? 200 » 250 * 50 ( ) 200 [ ] 50 _ 200 § 50

Maiuscole

A 400 B 250

C 350 D 300 E 500 F 350 G 350 H 200 I 500 J 150 K 75 L 350 M 250 N 350 O 400 P 350 Q 150 R 350 S 350 T 350 U 300 V 300 W 75 X 200 Y 100 Z 250 È 190 È 150 Ê 75 Ë 75 Æ 75 Ç 75

Maiuscolette A 350 B 175 C 250 D 200 E 400 F 150 G 150 H 100 I 300 J 75 K 50 L 200 M 175 N 150 O 250 P 175 Q 100 R 150 S 150 T 150 U 150 V 100 W 50 X 150 Y 75 Z 100 È 100 È 75 Ê 50 Ë 50 À 100 Á 50 Â 50 Æ 50 Ç 50 Ì 75 Í 100

Í 100 Ï 100 Ò 75 Ó 50 Ö 50 Ù 75 Û 50 Ü 50

Superiori a 150 o 200 e 70 m 40

Numeri

1 450 2 350 3 300 4 300 5 350 6 250 7 250 8 250 9 250 0 450

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I banchi Il banco tipografico è un contenitore suddiviso in scomparti, detti cassetti, entro cui sono collocati gli elementi fondamentali per la composizione: i tipi più diffusi sono il modello Italico,e il modello Francese. I cassetti sono suddivisi in senso orizzontale e verticale da divisori, che servono a formare delle caselle dove vengono introdotte le vari lettere. La parte superiore, detta cassa alta, contiene le maiuscole in ordine alfabetico, alcune lettere accentate e segni; nella parte inferiore, detta cassa bassa, sono collocate le lettere minuscole, i segni paralfabetici e la spaziatura. Per affinità nel linguaggio tipografico le lettere maiuscole sono anche dette di cassa alta e le minuscole di cassa bassa. La disposizione dei caratteri non ha una regola fissa per cui ogni compositore, per lavorare speditamente pone i caratteri nel modo più razionale possibile, in base alle proprie necessità. Per l'ordine e la praticità, le casse devono portare sulla parte frontale un'etichetta indicante la denominazione del materiale tipografico contenuto.

I banchi nella tipografia Fabiani Riordinate le macchine e, volendo allestire non solo un museo dove vedere le apparecchiature ma una tipografia vera dove poter permettere a tutti i visitatori di stampare qualcosa di proprio e riportarsi a casa (come souvenir) non il solito depliant, arido, freddo, scritto e stampato da altri ma qualcosa di personale, creato e stampato da soli, resterà quale ricordo da tenere con orgoglio come una cosa propria, ci siamo dedicati al riordino dei banchi dove sono collocati i caratteri . Non avendo trovato la descrizione e la posizione dei banchi, non siamo in grado di affermare la loro tipologia e quantità.

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I banchi sono stati trovati in un magazzino adiacente la stamperia, alcuni sono in buono stato altri hanno avuto bisogno di una consolidazione, mentre due erano già demoliti a causa dell’umidità. Con molta pazienza (quasi un lavoro certosino) abbiamo pulito e rimesso a posto i caratteri nelle apposite caselle dei vari cassetti e, durante tale lavoro ci siamo accorti che alcuni cassetti contenti caratteri più antichi erano stati scartati dai proprietari della tipografia, perché poche erano le lettere e sufficienti per l’utilizzo, in altri mancavano: le vocali, in altri le consonanti e punteggiatura. Noi ne abbiamo composte alcune, catalogandole con le lettere: H-I- M-P Nel cassetto catalogato con la lettera H è stato sistemato un carattere maiuscolo di tipo “ bodoniano” a cui manca quasi tutte le minuscole, punteggiatura e accenti, anche nel cassetto I c’e un carattere “ bodoniano, mancante di punteggiatura, mentre i cassetti M-P sono abbastanza completi.

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Banco ( A ) Descrizione

Cassa di legno d’abete, costruito nella II metà del XIX secolo, ha due file di tiretti per un totale di 18 cassetti. Le maniglie di ferro rettangolare, sono coeve. Misure: cm. 139 x 47 x 105. Altezza: italiana. Particolare: etichette di carta da esempio per i caratteri. Stato di conservazione: buono Note: mancano due cassetti.

Grafico della disposizione delle lettere

A B C D E F G H I J K

L M N O P

Q R S T U V X J Z W

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Ae Oe

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Á É Í Ó Ú 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

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2 e i Spazi punto v g

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. 3 Punti Spazi

Sim , Spazi 6 Punti

4,5 Punti

x l t u i Spazi 18 Punti

Spazi 12 Punti

: Spazi 9 Punti

Spazi 36 Quadri

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Descrizione cassetti

Cassetti in legno di abete coevi al banco Misure: cm. 63 x 42 x 6 Stato di conservazione: discreto Note: tutti i cassetti sono divisi in due parti ( cassa alta, cassa bassa ).

Proprietà dei caratteri “cassetti di sinistra” Cassetto N°:1 Corpo: 36 punti . Caratteristiche: tonda chiarissima. Materiale:piombo. Stato di conservazione:discreto. Note: i caratteri venivano usati per manifesti. Cassetto N°:2 Corpo: 54 punti Caratteristiche: neretto stretto Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: i caratteri venivano usati per manifesti o locandine Cassetto N°:3 Corpo: 48 punti Caratteristiche: neretto strettissimo Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: i caratteri venivano usati per manifesti o locandine Cassetto N°:4 Corpo: 60 punti. Caratteristiche: neretto strettissimo Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto

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Note: i caratteri venivano usati per manifesti. Cassetto N°:5 Corpo: 18 punti Caratteristiche: chiaro scuro larghissimo Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: i caratteri venivano usati per volantini Cassetto N°:6 Corpo: 8 righe. Caratteristiche: neretto strettissimo Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: i caratteri venivano usati per manifesti Cassetto N°:7 Corpo: / Caratteristiche: / Materiale: / Stato di conservazione: / Note: il cassetto è vuoto Cassetto N°:8 Corpo: / Caratteristiche: / Materiale: / Stato di conservazione: / Note: il cassetto è vuoto.

Proprietà dei caratteri “cassetti di destra”

Cassetto N°: 1 Corpo: 36 punti. Caratteristiche: chiaro, tondo larghissimo. Materiale: piombo.

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Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva utilizzato per volantini e titoli. Cassetto N°: 2 Corpo: / Caratteristiche: / Materiale: / Stato di conservazione: / Note: il cassetto è vuoto Cassetto N°: 3 Corpo: 36 punti. Caratteristiche: chiaro scuro, larghissimo Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto Note: il carattere veniva utilizzato per locandine e manifesti. Cassetto N°: 4 Corpo: / Caratteristiche: / Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto Note: il cassetto contiene fregi Cassetto N°: 5 Corpo: 36 punti Caratteristiche: neretto, strettissimo. Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto Note: il carattere veniva utilizzato per volantini. Cassetto N°: 6 Corpo: 12 punti. Caratteristiche: chiaro scuro, larghissimo. Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto Note: il carattere veniva utilizzato per volantini.

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Cassetto N°: 7 Corpo: 8 ponti. Caratteristiche: chiaro, scuro, larghissimo Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto Note: il carattere veniva utilizzato per volantini. Cassetto N°: 8 Corpo: / Caratteristiche: / Materiale: / Stato di conservazione: / Note: Il cassetto è vuoto.

Stampa dei caratteri In questo banco, abbiamo trovato cinque tipi di carattere, la loro identificazione non è stata possibile, in quanto i caratteri sono molto vecchi.

Stampa di alcuni caratteri impressi con il torchio a contrappeso

I tipo

Il carattere, si trova nella parte sinistra cassetto N° 1 corpo 36

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II° tipo Il carattere, si trova nella parte sinistra, cassetto N° 2 corpo 54

III tipo Lo stesso tipo di carattere, con differente corpo, lo troviamo nei cassetti: di sinistra, n° 3 corpo 48; n°4 corpo 60; n° 6 corpo 8 righe; di destra: n°5 corpo 36.

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IV tipo Lo stesso tipo di carattere, con differente corpo, lo troviamo nei cassetti: di sinistra: n° 5 corpo 18; di destra: n°3 corpo 36; n° 6 corpo 12; 7 corpo n° 8 ;

V tipo Il carattere si trova; nella parte destra, n° 1 corpo 36

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Banco ( B) Descrizione

Cassa di legno d’abete, costruito nella I metà del XX secolo, possiede un’unica fila di tiretti con 12 cassetti. Le maniglie d’acciaio raffiguranti una conchiglia, sono coeve. Misure: cm. 71,5 x 57 x 101 Altezza alla Francese. Particolare: / Stato di conservazione: buono Note: i cassetti sono divisi in due parti ( cassa alta cassa bassa )

Grafico della disposizione delle lettere

A B C D E F G 1/2 $ £ § - = +

H I J K L M N O 1/4 3/4 j k Æ æ ç *

P Q R S T U V Á É Í Ó Ú Ç ° X Y Z F: ( ) & W w OE oe « »

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Spazio fino ? !

z p . Spazio Due punti o 1/3

x l t u i

Spazio piccolo O ¼ del quadrato

Spazio quadratino O ½ quadrato

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Spazio quadratone O Doppio quadrato

Spazio quadrato

y Spazio grosso o 1/3 del quadrato

;

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Descrizione cassetti Cassetti in legno di abete coevi al banco Misure: cm. 60 x 50 x 3,5 Stato di conservazione: discreto Note: tutti i cassetti sono divisi in due parti ( cassa alta cassa bassa ).

Proprietà dei caratteri

Cassetto N°:1 Corpo:36 punti Caratteristiche: tonda nera. Materiale:piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: vi è una quantità di caratteri insufficienti per stampare. Cassetto N°:2 Corpo: 20 punti Caratteristiche: tonda nera Materiale: piombo Stato di conservazione:discreto Note: il carattere veniva utilizzato per volantini. Cassetto N°:3 Corpo: 16 punti. Caratteristiche: tonda nera Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto Note: il carattere veniva utilizzato per testi brevi. Cassetto N°:4 Corpo: 12 punti. Caratteristiche: tonda nera Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva utilizzato per testi brevi.

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Cassetto N°:5 Corpo: 10 punti. Caratteristiche: tonda nera Materiale: piombo Stato di conservazione: Note: il carattere veniva utilizzato per testi brevi. Cassetto N°:6 Corpo: 8 punti. Caratteristiche: tonda nera Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto: Note: il carattere veniva utilizzato per testi brevi. Cassetto N°:7 Corpo: 6 punti. Caratteristiche: tonda nera Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto Note: il carattere veniva utilizzato per testi brevi. Cassetto N°:8 Corpo: 36 punti. Caratteristiche: corsivo fantasia Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto Note: il carattere veniva utilizzato per volantini. Cassetto N°:9 Corpo: 24 Caratteristiche: corsivo fantasia. Materiale: piombo Stato di conservazione: Note: il carattere veniva utilizzato per volantini Cassetto N°:10 Corpo: 20 punti

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Caratteristiche: corsivo fantasia Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva utilizzato per testi brevi Cassetto N°:11 Corpo: 16 punti. Caratteristiche: corsivo fantasia. Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto Note: il carattere veniva utilizzato per testi brevi Cassetto N°:12 Corpo: 12 punti. Caratteristiche: corsivo fantasia. Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva utilizzato per testi brevi

Stampa dei caratteri

In questo banco abbiamo trovato due tipi di carattere: dal cassetto n° 1 al 7, “Serie Semplicità” dal n° 8 al 12 “ Corsivo Fantasia”1

Stampa di alcuni caratteri impressi con il torchio a contrappeso I tipo

Lo stesso tipo di carattere, con differente corpo lo troviamo nei cassetti: n° 1 corpo 36; n°2 corpo 20; n° 3 corpo 16; n° 4 corpo 12; n°5 corpo 10; n° 6 corpo 8; n°7 corpo 6.

1 Catalogo “NEBIOLO”

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II tipo Lo stesso tipo di carattere con differente corpo, lo troviamo nei cassetti: n° 8 corpo 36; n° 9 corpo 24; n° 10 corpo 20; n° 11 corpo 16; n°12 corpo 12.

Banco ( C )

Descrizione banco Banco di legno d’abete, costruito nella I metà del XX secolo, possiede due file di cassetti.per un totale di 20 tiretti. Misure: cm.108 x 60 x110 Altezza : italica Particolare: N Stato di conservazione: buono Note: le maniglie sono andate perse.

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Grafico della disposizione delle lettere

Descrizione cassetti Cassetti in legno di abete coevi al banco Misure:cm. 45 x 55 x 3,5 Stato di conservazione: discreto Note: tutti i cassetti sono divisi in due parti ( cassa alta cassa bassa ).

Proprietà dei caratteri “cassetti di sinistra” Cassetto N°: 1 Corpo: ( c. a.)2 6 punti (c. b.)3 6 punti. Caratteristiche: maiuscoletto; (c.a.) largo, (c. b.) larghissimo nerissimo. Materiale: piombo.

