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IN Periodico del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci Anno Scolastico 2006-2007 N^1 Numero 1 Novembre 2006

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Periodico del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci

Anno Scolastico 2006-2007

N^1

Numero 1 Novembre 2006

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Editoriale & Indice

Ciao a tutti, e bentornati sulle pagine del nostro giorna-lino. Ormai l’anno scolastico è cominciato da un bel pezzo, le verifiche sono all’ordine del giorno e la no-stalgia delle vacanze è ormai un dato di fatto. Anche quest’anno riapre la redazione dell’INcontro, il mensile del nostro liceo interamente ideato e prodotto dagli stu-denti, ricco di rubriche di ogni genere, che spaziano dai problemi della scuola all’attualità, dalle recensioni ai test. Sono state numerose le persone che il mese scorso si sono presentate alle riunioni del giovedì, ma le iscri-zioni sono sempre aperte. Per chi volesse scrivere degli articoli ma non potesse venire alle riunioni il giovedì, è sempre possibile partecipare come collaboratore ester-no, consegnando gli articoli alla direttrice (Lucia Crot-ti, 4°H) o alla vice-direttrice (Stella Grosso, 4°I). Non mi resta che augurarvi buona lettura e buon anno scolastico! La direttrice

Indice Giusto momento per riflettere 3 Intolleranza? No Grazie! 4 Vecchi e Nuovi Fascismi 5 Amicizia 6 Elogio ad Oriana Fallaci 7 Laura e il mito di Oriana 8 Il Vino non è Acqua Pianeta Scuola 9 Lettere dal Confino 10 La controriforma della Scuola Mondo Giovani 11 Cracking Art – Senza Titolo Music Box 12 Avenged Sevenfold Humor 13 Oroscopo 15 Test Fumetti 17 Petrarca a fumetti

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Editoriale

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Giusto momento per riflettere

Luca e Vincenzo camminano abbracciati, l’uno circonda le spalle dell’altro. Sono quasi le due di notte, ma c’è ancora gente che bal-la, che ascolta musica. La coppia si ferma fra i cespugli ai bordi della circon-vallazione. Si accosta una macchina, scatta la punizione: sono in tre, uno tira fuori una spranga. Botte da orbi. Sono stu-denti universitari fuori sede, Bologna la conoscono co-me una città civile e tol-lerante. Ora si sono chiusi in ca-sa. (La Repubblica, 02/10/2006) Paola ha 30 anni ed è stata stuprata tre giorni dopo Ferragosto. Due uomini giovani, alti, probabilmente viareggi-ni, l’hanno aspettata nella pineta della Mari-na di Torre del Lago, poco lontano da Viareg-gio, alle spalle di un no-to locale gay e l’hanno violentata. E’ stata af-ferrata alle spalle, la bocca chiusa da una ma-no: “Sta’ zitta che ades-so tocca a te brutta le-sbica”. Ed è stata stu-prata. Paola è andata al-l’ospedale, ha aspettato due ore poi ha deciso di tornare a casa. Ha chiamato il suo ginecologo, che ha certificato la violenza. I due ave-vano il condom, è stato quindi un crimine programmato. (Indymedia, 01/06/2006) Una donna ivoriana di 27 anni è stata aggredita a Berli-no da sei teenager nel distretto di Zehlendorf. Secondo quanto riferisce la polizia, la vittima è stata insultata con epitieti razzisti, schiaffeggiata, presa a calci nel ventre, e infine rapinata. La donna viveva in Germania da due an-ni. Gli aggressori sono poi riusciti a scappare. (Il Corrie-re della sera, 16/06/2006) Tre episodi diversi, in situazioni differenti, ma accomu-nati tutti da un’unica costante: l’intolleranza. L’intolleranza è la paura del diverso che induce a diffi-

dare di coloro che non corrispondono ad un nostro ca-none di normalità; più in generale può essere definita come intransigenza nei confronti di persone e/o opinio-ni che esprimono punti di vista differenti dal nostro. Ma che cos’è la normalità? Soprattutto, chi siamo noi per giudicare altri esseri umani? Che cos’è la diversità? E questa è realmente tale o è so-lo un altro modo d’essere? Credo che di normalità come di diversità non si possa

dare una definizione assolu-ta, ma solo relativa, in quanto dipendono da una concezione basata sull’edu-cazione ricevuta, sulle espe-rienze accumulate, su valori e su principi ritenuti impor-tanti. Il colore della pelle, la pro-fessione religiosa, il credo politico, l’orientamento ses-suale, sono solo alcuni degli aspetti che ci contraddistin-guono e caratterizzano. Ma queste “differenze” non devono dividerci bensì unir-ci, poiché il confronto per-mette un arricchimento cul-turale ma anche, e molto più importante, umano. Chi può dire che le proprie opinioni siano giuste? Coloro che ritengono che l’unico modo per rapportar-si sia attraverso la violenza,

sbagliano. Oltretutto rendono evidente la loro inferiori-tà intellettuale: infatti una persona razionale esporrebbe le proprie concezioni avvalorandole con argomenti a sostegno, non mediante azioni violente. Dunque ciò di-mostra la paura di chi, temendo l’altro, non trova altro modo che eliminarlo, piuttosto che affrontarlo, perché in quel caso si renderebbe conto di non avere ragione. Mettersi in discussione, chiedersi se siamo nel giusto, è un gesto coraggioso che comporta una certa maturità, che evidentemente non tutti hanno.

Alice Gobbo 4°I

Intolleranza? No Grazie!

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Vicino a casa mia, su un muro di una delle tante entrate dello stadio c'è una scritta, di colore azzurro. Due sem-plici parole "intoleranza razziale". Sì, "intoLeranza". Gesto di infantili ragazzini ignoranti, direte voi. Gesto di persone che, al di là dell'ortografia, hanno ancora molto da imparare, molto bisogno di maturare. Qualche tempo fa, in periodo elettorale pre-provinciali, il Presidente di Fiamma Tri-colore, Romagnoli, rispon-deva così a una domanda di Anna La Rosa. Parafrasando il tutto (per quanto le mie incredule orecchie abbiano realmente voluto sentire), diceva: "Ogni mamma pre-ferirebbe avere un figlio che fa qualche gesto goliardico, inneggiante al duce, qualche semplice saluto con la ma-no, piuttosto che un figlio che va a manifestare con le ali della sinistra radicale e mette a ferro e a fuoco Mila-no (con gli autonomi, ndr)". Ok, partendo dal presuppo-sto che io sono ai vostri oc-chi una persona totalmente faziosa, mi pare impossibile dar ragione al signor Roma-gnoli. In primo luogo perché richiamarsi a ideologie che nell'ambito nazionale hanno dato effetti disastrosi è of-fensivo nei confronti di chi quel periodo storico lo ha vissuto. In secondo luogo, perché l'ideologia fascista ri-chiamava (o richiama, che dir si voglia) all'idea della su-periorità della razza ariana, dell'antisemitismo: idee che in una società multi-etnica come quella italiana non pos-sono essere accettate. Infine, a livello utopistico, credo non ci sia nulla di più affascinante e straordinario degli ideali comunisti: una società dove tutti abbiano lo stesso livello di ricchezza, dove non esistano diversità sociali ed economiche. Insomma, che poi l'applicazione di que-ste idee sia sempre sfociata in regimi dittatoriali negati-vissimi è un altro discorso. Prendendo in considerazione il solo e semplice livello ideologico, il nazifascismo non regge il confronto. Ahimé, che nella nostra città tra leghisti e forzanovisti l'ambiente sia alquanto pessimo, non è una novità. Ma non mi sarei mai aspettata che in altre città, più aperte, più frizzanti, più "più" insomma della provinciale Trevi-

