Alessandro Mavilio

Il Tao Te Chingdi Laozi

Un'introduzione al Taoismo

Questo è un MICROBOOK.

È disponibile per il download, la le�ura e il regaloin cambio di un minimo supporto economicoche garan�sca all’autore ulteriore crea�vità.

Supporto all'autore e ulteriori informazioni suwww.patreon.com/mavilio

Quest’opera è prote�a dalla legge sul diri�o d’autore. Prima edizione digitale: 2019 Ul�ma revisione: 11/12/2019 - Versione 1

Immagine di coper�na: Hisu lee - Unsplash

© 2019 MAVILIO Sapporo Japan

www.mavilio.com

Questo libro può essere le�o a schermo sul Web, stampato su cartaoppure salvato in PDF.

I microbook di Alessandro Mavilio sono una strategia espressiva che sipone a metà strada tra il post del blog e l'ar�colo le�erario. La forma diun breve libro di massimo dieci brevi capitoli è stata pensata per fornireun contenuto più stru�urato e gradevole, per imporre sia la giustaconcisione, durante il processo di scri�ura, che maggior soddisfazione alle�ore durante la le�ura.

Un microbook è comunque un'opera vola�le, aperta a revisioni emigliorie.

Tu� conoscono il simbolodel Tao e tu� hanno intesoparlare del Taoismo. Ma nontu� hanno davvero idea di

quali sconfina� paesaggia�endono il Viaggiatore chedecida di par�re senza alcun

bagaglio.

Questo libro offre dipercorrere, mano nella mano,

un tra�o della più GrandeVia.

SommarioEpigramma

Prefazione

Introduzione

1. La Via

2. Le Virtù

3. La Non-azione

4. Sulla Via

5. Sulle Virtù

6. La Portanza

7. Informazione e scelta

8. 道可道

9. Il simbolo del Tao

Conclusione

Le parole re�e sono paradossali.

PrefazioneAlcune intuizioni per l'ada�amento di questaversione provengono da un altro mio proge�orela�vo al Taoismo: il "L'AI-zi", un algoritmolinguis�co da me programmato - un'IntelligenzaAr�ficiale - che riscrive ciclicamente il Tao TeChing, proponendo nuove versioni e nuoviabbinamen� seman�ci pur rispe�ando la stru�urae il glossario originali del libro.

La differenza tra uno studioso umano e un'AI ècertamente nel coraggio sfacciato dell'AI dime�ere nero su bianco, e senza ritrosie di sorta, lesue proposte sperimentali.

Alcune versioni ar�ficiali del Tao Te Chinggenerate da "L'AI-zi" sono effe�vamentecoraggiose e novelle, eppure semprecuriosamente molto a fuoco.

Non che finora mi fosse mancato il coraggio disperimentare con i vari sensi del Tao Te Ching, mal'aiu�no ar�ficiale, disinteressato e distante del"L'AI-zi" mi ha dato l'agio di provare, tu�e insiemee in anteprima, cen�naia di versioni cheragionevolmente, prima di allora, non si erano maiviste sul pianeta Terra.

E' stato come entrare in un antro del Tesoro, perprimo. Le versioni alle quali mi esponevo eranotu�e sempre novelle e vergini. Durante il periododi esposizione a queste versioni del "L'Ai-zi" il mio

lavoro non era di traduzione, tantomeno quellodel �pico ada�amento. Le versioni non venivanoda me ma mi venivano proposte da una "terzaen�tà".

In quella fase non ho dovuto pensare a nulla senon espormi a nuovi nodi di senso offer�mi. Allavoro non ero né io né Laozi. Questo ècertamente un punto cruciale.

Certamente quando eserci�amo un senso...seman�co, all'interno di una produzionelinguis�ca, si cerca di navigare ro�e ba�ute dasecoli: il senso del linguaggio è infa� innanzitu�ostrumentale: l'obbie�vo comune è comunicare efarsi capire. Tu�avia l'esperimento con il "L'Ai-zi"mi ha chiaramente dimostrato che sensi finorainaudi� restano inacce�abili se sono il fru�o di unerrore, di una generale sfocatura del discorso.Quando tali sensi "inaudi�" sono invecel'obbie�vo dell'esperimento, semplicemente,nuove ro�e prome�en� e navigabili si aprono alcommercio.

Senza dubbio un tale meccanismo è "sinap�co":nel senso che, date certe condizioni, qualcosasca�a nel cervello che sembra prome�ere esperare in ripercussioni e riu�lizzi costru�vi.

Non è certo questa la sede per provare adapprofondire un tale discorso e dunque saràmeglio troncarlo qui.

Ho comunque imparato molto da questo

esperimento e me ne sono quindi servito pertrovare il coraggio di ridurre, stavolta in manieraclassica e semplicis�ca, la versione che segue delTao Te Ching.

IntroduzioneSebbene io abbia le�o e studiato diverse versioni,in italiano, inglese e giapponese, e mi siaripetutamente misurato ciclicamente, dal 1993 aoggi, anche con la versione originale in cinese,l'obbie�vo di questo libro è esclusivamentequello di fornire, in italiano, una gen�le guidaintrodu�va al Tao Te Ching e al pensiero di Laozi.

Tengo a fare questa precisazione perché – proprionel caso del Tao Te Ching – la scelta, lo s�le e ilimi� intrinseci del linguaggio intervengono insfida sin dalla prima riga. Dunque il mioobbie�vo, meramente divulga�vo, è quello direndere quanto più comprensibile il pensierotaoista operando, dove necessario e con moltelicenze, affinché il le�ore possa accomodarsisenza impaccio all'interno del "più grandediscorso".

Il Tao Te Ching è un libro misterioso non solo per iltema che tra�a ma anche per l’aura di mistero cheavvolge la sua stessa nascita e la sua primaedizione. Sappia il le�ore che si s�ma che la primaversione in assoluto sia stata scri�a (in un periodocompreso tra il IV e il III secolo a.C.) su righe dibambù legate tra loro, ma in mol� casi ritrovatealla rinfusa, dunque l’ordine originale di molterighe e capitoli è pressoché sconosciuto.

Il lavoro dei filologi è stato certamente quello dirime�ere insieme il testo e il suo senso originale,

tu�avia, a mio avviso, una certa maniacalità nelricostruire le rime e l’impossibilità di poterresponsabilmente dis�nguere le par� del librocertamente originali dalle altre che sembranoessere state aggiunte in un periodo successivo,rendono tu�e le edizioni del Tao Te Ching unale�ura di ancora ardua comprensione, quandoinvece potrebbe (e dovrebbe) essere un libro dimassima diffusione, per il massimoapprezzamento popolare.

Dopo quasi trentanni di frequentazione del testoe di divulgazione informale presso amici e curiosi,ho deciso di offrire al pubblico una versionetotalmente rimaneggiata e asciugata del Tao TeChing, assumendomi innanzitu�o la responsabilitàdi eliminare o spostare le par� cheobbie�vamente risultano oscure, fuori posto osemplicemente insensate al le�ore italiano.

Quella che segue è una versione condensata epesantemente riveduta del libro originale conl'unico obbie�vo di consegnare il messaggiooriginale e presunto.

Ho proceduto dando priorità a tre conce�fondamentali del Taoismo, accorpa� nelleseguen� tre sezioni: 1) la Via, 2) le Virtù (della Via)e 3) la Non-azione.

Giacché “Tao Te Ching” significa le�eralmente “IlLibro della Via e della Virtù” mi sarei perfinolimitato alle prime due sezioni ma ho poi notatoche, in modo del tu�o naturale, emergeva dal libro

originale la speranza in una sezione sulla Non-azione, che è appunto diventata, seppur in formanaturalmente molto breve, la terza.

Ho voluto ricompilare queste tre sezioni affinchéoffrissero al le�ore l’esperienza di una le�urascorrevole, piacevole e dalla massimacomprensibilità.

I capitoli successivi al terzo offrono alcuni spun�per ritornare su quanto le�o nei primi tre, pertentare, dove sia il caso, di dipanare qualchedubbio o di so�olineare quelli che credo essere ipun� chiave per la comprensione del Tao TeChing.

Talvolta è il caso di amme�ere che alcune le�urenon possono essere offerte, dopo migliaia di annidalla loro prima pubblicazione e in traduzione,imponendosi di rispe�are la stru�ura del librooriginale. Chi mi legge comprenderà bene che unle�ore occidentale del XXI secolo è tu�'altrole�ore rispe�o a uno orientale del III secolo a.C.

Il Tao Te Ching, più di altri tes�, si presta(volen�eri e giocoforza) a un totalerimaneggiamento delle sue righe grazie alla suastru�ura poe�ca, manualis�ca, e come accennatoal fa�o che sia stato rinvenuto in formascomposta.

Questa versione del libro non intendeassolutamente essere una guida esaus�va al

Taoismo e a tu�e le sue molteplici sfacce�ature,tanto meno quelle successivamente teorizzate ecristallizzatesi nei secoli. Al contrario, vuoleesclusivamente proporsi come un primo sguardoal libro di Laozi e ai problemi che esso pone allasua prima le�ura in assoluto. E questo sguardointende essere quanto più immediato possibile,una vera e propria fotografia con flash.

Ho visto troppe persone avvicinarsi al Tao TeChing, cominciare a leggerlo e riporlo, purrispe�osamente ma troppo velocemente, inscaffali di libreria ad altezze dichiaratamente...decora�ve, perfino tra i miei colleghi orientalis�. IlTao Te Ching viene spesso malauguratamentepercepito come "un altro libro di lontanafilosofia"...

Se è vero, come mol� usano dire, che “latraduzione è un tradimento (aggiungo io: a fin dibene)” allora ho pensato che il Tao Te Chingavesse bisogno di un tradimento completo estru�urale, di un poderoso riada�amento, perpoter parlare schie�amente al più moderno deile�ori. Sono certamente anche cosciente del fa�oche di versioni ampiamente tradite del Tao TeChing ve ne siano già abbastanza in giro, ma inquesta versione il mio mo�o è stato “tradireamando, profondamente, a modo mio”.

Avevo questa versione in mente da anni e sonofelice di averla finalmente approntata.

Dunque, ricapitolando, i tre capitoli che

seguiranno sono il Tao Te Ching in versionecompa�a, riordinata e riada�ata; i capitolisuccessivi contengono, invece, analisi especulazioni aggiun�ve che spero saranno graditeai le�ori più appassiona�.

Auguro a tu� una buona le�ura.

1. La ViaGeneratasi non so Come, e generata non so daChi, prima di generare (a Sua volta) ogni possibilecosa, Essa era un punto in stato di fusione.

Io non ne conosco il nome ma la chiamo "Via".

Passiva e invisibile, Essa esiste solitaria e finoranon ha mai cambiato il suo cara�ere.

Volendo definirla meglio posso solo dire che è"grande".

Essa è presente ovunque, ma di ciò non ne sente ilpeso.

Essa è come se respirasse.

* * *

La Via è vuota; non si riempie mai.

Quanto è anonima, come la nostra più lontanaantenata!

Quanto è eterna, come un profondo infinito!