2 (c.a.) = cassa alta 3 (c.b.) = cassa bassa

1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 W &

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Stato di conservazione: discreto Note: il carattere veniva utilizzato per volantini. Cassetto N°: 2 Corpo: (c. a.) 16 punti, (c.b.) 24 punti. Caratteristiche: maiuscoletto; (c.a.) stretto neretto,(c.b.) largo nerissimo. Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto Note:/ Cassetto N°: 3 Corpo: (c. a.) 36 punti (c. b.) 10 punti Caratteristiche: maiuscoletto;( c. a. c. b.) chiaro scuro. Materiale: piombo Stato di conservazione: discreto. Note: / Cassetto N°: 4 Corpo:(c.a.) 16 punti, (c.b.) 36 punti. Caratteristiche: maiuscoletto; (c.a.) filettato, (c.b.) nerissimo largo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto Note: / Cassetto N°: 5 Corpo: (c.a.) 24 punti, (c.b.) 36 punti. Caratteristiche: / Materiale: legno. Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva utilizzato per locandine pubblicitarie. Cassetto N°: 6 Corpo: (c.a.-c.b.) 6 punti Caratteristiche: (c.a.) maiuscolo, (c.b.) minuscolo. Materiale: legno. Stato di conservazione: discreto Note: /

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Cassetto N°: 7 Corpo: (c.a.) 6 punti (c.b.) 12 punti. Caratteristiche: maiuscoletto (c.b.) largo nerissimo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: Note: Cassetto N°: 8 Corpo: (c.a.) 6 punti, (c.b.) 8 punti. Caratteristiche: maiuscoletto (c.b.) largo nerissimo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: / Cassetto N°: 9 Corpo: (c.a.) 10 punti, (c.b.) 10punti. Caratteristiche: corsivo; (c.a.) maiuscolo, (c.b.) minuscolo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: / Cassetto N°: 10 Corpo: (c.a.-c.b.) 48 punti. Caratteristiche: (c.a.) maiuscolo, (c. b.) minuscolo. Materiale: legno. Stato di conservazione: discreto. Note:/

Proprietà dei caratteri “cassetti di destra”

Cassetto N°: 1 Corpo:/ Caratteristiche: (c.a.-c.b.) simboli vari. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note:/ Cassetto N°: 2

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Corpo: (c.a.) 5 punti. (c.b.) vuota. Caratteristiche: / Materiale: legno. Stato di conservazione: discreto. Note: I caratteri venivano utilizzati per titoli. Cassetto N°: 3 Corpo: (c.a.- c. b ) 36 punti. Caratteristiche: (c.a. ) nero maiuscolo, (c.b.) nero minuscolo. Materiale: legno. Stato di conservazione: discreto Note: i caratteri sono completi, sono utilizzabili. Cassetto N°: 4 Corpo: (c.a.) 6 punti, (c.b.) 10 punti. Caratteristiche: maiuscoletto,(c.a.) largo, (c.b.) largo nerissimo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: / Cassetto N°: 5 Corpo: (c. b.) 18 punti. Caratteristiche: (c. b.) largo nerissimo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: / Cassetto N°: 6 Corpo: / Caratteristiche: / Materiale: / Stato di conservazione: / Note: (c.a.-c.b.) il casseto è vuoto. Cassetto N°: 7 Corpo: (c.a.-c.b.), 30 punti. Caratteristiche: (c.a.) filettato maiuscolo,(c.b.) filettato minuscolo. Materiale:legno.

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Stato di conservazione: discreto. Note: i caratteri venivano utilizzati per manifesti. Cassetto N°: 8 Corpo: (c.a.-c.b.) 36 punti Caratteristiche: (c.a.) stretto maiuscolo,(c.b.) stretto minuscolo. Materiale: legno. Stato di conservazione: discreto. Note: i caratteri venivano utilizzati per manifesti. Cassetto N°: 9 Corpo: (c.a.-c.b.) 48 punti. Caratteristiche: (c.a.) maiuscolo nerissimo, (c.b.) minuscolo nerissimo. Materiale: legno. Stato di conservazione: buono. Note: i caratteri venivano utilizzati per manifesti. Cassetto N°: 10 Corpo: (c.a.-c.b.) 48 punti. Caratteristiche: (c.a.) maiuscolo, (c.b.) minuscolo neretto stretto. Materiale: legno. Stato di conservazione: buono. Note: i caratteri venivano utilizzati per manifesti.

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Stampa dei caratteri In questo banco, abbiamo trovato quattro tipi di carattere, la loro identificazione non è stata possibile, in quanto i caratteri sono molto vecchi.

Stampa di alcuni caratteri impressi con il torchio a contrappeso

I tipo Lo stesso tipo di carattere, con differente corpo lo troviamo nei cassetti di destra cassa alta: n° 1 corpo 6; n°4 corpo 16; n° 7 corpo 6; n° 8 corpo 6.

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II Tipo di carattere Lo stesso tipo di carattere, con differente corpo lo troviamo nei cassetti a cassa bassa: n° 1 corpo 6; n°2 corpo 24; n° 4 corpo 36; n° 7 corpo 12; n° 8 corpo 8. Cassa alta n° 2 corpo 16.

III Tipo di carattere

Cassetto 3 unico: cassa alta corpo 36; cassa bassa corpo 10.

IV Tipo di carattere

Cassetto n° 9 cassa alta e cassa bassa ,corpo 10.

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Banco ( D ) Descrizione

Banco di legno d’abete, costruito tra la fine de XIX e l’inizio del XX secolo, possiede un’unica fila di tiretti con 10 cassetti. Le maniglie d’acciaio, raffiguranti una conchiglia, non sono coeve Misure: cm. 95x 60 x 95 Altezza. italiana Particolare: N Stato di conservazione: buono Note: manca il piano d’appoggio

Grafico della disposizione delle lettere

A B C D E F G H I K

L M N O P J

Q R S T U V X Y Z À È Ì Ò Ù Ä Ë Ï Ö Ü « »

1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

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Descrizione cassetti Cassetti in legno di abete coevi al banco Misure: cm. 80 x 50 x 4,5 Stato di conservazione: discreto Note: tutti i cassetti sono divisi in due parti ( cassa alta cassa bassa ).

Proprietà dei caratteri

Cassetto N°:1 Corpo:10 punti. Caratteristiche: corsivo tondo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva usato per brevi testi. Cassetto N°:2 Corpo: 8 punti. Caratteristiche: tipo romanico. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva usato per brevi testi. Cassetto N°:3 Corpo: 8 punti. Caratteristiche: corsivo tondo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva usato per brevi testi. Cassetto N°:4 Corpo: 24 punti. Caratteristiche: corsivo tondo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva usato per brevi testi.

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Cassetto N°:5 Corpo: 8 punti. Caratteristiche: corsivo tondo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva usato per brevi testi. Cassetto N°:6 Corpo: 10 punti. Caratteristiche: tipo romanico. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva usato per brevi testi. Cassetto N°:7 Corpo: 10 punti. Caratteristiche: corsivo tondo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva usato per brevi testi. Cassetto N°:8 Corpo: 12 punti. Caratteristiche: corsivo tondo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva usato per brevi testi. Cassetto N°:9 Corpo: Caratteristiche: / Materiale: / Stato di conservazione: / Note: il cassetto è vuoto. Cassetto N°:10 Corpo: 16 punti.

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Caratteristiche: corsivo tondo. Materiale: piombo. Stato di conservazione: discreto. Note: il carattere veniva usato per brevi testi.

Stampa dei caratteri In questo banco, abbiamo trovato due tipi di carattere, la loro identificazione non è stata possibile, in quanto i caratteri sono molto vecchi, il I tipo non è stato stampato perché mancano molte lettere. Stampa di un unico tipo di carattere impresso con il torchio a contrappeso

II Tipo Lo stesso tipo di carattere, con differente corpo lo troviamo nei cassetti: n° 1 corpo 10; n°3 corpo 8; n° 4 corpo 24; n° 5 corpo 8; n°7 corpo 10, n° 8 corpo 12, n°10 corpo 16.

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Banco ( E ) Descrizione

Bancale di legno d’abete, costruito nella II metà del XIX secolo, possiede un’unica fila di tiretti con 10 cassetti. Misure: cm.92 x 55 x96. Altezza: Italiano. Particolare: i cassetti non avendo maniglie per aprirli, sono stati costruiti più bassi per permettere alla mano d’entrare nei divisori. Stato di conservazione: buono Note: il bancale è stato restaurato recentemente

Grafico della disposizione delle lettere. A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V WX Y Z a b c d e f g h i j k i l m n o p q r s t u v w x y z 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V WX Y Z

Fregi A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V WX Y Z

a b c d e f g h i j k i l m n o p q r s t u v w x y z 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

a b c d e f g h i j k i l m n o p q r s t u v w x y z 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

Descrizione cassetti

Cassetti in legno di abete coevi al banco Misure: cm. 80 x 52 x 2,5 Stato di conservazione: discreto Note: l’interno dei cassetti (pur mantenendo le stesse dimensioni) sono divisi in modo dissomigliante fra di loro.

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Banco ( F )

Cassa di legno d’abete, costruito nella II metà del XIX secolo, possiede un’unica fila di tiretti con 10 cassetti. Misure:92 x 55 x96. Altezza: Italiano. Particolare: i cassetti non avendo maniglie per aprirli, sono stati costruiti più bassi per permettere alla mano d’entrare nei divisori. Stato di conservazione: buono Note: nei cassetti n° 1-3-5 sono senza separatori, nei cassetti n° 2-4-6 vi è un solo divisorio e nei cassetti n° 7-8-9 vi sono più separatori

Grafico della disposizione delle lettere

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96

Descrizione cassetti Cassetti in legno di abete coevi al banco Misure: cm. 80 x 54 x 3 Stato di conservazione: discreto Note:/

A B C D E F G H I K J L M N O P

Q R S T U V X Y Z W 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

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97

Scaffale ( G )

Descrizione

Scaffale di legno d’abete, costruito nella II metà del XX secolo, possiede otto ripiani con 15 cassettini inseriti . Misure:cm. 65 x 127 x 30. Cassettini:cm. 20 x 31 x 2,5 Particolare: / Stato di conservazione: buono

Scaffale G

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98

cassetto N° 10 con caratteri per calendari e fregi

cassetto N° 3 , corpo 36 (Maiuscolo)

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99

Stampa dei caratteri In questo scaffale, abbiamo trovato: otto tipi di caratteri, alcuni Inglesi, altri non sono stati identificati perché molto vecchi, dei Segni estralfabetici: si considerano estralfabetici i segni matematici e chimici, i segni di calendari e astronomici, ecc. ossia tutti quelli non identificabili con i segni alfabetici, i Fregi ornamentali e geometrici. I geometrici sono costituiti da quadrati, cerchi e triangoli in filetti neri e chiarissimi; l'ornamentale classico, contiene motivi di epoche stilistiche del passato; i motivi stilizzati della natura, come fiori, frutti, foglie, rami ed altri, anche gli ornamenti a stella, a mani, frecce, vignette, stemmi, marchi ed altri rientrano nelle forme libere.

Stampa di un tipo di carattere impresso con il torchio a contrappeso

I Tipo

Lo stesso tipo di carattere, con differente corpo lo troviamo nei cassetti: n° 1 corpo 12; n°15 corpo 10.

II Tipo Inglese

Unico cassetto N° 2 , corpo 36 (minuscolo)

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III Tipo Inglese

Unico cassetto N° 3 , corpo 36 (Maiuscolo)

IV Tipo Unico cassetto N° 4 , corpo 24 (Maiuscoletto)

V Tipo

Unico cassetto N° 5 , corpo 30 (Maiuscoletto)

VI Tipo Unico cassetto N° 6 , corpo 14 (Maiuscoletto)

VII Tipo Unico cassetto N° 8 , corpo 6 (Maiuscoletto)

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VIII Tipo

Unico cassetto N° 14 , corpo 8 (Maiuscoletto)

Segni estralfabetici e Fregi Unico cassetto N° 10 , corpo 8 e corpo 20 per comporre calendari

Fregi di rondini

Nei corpi 12, 16,18

Fregi di “Corone nobiliari”

Nei corpi 16, 20

Conte Nobile Conte

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Cassetto ( H )

Descrizione Cassetto in legno di abete costruito nella II metà del XIX secolo Misure: cm. 80 x 26 x 6 Particolare: / Stato di conservazione: buono Note:

Grafico della disposizione delle lettere

Stampa dei caratteri Unico cassetto corpo 36

A B C D E F G H I JK L M N O P

Q R S T U V X Y Z W Á É Í Ú

1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

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103

Cassetto ( I ) Descrizione

Cassetto in legno di abete costruito nella II metà del IXX secolo Misure:cm. 86 x 42 x 6 Particolare: Stato di conservazione: buono Note: il cassetto è diviso in due parti ( cassa alta cassa bassa )

Grafico della disposizione delle lettere

Stampa di un unico tipo di carattere

Lo stesso tipo di carattere “Bodoniano”, con differente corpo lo troviamo nella cassa alta corpo 40; cassa bassa corpo 28.

