IL VENTO DEL BRENTA 09-2009

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Il ento del Brenta trimestrale della pro loco di campolongo sul brenta Direzione, Amministrazione, Redazione: Casella Postale n.1 - Campolongo sul Brenta (VI) C.C.P.N. 10971364 - Spedizione in abbonamento postale - Taxe percue - Tassa riscossa Ufficio Postale - PT VICENZA - PAR AVION - ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96 anno XXVII - N° 1 SETTEMBRE 2009

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trimestrale della pro loco di campolongo sul brenta anno XXVII - N° 1 SETTEMBRE 2009 Direzione, Amministrazione, Redazione: Casella Postale n.1 - Campolongo sul Brenta (VI) C.C.P.N. 10971364 - Spedizione in abbonamento postale - Taxe percue - Tassa riscossa Ufficio Postale - PT VICENZA - PAR AVION - ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96

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Il ento del Brentatrimestrale della pro loco di campolongo sul brenta

Direzione, Amministrazione, Redazione: Casella Postale n.1 - Campolongo sul Brenta (VI) C.C.P.N. 10971364 - Spedizione in abbonamento postale - Taxe percue - Tassa riscossa Ufficio Postale - PT VICENZA - PAR AVION - ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96

anno XXVII - N° 1 SETTEMBRE 2009

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2 Il Vento del Brenta • Settembre 2009

IL VENTO DEL BRENTAanno XXVII - n° 1 Luglio 2009

Periodico di informazione e di cultura edito dalla Pro Loco di

Campolongo sul Brenta

Presidente della Pro Loco:Ruggero Rossi

Direttore responsabile:Giandomenico Cortese

Comitato di redazione:Ruggero Rossi, Fiorenzo Vialetto

Redazione: Casella Postale n°1

Campolongo sul Brenta

Autorizzazione:Tribunale di Bassano del Grappa n°1/83

Impaginazione e stampa:

Romano d’Ezzelino (VI)

Hanno collaborato: Giovanni Lovato, Maria Grazia Dalla Palma,Luciano de Pompeo, Vera Maria Lazzarotto,

Lorenzo Vialetto, don Franco Signori, Roberto Lazzarato

Questo numero è stato inviato a 1.028 famiglie, delle quali 310

residenti a Campolongo, 643 nel resto d’Italia, 75 all’estero.

Campolongo in Cifre:i dati del 2008 MASCHI FEMMINE TOTALE

RESIDENTI AL 01.01.08 412 413 825

NATI 6 3 9

MORTI 2 3 5

IMMIGRATI 18 14 32

EMIGRATI 20 19 39

RESIDENTI AL 31.12. 08 414 408 822

Differenza +2 -5 -3

Famiglie al 01.01.2008 329

Famiglie al 31.12.2008 330

MATRIMONI: n° 2 religiosi

CENTO ANNI FA (nell’anno 1908) i nati furono 62, i morti 31 ed i ma-trimoni 12. Ringraziamo la sig.ra Sabrina dell’Ufficio Anagrafe per la gentile collaborazione.

CITTADINI STRANIERI RESIDENTI AL 31.12.2008

STRANIERI MASCHI FEMMINE TOTALE

Spagna 0 1 1

Albania 4 6 10

Bosnia-Erzegovina 2 2 4

Romania 2 1 3

Serbia e Montenegro 1 0 1

Ucraina 0 2 2

Moldavia 0 1 1

Macedonia 0 1 1

Costa d’Avorio 1 0 1

Ghana 1 0 1

Marocco 13 8 21

Senegal 1 0 1

Perù 0 1 1

Cina 3 4 7

TOTALE al 31.12.2008 28 27 55

Residenti al 31.12.2007 28 28 56

Differenza 0 -1 -1

ELEzIONI 2009Nella consultazione elettorale tenutasi il 6 e 7 giugno scor-si i cittadini votanti a Campolongo si sono così espressi:

Elezioni Amministrative:Iscritti 764; votanti 556 (73 %); voti validi 526.INSIEME PER CAMPOLONGO 335 voti (63,7 %) UNITI PER CAMPOLONGO 191 voti (36,3 %)

Il Consiglio Comunale:

MAGGIORANzA: Sindaco: Mauro Illesi; Ruggero Zannoni (34 preferenze); Angelo Pizzato (31); Carlo Mocellin (27); Francesco Bianchin (24); Niria Giusto (20); Eliana Lazza-rotto (16); Denis Pontarollo (15); Doriano Serradura (12).

MINORANzA: Ruggero Rossi (capolista); Paolo Scremin (28); Giovanni Vialetto (23); Roberto Malvezzi (22).

TEMPO DI SOSTEGNOLa redazione del “Vento del Brenta” ed il

Consiglio della Pro loco ringra-

ziano i soci, i collaboratori e quanti contribuiscono alla realizzazione del

giornale e delle attività della Pro Loco. Alleghiamo un bollettino di Conto

Corrente, confidando nella sensibilità dei nostri lettori nel contribuire

alle spese di stampa e di spedizione di questo periodico.

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Pro loco

Il Vento del Brenta • Settembre 2009 3

RICAVI

Quote associative 275,00

Festa in Brenta 13.242,00

Contributi da Enti Pubblici 1.199,00

Erogazioni da privati 3.681,69

Interessi,... ……

Totale 18.577,00

Bilancio 2008

USCITE

Manifestazioni 10.516,48

Acquisto attrezzature 1.484,25

Spese per “Il Vento del Brenta” 3.206,97

Imposte, tasse,... 1.624,43

Spese varie 550,74

Totale 17.382,87

Riportiamo i dati principali che riassumono, dal punto di vista finanziario, l’attività della Pro Loco nel 2008.

“L’assemblea ordinaria dei Soci dell’Associazione “Pro Loco di Campolongo sul Brenta” ha proceduto alla votazione per eleggere i membri del Consi-glio Amministrativo dell’Asso-ciazione stessa.L’attuale Consiglio, che re-sterà in carica per i prossimi quattro anni, è composto dalle seguenti persone...” così reci-tava l’articolo di quattro anni fa nel presentare il nuovo Consi-glio della pro Loco di Campo-longo.... e tale e quale viene riportato ora, visto che nulla è cambiato. Allora auguri di buon lavoro a questi “fedelissimi” e a quanti collaborano, in diverse manie-re, alle iniziative della nostra Associazione.Ruggero Rossi presidenteCarlo Bonato vicepresid. Giovanni Vialetto segretarioEmilio Scramoncin consigliereFiorenzo Vialetto “Floriano Bonato “

Giannino Mocellin “Giovanni Todesco “Guido Fiorese “Loredana Illesi “Sergio Bonato “

Revisori dei conti sono Francesco Mocellin, Lu-ciano Vezzaro, Ruggero Zannoni. In qualità di Probiviri sono eletti Luciano Bonato, Natalino Vialetto e Patrizio Vialetto.Un pensiero vada dalle pagine di questo giornale al compian-to Avv. Michele Benettazzo, che si è impegnato con forza e determinazione perché le Pro Loco di tutta Italia venissero riconosciute come insostitui-bile tramite con il territorio nel rapporto con gli Enti e con le Amministrazioni Locali e che ha sempre ritenuto le Pro Loco importanti e necessarie per il bene della comunità in cui esi-stono.

