Imp orizzonte impresa n 5/2015

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O R I Z Z O N T E Anno XVI n. 5 - 2015 Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio EDITORIALE: Danni da fauna selvatica: continua la battaglia di Coldiretti Lazio IL PRESIDENTE: Giubileo della Misericordia: Coldiretti Lazio pronta a fare la sua parte nel segno della legalità PRIMO PIANO: Il sistema di allerta UE per la sicurezza alimentare Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma L’Oms lancia l’allarme sulle carni rosse La rivista è consultabile gratuitamente online sul sito di Coldiretti Lazio www.lazio.coldiretti.it SPECIALE: Ad EXPO la “Giornata dell’Agricoltura italiana”. Oltre 1.000 imprese giunte dal Lazio Commissione Europea: via libera agli aiuti UE, 25 milioni alla zootecnia italiana Legge di stabilità 2016: mai così agricola

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O R I Z Z O N T E

Anno XVI n. 5 - 2015

B i m e s t r a l e d i c u l t u r a & i n f o r m a z i o n e a g r i c o l a d i C o l d i r e t t i L a z i o

EDITORIALE:Danni da faunaselvatica:continuala battaglia diColdiretti Lazio

IL PRESIDENTE:Giubileodella Misericordia:Coldiretti Laziopronta a fare la suaparte nel segnodella legalità

PRIMO PIANO:Il sistema di allertaUE per la sicurezzaalimentare

Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma

L’Oms lancial’allarmesullecarni rosse

La rivista è consultabile gratuitamente online sul sito di Coldiretti Lazio www.lazio.coldiretti.it

SPECIALE:Ad EXPO la “Giornata

dell’Agricoltura italiana”.Oltre 1.000 imprese

giunte dal Lazio

Commissione Europea:via libera agli aiuti UE,

25 milioni allazootecnia italiana

Legge di stabilità 2016:mai così agricola

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In copertina:La rivista è consultabile gratuitamente online sul sito di Coldiretti Lazio www.lazio.coldiretti.it

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Questa rivista è inviata agli oltre 40.000 associati Coldiretti del Lazio, ai principali rappresentanti delle Istituzionie Amministrazioni locali ed ai più qualificati opinion leaders delle filiere agroalimentari laziali.

Bimestrale dicultura & informazione agricola

di Coldiretti LazioIscrizione al Roc n° 12420

Editore

Centro Assistenza ImpreseColdiretti LazioVia R. Piria, 6

[email protected]

Direttore responsabileAldo Mattia

[email protected]

RedazioneAndrea Fugaro

Maurizio Ortolani

CollaboratoriSimone Di Colantonio

Gianluigi Terenzi

AbbonamentiOrdinario: Eu 10,00Onorario: Eu 20,00Sostenitore: Eu 50,00

Tramite c/c postale n. 82689027intestato a:

Federazione RegionaleColdiretti del Lazio o rivolgersi

alle sedi della Coldiretti

Progetto grafico e impaginazioneGrafiche Delfi Italia s.r.l.

StampaGrafiche Delfi Italia s.r.l.

L’agricoltura in Europa di Andrea FugaroCommissione Europea: via libera agli aiuti UE,25 milioni alla zootecnia italiana 15L’agricoltura in politica di Andrea FugaroLegge di stabilità 2016: mai così agricola 19

Editoriale di Aldo MattiaDanni da fauna selvatica:continua la battaglia di Coldiretti Lazio 02

Primo Piano di Alessandra CoriIl sistema di allerta UE per la sicurezza alimentare 05L’Opinione di Stefano MasiniLa questione dei cinghiali 07SPECIALEAd EXPO la “Giornata dell’Agricoltura italiana”.Oltre 1.000 imprese giunte dal Lazio 08Economia e Finanza di Simone Di ColantonioCreditAgri Italia lancia “Match in business”per l’internazionalizzazione delle aziende 14

Cronache di Alessandra CoriL’Oms lancia l’allarme sulle carni rosse 21Giornata mondiale dell’alimentazioneColdiretti Lazio: un dovere etico produrre cibo sano 24Oscar Green 2015 - EXPO invasa da giovani agricoltoriper la giornata dell’innovazione 26

EPACA di Gianluigi Terenzi

I pensionati Coldiretti del Lazio celebrano la loro “giornata”tra i tesori contenuti all’interno di PalazzoPallavicini-Rospigliosi a Roma, Sede Nazionale di Coldiretti 19

Riflessioni di Paolo CarlottiIl Giubileo della Misericordia 29Il Punto di Campagna Amica 30

Il Presidente di David GranieriGiubileo della Misericordia: Coldiretti Lazio pronta a farela sua parte nel segno della trasparenza e della legalità 03

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E D I T O R I A L Edi Aldo Mattia

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Danni da fauna selvatica: continuala battaglia di Coldiretti Lazio

All’indomani dell’approvazioneda parte della Giunta

regionale del Lazio delprogramma operativo per l’anno2016, relativo alla tutela, gestionee controllo della faunaselvatica, nonché allaprevenzione ed indennizzo deidanni, Coldiretti Lazio hatrasformato una manifestazione diprotesta davanti al palazzo dellaRegione, in un momento diconfronto e dibattito aperto aisindaci e agli amministratori localidei comuni più interessati alproblema, organizzando unincontro al quale hannopartecipato l’assessore regionaleall’Agricoltura Sonia Ricci, il Capodi Gabinetto del presidenteZingaretti, Andrea Baldanza, ildirettore generale dell’Assessoratoall’Agricoltura Roberto Ottaviani.Il programma operativo dàfinalmente attuazione alla leggeregionale n.4/2015 che ColdirettiLazio ha fortemente volutoattraverso un’azione di protestae di proposta cominciatanel luglio 2013.Il primo risultato sono le risorsepreviste dal programma operativoche ammontano ad oltre11 milioni di euro destinati peraffrontare il problema della faunaselvatica sotto quattro punti divista: la prevenzione, il controllo,formazione ed informazione, el’indennizzo dei danni.Di questi 11 milioni, circa 10provengono dal Piano di SviluppoRurale (Psr) 2014-2020 per ilquale abbiamo chiesto alleistituzioni di accelerarnei tempi di approvazionee soprattutto di attuazione.Infatti, ogni anno, i danni causatiall’agricoltura dalla faunaselvatica ammontano, nel Lazio,a circa 3 milioni di euro,interessando centinaia di aziende

agricole nei diversi territori. Latutela del reddito dei nostriagricoltori passa anche attraversoil controllo, la tutela e la gestionedella fauna selvatica che continuaa provocare danni nelle nostrecampagne mettendo in ginocchiole imprese. Il programmaoperativo rappresenta una primarisposta da parte della Regione edè il risultato di una lunga battagliacondotta dalla Coldiretti Lazio laquale resterà vigile, attenta epronta ad ogni ulteriore enecessaria azione affinché lanormativa appena approvata nonresti lettera morta.È evidente che la soddisfazioneper l’approvazione delprogramma operativo devetrovare riscontro nel concretostanziamento delle risorsenecessarie alla realizzazione dellemisure previste. In particolareattendiamo quanto primal’annuncio da parte della Regionedell’approvazione del Piano diSviluppo Rurale 2014-2020necessario per porre in essere lemisure di prevenzione e controlloattese dagli agricoltori laziali.Allo stesso tempo, continuamo asollecitare la Regione Lazio adattuare quanto deliberato a partiredalla costituzione del comitatoscientifico di supporto previstodalla legge n. 4/2015, così comedell’apposita struttura regionaleche sarebbe dovuta nascereall’interno della direzione generaleagricoltura dell’Assessorato, pergestire e coordinare gli interventiche, ad oggi, ancora richiamanola competenza di troppi enti.Nel frattempo, le imprese agricolecontinuano a subire i danni dellafauna selvatica, rischiando di faraumentare la necessità di risorseper gli indennizzi che, alcontrario, vogliamo sianoconcentrate prevalentemente

su misure di prevenzione,gestione e controllo.Per i cinghiali le soluzionial problema, sollecitateripetutamente dal mondoagricolo, sono svariate e vannodall’adozione di pratichepreventive e di difesa a quelledi abbattimento controllato finoall’eliminazione totale visto checon ogni probabilità non si trattadi razze autoctone ma importatedi nascosto da Paesi dell’Europadell’est per ripopolarequalche area di caccia.Ma la soluzione adottata inprovincia di Rieti (abbattimentoe vendita) è un esempio daseguire in quanto si è riusciti atrasformare un danno economicoin una risorsa per l’economiaagricola e alimentare. La carne dicinghiale e i prodotti dellasalumeria rientrano tra leprelibatezze gastronomicheapprezzate anche da chi non ècacciatore per cui la cattura,macellazione e lavorazione sottocontrollo sanitario dei cinghialipuò divenire un business alla lucedel sole per l’agroalimentare e peril terziario come ristorazione egastronomia. Invece di spenderedenaro pubblico per risarcimentidei danni e investimentiper la prevenzione.

Aldo Mattia,Direttore diColdiretti Lazio

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I L P R E S I D E N T Edi David Granieri

Giubileo della Misericordia:Coldiretti Lazio pronta a farela sua parte nel segnodella trasparenza e della legalità

Con l’inizio del Giubileo dellaMisericordia, la Coldiretti

Lazio è pronta ad accogliere 25milioni di pellegrini che secondouna stima porteranno un indottodel 35% nella spesa per il cibo,con pranzi, cene e spuntini el’acquisto di prodotti tipici delterritorio, alimentari e artigianali.La spesa complessiva nellafornitura dei tanti servizi cheRoma sarà chiamata ad offrireai visitatori è stimata intornoai 5 miliardi di euro, con unincremento dell’occupazione diposti di lavoro. Con la forza dellanostra rappresentanza, circa9mila imprese a Roma e 40milanel Lazio, diversi i progetti diaccoglienza che stiamo mettendoin campo in collaborazione con ilComune e la Regione Lazio.Infatti, nel segno dellatrasparenza, della qualità,dell’equità e della sobrietà,Coldiretti è presente nel Laziocon 500 agriturismi, 450 puntivendita e 39 mercati, dei quali13 a Roma. Per questososteniamo il progetto della«Carta della multifunzionalità»con Roma Capitale per offrire aturisti e pellegrini, oltre ai prodottienogastronomici del territorio,anche agriturismi e informazioni,in collaborazione con il mondodell’artigianato. Nondimentichiamo il turismo rurale,anche in sinergia con la RegioneLazio per la valorizzazione deitanti percorsi sacri. Presenti nellanostra regione dove si intersecanoruralità e spiritualità. Le tradizionie la cultura religiosa, e lapresenza di importanti santuari di

riferimento per itinerarispirituali, particolarmentepresenti nel Lazio(Via Francigena, percorsiFrancescani,la via di San Benedetto,ecc.) che non hannoeguali nel mondo,rappresentano dei puntidi forza per il richiamo diflussi turistici motivatida interessi religiosi.Il pellegrino non è unturista high-spender e viaggiaperaltro principalmente in bassastagione contribuendo così alladestagionalizzazione delledestinazioni. Dall’ultimo studioIsnart emerge anche che il 41,4%dei turisti religiosi ha un’etàcompresa tra i 30 e i 50 anni,il 44,4% si affida perl’organizzazione del viaggio alcircuito dell’intermediazione, touroperator e agenzie di viaggio.Il 32,7% preferisce viaggiare incompagnia del proprio partner, il20% sceglie un tour organizzato,il 19,7% un gruppo di amici,il 13,3% la famiglia,mentre il 9,8% viaggia da solo.Vogliamo che i nostri mercatidegli agricoltori si trasformino inluoghi dell’accoglienzavalorizzando un’idea di mercatopiù ampio che, da mero puntovendita, si trasformi in momentodi coesione sociale, come giàavviene al mercato del CircoMassimo con 9mila persone cheogni fine settimana non fannosolo la spesa ma si confrontano,prendono decisioni e creanoquestioni. Inoltre, stiamolavorando a presidi con punti

informativi dedicati ai pellegriniche seguano lo stesso codiceetico delle nostre cooperative ediventino luoghi di riferimentoanche a livello sociale.Roma è la città delle Pmi ed èfondamentale che le nostreimprese ricevano il sostegnonecessario per non sprecarequesta grande occasione dicrescita economica.Tutte le imprese aderenti aColdiretti e tutte le cooperativeaderenti a UECOOP hannogià sottoscritto, infatti,un Codice etico al quale riferirsinell’esercizio della loro attività esul quale Coldiretti Laziovigilerà con ancora maggiorerigore durante il Giubileo.Le imprese agricole sono prontea fornire i propri prodotti e servizi,soprattutto quelli integratiall’interno del tessuto cittadino,per contribuire a rendere Romauna città accogliente. Infatti,agricoltura non vuol dire solo cibodi qualità e a KM 0 ma vuol direanche rapporto diretto con ilpellegrino, accoglienza,socialità e soprattutto onestàe trasparenza.