Cassa alta ( maiuscolo)

A B C D E F G H I JK L M N O P

Q R S T U V Y

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( ) 1 2 3 4 5

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A B C D E F G H I L M N O P

Q R S T U V YX Z

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6 7 8 9 0

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Cassa bassa ( maiuscolo)

Cassetto ( M ) Descrizione

Cassetto in legno di abete costruito nella II metà del XIX secolo Misure: cm. 79 x 55 x3,5 Particolare: Stato di conservazione: buono Note: il cassetto è diviso in due parti ( cassa alta cassa bassa )

Grafico A B C D E F G A B C D E F G H I J K L M N O E J K U P U V K Q R S T V U Varie G E E F O Ó

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Tipo classico

Unico cassetto corpo 48

Cassetti (L) e (N)

Portafiletti

Descrizione (L)

Cassetto in legno di abete costruito nella II metà del IXX secolo Misure:cm. 90x 60 x 5 Particolare:/ Stato di conservazione: buono Note: /

(N) Cassetto in legno di abete costruito nella II metà del IXX secolo Misure: cm. 75 x 56 x4 Particolare: Stato di conservazione: buono Note: /

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Cassetto “ filetti” (L)

Cassetto“filetti” (N)

I filetti I filetti: sono lamine metalliche aventi la stessa altezza del carattere e vengono impiegate per stampare grafismi lineari; (registri), come per i caratteri la parte stampante viene denominata occhio, inoltre è indicata la tacca e vengono distinti nei vari corpi per le diverse lunghezze o giustezze.

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Il corpo può essere di 1, 2, 3, 4, 6, 12, 18 punti o di 2, 3, 4 righe e può essere stampante tutta la superficie superiore, oppure l'occhio può risultare smussato per rendere più sottile il segno, avendosi così filetti chiari, semichiari, neretti e neri. Il materiale più usato è l'ottone, che presenta maggiore durezza e resistenza alle pressioni di stampa, ma essendo di costo elevato deve essere scomposto in modo accurato e mantenuto molto pulito.

Scaffale (O) Marginiera

Interlinee e Bianchi tipografici Descrizione

Scaffale di legno d’abete, costruito nella II metà del XIX secolo, esso è formato da 5 separatori verticali e 4 orizzontali, formando 30 celle. Misure: cm. 70 x 75 x 20. Particolare: / Stato di conservazione: buono. Note: nelle prime 18 celle, i bianchi tipografici sono di piombo, nei restanti scomparti sono di legno.

I bianchi tipografici I “bianchi tipografici”: i bianchi tipografici comprendono la spaziatura, l'interlineatura e la marginatura, tutte le parti della composizione, che alla stampa non compaiono sulla carta, questo materiale è più basso degli elementi stampanti, per cui non è inchiostrato e quindi non può imprimere il grafismo. Gli spazi: sono i bianchi tipografici che vengono inseriti all'interno delle linee per distanziare gli elementi di composizione; possono essere posti tra le lettere (spazieggiare) oppure tra le parole (spaziare) per separarle e

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per dimensionare la lunghezza delle linee (giustificare). La spaziatura sistematica prevede un valore sempre uguale nei vari corpi con spazi di punti 1, 11/2, 2, 3, 4, 6, 12. Le interlinee: sono lamine in lega di piombo, di alluminio o anche di ottone, che vengono inseriti tra le linee di composizione.

Scaffale (O) Marginiera, Interlinee e Bianchi tipografici

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Ilio Cuccù

Cliché Il cliché una lastra in legno, metallica o plastica incisa a mano libera con bulini con procedimenti chimici o fotochimica, per la riproduzione tipografica di disegni o fotografie. L'incisione deve la sua origine e la sua fortuna alla possibilità di moltiplicare le immagini. Indipendentemente dalle matrici e dai mezzi coi quali si arriva ad impressionarle due sono in definitiva gli elementi della stampa incisa : la carta e l'inchiostro e cioè il bianco e il nero : entrambi ugualmente importanti, inscindibili, in funzione l'uno dell'altro. Il nero dà all'immagine il corpo, il bianco il vuoto. L'incisione, è capace di una forza espressiva che raggiunge quella della stessa pittura, Dal rinascimento a oggi, ha assunto un'importanza predominante, l'applicazione dell'incisione alla preparazione di matrici per la stampa. Le matrici possono essere incise in rilievo (xilografia o incisione su legno, o incisione su linoleum) o in cavo (su lastra di metallo, rame, zinco, acciaio) secondo che ci si proponga di riprodurre l'immagine stendendo l'inchiostro sulle parti in rilievo, o facendolo penetrare nelle parti cave; l'incisione in cavo può essere eseguita direttamente, a mano con diversi strumenti (bulino, puntasecca, maniera nera o mezzatinta), o indirettamente su lastre preparate e sottoposte a morsure di diversi acidi (acquaforte, acquatinta, vernice molle); esistono infine tecniche di incisione che si basano sull'elettrolisi tecniche miste. Tutti i tipi di incisione hanno in comune il carattere "industriale" del procedimento tecnico che si basa sulla distinzione tra il momento creativo, cioè la preparazione della matrice, quello esecutivo, cioè la stampa di esemplari uguali in serie ristrette. L'incisione costituisce dunque il primo valido tentativo di applicazione di un procedimento industriale alla rappresentazione artistica. La più antica tecnica di incisione è quella xilografica, forse derivata dalla stampa su tessuto: gli esemplari che

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risalgono al sec. XIV sono rarissimi, mentre fu largamente applicata all'illustrazione libraria L'incisione su metallo e in particolare su lastra di rame (calcografia) venne messa a punto contemporaneamente in Italia e in Germania intorno alla metà del sec. XV. Due sono i metodi principali con cui sono realizzate le incisioni a seconda del modo in cui la matrice trattiene l'inchiostro prima della stampa : a rilievo (xilografia, linoleografia). Per la xilografia e la linoleografia la stampa avviene mediante un torchio verticale che funziona come una pressa. Sotto il termine di stampa in rilievo si collocano le tecniche incisorie che danno luogo ad una matrice che, in fase di stampa, viene inchiostrata solo sui rilievi, mentre le zone cave (solchi, cavi, ecc.) rimangono escluse dall'inchiostrazione. L'incisore scava la matrice in quelle zone che devono poi restare bianche sul foglio, mentre per contro le parti rimaste sulla superficie superiore della matrice verranno poi inchiostrate (si pensi all'esempio di un comune timbro) e risulteranno stampate sul foglio. Ad incavo; che si divide a sua volta in due categorie : in incisione diretta ( bulino, puntasecca, maniera nera e punzone) ed incisione indiretta (acquaforte, acquatinta e vernice molle). Vengono definite incisioni in cavo tutte quelle in cui la matrice incisa trattiene nei solchi l'inchiostro che cederà alla carta nella fase di stampa. I solchi possono essere incisi direttamente dall'artista sulla lastra con appositi strumenti (procedimento diretto) oppure tramite un acido che intacca il metallo (procedimento indiretto). Tutti i Cliché presenti nella tipografia sono a rilievo e le tecniche usate sono molteplici, alcuni sono incisi con acidi, altri con bulini, molti con fotochimica per la riproduzione tipografica di disegni o fotografie.

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Elenco Cliché

I Sezione Religiosi

Cliscé Stampa

N° 1 Raffigurazione: Madonna col Bambino Gesù in braccio.

Iscrizione: Maria S.S. ma della misericordia venerata a Moregnano di Petritoli

Materiale: lastra di zinco . Supporto: legno “multistrato”. Dimensione: cm. 8 x 12,5 x2,2 .

Costruito da: anonimo. Stato di conservazione: discreto .

Note:

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Cliscé Stampa

N° 2 Raffigurazione: Madonna col Bambino Gesù in braccio.

(Madonna della Misericordia) Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione.

Materiale: lastra di rame. Supporto: legno “ mogano”

Dimensione: cm. 7,5 x 11 x2,2 Costruito da: anonimo.

Stato di conservazione: buono. Note:

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113

Cliscé Stampa

N° 3 Raffigurazione: Madonna

Iscrizione: Maria S.S. delle Grazie Monte Giberto Materiale: lastra d’ottone

Supporto: legno “multistrato” Dimensione: cm. 7,2 x13 x2,2.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: discreto

Note:

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114

Cliscé Stampa

N° 6

Raffigurazione: Madonna col Bambino Gesù in braccio (Madonna della Misericordia)

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione. Materiale: lastra di zinco Supporto: legno “rovere”

Dimensione: cm. 9,5 x 13,7 x2,2 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: discreto Note:

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115

Cliscé Stampa

N° 14 Raffigurazione: Madonna col Bambino Gesù in braccio racchiusi in una

cornice barocca (Madonna della Misericordia) Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di zinco Supporto: : legno “rovere”

Dimensione: cm. 12 x 7,7 x 2, 3 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: discreto Note: la lastra, intorno al bordo, è rovinata di un cm.

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116

Cliscé Stampa

N° 16 Raffigurazione: Madonna col Bambino Gesù in braccio, contenuti in una

cornice con grottesche (Madonna della Misericordia) Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di zinco Supporto: legno “multistrato”

Dimensione: cm. 7,5 x 12,2 x2,3 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: buono Note:

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117

Cliscé Stampa

N° 17 Raffigurazione: Madonna col Bambino Gesù, in piedi sulle Sue ginocchia

(Madonna della Misericordia) Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di zinco. Supporto: legno “multistrato”

Dimensione:5,5 x7,2 x 2,4 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: discreto Note:

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118

Cliscé Stampa

N° 65 Raffigurazione: Madonna in trono con Gesù Bambino che sorregge la

chiesa della Liberata; sopra due Angeli, di fianco S. Rocco e S. Sebastiano, in basso al centro del trono un vassoio con la testa

di S. Giovanni Battista Patrono di Petritoli. Iscrizione: “ Hoc opus fecit fieri dominus Lucas Perotti

de elemosinis die 16 Iulii 1529 “ Materiale: lastra di rame

Supporto: legno “ ciliegio “ Dimensione: cm. 9 x 13 x 2,3

Costruito da: “S. Branzini inc.” Stato di conservazione: ottimo

Note: il dipinto che raffigura il cliché è stato eseguito da G.B. Morale da Fermo e si trova presso la chiesa della Liberata di Petritoli .

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119

Cliscé Stampa

N° 9 Raffigurazione: S. Antonio con animali, accanto ad una sorgente.

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di zinco

Supporto: Legno “multistrato” Dimensione: cm. 13,2 x 18 x 2,2

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: discreto

Note: il cliché fa parte di un set di 3 lastre, la stampa veniva usata per i calendari; la lastra specifica veniva utilizzata per il colore rosso.

Lo spessore della base è stato rialzato con cartone dello spessore di 3 mm.

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120

Cliscé Stampa

N° 10 Raffigurazione: S. Antonio con animali, accanto ad una sorgente.

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato” Dimensione: cm. 13,2 x 18 x 2,2

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note: il cliché fa parte di un set di 3 lastre, la stampa veniva usata per i calendari; la lastra specifica veniva utilizzata per il colore blu

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Cliscé Stampa

N° 11 Raffigurazione: S. Antonio con animali accanto ad una sorgente

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato” Dimensione: cm. 13,2 x 18 x 2,2

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note: il cliché fa parte di un set di 3 lastre, la stampa veniva usata per i calendari; la lastra specifica veniva utilizzata per il colore giallo

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N° 64

Raffigurazione: teca di vetro con S. Innocenzo Iscrizione: S. Innocentiim Materiale: lastra di rame

Supporto: legno “ciliegio” Dimensione: cm. 17,7 x 8,7 x 2,2 Costruito da: Ramazzini Milano Stato di conservazione: ottimo

Note: sul fondo del supporto vi è un timbro ad inchiostro con scritto “ PREM.to LABOR.rio ARTISTICO S. RANZINI

Via Pietro Calvi, 2 Milano “

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123

Cliscé Stampa

N° 66 Raffigurazione: S. Antonio da Padova

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di rame

Supporto: legno “ciliegio” Dimensione: cm. 4,7 x 6,1 x 2,4

Costruito da: “Fiazza” Stato di conservazione: buono

Note: il nome Fiazza è inciso sulla manica del saio in basso.

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N° 4 Raffigurazione: un angelo con le braccia alzate

Iscrizione: Beato chi legge. Ascolta ed esegue gli insegnamenti di questo libro.

