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SOMMARIO

Agenda Digitale

Agenda Digitale Europea

Italia Oggi

Identità Digitale

SPID

Sistemi di Sicurezza

Sistemi Sicuri di Pagamento

Opportunità

Cittadinanza Digitale

Giustizia Digitale

Sanità Digitale

Conclusioni

p. 3

p. 4

p. 6

p. 8

p. 9

p. 12

p. 19

p. 21

p. 21 p. 23

p. 26

p. 28

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3

L’Agenda Digitale, lanciata nel 2010 dalla Commissione

Europea, è una delle sette iniziative della strategia EUROPA

2020.

Nel 2012 l’attuazione dell'Agenda Digitale diventa una priorità

per l’Italia, che con il Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179

ha fissato una serie di obbiettivi e temi da sviluppare, tra cui:

digitalizzazione della Pubblica Amministrazione;

identità digitale;

sanità digitale;

moneta elettronica;

giustizia digitale;

ricerca, innovazione e comunità intelligenti;

sviluppo di imprese start up innovative.

Nel 2013 è stata definita la Governance, assegnando la

responsabilità politica alla Presidenza del consiglio dei ministri e

l’operatività all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), che nella

sua organizzazione fa riferimento all’Agenda Digitale Europea.

Agenda Digitale

Agenda Digitale

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L’Agenda Digitale Europea ha come obiettivo quello di

favorire la competitività, lo sviluppo economico e l’innovazione

dei Paesi europei.

Sette iniziative ne racchiudono i punti principali:

1. Mercato digitale unico

L’obbiettivo del mercato digitale unico è quello di aggregare

il mercato digitale europeo, che ad oggi risulta frammentato

e diverso per ogni Stato membro dell’Unione europea.

2. Internet veloce e super veloce

Tale iniziativa ha come scopo quello di garantire, entro il

2020, l’accesso ai servizi di internet veloce (30 Mbit/s) a

tutti i cittadini europei e l’accesso ai servizi di internet

superveloce (100 Mbit/s) ad almeno il 50% dei cittadini.

3. Interoperabilità e standard

Una maggiore interoperabilità, attraverso la

standardizzazione di dispositivi, applicazioni, banche dati,

servizi e reti a livello europeo, potrà garantire consistenti

vantaggi a cittadini e imprese velocizzando i processi

burocratici (ad es. richieste di certificati, autorizzazioni,

permessi) e consentendo notevoli risparmi di tempo e

denaro.

4. Fiducia e sicurezza informatica

Allo scopo di consolidare la fiducia e la sicurezza on-line,

l’Europa dovrà rafforzare le proprie politiche e misure di

sicurezza per contrastare la criminalità informatica in ogni

sua forma e assicurare il rispetto della privacy e la

riservatezza dei dati personali.

5. Ricerca e innovazione

Lo sviluppo di Tecnologie dell’Informazione e della

Comunicazione (TIC) adeguate, è una priorità per i Paesi

europei. Sono previste non solo spese pubbliche in questa

direzione, ma anche incentivi per gli investimenti privati.

Agenda Digitale Europea

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6. Alfabetizzazione informatica

La popolazione europea risulta essere poco alfabetizzata in

ambito digitale. Anche se Internet fa parte della vita

quotidiana di molti cittadini, questi utilizzano ancora solo

una piccola parte degli strumenti messi a disposizione dalla

Rete e quasi esclusivamente per compiere azioni legate alla

propria attività professionale.

7. ICT per la società

Un utilizzo intelligente della tecnologia gioverebbe

all’intera società dal punto di vista ambientale, demografico

e culturale.

Proseguiamo quindi con un esame dell’Italia e del suo

posizionamento tra i membri dell’Unione europea rispetto ai

punti strategici dettati dall’Agenda Digitale Europea.

DESI EU28 ranking – i progressi dell’economia digitale europea tra i

suoi Stati membri (situazione aggiornata al 18/06/2015).

https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/scoreboard

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6

Il quadro che emerge dagli ultimi dati europei evidenzia una

situazione di estrema debolezza nell’utilizzo dei servizi in

rete da parte dei cittadini e delle imprese italiane.

Gli utenti che utilizzano la Rete almeno una volta a settimana

risultano essere solo il 59% della popolazione (Digital Agenda

Scoreboard 2015) di età compresa tra i 16 e i 74 anni, contro

una media europea del 75%. Questa percentuale negli ultimi

anni è però salita vistosamente grazie all’utilizzo dei social

network.