David Granieri,PresidenteColdiretti Romae Lazio

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P R I M O P I A N Odi Alessandra Cori

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Il sistema di allerta UEper la sicurezza alimentare

non avevano raggiunto iconsumatori e 1.373 comenotifica di respingimento allafrontiera diprodottipotenzialmentepericolosi. Tuttele notificheoriginali hannodato luogo a5.910 notifiche difollow-up, cherappresenta unamedia di circa1,9 follow-up pernotifica originale. Per le notifichedi allarme si è avuto un seguitomaggiore in quanto hanno datoluogo a 4,4 follow-up per notificae quindi più del doppio rispettoalla media generale. Rispetto al 2013, alcuneimportanti differenze sonoevidenti. Le notifiche di allarmesono aumentate di oltre il 25%,mentre gli altri tipi di notificasono stati significativamenteminori. Le cifre complessivepresentano un significativo 1,1%di diminuzione delle notificheoriginali rispetto al 2013 ma unaumento del 14,6% dellenotifiche di follow-up,determinando un aumentocomplessivo dell’8,7%.

Il Sistema di Allerta RapidaRASFF in vigore da 35 annicostituisce un punto diriferimento preciso per garantirela sicurezza alimentare deiconsumatori europei e ciò èconfermato anche dai risultatidell’attività svolta nel 2014riportati nella annuale relazione.I dati del Rapporto 2014evidenziano, infatti, che nel 2014,per le complessive 3.157notifiche trasmesse attraverso ilRASFF, 751 sono stateclassificate come allarme(Allerte), 410 come informazionidi follow-up (informazionitecniche dipendenti dall’allarmeoriginale ma non un nuovoallarme), 623 come informazioniper l’attenzione in quantoriguardanti alimenti che ancora

Le conclusioni della Commissioneaffermano che il RASFF èmaggiormente focalizzato sul suocompito di prevenire i rischi deiconsumatori, aumentandol’efficienza e il coordinamento traStati membri, evidente in basealle aumentate comunicazionidi follow-up.Creato nel 1979, il RASFFconsente di disporre diinformazioni da condividere inmodo efficiente tra i suoi membri(UE-28 le autorità nazionali per lasicurezza alimentare, dellaCommissione, l’EFSA, l’ESA,Norvegia, Liechtenstein, Islanda eSvizzera) e fornisce un servizio diround-the-clock per garantire che

urgenti notifiche vengano inviate,ricevute e venga sollecitamenterisposto collettivamente e in modoefficiente. Grazie al RASFF, moltirischi per la sicurezza alimentaresono stati evitati prima chepotessero essere dannosi per iconsumatori europei.Informazioni vitali scambiateattraverso il RASFF possonoportare all’immediato ritiro dalmercato di prodotti ritenutipericolosi per la sicurezzaalimentare dei consumatori.Il portale RASFF dispone di unabanca dati consultabile online.Dà accesso al pubblico alleinformazioni di riepilogo sullenotifiche RASFF piùrecentemente trasmesse nonché

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P R I M O P I A N Odi Alessandra Cori

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alla ricerca di informazioni suqualsiasi notifica emessa inpassato.

La relazione annuale RASFF2014 dimostra che il RASFF siconcentra sempre più su unamigliore collaborazione tra gli Statimembri per affrontare gravi rischiper la salute. L’Italia contribuisce alla bancadati in maniera determinante inquanto è in cima alla classificadei Paesi che effettuano ilmaggior numero di segnalazioni aconferma anche della validità edell’efficienza del nostro sistemadi controllo. In particolare l’Italia nel 2014, hatrasmesso 506 notifiche pari al16,3% del totale comunitarioseguita da Germania (332),Regno Unito, Francia, Olanda,Belgio, Spagna e Danimarca.

Anche la tipologia del rischiosegnalato dall’Italia è risultataessere abbastanza eterogenea,con le maggiori irregolarità dovutea contaminazioni microbiologiche,tra le quali si segnalano le16 notifiche per presenzadi Salmonella, seguita daListeria monocytogenes.

nazionali, si precisa che 61segnalazioni sono state trasmesseda altri Stati Membri, mentre lerestanti sono pervenute attraversola vigilanza nazionale, trattandosidi prodotti ridistribuiti in ambitoeuropeo o extra europeo.La tipologia dei prodotti irregolariè eterogenea. Il maggior numerodi notifiche ha riguardato iprodotti della pesca, seguitidall’alimentazione animale e daiprodotti a base di latte.

Paese Nr. segnalazioniItalia 506

Germania 332

Regno Unito 279

Francia 267

Olanda 256

Belgio 198

Spagna 196

Danimarca 103

Tipologia di Numerorischio segnalata segnala-dall’Italia zioniSalmonella 16

Listeria monocytogenes 14

E. Coli 11

micotossine 6

metalli pesanti 7

allergeni non dichiaratiin etichetta 3

corpi estranei 2

Tossina botulinica 1

Tipologia di Numeroprodotto italiano segnalasegnalato a rischio zionidall’ItaliaProdotti della pesca 19

Alimentazione animale 13

Latte e derivati 13

Frutta e vegetali 11

Cereali e derivati 10

Carni escluso pollame 7

Pollame 3

Dietetici 3

Per quanto riguarda le categoriedi prodotti, le principali nonconformità sono state riscontratein frutta e vegetali, nei prodottidella pesca, nell’alimentazioneanimale e nella frutta secca(principalmente per micotossine,attraverso respingimenti dellamerce ai porti).Infine per quanto concerne le 89notifiche riguardanti i prodotti

Infine tra le regioni di provenienzadei prodotti italiani segnalati comea rischio, spicca il Venetoseguita dalla Lombardia edall’Emilia Romagna.

Fonte RASFF 2014

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L ’ O P I N I O N Edi Stefano Masini

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La questione dei cinghiali

L’Italia è il terzo paese nell’UEper deficit di suolo agricolo eil quinto su scala mondiale: daglianni ’70 in poi, abbiamo assistitoad una perdita di superficiecorrispondente a oltre 5 milionidi ettari che ha compromesso inmaniera spesso irreversibilel’equilibrio naturale e la capacitàdi rigenerazione del cicloambientale.Se tentiamo di spiegare leragioni di questo fenomeno,possiamo riferirci allacementificazione e allo sviluppoindustriale ma, soprattutto,all’abbandono dei terreni in areemarginali. Quando noi oggiassistiamo ai fatti, sempre piùfrequenti e ripetuti, di calamitànaturali siamo in grado dileggere l’altra faccia di questamedaglia: una evidente criticitàgeologica alimentata dallaperdita del presidio delleimprese agricole sui territori.Nel tempo, per alleviare lanostra responsabilità abbiamo,però, inteso trasformare moltearee introducendo vincoli diconservazione, limitando lestesse attività agricole eaccettando l’idea secondo laquale l’agricoltore potesserappresentare un agenteecologico “nocivo” in conflittocon l’ecosistema in quantoportatore di interessi separati.In questa situazione di degradodel territorio, il cinghiale haproliferato fino a diventare unaspecie invasiva fonte dimolteplici danni alle colture ealle strutture agricole.Se, pertanto, oggi intendiamopensare a rimarginare leconseguenze prodotte dallaabnorme densità deipopolamenti in aree non soltantointerne ma ormai prossime acentri abitati, dobbiamo riportarel’attenzione sul recupero dellafunzionalità dell’agricolturanell’organizzazione degli spazi e

nella salvaguardia degliecosistemi. Del resto, gliambienti, anche quelliall’apparenza più naturali, sonoda riguardare come la risultantedi una storia in cui gliinvestimenti di origine agricolasono combinati con l’evoluzionedelle risorse naturalistrutturando paesaggi edefinendo la varietà degliecosistemi.Un agricoltore resta, però,sempre un imprenditore e nonpuò diventare il guardiano diuno zoo quando il territorio èinvaso da cinghiali o altre specieperchè solo un’agricoltura cheproduce crea reddito epromuove l’occupazione, fabene all’ambiente.Siamo tutti convinti di fronteall’evidenza che i prati nonfalciati sono invasi da arbusti,l’abbandono dei boschi favoriscegli incendi, la mancata puliziadegli argini dei fiumi concorre adingigantire la portata alluvionaledei corsi d’acqua.Allora, in questi mesiabbiamo tanto parlato dellamancata programmazionefaunistico-venatoria dellaRegione, dell’incidenza deidanni sul bilancio regionale, deldiffuso malcontento degliagricoltori e, cioè, abbiamodiagnosticato “la malattia”,abbiamo ampiamente studiato ediscusso le possibilità di“guarigione” ma credo che nonsia ancora assicurata unaconvinta volontà di definitiva dicorrezione di rotta.Probabilmente sarebbero giàoggi sufficienti le procedurelegislative in vigore perpromuovere piani idonei diabbattimento visto che l’attivitàdi prevenzione, ove messa incampo, ha dimostratolargamente la sua insufficienza,ma i vari attori coinvolti, dagliambienti territoriali di caccia alle

ex province finoall’amministrazione regionale,non hanno manifestatomotivazioni e impulsi tali darendere possibile la svolta,arrivando a consentirel’abbattimento laddove ilrapporto proporzionale trapresenza della specie e capacitàportante del territorio non siaosservato.Abbiamo preso a conoscenzadalle fonti ministeriali come sulrapporto auspicato di 2-3 capiper ettaro ci sia in molte areeuna vera e propria patologia, incorrispondenza ad unapercentuale di oltre 18 capi.Il problema non è soltanto chi,quando e come sia competenteall’erogazione dei danni, datoche nessun agricoltore èinteressato a recuperare sommedi denaro a fronte delpregiudizio della propriaproduzione perchè il danno silega anche alla perdita disicurezza delle aspettative dellepersone di poter star bene in unterritorio spiegando la propriascelta di rimanere in base aduna valutazione di qualità e stilidi vita. Che senso avrebbecontinuare a fare impresa, ainnovare incontrando iconsumatori nei mercati divendita diretta, raccontandodell’identità dei propri territoriuna volta privati del frutto delloro lavoro: lo stesso indennizzorisulta, alla fine, quasi unaprovocazione o una punizionerispetto a quello che noivogliamo produrre e vendereinsieme ai nostri prodotti: lasicurezza dell’ambiente, laqualità del paesaggio,la bellezza dei territori,l’identità del cibo.E noi non vorremmo pensare dilasciare l’eredità di una Regionepeggiore, da questo punto divista, perché ha più cinghiali emeno agricoltori.