Vecchi e nuovi fascismi

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Giusto momento per riflettere

so, questi episodi potessero essere all’ordine del giorno. Consultando quindi i miei soliti siti COMUNISTI da cui traggo tutte queste notizie per fare articoli faziosi e di parte, ho trovato brevi trafiletti di episodi che nelle ultime settimane sono avvenuti a Genova. Sugli episodi c'è poco da essere soggettivi: le ossa incrinate, i vetri rotti, i danni morali e fisici non sono un'opinione (a me-no che i medici non siano dei sinistrorsi! e i giornalisti

comunisti!..si potrebbe di-scutere anche di ciò.). A Ge-nova, rigettati dalla Storia e dalla città stessa, per ora niente di grave: solo una dozzina di scritte neofasciste e svastiche qua e là, un proiettile lasciato all'esterno del Laboratorio Buridda e una rivendicazione di Forza-nuova al Centro Sociale "Terra di Nessuno". Appreso ciò, sono andata a informar-mi sul bilancio aggiornato delle aggressioni fasciste del 2006: 68, ai quali aggiunge-re 22 atti vandalici inneg-gianti al nazifascismo. Il dossier lo potrete trovare su questo sito http://italy.indymedia.org/news/2006/09/1143833.php -occhio! perché "Il cor-riere della sera" che riporta gran parte delle notizie è no-toriamente di estrema sini-stra!.

Ma di chi è la colpa di tutto ciò? Sento di doverla dare purtroppo allo Stato Italiano. Per quanto infatti un arti-colo della Costituzione vieti la ricostituzione del Partito Fascista, non ci vuole una grande intelligenza a capire che la sostanza è quella, anche se i nomi cambiano! Bi-sogna estirpare questi mali alla radice. Bisogna evitare che in Italia nascano individui che inneggino al nazifa-scismo, ed è necessario che vengano severamente san-zionati. Io sono per la libertà di parola, ma sono anche per il rispetto della Storia e della Costituzione. E non posso permettere, in qualità di cittadina che non dimen-tica, che nella città in cui vivo vengano concessi spazi a manifestazioni, concerti, banchetti dedicati a questo ambito politico.

Ilaria Maroni 3^A

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Giusto momento per riflettere

Questo articolo non vuole essere la solita discussione sull’amici-zia. Cos’è davvero l’amici-zia? Quella che vi ri-volgo non è una sem-plice domanda, le ri-sposte possono essere molteplici; sin dai tem-pi più antichi molti fi-losofi e scrittori hanno cercato con le loro tesi di rispondere a questo quesito. La definizione data dal vocabolario è: “Affetto vivo e reci-proco tra due o più persone”. Ma è davve-ro solo questo? Tutti siamo d’accordo nel rispondere che l’amici-zia è il sentimento che proviamo verso coloro che noi chiamiamo comunemente amici. L’ “amico”… chi è davvero questa persona? Molti ri-sponderebbero che è colui che vi sta accanto quando ne avete più bisogno, che vi consola, vi ascolta sfogarvi e su cui potete contare in qualunque situazione e in qual-siasi momento. Gli 883 nel 1995 scrivono la canzone intitolata “Gli an-ni” , il cui ritornello contiene un verso molto significati-vo: gli anni del “tranquillo, siam qui noi”, una frase che a quel tempo era facile sentire pronunciata da un amico. Ma è ancora così? Se siamo in difficoltà c’è ancora un amico che ci sta accanto, o nei momenti più difficili ci abbandona alla nostra sorte? La tipica risposta è “dipende da persona a persona” ma non è così, non dipende dal soggetto, è la nostra attuale mentalità ad aver portato tutto questo. Ormai siamo convinti di non aver più bisogno di nessu-

no. Se soffriamo di solitudine adottiamo un cane o un gatto e quando dobbiamo sfo-garci andiamo da uno psicologo. Nessuno parla di sé ,dei propri sentimenti o esprime le proprie idee, in questo mondo sentia-mo parlare sempre de-gli stessi argomenti che non ci riguardano affatto; nessuno rivela il proprio io, teniamo tutto dentro, forse per paura di essere derisi o peggio ancora tradi-ti; la nostra non è altro che una forma di dife-sa. Arriva il tempo pe-rò in cui non ce la fac-

ciamo più a tenere ogni cosa dentro di noi e alla fine scoppiamo dicendo cose che non avremmo mai voluto. C’è chi dice di star bene da solo, ma non è altro che una menzogna rivolta verso se stessi: abbiamo tutti bisogno di qualcuno al nostro fianco anche se questo qualcuno reste-rà con noi solo per poco tempo. Noi siamo alla continua ricerca dello stereotipo dell' ami-co perfetto che vediamo tutti i giorni nei telefilm america-ni, ed è questo che ci fa perdere molte possibilità di vede-re che abbiamo un amico proprio davanti ai nostri occhi. Credo perciò che non sia possibile dare una vera e pro-pria definizione delle parole “amicizia” e “amico”, perché il loro significato può variare da persona a persona in ba-se alle esperienze fatte e ai desideri di questi; ma una co-sa è sicura è importante: avere qualcuno vicino. E se alla fine verrete traditi da costui dovete riflettere e decidere cosa fare avete due soluzioni: la prima è andare avanti e dimenticare quello che è successo e incontrare nuova gente, la seconda è perdonarlo e ricominciare con lui o lei da capo perché in fin dei conti errare è umano.