s ruggero rossi

Il nostro direttore, il giornalista Giandomenico Cortese è il 54° presidente del Rotary Club di Bassano del Grap-pa. Succede al generale degli alpini Eugenio Mocchi. Il passaggio delle consegne è avvenuto durante una af-follata riunione all’hotel Camin, alla presenza dell’as-sistente del Governatore del Distretto Triveneto 2060, Adriano Visentin, del Past Governor Giampietro Mat-tarolo. Sono intervenuti anche i rappresentanti dell’In-nerwheel (Bruna Colognese) e del Rotaract.Il Rotary è una associazione internazionale, con oltre un milione duecento mila soci, diffusa in 168 Paesi, riconosciuta dall’Onu, impegnata sul fronte della so-lidarietà e della costruzione della pace mondiale che fonda il suo essere sulla costruzione dell’amicizia e del servizio. Riunisce i rappresentanti di tutte le principali professioni. Del Rotary di Bassano del Grappa è sta-to socio anche un altro nostro concittadino ed assiduo collaboratore de “Il Vento del Brenta”, il dott. Giovanni Lovato.Tra i service internazionali portati a com-pimento dal club di Bassa-no del Grappa, la importante “ t r i a n g o l a -re” con i club “gemelli” di T e g e r n s e e ( G e r m a n i a ) e Parigi Nor-dest (Francia), svoltasi a mag-gio in Toscana, l’impegno a formare gli infermieri professionali che operano nelle case di riposo del bassanese per seguire meglio i malati di demenza senile oltre agli impegni da tempo avviati a favore dei giovani con l’orientamento alla professione, “Salvaguarda Bassano”, l’alfabetizza-zione degli immigrati in collaborazione con Casa a Co-lori e le numerose altre attività che vedono il club ed i suoi soci protagonisti nel territorio. Il Rotary Bassano del Grappa è oggi forte di 64 unità.Nel suo indirizzo di saluto il neo presidente Giando-menico Cortese ha ricordato l’impegno che coinvol-gerà l’intero club, nella prossima annata, alla ricerca e nella comunicazione di “buone notizie”, riprenden-do il motto rotariano per il 2009/2010 che invita alla consapevolezza e all’azione, sostenendo che: “il futuro è nelle nostre mani”, stimolando a promuovere cultura e solidarietà....allora, al nostro Direttore Giandomenico, auguri sinceri di buon lavoro da tutti i soci della pro Loco di Campolongo.

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Momenti di vita

4 Il Vento del Brenta • Settembre 2009

La mattina del 12 novembre 2005 si è presentata promettente, l’aria era tersa, le montagne apparivano vicinissime, ad un tiro di schioppo, e il cielo era limpi-do, di un bel colore azzurro. Ho pensato che valesse la pena di approfittarne e di fare una camminata prima che arrivasse il tempo uggioso di novembre.Lì per lì mi è venuta l’idea di andare a fare una camminata in Gualiva. Andando lassù, ho pensato, avrei potuto respirare un po’ di aria buona, avrei potuto vedere i colori e sentire i profumi dell’autunno, e avrei potuto constatare se fossi sta-to in grado di arrivare fino a lassù con il peso dei miei anni sulle spalle; e in più ho pensato, passando sotto ai “calmi” (castagni) forse avrei trovato qualche ca-stagna (come facevo quando da ragaz-zo salivo lassù per andare alla spigola). (Foto sotto)

Detto fatto, in una decina di minuti, sono arrivato a Campolongo, ho parcheggiato l’auto in via XI Dicembre e mi sono in-camminato verso la Val Dritta. Dopo un centinaio di metri mi sono visto di fron-te, un po’ a destra, la vecchia scuola. Quanti ricordi! I rintocchi “ de a campana de ‘a scoea” delle otto, le corse a piedi

per la strada, e qualche volta attraver-so i campi; per arrivare, con puntualità, l’incontro con i compagni, gli schiamazzi pieni di allegria nel cortile prima di entra-re in classe, le aule, i nostri maestri.Girandomi a sinistra, verso la montagna, eccoti la casetta di Pasanante che mi ha evocato quel vecchietto che, come mi avevano raccontato i maestri, aveva partecipato alla “Spedizione dei Mille” con Garibaldi. Con quel racconto i ma-estri mi avevano così eccitato la fantasia che, con la mia immaginazione, io ve-devo ancora quel garibaldino, là seduto sui gradini della sua casetta, con la sua camicia rossa e un fazzoletto attorno al collo, a raccontare agli amici le sue av-venture.Toltimi di dosso quei pensieri fantastici da ragazzo, ho ripreso a salire su per la Val Dritta e dopo una cinquantina di

metri ho deviato a destra, ho preso la mulattiera che porta in Gualiva. La mulat-tiera era piena di fo-glie secche e, cam-minando, io sentivo sotto i miei piedi un fondo morbido e un gran fruscio.Dopo un po’ la mu-lattiera diventa più ripida e quindi ho dovuto rallentare il passo. Allora mi è venuto in mente il libro “La scoperta della lentezza” nel quale l’autore (Sten Nadolny) esprime

l’idea che la lentezza è come un’arte di dare senso al ritmo della vita e che la stessa offre dei vantaggi perché permet-te di cogliere meglio il dettaglio. E, infatti, a quel punto mi sono proprio reso conto del valore della lentezza: quando erava-mo giovani correvamo su per la monta-gna e non avevamo occhi per ciò che ci

circondava; in qual giorno, invece, sa-lendo lentamente ho potuto vedere con calma i colori, ho assaporato gli odori, dell’autunno ed ho notato che la natura stava già per entrare in riposo.Arrivato al Ronco, ho guardato in giù alla “Val Brutta”, ho intravisto tra gli al-beri quello che allora chiamavamo “el salto de ‘a vecia” e mi è venuto in mente che quando eravamo ragazzini i nonni ci raccontavano tante storie di streghe che abitavano in qual luogo impervio e oscuro; per noi, allora, “el salto de ‘a vecia” era un burrone pieno di fantasia che, soltanto al pensarci, ci riempiva di paure.Ho ripreso a camminare sulla mulattiera, che a quel punto diventa meno ripida, ho attraversato la “Val Brutta” e dopo una decina di metri ho visto, ho meglio ho intravisto, dipartirsi dalla mulattiera un “trodol” (sentiero) coperto da erbacce e da cespugli; un trodol ora inaccessibile ma che una volta molto battuto, e quindi sempre pulito, conduceva in Paise; l’ho rivisto quel sentiero, anche se ridotto soltanto ad una traccia, e subito mi è ve-nuto in mente che, da ragazzo, qualche volta in Paise ci andavo, per dare una mano ai miei genitori per la coltivazione del tabacco ma interessato soprattutto a due “figari” che ci davano degli ottimi fichi.Dopo un’altra decina di metri la mulat-tiera diventa più ripida; ho rallentato, ho dovuto rallentare ulteriormente il passo, e ho potuto dedicare più attenzione a ciò che mi circondava e in particolare alle grosse pietre con le quali i nostri an-tenati avevano fatto dei muri a secco, ri-cavando dalla montagna delle “banchet-te” (piccoli appezzamenti di terreno) sulle quali coltivare il tabacco. Che lavori duri! Eppure con la loro modestia erano forse più contenti di quanto non lo siamo noi oggi con tutto il nostro benessere!Superati 3 - 4 tornanti, sono arrivato alla Madonnetta; mi sono accostato alla gra-ta della porta, ed ho rivisto – dopo vari

Una Camminata in gUaliva...

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Momenti di vita

Il Vento del Brenta • Settembre 2009 5

anni - i tre componenti la Sacra Famiglia; Li ho salutati ed ho avuto con Loro un lungo, muto colloquio. Ero contento di avercela fatta, di essere riuscito a tornare lassù; e quasi per trasmettere ai quattro venti, e per partecipare anche agli altri, la mia soddisfazione, ho fatto rintoccare a piccola campana per 3 – 4 volte.In Gualiva la situazione non è cambia-ta rispetto ad una cinquantina di anni fa, ma solo apparentemente, solo ad uno sguardo affrettato; Di fatto il mon-do lassù è cambiato e di molto; i “calmi” (castagni) sono diventati naturalmente ancora più vecchi, hanno molti rami rin-secchiti e quindi sono improduttivi (vedi la foto dell’azzurro del cielo tra le foglie di un castagno). Sotto a quegli alberi ul-tracentenari c’erano dei ricci; col tacco delle scarpe ne ho calpestato ed aperto qualcuno ma dentro non c’era niente; che delusione! Una volta, quando era-vamo giovani, andavamo lassù a spigo-lare, a raccogliere le castagne rimaste dopo la raccolta fatta dai proprietari; ne trovavamo tante e mi è venuto in mente che in particolare nel giorno dei morti in paese tutti passavano la serata in fami-glia, seduti attorno al tavolo, in un’atmo-sfera di tristezza che veniva accentuata dai rintocchi della “campana da morto”; e là, intorno a quel tavolo, le famiglie cer-cavano di mitigare quell’atmosfera con tante castagne e con qualche patata americana.Anche le case lassù in Guaiva sono an-cora quelle di una volta; ma ce ne sono un paio davanti alle quali c’è tesa una corda, che sbarra il passaggio, con appeso un cartello sul quale sta scritto “casa pericolante”.Salendo ancora più su, ho visto la casa dei Marti e la memoria mi ha portato a galla che a volte, da giovanotto, ci anda-vo con altri amici e con Dino passavamo delle belle serate, divertendoci con un bicchiere di vinello locale e con qualche barzelletta ingenua. Poi sono arrivato