Stefano Masini,ResponsabileArea Ambientee TerritorioColdiretti

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Ad EXPO la “Giornata d Oltre 1.000 imprese giunte Ad EXPO la “Giornata d Oltre 1.000 imprese giunte

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dell’Agricoltura italiana”. e dal Lazio

dell’Agricoltura italiana”. e dal Lazio

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SPECIALE

All’Assemblea di Coldiretti Governo e Presidenza della Repubblicasu agricoltura come motore di sviluppo del Paese. Dati positivi suproduzione, innovazione ed export.

Un Open Air Theatre quel-lo dell’Expo di Milano pie-no fino all’inverosimile con

oltre 30.000 presenze tra giovani,donne, uomini ed anziani giuntidalle campagne di tutta Italia perpartecipare, il 15 settembre, allaprima “Giornata dell’Agricoltura ita-liana” promossa da Coldiretti.Un’invasione pacifica del popolo

giallo della quale hanno fatto parteoltre 1.000 imprenditori provenien-ti da tutto il Lazio, guidati dal presi-dente e dal direttore di ColdirettiLazio, David Granieri ed Aldo Mat-tia, dal direttore delle Federazionidi Roma e Rieti, Roberto Scano,dai presidenti delle Federazioni diLatina e Frosinone Carlo Crocetti e

Vinicio Savone e dal direttore Giu-seppe Campione, dal presidentedella Federazione di Viterbo MauroPacifici e dal direttore ErmannoMazzetti. Una leadership di settore, quella diColdiretti, testimoniata dalla presen-za del Premier Matteo Renzi che per

la prima volta ha partecipato adun’assemblea di categoria rispon-dendo all’invito del presidentenazionale Roberto Moncalvo. Pre-senti, tra gli altri, il ministro dellePolitiche agricole, Maurizio Marti-na, numerosi rappresentanti delGoverno e delle istituzioni nazionalie locali, primi fra tutti il presidente

di Alessandra Cori

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della Regione Lombardia Roberto Maroni e il sindacodi Milano Giuliano Pisapia, e responsabili delle forzesociali, economiche, sindacali e politiche.

Il Presidente della Repubblica Ser-gio Mattarella, ha voluto far giunge-re il proprio messaggio nel quale hasottolineato come l’agricoltura ita-liana, “con la qualità e la affidabili-tà dei suoi prodotti, rappresentiun’eccellenza riconosciuta in tutto ilmondo”.

Inoltre, nello stesso messaggio il Presidente ha volu-to esprimere il proprio apprezzamento per l’organiz-zazione del padiglione dedicato agli agricoltori italianiraccontando così nella sua complessità e varietà illavoro nelle campagne. “Qui le secolari tradizioni – hascritto Mattarella – si uniscono oggi indissolubilmen-te ad una forte spinta innovativa a salvaguardia di unpatrimonio inestimabile di cultura e tutela dell’am-biente rurale, segni distintivi della nostra identitànazionale (…).

La Coldirettiattore sociale,da ormai set-tant’anni, dellatrasformazioneed ammoder-namento dellenostre campa-gne, svolge un’indispensabile attività di raccordo trale imprese agricole e le istituzioni, per farsi portatricedelle istanze e delle aspettative degli operatori del set-tore, a tutela dei prodotti Made in Italy contro ogniforma di contraffazione e a difesa della dignità dellavoro (…). Con questo spirito, giunga il mio perso-nale augurio di buon lavoro a tutti i partecipanti allariunione e a tutti gli agricoltori italiani che svolgono laloro attività con passione, dedizione, amore per la ter-ra e per i suoi frutti. A loro va il mio particolare rico-noscimento per il ruolo fondamentale a favore dellacrescita e dello sviluppo sostenibile ed equilibrato delnostro Paese”.Un appuntamento che gli agricoltori laziali non han-no voluto mancare per testimoniare il contributo delLazio ai temi trattati.

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SPECIALE

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Come nel caso del’export rispetto al quale, a fronte diun aumento del valore nazionale, si segnala un ana-logo aumento regionale pari, nell’ultimo trimestre, adoltre il 14%. Tra i prodotti agroalimentari Made in Ita-ly esportati, il Pecorino romano ha fatto registrare lamigliore performance, con un aumento, nell’ultimoanno, di circa il 20% del proprio valore.In tutto questo, mentre volano, sul mercato estero, inostri prodotti DOP e IGP, i diktat di Bruxelles rischia-no di far sparire centinaia di lavorazioni casearie tra-dizionali grazie al permesso di utilizzare surrogati dellatte come polveri, concentrati e ricostituzioni. “Nel Lazio – ha affermato il direttore di ColdirettiLazio, Aldo Mattia – il rischio riguarda 40 formaggi tra-dizionali censiti dalla Regione Lazio ed ottenuti secon-do metodi mantenuti inalterati da generazioni. Leconseguenze si allargano a danno dei consumatoricon effetti anche sul piano economico, occupaziona-le ed ambientale”.“Bene quindi – ha continuato Mattia – l’impegno delGoverno a sostenere davanti all’Unione Europea leragioni del no di Coldiretti alle polveri di latte perchéa rischio non è solo il futuro degli agricoltori ma quel-lo di un patrimonio gastronomico nazionale custoditoda generazioni”.

Una promessa, fatta il 15 settem-bre, poi mantenuta con l’approva-zione, ad un mese esatto (il 15ottobre), della proposta di legge distabilità da parte del Governo che,nel pacchetto “Tornare alla terra”,prevede tra l’altro l’azzeramentodell’IRAP e la cancellazione del-l’IMU per i coltivatori diretti e pergli imprenditori agricoli professio-nali sia nei terreni in pianura chenelle aree montane, dove è statatolta a tutti. Una operazione chenon comporta per il settore unaggravio dei costi di produzione suvoci importanti come il gasolioagricolo agevolato che invece erastato pesantemente ridimensiona-to negli ultimi anni. “Per la prima volta dal dopoguerra

viene tagliata la fiscalità in agricoltura, un peso cre-sciuto nel tempo che ostacola la sfida competitiva che

hanno lanciato le no-stre imprese in Italia,in Europa e nel mon-do”. È quanto ha affer-mato il presidente del-la Coldiretti RobertoMoncalvo. “Un inter-vento atteso e da noifortemente sollecitatoche – ha sottolineatoMoncalvo – consentealle imprese agricoleitaliane di recuperareimportanti risorse per

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SPECIALE

Il settore agro-alimentare laziale rappresenta il 17% del PIL regio-nale con un valore aggiunto di circa 2 milioni di euro di fatturatol’anno. Un export, quello del Lazio, in crescita nell’ultimo anno dioltre il 10%, pari ad un valore di circa 700 milioni di euro l’anno.Il prodotto agricolo più esportato è rappresentato dall’olio extraver-gine di oliva. L’assoluta qualità delle nostre produzioni è testimo-niata da 26 tra DOP e IGP, per un volume di affari di circa 800milioni di euro l’anno.Il Lazio conta 2.636 imprese biologiche che producono in parti-colare le eccellenze agroalimentari della regione (vino, olio ecereali), su una superficie di 100 mila ettari in aumento del 10%rispetto all’anno precedente. Il Lazio dispone di un’ampia retedi oltre 500 fattorie e mercati degli agricoltori in vendita diretta aKm 0.

Fonte Coldiretti Lazio

I primati dell’agricoltura laziale

Una Giornata al centro della cronaca politica peressere stata scelta dal presidente del Consiglio Mat-teo Renzi per annuncia-re il taglio, dall’1 gennaio2016, dell’Imu e dell’Irapagricola, fatto che hascatenato l’entusiasmodegli agricoltori presenti.Renzi ha dato l’annuncioal termine del suo inter-vento, sottolineando chela soppressione delletasse non peserà suiComuni come avvenneper la soppressione del-l’Ici.

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gli investimenti finalizzati all’innovazione e alla cre-scita dell’occupazione in un settore particolarmentedinamico come l’agroalimentare Made in Italy”.L’abolizione dell’Imu sui terreni investe una platea dicirca 3 milioni 175 mila soggetti solo nei comuni dipianura (per un ammontare di imposta pari a 550milioni di euro). Lo sgravio riguarda, inoltre, i contri-buenti possessori di terreni situati nei territori monta-ni e collinari che dal 2014 non hanno più beneficiatodell’esenzione, per un ulteriore ammontare di 260milioni di euro. L’abrogazione dell’Irap in agricolturariguarda invece oltre 400 mila imprese “produttive” (il10% circa di tutti i contribuenti Irap), che attualmen-te sono gravate complessivamente per circa 200 milio-ni di euro all’anno. Lo sgravio dell’Irap per le impreseagricole è fondamentale, considerando che le dispo-sizioni di detassazione della componente lavoro a tem-po indeterminato per tutti i settori produttivi hannopoco inciso sull’agricoltura, “tipicamente” caratteriz-zata dalla prevalenza di lavoratori stagionali per il 90%.La “Giornata dell’Agricoltura” è stata l’occasione, perColdiretti, anche per presentare lo studio sui primatidell’agricoltura italiana e l’impatto sull’occupazionenel 2015. Stando ai dati raccolti sin qui risulta chequest’anno i giovani lavoratori agricoli indipendentihanno fatto registrare un aumento record del 35%rispetto al 2014 con gli under 34 anni che operanocome imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e socidi cooperative agricole che hanno superato le 70milaunità. È il tasso di crescita più elevato di tutti i setto-ri. Inoltre sono sempre di più i ragazzi che preferi-scono la “tavola” alla “scrivania”. Infatti, nell’ultimoanno scolastico sono crollate, nelle iscrizioni, catego-rie come ragionieri e tute blu mentre volano cuochied agricoltori.Nel nuovo anno scolastico si sono iscritti alle primeclassi degli istituti tecnici di amministrazione, finanza

e marketing poco piu’ di 42mila giovani mentre quel-li che hanno optato per l’enogastronomia e l’ospitali-tà alberghiera sono stati oltre 46mila ai quali siaggiungono altri 15mila giovani iscritti alle prime clas-si degli istituti tecnici e professionali agrari.

Un momento simbolico è stato, a conclusione dellaGiornata, quando, contro il diktat europeo che vor-rebbe il via libera all’utilizzo delle polveri, il presiden-te del Consiglio Matteo Renzi ha “adottato” i formaggiitaliani, siglando il patto “salva formaggio italiano”insieme al presidente della Coldiretti Roberto Mon-calvo e due giovani sorelle allevatrici. Sara e GiuliaLivoni che allevano bovini di razza Pezzata Rossa del-la Coldiretti di Merlana, un piccolo borgo in comunedi Trivignano Udinese in provincia di Udine.

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SPECIALE

Il via libera alla polvere di latte rischia purtroppo di farsparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle regioniitaliane ottenuti secondo metodi mantenuti inalteratinel tempo da generazioni. Si tratta di un inganno peri consumatori che mette a rischio un patrimoniogastronomico custodito da generazioni, con effetti sulpiano economico, occupazionale ed ambientale. Conun chilo di polvere di latte, che costa sul mercatointernazionale 2 euro è possibile produrre 10 litri dilatte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurte tutto con lo stesso identico sapore perché vienemeno quella distintività proveniente solo dal latte fre-sco dei diversi territori.È in corso un pericoloso braccio di ferro che potreb-be portare alla chiusura delle stalle, alla perdita diposti di lavoro, all’omologazione e all’appiattimentoqualitativo della produzione nazionale dopo la letteradi diffida inviata all’Italia dalla Commissione Europea.Si vuole porre fine al divieto di detenzione e utilizzo dilatte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattie-ro caseari, previsto dalla legge nazionale n. 138 del-l’11 aprile del 1974, che ha garantito per oltre 40 annil’alta qualità della produzione casearia nazionale. Ilsuperamento di questa norma provocherebbe l’ab-bassamento della qualità, l’omologazione dei sapori,un maggior rischio di frodi e la perdita di quella distin-tività che solo il latte fresco con le sue proprietà orga-nolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi, yogurte latticini Made in Italy.