L’amicizia

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Giusto momento per riflettere

Eccomi qui. Davanti a questo computer con il cuore che batte regolare e le dita che scivolano lentamente sui ta-sti. Le parole mi mancano, mi mancano come non mi sono mai mancate prima di adesso. Potrei rinunciare a scrivere questo articolo, queste frasi e a tramutare in parola quello che dicono i miei pensieri, ma sento che è mio dovere. Ho passato anni a coltivare un sogno, a creare un’icona per i miei giorni di abbattimento, a credere, desiderare fortemente di diventare come qualcuno, e di cercare di imitare il mio modello così ostinatamente che, ora che quella figura se n’è andata, il mio orgoglio non mi per-metterebbe di cedere alle avversità. Eppure mai prima d’ora una pagina bianca da riempire mi aveva fatto più paura: quei sentimenti, quella stima, quella ammirazione, quelle lacrime che mi sono scese alla scoperta della sua morte, come spiegarle? Con l’ipocrisia non si va da nessuna parte, i sentimenta-lismi forzati sono troppo sciocchi per apparire veritieri e, intanto, quello che sento dentro di me è soltanto un grande vuoto. Te ne sei andata, Oriana: l’ho scoperto una mattina pio-vosa, appena tornata da scuola, mia madre e mia sorella che mi guardano forse non del tutto consapevoli di quel-lo che la brutta notizia avrebbe poi scatenato in me. Io che, da quando avevo otto anni, non facevo altro che di-re “Voglio diventare come Oriana Fallaci” quasi come se quel nome costituisse un lavoro o un impiego. La politica, il giornalismo, lo scrivere nel senso più am-pio del termine fanno parte della mia vita ancor prima di quando riesca ad andare indietro la mia memoria e ho sempre considerato Oriana come una mia seconda ma-dre. La madre delle mie idee, delle mie inclinazioni, del mio modo di fare che solo attraverso lo scrivere, alle volte, riesco ad esprimere a pieno; la madre delle mie ideologie, dei miei principi, del mio interesse profondo per quello che mi accade attorno e del mio istinto a non poter accettare le cose imposte , è lei. Lei mi ha insegnato cosa significhi amare la libertà: ma non quella libertà che vige nel mondo, dove tutti sono incatenati all’idea di poter essere liberi, io intendo la li-bertà pura, crudele e magnifica allo stesso tempo, la li-bertà che solo chi è libero davvero può avere. Lei aveva quella libertà: una persona che nel periodo più intenso del terrorismo islamico afferma che odia e prova repulsione per Bin Laden e per l’intero mondo islamico è una persona libera. Chissà se aveva paura di quel suo spirito irrefrenabile ed emancipato che non le permetteva di tacere davanti a nulla? Chissà se prima di morire aveva perdonato anche gli stessi che aveva crocifisso ne “La rabbia e l’orgo-

glio”? Io non credo. Solo agli ipocriti è concesso il perdono e Oriana rap-presentava la sincerità. Molte volte chi dice sempre la verità sbaglia, si scontra con chi ha attorno, rimane solo, escluso, chi mente è facilitato, amato da tutti, eppure lei aveva scelto la stra-da più difficile, ma più bella, dov’era padrona di espri-mersi liberamente. Se voleva dire che “Bin Laden era un fottuto musulmano” lei poteva, veniva criticata, ma quello, dopo l’undici settembre, era il pensiero di tutti. Uccidere 2000 persone per non avere coraggio di ucci-derne una è un’ azione da codardi fottuti. Per questo mi piaceva: lei, con la sua carica di veleno pungente, quando scriveva era così lucidamente diretta e brillante, che era impossibile non ammirarla. Ho cer-cato di imitarla per tutta la mia vita; probabilmente, già dal momento in cui ho iniziato a scrivere sapevo di vo-ler diventare come lei, amata e odiata, ma rispettata. Ero talmente innamorata della sua figura che, negli ulti-mi tempi, avevo deciso di scriverle una lettera: volevo solo dirle che, quando tutti le erano contro, io invece l’ammiravo e stimavo così sinceramente che avrei dato tutto per diventare come lei. Non sono riuscita a finirla e il mio rimpianto più grande è quello di non essere stata capace di dirle quanto gran-de sarebbe stato il vuoto che avrebbe lasciato in me una volta che se ne fosse andata. Ma la sua morte ha avuto un grosso significato per me, ha segnato nettamente la mia vita: ora so chi e cosa voglio diventare, che cosa voglio fare nella vita. Se, qualche volta, l’indecisione mi aveva confuso, ora non potrà mai più accadere: il mio futuro è fare la gior-nalista d’assalto e comportarmi come sento. Io voglio diventare l’Oriana che davanti all’Ayatollah è così sicu-ra di sé e dei suoi principi da togliersi lo chador, da contrastare Gheddafi, da rifiutarsi di aderire alla politi-ca antiamericana che tanto piace a tutti, anche se solo per imitazione, l’Oriana che nella guerra del Vietnam si ritrova sommersa da una montagna di corpi mutilati e sanguinanti come unica superstite, l’Oriana che a ses-sant’anni si lancia in una nuova guerra, quella del Gol-fo, l’Oriana che, pur malata gravemente, non smette di lottare ed è in grado di contrastare la follia musulmana come nessun altro è stato in grado di fare. Questa è l’Oriana che io non dimenticherò mai e che rimarrà per sempre viva nel mio cuore, come la dimo-strazione che al mondo esistono tutti, ma che a vivere davvero sono in pochi.

Elogio ad Oriana Fallaci

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Giusto momento per riflettere

Ricorderete sicuramente la ragazza che giorni fa, preci-samente domenica 24/09/2006, scrisse un articolo su Oriana Fallaci. Ora, io china su questa scrivania a pensare a quel mera-viglioso “pezzo”, mi chiedo: “Ma è possibile che una ragazza di soli quindici anni possa scrivere cose così profonde ed avere come ideali argomenti così impegna-tivi? Penso che Laura Pagura (la ragazza dell’articolo) sia la figlia che ogni madre vorrebbe, l’amica che ogni ragaz-za desidererebbe, la compagna che ogni fanciullo sogne-rebbe e l’ alunna che ogni insegnante sceglierebbe. Ha avuto la fortuna di poter frequentare il difficilissimo Liceo L. Da-Vinci di Treviso e ora cerca di superare l’ultimo anno del biennio a testa alta nel migliore dei modi, costruendosi un cammino verso una vita migliore forse come giornalista. Ora sono consapevole del fatto che molte delle e-mail da voi giornalisti pubblicate siano dedicate esclusiva-mente alla politica e alla cultura, ma non trovate che an-che una ragazza così giovane da queste doti culturali va-da ricordata? Essendo io quindicenne a contatto con adolescenti, mi accorgo sempre più che quasi nessuno ha come icona, eroe o mito una giornalista che lotta per portare avanti le proprie idee, ma Laura è diversa. Nel suo piccolo ma allo stesso tempo enorme cuore col-tiva una passione inesauribile per la letteratura e la giu-stizia, è una timida ragazza che nasconde delle grandi idee. Allora io mi chiedo è solo un segno del destino oppure è una ragazza che andrà ricordata per sempre? Ma chi sono quei ragazzi che si interessano così profon-damente della cultura? Il mondo adolescenziale gira attorno ad attori, cantanti e

