Il terniirie medagli spessa vien confusoe o e scambiato ... · II metodo della fusione, ... duzione...

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marco divari FIGURE PER LA MEMORIA Il terniirie medaglia viene spesso confuso e scambiato con guello di moneta in quanto l'oggetto che essi definiscono e simile: un disco di metallo, di norma lavorato sia al dritto che al rovescio, che non può essere attribuito ad una classe o all'altra usando criteri morfologici e metrologici quali il tipo di metallo usato, le dimensioni, i volumi delle figure rappre- sentate, la tecnica di produzione. I criteri determinanti sono, al contrario l'emissione per un uso liberato rio, cioè con un valore legale per essere usata nelle contrattazioni, per la moneta e un uso celebrativo di un determinato evento o personaggio sia pubblico che privato per la medaglia. La tecnica di produzione della medaglia e essenzialmente di due tipi: per fusione o per coniazione. II procedimento della fusione inizia con la preparazione da parte dell artista di un modello in cera tratto da disegni, dal guale vengono rica- vati i calchi in creta o in gesso delle due facce. L'accoppiamento dei calchi forma una cavita entro cui viene colato il metallo fuso; a raffreddamento avvenuto si toglie la creta e alla medaglia vengono asportati eventuali bave e i codoli di fusione; successivamente può essere rifinita a bulino per migliorarne l'estetica. Questo metodo e lungo e laborioso e permette la produzione di pochi esemplari per I usura dei calchi che devono essere continuamente rifatti. Per guesto motivo, per remissione di medaglie in numerosi esemplari, viene preferito il metodo della coniazione che consiste nell'incisione in negativo in due confi di metallo delle facce della medaglia, con lo stesso procedimento usato per la fabbricazione dei sigilli e delle monete. Successivamente i conii vengono battuti contemporaneamente su un tondello di metallo lasciando l'impronta in rilievo su entrambe le facce dando, origine alla medaglia. I due metodi di produzione della medaglia sono stati usati da categorie di artisti di diversa estrazione culturale e specializzazione artigianale. La coniazione era appannaggio guasi esclusivo degli stessi maestri di zecca che producevano i conii per la monetazione ufficiale; questi erano soggetti ad un controllo anche estetico da parte dell'Autorità che poteva condizionare, talvolta, l'esito stilistico del pezzo, con una maggiore pro- pensione al formalismo e all'ossequio della tradizione. II metodo della fusione, comune a diverse categorie di artisti guali scultori, orafi, fonditori di oggetti in bronzo come mortai, campane o can- noni, si prestava maggiormente all'estro dell artista e alla sua capacita di interpretare la varietà di suggerimenti e delle esigenze dei diversi com- mittenti. Le medaglie presentate in questa occasione sono state scelte seguen- do tre criteri principali: le grandi dimensioni, la tecnica di produzione e l'appartenenza ad un periodo artistico definito. Abbiamo preferito scegliere pezzi di grande modulo per facilitare la lettura e l individuazione dei particolari, difficoltosa in oggetti piccoli e il 0worschacki934, Poiiirdi373. vamanoi987 21 1

Transcript of Il terniirie medagli spessa vien confusoe o e scambiato ... · II metodo della fusione, ... duzione...

marco

d i va r i

FIGURE PER

LA MEMORIA

Il terniirie medaglia viene spesso confuso e scambiato con guello di

moneta in quanto l'oggetto che essi definiscono e simile: un disco di

metallo, di norma lavorato sia al dritto che al rovescio, che non p u ò essere

attribuito ad una classe o all'altra usando criteri morfologici e metrologici

quali il tipo di metallo usato, le dimensioni, i volumi delle figure rappre­

sentate, la tecnica di produzione.

I criteri determinanti sono, al contrario l'emissione per un uso liberato

rio, c i o è con un valore legale per essere usata nelle contrattazioni, per la

moneta e un uso celebrativo di un determinato evento o personaggio sia

pubblico che privato per la medaglia.

La tecnica di produzione della medaglia e essenzialmente di due tipi:

per fusione o per coniazione.

II procedimento della fusione inizia con la preparazione da parte

dell artista di un modello in cera tratto da disegni, dal guale vengono rica­

vati i calchi in creta o in gesso delle due facce. L'accoppiamento dei calchi

forma una cavita entro cui viene colato il metallo fuso; a raffreddamento

avvenuto si toglie la creta e alla medaglia vengono asportati eventuali

bave e i codoli di fusione; successivamente p u ò essere rifinita a bulino per

migliorarne l'estetica.

Questo metodo e lungo e laborioso e permette la produzione di pochi

esemplari per I usura dei calchi che devono essere continuamente rifatti.

Per guesto motivo, per remissione di medaglie in numerosi esemplari,

viene preferito il metodo della coniazione che consiste nell ' incisione in

negativo in due confi di metallo delle facce della medaglia, con lo stesso

procedimento usato per la fabbricazione dei sigilli e delle monete.

Successivamente i conii vengono battuti contemporaneamente su un

tondello di metallo lasciando l'impronta in rilievo su entrambe le facce

dando, origine alla medaglia.

I due metodi di produzione della medaglia sono stati usati da categorie

di artisti di diversa estrazione culturale e specializzazione artigianale.

La coniazione era appannaggio guasi esclusivo degli stessi maestri di

zecca che producevano i conii per la monetazione ufficiale; questi erano

soggetti ad un controllo anche estetico da parte d e l l ' A u t o r i t à che poteva

condizionare, talvolta, l'esito stilistico del pezzo, con una maggiore pro­

pensione al formalismo e all'ossequio della tradizione.

