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La comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini Il sogno di un fanciullo. Distribuzione gratuita. Dicembre 2014 di Don Mario Russo N ELLA prima parte del suo libro Isaia annuncia: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio…” (Is. 9, 1.5). Natale è presentato dal profeta come una luce che illumina quanti camminano nell’oscurità della notte, una luce che riscalda e guida. Una grande luce che si irradia da una piccola fiamma. Segue a pagina 2 Missionari del nuovo millennio. di Alberto Casertano Pagina 5 Il nuovo Oratorio. di Leopoldo Casertano Pagina 7 Suor Lorenza. di Martina Brusco Pagina 4

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  • La comunità del

    Sacro Cuore ai Gerolomini

    Il sogno di un fanciullo.

    Distribuzione gratuita. Dicembre 2014

    di Don Mario Russo

    Nella prima parte del suo libro Isaia annuncia: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio…” (Is. 9, 1.5). Natale è presentato dal profeta come una luce che illumina quanti camminano nell’oscurità della notte, una luce che riscalda e guida. Una grande luce che si irradia da una piccola fiamma.

    Segue a pagina 2 ▶

    Missionari del nuovo millennio.di Alberto Casertano

    Pagina 5

    Il nuovo Oratorio.di Leopoldo Casertano

    Pagina 7

    Suor Lorenza.di Martina Brusco

    Pagina 4

  • Da pagina 1

    Questa piccola fiamma, duemila anni fa, è stata donata agli uomini perché la custodissero dalla forza del vento gelido e della pioggia battente dell’incredulità che, continuamente, cercano di spegnerla. Maria e Giuseppe ne furono i primi attenti, fedeli e generosi custodi. Dopo Maria e Giuseppe, le generazioni di discepoli che si sono succedute hanno continuato a custodirla;

    ora tocca a noi. Il compito non è facile: c’è tanto scoraggiamento in giro, tanto sconforto. Tanti vivono momenti terribili, di tragedie e distacchi improvvisi che non trovano risposta e poi la crisi economica, le difficoltà di una politica che invece di orientarti ti disorienta e non sai più dove sono i tuoi ideali in questi partiti che si sbriciolano e si ricompongono in un crescente clima di rissosità. E poi la Chiesa (che siamo noi!!!) che sembra faticare a rilanciare la fede, schiacciata all’angolo da troppe paure e da qualche incoerenza

    di troppo. Una piccola luce quel bambino di Betlemme una piccola luce anche noi, per essere il Natale di chi ancora cammina e barcolla nel buio. Quando c’è buio profondo, anche una piccola fiamma diventa preziosa per vedere. Come quando c’è gelo e freddo, una piccola fiamma diventa preziosa per scaldare. Celebriamo il Natale che ci ha portato la Buona notizia della salvezza. Siamo pieni di meraviglia di fronte all’identità unica di questo Bambino ammirabile. Da un lato, un bimbo come tanti piccoli della

    Il sogno di un fanciullo.

    Editoriale

    Una nuova Umanità. di Ilaria D’Angelo

    Come ad ogni Natale ci troviamo a riflettere sul paradossale contrasto esistente tra il significato della festa dell’incarnazione del Signore in una realtà semplice e autenticamente umana e l’artificiosità e finta umanità che impregnano il festeggiamento più asservito al consumismo mondano moderno. Oggi è tanto difficile comprendere la gratuità di un gesto, anzi è difficile proprio credere che si possa ricevere senza nulla a pretendere, perché in fin dei conti tutto ha un costo monetario e tutto si paga figuriamoci come si possa accettare che Dio Onnipotente si pieghi alla nostra condizione per amore, senza nessun prezzo per l’umanità, anzi addirittura accollandosi per amore la colpa del mondo, per salvarlo. Farsi prossimo del bisognoso per farsi prossimi al Signore viene frainteso nel mondo di oggi come perdita di tempo non se ne ricava nulla. Piuttosto l’assistenza al disabile, anziano, malato, alla