davanti alla casa di Nino de romano e là mi è venuto in mente che, qualche anno prima, mentre stavo passando davan-ti alla sua casa, Nino mi aveva invitato ad entrare, mi aveva mostrato, con un certo comprensibile orgoglio, i lavori che aveva fatto per metterla a posto e gen-tilmente mi aveva offerto un bicchiere di vino; e mi è venuta in mente la bella impressione che avevo avuto sia della sistemazione della sua casa che della sua gentilezza.Durante quel percorso non ho incontra-to anima viva; c’era un silenzio assoluto che di quando in quando veniva rotto da un fruscio di fronda. Non ho visto né sentito un uccello; non c’erano quel vo-lare e quel cinguettare di uccelli che una volta allietavano coloro che camminava-no o lavoravano in montagna rendendo meno penoso il loro sacrificio; poi, in Coltegno, prima di attraversare la “Val Dritta”, ho visto in alto, librato nell’aria e quasi immobile, un grosso uccello nero, che nella sua solitudine, mi sembrava soffrisse di tristezza.In Prè la casara è pure diroccata; e là, dove una volta c’erano tanti castagni, non ho potuto fare a meno di pensare a Tilio Macia che saliva sul tronco e poi sui rami dei “calmi” con la lunga pertica per “batterli”. L’unico aspetto molto bel-lo, che forse quando ero giovane non avevo notato, consiste nel fatto che là, in Prè, ora ci sono tante betulle dal fusto macchiato e molto eleganti.Da là sono sceso lentamente per la strada ora asfaltata; e ad un certo punto mi sono fermato a rivedere Gialia (vedi la foto di Guaiva con, a destra, la Vallata del Brenta e con sullo sfondo le Mel-lette).Quando stavo per rientrare nella Val Dritta mi ha superato una grossa mac-china fuoristrada che avevo visto salire in Coltegno: ho pensato che la nuova strada asfaltata che arriva fino in Guai-va è certamente utile per i paesani che

lassù hanno una casa o un bosco ma che purtroppo facilita gli scorrazzamenti di coloro che per la natura, e in partico-lare per la montagna, non hanno alcun rispetto, nessun interesse, e tanto meno amore.Arrivato davanti alla casetta di Pasanan-te ho rivisto, con la mia fantasia, il gari-baldino che, sempre con la sua camicia rossa e con un fazzoletto al collo, stava seduto su uno scalino della scaletta da-vanti alla porta di casa sua, con la pipa in bocca; mi sembrava assorto, quasi assente; forse pensava alla partenza da Quarto, forse ai suoi nuovi commilitoni volontari della “Spedizione dei Mille”; forse pensava alla navigazione sul Tirre-no e alla sua esperienza si mare; forse allo sbarco a Marsala o alla battaglia di Calatafimi o alla vittoria di Milazzo. Lo ho guardato a lungo con l’idea di carpirgli qualcuno dei suoi pensieri; ma poi ho deciso di desistere, di non disturbarlo, di lasciarlo a godersi i suoi ricordi.Ho fatto un’altra decina di metri e ho rivi-sto la mia vecchia scuola, il cortile, i miei compagni e i miei maestri per i quali ave-vo stima ed affetto; sempre con la fanta-sia li ho salutati e me ne sono andato.In macchina, sulla strada del ritorno per Bassano, pensavo al bilancio di quella camminata in Guaiva e sono arrivato alla conclusione che quel bilancio era molto positivo: avevo goduto una bella giornata, ero riuscito a tornare – sia pure lentamente – lassù e in più avevo avuto il piacere di rivivere idealmente tanti mo-menti della mai adolescenza e della mia gioventù.Grazie all’immaginazione, per alcune ore ero tornato giovane; ma è bene mante-nere i piedi a terra a non sognare troppo; godiamoci i nostri ricordi ma dobbiamo anche staccarci dal passato, tornare al presente e possibilmente guardare an-cora avanti.

s giovanni lovato

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Momenti di vita

6 Il Vento del Brenta • Settembre 2009

Non occorre nominare il cognome, basta dire maestra Alba ed intense emozioni ri-percorrono l’animo di quelli che una volta erano ragazzi. Vorremmo dire che oltre ad essere stata insegnante la signorina maestra Alba è stata per il nostro paese un’istituzione che ha aiutato a cresce-re generazioni di scolari. Ma non è stata solo un’educatrice; si è adoperata, anche, con passione e discrezione, per dare una mano a chi ne aveva bisogno. Passando vicino alla nostra vecchia scuola elementa-re, all’esterno, il tempo sembra si sia quasi fermato. Con un po’ di immaginazione si scorgono nel cortile, durante la ricreazio-ne, il maestro Giuseppe Donà (il burbero “maestro pipa”), la signora Ilde Grando (aveva la fama di essere inflessibile)e la signorina Alba Todesco; si odono ancora le garrule grida di ragazzini e ragazzine in grembiule nero e con il colletto bianco che giocano chi a “mussa vegna” chi a “fora caena”. Ora la ricreazione è finita e la voce inconfondibile della signorina maestra Alba richiama tutti in classe. Le lezioni devono continuare e aspettiamo anche la visita del signor parroco don Eugenio: siamo quasi alla fine dell’anno scolastico e il programma va portato a termine!Abbiamo pensato di sollecitare la penna di una sua ex alunna per un pensiero di au-gurio in occasione del suo ottantunesimo compleanno. Anche il “Vento del Brenta”, ben volentieri, si unisce, con l’auspicio che la maestra Alba possa trascorre il suo tem-po nel modo più sereno possibile.E’ una classica vecchia fotografia in bianco e nero quella che è davanti a me, scat-tata alla fine del lontano anno scolastico 1954/55.In essa mi riconosco scolara di quinta ele-mentare, in mezzo ai compagni di più clas-si accorpate. Siamo numerosi: a tanti volti

sono riuscita a dare un nome di getto, per qualcuno è stato necessario confrontarsi con altri compagni qui ritratti. La maestra è Alba Todesco, da Solagna, allora ventisettenne, al suo primo anno di insegnamento presso la scuola di Cam-polongo. Ognuno, rivedendosi, richiamerà di sicuro alla mente qualche ricordo per-sonale legato a quell’anno in cui la signori-na Alba ci è stata insegnante; tutti, penso, ricordiamo l’autorevolezza severa con cui dispensava ammonimenti e richiami, ma anche le parole di approvazione che non lesinava per i risultati positivi. Da allora, la maestra Alba ha svolto il suo insegnamento sempre a Campolongo, senza interruzioni, fino al momento del pensionamento giunto nel 1984, arrivando a conoscere profondamente gli alunni a lei affidati, le loro famiglie e ogni aspetto della vita del nostro paese, mantenendo rapporti aperti e schietti con tutti.Nello scorso febbraio la maestra Alba ha festeggiato il suo ottantunesimo comple-anno. Tutti coloro che a Campolongo l’han-no conosciuta, le augurano ogni bene, congratulandosi con lei; questa fotografia, che ritrae il primo gruppo di suoi ex allievi del paese, le giunga dal Vento del Brenta come il dono di un ricordo.

s maria grazia dalla palma

la maestra alBa

Nella foto la maestra Alba è in alto a destra.