II metodo della fusione, comune a diverse categorie di artisti guali

scultori, orafi, fonditori di oggetti in bronzo come mortai, campane o can­

noni, si prestava maggiormente all'estro dell artista e alla sua capacita di

interpretare la v a r i e t à di suggerimenti e delle esigenze dei diversi com­

mittenti.

Le medaglie presentate in questa occasione sono state scelte seguen­

do tre criteri principali: le grandi dimensioni, la tecnica di produzione e

l'appartenenza ad un periodo artistico definito.

Abbiamo preferito scegliere pezzi di grande modulo per facilitare la

lettura e l individuazione dei particolari, difficoltosa in oggetti piccoli e il 0worschacki934, Poiiirdi373. vamanoi987 21 1

roti patina scura.

Tutti gli esemplari esposti sono stati ottenuti con il procedimento della

fusione; riteniamo infatti che questo tipo di tecnica abbia prodotto oggetti

vicini al gusto di visitatori di una mostra di antiquariato p iù di altri, conia

ti. preferiti forse da un pubblico specialistico di medaglisti o numismatici.

Le medaglie scelte sono state prodotte nell'arco di settant anni circa

nel W II secolo, da artisti esponenti di guella formazione culturale rappre

sentala dallo stile denominato barocco.

Per dare un guadro anche solo approssimativo della medaglia barocca

italiana dovremmo presentare un discreto numero di esemplari. Esulando

tale ipotesi dalle f i n a l i t à di guesta mostra, abbiamo cercato di formare un

nucleo di medaglie che testimoniasse I affermazione di un gusto e i suoi

sviluppi maturi nell'ambito romano e alcune sue irradiazioni nella cultura

fiorentina e lombarda, per indicare i tre maggiori centri di produzione

della medaglia barocca italiana.

La medaglia ha avuto il suo inizio ed il suo massimo splendore nel XV

secolo; nata con il procedimento della fusione, come branca collaterale

della scultura, durante il XVI secolo conosce trasformazioni morfologiche

e tecniche nella progressiva affermazione del metodo della coniazione.

Le ragioni dì guesto cambiamento sono molteplici in guanto vanno da

cause tecniche, come il perfezionamento degli strumenti e delle macchine

per la coniazione, a cause di mercato per I aumento della richiesta di pro­

duzione da parte di un pubblico sempre p i ù vasto, conseguentemente

dalle neccessita di poter disporre di un numero elevato di esemplari.

Anche il gusto artistico influenzato dallo studio e dall'imitazione delle

medaglie" d e l l ' a n t i c h i t à classica cominciava a preferire medaglie conia­

te. Contemporaneamente sul versante della medaglia fusa artisti come

Francesco da Sangallo 11494-1576) avevano raggiunto un'esasperazione

espressiva difficile da superare.

A Roma, alla meta del XVII secolo, grazie anche al mutato spirito della

Chiesa Cattolica che tornava ad esprimersi p i ù liberamente e ad affermarsi

politicamente dopo il ripiegamento su se stessa e l ' a u s t e r i t à di vita che si

era imposta nel secolo precedente per il diffondersi dalla Riforma, si svi­

luppo u n ' a t t i v i t à artistica intensa.

Anche l'eccezionale p e r s o n a l i t à di Gian Lorenzo Bernini 11598 16801 e il

vasto numero di artisti che lo circondavano c o n t r i b u ì a fare di Roma un

polo di attrazione per gli artisti di Italia e di Europa. L'attenzione che un

artista come il Bernini rivolse verso la produzione di medaglie é ben docu­

mentata ' .

Anche se non possiamo dire con certezza che fu fonditore di medaglie

sappiamo che e s e g u ì una serie di disegni raffiguranti medaglie poi fuse da

altri. Dvvorschak gli a t t r i b u ì con certezza almeno tre medaglie, una per

Francesco I d'Este duca di Modena (1629 16581, una per Luigi XIV (1638-1715),

l'ultima ritrae Carlo Emanuele I duca di Savoia (1580 1630). Tale ipotesi fu in

seguito criticata dal Pollard. Numerose medaglie che riproducono disegni

.in luti n del Bernini furono fuse dal Morone 11603 16691 e dal Travani

tallivo a Roma dal 1634 al 16741. Neil ambito culturale che gravava intorno

al Bernini si sviluppo una nuova s e n s i b i l i t à per questa forma d'arte: pitto

ri, scultori e letterati vennero effigiati su medaglie e. d'altro canto gli

stessi disegnarono, idearono le allegorie e crearono i motti da riprodurre

su altri esemplari.

Questa rinascita di attenzione per la medaglia si innesto su una ti.idi

zione di produzione di alto livello per la corte papale. A Roma, infatti, la

zecca papale produsse una serie di medaglie annuali coniate a carattere

ufficiale per celebrare, il principale avvenimento dell'anno.

Questa emissione acguisi un carattere regolare con Paolo III 11534 15491

e veniva distribuita il 29 giugno,giorno della festa degli Apostoli Pietro e

Paolo. A gueste medaglie di modulo standard, relativamente piccolo, se

ne affiancarono nel tempo altre, di carattere straordinario, con dimensioni

maggiori. E proprio con queste ultime che ricomincia a Roma I uso della

medaglia fusa. Lo stile barocco pieno di vita e inventiva, amante del ridon

dante, non poteva limitarsi al piccolo modulo della medaglia coniata ma.

per esprimere liberamente il proprio gusto per la meraviglia scenografica,

aveva bisogno di spazi maggiori.

