Impronte ottobre 2014

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Canile Parrelli: emergenza adozioni PAGINE 12-13 La riscossa dei topi “da laboratorio” PAGINA 6

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Angela, alla conquista della libertà

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Canile Parrelli: emergenzaadozioniPagine 12-13

La riscossadei topi “dalaboratorio”Pagina 6

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[email protected]/sedi/castelfranco-veneto-tvEMILIA ROMAGNABOLOGNA: (STP) tel. 333/8175258 - 320/[email protected] www.lav.it/sedi/bolognaREGGIO EMILIA: (STP) tel. 338/[email protected] www.lav.it/sedi/reggio-emiliaCORREGGIO (RE): (PDR) tel. 331/[email protected]: (STP) tel. 320/4795021 [email protected] www.lav.it/sedi/modenaPIACENZA (PDR) tel 392/[email protected]’-CESENA: (STP) tel. 328/[email protected] (PDR) tel 347/4246427 [email protected]: (STP) [email protected] AREZZO: (STP) tel. 333/[email protected] (PI): (PDR) tel. 328/[email protected]: (PDR) tel. 347/[email protected] (MS): (PDR) tel. 328/[email protected]: (STP) tel. 328/5639980 e 333/[email protected]: (PDR) tel. 339/[email protected]: (PDR) tel/fax 075/690225 - 338/[email protected]: (PDR) tel. 327/9576420 [email protected]: (PDR) tel. 335/5351105 (ore 9.30-13.30) [email protected] www.lav.it/sedi/romaTARQUINIA (VT) (PDR) tel. 349/[email protected]: (STP) tel. 327/[email protected] www.lav.it/sedi/pescaraCAMPANIANAPOLI: (STP) tel. 328/2313365 [email protected] www.lav.it/sedi/napoliSALERNO: (PDR) tel. 339/774086 [email protected] www.lav.it/sedi/salerno PUGLIABARI: (STP) tel. 348/0618270 fax 080/[email protected] www.lav.it/sedi/bariLECCE: (PDR) tel. 328/[email protected]: (STP) tel. 320/4795565 [email protected] VALENTIA: (PDR) tel. 333/[email protected]: (PDR) tel. 340/0031368 [email protected]: (PDR) tel. 347/5800934fax 0934/1936166 [email protected] (PDR) tel. 347/[email protected]: (PDR) tel. 338/[email protected]

La LAV in Italia • www.lav.itPIEMONTETORINO: (STIC) tel./fax 011/[email protected] www.lav.it/sedi/torinoCARMAGNOLA (TO): (STIC) tel. 340/[email protected] (NO): (PDR) tel. 335/[email protected] ROERO E MONREGALESE: (CN) (PDR) 320/4729967 [email protected] E VALLATE: (PDR) 333/8347714 [email protected]: (PDR) tel. 320/[email protected] www.lav.it/sedi/alessandriaLIGURIAGENOVA: (STP) tel. 347/[email protected]: (PDR) tel. 348/[email protected] SPEZIA: (PDR) tel. 345/7001452 [email protected]: (STIC) tel. 327/6333693 [email protected] www.lav.it/sedi/milanoRHO (MI) (STIC): tel. 349/3769750 (ore 16-19)[email protected] www.lav.it/sedi/rho-miLODI (PDR) tel. 339/1917434 (dalle ore 17)[email protected] (STP): tel. 320/4795557 (ore 18-23)[email protected] (PDR) tel. 339/[email protected]: (STP) tel. 333/[email protected] VARESE-BUSTO ARSIZIO (STIC): tel. 328/6456255 [email protected] (VA) (STIC): tel. 338/4305289 [email protected] www.lav.it/sedi/saronno-va BERGAMO (PDR): tel. 388/[email protected] - www.lav.it/sedi/bergamoMONZA E BRIANZA (STP): tel. 329/[email protected] www.lav.it/sedi/monza-e-brianzaSONDRIO: (PDR) tel. 388/[email protected]: (PDR) tel. 338/[email protected] ALTO ADIGEBOLZANO (PDR) tel. 349/[email protected] (STP): tel. 331/[email protected] www.lav.it/sedi/trentinoFRIULI - VENEZIA GIULIATRIESTE: (STP) tel. 320/[email protected] www.lav.it/sedi/triestePORDENONE: (STP) tel. 320/4795023 [email protected]: (STP) tel. 340/[email protected]: (STP): tel. 348/[email protected] www.lav.it/sedi/veneziaPADOVA: (STP) tel. 320/[email protected] - www.lav.it/sedi/padovaVERONA: (STP): tel. 339/[email protected] www.lav.it/sedi/veronaVICENZA: (STIC) tel. 348/[email protected] DEL GRAPPA (VI): (STIC) tel. 348/[email protected]: (PDR) tel. 329/[email protected] - www.lav.it/sedi/rovigoBELLUNO: (PDR) tel 329/[email protected] VENETO (TV): (PDR) tel. 346/7465558 (ore serali)

LEGENDASTP: Sede Territoriale ProvincialeSTIC: Sede Territoriale IntercomunaleSTC: Sede Territoriale ComunalePDR: Punto di Riferimento

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Il cammino della libertà di Angela

La riscossa dei topi “da laboratorio”

I falsi miti sulla vivisezione

Quando la bestia è l’uomo

Daniza ha il diritto di vivere libera!

Daniza: la fine del film Disney “Made in Italy”

AAA… Emergenza adozioni canile Parrelli

Missione Educazione

Concorso LAV: ecco i giovani vincitori

L’ex-Delfinario di Rimini si ricicla

Delfini, A. Lopez: “I delfinari sono prigioni”

Maltrattamenti, dieci anni di Legge

Scelti per voi

Con la LAV per i diritti degli animali: ecco come

LAV

CONSIGLIO DIRETTIVORoberto Bennati (vicepresidente), Giacomo Bottinelli, Gianluca Felicetti (presidente), Simone Pavesi, Massimo Vitturi

COLLEGIO DI GARANZIARoberto Callegaro, Laura Gabrieli (presidente), Sandro Guolo

REVISORI DEI CONTISusanna Russo (presidente); Alessio Rastelli,Mauro Vantaggio (sindaci)

Informiamo che tutti gli associati e/o i sostenitori delle campagne LAV ONLUS hanno diritto a ricevere la presente pubblicazione tramite invio postale. La LAV ONLUS garantisce che i dati identificativi dei destinatari sono raccolti e trattati, anche elettronicamente, nel rispetto delle norme previste dal ‘codice di regolamentazione sulla privacy’ (Dlgs 196/2003). Ogni interessato potrà in ogni momento esercitare i propri diritti (art. 7,8,9 Dlgs 196/2003) rivolgendosi direttamente alla LAV ONLUS, Viale Regina Margherita 177 - 00198 ROMAtel. 064461325, fax 064461326, email: [email protected]

Sommario

xxxrendere visibile l’in-visibile

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Impronte Anno XXXI n°7 (145) Ottobre 2014

DIREZIONE E REDAZIONESEDE NAZIONALE LAV OnlusVIALE REGINA MARGHERITA 177 - 00198 ROMATEL. 064461325 r.a.; FAX 064461326Email: [email protected] • Internet: www.lav.it

DIRETTORE RESPONSABILE ED EDITORIALE: Maria Falvo

HANNO COLLABORATO Roberto Bennati, Giacomo Bottinelli, Antonella Buceti, Carmen Caballero, Carla Campanaro, Alessandra Fantuzi, Gianluca Felicetti, Silvia Felicetti, Francesca Gramazio, Ilaria Innocenti, Michela Kuan, Barbara Paladini, Simone Pavesi, Maurizio Santoloci, Paola Segurini, Ilaria Tordone, Ciro Troiano

PROGETTO GRAFICO Michele Leone FOTO COPERTINA: Stefano Renna

AUT. TRIB. ROMA 50/84 - dell’11.2.1984 ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 - dell’1.3.1993ISCR. ROC 2263 - anno 2001

DTP-STAMPAArti Grafiche “La Moderna” Via di Tor Cervara 171 - RomaCARTA Dalum Cyclus Print (100% carta riciclata)

CHIUSO IN TIPOGRAFIA il 15 settembre 2014

RIPRODUZIONIdegli articoli sono auspicate ma consentite solamente con l’autorizzazione della Direzione

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Packaging in Mater-Bi: biodegradabile e compostabile

Nata nel 1977, la LAV ha per fine la Liberazione animale, l’af-fermazione dei diritti degli animali non umani e la loro prote-zione, la lotta alla zoomafia e la difesa dell’ambiente. Si batte per l’abolizione della vivisezione, della pesca, della caccia, delle produzioni animali, dell’allevamento, del commercio, degli spettacoli con animali e dell’utilizzo di qualsiasi essere vivente. Difende la Terra e i suoi ecosistemi. La LAV combatte lo speci-smo lottando contro ogni forma di violenza, prevaricazione e sfruttamento, per il rispetto del diritto alla vita, alla dignità e alla libertà di ogni individuo umano e non umano.

LA LAV È• cofondatrice della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente • riconosciuta Ente Morale con Decreto Ministeriale 19.5.1998 e Onlus Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale;• riconosciuta associazione che persegue finalità di tutela degli interessi lesi da reati contro gli animali (Decreto 2/2009 EN.AS. - D.M.Salute 2.11.06 - Legge 189/04)• riconosciuta associazione di protezione ambientale con Decreto Ministeriale 15.2.2007 (legge 349/86);• dal 1995 componente della Commissione Nazionale Allevamenti e Macelli del Ministero della Salute (legge 623/85);• dal 1999 firmataria di un Protocollo d’Intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione allo scopo di “promuovere la diffusione e l’approfondimento dei temi dell’educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado”• dal 2007 Ente abilitato al rilascio di crediti ECM (Educazione Continua in Medicina) presso il Ministero della Salute• membro di Eurogroup for Animals, della European Coalition to End Animal Experiments, della Fur Free Alliance, di ENDCAPtivity

QUOTE ANNUALI DI ISCRIZIONEE RINNOVO (OGNI DODICI MESI) ALLA LAV• ORDINARIO 30 euro• GIOVANILE (fino a18 anni) 18 euro• FAMIGLIA 45 euro• SOSTENITORE 46 euro• BENEMERITO 150 euro• STRAORDINARIO 500 euro• PER SEMPRE (chiama 06 4461325)VERSAMENTI INTESTATI A LAV• CC POSTALE 24860009• CC BANCARIO n. 501112 Banca Popolare Etica - Filiale di Roma - Via Rasella 14 - 00187 Roma (cordinate IBAN) IT16 E050 1803 2000 0000 0501 112

Conservate le ricevute postali e bancarie delle donazioni alla LAV: potete dedurle dalla prossima dichiarazione dei redditi, ai sensi del-la legge 460/97 nel limite di 2.065,00 euro all’anno; per le aziende fino al 2% del reddito d’impresa.