Con la propria Agenda Digitale l’Italia vuole adottare una

ricetta nuova, focalizzata sulle proprie esigenze di

modernizzazione e sulla crescita digitale di cittadini e

imprese, favorendo l’utilizzo di nuovi servizi legati al settore

pubblico.

Tale progetto di crescita digitale prevede:

il coordinamento di tutti gli interventi di

trasformazione digitale e l’avvio di un percorso di

centralizzazione della spesa pubblica;

la diffusione della cultura digitale e lo sviluppo delle

competenze digitali del cittadino e dell’impresa;

la modernizzazione dei processi della Pubblica

Amministrazione, funzionale alle necessità dell’utenza;

l’accessibilità e la massima interoperabilità di dati e

servizi.

Questo approccio di miglioramento e crescita digitale è

testimoniato dall’avanzamento della copertura della banda

Italia oggi

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larga, che si può dire quasi completo.

In questo contesto di crescita, è possibile collocare l’Italia al

26° posto di una classifica Europea che misura la propensione

delle persone a utilizzare i servizi internet.

Le imprese italiane stanno facendo passi avanti nell’adozione di

soluzioni e-business ma devono sfruttare meglio le possibilità

offerte da commercio elettronico.

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IDENTITÀ DIGITALE

L’identità digitale può essere definita come “la

rappresentazione virtuale dell'identità reale, che può essere

usata durante interazioni elettroniche con persone o machine”

(Eric Norlin e Andre Durand).

È costituita dall'insieme delle informazioni e delle risorse

concesse da un sistema informatico ad un particolare

utilizzatore dello stesso, che può accedervi in seguito a un

processo di identificazione.

L’identità digitale si compone di due parti:

chi uno è (identità);

le credenziali associate a tale identità (caratteristiche).

Il progetto italiano legato all’identità digitale prende il nome di

SPID (Sistema Pubblico per la gestione dell'Identità

Digitale) ed è rivolto a tutti coloro che utilizzano, o vorranno

utilizzare, servizi digitali pubblici e privati. Il progetto nasce

infatti per garantire ai cittadini e alle imprese un accesso

sicuro a tutti i servizi on-line della Pubblica Amministrazione e

dei privati che vi aderiranno.

Il processo di digitalizzazione dell’Italia passa anche e

soprattutto attraverso il grande progetto legato all’identità

digitale.

L’obiettivo generale è ricondurre a sistema ciò che è sempre

stato caotico, ridurre la burocrazia e convertire gran parte del

cartaceo in digitale, così da porre le basi per uno Stato e un

sistema economico moderni grazie alla tecnologia digitale.

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SPID (SISTEMA PUBBLICO DI IDENTITÀ DIGITALE)

SPID consentirà di accedere in sicurezza a tutti i servizi di

Pubblica Amministrazione e privati (quelli che decideranno

di aderire al progetto) erogati a cittadini e imprese attraverso il

web: INPS, Agenzia delle Entrate, Comuni, Scuole, Asl, Banche,

ecc.

Le modalità attualmente in uso richiedono credenziali diverse

per accedere ad ognuno dei servizi disponibili online. Con SPID

sarà possibile l’accesso a qualunque servizio mediante un unico

PIN.

Possedere un unico PIN determinerà una riduzione di costi,

tempi di attivazione e fruizione/erogazione dei servizi, sia

per gli utenti che per la Pubblica Amministrazione.

I dati personali saranno custoditi esclusivamente da Gestori di

Identità Digitali (Identity Provider) abilitati e accreditati da

AgID.

Entro la fine di gennaio del 2016 i cittadini potranno

richiedere la propria identità digitale presso i Gestori

accreditati ed accedere a 300 servizi online, tra cui quelli di

Inps, Agenzia delle Entrate e Inail, oltre a quelli delle

amministrazioni locali che hanno già aderito all’iniziativa. Il

risultato stimato è di 10 milioni di utenti con identità digitale

entro dicembre del 2017.

PERCHÉ UTILIZZARE SPID?

SPID fornirà, attraverso un unico accesso, la possibilità di

usufruire di molteplici servizi online a livello locale e

nazionale, sia pubblici che privati.

SPID è un servizio pubblico di gestione che consentirà agli

utenti di “autenticarsi” una sola volta (evitando il fastidio di

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ripetuti login e molteplici password) per utilizzare un ampio

numero di servizi.

Utilizzando SPID sarà tutelata la privacy degli utenti e,

contestualmente, migliorata la capacità di gestione tra più

domini (accesso ISTAT, accesso INPS, accesso Agenzia delle

Entrate, ecc), semplificando il trattamento dell’identità.

