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    Il Ve(T)ro

    Nel biancoPrendiamo spunto per il titolo da un famoso romanzo di

    Ken Follett, per commentare un evento atmosferico in-

    credibile che ha interessato il nostro paese nelle scorsesettimane. La nevicata cominciata precisamente il 1

    Febbraio, concedendo una mini-tregua il giorno succes-

    sivo, e ricominciando copiosamente a partire dal terzo

    giorno del mese. Oltre agli ingenti danni provocati ad

    animali, vegetazione e oggetti di vario tipo esposti alla

    merc del fenomeno, anche la popolazione ha dovuto pa-

    tire privazioni, legate allinterruzione elettrica, idrica e

    alla scarsa reperibilit di beni indispensabili. Ma si sa, il

    Carpinetano sa fare di necessit virt, e allora ecco spun-

    tare sulle strade ghiacciate e invase dalla neve uomini,

    donne, ragazzi provvisti di pala e tanta buona volont cheprovvedono, per quant in loro potere, a spalare tratti di

    strada, mezzi, marciapiedi e accessi alle abitazioni. Pur-

    troppo c motivo di pensare che sia lamministrazione

    sia la popolazione, siano stati presi alla sprovvista da

    questimprovvisa perturbazione, bench in TV non si par-

    lasse daltro durante le settimane precedenti: infatti tutto

    ci si aspettava, tranne questa valanga che ha bloccato

    il cuore delle attivit paesane, da quelle commerciali a

    quelle sportive passando da quelle rurali. Come se non

    bastasse, oltre alla possibilit di stupefacenti scivoloni

    se ci si fosse avventurati fuori di casa sulle strade, si deve

    aggiungere il pericolo dallalto, cio vere e proprie

    lastre di ghiaccio, sporgenti dai tetti ( con tanto di Ca-

    lecantregli) che avrebbero potuto causare danni a per-

    sone, sorte toccata alle malaugurate macchine parcheg-

    giate sotto. Questa crisi che ci ha riportato indietro nel

    tempo, ci lascia forse anche qualcosa di buono: il fatto

    di apprezzare di pi le cose che abbiamo, e la riscoperta

    dellaffetto dei propri cari attorno al fuoco.

    Azzeccagarbugli

    Quattordicinale dinformazione trasparente Anno 1 - Numero 3 11-03-2012

    ATTUALIT

    pagina 2-3

    STORIA

    pagina 4

    RITRATTI

    pagina 5

    Il Ve(T)ro posa aglio fontanile dellAnnunziata

    Incubo Neve

    CULTURA & SOCIET

    pagina 6-7

    a pag. 2

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    Incubo neve

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    Riscoprirsi solidali nellestremo bisogno

    I DANNI DELLA NEVE Gli irriconoscibili giardini di piazza Camaiti sommersi

    dalla neve. (localit Jo moro)

    E nita, il primo pensiero di ogniCarpinetano appena visto il sole eil bel tempo. C da dire che abbia-mo vissuto tutti un esperienza cherimarr impresa nelle nostre men-ti. Il sentimento che pi si respi-rava in paese era una paura quasiirrazionale, passata infatti la prima

    ondata di neve e freddo, le perso-ne si sono riversate nei supermer-cati, nelle farmacie per prepararsialla seconda ondata, come se nonvolessero farsi trovare imprepa-rati di nuovo. Rimanere per tregiorni senza corrente e in alcunicasi anche senza acqua un espe-rienza che fa riettere. Si legge-va nei volti delle persone anche la

    rabbia, lincredulit, un profondosentimento di tristezza, di impo-tenza, era come se fossero tutti in

    balia di una forza oscura, fredda,che voleva portarsi via il loro ap-

    parente benessere. Cos anche leoperazioni pi semplici: vederela televisione, aprire il rubinetto,accendere la luce divenivano del-le chimere. Passeggiare per stradaera unardua corsa ad ostacoli, trail rischio di caduta neve dai tettie i marciapiedi impraticabili. Eraimpossibile anche andare a lavo-ro. Poi dun tratto ecco spuntare lacooperazione, la voglia di riscatto,la volont di far tornare tutto allanormalit. Un profondo grazie vaa tutti coloro che si sono impegna-ti nel gestire lemergenza anche esoprattutto alle ditte di movimento