Impronte • ottobre 2014 3

e ci pensate bene, è quanto facciamo tutti i giorni. Nel far venire alla luce la tra-gedia degli animali reclusi

come la tigre Angela che siamo riu-sciti a portare in un Centro di recupe-ro; nel denunciare il maltrattamento contrabbandato come normale edu-cazione, esercitato nei delfinari; nel rendere in carne e ossa gli animali soggetti di diritto nel Tribunali e in Parlamento; nel riuscire a portare in salvo 49 topi sopravvissuti alla vivise-zione e all’uccisione perché conside-rati ormai troppo gravosi per il bilan-

cio di un Istituto gonfiato a dismisura dai contributi pubblici.

Ognuno di noi ha infatti almeno una “buona ragione” per poter avere ogni giorno la forza, la costanza, la lucidità, per salvare almeno un ani-male, per renderlo visibile e non più, al massimo, un fantasma. Che non ri-esce purtroppo, nemmeno, ad agitare il sonno di chi fa dello sfruttamento degli animali la propria vita.

Non ci dichiariamo mai vinti.

S

““Si può essere contrari alla caccia,

ma “per coerenza” bisogna anche battersi contro la pesca: perché il merluzzo

impigliato nella rete o la trota con un amo in bocca non sono più allegri del coniglio

che aspetta la botta sul collo”

Enzo Biagi, “I” come Italiani, 1993

Rendere visibilel’invisibile

Anche quando, come nel caso dei richiami vivi per la caccia o le spe-cie alloctone, nutrie in testa, non riusciamo al momento a fermare chi vuole continuare, anzi vuole in-crementare, la sofferenza e la morte di questi animali. Le nostre risposte sane alle atrocità seminano e colti-vano comunque la speranza contro la disperazione. Anche di chi, dalla no-stra parte, dice che non c’è più nulla da fare. Che è tutto inutile.

Non siamo “meno di”, né “meglio di” come ha ben spiegato l’america-na Melanie Joy nel suo ultimo libro “Finalmente la liberazione animale!”. Noi siamo dalla parte degli animali, ma dobbiamo fare in modo che que-sta realtà sia davvero la normalità, per tutti. Cioè essere dalla parte degli ultimi, fra gli ultimi.

Lo diremo anche nelle piazze di tutta Italia con la Mobilitazione che parte i prossimi 6-7-8 dicembre e alla quale non solo vi aspettiamo ma del-la quale vi chiediamo di essere prota-gonisti con la tessera LAV in tasca.

Con la vostra “buona ragione” da offrire ai familiari, alle amiche, ai compagni di scuola, ai colleghi di la-voro, alle persone che si incontrano ai giardini con il cane. Noi, con l’energia del cambiamento che non dobbiamo far venire mai meno. L’energia che rende visibili gli invisibili.

@glfelicetti

xxxrendere visibile l’in-visibile

Noi siamo dalla parte degli animali, ma dobbiamo fare in modo che questa realtà sia davvero la normalità, per tutti

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di Gaia Angelini

Angela è una tigre di poco più di un anno, eppure fin da piccolissima era diventata vittima dello

sfruttamento umano. Trovata pri-gioniera in una gabbia in un ca-solare di campagna del Casertano, durante un’operazione di polizia nel dicembre del 2013. Angela, che all’epoca aveva cinque mesi, viene trasferita in una struttura di acco-glienza temporanea dove sarebbe dovuta rimanere solo per poco tem-po, considerata l’inadeguatezza del-la struttura ad accogliere un anima-le della sua portata, non solo esotico ma anche pericoloso. Tuttavia sono trascorsi diversi mesi e, a causa della grave carenza di centri di recupero per questo tipo di animali in Italia, Angela rischiava di restare in queste condizioni per anni.

La tigre Angela era diventata, come molti suoi simili, tre volte vittima: prima del Paese Italia, uno degli snodi principali del traffico in-ternazionale di specie protette, poi dello sfruttamento e del commercio illegale ad opera di privati; infine di nuovo vittima del Paese Italia e della sua drammatica carenza di strutture di ospitalità per animali esotici.

In collaborazione con il Garante per i Diritti Animali di Napoli e il Corpo Forestale CITES di Napoli, la

LAV decide quindi di intervenire e di avviare un’operazione di trasferi-mento all’estero del grande felino, in un centro di recupero in Germania specializzato in tigri, con il progetto di poter successivamente trasferire Angela in un Santuario per animali sequestrati in Sud-Africa, chiamato LionsRock (www.lionsrock.org/) e gestito dall’associazione internazio-nale Four Paws (Quattro Zampe).

Dopo mesi di preparazione lo-gistico-amministrativa, l’11 luglio alle 7 del mattino, insieme a due veterinari tedeschi specializzati in esotici, insieme all’organizzazione Four Paws e alle forze di polizia, è iniziata l’operazione “LAVera libertà di Angela” con il trasferimento di Angela in Germania, vicenda-sim-bolo della campagna della LAV per

la protezione degli animali esotici. Angela viene sedata per un periodo di tempo limitato, per permettere di caricarla su una barella e trasportar-la nel mezzo che la porterà a Rüs-selsheim (Francoforte, Germania). Ad un controllo dopo due ore di viaggio, Angela si è già svegliata ed è stata monitorata dai veterinari.

Il filmato del suo trasferimento è disponibile su sito web LAV http://www.lav.it/cosa-facciamo/animali-e-spettacoli/angela-tigre-libera

In Italia, centinaia di animali esotici sono vittima del commercio illegale o sono detenuti in strutture a finalità espositive che non sono regolarmente autorizzate a detenere questo tipo di animali. Queste cri-ticità sono acuite da un disimpegno progressivo del Ministero dell’Am-

dell’industria della cattività (zoo, circhi, delfinari e mostre di ani-mali) e la sua riconversione in altre attività senza utilizzo di animali. Risulta inoltre necessario sviluppa-re un serio piano d’azione contro la detenzione illegale di fauna esotica, e cominciare ad erogare i necessari finanziamenti ai centri di recupero dove trasferire gli animali seque-strati o confiscati.

Nell’Unione Europea il commer-cio di specie di flora e fauna protetta e dei loro prodotti derivati raggiun-ge la stima di circa 100 miliardi di euro all’anno. Secondo l’organizza-zione TRAFFIC, all’inizio degli anni ‘90 il commercio internazionale di prodotti derivati da fauna e flora selvatica si aggirava intorno ai 160 miliardi di dollari all’anno, rag-

biente e di altri enti governativi a finanziare strutture di ospitalità per animali esotici oggetto di sequestri e confische. L’assenza di finanzia-menti a tali centri è uno dei prin-cipali limiti all’applicazione della legislazione esistente, in quanto l’operato delle forze di polizia viene limitato se non ci sono soluzioni per ospitare gli animali. Spostare degli animali all’estero è possibile ma è comunque difficile da un punto di vista organizzativo e amministra-tivo. La nostra campagna contro la prigionia degli animali esotici chiede al Ministro dell’Ambiente un urgente e concreto impegno a pro-muovere investimenti e politiche di protezione degli animali esotici nei loro habitat naturali. Al contem-po la LAV richiede la dismissione

Viaggio da Caserta a Francofortecon meta finale in SudAfrica

Il camminodella libertàdi Angela

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giungendo nel 2009 la stima di 323 miliardi di dollari, inferiore solo al traffico di armi e droga. Il bracco-naggio è responsabile di almeno il 78% della decimazione delle tigri di Sumatra (le ossa delle tigri sono vendute a circa 900 euro al kg). In 100 anni le tigri nel mondo sono passate dai 100mila animali ai 3.500 attuali. Si stima che in Italia il traf-fico di specie esotiche protette si aggiri intorno ai 2 miliardi di euro all’anno. Oggi Angela fortunata-mente si trova in un centro di recu-pero specializzato, insieme ad altri suoi simili provenienti da vicende analoghe ed assistita da personale specializzato. La LAV insieme a Four Paws si è impegnata, una volta che la necessaria documentazione sarà pronta, a trasferirla nel Santuario Lionsrock in Sudafrica dove potrà vivere in semi-libertà, una libertà più simile possibile a quella che la sua natura richiede. A Lionsrock, centro gestito direttamente da Four Paws, sono stati già trasferiti 90 grandi felini (tigri, leoni e altri ani-mali) da tutto il mondo, provenienti da esperienze di sfruttamento e mal-trattamento. Vi invitiamo a seguirci nei prossimi mesi e a darci il vostro supporto per completare, insieme, il cammino di libertà di Angela, cer-ti che la sua storia sarà la prima di una lunga serie e farà da “apripista” per i diritti di altri animali.

LAV decide quindi di intervenire e di avviare un’operazione di trasferi-mento all’estero del grande felino, in un centro di recupero in Germania specializzato in tigri, con il progetto di poter successivamente trasferire Angela in un Santuario per animali sequestrati in Sud-Africa, chiamato LionsRock (www.lionsrock.org/) e gestito dall’associazione internazio-nale Four Paws (Quattro Zampe).

Dopo mesi di preparazione lo-gistico-amministrativa, l’11 luglio alle 7 del mattino, insieme a due veterinari tedeschi specializzati in esotici, insieme all’organizzazione Four Paws e alle forze di polizia, è iniziata l’operazione “LAVera libertà di Angela” con il trasferimento di Angela in Germania, vicenda-sim-bolo della campagna della LAV per

la protezione degli animali esotici. Angela viene sedata per un periodo di tempo limitato, per permettere di caricarla su una barella e trasportar-la nel mezzo che la porterà a Rüs-selsheim (Francoforte, Germania). Ad un controllo dopo due ore di viaggio, Angela si è già svegliata ed è stata monitorata dai veterinari.

Il filmato del suo trasferimento è disponibile su sito web LAV http://www.lav.it/cosa-facciamo/animali-e-spettacoli/angela-tigre-libera

In Italia, centinaia di animali esotici sono vittima del commercio illegale o sono detenuti in strutture a finalità espositive che non sono regolarmente autorizzate a detenere questo tipo di animali. Queste cri-ticità sono acuite da un disimpegno progressivo del Ministero dell’Am-

dell’industria della cattività (zoo, circhi, delfinari e mostre di ani-mali) e la sua riconversione in altre attività senza utilizzo di animali. Risulta inoltre necessario sviluppa-re un serio piano d’azione contro la detenzione illegale di fauna esotica, e cominciare ad erogare i necessari finanziamenti ai centri di recupero dove trasferire gli animali seque-strati o confiscati.

