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EDIZIONE 2009
IL SISTEMA DEI CONFIDI ARTIGIANIADERENTI A FEDART FIDI
Il Sistema dei Confidi Artigiani aderenti a Fedart FidiEdizione 2009
13° annoEdizione definitiva
(Dati al 31 dicembre 2008 e al 30 giugno 2009)
EDIZIONE 2009
Indice
INDICE
PRESENTAZIONE 5
LE CARATTERISTICHE DELL’INDAGINE 7
QUADRO DI SINTESI DEL SISTEMA CONFIDI FEDART – ANNO 2008 – 12
I CONFIDI DI 1° GRADO: ANALISI STRUTTURALE ANNO 2008 25
1.1 LE CARATTERISTICHE DEL CAMPIONE 26
1.2 LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA 28
1.3 I VOLUMI DI ATTIVITÀ 37
1.4 LA PATRIMONIALIZZAZIONE DEL SISTEMA 40
1.5 GLI AFFIDAMENTI 44
1.6 LE SOFFERENZE 51
1.7 LE MODALITÀ OPERATIVE E I SERVIZI OFFERTI 56
1.8 I RAPPORTI CON IL SISTEMA BANCARIO 62
I CONFIDI DI 1° GRADO: ANALISI TENDENZIALE 2004-2008 67
2.1 LE CARATTERISTICHE DEL CAMPIONE 69
2.2 IL PATRIMONIO NETTO E LE GARANZIE 71
2.3 GLI AFFIDAMENTI 74
2.4 I RAPPORTI CON IL SISTEMA BANCARIO 76
I CONFIDI DI 1° GRADO: ANALISI CONGIUNTURALE 1° SEMESTRE 2009 79
3.1 L’ATTIVITÀ NEL 2009 83
3.2 LA PATRIMONIALIZZAZIONE 87
3.3 LE MISURE ANTI-CRISI 89
3.4 I RAPPORTI CON LE BANCHE 92
I CONFIDI REGIONALI DI 2° GRADO 97
4.1 L’ATTIVITÀ DEI CONFIDI DI 2° GRADO 99
DATI REGIONALI: ANALISI STRUTTURALE ANNO 2008 103
DATI REGIONALI: ANALISI TENDENZIALE ANNI 2004-2008 125
ELENCO CONFIDI SOCI FEDART FIDI 137
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EDIZIONE 2009
Presentazione
PRESENTAZIONE
Nell’introdurre il lettore alla tredicesima edizione della Ricerca annuale Fedart Fidi sul sistema dei Confidi nell’artigianato, non posso esimervi dalla considerazione che questa edizione cade in un momento molto particolare per il mondo dei Confidi.
Non c’è dubbio, infatti, che la Ricerca intervenga in un contesto in cui sembra essersi ritrovata una rinnovata importanza per i Confidi, in considerazione della fase di grande difficoltà che l’economia nazionale e internazionale sta attraversando.
Per questo, a nostro avviso, questa edizione dell’indagine assume una importanza particolare.È fatto noto come il 2009 sia stato un anno particolarmente difficile ed impegnativo per le imprese che
il nostro sistema rappresenta ed assiste.Mentre scriviamo queste note introduttive, il 2010 è appena iniziato, e cominciamo a percepire i primi
segnali di una debole ripresa.Vogliamo essere ottimisti e contare sul fatto che questi segnali possano tradursi al più presto in crescita
stabile dei principali indicatori congiunturali. Siamo peraltro convinti che l’anno che abbiamo alle spalle e che ha visto i Confidi messi a dura prova abbia anche dimostrato quanto questi strumenti abbiano saputo svolgere con costanza e perseveranza il loro ruolo: essere vicini alle imprese ed essere il più significativo “ammortizzatore” delle tensioni che si sono manifestate tra queste e le Banche.
Il 2009 è stato l’anno in cui si è fatto più duro il rapporto del sistema economico con le Banche, ma anche quello nel quale il mondo delle Istituzioni ha riscoperto i Confidi: uno strumento che noi conosciamo bene e che costituisce la nostra più importante risorsa per favorire il rapporto delle piccole imprese con il sistema bancario e per sostenerne l’accesso al credito.
Strumenti che forse molti consideravano della “old economy” come si usava dire fino a qualche tempo fa; strumenti desueti, invecchiati, di fronte alle alchimie della nuova finanza. Quasi “archeologia” finanziaria rispetto a bond e derivati!
Per poi tornare a scoprirli quando questa stessa nuova finanza ha dimostrato tutti i suoi limiti ed ha trascinato il mondo all’interno di una crisi che ci ha fatto vivere in una manciata di mesi quasi cento anni di storia economica.
Dai dati della Ricerca che presentiamo, emerge con estrema chiarezza che i nostri Confidi hanno saputo essere uno strumento attuale e adeguato a sostenere, concretamente e pragmaticamente, le esigenze dell’economia reale.
Quell’economia reale fatta di tante imprese che, lontane anch’esse dai raffinati modelli della “new economy”, dimostrano che il benessere si crea avendo la capacità di alzare, tutti i giorni, la saracinesca del proprio laboratorio, con la tenacia e con la passione con cui i nostri imprenditori artigiani sanno farlo.
Ma dai dati che presentiamo emerge anche, con altrettanta chiarezza, che il Sistema dei Confidi aderenti a Fedart ha fatto, nel tempo, un percorso importante di razionalizzazione, crescita e consolidamento, anche nel Sud del Paese, a riprova della validità dello strumento e della sua formidabile capacità di adattamento al mercato ed alle esigenze delle imprese.
Chi ci segue da tempo, sin dalle prime edizioni del lavoro, può ben osservare come in poco più di un decennio il nostro sistema dei Confidi sia “cresciuto”; non nel numero, che anzi è andato via via restringendosi a seguito dei processi di fusione e concentrazione, ma nell’operatività, nell’organizzazione e nella solidità. Il 31 dicembre 2009 è scaduto il termine per la presentazione della domanda per l’iscrizione nell’Elenco degli intermediari finanziari di cui all’articolo 107 del T.U.B. Come ultima battuta vogliamo rilevare che i primi Confidi che hanno ottenuto l’iscrizione da parte della Banca d’Italia sono stati 8 Confidi aderenti a Fedart Fidi: 8 coraggiosi pionieri di un gruppo importante di 19 Confidi appartenenti al nostro sistema.
Per questo, la rinnovata attenzione ai Confidi deve potersi trasformare, rapidamente, nella necessaria
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attenzione delle Istituzioni, affinché mettano in campo le giuste politiche e le concrete azioni a supporto di questo mondo, per rafforzarne e sostenerne il consolidamento.
Desidero ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a migliorare questa tredicesima edizione della Ricerca annuale, prima fra tutti la Banca d’Italia, con suggerimenti, osservazioni e nuovi spunti, oltre al prof. Corrado Gatti.
Un sentito ringraziamento al prof. Antonio Calzoni e al prof. Massimo Cossignani della Facoltà di Economia dell’Università di Perugia, tra gli ideatori della Ricerca; al dott. Gianmarco Paglietti del Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza, per l‘imponente lavoro di elaborazione e commento svolto e al dott. Carlo Chiarenza per il prezioso supporto.
Un sincero ringraziamento a tutti i colleghi dei Confidi che, come è ormai tradizione, hanno contribuito alla realizzazione della “loro” Ricerca con disponibilità e pazienza e con rinnovato interesse.
Il mio personale ringraziamento al dott. Leonardo Nafissi per la professionalità, l’impegno e la passione con cui di anno in anno, fin dalla prima edizione, ha contribuito a realizzare tutte le fasi della Ricerca, con il supporto della struttura di Fedart Fidi, che da questa edizione ha potuto contare sulla indispensabile collaborazione della dott.ssa Federica Ricci, del dott. Pietro Vallone, oltre al significativo contributo del dott. Bruno Panieri.
Roma, 28 gennaio 2010
IL PRESIDENTE Daniele Alberani
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Caratteristiche dell’indagine
LE CARATTERISTICHE DELL’INDAGINE*
Nel 2008 il sistema dei Confidi è stato interessato da eventi di grande rilevanza: i primi segnali della vasta crisi economica che si è manifestata appieno nell’anno successivo hanno imposto a queste strutture uno sforzo straordinario per sostenere le imprese; contemporaneamente il sistema stesso è stato interessato al suo interno da profondi cambiamenti normativi e organizzativi.
In questo difficile contesto, che in breve tempo si è esteso al settore finanziario e da qui all’economia reale, il rapporto tra il sistema bancario e quello imprenditoriale è stato caratterizzato da un generale irrigidimento, fino a giungere nel primo semestre 2009 a un effettivo restringimento nelle possibilità di accesso al credito, specialmente per le imprese artigiane e per quelle di piccole dimensioni.
I Confidi hanno immediatamente saputo porsi a fianco delle imprese, riaffermando la propria funzione storica di “ponte” tra le banche e il mondo imprenditoriale, per attenuare le tensioni con interventi in
ehc àtilautum alled azrof alla eizarg elibissop otats è òiC .irotta ilg ittut id oiggatnav a erolav eraerc id odargcontraddistingue il sistema valoriale dei Confidi, che si sono riconosciuti nella reciprocità che unisce tra di loro le imprese socie.
Queste strutture sono state quindi decisive nel consentire l’accesso ai finanziamenti a quei soggetti imprenditoriali che, altrimenti, le banche non avrebbero più ritenuto meritevoli di credito. In virtù della prossimità che li lega al territorio di riferimento, i Confidi hanno preso parte direttamente a veicolare i mezzi finanziari fondamentali per il sostegno e lo sviluppo economico e sociale delle realtà cui fanno parte, e non solo a contrattare condizioni economiche più favorevoli a vantaggio delle imprese.
In un momento così impegnativo, i Confidi hanno affrontato un’ulteriore importante sfida: l’avvio dell’iter per l’iscrizione nell’Elenco speciale degli intermediari finanziari “107”. Nel 2008 ben 23 strutture appartenenti al mondo dell’artigianato soddisfacevano i requisiti fissati dalla normativa. Il riconoscimento quali intermediari finanziari, da un lato, consente loro di erogare garanzie “eligibili” ai fini di Basilea 2; dall’altro, ha richiesto ingenti investimenti al fine di adeguare la struttura organizzativa e le procedure interne a quanto previsto dalla normativa.
Nell’attuale quadro di contesto, caratterizzato da una rapida e continua evoluzione, in cui gli effetti delle dinamiche economiche internazionali si intrecciano con i cambiamenti interni, la tredicesima edizione della Ricerca annuale si riconferma un significativo strumento di conoscenza del sistema dei Confidi artigiani operante in Italia.
L’elaborazione delle informazioni rilevate attraverso l’indagine consente infatti di delineare il profilo di queste realtà nella loro dimensione strutturale e in quella dell’operatività, nonché di coglierne i principali percorsi di sviluppo. L’analisi dettagliata del sistema può agevolare la definizione e l’attuazione di interventi tesi a rafforzare i Confidi artigiani, affinché possano svolgere in modo sempre più proficuo la loro funzione di volano della crescita economica locale e di strumento delle politiche industriali intraprese dalle Istituzioni pubbliche.
In questa edizione della Ricerca, l’obiettivo di assicurare una efficace rappresentazione del sistema e di delinearne un quadro il più possibile aggiornato è stato perseguito anche attraverso una revisione complessiva dei contenuti, oltre che mediante il consueto ampliamento dei temi affrontati e il rafforzamento dell’aspetto qualitativo.
Nell’ambito dell’analisi strutturale riferita all’anno 2008, particolare attenzione è stata dedicata ai Confidi “potenziali 107”, ossia a quelle strutture che, avendo un volume di attività finanziaria superiore a 75 milioni di euro al 31 dicembre 2008, erano tenute a presentare la domanda di iscrizione all’Elenco speciale degli intermediari finanziari entro il 2009. Le variabili più significative oggetto dell’indagine sono state quindi
* L’indagine è stata effettuata sulla base dei dati dichiarati dai singoli Confidi censiti. Pertanto non è imputabile all’Autore l’eventuale mancata rispondenza dei valori dichiarati con quelli reali.
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analizzate, oltre che considerando la totalità del campione di Confidi che ha partecipato alla rilevazione, anche in relazione a questo gruppo di strutture. Pur trattandosi tuttora di una proiezione, la valutazione è risultata utile per cogliere i tratti essenziali del fenomeno, evidenziandone le caratteristiche peculiari e i profili di sviluppo.
L’indagine è stata inoltre arricchita con l’anteprima dei principali dati riferiti al primo semestre 2009, con l’obiettivo di cogliere le evoluzioni più recenti del sistema e di definire un quadro di riferimento sulle conseguenze della crisi economica sui Confidi e sulle imprese artigiane. La rilevazione è stata effettuata su un campione numericamente più ristretto rispetto a quello oggetto dell’analisi strutturale e tendenziale, composto dalle strutture di maggiori dimensioni in termini di finanziamenti garantiti e rappresentative delle diverse regioni.
Sono state inoltre commentate per la prima volta alcune tematiche di maggiore rilievo per il sistema, quali le caratteristiche della rete distributiva e commerciale; alcune funzioni aziendali interne; la tipologia di garanzia rilasciata (a prima richiesta o sussidiaria) e le modalità di attivazione della stessa; le attività di gestione del contenzioso.