SPID garantirà un elevato grado di sicurezza e usabilità

attraverso l’utilizzo di strumenti moderni e flessibili (cellulari,

tablet, personal computer), a fronte della situazione attuale,

in cui il giudizio sull’usabilità dei servizi online attivi è perlopiù

negativa, essendo questi strutturati secondo sistemi di gestione

di account e password facilmente violabili ed esposti ad

eventuali attacchi hacker. Inoltre, in ragione del loro numero, le

password attualmente utilizzate sono spesso legate a fatti o

argomenti che gli utenti ricordano agevolmente e per questo

rintracciabili senza difficoltà da esperti del settore.

COME OTTENERE LA PROPRIA IDENTITÀ DIGITALE?

Le identità digitali sono rilasciate, su richiesta dell’interessato,

da un Gestore dell’identità digitale (Identity Provider)

precedentemente accreditato da AgID, previa verifica

dell’identità del soggetto richiedente e mediante consegna in

modalità sicura delle credenziali di accesso.

Sono attualmente tre le aziende accreditate come Gestori di

Identità Digitali SPID (una delle quali è InfoCert.) AgID e il

Garante per la Privacy svolgeranno le attività di vigilanza

sull’operato di queste società.

La verifica dell’identità del soggetto richiedente e la

richiesta di adesione avverranno in uno dei seguenti modi:

identificazione del soggetto richiedente che sottoscrive

il modulo di adesione allo SPID, tramite esibizione a vista

di un valido documento d’identità e, nel caso di

persone giuridiche, della procura attestante i poteri di

rappresentanza;

identificazione informatica tramite documenti digitali

di identità validi ai sensi di legge, che prevedono il

riconoscimento a vista del richiedente all'atto

dell'attivazione. Fra questi la tessera sanitaria‐carta

nazionale dei servizi (TS‐CNS), CNS o carte ad essa

conformi;

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identificazione informatica tramite altra identità

digitale SPID di livello di sicurezza pari o superiore a

quella oggetto della richiesta;

acquisizione del modulo di adesione allo SPID

sottoscritto con firma elettronica qualificata o con

firma digitale;

identificazione informatica fornita da sistemi

informatici preesistenti all'introduzione dello SPID

che risultino aver adottato, a seguito di apposita

istruttoria dell'Agenzia, regole di identificazione

informatica caratterizzate da livelli di sicurezza uguali o

superiori a quelli definiti nel DPCM del 24 ottobre 2014.

I Gestori dell’identità digitale conservano la documentazione

inerente al processo di adesione per un periodo pari a venti

anni, decorrenti dalla scadenza o dalla revoca dell’identità

digitale.

I dati personali raccolti verranno trattati e conservati nel

rispetto della normativa in materia di tutela dei dati personali

di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.

DA QUANDO È POSSIBILE RICHIEDERE LA PROPRIA

IDENTITÀ DIGITALE?

La sperimentazione avrà inizio entro la fine di gennaio 2016.

InfoCert permette già di prenotare la propria identità digitale

inviando una richiesta con i propri dati, gratuitamente e senza

impegno, per ricevere una e-mail appena il servizio sarà

disponibile.

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SISTEMI DI SICUREZZA

Parlando di identità digitale uno degli aspetti più importanti è

quello che riguarda la sicurezza delle modalità con cui i nostri

dati personali vengono trattati.

L’identità SPID è costituita da credenziali con caratteristiche

differenti in base al livello di sicurezza richiesto per l’accesso.

Esistono tre livelli di sicurezza, ognuno dei quali corrisponde

a tre diversi livelli di identità SPID:

Il primo livello permette l’autenticazione tramite un

nome utente e una password stabilita dall’utente;

il secondo livello consente di accedere utilizzando una

password tradizionale più una "one-time password"

generata sul momento e inviata all’utente (come si usa

in molti online banking);

il terzo livello prevede l’utilizzo di un PIN e di un

dispositivo sicuro (ad es. una smart card).

È quindi necessario conoscere e comprendere tali modalità di

autenticazione per scegliere il livello di sicurezza che meglio si

adatta alle nostre esigenze.

Per capirne meglio il funzionamento, mettiamo a confronto

queste ed altre modalità di autenticazione.

PASSWORD

Il sistema di autenticazione più diffuso oggi è quello fondato su una combinazione di username e password.

In questo caso, una volta inseriti nome utente e password, il

computer confronta i dati con quelli memorizzati in una lista

(database) e, se risultano corretti, il sistema concede all’utente

l’accesso ai servizi richiesti, diversamente glielo nega.

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Le regole di costruzione delle password si basano spesso su

due termini contraddittori (es. corri piano, urlo silenzioso,

sorriso triste), con l’obiettivo di ottenere una stringa semplice

da ricordare.

