Imparare scrivere

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Che cosa è il testo? IL TESTO È UN MESSAGGIO LINGUISTICO DI SENSO COMPIUTO, INSERITO IN UNA PRECISA SITUAZIONE COMUNICATIVA Un testo è un messaggio linguistico qualsiasi, che può essere verbale, orale o scritto,oppure costituito da segni acustici, visivi, gestuali, Un messaggio linguistico però deve possedere alcuni requisiti indispensabili per essere un testo, cioè : 1- Deve essere coerente: i suoi contenuti devono collegarsi tra loro in modo logico a formare il significato globale del testo. La coerenza di un testo è data dai legami logici che collegano il testo 2- Deve essere coeso: cioè percorso da legami formali che uniscano le sue parti facendo del messaggio un tutto unico, come i fili di lana opportunamente intrecciati formano un unico oggetto, ad esempio un maglione. Tali legami sono: le concordanze (articolo/nome, nome/ predicato, nome aggettivo ecc.), i pronomi, le ripetizioni o le sostituzioni ( sinonimi, iponimi, iperonimi, perifrasi)le ellissi , i connettivi, la punteggiatura. 3- Deve essere inserito in una situazione comunicativa precisa: cioè in un contesto che fornisce informazioni essenziali per la produzione e la comprensione del messaggio: chi parla o scrive? A chi è diretto il messaggio? Qual è l’argomento del messaggio? Quale scopo ha il messaggio? ecc.

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 Che cosa è il testo?

IL TESTO È UN MESSAGGIO LINGUISTICO DI SENSO COMPIUTO, INSERITO IN UNA PRECISA SITUAZIONE COMUNICATIVA

Un testo è un messaggio linguistico qualsiasi, che può essere verbale, orale o scritto,oppure costituito da segni acustici, visivi, gestuali,

Un messaggio linguistico però deve possedere alcuni requisiti indispensabili per essere un testo, cioè :

1- Deve essere coerente: i suoi contenuti devono collegarsi tra loro in modo logico a formare il significato globale del testo. La coerenza di un testo è data dai legami logici che collegano il testo

2- Deve essere coeso:  cioè percorso da legami formali che uniscano le sue parti facendo del messaggio un tutto unico, come i fili di lana opportunamente intrecciati formano un unico oggetto, ad esempio un maglione. Tali legami sono: le concordanze (articolo/nome, nome/ predicato, nome aggettivo ecc.), i pronomi, le ripetizioni o le sostituzioni ( sinonimi, iponimi, iperonimi, perifrasi)le ellissi , i connettivi, la punteggiatura.

3- Deve essere inserito in una situazione comunicativa precisa:  cioè in un contesto che fornisce informazioni essenziali per la produzione e la  comprensione del messaggio: chi parla o scrive? A chi è diretto il messaggio? Qual è l’argomento del messaggio? Quale scopo ha il messaggio? ecc.

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Le tipologie testuali e i loro scopiPossiamo dividere gli infiniti testi possibili  in cinque grandi categorie o tipi, ciascuno

dei quali ha caratteristiche che lo distinguono dagli altri:

1-Testi narrativi : raccontano una storia reale o fantastica , mettono in scena dei personaggi – scopo: narrare una storia facendo appello alla fantasia del lettore/ascoltatore che mentre legge vede con gli occhi della mente i personaggi , i luoghi, gli avvenimenti, insomma diventa il regista di una storia che viene proiettata solo nella sua mente

2-Testi descrittivi : descrivono le caratteristiche di luoghi, oggetti, animali, persone – scopo: descrivere qualità fisiche o psicologiche che il lettore visualizza

mentalmente3-Testi espositivi : presentano dati, informazioni, espongono e spiegano concetti,

teorie su un certo argomento – scopo: spiegare, informare, chiarire , illustrare un argomento

4-Testi argomentativi : sostengono opinioni, tesi, valutano fatti, cose, persone – scopo: convincere il lettore/ascoltatore della validità della propria tesi, del proprio

giudizio5-Testi regolativi : impartiscono ordini, forniscono consigli,  danno istruzioni – scopo: indurre o costringere a seguire un determinato comportamento; aiutare a

compiere qualche operazioneAll’interno di ogni tipologia testuale vi  è una pluralità di generi testuali

diversi, ad es:Testi narrativi: fiabe, favole, racconti, novelle, romanzi,articoli di cronaca eccTesti descrittivi: descrizioni su un libro di scienze, su un depliant pubblicitario, in un

romanzo Testi espositivi: relazioni,  riassunti, articoli di giornale, saggi che trattano uno

specifico argomento ....Testi regolativi: ricette, leggi, regolamenti, istruzioni per l’uso...Testi argomentativi: recensioni, commenti, editoriali, discorsi politici ecc

