IL VENTO DEL BRENTA 02-2002

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anno XX - N° 1 Febbraio 2002 Direzione, Amministrazione, Redazione: Casella Postale n.1 - Campolongo sul Brenta (VI) - C.C.P.N. 10971364 - Spedizione in abbonamento postale Taxe percue - Tassa riscossa - Ufficio Postale - PT VICENZA - PAR AVION - ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96 IL VENTO IL VENTO DEL BRENTA DEL BRENTA TRIMESTRALE DELLA PRO LOCO DI CAMPOLONGO SUL BRENTA

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DEL BRENTA DEL BRENTA TRIMESTRALE DELLA PRO LOCO DI CAMPOLONGO SUL BRENTA anno XX - N°1 Febbraio 2002 Direzione, Amministrazione, Redazione: Casella Postale n.1 - Campolongo sul Brenta (VI) - C.C.P.N. 10971364 - Spedizione in abbonamento postale Taxe percue - Tassa riscossa - Ufficio Postale - PT VICENZA - PAR AVION - ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96

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anno XX - N° 1 Febbraio 2002

Direzione, Amministrazione, Redazione: Casella Postale n.1 - Campolongo sul Brenta (VI) - C.C.P.N. 10971364 - Spedizione in abbonamento postaleTaxe percue - Tassa riscossa - Ufficio Postale - PT VICENZA - PAR AVION - ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96

IL VENTOIL VENTODEL BRENTADEL BRENTA

T R I M E S T R A L EDELLA PRO LOCODI CAMPOLONGOS U L B R E N T A

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IL VENTO DEL BRENTAanno XX - n° 1 Febbraio 2002

Trimestrale di informazionee di cultura

edito dalla Pro Locodi Campolongo sul Brenta

Presidente della Pro Loco:Ruggero Rossi

Direttore responsabile:Giandomenico Cortese

Comitato di redazione:Ruggero Rossi Fiorenzo VialettoNatalino Ziliotto

Redazione:Casella Postale n° 1Campolongo sul Brenta

Autorizzazione:Tribunale di Bassano del Grappa n° 1/83

Stampa:Grafica Effe 2Romano d’Ezzelino (VI)

Hanno collaborato: Giandomenico Cortese,Giovanni Lovato, Elisa, Sara. Marco, Sara,Damiano. Foto di copertina di Sergio Bonato.

Questo numero è stato inviato a 1.068 famiglie, delle quali 321 residenti a Campolongo, 667 nel resto d’Italia, 80 all’estero.

IIII NNNN UUUU MMMMEEEERRRR IIII DDDD EEEE LLLL 222200000000 1111Sinteticamente riportiamo tutti i dati relativi alla popolazione di Campolongo dell’anno appena trascorso; la legge sulla privacy ci impedisce di approfondire l’analisi oltre la semplice statistica.

NNNNAAAATTTTIIII 1111 0000 MMMMOOOO RRRRTTTTIIII 7777 MMMMAAAATTTTRRRRIIIIMMMMOOOO NNNNIIII 2222IIII MMMMMMMMIIIIGGGG RRRRAAAATTTTIIII 33339999 EEEEMMMMIIIIGGGG RRRRAAAATTTT IIII 22229999

STRANIERI ufficialmente residenti a Campolongo al 31.12.2001: n°45 (nel 2000 erano 37, differenza +8) dicui 8 ghanesi, 4 yugoslavi, 16 marocchini, 1 cubana, 1 ucraina, 4 macedoni, 5 albanesi, 6 cinesi.

LA POPOLAZIONE al 31.12.2001 era composta da 839 residenti di cui 417 maschi e 422 femmine (al 31.12.2000 eravamo in 830 di cui 410 maschi e 420 femmine).

CCCCEEEENNNNTTTTOOOO AAAANNNNNNNNIIII FFFFAAAA iiii nnnnaaaa tttt iiii ffff uuuurrrroooo nnnnoooo 3333 5555 ,,,, iiii mmmm oooo rrrrtttt iiii 1111 7777 eeeedddd iiii mmmmaaaa tttt rrrr iiiimmmm oooo nnnniiii 7777....

Il Vento del Brenta ringrazia i sostenitori, i soci, i collaboratori

e quanti contribuiscono alla realizzazione del

giornale e delle attività della Pro Loco.

AAllccuunnii ffllaasshh ssuuii CCaammppii ssccuuoollaa eessttiivvii..

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2222 0000 AAAANNNN NNNN IIII DDDD IIII VVVVIIII TTTTAAAAAAAA SSSS SSSSOOOO CCCC IIIIAAAATTTTIIIIVVVVAAAA

Come festeggiare i 20 anni di vita asso-ciativa della Pro Loco? Da tempo ci si era posta questa doman-da e la risposta era stata unanime: ritro-viamoci, gli attuali consiglieri assiemeai presidenti che rappresentano l’impe-gno dell’associazione nel tempo, e nellaconvivialità ricordiamo il passato pen-sando un po’ anche al futuro.Così il 24 novembre ci siamo datiappuntamento presso il ristorante daZortea; un po’ alla volta sono arrivati ivari consiglieri in carica e, graditi ospiti,i presidenti che hanno tenuto per anni leredini della Pro Loco: Antonio Scremin,che ha rivestito l’importante ruolo didare vita all’associazione; Toni Parolinche in più mandati ha contribuito a daresmalto e vivacità alle iniziative intrapre-se; Andrea Zannini che ha raccolto econsolidato quanto precedentementeattuato.Mancava Antonio Bonato, per anniimportante punto di riferimento del

giornale della Pro Loco, perché altrove impegnato.Di queste cose e dell’importanza che hanno avuto per il paese siè parlato durante la cena ed il sindaco di Campolongo, GilbertoBonato, si è fatto portavoce autorevole di questo sentimentocomune.Ci ha onorato della sua presenza anche il Direttore responsabile

del nostro giornale, il dott.Giandomenico Cortese: la sua collabo-razione (fatta anche di consigli e propo-ste) è un’importante garanzia nella reda-zione de “Il Vento del Brenta”.Al di là dell’aspetto amichevole dell’in-contro è stato utile ritrovarsi, quale segno di un impegnoche, con persone e metodi diversi, haavuto il solo fine di fare qualcosa per ilpaese. E gli scambi reciproci di stima, oltre leformalità, sono stati sinceri e gratificanti.Ora nuovi (e vecchi) impegni aspettanochi accetterà in prima persona di darsida fare, in qualsiasi modo, anche scri-vendo un articolo per il “Vento”.Da parte mia ringrazio quanti mi hannoaiutato a fare del mio meglio nel ruolodi presidente di questa associazione,convinto che si può fare ancora di più.

Il PresidenteRuggero Rossi

3 IL VENTO DEL BRENTA 3

L a n o s t r a A s s o c i a z i o n e

TEMPO DI SOSTEGNO

Al presente numero alleghiamo un bollettinodi Conto Corrente (intestato all’Associazione Pro

Loco di Campolongo, via Capitello, 36020Campolongo s/B -VI- n° 10971364) confidando

nella sensibilità e disponibilità dei nostri lettori

nel contribuire alle spese di stampae di spedizione di questo periodico.