    stregua di qualsiasi bene materiale, è divenuta un sevizio da cui trarre esclusivamente un vantaggio economico. Il dono reale non c’è; tutto esige un contraccambio e dunque al centro delle nostre relazioni non c’è il fratello che mi è di fronte, ma l’utile che posso trarre dalla relazione con lui, sia chiaro, in termini monetari, se c’è la crisi oggi è proprio colpa della disumanizzazione della società! Ma come? Dio mette al centro l’uomo, assume la natura umana per condividerne ogni aspetto, fuorché il peccato, e noi? Ci svuotiamo della nostra umanità, immagine e somiglianza di Dio, raggiungendo l’apice della lontananza dal Creatore nella festa dell’incarnazione. Per recuperare i colpi persi da questo nostro Occidente così cristiano in apparenza e mondano nei fatti, il Signore ci chiede di mettere di nuovo al centro l’Uomo…già, occorre un nuovo Umanesimo per superare la crisi in cui siamo sprofondati. Se proprio dobbiamo accettare un costo in una relazione, che sia a carico di chi dà, non di chi riceve! Occorre avere il coraggio di sacrificare qualcosa di sé, della propria vita per l’altro, si deve invertire la logica perversa di un capitalismo alla deriva etica ormai, per cui chi riceve deve pagare. Il Signore Gesù ci dice di amare come Egli stesso ha amato noi offrendo la propria vita. Il costo è apparentemente alto, ma Gesù ci incoraggia perché chi porta il suo gioco non lo troverà pesante. Non ci resta che fidarci e credere che costruire una nuova società incentrata sull’amare l’uomo è possibile e bisogna incominciare proprio da oggi, che è Natale.

    sua età, come i nostri figli che amiamo e che vediamo crescere e maturare. Nato povero, ha vissuto poveramente, scegliendo liberamente di non avere alcun privilegio. Ha sperimentato la fatica, il dolore, il freddo, la fame, la sete, la paura, la persecuzione, la fuga, e più tardi la morte e il sacrificio di se stesso. E questo perché ha voluto essere veramente un “figlio dell’uomo”, che ha condiviso con noi le nostre sofferenze e le nostre speranze, felice di essere uno di noi, accettando l’attenzione e i gesti di tenerezza materna di sua Madre, accontentandosi del cibo e dei vestiti che Maria e Giuseppe potevano offrirgli. Tuttavia sappiamo che egli non è un bambino come tanti o fra tanti: è nato da una Madre Vergine; è il Verbo di Dio e il Figlio del Padre. Il suo nome, annunciato dalle profezie messianiche, è Emmanuele, “Dio con noi”. Ed Isaia aggiunge: “Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio (…) ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace” (Is 9,5). Fermiamoci per un attimo sui motivi della sua Incarnazione. È nato per i poveri, per gli oppressi e i sofferenti, così come per la gente semplice, ordinaria, per chi non ha perduto la speranza in Dio; è venuto per i peccatori! Ha voluto restituire all’uomo la sua umanità e al peccatore la sua bontà e innocenza… l’immagine di Dio che era stata distorta dal peccato. Ha voluto interiorizzare i precetti e le leggi, facendo della “religione” non una serie di obblighi, ma l’espressione dell’amore verso

