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IMAGO MUNDI LA TERRA VISTA DALLA LUNA

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IMAGO MUNDI

LA TERRA VISTA DALLA LUNA

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• Area di ricerca

l‟immagine della Terra vista dallo spazio nell‟ambito della letteratura antica

• Testi

soprattutto greci, scelti in base al periodo e al genere letterario di appartenenza. Chiude la serie la Commedia di Dante, erede e rinnovatore della tradizione classica.

• Aristofane, Gli Uccelli, V sec. a.C.

• Platone, Fedone, IV sec. a.C.

• Luciano di Samosata, Storia Vera, II sec. d.C.

• Cicerone, De republica, I sec. a. C.

• Dante Alighieri, Commedia, Paradiso, XIII sec. d.C.

Iam vero ipsa terra ita mihi parva visa est, ut me imperii nostri, quo quasi punctum eius

attingimus, paeniteret

L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA CLASSICAUTOPIA E SIMBOLISMO

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• Nella commedia di Aristofane l‟imago mundi ha valore didascalico: attraverso il confronto tra i mali terreni e la perfetta città degli uccelli, Nubicuculia, posta tra terra e cielo, gli uomini potrebbero creare una buona società, fondata sulle antiche tradizioni, sulla devozione agli dei, sul buon rapporto con la natura.

• Anche l‟imago mundi contenuta nel Fedone, testo filosofico, non ha valenza scientifica, ma è utilizzata per chiarire la dottrina socratica circa la condizione dell‟anima dopo la morte del corpo. La Terra viene descritta come circondata da cieli: solo dopo la morte coloro che saranno stati virtuosi potranno accedervi, mentre gli altri saranno costretti all‟interno della Terra stessa, considerata dunque come una sorta di luogo di prigionia.

• Nel testo di Luciano di Samosata la Terra, vista dallo spazio, appare un elemento secondario, un corpo celeste descritto come un‟isola del tutto simile alla luna e alle stelle: essa dunque, corpo celeste fra gli altri, costituisce semplice sfondo, volto ad arricchire la costruzione dell‟intreccio.

Iam vero ipsa terra ita mihi parva visa est, ut me imperii nostri, quo quasi punctum eius attingimus, paeniteret

L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA CLASSICA UTOPIA E SIMBOLISMO

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Iam vero ipsa terra ita mihi parva visa est, ut me imperii nostri, quo quasi punctum eius attingimus, paeniteret

L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA CLASSICA UTOPIA E SIMBOLISMO

• La Terra nel De Republica appare, contemplata dall‟alto, come un punto piccolissimo, la cui luce è vinta quella degli altri corpi. Essa veicola simbolicamente l‟idea della piccolezza degli uomini, che possono però riscattarsi conducendo una vita retta e virtuosa, dedicata alla res publica.

• Analoga funzione è quella della Terra nella Commedia: contemplata dal cielo esprime l‟idea che, sebbene sia al centro esatto del cosmo, essa abbia ben poca importanza se confrontata con i cieli. La lezione di Dante mira a rendere cosciente l‟uomo del suo essere infinitamente piccolo nelle sue preoccupazioni rispetto alla grandezza del cosmo e all‟eternità divina, fine ultimo a cui tutto tende.

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Non sai quanto ti onorano gli uomini per averfondato nell‟aria questa gloriosissima città: tuttisono presi dalla passione per questo paese.Prima che tu lo fondassi gli uomini erano tuttifissati con Sparta (...). Adesso hanno cambiatostile, e sono tutti fissati con gli uccelli, e per lagioia fanno tutti come gli uccelli, sforzandosi diimitarli.

Aristofane, Gli Uccelli, traduzione a cura di A.Grilli

Iam vero ipsa terra ita mihi parva visa est, ut me imperii nostri, quo quasi

punctum eius attingimus, paeniteret

L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA CLASSICA UTOPIA E SIMBOLISMO

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Iam vero ipsa terra ita mihi parva visa est, ut me imperii nostri, quo quasi punctum eius attingimus, paeniteret

L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA CLASSICA UTOPIA E SIMBOLISMO

Per questi motivi, deve avere ferma fiducia, riguardoalla sua anima, l'uomo che durante la sua vitarinunciò ai piaceri e agli ornamenti del corpo,giudicandoli estranei e pensando che facessero solodel male e, invece, si curò nelle gioiedell'apprendere, e, avendo ornato la sua anima nondi ornamenti che le sono estranei, ma di ornamentiche sono a lei propri; cioè di temperanza, giustizia,fortezza, libertà e verità, così aspetta l'ora del suoviaggio nell'Ade, pronto a mettersi in viaggioquando verrà il suo giorno.