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La polvere di latte è un prodotto “morto”, privo di pro-prietà organolettiche, che può arrivare da qualsiasiparte del mondo dove i maggiori produttori sono Nuo-va Zelanda e Stati Uniti mentre in Europa i leadersono Francia e Germania. La disidratazione consen-te di concentrare i costituenti del latte rendendoli con-servabili a temperatura ambiente per oltre un anno ela tecnologia di produzione prevede che il latte, dopoessere stato corretto del suo contenuto di grassi, ven-ga trattato termicamente con una perdita di valorebiologico delle proteine del latte che può essereanche rilevante.

“L’Italia, grazie alla tutela della legge nazionale, haconquistato un primato internazionale nella qualità enella varietà della produzione di formaggi che lo scel-lerato comportamento delle lobby industriali rischiaora di far crollare”, ha affermato il presidente dellaColdiretti Roberto Moncalvo. “Un’azione – ha con-cluso Moncalvo – che apre le porte alle frodi, dan-neggia i consumatori italiani con l’offerta di prodottidi basso standard qualitativo con pesanti effetti sulpiano economico, occupazionale e ambientale in unmomento in cui l’Italia deve puntare sulle sue distin-tività per tornare a crescere”.

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SPECIALE

Il settore agroalimentare rappresenta il 15% del Pilnazionale, con un valore complessivo di 250 miliar-di di euro di fatturato, alimentato da 1,6 milioni diaziende agricole.• Il modello produttivo dell’agricoltura italiana ècampione nella produzione di valore aggiunto. Ilvalore aggiunto per ettaro realizzato dal settore èpiù del doppio della media UE-27, il triplo delRegno Unito, il doppio di Spagna e Germania, eil 70% in più dei cugini francesi. Non solo: siamoi primi anche in termini di occupazione, con 7,3addetti per cento ettari a fronte di una media UEdi 6,6 (elaborazione su dati Commissione Euro-pea).

• L’Italia è il Paese più forte al mondo per prodotti‘distintivi’ con 272 prodotti Dop e Igp e 4886 spe-cialità tradizionali regionali che salvaguardano labiodiversità e difendono la tradizione.

• L’Italia è al vertice della sicurezza alimentaremondiale. Siamo il paese con il minor numero diprodotti agroalimentari con residui chimici irre-golari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volterispetto alla media europea (1.4%) e di quasi20 volte quella dei prodotti extracomunitari(7.5%).

• L’agricoltura italiana è tra le più sostenibili. Con814 tonnellate per ogni milione di euro prodottodal settore, non solo l’agricoltura italiana emetteil 35% di gas serra in meno della media UE, mafa decisamente meglio di Spagna (il 12% inmeno), Francia (35%), Germania (39%) e RegnoUnito (il 58% di gas serra in meno).

• L’Italia è il primo paese europeo per numero diagricoltori biologici. Secondo un’analisi Coldirettisu dati Sinab, il nostro paese conta 49.070 impre-se biologiche, in aumento del 12 per cento rispet-to all’anno precedente, mentre cresce anche lasuperficie coltivata, salita a quasi 1,4 milioni diettari (+5 per cento). Le aziende bio italiane sonoil 17% di quelle europee, una percentuale che cirende campioni europei del settore, seguiti dallaSpagna (30.462 imprese, 12% dell’UE) e dallaPolonia (25.944, 10% di quelle europee).

• L’Italia dispone della più ampia rete di fattorie emercati degli agricoltori in vendita diretta a chilo-metri zero che abbatte l’inquinamento determi-nato dai trasporti con quasi diecimila riferimentidella rete di Campagna Amica.

Fonte Coldiretti

I primati dell’agricoltura italiana

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E C O N O M I A E F I N A N Z Adi Simone Di Colantonio

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CreditAgri Italialancia “Match in business”per l’internazionalizzazionedelle aziende

IIl Business Credit e lo sviluppodelle imprese attraverso l’inter-nazionalizzazione e l’apertura versonuovi mercati all’estero sono stati itemi al centro del seminario orga-nizzato da CreditAgri Italia il 28 set-tembre al Padiglione di Coldirettiad Expo.L’evento, denominato “Export inprogress”, ha rappresentato l’oc-casione per presentare il nuovoservizio “Match in business” diCreditAgri Italia sviluppato in colla-borazione con Coldiretti ed alcuniPartners Bancari internazionali edestinato a favorire lo sviluppo del-le eccellenze agro-alimentari italia-ne verso nuovi mercati emergenti.“Match in business” rappresentaun processo razionale e sostenibi-le per l’internazionalizzazione delleimprese, mettendo a disposizioneservizi di consulenza e assistenzaad alto valore aggiunto, piattaformedigitali per favorire l’incontro tradomanda e offerta, linee di creditoe garanzie destinate allo sviluppodel business.L’evento rappresenta allo stessotempo un palmares di assolutaeccellenza del panorama agro-ali-mentare nazionale e un portafogliodei più evoluti servizi creditizi efinanziari d’impresa oggi destinabi-li alle più alte esigenze aziendali disettore che guardano e traguarda-no nuovi mercati.Questo nuovo servizio avrà unimpatto determinante sul contestolaziale e in particolare sulla provin-cia di Roma; infatti dai dati dellaCamera di Commercio di Romascopriamo come il nostro contestoagroalimentare soffre di una debo-lezza importante, che in termini di

percentuale si attesta intorno al30%, come dato generale regiona-le, rispetto alla internazionalizza-zione delle imprese e il loro posi-zionamento all’estero. La media impresa ha sicuramentemeglio reagito alle opportunità diun mondo globale, di una Europa“facile” creando un primo networkcon una poco significativa esporta-zione di prodotto all’estero, checrescendo ha comunque sollecita-to interesse nei paesi stranieri edha permesso l’organizzazione di

una esportazione molto composta,logisticamente organizzata e lanascita nel tempo di piattaforme dipackaging e trasporto di prodottiagricoli e loro derivati. Quindi unapercentuale che si attesta intornoal 25% per la media impresa è riu-scita a creare piattaforme di scam-bio con l’estero ma non riuscendoad installarsi nei paesi dove espor-ta e sicuramente non lavorando sulconcetto di “branch office” o ufficiperiferici per ottimizzare i costi ecreare le condizioni di presenza suiterritori incoming. Diversa e debo-le risulta invece la condizione del-le micro imprese che fannoriferimento ad organizzazioni chehanno operato un fortissimo sup-

SimoneDi Colantonio,CreditAgri

porto in-house, nel territorio italia-no, posizionando fortemente il set-tore ma non hanno dato input perfar crescere la cultura di approcciocon l’estero. La percentuale dellemicro imprese che iniziano percor-si di scambio con l’estero non arri-va al 5% nella Regione Lazio. Da uno studio molto recente dellaBanca d’Italia (Occasional Papersdi Gennaio 2015) risulta che i pro-cessi di internazionalizzazione ri-chiedono la disponibilità di ade-guate risorse finanziarie, poichél’ingresso in paesi spesso geogra-ficamente lontani comporta costiaggiuntivi legati a sistemi legalianche molto diversi e a ostacoli dinatura linguistica e culturale. Ingenerale, i servizi offerti dal siste-ma bancario a sostegno dell’inter-nazionalizzazione commerciale eproduttiva delle imprese possonoessere distinti in tre grandi catego-rie: finanziamenti di cassa (chepossono essere sia di tipo ordinariosia destinati specificamente alleoperazioni di esportazione o impor-tazione, cosiddetto trade finance),garanzie a copertura dei rischi (tracui le lettere di credito, che pro-teggono l’impresa esportatrice dal-l’insolvenza della controparte este-ra) e servizi informativi e di assi-stenza alle imprese.Basandosi su queste premesseCreditAgri Italia intende supportarele aziende che decidano di aggre-dire i mercati esteri in modo daconsentire alle nostre eccellenze diessere presenti all’estero in manie-ra strutturata e continua e nonoccasionale, potendo contare suuna “consulenza dedicata ad ele-vato valore aggiunto”.

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L’AGRICOLTURA IN… EUROPAdi Andrea Fugaro

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Intanto arrivano gli anticipi della PAC 2015

Sono stati pubblicati i regola-menti della Commissione Euro-

pea relativi al pacchetto a sostegnodel settore zootecnico, annunciatidal Commissario Europeo già il 7settembre scorso. Il pacchetto com-prendeva anche l’aumento dell’an-ticipo Pac per il 2016, al 70 percento dei pagamenti diretti e sinoall’85 per cento dell’importo dellemisure a superficie e per gli anima-li nello Sviluppo Rurale. I provvedi-menti prevedono in particolare perl’Italia un aiuto specifico di 25 milio-ni di Euro e un regime eccezionaleper l’ammasso dei formaggi per unaquantità pari a12 mila tonnellate.Il piano di Bruxelles, ora pubblica-to, consiste in un aiuto complessi-vo per tutta la UE di 420 milionidestinato a fornire un sostegnomirato agli agricoltori nei settoridelle carni bovine, del latte e deiprodotti lattiero-caseari, delle car-ni suine e delle carni ovine e capri-ne. Per l’Italia l’importo assegnatoè stato di 25 milioni di euro permisure da definire sulla base di cri-teri oggettivi e non discriminatori,a condizione che i pagamenti chene derivano non provochino distor-sioni della concorrenza.

Le misure adottate dagli Statimembri sono volte ad attenuare leconseguenze economiche derivan-ti dalle perturbazioni del mercatoper i produttori nei settori zootec-nici. Importante la previsione chegli Stati membri assicurano che,quando i produttori dei settori zoo-tecnici non sono i beneficiari di-retti dei pagamenti, il vantaggio

Commissione Europea:via libera agli aiuti UE,25 milioni alla zootecnia italiana

economico dell’aiuto è integral-mente trasferito su di loro. Gli aiuti dovranno essere definitidall’Itala entro il 31 dicembre 2015e versati agli allevatori entro il 30giugno 2016. La Commissione, inoltre, ha auto-rizzato l’Italia a concedere un aiu-to supplementare pari ad ulteriori25 milioni di euro agli allevatori,attraverso risorse proprie, alle stes-se condizioni.

Infine, si istituisce un regime ecce-zionale e temporaneo di aiuto al-l’ammasso privato per i formag-gi ad eccezione dei formaggi chenon si prestano a un ulterioreammasso oltre il periodo di matu-razione.La quota per l’Italia ammonta a12.015 tonnellate. Tra i provve-dimenti pubblicati anche l’am-masso privato di latte scremato inpolvere.