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Il riassunto di un testo espositivoIl riassunto è un testo che espone in breve le informazioni principali di un

altro testoIl riassunto deve:1- essere significativamente più breve del testo di partenza, non deve

superare di norma un terzo di esso 2- contenere tutte le informazioni essenziali perché il destinatario possa

farsi un’idea precisa del testo di partenza 3- conservare se possibile la  struttura e i termini del linguaggio settoriale

del testo di partenza (in particolare, le definizioni non devono essere parafrasate)

4- essere coeso e coerente Il riassunto non deve:1-      contenere opinioni, riflessioni, commenti personali del suo autore2.     contenere discorsi diretti3.     essere scritto in prima persona Tipologia: il riassunto di un testo espositivo è a sua volta un testo espositivo. Scopo del riassunto: esporre in modo chiaro le informazioni e i concetti del

testo di partenzaDestinatario: il destinatario è molto importante perché da esso dipende almeno

in parte la scelta delle informazioni considerate importanti : saranno scelte in base agli interessi, alle necessità,alla cultura del destinatario . Si possono fare riassunti per gli altri e per noi stessi.

Tempo e lunghezza: naturalmente occorre far bene attenzione al tempo che si ha a disposizione e alla lunghezza del riassunto , soprattutto quando questa è fissata in modo preciso.

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PARLARE E SCRIVERE

L’emittente di un testo scritto deve adottare strategie, organizzative e produttive, profondamente diverse da quelle adottate dall’emittente di un testo orale. È’ necessario che chi si appresta a compilare un testo scritto sia ben consapevole che scritto e parlato si differenziano. Vediamo quali sono le principali distinzioni tra le due forme testuali:

1. La durata e la distanzaIl parlato si esaurisce nell'atto comunicativo e può raggiungere una distanza

fisica molto limitata, mentre lo scritto resiste nel tempo e può viaggiare nello spazio.

2. La componente verbale ed extraverbaleIl parlato si affida molto a componenti extraverbali che lo scritto non può

sfruttare: gesti; espressione del viso; intonazione; pause. La scrittura non possiede questi requisiti, la lingua è il suo unico mezzo espressivo.

Gli errori più frequenti nell'uso della punteggiatura dipendono dalla tendenza, da parte di chi scrive, a sostituire

l'intonazione e le pause del discorso parlato con un segno di interpunzione. Bisogna invece ricordare che

l'interpunzione serve alla strutturazione logico-sintattica dell'informazione.3. Condivisione e non condivisione del contesto extralinguisticoChi parla e chi ascolta hanno in comune il concetto di spazio e di tempo, cioè

si trovano nello stesso luogo allo stesso momento. Autore e destinatario perciò condividono il contesto extralinguistico, spaziale e temporale, basta dire ’io’, ’tu’, ’qui’, ’adesso’, ’la settimana scorsa’, ecc., per capirsi. Se chi parla dice "Torno fra cinque minuti", il suo interlocutore sa quanto tempo deve attenderlo; invece, l'avviso "Torno fra cinque minuti" non ha alcun significato, perché il lettore non conosce il momento in cui è stato scritto.

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4. Le diverse modalità di produzione e di ricezione nel parlato e nello scritto

I tempi dell'autore e del destinatario sono tra loro legati nell'oralità, mentre sono indipendenti nella scrittura. Chi parla non può permettersi pause troppo lunghe, perché altrimenti genera nel destinatario un disagio che può perfino causare il fallimento della comunicazione. Chi scrive, invece, decide il ritmo con cui scrivere, così come chi legge lo fa al ritmo che preferisce.

5. Il feed-back (o reazione)Nel parlato l'autore può continuamente verificare se il messaggio è stato

compreso, perché percepisce le reazioni del destinatario, che gliele può comunicare:

· attraverso l'espressione del corpo e del viso;· con risposte incoerenti;· chiedendo spiegazioni.Nello scritto l'autore non può correggere o integrare il messaggio sulla base

delle reazioni del destinatario. Ha a disposizione un'unica possibilità e deve perciò usarla nel migliore dei modi.