Materiale:lastra di ottone. Supporto: legno “mogano”

Dimensione: cm. 14,5 x 14 x 2,2 Costruito da:anonimo

Stato di conservazione: Rovinato Note:

N° 5 Raffigurazione: teca di vetro con S. Innocenzo

Iscrizione: S. Innocentiim Materiale: lastra di zinco Supporto: legno “rovere”

Dimensione: cm. 10,7 x 5 x2,2. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: buono Note: la teca con le reliquie sono custodite presso la chiesa di S. Anatolia

di Petritoli.

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125

Cliscé Stampa

N° 83 Raffigurazione: S. Antonio con animali, accanto ad una sorgente

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di rame

Supporto: : legno “ciliegio” Dimensione: cm. 11 x 14,5 x 2,4

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note: la lastra specifica veniva utilizzata per calendari in bianco e nero

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N° 13 Raffigurazione: un angelo con le braccia alzate

Iscrizione: Beato chi legge. Ascolta ed esegue gli insegnamenti di questo libro. Nella cinta si legge: Sono l’Angelo tuo custode.

Materiale: lastra di zinco Supporto: in legno dolce

Dimensione: cm. 8,5 x 8 x 2,3. Costruito da: D. Consonni Milano

Stato di conservazione: buono Note: il nome della ditta,che si trova nei due lati del supporto, è contornata da una ruota dentellata e da due bulini per incisori.

N° 46

Raffigurazione: donna Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di ottone Supporto: corpo di piombo

Dimensione:cm. 1,1 x 2,1 x 2,5. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: discreto Note:

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127

N° 71 Raffigurazione:donna seduta con accanto un cigno

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale:lastra di rame

Supporto: legno “ciliegio” Dimensione: cm. 2,9 x 5 x2,3

Costruito da: anonimo Stato di conservazione:buono

Note: usato per ricordini funebri

N° 32 Raffigurazione: paesaggio con una palma ed una croce

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di zinco Supporto: legno “rovere”

Dimensione: cm.5,7 x 3,7 x 2,5. Costruito da: anonimo

Note: usato per ricordini funebri

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N° 42 Raffigurazione: puttini che si baciano

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di piombo fuso su unico corpo

Supporto: Dimensione:cm. 2,3 x 1,6 x 2,4.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: discreto Note: usato per ricordini funebri

N° 47 Raffigurazione: Angelo seduto

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: legno “ciliegio”inciso su unico corpo

Supporto: Dimensione: cm. 1,2 x 2,5 x 2,3.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: discreto. Note: usato per ricordini funebri

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129

Cliscé Stampa

N° 20 Raffigurazione: traslazione della casa di Loreto da parte degli Angeli

Iscrizione: A. L. M. A. Associazione Lauretana fra i marchigiani Roma Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato” Dimensione: cm. 7 x 9,7 x 2,4.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione:buono

Note: nel cliché sono raffigurati gli emblemi della città di Roma e Ascoli e uno stemma con un picchio che sorvola dei monti

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N° 68 Raffigurazione:Angelo piangente ai piedi di una tomba

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale:lastra di rame

Supporto:legno “ciliegio” Dimensione:cm. 3,9 x 3,9 x 2,3.

Costruito da:anonimo Stato di conservazione:buono

Note: usato per ricordini funebri

N° 69 Raffigurazione: Angeli piangenti ai lati di un Ostensorio

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale:lastra di rame

Supporto:legno”ciliegio” Dimensione: cm.3,9 x 3,9 x 2,3.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note: usato per ricordini funebri

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131

N° 37 Raffigurazione: Croce con prato e alberi

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: Legno “ciliegio”

Supporto: unico blocco Dimensione: cm. 1,2 x 2,5 x 2,3.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note: usato per ricordini funebri

N° 44 Raffigurazione: Croce su sfondo di vegetazione varia

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di rame

Supporto:piombo Dimensione: cm. 2,5 x 3,6 x 2,5.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note: usato per ricordini funebri

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132

N° 50 Raffigurazione: Croce con fascio di rose al centro.

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: fusione in piombo corpo unico

Supporto: corpo unico Dimensione: cm. 1,7 x 2,3 x 2,5.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione:buone

Note: usato per ricordini funebri

N° 61 Raffigurazione: Croce

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: legno “ciliegio” Supporto: legno “ciliegio”

Dimensione: cm. 2,1 x 2,6 x 2,3 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: buono Note: il clichè è stato inciso direttamente sul legno

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133

N° 76 Raffigurazione:Croce con una piuma

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di rame Supporto:legno”ciliegio”

Dimensione: cm. 6,1 x 2,2 x 2,4 Costruito da:anonimo

Stato di conservazione: buono Note: il cliché veniva utilizzato per manifesti mortuari

N° 43 Raffigurazione: palma incrociata con una fiaccola

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di piombo Supporto: legno “ciliegio”

Dimensione: cm. 2,2 x 4,1 x 2,5. Costruito da: anonimo Stato di conservazione:

Note: il cliché veniva utilizzato per manifesti mortuari.

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134

Sezione II Stemmi Comunali

Cliscé Stampa

N° 25 Raffigurazione: stemma comune di Petritoli,

tre colli, tre pietre sormontate dalla Croce patente Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale:lastra di rame Supporto: legno “multistrato” Dimensione: cm. 1,7 x 5 x 2,3

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note: nella parte centrale, sopra la croce, per togliere lo stemma del fascio, è stato praticato un foro.

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135

N° 26 Raffigurazione: stemma comune di Petritoli, tre colli,

tre pietre e Croce patente Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: unico blocco di ciliegio Supporto:

Dimensione: cm. 1,7 x 5,1 x2,3. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione : discreto Note: nella parte centrale sopra la croce, è riportato lo stemma del fascio

N° 29 Raffigurazione: stemma comune di Petritoli, tre colli,

tre pietre e Croce patente Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: unico blocco di ciliegio Supporto:

Dimensione: cm. 2,3 x 2,5 x 2,5 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: discreto Note: nella parte centrale sopra la croce, è riportato lo stemma del fascio.

Nel fondo vi è incollata una sella di cartone compresso

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136

N° catalogo 55 Raffigurazione: stemma comune di Petritoli, tre colli,

tre pietre e Croce patente Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale:lastra di zinco Supporto: legno “multistrato”

Dimensione:cm. 1,8 x 2,1 x 2,4 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: discreto Note:

N° 58 Raffigurazione: stemma comune di Petritoli, tre colli,

tre pietre e Croce patente Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: legno di ciliegio Supporto: legno di ciliegio

Dimensione: cm. 1,8 x 2,1 x 2,4. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: rovinato Note: Come il n. 55. Nella parte centrale presenta un vistoso spacco, si è

preferito non stamparlo per non romperlo.

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137

N° 67 Raffigurazione: stemma comune di Petritoli, tre colli,

tre pietre e Croce patente Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di rame Supporto: legno ciliegio

Dimensione: cm 4,5 x 5,3 x 2,4. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione:buono Note: nella parte centrale sopra la croce, è riportato lo stemma del fascio

N° 70 Raffigurazione: stemma comune di Petritoli, tre colli,

tre pietre e Croce patente Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: blocco unico di ciliegio Supporto: ciliegio

Dimensione: cm. 4,6 x 5,2 x 2,2. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: buono Note: uguale al numero 29.

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138

N° 84

Raffigurazione: stemma comune di Petritoli, tre colli, tre pietre e Croce patente

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: zinco

Supporto: multistrato Dimensione: cm. 7 x 8 x 2,2.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: Ottimo

Note:

N° 75 Raffigurazione: stemma comune di Petritoli , tre colli,

tre pietre e Croce patente Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di rame Supporto: legno “ciliegio”

Dimensione: cm. 2,5 x 3 x 2,3. Costruito da:anonimo

Stato di conservazione: ottimo Note: uguale al numero 67

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139

N° 56 Raffigurazione: stemma del comune di Monte Giberto,

tre colli sormontati dalla lettera G Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di zinco Supporto:legno “multistrato”

Dimensione: cm. 2,3 x 2,6 x 2,4. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: discreto Note:

N° 34 Raffigurazione: stemma del comune di Monte Giberto,

tre colli sormontati dalla lettera G Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di zinco Supporto: legno “multistrato”

Dimensione: cm. 4,5 x5,3 x 2,2. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: discreto Note:

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140

N° 79 Raffigurazione: stemma del comune di Monte Vidon Conbatte

Tre colli, una luna e stella Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di rame Supporto: legno “ciliegio”

Dimensione:cm.1,4 x 2,1 x 2,3. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: buono Note: nella banda superiore è stato asportato lo stemma del fascio

N° 54

Raffigurazione: stemma del comune di Monte Vidon Combatte Tre colli, una luna e stella

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: blocco unico di ciliegio

Supporto: ciliegio Dimensione: cm. 1,2 x 2,2 x 2,3.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note:come 79

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141

Cliscé Stampa

N° 39 Raffigurazione: stemma del comune di Monsanpietro Morico,

tre colli, due santi e Croce patente Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di zinco Supporto: legno “multistrato

Dimensione: cm. 2,2 x 2,5 x 2,4. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: discreto Note:

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142

N° 45 Raffigurazione: stemma del comune di Monte Urano

tre colli, spighe di grano e una Croce Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale:lastra di zinco Supporto:legno “multistrato”

Dimensione:cm. 1,7 x 2,1 x 2,5. Costruito da:anonimo

Stato di conservazione: buono Note:

N° 48

Raffigurazione: stemma del comune di Monte Urano tre colli, spighe di grano e una Croce

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato Dimensione: cm. 1,5 x1,8 x2,5

Costruito da: anonimo Stato di conservazione:buono

Note: lo stemma è uguale al n° 45 cambiano le dimensioni

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143

Cliscé Stampa

N° 80 Raffigurazione: comune di Monteleone

Cinque colli sormontati da un leone rampante Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: blocco unico di ciliegio Supporto: ciliegio

Dimensione:cm. 1,5 x 1,7 x 2,5. Costruito da: anonimo

Note: Stato di conservazione: buono

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144

Sezione III Stemmi vari

N° 33 Raffigurazione: scudo con banda retta su cui inciso il fascio littorio

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di rame Supporto:legno “abete”

Dimensione:cm. 1,2 x 2,2 x 2,3. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione:discreto Note:

N° 35 Raffigurazione: scudo con banda retta con è inciso il fascio littorio

contornato di alloro Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale:lastra di rame Supporto: legno “ciliegio”

Dimensione: cm.2 x 3 x 2,5. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: buono

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145

Note: versione aggiornata della lastra 33, in quando sotto la banda trasversale reca un foro rettangolare con sportellino sul retro ,per

permettere di inserire una scritta all’interno.

Cliscé Stampa

N° 63 Raffigurazione: aquila, due fucili incrociati, un bersaglio concentrico,

una corona simboli dei “Cacciatori delle Alpi”. Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale:lastra di rame Supporto:legno “ciliegio”

Dimensione: cm. 8,4 x 10,5 x 2,4 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione:buono Note: rappresenta lo stemma dell’Associazione Nazionale tiro a segno

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146

N° 73

Raffigurazione: aquila sormontata da due fucili incrociati e un bersaglio, con una corona

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: rame

Supporto: legno “ciliegio” Dimensione:cm, 3,2 x 3,5 x2,4

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: ottimo

Note: come il 63

N° 40

Raffigurazione: stemma con due fucili e due bandiere incrociate, contornate di alloro.

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di ottone Supporto: legno “ciliegio”

Dimensione: cm. 2,3 x 2,4 x 2,4. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: discreto Note: come il 63, nel fondo vi è incollata una stella di cartone compresso.

N° 41

Raffigurazione: stemma con due fucili e due bandiere incrociate, contornate di alloro, con al centro un bersaglio concentrico

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: unico corpo di piombo

Supporto: Piombo Dimensione:cm. 1,8 x 2,2 x 2,4.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: discreto

Note: come il 63

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147

N° 77 Raffigurazione: aquila sormontata da due fucili incrociati e un bersaglio,

con una corona Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale:rame Supporto: piombo

Dimensione: cm 2,1 x 2,3 x 2,4 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: discreto Note: come il 63

N° 57 Raffigurazione: stemma Sabaudo

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di ottone

Supporto: piombo Dimensione:cm. 1,6 x 2 x 2,5.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione:discreto

Note:

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148

N° 82 Raffigurazione: stemma della Repubblica Italiana

Iscrizione: “Repubblica Italiana” Materiale: rame.

Supporto: legno “ciliegio” Dimensione: cm 1,5 x 1,7 x 2,4

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono.

Note:

N° 81 Raffigurazione: stemma della Repubblica Italiana

Iscrizione: “Repubblica Italiana” Materiale: rame.