La Ricerca ha infine recepito una ulteriore evoluzione che ha contraddistinto il periodo in esame: la trasformazione di molti Confidi di 2° grado in Confidi di 1° grado. L’esigenza di porsi sul mercato con una organizzazione e un’operatività più strutturata, da un lato, e le nuove disposizioni normative, che non riconoscono valida ai fini di Basilea 2 la riassicurazione concessa dalle strutture di 2° grado, dall’altro, hanno portato la maggior parte di questi soggetti a realizzare percorsi di aggregazione con le realtà di 1° grado e a rilasciare garanzie dirette a favore delle imprese.
La tabella 1 evidenzia come la progressiva riduzione nel numero di Confidi aderenti a Fedart Fidi sia proseguita anche nel 2008, anno in cui le strutture socie hanno raggiunto il valore di 191, attestandosi per la prima volta sotto la quota di 200. Nella maggior parte dei casi questo è il risultato del processo di razionalizzazione che ha caratterizzato il sistema negli anni più recenti, spesso portando alla costituzione di strutture con un’operatività estesa all’intera regione.
L’indagine si basa sulla rilevazione dei dati presso tutte le strutture aderenti a Fedart Fidi – che rappresentano peraltro la quasi totalità dei Confidi espressione del mondo dell’artigianato iscritti nella separata sezione dell’Elenco degli intermediari finanziari ex art. 155 T.U.B. Il 92,1% delle strutture socie ha fornito almeno le informazioni principali sull’operatività e 126 Confidi hanno fornito informazioni complete; di questi ultimi, 118 sono Confidi di 1° grado e 8 di 2° grado.
Sono state annoverati tra i Confidi di 1° grado anche quei Confidi di 2° grado che nel 2008 hanno rilasciato garanzie dirette a favore delle imprese socie. A seguito dei processi di aggregazione e di trasformazione, infatti, un numero crescente di soggetti abitualmente attivi come strutture di 2° grado attualmente operano, anche se non in via esclusiva, come realtà di 1° grado attraverso la concessione di garanzie dirette alle imprese.
A questi si aggiungono 50 Confidi che hanno fornito i dati principali relativi al numero di imprese socie e al volume di finanziamenti garantiti, informazioni di cui si è tenuto conto per predisporre il capitolo inerente il quadro di sintesi del sistema. Sono solo 15 i Confidi che non hanno fornito alcuna informazione utile alla predisposizione del rapporto, in quanto caratterizzati da una operatività limitata o in fase di liquidazione o ristrutturazione.
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Caratteristiche dell’indagine
Tabella 1: Quadro delle adesioni all’indagine
Regione TotaleConfidi
1° grado disponibili
Confidi 2° grado
disponibili
Confidi con dati incompleti
Confidi non operativi o non rilevati (1)
Piemonte 8 7 - - 1
Valle d’Aosta* 1 1 - - -
Lombardia 25 21 1 3 -
Trentino A.A. 3 2 - - 1
Veneto* 20 16 2 2 -
Friuli V.G. 3 2 - 1 -
Liguria* 2 2 - - -
Emilia Romagna* 6 5 - - 1
Toscana* 2 2 - - -
Umbria 4 3 1 - -
Marche* 13 9 - 3 1
Lazio 12 5 1 2 4
Abruzzo 24 12 1 11 -
Molise 5 3 - 2 -
Campania 3 3 - - -
Puglia 26 7 1 18 -
Basilicata 4 3 - - 1
Calabria* 11 2 - 4 5
Sicilia 10 8 - 2 -
Sardegna 9 5 1 2 1
Totale 191 118 8 50 15
* Alcuni Confidi di queste regioni svolgono la funzione sia di 1° sia di 2° grado oppure si sono trasformati da Confidi di 2° grado in Confidi di 1° grado.(1) Alcuni di questi Confidi si trovano in fase di liquidazione o sono ad inizio attività.
Il campione delle 118 strutture risulta altamente rappresentativo del sistema dei Confidi aderenti a Fedart Fidi: le realtà che hanno partecipato alla rilevazione associano infatti l’88,2% del totale delle imprese socie e garantiscono il 93,9% del volume complessivo di finanziamenti intermediati dal sistema. Ad ulteriore conferma della significatività del campione, si osserva che, rispetto alla precedente edizione, se non si considerano i Confidi entrati o usciti per effetto di aggregazioni, hanno preso parte all’indagine 10 nuove strutture e ne sono uscite 11.
Il Rapporto si apre con un Quadro di sintesi che analizza i due parametri fondamentali che definiscono la dimensione del sistema dei Confidi artigiani: le imprese associate e il volume dei finanziamenti garantiti
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nell’anno 2008 e in essere al 31/12 (rispettivamente Tabella 2 e Tabella 3). Questa sezione illustra inoltre i principali risultati emersi dall’indagine strutturale, al fine di agevolare il confronto tra le dimensioni complessive del sistema e quelle del campione analizzato.
Il Capitolo 1 è volto a illustrare specificamente le caratteristiche strutturali e operative dei 118 Confidi di 1° grado che hanno risposto in modo completo alla rilevazione.
Il Capitolo 2 analizza la dinamica registrata negli ultimi cinque anni dall’insieme di strutture che in questo arco di tempo hanno sempre risposto in modo completo al questionario e che quindi costituiscono una base statistica significativa per elaborare serie storiche statisticamente attendibili.
L’aspetto di novità di questa edizione è il Capitolo 3, dedicato all’analisi congiunturale del sistema, con specifico riferimento al primo semestre del 2009. Tale scelta è motivata da due considerazioni: innanzitutto, in un contesto in continua evoluzione si ritiene utile offrire un quadro il più aggiornato possibile delle dinamiche del sistema che, attraverso l’analisi strutturale, non è possibile cogliere con tempestività ed efficacia. In secondo luogo, la fase eccezionalmente critica che hanno attraversato le imprese e il sistema del credito nel 2008 e nel 2009 richiede un’analisi, sia pur sintetica, dei dati e delle dinamiche che hanno caratterizzato il sistema dei Confidi in tale periodo, al fine di approfondire con informazioni certe la riflessione sugli effetti prodotti dalla crisi e sull’efficacia delle risposte che il sistema ha saputo fornire per farvi fronte.
Il Capitolo 4 è dedicato all’analisi dell’attività svolta dai Confidi regionali di 2° grado che ancora hanno mantenuto l’originale funzione di riassicurazione nei confronti dei Confidi territoriali di 1° livello. La nuova normativa e l’evoluzione del mercato hanno innescato un processo di profonda revisione del ruolo e delle finalità di queste strutture, tanto è vero che molte – e soprattutto le principali di esse – sono state al centro di importanti operazioni di aggregazione e/o di riposizionamento strategico.
L’Appendice statistica riporta i dati relativi a tutti gli aspetti analizzati nell’indagine, sia strutturali che andamentali, suddivisi per regione, al fine di fornire un quadro articolato del sistema dei Confidi artigiani disaggregato a livello territoriale, utile per una progettazione di interventi mirati . A questi dati si fa riferimento nel corso della relazione laddove sia rilevante effettuare un’analisi più articolata rispetto alle tre macroaree considerate nel testo. La sezione si conclude per la prima volta con l’elenco dei Confidi artigiani aderenti a Fedart Fidi, per “dare un nome” alle strutture che ogni anno partecipano direttamente alla realizzazione dell’indagine o che sono comunque associate a Fedart.
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Caratteristiche dell’indagine
Sostenere i Confidi con adeguati interventi di politica pubblica significa di fatto sostenere tutto il sistema del credito e, per questa via, il sistema imprenditoriale.
Il mondo dei Confidi avverte con forza l’esigenza di un rafforzamento patrimoniale per svolgere efficacemente la loro funzione precipua di facilitatori nell’accesso al credito. Il coefficiente di solvibilità del sistema si è mantenuto a un livello sufficiente anche nel 2008, evidenziando una discreta solvibilità media delle strutture, sebbene inferiore al periodo precedente; certamente una dotazione patrimoniale consistente è condizione essenziale per ampliare l’operatività e per garantire al tempo stesso risorse finanziarie adeguate a far fronte a quei rischi che certamente già nel corso del 2009 sono stati inglobati nella cospicua attività svolta nel sostenere le imprese.
Appare dunque auspicabile che i decisori politici intervengano in questa direzione con le modalità più opportune e con le forme innovative oggi a disposizione.
Ancora, sarebbe opportuno rivedere i requisiti fissati per l’iscrizione all’Elenco speciale degli intermediari finanziari, dato che sembrano non pienamente correlati all’effettiva rischiosità assunta dai Confidi con l’attività di concessione delle sole garanzie.
Andrebbero riconsiderate le modalità di vigilanza e controllo cui sono sottoposti i Confidi, in modo da conciliare la salvaguardia della stabilità del sistema finanziario con le peculiarità di queste realtà, per assicurare la sostenibilità del modello Confidi e per rispettarne la specifica missione di prossimità alle imprese ed ai territori.
Da ultimo, ma non di minore importanza, si rende necessario favorire l’effettivo utilizzo del Fondo Centrale di Garanzia da parte delle imprese artigiane, attraverso un complessivo ripensamento del suo funzionamento e l’estensione della quota di riserva, calcolata sulla dotazione complessiva del Fondo, da destinare alla controgaranzia a favore dei Confidi in via esclusiva.
In questi anni più recenti il sistema dei Confidi è stato contrassegnato da cambiamenti che siamo convinti di poter definire epocali. Ne è mutato lo status e con questo la “filosofia” nell’agire quotidiano.
Eppure, nonostante la “rivoluzione” che stanno vivendo direttamente, in questi mesi in cui la crisi economica e finanziaria si è fatta più dura i nostri Confidi sono rimasti saldamente al fianco delle imprese, traendo la propria forza dai valori della mutualità e della prossimità, valori che alcuni avevano troppo frettolosamente dichiarato superati dai tempi . Si tratta di quelle imprese di piccole – e spesso piccolissime – dimensioni, fondamentali per mantere vive e per tramandare di generazione in generazione la ricchezza e le tradizioni dei territori cui appartengono.
In questa tredicesima edizione Fedart Fidi ha voluto avviare un percorso di rinnovamento della struttura e dei contenuti del Rapporto annuale, proponendosi di assolvere sempre al meglio la principale finalità dell’indagine, che è quella di mettere a disposizione del sistema economico un efficace strumento di conoscenza sul mondo dei Confidi artigiani.
Un mondo che, alle soglie del secondo decennio del nuovo millennio, è quanto di più attuale possiamo immaginare.
Leonardo Nafissi Bruno Panieri
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QUADRO DI SINTESI DEL SISTEMA CONFIDI FEDART – ANNO 2008 –
Le due tematiche fondamentali che si intrecciano con la redazione della tredicesima edizione della Ricerca sul sistema dei Confidi artigiani aderenti a Fedart Fidi riguardano, da un lato, il ruolo svolto da queste strutture per mitigare gli effetti dell’attuale crisi economica sul sistema imprenditoriale e, dall’altro, l’approssimarsi della scadenza del termine per l’iscrizione nell’Elenco degli intermediari finanziari ex art. 107 T.U.B.
Sotto il primo profilo, i Confidi hanno assunto una funzione fondamentale di ammortizzatori nel rapporto tra il sistema bancario e il mondo delle imprese, con l’obiettivo di lenire le tensioni e favorire le relazioni. La garanzia rilasciata da queste strutture si è infatti dimostrata determinante per consentire l’accesso al credito da parte delle imprese, specialmente quelle di piccole dimensioni e artigiane, storicamente caratterizzate da un più difficoltoso rapporto con il sistema bancario. Va peraltro sottolineato come, a seguito degli effetti prodotti dalla crisi e al conseguente atteggiamento restrittivo assunto dalla maggior parte delle banche, i benefici effettivi derivanti dalla garanzia dei Confidi si siano spostati in maniera considerevole dalla mitigazione delle condizioni economiche applicate al finanziamento all’ottenimento stesso del credito.
Ne sono testimonianza i dati sull’operatività e sulle sofferenze rispetto al sistema bancario registrati dai Confidi; dati che nella presente indagine sono analizzati approfonditamente. Le banche hanno infatti perseguito una politica di razionamento del credito, che ha portato dapprima a un tasso di crescita dei finanziamenti concessi progressivamente decrescente, fino a giungere a una vera e propria contrazione nel primo semestre 2009; al contrario, il volume di garanzie rilasciate dai Confidi si è mantenuto stabile nel tempo ed anzi l’incidenza dei finanziamenti garantiti dal sistema rispetto al totale di quelli erogati dalle banche è progressivamente aumentata.
Il tasso medio di sofferenze sulle operazioni garantite dai Confidi si è attestato a un livello più basso di quello registrato complessivamente dalle imprese artigiane, a testimonianza dell’elevata capacità di queste strutture di valutare e selezionare le imprese più sane. Eppure quel tasso è cresciuto rispetto al passato, segno evidente di come i Confidi vadano sempre più facendosi carico delle crescenti difficoltà espresse dalle imprese artigiane e di piccole dimensioni.
