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a celebrazione eucaristica nella ricorrenza del 21° anniversario della nascita al cielo di Maria Bolognesi, tenutasi il 30 gennaio 2001 presso la Chiesa dei SS. Francesco e Giustina, presieduta da S. E. Mons. Andrea Bruno Mazzocato, Vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo, ci ha regalato un momento di profonda riflessione. Maria ha lasciato a noi tutti una preziosissi- ma eredità: il suo esem- pio di vita. Una vita, che nella sua semplicità, è vivifi- catrice della Parola di Dio, un vero e proprio cammino sulle impronte del Signore. Perciò ricordare Maria significa soprat- tutto cercare quotidiana- mente di intraprendere quel sentiero che ci porta alla casa del Padre. Nessuno ha la stessa mappa, Dio ha per ognuno di noi un progetto di vita diverso, ma tra le mani possiamo stringere lo stesso lume dall’olio ine- sauribile: la fede! E quando la strada diventa in salita o scoscesa, non ci ritroveremo mai soli perché il Signore non è solo Maestro, è Fratello pronto a tenderci una mano. Il cuore, con l’ago della coscienza, è l’infallibile bussola che ci aiuta nei momenti di disorientamento; l’essere Cristiani non è solo un insieme di manifestazioni esteriori ma un baga- glio interiore di valori morali. Ogni giorno della nostra vita va vissuto come un’epifania, una dimostrazione dell’esistenza di Dio e del suo amore infinito per noi: dal sole che sorge ad ogni nostro respiro. Così i nostri gesti diventano pre- gni della Parola di Dio e anche quan- do i problemi incupiscono il nostro cielo, il Verbo, come la prima stella della sera, ci indica la giusta direzio- ne. Può anche capitare di trovarsi ad un bivio e prendere la via sbagliata ma il “buon pastore” ci cercherà come sue pecorelle smarrite. Questa è la nostra vita, un cammi- no meraviglioso con il Signore: ovun- que passiamo abbiamo la possibilità di lasciare il nostro “segno” indelebi- le di bontà e di carità e diventare così, nel nostro piccolo, testimoni e disce- poli di Cristo. Proprio come Maria, perché anche se le sue tracce sembrano troppo “gran- di” per i nostri passi, Dio ci chiama tutti per le nostre possibilità. Lasciamo che questa chiamata riecheggi nelle nostre anime e come gabbiani che inevitabil- mente volano verso il mare, noi accorriamo verso la nostra sorgente di vita. Non è mai troppo tardi per iniziare un cammino di fede, mettiamo nello zaino una scorta di preghiere e di spe- ranza, tutto il resto lo troveremo intorno a noi. Via gli occhiali del super-uomo che non ha bisogno di Dio, altrimenti ci avventureremo in un arido deserto; senza di Lui siamo come piante senza luce che periscono. Siamo pronti? Allora si parte e anche Maria è con noi! Ludovica Mazzuccato INTERNET: www.mariabolognesi.it E-mail: [email protected] Sped. Stampe in A.P. Comma 20/c Art. 2 Legge 662/96 - Aut. Filiale Rovigo - Trimestrale PERIODICO DEL CENTRO MARIA BOLOGNESI ATTORE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DELLA SERVA DI DIO MARIA BOLOGNESI ANNO X N. 1 GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2001 IN CAMMINO CON IL SIGNORE In festa per il 21° anniversario della nascita al cielo della Serva di Dio Maria Bolognesi L

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a celebrazione eucaristica nellaricorrenza del 21° anniversariodella nascita al cielo di Maria

Bolognesi, tenutasi il 30 gennaio2001 presso la Chiesa dei SS.Francesco e Giustina, presieduta da S.E. Mons. Andrea Bruno Mazzocato,Vescovo della Diocesi diAdria-Rovigo, ci haregalato un momento diprofonda riflessione.

Maria ha lasciato anoi tutti una preziosissi-ma eredità: il suo esem-pio di vita.

Una vita, che nellasua semplicità, è vivifi-catrice della Parola diDio, un vero e propriocammino sulle improntedel Signore.

Perciò ricordareMaria significa soprat-tutto cercare quotidiana-mente di intraprendere quel sentieroche ci porta alla casa del Padre.Nessuno ha la stessa mappa, Dio haper ognuno di noi un progetto di vitadiverso, ma tra le mani possiamostringere lo stesso lume dall’olio ine-sauribile: la fede! E quando la stradadiventa in salita o scoscesa, non ciritroveremo mai soli perché il Signorenon è solo Maestro, è Fratello prontoa tenderci una mano.Il cuore, con l’ago della coscienza, è

l’infallibile bussola che ci aiuta neimomenti di disorientamento; l’essereCristiani non è solo un insieme dimanifestazioni esteriori ma un baga-glio interiore di valori morali. Ognigiorno della nostra vita va vissutocome un’epifania, una dimostrazione

dell’esistenza di Dio e del suo amoreinfinito per noi: dal sole che sorge adogni nostro respiro.

Così i nostri gesti diventano pre-gni della Parola di Dio e anche quan-do i problemi incupiscono il nostrocielo, il Verbo, come la prima stelladella sera, ci indica la giusta direzio-ne.

Può anche capitare di trovarsi adun bivio e prendere la via sbagliatama il “buon pastore” ci cercherà come

sue pecorelle smarrite.Questa è la nostra vita, un cammi-

no meraviglioso con il Signore: ovun-que passiamo abbiamo la possibilitàdi lasciare il nostro “segno” indelebi-le di bontà e di carità e diventare così,nel nostro piccolo, testimoni e disce-

poli di Cristo. Propriocome Maria, perchéanche se le sue traccesembrano troppo “gran-di” per i nostri passi,Dio ci chiama tutti per lenostre possibilità.Lasciamo che questachiamata riecheggi nellenostre anime e comegabbiani che inevitabil-mente volano verso ilmare, noi accorriamoverso la nostra sorgentedi vita.