Platone, Fedone, traduzione a cura di Giovanni Reale

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L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA CLASSICA UTOPIA E SIMBOLISMO

Di notte ci apparvero altre isole vicine

[…]e un'altra terra giù, che aveva città, e fiumi, e mari, e selve, e monti: e pensammo fosse questa che noi abitiamo.

Luciano, Storia Vera, traduzione a cura di

Carmine De Luca

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L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA CLASSICA UTOPIA E SIMBOLISMO

Col viso ritornai per tutte quante

Le sette spere, e vidi questo globo

Tal, ch‟io sorrisi del suo vil sembiante;

e quel consiglio per migliorare approbo

che l‟ha per meno; e chi ad altro pensa

chiamar si puote veramente probo.”Dante Alighieri, Paradiso, canto XXII, vv. 133–138

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• Area di ricerca

l‟immagine della Terra vista dallo spazio nella poesia del „500 e dell‟800 e nella

prosa tra „800 e „900.

• Testi

L. B. Alberti, Intercoenales, XV sec.

L. Ariosto, Orlando Furioso, 1532

G. Leopardi, dai Canti, Canto notturno di un pastore errante dell‟Asia, 1831

G. Leopardi, dai Canti, La ginestra, 1836

J. Verne, Dalla Terra alla Luna,1868

G. Pascoli, da Myricae, X agosto, 1891

H. G. Wells, The First Men on the moon,1901I. Calvino, Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, 1970I. Calvino, Le cosmicomiche, 1972

Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle (…)/ Che un punto a petto a lor son terra e mare/ Veracemente; a cui / L'uomo non pur, ma questo / Globo ove

l'uomo è nulla,/ Sconosciuto è del tutto

L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA MODERNA

IRONIA E PESSIMISMO

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• Nell‟ Orlando Furioso, scritto da Ariosto e poi riletto da Calvino, la Terra vista dalla Luna permette di sviluppare una visione straniata della realtà ottenuta con un rovesciamento: Terra e Luna si invertono, così che l‟autore, descrivendo il nostro pianeta come una piccola pallina, ne può mettere in luce la vanità e la inconsistenza.

• La valenza critica dell‟imago Mundi, contemplata in modo „sublime‟ dall‟alto dei cieli, si conferma nei testi di Leopardi e Pascoli:

– Leopardi nel Canto notturno e nella Ginestra la utilizza come correlativo oggettivo del suo pessimismo cosmico : la Terra vista dall‟alto nella sua piccolezza, enfatizza la grandezza e la insondabilità dell‟universo in confronto alla miseria dell‟umanità, condannata ad un‟ infelicità ontologica, eppure ancora insensatamente convinta della propria superiorità.

– Anche Pascoli nel X agosto, prendendo spunto dalla morte del padre, sottolinea la dolorosa condizione dell‟uomo e della Terra, „atomo opaco del male‟, rispetto al cielo che però ne compiange la sventura.

Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle (…)/ Che un punto a petto a lor son terra e mare/ Veracemente; a cui / L'uomo non pur, ma questo / Globo ove

l'uomo è nulla,/ Sconosciuto è del tutto

L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA

MODERNAIRONIA E PESSIMISMO

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Nelle opere fantascientifiche di Verne e Wells emerge un analogo uso dell‟imago mundi:

In entrambe le opere considerate la Terra descritta dall‟alto viene utilizzata per creare uno sfondo paesaggistico ai viaggi avventurosi dei protagonisti e per sottolinearne l‟eccezionalità.

Nelle Cosmicomiche di Calvino l‟immagine della Terra, anche se rappresentata in prospettiva scientifica, diviene invece, come dice lo scrittore, una carica propulsiva per uscire dalle abitudini dell‟immaginazione e vivere il quotidiano in termini più lontani dalla nostra esperienza, a conferma del tentativo di questo autore di trovare un ponte tra modo letterario e scientifico di guardare al mondo.

L‟immagine della Terra contemplata da una Luna che sottrae per sempre la donna amata al protagonista de La distanza della Luna dà voce, attraverso una legge fisica, al sentimento della „mancanza‟, dell‟ incompletezza, che è propria della condizione umana.

Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle (…)/ Che un punto a petto a lor son terra e mare/ Veracemente; a cui / L'uomo non pur, ma questo / Globo ove

l'uomo è nulla,/ Sconosciuto è del tutto

L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA MODERNA

IRONIA E PESSIMISMO

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Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle (…)

Che un punto a petto a lor son terra e mareVeracemente; a cuiL'uomo non pur, ma questoGlobo ove l'uomo è nulla,Sconosciuto è del tutto ; (vv 163 e 170-175)

Favoleggiar ti piacque, in questo oscuroGranel di sabbia, il qual di terra ha nome,Per tua cagion, dell'universe coseScender gli autori, e conversar soventeCo' tuoi piacevolmente (…)(vv190-195)G. Leopardi, La Ginestra

Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle (…)/ Che un punto a petto a lor son terra e mare/ Veracemente; a cui / L'uomo non pur, ma questo / Globo ove

l'uomo è nulla,/ Sconosciuto è del tutto

L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA MODERNA

IRONIA E PESSIMISMO

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Dimmi, o luna: a che vale

al pastor la sua vita,la vostra vita a voi? dimmi: ove tendequesto vagar mio breve,il tuo corso immortale? (vv.6-21)

Pur tu, solinga, eterna peregrina,che sí pensosa sei, tu forse intendi,questo viver terreno(vv 61-63)

e quando miro in cielo arder le stelle;dico fra me pensando:a che tante facelle?che fa l'aria infinita, e quel profondoinfinito seren? che vuol dir questasolitudine immensa? ed io che sono?(vv. 84-89)G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell‟Asia

Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle (…)/ Che un punto a petto a lor son terra e mare/ Veracemente; a cui / L'uomo non pur, ma questo / Globo ove

l'uomo è nulla,/ Sconosciuto è del tutto

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MODERNA IRONIA E PESSIMISMO

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Tutta la sfera varcano del fuoco, ed indi vanno al regno de la luna. Veggon per la più parte esser quel loco come un acciar che non ha macchia alcuna; e lo trovano uguale, o minor poco di ciò ch'in questo globo si raguna, in questo ultimo globo de la terra, mettendo il mar che la circonda e serra.

Quivi ebbe Astolfo doppia meraviglia: che quel paese appresso era sì grande, il quale a un picciol tondo rassimiglia a noi che lo miriam da queste bande; e ch'aguzzar conviengli ambe le ciglia, s'indi la terra e 'l mar ch'intorno spande, discerner vuol; che non avendo luce, l'imagin lor poco alta si conduce. L. Ariosto, Orlando Furioso, XXXIV, 70-71

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MODERNA IRONIA E PESSIMISMO

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“ My line of flight was about parallel with the surface as I came into

the upper air. The temperature of sphere began to rise forthwith. I knew it behoved me to drop at once. Far below me, in a darkling twilight, stretched a great expanse of sea. I opened every window I could, and fell - out of sunshine into evening, and out of evening into night. Vaster grew the earth and vaster, swallowing up the stars, and the silvery translucent starlit veil of cloud it wore spread out to catch me. At last the world seemed no longer a sphere but flat, and then concave. It was no longer a planet in the sky, but the world of Man. I shut all but an inch or so of earthward window, and dropped with a slackening velocity. The broadening water, now so near that I could see the dark glitter of the waves, rushed up to meet me. The sphere became very hot. I snapped the last strip of window, and sat scowling and biting my knuckles, waiting for the impact. ... “

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L‟IMMAGINE DELLA TERRA NELLA LETTERATURA

MODERNA IRONIA E PESSIMISMO

H.G. Wells, The first men on the moon,

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Mentre il mondo pian piano svaniva laggiù

L‟OCCHIO DELL‟ARTE SULLA TERRA

• Area di ricercaanalisi fonti artistiche extra-letterarieTesti

• Quadri e copertine di libri o cd

• Musica

• Fumetti

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• Valenze positive:– Celebrazione trionfale dell‟umanità che, avendo ormai conquistato

lo spazio esterno al pianeta, può guardarlo in posizione di superiorità (dipinti di R. McCall);

– Terra come madre, da ammirare, rispettare, proteggere e salvaguardare (quadro di G. Gubiotti).

• Valenze negative:– L‟immagine appare privata della sua tradizionale sfericità,

devastata e distorta, a esprimere una visione pessimistica del futuro (copertina cd Fate of Nation di R. Plant), conseguenza dell‟azione insensata dell‟uomo o dell‟intervento di forze estranee (copertina romanzo C‟era una volta un pianeta di L.R. Johannis).

