Impressione artefotografia - Catalogo ita

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Impressione artefotografia Catalogo 2015

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Catalogo galleria Impressione ArteFotografica (MIA Art Fair 2015)

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Impressione artefotografia

Catalogo 2015

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Alessandra Di ConsoliLabbra del Tempo

Alessandra Di Consoli si è a lungo occupata della memoria. La memoria di un luogo, i ricordi dentro le cose, visioni di un passato collettivo o individuale; infiniti tipi di memoria che il tempotrasforma, adatta, cancella. Un lavoro lungo cinque anni, Memoria dell'Abbandono, testimonia questa tenacia: l'artista torna più e più volte alla fabbrica abbandonata per rivivere quei luoghi, quellesensazioni, testimoniando con i suoi scatti il divenire di ciò che era e che ancora non è quel che diverrà.

Ci sono infinite storie dentro un ricordo, che la vita accumula e custodisce. Questa è la funzione della memoria: preservare per quanto possibile ciò che è stato e che non sarà più, nel tentativo -tanto futile quanto centrale nella condizione umana- di proteggere il proprio Io dall'implacabile mutare del presente in passato.

L'esistenza ci pone di fronte al trascorrere del tempo in una condizione di spavento ed impotenza: invecchiare, assistere al lento degrado, alla mutazione irreversibile e al dissolvimento deglioggetti, dei luoghi, delle proprie stesse vite.

Il tempo non risparmia mai l'uomo, condannandolo anzi ad una corsa perpetua e sin troppo incalzante verso la fine di ogni cosa.

Con Labbra del Tempo Alessandra Di Consoli progetta di sospendere per un piccolo, felice attimo questa corsa brutale.I protagonisti di questo ciclo di ritratti ritrovano inaspettatamente, grazie al lavoro dell'artista, frammenti di vita ormai dimenticati, momenti di quotidianità sepolti dalla stratificazione della memoria.

Riportare a Giuseppina, Armando, Giovanni, Sghippo e Valentina gli oggetti trafugati dalla vecchia fabbrica e appartenuti al loro passato, quegli oggetti che con il trascorrere degli anni hannoassunto un'aura di sacralità, che grazie al ricordo sono ormai divenuti carichi di un significato che va ben oltre la loro funzione pratica, interrompe il normale flusso del tempo, innescando unacircolarità inedita, eversiva, innaturale, inesistente nel percorso umano.

Il tempo adesso non è più il crudele nemico che dissolve lentamente le loro vite: eccolo divenire gentile, amorevole.Labbra del Tempo da Galeano, poeta amato dall'artista e fonte di ispirazione. Labbra che per una volta almeno non assumono una piega crudele, non si schiudono per narrare tristemente ciò chenon sarà più, ma sussurrano la dolce melodia di una memoria giovanile che si riscopre vivida, sfiorano coloro i quali ricevono il dono di incontrarle con il bacio di un tenero amante, regalando unbreve, fugace istante di felicità.

"Giuseppina teneva tra le mani il rocchetto di filo che in gioventù, nel corso della sua vita lavorativa, aveva girato e rigirato con perizia migliaia di volte. Lei, poetessa cieca di 92 anni, sorrideva aquell'inaspettato ritrovamento emozionata come una bimba.Armando aveva dedicato alla vecchia fabbrica lunghe e approfondite ricerche, appassionandosi alle antiche vicende così profondamente legate alla storia della sua famiglia, della sua comunità; lascatola tra i suoi piedi era piena di ricordi, di oggetti familiari ormai sepolti dalla stratificazione della memoria e ritrovati come un dono prezioso e inaspettato.Sghippo aveva vissuto profondamente la fabbrica, da sempre al centro della vita della sua piccola città, al punto da dedicarle, prima della sua prematura scomparsa, un cortometraggio girato alsuo interno.Valentina giocava da bambina con quegli oggetti, tra le mura di quel luogo ormai abbandonato, e con essi aveva costruito un mondo immaginario pieno di incanto e suggestione."

Le fotografie di Labbra del Tempo lasciano sottintesa l’impossibilità di cogliere qualcosa che sempre sfuggirà, che non potrà mai essere mostrato nella sua completezza.Il ricordo qui resta privato, e il suo significato rimarrà segreto.Ma, forse proprio per questo, si ha la certezza di trovarsi di fronte a qualcosa di prezioso, il cui valore si può solo immaginare.