Non è mai troppotardi per iniziare un

cammino di fede, mettiamo nellozaino una scorta di preghiere e di spe-ranza, tutto il resto lo troveremointorno a noi.

Via gli occhiali del super-uomoche non ha bisogno di Dio, altrimentici avventureremo in un arido deserto;senza di Lui siamo come piante senzaluce che periscono.

Siamo pronti? Allora si parte eanche Maria è con noi!

Ludovica Mazzuccato

INTERNET: www.mariabolognesi.it E-mail: [email protected]

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PERIODICODEL CENTRO MARIA BOLOGNESIATTORE DELLA CAUSADI CANONIZZAZIONEDELLA SERVA DI DIOMARIA BOLOGNESI ANNO X N. 1

GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2001

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2 FINESTRE APERTE

Alla scopertadi un cammino spirituale

Ho accolto volentieri l’invitoa presiedere questa Eucarestiache celebriamo nell’anniversariodella morte o, meglio, dellanascita al cielo di MariaBolognesi.

Devo subito confessare cheho sentito parlare per la primavolta di lei dopo la mia nomina aVescovo in un incontro, nelseminario di Treviso, con gliamici del “Centro Studi”, aMaria intitolato. E tuttora la miaconoscenza di questa donnasegnata da esperienze spiritualiparticolarmente intense è piutto-sto iniziale; si ferma agli aspettiessenziali della sua vita. Miriprometto, anche nel dialogocon Padre Tito, di approfondiredoverosamente la conoscenzadel cammino spirituale nel qualela guidò Gesù in un modo chepotremmo anche definire “diret-to”.

Diversi confratelli Vescovinegli anni scorsi sono venuti apresiedere l’Eucarestia in occa-sione di questo anniversario. Mipongo in continuità con loro nelricordare la figura di una donnache ha percorso le nostre stradecome una pellegrina dell’Asso-luto, dedita alla fede e alla carità.

Il cristiano deve tenere fissolo sguardo su Gesù

La prima lettura, tratta dallalettera agli Ebrei, mi pare che,come in filigrana, tratteggi aspet-

ti fondamentali della vicendaspirituale di Maria Bolognesi. L’autore invita i suoi cristiani avivere la vita come un cammino,anzi come una corsa che ha permeta la comunione con Gesù

Sommo Sacerdote nella vita eter-na, dove Egli è con il Padre e contutti i santi.

Per non perdersi d’animoquando la corsa diventa difficilee per non smarrire la direzionedella vita, l’invito dell’autore èquello di “tenere fisso lo sguardosu Gesù”, di avere Lui come cen-tro dei propri interessi e desideri;di stabilire un vero rapporto d’a-more con Lui.

Quando la vita diventa piùdifficile e viene visitata dalleprove fisiche, psicologiche emorali, l’ago infallibile dellabussola per il battezzato è l’espe-rienza di Gesù da tenere semprepresente. E l’autore in pochi ma

efficaci tratti descrive l’esperien-za di Gesù; è un testo che possia-mo mettere in parallelo con l’in-no di S. Paolo ai Filippesi.Gesù rinunciò alla gioia cheaveva dall’eternità o, come scri-

ve Paolo, non tenne come untesoro geloso la sua uguaglianzacon Dio.

Invece accettò di sottoporsi alsupplizio della croce sopportan-do l’ostilità dei peccatori e ildisonore di morire come un con-dannato alla crocifissione; umi-liò se stesso facendosi ubbidien-te fino alla morte e alla morte dicroce.

Grazie a questa obbedienza alPadre, attraverso la Croce si èassiso alla destra del Padre nellagloria della risurrezione; il Padrelo ha esaltato e gli ha dato unNome davanti al quale ogni crea-tura si inginocchia.

Perché Gesù ha accettato, in

Il Vescovo Mons. Andrea Bruno Mazzocatocon i concelebranti Padre Tito M. Sartori e Mons. Mario Turatti

SSUULLLLEE TTRRAACCCCEE DDII MMAARRIIAA,, PPEELLLLEEGGRRIINNAA DDEELLLL’’AASSSSOOLLUUTTOOInsieme al Vescovo diocesano Mons. Andrea Bruno Mazzocato: “La Serva di Dio sorella che intercede

per ognuno di noi e per tutta la Diocesi di Adria-Rovigo”

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3FINESTRE APERTE

obbedienza al Padre, di seguirela via della croce? Perché condi-videva la misericordia del Padreverso noi uomini. E noi eravamoe siamo sempre più o menoschiavi di un male terribile: ilpeccato. Gesù fin sulla crocelottò per noi contro il peccato eSatana, il tentatore che spinge alpeccato. Con la sua morte scon-fisse il nemico dell’uomo edivenne la nostra speranza, ilgrande Sommo Sacerdote che ciha riaperto il Cielo e la comunio-ne con Dio. Questo è Gesù!

Maria ha abbracciato la crocesenza stancarsio perdersi d’animo

L’autore invita i suoi cristiania “tenere sempre fisso lo sguar-do” su questo Gesù, sulla suaesperienza della croce accettataper obbedienza al Padre e percompassione verso i suoi fratelli.Contemplando Gesù essi posso-no vincere la tentazione di stan-carsi nel loro impegno di fede;possono trovare la forza di resi-stere anche quando la vita secon-do il Vangelo diventa difficile eriserva sofferenze e prove.

Essi devono resistere perchéhanno una grande missione:quella di partecipare alla lotta diGesù contro il peccato. Una lottache portano vanti prima di tuttonella loro persona con una conti-nua conversione per assomiglia-re sempre di più a Colui che è“autore e perfezionatore dellaloro fede”. Una lotta, poi, cheportano avanti a favore dei fra-telli per sostenerli nella libera-zione dal peccato.