Pur generando innumerevoli forme, la suacrea�vità non finisce mai.

Infa�, proprio perché rinuncia alla sua forma, laVia instrada i suoi figli verso il loro des�no piùaugurale.

* * *

La Via veramente Via non è la Via che credi.

Scoprila! E troverai altro.

Agguantala! E scomparirà ai tuoi occhi.

* * *

La Via ha la semplicità di una sconosciuta.

Dal momento in cui si sfiora questa semplicità, cisono dei Termini.

Il Suo posto in rapporto al mondo è quello di vallie torren� in rapporto a fiumi e mari.

* * *

Quanto è ambigua! Tu� si affidano a Essa pervivere, ed Essa non rifiuta nessuno.

Essa nutre chiunque, senza presentarsi come

regina.

Se provi a guardarla, � parrà di non vedere nulla.

Se provi ad ascoltarla, � parrà di non sen�r nulla.

Ma se la acce� e usi, Essa non si esaurirà mai.

Poiché non fa valere la Sua grandezza, Essacompie la Sua grandezza.

* * *

(Ma anche) I Termini veramente Termini non sono itermini che credi.

Il termine Non-essere indica la Madre del nostromondo; il termine Essere indica il Padre di tu�e lecose.

Madre e Padre, sebbene abbiano un'originecomune, sono designa� con termini diversi.

Così, è grazie all'incredibile alternarsi di Non-essere ed Essere che si vedranno del Non-essere ilmisterioso prodigio, e dell'Essere tu� i (suoi) verilimi�.

Ciò che Padre e Madre hanno in comune, io lachiamo la Suprema porta di ogni prodigio.

2. Le VirtùLa Via si pone dietro ogni cosa, eppure primeggia(senza volerlo).

Essa gioca ai margini, eppure è protagonista.

Non avendo preferenze personali, le suepreferenze si compiono sempre.

* * *

La "bontà" suprema (della Via) è come quelladell'acqua.

L'acqua reca profi�o a tu�o, senza lo�are (e senzachiedere nulla in cambio).

Essa è comoda nel posto più basso possibile, cheogni uomo accuratamente evita.

Ecco perché l'acqua è parente alla Via.

Entrambe non possono essere biasimate.

* * *

È meglio astenersi, che acquisire e riempire.

Ritrarsi quando qualcosa è compiuto, così fa laVia.

Colui che ignora questa legge si maledice da solo.

Colui che comprende questa legge è certamenteun illuminato, tollerante, senza pregiudizi.

Essendo tale è comprensivo e grande.

Essendo comprensivo e grande è (proprio) la Via!

Essendo la Via, fino alla fine della sua vita non è inpericolo.

* * *

Il buon viaggiatore non segue tracce né cercaa�razioni.

Chi sa come chiudere non ha bisogno di lucche�.Eppure nessuno aprirà la sua porta.

Chi sa come legare non ha bisogno di corde onodi. Eppure niente gli può essere disfa�o.

L'uomo buono (grande e comprensivo come la Via)è un Salvatore di uomini, poiché non respingenessun uomo.

Egli è anche un Salvatore di "cose", perché nonrespinge nessun "materiale".

L'uomo buono istruisce quelli che non sono buoni;e coloro che non sono buoni sono (senza saperlo) imateriali dell'uomo buono.

Del resto, non s�mare il proprio maestro è unerrore imperdonabile, così come lo è non avercura dei propri materiali.

* * *

La Via genera; le Sue Virtù nutrono; gli ogge�materiali prendono (in pres�to) una forma; ilcentro porta a compimento il loro sviluppo(naturale).

La Via produce spontaneamente, fa crescere,innalzare, sviluppare, prosperare ma non dirige.

Quando una cosa è compiuta la Via non sisofferma su di essa.

Questa è una Sua Virtù segreta.

Essa non conosce favori�smi e offre, sempre,l'occasione di essere in buoni rappor� con tu�.

Toglie il sovrappiù e aggiunge laddove qualcosamanca.

Chi è capace di offrire il suo sovrappiù là dove c'èuna mancanza? Soltanto (colui che possiede) la

Via.

Purtroppo, sebbene la grande Via sia da sempreunita, gli uomini preferiscono i sen�eri.

* * *

Colui che si riconosce gallo ma vive come unagallina è un burrone colmo di virtù.

Colui che conosce il nero ma si a�ene al bianco èla misura del mondo.

Egli ritorna allo stato di la�ante, lo stato in cui nonci sono poli in opposizione.

Gli inse� non lo pungono, gli animali selva�ci loproteggono, i rapaci non lo mirano nemmeno.

Sebbene ossa e muscoli gli siano deboli, eglistringe con forza (ma senza mo�vo).

Sebbene gridi tu�o il giorno, non diventa rauco.

Perciò il Santo evita un'enfasi troppo grande: evitaciò che è eccessivo.

Ciò che è contrario alla Via, infa�, scomparepresto.

* * *

L'uomo capace è risoluto, ma non millantatore.

Che sia risoluto, ma non fanfarone.

Che sia risoluto ma non altero.

Che sia risoluto per necessità.

E che sia risoluto senza armi o violenza.

Perché quest'ul�mo modo di agire provocanaturali contraccolpi.

Io so che gli uomini violen� non muoiono di mortenaturale.

Io so che la longevità è morire senza perire.

* * *

Il ritorno è il movimento della Via. E la debolezza èil Suo metodo.

La Via chiara è come oscura.

La Virtù somma è come una valle.

Il più grande quadrato non mostra angoli.

La più grande immagine non mostra forma.

* * *

Sapere che abbastanza è abbastanza significaavere sempre a sufficienza.

Intacca il difficile dove è facile. Fa’ grande ciò cheè minuto.

Perciò il Santo non fa mai niente di difficile ogrande, perché solo così può compiere il difficile eil grande.

Considerando tu�o grande e difficile, alla fine nontroverà grandi difficoltà.

* * *

Colui che ha una buona presa sulla vita, quandoviaggia non incontra rinoceron� né �gri.

In ba�aglia non usa corazza, e tantomeno armi.

Nel suo corpo il rinoceronte non saprebbe doveinfilare il corno; la �gre non trova posto per i suoiar�gli; le armi non saprebbero dove affondare leloro lame.

Perché accade questo? Perché il Vuoto non hapun� deboli.

* * *

Sebbene la rete del Cielo sia grande e le suemaglie siano molto larghe, nulla sfugge ad Essa.

Ma quando il Cielo odia, ne conosci la causa?

Io sì! Perciò curo e proteggo i miei tre tesori.

Il primo è la mansuetudine, il secondo è la miamoderazione e il terzo è non osare essere il primonel mondo!

3. La Non-azioneTrenta raggi in un mozzo, ma l'u�lità del carrodipende da ciò che non c'è.

Lavorando l'argilla ne fai del vasellame, ma l'u�litàdel vasellame dipende da ciò che non c'è.

Porte e finestre: l'u�lità della casa dipende da ciòche non c'è.

Così, traendo par�to da ciò che è, si u�lizzi quelloche non c'è.

* * *

La Via è (vuota e) costantemente in-a�va, eppurenon c'è niente che non faccia o compia.

La Via non fa valere la propria virtù, è in-a�va esenza alcuna intenzione, per questo è virtuosa.

* * *

Niente al mondo è più molle e debole dell'acqua;ma nell'avventurarsi contro ciò che è duro e forte,niente può superarla.

Così io so che il Non-agire ha il sopravvento.

Trarre profi�o dall'Azione Vuota, pochi nel mondovi riescono!

Perciò il Santo pra�ca il Non-agire e professa uninsegnamento senza parole.

Colui che pra�ca la Via diminuisce ogni giorno.

Diminuendo sempre più, arriva al Non-agire.

Non-agendo, non esiste niente che non si possafare.

4. Sulla ViaDa qui in poi commenterò i passi del Tao Te Chingche reputo meritevoli di approfondimento.

* * *

Generatasi non so Come, e generata non so da Chi, prima di generare (a Sua volta) ogni possibile cosa, Essa era un punto in stato di fusione.

Laozi ci fa intendere e vedere lo stato precedentealla genesi dell'Universo.

L'Universo era una piccolissima sfera di plasma.

Non si può non interrogarsi su come, migliaia dianni fa, qualcuno possa solo aver osato provare aimmaginare la condizione precedente alla nascitadell'Universo. E non si può non restare sbalordi�dalla precisione dell'intuizione. La descrizionedella condizione precedente al Big Bang è infa�assolutamente in linea con le teorie più recen�della fisica contemporanea.

Questo primo passo che sembra rivelare l'opera di

una vera e propria veggenza fuori ogni schemaconosciuto mi costringe a introdurre da subito ilconce�o di "visione so�le" �pico del Taoismo.

La "visione so�le" è una visione precisa e intui�vache evidentemente consen�va agli An�chi divedere a distanza nel tempo e nello spazio(microscopico e macroscopico) in manieraappunto precisissima.

Il Taoismo la teorizza precisamente, ma va de�oche la capacità di una visione sovradimensionale èpresente da sempre in mol�ssime culture an�chee sciamaniche.

* * *

Io non ne conosco il nome ma la chiamo "Via".

Nessun nome può esistere di per sé in modoveri�ero. Il nome che noi diamo al nostro cosmonon è reale. Esso è un "appella�vo", nel sensostre�o del termine: un'e�che�a, in un certo sensoun nomignolo.

Laozi lo chiama "Tao" - che noi traduciamo con Via- ma restando sulla stessa traccia seman�capotremmo chiamare, ingrandendolo un po', "Corso(naturale di tu�e le cose)".

Per Laozi il cosmo è una "Via" perché essopossiede un senso (dei sensi), una direzione (delledirezioni) e delle proprietà navigabili esorprenden�. Certamente il termine "Via" è unada�amento semplice per forse lasciar intendere atu� gli uomini di ogni epoca ed estrazione cheforse l'Universo - pur non avendo un nome chenon gli sia dato da noi - non è un'en�tàinesistente, solo conce�uale, distante o irreale,anzi!

A ben vedere, l'ideogramma di Tao, di Via, (道 )con�ene due radicali grafici del tu�o umani;quello di "collo" (⾸ ) e (semplificando) quello di"piede" (⾜), come a voler lasciare intendere che laVia stessa non è poi dissimile da noi: si muove eosserva, e noi tu� la osserviamo e navighiamoallo stesso modo in cui Lei osserva e circola in noi.

Divagando allegramente, l'ideogramma di Tao cisegnala da subito che in un unico conce�opossono già convivere due oppos�, l'alto dellatesta e il basso dei nostri piedi, il pulito e losporco, il vincolo (del collo) e la libertà dimovimento che ci donano i nostri passi.

Come è ben visibile graficamente, la Via con�enefisicamente l'uomo. Senz'altro è così nella linguacinese.

Tu�avia la limitatezza tu�a fisica e umana diquesta descrizione del cosmo non devedeprimere. La Via è certamente onnipotente

rispe�o a noi (perché anagraficamente efisicamente superiore) ma così come sembraaverci passato i suoi limi� (benede� perché)naturali, sembra averci donato (in forma umana)anche le sue proprietà più incantevoli.