Siamo fatti di tempo.Siamo i suoi piedi e le sue labbra.I piedi del tempo camminano nei nostri piedi.Prima o poi, si sa, i venti del tempo cancelleranno le tracce.Traversata del nulla, passi di nessuno? Le labbra del tempo raccontano il viaggio.(Eduardo Galeano – Le labbra del tempo)

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Commento critico di Antonio Arévalo

"Memoria dell’Abbandono”

In questo progetto intitolato “Memoria dell’Abbandono”, come in un palinsesto, Alessandra Di Consoli cerca di riaccendere

l’anima che nascondono le persone, per combinarne e sovrapporne la loro vera essenza, quasi fosse la traccia pittorica che

l’artista aggiunge modificando quel carattere fondamentalmente introspettivo di cui è intriso tutto il suo processo plastico.

Quei ritratti che rappresentano frammenti di vite ormai dimenticate, rappresentano il punto focale della sua convinzione, il cui

dinamismo poetico riesce a descrivere un mondo diviso tra un tempo collettivo e uno del tutto femminile, capace di farsi

carico di ambedue le dimensioni che fondano l’esistenza del suo sguardo per trasformarlo poi in un’utopia desiderata.

Ci accorgiamo - nella trasmutazione che coinvolge ogni elemento costitutivo di queste foto - di un qualcosa che investe la

persistenza del suo essere, perché compone il suo immaginario di memorie per farne un’immagine affascinante.

Ecco allora emergere tutta la sua melanconica pregnanza, tutte le sue nostalgie, rivelandosi così in tutta la sua smisurata

ampiezza.

Perche l’oggetto che un tempo era amato e integro, poi si è trovato a essere perduto e rovinato in un mondo frantumato.

Lei lo rintraccia riflettendo il deterioramento urbano rispetto all’ambiente naturale, le contraddizioni e i paradossi del

comportamento umano, gli aspetti oscuri della trama sociale e la manipolazione dell’identità.

Così s’idolatra il gioco dei tratti e il loro stereotipo si converte in un archivio della retorica visiva, che l’artista perlustra, sfoglia, e

che mentalmente elabora, ed idealizza per poi cominciare a ingranare e a “mettere in ordine” questa iconografia, questa

visione poligenetica delle cose, e nel farlo detta una sua grammatica, la inventa, soprattutto con la prerogativa di chi sente la

necessità di ri/dare memoria all’uomo: la trama imperfetta, gli automatismi gestuali che non sono né macchie né tracce bensì

differenza, attualità, immediatezza. E poi c'è l’alchimia che fa sì che tutte le zone ineffabili del sogno non diventino cromatismo

prevedibile: e anche se non propone i suoi progetti come argomento politico, tutta la sua opera è fortemente impegnata.

Perche lo è il voler conoscere l’altro da se.

Ma questo apparire visivo allora che cos’è?

1) L’invito a confrontarsi con le contraddizioni della società contemporanea, che le ideologie culturali s’incaricano di far

diventare invisibili.

2) Il voler potenziare gli effetti destabilizzanti, la ragione che emerge nel desolato silenzio della città: è una nuova soggettività

sociale e culturale, è ribellione dei linguaggi.

3) L’itinerario mediante il quale il discorso dell’arte questiona il ruolo che gli viene dato, l’ordine con cui lo s’integra.

Ci s'immerge interamente nudi nel mondo, nella sua asperità variegata e immensa. Il ritratto ci si presenta allora come un

viaggio escursionistico dell'anima dell’altro, perché:

"Io sono una storia. Io sono una storia di qualcuno. Qualcuno di cui sono una storia è la storia che sono io. Io sono qualcuno

che è una storia".

(Peter Handke)

Antonio Arévalo

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Alessandra Di ConsoliGiuseppina

(da Labbra del Tempo)

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 70x100Edizione 1/5

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Alessandra Di ConsoliArmando

(da Labbra del Tempo)

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 70x100Edizione 1/5

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Alessandra Di ConsoliGiovanni

(da Labbra del Tempo)

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 70x100Edizione 1/5

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Alessandra Di ConsoliSghippo

(da Labbra del Tempo)

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 70x100Edizione 1/5

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Alessandra Di ConsoliValentina

(da Labbra del Tempo)

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 70x100Edizione 1/5

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Alessandra Di ConsoliGioco del tempo

(da Memoria dell’Abbandono)

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 100x70Edizione 1/5

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Alessandra Di ConsoliOmbre stanche

(da Memoria dell’abbandono)

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 100x70Edizione 1/5

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Alessandra Di ConsoliDo not share and you’ll feel sated

(da Capital Sins)

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 70x100Edizione 1/5

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Alessandro BergaminiWorld’s souls

Alessandro Bergamini nasce a Bologna nel 1986. Vive e lavora a Finale Emilia (MO).