Dalle poche conoscenze cheho acquisito sull’esperienza spi-rituale di Maria Bolognesi, misembra di poter dire che questotesto della “Lettera agli Ebrei”descrive aspetti fondamentali del

cammino che Gesù l’ha condottaa fare.

È stata una donna, affascinatada Gesù che ha certamente“tenuto fisso lo sguardo su diLui”. Gesù l’ha legata a sé anchecon esperienze di intensità sor-prendente. In questo rapporto diintenso amore ha condiviso l’e-sperienza della croce del Signo-re; l’ha abbracciata senza “stan-carsi o perdersi d’animo” comeesorta a fare il testo della paroladi Dio.

Nella croce ha condiviso colSignore il suo amore per i fratel-li ai quali si è dedicata con atten-zione prima ai più poveri.

Credo non si possa fare elogio

migliore per Maria Bolognesiche questo, che prendiamo diret-tamente dalla Parola di Dio.

Essa ci sta davanti comesorella che ci indica con la suavita e con la sua morte che è pos-sibile anche per noi mettere inpratica la Parola di Dio e perse-verare nella sequela di Gesùsenza stancarci senza perdercid’animo per le tentazioni e le dif-ficoltà.

In cielo è anche sorella cheintercede per ognuno di noi e pertutta la Diocesi di Adria –Rovigo, che ha amato. Noi laaffidiamo ai disegni del Padre ealla sua volontà per il bene dellaChiesa.

Un momento della S. Messa

Chi segue me non camminerà nelle tenebre(Gv 8,12)

Uno spunto per riflettere insieme

Ci ha colpito molto lo spirito con cui si è celebrato il 21° anniver-sario della morte della serva di Dio Maria Bolognesi: come la suanascita al cielo.

Questo è il grande dono di Dio: l’immortalità del nostro spirito!Così dove c’è il dolore di un distacco fisico c’è la consolazione di unavita nella pace eterna, per noi e per le persone che amiamo. Non siparla mai volentieri di morte ma essa ci ricorda di rispettare la nostraesistenza terrena e soprattutto di seminare prima che arrivi il momentodi raccogliere e sul nostro terreno si trovino solo erbacce.Un pensiero a tutti i defunti, che ci accompagnino nel nostro camminoe alle loro famiglie perché trovino la forza di vivere la sofferenza confede.

La morte per un cristiano è la fine di un viaggio e l’inizio di un ripo-so divino; dobbiamo prepararci ad accoglierla serenamente.

Ludovica Mazzucato

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PPRREEGGHHIIEERRAA EE VVIITTAA CCRRIISSTTIIAANNAA“Pregare significa partecipare alla vita del Risorto e vivere secondo lo Spirito”

La vita cristiana diviene autenti-ca quando in essa traspare la presen-za di Cristo, e questa presenza coin-cide con la constatazione della pro-pria povertà, che è la componentefondamentale non solo della vitacristiana, ma anche dell’esistenzaumana. Non la povertà dei benimateriali, ma quella di cui parlaGesù: “Non affannatevi dicendo:che cosa mangeremo? Che cosaberremo? Che cosa indosseremo?…il Padre vostro celeste sa che neavete bisogno. Cercate prima ilregno di Dio e la sua giustizia, etutte queste cose vi saranno date inaggiunta.” (Mt 6, 31-33). È lapovertà di Dio, il bisogno, il deside-rio di Dio; è la consapevolezza cheogni attaccamento ai beni materialiè mancanza di povertà.

La povertà vera è allora abban-dono radicale in Dio per essere tra-sformati ad immagine di Cristo, conla consapevolezza profonda chesenza di Lui non si può fare nulla(cfr Gv 15, 5) e colui che da solonon può nulla è davvero povero ed èproprio del povero chiedere, cerca-re, bussare: “Chiedete e vi saràdato; cercate e troverete; bussate evi sarà aperto… il Padre vostro cheè nei cieli darà cose buone a quelliche gliele domandano!” (Mt 7, 7.11b).

Dunque la condizione fonda-mentale che genera lo stato di pre-ghiera è la povertà evangelica, lapovertà di cui si è rivestito Gesù, ilquale ci insegna che la preghiera haun cuore: “Mio cibo è fare lavolontà di Colui che mi ha manda-to” (Gv 4, 34) e manifesta la pre-senza di Dio in noi e la nostra inti-mità con Lui: “… (Gesù) salì sulmonte a pregare. E, mentre prega-va, il suo volto cambiò d’aspetto ela sua veste divenne candida e sfol-gorante.” (Lc 9, 28s).

La preghiera del cristiano quindiè essenzialmente frutto della vita

cristiana, cioè della vita che si espri-me attraverso un’autentica sequeladel Cristo.

Preghiera, operadello Spirito Santo

La preghiera è opera delloSpirito Santo in noi: “… lo Spiritoviene in aiuto alla nostra debolezza,perché nemmeno sappiamo checosa sia conveniente domandare,ma lo Spirito stesso intercede coninsistenza per noi, con gemiti ine-sprimibili…” (Rm 8, 26), ed è ilcoronamento dell’opera salvificadel Signore: “Dio mandò il suoFiglio… perché ricevessimo l’ado-zione a figli e… ha mandato neinostri cuori lo Spirito del suo Figlioche grida: Abbà, Padre!” (Gal 4, 4.6).

L’uomo con il Battesimo vieneinnestato in Cristo, ossia vienesepolto “insieme a Lui nella morte,

perché come Cristo fu risuscitatodai morti per mezzo della gloria delPadre” (Rm 6, 4) così anche il bat-tezzato può camminare in una vitanuova, diventa una creatura nuova(cfr Gal 6, 5) ed entra in una rela-zione del tutto nuova con Dio (cfrGal 4, 6).