Da sinistra partendo dal basso gli scolari:

in prima fila: Salvatore (?), Pierino Vettorazzo,

Livio Orlando (?), Giuseppe Bonato, Franceschino Zannini,

Antonio Lazzarotto, Piero Zannini;

in seconda fila: Bortolo Zannoni, Giuseppe Bonato,

Aldo Malvezzi, Mario Antonio Vialetto, Gianni Bordin, Giuseppe Bonato, Roberto Orlando, Carlo Vialetto;

in terza fila: Carla Vialetto, Lina Bonato, Laura Bonato,

Iva Negrello, Maria Grazia Dalla Palma, Fernanda Sgrinzato, Nadia Bonato,

Anna Maria Scremin;

in quarta fila: Marisa Volpe, Rita Colpo,

Maria Zannoni, Roberto Giusto, Giovanni Moro, Giovanna Zannini,

Resi Lazzarotto;

in alto: Artemio Secco, Lidia Bonato,

Francesco Bonato, Gianni Bonato, e (?).

Anno scolastico 1964-1965

Da sinistra si riconoscono: Enzo Orlando,

Anna Pellizzari, Giuseppe Bonato, Gilberto Bonato,

Raffaele De Andreis, Ruggero Zannoni,

Bruno Bigon, Federico Gheno,

Fiorenzo Zannini, Alvise Zannini,

la maestra Alba, Danilo Bonato,

Antonio Malvezzi, Sonia Bonato,

Nino Celi, Enzo Giusto.

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Il racconto

Il Vento del Brenta • Settembre 2009 7

CronaCa dal fUtUro

I comuni della Valbrenta, già da molti anni, non esistevano più come entità amministrativa. Al loro posto era sorto un unico ente sovra comunale. Qual-cuno si ricordava, in quell’estate del 2149, della fatica che i nonni ed i padri avevano compiuto per superare i con-trasti tra i vari paesi, per gestire proble-mi di campanilismo, di poltrone non più assegnate, di spese burocratiche improduttive risparmiate in nome di un razionale utilizzo delle risorse informati-che e telematiche. Prima si era iniziato a utilizzare quelli che erano gli uffici di ogni comune come terminali per scambiare notizie e informazioni utili ai cittadini, di-rettamente collegati alla sede centrale telematica. Successivamente, grazie alle nuove scoperte della cibernetica e della fisica, da casa propria ogni cit-tadino del comune di Valbrenta poteva accedere, in tempo reale, a tutti i servizi di cui aveva bisogno. Non che non si fossero mantenute le peculiari caratteri-stiche, tramandate nel tempo, tipiche di ciascuna comunità valligiana. Tanto per dire, gli abitanti di quello che una volta era il paese di Campolongo, anche se erano molto compositi per ceppo e per provenienza, soprattutto dai Paesi ara-bi, dalla Cina, e dalla Moldavia, mante-nevano sempre l’atavico attaccamento alla proprietà dei loro beni e continua-

vano a disputare ancora sui centimetri di terreno nelle controversie… facendo la fortuna di più di un avvocato.Addirittura, come rappresentanti della comunità, c’erano due delegati, uno di nome Ahmed e l’altro So Mi; tutti erano contenti del loro operato, nonostante i loro progenitori provenissero dalla Siria e dalla Cina… Qualche anziano ospite della casa di riposo telematica, che era stata istituita in due sedi, una sull’altipiano di Asiago ed una sul massiccio del Grappa, ricor-dava che una quarantina d’anni prima erano state risolte anche altre questio-ni burocratiche, come l’eliminazione di quelle che si chiamavano Provincie, ed erano stati conferiti maggiori poteri ai Comuni. Ora esistevano, a livello lo-cale, solo la Regione ed i Comuni. Le decisioni erano più veloci ed efficienti, con un notevole risparmio di denaro pubblico.In quel pomeriggio di mezza estate, mitigato dalla brezza montana, c’erano due anziani nella casa di riposo che si trovavano a discutere del passato. L’ar-gomento era caduto su quella che era stata una vicenda che si era trascinata per quasi un secolo: la costruzione del-la superstrada della Valbrenta. A parlarne, ora, ai due amici veniva qua-si di sorridere; quante riunioni, quante

continua a pag. 8

Proseguiamo la pubblicazione dei nominativi di co-loro che con il loro indispensabile aiuto economico concorrono, concretamente, alle spese di stampa e spedizione del giornale. Versamenti pervenuti a tutto il 05/08/2009.

(1) Giacomo Zannini - Campolongo S.B.

(2) Roberto Negrello - Campolongo S.B.

(3) Livio Vialetto - Campolongo S.B.

(4) Massimo Vialetto - Campolongo S.B.

(5) Emilio Vialetto - Campolongo S.B.

(6) Armida Lovato - Campolongo S.B.

(7) Pietro Zannini - Campolongo S.B.

(8) Giacomo Bonato - Campolongo S.B.

(9) Giuseppina Bonato - Campolongo S.B.

(10) Maria Grazia Bonato - Campolongo S.B.

(11) Santina Bonato - Valstagna

(12) Domenico Zannoni - Pove del Grappa

(13) Luciano Negrello - Castiglione delle Stiviere

(14) Anna Cavallin - Campolongo S.B.

(15) Alvise Zannini - San Nazario (VI)

(16) Maddalena Bonato - Villafranca (VR)

(17) Sonda Giacomina - Campolongo S.B.

(18) Mario Alban - Campolongo S.B.

(19) Gianluigi Vialetto - Pove del Grappa

(20) Antonio Volpe - San Donato Milanese

(21) Gino Bonato - Bassano Del Grappa

(22) Mario Bonato - Bassano del Grappa

(23) Angelo Tomassin - Padova

(24) Anonimo - Campolongo S.B.

(25) Marisa Volpe - Campolongo S.B.

(26) Vally Lazzaretto - Campolongo S.B.

(27) Giorgio Zannini - Campolongo S.B.

(28) Gianantonio Vettorazzo - Castelcucco (TV)

(29) Teresa Lazzaretto - Tezze S.B. (VI)

(30) Don Paolo Pizzolotto - Campolongo S.B.

(31) Carmine Mocellin - Milano

(32) Primo Costa - Campolongo S.B.

(33) Rolland Costa - Francia

(34) Bernardino Lazzaretto - Bassano D.G.

(35) Dolores Mocellin - Bassano D.G.

(36) Pasqualina Bonato - Campolongo S.B.

(37) Edi Bonato - Pove del Grappa

(38) CenzioBonato - Trebaseleghe (PD)

(39) Ivana Marinoni - Bassano D.G.

(40) Carmen Orlando - Vicenza

(41) Angelina Vialetto Pozzi - Milano

(42) Anna Maria Bonato - Bresso

(43) Nicolina Zannini - Campolongo S.B.

(44) Italo Vialetto - Campolongo S.B.

(45) Dario Lorenzato - Campolongo S.B.

(46) Ruggero Zannoni - Campolongo S.B.

(47) Graziella e Giovanni Conte - Venezia

(48) Gianantonio Zannini - Termine di Cassola

(49) Mirco Bonato - Campolongo S.B.

(50) Bortolo Bonato - Campolongo S.B.

(51) Roberto Bianchin - Campolongo S.B.

(52) Natascia Zannini - San Nazario (VI)

(53) Fabiola Zannini - Campolongo S.B.

(54) Sonia Bonato Widner - Bassendorf (CH)

(55) Paolo Zannini - Campolongo S.B.

(56) Gregoriana Vialetto - Bassano D.G.

(57) Bruno Cavallin - Bassano D.G.