Si avvicina alla fotografia non più giovanissimo, motivato dalle emozioni che l’incontro di culture e genti, nel corso dei suoi numerosi viaggi, provocano in lui.

Inizia a fotografare con la vecchia reflex del padre e ben presto si appassiona alla tecnica, compiendo un lungo percorso che lo porterà a sviluppare lo stile personalissimo che caratterizza isuoi scatti.

La sua è una ricerca costante: la ricerca della luce, del colore, dell'attimo ma soprattutto dell'interazione e del rapporto di fiducia con le persone che incontra; questa ricerca lo porterà -daautentico viaggiatore- a trascorrere periodi molto lunghi in luoghi remoti e in condizioni disagevoli, condividendo le vite che ritrarrà e comprendendone l'intima essenza.

Racconta: “Conosco quest’uomo anziano che beve un pò di chai da un piattino: il suo nome è Danaraj, sono stato ospite nella sua casa di Jodhpur. Danaraj veste di bianco e digiunaperché è in lutto per la morte della moglie. So della sua piccola attività di venditore di roti e della sua felicità velata di tristezza per il ritorno del suo primogenito Dharmendra da una cittàlontana, in occasione del funerale della madre.Conosco lui e la sua vita.Ma non voglio raccontarla con le parole, non è questo il senso del mio lavoro. Le immagini devono dire tutto, da sole”.

Questa grande spinta alla condivisione e alla comprensione della natura umana dona a Bergamini la facoltà di catturare la storia di un'esistenza attraverso un singolo istante e conferisce alsuo lavoro una dimensione altra rispetto alla fotografia di viaggio o di reportage; i confini delle categorie vengono prepotentemente travolti e ciò che affiora è la pura espressione di un potentetalento artistico.

Nel lavoro di Bergamini la dimensione documentaristica ed etnografica viene completamente accantonata: la sua è una ricerca puramente estetica ed emotiva, volta a suscitare una profondaempatia con l'essere umano. Cionondimeno, è sufficiente soffermarsi per un attimo su queste immagini perché la mente venga richiamata istantaneamente e spontaneamente a ricreare unoscenario, un contesto, a ripercorrere uno stile di vita totalmente alieno e sorprendente, a penetrare un intero universo il quale, ancorché mai vissuto nell'esperienza, si dipana magicamentedavanti ai nostri occhi.

Negli scatti di Alessandro incontriamo l'essenza dell'individuo in una misura tale e con tale forza da permetterci di spalancare una finestra sul suo mondo.

Tanto può la sensibilità, lo sguardo di Bergamini: la sua cifra stilistica, fatta di uno sfocato magico dal quale emergono fluttuando mille colori e dalla profondità penetrante di occhi sempreincantati ed incantevoli, ci conduce a conoscere senza sapere, a comprendere senza l'ausilio della parola.

Negli scatti di Alessandro non accade nulla, nulla deve accadere: sono attimi sospesi nel tempo, schegge di una vita che possiamo ripercorrere in un istante attraverso la lettura di unosguardo, di un volto segnato dal tempo, del drappeggio di un saree che ci riporta ad una magia millenaria e favolistica.

“La gestualità non è una rappresentazione, ma è la vita stessa in ciò che ha di irrappresentabile; è quella sequenza infinita che i gesti non rappresentano, ma presentano con quell'efficaciache può concedersi solo al visibile e al sensibile puro.”(U. Galimberti, Il corpo)

Alessandro Bergamini ha esposto il suo lavoro tra il 2013 e il 2014 con la mostra "Souls of the World" a Finale Emilia (MO) e a Bologna.

Nel 2013 ha partecipato al Concorso Fotografico National Geographic Italia nella categoria "Genti e popoli"; un suo scatto è stato selezionato tra le immagini di copertina del concorso.

Nel febbraio 2014 Repubblica.it ha dedicato a Bergamini una gallery di 29 immagini che documentano il suo lavoro in India e Myanmar.