    terra e alle associazioni che sonointervenute spontaneamente e avolte anche senza compenso per

    disseppellire i cittadini pi isola-ti. E forse questo laspetto piinteressante della vicenda, questacapacit di fare branco di unirciin una situazione di emergenza di

    buttare il cuore oltre lostacolo,

    di saper mettere le divergenze daparte anche se solo per un momen-to. Questo quello che importa,in fondo siamo tutti impotenti difronte alle forze della natura, sia-mo sempre cos presi dalle nostredivergenze dalle nostre convizioni,che mettiamo da parte lumanit.Il comune poteva forse ge-stire meglio l emergenza?Probabilmente poteva, ma lo

    slancio con cui la comunit tut-ta ha reagito, compreso il picco-lo municipio, ad onor del vero

    riscatta tutte le comprensibi-li inefcienze e mi sento di direche inutile levare polemica lad-dove c stata tanta sofferenza.Lincubo neve adesso fnito maspero che abbia lasciato in tutti

    noi quella umanit e quel sen-so di collaborazione che ho vistonascere, se solo volessimo po-trebbe portarci molto lontano eaiutarci anche a superare la crisieconomica che stiamo vivendo.

    Alone in the Dark

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    Che la neve facesse cos tanto ru-more forse non se laspettava nes-suno. Due settimane al bianco,con annessi tre giorni di comple-to isolamento (niente elettricit,scarsezza di viveri, blocco dellelinee telefoniche) hanno scatena-to in paese una polemica innita.

    Al centro delle discussione ilComune, per molti reo di nonesser stato allaltezza dellemer-genza sbagliando modi e tempidellintervento, per altri invecetravolto da un agello difcil-mente arginabile in tempi rapidi.Com andata a nire lo san-no tutti: Carpineto stato lette-ralmente liberato dalla forza di

    volont dei suoi abitanti che sisono fatti carico dellemergen-za e si sono rimboccati le mani-che no a quando sono tornate lecondizione minime di vivibilit.La spiegazione del sindaco Quiri-no Briganti e dellonorevole RenzoCarella, che hanno lamentato des-ser stati lasciati soli dagli enti re-gionali, se confermata sarebbe unoscandalo inaudito e nonostante -come ripetuto dallo stesso Carella- le inefcienze di Enel, Telecom,Protezione Civile regionale e na-zionale, Prefettura di Roma saran-no presto oggetto di una dettagliatainterrogazione parlamentare (a tal

    proposito vorremmo esser infor-mati degli sviluppi della vicenda)la rabbia dogni carpinetano resta.In un clima surreale - dove ac-

    canto ai cittadini impegnati a ri-pulire con pala e olio di gomitointeri quartieri e a prestare soc

    corso ai bisognosi ce nerano altriimpegnati (forse troppo?) a com-mentare sui social network meritio inefcienze dellamministra-zione comunale - inevitabilmentela polemica diventata politica.

    Non sono tardati volantini diprotesta (dalla lista civica Cam-

    biamo Carpineto) e manifesti dicontro-risposta (a rma Pd), che

    pi dinformare i cittadini hannoavuto come tutti i manifesti po-litici del mondo lo scopo di con-vincere che la ragione ce labbia-mo noi e loro stanno nel torto. vero che i ritardati soccorsi adisabili e dializzati sono incom-mentabili, vero che il Comune

    ha clamorosamente toppato ditempismo nella comunicazione aicittadini delle operazioni antine-ve, ed altrettanto vero che vede-re soccorrere anziani su barelle difortuna fatte scivolare come slittesu discese ghiacciate imperdo-nabile; ma architettare unopposi-zione politica - nel corso dellannoinesistente - su una calamit natu-rale come fatto da Cambiamo Car-

    pineto francamente disgustoso.Non perch non si debbano rimar-care le lacune dei governanti (checome detto ci sono state), ma perchsiamo dellidea che lopposizioneandrebbe fatta pi che in situazio-ni di straordinariet come quelladella recente nevicata, nellordina-riet del quotidiano (stare in mez-zo alla gente, operare nel sociale,

    difendere diritti delle categoriesvantaggiate, denunciare inef-cienze ecc . per 365 giorni lanno).

