Il sistema della mobilità, i trasporti e la sostenibilità ... · namento acustico e soprattutto...

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di Luigi Stefano Sorvino Le politiche dei trasporti, relative allo svi- luppo della mobilità di persone e merci, non solo si articolano negli aspetti setto- riali relativi alle varie modalità (strade ed autostrade, ferrovie, porti ed aeroporti, in- terporti) ma, secondo i principi dei Trattati dell'Unione Europea, devono soprattutto dialogare ed integrarsi con le politiche con- tigue, prime fra tutte quelle energetiche ed ambientali. Il principio dello sviluppo so- stenibile è ormai divenuto un obiettivo di per sè, ancor più imposto dal tema attua- lissimo dei cambiamenti climatici, e le po- litiche di tutela ambientale si intrecciano in modo trasversale anche con quelle dei trasporti, crocevia tra le esigenze di cre- scita del sistema economico e quelle, al- trettanto ineludibili, di sostenibilità am- bientale. Le politiche europee si indirizzano oggi verso lo sviluppo di un si- stema dei trasporti a bassa intensità di CO 2 , nella graduale transizione verso una economia decarbonizzata, fondata sull'im- plementazione alternativa di una serie di misure combinate. Il sistema dei trasporti, sia come sviluppo di reti ed infrastrutture che come esercizio, costituisce un elemento fondamentale delle dinamiche di progresso su scala so- vralocale ma dispiega anche conseguenze ed impatti negativi sulle componenti am- bientali (prima fra tutte l'aria) e sull'as- setto fisico del territorio. continua a pag.2 Dagli anni terribili dell’emergenza rifiuti al decollo della raccolta differenziata che negli ultimi anni ha superato il 50 percento. In Campania si fa un bilancio sui progressi nella gestione dei rifiuti urbani, a due anni di distanza dall’approvazione della nuova legge regionale in materia Mosca a pag.6 Grandi Napoletani, grandi Campani Arcangelo Guglielmelli Arcangelo Guglielmelli (Napoli, 1648 - Na- poli, 1723) nacque da Marcello e Caterina Vera e visse la sua infanzia nella casa del pittore Onofrio de Marino. Si formò sotto la guida di Dionisio Lazzari che lo introdusse agli ordini religiosi più prestigiosi. Ben pre- sto si scontrò con Francesco Solimena... De Crescenzo-Lanza a pag.14 Liguori a pag.20 Gli eventi di luglio in Campania Il concetto di circolarità è una delle più antiche pratiche di risparmio di risorse, ma purtroppo, a livello glo- bale, meno del 2% dei materiali ri- ciclati è trasformato in nuovi prodotti, come ci si aspetterebbe. Abbrunzo a pag.17 Il concetto di trash come risorsa e l’economia circolare L’estate è arrivata e con essa il timore che anche questa stagione possa essere funestata dalla mole di incendi che lo scorso anno ha devastato la nostra regione e non solo. Martelli a pag.4 Il Piano 2018-2020 contro gli incendi boschivi Rifiuti: è chiuso il cerchio in Campania? AMBIENTE & TENDENZE IN AGENDA Il sistema della mobilità, i trasporti e la sostenibilità ambientale in Campania Il futuro apre sempre nuovi orizzonti NATUR@MENTE Lo scopo formativo dell’opera, a cominciare dal titolo, è così spiegato dal coautore France- sco Campobello: “Abbiamo in- trapreso un viaggio nelle origini e nella storia della Repubblica e insieme nella vicenda biogra- fica di Smuraglia, dalla scelta consapevole e convinta dell’8 settembre ’43 scandendone ogni tappa, il suo primo 25 aprile e i successivi all’insegna della festa, della testimonianza, dell’impegno e del ricordo, fino alle ultime ricorrenze, ca- ratterizzate spesso da accesa contrapposizione”. Una narrazione del Paese, e dei tanti nodi cruciali che po- tevano cambiarne il corso, Tafuro a pag.19 DAL MONDO Vienna: le case popolari sono ecosostenibili Clemente a pag.8 Giordano a pag.16 STUDI & RICERCHE A Chernobyl, dove il tempo si è fermato! Ad oltre trent’anni dal disa- stro di Chernobyl continuano a farsi sentire gli effetti di uno degli incidenti nucleari più disastrosi della storia. Come evidenzia lo studio con- dotto da Greenpeace Research Laboratories dell’Università di Exeter in collaborazione con l’Ukrainian Institute of Agricultural Radiology... Fanelli a pag.9 Palumbo a pag.13 NEWS Il vetro, un amico del nostro mare I nuovi approcci per la pro- gettazione e la pianificazione dei territori rurali coltivati, abitati e multifunzionali possono determinare svolte importanti per uscire dalle emergenze e gestire... Il disegno del paesaggio agrario BIO-ARCHITETTURA REGIONE CAMPANIA

Transcript of Il sistema della mobilità, i trasporti e la sostenibilità ... · namento acustico e soprattutto...

di Luigi Stefano Sorvino

Le politiche dei trasporti, relative allo svi-luppo della mobilità di persone e merci,non solo si articolano negli aspetti setto-riali relativi alle varie modalità (strade edautostrade, ferrovie, porti ed aeroporti, in-terporti) ma, secondo i principi dei Trattatidell'Unione Europea, devono soprattuttodialogare ed integrarsi con le politiche con-tigue, prime fra tutte quelle energetiche edambientali. Il principio dello sviluppo so-stenibile è ormai divenuto un obiettivo diper sè, ancor più imposto dal tema attua-lissimo dei cambiamenti climatici, e le po-litiche di tutela ambientale si intreccianoin modo trasversale anche con quelle deitrasporti, crocevia tra le esigenze di cre-

scita del sistema economico e quelle, al-trettanto ineludibili, di sostenibilità am-bientale. Le politiche europee siindirizzano oggi verso lo sviluppo di un si-stema dei trasporti a bassa intensità diCO2, nella graduale transizione verso unaeconomia decarbonizzata, fondata sull'im-plementazione alternativa di una serie dimisure combinate.Il sistema dei trasporti, sia come sviluppodi reti ed infrastrutture che come esercizio,costituisce un elemento fondamentaledelle dinamiche di progresso su scala so-vralocale ma dispiega anche conseguenzeed impatti negativi sulle componenti am-bientali (prima fra tutte l'aria) e sull'as-setto fisico del territorio.

continua a pag.2

Dagli anni terribili dell’emergenza rifiuti aldecollo della raccolta differenziata che negliultimi anni ha superato il 50 percento. InCampania si fa un bilancio sui progressinella gestione dei rifiuti urbani, a due annidi distanza dall’approvazione della nuovalegge regionale in materia

Mosca a pag.6

Grandi Napoletani, grandi CampaniArcangelo Guglielmelli

Arcangelo Guglielmelli (Napoli, 1648 - Na-poli, 1723) nacque da Marcello e CaterinaVera e visse la sua infanzia nella casa delpittore Onofrio de Marino. Si formò sotto laguida di Dionisio Lazzari che lo introdusseagli ordini religiosi più prestigiosi. Ben pre-sto si scontrò con Francesco Solimena...

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Liguori a pag.20

Gli eventi di luglio in Campania

Il concetto di circolarità è una dellepiù antiche pratiche di risparmio dirisorse, ma purtroppo, a livello glo-bale, meno del 2% dei materiali ri-ciclati è trasformato in nuoviprodotti, come ci si aspetterebbe.

Abbrunzo a pag.17

Il concetto di trash come risorsa e l’economia circolare

L’estate è arrivata e con essa il timore che anche questastagione possa essere funestata dalla mole di incendi chelo scorso anno ha devastato la nostra regione e non solo.

Martelli a pag.4

Il Piano 2018-2020 contro gli incendi boschivi

Rifiuti: è chiuso il cerchio in Campania?

AMBIENTE & TENDENZE IN AGENDA

Il sistema della mobilità, i trasporti e la sostenibilità ambientale in Campania

Il futuro apre semprenuovi orizzonti

NATUR@MENTE

Lo scopo formativo dell’opera, acominciare dal titolo, è cosìspiegato dal coautore France-sco Campobello: “Abbiamo in-trapreso un viaggio nelle originie nella storia della Repubblicae insieme nella vicenda biogra-fica di Smuraglia, dalla sceltaconsapevole e convinta dell’8settembre ’43 scandendone ognitappa, il suo primo 25 aprile e isuccessivi all’insegna dellafesta, della testimonianza,dell’impegno e del ricordo,fino alle ultime ricorrenze, ca-ratterizzate spesso da accesacontrapposizione”. Una narrazione del Paese, edei tanti nodi cruciali che po-tevano cambiarne il corso,

Tafuro a pag.19

DAL MONDO

Vienna: le case popolarisono ecosostenibili

Clemente a pag.8

Giordano a pag.16

STUDI & RICERCHE

A Chernobyl, dove il tempo si è fermato!Ad oltre trent’anni dal disa-stro di Chernobyl continuanoa farsi sentire gli effetti diuno degli incidenti nuclearipiù disastrosi della storia.Come evidenzia lo studio con-dotto da Greenpeace ResearchLaboratories dell’Universitàdi Exeter in collaborazionecon l’Ukrainian Institute ofAgricultural Radiology...

Fanelli a pag.9

Palumbo a pag.13

NEWS

Il vetro, un amico del nostro mare

I nuovi approcci per la pro-gettazione e la pianificazionedei territori rurali coltivati,abitati e multifunzionalipossono determinare svolteimportanti per uscire dalleemergenze e gestire...

Il disegno del paesaggio agrario

BIO-ARCHITETTURA

REGIONE CAMPANIA

Segue dalla prima

Il sistema dei trasporti, siacome sviluppo di reti ed infra-strutture che come esercizio,costituisce un elemento fonda-mentale delle dinamiche diprogresso su scala sovralocalema dispiega anche conse-guenze ed impatti negativisulle componenti ambientali(prima fra tutte l'aria) e sull'as-setto fisico del territorio. Il rilievo dei trasporti rispetto alfenomeno dei cambiamenti cli-matici, secondario solo a quellodel settore energetico, è confer-mato da dati eloquenti: il com-parto produce quasi un quartodel totale delle emissioni di gasserra dell'Unione Europea ed èil secondo per quantità dopoquello dell'energia, registrandouna costante crescita di emis-sioni. Dall'inizio della crisi eco-nomica mondiale del 2008/2009le emissioni hanno iniziato adiminuire, in naturale corri-spondenza con il calo delle pro-duzioni e dei consumi, ma latendenza di lungo termine - senon intervenissero misure cor-rettive - si svilupperebbe insenso opposto. Strade ed autostrade, ferrovie,porti ed aeroporti determinanoinevitabilmente ricadute in ter-mini di inquinamento delleacque, consumo di suolo e fram-mentazione territoriale, inqui-namento acustico e soprattuttoemissioni in atmosfera, deter-minando pressioni ed impattida minimizzare in via preven-tiva ove possibile, e con l'usodelle migliori tecnologie per ar-ticolare una mobilità sosteni-

bile. Il tema della connettivitàassume particolare rilievo inCampania, caratterizzata dauna buona dotazione infra-strutturale – pur nelle difficoltàdell'intero Mezzogiorno – con ilsettore dei trasporti oggi inforte crescita, in tutte le sueprincipali componenti, anche invirtù di imponenti programmidi investimenti ed opere in fasedi progettazione e realizza-zione, con il forte impulso del-l'attuale governo regionale.La Campania dispone di unafitta rete di autostrade e stradeextraurbane (oltre 10.000 km)nonchè di linee ferroviarie(circa 1400 km), registra lacrescita dei principali porti diNapoli e Salerno ed il poten-ziamento del sistema aeropor-tuale, soprattutto con larazionalizzazione dell'aero-porto di Napoli-Capodichino el'apertura di quello di Salerno-Pontecagnano, oltre agli inter-porti di Nola e Marcianise.Restano come punti di debo-lezza il basso grado di accessi-bilità delle aree interne (vedi,ad esempio, la debole rete stra-dale del Cilento, accidentatadalla diffusa franosità) e la con-gestione ed il sovraccarico delledirettrici ferroviarie e stradali,oltre alla limitatezza dei colle-gamenti trasversali versol'Adriatico. In materia di nuoveopere o potenziamento delle in-frastrutture esistenti vi è, a ga-ranzia delle soluzioni piùopportune, il filtro delle Valuta-zioni di impatto (VIA) per i pro-getti più rilevanti e dellevalutazioni strategiche (VAS)per i programmi di intervento,

con le complesse proceduresvolte dalla Regione o dal Mini-stero dell'Ambiente, in attua-zione del principio comunitariodi prevenzione. L'Agenzia ambientale vi con-corre sia partecipando alla com-missione di VIA, sia svolgendole relative istruttorie tecniche,sia nella fase di verifica di ot-temperanza delle prescrizioni. Vi sono poi specifici compiti dicontrollo tecnico-ambientaleche devono essere attivati sul-l'esecuzione degli interventi in-frastrutturali, sulla base deiprogetti approvati e delle rela-tive prescrizioni e piani di mo-nitoraggio, come ad esempioquelli relativi alle attività didragaggio ed escavo dei fondalidei porti di Napoli e Salerno,operazioni disciplinate da unacomplessa normativa tecnica esottoposte al controllo dell'AR-PAC. Svolgere a monte valuta-zioni serie e rigorose, conaccurati monitoraggi ex ante –prima dell'avvio di un progettoo di un intervento – svilup-pando controlli altrettanto serie rigorosi talvolta scongiura chepoi i lavori siano bloccati incorso d'opera da sequestri dellaMagistratura, con ritardi poi ir-recuperabili. Impatti significativi sull'inqui-namento atmosferico sono de-terminati oltre che daltrasporto su strada, anche dalmovimento e dallo staziona-mento delle navi nei porti e daltraffico aereo, caratterizzatoanche da rilevanti impatti acu-stici per i decolli, gli atterraggie i sorvoli. Ciò vale, in partico-lare, per l'aeroporto di Capodi-