Il Tao Te Ching è il libro che intende proprioriscrivere il discorso sui limi� umani, per farciriconoscere la naturale similitudine con il nostrocosmo.

* * *

Passiva e invisibile, Essa esiste solitaria e finora non ha mai cambiato il suo cara�ere.

La Via non è esplicita a noi umani. Se ci sforziamodi immaginarla, senza confonderla con le suemanifestazioni spesso violente e ina�ese, allora ciappare come immateriale e tranquilla. In effe�così è: tranquilla e immateriale, concentrata nelsuo ruolo più naturale.

La Via non muta il suo cara�ere perché non ha dafarsi voler bene. La Via è enormemente sicura disé perché è essa stessa il Corso Naturale dellecose.

Noi umani dovremmo prenderla ad esempio.

* * *

Essa è presente ovunque, ma di ciò non ne sente il peso.

Essendo la Via il Corso (dinamico e) Naturale diogni cosa, essa è di fa�o (fisicamente econce�ualmente) in ogni cosa, è presente in ognidove, "circola" non diversamente da un sangue ouna linfa. E lo fa senza stancarsene. Non potrebbemai stancarsene di suo, a meno che nonintervengano ostruzioni inferiori che ne blocchinola sua azione e la sua libera circolazione.

* * *

Essa è come se respirasse.

Sulla nostra scala umana potremmo nonaccorgercene mai, ma la Via ha un suo movimento,un obbie�vo e forse anche un des�no. A de�a diLaozi la Via va, si diffonde, si espande ma sempreritorna - addiri�ura al suo contrario.

Questa cara�eris�ca della Via possiamointenderla conce�ualmente ma potremmo ancheintenderla fisicamente: l'Universo è nato da una

inconcepibile sfera minuscola di plasma, ha datovia al cosmo che noi conosciamo con tu�e le sueproprietà e tornerà a essere una piccola sfera dimateriale inabitabile. Tale sapiente visione era delresto anche �pica dell'Induismo, che era riuscito ateorizzare numerosi cicli (kalpa) di nascita e mortedel nostro Universo.

Soffi e respiri sono tanto cari a molte tradizionimis�che perché sono metafore fisiologiche delmassimo meccanismo - ciclico e per noiimperce�bile - proprio dell'intero cosmo.

* * *

La Via è vuota; non si riempie mai.

Se siamo riusci� a concepire "la Grande Via" comeil "Corso Naturale di tu�e le cose", e se siamoriusci� a inquadrare la Via come uno spazio(conce�uale e fisico - gratuito e benevolo) per lanostra esistenza, allora il prossimo passo èconvincersi della sua più importante e u�leproprietà: la sua totale vuotezza.

La Via è vuota, in tu� i sensi. In senso fisico - inquanto spazio - perché essendo vuota cigaran�sce mobilità (che è proprietà simbolica dellavita stessa); ed è vuota di obbie�vi perché la Vianon ha un obbie�vo in par�colare se non quello

di essere sé stessa, rispe�ando la sua indolenaturale.

La Via è anche vuota di moralità umana. Le cosecontrarie alla Via sono molto semplici e non sonoper forza umanamente immorali. Ma adeguarsi alCorso Naturale della Via garan�sce un'altamoralità anche umana.

Questo è un punto fondamentale dacomprendere. Essere semplicemente sé stessigaran�sce la massima e con�nua�va adesione conla Via.

* * *

Quanto è anonima, come la nostra più lontana antenata! Quanto è eterna, come un profondo infinito!

La Via è normalmente insondabile (inconoscibile)perché è quanto di più anziano eppure reale possaesistere.

Così come sarebbe impossibile conoscere (evisitare) gli antena� di diecimila persone, sia perl'impossibilità fisica di tornare indietro nel tempoche per la mole di visite da effe�uare, allo stessomodo la Via è certa e tangibile come genitori,nonni e avi: coloro che ci hanno dato la vita e

addiri�ura passato gene�camente cara�eris�cheincontrover�bili.

La Via è dunque la nostra massima antenata. Seabbiamo rispe�o e gra�tudine per i nostri avi, esopra�u�o se abbiamo certezza che siano esis��(e noi ne siamo la prova vivente!), a maggiorragione dovremmo averne per la Via.

In questo senso di "antenata", è come se la Viapermanesse per sempre (nel passato, nel nostropresente e nelle future generazioni) così comepermane per sempre la memoria gene�ca deinostri avi e la potenzialità gene�ca di noi stessi.

* * *

Pur generando innumerevoli forme, la sua crea�vità non finisce mai.

Cara�eris�ca della Via è dare vita a manifestazioninaturali di ogni varietà: atomi, legami chimici,stra�ficazioni geologiche, cooperazioni biologiche,piante, organi, animali, umani, cooperazioniumane, e via elencando. Queste sono "le fibre"della Via. E ce ne è per tu�.

* * *

Infa�, proprio perché rinuncia alla sua forma, la Via instrada i suoi figli verso il loro des�no più augurale.

In questo passo Laozi ci da una dri�a formidabile.Non c'è niente (di giusto) che la Via non sia capacedi compiere, perché essa sa prestare, e dunquerinunciare. Perché essa sa rinunciare, e dunquefinisce per donare.

In effe� in ogni aspe�o della vita a noiconosciuta, il cosmo sembra procedere versolivelli di complessità sempre più eleva� ma inciascuna sua nuova creazione possiamo semprevedere aspe� del livello di complessitàprecedente. Il cosmo fa così, questa è unaproprietà della Via.

L'umano che voglia essere grande come la Via, ecome lei permanere per sempre, deve essere ingrado di dare, al minimo di "prestare". Il senso(morale ed economico) è chiaro.

Il "des�no augurale" di Laozi può essere sia intesocome una azione ben fa�a (in totale naturalezza,in linea con la Via) che come la morte (che a tu�noi spe�a).

L'incontrover�bile des�nazione finale di ogniessere vivente è senza dubbio la morte fisica. LaVia ci guida verso la morte, la strada è segnata, mala Via appare disposta a darci tu�o il necessarioper tu�o il viaggio.

La Via sembra spesso coincidere con la DivinaProvvidenza. Ma la Via è maestra di vita. Se leiprovvede a noi, vivendo vuota e rinunciando perdare, così dovrebbero fare anche gli uomini cheintendono uniformarsi ad essa.

Dunque, anche in termini più nega�vi epessimis�ci (ma comunque realis�ci) giacchéall'uomo che muore verrà tolto tu�o ciò che oggipossiede, è meglio da subito imitare la Via ecominciare a prestare, dare, quanto meno farcircolare le proprie cose.

Collaborando alla Via e conformandosi alla suanaturale propensione all'altruismo - per citare unaltro entusiasmante passo del Tao Te Ching - "finoal momento della propria morte non si sarà mai inpericolo".

Si godrà, quindi, di una sorta di inspiegabileprotezione.

* * *

La Via veramente Via non è la Via che credi

(comune, costante o regolare).

Conviene affrontare questo basilare conce�o inmodo inaspe�ato.

L'incostanza tu�a umana è assolutamente affinealla Via! Così come la con�nua ricerca dell'uomodella costanza.

Anche la Via (la vera Via) è incostante,imprevedibile, per cer� versi traditrice. Ma questesue cara�eris�che sono costan�.

Allora qual è il problema filosofico che emerge daquesto passo? In primo luogo, il Tao Te Ching sifonda su termini (linguis�ci) assolutamentebrillan�. Se è impossibile essere rossi non essendorossi, è invece possibile essere costantementeinconstan�, o regolarmente irregolari, ocomunemente non comuni.

Laozi ha isolato i termini che sembrano godere diquesta duplice (in realtà, o�uplice) cara�eris�caseman�ca e con essi ha inquadrato la condizioneumana nel cosmo (condizione... condizionatalinguis�camente, informa�camente ematema�camente). Ulteriori ragguagli più avan�.

Il primo problema per la comprensione del libro edell'intera filosofia taoista, o per provare adapplicare la filosofia taoista nella vita di tu� igiorni, è proprio nella negazione di uno (o dialcuni) dei la� brillan� e polisemici di ogni

termine, situazione, parabola.

Viviamo spesso la vita in una sorta di stupidofraintendimento di base. Sul problema dellacostanza, l'uomo che si reputa buono cerca dicorreggersi e modificarsi per divenire un sogge�osempre più coerente, avendo come obbie�vo,forse, la costanza/coerenza superficiale osservatanelle cose - o in un sistema ideale superiore,magari proprio quello della Via.

Lo stesso uomo crede - termine pericoloso - chela Via sia inamovibile nella sua costanza.

L'uomo ignora invece che la cara�eris�ca comunealla Via e all'uomo è proprio la non-costanza, lasua imprevedibilità, il suo sfuggente tempismo.

Uomo e Via, infa�, non possono essere costan� eprevedibili se devono invece seguire le loro indolinaturali.

Il Taoismo pone infa� il suo più importanteaccento sul termine neutro e non violento della"indole naturale" di ogni cosa.

Il passo sopra riportato del Tao Te Ching è dunquedi estrema importanza per sollevare "la coppiaVia-uomo" dall'inu�lissimo confli�o (certamenteunidirezionale) che nasce da false credenze emalsane aspe�a�ve.

Le cose non sono come sembrano. Tu�o ha un"cara�ere". Si può e si deve essere ciò che si è.

La Via è "amorale" nel senso che "ama" ogni cosaper quello che è, e nel senso che non impone"alcuna moralità" - che non sia dello stesso livellocomprensibile ed esercitabile da una pietra, unapianta, un animale, un bambino a digiuno di civiltàumana.

Questa affermazione scioglierebbe anchel'inspiegabile ques�one del successo di cuisembrano godere, impunite, persone di indiscussaimmoralità. Ma l'immoralità umana è un conce�orela�vo ai tempi e alle culture. La moralitàfunzionale della Via è invece antecedente a ognipossibile nodo culturale, e de�a regole di un giocosemplice, ma troppo spesso incomprensibile -oppure incredibile tanto è semplice.

Tanto per non lasciare il discorso in sospeso, se unuomo che definiamo ca�vo sembra godere disuccesso e protezione è perché forse, senzanemmeno saperlo, sta vivendo rispe�ando la suapiù sincera indole, e probabilmente, senzanemmeno comprenderlo, ha dato vita a unmeccanismo familiare, sociale, economico, checavalchi la potenza del Vuoto e della dinamicacircolazione delle cose (idee, ogge�, favori,danaro).

In questo senso possiamo dire - dal pulpito moraledell'epoca corrente - che la Via è ovviamentedisumana.

Lo è, lo è sempre stata e lo sarà sempre.

* * *

Scoprila! E troverai altro. Agguantala! E scomparirà ai tuoi occhi.

Della Via possiamo solo comprendere le proprietàche riusciamo a riconoscere - da sempre presen� -in noi stessi. La Via in quanto conce�o non ècomunicabile. La via per noi umani non è unogge�o tangibile e allo stesso tempo non è ilsogge�o delle nostre peripezie terrestri. La Via èin un certo senso il massimo ambiente opera�vo,le cui semplici proprietà possibilmente debordanoin termini d'uso e conce� filosofici di vagoriferimento.