Durante la prima meta del XVII secolo erano state prodotte a lcune

medaglie fuse, ma gueste rientrano in avvenimenti circoscritti che non

ebbero paricolare influenza sugli sviluppi successivi, tra guesti la meda

glia del 1631 che raffigura Paolo Orsini Duca di Bracciano, eseguita da Giù

lio della Greca. Successivamente il formano esegui medaglie per il cardi

naie Brancacci nel 1636, per Ferdinando Carli nel 1639 e Filippo Pirovano nel

1641. Questo artista fu probabilmente uno degli iniziatori del nuovo movi

mento che ebbe la maggiore influenza nella successiva produzione meda

glistica papale.

Si considera come prima medaglia papale fusa di grande modulo quella

di Alessandro VII 11655 1667) del 1657 (Venuti, X X X I - m i l ì con la basilica di

San Pietro.la piazza e il porticato. Venne eseguita per essere posta nelle

fondamenta del porticato realizzato su disegno del Bernini. La medaglia fu

fusa da Gaspare Morone .

Un altra medaglia della quale si conserva il disegno del Bernini datata

1659 fu offerta al Pontefice Alessandro VII da Domenico Jacobacci a nome

del Senato e del popolo romano IVenuti, XXI; e venne fusa dal Travani.

Un interessante artista che esegui solo medaglie fuse fu il lorenese

C.J.F.Cheron 11635 16981; che visse a Roma negli anni 1655 1675 e esegui

due belle medaglie, una per Clemente IX 11667 16691 con al rovescio il

ponte di Castel Sani Angelo, l'allegoria del fiume Tevere e la lupa che allat

ta i gemelli (Venuti.XIVI e l'altra per Clemente X 11670 16761. Tra le meda

glie che esegui per committenti privati da ricordare quella per il pittore e

architetto Pietro Berrettini detto Pietro da Cortona 11596 16691. quella per il

pittore Carlo Maratta 11625 17131 e. forse la p i ù famosa quella per Gian

Lorenzo Bernini.

Altri artisti autori di medaglie fuse furono Girolamo Lucenti 11627 16981

allievo dell Algardi e collaboratore del Bernini e occasionalmente artisti

guali il Guglielmada I? 16891 e altri poco noti con una produzione esigua,

quali il Silvestri, il Salerni. il Literni, il Papaleo, il Pozzo. Un artista di mag­

gior levatura fu l'Ortolani (1674-1734).

La dinastia degli Hamerani occupa un posto a parte nella storia degli

incisori di conii per la zecca papale: ne tennero praticamente il monopolio

dalla meta del MI secolo fino quasi alla meta dell Ottocento con una pro­

duzione straordinaria per numero e q u a l i t à delle medaglie coniate esegui

te nell arco della loro a t t i v i t à .

Limitata ma sempre di alto valore la produzione di medaglie fuse che

sembra eseguita da guesti artisti nei loro anni giovanili, probabilmente un

capo d opera" per dimostrare il loro valore. Ricordiamo Beatrice 11679

I704J, Ermenegildo 11683 17681, e Ottone 11694 17681. Oltre ai medaglisti

anche committenti famosi contribuirono a creare un nuovo interesse intor

no alla medaglia: la p i ù influente fu la regina Cristina di Svezia 1)626

16891, giunta a Roma nel 1655. Non accontentandosi di emissioni occasio

ii.ili aveva progettato una serie che formasse un" Histoire Metallique" pri­

vata. Artisti che eseguirono le sue medaglie furono Alberto Hamerani, Che-

iun. Travani, Giovanni Martino Amerani, Guglielmada, Soldani.

L'attrazione che il fascino della citta antica e l'ambiente artistico roma

no esercitavano su chi voleva dedicarsi all 'arte della medaglia porto a

Roma artisti di varie parti d'Italia. Tra gli esempi p i ù noti il Soldani Benzi

11656 17401 che studio a Roma come allievo del Travani per ordine di Cosi

ino III dei Medici 11642 17231, Granduca di Toscana, che volle fare di lui il

direttore della propria zecca . Il Soldani, caposcuola della medaglistica

barocca toscana, esegui circa una cinquantina di medaglie e insieme al

Foggini 11652 1725), compagno di studi a Roma, trasporto a Firenze il gusto

della medaglia fusa che si sviluppo in modo sorprendente, dando artisti

come Antonio Monlauti (attivo a Roma dal 1733 al 1740), Filippo della Valle

11698-17681. Antonio Selvi 11679 1753), Lorenzo Maria Weber 116971774),

Giovacchino Fortini 116734736), Girolamo Ticciati 11666? 1740), Giuseppe

Broccetti 11684 1733), Bartolomeo Vaggelli (?4744).

Nessuno di guesti arrivo al livello del Soldani e, ad eccezione del Selvi,

autore della famosa serie medicea, che firmo p iù di cento medaglie e del

Weber, nessuno produsse p i ù di una dozzina di medaglie.

Anche per la medaglistica barocca milanese possiamo trovare un'origi­

ne romana: infatti, Giuseppe Vismara 1163347031 vi si reco su invito del

cardinale Alfonso Litta 11608 16791, nel 1667 per maggiormente habilitar

se nella sua professione di scoltore" 2 .

Tornato a Milano influenzo Carlo Simonetta 116354687), anche lui scul­

tore del Duomo di Milano, e Cesare Fiori (1636 17021 che lo supero per cultu­

ra pittorica e per la grande a b i l i t à nel modellato fino a divenire uno dei

maggiori medaglisti barocchi.

mm

N.B.

le schede seguono il seguente schema:

1 personaggio ritratto nel diritto e breve biografia:

1 descrizione del diritto e del rovescio:

) materiale, tecnica e dimensioni;

4 autore e breve biografia:

5 bibliografia:

b analisi critica della medaglia.

i

216

I Filippo P ì rovano (7 1643)

Milanese. Auditore e poi Decano della

Sacra Rota e Rettore della Penitenzieria

Apostolica, fu stretto amiro del Fardinal

ederigo Borromeo. Lascio alcune opere

nanoscritte alla Biblioteca Ambrosiana.