Ecco allora che l’azione svolta dai Confidi assume un ruolo determinante per supportare il tessuto economico e produttivo delle diverse realtà locali, fatto di tante piccole imprese che con il loro lavoro rappresentano il valore aggiunto di quei territori e contribuiscono a salvaguardarne le tradizioni e la conoscenza. E tutto ciò in ragione della natura stessa dei Confidi, che da un lato sono un importante strumento di politica industriale attraverso cui i soggetti pubblici territoriali danno attuazione ai propri interventi e dall’altro sono strutture profondamente radicate sul territorio, che si riconoscono nei valori della mutualità e della prossimità che fanno parte del loro “dna”.
Per quanto attiene la trasformazione dei Confidi in intermediari finanziari, sono 23 i soggetti espressione del mondo dell’artigianato che nel 2008 rispettavano i requisiti patrimoniali previsti dalla normativa e ben 8 di questi hanno già ottenuto l’iscrizione nel corso del 2009.
Proprio nel momento stesso in cui si sono trovati a scendere in campo al fianco delle imprese, per supportarle nel fronteggiare la crisi economica che ha investito il nostro paese e tutta la comunità internazionale, i Confidi hanno dovuto confrontarsi con questa ulteriore sfida. Una sfida che ha imposto importanti mutamenti nel modo di operare; che ha inciso sull’organizzazione interna; che ha richiesto ingenti investimenti in termini economici.
Nel corso del 2008 è proseguito, rafforzandosi ulteriormente, il processo di razionalizzazione del sistema dei Confidi artigiani che, nel corso degli ultimi anni, ha favorito la nascita di pochi importanti poli di aggregazione, la maggior parte dei quali è oggi peraltro candidata alla trasformazione in intermediari vigilati. Questo è il risultato di un percorso evolutivo che trova la sua origine nelle dinamiche del mercato e
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Quadro di sintesi del “Sistema Confidi FEDART” - Anno 2008
nelle disposizioni normative. Dapprima la legge quadro, successivamente l’entrata in vigore di Basilea 2 e più recentemente la normativa sull’iscrizione all’Elenco speciale degli intermediari finanziari “107”, hanno svolto un ruolo determinante nel promuovere un radicale ripensamento della funzione e dell’operatività dei Confidi e più in generale dello strumento delle garanzie. Allo stesso tempo, come già indicato, la grave crisi che proprio sul finire del 2008 ha cominciato a far sentire i propri effetti sull’economia reale ha rilanciato la questione dell’incisività dell’intervento dei Confidi a favore delle imprese nell’accesso al credito, soprattutto in quelle aree del paese e in quei segmenti produttivi maggiormente esposti al rischio del razionamento dei finanziamenti.
L’offerta di servizi ad elevato valore aggiunto, quali l’accompagnamento e l’assistenza finanziaria di base; la predisposizione di strumenti di garanzia diversificati e destinati anche a nuovi ambiti di intervento; il potenziamento della garanzia stessa, rappresentano alcune delle sfide con cui i Confidi più strutturati sono chiamati a confrontarsi, anche nell’ottica di conciliare l’approccio mutualistico che li contraddistingue, e che va prioritariamente preservato, con una strategia più attenta alle dinamiche del mercato e alla salvaguardia nel tempo della propria sostenibilità finanziaria, economica e soprattutto patrimoniale. Questi Confidi di grandi dimensioni, che nella Ricerca sono stati definiti “Candidati 107”, perché in possesso dei requisiti minimi per l’iscrizione nell’Elenco degli intermediari finanziari, controllano ormai una quota rilevante del mercato delle garanzie. Nondimeno, è ancora numerosa la presenza dei Confidi “106”, strutture di dimensioni più contenute che mantengono un importante ruolo per lo sviluppo economico e sociale dei contesti locali cui appartengono, grazie alla capacità di presidio del territorio e di prossimità alle imprese, oltrechè come efficace interfaccia tra le banche e le imprese stesse.
Benché il sistema sia tuttora in notevole trasformazione, i Confidi artigiani possono essere raggruppati in tre macro-categorie: - un gruppo “di punta”, costituito dai Confidi in possesso dei requisiti minimi di operatività per la trasformazione
in intermediari finanziari (ossia con un volume di attività finanziaria non inferiore a 75 milioni di euro); - un secondo gruppo, costituito dalle strutture che, per quanto prive dei requisiti quantitativi minimi,
garantiscono tuttavia un ammontare consistente di finanziamenti e sono dotate di una struttura organizzativa e di mezzi patrimoniali significativi, che permettono loro di assumere un ruolo importante nel contesto economico locale;
- il gruppo dei Confidi “minori”, che si contraddistinguono per gli esigui volumi di finanziamenti garantiti, una limitata dotazione patrimoniale e una struttura organizzativa molto contenuta. In questo gruppo rientrano gran parte di quei Confidi che non hanno partecipato alla rilevazione; ciò è dimostrato dal fatto che il campione analizzato nella ricerca strutturale, pur mancando di un certo numero di confidi, abbia comunque garantito circa il 94% del totale dei finanziamenti complessivi del sistema.
Le trasformazioni in atto hanno contribuito a determinare una ulteriore riduzione del numero dei Confidi aderenti a Fedart Fidi, sceso dai 303 del 2005 ai 191 del 2008, in gran parte dovuta ai rilevanti processi di concentrazione realizzati in questi anni.
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Tabella 2: Variazione del numero di Confidi aderenti a Fedart Fidi 2005-2008
Area 2005 2008 Variazione %
Nord 100 68 - 32,0%
Centro 58 31 - 46,6%
Sud 145 92 - 36,6%
Totale 303 191 - 37,0%
La maggiore diffusione di Confidi si registra in Puglia, Lombardia, Abruzzo e Veneto, dove sono attive oltre 20 strutture, anche se giova evidenziare che in queste regioni nel 2005 operavano ancora rispettivamente 65, 32, 24 e 29 strutture. Una concentrazione del mercato ancor più marcata si è registrata in Toscana ed in Emilia, dove adesso operano complessivamente 8 Confidi, contro i 37 del 2005.
Grafico QS-1: Distribuzione territoriale dei Confidi aderenti a Fedart Fidi
1
8
2
6
4
4
26
11
10
9
3
5
13
24
12
2
25
33
Fino a 10 Confidi20
Da 11 a 19 Confidi
20 Confidi e oltre
I Confidi meridionali continuano a rappresentare quasi la metà delle strutture appartenenti al sistema artigiano di garanzia, contro il 35,6% delle strutture del Nord e poco più del 16% di quelle del Centro. Se si considera invece il bacino di imprese associate, continua a essere predominante il ruolo dei Confidi settentrionali, di cui fa parte oltre la metà delle imprese complessive e di quelle artigiane.
Grafico QS-2: Il sistema Fedart Fidi (Ripartizione % per area geografica)
35,6
Nord Centro Sud
57,9 59,6
16,222,0
Confidi Imprese associate Imprese associate artigiane
22,6
48,2
20,2 17,7
15
EDIZIONE 2009
Quadro di sintesi del “Sistema Confidi FEDART” - Anno 2008
Le imprese associate sono oltre 700.000; di queste, oltre l’86% sono artigiane. Confrontando quest’ultimo dato con il numero di imprese iscritte al relativo Albo, si può constatare che il grado di penetrazione dei Confidi nell’artigianato è pari al 41%. Si tratta senza dubbio di un risultato positivo che testimonia del forte radicamento che i Confidi artigiani vantano nel tessuto produttivo del paese.Nella maggior parte dei casi, la lieve contrazione nel numero delle imprese associate, sia nel complesso sia specificamente artigiane, registrata dal sistema rispetto allo scorso anno, è una diretta conseguenza dei processi di aggregazione, che hanno imposto la revisione degli elenchi dei soci dove figuravano le medesime imprese iscritte a più Confidi.
Tabella 3: Il sistema dei Confidi aderenti a Fedart Fidi. Dati di sintesi sugli associati del 2008(1)
Regione N. Confidi Totale Imprese Associate
Totale Imprese Artigiane Associate
Totale Imprese Albo Artigiani
Grado Penetrazione Artigianato(2)
Piemonte 8 58.475 48.196 136.911 35%
Valle d’Aosta 1 3.302 2.211 4.230 52%
Lombardia 25 140.784 121.868 271.354 45%
Trentino A.A. 3 6.115 5.979 27.351 22%
Veneto 20 94.464 91.721 146.525 63%
Friuli V.G. 3 12.124 11.863 30.970 38%
Liguria 2 14.737 11.168 46.187 24%
Emilia Romagna 6 76.232 68.316 147.566 46%
Totale Nord 68 406.233 361.322 811.094 45%
Toscana 2 56.373 55.814 118.963 47%
Umbria 4 25.328 20.786 24.662 84%
Marche 13 47.778 39.874 52.499 76%
Lazio 12 24.718 20.783 101.685 20%
Totale Centro 31 154.197 137.257 297.809 46%
Abruzzo 24 38.707 32.468 36.319 89%
Molise 5 3.750 3.750 7.761 48%
Campania 3 4.338 3.762 75.656 5%
Puglia 26 47.182 28.619 79.169 36%
Basilicata 4 7.638 7.432 12.159 61%
Calabria* 11 15.021 14.832 37.591 39%
Sicilia 10 18.854 11.744 85.386 14%
Sardegna 9 6.105 4.874 43.018 11%
Totale Sud 92 141.595 107.481 377.059 29%
Totale 191 702.025 606.059 1.485.962 41%
(1) La tabella contiene i dati complessivi del sistema, relativi sia ai Confidi di 1° grado sia ai Confidi di 2° grado che svolgono attività di cogaranzia e/o garanzia diretta(2) Percentuale delle imprese artigiane associate sul totale delle imprese artigiane iscritte al relativo Albo(*) Dati stimati relativamente al numero di imprese associate di alcuni Confidi
16
EDIZIONE 2009
Grafico QS-3: Grado di penetrazione del sistema dei Confidi nel comparto artigiano (valori in percentuale)
52
35
24
46
84
61
36
39
14
11
5
48
76
89
20
47
45
2238
Dal 10% al 30%
Meno del 10%63
Dal 31% al 50%
Oltre il 50%
I finanziamenti garantiti nel corso del 2008 hanno sfiorato i 6,3 miliardi di euro, a fronte di uno stock che si può stimare in oltre 11 miliardi di euro. Ciascun Confidi, in media, ha garantito finanziamenti per un ammontare di circa 33 milioni di euro, ma esiste un notevole divario tra i volumi garantiti al Centro (61 milioni), al Nord (53 milioni) e al Sud (8 milioni).
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EDIZIONE 2009
Quadro di sintesi del “Sistema Confidi FEDART” - Anno 2008
Tabella 4: Il sistema dei Confidi aderenti a Fedart Fidi: dati di sintesi sui finanziamenti(1)
Regione Confidi soci
Finanziamenti garantiti in essere
al 31/12/2008 (2)
Finanziamenti garantiti concessi nel 2008
Valore (Mln di !) % Valore (Mln di !) %
Piemonte 8 830 7,2% 368 5,9%
Valle d’Aosta 1 149 1,3% 77 1,2%
Lombardia 25 1.747 15,2% 842 13,4%
Trentino A.A. 3 116 1,0% 67 1,1%
Veneto 20 1.678 14,6% 1.288 20,5%
Friuli V.G. 3 366 3,2% 237 3,8%
Liguria 2 144 1,3% 68 1,1%
Emilia Romagna 6 1.686 14,7% 645 10,3%
Totale Nord 68 6.716 58,5% 3.591 57,2%
Toscana 2 1.324 11,5% 1.112 17,7%
Umbria 4 367 3,2% 161 2,6%
Marche 13 1.100 9,6% 556 8,9%
Lazio 12 178 1,6% 77 1,2%
Totale Centro 31 2.969 25,9% 1.905 30,4%
Abruzzo 24 426 3,7% 241 3,8%
Molise 5 97 0,8% 22 0,3%
Campania 3 29 0,3% 10 0,2%
Puglia 26 363 3,2% 145 2,3%
Basilicata 4 35 0,3% 12 0,2%
Calabria* 11 130 1,1% 38 0,6%
Sicilia 10 382 3,3% 196 3,1%
Sardegna 9 326 2,8% 114 1,8%
Totale Sud 92 1.789 15,6% 778 12,4%
Totale 191 11.475 100,0% 6.275 100,0%
(1) La tabella contiene i dati complessivi del sistema, relativi sia ai Confidi di 1° grado sia ai Confidi di 2° grado che svolgono attività di cogaranzia e/o garanzia diretta.(2) Il dato rappresenta una stima ottenuta attraverso una elaborazione combinata tra le garanzie in essere dichiarate dai Confidi al 31/12/2008 e la quota media di garanzia concessa dai Confidi di ogni regione. Per ciò che riguarda i fidi a breve, il dato rileva i fidi concessi e garantiti e non gli importi effettivamente utilizzati.(*) Dati stimati relativamente ai finanziamenti garantiti di alcuni Confidi.