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Alessandro BergaminiGujarat

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 80x53

Edizione 1/4

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Alessandro BergaminiChai

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 80x53

Edizione 1/4

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Alessandro BergaminiRed saree

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 80x53

Edizione 1/4

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Alessandro BergaminiFather and son

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 53x80

Edizione 1/4

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Alessandro BergaminiYellow

Fine Art Giclée, carta cotone su Forexcm. 80x53

Edizione 1/4

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Fulvio RottichieriTemponellavita@vitaneltempo

Tempo nella Vita e Vita nel Tempo(Luogo di incontro e limite di confine tra pittura e fotografia)

Vorticosa danza e lento scorrere del fiumeColore catturato e mare infinito

Diaframma profondo e tempo lentoDipingere istantaneo e arte antica

Acqua e fuocoTerra e aria

Cogliere l’attimo fuggente oppure attendere l’eternità?

Cogliere l’attimo o mirare all’eterno?"Solo qualche riga, non per sostituirmi a chi scrive d’arte, ma solamente con l’intento di fissare ciò che desidero sia inteso di questi miei lavori.

Sono basati tutti su due “tempi”.

Il tempo fotografico ed il tempo assoluto.Il tempo fotografico misurato dalle fotocamere in secondi e frazioni di secondo, che interagisce con l’apertura dell'otturatore.

Il tempo assoluto, è quello indefinito-infinito nel quale hanno vissuto nostri avi, viviamo-vivremo noi e vivranno i nostri figli.Il tempo dei filosofi.

Il tempo di tutta la vita.Ho messo i due tempi in relazione accostando più immagini, dove il tempo fotografico lungo coglie e dilata veloci istanti e brevi frammenti vissuti nel tempo

assoluto e lo stesso tempo fotografico che diventa brevissimo quando coglie il tempo infinito ed eterno espresso da un percorso, dallo scorrere di un fiume,dalla luna, dall’alba e dal tramonto…

L’ennesimo tentativo di cogliere l’attimo e di scrutare l’eternità. In relazione visiva tra di loro.

ColoreNella maggior parte delle immagini voglio anche colore, tanto colore, “dipinto” come in action-painting, dal movimento e dall’azione umana o naturale. Nonper contrapporsi (oppure rinnegare) ad immagini monocrome e minimaliste, ma per cogliere il segreto di quella colorata allegria esistenziale espressa ad

esempio da paesi non occidentalizzati.

PopCerte immagini sono volutamente da catalogo vacanze, da cartolina, da poster, con un fine volutamente “pop”, in modo da non udire “Boh ?”, “Bah ?”

“questo lo faceva anche mio figlio piccolo!” ed inoltre sono esche per attrarre qualche sguardo in più, oltre la cortina degli “addetti ai lavori”.Eliminazione della linea di confine temporale-visiva

Le immagini hanno origine da scatti fotografici effettuati in posa o istantanei e il loro ritocco post-produzione è essenzialmente limitato a fonderli, arelazionarli, ad unirli.

Eliminazione della linea di confine temporale – visivaLe immagini hanno origine da scatti fotografici effettuati in posa o istantanei e il loro ritocco in post-produzione

è essenzialmente limitato a fonderli, a relazionarli, a unirli.”

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Fulvio RottichieriTemponellavita@vitaneltempo_001

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 109x109Edizione 1/10

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Fulvio RottichieriTemponellavita@vitaneltempo_002

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 90x105

Edizione 1/10

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Fulvio RottichieriTemponellavita@vitaneltempo_003

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 52x109

Edizione 1/10

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Fulvio RottichieriTemponellavita@vitaneltempo_004

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 109x134Edizoone 1/10

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Fulvio RottichieriTemponellavita@vitaneltempo_005

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 109x134Edizione 1/10

Page 24: Impressione artefotografia - Catalogo ita

Fulvio RottichieriTemponellavita@vitaneltempo_006

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 109x145Edizione 1/10

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Fulvio RottichieriTemponellavita@vitaneltempo_007

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 109x124Edizione 1/10

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Fulvio RottichieriTemponellavita@vitaneltempo_008

Fine Art Giclée, carta cotone su Dibondcm. 140x55

Edizione 1/10

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Fabio AnelliKing of Olgetta

Fabio Anelli nasce a Milano il 20 marzo 1989. Disegnatore, art director, fotografo e videomaker, vive e lavora a Milano.

Esordisce giovanissimo come writer nella scena hip hop milanese, che rappresenterà la principale influenza culturale in tutto il suo percorso artistico; si avvicina alla fotografia all'età di19 anni, motivato dall'intento di documentare i propri graffiti.

Nel corso del tempo affina la propria tecnica fotografica, affascinato dagli automatismi e dalle componenti meccaniche degli strumenti utilizzati.