Il bilancio economico che l’edizione del giornale ha comportato lo scorso anno è la seguente:

SSPPEESSEE PPEERR LLAA SSTTAAMMPPAAEE LLAA SSPPEEDDIIZZIIOONNEE ::

££ 77..110088..000000€€ 33..667711

CCOONNTTRRIIBBUUTTII DDEEII SSOOSSTTEE NNIITTOORRII::££.. 99..558888..000000

Presidenti:Scremin Antonio(1981-1983)Bonato Antonio(1984-1985)Parolin Antonio(1986-1987) Zannini Andrea(1988-1989)Parolin Antonio(1990-1991)Ruggero Rossi(1992-2001)

Vicepresidenti:Bonato LucianoParolin AntonioVialetto TizianoVialetto Antonio JoloVialetto Antonio MarioCortese GiovanniBonato MircoPontarollo Ivan

Segretari:Vialetto FiorenzoVialetto Giovanni

Consiglieri:Bianchin GilbertoBon FrancoBonato Carlo Bonato DaniloBonato EmanuelaBonato FlorianoBonato Gabriele Bonato Nicolò Bonato VittorianoBonato UgoCapaldo Ernesto Cavalli GianfrancoCimolin NazarenoCortese GiovanniFiorese Guido Gabrielli Daniele Gandini CarloGiusto GianfrancoGiusto MargheritaIllesi LoredanaIllesi MauroIllesi ValerioLunardi GiuseppeMocellin GianninoMocellin Giuliano Moro Denis

Negrello GiovanniOguleye Michael Orlandini GianfrancoOrlando Gianni Pizzato AntonioSecco ArtemioScramoncin Emilio Temperato SalvatoreTodesco Giovanni Vendrasco GiuseppeVettorazzo Pierino Vialetto EgidioVialetto Giampietro Vialetto PatrizioVialetto RuggeroVialetto ValentinoZannini AlviseZannoni Adelino Zannoni GianniZiliotto NatalinoZiliotto Walter

Revisori dei conti:Vendrasco GabrieleVialetto GermanoZannoni Ruggero

Riportiamo di seguito i nomi di coloro che, nel corso di questi 20 anni, hanno formato i Consigli della Pro Loco:

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Quello che è sempre stato un punto di riferimento per gene-razioni intere di Campolonghesi nel contesto della piazzadel nostro paese, cioè il monumento ai caduti, da venerdi 9novembre scorso ha cambiato sede.Nell’ambito dei lavori di sistemazione e allargamento dellazona della piazza e della strada provinciale “Campesana-Valvecchia”, che passa attraverso il centro del paese, si èprovveduto, con un’imponente gru, ad imbracare e solle-vare l’intero manufatto e a riporlo nella nuova sede, cioè difianco al monumento degli alpini, all’ingresso del cimite-ro.Da anni se ne parlava anche in toni accesi, ritenendo che lospostamento del monumento ai caduti, fosse in qualchemodo il venire meno al rendere onore ai caduti delle guer-re del nostro paese, in onore dei quali era stato eretto nel1923 dopo la fine della “Grande Guerra”; lo spostamento inuna zona meno “nobile” aveva, per molti, il significato di

voler “dimen-ticare”.

Quest’operazione, trent’anni fa, non si sarebbe potuto sicu-ramente fare, molte le persone che quei fatti e quei caduti,ricordavano ancora, perché direttamente vissuti e perchédietro ai quei freddi nomi trascritti in memoria, rivedevanovivi volti conosciuti e poi pianti.Molti ricordi di persone e commemorazioni, resi oggi vivida foto in bianco e nero e color seppia di altri tempi, ci pas-sano alla mente, guardando il monumento ai caduti; dal 9novembre 2001, è cambiato solo lo sfondo, che non saran-no più le pendici del Massiccio del Grappa, con i Colli Altiin primo piano, ma a far da sfondo d’ora in poi ci sarà la

nostra montagna con il Cimo e i prati e i boschi della zonadi Forcella e Guaiva.Da anni la zona del monumento ai caduti, era purtroppo diven-tata zona di “discarica”, trovandosi nell’angolo dietro al monu-mento i cassonetti di raccolta dei rifiuti di tutta la zona dellapiazza, ora con lo spostamento nella zona antistante al cimite-ro, si ridà sicuramente dignità a quel manufatto e ai sentimentiche lo stesso rappresenta; inoltre con l’allargamento della piaz-za, si potrà creare una zona franca per il traffico, che dovrebbepermettere di poter effettuare le commemorazioni future, intutta sicurezza.D’ora in poi “Galliano”, sovrintenderà anche all’ingresso delnostro cimitero e sorveglierà il riposo eterno dei nostri defunti.

NatalinoZiliotto

IILL MMOONNUUMMEENNTTOO ““hhaa aattttrraavveerrssaattoo llaa ssttrraaddaa””

I l n o s t r o p a e s e

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Fermo, li 14/10/18

Bin carissimo,ora ci troviamo tutti in buona salute, così spero chesarà di te. Tuo padre sta abbastanza bene; speria-mo tutto nel Signore che ci dia la salute. Per ora ricevi tanti saluti da tutti i parenti, con dipiù i saluti della famiglia; sta contento.Prega sempre che la pace sta per venire; ancheoggi ci sono buone speranze. Speriamo tutti in bene, per poterci vedere al piùpresto possibile: ormai sono 2 mesi che sei lonta-no dalla tua Maria che ti ricorda sempre. Bin, coraggio sempre, stammi bene. Ricevi i piùcari saluti dai piccoli, con di più i baci dalla tuaMaria che ti ricorda sempre. Ciao. Speriamo bene.Un caro bacio da tutti. Ciao.

Fermo, li 16/10/18

Bin caro, voglio farti sapereche noi tutti ora godiamo disalute, così spero sarà di te.Tuo padre oggi si è alzato esta bene; speriamo che Iddioabbia da darci la salute, chealmeno potessimo vederciancora tutti sani.Nel mentre che ti scrivo horicevuto la tua cara lettera; tifarò sapere se le malattieche sono a Lecce sonoanche a Fermo, ma speria-mo che abbiano a cessare. Ho sentito che hai ancora ilraffreddore; la Nella è mortadi una polmonite doppia.

Io pregherò sempre che tu abbia da stare semprebene. Anche a Fermo si dice che la pace è vicina:speriamo di sì.Altro non so che dirti, stai contento, ma contentinon possiamo essere né te e neppure io.Tutti i parenti ti salutano e fino al presente stannotutti bene: speriamo che abbia da continuare.Domani ti scriverò ancora.Ricevi cari saluti da tutti di famiglia…

Fermo, li 28/10/18

Bin carissimo,ho ricevuto oggi la tua cara lettera e ho appreso dellatua buona salute. Prega che almeno possiamo veder-ci ancora, che è il mio pensiero più grande, di non

pterci più vedere. Bin, vedi che il Signore nonne sbandonerà e il nostroSanto Antonio ne aiuterà. Per ora sta contento. Qui si dice che per la fine del-l’anno siamo a casa tutti… ecosì si spera che vada finitaanche questa guerra. Fino ache non sarò vicino a te nonsarò più contenta; io non tidimentico mai, neanche unsolo minuto.

(continua)

Sentinella che scruta oltre ilnuovo confine con gli austria-ci, lungo il Canale del Brenta.Gli abitanti della valle, profu-ghi o sotto le armi, hannoabbandonato le loro case e iloro beni.

PAURE E SPERANZEnelle lettere di due sposi (seconda parte)

I l n o s t r o p a s s a t o

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Ritornato dalla camminata mi sono sedutosu una poltrona di vimini; nella verandaperché avevo sentito un goccia di pioggia, eho notato che il paesaggio aveva il suofascino anche con il cielo coperto e con ilmare grigio. Dopo un po’ sono arrivate, diritorno da Olbia, le nostre donne che cihanno fatto esultare perché ci avevano por-tato il sole, e con la spesa, anche la manna.Nel pomeriggio ho ripreso in mano il miolibro e l’autore mi ha portato a visitare iluoghi dove il santo aveva vissuto e opera-to e mi ha raccontato che San Francescoparlava non solo con gli uccellini, ma anchecon gli uccellacci, non solo con gli agnellima anche con i lupi e mi ha precisato che ilsanto non aveva privilegi per nessuno,neanche per i chierici, neanche per la curiaromana.

Il 20 settembre, dopo la primacolazione, Lotti ed io siamo andati al Olbiadove abbiamo comperato due libri (l’uno“Perché io credo in Colui che ha fatto ilmondo” di Antonio Zechicchi e l’altro“”Libertà e necessità” di Thomas Hobbes).Poi, di ritorno, siamo passati per PortoRotondo e abbiamo fatto visita alla signoraBigolin (madre della nostraamica Lucia) che nella verandadella sua bella casa ci ha gen-tilmente offerto un ottimo“pranzo con vista”.Nel pomeriggio, dopo un ripo-sino, siamo andati a farci un“bagnetto al “Piccolo Pevero”,dove la spiaggia e il mareerano nostri. La sera dalla ter-razza vedemmo in lontananzadei lampi ma non sentivamotuoni. La notte è piovuto e allo-ra ho pensato che forse ilCreatore aveva sentito la con-versazione che avevo avutocon il giardiniere.Il 21 settembre nel cielo azzur-ro c’erano dei nuvoloni inmovimento. Io, dopo la mia solita passeg-giata, ho letto un po’ e poi sono andato con“gli altri” al Piccolo Pevero. L’acqua eralimpida, il mare era mosso e noi abbiamogiocato con le onde; poi siccome tiravaun’aria fresca, siamo usciti e ci siamoasciugati in fretta. Nel breve tragitto tra la

spiaggia e il parcheggio siamo stati rag-giunti da un gruppetto di giovani che ave-vamo visto seduti sulla sabbia; ho chiestoloro perché non avessero fatto il bagno conquell’acqua stupenda e loro mi hanno rispo-sto: noi montanari, di Belluno, non ci sen-tiamo a nostro agio nell’acqua”. Che pecca-to!