La sintassiNell'oralità, la sintassi è più ricca di coordinate o di false subordinate. Inoltre

la subordinazione è quasi sempre di primo o al massimo di secondo grado.La sintassi dello scritto· predilige la subordinazione;· offre una gerarchia più complessa;· produce informazioni organizzate in diversi livelli gerarchici.

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La prima prova dell’esame di statoLa prova è composta da quattro diverse tipologie:

Tipologia A -Analisi del testo,

Tipologia B -Redazione di un “saggio breve” o di un “articolo di giornale” che comprende a sua volta 4 ambiti disciplinari

1- Artistico-letterario 2- Socio-economico3- Storico-politico4- Tecnico-scientifico

Tipologia C - tema di argomento storico

Tipologia D- tema di ordine generale

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Il Saggio Breve Il saggio breve previsto dalla legge per lo svolgimento della prima

prova scritta dell'Esame di Stato prevede un argomento storico-politico, socio-economico, artistico-letterario, tecnico-scientifico, storico-filosofico.

Tratta di un problema su cui l’autore deve dare un’interpretazione, sostenere una tesi da giustificare attraverso argomentazioni ed esempi. E’ quindi un testo soprattutto argomentativo, ma anche in parte descrittivo e informativo.

Le argomentazioni devono essere collegate in modo logicamente corretto a un'idea guida , gravitare attorno a una tesi ,che costituirà la parte centrale dell'elaborato .

Dopo avere presentato in breve le premesse generali al problema e il tuo punto di vista , occorre apportare argomenti validi per difendere la tua idea, per contrastare e per criticare altre soluzioni diverse dalla tua. (utilizzando ovviamente tutto il corredo documentario delle tracce e, dove possibile, integrandolo con le tue conoscenze personali).

Il linguaggio utilizzato deve essere formale, al limite può essere anche tecnico e ricercato, mai gergale.

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Elaborare e sostenere una tesi Il saggio argomentativo non descrive semplicemente un problema, ma elabora

una tesi da corroborare con parte del materiale fornito (meglio se citato con tanto di virgolette). Per questo sarà necessario:

Selezionare il materiale fornito in funzione dell'argomentazione della tesi assunta

Sia dal titolo che dalla presentazione è importante che il lettore capisca subito ciò di cui si tratta, e che ci sia consequenzialità fra titolo, presentazione e sviluppo

Il lavoro deve essere organico e non una giustapposizione di parti fra loro slegate frutto dell'analisi del materiale proposto. Deve procedere perciò in modo argomentativo

Anche la destinazione editoriale deve essere coerente, in particolar modo con il registro linguistico adottato

Le caratteristiche del saggio argomentativo Il saggio espone una tesi e la dimostra Il titolo del saggio enuncia la tesi argomentativa e deve essere coerente

rispetto all’argomento trattato La struttura del testo può essere articolata in paragrafi e parti con titoli

interni Ci sono citazioni dirette e indirette di tutti i testi presentati nel dossier La struttura presenta adeguati connettivi logici e testuali che rendono più

visibile l’organizzazione delle argomentazioni Il linguaggio è adeguato al settore disciplinare specifico

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Il dossier di testi La stesura del saggio si effettua sulla base di un dossier di testi

che vengono forniti per l’analisi e l’interpretazione dello studente I testi sono scelti in maniera mirata per presentare un

argomento. Essi forniscono: Una serie di informazioni (che possono essere corredati da

tabelle, carte geografiche, grafici ecc.) che si specificano come Fonti testuali (documenti originali, brani di commento e critica, articoli ecc.) Fonti iconografiche Fonti in italiano e in altre lingue Nel saggio storico è fondamentale perciò distinguere fra le fonti

(contemporanee all’evento in questione) e le interpretazioni (le letture storiografiche sull’evento in questione)

La scelta dei testi che compongono il dossier non è casuale, ma segue una sua logica interna che deve essere colta e interpretata dallo studente e che fornisce una prima linea guida per la stesura del saggio

L’insieme di informazioni/interpretazioni che fornisce il dossier deve interagire con il bagaglio culturale dello studente e fornire il materiale per la stesura del saggio

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Come si deve procedere per produrre un saggio breve

Il dossier dei testi che ti viene presentato non è stato scelto a caso, ma possiede una sua logica interna che deve essere individuata per cui è necessario

Leggere ed elaborare dati e fonti (capire le informazioni, cogliere le idee guida, trovare l’idea centrale che informa i testi)

Organizzare/pianificare il testo (raccogliere le idee, stendere una scaletta)

Scrivere il testo ( costruire il paragrafo, raccordare introduzione e conclusione, raccordare e titolare le parti)