Questa nuova relazione non con-siste solo nel fatto che Dio ha per-donato i peccati, mediante la crocedi Cristo, ma che ha dato al battez-zato un cuore nuovo (cfr Ez 11, 19)e da questo cuore nuovo procedeun’attività peculiare di conoscenzae di amore (cfr Ef 1, 18) mediante laquale l’uomo nuovo si perfeziona,cioè si santifica. Ne consegue che lavita di fede, ossia la possibilità dicredere e, di conseguenza, di prega-re, ci è donata dal fatto che fede epreghiera sono l’estensione in noidella vita nuova di Gesù risorto.

Questa vita nuova, che è vita inCristo e quindi anticipazione di vita

La preghiera nell’orto (Andrea Mantegna, 1455)

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eterna è frutto della fede, attraversola preghiera: “chi ascolta la miaparola e crede a colui che mi hamandato, ha la vita eterna… è pas-sato dalla morte alla vita.” (Gv 5,24); in altre parole, in colui cheaccoglie la parola del Signore agi-sce la vita del Risorto attraverso l’o-pera misteriosa dello Spirito Santo:“egli vi guiderà alla verità tuttaintera” (Gv 16, 13), e la verità è ilCristo crocifisso e risorto, cioè“costituto Figlio di Dio con potenza(manifestato potentemente dalPadre come suo Figlio) secondo loSpirito di santificazione mediante larisurrezione dai morti” (Rm 1, 4),quello stesso Spirito che nel Cristorisorto diviene “Spirito vivificante”(1 Cor 15, 45) e che, abitando nelcristiano, lo farà partecipe dellarisurrezione di Gesù (cfr Rm 8,11)in quanto lo fa figlio di Dio, essen-done la guida (Rm 8, 14).

Ora, è proprio questo Spirito,autore della risurrezione, l’origine ela fonte della preghiera cristiana; èlui che ci fa esclamare: Abbà, Padre(Rm 8, 15; Gal 4, 6) e che sospiraper noi e in noi la realizzazionecompleta di nuove creature inCristo. Per cui la preghiera è segnodella risurrezione di Cristo che agi-sce in noi. Pregare significa parteci-pare alla vita del Risorto e viveresecondo lo Spirito avendo in noi lemedesime aspirazioni dello Spirito,che sono vita e pace (Rm 8, 5s).

Sant’Ignazio di Antiochia, ormaiprossimo al martirio, scrive ai cri-stiani di Roma: “Il mio Amore èstato crocifisso, e non c’è in mefuoco che ama la materia, maun’acqua viva che parla in me e midice nell’intimo: Vieni al Padre.”(Rm VII, 2); sono i “gemiti inespri-mibili… i desideri” (Rm 8, 26b-27a) dello Spirito Santo “che vienein aiuto alla nostra debolezza” (Rm8, 26a) e guida misteriosamente lanostra preghiera.

Preghiera, segnodella presenza di Cristo

La preghiera cristiana non è altrodunque che l’aspirazione del battez-

zato, vivificato e animato dalloSpirito, verso la sua piena realizza-zione, cioè la sua piena configura-zione a Cristo e quindi la sua pienasomiglianza a Dio, poiché la pre-ghiera, per opera dello Spirito, puri-fica il nostro cuore e illumina ilnostro sguardo di fede così cheimpariamo a “vedere” con sempremaggiore chiarezza il Signore e lasua opera in noi e nelle anime: “noisaremo simili a lui, perché lo vedre-mo come egli è.” (1 Gv 3, 2b). Lapreghiera allora realizza in noi latrasformazione della creatura, cioèopera in noi la Grazia divina o,come si esprime la teologia orienta-le, opera la nostra deificazione.

Nella misura in cui preghiamosiamo di conseguenza sempre piùconfigurati a Cristo, poiché lapotenza della sua croce e della suarisurrezione opera in noi e ci tra-sforma in nuove creature: “Sesiamo stati completamente uniti alui con una morte simile alla sua, losaremo anche con la sua risurrezio-ne. Sappiamo bene che il nostrouomo vecchio è stato crocifisso conlui, perché fosse distrutto il corpodel peccato e noi non fossimo piùschiavi del peccato” (Rm 6, 5s).

La preghiera nella vita cristianasi pone allora non sul piano dell’a-gire, ma su quello dell’essere, omeglio, dell’essere in Cristo: è l’at-tività di Cristo in noi: “Se uno miama, osserverà la mia parola e ilPadre mio lo amerà e noi verremo alui e prenderemo dimora presso dilui.” (Gv 14, 23). Pregare è innanzi-tutto ascoltare, amare, accogliere,interiorizzare, custodire e vivere laParola di Dio, è “vivere per Dio”,non più secondo l’economia dellalegge, sotto la cui custodia eravamorinchiusi fino alla venuta di Gesù(cfr Gal 3, 23), ma secondo l’econo-mia dell’amore, introdotta dalCristo Crocifisso e risorto (cfr Gal2, 19 e 3, 13s); infatti Gesù, il Verbodivino, vive in noi e prega in noi,poiché in forza della nostra adesio-ne alla Parola di verità (cfr Gv 17,3), come scrive S. Paolo: “Sonostato crocifisso con Cristo e nonsono più io che vivo, ma Cristo vivein me. Questa vita che vivo nellacarne, io la vivo nella fede delFiglio di Dio, che mi ha amato e hadato se stesso per me.” (Gal 2, 20).

Ecco allora che pregare diventaun prendere coscienza di questa pre-senza di Cristo in noi, ma questa

Trasfigurazione (Raffaello Sanzio, 1518-1520)

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presenza non la si percepisce con isensi, la si raggiunge invece con lafede; pregare infatti suppone lafede, suppone l’adesione alla Paroladi Dio nella sua dimensione piùprofonda. Ne deriva che la preghie-ra diventa l’espressione più alta epiù pura della nostra fede, poiché èsegno ed espressione della risurre-zione di Cristo che si attua in noi.