chino incastonato nello svi-luppo urbano di Napoli (cityairport), nonostante l'impegnodell'attuale gestore a migliorarele performance ambientalinella ottimizzazione delle po-tenzialità dello scalo, laddove siintensificano le attività di con-trollo dell'Agenzia sulle proce-dure antirumore e dizonizzazione acustica.Tra gli obiettivi di migliora-mento ambientale collegati aisistemi di trasporto vi è, tra l'al-tro, il trasferimento sostanzialedel traffico di passeggeri emerci dalle strade alle ferrovie,perseguendo l'obiettivo europeodi riduzione del 60% delle emis-sioni entro il 2050 e lo sviluppocrescente delle cd. "autostradedel mare" in alternativa al traf-fico interno e sul territorio. Le infrastrutture portuali natu-ralmente determinano limitialla fruizione della costa e delmare corrispondente, interdettoalla balneazione, ma appro-priate misure di gestione pos-sono ridurre i tratti di litoraleda interdire, migliorandone lasostenibilità ambientale e limi-tando l'inquinamento delleacque marine circostanti.Le linee ferrate determinanoinvece minore consumo e fram-mentazione di suolo rispetto aquelle stradali più invasive matalvolta non risultano irrile-vanti; in molte aree i fasci di bi-nari a raso costituisconointerruzioni della continuità ur-bana; ad esempio, lungo laCosta Vesuviana la linea ferro-viaria ostacola le fruibilità dellearee prospicienti al mare. In al-cuni casi essa taglia letteral-

mente in due il centro urbano etalvolta la soluzione definitivaè rappresentata dall'interra-mento dei binari in galleria, maper queste opere vi sono eleva-tissimi oneri per chilometro. Una problematica di partico-lare complessità si concentranel capoluogo di regione dovecoabitano sia l'imponente areaportuale, ubicata in corrispon-denza del centro della città, sial'aeroporto di Capodichino in-cardinato in area urbana, sia ilcongestionato traffico veicolare,soprattutto pesante - con emis-sioni aggravate dalla vetustàdel parco auto circolante - inuno al diffuso inquinamento daconsumi energetici e combu-stioni puntuali, soprattutto inperiodo invernale.Si tratta di problematiche com-plesse ed interconnesse, che ri-chiedono adeguate analisi edattività di monitoraggio e so-prattutto misure di interventoe politiche combinate, sia sulversante della razionalizza-zione sostenibile dei trasporti,sia sul versante della minimiz-zazione degli impatti ambien-tali. Occorre coordinare unruolo attivo degli organi di con-trollo, e in particolare delleAgenzie regionali, non solonella fase patologica del contra-sto e monitoraggio degli effettiinquinanti ma anche nei mo-menti preventivi di pianifica-zione e programmazione, inun'ottica di integrazione del-l'obiettivo ambientale in tutte lestrategie infrastrutturali e ditrasformazione del territorio. Il Commissario Straordinario

Avv. Luigi Stefano Sorvino

Il sistema della mobilità, i trasporti e la sostenibilità ambientale in Campania

IL RISCHIO DESERTIFICAZIONE È GIÀ REALTÀ

Tina Pollice

In occasione della Giornata mondialeper la lotta alla desertificazione il Mini-stero dell’Ambiente ha lanciato l’al-larme: i cambiamenti climatici e ladesertificazione non solo sono fenomeniinterconnessi che ci riguardano moltoda vicino, ma sono già realtà. Un quintodel nostro Paese è a rischio desertifica-zione, il Sud Italia è particolarmentevulnerabile ma, ormai anche il Centro ècoinvolto. Siamo in piena emergenza giàoggi, non in un prossimo futuro e serveuna seria riflessione sistemica sulleazioni da intraprendere. Lottare controla desertificazione significa lottare perl’approvvigionamento di cibo e acqua,per la tutela della biodiversità e per lasicurezza delle popolazioni minacciatedal progressivo inaridimento e degradodel suolo. Secondo il Centro Euromedi-terraneo per i cambiamenti climatici,entro fine secolo in Italia la temperaturapotrà aumentare tra 3 e i 6 °C con unaestremizzazione del nostro clima confortissime precipitazioni e periodi di ari-dità, fenomeni, del resto, già in attocome mostra sempre più spesso la sem-plice cronaca dei fatti. Come accennato,la desertificazione può comportare uncalo della produzione alimentare, infer-tilità del suolo e una diminuzione dellanaturale resilienza del terreno e dellacapacità di stoccaggio del carbonio. Glieffetti della desertificazione, possono aloro volta causare povertà, peggiorare iproblemi di salute dovuti alla polvereportata dal vento e comportare una di-minuzione della biodiversità. Ne può

conseguire una perdita dei mezzi di so-stentamento, a seguito della quale lepersone colpite possono essere costrettea migrare. L’erosione del suolo, unitaalla carenza d’acqua e alle temperaturepiù elevate che aumentano l’evapora-zione, aggrava ulteriormente il rischiodi desertificazione. La situazione è par-ticolarmente grave in una vasta areadella Spagna, nel Sud del Portogallo edell’Italia, nella Grecia sud-orientale, aCipro e in alcune regioni della Bulgariae della Romania che si affacciano sulMar Nero. Le aree ad alto rischio di ero-sione interessano fino al 44 % del terri-torio della Spagna, il 33 % del Portogallo

e quasi il 20 % della Grecia e dell’Italia.A Cipro, stando al programma nazio-nale per combattere la desertificazione,la situazione del 57 % del territorio è,dal punto di vista di tale rischio, moltocritica. Ad oggi, sono tredici gli Statimembri dell’Unione europea che hannodichiarato all’Unccd (la United Nationsconvention to combat desertification) diessere colpiti da desertificazione, e gliauditor europei ne hanno già visitaticinque: Romania, Cipro, Spagna, Porto-gallo e Italia. In Italia bisogna interve-nire sull’eccessivo sfruttamento dellarisorsa acqua. Infatti, stiamo utiliz-zando il 30% delle risorse d’acqua rinno-

vabili disponibili, mentre l’obiettivo eu-ropeo indica la soglia del 20%, bisognacontrastare la perdita di biodiversità eoperare sulla sicurezza alimentare.Sarà importante portare avanti il dise-gno di legge sullo stop al consumo disuolo e quello per la gestione pubblicadell’acqua perché sono queste le prio-rità, nel segno della sostenibilità am-bientale e della tutela delle nostrerisorse. I finanziamenti Ue attualmentedestinati a progetti per contrastare ladesertificazione provengono da variefonti, come il Fondo europeo agricolo perlo sviluppo rurale (Feasr), il programmaLife e i programmi di ricerca dell’Ue.

Anna Paparo

Scatta l’allarme rosso per la biodiver-sità italiana. Nutrie, zanzara tigre,gambero della Luisiana e giacinto d'ac-qua sono solo una minima parte delleoltre quattrocento specie aliene consi-derate invasive: equivalgono al trediciper cento delle circa tremila e quattro-cento specie aliene presenti in Italia. Adaffermarlo sono i nuovi numeri dellabanca dati sulle specie aliene dell'Ispra(acronimo per “Istituto Superiore per laProtezione e la Ricerca Ambientale”),aggiornata ad aprile 2018. Queste ap-profondite analisi, presentati presso ilministero dell'Ambiente, prevedono,inoltre, l'introduzione di ben cento tren-tuno nuove specie invasive entro il2020, contro le cento undici registrate

nel decennio che va dall’anno 2000 eall’anno 2010. Il censimento delle speciealiene è stato presentato in occasionedella campagna di informazione e sen-sibilizzazione organizzata da Ispra eministero dell'Ambiente. "E' un pro-blema ancora poco conosciuto eppure gliimpatti sono enormi, un fenomeno arti-ficiale causato dall'uomo", rileva il Dot-tor Piero Genovesi, responsabiledell'Area conservazione e gestione dellaFauna di Ispra. "Le specie aliene sonouna minaccia per la biodiversità glo-bale - prosegue - e per il funzionamentodegli ecosistemi, che causano elevaticosti economici e impattano sulla no-stra vita e sulla nostra salute". Come hatenuto a ribadire il responsabile dellostudio, non tutti sanno che il sedici percento delle estinzioni è dovuto solo dalle

specie invasive: infatti, queste ultimesono la terza grave minaccia per la bio-diversità, ma hanno aspetti negativianche sulla nostra salute, ovvero circacento specie, come la zanzara tigre chetrasmette patologie come la dengue.

Secondo Genovesi, inoltre, "in generalele specie aliene invasive comportanocosti economici di circa trenta miliardidi euro l'anno a scala europea e quelleche minacciano l'ambiente sono lestesse che minacciano l'economia; ergo,proteggere la natura significa proteg-gere anche la nostra salute e la nostraeconomia". Insomma, una vera e pro-pria minaccia per flora e fauna, e nonsolo, come sempre anche per la nostrasalute e per le nostre tasche in terminieconomici ne risentiranno. Questo rap-presenta, quindi, un monito per nonfare arrestare la ricerca in merito. C’èbisogno di approfondire quanto più èpossibile così da trovare una possibilesoluzione ed arginare il problema pernon perdere un tesoro di inestimabilevalore, quale la biodiversità.

La biodiversità è minacciata dalle specie aliene

L’allarme lanciato dal Ministero dell’Ambiente interessa gran parte della penisola italiana

L’Ispra mette in guardia il nostro Paese

Giulia Martelli

L’estate è arrivata e con essail timore che anche questastagione possa essere fune-stata dalla mole di incendiche lo scorso anno ha deva-stato la nostra regione e nonsolo. Qualche giorno fa, dopouna serie di modifiche, la Re-gione Campania ha reso notoil “Piano triennale 2018/2020per la programmazione delleattività di previsione, preven-zione e lotta attiva contro gliincendi boschivi” ed il “Mo-dello organizzativo e opera-tivo del Sistema AntiIncendio Boschivo”. A livellonazionale è stato predispostoun sistema di allertamento -da parte del Dipartimentodella Protezione Civile dellaPresidenza del Consiglio deiMinistri - che comprende leattività di previsione dellecondizioni favorevoli all’inne-sco ed alla propagazione degliincendi boschivi al fine di in-dirizzare i servizi di vigilanzadel territorio, di avvista-mento, nonché di schiera-mento e predisposizioneall’operatività della flotta an-tincendio statale. I tre livellidi pericolosità individuati cor-rispondono a tre diversi sce-nari: quello di pericolositàbassa per cui l’evento può es-sere fronteggiato con i solimezzi ordinari e senza parti-colari dispiegamenti di forze;quello di pericolosità mediarappresentato da condizionitali che ad innesco avvenutol’evento deve essere fronteg-giato con una rapida ed effi-cace risposta del sistema dilotta attiva ed infine quello dipericolosità alta, in cui ad in-nesco avvenuto, l’evento puòraggiungere dimensioni talida renderlo difficilmente con-trastabile con le sole forze or-

dinarie richiedendo quasi cer-tamente il concorso dellaflotta statale. Sono poi statidefiniti gli stati di allerta-mento regionali: da “assente”fino ad “allarme” che si attivacon un incendio in atto cheormai è interno alla fascia pe-rimetrale. La Direzione Generale Go-verno del Territorio, LavoriPubblici e Protezione Civile èchiamata ad assolvere i nuovicompiti oltre a quelli già asse-gnati in passato che sono: l’at-tività di previsione, laprevenzione e la lotta attivaper gli incendi boschivi, com-preso il coordinamento deisoggetti coinvolti a seguito diconvenzioni o accordi, l’atti-vità di concorso per il contra-sto agli incendi di inter-faccia, l’organizzazione e uti-lizzo del volontariato, l’atti-vità di salvaguardia e tuteladella popolazione da rischi edanni derivanti da incendi diinterfaccia e boschivi, l’atti-vità derivante dall’AccordoQuadro con il Corpo Nazio-nale dei Vigili del Fuoco. LaDirezione, nel periodo di mas-sima pericolosità che va dal15 giugno al 30 settembre, as-sicura le attività di previsioneattraverso il Centro Funzio-

nale Decentrato che, recepitoil bollettino di suscettivitàmesso a disposizione dal Di-partimento della ProtezioneCivile, analizza, per il territo-rio regionale, le condizioni dirischio. A livello territoriale la strut-tura regionale impegnatanelle attività di estinzione è ilCentro Operativo Territoriale,funzionalmente dipendentedalla U.O.D. Genio Civile –Presidio di Protezione Civile,che interviene sugli incendiboschivi, sotto il coordina-mento della competenteS.O.P.I., con mezzi e uominipropri. Roberta Santaniello,dirigente dell’ufficio regionaleLavori pubblici e Protezionecivile rassicura i cittadini: “IlPiano presenta una ripro-grammazione sulla base dellelinee guida del Dipartimentodi Protezione civile. La Regione Campania, conuna delibera di Giunta, ha giàdestinato 10 milioni di europer finanziare gli interventinecessari a prevenire e miti-gare i rischi naturali ed antro-pici da dissesto idrogeologicoinnescato dai recenti eventi diincendio di superfici boscate enon boscate, per ripristinaregli ecosistemi compromessi,nonché per le attività di ma-nutenzione del territorio, fina-lizzate alla prevenzione degliincendi boschivi da realizzarsinel 2018”. In collaborazionecon la Sma Campania è statoinoltre definito un calendariodegli interventi di pulizia emanutenzione delle zone amaggior rischio. Un sistemadi alleanze, convenzioni e pre-venzione, dunque, per far sìche questa estate possa tra-scorrere serenamente ma che,senza la fattiva collabora-zione dei cittadini, rischia difallire miseramente.