Nell’Unione Europea il commer-cio di specie di flora e fauna protetta e dei loro prodotti derivati raggiun-ge la stima di circa 100 miliardi di euro all’anno. Secondo l’organizza-zione TRAFFIC, all’inizio degli anni ‘90 il commercio internazionale di prodotti derivati da fauna e flora selvatica si aggirava intorno ai 160 miliardi di dollari all’anno, rag-

biente e di altri enti governativi a finanziare strutture di ospitalità per animali esotici oggetto di sequestri e confische. L’assenza di finanzia-menti a tali centri è uno dei prin-cipali limiti all’applicazione della legislazione esistente, in quanto l’operato delle forze di polizia viene limitato se non ci sono soluzioni per ospitare gli animali. Spostare degli animali all’estero è possibile ma è comunque difficile da un punto di vista organizzativo e amministra-tivo. La nostra campagna contro la prigionia degli animali esotici chiede al Ministro dell’Ambiente un urgente e concreto impegno a pro-muovere investimenti e politiche di protezione degli animali esotici nei loro habitat naturali. Al contem-po la LAV richiede la dismissione

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Quando si parla di speri-mentazione animale ci si imbatte sempre nelle stes-se risposte, stereotipi che

ci sentiamo dire da anni e che ven-gono ampiamente diffusi anche dai media. La cosa più importante che ognuno di noi può fare è smontare l’idea che la vivisezione sia un male necessario.

Dobbiamo instillare il dubbio nel nostro interlocutore che quello che ha sentito per anni non sia la verità e per fare questo non basta fare leva sull’emotività e sulla pietà verso gli animali, ma bisogna attaccare il modello sperimentale evidenzian-done l’inutilità. Chiaramente l’etica deve essere una componente fonda-mentale nell’analisi del fenomeno vivisezione, ma purtroppo da sola non basta.

Di seguito le frasi più comuni e alcuni suggerimenti per smontare i falsi miti sulla vivisezione.

Senza la sperimentazione anima-le non ci potremmo più curare

I vivisettori spesso ripetono che, se non si sperimentasse sugli ani-mali, bisognerebbe farlo sugli esseri umani: ma questo accade già! In-fatti in tutto il mondo, com-

dei topi “da laboratorio”La riscossa

I falsi miti sulla vivisezionedi Michela Kuan

di Michela Kuan

I l 1 agosto 2014 è stata una data storica per l’antivivise-zionismo, infatti per la prima volta in Italia una Procura

della Repubblica ha disposto il se-questro di animali destinati alla vi-visezione, appartenenti a un Istituto di ricerca autorizzato: il Mario Negri Sud. Questo è stato possibile grazie alla LAV che lo scorso aprile aveva sporto denuncia per uccisione non necessitata di animali, come previ-sto dall’articolo 544 bis del Codi-ce Penale, ottenendo, ad agosto, il sequestro preventivo e la custodia giudiziaria di 49 topini.

Purtroppo i topi erano molti di più: questa cinquantina sono i su-perstiti di un gruppo di oltre 750 in-dividui uccisi “semplicemente” per mancanza di fondi, una prassi pro-babilmente diffusa ma che va total-mente contro la legge e contro ogni morale visto che si tratta di esseri viventi che potevano essere affidati ad associazioni o a strutture inve-ce di essere eliminati come oggetti superflui.

I nostri nuovi amici hanno il manto di vario colore, nero, bianco e marrone. Dopo un breve viaggio hanno raggiunto una clinica veteri-naria sicura e ospitale dove c’erano grandi gabbie piene di giochi, tun-nel, casette e piani in cui correre e giocare, lontano dal ricordo di aset-tici e spaventosi laboratori dove la vita è solo una lunga agonia verso

la morte.La nostra associazione si oppo-

se con forza contro l’istituzione del Mario Negri Sud già ai tempi della sua apertura, criticando anche la pioggia di contributi pubblici stan-ziati per realizzarlo, e ora finalmen-te si iniziano a scoprire le carte e far vedere come i laboratori non siano affatto degli alberghi a cinque stelle dove il benessere animale viene ga-rantito e tutelato.

Anche se si tratta del Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro (Chieti), la fondazione Mario Negri continua a essere simbolo di eccellenza nella ricerca in Italia ed è stata protagoni-sta di affermazioni pub-bliche del loro impegno verso i metodi alter-nativi e la tutela degli animali che stabulano, peccato che la giusti-zia abbia confermato il contrario! Inoltre gli stes-si rappresentanti del Mario Negri non hanno mai perso occasione di ribadire, in contesti universitari e politici, l’importan-za del modello animale, con prese di posizione obsolete e contrarie al principio di sostituzione degli animali nel-la ricerca messo nero su bianco dalla Com-missione Eu-ropea.

Sopravvissuti al Mario Negri Sud, li abbiamo portati in salvo: dopo Green Hill un’altra breccia nel muro di gomma della vivisezione

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www.lav.it

presa l’Italia, le leggi impongono il passaggio sull’uomo dopo i test su animali, prova indiscutibile che non possiamo fidarci dei dati ottenuti negli animali perché, se fossero re-almente predittivi si passerebbe di-rettamente dal modello animale alla commercializzazione.

Il 51% dei farmaci viene ritirato dopo il commercio per gravi reazio-ni avverse, centinaia di migliaia le persone morte ogni anno per effetti collaterali non diagnosticati su ani-mali. I test su animali sono un pa-ravento giuridico per continuare a mettere in commercio sostanze pe-ricolose, perché per l’industria noi non siamo pazienti da curare, ma clienti a cui vendere sostanze spes-so inutili o dannose.

Una coltura cellulare non può sostituire la complessità di un or-ganismo

Assolutamente vero, peccato che se l’organismo è diverso il dato che otteniamo sia inutile. Cani, conigli, topi e gli altri animali sono biolo-gicamente diversi da noi e nessun ricercatore potrà mai affermare di sapere perfettamente cosa succede durante l’esperimento! Infatti dalla differenza genetica (e la loro espres-sione in proteine), a quella fisiologi-ca, anatomica e fenotipica (nessuno di noi si confonderebbe tra un bam-bino e un ratto) l’indice di errore aumenta esponenzialmente, come dimostra l’alto indice di fallimento dei test su animali (superiore del 90%) e le gravi reazioni avverse ai farmaci non preventivamente dia-gnosticate su animali.

Muoiono più animali per la ma-cellazione che per la vivisezione, quindi è ipocrita preoccuparsi delle cavie da laboratorio.

Il “c’è ben altro” è uno sport molto praticato in Italia. C’è sempre qualcosa di più importante.

Il fatto che miliardi di animali vengano sterminati per fini alimen-tari non giustifica in alcun modo che un numero minore venga tor-turato e ucciso per una falsa scien-za. Entrambe le campagne hanno importanza e sono supportate da

scelte etiche e considerazioni scien-tifiche. E noi lo facciamo. La grande differenza oggettiva è poi nell’in-formazione: i media non pubbliciz-zano positivamente i macelli (i lati più sordidi rimangono nascosti), mentre nel caso della vivisezione testate giornalistiche, medici e po-

litici addirittura ne difendono la validità adducendo la neces-sità di continuare a utilizzare anima-li per il progresso della scienza, senza rendere trasparen-

ti gli enormi interessi economici e calcando subdolamente facili ste-reotipi per far cadere in immediata emotività i malati.

“Dobbiamo sacrificare i topi per salvare i bambini”

Il termine sacrificio è già di per sé scorretto, l’animale non si offre o siamo tornati indietro di 3.000 anni confondendo i tavoli da laboratorio con altari sacrificali dedicati agli dei? Inoltre uccidere gli animali non serve a salvare la vita dei bambini, anzi proprio la bassa predittività dei dati ottenuti dalla vivisezione com-porta alti rischi di reazioni avverse e morte quando si passa ai trials sull’uomo, e i bambini sono le en-nesime vittime di un sistema malato che pretende che uomini facciano da cavie e che le cavie diventino uomini.

L’arma più potente che abbiamo è la conoscenza, in grado di dimo-strare la fallacia di un modello di ricerca che non si può chiamare scienza e che affonda le sue diaboli-che radici nello sterminio di animali e nella violazione dei diritti uma-ni. Proprio a questo scopo è stato scritto il libro “Oltre il filo spinato di Green Hill. La vivisezione esiste ancora. Come e perché superarla”; un saggio rivolto a tutti coloro che si pongono la questione etica e della validità scientifica della sperimenta-zione sugli animali, lo sfruttamento dei più deboli, la gestione della no-stra salute, l’impiego trasparente dei fondi per la ricerca.

I falsi miti sulla vivisezione

Il libro, a firma di due protagonisti della battaglia antivivisezionista, spiega cosa è successo negli ultimi

anni, i dati, il dibattito, gli ambiti applicativi (ricerca di base, farmaco-logica, chimica, didattica ecc.), i casi di cronaca più significativi, l’uso delle cavie umane, i metodi sostitutivi; la clamorosa battaglia contro Green Hill con la liberazione di 3.000 beagle, vicenda senza precedenti al mondo per così tanti animali “da laboratorio”. E poi l’obiezione di coscienza alla vivisezione: l’Italia è l’unico Paese a garantire per legge a studenti e ricercatori questo diritto, grazie a una storica battaglia antivivisezio-nista. E ancora la direttiva europea, l’iniziativa dei cittadini per abrogarla, la nuova legge in vigore in Italia da pochi mesi. L’opinione dei ricercatori (con tutti i nomi e i volti), le testimo-nianze dei malati, le denunce degli attivisti e la sfida che lanciano alla ricerca sugli animali. Alla vivisezione, metodo mai validato scientificamente eppure in uso. Il libro sarà disponibile nelle librerie dalla prima settimana di ottobre e rappresenta un mezzo per tenere alta l’attenzione su una tematica scomoda e complessa la vi-visezione grazie, anche a un tour che toccherà numerose città italiane. Una lettura da non perdere, un’idea regalo che sarà apprezza. Nelle librerie o presso la sede LAV più vicina. Oppure rivolgendovi alla Sede nazionale LAV tel. 06.4461325, [email protected] (con spese di spedizione).