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parole, quante promesse…specie nei periodi elettorali, quando il ministro di turno faceva balenare l’ipotesi dell’immi-nente costruzione della strada… quante discussioni… quante vittime causate da incidenti stradali….Ora, il problema era stato definitivamen-te risolto, ma per chi, in gioventù, aveva sentito ricordare dai nonni le traversie di quegli anni sembrava quasi impossibile che non sia stata trovata una soluzione prima. Così, per rinfrescare la memoria, andarono a pescare nell’archivio storico della mediateca. Era un gioco da ragaz-zi: bastava applicarsi un micro chip sulla fronte, concentrarsi sull’argomento ed ecco che sulla parete, che funzionava da schermo, comparivano vecchi filmati con interviste agli amministratori del tem-po che esprimevano i loro pareri sulla costruzione della superstrada. Quanta tenerezza! Ora, in virtù di un’invenzione escogitata anche grazie al contributo di fisici nati in Valbrenta, la cosa era stata risolta. Il mar-chingegno funzionava in modo tale che mediante un’irradiazione di onde elettro-magnetiche combinate con certi raggi

chiamati “doppia VV” era possibile esse-re trasportati da un luogo all’altro, senza ostacoli, nel tempo e nello spazio. Sì, diversi decenni prima questa tecnica era stata decantata in una serie di film della serie “Ritorno al futuro…” ma ora era realtà e tutti ne potevano usufruire perché gli scienziati che l’avevano ideata erano ri-usciti ad imporla, rinunciando a lauti gua-dagni, ponendo come condizione l’uso gratuito per tutte le persone. Ebbene ora non c’era più bisogno di viadotti, di tunnel o di sopraelevate. Ogni uno, usufruendo di questa prodigiosa invenzione, poteva trasferirsi da una parte all’altra della Val-le, e non solo di quella, risolvendo tanti problemi che avevano assillato per tanto tempo i nonni ed i bisnonni.Ecco il motivo per cui era stata costru-ita una casa di riposo sulla montagna dell’altopiano di Asiago ed una sul monte Grappa. Le strutture erano state edifica-te in base agli standard usuali; l’energia solare era più che sufficiente per riscal-dare, illuminare e per tutti gli altri bisogni energetici: lo spostamento da un posto all’altro era garantito dalla nuova scoper-ta. Il panorama che si godeva da questi

due siti era meraviglioso e gli anziani, e ce n’erano molti perché la vita si era al-lungata abbondantemente sopra i cento anni, potevano trascorrere la loro senilità in modo sereno e tranquillo. Nonostan-te tutti i tentativi degli scienziati, non si è ancora riusciti a sconfiggere la morte. Si sperimentava, ci si lambiccava ma c’era sempre un quid che impediva di trovare la formula definitiva. In compenso il mor-bo di Alzhaimer era solo un brutto ricordo. Anche i nostri due amici ne discutevano, ma loro erano arrivati alla conclusione che era meglio così. Si ricordavano che, nel passato, scrittori e poeti avevano descritto la ricerca quasi spasmodica, anche descritta in pagine indimenticabi-li, da parte dell’essere umano del sogno dell’immortalità. Si sentivano rincuorati perché, almeno di fronte alla morte, tutti, anche ora, erano ancora uguali. (foto 2)Sporgendosi verso quel bancone natu-rale sulla Valle che sono i Colli Alti guar-davano, accarezzando con lo sguardo, i borghi dell’amata Valbrenta. Il silenzio, mi-tigato dal fruscio del vento, era interrotto, di tanto in tanto, dai rintocchi festosi di una campana che faceva affiorare nella loro mente i ricordi.Sovvenivano certe polemiche che erano sorte, tanti anni prima, sul suono di certe campane. Tutto si era risolto con il buon senso e, dopo un iniziale irrigidimento, le squille avevano continuato ad irradiare i loro messaggi. D’altra parte, ora, in Val-brenta c’era un unico parroco che convi-veva, pacificamente, con un mullah. Il paesaggio sembrava aver fatto pace con la natura; della “superstrada” non c’era più bisogno. Qualche domanda af-fiorava: perché quando era il tempo delle decisioni non sono state prese? Perché in quegli anni, ormai da tanto tempo passati, si è tanto discusso senza mai assumere una decisione definitiva? Non riuscivano a darsi una risposta; ma forse loro erano troppo avanti nel tempo e non potevano capire; si erano ripromessi, per tentare di comprendere, di fare una ricerca più approfondita nella biblioteca storica della casa di riposo. Ora, dopo un altro sguardo colmo di affetto, decisero di cambiare aria; estrassero da una sacca lo strumento opportuno e dopo un’irra-diazione di raggi “doppiaVV”si trovarono, in men che non si dica, sull’Altopiano di Asiago. Videro il Monte Ortigara e una rid-da di sensazioni li avviluppò….ma questa è un’altra storia.

s fiorenzo vialetto

Il racconto

8 Il Vento del Brenta • Settembre 2009

CronaCa dal fUtUro

segue da pag. 7

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Il Vento del Brenta • Settembre 2009 9

Rovistando nei cassetti

immagini dagli anni ’60

Queste foto sono ci state inviate da Lorenzo Vialetto “Loran”, salesiano, che vive presso l’Istituto salesiano “Bernardi Semeria” di Colle Don Bosco a Castelnuovo don Bosco (Asti). Esse sono state ritrovate in una scatola, dopo tanto tempo, e ci offrono uno spaccato di Campolongo stile “anni sessanta” quando il nostro paese celebrava le sue ricorrenze con celebrazioni religiose “in pompa magna”.Riscopriamo volti, per i più giovani, sconosciuti.Essi faranno riandare, indietro nel tempo, la memoria di chi ha superato gli “anta”rivedendo molte persone che non ci sono più ma che hanno lasciato un segno nella nostra Comunità. Inviamo un caloroso ringraziamento a Loran per aver voluto mettere a disposizione di tutti questo suo piccolo grande “tesoro fotografico”. Le didascalie nelle foto sono state curate dall’autore.

domeniCa 17 lUglio 1964 Un mo-mento della proCessione dopo Una mia assenza dUrata 21 anni.

la statUa della madonna in proCessione. foto sCattata lo stesso giorno.

la statUa della madonna in proCessione.

l’altare maggiore adornato in forma solenne. foto rilevata da Una Cartolina Che (a sUo tempo) mi aveva inviata don eU-genio toldo.

sempre don eUgenio, nel retro della foto della statUa portata in proCessione da-gli Uomini, sCrive: “Campolongo sUl Brenta, 10 diCemBre 1967. statUa della ma-donna del Carmine, Che porta infissa in Un fianCo Una piC-Cola sCheggia di granata, riCordo del BomBardamento avvenUto il giorno 11 diCemBre 1917 e in segUito al qUale la popolazione del pa-ese dovette fUggire in fretta, profUga. 50 anni dopo si vol-le riCordare qUel fatto.”

foto a riCordo del profUgato: mi ha sCritto don eUgenio nel retro delle foto “Campolongo sUl Brenta, 10 diCemBre 1967. 50° anniversario del profUgato del paese. qUesta fotografia fU sCattata in Chiesa dUran-te la santa messa pomeridiana CeleBrata da mons. girolamo vialetto. la Chiesa era zeppa di fedeli. poi segUì la proCessione Con la statUa della madonna del Carmine Che porta in Un fianCo Una piCCola sCheggia di granata, a riCordo del BomBar-damento avvenUte l’11/12/1917.”

l’inizio della Contrada orlan-di prima dell’aBBattimento del-la Casa Che allora era di pro-prietà di “Bepi e giovann mee”.nella foto si vede mia madre (a maria de sona) Con in BraCCio la nipote emanUela. si vede an-Che Una speCie di lapide dove si leggeva: “È vietato Correre in qUesta svolta Con rotaBili.”

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Cose di casa nostra

10 Il Vento del Brenta • Settembre 2009

Seconda parteNOALTRI CHE... SEMO NATI NEI ANI ’50-’60

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Semo tuti fradei, trane che davanti el piatto.

Schei fa schei.

Passar a moneda par quel che a vale.

Da caval e da mul staghe a tre passi dal cul.

L’inverno el şé el boja dei veci, el purgatorio dei putei e l’inferno dei poareti.

Fin ai anta el gal canta, dai anta in su nol canta pì.

A laorar se impara che gusto che el ga el sol.

Co a suca se ingrossa el manego se seca.

Co e bele cresse i corni.

In procession no se pol cantar e anca portar a crose.

Seren de note, trotar de musso e pianto de femena dura poco.

Chi monta pì in alto de quel ch’el deve casca pì in basso de quel che se crede.

Dio me varde da un sior denventà poareto e da un poareto deventà sior.

Chi şé busiaro ga da aver na bona memoria.

Chi vol sentir e pene de l’inferno vae a Trento d’istà e a Feltre d’inverno.