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EDIZIONE 2009
Come ogni anno, si sono confrontati i dati forniti dai Confidi con le informazioni prodotte dalla Banca d’Italia per provare a stimare la quota del credito, destinato al comparto artigiano, che beneficia della garanzia rilasciata dal sistema dei Confidi. In questa edizione, il valore percentuale dei finanziamenti garantiti alle sole imprese artigiane, rispetto ai finanziamenti totali garantiti dai Confidi, è stato individuato utilizzando il valore dichiarato dagli stessi Confidi senza operare le stime effettuate nelle precedenti edizioni. Dalla proiezione risulta che ben il 16,9% dei 56,5 miliardi di euro di finanziamenti concessi alle imprese artigiane è stato garantito dai Confidi. Una percentuale simile (16,1%) emerge confrontando il dato relativo ai finanziamenti a medio-lungo termine: 5,6 dei circa 35 miliardi di finanziamenti concessi dal sistema bancario sono stati garantiti dai Confidi artigiani. Ciò conferma il rilevante ruolo svolto dai Confidi nel settore dell’artigianato, che non ha eguali negli altri comparti produttivi.
Grafico QS-4:La quota percentuale di finanziamenti alle imprese artigiane garantita dai Confidi nel 2008
Finanziamenti complessivi
14,8
24,6
16,6 16,9
Nord Centro Sud Italia
Finanziamenti a M/L termine
13,6
21,718,5
16,1
Nord Centro Sud Italia
Se si considera poi il rapporto tra i finanziamenti garantiti dai Confidi e i finanziamenti complessivi nell’ultimo quadriennio, si osserva che vi è stata una progressiva convergenza tra il valore registrato nel medio-lungo termine e quello relativo al volume totale. Tra il 2005 e il 2007, infatti, il differenziale tra il rapporto nel medio-lungo termine e il rapporto sui finanziamenti complessivi è sceso dal 2,6% all’1%, per poi diventare negativo nel 2008.
Il trend crescente dell’incidenza dei finanziamenti garantiti dai Confidi sul volume complessivo dei finanziamenti ribadisce pertanto la fondamentale funzione svolta dai Confidi nell’agevolare l’accesso al credito alle imprese artigiane e a quelle di minori dimensioni e mette in evidenza il progressivo consolidamento di queste strutture nel mercato del credito.
Grafici QS-5: La percentuale dei finanziamenti garantiti dai Confidi sui finanziamenti complessivi e sui finanziamenti a medio-lungo termine nel periodo 2005-20081
18,1
16,9
15,515,2
16,4
17,4
16,1
16,8
2005 2006 2007 2008
Finanziamenti complessivi garantiti
Finanziamenti a medio/lungo termine
1 La nuova metodologia utilizzata per stimare l’incidenza percentuale dei finanziamenti garantiti dai Confidi rispetto al volume totale concesso al sistema è stata applicata a tutta la serie storica dal 2005 al 2008.
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EDIZIONE 2009
Quadro di sintesi del “Sistema Confidi FEDART” - Anno 2008
Tenuto conto che, in valore assoluto, vi è stata una crescita generale dei finanziamenti a medio-lungo termine tra il 2005 e il 2008, è evidente che sul mercato nazionale del credito il ricorso alle operazioni di maggiore durata ha assunto un’incidenza via via crescente. Questa tendenza è ben esemplificata dal grafico seguente, dove si può osservare come il valore percentuale dei crediti a medio-lungo termine sia per la prima volta maggiore nell’ambito dei finanziamenti complessivi che non in quello dei finanziamenti garantiti dai Confidi. Nel 2005, le percentuali erano al contrario pari rispettivamente al 52,6% e al 61,4%.
Il fatto che oltre la metà del totale dei finanziamenti a medio-lungo termine erogati dal sistema sia comunque garantito dai Confidi (grafico QS-6), sottolinea come queste strutture rivestano tutt’ora una funzione importante nel perseguire il riequilibrio economico e finanziario delle imprese, anche grazie a una efficace attività di assistenza finanziaria di base, orientando i soci verso le operazioni di maggiore durata a discapito di fidi a breve. D’altra parte, l’andamento decrescente dell’incidenza dei finanziamenti a medio-lungo termine garantiti dai Confidi rispetto a quelli complessivi sottolinea come nel tempo il sistema stia progressivamente ampliando il proprio ambito di attività anche sulle operazioni a breve termine.
Grafico QS-6: La quota percentuale di finanziamenti a M/L termine sui finanziamenti concessi alle imprese artigiane
Finanziamenti complessivi
60,063,6
68,262,0
Nord Centro Sud Italia
Finanziamenti garantiti dai Confidi
55,5 56,1
76,0
58,7
Nord Centro Sud Italia
Al momento non si dispone ancora dei dati definitivi riferiti all’intero 2009 ma, utilizzando i dati disponibili su base semestrale, si può provare a stimare il trend del credito a favore delle imprese artigiane e a valutare, di conseguenza, quali siano stati gli effetti della crisi sull’accesso al credito.
Una proxy della dinamica che ha caratterizzato il mercato del credito si può trarre esaminando il trend decennale dei finanziamenti complessivi concessi alle imprese artigiane dal sistema bancario.
Come si può osservare, a fronte di una crescita dello stock di finanziamenti più o meno regolare che ha contraddistinto il periodo compreso tra il 2000 e il 2007, è seguita una prima leggera battuta d’arresto nel 2008, quando l’ammontare dei finanziamenti è leggermente diminuito. Il dato più significativo è rappresentato dalla prima rilevazione dell’ammontare di finanziamenti in essere al 30 giugno 2009: se la proiezione sarà confermata dai dati definitivi, nel 2009 si registrerà una riduzione dello stock di finanziamenti per le imprese artigiane pari a circa 5 miliardi di euro, che si traduce in una contrazione dell’8,6% del credito disponibile a livello di sistema.
20
EDIZIONE 2009
Grafico QS-7: Finanziamenti complessivi concessi alle imprese artigiane dal sistema bancario nel periodo 2000-2009 (valori in mld di euro)
43,4
44,9
47,0
49,4
50,951,5
54,2
56,7 56,5
51,6
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
(giugno)
Si tratta di una manifestazione evidente di come la stretta creditizia abbia colpito in modo particolare il comparto artigiano, già provato dagli effetti della flessione della domanda e dalle difficoltà crescenti incontrate nel recupero dei crediti dalla grande committenza e dal settore pubblico. In questo contesto, il sistema dei Confidi ha svolto un ruolo determinante nel cercare di attenuare gli effetti sovrapposti della crisi della domanda e delle maggiori difficoltà di accesso ai finanziamenti, limitando per quanto possibile il temuto razionamento del credito.
Per completare il quadro di sintesi del sistema Fedart, si ritiene opportuno concludere l’argomento facendo riferimento al campione dei 118 confidi che hanno risposto al questionario di rilevazione esaminati nell’ambito dell’analisi strutturale, al fine di analizzare il modello di riorganizzazione del Sistema.
In questa fase estremamente critica per il tessuto imprenditoriale, il sistema dei Confidi artigiani ha infatti continuato il processo di aggregazione e di riposizionamento strategico a cui già si è accennato nelle pagine precedenti.
Riprendendo la ripartizione proposta nelle pagine precedenti, si possono raggruppare i Confidi del campione in 3 macro-categorie e osservarne la distribuzione territoriale: - il gruppo “di punta” costituito dai 23 “Candidati 107”, che controllano oltre i due terzi del mercato delle
garanzie; - il gruppo intermedio composto dai 68 Confidi che hanno erogato oltre 15 milioni di garanzie e occupano
almeno 3 addetti - il gruppo dei 27 Confidi minori, che si collocano al di sotto di questi due parametri operativi.
21
EDIZIONE 2009
Quadro di sintesi del “Sistema Confidi FEDART” - Anno 2008
Grafico QS-8: La distribuzione geografica dei “Candidati 107”
1
2
1
2
2
1
31
4
1
1
Nessuno
4
Uno o due
Tre o quattro
56,4% dei soci
56,3% dei soci artigiani
71,8% dei finanziamenti 2008
70,4% dello stock di garanzie a fine 2008
Grafico QS-9: La distribuzione geografica dei Confidi intermedi
2
2
3
1
2
3
1
5
3
3
1
4
9
4
14
1
Nessuno
10
Uno o due
Da tre a cinque
39,9% dei soci
39,7% dei soci artigiani
27,0% dei finanziamenti 2008
27,2% dello stock di garanzie a fine 2008
Da sei a dieci
Oltre dieci
22
EDIZIONE 2009
Grafico QS-10: La distribuzione geografica dei Confidi minori (meno di 3 addetti e meno di 15 milioni di garanzie in essere)
3
1
2
1
4
1
1
1
2
2
3
1
1
3
1
1
Nessuno
2
Uno
Due
3,7% dei soci
4,0% dei soci artigiani
1,8% dei finanziamenti 2008
2,4% dello stock di garanzie a fine 2008
Tre
Quattro
Nel complesso, i 118 Confidi del campione associano circa 620.000 imprese; di queste, circa il 64% fa riferimento ai Confidi del Nord, il 23% a quelli del Centro e il 13% a quelli del Sud. Le imprese artigiane costituiscono oltre l’87% della base associativa del campione, ma si va consolidando la tendenza verso l’apertura della compagine associativa a soggetti provenienti da altri segmenti produttivi, non solo in un’ottica di diversificazione del rischio ma anche come conseguenza del progressivo ampliamento dell’ambito di operatività delle strutture che, sempre più, acquisiscono una dimensione regionale e intersettoriale.
I Confidi analizzati hanno garantito un volume di finanziamenti pari a oltre 5.894 milioni di euro, il 59% dei quali al Nord, il 31% al Centro e il 10% al Sud. In oltre il 57% dei casi si tratta di operazioni a medio-lungo termine, elemento che conferma l’impegno ormai tradizionale dei Confidi nel favorire una più equilibrata strutturazione del debito presso le imprese garantite. Benché, come si è detto, il sistema sia caratterizzato da una ancora notevole presenza di strutture piccole e medie, è evidente la progressiva concentrazione del mercato intorno ai “Candidati 107” che hanno garantito, nel 2008, oltre il 71% dei finanziamenti complessivi.
Il 31,7% del numero di finanziamenti concessi nel 2008 è stato destinato a nuovi soci, il 17,9% a nuove imprese, il 9,8% a imprese a titolarità femminile e il 5,7% a imprese con titolari extra-comunitari.
In media, i Confidi del campione assumono una quota di rischio pari al 45,9% dell’ammontare dei finanziamenti, anche se esistono differenziazioni significative tra le diverse realtà territoriali. Ciò si traduce in un volume complessivo di garanzie che, alla fine del 2008, ammontava a circa 5,1 miliardi di euro, di cui il 72% era gestito dai “Candidati 107”. La patrimonializzazione complessiva del campione è di poco inferiore
agli 805 milioni di euro, con un coefficiente di solvibilità medio, inteso come il rapporto tra patrimonio e volume di garanzie, pari al 15,8%.
Il tasso medio lordo di sofferenze (ossia considerato al lordo dei fondi rischi) è stato pari al 4,8%, con un range compreso tra il 4,1% del Centro e il 5,1% del Nord. Se si considerano invece le sofferenze nette, il tasso di insolvenza scende al 2,7%. Laddove si verifichino insolvenze, in quasi il 44% dei casi si procede all’escussione immediata dei fondi o, quantomeno, al versamento di un adeguato anticipo, ma in oltre un terzo dei casi si fa ancora ricorso alla garanzia sussidiaria, con l’escussione dei fondi al termine delle procedure di recupero del credito.
Nelle pagine seguenti saranno approfonditi i temi qui descritti in estrema sintesi, integrandoli con ulteriori informazioni a completamento del quadro di contesto del sistema.
CAPITOLO 1I Con!di di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
26
EDIZIONE 2009
1.1 LE CARATTERISTICHE DEL CAMPIONEIl campione analizzato in questo lavoro è composto da 118 Confidi di primo grado, con una diminuzione
di 21 unità rispetto allo scorso anno generata nella quasi totalità dei casi dalle strutture del Nord, il cui numero è sceso da 74 a 56 unità, mentre risulta pressoché invariata la presenza dei Confidi del Centro e del Sud. Tale fenomeno è dovuto principalmente ad alcuni processi aggregativi che si sono realizzati nel corso del 2008 in queste aree e che hanno interessato un elevato numero di Confidi. Ciò ha comportato un ridimensionamento, all’interno del campione, del peso dei Confidi settentrionali, sceso al 47,5% (detenevano la maggioranza assoluta lo scorso anno) e una crescita, in particolare, di quello delle strutture meridionali, che rappresentano ora oltre il 36% del campione.
Grafico 1: La ripartizione geografica del campione
Nord
47,5%
Centro
16,1%
Sud
36,4%
Numero di confidi per area geografica
56
19
43
Nord Centro Sud
Poiché con la fine del 2009 è scattato l’obbligo di presentare la domanda di iscrizione all’Elenco speciale ex art. 107 del Testo Unico Bancario per i Confidi che superano la soglia dei 75 milioni di euro di attività finanziaria1 con il bilancio relativo all’esercizio 2008, in questa edizione dell’indagine annuale si è ritenuto interessante estrapolare dal campione complessivo un gruppo di Confidi, definiti “Candidati 107”. Il gruppo è composto dalle strutture che al 31 dicembre 2008 superavano il parametro quantitativo previsto dalla normativa. A tale data erano 23 i Confidi che rispondevano a questo requisito, ripartiti come nel grafico seguente.