La vivisezione non è affattoun malenecessario

Oltre il filo spinatodi Green Hill

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di Ciro Troiano

La criminalità organizzata dedita ai vari traffici a dan-no degli animali si distingue per la sua capacità di agire

su vasta scala, per il suo orienta-mento al business, per la capacità di massimizzare il profitto riducendo il rischio. Del resto il business è tanto: sono diversi i miliardi di euro l’anno intascati con i vari traffici clandesti-ni che sfruttano gli animali. Illegali-tà, malaffare, violenza: tutto a dan-no degli animali. E’ un lungo cata-logo di violenze organizzate, spesso sistematiche e seriali, che mietono migliaia di animali ogni anno, quel-lo analizzato nel Rapporto Zoo-mafia 2014. La nuova edizione del Rapporto, “illegalità, malaffare e crimini contro gli animali”, alla sua quindicesima edizione, analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2013.

Il traffico di cuccioli si attesta come prima emergenza zoomafio-sa: sono circa 2000 i cani che ogni settimana vengono importati in Ita-lia. Tenendo presente solo i casi che abbiamo seguito, sono 670 circa i cuccioli sequestrati (dal valore com-plessivo di circa 530 mila euro) e 77 le persone denunciate nel 2013.

Corse clandestine, gare di sforzo, cavalli stramazzati a terra e abban-donati sulla strada, doping, scom-messe illegali, furti e macellazioni

abusive: è lo scenario delle illegalità nel mondo dell’ippica in Italia. Nel 2013 c’è stata una pericolosa dimi-nuzione delle attività di polizia fi-nalizzate alla repressione delle corse clandestine di cavalli. Sono state bloccate solo due corse clandestine e una gara di forza, 23 persone de-nunciate e 25 cavalli sequestrati. Di contro sono aumentati i video sulle

corse pub-blicati in Internet.

N u o v i , p r e o c c u -panti se-gnali ci in-dicano una ripresa dei combatti-menti tra

cani. Persone denunciate, combatti-menti interrotti, ritrovamenti di cani con ferite da morsi o di cani morti, sequestri di allevamenti di pit bull: questi i segnali che indicano una recrudescenza del fenomeno. Nel 2013 sono stati sequestrati 16 cani per attività inerenti i combattimenti, è stato interrotto un combattimento in corso e sono state denunciate 12 persone di cui un minorenne.

Il traffico internazionale di ani-mali o parti di essi trova nel nostro paese un’importante punto di arrivo e di transito. C’è stato un aumento del 10%, rispetto all’anno preceden-te, del commercio e della detenzione

illegale delle specie protette e tute-late dalla CITES. Avorio, serpenti, scorpioni, macachi, pappagalli, tar-tarughe, ma anche caviale, prodotti in pelle di animali protetti. Il brac-conaggio con i reati relativi all’uso e detenzione di armi e munizioni, conferma la sua pericolosità.

Il “business randagismo” con-tinua ad essere un vero affare per trafficoni e faccendieri: garantisce agli sfruttatori dei cani randagi in-troiti di centinaia di milioni di euro l’anno, grazie a conven-

Il traffico di cuccioli, vera emergenza.Scommesse illegali,furti e macellazioni abusive

“Quando la bestia è l’uomo”Il nuovo Rapporto Zoomafia

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zioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili. Solo nel 2013 sono state sequestrate almeno 11 strutture per un totale di 1700 cani. Cani in pessime condizioni igieniche e di salute, affetti da ma-lattie non curate, tenuti in strutture fatiscenti, sporche e precarie: questi alcuni casi accertati.

Della depredazione continua e silente dei pesci si parla poco. Vi è una illegalità diffusa che va dalla pesca al commercio al dettaglio. La pesca illegale è ancora ampiamente praticata in tutto il Paese ed è stata favorita dalla debole ed inefficace risposta delle istituzioni, dalle san-zioni irrisorie, dalle deroghe e per-messi speciali spesso concessi senza tenere conto dei pareri scientifici. Il Mediterraneo, pur occupando meno dell’1 per cento della superfi-cie degli oceani, contiene più del 7 per cento delle specie marine (circa 17.000), di cui molte endemiche. E’ nel contempo, però, al primo posto a rischio perdita di specie a causa anche dell’overfishing, della pesca

di frodo e di altri fattori.Il malaffare legato alla

gestione di allevamenti, alle truffe, al traffico illegale

di medicinali e sostanze dopanti, al furto

di animali da allevamen-

to, alla falsificazione di documenti sanitari è molto diffuso. Tonnella-te di alimenti adulterati di origine animale sequestrate. Provola affu-micata bruciando i rifiuti in bidoni che contenevano vernici e solventi; pesce e carne in cattivo stato di con-servazione pronti ad essere prepara-ti in ristoranti; cibi “etnici” non cor-rettamente conservati e pericolosi per la salute; falsi salumi Dop: solo alcuni dei casi registrati l’anno pas-sato. L’uso di animali come arma o come “oggetti” per intimidire è sem-pre più diffuso. Cani aizzati contro le forze dell’ordine; banda di ladri che uccide un cane mettendolo nel forno della cucina; agnelli sgozzati

per intimorire un militante antimafia; te-ste di maiali e capretti usati per minaccia-re.

Numeros i i casi di vio-lenza contro gli animali

accaduti nell’ambito della violenza domestica o di genere. Casi che ve-dono protagonisti in negativo mi-norenni o bambini in crimini contro gli animali sono sempre più fre-quenti. Inquietanti e preoccupanti i casi elencati: cani randagi presi dal-la strada da minorenni con l’unico scopo di torturali e tagliare loro le zampe; ragazzini che si divertono a spezzare le zampe a un’anatra, altri che uccidono con grosse pietre un gatto davanti a passanti; un gatto legato messo sui binari al passaggio del treno: minorenni che costruisco-no micidiali ordigni esplosivi per la caccia di frodo.

Cresce del 10% l’importazionedi avorio e specie esotiche. Gli orrori su internet

I datidelle Procure

L’Osservatorio Nazionale Zoomafia ha chiesto a tutte le Procure Ordinarie

e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2013 e al nume-ro indagati per reati a danno di animali.

Hanno risposto 78 Procure su 135, pari al 57%. Il totale dei procedimenti sopravvenuti nel 2013 per i reati a danno degli animali e per il campione del 57% delle Procure Ordinarie è di 5580 (2739 a carico di noti e 2841 a carico di ignoti). Con-frontando i dati del 2012 e 2013, su un campione di 61 Procure che hanno risposto in entrambi gli anni - pari al 45% di tutte le Procure ordinarie-, si registra un aumento dei procedimenti pe-nali nel 2013 rispetto al 2012 del +4,30%.

Partendo da questo dato e proiettandolo a livello nazionale è possibile stabilire con una stima approssimativa che in Italia si aprono circa ventiquattro fasci-coli al giorno per reati a danno di animali, uno ogni ora. Una persona ogni ora e mezza circa viene indagata per tali crimini. Nel 2013 sono stati 3747 i proce-dimenti sopravvenuti presso le 78 Procure esaminate per i “classici” reati contro gli animali, ovvero, uccisione, maltrattamento e de-tenzione di animali in condizioni incompatibile con la loro natura.

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10 Impronte • ottobre 201410 Impronte • ottobre 2014

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n difesa di mamma Orsa Da-niza e dei suoi cuccioli, contro la quale questa estate è stato emesso un ingiusto e contesta-

tissimo mandato di cattura a vita da parte della Provincia di Trento, abbiamo ha depositato una seconda diffida indirizzata al Presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi, alla Procura della Repubblica e per co-noscenza al Ministero dell’Ambien-te. Chiediamo con fermezza l’imme-diato ritiro dell’ordinanza provin-ciale che dispone la cattura dell’Orsa Daniza e la sua traslocazione presso il recinto di Casteller, alle porte di Trento e che comporterebbe di fatto l’abbandono dei suoi cuccioli ad un destino incerto. La nuova diffida è rafforzata dall’istanza di sequestro del plantigrado in caso di manca-ta revoca dell’ordinanza, avanzata dall’Ufficio Legale della LAV.

Non si comprendono dall’ordi-nanza né le reali dinamiche dell’in-cidente tra l’orsa e un cercatore di funghi, cui è fatto un cenno assai generico, né le ragioni per cui la Provincia Autonoma di Trento ab-bia ritenuto di scegliere, tra le tre possibilità comunque previste dal Piano d’Azione interregionale per la Conservazione dell’Orso bruno nelle Alpi centro-orientali (PACOBACE), la cattura per la captivazione per-manente dell’orsa, azione fortemen-te criticata perché ritenuta radicale e cruenta se si considera che si tratta di confinamento a vita di un ani-male nato e cresciuto libero in un ambiente ristretto, e quindi diverso da quello in cui si è evoluto. Una compressione permanente della sua etologia che equivale all’uccisione quanto meno psichica, dell’animale. Inoltre con riferimento al possibile destino dei due cuccioli nell’ipotesi della cattura e del trasferimento del-

traordinaria mobilitazione popolare d’agosto in difesa dell’orsa Daniza in Trenti-no. Una bella prova di sen-

so civico, di buonsenso, in favore del dirit-to di una mamma a vivere libe-ra con i suoi figli. Non

lo ha purtroppo capito il Ministro dell’Ambiente Galletti che ha aval-lato al telefono, dalle sue vacanze, la condanna all’ergastolo del plan-tigrado, l’ennesimo, in 100 metri

la femmina adulta, è evidente che si commetterebbe una vera crudeltà perché si metterebbe a rischio la so-pravvivenza dei piccoli, come con-fermano l’etologo Roberto Marche-sini e altri esperti. L’etologo Roberto Marchesini ha definito “equilibrato” il comportamento di mamma orsa in difesa dei suoi figli escludendo la sua peri-colosità.

Contrario alla cattu-ra si è detto anche il Presi-dente del Par-co Nazionale d’Abruzzo, se-condo il quale l’eventuale cat-tura e la captiva-zione permanente dell’orsa Daniza non è da ritenersi una scel-ta risolutiva, bensì una “sconfitta”.

La LAV e la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica chiede di fermare la cattura di Daniza. Ci au-guriamo che questa amara vicenda, possa favorire, a tutti i livelli, una relazione davvero rispettosa con la fauna selvati-ca, patrimonio indisponibile dello Stato, protetta da norme nazionali e comunitarie ma troppo spesso ol-traggiata come se fosse l’intrusa.