belle figure televisive che noi trasformiamo in eroi, Laura invece non è così e come lei, pochi, anzi pochis-simi ragazzi. Ma quale ragazzino mai si penserebbe di scrivere un articolo per una giornalista-lottatrice che contro aveva il mondo? Nessuno….Laura esclusa. Lei che sembra essere così indifesa e terrorizzata dal mondo, nutre una passione che prima o poi scoppierà. E’ con il cuore in mano che scrivo questa lettera pro-vando vera soddisfazione nei suoi confronti. Lei che con un foglio ed un computer è riuscita a farmi capire e a trasmettermi tante cose, e come me spero an-che ad altri. Mi ha stupita,affascinata ed incantata dal suo meravi-glioso stile ironico e pungente al punto giusto e dalla sua inesauribile voglia di comunicare al mondo espri-mendo la sua vera passione. Possiede delle doti rare, che non si imparano,ma nasco-no, nascono con te fin da quando per la prima volta tu apristi gli occhi, e crescono, crescono e maturano insie-me a te e la difficoltà sta tutto nel sfruttarle al meglio, e Laura ne è veramente capace. E’ con immensa commozione che voglio concludere questo mio articolo, sperando in un futuro migliore e augurandoci che tutti possano comprendere quella cul-tura e intelligenza di Laura, pregando perché tutti gli adulti imparino qualcosa da Oriana e lottino contro le violenze e le guerre come lei ha fatto. Spero che mai nessuno dimentichi Laura, questa matura quindicenne e le auguro che i suoi sogni si avverino che possa un giorno realizzare tutti i suoi desideri e tra-smettere la pace al mondo perché lo merita veramente!

Alessia Cogo 2°G

Laura e il mito di Oriana

Ciao Oriana, hai sempre detto che solo dopo aver mes-so la mondo una vita non si muore mai ma io ti dico che, attraverso i tuoi libri e la tua vita, sei stata la ma-dre di tutti noi liberi pensatori e noi porteremo avanti le tue idee per combattere una volta per tutte il conformi-smo di ideali e l’ignavia per ogni cosa che tutti gli esse-ri umani coltivano.

Ti ricorderò sempre con l’elmetto in testa, mentre ti cac-ciavi nelle zone più “rognose” della guerra, ti penserò con invidia e con stima, ma dentro di me so che tu non mori-rai mai, non basterà una tomba per far tacere le tue paro-le, così vere da aver bisogno di essere screditate dagli ipocriti, non basteranno nemmeno tutti gli uomini del mondo…

Laura Pagura 2°G

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Giusto momento per riflettere

Una birra? Nooo, ormai è superata. ;-) . Meglio un buon prosecco della Cantina sociale di Pieve di Soligo in lattina! Soprattutto se testimonial della be-vanda è una certa Paris Hilton. Avrete ben capito che sto parlando del nuovo RICH Prosecco, “The new sen-sational sparkling beverage” la nuova sensazionale be-vanda frizzante. Un meno noto Günther Aloys ha avuto quest’elegante idea in lattine dorate che, già a luglio, dopo quattro mesi dalla messa in vendita, aveva già venduto un milione di prodotti. La commercializzazione è curata da una ditta tedesca, il tutto con la licenza della Rich Corporation di NY, United States. Un bevanda “Beverina”, come la definisce un altro giornalista, il tasso alcolico varia dal 10.5 al 10,8%, lo zucchero è circa 1 grammo, un vino abbastanza secco adatto per aperitivi veloci e poco impegnativi. Però c’è chi non è d’accordo. Le polemiche del consorzio di tutela del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono molto chiare su que-sto argomento: «In tutta la vicenda Richprosecco lo sfruttamento del nome del vino Prosecco è chiaro e lam-pante: ciò che conta è il nome, divenuto di successo gra-zie al serio lavoro di decenni di oltre 3.000 viticoltori e di 130 aziende spumantistiche. Per i produttori di Cone-gliano e Valdobbiadene, Prosecco è un vino che, grazie al lavoro di tre generazioni, è divenuto simbolo del terri-torio. Ora vediamo sfruttato il nostro patrimonio da chi vuole guadagni facili in poco tempo e queste specula-zioni danneggiano il nostro lavoro». C’è chi rincara la dose, ma anche qualcuno al quale questa trovata non dispiace e vede nuove prospettive, come il nostro Vice presidente regionale Luca Zaia «Nessuno si scandalizza perché il caviale viene venduto in scatola; e nessuno confonde la carne in scatola con la fiorentina: non vedo perché dovremmo stracciarci le ve-sti per la vendita in lattina del Prosecco. Semmai si trat-terà di vigilare sulla qualità del contenuto perché si trat-ta del Prosecco del Veneto. – prosegue motivando la sua risposta – Dal punto di vista del marketing, è un’oppor-tunità che risponde ad una richiesta provienente dalla

distribuzione e dal mercato mondiale, che ci fornisce una straordinaria occasione per far conoscere ad un nu-mero sempre più vasto di consumatori uno dei nostri vini più famosi». Queste motivazioni sono molto valide, ma, visto che ci siamo, vorrei esprimere la mia magra opinione di giornalista alle prime armi e veneta (mezza astemia) di nascita. Il prosecco in lattina, a parer mio, non può soppiantare la buona bottiglia per alcune sostanziali differenze. La prima è creata per dei consumatori giovani, l’ideale per un gruppo d’amici che per lo sfizio di una serata non vanno certo a comprare una bottiglia in can-tina (né la rubano dalle riserve dei genitori): in questo caso è sicuramente più conveniente un formato piccolo, tascabile (in vendita in cartoni da 24) e soprattutto di moda (!). Eh sì, perché questa lattina rimane una moda, magari fra qualche tempo potrebbe anche non valere più nulla, ma su questo non mi sbilancerei verso conclusioni af-frettate. Resta il fatto che durante una cena, anche il po-polo tedesco tanto amante della birra non se ne fa por-tare una lattina ma un bel boccale (anche da litri, al-l’Oktober Fest), la stessa cosa vale per il nostro pregia-to vino. Sinceramente, in un’occasione importante che figura fareste con un magro contenitore di latta? Certo non quella di quando si stappa una buona bottiglia e se ne gusta il profumo fino all’ultimo aroma e il vino lo si versa in quel calice di cristallo quasi magico. Spero di essere stata abbastanza chiara, e se non lo fos-si stata siete autorizzati a dar fuoco al mio articolo… sto scherzando! Qualunque sia la vostra scelta, vi invito a visitare il sito di questa novità perché ci sono molte foto interessanti sia per il pubblico maschile sia (un po’ meno) per quello femminile, dal momento che gli scatti non sono altro che della biondissima Paris Hilton. L’in-dirizzo è www.richprosecco.com Buona visione