Nel corso della relazione, trattando le variabili principali considerate nell’analisi, si proporranno dei sintetici approfondimenti dedicati a questi soggetti.
Grafico 2: La distribuzione geografica dei “Candidati 107”
2
4 4
1 1 1
2
3
2
11 1
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino A.A.
Veneto
Friuli V.G.
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
1 Le voci che compongono il paramento dell’“attività finanziaria” al fine di individuare i Confidi tenuti ad iscriversi nell’Elenco speciale degli intermediari finanziari sono state definite dalla Banca d’Italia con una circolare emanata nel febbraio 2008. Le garanzie costituiscono la parte più rilevante di questo aggregato, in cui rientrano tutte le principali voci che costituiscono l’attivo dei Confidi ad eccezione dei fondi di garanzia monetari.
27
EDIZIONE 2009
I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
1 CAPITOLO
Come si avrà modo di osservare anche nei successivi paragrafi, nel corso degli ultimi anni il progressivo adeguamento alla normativa e le stesse dinamiche di mercato hanno inciso notevolmente sulla struttura organizzativa e sull’operatività dei Confidi.
La forma giuridica prevalente si conferma comunque quella della Società Cooperativa, con oltre il 91% dei Confidi. Restano operativi 5 consorzi al Nord, 1 al Centro e 4 al Sud.
Dodici strutture sono nate dopo il 1996 e, di queste, 8 sono operanti al Sud; viceversa, delle 16 create prima del 1965, la metà è attiva al Nord e solo 3 sono presenti nelle aree meridionali.
Grafico 3: La data di costituzione dei Confidi (valori assoluti)
16
24
3432
12
Fino al 1965 Dal 1966 al 1975 Dal 1976 al 1985 Dal 1986 al 1995 Dal 1996
È un dato che da anni viene osservato e che conferma lo sviluppo più recente che il sistema delle garanzie ha avuto al Sud, dove peraltro sono nate alcune delle prime esperienze mutualistiche italiane. Un “ritardo” che, insieme al più fragile tessuto imprenditoriale locale, rappresenta una delle concause della ancora relativamente ridotta diffusione del sistema al Sud e delle difficoltà che i Confidi meridionali devono affrontare, in alcune realtà, per penetrare nel sistema produttivo di alcuni territori.
28
EDIZIONE 2009
1.2 LA STRUTTURA ORGANIZZATIVAIl tema della governance ha acquisito nel tempo un’importanza sempre maggiore in concomitanza con
la crescente attenzione che Regioni, Camere di commercio e altri Enti territoriali hanno dimostrato verso il sistema delle garanzie. In diverse realtà locali i Confidi sono stati valorizzati come un vero e proprio strumento per la realizzazione delle politiche pubbliche a sostegno delle imprese. Questo si è realizzato essenzialmente attraverso la crescita dell’impegno finanziario da parte delle Istituzioni locali per sostenere il ruolo dei Confidi; la necessità di garantire un adeguato controllo sull’operato dei Confidi ha spinto sempre più di frequente gli “stakeholders” pubblici a rafforzare la propria presenza negli organi di governo dei medesimi.
Allo stesso tempo, a fronte dei processi di aggregazione tra strutture di diversa estrazione territoriale e, talvolta, settoriale, si è sentita una più diffusa esigenza di salvaguardare i legami storici con le originarie Associazioni di riferimento, attraverso una loro adeguata rappresentanza negli organi delle nuove strutture.
Rimane peraltro ancora forte, soprattutto tra i Confidi minori caratterizzati da una operatività più concentrata sul territorio di riferimento, il legame con il tessuto imprenditoriale locale, in virtù di quell’approccio mutualistico che tuttora, nonostante l’evoluzione normativa, contraddistingue il sistema italiano delle garanzie e ne rappresenta un elemento di forza.
Grafico 4: La composizione degli organi societari (valori percentuali)89,0 89,0
15,3 12,7
25,4
3,4 5,1
15,310,2
0,8
16,121,2
1,7 1,7 0,0 1,76,8
46,6
Assemblea
Imprese AssociazioniCamere
di CommercioRegioni Banche Altro
CdA
Collegio
Assemblea
CdA
Collegio
Assemblea
CdA
Collegio
Assemblea
CdA
Collegio
Assemblea
CdA
Collegio
Assemblea
CdA
Collegio
Il ruolo “pubblico” dei Confidi traspare soprattutto dall’analisi della governance delle strutture operanti al Nord e al Centro, mentre al Sud è ancora limitata la presenza di Regioni e Camere di Commercio negli organi di gestione e controllo, nonostante la crescente attenzione per le potenzialità dimostrate dai Confidi come veicoli di sviluppo del territorio.
Tabella 5: La composizione degli organi societari per area territoriale (risposte multiple)
AreaImprese Associazioni CCIAA Regioni Banche Altro
Ass CdA Coll Ass CdA Coll Ass CdA Coll Ass CdA Coll Ass CdA Coll Ass CdA Coll
Nord 87,5 87,5 14,3 12,5 25,0 1,8 10,7 19,6 21,4 1,8 19,6 21,4 1,8 1,8 0,0 1,8 8,9 41,1
Centro 89,5 94,7 15,8 21,1 31,6 15,8 0,0 21,1 0,0 0,0 42,1 42,1 5,3 5,3 0,0 0,0 10,5 42,1
Sud 90,7 88,4 16,3 9,3 23,3 0,0 0,0 7,0 0,0 0,0 0,0 11,6 0,0 0,0 0,0 2,3 2,3 55,8
Totale 89,0 89,0 15,3 12,7 25,4 3,4 5,1 15,3 10,2 0,8 16,1 21,2 1,7 1,7 0,0 1,7 6,8 46,6
29
EDIZIONE 2009
I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
1 CAPITOLO
La rete territoriale a livello di sistema è composta da 1.286 sportelli, che fanno riferimento a 96 Confidi, di cui 44 localizzati al Nord, 16 al Centro e 36 al Sud. In media, ciascun Confidi dispone di 13,4 sedi periferiche, sia pure con una notevole differenziazione tra il Centro (dove si contano, in media, quasi 19 sportelli) e il Sud (poco meno di 8). In circa il 59% dei casi la sede principale del Confidi coincide ancora con quella dell’Associazione di riferimento, a testimonianza di un rapporto tuttora saldo con il proprio retroterra associativo, nonostante il progressivo ampliamento dei mercati di riferimento.
Tabella 6: La rete territoriale dei Confidi
Area Confidi con sedi periferiche Sedi periferiche Media
N. % N. % N.
Nord 44 45,8 704 54,7 16,0
Centro 16 16,7 297 23,1 18,6
Sud 36 37,5 285 22,2 7,9
Totale 96 100,0 1.286 100,0 13,4
Oltre 8 Confidi su 10 affermano di disporre di almeno uno sportello periferico e in 13 casi la rete territoriale supera le 20 unità. Viceversa, 19 strutture operano esclusivamente presso la propria sede: è un fenomeno diffuso soprattutto al Nord (11 Confidi, pari al 19,6% dei casi), mentre al Centro e al Sud risulta meno marcato.
Tabella 7: Il numero di sedi territoriali decentrate
Non risposta Nessuna Fino a 5 Da 6 a 10 Da 11 a 20 Oltre 20 Totale
N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. %
Nord 1 1,8 11 19,6 14 25,0 13 23,2 10 17,9 7 12,5 56 31,8
Centro 1 5,3 2 10,5 6 31,6 3 15,8 3 15,8 4 21,1 19 10,8
Sud 1 2,3 6 14,0 23 53,5 8 18,6 3 7,0 2 4,7 43 24,4
Totale 3 2,5 19 16,1 43 36,4 24 20,3 16 13,6 13 11,0 118 67,0
La distribuzione della rete territoriale presenta, peraltro, una certa concentrazione intorno a pochi grandi poli aggregativi a cui fa riferimento quasi la metà degli sportelli esistenti. Come si può osservare nel grafico seguente, i 13 Confidi con oltre 20 sedi periferiche, che rappresentano l’11% del campione, sono titolari del 56,5% degli sportelli diffusi sul territorio. Il fenomeno è particolarmente marcato al Centro, dove il processo di aggregazione ha condotto alla nascita di alcune realtà di notevoli dimensioni, mentre nel resto del paese e soprattutto al Sud vi è ancora un variegato tessuto di Confidi, anche di piccole dimensioni, che continuano a garantire una presenza diffusa sul territorio.
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EDIZIONE 2009
Grafico 5: Distribuzione percentuale degli sportelli per classe di sedi decentrate
5,3% 6,7%
23,5%9,6%14,3%
7,4%
21,8%14,4%
23,3%13,1% 16,5% 19,4%
57,1%72,7%
38,2%
56,5%
Nord Centro Sud Media nazionale
Da 1 a 5 sportelli Da 6 a 10 sportelli Da 11 a 20 sportelli Oltre 20 sportelli
Il 54,8% delle sedi decentrate appartiene ai “Candidati 107” che, nelle regioni del Centro in cui hanno la propria sede legale, controllano ormai quasi l’80% della rete. Al Nord e al Sud, dove sono titolari del 59% delle sedi periferiche complessive, si trovano a coesistere con strutture 106 che, in molti casi, dispongono di un peso specifico notevole e di una presenza forte e consolidata sul territorio. Talvolta, si va delineando una strategia commerciale basata non tanto sulla presenza stabile e capillare nelle aree di riferimento, quanto piuttosto su una copertura diffusa del mercato tramite collaboratori e promotori che afferiscono a poche sedi operative responsabili di più ampi ambiti territoriali. È un fenomeno che si va diffondendo soprattutto tra le strutture maggiori e più fortemente impegnate sul mercato, che tendono a privilegiare una rete territoriale snella e flessibile e a rafforzare il ruolo commerciale degli “agenti” in un’ottica più marcatamente business oriented. In tal senso è significativo che, tra i collaboratori esterni dei Confidi, il 51,9% sia costituito da agenti e fiduciari e un altro 8,6% da promotori finanziari, a cui si affianca una rete di mediatori creditizi che rappresentano il 39,5% dei collaboratori esterni.
Grafico 6: Il peso dei “Candidati 107” nella rete commerciale del sistema
Confidi 10754,8%
Altri confidi 45,2%
59,5
78,8
58,9
Nord Centro Sud
Nell’ambito delle tre macroareeA livello nazionale
* Si considerano soltanto le regioni dove sono localizzati i “Candidati 107”
Il progredire del riposizionamento organizzativo e strategico del sistema conduce inevitabilmente anche alla crescita delle dimensioni dei mercati di riferimento dei Confidi, che operano ormai, nel 60,1% dei casi, su scala almeno regionale o interprovinciale. Un gruppo di punta, in particolare, costituito da 5 Confidi, opera su scala nazionale. Ovviamente sul dato statistico incidono anche peculiarità geografiche e storiche, non ultime le dimensioni delle aree amministrative o del bacino potenziale di riferimento che talvolta, soprattutto al Sud, induce i Confidi a cercare al di fuori della propria provincia o della stessa regione i “numeri” necessari per garantire la sostenibilità della struttura.
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
1 CAPITOLO
Grafico 7: Ripartizione dei Confidi per mercato di riferimento
1,7%
38,1%
51,7%
4,2% 4,2%
Comunale Provinciale Regionale Interregionale Nazionale
Con l’allargamento dei mercati, d’altra parte, è andata accentuandosi la concorrenza proveniente anche da soggetti “esterni” sia al settore sia al territorio di riferimento. È certamente vero che oltre il 72% del campione ha indicato gli altri Confidi artigiani come i concorrenti più temibili e che questi, nei due terzi dei casi, appaiono anche come gli unici veri concorrenti sul mercato, ma confrontando le risposte ottenute con i dati emersi in precedenti rilevazioni, si delinea una progressiva presa di coscienza del “pericolo” proveniente dai Confidi esterni. La consapevolezza di questo cambiamento di prospettiva è diffusa in particolare al Nord, dove risulta più incisiva la presenza di soggetti, non solo esterni ma talvolta portatori anche di un diverso approccio di mercato, che stanno acquisendo una crescente importanza addirittura in aree fortemente presidiate. Questa crescente attenzione alla “minaccia” esterna rappresenta un indice che evidenzia la consapevolezza di come gli antichi legami e i tradizionali confini operativi siano ormai superati e di come i Confidi debbano ragionare con un approccio che tenga conto del mercato, affiancando alla vicinanza con i sistemi associativi specifiche strategie commerciali, sempre riconoscendosi nel valore della mutualità.
Grafico 8: Ripartizione dei Confidi per tipologia di concorrenti individuati
73,2%68,4%
74,4% 72,9%
32,1%26,3% 27,9% 29,7%
8,9%
21,1%
9,3% 11,0%21,4% 21,1%
11,6%17,8%
Nord Centro Sud Totale
Artigiani
locali
Non artigiani
locali
Artigiani
esterni
Non artigiani
esterni
Una conferma di questa interpretazione giunge dal confronto tra i dati dei “Candidati 107” e dei Confidi 106 che evidenziano come sia notevolmente diverso il target concorrenziale tra i due gruppi: tra i “Candidati 107” appare minore la pressione esercitata da altre strutture artigiane della regione ed emerge con chiarezza la consapevolezza della concorrenza portata dai Confidi esterni, sia all’ambito associativo (60,9% contro il 22,1% tra i Confidi 106), sia al territorio regionale. In questo secondo caso, tra i “Candidati 107” il 26,1% teme la concorrenza di Confidi artigiani di altre regioni e il 30,4% annovera tra i principali concorrenti anche Confidi esterni non artigiani, mentre tra i Confidi 106 le percentuali scendono rispettivamente al 7,4% e al 14,7%.