Il Piano 2018-2020 contro gli incendi boschiviPubblicato anche il modello organizzativo e operativo del sistema AIB in Campania

IIL PIANO NEL DETTAGLIO

RISORSE STANZIATE • Interventi contrasto incendi (9,5 milioni �)• Interventi di prevenzione (10 milioni �)• Aereomobili (3 milioni � per 3 anni)• Volontariato (500.000 �)• VV.FF (920.000 �)• CC forestali (600.000 �)• Fondi per enti delegati (comunità montane, province, cittàmetropolitana Napoli) (4,5 milioni �)

PERSONALE IMPIEGATO• 350 Unità Regione Campania (dislocato presso le unitàterritoriali denominate Basi Territoriali, diffuse sul territorio,presso le Sale Operative Provinciali Integrate (S.O.P.I.),presso la Sala Operativa Regionale Unificata (S.O.R.U.),presso gli uffici tecnico/amministrativi di Regione Campania– personale proveniente da Regione Campania e SMAcampania)• 500 Volontari Protezione Civile• 3600 VVFF impegnati

• 500 CC Forestali

MEZZI DISPONIBILI• 6 aereomobili monomotore• 1 aereomobile bimotore• 50 circa i mezzi in dotazione delle associazioni di volontariato con strumentazione AIB• 5 mezzi speciali della Protezione civile regionale di cui 3mezzi polisoccorso con 500 lt• 2 autopompe da 2500 lt• 16 mezzi di strutture regionali

Numero Sala operativa regionale 800.232525 (qualunquecomunicazione da parte delle istituzioni/cittadini)

Ambiente, un tema che tornerà d’attualità Le questioni ecologiste hanno avuto una ribalta troppo breve in Italia. Presto saranno di nuovo una priorità

Anna Gaudioso

Prima degli anni Sessanta iltema ambientale è stato vis-suto come se le risorse naturaliche costituiscono la condizionedello sviluppo fossero illimi-tate. Poi negli anni Settantauna certa coscienza sociale sismuove. Negli anni Ottanta sicomincia a parlare di ambientenell’ambito della politica deiPaesi più avanzati d’Europa.In quel periodo anche l’Italiaha vissuto una breve stagionedi rinnovamento, coinciso conla fase di incertezza che ha at-traversato la politica neglianni Ottanta-Novanta. Laquestione ambientale non èmai riuscita ad imporsi come ilpossibile cambiamento di unapolitica che si rinnova; anzi èstata vista come un ostacolo adogni ipotesi di sviluppo. Inquesta visione di limite e nondi crescita nessuno si è fattocarico del degrado del territo-rio, dell’inquinamento di aria eacqua, della qualità di ciò chemangiamo e beviamo. Sono te-matiche, queste, di cui si sonofatti portatori animalisti e mo-

vimentisti, che ne hanno fattouna protesta la quale, però,tuttosommato non è andatamolto lontano. Oggi l’Italia risente dei ri-chiami della comunità interna-zionale a prendere sul serio icambiamenti climatici, i pro-cessi energetici, a prendere co-scienza dei periodici disastriidrogeologici, altrimenti si ri-schia di comprometterete lasua ricchezza stabile, il suo ca-pitale più prezioso: il suo terri-

torio dove la natura e la cul-tura avevano creato durantemillenni un equilibrio meravi-glioso. Il nostro amato Paese non puòpiù rinviare, anzi, deve pren-dere coscienza della necessitàdi porre l’ambiente al centrodei progetti di sviluppo, perchénon c’è progetto di società chepossa prescindere da un terri-torio sano, rigenerato, capacedi accogliere gli uomini e ledonne che ci vivono.

Bisogna rivedere i nostri obiet-tivi e la nostra idea di futuroriflettendo e guardando al pro-gresso in termini di salvaguar-dia del nostro capitale piùprezioso: il territorio, l’aria,l’acqua. Per riportare il nostropaese allo splendore delle suebellezze naturali, urge ungrande progetto di investi-menti pubblici e privati, unaforte sensibilizzazione popo-lare a proteggere e curare ilnostro territorio, solo così si

può restituire agli italiani e almondo il meraviglioso equili-brio di natura e cultura che inostri padri hanno ereditatomezzo secolo fa e che è oggi se-riamente compromesso. C’è bisogno di un grande sensodi responsabilità da parte ditutti - a tutti i livelli - per ri-dare al nostro paese quellaidentità che l’ha resa unica nelmondo negli anni passati.Ognuno di noi è chiamato afare al sua parte, a cominciaredalla presa di coscienza che bi-sogna fare qualcosa per l’am-biente in cui viviamo dalrispetto per le regole che pos-sono rendere possibile e vitto-rioso il “progetto”, catturarel’attenzione dei giovani, stimo-larli all’impegno e chiedere aimeno giovani di supportare edaiutare le nuove generazioni.Conoscere oggi il significatodella parola ambiente vuoldire scoprire un altro modo diessere giovani, imparare a par-tecipare per incidere sullescelte della società e stimo-larne il cambiamento andandoincontro ad un futuro migliore,più sostenibile.

Accordo per studiaregli habitat bentonici

Arpac e il Conisma avvianouna serie di indagini sugli ha-bitat bentonici presenti tra laPenisola sorrentina, l'isola diCapri e la Costiera amalfitana.Una convenzione, stipulata direcente tra l'Agenzia ambien-tale e il Consorzio nazionale in-teruniversitario per le scienzedel mare, stabilisce un com-plesso di attività di monitorag-gio degli habitat che sisviluppano sui fondali marini.In particolare, la convenzioneriguarda gli habitat coralligeni,i fondi a Maerl e rodoliti (lettidi alghe rosse presenti nei no-stri mari) e le praterie di Posi-donia oceanica. Queste attività rientrano nel-

l'attuazione della direttiva eu-ropea 56 del 2008, nota comeMarine Strategy, recepita inItalia con il decreto legislativo190 del 2010. È la prima voltain Italia che il monitoraggiodella Posidonia oceanica entraa far parte delle attività della"strategia marina". Lo studio diquesti habitat fornisce prezioseindicazioni sullo stato di salutedel mare, perché si tratta diecosistemi delicati, molto sensi-bili alle pressioni che proven-gono dalle diverse attivitàumane. Le attività MarineStrategy sono condotte in Cam-pania grazie alle flotta di cui di-spone Arpac, di cui fa parte ilbattello oceanografico Helios.

Arpac contribuisce a formarele aspiranti guardie ambien-tali volontarie di Portici. Il comune vesuviano, in col-laborazione con le Guardieambientali d’Italia, ha orga-niz- zato un corso di forma-zione per circa cinquantaporticesi che aspirano a col-laborare alla salvaguardiadel territorio, ad esempiosupportando le Forze dell’or-

dine nella segnalazione deireati. Tra i docenti del corso, che siarticola in nove incontri tragiugno e luglio, ci sono uffi-ciali dei Carabinieri per latutela dell’ambiente, diri-genti dell’Istituto zooprofilat-tico sperimentale del Mezzo-giorno, e appunto tecniciArpac, tra cui il dirigente del-l’Unità operativa complessa

monitoraggi e controlli, Clau-dio Marro, e Pasquale Falco(Unità operativa rifiuti e usodel suolo). Gli esperti Arpac hanno illu-strato ai corsisti, tra l’altro,le linee guida elaboratedall’Agenzia, nell’ambito delPatto per la Terra dei fuochi,per la rimozione dei rifiutiabbandonati su terreni pub-blici e privati.

Arpac concorre a formarele guardie ambientali a Portici

Dagli anni terribili dell’emer-genza rifiuti al decollo dellaraccolta differenziata chenegli ultimi anni ha superatoil 50 percento. In Campania sifa un bilancio sui progressinella gestione dei rifiuti ur-bani, a due anni di distanzadall’approvazione della nuovalegge regionale in materia (lalegge 16 del 2014) e a un annoe mezzo dall’aggiornamentodel Piano regionale. L’occa-sione è stato un incontro pro-mosso il 15 giugno aBenevento da Asia, l’aziendadi igiene urbana del capoluogosannita.A Palazzo Paolo V, sede sto-rica del Comune oggi utiliz-zata principalmente comecornice di eventi, è interve-nuto il vicepresidente dellaGiunta regionale Fulvio Bona-vitacola. «L’emergenza rifiuti,consumatasi in un passato an-cora troppo recente», ha dettoBonavitacola, che detiene ladelega all’Ambiente, «ha com-promesso il brand Campania,un tempo carico di connota-zioni positive. Oggi dobbiamoricostruire questo marchio ese possibile evitare di autofla-gellarci con mode mediatichepregiudizialmente negative.Dal punto di vista della ge-stione, poi, dobbiamo passareda un modello militare, che siè reso necessario negli annidell’emergenza, a un modellodemocratico, basato sui com-portamenti virtuosi di ognicittadino e anche, lasciatemiaggiungere, su una netta as-sunzione di responsabilità daparte degli enti locali. Perchécon il pesante intervento delloStato si può forse avviare unadiscarica, ma non una diffe-renziata capillare».Il numero due dell’esecutivoregionale ha elencato i passiavanti compiuti negli ultimi

anni: la nuova legge regionalesul ciclo dei rifiuti, l’aggiorna-mento della pianificazione, lacostituzione dei sette Enti diambito territoriale ottimale(tre per la provincia di Napoli,uno per ciascuna delle altreprovince), la crescita della dif-ferenziata, l’avvio alla rimo-zione delle ecoballe. Ma nonmancano le sfide incompiute.Su tutte, l’allestimento degliimpianti: basti pensare (datidella Sezione regionale delCatasto rifiuti gestita daArpac) che nel solo 2016 oltre600mila tonnellate di rifiutiorganici, debitamente sepa-rati dai cittadini campani,sono state trattate fuori re-gione, per mancanza di strut-ture in loco: in pratica, finiscefuori regione quasi tutta lafrazione organica ottenutagrazie alla differenziata.«Resta sul campo una diffi-

denza verso gli impianti», hasottolineato Bonavitacola,«eredità dei guasti del pas-sato. Qui è più difficile che al-trove localizzare un impiantodi compostaggio. Spieghiamoai cittadini che non si trattadi una centrale nucleare». Al-berto Grosso, ingegnere delladirezione tecnica Arpac, hatracciato una mappa deiflussi di rifiuti nella regione:mentre per l’organico la Cam-pania dipende pesantementeda altre regioni, invece se lacava molto meglio nel recu-pero della carta, per la qualeesiste una filiera d’eccellenza.Stesso discorso per la pla-stica. Dunque, non è ancorachiuso il cerchio di una veraeconomia circolare. StefanoSorvino, commissario straor-dinario Arpac, ha ricordato aipresenti il ruolo dell’agenziaambientale: ente di controllo,in particolare sugli impianti,ma anche di supporto tecnicoagli enti territoriali, ad esem-pio per la pianificazione, e poifonte di conoscenza per la si-tuazione-rifiuti, grazie ai datistatistici della Sezione regio-nale del catasto rifiuti. «Lecondizioni strutturali», hasottolineato l’avvocato allaguida dell’Arpa Campania,«sono qui particolarmente im-pegnative, se non altro per ladensità demografica. Adesempio, se togliamo la cittàdi Napoli, la Campania pro-

duce una quota ragguarde-vole di differenziata. Il capo-luogo, nonostante i recentiprogressi che l’hanno portataa superare il 30 percento,pesa sull’andamento regio-nale, ma ovviamente quellopartenopeo è un contesto dicomplessa gestione».A raccontare esperienze divari contesti, rappresentantidi ex municipalizzate tra cuil’emiliana Hera e la lombardaA2A (che in Campania gesti-sce, tra l’altro, l’inceneritoredi Acerra, dove sono confluitenel 2016 oltre 700mila tonnel-late di rifiuti urbani campaniindifferenziati). Presenteanche Clemente Mastella,nella veste di sindaco di Bene-vento, che ha sottolineatocome diverse aziende di ser-vizi pubblici del Centro-Nordsiano diventate talmente red-ditizie da attirare investi-

menti anche dall’estero. «Laprovincia di Benevento è uncontesto virtuoso per quantoriguarda la differenziata», hadetto l’ex ministro. «Peròanche qui registriamo diffi-coltà economiche. C’è da direche su questo fronte in altreregioni si fa meglio. Oggi, su-perate le difficoltà macrosco-piche degli anni Novanta-Duemila, la Campania develavorare sull’efficienza gestio-nale: le municipalizzate, adesempio, devono essere reseremunerative, anche con l’ac-quisizione di nuove professio-nalità». «I buoni livelli didifferenziata raggiunti a Bene-vento sono un punto di par-tenza – ha aggiunto l’assessorecomunale all’Ambiente, LuigiDe Nigris -. Resta il nodo dicome tramutare i rifiuti dacosto a risorsa, chiudendo de-finitivamente il ciclo». L.M.

Rifiuti: è chiuso il cerchio in Campania?Cresce la differenziata, ancora pochi gli impianti. Dibattito a Benevento con Bonavitacola, Mastella e Sorvino

Luigi Mosca

Napoli città della mobilità sostenibile.Il sindaco Luigi de Magistris ha spie-gato le principali linee d’azione del co-mune partenopeo in tema di trasportie logistica. «Tra un anno, al massimoun anno e mezzo», ha detto il primo cit-tadino, «saranno pronti i nuovi trenidella metropolitana, attualmente in la-vorazione. I tempi di attesa della Linea1 scenderanno a quattro-cinque mi-nuti: una svolta importante per l’interosistema di trasporti urbani, che con-sentirà di ampliare ztl e isole pedo-nali». De Magistris è intervenutonell’ambito di un convegno organizzatodall’Autorità portuale del Tirreno Cen-trale e dalla rivista online Gente e ter-ritorio lo scorso 22 giugno alla Stazionemarittima di Napoli: “il sistema cam-pano della mobilità tra integrazione,sviluppo e sostenibilità”, il titolo del-l’incontro.Nei piani del Comune, entro il 2022 lametropolitana dovrebbe arrivare a Ca-podichino: porto, stazione centrale eaeroporto saranno così collegate daun’unica linea su ferro, un unicum a li-vello europeo. «Per il futuro della mo-bilità a Napoli si aprono oggiprospettive incredibili», ha sottolineato

de Magistris. Complice anche l’exploitdel turismo, i passeggeri in transito aCapodichino sono in aumento vertigi-noso (+26,6 percento nel 2017 rispettoall’anno precedente, il dato nazionaleè +6,6 percento). Armando Brunini,amministratore delegato di Gesac, lasocietà che gestisce lo scalo napoletano,ha osservato che ormai il city airportha bisogno di un «fratello minore».Difatti, tra pochi mesi, lo scalo di Pon-tecagnano, alle porte di Salerno, ot-terrà la concessione ministeriale per iltraffico commerciale, e nel 2030 do-vrebbe accogliere più di due milioni dipasseggeri. «Ciò nonostante, secondo leattuali previsioni, Capodichino conti-nuerà a crescere», ha spiegato il mana-ger. Diminuiranno però drasticamentegli atterraggi “lato città”, con ripercus-sioni positive su inquinamento acu-stico e qualità dell’aria. «A breve – hadetto Brunini – gli atterraggi con labellissima vista sulla città divente-ranno molo rari dopo le diciannove,consentiti solo per condizioni di ventoparticolarmente sfavorevoli alla con-sueta rotta di atterraggio sull’entro-terra». Inoltre, Gesac sta studiandosconti sulle tariffe aeroportuali, perquelle compagnie che adeguano laflotta ai migliori standard di emissioni.Lo sforzo di Capodichino per la soste-nibilità ambientale è stato riconosciutoda Stefano Sorvino, commissario stra-ordinario dell’Arpa Campania, il qualeperò ha ricordato come porto e aero-porto, situati entrambi nel cuore del-l’area metropolitana, rappresentinouna fonte non trascurabile di inqui-nanti atmosferici. «Non va tuttavia as-solto il traffico veicolare», ha aggiuntoSorvino, «anche perché il parco auto aNapoli è particolarmente vetusto. Epoi pesano i riscaldamenti domestici ealcuni esercizi tipici di questa terra,

come le pizzerie: una tradizione pre-ziosa, ma i forni a legna, ahimè, sonofonte di particolato. Per avere unastima più precisa sulle sorgenti diemissione, dovremmo attrezzarci perla speciazione del particolato».Lo sviluppo del sistema di trasportiimplica anche la realizzazione di lavoripubblici e grandi opere. Il presidentedell’Autorità portuale del Tirreno cen-trale, Pietro Spirito, ha ricordato cheda venticinque anni il porto di Napolinon viene dragato, operazione essen-ziale per ampliare le potenzialità delloscalo marittimo. «Non vogliamo acco-gliere mega-navi», ha detto Spirito,«però, per realizzare economie di scala,dobbiamo attrezzarci per accoglierenavi da 10-15mila Teu: gli armatorisono alla ricerca di porti multifun-zione, e Napoli e Salerno possono gio-care la loro parte».