Gli orsi vanno bene solo in tv, nei cartoni animati,come pelouche

Daniza ha il dirittodi vivere libera!

di Gianluca Felicetti

La fine del film Disney “made in Italy”

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per 100 spacciati come un “rifugio naturale”. Dando peraltro un colpo in testa alla politica ambientale del suo stesso Ministero, di rinaturaliz-zazione del territorio e tutela della biodiversità.

Ora speriamo che le vie legali diano ragione a noi che, con la stra-grande maggioranza degli italiani, chiediamo semplicemente che Dani-za possa continuare a fare l’orsa e che i suoi cuccioli non vengano fatti crescere solo per essere catturati e imprigionati fra qualche anno.

D’altronde l’orsa non è andata in Trentino di sua spontanea volontá. Da una quindicina d’anni, con il Progetto “Life Ursus”, pagato fior di milioni dalla ora colpevolmente silenziosa Unione Europea (Com-

missario Potocnick, se ci sei batti un colpo) diversi plantigradi sono stati portati dalla Slovenia sul nostro arco alpino. Per ripopolare quelle zone con un abitante presente da migliaia di anni e poi sterminato dalla nostra

specie.Non è il

caso di tor-nare qui sul-la vergogno-sa Provincia di Trento, Au tonoma tanto da de-

cidere per conto proprio due mesi fa una modifica unilaterale dell’Accor-do interregionale sulla protezione dell’orso, inserendo grazie al proprio Assessore-veterinario-amministra-tore unico del macello Alta Valsuga-na (sic), Dallapiccola, la definizione di animale “nocivo”, cancellata dal-la legislazione nazionale dal 1977. Una premessa importante, per quan-to poi successo con Daniza.

La morale di questi giorni, a mio avviso, è che sulla

pelle di questi animali si gioca l’incompe-tenza di Ammini-stratori pubblici, l’inconsistenza di uffici cosiddetti tecnici e scienti-fici e operazioni di marketing turistico dal corto respi-ro, fondate proprio su una classica accusa che si fa a noi ani-malisti. Quel-

la di pensare che il mondo, il

mondo degli altri animali, selvati-

ci, sia come quello disegnato da Disney.

Dove i conflitti fra specie non esistono,

dove tutto “finisce bene”.

I Servizi faunistici provincia-li, i biologi dell’Ispra, non avevano messo in conto che un cercatore di funghi (la cui sicurezza sta a cuore anche a noi) avrebbe potuto mai in-cappare in un orso? E che il diritto, per entrambi, all’autodifesa con i propri mezzi (artigli o gambe levate) non sia naturale? Quanti fungaio-li muoiono ogni anno per colpi di fucili da caccia eppure non si chiu-dono, purtroppo, i cacciatori in un recinto?

No, è che anche in questo caso, vogliamo imporre, come la nostra specie ha fatto sempre, alle prime normali difficoltá e peraltro evitabi-li, la legge “del più forte” e vogliamo di fatto che i boschi siano silenziosi, artificiali. Per poi esclamare stupore alla visione del primo documentario sulla savana africana che, però, è lì ben lontana...

Gli orsi dunque vanno bene solo in tv, nei cartoni animati, nei ma-nifesti turistici, come pelouche. Un pò come i lupi in Maremma: viva l’immagine di natura incontaminata solo fino a che è sulle foto pubblici-tarie e sui social network. Guai però se i predatori, concorrenti di una categoria umana con prolungamen-to metallico, fanno i predatori. Chi se ne importa se il territorio è stato reso in maniera innaturale un con-tinuo e inventato pascolo, peraltro condotto con cani da pastore non sterilizzati che sono la prima causa di randagismo, inselvatichimento e incrocio con gli stessi lupi. Al pri-mo conflitto, complice fino a ieri un’Amministrazione pubblica non pronta ad accertare effettivi danni e a rifonderli come previsto dalle nor-mative, si tollera il via alla mattan-za di quattrozampe. Certo, illegale. Come quella, ugualmente assassina, di fatto, della reclusione a vita degli orsi in Trentino.

Al film disneyano sceneggiato con animali-comparse da Province ed Amministrazioni centrali, quello che calpesta il diritto di un animale selvatico di essere, appunto, selvati-co, si deve mettere la parola “fine”.

Al primo conflitto si tollera il via alla mattanza di quattrozampe

La fine del film Disney “made in Italy”

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Questo è il nostro accorato appello SOS adozioni per i rimanenti circa 200 cani e i 100 gatti del canile

Parrelli di Roma, posto sotto seque-stro da più di 10 mesi.

Da alcune settimane abbiamo finalmente ricevuto l’autorizzazio-ne dalla Procura di Roma a intra-prendere le operazioni per il trasfe-rimento dei cani e gatti del canile e i primi 102 animali (25 gatti e 77 cani) sono finalmente usciti dalle gabbie: abbiamo comincia-to con quelli bisognosi di urgenti cure medico-veterinarie, che sono stati immediatamente ricoverati in cliniche. Nelle prossime settimane trasferiremo altre decine di animali, fino a svuotare definitivamente la struttura.

Cerchiamo con urgenza fami-glie disponibili ad accogliere que-sti dolcissimi cani e gatti: George, Kira, Genny, Igor, Piero e gli altri meritano una casa accogliente e il vostro affetto, scriveteci a [email protected] Su lav.it sono di-sponibili tutte le informazioni per adottarli: grazie anche per l’aiuto che potrai darci a veicolare questo appello!

Grazie al vostro sostegno potre-mo continuare a sostenere le ingen-

ti spese che stiamo affrontando per aiutarli, facendoci carico di attività indispensabili come visite veteri-narie e degenza clinica, educatori cinofili, trasporto, azioni legali e molto altro.

Tante le fonti di prova a sostegno di ipotesi di reato molto gravi, fra le quali il maltrattamento di animali e la detenzione incompatibile con le loro necessità etologiche. Pluri-denunciato negli ultimi 20 anni, il canile Parrelli è stato posto sotto

Sequestrato con 350 cani e 150 gatti, la Procura della Repubblica ci ha affidato la custodia degli animali in uscita: trasferiti i primi 102 quattro zampe. Inadeguatezza della struttura e sua illegalità confermata dal Tribunale del Riesame

di Federica Faiella

AAA... adottiamo i cani e i gatti del canile Parrelli

Di mole possente (circa 60 kg), alla sola vista di un biscottino è diventato docile come un cucciolo. Come tutti purtroppo presentava i segni della detenzione forzata: piaghe ovunque, unghie lunghe, zampe anteriori compromesse e una forte otite. L’abbiamo portato via per prendercene cura e da quel giorno è diventato per noi “gommone”, un appellativo che sembra apprezzare a giudicare dalle feste che ci fa quando ci viene incontro. Socievole, cerchiamo per lui una famiglia pronta ad amarlo, in grado di garantirgli lunghe passeggiate, persone con esperienza. Igor non è compatibile con altri animali.

Dolce e coccolone, di medie dimensioni. Gli piace viaggiare in auto e adora essere condotto a passeggio con guinzaglio e pettorina; convive pacificamente con gli altri cani ed è un gran mangione. Inizialmente timoroso, ha imparato a fidarsi di noi ed eccolo poco dopo fuori dalla sua prigione verso la sua nuova vita. L’abbiamo dovuto operare per tumore alla milza: un motivo in più per amarlo ed accoglierlo regalandogli un po’ di serenità.

Un gigante buono (taglia grande) e dal cuore tenero, docile e affettuosa. L’abbiamo salvata perché affetta da una grave patologia al tartufo e da una dermatite diffusa. Grazie alle cure e al nostro affetto ora sta decisamente meglio. Vivere in famiglia le darà gioia e sicurezza e potrà dimenticare la vita vissuta in gabbia, Genny sarà una compagna adorabile per chi deciderà di accoglierla in casa.

Piero Igor Genny

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sequestro nel 2013 e Roma Capitale era stata nominata, dal magistrato, custode giudiziario in collabora-zione con la Asl. La palese inade-guatezza della struttura e la sua illegalità è stata poi confermata dal Tribunale del Riesame. Poi la svol-ta nella custodia chiesta e ottenuta dalla LAV.

Secondo i nostri riscontri e se-condo le perizie svolte da personale indipendente ed esperto, sono nu-merose e gravi le violazioni a dan-

avvenuti nei nove mesi successi-vi al sequestro. Frequenti patolo-gie e lesioni cutanee ascrivibili, secondo perizia medico veteri-naria, a “negligenza”.Siamo stati autorizzati dalla Pro-

cura della Repubblica di Roma ad entrare nel Rifugio solo negli ultimi mesi, con l’obiettivo di promuovere le adozioni degli animali con il sup-porto di Alfa e AVCPP.

Questa vicenda, drammatica e raccapricciante, si trascina da trop-po tempo, sulla pelle di animali in-difesi, e con precise responsabilità al vaglio della Magistratura. Non è accettabile che a Roma, né altro-ve, gli animali vengano segregati a vita in condizioni di tale degrado. Confidiamo nella generosità e nel-la sensibilità di tante famiglie che possono prendere in affido questi animali.

no degli animali: • alimentazione scadente e non

adeguata alle differenti esigenze nutritive degli animali

• criticità nella preparazione e nella conservazione del cibo

• condizioni igieniche disastrose (es. bidoni e vasche usate per preparare il cibo. Presenza di deiezioni solide e liquide anche vicino al cibo)

• Gli scoli e i pozzetti di raccolta che attraversano i box sono peri-colosi sotto il profilo sanitario

• Inadeguatezza di alcuni materiali della struttura: patchwork di reti metalliche che possono esporre gli animali a lacerazioni; tavole di legno che trattengono acqua e umidità esponendo gli animali a rischi sanitari.

• Grave situazione sanitaria di mol-ti animali, con decine di decessi

Sequestrato con 350 cani e 150 gatti, la Procura della Repubblica ci ha affidato la custodia degli animali in uscita: trasferiti i primi 102 quattro zampe. Inadeguatezza della struttura e sua illegalità confermata dal Tribunale del Riesame

AAA... adottiamo i cani e i gatti del canile Parrelli

Ringhiava, abbaiava e mostrava i denti, si strusciava continuamente contro le grate usurate del box, aveva profonde ferite all’orecchio destro a causa di una dolorosa otite cronica e ferite causate dal tentativo di trovare sollievo urtando contro la rete. L’abbiamo subito portato in clinica per le cure e ora sta meglio, ma è ancora diffidente. Per lui cerchiamo una famiglia senza bambini che sappia amarlo, rispettarlo, garantirgli le le attenzioni di cui necessita e fargli dimenticare le sofferenze subite.