Tu�o ciò che riguarda la Via va ri-conosciuto, nelsenso stre�o del termine. Quella della Via è unaconoscenza che va possibilmente ri-pris�nata, nonaggiunta ex novo. Ed è una ri-conoscenza che ètale solo se comporta una sensazione digra�tudine, "riconoscenza".

L'inclusione del Tao nella propria vita imponequindi un passo indietro intelle�uale: imponemaggiore distanza da ogni problema perchérichiede ampia visione di un intero meccanismo. Ecome tu� i meccanismi, macchine e macchinari

da noi costrui� nei millenni, anche la Via non haego, obbie�vi o preferenze arbitrarie.

Per lanciare un'occhiata ai giorni nostri e alprossimo futuro, il vero problema dell'IntelligenzaAr�ficiale di cui tanto di discute, e spesso intermini catastrofis�, non sarà tanto se questarispe�erà la visione del mondo umano, ci saràu�le o ci annienterà... Bensì, se si renderàanch'essa subalterna alla superiore indoleinamovibile della Via. In un certo senso mi sentodi poter dire che il genere umano può staretranquillo.

Come espresso altrove, "tu�o ciò che è contrarioalla Via perisce presto".

Essa (la Via) non sarà una cima di intelligenza (intermini umani) o di "calcolo (di interesse)", maquando contrariata la sua frusta può esserevelocissima. In tal senso è come un organismoprimordiale, un animale selva�co.

Un'unico irriducibile dubbio, squisitamente taoistaed elementare: se mai la distruzione della civiltàad opera della "AI" fosse proprio un ar�ficio dellaVia stessa per liberare, in maniera beffarda, ilPianeta da una civiltà da troppo tempo non più inlinea con le pur larghe dire�ve del cosmo...

* * *

La Via è (vuota e) costantemente in-a�va, eppure non c'è niente che non faccia o compia.

Sebbene il mondo ci appaia un luogo pieno diogge� e di materia, la creazione e l'u�lizzo diques� ogge� è merito del Vuoto, sia esso fisicoche metafisico.

La "ina�vità" della Via, il suo non apparircicostantemente a�va e produ�va, è tale perché laVia preferisce u�lizzare il Vuoto (di materia e diintenzione) per generare tu�e le cose.

Sarebbe come dire che essa opera in un'altradimensione conce�uale, lontanissima da noiuomini eppure vicinissima.

La "vuotezza" che contraddis�ngue i suoimeccanismi più virtuosi è sorgente di ulteriorevirtù.

Tra queste virtù, la più affascinante è certamentequella della certezza della creazione, e sopra�u�odella certezza dell'u�lità del creato.

Se operassimo come fa la Via, raggiungeremmouna crea�vità di un livello che potremmo definiredivino.

* * *

La Via ha la semplicità di una sconosciuta. Dal momento in cui si sfiora questa semplicità, ci sono dei Termini.

Questo passo sembra riassumere e farci rivivere ilso�lissimo passaggio tra un'esistenza incoscientee un'esistenza improvvisamente consapevole. Talepassaggio accade quando il pensiero, anche quellopiù semplice, osserva e indaga la realtà circostante(che è una realtà unita, pre-eminente, semplice esenza nome) per diventare una realtà mal-abitatain primo luogo dallo stesso pensiero, e tagliata daesso fino ai minimi termini concepibili dalla mente.

Se pensiamo che sminuzzare la realtà in terminiinfinitesimali sia preroga�va intelle�uale delgenere umano, che così sia. Tu�avia, il Tao TeChing ci ricorda che la Realtà resta sempresemplice e unita, compa�a e brillante, incurantedel fa�o che noi la esprimiamo in so�li rivoli disenso, o di come arbitrariamente crediamo cheessa sia.

5. Sulle VirtùTalvolta è difficile aggiungere qualcosa al Tao teChing, perché riesce a essere di una concisioneimba�bile.

In questo primo passo sulle Virtù il suggerimentodi vita è lampante e dunque mi asterrò da ogniaggiunta e mi limiterò a riproporne la le�ura.

La Via si pone dietro ogni cosa, eppure primeggia (senza volerlo). Essa gioca ai margini, eppure è protagonista. Non avendo preferenze personali, le sue preferenze si compiono sempre.

* * *

La "bontà" suprema (della Via) è come quella dell'acqua. L'acqua reca profi�o a tu�o, senza lo�are (e senza chiedere nulla in cambio). Essa è comoda nel posto più basso possibile, che ogni uomo accuratamente evita. Ecco perché l'acqua è parente alla Via. Entrambe non possono essere biasimate.

Niente al mondo è più molle e debole dell'acqua; ma nell'avventurarsi contro ciò che è duro e forte, niente può superarla. Così io so che il Non-agire ha il sopravvento. Non-agendo, non esiste niente che non si possa fare.

Se avessimo bisogno di un esempio vivente,dire�o e comprensibile di un emulo della Via,potremmo riferirci senza dubbio all'acqua e allesue virtù.

Essa è "molle", e sopra�u�o disponibile a ognitrasformazione. L'acqua si lascia ghiacciare,evaporare, sublimare, versare, trasportare,contaminare.

Ciò che sembra una sua debolezza o una gravemancanza di forma cara�eriale è in realtà il suopunto di forza.

Trasformandosi, si conserva. Conservandosi, sirende disponibile. Essendo disponibile è sempreu�le nel tempo.

Nel mondo più comprensibile agli uomini, nelmondo delle cose reali, tangibili e piene, l'acqua èl'elemento che più è vicino al Tao, perché

rappresenta le sue migliori virtù: altruismo,capacità di ada�amento, dinamicità, generosità, eumiltà.

In simbiosi contra�uale con la forza di gravità,l'acqua è l'elemento che fa di tu�o perraggiungere appena possibile la quiete e - sepossibile - nel posto più basso che sia disponibile.Si può dire che sia l'esa�o opposto degli uomini diogni epoca.

L'uomo che cerchi un eccellente esempio di virtùtaoista può senz'altro riferirsi all'acqua.

Diventando come l'acqua (di fa�o, pra�cando laNon-azione) non c'è nulla di miracoloso e duraturoche non possa compiere.

* * *

È meglio astenersi, che acquisire e riempire. Ritrarsi quando qualcosa è compiuto, così fa la Via. Colui che comprende questa legge è (...) (proprio come) la Via! Essendo la Via, fino alla fine della sua vita non è in pericolo.

Questo passo fa leva sull'immagine della propria

morte.

Il passo sembra suggerire che per vivere una vitalunga e naturale (o per godere di una morte dalgiusto tempismo) è necessario comportarsi comela Via, emulando le sue virtù, e tra questel'astensione da ogni eccesso.

* * *

Il buon viaggiatore non segue tracce né cerca a�razioni. Chi sa come chiudere non ha bisogno di lucche�. Eppure nessuno aprirà la sua porta. Chi sa come legare non ha bisogno di corde o nodi. Eppure niente gli può essere disfa�o.

Questo passo so�olinea le virtù di un uomo cheabbia raggiunto la Via.

Se lo incontrassimo ci sembrerebbe un girovago,un senza meta, eppure - soddisfa�o - procede nelsuo viaggiare.

Ci sembrerebbe uno sprovveduto, eppur volendo,niente di male potremmo fargli.

* * *

L'uomo buono (grande e comprensivo come la Via) è un Salvatore di uomini, poiché non respinge nessun uomo.

Egli è anche un Salvatore di "cose", perché non respinge nessun "materiale".

L'uomo buono istruisce quelli che non sono buoni; e coloro che non sono buoni sono (senza saperlo) i materiali dell'uomo buono.

Del resto, non s�mare il proprio maestro è un errore imperdonabile, così come lo è non aver cura dei propri materiali.

Laozi, il Maestro per eccellenza, sembra spessodarci indicazioni contrastan� sui conce� distudio, apprendimento e insegnamento.

In altre par� del Tao Te Ching si legge spesso che"il miglior insegnamento è quello silenzioso" (e daqui certamente nascono e si perpetuano ancoraoggi le immagini popolari dei saggi orientali chenon parlano o che si esprimono per aneddo�incomprensibili); o ancora: "abolisci lo studio esarai senza preoccupazioni".

Di fa�o, il Taoismo sembra non voler imbarazzareil popolo meno istruito e allo stesso tempoportare l'a�enzione verso cognizioni piùsapienziali che do�e. Laozi, pur lasciandoci unmanuale per forza di cose istru�vo, sembra voleravviare il suo le�ore a una migliore osservazionedei fenomeni più che all'adesione a una do�rina diispirazione esclusivamente umana.

Allo stesso tempo, quando nel suo libro si rivolgead al� dignitari di corte e poli�ci (tali par� sonostate omesse da questa versione) sembra volerlidisarcionare da qualunque cavalcaturaintelle�uale essi dispongano, per portare anch'essiverso un livello più terreno di osservazione deifenomeni.

Per Laozi - così come per altri saggi della storia - laVia è l'unica Maestra, ed è sul ruolo e sullo s�le diinsegnamento di quest'ul�ma che dovremmoporre la nostra a�enzione.

La Via ci insegna con l'esempio dire�o. Dunquel'insegnante è certamente silenziosa.

La Via veramente Via non è sui libri (ops!) e

dunque lo studio classico delle cose degli uominipuò anche essere abolito.

Tu�avia la relazione tra Maestra e discepolo esistesempre e non può es�nguersi, dunque, se maidesiderassimo essere conformi alla Via in unamissione di istruzione per altri uomini dovremmoispirarci a essa.

Il maestro taoista, sant'uomo, è come Cristo, unSalvatore di uomini di buona disposizione. E' talese non ne rifiuta nessuno.

Egli non rifiuta al suo Corso nemmeno gli uominica�vi. Tu�alpiù li considera materiali grezzi, macomunque ne fa tesoro perché sono i materialiada� all'uomo buono.

E tra i discepoli, siano essi maestri taois�, uominibuoni o uomini grezzi, coloro che non s�mano lamassima Maestra o il buon insegnantecomme�ono il loro più imperdonabile errore, nelsenso più probabile per cui si autocondannano auna vita inferiore, di massima ignoranza.

* * *

La Via non conosce favori�smi e offre, sempre, l'occasione di essere in buoni rappor� con tu�.

Trovo questo passo semplicemente sublime, perl'immagine di austera e posi�va genitorialità cheemana.

La Via è certamente genitrice e come dà a noi,ama dare certamente ad altri.

Il solo fa�o di immaginare un cosmo-genitoredovrebbe renderci tu� fratelli e sorelle.

L'occasione di essere in buoni rappor� con tu� èdata.

Cogliere una tale occasione deve essere operanostra.

* * *

Chi è capace di offrire il suo sovrappiù là dove c'è una mancanza? Soltanto (colui che possiede) la Via.

Questo passa illustra chiaramente la virtùprincipesca della Via e di colui che possiedeentrambe: Via e Virtù.