    Parlare di piano neve, che pe-raltro nessun comune nel Lazio hamostrato davere (senzaltro unacolpa, ma questa lItalia in cuiviviamo e non serviva la neve perricordarcelo), e insistere sulla pa-rola dimissioni dellamministra-zione sono segni evidenti duna

    visione del reale sbrigativa e perquesto per nulla convincente.In poche parole va ribadita la so-lita critica da anni mossa alle for-ze di opposizione: lunghi periodidi silenzio spezzati solo o da unanuova campagna elettorale o daavvenimenti di grande richiamo.Per quanto attiene alla maggio-ranza due appunti: che la nevica-

    ta record serva di lezione, quindisi provveda al necessario afnchnon si ripetano nuove situazioni dicrisi; che si dia seguito con i fattiagli impegni presi per far ripartirela nostra vitale economia di picco-le e medie imprese, soprattutto delsettore agricolo. Non farlo sarebbeuna colpa di cui rispondere.

    Renato Mortoschiavo

    Emergenza neve: come ha reagito

    la politicaGli errori dellAmministrazione e la sufcienza dellopposizione

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    Le tragedie non arrivano mai sole

    ma con la neve!1929,1956,1985 e 2012: analogie tra gli anni bianchi

    Nonostante il 2012 sia ancora aglialbori, si sono vericati degli ac-cadimenti che rimarranno impressinellimmaginario collettivo. Unodi questi sar certamente la tem-

    pesta di neve che ha colpito Car-pineto Romano e lItalia intera nelmese scorso. Un weekend senza

    luce, acqua, televisore, computer.Gente in preda alla disperazio-ne, gente che meditava lespatrio,gente sullorlo di una crisi di ner-vi. Giovani sofferenti che magari,come se il destino(e il blizzard)non fosse stato abbastanza bef-fardo privandoli delle loro con-solidate abitudini e comodit, sisono dovuti subire (non a torto)

    anche gli odiati perch dei nonnio dei genitori: perch se tornassela guerra tu non sopravvivresti!,perch voi giovani siete viziati!,perch dovete imparare a campa-re!, eccetera, eccetera, eccetera.A quale persona poi, non capi-tato di sentirsi raccontare dal

    proprio nonno della famosa Ne-vicata del 1929 o del 1956, ma-gari davanti al tepore di un cami-netto? O dai propri genitori dellaoramai celeberrima Nevicata del1985? . Lo scrittore francese PaulMorand affermava che la storia[] meccanicamente si ripete.

    Dalla curiosa ricerca che abbia-mo condotto risulta che a ripeter-si pi che la storia, siano gli anni.Le analogie tra lanno corrente ei suddetti infatti, non si fermanoalla sola tempesta di neve e cosici siamo sbizzarriti a fare dei pa-ralleli. 1929 e 2012 sono legati ad

    esempio, dalle due pi grandi cri-si economiche che si ricordino: il24 ottobre del 29 inizi il crollodella Borsa valori di Wall Streetcon il cosiddetto gioved nerodi New York a cui seguir poi (il29 ottobre), il marted nero: unacrisi che durer quasi un decennio.Il 2012 comincia sulla stessa lun-ghezza donda con una crisi eco-

    nomica (ancora in corso), di pro-porzioni tanto gigantesche quantopreoccupanti: la Grecia infatti adun passo dal default nanziario erischia di avere un effetto dominosullintera Europa. 1956 e 2012sono legati a doppio lo invece, daeventi di politica estera e tragediedel mare: la Tunisia nel 56 otten-ne dalla Francia lindipendenzama soltanto nel 2012 lex colonia,diventa una Nazione veramentelibera e democratica. Dopo annidi oppressione e regime infatti, sisvolgono nalmente delle elezioni-regolari nella regione maghrebina .