Belgium 13 049 568 Lithuania 12 631 869

Bulgaria 6 004 009 Luxembourg 669 120

Czech Rep 11 155 561 Hungary 9 505 286

Denmark 11 103 077 Malta 119 570

Germany 69 233 789 Netherlands 29 937 209

Estonia 7 561 692 Austria 7 004 590

Ireland 13 734 230 Poland 28 946 973

Greece 2 258 253 Portugal 4 764 178

Spain 25 526 629 Romania 11 145 958

France 62 899 543 Slovenia 1 368 433

Croatia 1 812 383 Slovakia 2 464 247

Italy 25 017 897 Finland 8 985 522

Cyprus 354 997 Sweden 8 220 625

Latvia 8 452 333 UK 36 072 462

EU 420 000 000

National envelopes among Member States for 420 million EUROtargeted aid measures (in EURO)

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L’AGRICOLTURA IN… EUROPAdi Andrea Fugaro

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Con il Regolamento 1748 del 30settembre 2015, la Commissioneha stabilito la possibilità per gli Sta-ti membri di erogare, a partire dal16 ottobre 2015, fino al 70 per cen-to dei Pagamenti diretti spettanti adun agricoltore.L’erogazione, però, è subordina-ta alla realizzazione dei controlliamministrativi. L’ammontare dei pagamenti diret-ti spettanti ad un agricoltore cor-risponde alla somma del paga-mento di base, del pagamentogreening, al pagamento per i gio-vani agricoltori e al pagamento

accoppiato. Non tutti i pagamentisaranno soggetti all’anticipo; diquelli sopra elencati potrannoessere anticipati il pagamento dibase, il pagamento greening e ilpagamento per i giovani agricolto-ri. In tutti i casi, gli anticipi potran-no essere erogati solo a seguito delcompletamento dei controlli ammi-nistrativi previsti.Sono esclusi dal pagamento del-l’anticipo, oltre ai pagamenti ac-coppiati, anche i beneficiari per iquali sono rilevate anomalie chenon consentono il pagamento delregime degli aiuti diretti e gli agri-

coltori cedenti che hanno effettua-to un trasferimento con le clausoledei contratti privati di vendita eaffitto attraverso le quali, oltre aiterreni, sono stati trasferiti anche ititoli da assegnare (articolo 20 e 21del Regolamento 639/2014).In base a quanto stabilito dallaCommissione e al fine di evitarepagamenti eccessivi in fase di anti-cipo, l’importo degli anticipi è limi-tato ai soli titoli provvisori assegnatie riferibili alle sole superfici ammis-sibili effettivamente richieste inpagamento dall’agricoltore. Qualora vi sia uno scostamentosuperiore al 20 per cento tra lasuperficie dichiarata e la superficiedeterminata (cioè quella derivantedal controllo), non è possibile ero-gare l’anticipo. In caso di applicazione della ridu-zione del pagamento di base(capping – 50 per cento per gliimporti oltre 150.000 euro e 100per cento qualora l’importo deri-vante dalla prima riduzione supe-ri i 500.000 euro) come anticipopotrà essere erogato massimo il70 per cento dell’importo derivan-te dalla riduzione e comunquel’anticipo non potrà eccedere i350.000 euro (70 per cento di500.000 euro).

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L’AGRICOLTURA IN… POLITICAdi Andrea Fugaro

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Legge di stabilità 2016:mai così agricola

La presentazione del progetto dilegge di stabilità per il 2016 (lavecchia legge finanziaria) mostrauna presenza di contenuti “agri-coli” importante e che finalmen-te mostra attenzione per un set-tore che negli ultimi anni si è di-mostrato trainante per il paese econ EXPO ha legato il suo ruoloalla produzione di cibo sano eper tutti.

La misura di maggior rilievo è sen-za dubbio l’abolizione dell’Imu pertutti i terreni agricoli – montani,semi-montani o pianeggianti – uti-lizzati da coltivatori diretti, impren-ditori agricoli professionali esocietà agricole per un alleggeri-mento fiscale per chi usa la terracome fattore produttivo pari a 405milioni di Euro. A questo interven-to si aggiunge l’esenzione IRAP a

decorrere dal 2016 per chi eserci-ta attività agricola e per le coope-rative della piccola pesca e loroconsorzi. L’agricoltura è poi inte-ressata dalla abolizione della TASIanche per i terreni agricoli e l’abi-tazione principale. Una operazione che non comportaper il settore un aggravio in ter-mini di imposte e quindi dei costidi produzione su voci importanti

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L’AGRICOLTURA IN… POLITICA

come il gasolio agricolo agevolatoche invece era stato pesantemen-te ridimensionato negli ultimi anni.

La riduzione degli oneri fiscali con-sente alle imprese agricole profes-sionali di recuperare risorse per gliinvestimenti finalizzati all’innova-zione e alla crescita dell’occupa-zione in un settore particolarmen-

te dinamico come l’agroalimentareMade in Italy.

Le altre principali misure “agrico-le” riguardano: Assunzioni giovani in agricoltura:vengono estesi al settore agricologli sgravi previsti dalle assunzio-ne a tempo indeterminato anchese per contro viene ridotto di 8,3

milioni di euro nel 2016, di 7,9 nel2017 e di 8,8 nel 2018 il fondo perl’incentivo all’assunzione di giovanilavoratori in agricoltura.

Piano di promozione del Made inItaly: sono stanziati ulteriori 50milioni per il 2016.

Terra dei fuochi: viene costituito unfondo di 150 milioni per ciascunodegli anni 2016 e 2017.

Fondo macchine agricole: è previ-sto uno stanziamento di 45 milionidi euro per l’istituzione di un fondoper la realizzazione di progetti diinnovazione tecnologica per gliimpianti, le macchine e le attrez-zature agricole.

Tutela del reddito: sono stanziati140 milioni per assicurazioni con-tro calamità.

IVA latte: Confermato l’interventoche prevede l’aumento della com-pensazione Iva da 8,8 per cento al10 per cento per i produttori di lat-te fresco. Il risparmio fiscale con-seguente per le aziende del settorevale circa 0,5 centesimi di euro perlitro venduto.

di Andrea Fugaro

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E P A C Adi Gianluigi Terenzi

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I pensionati Coldiretti del Laziocelebrano la loro “giornata”tra i tesori contenuti all’internodi Palazzo Pallavicini-Rospigliosia Roma, Sede Nazionale di Coldiretti

Sabato 17 ottobre è stata una giornata veramente“speciale” tra le stanze del Palazzo testimone dellavita di Roma dal 1600 e l’incontro pieno disignificato politico-sindacale con il dr. AndreaBaldanza Capo Gabinetto del Presidente dellaRegione Lazio, Nicola Zingaretti

Ad attendere i dirigenti delle Associazioni pen-sionati CD delle province del Lazio nel giardinodel Palazzo c‘erano il Presidente della Federa-

zione regionale Coldiretti del Lazio David Granieri edil Direttore Aldo Mattia assieme al capo segreteria delnostro Presidente Roberto Moncalvo, dr. Nunzio Pri-mavera,che si è prestato cortesemente a fare da gui-da sapiente delle bellezze artistiche contenute nel

Palazzo.In questo luogo è stata fat-ta rivivere da Primavera lasensazione, reale nel 1600,di trovarsi in uno dei giardi-ni più grandi, belli ed impor-tanti dal punto di vista stra-tegico per la nobiltà dell’epo-ca poiché occupavano granparte del Colle Quirinale. Quanto al Palazzo sono sta-te “raccontate” dalla nostraGuida le vicende legateall’alternarsi della proprietà:dal primo, il Cardinale Sci-pione Borghese, nipote diPapa Paolo V, grande colle-zionista di opere d’arte agliAltemps, ai Bentivoglio , finoal cardinale Mazzarino , perarrivare al 1700 ai Rospi-gliosi Pallavicini ed ai tempinostri al “condominio” COL-DIRETTI-PALLAVICINI.La rapida successione del-la proprietà tra il 1600 ed il

’700 la dice lunga sui costi di mantenimento delPalazzo, e sul valore simbolico e stategico per la nobil-tà dell’epoca: Primavera nel suo racconto ha fatto rivi-vere anche l’aria che si respirava nel Palazzo tragossip, leggende e storia vissuta.L’emozione più forte è stata vissuta quando, dopoaver salito i quattro piani attraverso l’ampio scalone siè entrati nella sede di COLDIRETTI, situata nel pianopropriamente e storicamente riservato ai “Rospiglio-si”, e ci si è trovati di fronte al busto di Paolo Bonomiall’interno dell’ampio salone di ingresso riccamentedecorato di affreschi.

Già! Perché seppure Giovan Battista Rospigliosi aves-se sposato Maria Camilla Pallavicini, la famiglia di que-st’ultima, di antica stirpe genovese, volle mettere il suostemma esclusivo su di una parte specifica del Palaz-zo (il primo piano) ove ancora oggi risiedono gli eredi.Tornando al nostro tour all’interno del Palazzo, Pri-mavera, via via che ci si addentrava nelle stanze oggioccupate dal Presidente Moncalvo, dalla sua Segre-teria, fino alla sala del Consiglio ha illustrato le opere,affreschi e quadri, di Giovanni Mannozzi da San Gio-vanni, Filippo D’Angelo, Pietro Bonzi, Guercino; malo stupore ha raggiunto l’apice quando riscendendo alpiano terra, dietro la cosiddetta “Sala delle Statue”,un tempo adibita a teatro, si è aperta la splendidavisione del Pergolato di Guido Reni con la suggestivasuddivisione di presenze di “animali buoni e cattivi”nascosti tra le folte foglie di vite.

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Giunti nella Sala dei Paesaggicosì denominata per ciò cheraffigurano gli incantevoli affre-schi , il dr. Nunzio Primavera siè accommiatato non prima diessere stato calorosamenteringraziato dai partecipanti;quindi si è costituito il Tavoloper affrontare, assieme al dr.Andrea Baldanza Capo diGabinetto del Presidente Nico-la Zingaretti il tema dei “Possi-bili percorsi di sostegno equalificazione dei pensionatinella Regione Lazio”.Del Tavolo hanno fatto parteoltre al dr. Baldanza, il Diretto-re Regionale CD del Lazio AldoMattia, il Presidente della As-sociazione Regionale CD del

Lazio Gino Taticchi, l’esperto dell’imposizione fiscaledi livello locale della Confederazione dr. Luigi Cenico-la ed in qualità di moderatore, il segretario regionaledell’Associazione dr. Gianluigi Terenzi.

Il presidente Taticchiha sottolineato la insuf-ficiente rete di prote-zione sia Sanitaria cheSociale della RegioneLazio per le esigenzedelle fasce più debolidella popolazione pen-sionata del Lazio, spe-cie per quelli affetti dagravi handicap che neimpediscono la suffi-

cienza negli atti quotidiani della vita. È indispensabi-le, ha sottolineato Taticchi che la Regione Lazio, allastregua di quanto avviene per esempio in Toscana, sifaccia carico, con uno sforzo proprio, ancorche’ misu-rato alla scarsità di risorse, di situazioni già affrontatecon difficoltà dalle famiglie in termini di assistenza.Ciò tra l’altro eviterebbe l’intervento di strutture pub-bliche i cui costi sono sempre più insostenibili.Sarebbe altresì auspicabile che gli enti locali potes-sero essere messi in grado di riconoscere all’anzianoancora attivo qualche agevolazione che gli consentadi non intaccare le già scarse risorse economiche pro-venienti dalla pensione, specie quelle erogate ai lavo-ratori autonomi come i CD.Il Direttore Mattia nell’ambito di un ragionamentocomplessivo sul ruolo e l’importanza dell’anzianoall’interno della famiglia-impresa CD, ha messo l’ac-cento critico in maniera forte sul metodo “puramen-te ragionieristico” in auge con cui si affrontano letematiche sociali per effetto del quale le fasce debolidella popolazione sono le prime a patire i tagli inmateria sanitaria e assistenziale: uno Stato che vogliaancora definirsi civile questo non può consentirlo.Il dr. Cenicola ha sottolineato l’importanza del ruolopolitico che “vuole” assumere, in materia assistenzia-le, il Comune poiché se soltanto si ragiona in terminifreddamente tecnici, l’attuale normativa fiscale, oltre aquella legata a prestazioni legate alla cosiddetta “mul-tifunzionalità” dell’impresa agricola, non consenteinterventi specifici di genere, ordine o specie che pos-sa riconoscere sic et simpliciter premialità aggiuntive.Il dr. Baldanza ci ha tenuto a sottolineare il grandesforzo della Regione dell’epoca Zingaretti volto alripianamento della voragine finanziaria creatasi nelLazio proprio nella Sanità . Oramai il peggio è passa-to, infatti è previsto a breve il ripristino dell’assessoratoalla sanità, finora commissariato, dopo che con ope-razioni di razionalizzazione, purtroppo a volte anchedolorose, il bilancio è stato riportato in pareggio.Per quel che riguarda gli interventi socio assistenzia-li occorrerà valutare attentamente l’impatto costi-benefici per evitare l’inutile dispendio delle già scarserisorse.La mattinata si è conclusa nella Sala della Marinadegustando un ricco buffet con prodotti provenientidalle aziende agricole del Lazio.