    Dio. Al posto dell’amore per la Legge ha proclamato la legge dell’Amore: “Amatevi gli uni gli altri!” (Gv 15,17). Ecco il sogno di questo Fanciullo: che tutti gli esseri umani siano fratelli, perché hanno un solo Signore e Dio, che è il Padre di tutti, che ha compassione di tutti e che si prende cura di tutti. Egli è venuto a riconciliare il cielo, da cui è venuto, con la terra che lo ha accolto… “a quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio…” (Gv 1,12-13). Egli è venuto per riconciliare il peccatore con il suo Creatore, e l’uomo con se stesso e con il suo fratello… è venuto a trasformare i nemici in amici. È per questo che sempre il profeta Isaia predisse i tempi messianici con: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto … Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide” (Is 11,6-8 a). Si tratta di simboli per ricordarci che la riconciliazione sarà vera quando tutti gli esseri umani avranno parte alla giustizia e alla pace. L’annuncio dell’Angelo ai pastori di Betlemme ne è la realizzazione: “Vi annunzio una grande gioia … oggi vi è nato un Salvatore, che è il Cristo Signore …” (Lc 2,10-11). Noi crediamo, come più volte ha affermato papa Francesco, che le divisioni tra gli uomini sono opera del diavolo, mentre la riconciliazione è opera di Dio. Ed infine, in questo Natale, ricordiamoci e preghiamo per i nostri fratelli in Siria, in Irak, a Mosul… che muoiono inesorabilmente senza pietà perché cristiani! Preghiamo per l’unità e la riconciliazione in Libano, Iraq, Sudan, e negli altri paesi del mondo. Preghiamo per

    l’unità e la riconciliazione nelle famiglia… le nostre famiglie! In questo modo, forse, cominceremo a capire il Natale… e mentre il consumismo continuerà a fare di questo evento la festa dell’idolatria dei doni, proveremo a programmare doni a chi non conosce neppure il necessario. Quel dono, a Natale, sarebbe il modo più bello di annunziare che Dio è vicino a tutti… nasce per tutti. Impossibile? Forse lo è per chi ripete la storia di quanti, quando nacque Gesù, non offrirono ospitalità a Maria, una donna incinta, e a Giuseppe: “Per loro non c’era posto!”. Non è il regalo che ci fa buoni, ma è farsi dono che ci fa conoscere l’amore e suscita la gioia. Fermiamoci dinanzi al presepe (mi auguro che ci sia uno in ogni casa)… guardiamo il Bambino di Maria e ascoltiamolo: lui, son certo, non mancherà di parlare al nostro cuore, donando un po’ di serenità e di pace. “O Bambino di Betlemme, che dopo essere sfuggito alla crudeltà di Erode, conoscesti, assieme a tua Madre e a San Giuseppe, tuo padre adottivo, la povertà e l’esilio in Egitto, liberaci da tutti i tiranni di questo mondo e fa’ di noi un santuario dove Tu possa costantemente rinnovare la Tua nascita, così da essere testimoni del tuo amore che è per tutti. E tu, Maria, Madre nostra, che con amore hai accudito il Divino Bambino, proteggi tutti i bambini del mondo da ogni male e metti nei loro cuori il seme della fede, della speranza e della bontà”. Vi auguro un buon Natale, e il dono della pace che il Signore ha promesso a tutti gli “uomini di buona volontà” (Lc 2,14). Amen!

    Sacro Cuore ai Gerolomini

    Una piccola luce quel bambino di Betlemme.

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  • PieNameNte in sintonia col programma di pastorale giovanile, dal titolo “camminava con loro” il nostro gruppo giovani, grazie al prezioso affiancamento di Suor Lorenza alla guida spirituale di don Mario, sta muovendo i primi passi verso il consolidamento dei rapporti vicendevoli attorno alla figura di Cristo per evolvere in comunità, e al tempo stesso ognuno di noi è chiamato a scoprire quale “progetto di vita” il Signore gli ha riservato. Cammineremo insieme dunque, a tutti i giovani della diocesi in un percorso di tappe formative e di spiritualità sul tema dell’evangelizzazione e del sentirci membra di un solo corpo per scoprire ciascuno la propria vocazione missionaria, con i suoi carismi, su cui fondare la propria vita.