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L‟OCCHIO DELLA PITTURA SULLA TERRA

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L‟OCCHIO DELLA PITTURA SULLA TERRA

Una sfera di cristallo chiamata Terra, Gilda Gubiotti

(quadro esposto dal 7 luglio al 19 luglio 2007 a Taormina)

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L‟OCCHIO DELLA PITTURA SULLA TERRA

Dipinto ispirato dalla prima passeggiata spaziale di Edward White

Robert McCall, anni ‘70

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L‟OCCHIO DELLA PITTURA SULLA TERRA

Copertina del romanzo C’era una volta un pianeta, L.K. Johannis

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L‟OCCHIO DELLA PITTURA SULLA TERRA

Copertina del cd Fate of Nations, di Robert Plant, 1993

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• Nei testi analizzati la rappresentazione della Terra valorizza la sua parvenza apparentemente silenziosa, serena e pacifica, mentre in realtà dietro essa si celano problemi, preoccupazioni, illusioni e dolori;

• A volte invece la distanza ne svela la vera identità, di luogo fragile e insicuro.

• In altri casi essa assume una valenza simbolica positiva, come possibilità di rinnovamento, che a volte assume i colori di una surreale fuga nel blu…

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L‟OCCHIO DELLA MUSICA SULLA TERRA

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La terra vista dallo spazio è una palla

azzurra e silenziosa ma se ci vivi ti rendi conto che è tutta un'altra cosa niente combacia ci sono crepe e dalle crepe passa un po' di luce che si espande nell'universo

Safari, Lorenzo Cherubini Jovanotti, dall‟album Safari (2008)

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L‟OCCHIO DELLA MUSICA SULLA TERRA

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Il mondo visto dallo spazio è solo un'illusione

un punto poco fermo in preda alla sua rotazione

è il sogno di un illuso che non si è piu‟ risvegliato

Il mondo visto dallo spazio, Delta V, dall‟album Spazio (1998)

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L‟OCCHIO DELLA MUSICA SULLA TERRA

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La terra vista dalla luna

il passato si lascia alle spalle sorride da sola e di tutti i dubbi non sa che farne “

La Terra vista dalla Luna, Tiromancino, dall‟album Illusioni parallele

(2004)

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L‟OCCHIO DELLA MUSICA SULLA TERRA

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E volavo volavo felice

Più in alto del sole ed ancora più su Mentre il mondo pian piano Spariva lontano laggiù

(da “Nel blu dipinto di blu”, di D. Modugno, scritta con F. Migliacci,

Festival di San Remo del 1958))

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L‟OCCHIO DELLA MUSICA SULLA TERRA

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• Nel fumetto Alla scoperta del pianeta Terra, del disegnatore G. De Luca, il nostro pianeta appare come luogo di distruzione, morte, guerre, ingiustizie e desolazione

• Nel fumetto La Terra come patrimonio da difendere con attenzione e amore nella copertina del settimanale “Topolino” nr. 2787.

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L‟OCCHIO DEL FUMETTO SULLA TERRA

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Mentre il mondo pian piano svaniva laggiù

L‟OCCHIO DEL FUMETTO SULLA TERRA

Fumetto Alla scoperta del pianeta Terra,

G. De Luca, pubblicato il 9 Gennaio 1991

su Il Giornalino n°2

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Mentre il mondo pian piano svaniva laggiù

L‟OCCHIO DEL FUMETTO SULLA TERRA

Copertina del settimanale

Topolino nr 2787 (22 aprile 2009),

disegnata da Alessio Coppola

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• Area di ricercaproduzione cinematografica antecedente lo sbarco dell‟uomo sulla Luna (1969)

• Testi– Georges Méliès,Viaggio nella Luna (1902)– Georges Méliès, Viaggio attraverso l‟impossibile (1903)– Irving Pinchel, Uomini sulla Luna (1950)– Pier Paolo Pasolini, La Terra vista dalla Luna (episodio da Le Streghe,

1967)– Pier Paolo Pasolini, Porno-Teo-Kolossal (analisi della sola sceneggiatura

del film, 1976)– Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello spazio (1968)– Franklin J. Schaffner, Il pianeta delle scimmie (1968)

"..io non ho mai dato molto credito a queste storie, però, considerate altre cose

che sono accadute, trovo difficile scacciarle dalla mia mente..“

LA TERRA NEL CINEMA FINO AL 1969

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• Tenendo conto del fatto che prima del 1969 l‟uomo poteva solo immaginare come apparisse lo Spazio visto da vicino, si osserva un progresso in termini di realismo: la Luna di Méliès di inizio „900 è irrealistica e umanizzata, mentre lo Spazio di Pinchel a metà del secolo è molto verosimile;

• l‟immagine della Terra suscita stupore e meraviglia, e sottolinea la sua immensità rispetto all‟uomo, ma anche la sua irrilevanza se paragonata al Sistema Solare.