S. Paolo pone la percezione dellanostra vita in Cristo, mediante lapreghiera, come segno della parteci-pazione alla risurrezione: “Se dun-que siete risorti con Cristo, cercatele cose di lassù, dove si trova Cristoassiso alla destra di Dio; pensatealle cose di lassù, non a quelle dellaterra. Voi infatti siete morti e lavostra vita è ormai nascosta conCristo in Dio!” (Col 3, 1-3). La pre-ghiera infine, nella sua espressionepiù compiuta è immersione in Dio;è contemplazione del Mistero trini-tario, cioè dell’Amore divino; è per-dersi, donarsi, nascondersi conCristo in Dio e rendersi cosìcoscienti della grandezza dell’amo-re che il Signore, attraverso la pre-ghiera, riversa nel nostro cuore enella nostra vita, al fine di comuni-carlo e riversarlo nel cuore dei fra-

Annunciazione (Beato Angelico, 1440-1452)

telli: “Rimanete nel mio amore…Questo è il mio comandamento: chevi amiate gli uni gli altri come io viho amati.” (Gv 15, 9b. 12).

In questo cammino misterioso eumano-divino della preghiera,siamo condotti, sostenuti e guidatidall’amore della Beata VergineMaria, la creatura in cui perfetta-

15 aprile 2001

è Pasqua!

Gesù Risortosorgente inesauribiledi vita nuovaci manifestila ricchezza infinitadel suo amoree ci educhi a seguirlo

È questo l’augurio che il “Centro Maria Bolognesi” esprime a tutti i lettori con vivo spirito di fraternità

mente si realizza il Mistero dellapreghiera, poiché perfettamente si èlasciata plasmare dalla Parola diDio, all’annunciazione dell’Angelo(cfr Lc 1, 38) e, ai piedi della Croce,diviene nostra Madre generandocialla Comunione con il suo FiglioGesù e tra di noi (cfr Gv 19, 25-27).

Don Francesco Marzocchi

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7FINESTRE APERTE

IILL CCOORRAAGGGGIIOO DDII SSEEGGUUIIRREE LLAA VVIIAA DDEELLLLAA CCRROOCCEEContemplando Gesù la Serva di Dio ha trovato la forza di resistere alle sofferenze

Ogni avvenimento, ogni circo-stanza che la vita le ha messadavanti, il lavoro, la povertà, lamalattia, il dolore, le umiliazioni, sisono trasformate per Maria in stradediverse da percorrere per arrivare aun’unica meta: l’unione con Dio.

Scelta da Gesù non solo comecompagna di viaggio, ma anchecome “luogo preferenziale dentro dicui sostare e attraverso il qualeesprimere, in modo evidente, tutto ilsuo spessore d’amore” Maria è lapersona in cui il Figlio continua lasua offerta al Padre. Fin dal loroprimo incontro Gesù indica conchiarezza alla discepola prescelta ilprogetto che ha su di lei: nella nottetra il 1° e il 2 aprile del 1942 le chie-de “amore, preghiere e penitenza” ele annuncia che in un giorno nonlontano sarà colpita da grandi soffe-renze. Da questo momento Maria,assalita da dubbi e timori per quelloche sta vivendo, riceverà dal Cristotalmente tante prove e conferme dadichiarare: “a Gesù devo dire solograzie, ed ora non chiederò piùnulla: che carichi la sua croce sullemie spalle e io lo seguirò senzapaura”.

Fin dall’inizio del suo rapportoprivilegiato con Gesù, quindi, Marianon si è lasciata sfuggire alcunaoccasione per dare spazio alle sueiniziative convinta che anche lescelte più rischiose, fatte per amoredel Signore, non avrebbero maiimpoverito la sua vita e che proprioin Lui avrebbe trovato la saggezza ela forza per portare con dignità ognicroce posata sulle sue spalle. Larisposta di Gesù a questa totaledisponibilità non si fa attendere e sirende concreta nel dono di piccole egrandi croci che Maria sa vivere condignità e con pazienza. Con insolitocoraggio Maria saprà valorizzareogni fonte di sofferenza, risponden-do con amore all’incomprensione,che umilia ed emargina.

Si possono ricordare innumere-

voli esempi della sua fedeltà allaCroce, della sua volontà di identifi-carsi con il Cristo della Passione.Quando Maria “per esprimere la suascelta di donazione a Dio e ai fratel-li, decide di portare, senza interru-zione un vestito nero, quasi unadivisa, con la quale intende indicarela volontà di appar-tenere totalmente alSignore” ricevederisione e scherni,“perfino gli sputi”di alcuni conterra-nei e il disprezzo“da persone cheavrebbero invecedovuto appoggiar-la” per il lavorosvolto nella scuolae per l’apostolatoche aveva esercita-to tra i ragazzi.Maria accetta gliinsulti e gli oltraggicon serenità senzalamentarsi convin-ta che perdonarevoglia dire capire enon respingere lacroce. Ritornanoalla mente le paroledel Vangelo: “Beativoi quando viinsulteranno, viperseguiteranno e,mentendo, dirannoogni sorta di male contro di voi percausa mia. Rallegratevi ed esultateperché grande è la vostra ricompen-sa nei cieli” (Mt 11, 12).

Alla luce di questa incondiziona-ta ospitalità offerta da Maria allaparola e alla persona del Cristo, nonstupisce che la Serva di Dio, a con-clusione della drammatica aggres-sione da lei subita il 5 marzo 1948da tre malviventi si esprima conparole che l’avvicinano profonda-mente al Cristo della Croce:“Signore perdonali perché io li hogià perdonati”.

E, ancora, Maria saprà sopporta-re croci non meno pesanti del dolo-re morale e spirituale, quelle rappre-sentati dalle pesanti malattie che,con progressione, le fiaccano ilcorpo. Fino alla fine continuerà adoccuparsi dei suoi poveri con tutti imezzi disponibili irradiando la sua

luce attraverso raggi luminosi e spe-ciali: le braccia degli amici pronti atradurre in azioni concrete le nume-rose iniziative di carità che partonodal suo cuore stanco e malato.