Solitamente, l’utente utilizza password poco complesse e, per

questo, facilmente rintracciabili da malintenzionati in grado di

forzare il sistema di protezione utilizzando una particolare

tecnica di attacco “a dizionario”, il cui obiettivo è decodificare

la password di accesso.

Ma il furto di password può anche avvenire attraverso la

creazione di siti di interesse comune (calcio, borsa, moda o

varie tendenze del momento) che richiedano una registrazione

per accedere alle informazioni. L’utente vi accede digitando le

proprie username e password. Il sito le registra e le utilizza per

accedere alla casella e-mail personale o al sistema bancario

online dell’utente. Come è possibile? Per il semplice motivo che

l’utente medio tende, per comodità, ad utilizzare una stessa

password per tutti i suoi accessi online!

PERSONAL IDENTIFICATION NUMBER (PIN)

Il PIN è un numero identificativo di una persona. Una stringa

usata come password per ottenere l’accesso ad una risorsa di

sistema. Un PIN funziona se associato ad una smart card o ad

una carta magnetica (ad es. un bancomat per autenticare

l’utente di una banca).

Un tipico PIN bancario è composto da un numero a 4 cifre, con

la conseguenza che un utente ogni 10.000 userà lo stesso PIN di

un altro utente. Per identificare le 4 cifre da un personal

computer basterebbero alcuni millisecondi, ma da uno

sportello bancomat servirebbero 28 ore senza interruzioni per

provare tutte le 10.000 combinazioni possibili. Per questo

motivo dopo vari tentativi di identificazione presso uno stesso

sportello, il bancomat trattiene la carta al fine di evitare furti.

Ma il PIN è più sicuro della password, perché:

il sistema ha solo un’interfaccia manuale non legata al

computer, l’apposita tastiera;

il PIN non è inviato all’utente attraverso la rete e quindi

non può essere intercettato.

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TOKEN

Il Token è un dispositivo fisico necessario per effettuare

un’autenticazione. È di piccole dimensioni ed è dotato di

batteria.

Il funzionamento del Token si basa su diverse combinazioni di

numeri pseudo-casuali che variano con una cadenza di 10

secondi circa. La password generata cambia quindi con estrema

velocità e prima di inserire le cifre casuali del Token occorre

digitare altre credenziali, come username e password.

L’OTP (One Time Password) è una password che può essere

utilizzata una sola volta per l’autenticazione e che può essere

generata in vari modi:

in base al tempo;

in base ad un contatore;

in base a una lista di password OTP precaricate.

Le password generate derivano da diversi parametri,

soprattutto parametri di sincronizzazione (tempo o

contatore). La One Time Password nella pratica è un “hash

crittografico”, ossia una funzione che consente di trasformare

dei dati di lunghezza arbitraria (un messaggio) in una stringa di

dimensione fissa chiamata “valore di hash” o “impronta del

messaggio”.

La funzione crittografica di hash ideale deve possedere tre

caratteristiche fondamentali:

1. deve essere semplice calcolare il valore di hash a partire

da qualunque tipo di dato;

2. deve essere estremamente difficile o quasi impossibile risalire al

testo che ha portato ad un dato valore di hash;

3. deve essere estremamente improbabile che due

messaggi differenti, anche se molto simili, abbiano lo

stesso valore di hash.

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Una OTP può essere generata in tre modi:

tramite Token;

tramite smart card e Token USB;

via SMS.

OTP TRAMITE TOKEN Come anticipato, il Token è un dispositivo che fornisce

all’utente una OTP da inserire ad ogni tentativo di

autenticazione. Nella pratica è un generatore di numeri

pseudo-casuali.

Sul token è presente una chiave segreta (seme), memorizzata

dalla fabbrica e condivisa con il server, a partire dalla quale è

generato un numero pseudo casuale che viene combinato con

il nome utente dell’utilizzatore e legato al sistema di

autenticazione per generare una One Time Password,

temporanea o di sessione. La password è visualizzata sul

display del dispositivo e viene rinnovata a distanza di pochi

secondi.

I token attuali sono compatibili con qualunque sistema

operativo, sia desktop sia mobile.

OTP TRAMITE SMART CARD E TOKEN USB Oltre all’inserimento di username e password è possibile

utilizzare altri metodi di connected token come, ad esempio,

le smart card.

La smart card è un connected token che necessita di una

connessione fisica con un pc per poter operare e generare

una One Time Password. Una volta stabilita la connessione, le

informazioni vengono trasferite automaticamente, così da

evitare che l’utente digiti manualmente la OTP generata.