Il 22 settembre era il compleannodi Giovanni. Io mi sono alzato alle 7 e Lottimi ha suggerito di andare a prendere deifiori; ma a quell’ora i negozi erano senz’al-tro ancora chiusi e allora ho preso il miotemperino e mi sono incamminato verso ilculmine della collina; li sono entrato in“lotto in vendita” ancora coperto dallavegetazione e ho raccolto un paio di cardisecchi d’un un color giallo-oro, 3 – 4 ramet-ti di rosmarino verde con boccioli di colorceleste e un ramoscello di corbezzolo condue bacche gialle e due bacche mature,rosse; poi sulla strada del ritorno ho raccol-to altri tipi di fiori, ne ho fatto un bel mazzoe lo ho sistemato sulla tavola della terrazzache Maria Maddalena e Lotti avevano giàimbandito; e quando Giovanni è arrivatoabbiamo cantato “tanti auguri a te.”

Quel giorno, dopo la prima colazione, comeil solito sono andato a prendere il “Corrieredella Sera” e, tornato, ho letto – tra l’altro-che “il fenomeno della corruzione traimprenditori e politici continua”. Ho avutoun moto di sdegno e allora, per non rovi-narmi la giornata, sono tornato da San

Francesco che, non appena mi ha visto miha detto: “vedi, fratello mio, purtroppo ilpotere e il denaro sono fonte di corruzione;non devi arrabbiarti, possiamo solo sperareche gli uomini utilizzino il potere e il dena-ro a fin di bene.”Verso mezzogiorno siamo andati tutt’equattro alla spiaggia “Liscia Ruja”. Per arri-varci abbiamo dovuto passare, per un sen-tiero, tra la macchia sarda che aveva un pro-fumo intenso e penetrante. La superficie delmare era verde e increspata; siamo entratisubito in acqua e ci siamo rimasti un paio diore. Era bello, non solo per il mare maanche per la piccola baia raccolta, per lecolline circostanti e per il silenzio; ma ad uncerto momento un giovinastro ha incomin-ciato a scorazzare con una moto d’acqua, agrande velocità e con molto rumore. Mi èvenuto di pensare che, così facendo, quelgiovane profanava un santuario di bellezzenaturali e mi sono chiesto: “Chissà cosadirebbe San Francesco che vedeva nellebellezze della natura un’espressione digrandezza del Creatore.” E nello stessotempo ho sentito dentro di me una voce; eraancora quella del Fraticello il quale, avendo

ormai confidenza con me,mi ha detto: “CaroGiovanin, mi sembra chetu abbia dimenticato cheanche noi, da giovani, era-vamo intemperanti; solopiù tardi abbiamo messo latesta a posto; dobbiamoavere comprensione ecompassione.” Appreso lalezione mi sono rimesso anuotare, a godere dellanaturaDopo un paio di ore, solle-citati da un insistente lan-guorino, siamo ritornati acasa. Io ho mangiato pro-prio con appetito; alla fine,per mia moglie io avevo

esagerato, ma per i nostri amici io ero statobravissimo, anzi addirittura encomiabile,perché avevo “fatto fuori” molti resti e cosìavevo liberato tegami e tegamini. Chi avevaragione? In questo mondo è difficile accon-tentare tutti!Per la sera Giovanni aveva invitato una

UNA VACANZAIN SARDEGNA (SECONDA PARTE)

M o m e n t i d i v i t a

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coppia di loro amici italiani che vivono aLione. Lui, uno scienziato di energia nuclea-re, ci ha parlato a lungo dei vari problemidel suo settore; era interessante ma spesso cisparava delle formule matematiche e delleformule chimiche e usava un linguaggio cheandava bene per “addetti ai lavori” e, quindi,a dir il vero, alla fine mi ha anche stufato.Il sabato 23 settembre Lotti ed io siamoandati a Santa Teresa di Gallura. Là ci siamofermati un’oretta, il tempo di rivedere lapiazzetta centrale e per vedere, dal torrione,la Corsica che con l’aria tersa sembrava a untiro di schioppo. Quindi ci siamo spostati aCapo testa e da la’ siamo scesi al mare tramacigni ciclopici che mi hanno fatto ricor-dare Polifemo. Poi lo stomaco ha incomin-ciato a farsi sentire e allora siamo andati arifocillarci al ristorante “Bocche diBonifacio”.Nel primo pomeriggio abbiamo ripreso ilnostro viaggio verso sud-ovest. Il paesaggioera brullo, roccioso e selvaggio ma affasci-nante. Ogni tanto un gruppetto di vacchemagre su prati secchi o in campetti dove c’e-rano solo stoppie. Dopo un’oretta siamo arri-vati a “Luogo Santo”, un paesetto su una col-lina, nel quale volevamo vedere una chiesa.Nella piazzetta centrale, davanti alla chiesa,c’erano due carabinieri; io li ho abbordati eloro mi hanno spiegato che “per una bollapapale chi entra in questa chiesa per la portalaterale negli anni del Giubileo ottiene l’in-dulgenza plenaria.” Ne abbiamo approfittatosubito; siamo entrati nella chiesetta per unaporticina, fatta di pannelli di bronzo e così cisiamo guadagnati l’indulgenza plenaria.Alle 17 eravamo a casa. La sera abbiamocenato, come sempre, sulla terrazza; abbia-mo giocato a carte e io ho cercato di adotta-re una strategia nuova (cioè dio imbrogliare,sia pure in maniera palese ed onesta!) ma hoperso lo stesso.

La mattina di domenica 24 settem-bre, appena svegliato, sono andato sulla col-lina per lasciare l’occhio spaziare ancor dipiù sul panorama sottostante e per gustare iprofumi mattutini della vegetazione. Lassù,davanti ad una casetta nuova, due uoministavano prendendo le misure del giardino; ho“attaccato bottone” e alla fine della conver-sazione ho chiesto quanto potesse valerequella casa che aveva una bella posizione maera piccolina; mi hanno risposto che potevavalere 4 miliardi e mi hanno precisato che“negli ultimi anni i prezzi delle case dellaSardegna sono aumentati, anche per l’arrivodei mafiosi russi.”Dopo la prima colazione ci siamo messitutt’e quattro a leggere. Io, però, dopo qual-

che minuto ho chiuso gli occhi, ho rispoglia-to mentalmente il mio libro “San Francescod’Assisi”, che avevo finito, e ho rivisto ilgiovane spensierato che a 24 anni avevarotto con la vita mondana e aveva sposato lapovertà che per lui, secondo Le Goff, era“condizione di libertà assoluta”; ho rivisto ilfraticello che si ritirava in solitudine ma cheamava anche far opera di apostolato; ho sen-tito il santo che predicava l’applicazioneintegrale del vangelo, col rischio di venirsiconsiderato reazionario e perfino eretico; eho sentito che chiamava tutti fratelli e desi-derava il superamento delle gerarchie, ancheall’interno del suo Ordine col rischio di venirconsiderato sovversivo. Questo era SanFrancesco, un personaggio che –per l’autoredel libro – era “semplice e prestigioso, umilee carismatico”, un personaggio affascinantee soprattutto un personaggio che, con laparola e con l’esempio, ha influito profonda-mente sui costumi del suo tempo.

A quel punto mi è venuto sponta-neo di scendere, con i miei pensieri, dalla

storia alla realtà attuale, dal Medioevo ainostri tempi che pure sono attraversati da“un’0ndata di materialismo che sta spazzan-do via i veri valori cristiani”. Per il Papa ilmondo è infettato di violenze, di egoismi esta diventando “irrespirabile”, per cui c’èbisogno di un rinnovamento degli uomini,della società e della chiesa stessa o “Unavolta il rinnovamento della chiesa passavaprincipalmente attraverso gli ordini religio-si… così fu nel Medioevo con gli ordinimendicanti: francescani e domenicani”. (daGiovanni Paolo II in “Varcare la soglia dellasperanza”) E ora? Chi può farlo? Solo chiabbia una forte personalità e un gran cari-sma, e solo chi abbia “idee di apertura enello stesso tempo di resistenza al mondo”.In sostanza ci vorrebbe un altro SanFrancesco.