Rivedere l’intero testo (controllare la progettazione, la struttura, la forma, gli errori)

La scaletta Poterebbe essere utile costruire una scaletta (non rigida, ma adattabile

alle diverse situazioni, per la stesura del saggio) esposizione del problema, breve storia del fenomeno, analisi delle cause, analisi delle conseguenze,

descrizione di situazioni esemplari, Presentazione della propria tesi, citazione di dati a sostegno della tesi,

fonti utilizzate, interpretazione dei dati, significato e valutazione del fenomeno

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Controllo e revisioneE’ necessario un costante controllo in itinere nella stesura del saggio che tenga

conto del fatto che il testo definitivo sia coerente con la traccia e il titolo scelto coeso e logicamente ordinato, completo nelle informazioni, valido nell’ argomentazione, formalmente corretto, adeguato dal punto di vista lessicale leggibile, graficamente ordinato

Spazi e destinatarioSpazio: il saggio deve necessariamente essere svolto entro spazi definiti, quindi deve sacrificare tutto ciò che è inessenziale e mirare diritto al punto,

trattandolo in modo esauriente. A differenza del tema, in un saggio si entra direttamente nel vivo della

questione: non è necessaria una lunga introduzione, perché si presuppone che il lettore conosca l'argomento

La scelta del destinatario è importante perché orienta lo svolgimento del saggio il destinatario non informato ha bisogno di informazioni semplici e chiare

( saggi scolastici, riviste divulgative); invece il destinatario specializzato possiede già i dati essenziali per orientarsi

ed è interessato a un discorso più critico e tecnico. Ovviamente anche il linguaggio deve conformarsi al destinatario scelto

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Conclusioni sul saggio breveIl saggio breve è un testo argomentativo basato sull’intento di

"dimostrare" una determinata tesi (un’idea-forza) mentre il tema tradizionale è un testo espositivo, in cui i contenuti non sono necessariamente strutturati per un certo obiettivo, ma semplicemente esposti, secondo un criterio personale e senza alcun riferimento ad un lettore implicito diverso dal docente o da una eventuale commissione.

Il requisito peculiare del saggio breve è la funzionalità delle

argomentazioni alla dimostrazione della tesi: le prove a cui ci si affida devono essere convincenti e pertinenti; tutto ciò che è superfluo o non funzionale alla tesi da dimostrare è da scartare; -Il saggio breve, come dice la sua stessa definizione e come si può intuire dal punto precedente, deve essere breve: se la funzionalità è la peculiarità strutturale del saggio breve, la sintesi ne è quella formale. Nel testo del ministero della Pubblica Istruzione si raccomanda di non superare le quattro mezze pagine di foglio protocollo;

-il saggio breve ha un lettore implicito che deve essere qualificato: rivista specialistica, fascicolo scolastico ecc. Dalla destinazione prescelta dipendono il tipo di linguaggio, il genere di prove che si adducono, il taglio dell’elaborato (più o meno "scientifico"); privilegiando la funzione conativa a scapito di quella emotiva il saggio breve deve comunque avere un taglio "impersonale": non è consentito ricorrere a formule come "secondo me" o a frasi ad effetto e ed è sempre bene attenersi ad un tono distaccato.

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L’articolo di giornaleLa prima regola da rispettare nello scrivere un articolo di giornale é

quella di utilizzare una scrittura semplice e chiara. Questo perché ciò che si scrive é indirizzato ai lettori. Non si scrive per se stessi, per un gruppo di intellettuali o per la commissione d'esame. Un articolo sarà pubblicato su un giornale che verrà letto da centinaia di migliaia di persone. Tutti dovranno capire ciò che si scrive e, principalmente, è importante catturare l’attenzione di tutti i lettori e convincerli a leggere l'articolo fino alla fine. Nello scrivere un articolo è bene, quindi, ricordare alcune cose:

1. Scrivere un pezzo non é come scrivere un tema o un saggio, in un articolo bisogna descrivere soltanto i fatti, evitando i commenti.

2. Evitare le parole difficili, le frasi troppo lunghe, le tante subordinate, l'eccesso di aggettivi e di avverbi.

3. Occorre sempre scrivere per farsi capire dal lettore. L'errore più grave è quello di “dimenticare” il lettore, il destinatario del proprio lavoro.

4. Ricordare sempre che un giornalista (e lo studente-cronista che si accinge a scrivere un articolo) non è uno scrittore. Lo scrittore può inventare i fatti ed i personaggi, il giornalista deve soltanto raccontarli.