Una smart card OTP necessita di un lettore (reader) per poter

essere utilizzata.

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È però possibile trovare sul mercato anche connected token

che si collegano al pc attraverso una porta USB, che facilita lo

scambio dei dati.

I Token USB sono comuni chiavette che comprendono un chip

analogo a quello della smart card: hanno le stesse funzioni, ma

non necessitano di un lettore specifico avendo una

connessione diretta al PC tramite lo standard USB.

Va precisato che in questo processo la smart card viene

utilizzata come una black box (sicura e fidata), e che il canale

di comunicazione tra il computer e il chip sulla smart card è

sempre affidabile, in quanto i dati che viaggiano dal computer

alla smart card e viceversa non possono essere letti o alterati

da utenti o malintenzionati.

OTP VIA SMS Una One Time Password può essere generata lato server e

inviata all’utente finale tramite il servizio di Short Message

Service (SMS), sfruttando le reti telefoniche.

Questo metodo risulta essere economico e conveniente se si

considera l’enorme diffusione di dispositivi quali telefoni

cellulari, smartphone e tablet.

L’utente non è più costretto ad acquistare e portare con sé

ulteriori strumenti e può trarre vantaggio dall’utilizzo della

tecnologia SMS, ormai ampiamente conosciuta e largamente

diffusa.

RICONOSCIMENTO DATI BIOMETRICI I sistemi biometrici sono apparati tecnologici utilizzanti certe

informazioni relative ad una persona per identificarla. Si

basano su dati specifici e tratti biologici unici al fine di

lavorare in modo efficace.

La biometria si divide in due branche: la biometria fisica e la

biometria comportamentale.

Alla biometria fisica sono ricondotte tutte le tecniche di

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riconoscimento di parti fisiche del corpo umano: iride,

impronta digitale, mano, viso, orecchio, retina.

La biometria comportamentale, invece, prende in esame

altri aspetti come, per esempio, la grafia, la voce, l’andatura.

I sistemi di riconoscimento biometrici possono operare in due

diversi modi: attraverso la verifica e attraverso l’identificazione.

Modalità di verifica:

l’utente dichiara la propria identità e in tempo reale il

sistema acquisisce l’immagine, che poi confronta con la

sagoma presente in archivio.

Modalità d’identificazione:

l’immagine acquisita in tempo reale viene confrontata

con tutte le immagini presenti nel database del sistema

e viene poi associata a quella con le caratteristiche più

simili.

Per l’identificazione possono porsi due casi:

Di conseguenza possono verificarsi due tipologie di errore:

FRR (False Rejection Rate) è la percentuale di falsi rifiuti:

utenti autorizzati ma respinti per errore. In pratica, il

sistema non riesce a riconoscere le persone autorizzate.

FAR (False Acceptance Rate) è la percentuale di false

accettazioni: utenti non autorizzati ma accettati per

errore. Il sistema quindi accetta persone che non sono

autorizzate.

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Queste due tipologie di errore sono tra loro correlate, poiché la

crescita di una comporta la diminuzione dell’altra.

Il riconoscimento biometrico può essere adottato per garantire

che solo le persone autorizzate accedano a determinati locali o

aree riservate: in questo caso si parla di controllo

dell’accesso fisico. Il processo biometrico, finalizzato invece

all’accertamento della titolarità del soggetto ad usufruire di

una particolare risorsa informatica, è denominato controllo

dell’accesso logico.

Questa distinzione è importante perché il tipo di accesso

comporta l’utilizzo di tecnologie e metodologie differenti.

Il riconoscimento tramite identificativi biometrici consente di

stabilire in modo quasi inequivocabile l’identità di un

soggetto. Tuttavia non tutte le parti del corpo su cui si effettua

la rilevazione e il successivo riconoscimento danno la stessa

garanzia di affidabilità e unicità.

Tuttavia, la maggior parte dei metodi di identificazione

biometrica sono percepiti come invasivi della sfera

personale e gli utenti vi si sottopongono con riluttanza.

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SISTEMI SICURI DI PAGAMENTO

L’Italia risulta ancora lenta nella crescita del commercio

elettronico considerando l’ultima relazione della Banca d’Italia,

che ha evidenziato che su 100 pagamenti 85 risultano ancora

effettuati in contanti.

Lo sviluppo del commercio online ha l’esigenza di nuovi

sistemi di pagamento che determinino il passaggio dalla

banconota cartacea alla banconota digitale.

I principali sistemi di pagamento online oggi utilizzati sono:

carta di credito;

bonifico bancario;

contrassegno;

paypal;

carte prepagate.