Piccola e dolce (taglia media, età circa 10 anni), per settimane non ci ha degnato di uno sguardo: camminava a testa bassa e non sembrava gradire la nostra presenza. Noi abbiamo assecondato la sua diffidenza e i suoi silenzi, l’abbiamo accudita con amore e dolcezza, medicata con delicatezza e attenzione. Il nostro sostegno non le mancherà mai ma Kira ha immensamente bisogno di una famiglia affettuosa.

Maschio tigrato, sterilizzato,è adattoalla convivenzacon bambini

Kira George

Lucignolo

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Educare fin da piccoli al rispetto degli animali co-struisce un futuro migliore e sviluppa quell’empatia

che è il fondamento di ogni rap-porto sano, tra umani e animali e anche tra umani e propri simi-li. Questi i punti cardine dai quali muove il Settore Educazione LAV che nell’ultimo anno scolastico, grazie alla propria azione e alla rete dei volontari, ha sviluppato circa 400 interventi nelle scuole e in luoghi di aggregazione giovani-le di tutta Italia, dalla punta estre-ma della Sicilia a Trieste, coin-volgendo oltre 9000 tra alunni e studenti. Dalle scuole dell’infanzia fino alle superiori la LAV ha creato e diffuso progetti didattici calibrati su ogni fascia di età: “Viaggio sul pianeta Dong”, “Amici animali!”, “Difendiamo i più deboli!” sono solo alcune delle proposte pre-sentate. Ma la scuola non è stato l’unico campo educativo in cui la LAV si è mossa: un protocollo di intesa con la Federazione Italiana di Atletica Leggera ci ha permesso

di portare la campagna delfinari ai campionati italiani allievi a Rieti, un evento che ha visto la parteci-pazione di 1800 atleti tra i 16 e i 17 anni. E saremo di nuovo sulla pista di atletica anche a ottobre a Borgo Valsugana (Trento) per il criterium riservato ai giovani di 14 e 15 anni. Ancora i delfini ci hanno impegnati d’estate con un gioco dell’oca a tema che è andato in tour per far riflettere i bambini sulla realtà di sfruttamento degli animali nei parchi acquatici.

Registriamo numeri in netta cre-scita e tutto ciò è possibile grazie a un attento studio del mondo gio-vanile e delle sue esigenze, a pro-getti didattici stimolanti integrati da filmati, giochi e schede, a un costante dialogo con la categoria degli insegnanti e a una relazione costruttiva e diretta con le Sedi lo-cali LAV con le quali il Settore si

è rapportato e coordinato, forman-do in corsi specifici (tra il 2013 e il 2014) circa 70 volontari. Questa è la direzione che abbiamo intra-preso – insieme alla ormai classica pubblicazione di Piccole Impronte e di materiali dedicati - per offrire un modello educativo sempre più in grado di veicolare il nostro mes-saggio: gli animali (tutti gli ani-mali) meritano il nostro rispetto. E proprio per questo non abbiamo esitato a proporre la scelta veg nei nostri progetti, riscuotendo succes-so specialmente nelle scuole alber-ghiere, dove conoscere l’alimenta-zione vegan è anche un’opportu-nità di crescita professionale. Su una cosa non c’è dubbio: le nostre Sedi locali, adeguatamente prepa-rate e seguite, rimangono la nostra migliore opportunità di portare la voce della LAV e degli animali a giovani e giovanissimi.

Raggiunti 9 mila studenti solo nell’ultimo anno, con 400 interventi nelle scuole, grazie ai nostri preparatissimi attivisti

Missioneeducazione

di Ilaria Marucelli

Tutti i premiati

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A bbandono e caccia, vivise-zione, scelta veg e pellicce. I ragazzi delle scuole medie e superiori e delle scuole di

cinema hanno raccolto la sfida della LAV con il concorso “Video LAV, Viva la Vita!” lanciato nel 2013 dal nostro Set-tore Educazione e premiato al Congresso nazionale di Roma lo scorso 7 giugno. Una rassegna di spot che in pochi se-condi hanno saputo esprimere messag-gi chiave sul nostro rapporto con gli animali, raccontando con profondità e ironia (ma a volte anche con tragica evi-denza) ciò che l’uomo compie su di loro. E così sono stati premiati sette video che hanno riscosso gli applausi del pubblico LAV e che sono già diventati un proget-to didattico che porteremo nelle scuole in tutta Italia.

“Cane anziano? No problem” (vinci-tore scuole medie) di Cristina Shahid

del Scuola Media Quintino di Vona di Milano, focalizza l’attenzione su una delle categorie “deboli” di animali: i cani anziani, spesso destinati a rimanere a vita nei canili.

“La giusta strada” (vincitore scuole superiori) di Gabriele Gatti del Liceo Rinaldo Corso di Correggio allude sot-tilmente alla nostra diversa coscienza rispetto agli animali nel momento in cui sono trasformati in ‘prodotti’ commer-ciali.

“Clinamen” (vincitore scuole di ci-nema) di Eleonora Bentivoglio della Scuola Nazionale di Cinema Indipen-dente di Firenze con la collaborazione di Sara Basilone è uno spot di animazione che cita il poeta latino Lucrezio per con-dannare la caccia.

“Tirocinio all’omicidio” (menzione scuole superiori) di Marco D’Arsiè del Liceo Artistico Bruno Munari di Vittorio Veneto, creato insieme al gruppo della sua classe, ribalta la prospettiva sul-

la sperimentazione animale mettendo l’umano nei panni della vittima.

“Feel the vegan spirit” (menzione scuole superiori) di Federico Albini e Andrea Caccia della Scuola Superiore Arte e Messaggio di Milano presenta uno ‘stop motion’ che valorizza la scelta vegan nella sua dimensione etica.

E ancora due video della Scuola Superiore Arte e Messaggio di Milano hanno ricevuto la menzione per le scuo-le superiori, entrambi sul tema caccia: “Rompi il silenzio” di Andrea Maria-ni e Alessandro Delli Carri, ci ricorda come gli animali uccisi nei boschi non suscitano spesso clamore; “La caccia non è uno sport” di Matteo Barbieri e Giada Fossati compara la caccia con at-tività sportive vere che non comportano violenza.

Una bellissima serie di testimonianze di eccellente contenuto anche tecnico che potete vedere sul canale You Tube della LAV.

ecco i giovani vincitoridi Giacomo Bottinelli

Concorso LAV:

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l caso del Delfinario di Rimini è sicuramente singolare per molti motivi: non solo perché è il primo caso di sequestro

preventivo di delfini per maltratta-mento in Italia e perché oggetto di un procedimento di chiusura emes-so dal Ministero dell’Ambiente, ma soprattutto perché allo stesso tem-po, su autorizzazione del Sindaco di Rimini, ha potuto riaprire come “spettacolo viaggiante”, con show di Otarie.

Molti ricorderanno che nel set-tembre del 2013 il Corpo Forestale dello Stato sequestrava i quattro delfini del Delfinario di Rimini, per maltrattamento e detenzione di animali in condizioni incompa-tibili con le loro esigenze etologi-che. La mamma Alfa e i suoi figli Lapo, Sole e Luna venivano trasfe-riti nell’Acquario di Genova dove si trovano tutt’ora. Nonostante i ricorsi da parte della proprietà del Delfinario, il sequestro preventivo degli animali viene confermato dalla Corte di Cassazione nel mar-zo del 2014. Si prevede che nell’au-tunno prossimo si apra il Processo contro la proprietà del Delfinario e altri soggetti, una vicenda di natu-ra penale che non ha precedenti in Italia e nell’Unione Europea e, per la prima volta, si indagherà sulle reali condizioni di detenzione dei delfini (animali che in natura per-corrono fino a 100 km al giorno e vivono in gruppi sociali con decine di individui, comunicando tramite un proprio linguaggio e una pro-pria cultura) in cattività. Inoltre, nel 2013, il Ministero dell’Ambien-te alla luce delle gravi criticità ri-levate, ha disposto il diniego della licenza di giardino zoologico e la chiusura della struttura, la cui at-tuazione dovrebbe concretizzarsi a breve.

Nonostante tutto questo, nel luglio 2014 il Delfinario di Rimi-ni, oramai privo di delfini e della facoltà di acquisirne altri, riapre al pubblico con uno spettacolo di Otarie (Arctocephalus pusillus pusillus). Come è stato possibile? Utilizzando una incongruenza normativa legata a una vetusta legge del 1968, la proprietà del Delfinario ha infatti richiesto al Comune di concedere alla strut-tura una licenza di “Spettaco-lo viaggiante” (nonostante la sua ovvia natura permanen-te), grazie al fatto che at-tualmente gli “acquari”, la cui gestione compare come

Riapre come “spettacolo viaggiante”

L’ex-Delfinario di Rimini si ricicla con le Otarie

di Gaia Angelini e Laura Panini

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La LAV si è impegnata affinché venisse evitato ogni ulteriore tentativo da parte della struttura dell’ex-delfinario di esposizione di animali esotici o selvatici

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sentata dall’on. Tacconi, ha riferito di aver provveduto a diffidare (16 luglio 2014) la società Leo 3000 spa affinché venga disposto l’im-mediato rientro degli esemplari (le Otarie) di proprietà presso lo Zo-osafari di Fasano, struttura attual-mente in corso di valutazione dal Ministero per il rilascio della licen-za di Giardino Zoologico. Il Mini-stro ha continuato spiegando come il mancato recupero degli animali da parte della società, porterebbe al mancato rilascio della summenzio-nata licenza, in quanto l’impiego di animali di proprietà a seguito di cessazione temporanea, in attività spettacolari non è compatibile con le finalità di un Giardino Zoologi-co, che sono unicamente quelle di garantire la conservazione nel sito della specie e la tutela della biodi-versità.

Ci auguriamo quindi che l’esi-stente incongruenza legale ed am-ministrativa venga sanata al più presto e le otarie ritirate dall’ex-Delfinario di Rimini.

attività dell’impresa Del-finario Rimini S.r.l., sono tra le “attività spettacola-ri” autorizzate a ricevere

tale licenza. Avvalendosi dell’aiuto offerto dal mondo

del circo e dello spettacolo viaggiante, il delfinario ottiene

le tre Otarie con le quali mettere in scena discutibili spettacoli.A fronte di questi avvenimenti

la LAV si è impegnata, con attività legali e di sensibilizzazione delle istituzioni e del pubblico, affin-ché i provvedimenti del Ministero dell’Ambiente facessero il loro cor-so e venisse evitato ogni ulteriore tentativo da parte della struttura dell’ex-delfinario di esposizione di animali esotici o selvatici al pub-blico, sottolineando come questo venga reso impossibile dalla man-canza di licenza di giardino zoo-logico. Recentemente su questo punto lo stesso Ministro dell’Am-biente, dott. Galletti, ha preso posizione e, rispondendo ad un’Interpellanza Urgente pre-

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“I delfinari sono luoghi inna-turali, sono delle prigioni: visitarli, significa essere complici delle sofferenze in-

flitte agli animali”. A bocciare, sen-za se e senza ma, i parchi acquatici, è Albert Lopez (55 anni, psicologo, educatore ambientale, monitora le popolazioni di delfini in Catalun-ya): ha un’esperienza trentenna-le in zoo e delfinari in Spagna e anche in Italia, ora collabora con SOSdelfines e con la LAV per la campagna #LAVeralibertà.