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EDIZIONE 2009
Grafico 9: Ripartizione dei Confidi per tipologia dei principali concorrenti (valori percentuali con risposte multiple)
56,5% 60,9%
26,1%30,4%
Artigiani Altri settori
Concorrenti
nella regione
Concorrenti
da altre regioni
Concorrenti
nella regione
Concorrenti
da altre regioni
Artigiani Altri settori
Candidati 107
76,8%
22,1%
7,4%14,7%
Artigiani Altri settori Artigiani Altri settori
Confidi 106
I Confidi censiti associano oltre 619.000 imprese, con una media a livello nazionale di oltre 5.200 soci per ciascuna struttura. I nuovi soci sono stati 35.109, di cui oltre la metà (52,8%) al Nord, il 25,4% al Centro e il restante 21,8% al Sud. Sono i Confidi del Centro che presentano le dimensioni medie maggiori (7.500 soci), anche in virtù dei processi di aggregazione di cui sono stati protagonisti nel corso degli ultimi anni, mentre appaiono ancora relativamente sottodimensionate (1.870 soci) le strutture meridionali. È un dato che riflette, naturalmente, anche il diverso grado di penetrazione dei Confidi nel tessuto imprenditoriale: alle circa 400.000 imprese associate al Nord si contrappongono le quasi 143.000 del Centro e le 80.000 del Sud.
Tabella 8: Ripartizione delle imprese associate per classi di soci
AreaFinoa 500
Da 501a 1.000
Da 1.001a 3.000
Da 3.001a 5.000
Da 5.001 a 10.000
Oltre10.000
Totale Soci
Media Soci
N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. N.
Nord 1.550 0,4 4.605 1,2 31.276 7,9 35.486 9,0 65.811 16,6 257.438 65,0 396.166 7.074
Centro - 0,0 527 0,4 17.151 12,0 3.340 2,3 11.631 8,2 110.004 77,1 142.653 7.508
Sud 2.571 3,2 6.139 7,6 24.545 30,5 17.871 22,2 29.299 36,4 - 0,0 80.425 1.870
Totale 4.121 0,7 11.271 1,8 72.972 11,8 56.697 9,2 106.741 17,2 367.442 59,3 619.244 5.248
Mentre il 25% delle strutture settentrionali e il 26,3% di quelle del Centro aggregano oltre 10.000 imprese, al Sud nessuna supera questa soglia e il 23,3% ha meno di 500 aziende associate.
Tabella 9: Ripartizione dei Confidi per classi di soci
AreaFinoa 500
Da 501a 1.000
Da 1.001a 3.000
Da 3.001a 5.000
Da 5.001 a 10.000
Oltre10.000
Totale Confidi
N. % N. % N. % N. % N. % N. % N.
Nord 4 7,1 6 10,7 14 25 9 16,1 9 16,1 14 25 56
Centro - 0 1 5,3 10 52,6 1 5,3 2 10,5 5 26,3 19
Sud 10 23,3 9 20,9 15 34,9 5 11,6 4 9,3 - 0 43
Totale 14 11,9 16 13,6 39 33,1 15 12,7 15 12,7 19 16,1 118
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
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I Confidi con oltre 10.000 soci, pur rappresentando solo il 16,1% delle strutture, aggregano il 59,3% delle imprese, mentre i Confidi che associano meno di 500 imprese, pur costituendo l’11,9% del campione, aggregano lo 0,7% dell’intero bacino di aziende.
Grafico 10: Ripartizione dei Confidi e delle imprese associate per classi di soci
11,9%
0,7%
13,6%
1,8%
33,1%
11,8% 12,7%9,2%
12,7%17,2% 16,1%
59,3%
Confidi
Fino a 500 Da 501 a1.000 Da 1.001 a 3.000 Da 3.001 a 5.000 Da 5.001 a 10.000 Oltre 10.000
Imprese Confidi Imprese Confidi Imprese Confidi Imprese Confidi Imprese Confidi Imprese
Il 56,4% dei soci fa riferimento ai “Candidati 107” che, al Centro, giungono ad aggregare oltre l’86% dell’intero bacino di riferimento dei Confidi censiti in quell’area (Grafico 11).
Grafico 11: Il peso percentuale dei Soci “Candidati 107”
Confidi 107
56,4%
Altri confidi
43,6%
59,7%
86,2% 69,1%
Nord Centro Sud
Nell’ambito delle tre macroareeA livello nazionale
* Si considerano soltanto le regioni dove sono localizzati i “Candidati 107”
Le imprese artigiane continuano naturalmente a costituire l’asse portante della base associativa del sistema: esse rappresentano, infatti, l’87,4% dei soci, sebbene il loro peso sia andato tendenzialmente diminuendo nel corso degli ultimi anni, anche in considerazione della progressiva diversificazione del portafoglio-clienti dei Confidi. Nord e Centro presentano, sostanzialmente, lo stesso elevato grado di penetrazione tra le imprese artigiane, mentre la base associativa dei Confidi del Sud appare meno dominata dalla componente artigiana.
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Tabella 10: Il peso delle imprese artigiane nella base associativa
Area Soci totali Soci artigiani % artigiani
Nord 396.166 352.203 88,9
Centro 142.653 127.594 89,4
Sud 80.425 61.267 76,2
Totale 619.244 541.064 87,4
Il 5,9% delle imprese associate risulta iscritta nel 2008. Si tratta di una percentuale che cresce progressivamente passando dal Nord (dove è pari al 4,7%) al Centro (6,8%) e al Sud (10,9%). È un fenomeno che testimonia dello sforzo compiuto nel Meridione per colmare il gap rispetto al resto del paese; della dinamicità che contraddistingue il tessuto produttivo di molte aree del Sud caratterizzate da iniziative neoimprenditoriali che necessitano di un adeguato sostegno per superare la fase di start up; della crescente importanza dei Confidi come strumento per favorire l’accesso al credito da parte delle imprese artigiane e di piccole dimensioni, soprattutto nell’attuale fase in cui ciò risulta ancora più difficoltoso.
Tabella 11: Quota percentuale dei nuovi soci sul totale delle imprese associate
Area % nuovi soci
Nord 4,7
Centro 6,8
Sud 10,9
Totale 5,9
I Confidi si avvalgono di 1.492 addetti complessivi tra dipendenti (981) e collaboratori esterni o occasionali (511); di questi, il 53,4% opera presso i “Candidati 107”. Ciascun Confidi occupa in media 12,6 addetti, con una notevole divaricazione tra il Centro (18,8 addetti per ciascun Confidi), il Nord (11,6) e il Sud (11,3).
Tabella 12: Ripartizione degli addetti per classe di addetti e per area geografica
Area1 2 o 3 4 o 5 Da 6 a 9 Oltre 9 Totale addetti Media
% % % % % N. % N.
Nord 1,1 3,8 9,4 11,5 74,2 650 43,6 11,6
Centro 0,3 2,5 3,6 8,6 85,0 357 23,9 18,8
Sud 1,6 4,7 5,4 7,0 81,2 485 32,5 11,3
Totale 1,1 3,8 6,7 9,4 79,0 1.492 100,0 12,6
Il 79% delle risorse umane complessive (dipendenti, esterni, occasionali) trova occupazione presso i 37 Confidi con oltre 9 addetti, che rappresentano il 31,4% del campione. Il peso specifico di questi Confidi è maggiore al Centro e al Sud, dove occupano oltre l’81% degli addetti complessivi, mentre risulta meno marcato al Nord, dove comunque impiegano oltre il 74% della forza lavoro.
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
1 CAPITOLO
Tabella 13: Ripartizione dei Confidi per classe di addetti e per area geografica
AreaNessuno 1 2 o 3 4 o 5 Da 6 a 9 Oltre 9 Totale
N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. %
Nord - 0,0 7 12,5 10 17,9 13 23,2 10 17,9 16 28,6 56 100
Centro - 0,0 1 5,3 4 21,1 3 15,8 4 21,1 7 36,8 19 100
Sud 1 2,3 8 18,6 9 20,9 6 14,0 5 11,6 14 32,6 43 100
Totale 1 0,8 16 13,6 23 19,5 22 18,6 19 16,1 37 31,4 118 100
Nell’ottica di garantire un costante adeguamento delle competenze e della professionalità delle proprie risorse umane, numerosi Confidi hanno incentivato le azioni di formazione. Il 63,5% delle strutture garantisce una formazione quantomeno annuale al personale e nel 12,7% dei casi la cadenza si riduce addirittura al trimestre. Solo il 23,7% dei Confidi non organizza alcuna attività formativa, mentre il 7,6% afferma di provvedere ad aggiornamenti sporadici, a cadenza tendenzialmente bi- o triennale.
Grafico 12: Ripartizione dei Confidi per periodicità dell’attività di formazione
23,7%
12,7%
20,3%
30,5%
5,1%2,5%
5,1%
Nessuna
formazione
Trimestrale Semestrale Annuale Biennale Triennale Nessuna
risposta
La maggior diffusione dei moduli formativi si registra al Nord e al Centro, dove quasi 8 Confidi su 10 affermano di aver organizzato corsi di formazione, mentre al Sud la percentuale scende al 58%. Il 56% dei Confidi si avvale di strutture formative esterne, a cui si affiancano, nel 51% dei casi, seminari e workshop interni gestiti dagli stessi responsabili dei Confidi. Un quinto delle strutture fa invece riferimento a formatori messi a disposizione dalle stesse Associazioni.
Tabella 14: Ripartizione dei Confidi per frequenza dell’attività formativa e per area geografica
AreaNessunaRisposta
Nessuna formazione 3 mesi 6 mesi Annuale Biennale Triennale e
oltre Totale Confidi
N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. %
Nord 1 1,8 11 19,6 9 16,1 12 21,4 20 35,7 2 3,6 1 1,8 56 100,0
Centro 1 5,3 3 15,8 1 5,3 8 42,1 2 10,5 4 21,1 - 0,0 19 100,0
Sud 4 9,3 14 32,6 5 11,6 4 9,3 14 32,6 - 0,0 2 4,7 43 100,0
Totale 6 5,1 28 23,7 15 12,7 24 20,3 36 30,5 6 5,1 3 2,5 118 100,0
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EDIZIONE 2009
I corsi di formazione trattano le principali tematiche su cui sono chiamati a operare gli addetti dei Confidi, con una particolare attenzione ai temi, peraltro di grande attualità, della valutazione del rischio, dei nuovi principi contabili per la redazione del bilancio, delle procedure gestionali interne e della gestione del rapporto convenzionale con le banche.
Grafico 13: Le attività formative
79,8%
50,0% 46,4%39,3%
32,1%
14,3% 11,9% 10,7%4,8% 1,2%
Valutazione
del rischio
Bilancio Procedure
interne
Convenzioni Gestione
sofferenze
Internal
audit
ICAAP Gestione
finanziaria
Compliance Tecnica
tranched cover
Hanno fatto, d’altra parte, la loro comparsa nuovi argomenti di studio, legati anche alle recenti modifiche del quadro normativo, quali l’internal audit, la compliance, la determinazione dell’adeguatezza patrimoniale e, seppur ancora marginale, la gestione delle tecniche di tranched cover.
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
1 CAPITOLO
1.3 I VOLUMI DI ATTIVITÀ
I Confidi del campione registrano, al 31 dicembre 2008, uno stock di garanzie pari a circa 5,1 miliardi di euro, di cui 3,1 miliardi (pari al 60,6%) riconducibili ai Confidi del Nord, 1,3 miliardi (25,7%) a quelli del Centro e 697 milioni (13,7%) a quelli del Sud.
Tabella 15: Ripartizione dei volumi di garanzie per classe di garanzie (classi in milioni di euro)
AreaFino a 5 Da 5 a 10 Da 10 a 25 Da 25 a 50 Da 50 a 75 Oltre 75 Totale
Mil. % Mil. % Mil. % Mil. % Mil. % Mil. % Mil. %
Nord 21,6 0,7 35,5 1,1 212,8 6,9 551,6 17,8 218,0 7,0 2.052,9 66,4 3.092,4 60,6
Centro 8,0 0,6 25,8 2,0 80,8 6,2 26,0 2,0 105,4 8,0 1.064,1 81,2 1.310,1 25,7
Sud 18,5 2,7 133,3 19,1 61,6 8,8 102,2 14,7 107,7 15,5 273,7 39,3 697,1 13,7
Totale 48,1 0,9 194,6 3,8 355,3 7,0 679,8 13,3 431,1 8,5 3.390,6 66,5 5.099,5 100
Esaminando il dato dei volumi di garanzie in essere, si osserva che 20 strutture superano la soglia dei 75 milioni di euro e di queste 12 sono localizzate al Nord. Dal lato opposto, quasi un quinto dei Confidi opera con un volume di attività inferiore ai 5 milioni di euro e, più in generale, un’ampia maggioranza (59,3%) non supera la soglia dei 25 milioni.