Realizzare le opere significa anche af-frontare, spesso, grovigli burocratici:quanto possono pesare le valutazioniambientali, in termini di ritardi e com-plicazioni procedurali? «L’agenzia am-bientale», ha sottolineato Sorvino,«concorre alle istruttorie tecniche insede di valutazione di impatto ambien-tale o valutazione ambientale strate-gica. Fare valutazioni serie, rigorose,prima dell’avvio di un progetto, scon-giura che poi magari i lavori siano fer-mati in corso d’opera dallamagistratura, con ritardi infiniti. Ilruolo dell’Arpa va rispettato, perchépuò essere fattore di sviluppo, piutto-sto che un ostacolo. L’agenzia ambien-tale – ha concluso l’avvocato alla guidadell’Arpac – deve uscire dal recinto incui è stata confinata a fare sistema congli altri soggetti istituzionali».Tra gli altri partecipanti, Salvo Na-stasi, commissario di governo per labonifica di Bagnoli, che ha parlato di«grandiosità» per il progetto di risana-mento e riqualificazione del sito conta-minato alla periferia di Napoli. Tra gliobiettivi, il ripristino della balneabilitàdel tratto di mare su cui affaccia l’excomplesso siderurgico. «I sedimenticontaminati di Bagnoli», ha spiegatoNastasi, «verranno conferiti nel portodi Napoli, con vantaggi in termini dicosti, tempi e sostenibilità ambien-tale». Nell’ex sito contaminato dovràarrivare la metropolitana, altrimenti,ha osservato de Magistris, «il progettoBagnoli rischia di restare incompiuto».Alberto Carotenuto, rettore della Par-thenope, ha posto il problema di unaformazione universitaria funzionaleallo sviluppo del sistema logistico.«All’interno del porto», ha detto il ret-tore dell’ex Istituto navale, «si potrebbecollocare un’Accademia navale, concorsi focalizzati su logistica e informa-tica di servizi».

Capodichino cresce a ritmo serrato, la metro avanza, il porto si rinnova. Ma con quali costi ambientali?

Napoli, città della mobilità sostenibile

Da sinistra, il sindaco Luigi de Magistris, il rettore della Parthenope Alberto Carotenuto e l'ad di Gesac, Armando Brunini

Arpa CAMPANIA AMBIENTE del 30 giugno 2018 - Anno XIV, N.12Edizione chiusa dalla redazione il 29 giugno 2018

DIRETTORE EDITORIALELLuigi Stefano SorvinoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOF. Clemente, F. De Capua, G. De Crescenzo,R. Fanelli, R. Funaro, B. Giordano, R. Maisto,A. Palumbo, A. Paparo, T. Pollice, D. SantoroSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Il commissario Arpac Stefano Sorvino (a destra) con l'assessore alla Mobilità del Comune di Napoli, Mario Calabrese

Fabiana Clemente

Social housing, o più comune-mente conosciute come case po-polari, è una realtà ormaiproiettata al rispetto dell’am-biente. Un esempio encomia-bile è quello austriaco. La cittàdi Vienna è l’ente pubblico conla più grande proprietà immo-biliare d’Europa. Vanta 200mila appartamenti che si stacercando di trasformare in“Vienna verde”. A partire daglianni ’90, con l’apertura dellaCortina di Ferro e l’arrivo dinuovi immigrati, in città sonostati costruiti ogni anno diecimila appartamenti di ediliziasociale. Di questi, oggi circa il30% è edilizia a basso impattoambientale. Sono stati costruitiedifici con appartamenti di pic-cola taglia come gli SMARTflats, destinati a singoli o a cop-pie, che riducendo al necessarioi metri quadri, garantiscono lamassima efficienza energetica.Ovviamente, ci sono anche ap-partamenti di taglia maggiore.Il materiale protagonista è illegno, utilizzato nella costru-zione di edifici alti fino a settepiani. Poi ci sono spazi comuniper la socializzazione, infra-strutture per la ciclabilità, pa-

lestre, piscine, asili, supermer-cati. Insomma, una serie di con-fort da offrire alla classe menoabbiente. La Gemaindebau -gli edifici gestiti direttamentedal Comune di Vienna – è fun-zionale grazie a una buonaqualità dei materiali impiegati,grazie a bassi costi energetici ea bassi affitti. Si ricorre spessoal teleriscaldamento – forma diriscaldamento che consistenella distribuzione attraversouna rete di tubazioni isolate einterrate, di acqua calda,acqua surriscaldata o vapore,proveniente da una centrale diproduzione. Un appartamentodi nuova costruzione costa la

metà di uno sul mercato libero.Per realizzare tutto ciò, Viennainveste oltre 600 milioni dieuro l’anno in social housing -una spesa finanziata graziealle tasse, relativamente alte -le terze in Europa. Qui la per-centuale di case a prezzo age-volato si aggira intorno al 90%e corrisponde alla classica sov-venzione per la classe media. Èdagli inizi del 1900 che la cittàviene costruita dall’iniziativapubblica. Un’ amministrazionepubblica in grado di investirenella qualità progettuale archi-tettonica per rispondere ai bi-sogni abitativi. Il governosocialdemocratico della Prima

Repubblica (1918-1934) mise apunto un piano per migliorarela qualità di vita della classeoperaia. Un piano impegnatonella costruzione di grandicomplessi residenziali a costocontenuto. Un grande ingressoconduceva nel cortile interno,spesso decorato con piante, dalquale si raggiungevano le sin-gole scale e gli appartamenti. Ilprimo complesso di case popo-lari di Vienna fu il Metzleinsta-lerhof nel 5° distretto. Tra il 1923 e 1934 furono co-struiti 61.175 appartamenti in348 condomini e 5227 apparta-menti in 42 complessi di case aschiera. Furono coinvolti 400

studi di architetti. L’attività dicostruzione riprese dopo la Se-conda Guerra Mondiale. E dal1947 ad oggi, l’edilizia si è ade-guata agli attuali standard eco-sostenibili. Anche il nostropaese necessita di un’ediliziasociale come il modello au-striaco. Ristrutturare edifici a rischio ecrearne dei nuovi ecologici edeconomici. Puntare a progetta-zioni nel totale rispetto del-l’ambiente, sfruttare le energierinnovabili, ed adottare mate-riali di riciclo. I modelli da copiare ne sonotanti. Bisogna solo rimboccarsile maniche.

Vienna: le case popolari sono ecosostenibili

Il ghiacciaio di Pine Island sta andando in frantumi

Può sembrare strano, ma aquanto pare anche i ghiacciaipossono andare in frantumicome il prezioso cristallo. Equesto è proprio quello chesta accadendo al ghiacciaio diPine Island in Antartide Oc-cidentale. A permettere discoprire il terribile fenomenosono stati i satelliti, dimo-strando che tutto ciò accadeper il semplice motivo dellaperdita di contatto con la ter-raferma a causa della pre-senza di monti sommersi. Laconferma arriva dal monito-raggio dei fondali marini diPine Island, che fino a pocotempo fa erano ricoperti dighiaccio. I dettagli, poi, sonostati pubblicati su The Cryo-sphere, famigerata rivistadell'Unione Europea di Geo-scienze. Coordinati dal Pro-fessor Jan Erik Arndt, i

ricercatori dell'Istituto tede-sco Alfred Wegener per la Ri-cerca Marina e Polare diBremerhaven hanno trac-ciato una dettagliata mappadei fondali in una spedizione

datata anno 2017 con lanave rompighiaccio tedescaPolarstern. Hanno, poi, con-frontato i dati con immaginisatellitari per individuare ipunti deboli del ghiacciaio.

Grazie all’ausilio dei satellitisono, così, riusciti a spiareraggiungendo gli ottocento ein alcuni casi anche i millemetri di profondità, svelandol'esistenza di due monti som-mersi, le cui vette raggiun-gono i circa quattrocentometri di profondità. Sono pro-prio le collisioni tra il frontedel ghiacciaio e questi montia contribuire alla formazionedi grandi fratture nella crostadi ghiaccio. Nello specifico, ilghiacciaio di Pine Island,lungo ben cinquantacinquechilometri, è uno dei piùgrandi al mondo. Gli scien-ziati non lo hanno perso divista per un solo istante, te-nendolo d'occhio da tempo,perché il suo scioglimentocausa l'innalzamento dei marie, dovendo quantificare, citroviamo intorno ad una per-

centuale che si aggira tra ilcinque e il dieci per cento.Addirittura, è stato riscon-trato che negli ultimi undicianni da questa lingua dighiaccio si sono staccati benquattro iceberg, i più grandial mondo. Per Arndt, "dire-zione e velocità delle fratturedipendono dalla topografiadel terreno sotto i ghiacci.Grazie alla spedizione del2017 e ai satelliti - ha con-cluso - siamo finalmente riu-sciti a mappare, usandoecoscandagli, un'area di circatrecento settanta chilometriquadri di fondali". La Terracontinua a lanciare i suoiS.O.S. per salvaguardare isuoi tesori e l’uomo deve ri-spondere in maniera tempe-stiva ed efficace, cercando diarginare la situazione primache sia troppo tardi. A.P.

Ristrutturare edifici a rischio e crearne dei nuovi ecologici ed economici

Il fenomeno è stato scoperto da un team tedesco analizzando i satelliti

Rosemary Fanelli

Ad oltre trent’anni dal disastrodi Chernobyl continuano afarsi sentire gli effetti di unodegli incidenti nucleari più di-sastrosi della storia. Come evi-denzia lo studio condotto daGreenpeace Research Labora-tories dell’Università di Exeterin collaborazione con l’Ukrai-nian Institute of AgriculturalRadiology, il latte delle fattorieucraine presenta una quantitàdi cesio radioattivo fino a 12volte superiore il limite con-sentito per i bambini. La ri-cerca, i cui risultati sono statipubblicati sulla rivista Envi-ronment International, è stataeffettuata dal 2011 al 2016. Inquesto periodo è stato ciclica-mente analizzato il latte vac-cino proveniente da fattoriesituate in 14 diverse localitàdella regione di Rivne, a circa200 chilometri dalla centraledi Chernobyl, esplosa per lanegligenza dell’uomo nel 1986.Nonostante la notevole di-stanza e l’ampio lasso tempo-rale, nel latte analizzato sonostati riscontrati alti livelli dicesio-137, un isotopo radioat-tivo del cesio prodotto dal reat-tore nucleare, che è statodisperso nell’ambiente nel mo-mento dell’incidente. Come denunciato da “Il fattoalimentare”, tra i campioni te-stati, quelli provenienti da seilocalità superavano i limitimassimi permessi per gliadulti di 100 Bq/l (becquerelper litro), mentre otto eccede-vano i 40 Bq/l consentiti per ibambini. Il picco massimo diradioattività rilevata dai ricer-

catori si aggirava intorno ai500 Bq/l, ben 5 volte il limiteconsentito per gli adulti e ad-dirittura 12 volte quello per ibambini. Il cesio-137 diffusonell’atmosfera dall’esplosionedel reattore si è accumulatonegli strati superficiali del ter-reno, dove è stato assorbito dapiante e funghi, entrando cosìnella catena alimentare. Oggi, tracce di queste sostanzesono presenti ovunque. “Più ditrent’anni anni dopo il disastrodi Chernobyl la gente è ancoraesposta abitualmente al cesioradioattivo, attraverso il con-sumo di alimenti base locali,quale appunto il latte, nellezone interessate dal disastronucleare - denuncia Iryna La-bunska, ricercatrice dei Green-peace Research Laboratories,che spiega come questa conti-nua esposizione al cesio-137comporti “gravi rischi, soprat-tutto per i bambini”. Secondo iricercatori, se non verrannoprese contromisure i livelli diradioattività nel latte reste-ranno sopra i limiti almenofino al 2040. Per ridurre il li-vello di esposizione al di sotto

dei limiti, gli studiosi suggeri-scono alcune misure, non par-ticolarmente esose (si stimauna spesa di 10 euro per cia-scun abitante delle zone conta-minate), che potrebbero essereadottate immediatamente. Tra le proposte figurano lasomministrazione di capsule diBlu di Prussia (un colorantecomunemente usato per elimi-nare metalli e altri elementichimici dall’organismo) allevacche da latte, la concima-zione minerale dei campi dipatate, campagne di informa-zione ai cittadini sui rischi delconsumo di funghi selvatici efrutti di bosco, l’uso di man-gimi incontaminati per l’ali-mentazione dei maiali. Ad ogginulla di questo è stato fatto.Carcinomi, tumori alla tiroidee malformazioni genetichesono aumentati in modo espo-nenziale. I morti ufficiali deldisastro furono 42, ma le vit-time delle radiazioni sono di-verse migliaia. Attualmente850.000 persone vivono nelleregioni contaminate, il buconero di un’Europa, che conti-nua a non guardare.

A Chernobyl, dove il tempo si è fermato!