    Mentre negli Stati Uniti il 1956 fulanno di Dwight Eisenhower chesi conferm per la seconda voltaal timone della Casa Bianca dopoaver battuto il democratico Ste-venson. Anche il 2012 sar lannodi Obama che proprio come il suo

    predecessore, cercher una nuova

    conferma nelle elezioni presiden-ziali di novembre? Il 13 gennaio2012 poi, naufraga la Costa Con-cordia nelle acque dellIsola delGiglio. Una tragedia tutta italianache ha solo un precedente: lAn-drea Doria affondato nellOceanoAtlantico il 25 luglio 1956. 1985 e2012 inne, hanno in comune duetragedie sportive: a Port Said (Egit-

    to) il 1 febbraio, muoiono 78 per-sone nel dopo-partita di un matchdel campionato di calcio naziona-le. Una tragedia che ci riporta allamemoria quel maledetto 29 mag-gio 1985: nale di Coppa Cam-

    pioni tra Juventus e Liverpool allostadio Heysel di Bruxelles, dove imorti furono 39. Di eventi curiosie tragici ce ne sarebbero a decineda raccontare, ma non avremmospazio a sufcienza. per questoche abbiamo raccolto quelli pisignicativi, pi eclatanti e pi(tristemente) noti. Tutti accomu-nati dal cosiddetto fattore neve.

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    Chacun son gout

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    Un ambasciatore instancabile

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    Ricordi quel giorno al CampoSportivo quando mi dicesti: Seme moro je, allora oglio ride!

    Non lo saccio chissi comme fan-no? Ti ammetto che quella fra-se mi colp. Ci rimasi davveroa riettere per qualche minuto.S, un problema serio. In effet-

    ti - pensai - da quando zio Pietroha lasciato alcune delle sue attivit stato veramente difcile, se nonimpossibile, non lasciarle perire. Ilfatto che quando si incaponiscenel fare una cosa, la vuole talmente

    perfetta che tende a portarla avantiin solitaria: vorrebbe insegnarte-la, ma la vuole fare lui! Tu che laccanto cerchi di seguirlo, ti per-

    di perch non capisci dove vuolearrivare. Ma quando vedi le coseconcluse rimani impietrito (!), tor-ni indietro con la memoria e tutto chiaro: ogni azione aveva un pre-ciso scopo, quello di perfezionare.E incredibile: quando parlava eragi tutto disegnato nella sua mente.Da due anni sto trascorrendo il miotempo seduto accanto a lui dentroquesta benedetta segreteria dellaVisa. Mi dice che mi sta insegnan-do i cavilli burocratici dei tessera-menti. Appunto: mi dice. Perch inrealt fa tutto lui. E se glielo dicise la ride sotto i baf, stringendogli occhi e appuntendo le labbra!Lanno scorso stette due mesi inte-ri a dirmi: i documenti li preparia-mo insieme, per a Roma vai tu aconsegnarli, cos fai esperienza, se

    giovanotto ma mica tenarai pau-ra? E invece tutto si rivel vano:alla ne venne pure lui a Roma!

    Mi manda a comprare a tre a trei pacchetti delle sigarette anchesotto la bufera. Ogni santo gior-no ha loccasione per incavolarsi:c sempre qualcuno che ritieneesagerate le sue accortezze. Noncapiscono che ogni sua decisione presa per il bene della comuni-

    t. Perch se ha comprato di tascasua i riduttori di usso per le doccedegli spogliatoi e si innervosiscequando sente lacqua scorrere per

    pi di dieci minuti, perch lac-qua la paga il comune, cio tuttinoi, anche chi lo critica in queimomenti. Si lamentano addirit-tura per il fatto che sta sempre afotografare: non capiscono che, a

    lui, quando vede una foto anticagli splendono gli occhi. E che vor-rebbe splendessero anche ai suoisuccessori quando questi vedrannoquelle che ha scattato lui. Quanto locapisco! Certe emozioni sono solo

    per pochi, per quelli che ancoraportano avanti determinati valori.Venni verso di te, ti dissi: Te toc-ca ghiam jarchiviatore storico deCarpineto a t. Mi facesti il tuosolito sorrisetto nascosto, come

    per dirmi chai ragione, e te lasvignasti. Quanto te piaceva! Sidanna e impreca ogni giorno. Machi glielo fa fare? La passione, chiaro. In fondo tutte queste attivi-t quale grande vantaggio persona-le gli stanno portando? E nonostan-te le sue battaglie donchisciottianeancora non gli passata la voglia di

    adoperarsi . Mah! Finch un gior-no hai lasciato la segreteria. Dopola legnata dello Zecchino dOro,