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Cosa fa notizia?Oggi, nell'era della comunicazione globale, vi è una sovrabbondanza di

accadimenti ma un evento diventa notizia se risponde ad alcune regole:·        Per la sua carica di novità; per esempio, uno scippo non fa più notizia,

perché ne accadono tantissimi, ma uno scippo in cui la persona scippata rimane ferita si.

.         per le sue conseguenze sulla comunità;·         per la sua carica di emotività o di drammaticità; ·         per le sue eventuali possibilità di sviluppo.

Nella prova d'esame lo studente riceve una serie di dati; queste informazioni sono la fonte primaria delle notizie che serviranno a stilare l’articolo.Una volta scelto "cosa" scrivere occorre sapere "come" scrivere. Come organizzare le informazioni in nostro possesso per costruire un articolo.Certo é che cominciare un articolo dicendo subito nel "lead" (in italiano è l'inizio, il “cappello"), chi ne é il protagonista (who), che cosa è successo (what) e dove (where), quando (when), perché (why) e come è accaduto, è il modo migliore per attirare la curiosità del lettore e la sua attenzione (regola delle 5 w).Una volta scritto l'attacco del pezzo, il resto dovrebbe scorrere naturalmente come un fiume. Sul modo di scrivere o sul cosa scrivere in questa parte dell'articolo, non esistono regole o tecniche. E' la parte dettata dal talento, dal mestiere di chi scrive. Sono tutte cose che non si possono insegnare.Esistono però alcune regole di leggibilità tanto solide e precise da poter essere trasformate in formule matematiche. Queste regole sono essenzialmente due:

1. una frase corta é più leggibile di una frase lunga2. una parola corta é più leggibile di una parola lunga.

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La scaletta da rispettare

Un articolo è anche un racconto. La disposizione dei particolari non è quindi un fattore neutro, ma l'elemento che può conferire forza al testo e calamitare l'attenzione del lettore dall’inizio alla fine.

La scaletta è uno strumento impiegato in quasi tutti i generi. di scrittura e la sua preparazione è disciplinata da regole precise. Nel giornalismo, naturalmente, non si possono indicare norme generali per una struttura perfetta. Questo perché ogni notizia ha caratteristiche diverse da tutte le altre.

Ci sono alcune indicazioni da tener presenti nella fase di preparazione della nostra scaletta. La prima riguarda la coerenza del testo. Ogni notizia deve essere centrata su un solo argomento, messo a fuoco e chiarito fin dall’inizio. Quando stendiamo la scaletta, la prima cosa da fare è dunque quella di identificare il nucleo, l'elemento più importante, il “protagonista" della notizia. Che può essere un personaggio, un gruppo, una istituzione, un documento, ma anche un fatto più complesso (uno conflitto sindacale, la crisi di una squadra di calcio).

Un ruolo decisivo viene giocato dai rapporti causa-effetto, attorno ai quali ogni fatto tende a dispiegarsi in modo quasi autonomo. Dopo aver detto, per esempio, che un palazzo è bruciato, bisogna subito scrivere se ci sono morti o feriti (l'effetto), e, subito dopo, cosa ha scatenato l'incendio (la causa).

Una volta si raggruppavano i particolari meno importanti nella parte finale del pezzo; in questo modo, se mancava spazio ed il pezzo era molto lungo, si tagliavano gli ultimi capoversi. Oggi, l'assegnazione degli spazi è più precisa ed è più raro che si debba procedere a tagli. Quindi, preparando la scaletta per il nostro pezzo, occorrerà distribuire le informazioni in modo equilibrato lungo tutto il testo. L'articolo deve istruire, il lettore deve trovare ad ogni capoverso qualcosa che lo stimoli ad andare avanti.

Occorre imparare a sentire il ritmo dell'articolo, la sua capacità di tenere alta la tensione.

La scaletta più semplice, infine, è quella cronologica: si raccontano i fatti nello stesso ordine in cui sono avvenuti. Richiede meno abilità, ma è certo meno brillante. E’ importante che si inizi con un elemento interessante, fornendo i punti essenziali della notizia, poi il racconto può procedere in vari modi. Si può partire dalla conclusione e raccontare la storia a ritroso; si può impostare la scaletta con una struttura circolare in cui la fine del racconto si ricongiunge all'inizio; sì può utilizzare una sorta di “montaggio alternato” raccontando in parallelo due fatti che ad un certo punto si congiungono e diventano la stessa notizia.