Lo scorso 19 giugno presso la sede romana del-l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana è stato pre-sentato il “Libro Bianco delle morti di amiantoin Italia”, a cura dell’Osservatorio NazionaleAmianto (ONA). I dati che emergono dallo stu-dio sono impressionanti. Nel 2017 si è registratoun aumento dei morti per amianto: seimila intotale. Risultano quaranta milioni le tonnellatedi asbesto da bonificare e circa un milione i siticontaminati, sia edifici privati che pubblici, tracui 2.400 scuole, 250 ospedali e 1.000 tra biblio-teche ed edifici culturali. Secondo il rapporto iltrend, in aumento dalla fine degli anni ’80, con-tinuerà con un picco previsto nel periodo 2025-2030”. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA eautore del rapporto, parla di “una strage silen-ziosa, che nei prossimi 10 anni potrebbe portarea più di 60.000 morti”. “La causa del trend increscita - ha aggiunto - è la maggiore esposi-zione e i lunghi tempi di latenza, che variano dai33 ai 38 anni”. Se in Italia i morti per amiantosono stati seimila nel 2017, il numero di decessinel mondo, con riferimento solo a quelli di ori-gine professionale, è stato di 104.000, secondole stime dell’Organizzazione Mondiale della Sa-nità. A fronte di questi dati allarmanti, l’ONAdistingue e suggerisce tre tipi di prevenzione: laprimaria consiste nella bonifica, ristruttura-zione e ammodernamento dei siti e delle strut-ture, comprese quelle industriali (si potrebberoutilizzare i fondi strutturali europei, detrazionie incentivi fiscali, i tagli dell’Iva sugli smalti-menti, credito di imposta nella misura del 75%in favore degli imprenditori e dei privati). Laprevenzione secondaria consiste, invece, nellasorveglianza sanitaria, diagnosi precoce e tera-pia tempestiva, unita alla ricerca scientifica. In-fine la prevenzione terziaria si realizzaattraverso la raccolta di dati epidemiologici pervalutare l’impatto dell’amianto sulla salute.L’ONA propone, inoltre, di creare un fondo perle vittime dell’amianto, gestito dallo Stato o dauna fondazione, con risarcimento immediatodelle vittime senza azione giudiziaria e cessionedel credito allo Stato. L’importanza che il pro-blema amianto ha oramai assunto è testimo-niata anche dalla recente dichiarazione del neoMinistro dell’Ambiente Sergio Costa, che, in oc-casione della presentazione del “Rapporto Ri-fiuti Speciali - Edizione 2018”, ha affermato lanecessità di “spendere bene i fondi per l’am-biente”, ponendosi l’obiettivo primario della ri-duzione dei rifiuti. Inoltre, ha aggiunto,“Lavoreremo con ISPRA affinché l’Italia escadal problema amianto”. F.DEC.

Amianto: quaranta milionidi tonnellate da bonificare

I PESCI AIUTANO LE FORESTE A PROLIFERARE

Rosario Maisto

Se le foreste dell'America delSud sono i polmoni del pia-neta, i loro fiumi e le loro zoneumide sono allora le loro veneed arterie. Questa è la partedel globo con la maggiore di-versità vegetale e il merito èanche dei pesci che nuotano inquelle acque, infatti quelli chesi nutrono di frutta nel Panta-

nal brasiliano sono conside-rati responsabili della disper-sione dei semi e della crescitadell'habitat. Durante le estatigli alberi carichi di fruttaadiacenti all'acqua vengonospesso sommersi e i pesci neapprofittano per sfamarsi, dif-fondendone i semi attraversogli escrementi. I pesci più grandi hanno lostomaco più grande e le mag-

giori potenzialità di disper-sione dei semi: circa il 95%delle piante legnose della fo-resta tropicale si diffonde inquesto modo, infatti, i piùgrandi insieme agli escre-menti espellono semi interi,mentre quelli più piccoli limasticano, riducendoli inpezzi. Quando i grandi pescidalla dieta a base di fruttavengono eliminati dall'ecosi-

stema i pescatori prendonoquelli più piccoli con conse-guenze drastiche sulla disper-sione dei semi e laconseguente riproduzionedelle piante. La pesca eccessiva, fino al90% per alcuni dei pesci che sinutrono di frutta, ostacola lacrescita e la riproduzionedelle piante, se il frutto è pol-poso o ammollato nell'acqua,le possibilità che il seme nonvenga danneggiato quando ilpesce se ne ciba aumentano.Le specie di pesci che si nu-trono di frutta in America delSud sono almeno 150 e traqueste ci sono anche alcunesottospecie di piranha, la ma-turazione dei frutti coincidecon il periodo delle piene, quii pesci trascorrono fino all'87%del loro tempo nelle pianureinondate,quando l'acqua si ri-tira, questi frutti fertilizzatigerminano facilmente, inoltregli apparati digerenti dei pescisono molto estesi e in grado ditrattenere i semi per periodidi tempo lunghi, permetten-done la dispersione anche alunga distanza. Uno dei più attivi è il pescePacu, che può vivere fino a 60

anni e arrivare a pesare 18chili,con la sua grande bocca edenti simili a quelli umani, ilpacu disperde il 27% di speciedi piante in più rispetto aquanto fanno gli altripesci,quando questi vengonopescati in eccesso, la quantitàe la diversità della flora crolladrasticamente con la conse-guenza di crescita della fore-sta.Ora, si preme affinché lapesca venga regolamentata e,per fare ciò, è necessario docu-mentare in maniera accurataquesta correlazione. Inoltre, le regole in Amazzo-nia (una regione che ricade inotto paesi diversi), sono diffi-cili da far rispettare, lo stessovale per il Pantanal, questiterritori, quindi, stanno sof-frendo per l'eccesso di pesca,lo sfruttamento di terre, co-struendo dighe e ranch, cisono tante specie di pianteche sono sincronizzate suitempi delle inondazioni,quindi le zone interessatehanno bisogno di norme perproteggere una vasta fettaterritorio. Non sarà facile masi spera che il polmone verdedel mondo possa ancora proli-ferare a lungo.

Tante le specie che si nutrono di frutta e ne diffondono i semi attraverso gli escrementi

La fibra ottica che si intrecciasul fondo degli oceani, oltreun milione di chilometri dicavi utilizzati per trasferiredati attraverso tutto il pia-neta, potrebbe trasformarsi inuna rete capillare di sismo-grafi, in grado di percepire elocalizzare anche i terremotipiù nascosti e difficili da stu-diare, quelli sottomarini,spesso all'origine di catastro-fici tsunami. A prospettarequesta eventualità è uno stu-dio, frutto di una collabora-zione internazionale in cui ilruolo italiano è stato fonda-mentale. Al centro della ri-cerca, il tratto di fibra otticadisteso sul fondale del Canaledi Sicilia tra la nostra isola eMalta, parte di un progettoper collegare l'INRIM (Isti-tuto nazionale di ricerca me-trologica), con una serie dienti e istituti di ricerca alloscopo di disseminare il se-gnale orario. In tutta Europa,infatti, è in fase di costruzioneuna rete in fibra ottica tra iprincipali istituti metrologicinazionali, che ha proprio loscopo di confrontare i segnaliorari prodotti dagli orologiatomici, per verificarne la sin-cronizzazione.A questo scopo hanno svilup-pato tecniche che ci consen-tono di generare fasci di lucelaser di fase ultrastabile,ora,nel caso di un terremoto, lafibra ottica subisce un allun-gamento, anche minimo, do-vuto al movimento del terrenosu cui poggia il cavo, che pro-voca un cambiamento di fasenel segnale luminoso e che noisiamo in grado di misurarecon la massima precisione. Questa differenza di fase, tra-sportata lungo la fibra ottica,può essere misurata anche amigliaia di chilometri di di-stanza e indicarci che è avve-nuto un terremoto. I ricercatori non hanno sol-tanto dimostrato la possibilitàdi avvertire un sisma grazie acavi in fibra ottica sottoma-rini, ma anche di individuarein tempi brevissimi la posi-zione dell’epicentro, con unaprecisione inferiore al chilo-metro, incrociando i segnalitrasportati da almeno duefibre ottiche.Finora la misurazione dei ter-remoti sottomarini è stata af-

fidata a sistemi di misurapuntiformi, sismografi di fon-dale posizionati in zone consi-derate più a rischio o piùinteressanti da studiare daigeologi, per esempio in pre-senza di dorsali vulcaniche. I vantaggi di questa ricercasarebbero molti, intanto allar-gare a orizzonti finora inesplo-rati l’indagine sui terremoti

sottomarini per accrescereanche la conoscenze della di-namiche interne del nostropianeta, avere uno strumentodi avvertimento immediato,sulla possibile formazione ditsunami in seguito a sismi inzone oceaniche, non copertedalla normale rete di sismo-grafi.

R.M.

LA FIBRA OTTICA PER MISURAREI TERREMOTI SOTTOMARINI

Bruno Giordano

Il tonno è parte integrantedella dieta mediterranea ed èil piatto di emergenza degliuniversitari; veloce e sapo-rita, la pasta con il tonnosalva pranzi e cene. E nonstupisce che il tonno in sca-tola sia consumato, in Italia,soprattutto dai giovani. Adare la benedizione a questapietanza anche i nutrizionisti,riconoscendone i benefici nu-trizionali e l’Onu che nel 2016ha istituito una giornatamondiale, il 2 maggio, per ce-lebrare il suo valore sottotutti i punti di vista: per la si-curezza alimentare e la nutri-zione, lo sviluppo economico,l’occupazione, la gestione so-stenibile di questa pesca peradempiere all’Agenda 2030per lo Sviluppo Sostenibile.Ad oggi, più di 80 Stati prati-cano la pesca al tonno e la suaportata continua a crescerenegli oceani Indiano e Paci-fico. Il primo prodotto a gui-dare la produzione è il tonnoin scatola, un mercato che,solo in Italia, ha un valore di1,3 miliardi di euro (2017),come confermano i dati del-l’ANCIT, Associazione Nazio-nale dei Conservieri Ittici e

delle Tonnare, con una produ-zione nazionale di 75.800 ton-nellate e un consumo di155.000 tonnellate ,+3% ri-spetto al 2016, pari a circa 2,5kg pro capite. Il comparto deltonno in scatola si confermacome uno dei più virtuosidell’industria alimentare ita-liana, posizionando il nostro

Paese al secondo posto in Eu-ropa, dopo la Spagna. Lapesca di tonno apporta all’eco-nomia globale un contributoannuale di 42 miliardi di dol-lari. Si evince da uno studioche afferma che per le settespecie di tonno più consumatecommercialmente negli ultimidue anni, i pescatori sono

stati retribuiti con somme trai 10 e i 12 miliardi di dollaril’anno. La vendita al consumatore fi-nale ha infine fruttato un pro-fitto del valore di 42,2miliardi nel 2014. Il Pacificosi conferma tra gli oceani piùfruttuosi in termini econo-mici, producendo introiti pari

a 22 miliardi nel 2014. Perquanto riguarda le specie, iltonnetto striato primeggia traquelle consumate, in ragionedel suo utilizzo da parte del-l’industria conserviera mon-diale. Anche il tonno a pinnegialle, tipologia predilettadall’industria di conserva-zione ittica italiana, ha unasignificativa importanza a li-vello economico. Infine iltonno rosso, il cui valoreoscilla tra i 2 e 2,5 miliardi didollari all’anno. Oltre ad es-sere parte integrante delladieta mediterranea il tonnofresco e quello in scatola sonoricchi di proteine nobili, addi-rittura il tonno in scatola necontiene una quantità mag-giore rispetto a quello fresco.Ambedue apportano acidigrassi omega 3, e anche il con-tenuto di vitamine e sali mi-nerali rimane inalterato: iltonno in scatola come quellofresco, è ricco di iodio, potas-sio, ferro, fosforo e vitaminedel gruppo B. Inoltre, il tonnoin scatola, a parità di apportonutrizionale con quello fresco,è più economico ed offre nu-merosi vantaggi in relazionealla sua facile reperibilità eversatilità in cucina. Chedire...mangiamo tonno?

Il tonno? Una pietanza buona e salutare

Endometriosi: cause, diagnosi e trattamenti

Tonaca mucosa dell’utero,strato cellulare più interno diquest’ultimo. Stiamo parlandodell’endometrio. Tuttavia, circail 5% di donne in Italia – 3 mi-lioni di casi – soffre di endome-triosi. Presenza dell’endometrioall’esterno dell’utero, sedi dovenon dovrebbe esserci. Tra lecause maggiormente avvalo-rate vi è il passaggio - durantele contrazioni uterine provocatedalle mestruazioni - di fram-menti dell’endometrio dal-l’utero alle tube e dalle tubeall’addome. Si impianta sul pe-ritoneo e sulla superficie degliorgani pelvici. In casi rari,anche su fegato, diaframma,pleura e polmone. Quindi, gliestrogeni - prodotti dall’ovaio –provocano modificazioni all’en-dometrio uterino. Tipica delle

donne in età fertile, la malattiaendometriosica comporta do-lore cronico pelvico – che siacuisce durante il periodo me-struale. Alcune donne manife-

stano astenia, lieve ipertermiae fenomeni depressivi. Ma nonsi limita a questi eventi. È trale principali cause di sub-infer-tilità o infertilità. Circa il 30-

40% dei casi. Per una correttadiagnosi sono utili ecografiatransvaginale e in alcuni casiprocedura chirurgiche, quali la-paroscopia o laparotomia. In-cluso nell’iter diagnostico è ildosaggio plasmatico del CA-125 – marcatore tumorale ova-rico - una proteina circolantenel sangue e presente sulla su-perficie degli epiteli cellulari diperitoneo, pleura, pericardio,cervice uterina, endometrio etube di Falloppio. In caso di en-dometriosi il valore nel siero delsangue di CA-125 è moderata-mente elevato. Se elevatissimo,è elevato anche il rischio di tu-more dell’ovaio. Nelle formelievi, i medici preferiscono at-tendere una possibile guari-gione spontanea. In forme piùmoderate e gravi, l’iter prevede

la pianificazione di una terapiafarmacologica o chirurgica. Iltrattamento farmacologico sicompone di farmaci antidolori-fici per alleviare il dolore pel-vico, da dismenorrea, ladispareunia. Altri farmaci utilisono i FANS, il paracetamolo,la codeina. La terapia ormonaleinvece ha un’azione anti-estro-genica, in modo che gli estro-geni non stimolino il tessutoendometriale ectopico e indurload atrofizzazione. Il tratta-mento chirurgico prevede la li-berazione delle aderenzepelviche, nella distruzione dellelesioni endometriosiche piccolee nell’asportazione degli endo-metriosi grandi. In ogni caso,controlli costanti rappresen-tano la principale forma di pre-venzione. F.C.