    L’esordio del cammino la sera del 3 dicembre, al Duomo di Pozzuoli, ci ha visto dialogare con il fondatore del Servizio Missionario Giovani, Ernesto Olivero. Un “giovanotto” sulla sessantina, sposato e padre di tre figli che dall’età di 18 anni si impegna a prestare assistenza ai giovani con varie necessità: assistenza ai disabili, promozione dell’integrazione degli immigrati, formazione scolastica, artistica e universitaria ai giovani disagiati …un’opera di portata mondiale i cui numeri parlano da soli: 4000 pasti al giorno forniti, più di 20000 alloggi per giovani senza tetto, centri operativi persino in Brasile. Il tutto partendo dalla riqualificazione di un arsenale militare di Torino ridotto in rudere e che negli anni ‘60 si trasformava in un arsenale della pace! Tutto nasceva da una profonda intuizione

    scaturita da un dialogo appassionato col Signore del giovane Ernesto di allora, che si trovava a comprendere che il mondo si può cambiare con i giovani! È stato un piacevole confronto con un uomo realmente innamorato di Dio, che dedica la vita a compiere gesti concreti per irrompere nelle ingiustizie e assurdità sociopolitiche del nostro tempo che tengono i giovani relegati agli ultimi posti. Un vissuto ricco di incontri con autorità politiche e religiose, talora animato da discussioni e disappunti…perché come egli stesso più volte diceva “A patto di fare la volontà di Dio, le nostre opere vanno avanti e portano frutto” e ancora “la strada, vedrete, si apre camminando”. Neppure la “cacciata dalla Chiesa” fermò Ernesto e i suoi compagni grazie al

    sostegno dell’arcivescovo di Torino prima e di Paolo VI poi, al quale Ernesto dichiarò con coraggio le sue distanze da molte cose che non andavano bene nella Chiesa…il Papa gli augurava allora che da Torino partisse una rivoluzione, che di fatto c’è stata. Ci vorrebbero pagine e pagine per riassumere i tanti aneddoti e le esperienze profonde di questo nostro fratello ma i messaggi più significativi sono forse racchiusi nelle risposte che ha dato ad alcuni quesiti da noi scelti con un sondaggio a cui hanno preso parte tutti i giovani della diocesi. Come fare a non vivacchiare, ad essere rivoluzionari in un mondo che ci usa e non ci ama? Bisogna credere nei propri progetti, nelle proprie idee, coltivandole e mettendole in pratica come un duro allenamento di uno sportivo, non si deve poter dormire la

    notte! Occorrono sacerdoti, suore, vescovi appassionati! Non che il Sermig si permetta di impartire lezioni…anzi! Se si è persone di buona volontà anche se incapaci, il Signore porrà sul nostro cammino le giuste persone capaci che ci aiuteranno..basta volerlo e crederci fortemente. E ancora come non usare male la nostra libertà? Non rassegnandosi al mondo di oggi che ci ipnotizza con tante dipendenze. Bisogna volerlo cambiare, essere custodi gli uni degli altri e avere il coraggio dell’esempio concreto, della correzione fraterna… di andare contro la maggioranza. Ma per farlo in maniera costruttiva bisogna studiare, conoscere e vivere concretamente i problemi e i disagi dell’altro. La chiesa, che siamo noi tutti, deve ergersi ad esempio

    così che la gente in questo tempo di tenebre sia colpita dalla nostra vita e desideri il confronto con noi, maestri solo se testimoni!Un ultima grande esortazione “Il futuro è nelle vostre mani! Sognate il futuro, volando! Per farlo dovete allargare la vostra mente, imparare a frequentare uomini saggi, non stancarvi di chiedere consigli! Se lo farete potrete accorgervi delle vostre ali!Quale migliore conclusione se non quella del nostro pastore, che come uomo saggio, poco dopo ha voluto consegnarci l’immagine di una dinamo collegato alla ruota di una bicicletta, il segno del cammino, proprio come Ernesto ci ricordava, e che quanto più si pedala tanto più brillerà la luce, quella del vangelo che dobbiamo portare agli altri.