E P A C Adi Gianluigi Terenzi

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C R O N A C H E

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L’Oms lancia l’allarmesulle carni rosseColdiretti risponde: no a terrorismo,quelle italiane sono le più sane

Secondo uno studio dell’Inter-national Agency for Researchon Cancer (Iarc) dell’Oms, le

carni lavorate, come per esempiosalsicce, prosciutto, carni in scato-la, wurstel sono cancerogene evanno inserite nel gruppo 1 (a peri-colosità più alta come il fumo, ilplutonio, il benzene, l’alcool el’amianto) delle sostanze che cau-sano il cancro. Meno a rischio quel-le rosse non lavorate, inserite fra le“probabilmente cancerogene”. Lostudio comprende la carne di maia-le tra le carni rosse, al pari di quel-la di manzo, vitello, agnello, pecora,cavallo e capra, dal momento chele carni lavorate possono contene-re, oltre a queste,anche pollame,frattaglie o prodot-ti derivati dallacarne come il san-gue. La lista poi siallunga manmano che si scen-de nel dettagliodelle carni trasfor-mate “attraversoprocessi di salatu-ra, polimerizzazio-ne, fermentazione,

affumicatura, o sottoposte ad altriprocessi per aumentare il sapore omigliorare la conservazione”, inclu-dendo preparazioni e salse a basedi carne.Ecco allora che l’Organizzazionemondiale della Sanità fa partire l’al-larme generale sulle carni rosseessendo gli esperti arrivati alla con-clusione che per ogni porzione di50 grammi di carne lavorata con-sumati al giorno il rischio di cancrodel colon-retto aumenta del 18%come pure il rischio di tumori delpancreas e della prostata. Questosulla base di oltre 800 studi ese-

guiti sul legame tra dieta che com-prenda le proteine animali e il can-cro e al termine della revisione ditutti gli studi in letteratura sul tema. Salvo poi aggiustare il tiro, attra-verso il vicedirettore generale del-l’Oms, Oleg Chestnov che, dall’Ex-po di Milano ospite d’onore ad unconvegno internazionale dal titolo“Nutrire il Pianeta, nutrirlo in salu-te”chiarisce che “questi prodottinon vanno eliminati dalla dieta malimitati. Sappiamo che alcuni ali-menti, a causa del modo in cuivengono preparati e lavorati, pos-sono portare a problemi di salutese magari assunti in misura ecces-siva”. Precisando poi che lo studio

dal quale è partitol’allarme era un“messaggio rivoltoai politici per avereaiuti e auto-regola-re la materia all’in-terno degli stessipaesi. “Dobbiamocapire – ha aggiun-to Chestnov – chenon è tutto per for-za bianco o nero,ma bisogna capi-re qual è il giusto

di Alessandra Cori

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equilibrio, e penso che sia un argomento che deveentrare nell’agendadella ricerca scienti-fica”.Gli fa eco il capodello Iarc, il dott.Kurt Straif: “Per unapersona, il rischio disviluppare cancro al-l’intestino a causadel consumo di car-ne processata restapiccolo, ma aumen-ta in proporzione alla carne consumata”. Insomma,parola d’ordine: buonsenso. Allarme dunque rientrato. Si. Ma con una lunga sciadi reazioni e commenti, tra positivi e negativi, ad untema che interessa milioni di persone solo in Italia,scatenando il dibattito tra associazioni di categoria,esperti, medici, opinionisti, politici. “Come è stato ribadito dagli esperti non bisognageneralizzare e cadere in allarmismi, mentre dob-biamo continuare il lavoro di educazione alimenta-re portato avanti anche nei sei mesi di Expo’’, è statoil commento del ministro delle Politiche agrico-le Maurizio Martina.“Nel rapporto tra ali-mentazione e saluteè centrale l’equili-brio qualitativo equantitativo del con-sumo dei cibi – haspiegato Martina –Una regola che èparte integrante del-la piramide delladieta mediterranea.Una cultura alimen-tare patrimonio mondiale dell’Unesco e all’internodella quale il modello italiano rappresenta un’eccel-lenza sotto il profilo delle abitudini alimentari e dellaproduzione”. “Abbiamo consumi al di sotto dellasoglia indicata dallo Iarc e i più alti standard qualita-tivi e di sicurezza a livello mondiale sulla produzionee lavorazione di carni. Questo grazie a disciplinarimolto rigidi e controlli effettuati costantemente in tut-ta la filiera” ha concluso il ministro.Del resto le liste compilate dallo Iarc raggruppano lesostanze sulla base del livello di cancerogenità dimo-strato in studi scientifici. L’ingresso nella lista richiedeche siano disponibili i risultati di studi di laboratorio e,se disponibili, anche di studi epidemiologici sull’uo-mo. Attenzione però: se una sostanza viene inseritanel gruppo 1 (come nel caso delle carni rosse) checomprende elementi pericolosissimi come fumo,alcol, smog, arsenico, benzene e via di questo passo,non vuol dire che mangiare un wurstel sia nocivo

come fumare un pacchetto di sigarette. Gli studi,infatti, vengono eseguiti ad altissimi dosaggi o condurate d’esposizione molto lunghe, difficilmente repli-cabili nella vita reale. “Prima di preoccuparsi – sotto-linea infatti l’Airc, l’associazione italiana per la ricercasul cancro – è importante sapere non solo in che listasi trova una certa sostanza ma quali sono i dosaggi ele durate d’esposizione oltre le quali il rischio diventareale e non solo teorico”.Un invito ad evitare pericolosi allarmismi vieneanche dal ministro della Salute Beatrice Lorenzinche per tranquillizzare i consumatori invita a “leg-gere bene” il docu-mento dell’Oms edice: “Il nostro èuno dei sistemi in-dustriali più avanza-ti al mondo, con unregime più ristret-to”, ad esempio, sulcontenuto di sale oconservanti. “Il pro-blema si pone inquei paesi che han-no un’alimentazio-ne mono-cibo e consumano tanto cibo processato alivello industriale e non hanno un corretto apportodi nutrienti”. Come dire che nel paese che ha inven-tato la dieta mediterranea il rischio denunciato dal-l’Oms è un rischio molto contenuto. Per approfon-dire il tema, il ministero ha incaricato un comitatosulla nutrizione, “presieduto dal medico GiorgioCalabrese e composto da tanti scienziati”. Nessun commento ufficiale arriva invece da Bruxel-les. La Commissione Europea ha annunciato che ana-lizzerà a fondo il dossier dell’Oms: “Esamineremoattentamente il documento, come abbiamo semprefatto con gli studi dell’Oms”, ha detto il portavoce del-la Commissione per la salute e la sicurezza alimenta-re, Enrico Brivio. “La Commissione – ha aggiunto –non commenterà il documento prima di averlo stu-diato approfonditamente”.

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nuato il presidente della Coldiretti – È questa la verabattaglia che l’Italia deve fare in Europa per garanti-re la salute dei suoi cittadini e il reddito delle sueimprese”. E contro l’allarmismo la Coldiretti ha orga-nizzato, presso il proprio padiglione ad Expo, la “Gior-nata della carne italiana”, alla quale hanno parte-cipato gli allevatori ed i produttori italiani per farconoscere l’eccellenza della salumeria italiana e nel-la quale è stato preparato il super-panino “Doc”, lun-go 3 metri e dal peso di 1,5 quintali farcito con imigliori salumi DOP come simbolo dell’alimentazioneMade in Italy. Tuttativa, nonostante il clamore suscitato dalla pub-blicazione del rapporto Oms, da un’indagine on lineelaborata dal sito www.coldiretti.it sugli effetti negati-vi prodotti, è emerso che solo 1 italiano su 10 ha con-tenuto il consumo di carne ed insaccati.“Si tratta di un segnale importante che dimostra ilbuon lavoro di informazione che è stato fatto a parti-re dalle Istituzioni, ma è anche il frutto delle precisa-zioni della stessa Oms che ha chiarito che nessunalimento deve essere eliminato dalla dieta”, ha affer-mato Moncalvo.Il consumo di carne degli italiani con 78 chili a testaè ben al di sotto di quelli di Paesi come gli Stati Uniticon 125 chili a persona o degli australiani con 120chili, ma anche dei cugini francesi con 87 chili atesta. Non si tiene peraltro conto che i cibi sotto accu-sa come hot dog e bacon che nei paesi anglosassonivengono consumati quotidianamente a colazione nonfanno parte della tradizione italiana. Se dal punto divista qualitativo la carne italiana è meno grassa, la tra-sformazione in salumi avviene naturalmente solo conil sale. Proprio quest’anno peraltro la carne è diven-tata la seconda voce del budget alimentare delle fami-glie italiane dopo l’ortofrutta con una rivoluzioneepocale per le tavole nazionali che non era mai avve-nuta in questo secolo.

Scende in campo in modo deciso, invece, la Coldi-retti che, attraverso il presidente nazionale RobertoMoncalvo, fa sapere che “i falsi allarmi lanciati sullacarne mettono a rischio 180mila posti di lavoro in unsettore chiave del Made in Italy a tavola, che vale dasolo 32 miliardi di euro, un quinto dell’intero agroali-mentare tricolore” e sottolinea che: “la qualità dellacarne italiana, dalla stalla allo scaffale, è diversa emigliore e che i cibi sotto accusa come hot dog ebacon non fanno parte della tradizione nostrana.Nel nostro Paese i modelli di consumo della carne sicollocano perfettamente all’interno della dieta medi-terranea che, fondata su una alimentazione basatasu prodotti locali, stagionali, freschi, è il segreto allabase dei primati di longevità degli italiani, con 84,6anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini. Lecarni Made in Italy sono più sane, perché magre,non trattate con ormoni, a differenza di quelle ame-ricane, e ottenute nel rispettodi rigidi disciplinari di produ-zione “Doc” che assicurano ilbenessere e la qualità dell’ali-mentazione degli animali. Nona caso il nostro Paese vanta ilprimato a livello europeo pernumero di prodotti a base dicarne “Doc”, ben 40 speciali-tà di salumi che hanno ottenu-to la denominazione d’origineo l’indicazione geografica.L’ennesimo falso allarme chenon riguarda le nostre produ-zioni conferma la necessità diaccelerare nel percorso del-l’obbligo di etichettatura d’ori-gine per tutti gli alimenti, apartire dai salumi – ha conti-

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Nella Giornata mondiale dell’alimentazione –che si celebra ogni anno il 16 ottobre in 150Paesi – dedicata quest’anno al tema dal tito-

lo “Protezione sociale e agricoltura per spezzare ilciclo della povertà rurale”, Coldiretti Lazio ha volutoricordare, attraverso varie iniziative, il proprio impe-gno a sostegno di un modello di agricoltura capacedi produrre cibo sano attraverso le migliori pratiche etecnologie per ridurre l’impatto ambientale nel pienorispetto del territorio e della biodiversità. La Coldiretti del Lazio guarda al cibo non solo comemera fonte di nutrizione, ma anche come identitàsocio-culturale, come ha mostrato ai visitatori di Expodurante la sua partecipazione nel mese di luglio, por-tando i propri agricoltori da protagonisti in quella chenon è stata solo una vetrina per i propri produttorimigliori ma un’occasione per far conoscere al mondodirettamente e da vicino le eccellenze delle produ-zioni agricole del Lazio, frutto della laboriosità e del-l’alta professionalità raggiunta ormai nella realtàquotidiana delle campagne.