Ad oggi la sua portata continua a crescere negli oceani Indiano e Pacifico

Alcune donne manifestano astenia, lieve ipertermia e fenomeni depressivi

Antonio Palumbo

I nuovi approcci per la proget-tazione e la pianificazione deiterritori rurali coltivati, abi-tati e multifunzionali possonodeterminare svolte importantiper uscire dalle emergenze egestire le trasformazioni versole opportunità. In tal senso,appaiono sempre più necessa-rie l’individuazione e l’ado-zione di nuove strategieoperative, finalizzate a recupe-rare le caratteristiche origina-rie dei luoghi rurali e aripensare le future logiche diinsediamento. Le letture e le sintesi fin quiportate avanti dalle variescuole di pensiero hanno mo-strato come la qualità esteticadel paesaggio sia funzione, daun lato, della sua consistenzamateriale, del disporsi dellesue componenti fisiche se-condo certe configurazioni (inuna parola, della sua “forma”),dall’altro delle amplificazioni ointerpretazioni, delle “imma-gini” che di tali configurazioniha fornito la mediazione dellacultura. Il paesaggio è, dun-que, un «prodotto culturale»,inteso in una duplice acce-zione tesa a catturare l’ambi-

guità o la specificità implicitenella sua semantica: è, infatti,stratificazione di segni, oggettie rapporti che la storia dellacultura antropica ha deposi-tato sull’ambiente naturale,interagendo con esso, ma èanche l’esito di un processo diriflessione sul mondo delleforme materiali, che gli haconferito valenze estetiche

rendendolo riconoscibile cometale. Questa concettualizza-zione, che tiene il paesaggiosospeso tra i due poli del sensodella forma concreta e dell’im-magine culturale, porta aprenderne in considerazionedue caratteristiche fondamen-tali: la “leggibilità” della strut-tura, ovvero il riconoscimentodi regole di coerenza interna

che presiedono all’organizza-zione delle sue parti; la “figu-rabilità”, che allude al portatodei significati culturali asso-ciati a un determinato luogo eche si lega all’evocazione di«immagini ambientali vivida-mente individuate, potente-mente strutturate, altamentefunzionali». Vanno sempreanalizzati, a tal scopo, alcuni

campioni territoriali scelticome casi di studio. Per ciascuno di essi occorrerappresentare e descrivere irapporti morfologici fondatividell’identità del paesaggio: larelazione tra sistema insedia-tivo e morfologia del suolo; ladistribuzione della coperturaboschiva rispetto alle caratte-ristiche altimetriche e clivo-metriche del terreno e allarete idrografica; le regole di di-sposizione delle colture suiversanti collinari e in rela-zione al sistema insediativo; ilrapporto tra la vegetazionenon colturale (alberi isolati, fi-lari, siepi, ecc.) e i segni dellamaglia agraria; le caratteristi-che delle varie colture. Gli elementi caratterizzanti ipaesaggi presi in considera-zione vanno poi riassunti inuna serie di ipotesi di inter-vento a partire dalle qualivenga elaborata una rappre-sentazione di sintesi conte-nente indirizzi e criteri per ilmiglioramento del quadropaesaggistico complessivo. Rispetto al paesaggio italianoin generale, punto di partenzaimprescindibile - al netto diqualche eccezione - è l’Otto-cento, periodo in cui cominciaa trasformarsi radicalmente ilterritorio del nostro Paese ri-spetto ai secoli precedenti e sidetermina, in parallelo, unasensibilità estetica sufficiente-mente matura da rendere ilpaesaggio stesso soggetto au-tonomo di rappresentazione,di apprezzamento e di tutela.

Il disegno del paesaggio agrarioNecessarie nuove strategie per recuperare le caratteristiche originarie dei luoghi rurali

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Arcangelo Guglielmelli (Na-poli, 1648 - Napoli, 1723) nac-que da Marcello e CaterinaVera e visse la sua infanzianella casa del pittore Onofriode Marino. Si formò sotto laguida di Dionisio Lazzari chelo introdusse agli ordini reli-giosi più prestigiosi. Ben pre-sto si scontrò con FrancescoSolimena e lo scontro lo dan-neggiò non poco (Bernardo deDominici, su "suggerimento"di Solimena non lo inserì tragli architetti napoletani neisuoi testi). Guglielmelli fu anche pittorespecializzato nelle quadra-ture diventando un fidato col-laboratore di Luca Giordano.Lavorò nella chiesa dei Gero-lamini, nella Chiesa di Don-naregina Nuova e nellabasilica di San Paolo Mag-giore. Fu anche progettista di"macchine da festa". Dal ma-trimonio con la figlia di DeMarino nacquero due figli(Marcello seguì le sue orme ediventò architetto). Opera suadi quegli anni la ristruttura-zione del presbiterio dellachiesa del Gesù delle Mona-che con l'aggiunta di un cupo-lino in stile berniniano con lafinalità di illuminare l'altare.Nel 1678 lavorò presso il com-plesso di Santa Maria dellaConsolazione e in una cap-pella della chiesa di SantaMaria della Stella.Tra il 1682 e il 1684 progettòla facciata della chiesa diSanta Maria in Portico. Dopoil violento terremoto del 1688

si occupò del restauro dellachiesa della Compagnia dellaDisciplina della Santa Croce.Dal 1690 al 1693 rifece com-pletamente la chiesa di SantaMaria del Rosario alle Pigne:la struttura, caratterizzata dauna planimetria a croce grecacon bracci trasversali corti,possiede una facciata moltosingolare: al centro si apreuna nicchia che ospita la sta-tua della Madonna sotto unpanneggio che si ispira anco-raa Bernini. Dal 1691 lavoròal completamento della chiesadi Santa Maria Egiziaca a Piz-zofalcone. Sempre in seguitoai danni provocati dal sisma,

realizzò gli interventi di re-stauro e consolidamento nellaCattedrale di Amalfi e dellaCattedrale di Salerno. Nellaprima chiesa fu pure autore dirilevanti modifiche alla strut-tura originaria. Nel 1692, sucommissione di Antonio San-felice e di Carlo Celano, fu ilprogettista del restauro dellaBasilica di Santa Restituta; sioccupò della soluzione berni-niana del proscenio sorrettodagli angeli di BartolomeoGhetti ad incorniciare un di-pinto di Lorenzo Vaccaro. Trail 1692 e il 1693 progettò lanuova cupola della chiesa delGesù Nuovo e restaurò cap-

pelle e portali. Nel 1693 sosti-tuì Giovan Battista Continicome architetto dell'Abbaziadi Montecassino e ricostruì lachiesa di San Germano a Cas-sino. Nel 1694 gli venne com-missionato il progetto diespansione della chiesa diSanta Maria Donnalbina (ag-giunse un presbiterio con cu-pola). Contemporaneamenterealizzò il completamentodella chiesa di San Carlo al-l'Arena e di San Giorgio Mag-giore e dal 1696 fu presso ilcantiere di restauro della fac-ciata della Basilica di SanPaolo Maggiore e poi presso lachiesa di Sant'Antonio Abate.

Notevoli in quegi anni i lavoripresso la chiesa e la Bibliotecadei Girolamini. Suoi anche inuovi assetti delle chiese diSan Giuseppe dei Ruffi, diSanta Maria alla Sanità e diSanta Maria delle Grazie(sempre più frequentementeinsieme al figlio). Il Gugliel-melli morì nel 1723 e venneseppellito nella Chiesa dei Gi-rolamini. A Montecassino siconserva una collezione di in-cisioni realizzate su disegni etavole di progetto di un arti-sta che, per la qualità e laqualità delle sue opere, non èstato ricordato mai comeavrebbe meritato.

Grandi Napoletani, grandi Campani

L’architetto Arcangelo Guglielmelli

In occasione del convegno diWindsor in Gran Bretagna, èstato ufficialmente lanciato ilprogetto pilota “Energy effi-cient mortgages pilot scheme”,che durerà almeno due anni evedrà coinvolte molte tra leprincipali banche europee.Obiettivo dell’iniziativa è pro-muovere sul mercato i mutuiper l’efficienza energetica, cer-cando di testare il più recentequadro di riferimento per i“mutui verdi”, per poi proce-dere al lancio di un pacchettodi prodotti più appetibili perl’efficientamento energetico.L’obiettivo del progetto pilotaè proprio quello di delinearecondizioni di finanziamentofavorevoli per edifici sosteni-bili, volti a finanziare l’acqui-sto o la costruzione di unacasa green ovvero a riqualifi-care il “colabrodo energetico”immobiliare, riducendo l’im-patto ambientale del patrimo-nio esistente. Di fatto poco o nulla cambierànell’erogazione del mutuo.Come puntualizzato da Lu-ciano Chiarelli, Head of ABSand Covered Bonds di Unicre-dit, “per una famiglia richie-dere un prestito resta unmomento critico, ma chiarire ibenefici in termini di salute,consumi, etc. può portare astimolare la domanda. Vo-gliamo produrre un pacchettoche faccia capire al consuma-tore che può aggiungere allatorta questa ‘ciliegina’ a costoquasi zero”. Innanzitutto ridu-cendo i parametri di rischioper gli attori coinvolti, princi-

pale timore per chi eroga o ri-chiede un mutuo. “La casa ef-ficientata ha costi di energia emanutenzione inferiori, cosìda incidere meno sul redditodisponibile del mutuatario,che resta più elevato. Inoltre,l’immobile mantiene un va-lore maggiore anche nell’ipo-tesi peggiore di insolvenza”.Un minor rischio per la bancaequivale all’applicazione di untasso di interesse più basso,grazie all’incremento del va-lore dell’immobile ed all’incre-mento del finanziamentocedibile. In passato gli istitutidi credito hanno provato a“elaborare mutui per finan-ziare la riqualificazione ener-getica degli edifici”, ma ariscontro di un esiguo numerodi richieste. I costi per opera-zioni di riqualificazione ener-getica e di interventoantisismico continuano difattiad essere troppo elevati. E glistessi istituti di credito nesono ben consapevoli, tantoche questo progetto nasce pro-prio dalla volontà di promuo-vere un modo diverso di “farebanca”. Sono stati condotti di-

versi studi sulle possibilità disviluppo dei mutui ecologici etra le ipotesi in fase di studiotroviamo la possibilità dicreare piani di ammorta-mento legati al superamentodi obiettivi di risparmio: unavolta raggiunto il target, iltasso di interesse si abbassaautomaticamente. I vantaggiper i consumatori sono legatinon solo ad una riduzione deiconsumi, ma anche a beneficiin termini di salute e sicu-rezza. Secondo il sole24ore”entro unanno nella migliore delle ipo-tesi, potrebbe esplodere il set-tore dei mutui verdi,finalizzati ad aumentare laclasse energetica degli immo-bili, sia nel caso di una ristrut-turazione sia nellacombinazione acquisto più ri-strutturazione. Si tratterebbedi finanziamenti con tassi emeccanismi di favore supe-riore alla media, convenientiper il cliente ma anche per lebanche, a livello di gestionedel rischio e di reperimento dicapitale”, in un clima di fidu-cia reciproca. Ros.Fa.

Nuovi interventiper i mutui verdi

Dante Santoro

Tra i banchi di scuola si studiano maggiormente letematiche ambientali, anche grazie ad una mag-giore sensibilità acquisita dai docenti, ma anche leistituzioni hanno fatto alcuni passi (ancora piccolia dire il vero) per mettere a sistema momenti di in-formazione per gli studenti. La Buona Scuola an-nunciava tra i suoi buoni propositi anche quello dieducare i giovani al rispetto dell’ambiente, sem-brava un punto di svolta ma in realtà ad oggi restaancora un auspicio. L’ Educazione ambientale deve diventare uno stru-mento fondamentale per creare cittadinanza sen-sibile e comunità responsabili sulle questioniambientali e di rispetto del territorio. La crescenteattenzione per l’interconnessione tra aspetti am-bientali e sociali è il principio per cui l’educazioneallo sviluppo sostenibile è una disciplina che gra-dualmente sta entrando dalla porta principale nelmondo della scuola. Ormai il tema è diventato dicaratura mondiale tant’è che la comunità interna-zionale già nel 2002 ha riconosciuto il ruolo cen-trale dell’ ESS quando diventò realtà l’idea diinaugurare il Decennio dell’ Educazione sullo svi-luppo sostenibile , era il vertice mondiale sullo svi-luppo sostenibile a Johannesburg. Alla fine delDESD, l’ UNESCO rilanciò il Programma Globaled’Azione sull’ Educazione allo Sviluppo sostenibile(GASP) per contribuire alla nuova Agenda 2030 perper lo Sviluppo Sostenibile. In italia è stata rilan-ciata dal Ministero dell’ Ambiente in collaborazionecon il Ministero dell’ Istruzione la pubblicazionedelle nuove linee guida per l’ educazione ambien-tale. La collaborazione tra i due Ministeri si è raf-forzata con un protocollo d’intesa sull’educazioneambientale e allo sviluppo sostenibile nelle scuole,a conclusione di tutto i ministeri competenti hannosottoscritto una Carta nazionale coinvolgendo cen-tinaia di esperti e rappresentanti di enti, istitu-zioni, associazioni e imprese. La Carta nazionale è il contenitore che elenca i ri-sultati ottenuti dai Tavoli di lavoro tematici.Ecco alcune delle iniziative intraprese in questianni che hanno permesso la diffuzione dell’educa-zione ambientale:The Water Rooms, iniziativa di Unesco WWAP eMinistero dell’Ambiente per illustrare le complesseinterconnessioni tra acqua, cibo, energia e am-biente (2015) • Il sistema nazionale I.N.F.E.A. (2013) • Eureka Energia e Ambiente (2013) • Campagna Sustainable Energy Europe (SEE)(2005-2011) • Concorsi "Le cose cambiano se..." e "Scuola, am-biente e legalità" (2010) • Campagne di comunicazione

EDUCAZIONE AMBIENTALEAllo studio un pacchetto di prodotti per l’efficientamento energetico

Le linee guida del Ministero dell’Istruzione

Secondo una recente indaginecondotta dalla community diFriends of Glass (amici delvetro) tre europei su quattroconsiderano il vetro l’imballag-gio più amico del mare. Nel lin-guaggio comune, il terminevetro viene utilizzato in sensopiù stretto, riferendosi sola-mente ai vetri costituiti preva-lentemente da ossido di silicio(vetri silicei), impiegati comemateriale da costruzione (so-prattutto negli infissi), nellarealizzazione di contenitori (ades.vasi e bicchieri) o nella ma-nifattura di elementi decorativi(ad es. oggettistica e lampa-dari). La maggior parte degliutilizzi del vetro derivano dallasua trasparenza, dalla suainalterabilità chimica e dallasua versatilità: infatti, grazieall'aggiunta di determinati ele-menti, è possibile creare vetricon differenti colorazioni e pro-prietà chimico-fisiche. L'arte etecnica della fabbricazione edella lavorazione del vetro èchiamata "ialurgia". Il vetrocontiene anche sostanze dettefondenti, che abbassano ilpunto di fusione della silice(circa 1.726 °C), e altre dettestabilizzanti, che rendono il

vetro resistente alle aggres-sioni degli agenti atmosferici.Riciclabile al cento per cento.Alla vigilia della GiornataMondiale degli Oceani, ilWorld Oceans Day che si cele-bra l’8 giugno, Friends of Glassha lanciato la campagna ‘En-dless Ocean’, sostenuta in Ita-lia da Assovetro (l’AssociazioneNazionale degli Industriali delVetro) che ha sottoscritto unapartnership con Legambienteper la lotta ai rifiuti marini.L'ambiente è stato da sempreuna delle priorità dell’industriadel vetro e, grazie all’alto tassodi riciclo raggiunto, sono dimi-nuiti i consumi di energia, leemissioni di CO2 e il prelievodi materie prime, sempre piùscarse. Inoltre, dal momentoche il vetro è inerte, anche seun contenitore fatto di questomateriale dovesse finire inmare, non verrebbe rilasciataalcuna sostanza pericolosa, néci sarebbe una trasformazionedel vetro in micro-particelleche potrebbero contaminare lacatena alimentare o inquinarei mari. Sempre secondo lacommunity di Friends of Glass,tre europei su quattro conside-rano il vetro come la scelta di

imballaggio più 'amica' delmare, non solo: il 72% di essiora ritiene che il proprio im-patto sui mari sia una prioritànel proprio stile di vita, a co-minciare dai prodotti che com-pra e dai rispettivi imballaggi.Il 78% degli europei ha regi-strato un cambiamento nelproprio comportamento e stiledi vita affermando di prestaremaggiore attenzione alle pro-prie decisioni quotidiane a fa-vore dell’impatto ambientale.Sempre il 78% degli europei,inoltre, classificherebbe il vetroai primi posti in una personaleclassifica di imballaggi per cibie bevande. B.G.