? DI PHILIPPUS PIRDVANDS S ROTlAEl RO

^AN|AE| DEEANUS

Mezzo busto a destra, testa nuda con

Barba e baffi indossa una lunga veste cu­

laie con colletto risvoltato. Sotto al ta­

glio del busto OPUS CORMANI 1641.

ti SALDS NOSTRA A DOMINO

Galeone a tre alberi e a due ordini di

-arnioni, con le vele spiegate, navigante

Ì destra su mare mosso. Sul ponte e sulle

sartie, marinai intenti alla manovra. In

alto nuvole temporalesche; a sinistra,

sulla linea dell orizzonte sole raggiante.

A poppa nella schiuma delle onde si in­

ravvede una piccola testa di satiro: a de­

stra in basso le lettere COR.

lordo perlinato.

II Bronzo. Fusione, foro di sospensione

liametro min. 9 Ì

41 ICormanol, lohann lakob, Kornmann.

Orafo e medaglista di Augsburg lavora

a Venezia e poi a Roma per numerosi car

dinati e per i papi Urbano Vili e Innocenzo

V. A Roma fu in seguito incarcerato pei

ordine del tribunale dellTiiguisizione. 1

Venuti racconta che il formano, incisore

della zecca di Roma fosse superiore in

abilita al Mola e che questi, per gelosia d

mestiere, lo denuncio al papa e fu causa

del suo suicidio. Il Bertolotli ha dimostra

to falsa guesta notizia: infatti si trovano

medaglie di Innocenzo \ con OPUS FORMA

NI dell 'anno primo pontif icato 11644

i i . I 1 . i ' che ci dimostrano che l'artista era

sopravvissuto al Mola, morto il 26 gen

naio 1640. E possibile che il Formano fos

se attivo ancora nel 1672 perche la sud

firma U F F appare in una medaglia di Fla

vio Orsini duca di Bracciano

51 Bertolotli 1884; Gaetani, 17611763, Il

lavv. EVI, XXV; Eorrer, 1907, III, pgg. 206

207: Middeldorf Stiebral, 1983. LXXXIX; Fi­

scher, 1969, n. 251, Isolo per il diritto);

Fiuardarobba dell 'Aricela, 1674, n. 151,

Norris Weber, 1976. n. 93.

61 Sainthill sottolinea che lo stile di inci­

sione del Formano e di una estrema e mi

nula delicatezza nei particolari. Si può

pensare che lavorasse con una punta d

diamante".

La tecnica di lavorazione di guesto arti

sta e cosi determinala da permettere .

chiunque abbia visto anche un solo sue

lavoro, di identificarne a colpo d'occhio

un altro mai visto prima.

La tecnica usala e di tale finezza da in

generare confusione anche sul metodo d

produzione. Infatti la medaglia presenta

ta e indicala talvolta come coniata talal

tra come fusa anche descrivendo lo stes

so esemplare.

La grande abilita nella fusione lo avvi

Cina a nostro avviso al Dupre 1157416471

Da notare oltre alla bellezza e all'inten

sita espressiva del ritratto illuminato di

luce interiore la p las t ic i tà delle vele goti

fiale dal vento o afflosciate, la minuzi;

delle scale di corda e della alberatura e i

frangersi delle onde spumeggianti sulle

chiglia della nave.

31F Bonario., n III e V - 4) P H Gaetani, tav CKXV n V 216

11 Gian Lorenzo Bernini I1S98 lt>80l

Nato a Napoli nel 1598 da Pietro pittore

e scultore fiorentino. Ricopri col fratello

luigi le p iù alte cariche della Fabbrica di

San Pietro, fu sovrintendente all'Acqua

Felice libati e architetto dell Acgua Ver

gine 116291.

Realizzo sculture e architetture per la

corte papale;lavoro per ben sette ponte

fici da Paolo V 11605 16211 a Innocenzo XI

11676-1b891. In tarda e tà scrisse canovac

ci di commedie e trovo il lempo anche

per dedicarsi alla costruzione di marchi

ne trionfali e funebri.

2 0) EQUFS IOA LAURENT BERNINUS ETATIS

SUE ANNO 76 1674

Mezzo busto paludato a destra, testa

nuda con baffi e pizzo. Sul taglio del bu

slo la firma I.FHERON.

RI SINF.ULARIS IN SINGUEIS IN 0MNIB0S UNIFUS

Quattro figure femminili velate in vari

atteggiamenti simboleggiano la Pittura,

la Scultura, la Matematica e l'Architettura.

In basso sotto al taglio del pavimento la

firma F.FHERON.

Bordo a cornice.

]l Bronzo. Fusione ritoccata a cesello dia

metro miti.74

41 Charles lean Francois CHERON 11635

17001

Nacgue a Nancy da un orafo e incisore

della corte del Duca di Lorena. Visse a Ro

ma dal 1655 al 1675. sembra si sia forma­

to presso la bottega di Gaspare Mola su

bendo l'influenza del Bernini. Fu attivo

esecutore di medaglie Fuse. Fornaio a Pa

rigi. lavoro alla zecca e per la corte di Lui­

gi XIV su segnalazione di Folbert e Le

Brun. Follaboro al l 'esecuzione dell / / '

sloire Metatlique. Allo Fheron venne affi­

data l'educazione e la cura del Soldani

durante il suo apprendislato parigino.