    , quella della politica, hai presoanche quella della Semprevisa. Il

    perch non mi interessa e non telho mai chiesto: sapevo ti avrebbefatto troppo male. Dicono che siasuccesso perch il tuo volto lascia-va trasparire sempre il tuo pensiero.Sembrava, negli ultimi mesi,

    che ti fossi nalmente dedicatoalle classiche quattro chiacchie-re da bar. E invece dietro le tuevasche apparentemente silen-ziose continuavi a tessere la tuatela per un mondo migliore. Seistato instancabile, caro amba-sciatore di Wadowice in Italia!Tanti ti hanno criticato. Ma tantiti hanno accompagnato nella tua

    ultima vasca. Forse perch, in unmondo cos ipocrita, n quandoeri qui, pochi avevano il corag-gio di esprimere lammirazionenei tuoi confronti, perch tu, perloro, eri sempre sulla barca sba-gliata. Alla ne lo hanno fatto,anche se non sar questa la gra-titudine di cui parlavi sempre.Sei andato a goderti il tuo mondomigliore. Noi siamo ancora qui. Ilchissi comme fanno oggi re-alt, ma chissi che hanno avuto lagrandissima fortuna di collaborarecon te non lasceranno perire ci chehai insegnato loro. Stanne certo.

    Severino

    Pietro Santucci, nel ricordo di un amico giovanotto

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    Vacche, responsabilit dellente?

    Curiosit di una mandria di vacche

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    Cari lettoriNelle uscite precedenti ci siamolasciati dicendo che: non pre-visto dalla normativa nazionale oregionale vigente nessun risarci-mento per il danno a persone e/ocose subito da animali selvaticiin circolazione, salvo i casi in cui

    il tratto stradale sia sprovvisto diappositi segnali che avvertanodel pericolo (ordinanza della Cor-te Costituzionale n. 581/2000).Possiamo ora ripartire da qui peranalizzare insieme in modo ge-nerico, quali tuttavia siano i pre-supposti per poter affermare laresponsabilit dellEnte proprie-tario e/o concessionario della stra-

    da, quando sussiste la situazionedi un sinistro stradale provocatoda uninsidia presente sul trattodi strada. Come gi detto in pre-cedenza, secondo lindirizzo dellaSuprema Corte e della giurispru-denza di merito, lutente che su-

    bisca danni in seguito allutiliz-zazione della strada pubblica, puinvocare a sostegno delle proprie

    pretese risarcitorie, soltanto la di-sciplina di cui allart. 2043 c.c. Maosservando attentamente ci che ciriguarda, noteremo che non trovaapplicazione in materia di insidiastradale la presunzione aggravatadi responsabilit sancita dallart.2051 c.c. che regolamenta la re-sponsabilit del custode per i dan-ni cagionati dalle cose in custodia.Premetto ora, che presupposto im-

    prescindibile dellart. sopra citato, lintimo rapporto che lega il cu-stode alla cosa che ha cagionato

    il danno e per questo il legislato-re ha stabilito a carico del custodeuna ipotesi di responsabilit, conla conseguenza che in tali ipote-si, per il danneggiato sufciente

    provare il semplice nesso causalefra cosa e danno, rimanendo egliesonerato dalla dimostrazione del-

    la colpa del custode. Questultimopotr eventualmente liberarsi datale presunzione fornendo la pro-va liberatoria che il danno ascri-vibile al caso fortuito. Chiaritoquesto possiamo dedurre insiemecome sia improbabile considerarecustode, il proprietario e/o conces-sionario delle strade pubbliche nelsenso sopra specicato, in quanto

    la notevole estensione della retestradale impedisce al proprietarioe/o concessionario di esercitare sudi essa, quel potere che di fatto siesercita sulla res (sul bene/sullacosa), quale presupposto impre-scindibile della custodia sancitadallart. 2051. Dovendo esclude-re quindi lapplicabilit di questoarticolo, la giurisprudenza ha ri-tenuto che detta fattispecie deveessere disciplinata dalla pi am-

    pia responsabilit dettata dallart.2043 c.c. implicando, signicativeconseguenze sul piano probatorio(delle prove), in quanto il danneg-giato dovr provare oltre al nessocausale fra la strada e levento, an-che la colpa dellAmministrazio-ne proprietaria e/o concessionariadella strada. Questultima sar