Ho riaperto gli occhi e mi sonosentito perso nel vuoto. Allora ho preso inmano l’inserto del “Corriere della Sera” del16 settembre e ho letto l’intervista a GiorgioArmani il quale, alla domanda “propositi peril futuro?”, ha risposto: “Ho 4 case, una aBrioni, una a Forte dei Marmi, una a SaintTropez e una a Pantelleria; ma ci vado pochi-no e quindi vorrei liberarmi di qualcuna…”.Poveretto, ho pensato, ha 4 case e non ha iltempo di goderle; ho provato un sentimentodi pena per lui e nello stesso tempo ho senti-to anche che avevo una grande fortuna per-ché, pur non avendo case né a Forte deiMarmi né a Saint Tropez, grazie a MariaMaddalena e a Giovanni stavamo godendocidelle vacanze stupende.Nel pomeriggio un agente immobiliare ci haaccompagnati a visitare 3 case che nel perio-do estivo vengono date in affitto. E’ stataun’esperienza interessante perché abbiamovisto delle costruzioni che dimostravano nonsolo un gusto raffinato ma anche la possibi-lità di conciliare la funzionalità di una casacon il rispetto dell’ambiente. Ma quell’espe-rienza è stata anche scioccante per i prezzisparati che evidentemente qualcuno è dispo-sto a pagare (in barba alla miseria!!!).

La sera siamo andati al ristorante“Lu Pisantinu”, in località “Liscia di Vacca”;abbiamo cenato sulla terrazza e di la’ pote-vamo vedere, poco sotto, Porto Cervo e labellissima chiesetta “Stella Maris”, Al ritor-no, entrando nel giardino, siamo stati accoltida un concerto di grilli e da un profumointenso di gelsomini.Il 25 settembre, nella prima mattinata, Lottied io (invero più Lotti che io!) abbiamo fattole valigie; abbiamo riguardato il panoramacon maggior intensità del solito, per impri-mercelo bene in mente; e quindi, salutati inostri amici, siamo partiti per l’aeroporto. Ilvolo da Olbia (13,25) a Venezia (14,40) èstato perfetto. Alle 17,30 eravamo aBassano, a casa.

Quella vacanza in Sardegna è statadavvero ideale: abbiamo goduto di unaclima, di un’acqua, di un ambiente e di un’a-micizia ottimi; ho incontrato e conosciuto unSan Francesco che mi ha fatto una buonacompagnia e mi ha entusiasmato per le sueidee di “apertura e nello stesso tempo di resi-stenza al mondo”; e in più ci siamo portati acasa un po’ di tintarella e un’indulgenza ple-naria. Che vacanza! Forse, anzi sicuramente,una delle più belle della mia vita.

Giovanni Lovato

M o m e n t i d i v i t a

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Sono i tratti di una comunità, una rete di relazioni, una

realtà familiare e inaspettata, quelli che il libro su “I trincero-ni” ci propone. In esso troviamo pagine vibranti, raccontidelicati e forti che ci descrivono e accompagnano nel nostrodifficile cammino; sfogliamo pagine, un sillabario dei giorni,nell’impegno a non consumare mai, invano, il bisogno, lavoglia, la necessità di continuare a vivere, a vivere peramare.Amo profondamente questa valle aspra, questa terra aridadi sole, percorsa da un fiume che fluisce generoso, impe-tuoso come la vita, questo pugno di borgate che segnano laValbrenta.E’ il mio un atto di amore verso un ambiente, la sua storia,la sua cultura, le sue ambizioni, le sueseduzioni.Mi ha sempre affascinato.Mi affascina ancor oggi.Sarà il carattere della gente di questavalle – dove pure io sono nato -, saran-no i tratti rudi e sinceri, sarà il paesaggiocon prospettive brevi che si percepisco-no, si intravedono, che si sentono manon si descrivono, saranno i suoni e irumori, le passioni e le ansie, le ango-sce, sarà la stessa storia delle guerre(parola così lontana e allo stesso tempocosì vicina e tristemente attuale), delprofugato, dell’emigrazione, storia sem-pre di sacrifici duri, di addii e di ritorni, adare un carattere unico al Canale diBrenta.Quante croci, in faccia alla pianura, quanti rintocchi mutisono usciti dai campanili della Valle a segnare la storia dellenostre genti.Terra di transiti e di relazioni, questa, stretta tra gli Altipianidei Sette Comuni e il Massiccio del Grappa, terra con gliantichi sapori del confine. Una valle quasi partorita dal ven-tre della terra.“Chi saprà respirare la fiaba umana, racchiusa in questo iti-nerario, ne riuscirà vivificato” si trova scritto a piena ragione,in una delle tante e preziose, intelligenti pubblicazioni edite

per non perdere i tratti di una identità propria di questa Valle.Tanti “Inviti dalla Valle”, per tornarci o rimanere e vagarvi traasprezze ed emozioni.La raccontai, anni fa, già come un’oasi, dove la luce stentaa penetrare, confusa, soffusa com’è nelle ombre, per assu-mere subito i contorni erti ed aspri delle montagne. Quellemontagne che la vegliano. Monti di sfumature verdi o grigie,azzurrine e svettanti, ricchi di guglie.Anche le parole, qui, rimbalzano sulle pareti della Valle.Come la storia sulle sue pietre. E salgono su, verso l’oriz-zonte alto del cielo.E’ una terra dignitosa e altera – la nostra -, fiera dell’esserestata raccontata e descritta come poche altre, indagata e fis-sata nella memoria.

A decine si contano le fiabe, i racconti,oggi anche i romanzi, i tomi di storia, conle storie di qui.Tutta la valle è un grande affresco per ipittori e i poeti, per gli scrittori e i roman-zieri.Il “chi siamo”, il “come eravamo” conti-nua a produrre ricerche.E questo ci lusinga, ci onora, ma ancorpiù ci deve impegnare a non perdere lamemoria.Ci impegna a superare i limiti del parti-colarismo, del pressappochismo, anchedelle “ciàcole” che generosamente flui-scono dietro allo scorrere del fiume, rim-balzate ad ogni ansa, ad ogni “salto” delBrenta, per recuperare i valori autentici,la cultura vera, il carattere forte delle

genti della Valle.E’ su queste basi, con queste premesse che mi sono accin-to a leggere anche questo libro, la pubblicazione per la qualesiamo qui riuniti stasera.Ogni zolla descritta, ogni ciottolo segnato, ogni rupe indica-ta – ci avrebbe detto se fosse stato qui uno dei narratori piùappassionati della Grande Guerra sulle nostre montagne,Gianni Pieropan – può fornire testimonianza attraverso il lin-guaggio muto, ma sommamente eloquente, di una realtàche attinge ai sentimenti più genuini ed umani.

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“I TRINCERONI DI CAMPOLONGO”I TRINCERONI DI CAMPOLONGO”Spunti dalla presentazione a Campolongo sul Brenta, il 16 novembre 2001 Spunti dalla presentazione a Campolongo sul Brenta, il 16 novembre 2001 (or(organizzata dalla ganizzata dalla Amministrazione comunale e della Comunità Montana), Amministrazione comunale e della Comunità Montana),

del libro di del libro di Antonio Bonato, Antonio Bonato, Angelo Chemin e Giuseppe Busnardo Angelo Chemin e Giuseppe Busnardo “I trinceroni del Monte Campolongo – tra Col d’Astiago e Monte Caina – “I trinceroni del Monte Campolongo – tra Col d’Astiago e Monte Caina –

Da ambiente di guerra a sentiero storico – naturalistico”.Da ambiente di guerra a sentiero storico – naturalistico”.