Intervistato di recente da Beatri-ce Montini del Corriere della Sera in occasione di un evento organizzato dalla LAV, Albert Lopez ci spiega perché “non si può fare educazione ambientale con animali in cattivi-tà” e perché è importante lasciare gli animali nel loro ambiente natu-rale, tutelarli nel loro habitat.

“Per delfini e orche in cattivi-tà i fattori di stress sono davvero molti – spiega Albert Lopez - Sono mammiferi con forti legami sociali e familiari: la separazione che su-

biscono al momento della cattura o quando vengono trasferiti da una struttura ad un’altra, è per loro una grandissima sofferenza. La prigio-nia nelle vasche, in spazi terribil-mente limitati rispetto alle molte decine di chilometri che percorrono ogni giorno in natura, la depriva-zione sociale e quella alimentare: in natura si procurano cibo fresco, nei delfinari devono attendere la som-ministrazione di pesce scongelato e di integratori necessari per tentare di compensare le carenze nutrizio-nali. E poi i rumori subiti nei delfi-nari a causa di musica ad alto vo-lume e visitatori, inoltre forse non tutti sanno che le vasche amplifica-no i rumori e che i delfini hanno un udito particolarmente sviluppato. Immaginate quanto stress devono subire! Un altro grave fattore di rischio riguarda le sostanze chimiche usate per steri-lizzare l’acqua delle va-

di Maria Falvo

Delfini, l’ex addestratore Albert Lopez: «I delfinari sono prigioni»

“I delfinari, gli zoo, sono prigioni dove la natura diventa una caricatura”

Albert Lopez

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sche dei delfinari: queste sostanze possono avere un effetto irritante sulla pelle e sulla mucosa di questi animali. Tutti aspetti di cui si parla troppo poco, ma che hanno forti ri-percussioni sul benessere di questi mammiferi marini”.

“Quando vediamo un uccello in gabbia – spiega Lopez – ci è chiaro che si tratta di un animale privato della sua libertà. Vediamo le sbarre. Ma per i cetacei che vivono in ac-qua ci sembra diverso. Non pensia-mo che anche la vasca, come una gabbia, è un luogo di reclusione. Invece lo è”.

Secondo la regolamentazione europea (Direttiva 1999/22/CE) i delfinari sono equiparati ai giardi-ni zoologici e come tali sono tenuti per legge a svolgere determinate attività di ricerca e informazione per il pubblico sulla vita dei delfini e altre attività di sensibilizzazione. “Ma non si può avvicinare le per-

sone alle tematiche ambientali, non si può fargli conoscere questi ani-mali, usando dei delfini che vivono senza libertà – sottolinea Lopez - È una contraddizione insanabile. E infatti questi luoghi esistono per fare soldi. Questa mentalità esiste-va 30 anni fa ed è ancora molto presente. Nei delfinari come negli zoo non vediamo niente di natu-rale, qui la natura è trasformata in una caricatura”.

Puoi vedere la nostra videoin-tervista ad Albert Lopez su www.youtube.com/user/videolav o su www.lav.it e condividerla con i tuoi conoscenti: il video è realizzato da Andrea Parente.

Sostieni con noi #LAVeralibertà: firma anche tu la petizione per ot-tenere una legge che metta fine a questi anacronistici circhi d’acqua, sensibilizza amici e parenti e non visitare queste prigioni. La vera casa dei delfini è il mare!

Avvicinare i delfini nel loro habitat naturale, osservarne i comportamenti senza par-

tecipare al loro sfruttamento negli acquari e nei delfinari, è possibile. Ed è l’unico modo per conoscerli davvero. Per questo, nell’ambito del-la campagna europea “SOS Delfini”, in collaborazione con Tethys Rese-arch Institute, che conduce ricerca scientifica finalizzata alla conser-vazione di balene e delfini a livello internazionale, e con Jonian Dolphin Conservation, abbiamo organizzato due meravigliose gite in barca: nel Mar Ligure (a bordo del motorsailer “Pelagos) e a Taranto (a bordo del catamarano TARAS), per avvistare questi cetacei. Un’esperienza che tutti voi potrete fare contattando gli esperti biologi di Tethys Research Institute (www.tethys.org) e di Jo-nian Dolphin (www.joniandolphin.it ): ai soci LAV sarà praticato un piccolo sconto.

#LAVeralibertà è solo in mare!

Delfini, l’ex addestratore Albert Lopez: «I delfinari sono prigioni»

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STATO PATRIMONIALE ATTIVO

III -

STATO PATRIMONIALE PASSIVO

“I l maltrattamento degli ani-mali a dieci anni dalla Legge 189” è stato il tema portante della tre giorni organizzata

dalla LAV a Roma a giugno, con un Convegno che ha visto la par-tecipazione di numerosi esperti e poi, nei due giorni successivi, con il nostro Congresso nazionale nel corso del quale sono state elette le nuove cariche direttive. Approvato all’unanimità il Piano d’attuazione della LAV per il 2015, che ci impe-gna a proseguire con il massimo impegno su molteplici fronti: dai delfinari, al contrasto della caccia, di circhi e palii, della zoomafia, del-le pellicce e ogni altra forma di sof-ferenza inflitta agli animali. L’assemblea dei soci ha eletto nel Consiglio Direttivo LAV: Gianluca Felicetti (confermato Presidente), Roberto Bennati (confermato Vi-cepresidente), Giacomo Bottinelli e Massimo Vitturi (entrambi riconfer-mati), Simone Pavesi.

Nel Collegio di Garanzia sono

stati eletti: Laura Gabrieli (Presiden-te del Collegio), Roberto Callegaro, Sandro Guolo. A tutti loro auguria-mo un proficuo lavoro.

Particolarmente interessante la giornata di approfondimento sulla Legge 189, grazie all’esperienza di

numerosi esperti, tra cui l’Ufficio Legale della LAV, di rappresentanti dei Carabinieri e del Corpo Forestale dello Stato.

“L’applicabilità di questa Legge a tutte le condotte di violenza su-gli animali è il suo punto di forza,

che smentisce nei i fatti i detrattori che definirono la L.189 al massi-mo applicabile solo a cani e gatti o addirittura un grave arretramen-to culturale – ha spiegato Gianluca Felicetti, presidente della LAV - Un convegno in occasione del decennale

Maltrattamento di animali, Dieci anni di legge

Tre giorni di approfondimento al Congresso LAV

Il Consiglio Direttivo LAV: da sinistra, Giacomo Bot-tinelli, Roberto Bennati, Gian-luca Felicetti, Simone Pavesi, Massimo Vitturi

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STATO PATRIMONIALE ATTIVO

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STATO PATRIMONIALE PASSIVO

stati eletti: Laura Gabrieli (Presiden-te del Collegio), Roberto Callegaro, Sandro Guolo. A tutti loro auguria-mo un proficuo lavoro.

Particolarmente interessante la giornata di approfondimento sulla Legge 189, grazie all’esperienza di

numerosi esperti, tra cui l’Ufficio Legale della LAV, di rappresentanti dei Carabinieri e del Corpo Forestale dello Stato.

“L’applicabilità di questa Legge a tutte le condotte di violenza su-gli animali è il suo punto di forza,

che smentisce nei i fatti i detrattori che definirono la L.189 al massi-mo applicabile solo a cani e gatti o addirittura un grave arretramen-to culturale – ha spiegato Gianluca Felicetti, presidente della LAV - Un convegno in occasione del decennale

della Legge 189 rappresenta il no-stro impegno a difendere sempre i risultati ottenuti ma, nel contempo, a perseguirne di nuovi più impor-tanti come la definizione delle Linee-guida per l’adeguamento della Legge 189 ai tempi più fecondi che stiamo vivendo e il suo miglioramento”.

Il Convegno è stato l’occasione per presentare la nuova edizione 2014 del manuale “Tutela giuridica degli animali”, realizzato da Mau-rizio Santoloci (magistrato, diret-tore dell’Ufficio Legale della LAV) e dall’Avv. Carla Campanaro (resp. dell’ufficio legale LAV) che hanno illustrato le criticità procedurali e il corretto rispetto delle norme, aspetti di procedura penale legati ai crimi-ni contro gli animali. Di particolare interesse la testimonianza di espo-nenti delle forze dell’ordine: Cesare Patrone (Capo del Corpo Forestale dello Stato), Massimo Minicelli (Ca-rabienri Nas). Ciro Troiano (respon-sabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV) ha presentato un’anteprima del Rapporto Zooma-fia 2014 e la Legge 189 in relazione alle azioni di contrasto alle azioni criminali.

Roberto Bennati (vicepresidente della LAV) ha illustrato la propo-sta di riforma del Codice penale. A seguire un approfondimento su al-cuni casi pratici, a cominciare dal maltrattamento di animali esotici, a cura di Gaia Angelini (Resp.le

Settore cattività LAV) e Ciro Lungo (Direttore Servizio Cites CFS). La “gestione” della fauna selvatica, tra uccisioni pianificate e criminalità, e la necessità di metodi investigativi adeguati, è stato il tema dell’inter-vento di Massimo Vitturi (Resp.le Caccia e Fauna Selvatica LAV) e il Dott. Rosario Fico (Resp.le Centro Ref.za Naz.le Medicina Forense Ve-terinaria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana). Simone Pavesi (resp. LAV pellicce) ha spiegato a che punto è l’applicazione del divieto di pel-licce di cani e gatti, mentre Ilaria Innocenti (Resp. LAV Cani e Gatti) e Rossano Tozzi (Sovrintendente Capo Nirda CFS) hanno analizzato il fenomeno criminoso e dilagante del traffico illegale di cuccioli.

