(In) certe stanze

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Un gioco di specchi in bilico tra passato e presente, tra memoria e oblio. Un thriller filosofico sospeso tra sogni troppo reali e una realtà da incubo. Prefazione di Carlo Lucarelli.

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(in)certe stanzeCristiano Silvi – Luca Russo

«La morte d’una bella donna è il tema più poetico del mondo e le labbra più adatte a tale argomento

sono quelle di un amante orbato dell’amata».Edgar Allan Poe

(in)certe stanzeCollana «Prospero’s Books» n. 4I edizione: aprile 2007

Soggetto e sceneggiatura: Cristiano Silvi(da un’idea di Pasquale M. Napolitano)Disegni: Luca RussoPrefazione: Carlo LucarelliLettering: Carlo PiscicelliProgetto grafico: Daniele InchingoliGrafica di copertina: Carlo PiscicelliIllustrazioni di copertina e interne: Luca Russo

Copyright © 2007 Tunué Srl

Tunué SrlVia degli Ernici 3004100 Latina – [email protected]

Diritti di traduzione, riproduzionee adattamento riservati per tutti i Paesi.

ISBN-13, EAN 978-88-89613-23-8

Finito di stampare nel mese di aprile 2007 presso:Tipografia Monti SrlVia Appia Km 56,14904012 Cisterna di Latina (Lt)Italy

Carta:Antalis Magno Satin 300 g/m2 (copertina)Munken Print Cream 18 115 g/m2 (interni)

Respirare le storie di Carlo Lucarelli*

È proprio il tempo che è diverso. Qui, per esempio, in (in)certe stanze, nel suo incipit che è davvero, letteralmente, un film proiettato al cinema, sono rimasto a lungo a guardare lo «stacco di gambe» della ragazza notata da Leone, dopo averla notata an-ch’io con la coda dell’occhio sullo sfondo delle vignette precedenti e averla vista pre-cisarsi nei tratti, scena dopo scena, sotto il suono dei pensieri di Leone. Sono rimasto lì a guardale le gambe, a lungo, e quando sono passato oltre, la «bestia famelica» si è presentata all’improvviso in tutta la sua forza. Lo so che sono oscuro, ma l’immagine fa parte della trama, anche se è soltanto l’inizio, e io sono un giallista e mai e poi mai, neanche sotto tortura, rivelerei un colpo di scena.

Bene, (in)certe stanze è così, un romanzo a fumetti dall’andamento misterioso e teso, affascinate e tormentato, che mette assieme la magia della parola con quella del disegno e ti porta dentro una storia che si snoda tra il presente e il passato, tra l’Italia e l’Argentina, in cui dosare un lento respiro affannoso, intenso e gratificante, come quello di una maratona.

Mi ricordo la prima volta che lessi un fumetto – no, un giornalino, come li chiama-vamo allora – che lo lessi veramente, con le parole dei balloon e non soltanto guardan-do le figure come si fa prima di imparare a leggere. Mi pare che fosse un Tiramolla. Ricordo che mio fratello mi guardava attonito stare fermo su una pagina invece di saltare trasversalmente tra le vignette. «Ma quanto ci metti?» mi disse seccato, stava aspettando che lo finissi perché poi toccava a lui. Andava ancora all’asilo e non riu-sciva a capire cosa mi stava succedendo, la forza di quella combinazione di suoni e di immagini stampate che mi portava in un altro mondo.

Con i fumetti è così.Con i graphic novel è così.È così anche con (in)certe stanze.

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