a cura di Giandomenico Cora cura di Giandomenico Cortesetese

C o s e d i c a s a n o s t r a

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C o s e d i c a s a n o s t r aLa sera del 5 luglio 1993 – allora ci tro-vavamo nella parrocchiale, per pre-sentare un altro prezioso libro diAntonio Bonato (“Campolongo sulBrenta e la sua Chiesa, nel bicentena-rio della consacrazione”), insiemericordavamo con Gabriele De Rosacome “Non si possa fare a meno dipensare al passato, con la suggestio-ne e le ansie del presente. La storianon ci salva, ma ci aiuta a capire tantevicende”.Allora parlavamo, e ci si soffermava ariflettere sul e del “paese dell’anima”,sul “tempo dell’eterno”, senza nostal-gie, con coraggio, con pensieri e pro-getti pieni di speranza, fiduciosi nel-l’avvenire.Oggi parliamo di una storia che haavuto per protagonisti i nostri nonni,uomini tenaci e forti, abituati a grandisacrifici. Ne celebriamodoverosamente il ricor-do, andando, guardandoavanti, recuperando lamemoria e tracciando ilcammino per un riuso diquanto ci è stato lasciatoin eredità.E’ una operazione direcupero e di valorizza-zione di un patrimonionon trascurabile.Potremmo, sfogliando lepagine di questo libro,sottolinearne parzialità elimiti. Ora che c’è, ed èstampata questa pubbli-cazione ci accorgiamo diqualche imprecisione, di qualche lacu-na, di imperfezioni che sottolineanoinvece la grande dedizione spesa nel-l’averla costruita, nella perfettibilitàche rimane. Questo libro è il prodottodi anni di studi e di appassionate egenerose ricerche.Noi dobbiamo apprezzare l’impegnoprofuso e collaborare, con consigli esuggerimenti, a mantenere vivo lo spi-rito che la sottende e la supporta.Non ho i titoli per giudicare il rigorescientifico o didascalico del lavorosvolto. Ho però l’ambizione di compia-cermi – per l’amore che nutro per que-sta terra e la sua gente – con chi hasaputo costruire, con tenacia e deter-minazione, questo diario, partendo dai“trinceroni” del Monte Campolongo,

affidato ora alla custodia e alla valoriz-zazione di ciascuno di noi, ognuno perla sua parte.I “trinceroni” non sono più – comesono doverosamente stati – un confi-ne intriso di sudore e sangue.Sono un simbolo, il segno, la traccia diuna pagina di storia a cui renderedoverosamente onore, perché scrittadal valore e dal sacrificio di altri uomi-ni, divenuti oggi per noi, gente delTerzo Millennio, tracce, segni, simbolidi un camminamento verso un amoreda ritrovare ed un rispetto per la natu-ra tutto da ricercare.Giuseppe Ungaretti, in trincee come lenostre, al fronte, sul Carso, scrisse“Lettere d’amore”. E’ stato, in trincea,nel 1917, il sorgere di un mattino, adispirargli il famoso verso “M’illuminod’immenso”, rapida annotazione per

affermare la gioia di esserci ancora, divivere ancora, mentre attorno domina-vano violenza e morte.E’ ancora di Ungaretti un’altra celebrepoesia “Soldati”, solo quattro versi:“Si sta/ come d’autunno/ sugli alberi/ lefoglie”.Le approfondite annotazioni sullaantropizzazione di Angelo Chemin, lesue interpretazioni toponomastichelungo il percorso dei “trinceroni”, quelpercorso che Giuseppe Busnardoannota puntigliosamente per raccon-tarci come in questo luogo anche lanatura riesca veramente a dare spet-tacolo di sé, una natura giovane, ripri-stinatasi spontaneamente dopo ledistruzioni belliche e poi la descrizionedell’orografia, della posizione geogra-

fica, del clima, l’essere stato territoriodi confine e di tensione, il tutto ciaccompagna in un racconto vivo, pre-gnante, vitale, appassionante.Da ambiente di guerra a sentiero sto-rico-naturalistico. Pagina dopo pagina,questo libro trasforma la geografia deicombattimenti, le marce dell’inferno, lecroci che si intravedono, calvario dieroi senza nome, senza storia, trasfor-ma opere e strategie di guerra, in unvero laboratorio non sono per i nostripensieri.Dal Monte Caina al monteCampolongo, lungo i “trinceroni”,ottant’anni dopo, è un velo di oblio adoffuscare i ricordi di guerra, è la natu-ra a volersi riprendere il dominio dellecose. E noi ne prendiamo, puntigliosa-mente, doverosamente atto.Giacomo Leopardi, nel suo

“Zibaldone” dice che l’uo-mo, privato della natura,è come un albero a cui sitagliano le radici. Noi,grazie anche a questolibro, recuperiamo ilsenso della storia e risco-priamo la potenza gene-ratrice della natura.Nel suo “Tra due guerre ealtre storie” Mario RigoniStern, “sergente di sag-gezza” scrive:“Bisognerebbe far spe-gnere le luci delle città edelle case e i fari delleautomobili che non cifanno scorgere le stelle.

Nelle notti serene ogni tanto bisogne-rebbe fare questo. Sarebbero felici gliastronomi e, forse, meno violenti gliuomini”.E’ un po’ quello che diceva ancheFederico Fellini, il grande seduttore,quando nel suo ultimo film invitava afare meno rumore per poter, finalmen-te, ascoltare la voce della luna.Da lassù, forse, dai “trinceroni” che sisusseguono dal Caina alCampolongo, si possono ancora scor-gere le stelle e ascoltare la voce dellaluna.Cordialità

Giandomenico

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L a n o s t r a s t o r i a

Lo scorso 17 ottobre il presidente della Comunità MontanaGaldino Zanchetta ha inaugurato il “Museo del Tabacco”. Tale importante iniziativa è stata creata in un immobile adiacentela sede della Comunità Montana, a Carpanè. L’intervento, che ha consentito il recupero dell-ex filandaGuarnieri di Carpanè (edificio utilizzato successivamente comemagazzino dei tabacchi), è stato realizzato anche grazie al contri-buto dell’Unione Europea. L’intervento eseguito ha consentito di collocare nel fabbricato ilmuseo del tabacco, il cui salone principale potrà altresì essere uti-lizzato per l’organizzazione di incontri e convegni, mentre il cor-tile potrà ospitare manifestazioni nel periodo estivo.Il nuovo centro culturale rappresenta un significativo riferimentostorico-culturale per tutta la valle.Nell’insieme dei lavori è stato anche ripristinato l’antico collega-mento pedonale tra la Piazza IV Novembre ed il ponte sul Brenta.Numerosi abitanti della Valle (anche di Campolongo) hanno col-laborato all’allestimento mettendo a disposizione attrezzi e testi-monianze di vita vissuta.Ora la coltivazione di tabacco in Valbrenta è praticata solo da

alcuni “irriducibili” che, per nostalgia o per diletto, continuanoun’attività che nei secoli scorsi e fino agli ultimi anni Sessanta hacostituito la principale fonte di reddito per la maggior parte degliabitanti della Valle. Il Museo del Tabacco è aperto al pubblico il Sabato dalle ore 10alle 12 e dalle ore 15 alle ore 18; la domenica dalle ore 15 alle ore18. Specie per i più giovani potrebbe essere l’occasione per appren-dere qualche cosa di importante di quella che fu la vita dei lorovecchi; per gli anziani un momento per rituffarsi in anni difficilima risonanti del sapore dolce della giovinezza.

Nella foto la cerimonia di inaugurazione.

MUSEOMUSEO

DELDEL TTABACCOABACCO

Due belle foto del secolo scorso: vi è raffigurata la famiglia di Zannini Nani “campanaro” con lamoglie Vialetto Maria; nella prima, scattata nel settembre 1917, dall’alto in basso si riconosconole figlie Maria (1915), Carmela (1909) e Caterina (1911). Nella seconda, del 1923, c’è anche la piccola Rosalia (1922) e, sotto, Giovanna (1920).

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Nel corso del 2000 è stata pubblicata nei “Quaderni del MuseoNaturalistico Archeologico di Vicenza”(volume da cui sono trat-te le notizie riportate) una ricerca che si è protratta per quattroanni, dall’aprile 1990 all’aprile 1994, che ha avuto come fine lostudio della “Trota marmorata” del Fiume Brenta in provincia diVicenza.In 8 stazioni di campionamento è stata studiata la struttura e dina-mica di popolazione, l’accrescimento, l’alimentazione e la ripro-duzione di questa specie.