Eleonora Porcellato 1°C

Il Vino non è Acqua Il Prosecco Come Filosofia di Vita

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contando che ci vuole più di qualche minuto ad an-dare e altret-tanto a torna-re, la ricrea-zione viene così risicata che spesso e volentieri non vale nemme-no la pena di tentare l’eva-sione… so-prattutto se il

prof della quarta ora ti carica di parole e minaccia di interrogarti se arrivi in ritardo (e per di più col fiatone). Queste, come vedete, le difficoltà di comunicazione persona-li… Ma noi disgraziati soffriamo anche di una carenza di con-tatti istituzionali! Piccolo aneddoto personale: qualche tempo fa richiesi in segre-teria un certificato, aggiungendo la richiesta che mi fosse reca-pitato al Palladio, così avrei evitato di perdere venti minuti buo-ni per ritiralo. La solerte segretaria accolse gentilmente la mia richiesta e mi comunicò il giorno in cui sarebbe stato disponibi-le presso la bidella che ci hanno allegato, laggiù al Palladio. Il giorno convenuto ho domandato del mio documento, ma la bi-della dichiarò che non le era stato consegnato nulla. Peggio. Andando nuovamente di persona in segreteria (perdendo in blocco la ricreazione), ho appreso che non solo il mio certifica-to non era stato prodotto, ma anzi non esisteva nemmeno la mia richiesta (debitamente compilata)! Mi è toccato ripeter l’iter bu-rocratico… ma non è finita! Il giorno seguente mi sono visto consegnare non uno, bensì due copie di quella benedetta carta. Avranno voluto farsi perdonare. E io personalmente perdono il fatto che siamo qui, dimenticati da tutti… perdono anche la leggera soddisfazione della Preside, che non vedeva l’ora di togliersi dai piedi la IV F, classe noto-riamente… come dire… esuberante… J e in fondo mi dico… mal comune mezzo gaudio! L’undici novembre la gita finirà… e forse allora ci renderemo conto che la nostra condizione non era poi così insopportabile. Quando ci salteranno i nervi, imbottigliati nella ressa della ricreazione, rimpiangeremo di esser tornati all’ovile e ci ricorderemo di quanto fosse piacevole la quieta noia che aleggiava sulle ricreazioni al Palladio.

Stefano Maronese IV F

Lettere dal Confino

Come certa-mente tutti sapranno, un paio di sezio-ni del triennio godono di una piacevole sistemazione in un altro istituto: il no-stro caro vici-no Palladio. Non vi preoc-cupate, colle-ghi del trien-nio, come noi anche voi farete una gita dai geometri! E siccome per ora la rogna è toccata a noi, lasciate almeno che vi spieghi un po’ la situazione che regna lì, lontano da tutto e da tut-ti, nella terra ostile del Palladio. Prima di parlare dei disagi della lontananza, vorrei spostare un momento l’attenzione sulla causa del nostro esilio, su chi dobbia-mo ringraziare per il nostro triste allontanamento. I nuovi arrivati di prima forse non lo sanno, ma fino a tre/quattro anni fa, sezioni come la H e la I erano le ultime, e non si andava oltre (la quinta I infatti non c’è). Poi, improvvisamente, Bum! C’è stata un’esplosione di iscritti!… L, M, N… fino alla O! Il no-stro caro Liceo ha subìto un’inflazione improvvisa di iscritti, e di questo carovita scolastico noi anziani abbiam fatto le spese! Inoltre, i nuovi non mi abbiano a male, bisogna notare che fre-quentare il liceo è diventato assai di moda da pochi anni a questa parte, complice anche il fatto che, rispetto a una volta, i professo-ri che imperano qui si sono un po’ rinnovati… svecchiati… e so-prattutto sono diventati meno severi. (e disumani). Ma torniamo a noi esiliati…Vi lascio immaginare il disorienta-mento da cui siamo stati colti i primi giorni: noi, veterani ed esperti conoscitori di una scuola dalla struttura completamente illogica (frutto di una bagarre edile assurda), alle prese con un edificio di una semplicità… disarmante… solo tre piani! Niente oscuri meandri, niente porte nascoste, niente nugoli di scale strette, niente corridoi chiusi… In ricreazione poi, dal momento che gli orari del nostro Liceo so-no perfettamente sfasati rispetto quelli del Palladio, ci troviamo solo in quattro gatti al bar… e questo sinceramente mi infonde una certa tristezza: dopo ore di congelamento forzato dei rapporti sociali in classe, farebbe piacere vedere un po’ di vita e magari anche andare un po’ in giro a salutare amiche e amici, morosi e morose e varie ed eventuali. Invece no! Dal momento che gli altri (i geometrici) mentre noi ci ricreiamo stanno facendo lezione [(strano a dirsi)], ci tocca fare pure silen-zio! Non sono poi così rare le fughe per fare un giro in patria… ma

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Pianeta Scuola

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La controriforma della scuola Quest’anno il suono della prima campanella è stato accompa-gnato dal vociferare sulle piccole riforme inaugurate dal neo ministro dell’istruzione Fioroni (senza abrogare la riforma

Moratti). Non tutti però sanno cosa prevede. Vogliamo allora informarvi elencando i punti salienti che riguardano noi stu-

denti: • ammissione all'esame per gli studenti che avranno supe-

rato lo scrutinio finale e saldato i debiti formativi contrat-ti negli anni scolastici precedenti.

• modifica dei requisiti di ammissione per gli studenti che intendono anticipare l'esa-me per merito. L'ammis-sione sarà vincolata, oltre al conseguimento di 8/10 in ciascuna disciplina nello scrutinio del penultimo an-no, anche al conseguimen-to della media di 7/10 nei due anni precedenti.

• esame preliminare per i c a n d i d a t i e s t e r n i (privatisti) che non sono in possesso della promozione all'ultima classe, che do-vranno inoltre possedere la residenza nella località del-l'istituto scelto come sede d'esame.

• la seconda prova scritta per gli istituti tecnici, profes-sionali e artistici assumerà una connotazione più tec-nica e laboratoriale.

• le prove nazionali verranno scelte senza la predisposi-zione da parte dell'Invalsi (Istituto Nazionale di Va-lutazione del Sistema di Istruzione), anche per la scuola media inferiore.

• modifica dei punteggi di valutazione finale: il credito scolastico passerà da 20 a 25 punti; il colloquio scenderà da 35 a 30 punti.

• ripristino delle commissioni d'esame miste, composte per metà da commissari interni e per metà esterni, oltre al Presidente esterno al quale potranno essere affidate non più di due classi.

• il numero dei candidati esterni non potrà superare il 50% dei candidati interni, fermo restando il limite numerico di 35. Presso ciascuna istituzione scolastica potrà essere co-

stituita una apposita commissione per i soli candidati esterni.