Nel 1676 venne assunto a far parte

dell'Accademia di Pittura e Scultura.

51 Eorrer 1904. p. 420; Gaetani 1761 63.

tav.FXXVII/7

Rizzili! 1892 93, n. 886.

61 La medaglia nella leggenda del diritto

ricorda il titolo di Favaliere concessogli

da Urbano Vili 11623 16441 e nel rovescio

le arti in cui Bernini eccelleva. Sappiamo

dalla biografia scritta dal Baldinucci 1 che

la medaglia fu commissionala diretta

mente da Luigi XIV come alto di omaggio

al grande artista. Sembra fosse lo stesso

re di Francia a suggerire l'iscrizione ed il

soggetto della composizione del rove­

scio.

La medaglia, di alta q u a l i t à , si segnala

per l'intensa caratterizzazione del ritrai

to che presenta una i d e n t i t à Fisiognomi

ca con l'autoritratto che il Bernini esegui

nel 1665.

Molto simili stilisticamente sono le me

daglie che lo Fheron esegui per Pietro da

Cortona IRizzini p. 8851 e guelle che fuse

con il proprio ritratto e con il pegaso al

rovescio I Pollard figura 17).

51 Baldinucci 168?

220

l Ranuccio II Farnese Duca di Parma e

Piacenza 11646 16941.

Nato nel 1630 da Odoardo e da Marghe

rita dei Medici. Succede al padre nel 1646;

durante il suo governo i Farnese persero

1 feudo di Fastro. acquisirono pero i feu­

di di Bardi e Fompiano nel 168?.

ì DI RAYNUFIOS II PARMAE ET PIACENTIAE

9U\ ET

Mezzo busto corazzato e paludato a di­

stra, testa nuda con baffi e lunghi capei

i. Al collo fazzoletto di pizzo con vistoso

fiocco. Lo spallaccio e ornato da figure

allegoriche e dalle insegne di Sacra Ro­

mana Fhiesa. Sotto al taglio del braccio

.FIOR. Bordo a cornice decorata a foglie

e bacche interrotta in basso.

RI IMPERIO IN BARDUM ET FOMPLANUM PRO

PAFiAFO

Farla dei feudi di Dardi e Fompiano con

Fiumi, rilievi e castelli, si intravedono le

scritte: FARO FIUME e EENO F.

loppio bordo a cornice.

31 Bronzo. Fusione rifinita a cesello dia

metro mm. 113.

41 Cesare Fiori 11636 17021

Pittore milanese, specializzalo in ri

tratti, fu apprezzato anche in architettu

ra d'Interni e ricercato ideatore di mac

chine trionfali sia per feste sia per ceri

monie funebri.

Studia pittura sotto la guida di Farlo

Tane e architettura con Pietro Paola Cara

vaggio.ll Fiori si dedica anche alla meda

glistica con una produzione ridotta.

51 Frocicchio. 1989. pgg.344, 345;

Arese, 1975, ...III;

Johnson. 1976. n.74;

AFFo.1789. V. p. 304;

Rizzini. 1892 1893. p. 899.

61 l'artista nell'esecuzione di guesta me

dagl ia , legato probabilmente ad uns

commissione a tema fisso, appare inte

ressato ad ottenere un effetto scenogra

fico e ridondante.

Molto bello appare il ritratto del duca

intenso ed inquietante.

Il rovescio della medaglia allude a l iar

quisto fatto da Ranuccio II nel 1682 de

feudo di Bardi e Fompiano incuneato ir.

le sua p r o p r i e t à del parmigiano e del pia

centino.

Il feudo di p r o p r i e t à della Famigli ,

principesca dei Landi per estinzione de

ramo principale della casata era passate

a Gian Andrea Doria Pamphili.

Del Fiori, medaglista studiato solo re

centemente, sono note nove medaglia

eseguite fra il 1670 e il 1682 dedicate <

personaggi di ambito milanese.

Velia lohnson nella sua introduzioni

alla mostra della medaglia barocca tenu

tasi a Udine nel 1976 ritiene il Fiori une

dei migliori medaglisti barocchi in Italia i

la vera "scoperta " dell'esposizione.

221

Il Ranuccio II Farnese

vedi scheda precedente.

21 Vedi scheda precedente.

RI Vedi scheda precedente.

li Piombo. Fusione rifinita a bulino dia

metro miti. 113.

41 Vedi scheda precedente.

51 Vedi scheda precedente.

61 Vedi scheda precedente.

223

11 Antonio Maria Erba 11624 1694) i . I N I I L di nobile famiglia, nipote

del Cardinale Benedetto Odesrakhi poi

papa Innocenzo M. resse diversi incarichi

pubblici a Milano fino a divenire Reggen

te del Supremo fonstgho d' I tal ia,nel

1683.

Nell'anno successivo fu crealo Marche­

se di Mondonico.

2 0) MARCH ANT M d ERBA SEN REGENS

Mezzo busto a sinistra con lunga veste,

colletto rigido e mantello ornato di pel

iccia: testa con baffi e lunga capigliatura

con berretta. Sotto al busto, nel giro del­

la leggenda in senso antiorario 1688.

RIEDELO PRUDENTI* TONCORS

Un'aquila ad ali spiegate in volo a sini­

stra verso il sole raggiante.In basso pae

saggio agreste con un villaggio, un albe

ro e una porla turrita.

Bordo a doppia cornice modanata.

li Bronzo. Fusione, tracce di appiccagno

lo rimosso, diametro min. 125

41 Giuseppe Vismara 11633 17031

Scultore, lavora fino al 1677 alla fabbri

ca del Duomo di Milano. Dal 1654 al 1660

scolpisce una serie di statue minori per le

guglie del Duomo.