Chi vol conosca l’inferno fae el cogo d’istà e el carettier d’inverno.

Cambia i preti tanti altari, cambia a gente tante Madone e voaria i omani cambiar tante femene.

I difeti şé come i odori: li sente de pì chi che şé intorno che chi li porta.

şé pì difissie fare a guardia a na femena che a un saco de peoci.

Chi roba na gorna va in gaera, chi roba na città el fa carriera.

Fameia poareta (magnar on ovo i sette e darghe a baeota al can).

Butar sabia con a forca (laoro fato par gnente!).

El gal prima de cantar el bate e ae tre volte.

El café par essar bon el ga da aver tre esse:sentà, scotà e scrocà.

Un persegaro e un Papa şé difissie che i dure pì de 25 anni.

şé mejo rivar un’ora dopo a casa che un’ora prima a l’ospedal.

şé mejo essar testa de mul che coa de caval.

Essar infipio come on figo secco.

şé mejo piegarse che scavessarse.

A saeata vol sale da un sapiente, aseo da un avaro, oio da chi ga e man sbusae, a và smissià da un mato e magnà da un affamato.

Dona ridarea, o mata o putana.

Dove che ghe şé done e goti pì ciacole che fatti.

A chi magna sempre poastri ghe vien voja de poenta.

Il Vento del Brenta • Settembre 2009 11

Seconda parteproverBi e modi di dire

luciano de pompeo

La Regione Veneto ha previsto dei finanziamenti per il recu-pero dei terrazzamenti. Quanti fossero interessati pos-sono avere ulteriori notizie contattando gli uffici comunali

Tel. 0424 816048

Recupero Terrazzamenti

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12 Il Vento del Brenta • Settembre 2009

Notizie flash

fiocchi rosa e azzurriQuesti i nomi degli ultimi nati: a loro il nostro benvenuto, ai genitori le no-stre congratulazioni.

Benedetta Fabris di Andrea e Viviana Bonato, nata il 20 dicembre 2008.

Simone Negrello di Lucio e Tama-ra Bonato, nato il 10 agosto scorso.

Elena Mocellin di Manuel e Sara Toniolo, nata il 24 agosto scorso.

CondoglianzeFranca Vialetto, vedova Pizza-to, è venuta meno il 21 dicembre 2008. Aveva 71 anni. Ai suoi fami-gliari giungano le nostre più sentite condoglianze.

Pompilio (Pompeo) Bonato e Mi-randa Zannini, marito e moglie, sembra quasi si siano voluti dare un ideale appuntamento nell’aldilà. Mi-randa, di anni 79, è improvvisamen-te mancata il 23 dicembre scorso; il marito, di pari età, l’ha raggiunta il 15 gennaio 2009. Ai figli, colpiti da questi gravissimi lutti in così breve lasso di tempo, giungano le nostre più affettuose condoglianze.

Onorina Francesca Negrello vedova Bonato di anni 84 è venuta meno il 30 dicembre scorso. Da pa-recchi anni era ospite della casa di riposo di Valstagna. Ai figli giungano i sensi del nostro cordoglio.

Salvatore Pellizzari di anni 93, era l’uomo il più anziano del paese, si è spento il 17 gennaio 2009. Alla moglie ed ai figli giungano le nostre più sincere condoglianze.

Il 17 gennaio 2009 Romeo Basso, di anni 78, è mancato all’affetto dei suoi cari. Alla moglie ed ai figli giunga la nostra partecipazione al loro lutto.

Maria Laura Volpe “Maria Ridi” di anni 95 è deceduta il 14 febbraio 2009. Risiedeva a Padova con la sorella da pa-recchio tempo. Ai suoi parenti giungano le nostre condoglianze.

Giovanna Scramoncin è venuta meno il 14 marzo 2009. Ai suoi fami-gliari giungano le nostre più sentite condoglianze.

Maria Zannini dei Bianchi si è spenta all’età di 97 anni il 10 aprile scorso. Ai familiari giungano le no-stre più sincere condoglianze.

Il 12 maggio 2009 Rosalia Zanon è mancata all’affetto dei suoi cari. Al marito ed alle figlie giunga la nostra partecipazione al loro lutto.

Maria Bonato, nata a Campolon-go il 18 maggio 1925 e residente a Verona, è venuta meno il 4 giugno 2009. Ai suoi famigliari giungano le nostre più sentite condoglianze.

Confetti rossiLo scorso 23 luglio, presso l’Univer-sità degli Studi di Padova, Alberto Fiorese, di Guido e Anna Chiara, ha conseguito la laurea in Ingegneria Energetica. Il giovane proseguirà il suo impegno per conseguire la lau-rea specialistica.Al neo dottore ed ai suoi genitori giungano i complimenti più vivi.

Il 3 luglio scorso Laura Bonato si è laureata in Scienze della Formazio-ne presso l’Università degli Studi di Padova. Congratulazioni vivissime ai genitori ed alla neo laureata.

Confetti bianchiQueste le coppie che hanno coro-nato il loro amore davanti all’altare:

ai novelli sposi giungano le nostre felicitazioni.Michela Tomasini e Massimo Pironi, sposati il 25 aprile (durante la cerimonia hanno celebrato anche il battesimo del piccolo Christian);

Silvia Ballico e Matteo Mocel-lin, sposati il 14 giugno;

Laura Costa e Testolin Gioa-chino, sposati il 30 agosto.

Una giovane promessanella canoa

Pierpaolo Bonato ha vinto la sua prima gara nazionale di kayak disce-sa mettendo la punta del suo kayak davanti a tutti nella gara di discesa classica di 3 Km sul fiume Sieve, a Firenze. Precedentemente si era classificato al terzo posto nella prova sprint. 14 anni, studente dell’ITIS di Bassano, Pierpaolo gareggia con il neo costi-tuito team di Solagna, il Valbrenta Team Asd, di cui è Presidente Elio Rigotto e Direttore tecnico Ivan Pon-tarollo.

il pellegrinaggio alla beata giovanna

Il 10 marzo scorso, rinnovando una vecchia tradizione, un folto gruppo di pellegrini è partito da Campolon-go, a piedi, per rendere omaggio alla beata Giovanna. Durante la messa, celebrata, nel-la chiesa che prende il nome della beata, si sono uniti altre pellegrine e pellegrini originari del nostro paese.Un plauso vada a coloro che man-tengono questa usanza.

Il pellegrinaggio alla beata Giovanna

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Cose di casa nostra

relazione del sindaco in occasione del primo Consiglio Comunale

Il primo dovere che sento, nella mia nuova qualità di Sindaco, è quello di rivolgere un sincero grazie a quanti, riponendo fidu-cia in me, nella mia lista e nel suo programma, ci hanno accordato il loro voto che ci ha consentito di ricoprire le attuali cariche, si-curo che la nostra azione sarà volta a non deludere la fiducia riposta al programma che mi accingo a presentare nonché ad assicurare equità e trasparenza all’azione amministrativa.L’azione di governo del prossi-mo quinquennio, alla realizza-zione della quale intendo coin-volgere anche i consiglieri con l’affidamento di incarichi spe-cifici, dovrà riuscire a migliorare la qualità di vita dei cittadini di Campolongo coniugando l’im-pegno tecnico specifico delle diverse competenze assessorili con una generale adesione a valori di riferimento poggianti su principi democratici e laici, ne-cessari alla realizzazione di un impegno amministrativo rivol-to al servizio della cittadinanza nonché alla promozione ed al progresso del Comune. La presentazione al Consiglio delle linee programmatiche, re-lative alle azioni ed ai progetti da realizzare nel corso del man-dato, costituisce la prima tappa

di un lavoro positivo da parte dell’Amministrazione eletta dai cittadini il 6 e 7 giugno scorso. Il programma di mandato del Sindaco, è uno strumento teso a dare risposte certe alle esigenze del cittadino, da attuarsi tramite scelte precise per far fronte ad una determinata serie di pro-blemi alla cui soluzione saranno convogliati progetti e risorse in un arco temporale pari alla du-rata del mandato elettorale.Lo stesso spirito, che ha permesso alla passata am-ministrazione di promuo-vere un elevato numero di opere ed interventi, dovrà continuare a sostenere la no-stra azione di governo ponendo sempre al centro dell’attenzione soprattutto l’uomo, la sua digni-tà e la qualità della vita. Le problematiche che avremo di fronte saranno certamente impegnative, la situazione gene-rale non solo del paese Italia ma nella globalità del mondo non è delle migliori, e questo ci deve far riflettere nelle scelte che an-dremo a fare, ponendoci con un occhio di riguardo verso le per-sone più in difficoltà, aprendoci alle nuove esigenze e problema-tiche.Prima di passare ad esporre le linee programmatiche di man-