Il vetro, un amico del nostro mare

In Campania stanziati nuovi fondiRosa Funaro

La messa in sicurezza degliedifici preposti alla sicurezzadei cittadini è sempre un inve-stimento giusto e doveroso daparte delle Amministrazionilocali. Motivo per cui, spesso ènecessario lo stanziamento dirisorse economiche da adope-rare in questa direzione. Sul Bollettino Ufficiale n. 43del 21/06/2018 della RegioneCampania sono state pubbli-cate due importanti determine(n. 14 e n. 15), con cui vengonostanziati da parte della Re-gione i fondi necessari da de-stinare alla realizzazione diindagini e studi di microzona-zione sismica e all'esecuzionedi interventi di migliora-mento/adeguamento sismico odemolizione e ricostruzione diedifici di interesse strategico,per un totale di 25 milioni di

euro. Il primo avviso pubblico(22 milioni di euro), approvatocon decreto dirigenziale n. 15del 19/06/2018, prevede la con-cessione di contributi finaliz-zati agli interventi diadeguamento, demolizione ericostruzione di edifici e infra-strutture di interesse strate-gico. I soggetti che possonoaccedere ai finanziamenti pre-visti, per un massimo di 1 mi-lione di euro per ogni singolointervento, sono i Comuni, laCittà Metropolitana di Napolie le Aziende sanitarie locali.Rientrano nelle tipologie diedifici per cui è possibile acce-dere a tale finanziamento: lesedi di Amministrazioni comu-nali con funzioni connesse allagestione delle emergenze; lesale operative per la gestionedelle emergenze; gli edifici edopere individuate nei piani diemergenza; le Centrali opera-

tive del 118 e i presidi sanitari.Per queste strutture è possi-bile richiedere un finanzia-mento per procedere ainterventi di: rafforzamento lo-cale; di adeguamento o miglio-ramento sismico e didemolizione e ricostruzione. Ilsecondo avviso (relativo a circa3 milioni di euro), approvatocon decreto dirigenziale n. 14del 19/06/2018, finanzia la rea-lizzazione di studi di microzo-nazione di livello 1 da parte deiComuni della Campania chenon hanno ancora usufruito difinanziamenti pubblici dellastessa natura con i precedentidecreti. Per entrambi gli avvisii Comuni che presenterannodomanda di partecipazione do-vranno anche inviare unascheda informativa necessariaper l'implementazione dellostudio sulla piattaforma iTERCampania.

L'arte e la tecnica della lavorazione di questo materiale è chiamata "ialurgia"

MICROZONAZIONE E PREVENZIONE DEL RISCHIO SISMICO

Cristina Abbrunzo

Il concetto di circolarità è unadelle più antiche pratiche di ri-sparmio di risorse, ma pur-troppo, a livello globale, menodel 2% dei materiali riciclati ètrasformato in nuovi prodotti,come ci si aspetterebbe. Lamaggior parte di ESSI finiscein discariche, impianti d’ince-nerimento o nell’oceano. Que-sto perché la nostra economianegli ultimi 80 anni è stata co-struita su una produzione li-neare, quindi nessun singoloproduttore è davvero respon-sabile dei rifiuti da lui gene-rati o del destino di un suoprodotto al termine della suautilità. Di conseguenza, la re-sponsabilità di smaltimentodiventa pubblica ed è difficilemettere d’accordo tutti. Lapercentuale di aziende che riu-tilizzano i propri prodotti è an-cora molto più bassa rispettoall’uso di materiali vergini.L’espansione capitalistica e ilconsumismo hanno peggio-rato, dunque, la situazione eoggi, solo sperare di far au-mentare l’attenzione al con-cetto di riciclo, può essere vistocome il primo passo versoun’economia circolare. Questele riflessioni che hanno mossoArthur Huang, giovane im-prenditore originario di Tai-pei, a fondare in tempi nonsospetti (2005) MINIWIZ,

azienda di design che si poneuna missione molto chiara: af-frontare – e risolvere – lagrande disparità attuale tra lasostenibilità, il riciclo, una ge-nerale e crescente coscienzaeco e la desolante realtà dimercato sprovvista di applica-zioni realizzabili finanziaria-mente. Laurea alla HarvardUniversity in Architettura, illibro Tao Te Ching (Libro dellaVia e della Virtù) in tasca e unapproccio pragmatico e risolu-tivo ai problemi della società

contemporanea, Huang haportato, dopo solo 10 anni, lasua azienda ad ottenere un ri-conoscimento al World EconicForum come pioniere nellatecnologia relativa a Ener-gia/Ambiente e Infrastrutture,evidenziando l’impatto posi-tivo dell’attività aziendale sulmondo dell’ambiente e dellosviluppo economico. Oggi, MINIWIZ si concentrasulla realizzazione di mate-riali ad alte prestazioni creatidai rifiuti come il progetto

“Trashespresso” ad esempio,che rappresenta un esempiovirtuoso di economia circolare. Si tratta di un centro di riciclomobile che funziona grazieall’energia solare. Da solo è ingrado di trasformare i rifiuti diplastica e tessuto in piastrelleper l’edilizia. Per ottenere il ri-sultato, tra l’altro, impiega po-chissimo tempo: per produrredieci metri quadrati di pia-strelle sono infatti necessariappena quaranta minuti.A vederlo da fuori, l’estetica diTrashpresso farebbe pensaredi più a un palco da concerto.Invece quella grossa scatolabianca e nera lunga una doz-zina di metri (e trasportabileovunque) fa proprio quello percui è nato: trasformare i ri-fiuti. E per funzionare non habisogno di niente. Nè gas néelettricità. L’unico elementoimprescindibile è il sole. Per ilresto è completamente auto-sufficiente. E per realizzareuna piastrella sono sufficienticinque bottiglie di plastica. El’acqua necessaria al processodi trasformazione? Anchequella, come tutto il resto,viene riutilizzata.«Dimostriamo che il riciclo èpossibile ovunque» spiega sod-disfatto Arthur Huang, «Tra-shpresso non solo permette ditrasformare i rifiuti in loco,ma serve anche come stru-mento educativo nelle comu-nità isolate».La prima sperimentazione èavvenuta con successo poche

settimane fa nella regione delNianBao Yuze, sull’altopianotibetano. La MINIWIZ, cheoggi ha sede anche a Milanoha voluto, in occasione delFuorisalone del Design 2018,presentare Trashpresso anchequi in Italia, posizionandol’unità mobile di riciclo allespalle del castello Sforzescoper tutta la durata della mani-festazione. Ed è sempre a Mi-lano che in collaborazione conPentatonic, nuovo brand ita-liano di articoli per la casa eaccessori realizzati con mate-riali del tutto innovativi e rici-clati, che la MINIWIZ ha fattosorgere l’House of Trash, unospazio a metà tra abitazione,ufficio e showroom nel cuoredella città (Foro Bonaparte)dove i rifiuti trasformati di-ventano a tutti gli effetti og-getti di design, suppellettili,mobili e lampade.In questo spazio tutto trovauna nuova collocazione e unnuovo utilizzo, dagli scartidella moda a quelli dei conte-nitori di cibo, fino a vecchielettrodomestici o cellulari. In un vero e proprio processodi trasformazione e rinascital’House of Trash dimostreràche l’economia circolare è pos-sibile e ha un suo valore este-tico. Una volta inaugurata laCasa terrà le porte aperte alletante aziende sostenibili chevorranno mostrare le ultimecreazioni e innovazioni green,diventando un vero e propriolaboratorio di idee.

Il concetto di trash come risorsa e l’economia circolareArrivano in Italia i progetti virtuosi del colosso MiniwiZ

Felicia De Capua

Pagare una consulenzaesterna per far supportarel’ente nella gestione dell’anti-corruzione, esternalizzando ilservizio, è danno erariale: astabilirlo è la Corte dei Conti,sez. Lazio, con la sentenzan.269/2018, pubblicata il 4maggio scorso. I giudici conta-bili non escludono in via diprincipio che una parte dellamappatura dei rischi possa es-sere oggetto di affidamento aterzi, ma l’elaborazione delPiano di Prevenzione dellaCorruzione è considerataparte integrante della missionstrategica dell’Ente che deveessere connaturale alla stessaorganizzazione. Invero l’art. 1comma 8 della L.190/2012esclude espressamente chetali attività possano esseresvolte da soggetti terzi rispettoall’amministrazione. Nel casodi specie la convenuta, nellaqualità di segretario comu-nale, avrebbe assegnato illeci-tamente un contratto diconsulenza e servizi ad una so-cietà, riguardante l’analisi dei

rischi per l’attuazione dellalegge 190/2012, procedendo apagare, con successivi quattromandati, la somma di 48.400euro. I giudici non si fannoconvincere dall’affermazionedella difesa secondo la quale lamappatura del rischio sarebbeun elemento prodromico alla

redazione del citato Piano, inquanto essi ritengono che“l’analisi dei rischi è unaspetto fondamentale delpiano stesso e ne costituisceuna delle componenti più si-gnificative, secondo quantoprevisto da ANAC nei suoimodelli”. D’altra parte, i giu-

dici contabili affermano chenon può escludersi, in linea diprincipio, che una parte della-mappatura dei rischi possa es-sere oggetto di affidamento aterzi, ma ciò potrà avvenire“quando la struttura di cui de-vono essere valutati i rischi siamolto complessa, particolar-

mente grande, ad esempio intermini di estensione territo-riale, o soggetta a processi dinotevole complessità”. Nelcaso in esame non solo non siritrovano tali caratteristiche,ma dall’analisi del processodecisionale non si rinviene al-cuna indicazione nella partemotiva della delibera che giu-stifichi la scelta di rivolgersiad un soggetto estraneo al-l’amministrazione, eppure lemotivazioni di tale decisionedovrebbero avere evidenzanell’atto. Inoltre, trattandosidi decisione di carattere stra-tegico più che gestionale, ciòavrebbe dovuto comportare uncoinvolgimento dell’organo po-litico dell’ente. Infine non sirinviene negli atti neppurel’indicazione dell’assenza di-personale interno adeguatoper lo svolgimento dell’attivitàin esame, attività che, non es-sendo occasionale ma conti-nuativa, avrebbe richiesto,quantomeno, l’affiancamentoa fini formativi di personaleinterno con il soggetto esternopreposto alla prima redazionedella perizia.

RIFIUTI: sfalci, potature econcorrenza In materia di rifiuti, la ParteIV del decreto legislativo152/2006 stabilisce, all’art.185, comma 1, lett. f), che sonoesclusi dalla disciplina dei ri-fiuti la paglia, gli sfalci e le po-tature provenienti da areeverdi, quali giardini, parchi earee cimiteriali e da attivitàagricole e agro-industriali,nonché ogni altro materialeagricolo o forestale naturalenon pericoloso destinati allenormali pratiche agricole ezootecniche o utilizzati in agri-coltura, nella silvicoltura o perla produzione di energia datale biomassa.Nella propria riunione del 15maggio 2018, l’Antitrust (Au-torità garante della Concor-renza e del Mercato) haaffrontato la questione dellepossibili distorsioni della con-correnza derivanti da tale am-

pliamento del novero dei resi-dui vegetali esclusi dal regimedei rifiuti, ad opera dellaLegge 154/2016.In particolare, si legge nel Bol-lettino settimanale n. 21, del 4giugno 2018, la questione èstata sollevata dal ConsorzioItaliano Compostatori, che halamentato “l’iniqua differen-ziazione prevista, in un disci-plinare di gara perl’affidamento dei servizi dicura del verde pubblico di un