La frequentazione del muretto, definizione gergale che designa i luoghi di ritrovo degli esponenti della cultura hip hop meneghina, nei quali si sviluppa un vero e proprio scontroartistico interdisciplinare tra rapper, writer, freestyler e breaker, lo porterà a costruirsi una robusta reputazione in termini di street credibility, la credibilità che un esponente del genereacquista dimostrando la propria provenienza dalla strada, da realtà dure e difficili, come le periferie milanesi di Baggio, Bonola, Barona, Lambrate.

Prosegue con l'attività di writing, continuando per gioco a fotografare la street life che si svolge intorno a lui: jam session, concerti rap, eventi di sport estremo quali skating o bmx e ingenerale la vita quotidiana della comunità hip hop.

E' affascinato dai ritratti carichi di dinamismo e movimento e preferisce scattare in esterni, "dove succedono le cose". I suoi riferimenti stilistici sono David LaChapelle e AdrianSommeling, guru della computer graphic.

Dice di sé: "Cerco le mie fonti di ispirazione non molto lontano da casa, non ho bisogno di viaggiare, qui c'è tutto quello che mi serve per crescere artisticamente"; "Gli strumentifotografici sono diventati i miei più importanti compagni di vita".

Autodidatta, si rammarica di non aver potuto compiere un vero percorso accademico, che lo guidasse nello sviluppo del suo lavoro di artista.

Nel tempo il suo talento viene riconosciuto nell'ambiente hip hop e questo gli offre l'opportunità di intraprendere alcune proficue collaborazioni con artisti del mondo del rapunderground milanese in qualità di art director e artista interdisciplinare, spaziando dal writing alla grafica, fino alla fotografia e alla realizzazione di videoclip.

In questo momento il suo percorso artistico, nel quale la fotografia rimane comunque centrale, lo sta portando nella direzione del tattooing, una disciplina difficile ed affascinante,molto apprezzata nel mondo hip hop, della quale dice: "ciò che mi affascina di più è l'irreversibilità del tatuaggio, la sua natura definitiva"; "farsi tatuare è un atto di fede: in questosenso il tatuaggio rappresenta per chi lo pratica il conseguimento del gradino più alto nella scala della credibilità".

Il lavoro di Fabio è permeato proprio da questa ricerca di credibilità e riflette totalmente i valori della cultura cui appartiene, che l'ha formato umanamente ed artisticamente: un mondochiuso, impenetrabile e incomprensibile per i non addetti ai lavori, del quale il suo sguardo ci permette di osservare la realtà quotidiana.

Un mondo fatto certamente di eccessi e pratiche al limite della legalità, ma fatto anche e soprattutto di ricerca artistica e creativa, di costante evoluzione e di sfida con se stessi, voltaa superare i limiti propri ed altrui: questo è il senso più profondo del muretto, terreno di scontri in rima tra i freestyler o di creatività spray tra i writer, sempre pronti alla fuga, lasciandodietro di sé una sorprendente testimonianza della propria arte, della propria esistenza.

L'affermazione rabbiosa del proprio io, l'arte come forma di sublimazione dell'aggressività, una scala di valori complessa e difficilmente comprensibile, fatta di gerarchie ferree e direputazioni da difendere ad ogni costo: questo è il mondo di Fabio Anelli, che ci si disvela attraverso i suoi scatti e che possiamo osservare dal suo punto di vista totalmente acritico,scevro da ogni implicazione etica, al contrario connotato da una purezza che è propria solo di chi ha combattuto e combatte quotidianamente per condurre uno stile di vita cheritiene profondamente e radicalmente “the right way”.

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Fabio AnelliDiablo

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 90x60

Edizione 1/5

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Fabio AnelliGesucristo

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 90x60

Edizione 1/5

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Fabio AnelliSenza titolo #1

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 90x60

Edizione 1/5

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Fabio AnelliZia

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 60x57

Edizione 1/5

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Fabio AnelliSenza titolo #2

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 60x60

Edizione 1/5

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Fabio AnelliDenissalto

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 60x90

Edizione 1/5

Page 34: Impressione artefotografia - Catalogo ita

Fabio AnelliIstituto

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 60x90

Edizione 1/5

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Fabio AnelliCiccio Porchetta

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 90x60

Edizione 1/5

Page 36: Impressione artefotografia - Catalogo ita

Fabio AnelliSmazzo

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 90x60

Edizione 1/5

Page 37: Impressione artefotografia - Catalogo ita

Fabio AnelliNotte

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 90x60

Edizione 1/5

Page 38: Impressione artefotografia - Catalogo ita

Fabio AnelliPapik

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 60x90

Edizione 1/5

Page 39: Impressione artefotografia - Catalogo ita

Fabio AnelliVuoto

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 90x60

Edizione 1/5

Page 40: Impressione artefotografia - Catalogo ita

Fabio AnelliPhantom!!!