    Missionari del nuovo millennio: in cammino insieme per cambiare il mondo.

    Incontro dei giovani della diocesi con Ernesto Olivero, fondatore del Servizio Missionario Giovani.di Alberto Casertano

    Sacro Cuore ai Gerolomini Sacro Cuore ai Gerolomini

    Benvenuta suor Lorenza: in cammino con i giovani del Sacro Cuore.

    di Martina Brusco

    il giovedì sera è ritornato l’appuntamento di incontro dei giovani della comunità da quest’anno accompagnati da suor Lorenza, Giovane Missionaria del PIME della diocesi di Milano, ad orientare il percorso del gruppo affianco a Don Mario. Frizzante e inattesa novità, la nostra nuova compagna di viaggio ci parla della sua esperienza missionaria e si presenta così, rispondendo a qualche domanda che le ho posto a nome dei giovani e della comunità.

    Cosa vuol dire, in termini pratici, fare parte del PIME ?Dopo diversi anni di cammino, dal 6 settembre di quest’anno sono diventata una Missionaria dell’Immacolata, Istituto che, a fianco del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) ha un unico scopo: vivere per l’annuncio del Regno di Dio a tutte le genti, far conoscere Cristo a chi ancora non lo conosce. Siamo per questo presenti in tutto il Mondo.

    Quali sono le tue prime impressioni sul nostro nuovo gruppo giovani e quale cammino ci proporrai quest’anno? Mi sono sentita subito ‘benvenuta’ con affetto. Don Mario ed io abbiamo pensato di proporre a ciascuno di scrivere unaRegola/Progetto di Vita, cioè una sintesi della propria vita e del proprio incontro di fede, che ponga dei valori e degli impegni che ogni giovane si sente di scegliere con convinzione per il futuro. Nel cammino della Regola/Progetto di Vita si integrano tante tematiche, dalle domande ‘vere’ che ci poniamo di fronte alla vita, all’approfondimento delle linee guida di una comunità e di ogni nostra relazione di amore e amicizia, e quindi alle risorse fondamentali di ogni vita cristiana, cioè il rapporto con la Parola di Dio, i Sacramenti, la Carità, attraverso la conoscenza di ‘testimoni coraggiosi’ di oggi di una vita spesa per il Vangelo. Nel condividere i messaggi recepiti da ognuno per ogni tematica il gruppo diventa comunità e ogni giovane può divenire un cristiano sempre più gioioso e con radici ben profonde!

    Quali le aspettative da questo cammino?Fare unità : all’interno di noi, riconciliandoci con le nostre debolezze e incoerenze, con gli altri, costruendo una comunità andando al di là di sé stessi per rivelare che abbiamo bisogno di amore da ricevere ma anche da offrire per essere felici, con Cristo, prendendo la sua Parola come guida reale delle nostre vite.

    Perché un giovane dovrebbe unirsi a noi in tale percorso?Quanti giovani potremmo raggiungere se aprissimo gli occhi intorno a noi! Abbiamo paura di scorgere i bisogni di amicizia e condivisone propri di molti giovani che ci circondano… In un gruppo come il nostro un giovane troverebbe un posto dove relazionarsi alla pari con altri e condividere la propria vita, un luogo dove sentire una Parola nuova che alimenti le proprie giornate, che dia un cammino, un movimento ai propri pensieri: la proposta di Cristo non è solo per qualcuno, ma è una proposta di vita e di gioia per tutti, che attrae chiunque la incontra in modo autentico perché parla al cuore dell’uomo preso per intero, perché parla di un amore speciale ma non esclusivo. Ci proponiamo con il nostro cammino di aiutare ad incontrare il Signore sempre più come persona viva, vicina, accanto a sé in ogni momento gioioso o difficile. Allora...vi aspettiamo tutti, ma proprio tutti ragazzi! Al prossimo giovedì!