Tabella 16: Ripartizione dei Confidi per volumi di garanzie (classi in milioni di euro)
AreaNon risposta Fino a 5 Da 5 a 10 Da 10 a 25 Da 25 a 50 Da 50 a 75 Oltre 75 Totale
N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. %
Nord 1 1,8 8 14,3 5 8,9 12 21,4 15 26,8 3 5,4 12 21,4 56 100
Centro - 0,0 2 10,5 4 21,1 5 26,3 1 5,3 2 10,5 5 26,3 19 100
Sud 1 2,3 11 25,6 18 41,9 5 11,6 3 7,0 2 4,7 3 7,0 43 100
Totale 2 1,7 21 17,8 27 22,9 22 18,6 19 16,1 7 5,9 20 16,9 118 100
Il mercato presenta un notevole grado di concentrazione: i 20 Confidi che superano la soglia dei 75 milioni di euro di garanzie, pur costituendo il 17,2% delle strutture1, hanno prestato il 66,5% dello stock di garanzie in essere al 31 dicembre 2008. Al contrario, i Confidi con volumi di attività inferiori ai 5 milioni di euro rappresentano il 18,1% del sistema ma hanno erogato solo lo 0,9% dell’ammontare complessivo di garanzie.
1 Sul totale dei 116 Confidi che hanno risposto alla domanda.
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Grafico 14: Ripartizione dei Confidi e dei volumi di garanzie in essere per volumi di garanzie (classi in milioni di euro)
18,1%
0,9%
23,3%
3,8%
19,0%
7,0%
16,4%13,3%
6,0%7,9%
17,2%
66,5%
Confidi Garanzie Confidi Garanzie Confidi Garanzie Confidi Garanzie Confidi Garanzie Confidi Garanzie
Fino a 5 Da 5 a 10 Da 10 a 25 Da 25 a 50 Da 50 a 75 Oltre 75
Come anticipato, sono 23 i Confidi che al 31 dicembre 2008 si potevano identificare come candidati alla trasformazione in intermediari vigilati iscritti all’Elenco speciale previsto dall’art. 107 del Testo Unico Bancario. Il gruppo dei “Candidati 107” è pertanto più ampio di quello che raggruppa i Confidi con oltre 75 milioni di euro di garanzie, in quanto tre strutture, pur disponendo di volumi di garanzie inferiori a tale soglia, soddisfano il parametro fissato dalla normativa, che fa riferimento al volume di attività finanziaria*. Dei 23 “Candidati 107”, 14 sono localizzati al Nord, 6 al Centro e 3 al Sud.
I 23 “Candidati 107” hanno erogato oltre il 70% dello stock di garanzie in essere alla fine del 2008. La percentuale cresce notevolmente se si considerano solo le regioni in cui i Confidi hanno sede: in questo caso, al Centro i 6 “Candidati 107” controllano oltre l’89% dei volumi di garanzie, in Sicilia e Sardegna raggiungono la soglia dell’85% e al Nord il 72,8%.
Grafico 15: Il peso dei “Candidati 107” sullo stock di garanzie del campione
Confidi 107
72,3%
Altri confidi
27,7%
72,8%
91,4% 85,0%
Nord Centro Sud
Nell’ambito delle tre macroareeA livello nazionale
*Si considerano soltanto le regioni dove sono localizzati i “Candidati 107”
I Confidi detengono uno stock medio di garanzie pari a circa 44 milioni di euro, ma esiste un notevole divario tra i “Candidati 107”, la cui “taglia” media supera i 156 milioni di euro, e i Confidi più piccoli che non arrivano ai 3 milioni di euro.
In media, ciascun addetto ha intermediato 3,4 milioni di euro di garanzie, con una variazione compresa tra i 4,8 milioni del Nord, i circa 3,7 milioni del Centro e l’1,4 milioni del Sud. Ripartendo il campione in classi di volumi medi, si possono analizzare in modo più dettagliato i diversi trend seguiti dalle tre aree. Mentre al Nord il 47,3% dei Confidi supera la soglia dei 5 milioni per addetto, al Centro il 68,4% dei Confidi si concentra nella classe compresa tra i 2,5 e i 5 milioni pro-capite, mentre al Sud la quasi totalità delle strutture non supera i 5 milioni per addetto, collocandosi nel 63,4% dei casi al di sotto dei 2,5 milioni.
* Vedi nota 1 a pagina 26
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
1 CAPITOLO
Tabella 17: Ripartizione percentuale dei Confidi in base ai volumi medi di garanzie per addetto (classi in milioni di euro)
Area
Volumi medi di garanzie
Fino a 1 Da 1 a 2,5 Da 2,5 a 5 Da 5 a 7,5 Da 7,5 a 10 Oltre 10 Media
% % % % % % Mln
Nord 7,3 12,7 32,7 27,3 10,9 9,1 4,8
Centro 10,5 10,5 68,4 5,3 0,0 5,3 3,7
Sud 34,1 29,3 26,8 2,4 4,9 2,4 1,4
Totale 17,4 18,3 36,5 14,8 7,0 6,1 3,4
La quota di garanzia a copertura delle perdite attese è pari, in media, al 45,9%, variando dal 44,4% del Centro, al 45,8% del Nord e al 51,5% del Sud. La maggior copertura media a fronte delle perdite si registra in Trentino-Alto Adige, Molise e Puglia.
Grafico 16: La quota di garanzia prestata dai Confidi (valori percentuali)
Media
45,9
45,4 50,044,2
59,7
49,8 49,1 50,037,4 47,0 46,3
39,2
50,8
56,4
38,2
60,9
50,0 50,6 50,0 50,0
Piemonte
Valle
d’Aosta
Lombardia
Trentino A.A.
Veneto
Friuli V.G.
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
36,8
Tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, in ambito nazionale (Fondo Centrale Garanzia-MCC) e territoriale, in funzione anti crisi, sono stati attivati vari strumenti, tra cui i fondi pubblici di garanzia, da utilizzare per interventi in co- o contro-garanzia, con l’obiettivo di accrescere la quota di copertura dei prestiti e di facilitare, in tal modo, l’accesso al credito da parte delle imprese, in particolare di quelle che, per le loro caratteristiche intrinseche (start up, high tech, micro-imprese, ecc.), risultano meno “bancabili”. Una valutazione sull’effettivo impatto di tali strumenti, sia sull’operatività dei Confidi, sia sull’accessibilità al credito delle imprese, potrà essere compiutamente effettuata solo nei prossimi mesi, quando saranno noti i primi risultati operativi, anche se di questo si farà cenno al Capitolo 3.
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1.4 LA PATRIMONIALIZZAZIONE DEL SISTEMA
Il processo di consolidamento del sistema, imposto sia dalle prescrizioni normative sia dalle dinamiche del mercato, ha avuto effetti evidenti anche sotto il profilo patrimoniale, come si può riscontrare attraverso l’analisi di due parametri: il livello di capitalizzazione e il grado di patrimonializzazione del campione.
La capitalizzazione complessiva ammonta a oltre 331 milioni di euro, corrisponde ad un valore medio di capitale sociale di 2,8 milioni per ciascun Confidi, ossia 28 volte il limite minimo stabilito dalla normativa. Solo 2 strutture si collocano ancora sotto la soglia minima fissata a 100.000 euro, a testimonianza dello sforzo compiuto nel corso degli ultimi anni dal sistema artigiano per adeguarsi ai parametri stabiliti dal legislatore. Dal lato opposto, 50 Confidi (il 42,4% del totale) dispongono di un capitale sociale superiore a 1,5 milioni di euro. Il contributo principale alla capitalizzazione continua a provenire dalle strutture settentrionali (57,7%), ma la maggior capitalizzazione media si registra al Centro, dove raggiunge i 3,9 milioni di euro, contro i 3,4 milioni del Nord e gli 1,5 milioni del Sud.
Tabella 18: Ripartizione dei Confidi per classe di capitale sociale (classi in migliaia di euro)
AreaFino a 100 Da 100 a 250 Da 250 a 500 Da 500 a 1.500 Oltre 1.500 Capitale sociale Media
N. % N. % N. % N. % N. % Mil. % Mil.
Nord - 0,0 5 8,9 9 16,1 15 26,8 27 48,2 191,0 57,7% 3,4
Centro - 0,0 3 15,8 3 15,8 4 21,1 9 47,4 73,9 22,3% 3,9
Sud 2 4,7 14 32,6 2 4,7 11 25,6 14 32,6 66,4 20,0% 1,5
Totale 2 1,7 22 18,6 14 11,9 30 25,4 50 42,4 331,3 100,0% 2,8
In realtà, è l’adeguata patrimonializzazione che potrà garantire in futuro la sostenibilità del sistema a fronte dei rischi assunti. Negli ultimi anni il legislatore ha predisposto alcuni strumenti giuridici finalizzati a rafforzare la dotazione patrimoniale dei Confidi attraverso la valorizzazione di asset interni e nuovi canali di finanziamento, quali la conversione a patrimonio dei fondi pubblici precedentemente conferiti a fondi rischi, a prescindere da eventuali vincoli di destinazione. Si registra inoltre, presso alcuni Confidi, la conversione a capitale dei depositi cauzionali dei soci e l’utilizzo e l’intermediazione di prestiti subordinati. Tali interventi dovranno comunque essere potenziati, al fine di garantire la sostenibilità del sistema ed il suo ulteriore consolidamento nel tempo.
In quasi il 46% dei casi si è fatto ricorso alle norme previste dalle recenti leggi finanziarie che consentivano la conversione dei fondi pubblici in patrimonio. Il maggiore utilizzo di questo strumento si è avuto al Nord (50%), mentre al Sud non ha superato il 39,5%. Oltre alla conversione in capitale dei depositi cauzionali dei soci, utilizzata dall’11% del campione, hanno cominciato a diffondersi, in particolare al Centro, ma anche al Sud, sia pure in maniera embrionale, i prestiti subordinati. I “Candidati 107” hanno fatto ricorso soprattutto alla conversione dei fondi pubblici (65,2%), anche se non sono mancati i casi di conversione dei depositi cauzionali dei soci (17,4%); una sola struttura si è avvalsa dell’emissione di prestiti subordinati.
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EDIZIONE 2009
I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
1 CAPITOLO
Tabella 19: Confidi che hanno effettuato operazioni patrimoniali nell’ultimo triennio (valori % sul totale)
Area Conversione di fondi pubblici
Conversione di depositi cauzionali
Emissione prestiti subordinati
Nord 50,0 12,5 0,0
Centro 47,4 10,5 5,3
Sud 39,5 9,3 2,3
Totale 45,8 11,0 1,7
Anche per effetto di queste operazioni di ristrutturazione e consolidamento, la patrimonializzazione complessiva del sistema ammonta a circa 805 milioni di euro, di cui il 54,2% localizzato al Nord, il 26,3% al Centro e il 19,5% al Sud. L’ammontare medio del patrimonio netto è pari a 6,8 milioni di euro, ma esistono notevoli differenze tra le varie strutture considerate e tra le stesse aree geografiche, con un range che varia tra gli 11,1 milioni del Centro e i 3,6 del Sud.
Grafico 17: Il patrimonio netto complessivo e medio dei Confidi (valori in milioni di euro)
156,9
211,6
436,3
Nord
Centro
Sud
7,8
11,1
3,6
Nord Centro Sud
Media: 6,8
Il 58,5% dei Confidi dispone di un patrimonio netto superiore ai 2,5 milioni di euro e il 39% supera la soglia dei 5 milioni. Al contrario, solo una struttura non raggiunge il limite minimo dei 250.000 euro fissati dalla normativa. La ripartizione per macro-aree conferma la divaricazione ancora esistente tra il Sud, nel quale quasi un terzo delle strutture non raggiunge il milione di euro e la soglia dei 5 milioni è superata solo dal 23,3%, e il resto del paese dove quasi la metà delle strutture supera tale valore.
Tabella 20: Ripartizione dei Confidi per classi di patrimonio netto (classi in migliaia di euro)
AreaFino a 250 Da 250 a 500 Da 500
a 1.000Da 1.000 a 2.500
Da 2.500 a 5.000 Oltre 5.000 Totale
N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. %
Nord - - 3 5,4 5 8,9 8 14,3 13 23,2 27 48,2 56 100
Centro - - - - 1 5,3 7 36,8 2 10,5 9 47,4 19 100
Sud 1 2,3 5 11,6 8 18,6 11 25,6 8 18,6 10 23,3 43 100
Totale 1 0,8 8 6,8 14 11,9 26 22,0 23 19,5 46 39,0 118 100
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EDIZIONE 2009
Il patrimonio netto complessivo detenuto dai “Candidati 107” ammonta a quasi 481 milioni di euro, pari a circa il 60% della dotazione patrimoniale dell’intero campione. Considerando ancora una volta solo le regioni dove hanno sede, la dotazione patrimoniale dei “Candidati 107” è pari al 65,9% al Nord, al 74,1% in Sardegna e Sicilia e a oltre l’88% nelle regioni del Centro.