• Il miglior risultato in termini di realismo scientifico è nel lavoro di Kubrick, in cui però assume il valore di punto di partenza per un nuovo viaggio e una nuova umanità.

"..io non ho mai dato molto credito a queste storie, però, considerate altre cose che sono

accadute, trovo difficile scacciarle dalla mia mente..“

LA TERRA NEL CINEMA FINO AL 1969

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• Ricorre ancora un uso allegorico o didascalico dell‟immagine della Terra: ne Il pianeta delle scimmie si scopre che il pianeta devastato verso cui si dirige la missione spaziale nel futuro è il nostro, radicalmente e drammaticamente cambiato in seguito a catastrofi dovute all‟uomo..

• La funzione allegorica dello sguardo dell‟uomo sulla Terra dall‟alto è ben presente nei film di Pasolini, in cui le vicende narrate si svolgono sulla Terra, ma presuppongono un osservatore esterno e distaccato, capace di guardare così in modo disincantato il mondo..

"..io non ho mai dato molto credito a queste storie, però, considerate altre cose

che sono accadute, trovo difficile scacciarle dalla mia mente.."

LA TERRA NEL CINEMA FINO AL 1969

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VIDEO

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• Area di ricercaProduzione cinematografica e televisiva successiva allo sbarco dell‟uomo sulla Luna

• Testi– Andrej Arsen'evič Tarkovskij, Solaris (1972)– Gerry e Sylvia Anderson, Spazio 1999 (1973)– Richard Donner, Superman: the movie (1978)– Mike Hodges, Flash Gordon (1980)– Rod Serling, Ai confini della realtà (1983)– Ron Howard, Apollo 13 (1995)– Peter Weir, The Truman show (1998)– Matt Groening, Futurama ( dal 1999 negli USA, in Italia dal 2000)– Tim Story, I fantastici 4 (2005)– Bryan Singer, Superman returns (2006)– Tim Story, I fantastici 4 e Silver Surfer (2007)– Andrew Stanton, WALL-E (2008)

“Un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l‟umanità”

IL CINEMA e LA TERRA dopo il „69

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“Un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l‟umanità”

IL CINEMA e LA TERRA dopo il „69

Anni „70-‟80:

• si privilegia l‟immagine della Terra come luogo rassicurante, accogliente rispetto agli altri pianeti.

• nel contesto della guerra fredda la sua rappresentazione dall‟alto può essere considerata una scelta politica: per i Russi di Solaris infatti inserire inquadrature della Terra era come riconoscere la supremazia dell‟America, più avanti nei programmi spaziali in seguito allo sbarco sulla Luna (cfr. Spazio 1999).

Anni „90:

– simbolo del progresso e della forza dell‟umanità che è riuscita a sconfiggere la “barriera” dello spazio

– simbolo del contrasto tra la Natura e il mondo artificiale, come può essere quello trasmesso dai mass media.

2000:

– la visione del nostro pianeta dallo spazio diventa frequente: tutti sanno com‟è quindi, se non in casi particolari ( es. WALL-E), esso ha un ruolo narrativo, di ambientazione, più che simbolico. È un punto di partenza e di ritorno per nuovi viaggi.

– critica al modo in cui l‟uomo ha ridotto la sua stessa casa, la Terra.

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Conclusioni provvisorie

A partire dall’antichità e fino alla conquista della Luna l’immagine della Terra ha per lo più assunto valenze simboliche negative, legate all’idea di fragilità, piccolezza, miseria, dolore, soprattutto in contrapposizione agli spazi celesti.

Solo nel ‘900, e soprattutto dopo la conquista della Luna, essa è stata ritratta in forma realistica, con una connotazione positiva, legata alla celebrazione della potenza dell’uomo e delle sue potenzialità

L’acquisizione nell’immaginario comune della visione spaziale della Terra ha causato un suo declassamento a semplice fondale della narrazione.

Negli ultimi decenni la sua immagine è infine stata assunta a simbolo delle campagne ambientaliste, che ne sottolineano la fragilità e la delicatezza, spesso minacciata e comunque bisognosa di protezione.