“Il lavoro dei nostri imprenditori agricoli va nella dire-zione di uno sviluppo sostenibile, consapevole erispettoso delle tradizioni, capace di garantire la sicu-rezza alimentare, ambientale e la qualità della vita, inperfetta sintonia con il messaggio di Expo che hapuntato a sensibilizzare proprio su un modello di svi-

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GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE

Coldiretti Lazio: un dovereetico produrre cibo sano

di Alessandra Cori

luppo centrato sul lavoro degli agricoltori in grado dinutrire il pianeta attraverso la fornitura di cibo sano,sicuro e accessibile a tutti”, così il presidente di Col-diretti Lazio, David Granieri.I numeri mondiali inducono ad una seria e severariflessione. Secondo la FAO, circa 800 milioni di per-

Secondo la Oxfam sono oltre 700 milioni le personeche soffrono di malnutrizione nel mondo,un numero 13 volte superiore alla popolazione italiana

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sone soffrono di fame cronica, più di 2 miliardi di per-sone sono malnutrite o comunque soffrono di caren-ze di vitamine e minerali. Altrettante, al contrario,sono in sovrappeso e soffrono di obesità, 160 milionidi bambini soffrono di malnutrizione e ritardo nellacrescita.Ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo prodot-to per il consumo umano sono sprecati o si perdononella filiera alimentare. Più di 5 milioni di ettari di fore-sta scompaiono ogni anno con un grave danno al-la biodiversità, alle popolazioni locali e conseguenzesul clima.“I valori riportati nella «Carta di Milano», al centro del-le celebrazioni della Giornata mondiale dell’alimenta-zione ad Expo, sono gli stessi che ispirano l’attivitàquotidiana dei nostri produttori, impegnati in un’of-ferta alimentare fondata sulla convinzione che il verovalore aggiunto sia quello del km 0, del rapporto difiducia tra produttore e consumatore, della sostenibi-lità ambientale, della tutela del suolo agricolo, inquanto l’attività agricola è fondamentale non solo perla produzione di beni alimentari ma anche per il suocontributo a disegnare il paesaggio, proteggere l’am-

biente ed il territorio”. Così il direttore di ColdirettiLazio, Aldo Mattia.“Occorre un cambio di passo della società, guardan-do a cibo ed ambiente come fattori culturali, puntan-do sull’educazione (a scuola ed in famiglia) per“coltivare” sin da subito una coscienza collettiva ariguardo, imparare ad adottare stili di vita sani (chevuol dire una società globale più sana), per impararea ridurre gli sprechi di acqua e cibo, facendone unuso sufficiente al fabbisogno, donando anche ilsuperfluo dove ci sia”, aggiunge il presidente DavidGranieri.“Bisogna investire nell’agricoltura con politiche agri-cole che sappiano potenziare le produzioni territoria-li – ha continuato Granieri – e occorre promuoverestrumenti che difendano e sostengano il reddito diagricoltori, allevatori e pescatori, attraverso il poten-ziamento degli strumenti di organizzazione e coope-razione, anche fra piccoli produttori, e la promozionedelle relazioni dirette tra produttori, consumatori e ter-ritori di origine. Come scritto nella «Carta di Milano»,agricoltori, allevatori e pescatori occupano una posi-zione fondamentale per la nostra nutrizione”.

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La carne senza carne come porchetta, fiorentinae salumi rigorosamente ottenuti dal grano equindi privi di trigliceridi e colesterolo, una App

salva truffe nell’olio, il primo Agricinema, chi colti-vando la terra è rimasto l’ultimo custode di un’anticaisola e chi ha puntato sulle coccole contadine. Sonoi progetti e le idee vincitrici del concorso di Coldiretti,“Oscar Green” 2015, premiati dai Ministri delle Poli-tiche agricole, Maurizio Martina, e dell’Ambiente,Gian Luca Galletti che hanno preso parte alla primaGiornata dell’innovazione dedicata alla creativitàMade in Italy ad Expo, assieme al presidente dellaColdiretti Roberto Moncalvo, alla Delegata dei giova-ni Maria Letizia Gardoni, al presidente dei giovaniConfindustria Marco Gay e a un migliaio di giovaniagricoltori provenienti dalle campagne di tutte leregioni italiane e anche dall’estero. All’Esposizioneuniversale gli imprenditori under 30 della Coldirettihanno presentato idee innovative destinate a cam-

OSCAR GREEN 2015Per la prima volta l’Esposizione Universale diventa il palcoscenicomondiale della rivoluzione in arrivo sulle tavole e non solo

EXPO invasa da giovaniagricoltori per la giornatadell’innovazioneColdiretti Lazio, agricoltura e giovani il migliore investimentoper il futuro del nostro paese

di Alessandra Cori biare la vita quotidiana della gente, per raggiungerenei prossimi decenni l’obiettivo “Nutrire il PianetaEnergia per la vita” fissato dall’Expo.L’invenzione di una porchetta anticolesterolo fatta conil muscolo di grano, una fibra identica alla carne, èvalsa il premio nella categoria We Green a LuciaMarascio giovane imprenditrice agricola della Cala-bria. Dalla porchetta alla fiorentina, dal filetto aglistraccetti, dagli hamburger ai salumi, tutto rigorosa-mente fatto di frumento e legumi, con il “muscolo digrano”, la carne senza colesterolo. E a detta di chi loha già provato il sapore è davvero simile a quello del-la carne, differente da seitan, soia o tofu. E se lo sicucina con le stesse spezie o con gli stessi sughi èmolto difficile distinguerlo.Pietro Barachini ha ideato in Toscana la App salvatruffe nell’olio che ha vinto nella categoria Impre-sa 2.Terra. Tutta la storia delle piante, dal ramoscellostaccato dall’olivo madre fino all’ultimo olio del ramo-scello, si tradurrà in un certificato disponibile a tutti gliappartenenti al circuito dell’extravergine toscano enelle etichette dei suoi clienti, attraverso codici ‘Qr’.Il premio per la categoria Campagna Amica, invece,è andato a Federica Pascali che nella sua azienda inPuglia ha recuperato un antico locale della nonnadove si proiettano film in un luogo di ritrovo per gliamanti del grande schermo che durante lo spettaco-lo possono sgranocchiare cibo a km0. L’antico pro-iettore, le vecchie sedie, e poi l’avvolgi bobine e icontratti che la nonna siglava con le grandi case cine-matografiche sono oggi rispolverati per una esperien-za multimediale e multisensoriale, tra olio, uliveti eindimenticabili tramonti. Cristina Moretti, umbra, è, poi, la vincitrice nella cate-goria Fare Rete. All’interno della Spa Resort a Torgia-no ha aperto una vera e propria isola del gusto dellaBottega Italiana di Campagna Amica dove gli ospiti

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possono gustare, fin dalla colazio-ne, i sapori autentici dell’agricoltu-ra locale e italiana delle imprese diColdiretti. Qui le olive, le viti e altremeraviglie della terra francescanasi trasformano in prodotti cosmeti-ci utilizzati per i massaggi e i trat-tamenti di benessere.Per la categoria Paese Amico havinto la storia di Paolo Andrich,ultimo agricustode dell’antica isoladi Torcella che ha dato i natali aVenezia, dove coltiva i carciofi epreserva la casa museo con le pit-ture e le opere di suo zio, l’artistaLucio Andrich. È su quest’isolache Hemingway scrisse ‘Al di làdel fiume’, mentre Egidia Sartori, clavicembalista hacomposto opere meravigliose. E i fenicotteri trovano illoro rifugio.“I nostri giovani incarnano le potenzialità e la forza delnostro territorio un tessuto produttivo ricco, capillare,che coinvolge milioni di uomini e che per le sue carat-teristiche rende l’Italia competitiva anche all’internodei processi di mondializzazione dell’economia e del-le idee” è stato il commento del presidente della Col-diretti, Roberto Moncalvo.Coldiretti Lazio non ha mancato di esprime tutta lapropria soddisfazione, in questa occasione, per l’altolivello raggiunto negli anni dalle nuove generazioniche decidono di investire il proprio futuro e le proprierisorse nei campi, nel segno della lotta alla disoccu-pazione, della sfida nei confronti di un settore consi-derato vecchio e saturo portando una ventata dinovità, freschezza, innovazione e tecnologia.I dati diffusi da Coldiretti lo confermano.Nel 2015 i giovani lavoratori agricoli indipendentistanno facendo registrare un aumento record del35% rispetto ad un anno fa con gli under 34 anni cheoperano come imprenditori agricoli, coadiuvanti fami-

liari e soci di cooperative agricole che hanno supera-to le 70mila unità. Nelle campagne si registra il tassodi crescita più elevato dell’occupazione giovanile tra idiversi settori produttivi, sulla base dei dati Istat rela-tivi al secondo trimestre 2015 rispetto allo stessoperiodo del 2014.Una nuova generazione di contadini, allevatori,pescatori e pastori che fanno molto più che produr-re cibo Made in Italy perché proteggono i semi, lepiante, l’acqua e i suoli e ogni giorno portano avantiin Italia non solo la crescita economica, ma anche ladifesa della cultura, della storia, della bellezza, dellasalute e in generale l’alta qualità della vita. Non è uncaso che in Italia si trovi probabilmente il maggiornumero di giovani agricoltori dell’intera Unione Euro-pa e che, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe’, il57% dei giovani oggi preferirebbe gestire un agritu-rismo piuttosto che lavorare in una multinazionale(18%) o fare l’impiegato in banca (18%). La cresci-ta del numero di giovani agricoltori è il frutto – sostie-ne la Coldiretti del Lazio – di un rinnovato interessea trascorrere parte del proprio tempo a contatto conla natura: più di due giovani italiani su tre (68%)

dichiarano di parteciparevolentieri alla vendemmia ealla raccolta della frutta secon-do un’indagine Coldiretti/ixe’.Nel Lazio, con il PSR 2007-2013 appena concluso, è sta-to favorito l’insediamento inagricoltura di circa 2.500 gio-vani under 35 che grazie allamodalità del “pacchetto giova-ni” che ha permesso il soste-gno ad investimenti per oltre50 milioni di euro di risorsepubbliche. Tali investimentihanno riguardato per circa unquarto aziende impegnate incoltivazioni permanenti (olio e

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vino), circa 20% nel settore dell’orticoltura e un ulte-riore 20% nel settore zootecnico da carne. Se un numero sempre più elevato di giovani decide didare continuità all’azienda familiare la vera novitàsono le new entry da altri settori o da diversi vissutifamiliari che hanno deciso di scommettere sull’agri-coltura con estro, passione, innovazione e professio-nalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione.Secondo una analisi della Coldiretti/Ixe’, tra le newentry giovanili nelle campagne, ben la metà è laurea-ta, il 57% ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74%è orgoglioso del lavoro fatto e il 78% è più contento diprima. La scelta di diventare imprenditore agricolo èperaltro apprezzata per il 57% anche dalle personevicine, genitori, parenti, compagni o amici. “I giovani stanno cogliendo una straordinaria oppor-tunità di sviluppo economico personale e collettivo,una sostanziale riscoperta delle opportunità offertedal mondo rurale interpretato in chiave innovativa,grazie soprattutto alla spinta venuta dalla Legge diOrientamento (la legge 228/2001), fortemente soste-nuta da Coldiretti, che ha aperto la strada all’agricol-

tura multifunzionale”. Così il presidente di ColdirettiLazio, David Granieri, che ha aggiunto “dai nostri datirisulta che oggi oltre il 70% delle imprese under 35opera in attività che vanno dalla trasformazioneaziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fatto-rie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attivitàricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina incampagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento didisabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazio-ne di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e lacura del paesaggio o la produzione di energie rinno-vabili”. “Molti giovani hanno saputo valorizzare le potenziali-tà del territorio trovando opportunità occupazionali,soddisfazione personale ma anche una migliore qua-lità della vita, grazie anche agli strumenti messi loro adisposizione dai servizi di Coldiretti, come CreditAgriper l’accesso al credito, non solo per sostenerli nel-l’avviamento manche anche per rimanere nel settorein maniera competitiva investendo in innovazione equalità”, ha commentato il direttore di Coldiretti Lazio,Aldo Mattia.