Ma il maltrattamento è anche nel piatto: l’applicazione di questo reato alle attività di allevamento, trasporto e macellazione è stato approfondito da Roberto Bennati (vicepresidente LAV), da Rosan-na Ferranti (Primo Dirigente PdiS, Servizio Polizia Stradale, Divisione seconda), da Anna Lisa Mongior-gi (Vice Questore Aggiunto PdiS, Dirigente Sezione Polizia Stradale di Modena). Si tratta di un ambito molto complesso, con implicazioni importanti per la salute degli ani-mali e la sicurezza alimentare di coloro che ancora, purtroppo, si ci-bano di prodotti animali.

Maltrattamento di animali,

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Novamont per la scuola

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Leonardo Caffo e Roberto Marchesini

Così parlò il postumanoNovalogos

Non un libro sulla “questione animale” bensì sulla “questione umana”, con ri-flessioni filosofi-che, scientifiche e politiche che ci fanno intrave-dere una nuova idea di “umano”. I due autori Le-onardo Caffo (Università di degli Studi di Torino) e Rober-to Marchesini (filosofo, etologo) si lanciano in un appassionato dibattito che dipinge un affresco di ibridazione tra i viventi, in cui esistere significa, finalmente, “esistere in-sieme”. Un manuale che offre tanti spunti e apre la mente e il cuore al più autentico senso del rispetto e della considerazione degli altri viventi.

M.F.

Aida Vittoria ÉltaninLa salute di Eva Il nesso nascosto tra alimentazionee malattie femminili Edizioni Cosmopolis

Aida Vittoria Éltanin completa con “La salute di Eva”, la sua straordinaria e completissima trilogia sull’alimentazione vegan. Dopo “La dieta di Eva” e “Le Tentazioni di Eva”, ecco un altro volume, pregevole ed esauriente,

per chi ha a cuore la propria salute, la salute di chi ama, ma anche quella del Pianeta e degli altri animali. Si tratta di un manua-le agile e allo stesso tempo profondo, dalla bibliografia amplissima, con tutte le fonti verificabili. La ricerca condotta dall’Autrice, durata ben cinque anni, conduce il lettore, grazie ad una scaletta tematica ben scorre-vole e ad un linguaggio assolutamente tra-scinante lungo un percorso di analisi delle cause e degli effetti delle più diffuse pa-tologie (in particolare femminili) e del loro rapporto con il cibo. Una storia della salute, con aspetti antropologici e sociologici, in cui Eva, guida coraggiosa e acuta, ci conduce a riflettere e a considerare sulle origini del-le abitudini alimentari e sui fattori esterni che – in modo spesso subliminale – avviano le persone verso condizionamenti negativi e assuefazio-ni. Milioni di persone si am-malano a cau-sa di ciò che mangiano con la complicità dell’industria alimentare e farmaceutica e il silenzio “assordante” delle auto-rità prepo-ste alla tutela della salute pubblica. Una lotta impari e gravosa, ma l’alternativa c’è: Eva ci aiuta a riscoprire un’alimentazio-ne più sana, genuina e naturale tramite la quale tutelare, e non di rado migliorare, la nostra salute, e anche – perché no - il nostro approccio alla vita. Un bel libro davvero.

Paola Segurini

La prima settimana di ottobre è, per tradizione sempre più dif-fusa, dedicata alla promozione

della cultura veg e dalla tutela dei diritti degli animali. Il 1° ottobre è il World Vegetarian Day, il giorno suc-cessivo cade il World Farm Animal Day (Giornata mondiale dell’animale d’allevamento) e il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, è anche il World Animal Day.

Per quanto riguarda l’alimenta-zione, questo è l’anno che precede il grandissimo evento internazionale programmato da maggio a ottobre 2015. L’EXPO si svolgerà a Milano e sarà un momento - lungo sei mesi e più – in cui il fulcro dell’attenzio-ne sarà costituito dalle proposte per nutrire il Pianeta.

La LAV, con la sua campagna Cambiamenu si propone da anni di stimolare una riflessione sempre più ampia e profonda sulle scelte a ta-vola e sul loro impatto su Pianeta, animali, salute e sicurezza alimenta-re. In quest’ottica, con una speciale attenzione alla tutela dei diritti in-dividuali e degli animali, si svolge-rà, proprio il 1° ottobre a Milano, il convegno “Il futuro inizia a tavola: azioni sostenibili, virtuose, necessa-rie”, organizzato con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati del capo-luogo lombardo, membro del comi-tato scientifico di EXPO2015.

Nel corso dell’incontro, che vede numerosi importanti relatori, verrà anche consegnato il premio interna-zionale Empty Cages Prize, istituito dalla casa editrice Sonda, che nel 2009 ha riconosciuto in Tom Regan il principale ambasciatore dei dirit-ti animali nel mondo. In un ideale passaggio di testimone, il filosofo ha designato per il 2010 Roberta Kale-chofsky, che a sua volta ha indicato nel 2011 Jeffrey M. Masson, che ha nominato Melanie Joy nel 2012, che ha nominato Neal Barnard nel 2013, il quale ha designato quest’anno Will Tuttle, con il suo Cibo per la pace (Edizioni Sonda) - da anni best seller negli Stati Uniti.

Paola Segurini

Il futuro inizia a tavola: azioni sostenibili, virtuose e necessarie

Nasce “Alla scoperta del mater-bi”, un progetto educativo integrato che com-

prende un sito internet, un totem multimedia-le, interattivo e itinerante, laboratori dedicati, materiali didattici, divulgazione scien-tifica e pubblicazioni sul tema delle buone pratiche ambientali e della ricerca scientifica finalizzata alla produzione di bioplastiche biode-gradabili e compostabili certificate a livello internazionale.

Il Mater-Bi® è la versatile e innovativa bioplastica brevettata da Novamont con cui si realizzano soluzioni e prodotti ambiental-mente sostenibili che si incontrano nella vita quotidiana: i sacchetti della spesa, quelli per la

raccolta dell’umido, le reti della frutta, i piatti, le posate e i bicchieri, le coppette per il gelato e i cucchiaini, ecc.

Attraverso un racconto interattivo, suddivi-so in 15 capitoli, con illustrazioni originali

del disegnatore Disney Paolo Mottura, studenti, insegnanti e genitori pos-sono diventare consumatori consa-pevoli… per un presente e un futuro attento all’ambiente. Oltre al raccon-

to interattivo, sul sito web allascoper-tadelmaterbi.it, si possono trovare materiali

didattici per informare e formare le nuove generazioni. Tutte le attività possono essere vissute anche in prima persona, presso i luoghi dove il totem o i laboratori saranno in tour.

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www.lav.it

Molti dei nostri lettori sanno benissimo come dedica-re la propria generosità, il proprio tempo e le proprie

energie ai diritti degli animali. E’ quello che fanno ogni giorno, insieme a noi.Eppure le possibilità sono tante e non tutte note. Scorriamole una ad una.

L’amore a distanza esisteHanno un passato fatto di violenze, in-curia, abbandono. Ora però c’è chi si prende cura di loro: una cuccia, il cibo giusto, tanto spazio dove correre. E le immancabili coccole quotidiane! Sono

Yoghi, Filippo e gli altri. Il tuo amore può aiutarci a regalargli tutto questo.

Come?Scegli di adottarli a di-stanza: www.lav.it/so-stienici/adotta-un-ani-male

Con il cuore e con le maniIl tuo tempo e le tue energie possono es-sere un aiuto davvero prezioso per noi. Perché le nostre battaglie, i nostri risul-tati sarebbero impossibili senza il sup-porto dei volontari che di città in città diffondono i nostri messaggi tra le per-sone, difendono gli animali, segnalano casi di maltrattamento. Anche tu puoi essere parte di tutto questo, entra nel

mondo LAV!Come?Visita la sezione dedicata: www.lav.it/cosa-puoi-fare-tu/diventa-volon-tarioOppure scopri dove trovarci nella tua città: www.lav.it/le-nostre-sedi

Regali che lasciano il segno Quanto è difficile a volte trovare un regalo di compleanno adatto, utile e di certo non scontato? Quanto è bello inve-ce regalare qualcosa che parla al cuore, qualcosa di prezioso per noi e per gli al-tri? Le idee regalo della LAV sono un’ot-tima alternativa.

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Li hai amati tutta la vita, non smettere maiRivolgere un pensiero agli animali nel-

le ultime volontà vuol dire dare un valore eterno a ciò in cui abbia-mo creduto tutta la vita e mante-nere vivo il pro-prio amore per

gli animali, per sempre.

Come?Se vuoi saperne di più su come fare te-stamento, per qualsiasi dubbio o infor-mazione:contattarci allo 06 4461325 o via e-mail: [email protected], richiedi la nostra Miniguida “Senza fine”, dove troverai tutte le risposte alla tue domande.

Il dono è uno scam-bioÈ un modo per condivide-re i nostri risultati, consa-pevole che proprio tu con la tua generosità ci hai permesso di raggiungerli. Un gesto che si trasforma in animali sal-vati dai maltrattamenti, nella giustizia che otteniamo nei Tribunali. In risultati che la LAV potrà donarti, giorno dopo giorno.

Come? Utilizza il modulo che trovi al centro della rivista, nella modalità che prefe-risci. Dona o diventa socio on line su www.lav.it/sostieniciSe vuoi dare un contributo determinante al nostro lavoro, scegli la formula rego-lare: il tuo supporto costante ci consen-tirà di andare ancora più lontano.

Vuoi avere qualche altra informazione? Chiamaci allo 06 4461325, saremo lieti di rispondere a tutte le domande!

Con la LAV per i dirittidegli animali: ecco come

di Ilaria Tordone

L’8 novembre e per tutta la vita

Novamont per la scuola

Chi ama gli animali da sempre, vuole far-lo per sempre. Ma forse non sa ancora come fare. È per questo che la LAV ha organizzato un incontro a Roma in cui sarà centrale il tema del testamento a favore degli animali. L’evento prevede la presenza di un notaio di fiducia, il quale metterà a disposizione dei partecipanti le sue competenze.

Durante l’incontro sarà possibile riceve-re tutte le informazioni necessarie su come fare testamento, una scelta che tutela le volontà della persona e che può diventare

un gesto di grande generosità nei confronti degli animali.

A seguire, un aperitivo vegan per ringra-ziare i nostri sostenitori dell’attenzione.

Ti aspettiamo a Roma l’8 Novembre presso:CAVOUR - Centro Congressi, Via Cavour, 50/A – 00184 Roma (Adiacente alla stazio-ne Termini).

Per maggiori informazioni e per parteci-pare contattaci via e-mail: [email protected] o chiamaci: 06 4461325

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