• più ispettori assicureranno il monitoraggio del regolare funzionamento degli istituti statali e paritari e, in particola-re, verificheranno il corretto svolgimento degli esami di Stato.

• i candidati non appartenenti ai Paesi dell'Unione Europea, che non abbiano frequentato l'ultimo anno di corso di istruzione secondaria superiore, potranno sostenere l'esame

di Stato in qualità di candidati esterni.

Il provvedimento prevede, inoltre, una delega al Governo che consen-tirà di:

• realizzare, nell'ultimo anno di studi, dei percorsi di orientamen-to che permetteranno agli studenti di scegliere con maggiore consape-volezza il corso di laurea più ido-neo alle loro caratteristiche e aspi-razioni, con la partecipazione in au-la anche di docenti universitari e dell'alta formazione artistica, musi-cale e coreutica.

• potenziare il raccordo scuo-la-università favorendo la parteci-pazione degli istituti di istruzione superiore alle prove di accesso alle università.

• valorizzare la qualità dei risultati scolastici raggiunti, asse-gnando una quota del punteggio de-gli esami di ammissione ai corsi universitari a numero programmato a quegli studenti che, nell'ultimo triennio e nell'esame di Stato, ab-

biano conseguito risultati scolastici di particolare rilievo, anche in riferimento alle discipline più significative del corso di laurea prescelto.

• premiare l'eccellenza degli studenti con incentivi, anche di natura economica, finalizzati alla prosecuzione degli studi universitari o nell'ambito dell'istruzione e formazione tec-nica superiore.

Federica Ortolan 5°B

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Pianeta Scuola

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Qualche tempo fa, discutendo con una mia amica, mi sono fa-talmente ritrovato, mio malgrado, a parlare di politica. Cer-cando di deviare la discussione su altri temi, magari meno compromettenti e pesanti, mi sono trovato costretto a tagliar corto mettendo in luce l’arrivismo della classe politica e dei suoi maggiori esponenti, i quali, una volta ottenuto il potere, dimenticano ben presto gli interessi dello Stato e dei Cittadini per curare i propri interessi e/o quelli dei loro clienti. Tutti, da destra a sinistra, hanno usato, chi più chi meno, il potere con-cesso dai cittadini per scopi personali. Così dicendo speravo di non compromettermi troppo e cambiare velocemente di-scorso. Ma purtroppo mi sono sentito rispondere con delle parole che mi hanno fatto rizzare i capelli, all’incirca queste: “Beh, una persona che, una volta preso il potere, fa i propri interessi, fa bene… ha ragione… lo faresti anche tu al suo posto. ”. Cosa? Immediatamente sono scattato, impegnando tutte le mie risorse di oratore per spiegare che non è corretto, non è morale né leale tradire la fiducia concessa per fare i propri co-modi. Lo Stato ha bisogno di esser amministrato correttamen-te e in maniera disinteressata, non predato dal politico di tur-no. Niente. Non riuscivo a scalfire il muro di cinismo contro cui mi trovavo a sbattere. Ma il peggio è stato quando mi sono ac-corto che, inconsciamente, nella mia testa si era fatta strada l’idea che in fondo la mia amica non avesse forse completa-mente torto… Ma ammettere ciò significava anche ammettere che ogni uomo, me compreso, è in fondo un ipocrita arrivista, se dispone del potere. Mi rifiutavo a tutti i costi di cedere a questo sconcertante pes-simismo: non è possibile, mi impedivo di credere che le per-sone possano essere così meschine da calpestare tutto e tutti per il proprio egoismo. Ai pensieri che mi ronzavano in testa in quei momenti si è ag-giunta un’agghiacciante dichiarazione suggerita da un altro amico, presente al dibattito: “Tu parli così da idealista perché sai bene che il tuo pensiero e le tue idee non contano un cavo-lo… (non mi è concesso riportare il turpiloquio). Se tu avessi il Potere la penseresti diversamente.” Non avevo più parole… ero semplicemente ammutolito da tanto cinismo. Tutti i miei Ideali, tutti i Valori che mi sono stati insegnati (e che spero abbiano insegnato pure a voi) ridi-colizzati e trattati come “accessori”, accidenti inutili (e anzi fastidiosi) dell’esistenza sociale di una persona, da un ragio-namento che non lasciava scampo: “Con gli Ideali non vai da nessuna parte”. Sono tornato a casa pensieroso, e da questi pensieri è saltato fuori questo articoletto… Scritto in fretta dopo una riflessione su quanto avevo ascoltato. Forse può esser vero… Io con i miei Ideali di Giustizia, Correttezza e Lealtà non ho capito un bel niente di come funziona il mondo… Forse sono altri i valori emergenti: Egoismo, Ipocrisia, Inte-resse personale… non rimane che scegliere da che parte stare.

Stefano Maronese IV F

Senza Titolo è il titolo It’s Natural to be Artificial!

Sotto gli occhi di tutti. E non ditemi che non li avete vi-sti… Da sabato scorso (o un po’ prima per chi avesse notato i preparativi) la nostra tranquilla cittadina ha assunto colo-riti insoliti: delfini rosa galleggianti in Calmaggiore, or-setti verdi nelle loggette dei palazzi antistanti palazzo dei Trecento… e perfino degli enormi barboncini rossi in centro alla piazza! Ebbene… Che il nostro emerito vice sindaco ne abbia fat-ta un’altra delle sue, o che abbia preso tutti una follia col-lettiva? Nessuna delle due, o meglio: in parte. Infatti, a creare una scena quasi grottesca nelle notti trevi-giane avvolte da quel classico velino di immancabile neb-bia autunnale, non è il ritorno del clown It (come Stephen King docet ), bensì l’apertura di una nuova esposizione artistica a cielo aperto, che ci terrà compagnia fino a do-menica 7 gennaio! Preparatevi quindi ad un inverno senza renne, ma simpatici pinguini blu, tartarughe dorate e tanti altri animali, tutti rigorosamente realizzati in plastica riciclata. La Cracking Art prende infatti nome proprio da un pro-cesso dell’industria petrolchimica, da cui il petrolio (prodotto naturale) viene lavorato per ricavarne materie sintetiche. L’idea nasce dall’artista Omar Ronda, in colla-borazione con l’Accademia di Belle Arti di Milano, con lo scopo di far rivivere tramite questi animali “l’antica essenza antropologica del petrolio stesso”, in altre parole riportarlo alla sua antecedente origine naturale, fatta di animali, piante e tutto ciò che componeva “l’humus” pri-mordiale. La Cracking Art si sviluppa così come un’arte militante e provocatoria, con l’intento di emettere un se-gnale d’allarme a tutti noi per la salvaguardia degli ani-mali e dell’ambiente in un pianeta sempre più soffocato dall’inquinamento operato dall’uomo: “S.O.S. World” è infatti il messaggio che ha accompagnato una delle espo-sizioni alla Biennale di Venezia e, ancora ad esempio, l’invasa da mille delfini sospesi piazza Duomo a Milano, a ricordo delle vittime innocenti dell’inquinamento del mare, o una miriade di cactus sul Monte Bianco, in aper-ta provocazione alle possibilità della clonazione ai nostri giorni. Inoltre nel caso specifico della nostra città, l’iniziativa, promossa dal “Consorzio Per Mio Figlio”, assume anche l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico rispetto alle esi-genze dei bambini meno fortunati tramite la promozione di una raccolta di fondi per l’Area di Degenza Pediatrica dell’Ospedale di Treviso, acquistando un gabbiano dora-to Cracking Art allo Spazio Lazzari della città. Speriamo dunque che l’iniziativa riscuota un buon suc-cesso e soprattutto che il messaggio di questi sette intrepi-di artisti-ecologisti non vada a vuoto, ma venga raccolto da tutta Europa come stimolo per combattere insieme questa causa d’importanza globale.