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  • Sacro Cuore ai Gerolomini

    il 18 ottobre siamo ripartiti alla grande con l’Oratorio Parrocchiale, dal nostro lungomare, dove l’anno scorso ci eravamo salutati, che è stato lo scenario di una caccia al tesoro speciale! I bambini dai più grandicelli ai più piccoli, aiutati dai loro genitori e guidati dagli animatori hanno dato spettacolo di collaborazione e di amicizia semplicemente impegnandosi a cercare un tesoro, che in un braccialetto racchiudeva il significato dell’amicizia, del tesoro Vero. È stato un ideale trampolino di lancio del nuovo programma, che quest’anno come non mai sembra partito con una marcia in più; infatti dopo circa dieci giorni, il 31 ottobre in occasione della vigilia della festa di Tutti i Santi, si è voluto festeggiare insieme, la felicità di essere figli della luce: attraverso balli, canti e giochi di gruppo abbiamo diffuso un po’ di LUCE in una notte che molti, spesso con tanta sufficienza, dedicano alle tenebre! Un inizio si potrebbe dire con il «botto», che in realtà è solo il manifesto di un’annata ricca di attività, che gli animatori insieme stanno programmando, dedicate ai piccoli racchiusi

    nella fascia di età che va dai 10 ai 14 anni. Il torneo di calcetto e la recita, che ancora una volta li hanno visti protagonisti, sono solo altre prove di un cammino che insieme si sta costruendo e che si dirige Verso L’alto, per citare il Beato di cui l’Oratorio da quest’anno porta il nome, impresso peraltro sul braccialetto-tesoro che i ragazzini hanno scoperto dal primo evento. Non dimentichiamo però che dietro i “grandi eventi”, c’è la straordinaria quotidianità, il lavoro offerto con entusiasmo e gratuità da parte di tutti gli animatori che dall’inizio del nuovo anno pastorale nelle riunioni che li vedono impegnati settimanalmente, hanno messo su un programma di laboratori che sfruttano linguaggi che spesso vengono sottovalutati, come quello della scrittura e della fantasia, così come pure quello artistico in generale, che coinvolge soprattutto il tatto e la vista, usati per generare un clima di divertimento, ma anche di apprendimento: infatti i bambini non solo stanno imparando nuovi modi di divertirsi ma allo stesso tempo imparano uno dei comandamenti fondamentali del Cristianesimo, «Ama»

    incondizionatamente e a prescindere da chi hai di fronte: infatti una serie di sfide a squadre fa si che i bambini dal confronto e dalla competizione possano imparare a essere più uniti di quanto spesso sono gli adulti. È chiaro che l’obiettivo fondamentale è quello di infondere alle nuove generazioni il significato e la concretezza della vera amicizia, in un mondo dove la tecnologia ci sta sottraendo dalle relazioni autentiche e banalizza i nostri rapporti, il nostro vivere quotidiano…in altri termini nei vari laboratori gli animatori si stanno facendo promotori di costruire ciò che la tecnologia sta distruggendo: l’amicizia vera, che oggigiorno si riceve con un click e si nega con altrettanta superficialità e velocità. Ecco allora la riuscita dei grandi eventi, uno specchio ampiamente visibile del lavoro di quattro mesi orsono di dedizione e sacrifici degli animatori che sta iniziando a dare un frutto che nasce dalla gratuità e dall’amore, che dall’Alto ci viene dato e che ci invita ad andare Verso L’alto!

    Riparte il nuovo Oratorio del Sacro Cuore “Piergiorgio Frassati”

    laboratorio di amicizia!