Supporto: legno “ciliegio” Dimensione: cm 1,2 x 1,4 x 2,3

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note: come 82

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149

IV Sezione

Pubblicità

Cliscé Stampa

N° 21 Raffigurazione: un scarpone e un sciatore alla base

Iscrizione: “Calzature la Savina. Specialità in scarponi da lavoratore, da montagna e da sci. Lavorazione a mano

Materiale: lastra di zinco. Supporto: legno “multistrato”

Dimensione: cm.9,7 x 14,1 x 2,2 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione:buono Note:

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150

N° 23

Raffigurazione: i tre archi di Petritoli Iscrizione: “La Savina soc. calzolai – affini Petritoli

Materiale: lastra di zinco Supporto: legno “multistrato” Dimensione:cm. 12 x 5,6 x 2,3

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note:

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151

N° 30 Raffigurazione: scudo con banda trasversale

Iscrizione: “Officina autorizzata servizio “Magneti Marelli” Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato” Dimensione: cm. 2,6 x 3,8 x2,3

Costruito da: anonimo Stato di conservazione:buono

Note:

N° 36 Raffigurazione: marchio di un motociclo

Iscrizione: “Lambretta” Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato Dimensione:cm. 3,1 x 1,1 x 2,4.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

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152

Note:

N° 38 Raffigurazione: due marche di batterie per auto Iscrizione: “Magneti Marelli, Mabo, Bosch.”

Materiale: lastra di zinco Supporto: legno “multistrato Dimensione: cm. 4 x b2 x 2,3

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note:

N° 51 Raffigurazione: una marca industriale

Iscrizione: “Pegas” Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato Dimensione:cm. 5,2 x 2,4 x 2,4

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

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153

Note:

N° 52 Raffigurazione: marca d’industria.

Iscrizione: “Innocenti” Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato Dimensione: cm. 2,8 x 1,7 x 2,4.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note:

N° 53 Raffigurazione: triangolo equilatero con banda orizzontale alla base;

sormontata da sei colli e spighe di grano Iscrizione: “Valentini”

Materiale: lastra di zinco Supporto: legno “multistrato

Dimensione: cm. 3,9 x 3,7 x2,5 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: buono

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154

Note:

N° 59 Raffigurazione: marca d’industria

Iscrizione: “Magneti Marelli” Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato Dimensione:cm. 2 x 1,8 x 2,3

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note:

N° 22 Raffigurazione: motocicletta

Iscrizione: “Gilera” Materiale:lastra di zinco

Supporto:legno “ciliegio” Dimensione: cm. 10,3 x 5 x 2,3

Costruito da: anonimo Stato di conservazione:

Note: molto rovinato non stampato.

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155

N° 72 Raffigurazione: una motocicletta

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di zinco

Supporto:legno “ciliegio”. Dimensione:cm. 9,2 x 4,2 x 2,3.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note:

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156

N° 74 Raffigurazione: una P stilizzata e sullo sfondo una donna che cuce.

Iscrizione: “PFAFF”. Materiale: lastra di rame

Supporto:legno “multistrato” Dimensione: cm. 3,4 x 4,6 x 2,4.

Costruito da: anonimo. Stato di conservazione: buono

Note:

N° 78 Raffigurazione: due cerchi concentrici,con al centro e ai bordi una scritta Iscrizione: “CASSA DI RISPARMIO FERMO ABBONAMENTO AL

BOLLO UFFICIO DI FERMO” Materiale: lastra di rame. Supporto: legno “ciliegio”

Dimensione:cm. 1,1 x 1,1 x 2,5 Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: buono Note: non stampato

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157

Cliscé Stampa

N° 18 Raffigurazione: varie immagini

Iscrizione: “la tempesta “ di Alberto Lattuada Materiale:lastra di zinco

Supporto: legno “ciliegio” Dimensione: cm.13,5 x 13,2 x 2,4

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note: le locandine dei film venivano stampate per il Teatro dell’Iride adibito a cinema

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158

Cliscé Stampa

N° 19 Raffigurazione: immagini e scritte varie

Iscrizione: “Sinuhe l’egiziano Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato. Dimensione: cm. 8,2 x 8,8 x 2,4.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: buono

Note: le locandine dei film venivano stampate per il Teatro dell’Iride adibito a cinema

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159

Sezione IV Varia tipologia

N° 12 Raffigurazione: campana

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione. Materiale: lastra di zinco. Supporto: legno “rovere” Dimensione:cm. 6 x 8 x 2.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: discreto

Note:

N° 24

Raffigurazione: donna che proietta un film. Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di zinco Supporto: legno “multistrato” Dimensione: cm. 15 x 5 x 2,3.

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: discreto:

Note: probabilmente era un supporto per le lastre dei film.

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160

N° 49

Raffigurazione: una rondine Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: corpo unico di piombo Supporto: pionbo

Dimensione: cm. 3,1 x 1,8 x 2,5. Costruito da:” F. NEGRONI BOLOGNA”

Stato di conservazione:buono Note: la scritta è riportata su di un punzone sul corpo

N° 60

Raffigurazione: una rondine Iscrizione: : non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: corpo unico di piombo Supporto:piombo

Dimensione: 3,6 x 1,8 x 2,5 Costruito da:

Stato di conservazione: Note: ha le stesse caratteristiche del n° 49, cambiano solo le dimensioni.

N° 62

Raffigurazione: una rondine Iscrizione: : non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: corpo unico di piombo Supporto:piombo

Dimensione: 1,8 x1,4 x 2,5. Costruito da:

Stato di conservazione: Note: ha le stesse caratteristiche del n° 49, cambiano solo le dimensioni.

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161

Cliscé Stampa

N° 7 Raffigurazione: Norberto Perini Vescovo di Fermo

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale:lastra di zinco Supporto:legno “rovere”

Dimensione: cm. 9 x 13 x 2,2. Costruito da: anonimo

Stato di conservazione: buono Note:

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162

Cliscé Stampa

N° 8 Raffigurazione: donna mentre scende le scale. Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di zinco Supporto:legno “multistrato . Dimensione: cm. 5 x 7,8 x 2,2

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: discreto Note: probabile ricordo funebre

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163

Cliscé Stampa

N° 15 Raffigurazione: ecclesiastico con un libro in mano

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato . Dimensione: 4,7 x 8 x 2,4

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: discreto Note: probabile ricordo funebre

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164

Cliscé Stampa

N° 27 Raffigurazione: un uomo a mezzo busto.

Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione Materiale: lastra di zinco

Supporto: legno “multistrato Dimensione:

Costruito da: anonimo Stato di conservazione: discreto

Note: la lastra si presenta molto rovinata

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165

Cliscé Stampa

N° 28 Raffigurazione: torre con orologio di Moresco Iscrizione: non vi è riportata alcuna iscrizione

Materiale: lastra di zinco Supporto: legno “abete”

Dimensione: cm. 5x 7,2 x 2,3 Costruito da: Lucio Guarnieri Stato di conservazione: buono

Note: nel fondo sono stati apposti due rettangoli di ferro per aumentare lo spessore.

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166

Ilio Cuccù

Libri e opuscoli stampati nella tipografia

L’archivio della tipografia Fabiani, Nicola e Filemone, conserva oggi le alcuni libri stampati per il cav. Luigi Mannocchi, vari libricini, e alcuni manifesti rimasti appesi ai muri della tipografia e dietro le quinte del teatro dell’Iride di Petritoli. Come per i cliché abbiamo deciso di pubblicare questo materiale, non solo perché rappresenta 70 anni di vita della nostra comunità, ma anche perché rappresenta l’antica arte della “Stamperia”. L’impaginazione delle copertine, i vari tipi di caratteri usati, i fregi, le decorazioni, la carta e il modo di scrivere, che cambiano con il passare del tempo e delle epoche ma per testimoniare una forma d’“Arte” che non c’è più. “Conoscere la composizione manuale e stato utile ma non più indispensabile” così ci ha dichiarato un “vecchio” Petritolese emigrato a Jesi e proprietario di una modernissima “stamperia” , e rivedendo la foto della macchina “piana” e della grande ruota che lui azionava ad appena 8 anni, i suoi occhi sono diventati lucidi e, ha chiamato le sue due figlie e con una punta di orgoglio ha detto loro “queste sono le macchine con le quali lavoravo da ragazzo ed ho imparato il mestiere”. .

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167

A

Categoria: ricordo funebre Titolo: In Memoria del Cav. Gaetano D.R Scarsini

Autore: non riportato Pagine: 28

Copertina: Cartoncino grigio Formato cm.: 15,5 x 21

Stampato da: Tipografia Aldo Manuzio Petritoli 1896 Note: l’opuscolo è stato stampato il 27 maggio 1896 nel trigesimo della morte del Cav. Gaetano D.R Scarsini e offerto dagli amici:

Bertolini Giovanni, Mannocchi Giuseppe II, Donati Donato.

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168

B

Categoria: Statuto

Titolo: Statuto organico della Società di Fraterna Beneficenza Autore: Società di Fraterna Beneficenza

Pagine: 28 Copertina: carta colorata Formato cm.: 12 x 17,5

Stampato da: Tipografia Aldo Manuzio Petritoli 1899 Note: composto con numerosi tipi di caratteri e alcuni fregi,

molto rovinato.

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169

C

Categoria: Statuto Titolo: Statuto organico del Monte Frumentario di Moregnano

Autore: Monte Frumentario di Moregnano Pagine: 8

Copertina: cartoncino colorato Formato cm.: 13,5 x 21

Stampato da: Tipografia Aldo Manuzio Petritoli 1902 Note: fregi e caratteri sono in stile Liberty

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D

Categoria: Commedia Titolo: L’Alacoque ovvero la discepola del S. Cuore

Autore: Parroco S. Anatolia Pagine: 56

Copertina: cartoncino colorato Formato cm.: 12,5 x 17

Stampato da: Tipografia Niccola Fabiani 1908 Note: la grafica riprodotta sotto il titolo, è lo stemma della tipografia di Niccola Fabiani e rappresenta una

lettera N intrecciata con la F, sormontate da un cavallo alato.

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E

Categoria: registro Titolo: elenco nominativo delle persone beneficiate nel 1929

Autore: Opera Pia Lucentini Pagine: 12

Copertina: carta Formato cm.: 21 x 30,5

Stampato da: Tipografia Fabiani Petritoli 1909 Note: il registro è stato stampato nel 1909 probabilmente in

varie copie che dovevano servire per molti anni infatti la data stampata riporta solo le prime due cifre

dell’anno, le altre due sono aggiunte a penna.

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F

Categoria: Libro storico Titolo: alcune feste e costumanze caratteristiche nel circondario di fermo

Autore: Luigi Mannocchi Pagine: 64

Copertina: cartoncino colorato Formato cm.: 16,5 x 24,5

Stampato da: Tipografia N. Fabiani 1911 Note: il libro è scritto in carattere “Bodoniano”

e i titoli in gotico fiorito

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G

Categoria: libro Titolo: Esercizio farmaceutico a Petritoli, vincoli e privilegi-libertà

Autore:A. Allevi Pagine: 30

Copertina: cartoncino colorato Formato cm.: 16 x 24

Stampato da: Tipografia N. Fabiani Note: libro di difficile composizione in quanto

possiede molte pagine con note composte con corpo 10 e alcune tabelle.

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H

Categoria: opuscolo Titolo: Gli antichi oratori sacri in musica

Autore: Luigi Mannocchi Pagine: 16

Copertina: cartoncino colorato Formato cm.: 12,5 x 17,7

Stampato da: Tipografia Nicola Fabiani Note: opuscolo molto curato con fregi di contorno bodoniani

e “Motivi di applicazione” a forma di piccole stelle, scritto con molti tipi di carattere.

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I

Categoria: opuscolo Titolo: Ai terziari francescani di Petritoli

Autore: non viene riportato Pagine: 12

Copertina: carta Formato cm.: 12,5 x 17,5

Stampato da: Tip. Fabiani Petritoli 1915 Note: l’opuscolo è stato commissionato dal direttore dei Terziari

Francescani per farne dono ai confratelli e consorelle di Petritoli per il Natale del 1915

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L

Categoria: ricordo funebre Titolo: Edvige Donati. Vita angelica di una figlia di Maria

Autore: Vincenzo Ciotti Pagine: 24

Copertina: cartoncino grigio Formato cm.:12,8 x 20

Stampato da: Tipografia Nicola Fabiani Petritoli 1915 Note: Carattere “bodoniano” con alcuni titoli in “gotico”

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M

Categoria: libro Titolo: Ai gloriosi combattenti, discorsi e ricordi

Autore: Sac. Vincenzo Ciotti Pagine: 80

Copertina: cartoncino colorato Formato cm.: 13,5 x 20

Stampato da: Tipografia Nicola Fabiani 1925 Note: Carattere “bodoniano” con alcuni titoli in “gotico”

Fregi e “Motivi di applicazione” a forma di piccoli fiori.

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N

Categoria: opuscolo Titolo: Regolamento di Polizia Urbana

Autore: Comune di Petritoli Pagine: 36

Copertina: carta Formato cm.: 13,7 x 19

Stampato da: Tipografia Nicola Fabiani Petritoli 1928 Note: Carattere romano, “Motivi di applicazione”

a figure geometriche e fregi a forma di rose.