Pronta ad amare e a soffrire conCristo, Maria riceve dei segni visi-bili della comunione di vita con Lui,segni che culmineranno nella conse-gna delle stimmate avvenuta a parti-re dal 2 gennaio 1944. In una visio-ne estatica Gesù consegna allaServa di Dio queste parole: “ora ilmio flagello è anche tuo, il tuocorpo riceve gli stessi sudori di san-

Disegno di P. Franco Verri

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tina mi si aperse una feritaalla mano destra” e nellostesso anno, durante unabreve permanenza nelmonastero di S. Giustinadelle Agostiniane diFerrara, Maria vivrà anchel’esperienza delle stimmateai piedi tratteggiata sul suodiario con questo semplicescambio di battute tra Lei ela Superiora MadreBeatrice Marighelli: “Tifanno male i piedi piccinamia?”. “Superiora, hofatto l’abitudine”. E, anco-ra, la Serva di Dio riceveun altro segno della predi-lezione del Cristo il 2 apri-le del 1955 mentre si trovapresso una famiglia aSperlinga per il ritiro qua-resimale. Così ci è raccon-tato l’episodio da Mariastessa: “Gesù mi ha dato la

ferita anche alla mano sini-stra…nel silenzio e nel nascondi-mento di una piccola cameretta”.

A questa precisa cronologia dellesofferenze mistiche di Maria vaaggiunto che, dopo la prima appari-zione estatica di Gesù, ogni venerdìalle tre del pomeriggio si ripeteran-no le sudorazioni sanguigne e che ilfenomeno delle stimmate aperte si

accentuerà nei tempi dell’Avvento edella Quaresima. E, quasi a voleraccentuare la totale disposizione diMaria ad accogliere la grazia dellasofferenza, questi fenomeni sarannosempre accompagnati da un intensoe delicato profumo di fiori.

Chiara Bolognini

8 FINESTRE APERTE

DDaall ssuuoo ddiiaarriioo...... MMaarriiaa ccii ppaarrllaa

gue…Il mio sudore è tuo”. E Mariasenza esitazione accetta il Calvario,il martirio del corpo e del cuoreconosciuto dal Cristo: “Usa del miocorpo come vuoi e della mia perso-na - se Ti è utile - serviti come unvero strofinaccio; sono pronta, colTuo aiuto sono certa che tutto pas-serà”. All’assoluta dedizione dellafedele compagna di cammino Gesùrisponde con un segno tangibile: percinque minuti Maria comincia asudare sangue provando un doloretalmente lancinante da esclamare:“mio Dio che dolori, se non avessiGesù vicino, non potrei sopporta-re”. Da questo momento, come èattestato da numerose e puntualitestimonianze, il Cristo condivideràsempre la sua sofferenza con Maria.

È possibile tracciare un vero eproprio calendario delle tappe delCalvario di questa umile donna: il26 aprile 1945 Maria chiede allasignora Piva, che la ospita, dei faz-zoletti per asciugarsi dichiarando“dal costato sono tutta bagnata”; il20 luglio 1951 la serva di Dio rive-lerà che la sua partecipazione allapassione del Cristo si fa sempre piùdefinita riferendo dei “forti doloridella flagellazione che Gesù mi faprovare”; nel diario del 25 gennaio1954, invece, si legge: “questa mat-

Il volto sofferente della Serva di Dio

FIDUCIOSOE LIBERO

Non prego di essereesente da difficoltà,ma di avere il coraggio necessario per affrontarle.Non chiedo che il mio doloresia alleviato, ma chiedodi poterlo attraversare con te.Non cerco aiutisul campo di battagliadella vita,ma cerco la forzache viene da te.Non implorocon ansiosa pauradi essere salvato,ma fiduciosoattendo il donodella tua libertà.

S. Lawrence

2.4.1955

La notte del 2.4.1955. Gesù mi prese l'anellino e si aprirono le due feritealle mani. Gesù non mi restituirà l'anellino! Gesù usa di me come meglioTi piace. Quanto son lunghi questi giorni, medito.Gesù mi ha dato la ferita anche nella mano sinistra, da sola nel silenzio enel nascondimento in una piccola cameretta. O Gesù le mie intenzionisiano purificate dalla Tua grazia e carità, esse non abbiano mai altro fineche darti gloria....

5.4.1955

Faccio partenza da dove mi trovo, non so se potrò viaggiare sempre di con-tinuo. Con fatica infilai le scarpe con la febbre a 39°. Passai per Foggia,mi fermai a S. Giovanni Rotondo, non potevo più reggermi. Con fatica tro-vai alloggio, non vedevo altro che il letto, i piedi erano stanchi, dovettilavare le scarpe perché erano tutte passate di sangue, pazienza.

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9FINESTRE APERTE

Dalla sofferenza di due madri

UUNN IINNVVIITTOO AALLLLAA SSAALLVVEEZZZZAAInsieme usciremo

dal tunnel della droga

Che ti fa male già in partenza,tu lo sai; che piano ti conduce allamorte, pure questo lo conosci, gio-vane, perché allora tu lo fai?Perché ti buchi di continuo, perchévuoi vivere attimi così crudi?

Rimani nella tua semplicerealtà; non lasciarti trasportareverso sogni impossibili, non pen-sare di raggiungere una meta tra-volgente, smettila e ritorna in testesso.

Sei giovane, hai tutto il mondoin mano; sei fresco, mantieniti neltuo candore, lascia perdere le ten-tazioni nere.

Vieni a stringere queste manitese verso te, vieni, accogli questo

invito di salvezza, senza problemiti vogliamo.

Esci da quel tunnel maledettoche ti inganna, esci da quel generedi vita fortemente balorda.

Ritorna con i piedi a terra, perfavore!