    Sacro Cuore ai Gerolomini

    Foto di Agata Paesano

    di Leopoldo Casertano

    PeNso che questa celebre frase de “Il piccolo Principe” descriva al meglio cosa accade quando una persona non vedente guarda un’opera d’arte. Sì…“guarda”, perché nonostante la sua disabilità, può gustare la bellezza dell’arte, che è un dono gratuito. L’attenzione al superamento dei fattori che ostacolano la piena integrazione sociale, culturale e lavorativa dei non vedenti è il motto dell’U.N.I.Vo.C. (Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi Onlus di Napoli), costituita nel 1992 e di cui faccio parte come volontaria, che persegue tali scopi mediante molteplici attività quali campi-avventura per stimolare la socializzazione, l’autonomia dei bambini non vedenti ed ipovedenti di Napoli e Provincia, o ancora eventi speciali aperti a tutti come le “Cene al Buio”, “Bar al Buio”, “Percorsi Multisensoriali”, persino rendendo accessibili a persone non vedenti musei e siti archeologici,attraverso percorsi appositamente studiati. Tra queste inizative, lo scorso 26 ottobre, sono stata protagonista dell’iniziativa “A spasso per l’antica Puteoli” tenutasi presso l’Anfiteatro Flavio e il vulcano Solfatara, in cui 15 non vedenti con altrettanti accompagnatori guidati da me per l’aspetto storico e archeologico e da Maria De Mieri, quale

    collaboratrice e segretaria dell’ U.N.I.Vo.C. , hanno potuto beneficiare di un’autentica visita guidata, con l’ausilio di mappe tattili (costruite da me al momento) e l’esplorazione tattile dei materiali presenti: abbiamo “raccontato” l’arte visiva, una sfida ardua ma appassionante che sta richiedendo continuo aggiornamento anche per “esperti del campo”, come me laureati in archeologia. Mi trovo a raccontarvi non solo di una straordinaria esperienza per diffondere il concetto che ognuno ha il diritto di accedere alla cultura, di abbattere una barriera mentale, prima di una architettonica ( e ce ne sono veramente tante nei nostri siti archeologici campani) ma soprattutto a rendere nota l’esistenza dell’ U.N.I.Vo.C. di cui invito a consultare il sito internet. L’arte è cultura per tutti, che siamo turisti e viaggiatori, disabili o no, che fanno esperienza di bellezza e se non c’è un senso ce ne sono altri a nostra disposizione; soprattutto c’è il cuore con cui percepiamo l’essenziale… è il cuore che ci fa “vedere” bene. Rendere accessibile un bene culturale e un’opera d’arte, come anche una chiesa (arte è anche catechesi), è sia un diritto che un dovere, ed è principio fondamentale dell’arte stessa. Spero che in futuro le cose

    cambino e che la mia città possa essere ancora più ospitale e accessibile, poiché con la sua bellezza, che si veda o si tocchi, ha tanto da raccontare e da offrire. Ho imparato che ciechi lo siamo tutti se di fronte alle difficoltà dell’altro giriamo le spalle; si può aiutare l’altro offrendo quel poco che si ha, anche donando il proprio studio, la propria voce, le mani, i propri occhi. Non so se questo diventerà in futuro anche il mio lavoro, dato che purtroppo i beni culturali paradossalmente non sono un campo molto fruttuoso, ma intanto continuo la formazione e dono quando posso, tenendo presente ciò che dice Sant’Agostino: “Anche i poveri hanno di che aiutarsi gli uni gli altri: uno può prestare le sue gambe allo zoppo, l’altro gli occhi al cieco per guidarlo; un altro ancora può visitare i malati” e tutti possiamo farlo. A voi, mia comunità, chiedo anche a nome dell’associazione, di diffondere la notizia di queste attività, sostenerle se si vuole (perché c’è bisogno) e di segnalare l’ U.N.I.Vo.C. a persone non vedenti che magari non conoscono questa realtà attiva sul territorio di Napoli. Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.univocdinapoli.org.

    Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.di Anna Grossi

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  • Orario Sante Messe.Feriali ore 18:00 (18:30 ora legale)

    Festive ore 10:00 e 11:30

    Adorazione Eucaristica.