Rinunciare all'eccesso per offrirlo dove vi siabisogno.

L'uomo viene al mondo ed è supportato nella suavita da un tale meccanismo ma spesso è eglistesso a fare in un certo senso da tappo, aingolfare le dinamiche naturali che garan�scono ildinamismo e la collegialità della vita sul pianeta.

Se davvero vogliamo inglobare la Via e le SueVirtù nella nostra vita quo�diana, allora per primacosa dobbiamo renderci ambasciatori di questosano dinamismo, rinunciare per donare.

Vien da sè che chi riesce a far ciò potrà con tu�aautorevolezza e senza contraccolpi ricevere eo�enere.

Se quest'ul�mo meccanismo taoista è spessoassimilabile a quello della Divina Provvidenzacris�ana, che sembra donarci proprio quandoabbiamo una reale necessità, tocca poi a noiis�tuire - in senso inverso e naturale - quellaumana e cieca generosità in grado di sostenere ilsistema dinamico e mutuo in perenne a�vità.

Chi ha a cuore il Tao, e lo ha compreso, o anchesolo lo ha sospe�ato di essere a�vo e reale, loimita e impersonifica coi propri minimi mezzi.

* * *

Il ritorno è il movimento della Via. E la debolezza è il Suo metodo.

La Via chiara è come oscura. La Virtù somma è come una valle.

Il più grande quadrato non mostra angoli. La più grande immagine non mostra forma.

Colui che si riconosce gallo ma vive come una gallina è un burrone colmo di virtù.

Colui che conosce il nero ma si a�ene al bianco è la misura del mondo.

Egli ritorna allo stato di la�ante, lo stato in cui non ci sono poli in opposizione.

Per essere un virtuoso del Tao occorre diventare ilTao. Per diventare il Tao occorre dare priorità allemanifestazioni più virtuose del mondo, che sonoproprio quelle che l'uomo e la sua culturacuriosamente guardano con sdegno. Eppure, cosìfacendo, si o�ene il distacco dalla culturaimperante di riferimento, dall'ossessione dellamisura e delle forme, e anche gli adul� possonoritornare allo stato cerebrale infan�le, di maggioree santa ignoranza, ma anche di maggiore econnessa sapienza col mondo reale, quello

appunto che non cambia a secondo delle epoche,dei governi o delle mode.

Senza "poli in opposizione" signfica essere interi,comple�, comprensivi, e ovviamente esen� daconfli� interiori o mondani.

* * *

Gli inse� non pungono il la�ante, gli animali selva�ci lo proteggono, i rapaci non lo mirano nemmeno.

(...)

Ciò che è contrario alla Via, infa�, scompare presto.

Il Tao Te Ching ci ricorda che i la�an� sono ilsimbolo - umano - più puro della Via sulla Terra.

Essi posseggono il massimo potenziale della vita euna forza per noi arcana sembra proteggerli:certamente è la loro indubbia, naturale,comunione con la Via.

Ma ci suggerisce anche che per morire econtrariare la Via occorre una decisa e ferreavolontà di scontro.

La Via sembra talvolta coprire il ruolo della

"selezione naturale", pronta a correggere in uncerto senso i suoi stessi errori, altre volte sembraavere il ruolo di "carnefice amorale", pronta aeliminare senza pietà tu�o ciò che sia di nessunaiuto al sistema o di grave ostacolo a esso - inquanto sistema.

Il fa�o stesso - però - che persone come noi sianoqui a scrivere (o leggere) questo libro ci informa diquanto la Via sia in realtà bonaria e bendisposta.

* * *

L'uomo capace è risoluto, ma (...) che sia risoluto per necessità.

E che sia risoluto senza armi o violenza. Perché quest'ul�mo modo di agire provoca naturali contraccolpi.

Gli uomini violen� non muoiono di morte naturale.

Questa parte del Tao Te Ching sembra differire daaltre perché pare voglia contenere due diverseimmagini dalla Via (la risoluzione per necessità e

l'invito alla non-violenza) più una misteriosaquanto minacciosa conclusione sulla morte non-naturale degli uomini violen�.

Le prime righe tranquillizzano l'uomo taoista sulfa�o che la Via può perdonare quelle azionioperate con disumana risoluzione a causa di unanecessità - si badi bene - che sia in linea con ilcorso naturale della Via.

A pa�o di essere coinciden� con la Via, questerighe sono un vero e proprio lasciapassare perl'uomo santo.

Ma la condizione è non essere violen� e nonu�lizzare armi. Queste ul�me sono infa�"strumen� di disgrazia": per quanto possa esserecomodo e risolu�vo usarle, il loro u�lizzo generacontraccolpi indesiderabili. Tra ques�, l'innalzarsiesponenziale delle probabilità di morte prematuradell'u�lizzatore stesso!

In realtà il testo originale si esprime in terminiancora più veemen�:

"Che gli uomini violen� muoiano di mortealtre�anto violenta, di questa do�rina io saròambasciatore."

* * *

Longevità è morire senza perire.

Il Tao Te Ching ci parla spesso della morte, dellesue modalità e della sua tempis�ca.

Questo passo sembra suggerire bene che può"esistere" qualcosa di "longevo" anche se è"scomparso", anche se è "morto".

Morire è perire - se non si è longevi in termini diTao.

Morire non è perire - o scomparire - se invece si ècol Tao.

Essere assen� o non esistere non vuol dire chenon si sia o che non ci si sia.

Da questa assenza - del resto - nasciamo tu� eveniamo a questo mondo.

In questo mondo possiamo scegliere la "longevità"(la lunga Via della Vita) e così vivere prote� nellaVia.

Fino al momento della nostra morte non saremoin pericolo.

Quando moriremo (scompariremo) non periremo.

Torneremo a essere come la Via e con la Viastessa, che pur non apparendo, comunque è eregna.

Se dal Vuoto della Via veniamo, e lì dovremoritornare, perché non vivere anche questa vita nelVuoto?

Questa è forse la secca proposta del Tao Te Ching.

* * *

L'ul�ma parte sulle Virtù della Via convienelasciarla brillare da sé.

Colui che ha una buona presa sulla vita, quando viaggia non incontra rinoceron� né �gri.

In ba�aglia non usa corazza, e tantomeno armi.

Nel suo corpo il rinoceronte non saprebbe dove infilare il corno; la �gre non trova posto per i suoi ar�gli; le armi non saprebbero dove affondare le lorolame.

Perché accade questo?

Perché il Vuoto non ha pun� deboli.

6. La PortanzaSi u�lizzi quello che non c'è.

* * *

Questo è un inno alla superiorità del Vuoto,perfino nell'ambito del nostro sistema fisico eterrestre.

Se normalmente il vuoto e la mancanza di ogge�sembrano avere sull'uomo un effe�o ansiogeno, ilTaoismo ci ricorda con esempi molto accessibiliche la vera u�lità di ogni cosa fiorisce dallamancanza tangibile di materiale. Il mozzo delleruote, il vuoto del vasellame, perfino porte,finestre e ambien� delle nostre stesse case.

Non che il Pieno non sia u�le, ma l'u�lità dinamicadi ogni cosa proviene dalla presenza (altruista) edall'azione (vuota) del Vuoto.

"Si u�lizzi il Vuoto" è un vero e propriocomandamento taoista.

Anche se il Vuoto ci sembra non esserci, o essereintangibile, in realtà esso c'è, eccome. Il Tao TeChing ci invita a riconoscerlo e ad essergliriconoscente.

Come accennato altrove, "l'u�lità delle cose

dipende da ciò che non c'è", cioè, dal Vuoto(materiale o di intenzione egois�ca.)

Uno squisito esempio di Non-azione, osservabilein Natura, è nel principio della Portanza.

Sebbene cento e più anni di volo umano abbianodemocra�zzato i cieli, non possiamo non rimanereestasia� dalla potenza del volo, sopra�u�o se avolare siamo noi e altre cen�naia di persone,s�pa� in un apparecchio che pesi svariatetonnellate.

Sappiamo tu� che il volo commerciale di linea èreso possibile dalla feroce potenza dei rea�ori jete sopra�u�o da una raffinata ingegneriaaerodinamica, che dota gli aerei di profili alarisempre più rifini� ed economici.

Il vantaggio indiscusso del volo e la supremaziasulla forza di gravità terrestre sono divenu�possibili quando un essere o un ogge�o hannomodificato la loro forma per così o�enere,gratuitamente, il lasciapassare ai cieli.

La Portanza è in Natura da milioni di anni. Ilmateriale organico degli uccelli (ossa, car�lagini,pelle, piumaggio) ha nei millenni contra�ato con ilVuoto (imperante in Natura) un vero e proprioscambio di favori. In un certo senso, mipiacerebbe inquadrare questo scambio come unodei primi esempi di "commercio di tra�cara�eriali".

I pionieri dell'aviazione hanno osservato la naturadei vola�li e hanno optato per la scorciatoiatecnologica, quella di costruire apparecchi cheimitassero le fa�ezze e le usanze degli uccelli.

Decidere di dotarsi di ali sembra ricordarci quantosia stato importante, per vola�li e aviatori, aprirsi amodifiche precedentemente impensabili per laspecie così da o�enere il vantaggio del volo, difa�o poter accedere liberamente a unadimensione aggiun�va.

Certamente, immedesimandoci con essi, possiamoaffermare - in termini più filosoficamente spiccioli- che conviene sempre essere coraggiosi erimanere aper� al cambiamento. L'evoluzione diuna specie o di un individuo è infa� certamente ilpremio che si riceve per questa apertura e questocoraggio - più che la conseguenza di una selezioneed evoluzione casuali.

Volendo tentare una semplicis�ca descrizione delfenomeno della Portanza desidererei procederecosì:

avendo provveduto a modificare la mia formadotandomi di ali, più correrò in avan� (come houmanamente sempre fa�o) e più qualcosa misosterrà dal basso per portarmi verso l'alto.

La portanza generata da un profilo alare -aerodinamico - trasforma infa� un avanzamento

orizzontale in una spinta ver�cale.

Come mai accade ciò?

Sebbene esistano diverse versioni di profilo alare,ciascuna con delle riconosciute cara�eris�chespecifiche, il principio della portanza non cambiaed è molto semplice.

Il profilo alare più classico ha un ventre pia�o e undorso bombato.

La nostra ala incontra le molecole d'aria sul suo"bordo di a�acco", quello smussato sulla sinistradella figura.

Dandosi una rincorsa a bassa velocità nulla dispeciale accade, ma una volta superata una certavelocità lineare (rela�va al nostro peso e allapresenza o assenza di vento a favore - che è ventoche deve soffiarci di fronte) l'ala comincia a essereportante.

Immaginiamo ora di essere una molecola d'ariaalla quale, insieme ad altre milioni, capi� diincontrarsi col bordo di a�acco di quest'ala. Nellamigliore delle ipotesi, trovandoci di fronte a un

vero e proprio bivio, sgusceremo naturalmenteverso l'alto o verso il basso, dipendentementedalla nostra posizione iniziale.