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 90x60

Edizione 1/5

Page 41: Impressione artefotografia - Catalogo ita

Fabio AnelliOlgetta brucia

Fine Art Giclée, carta baritata su Dibondcm. 90x60

Edizione 1/5

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Paolo ChenetNature

Paolo Chenet nasce a Milano nel 1957.

Fotografo naturalista, vive e lavora a Milano.

Si avvicina alla fotografia giovanissimo, all'età di otto anni.

Il suo percorso fotografico si incrocia presto con le sue più grandi passioni: i viaggi in luoghi remoti e selvaggi, la natura ed il regno animale.

La padronanza degli strumenti fotografici cresce di pari passo con la ricerca di spazi incontaminati, traducendosi in una vera e propria riscoperta delle origini del mondo.

Il lavoro di Chenet ci riporta ad una dimensione primeva, consentendoci di affacciarci ad un pianeta ancora nuovo, vergine, che non conoscerà mai le devastanti conseguenzedell'antropizzazione.

La figura umana è bandita dagli scatti di Chenet, se ne scorgono appena le tracce: la silhouette remota di un monumento, un nastro d'asfalto che attraversa il paesaggio lunare,la carcassa di un vecchio DC3 adagiata sul suolo primitivo come un fossile preistorico. Da queste poche vestigia di una presenza trascurabile abbiamo la facoltà di percepirel'irrilevanza della condizione umana, il suo velleitarismo nell'ostinazione futile alla modificazione di un ambiente che tollera a stento l'uomo, potendo con la sua forza irresistibilecancellarne le tracce in ogni momento, quasi per capriccio.

Nell'arte di Paolo Chenet possiamo percepire, con tutta la forza della sua espressività, il primato della natura che regna sovrana e noncurante delle umane vicende. Un gabbianosolitario affacciato sull'orizzonte infinito dell'oceano, totalmente indifferente alla presenza del fotografo, rappresenta forse l'immagine più emblematica dell'umana irrilevanza: qui siosserva la regalità del creato, di ciò che è stato, che è e che sempre sarà, che basta a se stesso senza alcun bisogno se non quello di esistere, nella sua primitiva e profondasaggezza istintuale.

La potenza espressiva delle immagini di Chenet risiede proprio in questo, nel consentire all'osservatore uno sguardo primitivo in senso antropologico, in quanto noncontaminato dal costrutto della modernità, su una natura ancora perfetta, mai sfiorata dalla modificazione corruttiva della civiltà, così come dovette presentarsi all'origine delmondo.

Attraverso il lavoro di Chenet abbiamo il privilegio di regredire per un breve, potente, stupefatto momento alla condizione paurosa e meravigliata che dovette essere del primouomo sulla terra.

"Quindi l'uomo primitivo vive effettivamente in due mondi. La realtà fisica è anche realtà spirituale. Il mondo fisico è innegabile e il mondo degli spiriti ha per lui un'esistenzaaltrettanto reale, non soltanto perché lo crede, ma per la sua ingenua consapevolezza delle cose spirituali. Qualora il contatto con la civiltà e la sua disastrosa «illuminazione» glifacciano perdere la dipendenza dalla legge spirituale, il primitivo degenera." (Carl Gustav Jung)

In oltre quaranta anni di attività fotografica Chenet non ha mai considerato la possibilità di divulgare il suo lavoro o di affacciarsi al mercato dell'arte. Solo in tempi recenti,riconsiderando la mole imponente del suo archivio, ha assunto la determinazione di condividere le sue opere con un pubblico più vasto.

Paolo Chenet ha presentato per la prima volta i suoi lavori al pubblico degli appassionati e dei collezionisti di fotografia all'Università Bocconi di Milano, dal 12 gennaio al 6 marzo2015, presso gli spazi BAC.

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Paolo ChenetIced lake in Madesimo, Northenrn Italy

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 60x46

edizione 1/3

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Paolo ChenetJökulsárlón Beach, Iceland - #1

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 60x40

edizione 1/3

Page 45: Impressione artefotografia - Catalogo ita

Paolo ChenetJökulsárlón Beach, Iceland - #2

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 60x40

edizione 1/3

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Paolo ChenetIceland landscape, clouds.