Considerata l’imminente esplosione del commercio elettronico

attraverso internet, per adattarsi alle nuove tecnologie, la

Commissione Europea ha presentato la direttiva PSD (Payment

Services Directive).

La PSD intende creare un vero mercato europeo dei

pagamenti al fine di abbassare i costi, tanto per i consumatori

quanto per gli istituti di pagamento. Obiettivo primario è perciò

quello di annullare le problematiche tecniche e legali che

ostacolano il mercato europeo inerente ai sistemi di pagamento.

Nel luglio del 2013 la Commissione Europea ha proposto una

revisione della direttiva (PSD2). Dopo un lungo iter legislativo,

Il 23 dicembre 2015, la nuova direttiva comunitaria è stata

pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e

dovrà essere recepita dagli Stati membri entro 24 mesi.

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L’intervento del legislatore comunitario ha tra i suoi obbiettivi:

ampliare lo spazio competitivo;

consentire la nascita di nuovi strumenti di pagamento

e nuovi attori;

mettere in moto una dinamica competitiva che possa

determinare un miglioramento della qualità

dell’offerta, anche grazie ad una maggiore concorrenza

(indotta).

Per quanto riguarda la sicurezza, la PSD mira a rafforzare le

tutele per gli utilizzatori degli strumenti di pagamento

(consumatori ed esercenti).

Viene ribadita ulteriormente la necessità di investire in

sicurezza, protezione dei dati, autenticazione e sono

definite nuove responsabilità per chi paga con uno strumento di

pagamento e nuove regole commerciali relative all’applicazione

di sovrattasse a carico del pagatore stesso, in alcuni casi non

consentite.

Dopo aver analizzato tutti gli strumenti che tutelano la nostra

privacy, i nostri beni e la nostra identità, analizziamo nel

dettaglio i vantaggi di un Paese digitalizzato.

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CITTADINANZA DIGITALE

La cittadinanza digitale, che può esser considerata

un’estensione della cittadinanza tradizionale, costituisce

oggi un tema di primaria importanza.

La società civile va, infatti, trasformandosi in “Società

dell’informazione e della conoscenza”. Cambia sempre più il

rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadino e un nuovo

principio si fa strada: quello che impone di tutelare e adeguare

gli strumenti necessari al cittadino.

Operando in questa prospettiva, nei prossimi tre anni, la

Pubblica Amministrazione sarà in grado di garantire ai cittadini

nuovi servizi e nuove modalità di interazione, assicurando

loro la possibilità di utilizzare diversi strumenti (tra cui

l’identità digitale) in grado di semplificare innumerevoli

adempimenti.

Per favorire usabilità e accessibilità, bisognerà garantire ai

cittadini la possibilità di accedere ai nuovi servizi online

utilizzando dispositivi di ultima generazione, come tablet e

smartphone.

Opportunità

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ANAGRAFE NAZIONALE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE

(ANPR)

L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, entro il 2016,

darà vita ad una banca dati unica che sostituirà e riunirà le

8.000 anagrafi dei Comuni italiani attualmente esistenti,

costituendo così un riferimento unico per la Pubblica

Amministrazione, le società partecipate e i gestori di servizi

pubblici. Una volta a regime, l'ANPR consentirà anche la

realizzazione della Carta d'Identità Elettronica e del domicilio

digitale.

Per alcuni Comuni la sperimentazione è partita il 14 dicembre

del 2015. A questi, nei primi mesi del 2016, si aggiungeranno

altri 25 Comuni pilota, eterogenei per dimensione e

popolazione.

Procedendo dai Comuni più piccoli alle Città Metropolitane, nella

prima fase saranno coinvolti più di 6,5 milioni di cittadini.

Dopo i Comuni, gradualmente, il progetto coinvolgerà tutte le

realtà pubbliche che erogano servizi di utilità, fino al

completamento dell’intero territorio nazionale.

Grazie all’Anagrafe Unica non sarà più necessario recarsi nel

proprio Comune di residenza per richiedere un certificato, lo

si potrà fare ovunque ci si trovi. I dati anagrafici di tutti i cittadini

residenti in Italia saranno infatti presenti in un unico database e

consultabili da tutti gli uffici comunali.

Certificato di nascita, di matrimonio, di residenza, di

cittadinanza, di iscrizione nelle liste elettorali, stato di famiglia:

tutte le Amministrazioni avranno accesso alla stessa banca dati

con un notevole risparmio di tempo per cittadini e funzionari

pubblici. Gli uffici eviteranno di chiedere più volte lo stesso

documento, visto che diventerà possibile lo scambio di

informazioni in tempo reale tra le diverse Amministrazioni.