Nel 1662 prepara il modello del basso­

rilievo del Sacrificio di Isacco che vennej

ultimato nel 1664 e collocato alla base

della facciata del Duomo a destra del por

tale maggiore.

51 Panvini Rosati, 1968. p. 239;

RiZZlnl, 1892 1893. n. 882;

Johnson. 1976, n. 61;

Arese, 1975, p. 91.

61 Secondo gli sludi di F.Arese le meda­

glie finora note del Vismara sono sessan­

tac inque Fi rmale o s ig la te e al tre

sette,non Firmale, gli sono attribuite dal

a critica.

Tre delle anonime hanno diritti g i à

usati in altre medaglie siglale e i diritti

delle altre guattro hanno lo stile di altre

di certa attribuzione^

Sembra possibile seguire l'evoluzione

del Vismara come medaglista analizzan

do i pezzi datali in ordine cronologico:

infatti, da medaglie di alto rilievo e di sii

le duro, passiamo ad altre p iù plastiche e

dai dettagli curati e dolci tanto che si po­

trebbe dividere la produzione dell'autore

in periodi definiti da un sicuro cambia­

mento stilistico.

La medaglia presentata ha slretle ana­

logie di esecuzione e di impianto con

un'altra, coeva esegui la per Vitaliano

Borromeo.

225

Il Innocenzo XII 11691 17001

Antonio Pigiiatelli di Spinazzola, nato

nel 1614.

Durante il suo pontificalo emano la

Bolla Romanum docel Pontificem" con

la quale condanno definitivamente il ne

potlsmo. Sollecito e protesse le missioni in rina

e Giappone e il riscatto degli schiavi. Si

prodigo in modo particolare in favore dei

poveri.

2 DI INNOf EN MI PONT OPT MAX A III

Mezzo busto a destra con mozzetla e

stola ricamata con croce ed emblema Pi

gnatelli; testa con camauro, baffi e piz

zo. Sotto al busto la firma dell'autrice in

corsivo :DEATRIX HAMERANA.

RISINUMSUUMAPERUITEGENIS

Su di un piedistallo ornato con stemma

Pignatelli sormontato da chiavi decussa

te e dalla data 1698. un pellicano si apre

il petto col becco e nutre con il suo san

gue numerosi uccel l i posati al suolo,

mentre altri arrivano in volo. Sul fondo

paesaggio montuoso con alberi e un tem­

pietto a destra.

Bordo a cornice.

31 Bronzo con i rilievi dorati, foro e anello

di sospensione, fusione, diametro mm.

87.5

41 Beatrice Hamerani 11679 17041

Eiglia di Giovanni Martino e sorella di

Ermenegildo e di Ottone sposa nel 1703 M.

Benlirelti de Corvi. Lavoro abilmente la

cera e e ricordata come intaghalrice di si

gllll.

5IForrer. 1904. Il, p. 394;

Rizzini, 1897 1893, n. 358;

Lincoln. 1890. n. 1545;

Bonanni. 1699, XIII;

Venuti. 1744. X;

Johnson. 1976. n. 21;

Vitmann-Variano, 1983. p. 141.

61 Nel 1694. data indicata nel rovescio

della medaglia, l'autrice, unica donna ad

aver lavorato come medaglista per i pa­

pi, aveva solamente diciassette anni.

Nell'ideazione del pezzo, in particolare

del rovescio, il numero e la disposizione

degli elementi trattati, confondono l'os­

servatore: in questa frangente I' horror

vacui e imputabile forse più alla giovane

e tà dell'autrice portata a sovrastimare il

valore dei particolari che ali adesione al

gusto dell'epoca.

Il pellicano che si apre il petto e nutre i

piccali con il proprio sangue, allude alla

Tari la cristiana' e risulla essere figura

tradizionalmente ricorrente nell'icono

grafia del sacrificio della croce.

Sono note altre medaglie con un analo­

go soggetto: una di Pio II 11458 1464I 6.

un'altra di Clemente IX 11667 16691 ' e due

monete di Innocenzo XII : mezza piastra

1692 8 e 1693 9 .

Generalmente il pellicano e rappresen­

talo sul nido mentre nutre i propri piccoli;

in questo caso, altri uccelli, oltre ai pro­

pri pulcini, vengono nutriti: nella partico­

lare fisionomia del soggetto si e voluto

vedere un'allusione alla bolla papale del

2 2 giugno 1692 che appunto abo l ì il nepo­

tismo.

El F Bonanni, IV

7| Lincoln, 1258

8)C N1, 2B

81C.HI..32

227

228

I Innocenzo XII11691 17001

edischeda precedente

( DI INNOFENTIUS MI PONT OPTIM MAXIM

Mezzo busto con mezzetta e stola a de­

stra, testa con camauro baffi e pizzo,

iotlo al busto, nel giro della leggenda, in

senso antiorario AN I I . Nella leggenda, al

M i s i u dei punti di interpunzione piccole

pignatte.

I I In un cartiglio svolazzante la leggenda

su due righe:

[GENO5 VAGOSQ INDDC IN OOMUM TUAM

JSAI58

1 complesso del Laterano visto da nord: il

palazzo dei papi a sinistra, la facciata

della basilica a destra: davanti, al centro,

obelisco egiziano.

lordo a cornice.

i l Bronzo dorato rifinito a cesello. Fusto

ne. diametro min. 105

41 Non identificato.

51 Bonanni. 1699. XVI;

Venuti, 1744, VII:

Lincoln. 1890, p. 1543;

Fischer. 1969. p. 263:

Witmann-Varriano, 1983. p. 142:

Fresor. 1858. 1, tav. XXXVIII.