Stella Grosso, 4^ I

Cracking Art Revolution

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Mondo Giovani

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Avenged Sevenfold - City of Evil La maggior parte delle moderne band Scremo-Hardcore sono rimaste bloccate alle prime pubblicazioni, rima-nendo così nell'anonimato. Non hanno fatto di certo lo stesso gli Avenged Sevenfold (A7X), californiano grup-po Hardcore - anche se non penso si possano più nem-meno definire in questo modo. Hanno infatti mutato il loro genere nell'ultimo album, City of Evil, attraverso sonorità molto più Hard Rock, in quello che si può chia-mare uno stile Emo Metalcore. Ed è proprio quest'ultimo cd che, con una completa innovazione musicale nel gruppo, li ha defini-tivamente consacrati tra le grandi band contemporanee dello scena-rio Metal, dopo il precedente suc-cesso di Waking the Fallen. City of Evil trae ispirazione dallo stile di grandissime band, quale il Thrash-Metal dei Megadeath, dei primi Metallica e dei Pantera, il Prog-Metal dei Dream Theater e l'Heavy-Metal, con la classica coppia di chitarra solista-ritmica, dei Judas Priest. Prima evidente novità nello stile degli A7X ri-spetto agli album precendenti è la voce; il cantante M. Shadows ha infatti dovuto abbandonare gli scream, a causa di un'operazione subita alle corde vocali. Egli ha però introdotto uno stupendo can-tato pulito di stampo nasale, con potenti acuti, che molte altre band cercano invano di raggiungere. Dovendo però cambiare stile, il cantante ha deciso di affidarsi a dei te-sti molto più fantasiosi dal punto di vista sonoro. L'al-bum non è certo facile da capire, se state cercando qual-cosa di immediato resterete delusi, al primo ascolto è fa-cile che sembri uno schifo (sì, ho avuto anch'io que-st'impressione ''^_^). I pezzi vanno infatti ascoltati nu-merose volte per essere compresi ed apprezzati appieno, sebbene il cd possa sembrare un prodotto mainstream se lo si giudica dallo scialbo stile epic-grottesco del boo-klet. Altra importante nota stilistica è la qualità e il numero degli assoli, presenti almeno uno per ogni canzone, e con una tecnica talmente perfezionata che non ha nulla da invidiare a quella del miglior chitarrista Prog. Il rit-mo Metalcore è infatti caratterizzato dai bellissimi asso-li di Synyster Gates, lead guitar degli A7X, sulle basi

della martellante batteria e del basso potente e incon-fondibile. Tutta la band è infatti caratterizzata da una grandissima capacità tecnica con i propri strumenti, e si esibisce in prove di gran valore nell'album, soprattutto se si tiene a mente che l'età media di questi ragazzi è sui 22-25 anni! City of Evil esordisce con Beast And The Harlot, uno dei pezzi migliori; ha un'intro lenta, che però lascia su-

bito il posto ad un beat rapido e a dei riff maledettamente veloci, con uno dei migliori ritornelli che abbia mai sentito. Altro pezzo stupendo è Bat Country, il più famoso dei singoli estratti; esso è dedicato allo scrittore/reporter Hunter S. Thompson, un mio mito personale. Il titolo deriva da un film basato su di un libro di Thompson, "Paura e Delirio a Las Vegas"(che consi-glio a tutti di vedere), dove il protagonista Johnny Depp dice "We can't stop here. This is Bat Country.". Bellissimo tutto l'im-pianto della canzone, dal testo, ai riff possenti, fino ai cambia-menti improvvisi di ritmo. Commovente il cantato di Seize the Day, lenta ballad in stile G'n'R di Use Your Illusions II, e stupefacente l'intro di basso-chitarra di The Wicked End. In-fine vorrei ricordare anche Be-

trayed, in quanto dedicata al defunto ex chitarrista dei Pantera Dimebag Darrell, uno dei migliori chitarristi di tutti i tempi, fu ucciso dal proiettile sparato da un fana-tico ad un concerto, e così gli A7X ricordano l'avveni-mento: "you[...]Put a bullet in his back, your hero since you were so young, How could you kill the man who brought salvation through your pain". Penso che que-st'ultima frase riassuma molto bene quello che è il sen-so di alcuni generi che ascoltiamo, e mi piace poter rin-graziare la musica anche di questo. Concludendo: "All of you headbangers and punk kids out there, get this CD. You'll get hooked and change your religion in-stantly."

Enrico Zanetti 4° F

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Music Box

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Tornati dalle vacanze avete l’umore a pezzi e vi sentite a terra? No Problem! Le vostre stelle vi proteggono… · Ariete (21/3 – 20/4) : La voglia di tornare a scuola proprio non c’è e la tua mente è ancora in riva al mare… Come fare? Pensa che a scuola ci sono i tuoi amici, pronti a sostenerti per i brutti voi ad inizio anno… Tranquillo! Basta poco e ritornerai in carreggiata. Giorni No: 5, 7 Giorni Si: 21, 25

· Toro (21/4 – 20/5) : Le vacanze ti hanno dato carica positiva. Ricominciare la scuola non sarà difficile. Attento però a non addormentarti durante le ore più noiose, cerca piut-tosto di organizzare piccoli tornei di tris, battaglia navale… E se il prof ti becca, fate gio-care anche lui!

Giorni No: 11, 23 Giorni Si: 1, 19

· Gemelli (21/5 – 21/6) : Sogni, sogni e ancora sogni. Se continui di questo passo la prof di filosofia se ne accorgerà! Torna coi piedi per terra, e inizia a correre… Il test di Cooper è tra breve, e i gelati estivi certo non aiutano! Giorni No: 9, 21 Giorni Si: 15, 17

· Cancro (22/6 – 22/7) : Hai in mente tanti propositi per essere il migliore della classe.