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 60x40

edizione 1/3

Page 47: Impressione artefotografia - Catalogo ita

Paolo ChenetDyrhólaey, Iceland

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 60x40

edizione 1/3

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StreamcolorsArte estratta

Il mondo artistico di Streamcolors, nato da Giacomo Giannella e Giuliana Geronimo è un universo vasto, tutto da esplorare, fatto di forme e colori percepiti come flusso ingrado di connettere il mondo reale a quello astratto.

Ma è anche un mondo popolato dai Giganti.

Questo è il nome che Giannella e Geronimo danno alle loro opere digitali tridimensionali: estrapolando da un’immagine o da un gruppo di immagini reali -come una o piùfotografie, o piuttosto un video- i colori e le forme di base, gli artisti estraggono ed elaborano dei pattern in 2D. Su questi pattern, utilizzando un pennello digitale ecomplessi algoritmi matematici, agiscono direttamente creando veri e propri mondi 3D, i giganti, suggestivi dipinti digitali tridimensionali navigabili ad altissima risoluzione.

Considerati al di fuori del processo creativo, i Giganti hanno tutto l’aspetto di opere astratte, ma a ben guardare è evidente il legame con il mondo vero. Persistono infattidettagli, forme o piuttosto sensazioni, che riconducono l’osservatore alla concretezza del reale.

Il Gigante è un vero e proprio piccolo mondo, consapevolmente concepito e progettato dagli artisti; un mondo che è possibile esplorare liberamente e che offreall'esperienza una gamma infinita di sensazioni e possibilità: si spazia dallo stupore, al disorientamento, alla curiosità della ricerca di un punto di vista personale sul magicouniverso che si dipana davanti a noi.

La facoltà di catturare un singolo istante di questa esperienza, istante unico e irriproducibile data la vastità del Gigante e l'infinito numero di variabili offerte, regala a chi hala fortuna di vivere questa avventura sensoriale l'opportunità di estrapolare un’opera unica, del tutto personale, senza che per questo venga meno l'autenticità autorialedella creazione.

Ci è data la possibilità di impossessarci, fermandolo per sempre sulla carta, di un frammento della creatività degli artisti, frammento che per sua natura sarà unico eirriproducibile.

Presso l'atelier degli artisti, sotto la loro guida, possiamo liberamente scegliere di estrarre un istante unico nella loro opera e conservarlo, collezionarlo in un singolo frameo componendo dittici, trittici, polittici. L'edizione unica non è una scelta di carattere autoriale o commerciale, ma una necessità dettata dall'oggettiva unicità del nostropersonale punto di vista sull'opera d'arte.

Un'esperienza nuova ed entusiasmante, un’esplorazione dell'opera d'arte consapevole ed istintiva al tempo stesso, una modalità di espressione e di estrazione dell'operacompletamente inedita e personale, che rappresenta certamente una frontiera del tutto inesplorata nella fruizione dell'arte visiva.

Giannella è direttore artistico in una nota casa videoludica e nella sua attività professionale mira a costruire immagini il più aderenti possibile a paesaggi reali. Nellaproduzione artistica, condivisa con Giuliana Geronimo, agisce invece in maniera inversa.

"Volevo capire che codice avesse l’estetica corrente; rappresentandola nei videogiochi sono entrato in contatto con curiosi intrecci, il cui punto di partenza sono i coloridella natura. La nostra logica stilistica è racchiusa nella ricerca e nella progettazione di un mondo virtuale fatto di colore. Lo facciamo attraverso la grafica digitale,attualmente molto importante. Ormai viviamo di digitale. Ci interessa elaborare ogni elemento in cui vediamo (o già sussiste) una possibilità d’arte."

"Il nostro è un confronto reale in tempo reale, con un’estetica collettiva universale. Insomma, ci sentiamo come una polaroid che cerca l’infinito per collocarlo testualmentefuori dal tempo. In seguito è proprio l’atto della condivisione che rende un valore artistico universale. Qualsiasi esso sia."