61 L'autore di questa medaglia non e sta­

to identificato, anche se gli studiosi, re

centemente, propendono per un artista

nordico soggiornante a Roma, vicino allo

svizzero Peter Paul Borner 11656 1727

autore di altre medaglie e incisore di al­

cune monete della zecca papale.

Durante il secondo anno di pontificato

Innocenzo MI trasformo la residenza pa­

pale del Laterano in ospizio per i poveri e

la adatto fino ad ospitare 5000 persone.

Fu in seguito gestita insieme ad altre isti

tuzioni formando un Ospizio Generale.

Il motto del rovescio e tratto dal Libro

di Isaia, cap. 58, par. 7: " spezza all' affa

malo il tuo pane e i poveri e i raminga

portali a casa tua; se vedi uno ignudo ri­

vestilo, e non spregiare la tua propria

carne ".

Nelle ultime parole troviamo una allu

sione a un programma di p i e t à verso i po

veri g ià celebrato nel rovescio della me

daglia precedente.

Innocenzo MI fu amatissimo dagli indi

genti; un giorno, durante una cerimonia

pubblica, questi staccarono i cavalli dalla

lettiga e. caricatoselo sulle spalle, lo tra

sportarono al canto di "Veni pater pau

perum ".

I l l lemente XI11700 17211

Giovanni Francesco Albani di Urbino,

nato nel 1649.

Al momento dell'elezione non era neppu­

re ordinato sacerdote e fu convinto ad

accettare il soglio pontificio solo con

grandi difficolta. Stilo Ire bolle contro i

Giansenisti e i seguaci di Quesnel "VI-

neam Domini". ' Dnigenitus" e Pastora

lis officii".

2 DI CLEMENS XI PONT OPT MAX A I

Mezzo busto con mezzetta e stola a de

stra. testa coperta dal camauro. La stola

e decorata da una stella raggiante e da

una figura femminile su due monti. Sotto

al busto la firma dell'autore in corsivo:

HERMENEGIL HAMERANUS

RI II sole. antropomorFizzato. raggiante,

illumina un paesaggio agreste dominato

da tre monti. In alto, in un cartiglio svo­

lazzante la leggenda: FUNETIS CLEMENS.

Bordo a cornice.

31 Bronzo con appiccagnolo originale.Fu

sione, diametro min. 101

41 Ermenegildo Hamerani 11683 17681 Fi

gito di Giovanni Martino 11649 17051. g ià

"Deputato al Governo e Amministrazione

dell' lllln n i e cariche d incisore delle

Stampe della Zecca" viene nominato a

sua volta maestro incisore dei conii della

zecca papale nel 1704. succedendo allo

svizzero Peter Paul Borner. Nel 1731 Fle

mente XII gli riconFerma l'incarico insie­

me al Fratello minore Ottone. Nel 1734 i

due fratelli ottengono dal papa l'auloriz

zazione a aprire un'officina monetaria

provvisionale" nella loro sede in via dei

Foronari che funziono dal 1734 al 1738.

51 Johnson,1976, n.20;

Wltmann-Varrlano, 1983. p.149:

Venuti, 1744. IX;

Fischer. 1969, p.265;

Lincoln. 1890, un. 1587 1588:

Rizzini, 1892 1893.

61 Questa medaglia, una delle poche ot­

tenute per fusione da Ermenegildo Hame­

rani, che p r e f e r ì lavorare con il sistema

della coniazione, fu eseguita dall'artista

a soli diciotto anni e testimonia una abi­

lita tecnica e artistica straordinaria.

La medaglia infatti, dopo la fusione,

non e stata ripresa a bulino e conserva la

freschezza del modellato in cera.

In particolare al diritto e da notare la

sensazione di morbidita con cui sono resi

il camauro, l'abito e la profonda intro­

spezione psicologica del ritratto.

Al rovescio sono molto belli il delicato

movimento del paesaggio, a rosi basso

rilievo e la nitidezza dei raggi del sole.

L'iconografia del rovescio e forse uno

sviluppo dell'emblema della famiglia: tre

monti sormontati da una stella che si e

trasformala in sole e illumina con i suoi

raggi il paesaggio circostante fino ad es­

sere CLEMENTE OVUNQUE su tutta la terra.

L'immagine del sole col volto umaniz­

zato e senza precedenti nella medaglisti­

ca papale, forse derivato da una meda

glia di Luigi XIV, il Re Sole del 1660;

l'esempio p iù antico si trova su monete

di Ferdinando Gonzaga 11612 16261 duca

di Mantova dove e rappresentato il sole

raggiante antropomorfizzato col motto:

NON MUTUATA LUCE.

232

I Clemente XI11700 17211

'edere scheda precedente

!- 01 CLEMENS XI PONT MAX ANNO XVI tra due

I r l i , da sinistra in basso in senso anli

trarlo.

TIMENIEM DOMINUM GLORIFIFAT ( PS 114

Entro cartiglio da sinistra in alto in seti

so orano. Il pontefice benedicente, sedu-

o in trono, riceve un memoriale presen

alo da due personaggi genuflessi.A de

Etra, in primo piano un ecclesiastico. Sul

ondo, da una porta parzialmente seller-

itala da un tendaggio, un eclesiastico e

in a labard ie re o s s e r v a n o la s c e n a ,

lll 'eiargo la data MDCCXVI.

II Anepigrafe; l'interno della Basilica di

>an Pietro in Roma: una funzione religio­

sa sull'altare sotto la Santa Cattedra. A

sinistra vescovi e cardinali, a destra ecle-

siastici e guardie svizzere con corazza e

alabarde. Sull'alzata di un gradino la fir­

marteli autore: OTTO EMERAMO HAMERANI.

lordo a cornice.