Comune, per il conferimentodegli scarti vegetali agli im-pianti di compostaggio rispettoal conferimento degli stessiscarti negli impianti a bio-masse o all’utilizzo diretto inagricoltura”. L’Antitrust se-gnala, in primo luogo, che aisensi della normativa comuni-taria (dir. 2008/98/CE) glisfalci e le potature possonoprovenire sia da ambienti agri-coli e forestali, e in questo casonon sono rifiuti, sia da am-bienti urbani, nel qual casosono rifiuti organici: “mentre iprimi possono essere utilizzatidirettamente in agricoltura, isecondi necessitano di varitrattamenti, tra cui l’igienizza-zione e la sterilizzazione (maanche la separazione da altritipi di materiali) prima di es-sere riutilizzati”. La citata let-tera f) del comma 1 dell’art.185, diversamente, esclude talisfalci e potature dal campo di

applicazione della disciplinasui rifiuti, consentendo l’uti-lizzo diretto in agricoltura delverde urbano (pubblico e pri-vato) senza necessità di tratta-mento. Da qui, le possibilidistorsioni nella gestione dellerisorse, “a sfavore delle im-prese che utilizzano gli scartivegetali come input nell’am-bito di filiere di riciclo tracciatee controllate”. In sostanza, talisfalci e potature, non essendorifiuti, possono essere impie-gati anche al di fuori delle pro-cedure di compostaggiopreviste per i rifiuti vegetali,“con evidente difformità deicosti di trattamento gravantisulle diverse filiere”: conside-rato che i costi di trasforma-zione degli scarti vegetali qualirifiuti – compostaggio – supe-rano di gran lunga quelli deri-vanti dal reimpiego diretto ditali materiali in agricoltura, ilrischio è anche quello di pena-

lizzare il settore del compo-staggio, unico a presentare re-quisiti di certificazione suitrattamenti adottati. A ciò siaggiunge, infine, la possibilitàche nell’ambito delle gare perl’affidamento del servizio dicura del verde pubblico gli entilocali possano privilegiare latrasformazione degli scarti ve-getali in risorsa, così amplifi-cando l’effetto distorsivo dellanormativa. Su tali basi, l’Anti-trust auspica l’abrogazionedella formulazione attualedella lettera f) del comma 1dell’art. 185, come modificataad opera della legge 154/2016,“allineandone i contenuti aquanto previsto dalla perti-nente normativa comunitaria,e in particolare dalla direttiva2008/98/CE, al fine di elimi-nare potenziali effetti distor-sivi nei mercati deltrattamento degli scarti vege-tali”. A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

La mappatura dei rischi corruttivi: la decisione della Corte dei Conti

È danno erariale esternalizzare il servizio

Il volume pubblicato per ri-cordare i 140 anni dalleprime partenze organizzatedall’Italia e dai primi arrivinel Rio Grande do Sul, riper-corre i percorsi dei migrantiindagando quei comporta-menti e quelle strategie chehanno portato alla creazionein terra brasiliana di nuoviterritori caratterizzati da ele-menti visibili e invisibili diitalianità. Ponendo al centrodel discorso la valorizzazionedelle tradizionali tecniche vi-tivinicole, riproposte e riadat-

tate al contesto brasiliano daimigranti, Flavia Cristaldi ri-percorre attraverso questostudio l’azione dei contadini edelle loro famiglie nella co-struzione di quei paesaggi se-gnati dall’uva e dal vino cheancora oggi raccontano delleorigini degli abitanti. L’ap-partenenza all’Italia e allasua discendenza modella cosìil territorio, lo caratterizzanei segni e nei valori cultu-rali, ne determina le forme el’uso, raccontando al mondo ilpiacere di poter bere un bic-chiere di vino, quello stessovino le cui gocce fanno esplo-dere nella memoria e nell’in-conscio l’epopea dei migrantiitaliani e delle loro conquiste.C’è la storia dell’Italia e lastoria del Brasile con l’incon-tro tra due paesi e due cul-ture, le loro differenze el’amalgama che ne è derivatadal punto di vista storico, eco-nomico, politico e culturale.

Di qua e di là dal mare. Filastrocche migrantiCon la Costituzione nel cuore

Il futuro apre sempre nuovi orizzonti Vivere è un mestiere che insegna la speranza mentre lo si esercita

Lo scopo formativo dell’opera,a cominciare dal titolo, è cosìspiegato dal coautore France-sco Campobello: “Abbiamointrapreso un viaggio nelleorigini e nella storia dellaRepubblica e insieme nellavicenda biografica di Smu-raglia, dalla scelta consape-vole e convinta dell’8settembre ’43 scandendoneogni tappa, il suo primo 25aprile e i successivi all’inse-gna della festa, della testimo-nianza, dell’impegno e delricordo, fino alle ultime ricor-renze, caratterizzate spessoda accesa contrapposizione”.Una narrazione del Paese, edei tanti nodi cruciali che po-tevano cambiarne il corso,raccontata con la lente dellaCostituzione “perché ogni ar-ticolo della Carta rispec-chiava anche il senso e il finedi un’esperienza umana esi-stenziale”.Quella del partigiano, del do-cente universitario alla sta-

tale di Milano nel ’68, dell’av-vocato che difese i partigiani,il giuslavorista, il compo-nente del Consiglio superioredella magistratura, il pm, ilsenatore e infine del presi-dente dell’Anpi. La Costitu-zione dunque, saldo ponte trapassato e presente ed elabo-razione di prospettive per ilfuturo. Un affresco proiettatosull’Italia di oggi, sull’Europae sulla sua crisi, sui naziona-lismi, sui muri e i fili spinatidove, nonostante tutto e tutti,prevale la forza dell’ottimi-smo della volontà.

Come spiegare la migrazione,anche nelle sue estreme con-seguenze, ai bambini? Di quae di là dal mare. Filastrocchemigranti è un libro meravi-glioso, nato dal progetto diCarlo Marconi che insieme aisuoi alunni ha dato vita, dopoun’accurata discussione, aventuno filastrocche sul temadella migrazione, una perogni lettera dell’alfabeto, ac-compagnate ognuna da un’il-lustrazione d’autore. Ilprogetto nasce proprio suibanchi di scuola dopo il tra-gico naufragio di Lampedusadel 3 ottobre 2013. Dopoaverne parlato con i suoi stu-denti, l’autore si è interrogatosu quale potesse essere ilmodo migliore per spiegare lamigrazione, tema delicato macaldissimo, ai più giovani. At-traverso il linguaggio univer-sale della poesia e delleimmagini, le filastrocche sve-lano ai lettori di ogni età le op-portunità e i drammi delle

migrazioni. Con un linguaggiosemplice e ritmato esse rie-scono a veicolare efficace-mente temi complessi come latratta delle persone, le diffe-renze culturali, il dirittod’asilo. Le migrazioni sono, esaranno sempre più, un’espe-rienza vicina alla vita quoti-diana di ciascuno di noi: daqui nasce la necessità di pro-muovere uno sguardo acco-gliente e rispettoso dell’altro.Una raccolta di filastrocchebellissime che fanno rifletteresu ciò che sta accadendo inquesti ultimi anni. Filastroc-che che parlano di partenze,di fughe, di approdi, di acco-glienza, di ospitalità. Maanche di angoscia, dispera-zione, nostalgia e speranza.Artisti pluripremiati e illu-stratori emergenti hanno do-nato le loro tavole per darevita alle parole con il propriostile e la propria personalesensibilità. Le illustrazioniaccompagnano ogni fila-

strocca, amplificando e arric-chendo il messaggio tra-smesso dalle rime. Il volumelega insieme arte visiva, testopoetico e temi sociali, e si ri-volge sia agli adulti che ai piùpiccoli. È inoltre uno stru-mento didattico molto validoper gli insegnanti e gli opera-tori impegnati in percorsieducativi sui temi delle mi-grazioni, dei diritti umani edel rispetto delle differenze.

La casa editrice Àncora, hapubblicato il terzo volumedella trilogia dedicata a BobDylan, illustre figura che hacontribuito a raccontare la sto-ria della musica del Novecentoe ancora di oggi. Il motivo diquesta scelta è che per, RenatoGiovannoli l’autore della pub-blicazione, il cantautore ame-ricano rappresenterebbe un“capitolo cruciale e complessodella religiosità americana”.La Bibbia secondo Bob Dylano Bob Dylan secondo la Bib-

bia? Secondo quanti hanno in-dagato sulle sue canzoni,Dylan, nel corso della sua car-riera, ha attraversato ogni sta-dio dell’esperienza religiosadisponibile all’anima ameri-cana. L’autore, docente di filo-sofia, giornalista e scrittore, haanalizzato testi e citazioni conriscontri inediti: quella cheemerge si configura comeun’analisi complessa o, meglio,una sorta di guida alla Bibbiasecondo Bob Dylan o a BobDylan secondo la Bibbia. Lepagine del testo sono dedicatealla musica prodotta da Dylannegli anni compresi tra il 1988e il 2012, periodo in cui sonostati registrati i suoi ultimi di-schi composti da brani origi-nali prima dei tre albumdedicati alla canzoni interpre-tate da altri. Il periodo corri-sponde a quello in cui ilcantautore dichiarerà aperta-mente che l’unica chiesa allaquale sente di appartenere è

“quella della mente avvele-nata”, ma allo stesso tempo itesti continueranno a ripren-dere citazioni del Vecchio eNuovo Testamento oppure dacanzoni in cui tali citazionisono presenti anche se modifi-cate o utilizzate in un contestonon propriamente legato aduna esperienza o speranza diordine religioso o spirituale.Ecco allora che “the land ofmilk and honey” si trasformanella “land of money”. L’allu-sione all’infranto sogno ameri-cano di libertà e vita miglioreè evidente, ma è tutto lì? O èqualcosa che sa trovare in ogniascoltatore una diversa pro-spettiva interpretativa, tale darivelare più i sogni o i demonidi chi ascolta che quelli di chicanta? In conclusione faccia-moci trasportare dal raccontodi Renato Giovannoli per potercomprendere attraverso lapoetica e l’arte di Dylan, la cul-tura americana. Pop e non.

E andaron per mari a piantar vigneti

La Bibbia di Bob Dylan Volume III (1988-2012)

a cura di Andrea Tafuro

Fino al 1 luglio 2018La “Quintana Storica 2018”A Melizzano (BN)Un tuffo nel Medioevo tra figuranti, arcieri, sbandieratori, archibu-gieri, escursioni a cavallo ed a piedi al Parco del Taburno-Campo-sauro, visita del Castello ed infine il Palio: un grande corteo in abitid’epoca farà scendere in piazza nobili e popolani, in rappresentanzadelle cinque contrade del paese, accompagnati da sbandieratori, tam-burini, archibugieri e arcieri.

Fino al 1 luglio 2018Il “Festival della Cistecca” Al Monte di Procida (NA)Tante le novità, non solo gastronomiche, per questa III edizione delFestival, tra cui una nuova location e un nuovo programma artistico.Oltre alla Cistecca Montese sarà possibile degustare tante altre preli-batezze dello street food campano, il tutto accompagnato da ottimabirra e da tanto intrattenimento, con buona musica dal vivo.

Fino al 4 luglio 2018Mostra fotografica “Terra mia - violenze & meraviglie” di Loreto TerranovaAl Complesso Monumentale San Severo al Pendino (NA)

Fino al 9 luglio 2018“Se Dici Terra”, mostra al Palazzo delle artiA NapoliUna mostra a cura di Susanna Crispino. Nucleo fondante delle opereesposte è la cura e protezione della Terra, responsabilità a cui sonochiamati sia il singolo che la collettività, e su cui le artiste hanno ma-turato una riflessione fondando il laboratorio artistico Se Dici Mani. La rivendicazione di un ruolo attivo nella salvaguardia del territorioe dell'ambiente rappresenta per loro il primo passo per fondare unapratica ecologica globale ed autentica.

Il 6 luglio 2018“Tammurriando sotto le stelle, viaggio da Sud a Sud”a San Nicola La Strada (CE)Si tratta di un viaggio virtuale, attraverso la musica, che va dallaCampania alla Puglia passando per la Calabria: tammurriate, pizzi-che e tarantelle allieteranno i partecipanti in un meraviglioso pecorsoricco di cultura dove musica, danza e tradizione saranno le protagoni-ste di questa attesissima nuova edizione.

Dal 6 all’8 luglio 2018La Festa del Fungo Porcino e Sapori del Borgo A Montoro (AV)L’iniziativa, che risponde alla sempre più crescente domanda di vec-chi sapori tradizionali e che ha lo scopo di valorizzare e promuovere ilpatrimonio eno-gastronomico dell’intero territorio montorese, avrà ilFungo Porcino come protagonista assoluto.

Il 7 luglio 2018La Sagra dell’Asado A Ariano Irpino (BN)L’Asado è una tecnica di cottura tipica argentina e più in generale didiversi paesi dell’America Latina, con cui le carni vengono cotte lenta-mente, per più di sei ore, sfruttando il calore indiretto della legna chearde. Questa particolare cottura conferisce al piatto un sapore e unaconsistenza unici. L’asado, inoltre, viene generalmente accompagnatodalla tipica salsa “Chimichurri” per esaltarne ulteriormente il sapore egli aromi.

Il 7, 14,21 e 28 luglio 2018“E…state al fresco”Al Museo del Sottosuolo (NA)L’arte come refrigerio contro l’arsura estiva cittadina. E…state al fre-sco è il nuovo appuntamento del Museo del Sottosuolo di Napoli: unaminirassegna teatrale, 4 spettacoli di parole raccontate, storie scritte eimprovvisate e musica d’autore da godere alla temperatura costante di18 gradi.

Dal 7 al 15 luglio 2018Il “Bufala Fest” Sul Lungomare di NapoliSarà il #Territorio, con le sue tipicità e le sue potenzialità, il temadella IV edizione. Un fitto cartellone di eventi e iniziative che punta astimolare il networking tra aziende e realtà che operano nel settoregastronomico ma anche a offrire “sempre di più”, soprattutto in ter-mini di qualità ed eccellenza, ai visitatori e agli espositori. BufalaFest si rinnova sperimentando un nuovo format con stand di livellointernazionale, workshop e incubatori food per stimolare nuove idee efar crescere le aziende.

Dal 13 al 15 luglio 2018“Limoni in festa”a Massa Lubrense (NA)Un'ottima occasione per gustare tantissime prelibatezze delle cucinatradizionale a base del tipico agrume locale: il limone ovale massese,detto “femminiello”. La manifestazione prevede una serie di appunta-menti che si svolgono nel centro cittadino, seguendo i sapori dei piattial profumo di limone, i suoni delle musiche popolari, la riscoperta deipalazzi più antichi, delle stradine, degli angoli tipici.

Dal 13 al 17 luglio 2018La “Sagra Lagane e Ceci” A Rufoli (SA)La sagra nasce nel 1990 nell'ambito della comunità parrocchiale diSan Michele, con l’obiettivo di valorizzare un prodotto tipico della ga-stronomia locale, un piatto legato profondamente alla storia e allatradizione contadina e che, ancora oggi, in molte famiglie del luogocontinua a essere preparato a mano con la ricetta dei propri nonni.In occasione della sagra, si potranno gustare i prodotti tipici dellazona, ma non mancheranno spettacoli itineranti, musica di qualità edivertimento assicurato per grandi piccini.

L’ESTATE IN CAMPANIAa cura di Fabiana Liguori