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R I F L E S S I O N Idi Paolo Carlotti

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Il prossimo 8 dicembre 2015,Solennità dell’ImmacolataConcezione della beata VergineMaria, indetto da papa Francesco,si apre il Giubileo dellaMisericordia - l’Anno santo dellaMisericordia - che si concluderà il20 novembre 2016 Solennità diCristo Re dell’Universo e saràcome ogni altro anno santo con lepreviste indulgenze, applicabili aivivi e ai defunti e una serie di altreiniziative di carità, di preghiera edi penitenza in vista di unrinnovamento della vita cristiana,proprio nel segno dellamisericordia.Lo sappiamo la misericordia ènient’altro che la carità che siesprime verso chi è nel bisognomateriale o spirituale. Noi nonparliamo volentieri di misericordia,perché ci ricorda la posizione disupponenza e di sufficienza di chila fa, ma naturalmente questo èescluso. La misericordia è verasolo se ci si mette con semplicitàe letizia sullo stesso piano, con laconsapevolezza che sempre siopera uno scambio di doni che,se è veramente gratuito, è capacedi trascinare il cielo in terra.Papa Francesco teme per noicristiani di oggi unarecrudescenza dell’indifferenza edell’individualismo,quell’atteggiamento che ci farintanare nelle nostre case e neinostri problemi e ci rende estraneiagli altri. Per vincere questagrande tentazione papaFrancesco vuole le porte dellechiese aperte, non solomaterialmente, ma soprattuttospiritualmente, verso chiunque,non importa perché, vive ilbisogno materiale e spirituale.L’Anno della misericordia è unpressante invito ad accorgersidegli altri e delle loro sofferenze,

delle loro angosce, delle lorodifficoltà, per evitare di passareloro accanto con freddezza, ma diavere per loro la compassione delbuon samaritano, cioè la capacitàdi sentire in noi i loro problemi edi cercare di risolverli, nellamisura in cui possiamo.Tutti quanto poi abbiamo bisognodella misericordia di Dio verso inostri limiti personali, verso lenostre criticità e precarietà,diciamolo pure, verso i nostripeccati. È ciò a cui ci invita inmodo particolare papaFrancesco. Riprendo lesue stesse parole, peraltro molto belle: «Sonoconvinto che tutta laChiesa, che ha tantobisogno di riceveremisericordia, perchésiamo peccatori, potràtrovare in questoGiubileo la gioia perriscoprire e renderefeconda la misericordia diDio, con la quale tutti siamochiamati a dare consolazione adogni uomo e ad ogni donna delnostro tempo. Non dimentichiamoche Dio perdona tutto, e Dioperdona sempre. Non cistanchiamo di chiedere perdono.Affidiamo fin d’ora questo Annoalla Madre della Misericordia,perché rivolga a noi il suo sguardoe vegli sul nostro cammino: ilnostro cammino penitenziale, ilnostro cammino con il cuoreaperto, durante un anno, perricevere l’indulgenza di Dio, perricevere la misericordia di Dio».Non so se ricordiamo ancora lesette opere di misericordiacorporale e spirituale: forse i piùgiovani non l’hanno più imparatenel loro catechismo, tanto meno amemoria, come a me e penso amolti altri capitò. Debbo dire che

per ricordarle tutte e in ordine mici vuole un po’, però ripensandociancora adesso mi diconoqualcosa, soprattutto del grande egratuito amore che Dio ha avutoper noi e vuole che noi lo abbiamoper tutti. L’elenco andrebbe certoaggiornato e dovrebbe includerealmeno l’ospitalità a chi fugge dasituazioni di guerra e di violenza,in cui non solo la dignità umana ènegata, ma addirittura non è più

possibile la stessa vita. Èrecente al proposito ilpressante appello delpapa rivolto primadi tutto allecomunità e allefamigliecristiane.Lancio unaproposta.Sarebbe bello sepotessimo comeFederazioneColdiretti Lazioorganizzare una

celebrazione giubilare,a Roma, centro del

Giubileo, ma non certo l’unicoluogo dell’Anno della misericordia.Inoltre, sarebbe bello se ognirealtà territoriale Coldiretti potesseesprimere un’iniziativa caritativa,un segno di attenzione ai piùsvantaggiati, un gesto ancheliturgico di preghiera e dimeditazione, un qualche cosa concui poter dire che si è volutocelebrare anche noi lamisericordia di Dio nella nostravita e nella nostra società.So che ci sono tante belleiniziative nei nostri uffici e nellenostre imprese: è presente tra noiuna buona sensibilità e unabuona apertura al proposito: ecco,l’anno della misericordia èl’occasione buona perconfermarla e approfondirla.

Il Giubileo della Misericordia8 dicembre 2015 - 20 novembre 2016

d. Paolo Carlotti,Consigliereecclesiasticoregionale

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Ad ottobre, tra la frutta e laverdura che questo mese

ci offre e che si trovano neimercati di Campagna Amica,ci sono tanti prodotti con cuipreparare piatti gustosi,utili sia per riscaldarsi nellegiornate più fredde che percombattere i primi malannistagionali.Oltre a radicchio, melanzane,spinaci, fagiolini e zucchine,nel carrello della spesadi ottobre non possonomancare funghi e tartufi. I funghi, ricchi di proteine,vitamine e minerali, come ilselenio e il rame, sono iprotagonisti di numerosi primipiatti, come ad esempio lapolenta con i funghi.Ottobre ci regala anche la zucca,regina indiscussa della notte diHalloween, ma anchel’ingrediente principale di moltericette della tradizione italiana.

La zucca è un ortaggio di cui nonsi butta via niente, a partire daisemi che si possono essiccare etostare, per poi essere consumaticome snack oppure daaggiungere a insalate onell’impasto del pane fatto incasa. Oltre a essere squisiti, sonoricchi di acidi grassi essenziali,in particolare di omega-3,che è un ottimo alleatodel buon umore.La frutta di questo mesesi tinge dei colori caldi e intensi,come quelli dell’uva, dellecastagne e dei cachi.Le castagne, il frutto idealeper una carica di energia,sono molto calorichee hanno un alto contenutodi sali minerali, in particolarefosforo, che le rendeun alimento utile per il sistemanervoso. Sono pure versatili nelloro utilizzo in cucina, a partiredalla farina da cui si può

ottenere pasta e pane,ma anche dolci. Sono usate in ricette di primi esecondi piatti, in particolarezuppe e arrosti, ma tra lepreparazioni più amatei marron glacé, in versionesciroppata e ricoperta da unaglassa di zucchero.Dalla polpa morbida ezuccherina, un altro frutto tipicodell’autunno sono i cachi.Ottima fonte di potassio,vitamine A e C, è sconsigliatoa chi soffre di diabete proprio peril suo elevato contenuto dizuccheri, che però lo rendonoun ottimo dessert.Si possono consumare freschi,mangiando la polpacon un cucchiaino, o utilizzareper realizzare confetturee dolci, come la crostatadi cachi e mele, altro fruttostagionale con cui si abbinaalla perfezione.

SPESA DI OTTOBRE, ARRIVANO IN TAVOLAI COLORI E I PROFUMI DELL’AUTUNNOUn paniere pieno di bontà. Protagonisti le zucche, le castagne e i cachi

FondazioneCampagna AmicaVia Nazionale 89aTel. 06/489931campagnamica.it

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Volano i prezzi del tartufo, conle quotazioni che in apertura

della stagione sono praticamenteil doppio di quelle medieregistrate lo scorso annosu valori di 400 euro all’ettoper il bianco di Alba, ma cherimangono però ancora lontanidai valori massimi di 750 euroall’etto registrati nel 2007.

È quanto emerge da una stimaresa nota dalla Coldiretti inoccasione dell’anteprimadella Fiera Internazionale delTartufo di Alba in Piemonte, conla partecipazione attiva deimercati degli agricoltori diCampagna Amica tutte ledomeniche di ottobrenella piazza di fronteal Tribunale di Alba. Dopo il caldo e la siccità estiva, lecondizioni climatiche di iniziomese – con l’arrivo della pioggia –fanno sperare in una buonaraccolta nei mesi autunnali, maanche in un prolungamento dellastagione partita in ritardo.Il Tuber magnatum Pico sisviluppa infatti in terreni chedevono restare freschi e umidi sianelle fasi di germinazione che inquella di maturazione.Dal Piemonte alle Marche,dalla Toscana all’Umbria,dall’Abruzzo al Molise,ma anche nel Lazioe in Calabria sono numerosii territori battuti dai ricercatori.Il frutto più prezioso dell’autunnoè da questi giorni il protagonistadi mostre, sagre e manifestazioniche stanno entrandonel vivo in tutta Italia e cherappresentano una ottimaoccasione per acquistare oassaggiarlo nelle miglioricondizioni e ai prezzipiù convenienti. Si stima che siano coinvolticomplessivamente circaduecentomila raccoglitoriufficiali che riforniscononegozi e ristoranti e alimentanoun business che (comprensivodi indotto) sviluppa un valorestimato in circa mezzo miliardodi euro tra fresco,conservato o trasformato. Praticata già dai Sumeri, laricerca dei tartufi svolge unafunzione economica

RADDOPPIA IL PREZZO DEI TARTUFI Dopo il caldo e la siccità estiva, le condizioni fanno sperare in una buona raccoltanei mesi autunnali. E in un prolungamento della stagione

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a sostegno delle aree interneboschive dove rappresentauna importante integrazione direddito per le comunità locali,con effetti positivisugli afflussi turistici.Il tartufo vive sotto terra ed ècostituito in alta percentualeda acqua e da sali mineraliassorbiti dal terreno tramitele radici dell’alberocon cui vive in simbiosi.Nascendo e sviluppandosivicino alle radici di albericome il pino, il leccio, la sugherae la quercia il tartufo,deve le sue caratteristiche(colorazione, sapore e profumo)proprio dal tipo di alberopresso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipende dal tipodi terreno: se soffice il tartufo sipresenterà più liscio, secompatto, diventerà nodoso ebitorzoluto per la difficoltà di farsispazio. I tartufi sono notiper il loro forte potere afrodisiacoe in cucina il tartufo nero vieneper lo più utilizzato in cottura oper farcire ma anche a crudo,tagliato a fettine e messosu piatti di pasta fresca.Il bianco (Tuber Magnatum Pico)invece va rigorosamentegustato a crudo su cibi come lafonduta, i tajarin al burro e irisotti. Per quanto riguarda i vini,il tartufo bianco si accompagnameglio a vini rossi strutturatimentre il nero può essereabbinato anche ai bianchi.

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