Uno spazio alla minoranzaNel momento in cui abbiamo presentato agli elettori di Campolongo un elenco di persone e un program-ma abbiamo anche proposto delle riflessioni sul metodo e sul risultato delle scelte adottate dall’am-ministrazione uscente: a contare i voti è indubbio affermare che non hanno dato il risultato atteso! Però crediamo sia opportuno e corretto (all’insegna della “trasparenza”) che l’amministrazione attuale dia una risposta ai dubbi espressi e motivi le scelte che noi abbiamo contestato (a suo tempo in Consi-glio Comunale, senza risultato, e poi nella lettera ai cittadini).

Da parte nostra continueremo a impegnarci perché le scelte attuate siano finalizzate ad un beneficio che ricada sull’intera collettività, pienamente disponibili alla collaborazione: lo abbiamo fatto nei preceden-ti mandati, anche quando nelle “linee program-matiche di mandato” la Maggioranza si proponeva di voler “privilegiare il ruolo del Consiglio e delle Commissioni Consiliari” e poi, nei fatti, tutto veniva deciso in sede di Giunta.Dalla volontà di mettersi insieme di fronte ai pro-blemi e risolverli con coscienza misureremo la reale volontà di impegnarsi per il bene del paese.

ruggero rossiCapogruppo di Minoranza

dato per la cui realizzazione, come già detto, mi avvarrò della competenza degli as-sessori, nonché di alcuni consiglieri, desidero rivol-gere in anticipo un grazie al gruppo di minoranza consiliare per l’appog-gio e l’apporto di idee che vorranno prestare alla vita amministrati-va. Non è il solito augurio di circostanza, ma un vero invito, che possiamo veramente trovare, sia

pur con le peculiarità che ci distinguono, una collaborazione aperta, sincera e costruttiva, sempre all’insegna del per-seguimento del bene comu-ne. Cercherò di coinvolgere nell’azione di governo del Paese di Campolongo tutte le persone di buona volontà che con passione e dedi-zione amano questo nostro piccolo grande paese.

Il Sindacomauro illesi

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Momenti di vita

la nostra storia continua...Cari Don Paolo ed amici di Campolongo e dell’Associazione “Aiutiamo una Scuola” il 1º maggio abbiamo commemo-rato il 32º compleanno della nostra Associazione. Al mattino il Nuovo Parroco della nuova chiesa della Resurre-zione ha celebrato una messa nella piazza 1º Maggio. Nel po-meriggio e alla sera ci sono stati le feste con i gruppi di cultura afro e molta musica. Sono stata veramente commossa perché nella festa c’erano dei giovani uomini fra i trenta e quarant’anni che sono molto vicini ad Antonio ed a me. Quando mi incontravano, dicevano “Tu sei la mia mamma, mi benedica, che il mio papà ci vede da dove sta”. E dicevano ancora... “Non mi sono drogato, non sono diven-tato un ladro, non sono stato ucciso dalla polizia, sono un uomo per bene, mi sono sposato, lavoro, perché tu e Lazaro (Antonio) siete stati i miei padri, e racconto tutto questo ai nostri figli”.Il ragazzo della foto si chiama Edmilson (nella foto): lui era in-sopportabile quando era piccolo, nessuno lo conteneva, la sua mamma non riusciva a correggere il suo comportamento. Siamo stati noi e le maestre che lo abbiamo adottato. Oggi si è sposato e lavora in un distributore di benzina.Durante la festa si è alzato sul palcoscenico uno del com-plesso che ha detto: “Questa banda è un omaggio al nostro Lazaro. Lui un giorno mi ha detto: “Tu devi fare per i bambini che sono senza far niente quello che ho fatto per te e per i tuoi compagni, quando suonavate nella banda”. Ed adesso questa Banda è qui. Glielo ho promesso. Lui la voleva”.Così la nostra storia continua, con la Grazia di Dio.L’ultima notizia è che piove tanto e che ci sono più di 80.000 sfollati nel Nord. Ci sono tante città sotto l’acqua. Le città po-vere soffrono in più. In Salvador ci sono molti allagamenti, e il muro della scuola materna è crollato. Per fortuna questo è successo nella notte di sabato e nessun bambino é rimasto ferito. Oggi la scuola materna è chiusa: anche le tegole del tetto sono rotte e piove dentro la scuola. La comunità ha fatto una raccolta di mattoni per rifare il muro, ma abbiamo bisogno di aiuto.Ringraziamo Dio in ogni avvenimento.La ringrazio di tutto. Un caro saluto, Vera.

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Salvador, il muro crollato della scuola materna. Edmilson

1 maggio 2009. Un momento dell’offertorio.

1 maggio 2009.

Celebrazione della

messa nella piazza

1 Maggio.

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Il Vento del Brenta • Settembre 2009 15

Cose di casa nostra

Le contrade Zanoni e Pellizzari, pur facendo par-te del Comune di Campolongo, dipendono dalla Chiesa Parrocchiale di Oliero (il territorio di Con-tarini era stato annesso, con sentenza arbitrale del 25 gennaio 1682, alla chiesa di Oliero). Si pone una questione: devono o no dette contrade contribuire alle spese per la “rifondazione del-le nuove Campane et errezione d’un Orologio nella Chiesa della Beata Vergine del Carmine in Campolongo”? La sentenza darà, alla fine, due risposte...

Laus deo 1742 - Adì 15 agosto in ValstagnaEletti noi sottoscritti per Giudici Arbitri con

le parti ...... dalla spettabile Comunità di Cam-polongo da una e dalle contrade de Zanoni e Pellizzari unite nel corporale alla detta Comunità, ma soggette nel spirituale alla Chiesa di Oliero dall’altra, per decider, terminar e componer certe controversie vertenti massime per la rifondazione delle nuove Campane et errezione d’un Orologio nella Chiesa della Beata Vergine del Carmine in detto Loco di Campolongo.

Perciò, uditi prima li Deputati della sudetta Spettabile Comunità in nome della stessa addi-mandanti che non ostante la separazione di esse contrade in spiritualibus, unite e in libertà sog-gette in temporalibus alla detta Comunità, siano e s’intendano le Contrade stesse tenute et obli-gate al pagamento delle spese fatte nella rifon-dazione delle Campane et errezione dell’Orologio ripartite esse spese a proporzione sopra l’Estimo Reale e Personale di detta Comunità, adducendo che le Campane servono non solo per richiamar il Popolo alle Fonzioni Ecclesiastiche, ma anco per far le riduzioni delle Vicinie, suonar Campana a Martello in occasione d’incendii per Banditi o malviventi e simili, così pure per cattivi tempi a fine di ripparar i Beni di quel comune da disgrazie di tempeste et altri infortuni, e perciò servienti a beneficio e comodo anco delle Contrade stesse.Aggiongendo esser in libertà della Comunità il ripartire esse spese sopra 1’Estimo Reale e per-sonale come vien praticato da molte altre Ville vicine, con quel di più fu considerato dalli me-desimi Deputati della sudetta Comunità con la viva voce.E dall’altra parte uditi pure li Deputati et Inter-venienti delle sudette Contrade de Zannoni e