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GIUSTIZIA DIGITALE

Il Piano eGov 2012 individuava nella digitalizzazione della

Giustizia un obiettivo prioritario. Nel corso degli ultimi anni si è

cercato di attuare una politica di razionalizzazione,

consolidamento ed integrazione dei sistemi ICT, che hanno

consentito un ridimensionamento delle attività progettuali e

l’internalizzazione di molte attività gestionali.

Tra gli obiettivi fissati dal Governo:

ridurre i tempi del processo e dell’erogazione dei servizi

accessori;

facilitare il lavoro dei magistrati e degli operatori della

Giustizia;

ridurre i costi di gestione e di funzionamento

amministrativo;

liberare risorse umane preziose da attività

digitalizzabili;

semplificare la fruizione dei servizi da parte di cittadini

e imprese;

Le linee di intervento hanno riguardato la digitalizzazione di

atti, notifiche on line e pagamenti on line.

PROCESSO CIVILE TELEMATICO

L’introduzione del Processo Civile Telematico ha permesso di

svolgere telematicamente (cioè da remoto) una serie di attività

processuali, prima compiute utilizzando il formato cartaceo, tra

cui:

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la consultazione on-line del fascicolo processuale;

le attività di comunicazione telematica con gli uffici

giudiziari;

il pagamento telematico del contributo unificato.

Il 2015, ha registrato: più di 10 milioni di depositi telematici di

atti giudiziari; 36 milioni di comunicazioni consegnate via PEC

(con un risparmio stimato di circa 124 milioni di euro); quasi 6

milioni di accessi al giorno per la consultazione di registri e

fascicoli; oltre 20 milioni di documenti informatici archiviati e

gestiti dai sistemi civili.

PROCESSO TRIBUTARIO TELEMATICO

La sperimentazione del Processo Tributario Telematico ha

avuto inizio il primo dicembre 2015 nelle commissioni tributarie

provinciali e regionali di Toscana e Umbria ed entro la fine del

2016 dovrebbe estendersi a tutte le altre commissioni

provinciali e regionali.

Sarà possibile continuare ad utilizzare il tradizionale modello

cartaceo ma la scelta condizionerà tutto il procedimento.

Instaurando il procedimento in via telematica, a mezzo PEC,

tale scelta vincolerà le parti sino al termine del procedimento

stesso, in ogni grado di giudizio.

PROCESSO AMMINISTRATIVO TELEMATICO

Non sono ancora stati pubblicati il Regolamento e le Specifiche

tecniche del Processo Amministrativo Telematico.

Dovrebbe avere inizio a luglio 2016 una prima fase di

sperimentazione, a cui farà seguito l’obbligatorietà di questa

soluzione.

Sul sito della Giustizia Amministrativa (www.giustizia-

amministrativa.it) sarà possibile acquisire il software

necessario per il deposito degli atti e dei documenti, da inviare

via PEC o, in alcuni casi, anche tramite upload direttamente dal

suddetto sito web.

Tra gli strumenti previsti vi sono anche dei moduli da

precompilare ai quali saranno allegati tutti gli atti in PDF, che

verranno confezionati in un “portfolio” da sottoscrivere tramite

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firma digitale (rigorosamente in formato PAdES).

L’obbligatorietà riguarderà magistrati, difensori, consulenti

e anche le parti private che, per agire in giudizio

personalmente, dovranno dotarsi di PEC e firma digitale.

PROCESSO PENALE TELEMATICO

Il Processo Penale Telematico ha avuto una timida partenza,

alla fine del 2014, presso Tribunali, Corti d’Appello e relative

Procure, introducendo la PEC nell’invio di comunicazioni e

notificazioni.

Nuovi fondi, dedicati all’innovazione, dovrebbero essere

riservati al settore penale nel corso del 2016.

PROCESSO CONTABILE TELEMATICO

Le prime regole tecniche operative per il Processo Contabile

Telematico sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale a

novembre del 2015.

Ne emerge un approccio graduale alla telematizzazione che

prevede ancora la gestione del fascicolo tradizionale cartaceo

ma introduce la possibilità di dialogo telematico a mezzo PEC

tra le Segreterie, gli Uffici della Procura e le parti.

Page 26: Il sistema Spid

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SANITÀ DIGITALE

Con “sanità digitale” ci si riferisce a una serie di interventi,

condivisi da tutte le Pubbliche Amministrazioni (a livello

centrale, regionale e locale), finalizzati all’aumento del tasso

di innovazione digitale nelle aziende sanitarie. Tra gli

interventi previsti:

la digitalizzazione del ciclo prescrittivo;

la realizzazione di una soluzione federata di Fascicolo

Sanitario Elettronico (FSE) del cittadino;

l’aumento del tasso di innovazione digitale nelle aziende

sanitarie.

FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO (FSE)

Nelle Linee Guida del Garante della Privacy del luglio 2009,

il Fascicolo Sanitario Elettronico viene definito come “un

insieme logico di informazioni e documenti sanitari volto a

documentare la storia clinica di un individuo, condiviso da più

titolari del trattamento”.

Esso è quindi una raccolta di documenti e file conservati in

digitale che consentono di tracciare l’intera storia clinica di un

paziente. L’insieme dei dati e documenti digitali di tipo

sanitario e socio-sanitario componenti il FSE ha un orizzonte

temporale che copre l’intera vita del paziente ed è alimentato in

maniera continuativa dai soggetti che lo prendono in cura.

Essendo digitale e disponibile online, il Fascicolo Elettronico

sarà fruibile in qualsiasi momento e attraverso qualunque

dispositivo, da ogni soggetto abilitato ad accedervi. Ogni

fascicolo potrà essere sempre aggiornato all’ultimo

“episodio clinico” che il paziente, o chi per lui, avrà caricato a

sistema.

Page 27: Il sistema Spid

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Il FSE permetterà inoltre di realizzare una più stretta

collaborazione tra reparti e aziende ospedaliere diverse,

semplificando la situazione odierna, in cui un paziente può

arrivare ad avere anche più di 20 cartelle cliniche diverse (una

per ogni reparto in cui è stato ricoverato).

Da gennaio 2016, a partire dalle Regioni che hanno già

sviluppato il fascicolo a livello regionale, il processo di

implementazione entrerà nella sua fase operativa.

In questa prima fase saranno attivi due set di servizi principali:

il primo assicurerà i servizi di ricerca e recupero dei

documenti, oltre alla comunicazione dei metadati;

il secondo conterrà servizi a valore aggiunto,

sviluppati sulla base delle richieste regionali, rendendo i

propri fascicoli interoperabili su tutto il territorio

nazionale.

RICETTE MEDICHE DIGITALI L’art. 50 della Legge 326/2003 (modificato dalla Legge

finanziaria 2007) ha introdotto l’obbligo di trasmissione

telematica dei dati delle ricette ai fini del controllo della spesa,

ed il Decreto Legislativo 78/2010 (art 11, comma 16) ha dato

valore legale alla trasmissione telematica dei dati delle

ricette.

In pratica, dal 1° gennaio 2016 scompare la “ricetta rossa”

cartacea. Al suo posto il medico rilascerà un semplice

promemoria con il numero progressivo della ricetta, i dati

anagrafici del paziente e l’oggetto della prescrizione.

Con questo foglio bisognerà presentarsi in farmacia per ritirare

il contenuto della prescrizione. Il farmacista controllerà la

ricetta digitale sul proprio PC e consegnerà il farmaco al

cittadino vidimando il promemoria con l’adesivo staccato dalla

confezione.

La ricetta digitale prescritta dal medico verrà quindi caricata

direttamente online, in una banca dati in cui il farmacista potrà

reperirla.

Page 28: Il sistema Spid

Nel nostro percorso verso un futuro sempre più digitale

dovremo impegnarci nella costruzione di un’Europa in grado di

stimolare investimenti ed imprenditorialità. Dovremo

imparare ad essere meno dipendenti della carta per migliorare

l’efficienza del nostro lavoro.

Le nuove tecnologie basate sul digitale permetteranno di

migliorare il rapporto dei cittadini con i servizi pubblici.

Dovremo però lavorare sul fronte della formazione in

competenze ICT (Information and Communication

Technology) cercando di trarne il massimo beneficio.

Gli strumenti digitali ci aiuteranno a monitorare la nostra

situazione sanitaria e velocizzare i processi di assistenza

sociale e grazie a nuove disposizioni di sicurezza i nostri dati

saranno al sicuro da abusi e frodi.

È necessario, oltre che auspicabile, trarre vantaggio

dall’evoluzione delle tecnologie e delle normative,

sfruttarle per dar vita a nuovi utilizzi e nuovi processi.

Gli imprenditori e le piccole imprese in Europa sono la linfa

vitale della nostra economia e le nuove tecnologie

consentiranno loro di migliorare i prodotti esistenti, crearne

di nuovi e generare così nuovi flussi di entrate.

Per essere competitivi e crescere dobbiamo solo abbracciare

l’innovazione e tutti i vantaggi che essa porta con sé.

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Conclusioni

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