L’habitat preferenziale della Trota marmorata (Salmo (trutta)marmoratus, chiamata anche brentarola) è rappresentato daltratto pedemontano e dell’alta pianura dei principali corsi d’ac-qua e spesso la sua distribuzione si sovrappone a quella di speciequali il Temolo e il Barbo canino, nonchè alla Trota fario. Vive preferibilmente nelle acque profonde e ricche di nascondi-gli del medio corso del fiume, concentrandosi lungo i tratti dovesono presenti massicciate laterali o ricche di massi.Il periodo riproduttivo della marmorata è limitato alla secondametà del mese di novembre e del mese di dicembre; sembra chegli stimoli ambientali, come le piene autunnali del fiume, favori-scano i meccanismi fisiologicidella deposizione. (Nella fotouna brentana autunnale vistadal ponte).La Trota marmorata, inoltre,rispetto alla fario, sembra avereuna maggiore tendenza all’ittiofa-gia (a cibarsi di altri pesci), carat-teristica favorita dalle notevolidimensioni che questo salmonidepuò raggiungere: non sono rariesemplari che superano i 60 cm esono note catture di esemplari conpeso superiore ai 20 Kg.Recenti studi sulla Trota marmo-rata hanno dimostrato che le peculia-ri caratteristiche biologiche che la distinguono dagli altriSalmonidi la rendono importante dal punto di vista ecologico eper la conservazione della diversità biologica: la continua contra-zione numerica e di areale che viene rilevata da decenni fa teme-re per la sopravvivenza della specie.

Tra i fattori che possono spiegare questo continuo declino vi sonole alterazioni ambientali: tra queste, in particolare, i prelievi idri-ci con conseguente riduzione delle portate, gli inquinamenti, l’ec-cessiva pressione dovuta alla pesca e le massicce introduzioni diTrota fario.Secondo alcuni vecchi pescatori del Brenta un tempo la marmo-rata era l’unico salmonide presente e solo a partire dagli anni’50, con le prime introduzioni di Trota fario e Trota iridea, per

soddisfare le esigenze dei pescatori, si sarebbe verificato il rapi-do calo numerico della marmorata.Per tentare di raccogliere informazioni utili alla salvaguardiadella marmorata è stata condotta quest’indagine nel tratto diBrenta fra Primolano e la Friola. Una delle stazioni di osservazione era situata in corrispondenzadella diga di Mignano: in questo tratto di fiume è emerso che siconcentrano le marmorate più grandi durante le migrazioni ripro-duttive, per la presenza dello sbarramento. Le popolazioni più consistenti sono state individuate nel tratto difiume che attraversa Bassano e a sud della città; buona anche lapresenza media nella zona di bandita di Cismon; inoltre, più ci sisposta da sud a nord e maggiore è la percentuale di ibridi (incro-ci con la fario) rispetto agli individui puri.Attraverso osservazioni subacquee è emerso che vi sono dellebuone aree di frega (zona di riproduzione dei pesci), facilmentericonoscibili sul letto del fiume perché hanno forma elissoidaleallungata, di dimensioni fra gli 80 ed i 200 cm) localizzate a livel-lo delle dighe di Pianello e di Campolongo (ostacoli insormonta-bili tali da limitare fortemente gli spostamenti della specie).Interessanti i dati sulle catture di trote (in base al controllo dei

tesserini dei pescatori della“Concessione Acque Brenta”): aCampolongo sono state pescate31 marmorate nel ’90, 63 nel ’91,30 nel ‘92, 47 nel ’93, 14 nel ’97;nell’intero tratto tra Pianello eFriola circa 4.500 pescatori hannopescato, nel ’90, 807 marmorate e124.604 fario, nel ’93 544 mar-morate e 174.249 fario.

Quali i rimedi per arginare il pro-blema del decremento numerico edel depauperamento geneticodella popolazione di marmorata?

Prima di tutto vanno evitate le seminedi Trota fario nelle zone di riproduzione della Marmorata; poinecessita la sospensione della cattura delle marmorate in areelimitate per un periodo di tempo sufficiente a verificare se vi è unincremento della popolazione; effettuare quindi il ripopolamentocon popolazioni ottenute da fecondazione artificiale di individuiselvatici.A distanza di sei anni da questi studi, qual è la situazione? Sonostate attuate le proposte sopra emerse? Il problema è veramentesentito anche dai pescatori locali o è solo materia per specialisti?Ci riserviamo di ritornare sull’argomento, visto che le problema-tiche legate al Brenta sono state oggetto, anche di recente, di fre-quenti interventi nella stampa locale. Ogni contributo è gradito.

Ruggero Rossi

TTrroottaa mmaarrmmoorraattaapatrimonio da conservare?

I l B r e n t a

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Gentile Redazione,sono la nipote di Cortese Bortola Antonia, una delle due, ancorain vita, che portano con orgoglio il “nome” Cortese.Naturalmente mia nonna è una Vostra appassionata lettrice e miincarica di segnalarVi una impreci-sione nell’articolo sulle maestreRizzi (ultimo numero de “Il Ventodel Brenta).La loro mamma non era unaBonato, (come invece risulta nel-l’articolo di Marco Gheno, “OLIE-RO, RICORDI”, n.d.r.), bensì unaCortese (Lucia), essendo sorella diDomenico Cortese, nonno tra l’al-tro anche del vostro direttore.Cordiali saluti e complimenti per ilbel lavoro che periodicamentefate! S. Bazzacco

Mi chiamo Anna e sono una vostra abbonata. Come Marco gen.Gheno il mio paese natale è Oliero di sopra, da dove vivo lonta-na da molti anni, ma mai un solo giorno l’ho scordato.Marco l’ha descritto molto bene. Io ricordo le belle domeniche, quando sentivo suonare le campa-ne di mezza vallata. Peccato che non sentivo quelle diCampolongo, vostro paese, così vicino al nostro.Ringrazio il gen. Marco Gheno (di un anno maggiore di me), evorrei avere l’occasione di farlo personalmente, per aver ricor-dato la mia maestra delle prime tre classi elementari, Olga Rizzi.Quante volte ho pensato a lei, al mio impegno nelle paginette divocali, alla prima poesia mimata intitolata “Queste son le miemanine…” che poi, da nonna, ho insegnato ai miei nipotini.Ricordo i suoi insegnamenti sull’importanza dell’igiene persona-le e della puntualità, insegnamenti che dava anche con l’esempiopersonale. Veniva ogni mattina in treno da Bassano fino a Carpanè, poi a

piedi fino a Oliero, con quegli inverni degli anni ’40, tanto fred-di e con tanta neve e ghiaccio.Ricordo che uno scolaro le portò (su sua richiesta) degli attrezzidi ferro da allacciare alle scarpe (non ricordo come si chiamava-no) per camminare sul ghiaccio.

Ora so che riposa nel vostro cimite-ro assieme alla sorella Maria chepure ho conosciuto; lì ho dei fami-liari, avendo io sposato (ora sonovedova) un vostro paesano. Così potrò visitare dove riposa edirle “Grazie, signorina maestra”.Complimenti per il vostro giornaleche trovo molto bello ed interes-sante, sul quale ho modo di legge-re storie, nomi di località montane,cognomi e soprannomi di personedel Nostro paese, di cui mio mari-to Armando mi parlava e spiegava

l’appartenenza ai vari nuclei fami-liari di Campolongo.Cordialmente saluto voi della Redazione e tutti i lettori.

Anna Gabrielli (Milano)

Erano già giunte, alla Redazione, “voci” di un errore nell’attribu-

zione del cognome nell’articolo citato. Ci ha fatto particolarmente piacere ricevere le lettere sopra pubbli-cate soprattutto perchè oltre che evidenziare l’errore, di cui ci scu-siamo, manifestano anche una grande simpatia e apprezzamento perciò che “Il Vento del Brenta” è e rappresenta. Ringraziamo la sig. Bazzacco e la signora Gabrielli per le graditelettere e la nonna Antonia per l’attenzione “appassionata” che ciriserva; cogliamo l’occasione anche per ringraziare il gen. MarcoGheno perchè, con il suo articolo, ci ha dato l’opportunità di ricor-dare persone e personaggi che fanno parte della storia diCampolongo.

La Redazione

S o s t e n i t o r iProseguiamo la pubblicazione dei nominatividi coloro che con il loro indispensabile aiutoeconomico concorrono, concretamente, allespese di stampa e spedizione del giornale. Versamenti pervenuti a tutto il 10/02/2002.