Pellizzari ricercanti esser assolti e liberati dalla pretesa della Comunità stante la separazione nelle cose attinenti al Spirituale, allegando esser le Campane particolarmente inservienti al culto ecclesiastico, insignite della santa benedizione, consignate alla custodia del Parroco, che senza la sua permissione in forza delle sacre costitu-zioni non possono da chi si sia esser suonate, instituite specialmente per chiamar il popolo alle Sacre Funzioni di Chiesa e che se vengono addo-perate in altre occasioni o di reduzioni delle Vici-nie o di campana a Martello ciò vien permesso a motivo di non aggravar le Ville a farsi una campa-na separata, come per altro nelle città e Castelli attrovansi le Campane separate, che servono per ridur li Consigli et altro, protestando che ad esse Contrade le dette Campane di Campolongo non servono di alcun beneficio o commodo immagi-nabile, attesa la distanza delle medesime dalla Chiesa, così che in occasione di qualche redu-zione per le cose attinenti al Comune o per le Vicinie o per Banditi o per Incendi, o altro le dette Campane alle Contrade riescono inutili, mentre le stesse non gli possono dar alcun aviso, inter-venendo alle unioni e redazioni col Comune al semplice aviso et invito del Degano o di altre per-sone. E quanto al suonar delle stesse campane per gli infortuni e disgrazie di tempeste et altro a preservazione de raccolti né di beni, siccome sono soggetti nel spirituale alla Chiesa di Oliero, così da quelle Campane vien suonato a beneficio dalli loro pocchi raccolti, contribuendo anzi per detto effetto la solita recognizione al Campanaro di Oliero. Aggiongendo che le Campane in oc-casione di rifondazione vengono fatte in diverse Ville a spese delle Anime da Comunione e come particolarmente vien praticato in Oliero in casi simili. Onde essendo soggette esse Contrade al paga-mento delle Campane della Chiesa di Oliero non possono certamente esser obligate alla spesa di quelle di Campollongo, e tantomeno, quanto che con la sentenza dell’Eminentissimo Cardinal Barbarigo 1666, 19 settembre, fu deciso che le dette Contrade non possano essere addossate di alcuna spesa attinente alla spiritualità obligan-

do la Comunità a risarcire le Contrade di tutte le spese addossateli per l’errezion della Chiesa e che non possano esser soggette a spese che ve-nissero fatte de caetero a beneficio della Chiesa, e della spiritualità, avendo anzi la Comunità dato esecuzione alla detta sentenza col risarcimento alle Contrade di Lire 899,10 di spese stabeli ad-dossate, onde non possono essere sottoposte le dette contrade alle spese pretese per le ragioni sudette e per il di più che anco essi Deputati esposto e significato in voce.

Che però sentite da noi le ragioni delle parti addotte respettivmente dalli Deputati, vedute e diligentemente essaminate le scritture e carte esibiteci con la facoltà impartitaci come nelli sopradetti Compromessi o sian Parti prese 21 e 25 Genaro passato, presa prima l’opinione dell’Illustrissimo Signor Pietro Ignazio Perli come persona intelligente e ciò in ordine alla facoltà avuta et al tutto fatto il più maturo riflesso, Invo-cato il nome del Signor Iddio, dal quale ogni cosa procede e dipende abbiamo terminato, arbitrato e deciso come segue:

Che le Contrade suddette de Zannoni e Pellizzari siano e s’intendano liberate et assolte da quallunque spesa attinente alla spiritualità e Chiesa suddeta di Campollongo.

Ma perché la Campana Maggiore et Orolog-gio sono inservienti a commodo e beneficio della Comunità, servendo essa Campana Maggiore per radunar le Vicinie, dar Campana a Martello per Incendi et altro; così pure essendo inser-viente per l’Orologgio sopra della quale suona-no le ore, per ciò dichiariamo e terminiamo in ordine ancora alla facoltà impartitaci come so-pra, che le Contrade suddette come mebri del Commun steso debbano concorrere alle spese della rifondazione della detta Campana Maggio-re come particolarmente inserviente al Comune et dell’errezione e manutenzione dell’orologgio come spesa particolarmente spettante alla Co-munità, ripartite esse spese a proporzione sopra l’Estimo Reale e personale di tutta la Comunità. Così fatti li Calcoli pars refìciatur e così a gloria.Io Zuanne Fabri Giudice arbitro eletto dal Comun di Campolongo così termino. Gio Batta Perli Giudice arbitro eletto dalle sudette Contrade de Zannoni e Pellizzari così termino.

Io Pietro Ignazio Perli sento e ternmino ut supra. Adì 19 Agosto 1742 - Valstagna.Io sottoscritto ho pubblicata la presente sentenza alli Deputati dell’una e l’altra parte in tutto e per tutto, istando essi Depputati che io la registri né miei atti. Presente il signor Gio Antonio

Carta canta e villan dorme !!!

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Una serata densa di emo-zioni, quella del 22 luglio

scorso, promossa dal gior-nalista Giandomenico Corte-

se, neo presidente del Rotary Club Bassano, in collaborazio-

ne con la Pro loco del presidente Ruggero Rossi, per ricordare il poeta bassanese Gino Pistorel-lo. Tanta gente della Valbrenta

e oltre una cinquantina di rota-riani si sono dati appuntamento nel-

la corte di Casa Cortese, suggestivo teatro in riva al Brenta, per rendere omaggio a “Pisto”, scomparso undici anni fa. Erano ospiti del sindaco di casa, Mauro Illesi, il primo cittadino di Bassano, Stefano Cimatti ed altri amministratori, oltre ai com-pagni d’avventura poetica di Gino, dell’associazione Aque Slosse, Eusebio Vivian e Nico Bertoncello, che hanno recitato alcune sue poesie.Cortese ha ricordato il grande cantore moderno di Bassano, città natale di Gino Pistorello, alpino, che amava aggirarsi sull’antico ponte di legno, conosciuto sin da bambino. Un personaggio cresciuto al di fuori dagli schemi, “perché ci son uomini e uomini... - e ogni uomo ha una voce - ogni barca il suo remo - ogni fiume il suo mare”, recita una sua poesia. Un artista, un creativo spontaneo, geloso della sua autonomia, trasparente nell’interpretazione poetica dei momenti di vita, del-le emozioni, dei sentimenti.“Un uomo dall’età sempre un pò imprecisa - ricorda Giandome-nico Cortese, nell’introduzione della sua ultima antologia “Po-esia” - rude e stravagante, capace di raccontare umori, amori, fede, illusioni, certezze, con l’estasi dell’eterno bambino, la fre-schezza e il candore del saggio, la grazia della mitezza, la gioia dell’uomo nuovo”. Per la serata omaggio a Pistorello, il Coro Bassano, diretto dal maestro Bruno Marin, ha cantato alcune canzoni con i testi delle sue poesie, presentate da Mario Caron, dispensando emozioni tra i numerosi intervenuti, che non hanno nascosto, a comincia-re dal sindaco Cimatti, durante la proiezione del filmato in cui Pisto declamava i sui versi, un pizzico di commozione e sincera nostalgia per chi lo ha conosciuto o lo avrebbe voluto frequentare quando animava le giornate nella sua Bassano.

s Roberto Lazzarato

Campolongo, concerto e omaggio di poesie all’indimenticato pistorello

Luglio 2009, anniversario della costituzione del Corpo degli alpini

“...gli alpini, quelli di ieri innanzitutto, sono gente temprata e forte, dagli affetti saldi e motivati, dal cuore in fiamme. Hanno ideali semplici, sono orgogliosi della loro identità, della loro appartenenza.

Nel suo “Ritratto de Alpin” un poeta veneto, sensibile come Gino Pistorello, scrive : “Na pena / un core / do pesse da pie / un santo strapassà/ un ritratto de femena sbiadio / dal saor de suore / ‘na cica / un fuminante / cinque franchi / ‘na pena / un core / do pesse ai pie”.

Tutto qui? Affatto. Quel cuore è un cuore aperto al coraggio della verità, allo stupore, ad un impegno che non ha mai fine, ad una testimonianza che è disponibilità, che rifugge perfino i luoghi comuni per conoscere e capire, per poi agire...”

s giandomenico CorteseCorriere della Sera,

Sabato 11 luglio 2009

Un giudizio lusinghiero e allo stesso momento impegnativo!

Auguri di buon lavoro a tutti gli alpini di Campolongo.

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