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StreamcolorsMandala verde

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 80x40

edizione unica più prova d’artista – collezione privata

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StreamcolorsEtro - Rosanna

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 80x40

edizione unica più prova d’artista – collezione privata

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StreamcolorsSenza titolo

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 80x40

edizione unica più prova d’artista – collezione privata

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StreamcolorsSenza titolo

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 80x40

edizione unica più prova d’artista – collezione privata

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StreamcolorsPiattotunnel

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 80x40

edizione unica più prova d’artista – collezione privata

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StreamcolorsEtropolis

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 80x40

edizione unica più prova d’artista – collezione privata

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Valentina MaistriEnjoy the little things

A volte lascio che la mia mente spazi libera. È per me un atto di coraggio.

Il sentimento che più spesso mi accompagna è l’angoscia, quella sensazione di cadere nel vuoto senza riuscire a portarsi dietro niente, senza essere capaci di aggrapparsi per rallentare la caduta.

Ho paura di dimenticare, dimenticarmi un gesto, un sorriso, un profumo.Di lasciare che qualcosa, qualsiasi cosa, scivoli fuori dalle mie mani, sfugga alla mia percezione.

Il mio modo di affrontare questo, di affrontare me stessa, sono le fotografie.Mi aiutano a rendere tangibile quello che mi circonda, sono un promemoria per la mia angoscia : “enjoy the little things”.

Vivi delle piccole cose, assapora ogni momento, crogiolati in ogni emozione.Le mie foto da una parte riproducono il bisogno della mia mente di rappresentare quello che provo, per affrontarlo, per ricordarlo, per amarlo.

Dall’altra costituiscono un tentativo di imprigionare un attimo, un momento non definito che nel tempo dello scatto assume un significato particolare.Congela l’istante, l’emozione, evoca un ricordo. Senza maschere, senza filtri.

Così le mie foto, come me, sono spaccate in due tra il passato ed il presente.Le emozioni si amplificano, i ricordi vengono imprigionati nella tela della nostra memoria.

Niente viene perso, lasciato in balia del tempo. Tutto è dove dovrebbe essere. Così come deve essere.

Nel momento in cui scatto la fotografia è tutto più definito. Sorrido sollevata.Fotografo per me, per mantenere in equilibrio il mio animo instabile, lunatico.

Le maschere mi hanno sempre incuriosito. Ti coprono, ti nascondono, ti proteggono : lo trovo ridicolo. Se qualcosa sta sul tuo viso, necessariamente ti impedisce di respirare, di vivere.

La fotografia è il mio modo per togliermi la maschera, per essere me stessa, per stare nuda davanti a tutta la scuola.Senza filtri per l’odore di sigaretta, senza pareti per i colpi al cuore.

Mettermi a nudo non mi spaventa, mi incuriosisce affrontare il futuro, è inevitabile, è il passato che mi inquieta. In qualche modo non sono mai riuscita a chiudere i ricordi nei cassetti, a sigillarli in una bottiglia in modo da averli lì, nel mio bagaglio, non sulla mia strada. Il mio subconscio prova spesso a rimuoverli, ma ovviamente non si possono mai cancellare, ci sarà

sempre un colore, un odore, un’atmosfera che te li riporta alla mente, che te li sbatte in faccia con cattiveria togliendoti il respiro.

A volte sono le fotografie di oggi ad evocare ciò che accadde ieri. Quando succede sono pronta ad affrontarlo, quando vedo che con la mia fotografia ho il controllo della situazione allora non fa più così paura. Detto io legge, non il mio subconscio, non la mia coscienza.

Così riesco a camminare guardando in avanti. A lasciare scivolare dietro le mie spalle ciò che non dovrebbe più condizionarmi ma che fa parte di me e lo farà sempre.Così imbocco nuovi sentieri.

In questo modo riesco ad organizzare quello che provo, ad affrontarlo qualora sia necessario. Mi basta uno scatto, e quello che prima era caotico e indistinto d’improvviso assume una forma, un colore, un odore. Nel momento in cui capisci ciò che senti allora non è così difficile starci davanti.

Attraverso le immagini mi metto a nudo, rinchiudo in esse una parte di me per poi osservarla. Analiticamente mi scruto come davanti a uno specchio, evidenzio i punti di forza e i difetti, ciò che andrà limato e ciò che invece dovrà essere esaltato. Nessuno dovrebbe compiacersi di se stesso, ma questo modo mi prendo cura della mia anima.

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Valentina Maistri#3

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 45x30

edizione 1/5

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Valentina Maistri#4

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 51,6x30edizione 1/5

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Valentina Maistri#5

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 50,5x30edizione 1/5

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Valentina Maistri#6

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 51,5x30edizione 1/5

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Valentina Maistri#7

Fine Art Giclée, carta cotonecm. 30x45

edizione 1/5

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