255) Venezia Tartaglia – Loranzè (T0)256) Gianfranco Cavallin – Bassano D.G.257) Candido Gianesin – Campese di Bassano 258) Nicolino Vialetto – Campolongo S.B.259) Marilena Vialetto – Semonzo di Borso D.G.260) Gabriella Vialetto – Romano d’E. (VI)261) Erica Vialetto – Solagna (VI)262) Leda Basso Vialetto – Verona263) Antonio Bonato “Candoea” – Campolongo S.B.264) Sergio Zannoni – Oliero di Sotto

265) Milena Vialetto Santin – Melbourne (Australia)266) Rina Bonato in Pizzato – Valrovina di Bassano267) Elide Bonato – Padova268) Bernardino Bonato – Campolongo S.B.269) Silvana Vialetto – Campolongo S.B.270) Anonimo – Campolongo S.B.271) Elena Cavallin – Solagna (VI)272) Paola Dissegna – Romano d’E. (VI)273) Caterina Colpo – Milano 274) Angela Lazzarotto –Milano

Anno 2002Roberto Negrello – Campolongo S.B.Virgilio Bonato – Campolongo S.B.Cenzio Bonato – Trebaseleghe (PD)Francesco Vialetto – Cadoneghe (PD)

Loredana Vialetto – Fregona (TV)Gregoriana Vialetto – Bassano D.G.Lorenzo Orlando – Campolongo S.B.Modesta Bonato – Oliero di Valstagna (VI)Bruna e Mario Camazzola – Romano d’E. (VI)Romano Mocellin – Annecy (Francia)Ermida Costa – Campolongo S.B.Livio Vialetto –Campolongo S.B.Massimo Vialetto – Campolongo S.B.Pietro Zannini – Campolongo S.B.Giacomino Bonato – Romano D’Ezzelino (VI)Giacomina Bonato – Valstagna (VI)Floriano Bonato – Campolongo S.B.Ida Bonato Costa – Campolongo S.B.Domenico Tolio – Bassano D.G.Plinio Scramoncin – Padova Giovanna Conte – Campolongo S.B.Maria Zannini Tramarin – Campolongo S.B.

L e t t e r e a l V e n t o

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CCoonnffeettttii rroossssiiAndrea Vialetto, figlio di Franco (ora residente aCadoneghe (PD), si è laureato, con ottimo pun-teggio, presso l’Università degli Studi di Padovain scienze politiche, lo scorso mese di novembre. Al neo dottore vadano i nostri complimenti e imigliori auspici per un futuro di lavoro denso disoddisfazioni. Ai suoi genitori le congratulazionipiù vive.

IIll CCoommpplleessssoo BBaannddiissttiiccoo aa cceennaaPer chiudere l’anno sociale 2001, sabato 12 gen-naio scorso, presso il ristorante “Contarini” delpaese, si è riunita il Complesso Bandistico delnostro paese. Accompagnati anche dalle rispetti-ve consorti, i musicisti hanno eseguito un“Concerto per forchetta e coltello”. Nell’ormai tradizionale incontro, il segretarioMauro Illesi (nella doppia veste anche diAssessore alle attività culturali del nostro paese)ha tracciato il positivo bilanciodell’Associazione, elencando ai presenti i nume-rosi impegni svolti dal sodalizio musicale. Paroledi apprezzamento sono venute anche dal SindacoGilberto Bonato, il quale ha ribadito ancora unavolta l’appoggio, per quanto possibile,dell’Amministrazione Comunale alleAssociazioni del nostro paese, rappresentate inquell’occasione dal presidente della Pro LocoRuggero Rossi.Una tombolata, arricchita da esilaranti giochi, hachiuso la serata, riconsegnando i musicisti all’or-dinario “strumento” per iniziare una nuova e pro-ficua annata nel segno della musica.

RRiinnnnoovvaattoo iill CCoonnssiigglliioo PPaassttoorraalleeE’ stato rinnovato recentemente il ConsiglioPastorale della Comunità Parrochhiale diCampolongo sul Brenta.Dopo aver riflettuto, in varie occasioni, sul ruolodi questo organismo all’interno della vita comuni-taria della Parrocchia, si sono svolte le elezioni inbase alle quali sonmo stati nominati i nuovi consi-glieri: Roberto Bianchin, Floriano Bonato,Valentino Bonato, Simonetta Cavalli in Bonato,M. Grazia Dalla Palma in Giusto, FrancescaLazzarotto, Ivano Lazzarotto, Elisabetta Lunardonin Mocellin, Cristina Marini in Illesi, IvanaMocellin in Vigo, Marianna Mocellin, GiovanniNegrello, Ruggero Rossi, Carla Scalco in Vialetto,Giuseppe Vendrasco e Marco Vialetto. Nel corsodel primo incontro del Consiglio vice presidente èstato nominato Giovanni Negrello e segretariaFrancesca Lazzarotto.Al nuovo Consiglio la Redazione augura un sere-no e proficuo lavoro per il bene della Comunità.

V i a b i l i t à l o c a l eCCoorrssiiaa ddii IImmmmiissssiioonnee

nneellllaa ssttaattaallee 4477quale futuro?

L’impegno delle Amministrazionilocali non basta più, nonostante tuttosia pronto da molti mesi; ora l’ANASnon sa dove reperire i fondi per realiz-zare la corsia di immissione dal pontedi Campolongo alla statale 47, detta“Valsugana”.Da anni se ne parla con toni accesi: “Uscire dal ponte di Campolongo perimmettersi sulla Statale, in certe fasceorarie, è un azzardo – tutti i giorni chiabita in paese e si deve recare versoBassano o verso Trento, con patemad’animo, affronta quel “Punto critico”.Nel corso degli anni, il traffico èaumentato in modo esponenziale,soprattutto dopo l’apertura della galle-ria di collegamento fra Primolano eArsie. Il tratto di statale in questione sarebbe,inoltre, vincolato al rispetto dei 50Km/h, che puntualmente quasi nessunorispetta; anzi, spesso si vedono veicolisfrecciare in sorpasso in prossimitàdell’intersezione con il ponte.Questo dato di fatto ha comportato nelcorso degli anni innumerevoli inciden-ti stradali, alcuni anche mortali, oltre arendere sicuramente poco agevole lacircolazione, soprattutto nei momenticaldi durante i Week-end estivi, in cuiassistiamo a veri e propri intasamenti.La Comunità Montana del Brenta, condelega da parte dei Comuni diCampolongo e Solagna, aveva sotto-scritto una convenzione con le Ferroviedello Stato e l’ANAS, per la costruzio-

ne di una corsia di immissione in dettastatale, allargando la carreggiata versola ferrovia; da allora i Comuni interes-sati pagano regolarmente il canoned’affitto del terreno alle Ferrovie, masenza avere i benefici voluti. Riteniamo che, in attesa del completa-mento della superstrada in Valbrenta (enella migliore delle ipotesi dovrannopassare almeno dieci anni), questonodo dovrà essere risolto quantoprima, perché della massima importan-za. Inoltre, per una volta che con pochedecine di migliaia di euro (qualchedecina di milioni di lire) l’ANAS puòrisolvere un problema di viabilità, que-sti soldi vanno assolutamente reperiti,perché comunque il costo sociale paga-to fino ad ora è stato di molte voltemaggiore.

IIll vviiaa aallll’’aallllaarrggaammeennttoo ddeellllaa CCaammppeessaannaa

Dopo tanti annunci, finalmente, è ini-ziata la sistemazione del tratto di stradache, partendo da Campolongo, giungefino ad Oliero. Le opere prevedono una spesa di circadue miliardi; l’onere sarà sostenutodalla Provincia di Vicenza, grazieall’interessamento dei comuni diCampolongo e Valstagna e dellaComunità Montana del Brenta. Dopo lo spostamento del monumentoai Caduti, l’opera ha avuto l’avvio coni lavori di rettifica e consolidamentostradale che a partire dal centro diCampolongo interesseranno diversitratti fino ad Oliero. E’ indubbio che gli interventi in attonon risolveranno completamente i pro-blemi di una strada provinciale sopran-nominata, con ragione, in un recentepassato, “da quarto mondo”, specie neiperiodi estivi quando è sovraccaricatadi traffico. Si spera, peraltro, che pur nelle obietti-ve difficoltà delle angustie del suo per-corso, nel futuro prossimo siano indi-viduate e realizzate quelle idonee solu-zioni utili a risolvere in via definitiva iproblemi viari della Campesana.