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O

Categoria: supplemento alla voce delle Marche n. 23 del 16 giugno 1957 Titolo: Santa Vittoria Astro dello stato Farfense

Autore: non citato Pagine: 16

Copertina: carta Formato cm.: 17,2 x 24,5

Stampato da: Tipografia Filemone Fabiani Petritoli 1957 Note: Opuscolo con copertina a colori.

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TERMINI GENERALI Amanuense: scrivano che, prima dell'invenzione della stampa, curava la trascrizione e la trasmissione di qualsiasi testo scritto (religioso, letterario, storico e scientifico). Calandratura: lisciatura della carta fabbricata a macchina. Scopo della calandratura è quello di togliere alla carta la ruvidezza della peluria, che nuoce alla buona stampa perché le illustrazioni risultano meno nitide. Design: progettazione grafica di uno stampato Fonditore: 1. operaio che, in una fonderia tipografica, lavora intorno alla fusione dei caratteri; 2. Proprietario di una fonderia tipografica; 3. Operaio che lavora alle macchine fonditrici annesse alle macchine compositrici (es. fonditore monotipista) 4. In senso storico equivale a incisore, disegnatore, creatore di caratteri. Grafico: 1. disegnatore con particolare attitudine all'impaginazione; 2. relativo alla stampa, incisione, litografia, fototipia, ecc. 3. che si esprime mediante un disegno; 4. relativo alla grafia, alla scrittura Grafismo: parte stampata di un testo. Incisore: maestro artigiano addetto alla creazione dei caratteri. Miniatore: artista che riempiva con disegni, lettere e ornamentazioni gli spazi lasciati in bianco dai copisti nei manoscritti antichi, colorandoli con il minio. Originale: soggetto e/o illustrazione da riprodurre. Procedimento grafico: gruppo di processi tecnici finalizzati ad ottenere uno stampato. Prestampa: complesso di operazioni che, partendo dall'originale, portano attraverso la progettazione grafica, alla realizzazione di prematrici, matrici e forme di stampa. Stampa: arte che consente di ottenere la riproduzione di un numero indefinito di copie di scritti, disegni, foto. Si ottengono riproduzioni stampando o (un tempo) imprimendo carta bianca, colorata o tessuti su caratteri, su forme tipografiche, su pietre litografiche, su lastre metalliche, su rulli cilindrici, su figurazioni ricavate con il bulino su superfici di legno, naturalmente spalmate prima con inchiostro adatto. I singoli processi con cui è possibile ottenere le riproduzioni vengono spiegati alle voci specifiche (processo calcografico, litografico, tipografico ecc.). Stampato: oggetto finale derivante dal processo di stampa. Acquaforte: nome volgare dell'acido nitrico; in arte si definisce il processo di incisione su rame inventato da Albert Dürer (altri lo

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attribuiscono a Tommaso Finiguerra, orefice fiorentino). Questo processo consiste nel versare l'acquaforte (miscela di acido nitrico, acido solforico e acido cloridrico allungati) sopra uno strato - disteso su una lamina di rame - di speciale vernice resinosa su cui, con una punta d'acciaio già si è inciso il disegno in precedenza. L'incisione con l'acquaforte si esegue su rame o anche su acciaio e su zinco. Caratteri mobili: sono i primi caratteri inventati da Gutemberg. Erano dei piccoli fusticini di legno che portavano intagliata all'estremità superiore la figurazione di una lettera. Con questo primo tipo di c.m. la mutabilità delle condizioni atmosferiche e la difficoltà nell'intaglio non consentivano condizioni regolari per l'allineamento e l'avvicinamento. Fu così che ben presto si sostituì il metallo al legno, incidendo in esso l'occhio della lettera. E' però grazie a Schoeffer, aiutante di Gutemberg, che si riuscì ad incidere dei punzoni coi quali battendo le relative matrici si ottenne la fusione del fusticino recante la lettera formata in rilievo. Composizione: è il lavoro del compositore tipografo che compone parole, segni, righe, tabelle, formule per giungere alla pagina stampata. Oggi è il coordinamento dei vari elementi tipografici di uno stampato. Fino all''800 la composizione era esclusivamente eseguita a mano, in seguito divenne meccanica ed infine computerizzata. Crocini da registro: crocette che vengono messe sui bordi dei diversi astralon da sovraporre in modo che l'immagine finale sia data dalla perfetta sovrapposizione degli stessi. Cromografia: tecnica di stampa relativa alla stampa a colori Cromolitografia: stampa litografica a colori; è il risultato della stampa, per sovrapposizione, d'un disegno parzialmente lavorato su varie pietre. Incunaboli: libri che, come bambini usciti dalla "cuna", furono pubblicati nei primi anni dell'invenzione della stampa corrispondenti al XV secolo fino al 1520. Vi è qualcuno che vorrebbe chiudere l'età degli incunaboli con il 1517, anno in cui Lutero si rivelò riformatore della religione cattolica affiggendo alla porta della cattedrale di Wittemberg le sue 95 tesi contro le indulgenze, ma questa data non è attendibile secondo tutti gli storici. Macchine da stampa: sono le macchine che eseguono l'operazione della stampa, nelle quali un foglio o un nastro di carta viene premuto contro una forma o una lastra previamente inchiostrata, in modo che l'inchiostro si trasferisca dalle parti inchiostrate alla superficie della carta. I sistemi principali sono:

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macchina a pressione piana o platina macchina. a pressione piano – cilindrica macchina per stampa litografica torchio a mano macchina rotativa macchina per stampa calcografica torchio a mano macchina piano - cilindrica con scarica dell'inchiostro a strofinamento macchina rotative con scarica a raschietto Macchina linotype: macchina per comporre caratteri mediante fusione di linee di lega di piombo. Installata per la prima volta nel 1886 e impiegata per circa un secolo soprattutto per giornali e libri. Il suo inconveniente più grosso: se era necessario correggere anche una sola lettera del testo bisognava sostituire tutta la riga. Macchina monotype: macchina compositrice di testo mediante fusione di caratteri singoli. Impiegata per produzioni di qualità e inventata verso la fine del secolo scorso (1895 ca.). A differenza della linotype il procedimento di composizione e fusione avviene su due macchine diverse: la tastiera e la fonditrice. Non ha preso il sopravvento rispetto alla linotype perché il procedimento di stampa è molto più lungo. Macchina piana: nella stampa tipografica è detta piana o "platina" quella macchina in cui la pressione viene esercitata da un piano, che si muove parallelamente contro la forma pure disposta su un piano. Nella stampa litografica sono dette così le m. piano cilindriche in cui la pressione viene esercitata da un cilindro contro la pietra o lastra da stampa, che si muove tangenzialmente al cilindro che ruota. Macchina rotativa calcografica: detta brevemente rotocalco si basa sul principio di togliere l'eccesso di inchiostro da una matrice cilindrica in incavo con una lama raschiante. L'unità di stampa è costituita da un cilindro di pressione costituito di un tessuto gommato; da un cilindro porta matrice; da un rullo inchiostratore sottostante che ricopre tutta la matrice di un inchiostro fluido contenuto in calamaio a vaschetta; infine da una sottile lama raschiante d'acciaio, con un angolo di 45° lungo tutta la superficie cilindrica della matrice da cui asporta l'eccesso di inchiostro che ricade nella sottostante vaschetta del calamaio. Macchina rotativa litografica: come nelle rotative tipografiche l'organo porta lastra è un cilindro sul quale è avvolta e tesa la lastra stampante. In questo primo tipo di m. la stampa avveniva direttamente tra cilindro e cilindro. Esse sono state ora totalmente sostituite dalle rotative a stampa litografica indiretta dette offset (vd.).

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Macchina rotativa tipografica: m. a pressione completamente cilindrica ove la pressione di un cilindro rotante avviene contro un altro cilindro rotante ove è posta la forma. Metallografia: denominazione generica di ogni tipo di lavoro eseguito con il metodo litografico su lastra metallica. Offset: nella m. offset (rotativa a stampa litografica indiretta) la lastra inchiostrata non stampa direttamente sul foglio di carta come in tutti gli altri sistemi di stampa, ma su un tessuto gommato, avvolto e teso su un cilindro; dal tessuto gommato l'impronta si trasferisce sul foglio finale, che viene così stampato indirettamente. Questo passaggio su un elemento intermedio prima di arrivare alla carta permette la stampa di matrici a retino riproducenti le mezzetinte, anche su carte a superficie ruvida. Offset a bobina: sono offset per la carta continua in bobine, dove ai vantaggi dell'offset si aggiungono quelli della rotativa. Servono per la stampa di giornali e riviste a colori e permettono la stampa sino a 4 colori da una parte del nastro e 2 dall'altra. Processo calcografico: arte di incidere in incavo su rame. E' l'opposto della calcotipia che à la denominazione per definire l'arte dell'incidere in rilievo sullo stesso metallo. L'inchiostro da stampa, che inizialmente viene steso su tutta la lastra, viene poi raschiato via dalla sua superficie liscia e lucida e rimane solo negli incavi. Si preme poi fortemente il foglio di carta contro la lastra e l'inchiostro rimasto negli incavi viene ad aderire alla carta, tanto più rilevata quanto più profondo è l'incavo. Questo rilievo, percettibile al tatto nelle stampe da incisioni manuali (bulino, punta secca, acquaforte) ma non più nelle stampe da incisioni fotomeccaniche (eliotipia, rotocalco), riproduce le variazioni di tono delle figure. Tre sono i gruppi di macchine usati per la stampa calcografica: 1. i torchi a mano, 2. le piano-cilindriche, 3. le rotative. Processo incavografico: è un particolare tipo di calcografia, quella che fa uso di macchine rotative. Con questo processo, brevettato nel 1910, è possibile la stampa rapida di qualsiasi illustrazione su carta comune. Per realizzarlo si fa un negativo del disegno o della fotografia che si vogliono stampare. Da questo negativo si ricava un diapositivo reticolato che viene trasportato sulla lamina di rame che riveste il cilindro stampatore della macchina. La pellicola si attacca al cilindro e viene trattata e sviluppata come una qualsiasi fotoincisione nella quale si incavano chimicamente le parti, che devono restare profonde un decimo di millimetro. In seguito un

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cilindro riempie con inchiostro le parti incavate ed un coltello asporta l'inchiostro in eccesso. Processo litografico: processo mediante il quale si ottiene, su foglio di carta o metallico, la riproduzione di ciò che è stato scritto, disegnato o inciso su una pietra calcare di natura particolare con una matita grassa o con un inchiostro speciale. E' cioè un procedimento di stampa in piano o planografico nel quale la matrice è costituita da una spessa lastra di pietra calcarea speciale o da una sottile lastra di zinco, che porta sulla sua superficie piana sia le parti stampanti, con le figure o le lettere, sia le parti non stampanti. Oggi questo sistema è stato sostituito dalla cosiddetta litografia offset che si ottiene in modo indiretto (vd. stampa indiretta). Processo permeografico: procedimento di stampa tramite la pressione tra la forma o altro dispositivo stampante e il supporto, che impiega forme con lettere permeabili all'inchiostro. Processo rilievografico: procedimento di stampa che impiega forme aventi i segni, le lettere o i disegni in rilievo rispetto alle zone non stampate. Si comprendono sotto questo nome tutte le riproduzioni fotomeccaniche che, stampate danno l'illusione del rilievo. Serigrafia: metodo di stampa in cui l'inchiostro viene fatto passare attraverso le maglie di un tessuto di seta, preventivamente otturate nelle zone non stampanti. Stampa a incisione: comprende l'incisione in rame o in acciaio (vd. processo calcografico). Stampa a rilievo: stampa che dà effetto di rilievo a diciture, stemmi, disegni che vengono elegantemente a emergere sulla faccia della carta rispetto alle zone non stampate. E' usata soprattutto per intestazioni di carta da lettera, fatture, biglietti da visita. Stampa diretta piana: procedimento di stampa in cui la pressione viene esercitata da un piano, che si muove parallelamente contro la forma pure disposta su un piano. Nella stampa litografica è così detta la stampa con m. piano cilindriche in cui la pressione viene esercitata da un cilindro contro la pietra o lastra da stampa, che si muove tangenzialmente al cilindro che ruota. Stampa diretta rotativa: stampa in cui l'organo porta lastra è un cilindro sul quale è avvolta e tesa la lastra stampante. In questo primo tipo di stampa la stampa avveniva direttamente tra cilindro e cilindro. E' stata ora totalmente sostituita dalla stampa litografica rotativa indiretta detta offset Stampa indiretta rotativa: modo per definire il processo di stampa offset.