    considerata responsabile delle-vento quando lutente dimostri la

    prova della non visibilit e della

    non prevedibilit dellinsidia. Pos-siamo quindi affermare quanto gistabilito dal Tribunale Civile diVarese nella sentenza n. 149/2005,la quale cita che qualora il danneg-giato non raggiunga la prova chelinsidia si trovasse sulla carreg-giata da tempo sufciente a rende-

    re esigibile lintervento di messain sicurezza della strada da partedellAmministrazione, lAmmi-nistrazione medesima, in appli-cazione del principio delloneredella prova sancito dallart. 2697c.c. deve andare esente da colpa.Recentemente in materia anchese con caso diverso, si espressadi nuovo la Corte di Cassazione

    con la sentenza n. 20754/2009, di-cendo che la presenza del segnalestradale Caduta massi sulla stra-da statale non esclude automatica-mente dalle responsabilit dellen-te custode della strada in caso difrana. Anzi, tale segnale indica laconsapevolezza nellente proprie-tario, della pericolosit della stradaed quindi un elemento rivelatore

    per il giudice che deve decideresul risarcimento allautomobili-sta danneggiato a carico dellente

    proprietario della strada: solo ilcaso fortuito esonera il custode exarticolo 2051 c.c. e inoltre non si

    pu non tener conto dalla specicapericolosit del tratto di strada in-criminato, che impone una parti-colare vigilanza. Secondo la Cortequindi si supera quellorientamen-

    to secondo cui la responsabilitda cose in custodia per lammini-strazione proprietaria della strada

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    sussiste solo quando le dimensio-ni dellinfrastruttura sono ridotteal punto da consentire una vigi-lanza costante, precisando che laresponsabilit dellente proprie-tario esclusa solo se lincidente

    avvenuto a causa di una circo-stanza improvvisa e non prevedi-

    bile, che mancato il tempo persegnalarla o intervenire, nonostan-te la diligenza tenuta nel vigilaresulla strada. La responsabilit dacosa in custodia presuppone cheil soggetto cui la si imputa abbiacon la cosa stessa un potere disorveglianza, questo il presup-

    posto su cui basarsi per precisareche comunque congurabile laresponsabilit dellente pubblico

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    Vivere la letteratura

    Il grande Gatsby (F.S. Fitzgerald 1925)

    Il grande Gatsby uno dei capisaldi della letteratura americana, nonch una delle opere pi inuentidel 900. Il romanzo ambientato negli anni 20, nel periodo antecedente al crollo della borsa di WallStreet ed un manifesto dellet del Jazz. Il tema centrale dellopera il cosiddetto Sogno Ameri -cano, cio la possibilit per chiunque di poter diventare ricchi tramite le proprie capacit. Gatsbyne lesempio pi palese e spudorato, un tipico self-made-man che ha ottenuto fama e ricchezzatramite vie poco ortodosse.

    Altri temi centrali del libro sono legoismo, lopportunismo e la solitudine che caratterizzano la socie-t americana del periodo post-bellico. Gatsby una sorta di Trimalchione, organizza feste lussuosissi-me e depravate gremite di falsi amici che godono la ricchezza del selfmade-man. Secondo Fitzgeraldla ricchezza non pu che portare alla solitudine pi estrema,ci infatti la caratteristica fondamentaledi Gatsby, un uomo solo circondato da sanguisughe, che rincorre un amore impossibile. Il protagoni-sta segue una curva discendente negli abissi pi profondi della disperazione umana,con linevitabilemorte. La morte di Gatsby una metafora della fallacit dellideale del sogno americano, nonch dellane di unepoca e di una societ che sta sprofondando nel baratro.

    Spider Jerusalem

    custode, salvo che questultimo non dimostri di non avere potuto farnulla per evitare il danno.Concludendo, possiamo provare insieme a creare uno schema ironicodel nostro problema, mostrando i tre presupposti che devono sussistere

    per far sorgere la responsabilit in capo allEnte gestore.

    1. visibilit dellinsidia;

    2. prevedibilit dellinsidia

    3. tempo trascorso fra linsorgere dellinsidia e lincidente

    1. mucche a tratti visibili

    2. mucche molto imprevedibili

    3. muccheconresidenzafssadaormai10annisullaretestra-

    dale.

    Lionel Hutz

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