In compagnia di Palladio

12

description

di Antonio Monestiroli

Transcript of In compagnia di Palladio

Page 1: In compagnia di Palladio
Page 2: In compagnia di Palladio
Page 3: In compagnia di Palladio

01. Figure

Brevi saggi di carattere monografico su architetti e artisti del passato e del presente. Gli autori sono architetti impegnati nel progetto e nell’insegnamento del progetto. I saggi intrecciano corrispondenze tra architetti e artisti lontani nello spazio e nel tempo, narrano quelle “affinità di spirito in relazione alle forme” su cui Henri Focillon ha scritto pagine memorabili.

Page 4: In compagnia di Palladio
Page 5: In compagnia di Palladio

7

C’è un età, nella vita di ognuno di noi, in cui non ci si può permettere di dire cose che non siano in qualche modo definitive. Io ho raggiunto quell’età per cui non pensavo

ormai di poter scrivere di Palladio proprio perché su questo lontano maestro non sono in grado di dire cose definitive.

Anche se, pensando a Palladio, mi rendo conto che è sempre stato presente, come un compagno segreto, per tutto il tempo del mio lavoro. Forse per le mie tante frequentazioni delle sue opere, per le tante visite fatte a Villa Barbaro a Maser, alla Basilica del Redentore a Venezia, a Palazzo Valmarana e al Teatro Olimpico a Vicenza. Ancora oggi quel mondo di forme mantiene, per me, il carattere di una apparizione, una apparizio-ne di opere al limite dell’immaginario eppure così reali da farmi credere che quella è la realtà dell’architettu-ra. Anche se provenienti da un tempo lontano queste opere mi hanno sempre dato una gioia che ha contato per me nel presente, anche a distanza dal tempo della costruzione.

La distanza fra il tempo dell’opera e quello della mia esperienza mi ha sempre lasciato indifferente. Mi è sempre capitato anche di fronte ai ruderi, che non ho mai considerato per il fascino della loro età avanzata ma sempre perché parti di un tutto di cui riconosco la grandezza. La riconosco come un valore del presente, e dunque in qualche modo trasportata nel tempo. Al di là di questa permanenza non ho mai provato alcuna emozione davanti a una qualsiasi antichità. L’esperien-

Page 6: In compagnia di Palladio

8

za delle opere di Palladio mi ha sempre accompagnato come testimonianza di una realtà, come una promessa mantenuta, come una speranza esaudita, anche se in un tempo diverso, da una costruzione che contiene e man-tiene viva nel tempo un’idea di bellezza.

«La bellezza – dice Palladio – risulterà dalla bella forma e dalla corrispondenza del tutto alle parti, delle parti fra loro e di quelle al tutto: conciossiaché gli edi-fici abbiano da parere uno intero e ben finito corpo nel quale l’un membro all’altro convenga et tutte le mem-bra siano necessarie a quello che si vuole fare»1.

Guardando la Basilica di Vicenza dalle vetrine di un caffè di fronte nel 1970, ho avuto la sensazione che quella fosse una realtà con cui avrei fatto i conti per tutti gli anni successivi. È stata un’esperienza entusia-smante come quella di trovarmi in un luogo in cui rico-noscevo me stesso. Che cosa è Palladio se non questo?

Così ho deciso di scrivere di Palladio. Senza avvertir-ne la presenza non ne avrei mai avuto un motivo valido.

Palladio è un architetto del Rinascimento che affron-ta l’architettura in tutta la sua ampiezza e complessità. Non ne affronta solo un aspetto ma affronta tutta l’e-stensione del suo statuto: dalla città al tema di progetto fino al linguaggio della architettura, attraverso il tipo e la costruzione.

Palladio è un architetto che trova nella città le ragio-ni dell’architettura. Da Palladio in poi l’architettura si

1. A. Palladio, I quattro libri dell ’architettura, Libro I, cap. I.

Page 7: In compagnia di Palladio

9

sviluppa sui temi posti dalla città, dai suoi nuovi modi di costruzione che comprendono la campagna.

La città di Palladio è la città dei palazzi ma è anche la città delle ville aperte sulla campagna nobilitata dalla loro presenza ed è la città dei grandi spazi della laguna, primo fra tutti il bacino di San Marco dove si affaccia il fronte di San Giorgio Maggiore.

Manfredo Tafuri scrive che l’architettura del fronte di San Giorgio Maggiore fu talmente ammirata dai ve-neziani che nei primi anni del ‘600 furono demolite le casette che ne impedivano la vista da Palazzo Ducale e dalla Piazza.2

Palladio ha una idea di città straordinariamente avan-zata rispetto al suo tempo, una città che prende forma dall’architettura che ne mette in scena la teatralità. Ogni edificio è pensato all’interno di questo program-ma e si costruisce su questo. Quel che bisogna sfatare è la diffusa opinione che la grandezza di Palladio stia nella riproposizione del linguaggio classico. Per Palla-dio il linguaggio classico è uno strumento per costruire una nuova architettura all’interno di un contesto vasto, che comprende la natura. Questo è il motivo per cui possiamo considerarlo un maestro anche per noi: perché ci insegna a cercare le forme rispondenti ai temi di architet-tura posti dalla città del tempo in cui viviamo.

La ricerca che Palladio svolge è la ricerca di una ulte-riore e più profonda definizione di quei temi.

2. M. Tafuri, Venezia e il Rinascimento, Torino 1985, p. 197.

Page 8: In compagnia di Palladio

Villa Barbaro, Maser, 1555(?)-57. Facciata. Da Ottavio Bertotti Scamozzi, Le fabbriche e i disegni di Andrea Palladio, tomo III, tav. XXI.

Page 9: In compagnia di Palladio

Villa Barbaro, Maser, 1555(?)-57. Veduta della facciata.Immagine tratta da Roberto Pane, Palladio, Torino 1947, p. 262

Page 10: In compagnia di Palladio

Canaletto, Veduta del Bacino di San Marco, 1738. Boston, Museum of Fine Arts.

Page 11: In compagnia di Palladio
Page 12: In compagnia di Palladio