Natalino Ziliotto

Notizie flash

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14 IL VENTO DEL BRENTA 14

PPPPAAAAOOOOLLLLOOOO,,,, PPPPAAAARRRR IIIIGGGGIIII EEEE LLLL AAAA MMMMAAAAGGGGIIIICCCC AAAA EEEE IIIIFFFF FFFFEEEE LLLL

Un bel racconto per far scomparire ogni tipo diintolleranza e razzismo

Terminati gli studi della scuolaalberghiera Paolo, un ragaz-zo veneto, decise di recarsiin Francia per trovare unlavoro. In Italia aveva cerca-to per lungo tempo unimpiego, ma nessuna pro-spettiva si era aperta all’o-rizzonte.A malincuore salutò i geni-tori e gli amici e si diresseverso la capitale francese.Arrivato a Parigi con un’uni-ca valigia di finta pelle, condentro pochi vestiti e tantiricordi, iniziò a vagare allaricerca di un qualsiasimestiere per poter guada-gnare il necessario per vive-re.Dopo aver bussato a molteporte inutilmente trovò soltanto un lavoro come pizzaiolo inun ristorante presso la torre Eiffel. Iniziò subito a lavorarecon molto impegno ed entusiasmo, ma ben presto si accor-se che il figlio del padrone, Maurice, lo trattava malamente,senza rispetto, chiamandolo “maccherone”,Dopo una giornata di duro lavoro si trovò a vagare pensie-roso e con un po’ meno entusiasmo in prossimità della bel-lissima torre che, maestosa, sovrastava i Champs Elysées. La notte era lunga e Paolo, non sapendo dove dormire, sisedette su di una panca proprio sotto la torre Eiffel. Ben pre-sto si accorse che quel luogo era riservato ai “clochard” cioèai vagabondi senza casa che si accovacciarono attorno a lui,usando cartoni per ripararsi dal freddo. Paolo piombò in unprofondo sonno ma subito venne svegliato dalla voce di unavecchietta malconcia con in mano una bottiglia di vinosemivuota.Questa, a gesti e con uno strano francese, chiedeva insisten-

temente al ragazzo si cederle il posto.Paolo capì subito che quella poca panca era da sempre l’u-nico letto che aveva la povera vecchia e volentieri la feceaccomodare. La donna lo ringraziò e gli donò un piccolomodellino della torre dicendo al ragazzo che questo posse-deva tre poteri magici, che lo avrebbero aiutano nelle diffi-coltà. Paolo la ringraziò di cuore, ritornò alla pizzeria ed

espresse il suo primo deside-rio, cioè di far sparire persempre la grande invidia neisuoi confronti dall’animodel figlio del padrone. Fucosì che, da quel momentoin poi, stranamente, Paolovenne trattato con rispettonon solo da Maurice maanche da tutti i dipendenti.Il ragazzo, inoltre, fu moltoentusiasta del lavoro e riu-scì a preparare tante pizzespeciali che piacquero aiclienti, tanto che la pizzeriadiventò molto famosa edebbe un grande successo intutta Parigi. Il padrone, perquesto motivo, si arricchìmolto e decise di nominare

Polo primo chef e di assumerlo pagandolo profumatamen-te. Il ragazzo italiano aveva così esaudito anche il secondodesiderio.Utilizzò l’ultimo potere magico per farsi accettare anche datutte le persone con le quali veniva a contatto, sia quelle chefrequentava nel suo posto di lavoro sia quelle che incontra-va nella sua vita privata.Dall’animo di tutta quella gente spariva per incanto qualsia-si sentimento di razzismo ed essi trattavano Paolo conrispetto ed ammirazione.

Un racconto di Sara Bonato, Marco Mocellin, DamianoRossi, Elisa Serradura e Sara Vialetto (classe 5^ elemen-tare di Campolongo sul Brenta, anno scolastico2000/2001), pubblicato nel n° 21 di Maggio-Giugno 2001de “LA VALIGIA”.

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I n o s t r i r a g a z z i

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Giovedi 27 dicem-bre scorso, pressola chiesa parroc-chiale diCampolongo, si èsvolto il tradizio-nale concerto diNatale del Coro edel ComplessoBandistico delnostro paese.Il concerto, che daalcuni anni allieta il periodo delle festività natalizie della comu-nità di Campolongo, ha visto la partecipazione di un numerosopubblico, che a dire il vero era composto per una buona parteanche da persone residenti in vicini paesi; segno questo che lenostre compagini musicali sono ben apprezzate anche fuori paese.Ad un avvio scoppiettante del Coro, diretto dal maestro FlorianoBonato, con l’esecuzione del “In excelsis gloria” di A. H. Brown,sono seguiti i brani “I cieli immensi narrano”, “Una musica dalciel” e “S’accese un astro in cielo” per continuare con altri branie per finire con un brano conosciuto e accompagnato da lontaniricordi, da chi del pubblico aveva più di cinquant’anni, “E noisiamo i tre dell’oriente”. Quest’ultimo brano, che era cantato perle strade del nostro paese durante il periodo di Natale, è stato par-ticolarmente apprezzato, tanto che il Coro, a furore di pubblico,ha dovuto eseguire un immediato bis.

All’esecuzione del Coro è seguita quella del ComplessoBandistico il quale, sotto la guida dell’attento maestro AlviseZannini, ha rallegrato la platea con una sequenza di brani movi-mentati e allegri. All’iniziale brano “I will follow him” sonoseguiti “Concerto d’amore”, “Gospels fantsy” ed altri ancora, perfinire con il classico brano dal sapore natalizio “WhiteChristmas”. Anche all’esecuzione del Complesso Bandistico,sono seguiti dei bis e in sequenza una comune interpretazione,con il Coro, di “Tu scendi dalle stelle”.La serata, che di particolare aveva anche l’inaugurazione dellanuova divisa del Coro Parrocchiale, ha sicuramente entusiasmatoi presenti, tanto che alla pur lunga esibizione delle due compagi-ni, sono dovuti seguire numerose altre ripetizioni a mo’ di bis. Al termine del concerto natalizio sono seguite le parole delSindaco Gilberto Bonato, che hanno sottolineato l’importanza diritrovarsi in serate come queste per la gente di Campolongo ancheper valorizzare il lavoro apprezzabile delle due realtà musicali delnostro paese. La serata si è chiusa con un rinfresco presso la scuo-la elementare cheha accomunato,davanti ad unpanettone e ad unbrindisi, suonatorie pubblico per uncomune auguriodi buon anno.

Domenica 4 Novembre, con la partecipazione di altreAssociazioni, si è svolta la cerimonia per celebrare l’anniversariodella Vittoria e la giornata delle Forze Armate. Con la Fanfara di Campolongo sul Brenta in testa, si è andati aricevere il sindaco del paese comm. Gilberto Bonato e la bandie-ra municipale. Poi è seguita la santa messa celebrata dal parrocodon Paolo Pizzolotto, durante la quale il presidente ha letto la pre-

ghiera deiCombattenti eReduci.Alla fine dellacerimonia reli-giosa si è depo-sto una coronad’alloro presso ilMonumento aiCaduti dove ilpresidente ha

fatto l’appello dei Cadutidi tutte le guerre. E’ intervenuto, quindi ilSindaco per pronunciareil discorso ufficiale; iragazzi delle scuole ele-mentari, ben preparatidalle loro maestre, hannoletto poesie inneggiantialla pace fra i popoli. Ci si è ritrovati successi-vamente presso la sedeper un rinfresco offerto atutti i presenti. Il pranzo sociale si èsvolto presso la trattoriaalla Nave diCampolongo.

Celebrato il “IV Novembre”pregando per la pace

I l n o s t r o p a e s e

15 IL VENTO DEL BRENTA 15

Page 16: IL VENTO DEL BRENTA 02-2002

Il monumentoIl monumento

dov’era... dov’era...

... e come lo ... e come lo

ricorricorderderemoemo

U n o s g u a r d o a l p a s s a t o

Da sinistra: Tucci da Solagna, don EugenioToldo, Rocco Zannoni, il Sindaco Gilberto Bonato;

dietro: Giuseppe Bianchin, Giuseppe Bianco,Zannoni Giovanin Stropa, Bortolo Bonato Scandea,

Umberto Bonato dei Coroni.

Un gruppo di Balilla e Piccole Italiane

Una veduta del monumentoriprodotta in una cartolina