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Stampa planografica : altro modo per definire la litografia. Stereotipia: nome della lastra solida di metallo, di gomma, di materie plastiche ottenuta colando lega di materiale fluido su apposita impronta in rilievo, duplicata. Torchio: è il nome dell'arnese che servì per ottenere riproduzioni stampate di silografie e di composizioni fatte con caratteri mobili. Si crede che il torchio primitivo sia stato copiato da Gutemberg da uno strettoio da vino. Torchio calcografico: è l'arnese che serve per la stampa delle incisioni in incavo. Ci sono torchi calcografici a pressione piana (torchi a mano), a pressione strisciante (m. piano-cilindriche), a pressione cilindrica (m. rotative). La stampa si effettua adoperando uno speciale inchiostro, assai duro, che diventa molle al contatto della lastra incavata, poiché essa durante la tiratura si riscalda. Xilografia: arte di incidere ed intagliare sul legno(solo?) figure e caratteri in rilievo. L'artista xilografo con il bulino scavava le parti bianche rispettando le parti disegnate, le quali formavano poi in rilievo la figura che si voleva ottenere. Oggi la fotografia sostituisce il lavoro dello silografo, che rimane un artista e non più anche un artigiano. Astralon: supporto trasparente su cui vengono riportati tutti gli elementi che concorrono a formare uno stampato (testi, composizioni, tratti, mezzetinte, fotolito). Cliché tipografico: lastra di rame o di zinco da formare, ricoperta di gelatina fotosensibile, che viene posta a contatto dell'immagine fotografica. Copia cianografica: copia dello stampato effettuata su carta fotosensibile a base di sali di ferro (ferrocianuro potassico). Effetto moiré: errore di retinatura consistente nella sovrapposizione di punti che rende confusi e brunastri i segni per effetto dell'accumulo di inchiostri in alcuni punti e della sottrazione degli stessi in altri. Infatti la brillantezza e chiarezza dello stampato in quadricromia deriva dal fatto che i punti giacciono uno accanto all'altro piuttosto che sovrapposti. Viene anche detto marezzatura. Effetto sgranatura: eccesso di ingrandimento di immagini al tratto in cui la linea risulta meno nitida. Fotocomposizione: è una composizione effettuata fotograficamente. Il principio su cui si basavano i primi modelli di fotocomposizione era quello del monotype, con la sostituzione del "gruppo di fusione" con la camera oscura e delle matrici incise con delle matrici fotografiche recanti

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i caratteri in negativo. L'avvento della fotocomposizione si realizzò, verso la fine degli anni '50 quando, con le prime macchine offset, si pensò di ottenere una pellicola fotografica del testo eliminando tutti i passaggi precedenti. L'evoluzione della tecnologia elettronica con i processori elettronici ha velocizzato notevolmente il processo di composizione e i problemi ad esso connessi. La fotocomposizione oggi si articola in tre sistemi: 1. ottico - meccanica; 2. crt o a tubo catodico; 3. a raggio laser. In tutti tre i sistemi il prodotto ottenuto è una pellicola o una carta fotografica che, sviluppata in camera oscura, reca impressa la composizione. La differenza tra i tre consiste nel tipo di fonte luminosa usata per ottenere l'impressione della pellicola. Le ultime generazioni di sistemi dedicati alla fotocomposizione sono stati rivoluzionati dall'avvento dei personal computer e dell'invenzione del Post Script, una soluzione per unire testo e grafica in una pagina. Oggi con uno stesso computer è possibile controllare uno scanner piatto per digitalizzare le immagini - cioè tradurle in raggio di luce laser -, eseguire l'impaginazione e comandare le fotounità con cui ottenere le pellicole per la preparazione delle matrici da stampa. Fotolito: sono così chiamati gli impianti stampa per offset eseguiti su pellicola fotografica trasparente utilizzati per realizzare immagini. La fotolitografia, infatti, è un processo di stampa litografica in cui l'immagine viene riprodotta su lastra, plastica o gomma attraverso una trasposizione fotomeccanica, che utilizza cioè la luce per ottenere la matrice da stampare. Esistono fotolito di tre tipi: 1. al tratto; 2. retinati o mezzatinta e 3. policromi. Fotolito al tratto: sono le immagini a tinta continua senza sfumature. Quando un'immagine al tratto viene ridotta bisogna tener conto dell'assottigliamento degli spessori; quando invece viene ingrandita del possibile effetto sgranatura. Fotolito mezzatinta: per ottenere una mezzatinta si fotografa il soggetto originale accoppiato a retini di grandezza variabile. La retinatura restituisce un soggetto ripartito in puntini di superficie stampante diversa, visibili ad occhio nudo: sono questi che conferiscono le sfumature e l'intensità dei toni, mentre la definizione dei dettagli dipende dalla frequenza delle linee del retino. Fotolito in policromia: il procedimento adottato è analogo al fotolito al tratto, selezionando l'originale e scomponendolo negli elementi cromatici. –

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Macchine dedicate: macchine che prima dell'invenzione dei programmi di fotocomposizione svolgevano,"erano dedicate" esclusivamente alla composizione meccanica. Matrice: modello impiegato per ottenere la forma di stampa. Punzone: asticciola, blocchetto o simile, in acciaio duro, con un'estremità profilata a lettera, numero o sigla, che serve per marcare il cubetto di rame che forma la matrice. Nella tastiera della monotype, asticine, infisse nelle bacchette porta-punzoni, che perforano il nastro di carta che poi dovrà passare alla fonditrice per la fusione della composizione. Retinatura Retini a modulazione d'ampiezza Retini a modulazione di frequenza Scanner: apparecchio che esegue la selezione e la correzione elettronica dei colori. Scanner significa "analizzatore" o "dispositivo di esplorazione", esso legge l'immagine nei minimi particolari. Il principio di funzionamento dello scanner prevede tre operazioni: lettura dell'originale, manipolazione dei dati ottenuti, scrittura. L'originale, montato su un cilindro rotante a circa 20 giri al secondo, si presenta alla cattura o scansione dell'immagine, non nella sua globalità, ma per rilevamenti successivi di punti estremamente piccoli. Il rapido susseguirsi dei singoli elementi detti "pixel" viene convogliato in un sistema ottico che provvede alla selezione delle tre radiazioni principali (rosso, verde, blu). I segnali elettrici, a questo punto possono essere manipolati, corretti, deformati per poi essere trasformati in variazioni di luce che, con il raggio laser, vanno a impressionare la pellicola. Abbinando lo scanner al computer si possono ottenere molte modifiche dell'immagine come ritoccare una foto, scontornare, allungare e deformare figure, allungare fondi di foto, fare delle variazioni cromatiche delle immagini, realizzare fotomontaggi ad effetto. Progressiva: sequenza della stampa dei colori, eseguita durante le prove di fotolito per ottenere il risultato voluto. La sequenza dei colori deve essere rispettata. Normalmente in una macchina a quattro colori si stampa prima il giallo, segue il rosso, il blu ed infine il nero. Il blu viene stampato dopo il rosso perchè può alterare i verdi; nei lavori di precisione è meglio stampare il nero prima del rosso. Segnatura: il termine deriva da una antica tecnica che indicava su un lato prestabilito del foglio di macchina quale fosse la prima pagina e contrassegnava con sequenze alfabetiche in successione i fogli che piegati costituivano l'intero volume.

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Stampa diretta: condizione in cui l'inchiostro viene trasferito in modo diretto dalla forma al supporto di stampa. Stampa indiretta: condizione di trasferimento intermedio dell'inchiostro a un elemento interposto tra forma e supporto di stampa. Tiratura: numero di copie stampate o da stampare di una qualunque commessa di lavorazione tipografica. Bandiera: quando la giustezza è allineata da un lato mentre dall'altro non è giustificata. Carattere (nomenclatura): è l'insieme delle lettere dell'alfabeto studiate e disegnate appositamente per la stampa. Sulla base delle caratteristiche delle aste e dei tratti i caratteri si distinguono in quattro gruppi: 1. romano antico poca differenza di spessore tra aste grosse e sottili accentuate raccordate alle aste in modo curvilineo 2. romano moderno grande differenza di spessore sottili raccordate alle aste con minima curvatura 3. egiziano nessuna differenza di spessore rispetto alle aste e raccordo rettilineo 4. lineare-bastone nessuna differenza di spessore mancanza di grazie Canale: lieve scanalatura che si trova sotto il piede di ogni fusto di carattere. Corpo: in un carattere la massima distanza tra la spalla superiore e la spalla inferiore del parallelepipedo metallico su cui è fusa la lettera. Larghezza: misura del fusto del caratterini ampiezza. Occhio: è l'impronta stampata della lettera, è cioè la parte in rilievo di un carattere tipografico. Piede: base del fusto del carattere tipografico. Spalla (inferiore o superiore): nella faccia superiore del fusto del carattere tipografico parte non occupata dall'occhio della lettera. Tacca: taglio fatto sul fusto del carattere a poca distanza dal piede dello stesso e che indicava al compositore il giusto senso con cui doveva "prendere in mano" la lettera dallo scompartimento della cassa tipografica per portarla sul compositoio. Forma ortografica: indica se l'alfabeto è maiuscolo o minuscolo. Pendenza: rapporto tra l'asse delle aste e la riga. Tono: valore chiaroscurale della lettera. Grazie: tratti terminali della lettera posti con funzione prevalentemente decorativa Stile: modo di esprimersi di un'epoca attraverso il disegno delle lettere. Ad esempio ci sono stili medievali, lapidari, bodoniani, ornati. Lo stile liberty o floreale è un particolare tipo di ornato in voga agli inizi del novecento.

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Centrato: quando la lunghezza delle righe è allineata sull'asse centrale della giustezza. Definizione (alta): precisione delle linee di un retino fotografico. Elzeviro: 1. volume stampato nelle officine degli Elzevir; 2. nome dei caratteri che Van Dyck incise per gli Elzevir; 3. articolo d'argomento artistico, storico, letterario, o anche recensione o racconti che un giornale pubblica in apertura di terza pagina, generalmente stampato con il carattere omonimo. Fregio: sono decorazioni realizzate con linee elaborate di diverso spessore o con disegni. Giustezza: è la lunghezza stabilita in righe tipografiche di una riga di testo composta. Giustificato: quando la giustezza è allineata su entrambe i lati. Interlinea: spazio interposto tra una linea di testo e la successiva in senso verticale. Punto tipografico: unità di misura tipografico pari a mm. 0,37593986 Affiche: manifesto Bianca: poiché il foglio macchina viene stampato su entrambe i lati, si definisce "bianca" il passaggio di stampa che imprime un lato del foglio e "volta" il successivo passaggio che imprime il lato opposto. Viene considerato "bianca" il lato dove appare la prima pagina della segnatura. Brossura: tipo di legatura economica in cui la copertina è in semplice carta pesante o "rustica"; 2. tipo di legatura economica in cui i fogli non sono cuciti ma incollati con uno speciale procedimento. Colophon: voce greca che significa compimento, chiusura. E' cosiddetta nei manoscritti l'annotazione terminale recante i nomi dell'autore, dell'amanuense o stampatore, il luogo e la data di pubblicazione; nei libri moderni la medesima cosa introdotta dalla forma "finito di stampare" collocata al termine del libro. Filigrana: contrassegno o marca che i fabbricanti di carta usarono fin dai tempi più antichi per contraddistinguere i prodotti delle loro cartiere. Sono così chiamati anche la figura o il disegno che contraddistingue le varie qualità o i vari formati della carta. Foglio macchina: è il foglio nel formato intonso, che esce dalla macchina da stampa Formato di pagina: è la dimensione standard di un foglio. Fu Giorgio Cristoforo Lichtenberg (1742 - 1799) che propose formati unificati per tutti i fogli d'uso pubblico, il cui principio si basava sulle misure di un

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foglio avente l'area di 1 m. quadrato, con rapporto tra i lati di 1:_2. Il formato base risulta così essere un rettangolo di lati 84,1 x 118,9 cm. Successivamente nel 1922 e poi nel 1934 tale proposta fu assunta ufficialmente dalla Federazione Internazionale delle Associazioni Nazionali di Normalizzazione ISO e il formato UNI fu utilizzato sia dai produttori di carta che nella stesura e nella corrispondenza di atti privati e pubblici. Grammatura: una delle proprietà fisico - chimiche della carta ovvero il peso per metro quadrato espresso in grammi. Incollaggio: operazione funzionale a far aderire con colle due parti separate; Si usa particolarmente in legatoria nella rilegatura di carte o tele su piani di volumi, di dorsi a libri, ecc. Libro (nomenclatura: frontespizio, dorso, piatto, unghia dei piatti, risguardo): insieme di fogli stampati, legati e protetti dalla copertina. Capitello: bordatura in tessuto o in pelle applicata in testa o al piede del dorso di un volume rilegato. Dorso: striscia di tela che unisce i due piatti della copertina di un libro. Frontespizio: facciata principale del libro che contiene il nome dell'autore, il titolo dell'opera, l'editore, il logotipo. Occhietto od occhiello: titolo del volume che un tempo veniva racchiuso in un ovale. Pagine di rispetto: due facciate bianche inserite oltre ai risguardi nelle edizioni di un certo valore. Piatto: ciascuno dei due cartoni di una copertina. Retro frontespizio: pagina che raccoglie tutti i dati inerenti all'opera come proprietà letteraria, imprimatur, data e numero di edizione, officina grafica e nome dei collaboratori esecutivi dell'edizione. Risguardo: foglio posto all'inizio e alla fine di un libro, che copre da una parte il cartone della copertina e dall'altra i fogli di apertura e di chiusura del volume. Sovraccoperta: foglio di carta in genere plasticata, avvolto attorno al volume per proteggere la copertina. Liflet: volantino Manifesto: foglio stampato e affisso in luogo pubblico al fine di far conoscere alla collettività un fatto, un prodotto, un programma. Piegatura nomenclatura (cartesino, ottavo, sedicesimo): poiché per ragioni di economicità un libro non può essere stampato una pagina alla volta, le pagine vengono disposte nella forma di stampa secondo una prestabilita

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progressione numerica. Negli stampati ogni foglio macchina reca una "segnatura" (vd.) di un determinato numero di pagine a seconda dei diversi formati e delle sequenze delle pieghe. Si dice cartesino il fascicolo formato da 4 pagine (1 piega); ottavo il fascicolo formato da 8 pagine (2 pieghe); sedicesimo il fascicolo formato da 16 pagine (3 pieghe); Poster: manifesto Rilievo: parte rilevata che risalta dal piano di una copertina di libro. Volantino: foglietto volante distribuito al pubblico, contenente informazioni di vario genere, propaganda, pubblicità. Volta: poiché il foglio viene stampato su entrambe i lati, si definisce "bianca" il passaggio di stampa che imprime un lato del foglio e "volta" il successivo passaggio che imprime il lato opposto.