Comincia una nuova vita conpiù cautela, comincia ad averefiducia nel tuo io.

Anche per te tutto ritornerà arisplendere.

Giovane drogato, fa’ che questasia una ex parola. Giovane, la tuavita deve tornare come prima;sappi che si può radicalmentecambiare.La tua vita ritornerà con il suosplendore, la tua esistenza saràdiversa, usa la buona volontà.

Ti invito a ragionare un po’ dipiù. Sono convinta che insieme neusciremo…

Aggrappati a queste mani,piene di tanta forza, piene diamore e di preghiera.

Accogli l’aiuto che ti do.Vieni sul mio sentiero e dalla

droga ti salverò.Una mamma in pena, ma con

tanta speranza per tutte le mamme G.P.

La Sua è una sofferenza che salva

Stiamo vivendo in un mondo che sembra essersidimenticato di Dio e dei prodigi che sempre opera nelcuore degli uomini che lo sanno accogliere.

E allora, anche nei sacrifici, nelle rinunce, nellesofferenze vissute con fede dobbiamo cercare l’amo-re di Dio che mai si dimentica dei suoi figli! A voltepuò sembrare duro fare la volontà di Dio, ma farla ècreare un rapporto d’amore con Lui. Ciò significatogliere dalla nostra vita tutto ciò che a Lui dispiace emodellarla sulla fedeltà dei suoi piani su di noi.

In me, personalmente, sono rimaste ancora dellezone d’ombra, angoli a cui il mio sguardo non arrivamai. La preghiera mi aiuta a guardare in faccia i mieimali per riconoscerli e trovare il modo di correggerli,rafforza la mia volontà a volte debole. Le sofferenzeche si sono alternate nella mia vita e tuttora mi sonocompagne, hanno creato in me un vuoto che solo Diopuò colmare. Di Lui ho bisogno incessante, necessa-rio come lo è il respiro per vivere. Lo cerco ovunque,questo mio Dio, così, come una forza che mi dà soste-gno per la mia stessa esistenza. Il suo è un Amore esi-gente, non ha scadenze, né limitazioni di tempo, è

“Si dimentica forseuna donna del suo bambino,

così da non commuoversiper il figlio del suo seno?

Anche se ci fosse una donnache si dimenticasse,

io invecenon ti dimenticherò mai”

(Is 49,15)

(continua a pag. 10)

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10 FINESTRE APERTE

totalitario perché prende tutta la mia persona, nonsopporta compromessi.

Come sono lontane dalle nostre le vie del Signore!Per quali sentieri, aspri ed inaccessibili, Egli ti facamminare. Ma la sua Parola è una forza che ti scuo-te l’anima e ti fa intravedere l’infinito oltre quellalinea buia che preclude il tuo orizzonte.

È allora che capisci che la sua è una sofferenza chesalva, perché nell’accettazione alla sua volontà nascela redenzione dell’uomo.

“Nelle tue mani, Padre, consegno il mio spirito”!“Nelle tue mani, Signore, è la mia vita”!Io bevo il calice amaro che Tu mi porgi, nel mio

Getsemani e, purificata, cammino verso il monteOreb. Io so che qualunque cosa tu permetta che acca-da ha un suo senso, perché nulla avviene per caso. Avolte la stanchezza mi assale e gli occhi mi si chiudo-no dal sonno. Tuttavia passo notti agitate, mi svegliospesso, il mattino sono ancora più stanca. Eppure mialzo ed è l’alba. Guardo dalle finestre spalancate quelfilo di luce che rischiara l’orizzonte e subito il miopensiero sale a Dio, ringraziandolo del dono della vitae offrendogli il nuovo giorno. Il desiderio di pregareè struggente e appassionato. Vorrei, Signore, inginoc-chiarmi qui, davanti a questa finestra e cercare la luceche irrompe nel buio di un’alba ancora cupa. Vorreinon avere impegni per stare qui con Te, e nel silenziodel cuore ascoltare Tu che mi parli… ma già sentomio figlio in cucina ed io lo seguo, gli preparo il caffèe un bicchiere d’acqua dove, come sempre, gli scio-

glierò quella pastiglia che Tu sai. Perché mio figlio,da un po’, ha ripreso a bere, e questa pastiglia lodovrebbe dissuadere dal farlo, ma lui lo fa lo stesso,con grande danno alla sua salute.

Quanto mi costa, Signore, quel gesto di porgergliquel bicchiere d’acqua tutte le mattine. Da quantotempo Signore? Quanto ancora dovrò farlo?

Mi sogno perfino la notte di questo figlio così fra-gile, che a volte fissa i suoi occhi nel vuoto, a fruga-re i fantasmi del passato. Signore, ero così felice chelui non bevesse più ed ora, se continua, con il lavoroche ha, che ne sarà di lui? Signore, ti affido questofiglio, che mi fa soffrire e mi ferisce il cuore.

Guardami Signore! Sostienimi nella lotta quotidia-na contro il male e non togliere il tuo sguardo da que-sta famiglia che ha tanto bisogno di te!

“Sia fatta, Signore, la tua volontà!”, perché so chequalunque cosa tu permetti che accada ha sicuramen-te un suo senso che io non comprendo.

I.T.

(continua da pag. 9)

In ossequio al decreto di Urbano VIII, si dichiara di non volerattribuire a quanto di straordinario narrato in questo giornalealtra fede se non umana e di non voler prevenire il giudiziodefinitivo della Chiesa, al quale la Redazione intende sotto-mettere in tutto il suo.