Se invece siamo una delle molecole chematerialmente si scontrerà con il profilo alare,potremmo essere costre� a scinderci in due e arealizzare che - a causa di questo ostacoloina�eso - siamo obbligate a salutare la nostrametà per eventualmente ritrovarlasuccessivamente, e se possibile al più presto!

Come è possibile vedere dal disegno, la molecolad'aria che è costre�a a percorrere il dorso alare, acausa della bombatura di questo, ha davan� a séun tragi�o leggermente più lungo di quelloventrale, che è invece quello che deve percorrerel'altra molecola.

Giacchè al momento della scissione (e in realtà inogni momento dell'analisi) la velocità originaledelle molecole (e del profilo alare) era uguale (eimmaginiamo che res� uguale) ne consegue cheprocedendo entrambe le molecole alla stessavelocità, quando quella ventrale sarà arrivata allafine del percorso non troverà certo ad a�enderlala sua sorella dorsale. Quest'ul�ma, avendo

conservato la stessa velocità stacomprensibilmente ancora percorrendo il profilodorsale, anche se di lì a poco completeràanch'essa il suo viaggio.

Questo è ciò che accade idealmente, prendendosila briga di fotografare il fenomeno.

(Il diagramma è volutamente distorto peramplificare la comprensione del fenomeno.)

In realtà accade qualcosa di molto banale e moltotaoista, che noi umani osserviamo come ilmiracolo/vantaggio della Portanza ma che di fa�o

è un esempio di fondamentale cooperazione tratra� cara�eriali.

La molecola che s�a ancora percorrendo il profilodorsale è in un certo senso affe�vamente efisicamente a�ra�a dalla molecola ventrale.

Se la molecola dorsale non si affre�asse perraggiungere la molecola ventrale, finirebbe pergenerare un vuoto di aria (espresso nella figuracon l'ideaogramma WU 無 ) che non solo nonassicurerebbe alcuna vantaggiosa portanza all'alama causerebbe una vera e propria degenerazionedell'intero sistema.

In realtà il profilo alare, per come la Natura stessalo ha concepito, è un sistema fisico che - datecerte condizioni dinamiche (la rincorsa, il ventoaggiun�vo) intende proprio generare un vuoto...d'aria.

Ma la Natura sa anche bene che essa stessa nonamme�e il vuoto, almeno non sul suo sistemaatmosferico terrestre, sistema dove - a quanto cirisulta - il profilo alare è stato concepito, generatoe certamente funziona.

Dunque, che sia solo per la semplice impossibilitàdi fare un buco nell'acqua (o meglio, nell'aria!), difa�o il flusso d'aria dorsale accelera ed è piùveloce di quello ventrale.

Questa distorsione temporanea delcomportamento cara�eris�co di un fluido - che ètu�a opera dello speciale profilo alare - generauna differenza di velocità tra i due flussi e dunqueuna conseguente differenza di pressione.

Ignorando per questa analisi le resistenze e leturbolenze di risulta, che pure si vengono agenerare, l'ala (che è un unico ogge�o materialecoerente e compa�o) risente quindicontemporaneamente di due pressioni diverse,dall'alto e dal basso.

Raggiunta una certa velocità lineare, da quelmomento in poi, l'aria che scorre sul dorso peseràmeno dell'aria che scorre so�o al ventre.

Il flusso d'aria dorsale spingerà in giù l'ala mentre ilflusso d'aria ventrale la spingerà in su. Tra i dueflussi, quando anche dovesse vincere di poco, dalbasso, quello ventrale, ecco che l'ala stagenerandola sua portanza.

Se mi si concede una piccola digressione, quisiamo di fronte anche a un �pico fenomeno di"entanglement".

Normalmente, tali relazioni tra par�cellemicroscopiche sono osservate a livello di fisicaquan�s�ca e l'interazione di cui si parla avviene esi osserva quando le due par�celle vengono poste

a grande distanza l’una dall’altra.

Nel caso del percorso alare, le due par�celle nonsi ritrovano a grande distanza e, a mio avviso, illoro comportamento è ancora più misterioso eaffascinante.

Le due molecole sono di fa�o interagen�, incomunicazione, e tra loro intrecciate. Possiamoparlare tecnicamente di "azione fantasma adistanza" (spooky ac�on at distance).

La molecola dorsale (in ritardo sul percorso) non silimita a rispecchiare la sua molecola gemella ma difa�o è come se facesse un calcolo dinamico perpotersi con essa ricongiungere al più presto esenza errore.

Inoltre, quando la molecola dorsale si ritrova inritardo e separata dalla gemella ventrale,tecnicamente non può sapere quanta strada deveancora percorrere, a meno che - appunto - nonintercorra tra le due una sorta di telefonata. Setale telefonata duri dal primo istante diseparazione. o solo negli ul�mi istan�, quando ladorsale è in ritardo, ciò resta una puraspeculazione.

Mi interessa notare come il profilo alare, chesupporta innanzitu�o le condizioni per l'u�lizzofisico e dinamico del Vuoto, sembri addiri�uraaprire a una dimensione metafisica in cui lapercorrenza incognita (tempo e distanza necessarialla re-unione delle molecole) res� un problema

dalla soluzione inconoscibile eppure risoltocostantemente per opera e virtù del Tao.

Tornando nuovamente in una dimensione piùmondana del problema, in ogni istante in cui siosserva un profilo alare al lavoro, s�amo di fa�oosservando un vero e proprio "motore", che graziea un "design intelligente" genera un vuotoinammissibile, prontamente riempito dal suoinesauribile e naturale "combus�bile" pieno: l'aria.

Nel senso più squisitamente taoista, la Natura (ilTao) me�e a disposizione di vola�li e uomini il suomeccanismo ancestrale e ciclico basato su Vuoto ePieno, e lo fa grazie alla semplice contra�azionesulla forma materiale, necessaria e u�le ainnescare "il pieno u�lizzo del Vuoto". Questa è laVirtù naturale del Tao che, come abbiamo visto, èpresente sul pianeta da sempre, e il cui u�lizzoresta gratuito.

Il fa�o che per noi umani l'aria sia per mol� versisinonimo di vuoto è il suggerimento di quantafondamentale ignoranza e superficialità ancoracontraddis�nguano la nostra civiltà; o di quantorela�vi possano essere i Termini di ogni cosa chediamo per scontata.

7. Informazione e sceltaLa Via ha la semplicità di una sconosciuta. Dal momento in cui si sfiora questa semplicità, ci sono dei Termini.

* * *

La Via (il Tao) è anche una potente metafora delnostro cosmo nel senso che rappresenta,simbolicamente e alla perfezione, il classico"singolo bit di informazione".

Tale "bit" presuppone e con�ene due "sta�"oppos� (i classici 0 e 1) e in quanto tale genera unvero e proprio "sistema a doppio stato", a cascata.

In un simile sistema, un singolo bit offre due sta�.Ma al solo sfiorare tale peculiarità osserviamo chegli sta� concepibili e realmente possibili diventanopresto ben o�o.

Per intenderci, se dal Nulla formalmenteinespresso del Tao emergono gli "sta� minimi,possibili e selezionabili" di 0 e di 1, possiamoimmaginare anche lo stato di 1 e di 0, stato in cuile posizioni si sono banalmente inver�te.

In termini umani e spiccioli, se assegniamo allo 0 ilconce�o nega�vo di "svantaggio" e all'1 quelloposi�vo di "vantaggio", e associamo questa coppiadi sta� a un problema ancora una volta umano espicciolo, come ad esempio "possedereun'automobile", possiamo immaginare che nonpossederla (0) sia uno svantaggio e che possederla(1) sia un vantaggio.

Ma possiamo anche immaginare una condizionenovella - e rela�vis�ca - per cui possedere lastessa automobile diven� uno svantaggio e nonpossederla si trasformi in vantaggio.

Fin qui, abbiamo conce�ualmente esplorato duediverse coppie di sta� (0-1 e 1-0).

Ma ci sono altre due coppie di sta� per le qualipossedere l'automobile o non possederla è in ognicaso un vantaggio (1-1), oppure uno svantaggio(0-0).

In defini�va, da un qualcosa di formalmenteinespresso e onnicomprensivo (il Tao - un super-zero) emergono le seguen�, più mondane,concepibili possibilità:

0-1 1-0 0-0 1-1

Qua�ro coppie di sta�.

Dall'osservazione da parte degli an�chi di questosistema è nato un altro classico cinese, lo I-Ching(Il libro dei Mutamen�), la cui stru�uramatema�ca è pur nella sua semplicità la più vicinaai meccanismi recentemente indaga� dalleneuroscienze.

Queste ul�me studiano la realtà... della Realtà,sono costre�e a farlo indagando lo stesso cervelloumano, che è l'organo deputato a comprendere larealtà, e ancora indagano come (e se) noi umanirecepiamo il mondo, oppure come (e se) locostruiamo, momento dopo momento,selezionando arbitrariamente e dinamicamente lecoppie virtuali di stato che ogni informazione cioffre alla sua sorgente.

Va de�o che tale meccanismo di concepimento eselezione, del tu�o cerebrale, ha evidentementeuna valenza innanzitu�o naturale edevoluzionista, perché sembra essere il metodo piùeconomico e condivisibile per navigare la Realtà egaran�rci la sopravvivenza immediata nel mondofisico, mondo che richiede l'acce�azione di una"interfaccia", partecipazione, socialità,condivisione e sopra�u�o la con�nua e dinamicacapacità di scelta e di ada�amento fino almomento di una successiva scelta.

Dunque, so�o tali termini, il Tao Te Ching appareprincipalmente come un saggio manuale per,appunto, navigare la più semplice ro�a della

Realtà. Sembra spiegarci, millenni prima diEinstein e di altre poten� intuizioni occidentali,che la Realtà è più semplice e rela�va di quanto sipossa immaginare e che la inscindibile dinamicitàgenerale del sistema è ciò che davvero impera econ la quale occorre confrontarsi.

Un po' come gli squali, che si dice siano costre� anavigare con�nuamente per nutrirsi, anche ilCosmo e tu� noi altri siamo costre� a navigare,selezionare, rivedere, pazientare.

De�o brevemente: passato, presente e futuro siriconoscono per la loro allegra, dinamica, salvificaprecarietà.

Se mai ci sia, per tu� noi, un des�no inelu�abile,questo non è un des�no di roman�ca sofferenza odi altre�anto roman�ca e alta moralità; non dimera so�omissione ad un sistema di valori -umano e provvisorio - bensì sarebbe un des�no diso�omissione certamente inelu�abile aimeccanismi più semplici e rimossi della Realtà, undes�no di so�omissione che però potremmocondividere con la Realtà stessa, con lo stesso Tao.

Se riuscissimo a immedesimarci con il Tao, con lasua regolare incoerenza, con la sua stessaintes�na dinamicità e volubilità, questaso�omissione diventerebbe ben presto unprocesso di massima auto-acce�azione.

Dov'è, dunque, la grandezza di Laozi, nel suo

tenta�vo di passarci un manuale d'uso ecomprensione della Realtà, della Via, del Tao, inquanto massimo sistema ospitante?

L'ecologia taoista di Laozi è nell'osservazionedell'economia propria della Natura, del Tao,appunto.