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Bibliografia

Barbieri B.F., Il libro a stampa, Curcio, Roma 1965. Campionario Caratteri Nebbiolo, Torino, tipografia interna società Nebbiolo, 1957. Campionario Caratteri Nebbiolo, Torino, tipografia interna società Nebbiolo, 1965. Colombo P., La legatura artistica storia e critica, Ed. Raggio, Roma 1950. Di Nola A., Libro, ad vocem, in Enciclopedia Einaudi, VIII, Torino 1979 Enciclopedia del Negoziante ossia Gran dizionario del commercio. Venezia Giuseppe Antonelli 1843. Enciclopedia Universale Illustrata. Milano: C.E. Francesco Vallardi 1895. Garrizzo P.A., La stampa incisa, Lattes, Torino 1907. Nuova Enciclopedia Popolare Italiana, Torino: U.T.E.T.,1863. Pallottino P., Storia dell’illustrazione Italiana, Zanichelli, Bologna 1988. Santi Mazzini G., Storia antologica del libro, Leopoldo foschi editore Bologna 1991. Scapecchi P., Aldo Manuzio. I suoi libri, i suoi amici tra XV e XVI secolo, Franco Cantini Editore, Firenze 1994. Montecchi G.,La città dell’editoria, SKIRA editore, Milano 2001.p.28

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Indice dei nomi e cose notevoli

A acquaforte.............. 92; 93 acquatinta .............. 92; 93 aldini ........................... 55 Aldini .......................... 23 Aldo Manuzio ............. 29 Aldo Manuzio il Giovane

............................... 24 alfabeto ................. 16; 21 Alinari ......................... 27 Altezza ........................ 57 Amandola .................... 31 anima........................... 52 antimonio .................... 55 asta dentata .................. 42 B Bacon e Donkins ......... 38 balestra ........................ 52 bancale ........................ 46 banchi banco banconi .. 59 battitoio ....................... 53 Bemporad .................... 27 Bensley ....................... 38 bianca e volta .............. 38 bianchi lineari ............. 52 bianchi tipografici ....... 87 Bibbia .................... 21; 55 Bibbia Mazarina .......... 21 bisellatore .................... 53 Bodoni................... 24; 56 bodoniani ......... 24,56; 61 breviari ........................ 23 bronzo ......................... 41 Bruce ........................... 55 bulini bulino .......... 92; 93 C Calamaio ............... 40; 44 Calamaio a tavola ........ 40 calami .......................... 18 calcografia ............. 27; 93 calendari ................ 77; 81 Canale ......................... 57 Cani ....................... 41; 44 Cappello ...................... 33

carattere ....................... 55 caratteri ..... 21; 24; 38; 39;

48; 59 caratteri di vetro ........... 21 caratteri in piombo ....... 21 caratteri mobili ............ 20 Carlo Magnoni ............. 44 carrello ......................... 52 carro ............ 33; 36;39; 40 carta ................. 18; 26; 92 cartapecora ............ 17; 34 cartiera ......................... 18 casellari........................ 52 cassa alta ...................... 59 cassa bassa ................... 59 cassa per i caratteri ...... 46 cassetti ......................... 59 Cavafoglio ............. 42; 44 Charles Stanhope ......... 34 chiave a gruccia ........... 50 cilindro cilindri 38; 39;

40; 41; 42; 44; 50 Cliché ..................... 92;94 codice codici 16;17; 19;20 codici xilografici .......... 20 Colunbia ...................... 35 Compositoio .......... 46; 47 compositore21; 24; 52; 59 composizione .. 46; 49; 52;

87; 156 composizioni ............... 49 contrappeso .................. 35 copertina ...................... 19 corde ............................ 24 cornici .......................... 58 corpi ............................. 85 corpo .......... 33; 52; 57; 58 Corrado Saspach .......... 33 corsivi .......................... 55 Cosciali ........................ 33 Coster .......................... 20 Crenatura ..................... 57 cromolitografia ............ 27 cuciture ........................ 24

culla................. 33; 34; 40 cunei ............................ 50 curva linee ................... 53 cuscinetti ..................... 41 D Dall' Aglio ................... 25 Degener ....................... 37 dente di arresto ............ 42 diafania ....................... 27 didascalie .................... 20 Didot ............................. 8 disegnare ..................... 26 disegni ......................... 94 Distributori .................. 40 Donato Fabiani ............ 31 doppia azione .............. 38 dorso dorsi ............. 23; 24 Dryden ........................ 38 E eccentrici gemelli ........ 42 eccentrico .................... 41 editore ......................... 23 elettrolisi ..................... 92 Epithalamia ................. 25 F ferro............................. 48 fettucce di filo ............. 38 Filemone Fabiani ........ 31 filetti ................ 58; 84; 85 filigrana ....................... 22 foglia ........................... 52 fonditore ................ 21; 55 forma ..................... 37; 38 formato in 8°. .............. 23 forme ........................... 52 fotochimica ........... 92; 94 fotografia ..................... 27 fotografie ............... 92; 94 fotolitografia ............... 27 Francese ...................... 59 Fraschetta .............. 34; 39 fregi ................. 24; 58; 77 Fregi ...................... 81; 82 frontespizio ................. 22

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G George Climer ............. 35 ghisa ............................ 41 giornali ........................ 26 giornalismo ................. 25 Giuseppe Fabiani ........ 31 giustezza ............... 52; 53 gotico .......................... 55 graffiti ......................... 15 GrifFo Francesco ........ 23 Guide........................... 34 Gutenberg 20; 21; 22; 33;

34; 55 H Hoepli ......................... 27 I inchiostrare.................. 39 Inchiostrazione a tavoletta

............................... 40 inchiostri ............... 24; 25 inchiostro ........ 38; 39; 40 incisione in cavo ......... 92 incisioni ................. 27; 52 Incunaboli ................... 21 incunabolo ................... 22 ingranaggi ................... 40 interlineatura ............... 87 interlinee ............... 52; 87 italici ........................... 55 Italici ........................... 23 Italico .......................... 59 K Konig ....................... 25 L L’inchiostro ........... 16; 17 La stampa a impressione

cilindrica ................ 38 lastre ............................ 92 Laterza ........................ 27 Le Monnier ................. 27 Legatura alla Greca ..... 23 legature ....................... 19 legno ........................... 48 lettere .......................... 46 leva ........................ 39; 42 leve .............................. 42 Liberty......................... 37 libri .............................. 20 libri religiosi ................ 23 l'impressione ............... 38 l'inchiostro ................... 92

L'incisione ................... 92 lingotti ......................... 52 lingottiere .................... 52 linoleografia................. 93 linoleum ....................... 92 litografia ...................... 26 Loescher ...................... 27 Luchetti........................ 30 Luigi Mannocchi ... 29; 30 M macerazione ................. 18 macinare ...................... 39 Macinatori ................... 40 Magonza ...................... 20 Mallinckrot .................. 22 maniera nera ................ 93 Mannocchi ........... 30; 156 manoscritti ................... 20 Manuale tipografico ..... 25 Manuzio ...... 22; 23;29, 55 Manuzio Paolo ............. 24 Marco Fabiani .............. 31 marginatura ............ 58; 87 margini ........................ 52 Marinoni ................ 50; 51 matrice ......................... 55 matrici.......................... 92 meccanismo a vite ....... 35 Mesopotamia ............... 15 Mettifoglio ............. 41; 44 mezzatinta .................... 92 Mondadori ................... 27 Monterubbiano ...... 30; 31 morsure ........................ 92 movimento a strada

ferrata ..................... 39 Mozzi ........................... 33 N nerofumo ..................... 17 Nicola Fabiani ............. 30 O occhio .................... 57; 85 Ostiglia ........................ 27 P papiri ........................... 18 papiro ..................... 17; 18 Paravia ......................... 27 Pedaline ....................... 37 pergamena ............. 17; 18 PERGAMENA ............ 17 pergamene ............. 18; 20

Pergamo ...................... 17 Petritoli ....................... 30 piano ..................... 40; 42 Piano ..................... 33; 44 piatto ........................... 38 Piede ........................... 57 pietra ........................... 26 Pinze ..................... 41; 44 piombo ........................ 55 Platina ......................... 38 platine ......................... 37 polizza italiana ............ 59 porpora ........................ 17 prendifoglio ................. 40 Prenditore .............. 40; 44 puntasecca ............. 92; 93 punto ........................... 58 punzone ....................... 93 punzonista ................... 24 Q quotidiani .................... 38 R rame ............................ 92 rappezzi ....................... 52 registri comunali ......... 30 regoli ............... 48; 50; 52 regolo .......................... 48 richiami ....................... 22 righe ............................ 85 Robert ......................... 26 rocchetti ...................... 50 romani ......................... 56 rotoli ............................ 20 rotolo ........................... 17 rulli ........................ 37; 40 Rulli distributori .......... 44 Rulli macinatori .......... 44 rullo ............................. 40 ruota ............................ 39 ruota dentata ................ 41 S Sansoni ........................ 27 scaffalature .................. 52 scivolo ......................... 39 scrittura ....................... 21 scrittura a graffio ......... 18 segni di interpunzioni, . 46 Segni estralfabetici ...... 82 Senefelder ................... 27 serraforme ................... 53 serrature ...................... 50

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setolino ........................ 53 spaghi .......................... 42 Spaghi ......................... 44 Spalla .......................... 57 spazi ................ 46; 59; 87 spaziatura .. 52; 58; 59; 87 spessore del carattere .. 57 stagno .......................... 55 stampa ....... 15; 20; 26; 39 stampa in rilievo .......... 93 stampa su tessuto......... 93 stampare .......... 22; 23; 26 stampatore ....... 21; 23; 24 stampatori ................... 23 stamperia ......... 23; 24; 46 stamperie ..................... 50 Stamperie .................... 38 Steinberberg ................ 15 stracci .......................... 18 T tacca ............................ 85 Tacca ........................... 57 taglietto ....................... 52 tascabili ....................... 23

tavola ............... 38; 44; 48 Tavola .......................... 43 tavoletta ....................... 40 telaio ...................... 49; 50 Times ........................... 25 Timpano ................ 34; 39 tipografia .. 22; 23; 24; 25;

27 Tipografia A. Manuzio 29 Tipografia Fabiani ....... 30 tipografia Luchetti ....... 30 tipografia Manuzio ...... 30 tipografico ................... 26 tipografo ...................... 22 tiratura ......................... 22 tiretti ............................ 61 torchi ............... 23; 26; 39 torchi a leva ................. 21 torchio. 18; 24; 25; 33, 38;

40; 49; 93 torchio in ghisa ............ 34 torchio meccanico ........ 34 torchio meccanico

Americano .............. 35

Torresani Andrea ........ 24 Treves ......................... 27 Ts'ai Lun ..................... 18 V Vallardi ....................... 27 vantaggi ................. 49; 52 vantaggio ..................... 48 vernice molle ......... 92; 93 Vite ............................. 34 Vittoria Scoccia ........... 30 Volano ......................... 44 volume ........................ 24 W Weiler ......................... 37 William Nicholson ...... 38 X xilografia ..................... 92 Xilografia .................... 20 xilografica ................... 93 Z Zanichelli .................... 27 zinco ...................... 48; 92

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Finito di stampare nel mese di giugno 2001 dalle

ARTI GRAFICHE JESINE Jesi /An