Nella preghiera di Agostino, la speranza di due madri

Ti cerco, Signore

Signore mio Diomia unica speranza,ascoltami benignamente,non permettere che desista dal cercartiper stanchezza,ma sempre cerchi il tuo volto con ardore.Dammi tu la forza di cercarti, tu che ti sei fatto trovaree mi hai infuso la speranza di trovarticon una conoscenza sempre maggiore.Davanti a te è la mia forzae la mia debolezza:conserva quella, guarisci questa.Davanti a te è la mia scienzae la mia ignoranza;là dove mi hai aperto,accoglimi quando entro,e là dove mi hai chiuso,aprimi quando busso.Fa’ che mi ricordi di te,che comprenda te,che ami te.Accresci in me questi donifinché non mi abbiano trasformatocompletamentein creatura nuova.

(S. Agostino)

Pietà (Michelangelo, 1948) - part.

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17 Febbraio 2001

NNAASSCCEE IILL ““CCEENNTTRROO MMAARRIIAA BBOOLLOOGGNNEESSII””Per un cammino più spedito della Causa di canonizzazione

Il 17 febbraio 2001, davanti alnotaio dott. Pietro Castellani, èstata costituita l’Associazione diispirazione cristiana, apolitica esenza scopo di lucro, denominata“Centro Maria Bolognesi”, consede in Rovigo, via G. Tasson.49, avente lo scopo di promuo-vere ogni iniziativa utile allaCausa di Canonizzazione dellaServa di Dio Maria Bolognesinella fase romana.

Nella stessa giornata è statoperciò sciolto il «Centro Studi -Amici - Maria Bolognesi», ed èstato trasferito il ruolo di parteAttrice alla nuova associazione,divenuta associazione privata difedeli (cosiddetto Ente morale didiritto canonico). Il riconosci-mento del Vescovo e la vigilanzadell’autorità ecclesiastica ac-compagneranno tutti i movimen-ti e le attività di questo nuovoEnte.

Si riportano integralmente gliarticoli 3 e 5 dello Statuto dellanuova associazione:

Art. 3 - “L’Associazione,quale erede del «Centro Studi -Amici Maria Bolognesi», assu-mendo il ruolo di Parte Attricenella Causa di Canonizzazionedella Serva di Dio MariaBolognesi, ha lo scopo di pro-muovere ogni iniziativa utile allaCausa della Serva di Dio, laquale ha agito in conformità alleregole della religione cattolica,compiendo opere meritorie afavore dei poveri, degli ammala-ti, dei sofferenti e di tutte quellepersone che la Provvidenza hamesso sul suo cammino di laicaconsacrata, impegnata a vivere ilVangelo, alla sequela del Cristosofferente.

L’Associazione pertanto potràorganizzare attività di supporto

alla causa per la quale vienecostituita, come ad esempio:reperire testimonianze e resocon-ti per i comportamenti tenuti invita e sulle opere svolte e mira-coli compiuti, contattareOrganismi ed Autorità Pubblichee Private, laiche ed ecclesiasti-che, produrre e diffondere mate-riale divulgativo attinente alloscopo dell’Associazione al finedi favorire ed accelerare la causadi canonizzazione; promuoverel’informazione e la sensibilizza-zione dell’opinione pubblica allacausa di cui sopra. Ogni attivitàdell’associazione, comunque,verrà posta sotto la vigilanzadell’Autorità Ecclesiastica, anorma del canone 305 delCodice di Diritto Canonico”.

Art. 5 - “Costituiscono pro-venti dell'Associazione: il patri-monio residuo devoluto dallaAssociazione Centro Studi -Amici - Maria Bolognesi, lequote dei soci, i lasciti, le dona-zioni, i contributi e/o i finanzia-menti dei privati, delle Pubbliche

amministrazioni, degli EntiPubblici e privati, gli introitiderivanti da iniziative attuate opromosse dall'Associazione,nonché dai beni acquistati dallastessa“.

Il primo Consiglio Direttivodella nuova associazione è cosìformato: Giuseppina Giacomini - Presidente;Rosella Cominato -Vice Presidente;Antonio Bolognesi , consigliere;Elisa Dall’Aglio, consigliere;Vladimiro Gennari, consigliere.

La Presidenza onoraria è stataattribuita a Zoe Mantovani.

Rovigo - La casa della Serva di Dio Maria Bolognesi dove ha sede il “Centro” a lei intitolato

Il Consiglio Direttivoringrazia per le offerte

pervenute a favore dellaCausa e delle opere della

Serva di Dio.Per offerte:

Conto CorrentePostale 26145458

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12 FINESTRE APERTE

FINESTRE [email protected]

Direttore Responsabile: Mons. Daniele PerettoDirettore: Giuseppe Tesi

Sede e Redazione:Centro Maria Bolognesi

Via G. Tasso, 49 - 45100 RovigoTelefono e Fax: 0425 27931

Aut. Trib. Rovigo n. 8/92 del 30/07/1992Stampa ARTESTAMPA - Rovigo

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CAP. CITTÀ

❏ VARIAZIONE INDIRIZZO

Spedire a: Centro Maria Bolognesi, Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo

❏ FINESTRE APERTE

❏ BIOGRAFIA

❏ BREVE PROFILO

❏ PREGHIERA

CANTO DOLCISSIMO

Briciole di pane biancosulla tua strada trovie sempre troverai- amico pettirosso -Saltelli e voli di qua e di làcantandooffrendo al cuore miouna dolcezza nuova.Forse quel paneche hai mangiatoè come nettare d’amoreche sempre si rinnovaassieme a quell’unicagoccia di sangueche innanzi a Dioti fece grande.Anch’io vorrei donarequalcosa al nostro Dio.Dimmelo tu,amico pettirosso!Col tuo canto d’amoreportami la certezza:la tua rispostaio, saprò ascoltare.

Giuseppina Giacomini

Fratelli, uniamo le nostre briciole per formare un grandepane: ricordiamo il Conto Corrente Postale n° 26145458

intestato al Centro Maria Bolognesi

Ogni mese, il giorno 30 alle ore 9.00 (se festivo ore 10.30), viene celebrata una S. Messa per la Serva di Dio Maria Bolognesi

presso il Tempio cittadino "La Rotonda" a Rovigo

26145458