Laozi aveva profondamente compreso che -nonostante il suo essere (o sembrare) incostante,irregolare e dinamica - la Via è allo stesso tempostabile, prevedibile e coerente, in questo suoincostante, irregolare e dinamico temperamento.

Proprio in questa profonda comprensione, chesembra annullare tu� "i poli in opposizione",risiede la naturale saggezza di Laozi e viveimperitura la grandezza del Tao Te Ching.

Ogni essere presente nel Cosmo è per forza dicose senziente, cosciente, con-senziente aiTermini della Via. Se non sa di esserlo, ciò vuoldire che può esistere anche una "in-cosciente con-senzienza", un po' come quando tu� noiacce�amo il contra�o online di un so�ware senzadavvero leggerlo, ma esponendoci a tu� i vincolilegali del caso.

Una domanda molto basilare per iniziare unpercorso di auto-consapevolezza potrebbe essere:quanto siamo davvero coscien� della nostraesistenza?

La risposta potrebbe essere espressa nei terminidi "coppie di stato":

0-1 (incoscien� del Sistema - coscien� di sé stessi)

1-0 (coscien� del Sistema - incoscien� di sé stessi)

0-0 (incoscien� del Sistema - incoscien� di séstessi)

1-1 (coscien� del Sistema - coscien� di sé stessi)

Nessuna delle coppie espresse qui è sbagliata oimmorale, perfino se le coppie di sta� esprimonoopzioni gravi e fondamentali, le classicheques�oni di vita o di morte.

Per l'assurda dinamica rela�vità del Sistema,perfino le scelte più incoscien� potrebbero esserequelle più illuminate e in linea con il CorsoNaturale del Tao: le scelte fa�e dalla chimica, dallabiologia, se vogliamo dagli animali "inferiori" in unregime di vita is�ntuale.

Il problema è filosofico e tu�o dell'uomo. IlTaoismo è la filosofia che impone, a mio avviso,un'unica ardua azione: quella di farecostantemente la miglior scelta possibile.

Se il Tao è una Via, la Via per eccellenza, allora intu�a coscienza si dovrebbero evitare i sen�eri.

8. 道可道Al le�ore e alla le�rice che siano giun� fin qui,vorrei proporre di misurarsi con un esercizio ditraduzione del Tao Te Ching.

Qui in basso ho riportato le prime due righe delprimo capitolo del libro originale.

道可道，⾮常道。 /Dao ke Dao, fei chang Dao./

名可名，⾮常名。 /Ming ke ming, fei chang ming./

Comincerei dalla prima riga ma vorreitranquillizzare che si tra�erà davvero solo di unesperimento giocoso.

道可道，⾮常道。 /Dao ke Dao, fei chang Dao./

L'ideogramma 道 /Dao/ che appare tre volte èquello di Tao, di Via, (se vogliamo) di cosmo,Universo.

可 /ke/ significa le�eralmente "potere, possibile,che si può".

Dunque 道可道 /Dao ke Dao/ potrebbe esseretrado�o con:

1) "(Il) Tao che si può (dire, concepire, immaginare)Tao" 2) "(Il) Tao possibilmente Tao" 3) "(La) Via veramente Via"

⾮常道。 /fei chan Dao/

⾮ /fei/: non, non essere, violare, essere contro,essere mendace 常 /chang/: comune, normale, frequente, regolare,costante, che ci si può aspe�are, reale 道 /Dao/: Il Tao, la Via.

Dunque:

道可道， /Dao ke Dao,/

"La Via veramente Via", che abbiamo trado�opoche righe fa,

⾮常道。 /fei chang Dao./

1) "è una Via che non è comune" 2) "è una Via non normale" 3) "è la Via che non ci si aspe�a" 4) "è una Via non costante"

5) "non è una Via regolare"

Chi legge potrà scegliere qualunque versioneproposta e sarebbe tecnicamente una versionecorre�a e acce�abile. Tu�avia, un po' perchél'argomento è fuori dalla scala umana equo�diana, un po' a causa della stru�ura dellalingua cinese e un po' perché ogni termine di ognilingua umana è affli�o da un bias polisemicodovuto a tu� gli usi di cui un certo termine puòsta�s�camente godere (perfino in traduzione),ogni versione da noi proposta sembra allo stessotempo scivolare e prome�ere sensi un po' diversitra loro.

Dopo aver definito l'Universo a�raverso la suaproprietà forse più banale ma allo stesso tempoanche più reale, Laozi ci propone la stessastru�ura nella seconda riga, riga dalla qualefuoriesce l'insuperabile grandiosità del Tao TeChing.

名可名，⾮常名。 /Ming ke ming, fei chang ming./

名 /ming/: i nomi, i termini, i riferimen�, laconoscenza

1) "La vera conoscenza non è quella che ci si puòaspe�are" 2) "I termini che possiamo definire termini nonsono termini costan�" 3) "I nomi veramente nomi, non sono nomi reali."

Laozi ci me�e in guardia, nero su bianco, che unodei problemi per la nostra comprensionedell'Universo è proprio nel linguaggio, che a suavolta sembra rifle�ere la proprietà stessadell'Universo che si voleva definire. Del linguaggioe dei suoi inters�zi non si è sempre ocostantemente consapevoli.

Bisogna amme�ere l'estrema, avanzata,profondità di questo filosofo che in due righesembra le�eralmente aver arpionato il massimoproblema esterno all'uomo e il massimo problemainterno all'uomo.

Qualunque discorso taglia una semplicitàinespressa verbalmente, genera dei termini (insenso linguis�co) e dei termini, in senso quasilegale, per ges�re le contropar� in gioco: che si siada soli al cospe�o di un problema filosofico o cheun problema me�a in tesa comunicazione piùcontropar� umane. La brillantezza dei termini(fisici, linguis�ci o legali) del mondo è qualcosa dicui occorre essere ben consci.

Il Tao Te Ching debu�a dunque ponendo allanostra a�enzione un Discorso e i suoi Termini,suggerendo l'importanza di essere consapevoli diquesto meta-lato della vita.

Queste prime due righe possono quindi essereinsieme l'inizio e la fine di un discorso massimo,ma possono anche essere una luminosa guidaintrodu�va per qualunque indagine successiva.

Vorrei aggiungere una nota speciale, non tropposeria, a questo capitolo.

Chi scrive vive da mol� anni ormai in Giappone.Forse non tu� sanno che la lingua giapponesescri�a u�lizza gli ideogrammi della lingua cinese,di prima che quest'ul�ma subisse lasemplificazione grafica che la dis�nguea�ualmente. A parte qualche intoppo qua e là,dunque, è molto facile per chi legge il giapponese,leggere il cinese an�co, anche se la stru�uragramma�cale è estremamente differente.

Un piccolo inconveniente col quale mi sonoscontrato recentemente, alla ripresa di questolavoro, è stato quello di aver pressochédimen�cato la pronuncia cinese (per quanto la miapronuncia fosse scorre�a e risibile) e di riscoprirmia leggere il Tao Te Ching in cinese pronunciandoloalla giapponese. Certamente qualcosa di cui non sipuò andare troppo fieri.

Eppure, per tornare al fuoco di questoesperimento di traduzione fa�o con i le�ori, e percapire insieme quanto il problema linguis�co sialegato al problema filosofico lasciatemi raccontarequanto accaduto.

Nella prima riga 道可道，⾮常道 /Dao ke Dao, feichang Dao./ abbiamo visto che ⾮常 /fei chang/

significa, più o meno le�eralmente, "non comune"o "irregolare" o "non costante", qualunque sia laversione preferibile al contesto o che si intendealludere.

In giapponese ⾮常 si pronuncia /hi-jou/ ed è untermine composto che è so�o gli occhi di tu�quo�dianamente, perché appare a sua voltaaccoppiato ad altri ideogrammi di vario emondano significato quali "porta, uscita, caso" esimili.

Di fa�o ⾮常 /hi-jou/ in italiano o inglese vieneprontamente trado�o con "emergenza" perché difa�o lo si trova scri�o sopra le porte e le uscite diemergenza, anche se, a pensarci bene, ciò cheques� ideogrammi intendono significare è l'idea di"non convenzionale - non regolare".

È certamente giusto accomodare le traduzioniaffinché risul�no più agevoli e funzionali dopo iltravaso dal sistema seman�co orientale a quellooccidentale, dunque va benissimo trovarsi davan�a "una bocca non convenzionale da usarsi in tempinon regolari" e chiamarla banalmente "uscita diemergenza".

È pur vero che in caso di emergenza, da una certauscita inaspe�ata è probabile che le�eralmenteemergano delle persone ma proviamo a imporrealla prima riga del Tao Te Ching il termine"emergenza" in luogo di quelli già prova� eapprova�.

道可道，⾮常道

Il Tao veramente Tao è un Tao emergente.

E così i suoi Termini, e così tu�o.

9. Il simbolo del Tao

Assieme a mol� altri, il simbolo del Tao è uno deisimboli religiosi più diffusi e conosciu� al mondo.

Esso racchiude e sinte�zza l'intero, e complesso,conce�o taoista in un logo dal disegnoestremamente moderno.

La modernità del suo design è certamente nellasua forma tonda, che ne fa una vera e propriaicona web, quantomeno secondo i nostri standarda�uali.

A differenza di altri simboli religiosi, molto piùspartani e monocroma�ci, il simbolo del Tao èinvece a ben vedere bicroma�co, giacché sirappresenta in bianco e nero, due �nte che nonsolo si prestano alla rappresentazione meramentegrafica ma sono anch'esse simbolo vivo delladualità stessa di cui il Taoismo ci parla.

Una marcia in più di questo logo è nel suopresentarsi come simbolo dinamico. La formaperfe�amente tonda di per sé – che vuolerappresentare il cosmo coagulato in un conce�ocomprensibile e trasportabile dagli umani –veicola alla perfezione le cara�eris�che e leproprietà della Via taoista.

Analizziamo più in de�aglio.

Il tondo del Tao rappresenta in un certo sensol'ambiente intelle�uale e conce�uale che gliumani si trovano ad abitare e che il Taoismo mira are-inquadrare e far comprendere. Tale ambiente èun ambiente intero che non ha angoli. Il tondo delTao e la sua mancanza di angoli suggeriscono conforza una certa imprendibilità e allo stesso tempouna forte genuinità.

Il Tao, il nostro cosmo, non ha di per sé ombre ola� nascos�. La mancanza di angoli suggerisceanche una esistenza precedente a qualunquesuccessivo riconcepimento matema�co a operadella nostra mente.

Se volessimo assegnare una cifra matema�ca alTao sarebbe certamente quella dello zero, totale,intero, indiviso, immenso e u�lissimo.

Il contenuto del tondo del Tao sono le dueceleberrime gocce protagoniste del drammataoista, e tra loro antagoniste. Esse sono stateconcepite e rappresentate in assoluta coerenzas�lis�ca col tondo che le con�ene.

Si tra�a dello Yin e dello Yang.

Lo Yin è il principio freddo, lunare e femminile,simboleggiato dal nero.