31 Bronzo. Fusione, diametro inni. 91

41 Ottone Hamerani 11694 -17681

Figlio di Giovanni Martino e Fratello di

"rmenegildo e Beatrice studia disegno e

scultura presso Benedetto Luti. La sua

carriera ufficiale come medaglista papa-

e inizia nel 1731. Di una a t t i v i t à prece

dente, oltre la medaglia gui presentata,

probabilmente la prima eseguita, sono

conosciute una medaglia per Giovanni

del Portogallo e una per Giacomo II

Stuart.

5) Johnson, 1976, n. 22.

61 Nel 1 ZI5 il gran visir Damad Ali in una

H i l l . H i l l - campagna di cento giorni toglie

ai veneziani lutto il Peloponneso.

1 cristiani sono costretti a capitolare

ovungue e le loro forze sono fatte prigio­

niere. La flotta turca, rafforzata da navi

eg iz iane e degl i s t a l i b a r b a r e s c h i

dell'Africa settentrionale, scaccia i vene­

ziani dalle isole del mare Egeo.

Questa medaglia ricorda l'impegno pa­

pale in favore dei veneziani e 1 indizione

di eccezionali cerimonie religiose a Inter

cessione contro il dilagare delle armale

turche.

Il 13 aprile 1716. grazie alla mediazione

papale, si concluse un alleanza tra Vene

zia e l'imperatore per la guerra contro

turchi.

A questo avvenimento allude il Salma

14, 4 riportato nella medaglia: "Negli oc

chi di Lui e niente il maligno ma onora

quelli che temono Dio. Fa giuramento a

suo prossimo e non l'inganna ".

L'esecuzione di questa rarissima me

daglia, ottenuta con un bassorilievo d

abile modellato, denuncia la f a m i l i a r i t à

dell'autore con la lavorazione in cera;

l 'accuratezza del disegno e 1 equilibrio

della composizione ci ricordano che l'Ha

merani. allora di ventidue anni, aveva da

poco terminato l'apprendistato presso la

bottega del Luti.

Il Cosimo Serrislori 11644 17141

Nato nel 1644 da nobile famiglia, fu

persona di carattere eccentrico. Alla mor­

te del fratello abbraccio la vocazione reli­

giosa. Studio la fisica e la medicina e fre­

quento I ospedale di Santa Maria Nuova di

Firenze. Mori nel 1714.

2 DI FOS SERRISFORI PAFRITIUS FLORENF

Mezzo busto a destra con veste da ca­

mera aperta sul collo: testa nuda con ca­

pelli lunghi ed incolti e barba Fluente.

Sotto al taglio del braccio l'iniziale S.

RINECFASCIBUSULEISERIGTfUR

Una Figura femminile con lunga veste

sorregge un agnello, erigendosi da un

cumulo di a rmi , c o r a z z e , v e s s i l l i .

All esergo la data 1711.

Bordo modanalo a cornice.

31 Bronzo fusione diametro mm.9l Foro di

sospensione

41 SOLDANI Massimiliano 11656 17401

Si discute ancora oggi sulla sua appar­

tenenza alla famiglia Soldani di Fiesole o

a guella di Soldani Benzi da Cigline.E cer­

to comunque che la sua famiglia, di note­

vole benessere economico, avesse anche

un'elevata posizione sociale. Nel 1675 fu

apprendista per due anni nella scuola di

disegno della Galleria Granducale. Due

anni dopo Fosimo III. colpito dalle gualita

del giovane, lo mando a Roma all' Acca­

demia Fiorentina diretta dal pittore Ciro

Ferri e dallo scultore Ercole Ferrata. Il

Granduca voleva che si perFezionasse

nell'arte della incisione di monete e me­

daglie per farne il nuovo direttore della

zecca fiorentina. Studio presso Giovanni

Pietro Travati! 11640-17071 l'incisione dei

conii in acciaio. Il Soldani rimase a Roma

fino al 1681: nello stesso anno il Granduca

lo invio a Parigi dove studio con Joseph

Roeltiers 11635-17031. Richiamato a Firen­

ze, Forse per Tinteresse dimostratogli da

Luigi XIV si dedico alla riorganizzazione

della zecca e successivamente anche a

lavori di orificeria sacra e all'esecuzione

di gruppi e bassorilievi.Sposo la figlia del

pittore di corte Sustermanss 11597 16811,

dalla guale ebbe quattro figli. Nel 1722

inizio i lavori per il monumento funebre

del Gran Maestro di Malta Marco Antonio

Zondadari 11720 17221 e successivamente

per Manoel de Vilhena 11663 17361 posti

nella cattedrale di La Valletta. Nella sua

carriera di medaglista esegui 73 meda

glie note in un periodo compreso dal 1677

al 1736.

51 Johnson, 1979, nn. 161. 180:

Vannel Toderi, 1987, n. 63.

61 La medaglia eseguila nel 1711 presenta

la caratteristica di essere firmata con

l'iniziale S. Sono conosciute soltanto al

Ire due medaglie con la stessa firma: una

eseguita nel 1702 per il vescovo di Arezzo

Giovanni Matteo Marchetti e un'altra del

1710 per Stefano Tortolini. Il rovescio allu­

de agli ideali di vita del Serristori. che

aveva assunto ad esempio San Filippo Ne

ri. Da un punto di vista stilistico il Pol-

lard' u paragona il ritratto della medaglia

con un altro eseguilo dal Soldani per la

tomba Ferroni " sottolineandone il vigore

e l'alto rilievo raramente usato dall'arti

sta nell'esecuzione di medaglie.

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