    Ogni giovedì alle ore 21:00Animata dal gruppo Giovani

    Incontri Pre-Battesimali.Gli incontri si terranno gli ultimi tre

    sabato che precedono la celebrazione del Sacramento. I Battesimi si celebrano

    ogni ultima domenica del mese alle ore 12:30.

    Catechesi di Prima Comunione.

    Corso di Cresima.Giovedì ore 19:00

    Oratorio Piergiorgio Frassati.

    Collegio Ministranti.Formazione dei nuovi ministranti

    Lunedì ore 18:30.

    Incontro ministranti settore giovanissimiI venerdì del mese alle ore 18:45.

    Gruppo Giovani.Incontro - Giovedì ore 19:45.

    Prove canti per l’animazione liturgica della messa domenicale delle ore

    11:30 il mercoledì ore 19:00.

    Gruppo Lettori.I venerdì di ogni mese ore 19:00

    Gruppo Catechistico.II venerdì di ogni mese ore 18:30

    Caritas Parrocchiale.Incontro ogni primo martedì di ogni

    mese alle ore 18:30

    AgendA Attività

    Laboratorio della fede.

    29 gennaioLa prima Parola

    Non avrai altri dèi...

    27 febbraio La seconda Parola

    Non nominare il nome di Dio invano

    27 marzo La terza Parola

    Ricordati del giorno di sabato

    17 aprile La quarta Parola

    Onora il padre e la madre

    29 maggio La quinta ParolaNon uccidere!

    I comandamentiDieci parole per una vita buona

    Tipografia.Contatti.

    ParrocchiaVia Giuseppe Chiaro, 6

    80078 Pozzuoli (NA)Tel: 081 5247006

    Parroco Tel: 081 19369773

    Mobile: 3333363888Mail: [email protected]

    Redazione.

    Direttore ResponsabileDon Mario Russo

    Responsabile della RedazioneAlberto Casertano

    Realizzazione GraficaStefano D’Oriano

    Tutti i numeri sul nostro sito.

    Via Masullo, I trav. n°10, 12, 14 Quarto (NA)

    Tel: 081 8760861

    ▶sacrocuoreaigerolomini.it

    Centro di Ascolto.Lunedì ore 17:30 – 19:00

    “Mentre [Gesù] andava per la strada, – racconta il Vangelo di San Marco - un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Gesù ricorda al giovane ricco i dieci comandamenti, come condizioni necessarie per “avere in eredità la vita eterna”. Essi sono punti di riferimento essenziali per vivere nell’amore, per distinguere chiaramente il bene dal male e costruire un progetto di vita solido e duraturo. Anche a voi, Gesù chiede se conoscete i comandamenti, se vi preoccupate di formare la vostra coscienza secondo la legge divina e se li mettete in pratica. Certo, si tratta di domande controcorrente rispetto alla mentalità attuale, che propone una libertà svincolata da valori, da regole, da norme oggettive e invita a rifiutare ogni limite ai desideri del momento. Ma questo tipo di proposta invece di condurre alla vera libertà, porta l’uomo a diventare schiavo di se stesso, dei suoi desideri immediati, degli idoli come il potere, il denaro, il piacere sfrenato e le seduzioni del mondo, rendendolo incapace di seguire la sua nativa vocazione all’amore. Dio ci dà i comandamenti perché ci vuole educare alla vera libertà, perché vuole costruire con noi un Regno di amore, di giustizia e di pace. Ascoltarli e metterli in pratica non significa alienarsi, ma trovare il cammino della libertà e dell’amore autentici, perché i comandamenti non limitano

    la felicità, ma indicano come trovarla. Gesù all’inizio del dialogo con il giovane ricco, ricorda che la legge data da Dio è buona, perché “Dio è buono”. Benedetto XVI

    I annoII annoIII anno

    MartedìMercoledì

    Venerdì

    17:00 - 18:3017:00 - 18:3017:00 - 18:30

    Prove del coroIncontroCorso di Danza

    SabatoSabatoVenerdì

    16:3017:3018:30