Lo Yang è il principio caldo, solare, maschile,simboleggiato dal bianco.

Le due gocce sembrano inseguirsi l'un l'altra,probabilmente vogliono lasciar intendere di essereentrambe manifestazioni (semplificate ecomprensibili) ai margini dello spe�ro concepibiledella Via, del Tao, del cosmo.

Il loro dinamismo e la loro forma ricordano - percaso? - la forma di cellule o di organismi biologicifondamentali, anch'essi invisibili al nostro occhionudo e ignorante, ma che anche contribuisconoalla nostra esistenza in vita. Si potrebbe pensareche il simbolo del Tao raffiguri di proposito anchela dimensione microscopica delle dinamiche dellavita.

Anche nella raffigurazione delle gocce non vi sono

angoli, come a voler riprodurre e riproporre dueversioni di un Tao dentro a un Tao. La trovata èmirabile non solo perché la strategia èperfe�amente in linea con il messaggio taoista maanche perché, dal punto di vista del design, èquesto un ar�ficio per operare una divisione escomposizione aritme�ca senza l’ausilio di segnimatema�ci di ispirazione umana (linee re�e, lineecon angoli, accenno di pseudo-scri�ura).

Dal passaggio dallo zero del Tao alle gocceantagoniste si assiste allo sbocciare vero e propriodi un conce�o pseudo-matema�co violentementevivo. Dallo zero nascono due numeri uno. Legocce sono sì gemelle e antagoniste ma tra essenon ve n'è una più protagonista dell’altra. Latentazione tu�a umana di assegnare ad una diesse il numero 1 e all’altra il numero 2 deve essereabbandonata. Il Tao suggerisce quindi unadimensione matema�co-narra�va del tu�opeculiare: dal Nulla che è Tu�o (il Tao, lo Zero, la“prima” posizione), non nasce l’Uno ma nasconoquantomeno due Uno, i Due.

All'interno di ciascuna goccia vi è contenuto il“germe” della goccia di segno opposto. Anchequesto ar�ficio grafico è di sommo valore perchéripropone la forma del Tao originale (tonda esenza angoli) e suggerisce ulteriore e infinitodinamismo all'intero emblema. È certamentequesto un esempio di rappresentazione organica efra�ale della realtà. Se potessimo zoomare allavolta di uno dei due germi certamentescopriremmo un altro Tao, iden�co a quello di

partenza, che ci riproponga un’iden�ca einelu�abile narrazione delle cose.

A ben vedere siamo di fronte a un logo che pursenza fare uso di numeri o simboli graficilocalmente cara�erizza�, da millenni riassumequasi l'impossibile: lo spazio fisico e conce�ualeesterno all'Universo (lo spazio esterno al tondodel Tao), l'Universo (il tondo del Tao vero eproprio), la Dualità (i massimi confini conce�ualida noi concepibili a cavallo di un vero e propriospe�ro, comprensibile e comunicabile) e l'infinitoe vor�coso avvicendarsi di ogni condizioneintermedia.

Seguendo idealmente la linea del tondo del Tao,ma ciò vale anche se si segue la linea di confinetra le due gocce, un'ulteriore sugges�one è quelladi poter vedere a occhi nudi gli inters�zi di cuispesso ci parla il Tao Te Ching. Un inters�zio è unazona di Vuoto materiale che ci dovrebberammentare la potenza della Non-azione, cioèdella azione che (per citare GiangiorgioPasqualo�o) "sfru� le cos�tuen� funzionali delVuoto" per res�tuirci un profi�o immediato elibero da dubbi contraccolpi fisici o morali.

Se riusciamo a vedere in tali sinuose linee gliinters�zi di cui parlo, allora ci troviamo di fronte alconce�o di rela�vità, anche se di lega forse moltopopolare. Secondo la narrazione taoista, infa�,l’inters�zio è la maniglia del mondo, l’inters�zio èsia un punto di forza che di debolezza. Guadagnoo perdita a causa di un inters�zio sono sogge�e aqualcosa che potremmo definire solamente come“tempismo”.

In termini molto contemporanei, dunque, ilsimbolo del Tao non sembra semplicementeriassumere un conce�o (storico, singolo e unico)bensì ci appare come il simbolo di una"interfaccia" sempre u�lizzabile, l’emblema di un“massimo promemoria”, incredibilmentecondensato per garan�re la sua effe�va euniversale resa anche nel futuro.

Il simbolo del Tao è forse il più longevo, potente eprome�ente logo grafico mai concepito sul

pianeta e la sua assoluta superiorità è data, comeaccennato, dalla non cara�erizzazione locale,linguis�ca e culturale del suo messaggio; maanche dal fa�o che il simbolo si limita adesprimere le proprietà fondamentali del Cosmo,incurante – come è giusto che sia – del momentostorico dell’osservatore.

Quando osservo il simbolo del Tao e poi osservo idisegni che sono sta� incisi su placche di metalloe spedi�, all'interno di razzi e sonde, in giro per ilcosmo per comunicare la presenza umana nonposso non sorridere.

Se le pi�ure rupestri hanno funzionatogarantendo agli an�chi uomini di consegnare a noila traccia della loro esistenza, qualunque �po di

comunicazione cosmica unidirezionale a mezzografico dovrebbe limitarsi a comunicarecomprensione e coscienza, e nessun'altra formaesteriore provvisoria, o peggio ancora a intentareuna dinamica evangelica di qualche �po.

Considerate le enormi distanze cosmiche eculturali in gioco, il disegno inciso su una placca eposto a bordo della sonda Pioneer 10 - per citareforse l'esempio più famoso - è a mio avvisoestremamente roman�co e naive.

Comprensibile solo in parte perfino a un normaleumano (mi riferisco in par�colar modo allo schemadella "transizione iperfine per inversione di spindell'idrogeno neutro"), pecca certamente di unasorta di preferenza razziale (per la resa graficadichiaratamente occidentale dei corpi umanirappresenta�) e dunque in generale di... uninfan�le protagonismo? Di un'inammissibilelimitatezza per la missione?

Immaginando che qualunque messaggio visivo,inviato su tali, grandi e incognite distanze,potrebbe essere recepito alla stregua di unincomprensibile indovinello, sarebbe molto piùefficiente ed altruista inviare un messaggio che sesolo ricevuto sia di reale u�lità per il des�natario,senza necessitare di una effe�va decodificazione.

L'unica reale u�lità di un tale messaggio non èinfa� di innescare una comunicazione a�va oaddiri�ura di insegnare qualcosa di specifico masolo di comunicare la nostra consapevole

presenza, da qualche parte nel cosmo (nel tempopassato e nello spazio futuro)...

Il simbolo del Tao - concepito in quanto messaggioin bo�glia e affidato al mare cosmico - vincerebbesu qualunque altro concept e design per una talemissione.

Finché esisterà il nostro Universo, con le proprietàche noi conosciamo, il logo del Tao non sme�eràmai di raccontarle. Ciò non si può dire di altri loghi(religiosi e non) o di composizioni grafiche piùcomplesse, la cui eloquenza è invece limitata alpianeta Terra, ad alcune sue regioni o allanarrazione di quanto percepito dagli umani in unlimita�ssimo lasso di tempo storico.

A mio avviso, in maniera molto più naturalmentematura e corre�a, se rappresentato dinanzi agliocchi di un individuo extra-terrestre, il simbolo delTao comunicherebbe la giusta consapevolezza (ela minima e necessaria conoscenza) da parteterrestre di tu�e le fondamentali cara�eris�che (edinamiche) del cosmo da noi conosciute: unità.dualità, dinamismo, rela�vità, ma senza fare inu�leaccenno a "misure" e "fa�ezze", conce� che sullascala cosmica sono di importanza del tu�omarginale.

ConclusioneSpero che questa versione "sprint" del Tao TeChing sia stata gradita e che le�ori e le�riciabbiano potuto sviluppare un legame diintelle�uale curiosità con il Taoismo.

Probabilmente occorrerà qualche rile�ura perilluminare zone rimaste in ambigua ombra, e ilpasso successivo potrebbe essere quello diprocurarsi la versione originale del libro percimentarsi con l'ordine più classico dei conce� diLaozi, e perché no, anche con ulteriori immagini elezioni impar�te dal Maestro.

Una volta acce�ato tra i propri libri del cuore, ilTao Te Ching fa spesso capolino nei momen� piùinaspe�a� della vita, sorprendendoci non solo peril suo vivace tempismo ma anche offrendo un veroe proprio ristoro perché la sua semplice le�ura ècapace di astrarre la nostra mente e a�rarla in unadimensione dove possiamo sperimentarel'effe�va rela�vità di mol� conce� fondamentaliche normalmente, nella vita umana, causanoconfusione e stallo.

Il Taoismo consegna a tu� noi quantomeno un"permesso": il permesso di accogliere nella propriavita quo�diana conce� come "naturalecontrasto", "contraddizione", "incoerenza" e"volubilità".

Questo è un dono di valore ines�mabile per chi ha

spesso vissuto, dalla nascita, nel tenta�vo diessere una cosa o il suo opposto; vivendo spessocon ansia i tragi� tra un'estremo all'altro dellospe�ro morale e comportamentale.

Spesso la ricerca di coerenza che ci auto-imponiamo, o che la famiglia e la società ciimpongono, si rivela essere una vera e propria einu�le dannazione, taois�camente parlando,blasfema.

Il Tao Te Ching è in un certo senso un manuale perdecostruire le sovrastru�ure umane più dannose,per ritrovare non solo la Natura che è dentro dinoi tu�, dalla nascita, ma anche per ripris�narecoscientemente la simbiosi originale e dinamicacon il nostro mondo più comune.

Auguro ai le�ori e alle le�rici di maggior volontàdi integrare le profonde e semplici Virtù del Taonella vita quo�diana, spogliando tale esercizio diogni connotazione eso�ca, mis�ca, morale oreligiosa.

L'Universo, il Tao veramente Tao, non sa nulla direligioni e moralità terrestri e - se mai ci stesseosservando - probabilmente vede il genere umanosulla Terra come una curiosa epopea in confusaevoluzione. Eppure, certamente, non ci nascondele sue virtù meccaniche, e anzi ce le rendedisponibili in ogni momento.

L'agio di casa, il vantaggio della ruota, lasuperiorità del volo, sono tu� miracoli fisici,

pra�ci e tecnologici del Vuoto-in-azione, inassoluta e squisita sintonia con l'indole umana.

Possiamo senz'altro fare di più.

Se riuscissimo a scovare il Vuoto u�lizzabile inogni necessaria situazione (personale, familiare,comunitaria) e me�erlo diligentemente all'opera...

Questa sì che sarebbe una Rivoluzione.

Uno speciale ringraziamento ai sostenitori Patreon.com

grazie ai quali posso dedicare del tempo alla creazione di opereestranee a ogni logica di mercato.

Olivier Ansart

Stefano Bandini

Francesco Bianco

Nico Conversano

Francesco Lazzari

Stefano Mavilio

Giovanna Minopoli

Hans Suter

Rebecca Suter

Grazie per aver le�oquesto microlibro!

Alessandro Mavilio