I professori noteranno la tua buona volontà e ti aiuteranno! Ripassa le materie in cui eri più debole l’anno scorso e vedrai che le stelle saranno dalla tua parte… In bocca al lupo!

Giorni No: 3, 9 Giorni Si: 2, 28

· Leone (23/7 – 23/8) : Sei pieno di energia: approfittane! Fatti interrogare fin dalle prime lezioni in modo da collezionare un bel po’ di bei voti, utili per stare tranquillo nei mesi invernali, quando ti sentirai un po’ più pigro… Giorni No: 16, 23 Giorni Si: 29, 30

· Vergine ( 24/8 – 22/9) : Il mese comincia alla grande, ma ogni tanto ti sentirai malin-conico. Trascorri più tempo possibile con il/il tuo/a migliore amico/a , magari studian-do insieme… Ma attenti a non farvi distrarre da ricordi estivi che vi hanno travolto!

Giorni No: 4, 17 Giorni Si: 12, 21

· Bilancia (23/9 – 22/10) : Sarà difficile da ingranare questo nuovo anno. Ma non preoc-cuparti! Per questo periodo cerca di evitare le interrogazioni e non deprimerti se prendi brutti vo-ti: miglioreranno. Esci con gli amici per distrarti, avrai belle sorprese! Giorni No: 18, 25 Giorni Si: 6, 12

* Oroscopo *

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Humor

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· Scorpione (23/10 – 22/11) : L’estate ha cancellato i brutti ricordi dell’anno scorso. Le

stelle ti sono amiche, ma devi impegnarti: troverai molti ostacoli. Si preannunciano nuo-vi incontri e amicizie… O qualcosa di più!

Giorni No: 7, 8 Giorni Si: 9, 30

· Sagittario (23/11 – 21/12) : Che bello rivedere gli amici e raccontarsi tutto ciò che è successo in vacanza! Però attento a non dedicare tutte le tue energie al gossip.. Ripassa le ma-terie in cui non sei molto ferrato: i test iniziali non sono andati molto bene, ma se ti impegni migliorerai. Giorni No: 15, 19 Giorni Si: 24, 27

· Capricorno (22/12 – 20/1) : Un po’ di moto ti aiuterà a ritrovare la concentrazione adatta per studiare. Cerca di organizzarti in moro da non perdere tempo prezioso, così po-trai uscire e divertirti. Le stelle preannunciano una grande sorpresa!

Giorni No: 1, 7 Giorni Si: 11, 19

· Acquario (21/1 – 19/2) : Sarà un mese davvero speciale, che ricorderai per molto tempo: un messaggio che non ti aspetti ti renderà molto felice. La scuola? L’inizio sarà un po’ faticoso, ma tra poco le cose ripartiranno alla grande. Porta pazienza! Giorni No: 21, 22 Giorni Si: 19, 27 · Pesci (20/2 – 20/3) : Ti manca molto il mare e il contatto con il

tuo elemento, Ma non dirlo ai tuoi amici: ti potrebbero fare i gavettoni! La scuola andrà alla grande, il sole estivo ti ha dato energia e voglia di fare!

Giorni No: 4, 30 Giorni Si: 5, 10

Roberta Natale 2^ D Sara Vianello 2^N

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1) In che anno è stata scoperta l’America? a) 1447 b) 1592 c) 1492 2) Quanto durò la guerra dei cent’anni? a) 116 anni b) 103 anni c) 98 anni 3) In quale regione indiana nasce il Gange? a) Himalaya b) Bangladesh c) Bengala 4) In quale paese si trova il “cappello di Panama”? a) Panama b) Ecuador c) Venezuela 5) In quale mese dell’anno i Russi festeggiano la Rivoluzione d’Ottobre? a) Settembre b) Ottobre c) Novembre 6) In quale giorno cade il Solstizio d’Inverno? a) 20 novembre b) 21 dicembre c) 21 gennaio 7) Qual era il nome del re Giorgio V? a) Alberto b) Giorgio c) Emanuele 8) Giovanni Battista Montini è il nome di quale papa? a) Giovanni Paolo I b) Giovanni Paolo II c) Paolo VI 9) A che stato appartiene “l’isola di cavallo”? a) Italia b) Francia c) Spagna 10) Da quale animale prendono il nome le isole canarie? a) cane b) foca c) canarino

Test: Sei più Pupa o Secchione ?

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Per ogni risposta esatta = 1 punto 1) c; 2) a; 3) a; 4) b; 5) c; 6) b; 7) a; 8) c; 9) b; 10) b.

Da 0 a 4 punti: Pupa al 99 % La cultura generale non è il tuo forte, ma bisogna considerare che: 1. Il prof ha interrogato e tu sei ancora emotivamente scossa; 2. Catastrofe di importanza mondiale: ti si è rotta un’unghia; 3. A metà test sei stata distratta dalla mostruosa ricrescita della prof di matematica; 4. Hai dovuto subito comunicare il suddetto punto 3 alla tua vicina di banco; 5. Considerando i punti precedenti è chiaro che non eri nel pieno delle tue capacità mentali, non ti resta che dare la colpa a quel tuo compagno di classe che ti ha palpato il sedere appena ti ha reputata un minimo concentrata sul test!

Da 5 a 10 punti: Secchione D.O.C. Complimenti, sei un pozzo di sapienza: nonostante fosse in corso la lezione più soporifera del mese sei riuscito a non addormentarti sul banco e conservare la mente lucida per finire questo test. Studiare va bene, ma anche il divertimen-to ha una sua importanza! P.S. E smettila di palpeggiare il sedere alla tua compagna di classe!!

Risultati del test!

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INcontro Pochissimi lo sanno, ma lo Stato finanzia l’editoria e i giornali per circa 700 milioni di euro all’an-

DIRETTORE: Lucia Crotti 4°H VICE-DIRETTORE: Stella Serena Grosso 4°I REDAZIONE: Federica Ortolan 5°B Valentina Bovo 4°E Stefania De Marchi 4°E Stefano Maronese 4°F Alice Pozzi 4°F Enrico Zanetti 4°F Alice Gobbo 4°I Ilaria Maroni 3°A Vanessa de Bortoli 3°I Roberta Natale 2°D Sara Vinello 2°N Eleonora Porcellato 1°C

IMPAGINATORE: Luca Mattiuzzo 4°H DISEGNATORI: Giorgio Schiavon 4°H Marta Calò 4°I Alka Cappellazzo 3°I Francesca Rizzato 3°I Francesco Feltrin 2°L COLLABORATORI ESTERNI: Enrica Trevisiol 4°H Lorenzo Trapani 4°G Alessia Cogo 2°G Laura Pagura 2°G