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L’ L’ultima il P aese nuovo giovedì 17 giugno 2010 12 Erano gli anni dei totalitarismi europei ed il vecchio continente, sempre più curvo su se stesso, smarriva nel tempo la via di una cultura che a detta di Gadamer poteva esser riconquistata soltanto attraverso la capacità ermeneutica del linguaggio. Così questo pensiero incontrava il rapporto evolutivo di una cultura europea che non poteva più chiudersi fra sé e sé, ma aveva il necessario bisogno di reagire e di trovare il nesso - tra forme che danno la forma, diceva Hannah Arendt - tra identico e diverso nell'unica via possibile. Quella di individuare la vita stessa in quel suo farsi riconoscimento. Anche in Gadamer ci muoviamo verso un riconoscimento che può essere ottenuto soltanto nel riconoscimento della pluralità, intesa come diversità culturali e linguistiche, dando e ridando valore alla cultura in quella lezione Hegeliana secondo cui è possibile raggiungere una completa Universalità nella piena consapevolezza da parte dell'uomo della sua propria umanità, in quanto uomo e non in quanto cristiano, arabo, bianco, nero, asiatico ecc. Così nel 2010, lontani dagli echi delle due guerre mondiali, gli uomini ancora stentano ad apprendere la lezione del passato scontrandosi con l'impossibilità al riconoscersi. In questa scia nasce e cresce e si dà forma la ew Page di Marianna Massa, primo lavoro del movimento, fondato da Francesco Saverio Dòdaro, a presentare la caratteristica del bilinguismo (il linguaggio che unisce) italiano/arabo, e che traccia la storia di due donne, due amiche, e delle difficoltà delle scelte. E scrive «el tuo sguardo c’è preoccupazione, spavento. on pensare ai passanti che ci guardano e si chiedono: che ci fa un donna col burqa davanti a un obiettivo?» e ancora «Avevi lo stesso sguardo quando mi parlavi di Yasser. Quel caschetto rosso ti stava così bene… e lui non ha saputo guardarlo. Ammetti le sue palesi mancanze, ma continui ad amarlo disperatamente.» Così l'amore di una donna per un uomo come tentativo per attenuare le distanze e l'amicizia inscindibile di due donne a suggellare l'intreccio magico delle relazioni umane, il riconoscimento finale, nel lavoro di Marianna Massa, assume la connotazione tipica del fare cultura, del linguaggio che crea legami, attenua, unisce. Rende inutili le distanze ideologiche che, anzi, si fanno spunto per l'avvicinarsi nell'ottica di cultura di totale apertura verso il prossimo. «Ed eravamo anche noi due estremi complementari e opposti: una straniera con la gonna fin sopra al ginocchio sottobraccio a una donna col burqa. E nessuno capiva perché ridevamo e perché quella coperta stava davanti all’obiettivo e quella scoperta lo teneva in mano...» Marianna Massa, salentina, vive ormai da tempo in Egitto, al Cairo. Laureata in Lingue e Letterature Euro-mediterranee presso l'Università del Salento nel 2004/2005, consegue nel 2006 un Master in Studi Islamici presso l'Università "L'Orientale" di apoli, si occupa di traduzioni, scritture per Tv e Cinema al Cairo. Francesco Aprile

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giovedì 17 giugno 201012

Erano gli anni dei totalitarismi europei ed ilvecchio continente, sempre più curvo su se

stesso, smarriva nel tempo la via di unacultura che a detta di Gadamer poteva esserriconquistata soltanto attraverso la capacità

ermeneutica del linguaggio. Così questopensiero incontrava il rapporto evolutivo di

una cultura europea che non poteva piùchiudersi fra sé e sé, ma aveva il necessariobisogno di reagire e di trovare il nesso - traforme che danno la forma, diceva Hannah

Arendt - tra identico e diverso nell'unica viapossibile. Quella di individuare la vita stessa

in quel suo farsi riconoscimento. Anche inGadamer ci muoviamo verso un

riconoscimento che può essere ottenutosoltanto nel riconoscimento della pluralità,

intesa come diversità culturali e linguistiche,dando e ridando valore alla cultura in quella

lezione Hegeliana secondo cui è possibileraggiungere una completa Universalità nella

piena consapevolezza da parte dell'uomodella sua propria umanità, in quanto uomo enon in quanto cristiano, arabo, bianco, nero,

asiatico ecc.

Così nel 2010, lontani dagli echi delle dueguerre mondiali, gli uomini ancora stentano

ad apprendere la lezione del passatoscontrandosi con l'impossibilità al

riconoscersi. In questa scia nasce e cresce e sidà forma la �ew Page di Marianna Massa,

primo lavoro del movimento, fondato daFrancesco Saverio Dòdaro, a presentare lacaratteristica del bilinguismo (il linguaggioche unisce) italiano/arabo, e che traccia la

storia di due donne, due amiche, e delledifficoltà delle scelte. E scrive «�el tuo

sguardo c’è preoccupazione, spavento. �onpensare ai passanti che ci guardano e sichiedono: che ci fa un donna col burqa

davanti a un obiettivo?» e ancora «Avevi lostesso sguardo quando mi parlavi di Yasser.

Quel caschetto rosso ti stava così bene… elui non ha saputo guardarlo. Ammetti le sue

palesi mancanze, ma continui ad amarlodisperatamente.» Così l'amore di una donnaper un uomo come tentativo per attenuare le

distanze e l'amicizia inscindibile di duedonne a suggellare l'intreccio magico delle

relazioni umane, il riconoscimento finale, nellavoro di Marianna Massa, assume la

connotazione tipica del fare cultura, dellinguaggio che crea legami, attenua, unisce.

Rende inutili le distanze ideologiche che,anzi, si fanno spunto per l'avvicinarsi

nell'ottica di cultura di totale apertura versoil prossimo. «Ed eravamo anche noi due

estremi complementari e opposti: unastraniera con la gonna fin sopra al ginocchio

sottobraccio a una donna col burqa. Enessuno capiva perché ridevamo e perché

quella coperta stava davanti all’obiettivo equella scoperta lo teneva in mano...»

Marianna Massa, salentina, vive ormai datempo in Egitto, al Cairo. Laureata in

Lingue e Letterature Euro-mediterraneepresso l'Università del Salento nel

2004/2005, consegue nel 2006 un Master inStudi Islamici presso l'Università

"L'Orientale" di �apoli, si occupa ditraduzioni, scritture per Tv e Cinema al

Cairo.

Francesco Aprile