Grafico 18: Il peso dei “Candidati 107” sulla patrimonializzazione del campione
Confidi 107
59,7%
Altri confidi
40,3%
65,9%
88,1%74,1%
Nord Centro Sud
A livello nazionale Nell’ambito delle tre macroaree
*Si considerano soltanto le regioni dove sono localizzati i “Candidati 107”
Come già accennato, la normativa richiede ai Confidi, in particolare ai “Candidati 107”, di assicurare una patrimonializzazione sufficiente a far fronte alle sofferenze e ad evitare situazioni di crisi che possano trasmettersi all’intero sistema. Sulla base dei dati a disposizione si può stimare il coefficiente di solvibilità del campione, dato dal rapporto tra patrimonio netto e volumi di garanzie. Questo indice, seppur parziale rispetto ai parametri previsti dalla normativa per il calcolo del cosiddetto patrimonio di vigilanza, può essere utilizzato, con buona approssimazione, per rappresentare il livello di solidità patrimoniale del sistema.
Il coefficiente medio del campione è pari al 15,8%, con un range compreso tra il 14,1% del Nord e il 22,5% del Sud. Questi dati in prima approssimazione evidenziano una discreta solidità patrimoniale del
id àtilibissop al atidnoforppa ittafni av :isilana atnetta’nu onatirem otted àig emoc am 8002 led enfi alla ametsiscomputare quanto dichiarato dai Confidi come effettivo patrimonio disponibile. Analizzando poi la distribuzione territoriale, i dati mostrano anche l’opportunità di un ulteriore salto di qualità nello svolgimento della funzione di facilitatori dell’accesso al credito, soprattutto in alcune aree. Si rileva infatti un ampio margine di patrimonio “libero” a disposizione dei Confidi, specialmente di quelli meridionali, che consentirebbe loro di rilasciare ulteriori garanzie. Ciascuna struttura è infatti chiamata a ricercare e mantenere nel tempo l’equilibrio tra una dotazione patrimoniale sufficiente a far fronte alle eventuali perdite e un efficiente svolgimento del proprio ruolo di facilitatore dell’accesso al credito per le imprese. Ciò è tanto più importante in una fase estremamente delicata come l’attuale. I “Candidati 107” presentano, al contrario, un coefficiente pari a 13,4, segno evidente di una capacità di leva, in termini di operatività, nettamente superiore.Tale valore, per quanto inferiore sia alla media complessiva del campione, sia alla media delle regioni dove hanno sede (pari a 14,4), non è tuttavia tale da precludere una adeguata ulteriore crescita da parte degli stessi.
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
1 CAPITOLO
Grafico 19: Coefficiente medio di solvibilità (valori percentuali)
16,2
22,5
14,1
Nord Centro Sud
Media: 15,8
Disaggregando i dati a livello regionale, si registra una notevole differenziazione nei valori del coefficiente anche all’interno delle singole macro-aree: nelle aree del Nord, al Piemonte che ha un coefficiente pari all’11,3% si contrappone il Trentino-Alto Adige con un valore prossimo al 30%; al Sud si oscilla tra il 7,4 del Molise e il 41,3% della Basilicata.
Grafico 20: Coefficiente medio di solvibilità a livello regionale (valori percentuali)
11,3 11,713,2
29,5
16,324,4
16,710,3
15,69,9
16,5
40,5
31,1
7,4
32,437,9 41,3
26,1
12,4 17,0
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino A.A.
Veneto
Friuli V.G.
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Si tratta dell’effetto combinato di trend storici, di peculiarità locali e del differente grado di penetrazione nel tessuto produttivo che ancora condizionano l’operatività delle singole strutture. È auspicabile che il processo di razionalizzazione tuttora in corso possa contribuire a riequilibrare le performance a livello locale, garantendo adeguati livelli di efficienza all’intero sistema.
Sotto il profilo della gestione economica, la composizione dei ricavi dei Confidi vede un’ampia prevalenza delle commissioni di garanzia (61,6%), mentre gli interessi attivi incidono per il 19,4%; meno significative le altre voci, quali i servizi (8,6%) ed i diritti di segreteria (5,3%); quasi irrilevanti i contributi pubblici in conto gestione (3,5%) e la gestione degli incentivi (1,5%).
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EDIZIONE 2009
1.5 GLI AFFIDAMENTINel corso del 2008, i Confidi hanno garantito un volume di finanziamenti pari a oltre 5.894 milioni di
euro, il 59% dei quali gestiti dalle strutture del Nord, il 31% da quelle del Centro e circa il 10% da quelle del Sud. Considerando l’ammontare medio dei finanziamenti garantiti dalle singole realtà, giunto a 50 milioni
osoproc lad inna itseuq ni ottodorp otatlusir ovitisop li eravelir azzetrec noc òup is ,elanoizan ollevil a orue idprocesso di aggregazione intervenuto nel sistema. Si può inoltre osservare anche la differente “taglia” tra le strutture del Centro (96,6 milioni di euro) e il resto del campione, soprattutto nella sua componente meridionale, che esprime un volume medio di affidamenti pari a 14,7 milioni di euro.
Grafico 21: Ammontare complessivo e medio dei finanziamenti garantiti nel corso del 2008 (valori in milioni di euro)
573,2
1.835,6
3.485,5 Nord
Centro
Sud
14,7%
96,6%
62,2%
Sud*CentroNord
Media: 50,0%
* Media calcolata sul totale delle risposte
I “Candidati 107” garantiscono il 71,1% dell’intero campione, ossia quasi 4,2 dei circa 5,9 miliardi di euro di finanziamenti. Il peso relativo nei rispettivi sistemi regionali risulta maggiore al Centro (89,2%), mentre al Nord, sia pure di fronte a una forte presenza dei “Candidati 107”, rimane una robusta componente di Confidi 106 che conserva un terzo del mercato. In media, i “Candidati 107” garantiscono un ammontare di finanziamenti di circa 182 milioni di euro, mentre i Confidi più piccoli non superano i 2,5 milioni di euro.
Grafico 22: Il peso dei “Candidati 107” nei volumi di finanziamenti garantiti
Confidi 107
71,1%
Altri confidi
28,9%
69,9
89,278,7
Nord Centro Sud
A livello nazionale Nell’ambito delle tre macroaree
* Si considerano soltanto le regioni dove sono localizzati i “Candidati 107”
Venti Confidi2 hanno garantito oltre 75 milioni di finanziamenti: 14 sono localizzati al Nord, 4 al Centro e 2 al Sud. Anche in questo caso appare evidente il grande divario tra le strutture delle tre macro-aree: mentre al Nord e al Centro rispettivamente il 25% e il 21,1% dei Confidi ha garantito oltre 75 milioni di finanziamenti, al Sud solo 2 strutture (pari al 4,7% del totale) hanno superato questa soglia. Viceversa, al Nord e al Centro meno del 30% delle strutture si colloca al di sotto della soglia dei 10 milioni; al Sud la percentuale sale al 65,1%. 2 Di questi, 15 sono “Candidati 107” in quanto superano anche i volumi di attività finanziaria previsti dalla normativa.
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
1 CAPITOLO
Tabella 21: Ripartizione dei Confidi per classe di finanziamenti (classi in milioni di euro)
AreaNon risposta Fino a 5 Da 5 a 10 Da 10 a 25 Da 25 a 50 Da 50 a 75 Oltre 75 Totale
N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. %
Nord - 0,0 8 14,3 8 14,3 6 10,7 14 25,0 6 10,7 14 25,0 56 100
Centro - 0,0 2 10,5 3 15,8 4 21,1 4 21,1 2 10,5 4 21,1 19 100
Sud 4 9,3 16 37,2 12 27,9 4 9,3 2 4,7 3 7,0 2 4,7 43 100
Totale 4 3,4 26 22,0 23 19,5 14 11,9 20 16,9 11 9,3 20 16,9 118 100
La diversa articolazione del sistema che caratterizza il Sud rispetto al resto dell’Italia risulta ancora più evidente quando si considerano i volumi di finanziamenti: mentre al Nord e al Centro, rispettivamente, oltre il 70% e quasi l’82% dei finanziamenti è stato garantito da Confidi con volumi intermediati superiori a 75 milioni di euro, al Sud la percentuale scende al di sotto del 33%. Viceversa, al Sud quasi un quinto dei finanziamenti è stato garantito da Confidi con volumi di intermediazione inferiori ai 10 milioni di euro; al Nord la percentuale scende al 2,1% e al Centro addirittura all’1,4%.
Tabella 22: Ripartizione dei volumi di finanziamenti per classe di finanziamenti (milioni di euro)
AreaFino a 5 Da 5 a 10 Da 10 a 25 Da 25 a 50 Da 50 a 75 Oltre 75 Totale
Mil. % Mil % Mil % Mil % Mil % Mil % Mil %
Nord 19,1 0,5 55,3 1,6 92,0 2,6 469,7 13,5 397,5 11,4 2.451,9 70,3 3.485,5 59,1
Centro 3,6 0,2 22,0 1,2 51,0 2,8 131,9 7,2 127,8 7,0 1.499,4 81,7 1.835,6 31,1
Sud 36,8 6,4 76,7 13,4 53,7 9,4 52,9 9,2 164,7 28,7 188,3 32,9 573,2 9,7
Totale 59,5 1,0 154,1 2,6 196,8 3,3 654,4 11,1 690,0 11,7 4.139,6 70,2 5.894,3 100,0
Sintetizzando i dati delle due tabelle (e considerando soltanto i Confidi che hanno quantificato l’ammontare di finanziamenti intermediati), si osserva che il 70,2% dei finanziamenti è stato garantiti dai Confidi che superano la soglia dei 75 milioni e che rappresentano il 17,5% delle strutture qui considerate. Viceversa, i Confidi con volumi inferiori ai 10 milioni di euro, pur rappresentando il 43% del sistema, intermediano meno del 4% dell’ammontare complessivo di finanziamenti.
Grafico 23: Ripartizione dei Confidi e dei finanziamenti per classi di finanziamento
22,8%
1,0%
20,2%2,6%
12,3%3,3%
17,5%11,1% 9,6% 11,7%
17,5%
70,2%
Confidi
Finanziamenti
Confidi
Finanziamenti
Confidi
Finanziamenti
Confidi
Finanziamenti
Confidi
Finanziamenti
Confidi
Finanziamenti
Fino a 5 Da 5 a 10 Da 10 a 25 Da 25 a 50 Da 50 a 75 Oltre 75
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EDIZIONE 2009
Il 31,7% del numero di finanziamenti concessi è stato destinato a nuovi soci, il 17,9% a nuove imprese, il 9,8% a imprese a titolarità femminile e il 5,7% a imprese con titolari extra-comunitari. Il 21,8%, inoltre, è riferito ad aziende non artigiane, a cui è stato accordato il 27,2% dell’ammontare complessivo di finanziamenti garantiti. In base alle proiezioni effettuate sui dati disponibili, circa il 42,1% delle imprese associate ai Confidi risulta avere un finanziamento garantito in essere al 31 dicembre 20083.
Come per le garanzie in essere, anche per i finanziamenti garantiti nel 2008 è possibile quantificare l’ammontare medio gestito da ciascun addetto. Come si può osservare nella tabella successiva, il rapporto tra finanziamenti e numero complessivo di collaboratori tende a crescere procedendo da Sud, dove non si superano i 7,5 milioni di euro pro-capite, verso Nord, dove nel 17,9% delle strutture si supera la soglia dei 10 milioni per ciascun addetto. Oltre il 70% dei Confidi si colloca comunque al di sotto dei 5 milioni di euro per addetto, con percentuali che variano tra il 58,9% del Nord e l’83,7% del Sud.
Tabella 23: Ripartizione dei Confidi in base ai volumi medi di finanziamenti per addetto (classi in milioni di euro)
Area
Volumi medi di finanziamenti
Non risposta Fino a 1 Da 1 a 2,5 Da 2,5 a 5 Da 5 a 7,5 Da 7,5 a 10 Oltre 10 Totale
% % % % % % % %
Nord 0,0 3,6 23,2 32,1 8,9 14,3 17,9 100,0
Centro 0,0 10,5 10,5 52,6 10,5 15,8 0,0 100,0
Sud 9,3 34,9 30,2 18,6 7,0 0,0 0,0 100,0
Totale 3,4 16,1 23,7 30,5 8,5 9,3 8,5 100,0
Il 42,4% delle strutture esprime un moltiplicatore non superiore a 15, mentre meno del 2% vede applicato un moltiplicatore superiore a 30. Il fondo monetario rappresenta la base di riferimento per il moltiplicatore per il 69,5% dei Confidi. Il fondo di garanzia complessivo, ossia la somma del fondo monetario e di quello fideiussorio è utilizzato come parametro di riferimento dal 16,9% delle strutture. Risulta marginale il ruolo delle altre basi di riferimento.
Grafico 24: La base e l’entità del moltiplicatore
Fondo
monetario
69,5%
Fondo
fidejussorio
4,2%
Fondo di garanzia
16,9%
Patrimonio netto
4,2%
Capitale sociale
0,8%Altro
4,2%
42,4%
39,0%
16,9%
1,7%
Oltre 30
Da 21 a 30
Da 16 a 20
Fino a 15
3 Le percentuali citate in questo capoverso sono riferite al totale delle risposte ricevute e non al totale del campione complessivo.
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EDIZIONE 2009
I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
1 CAPITOLO
Il fondo di garanzia è composto per oltre il 70% da riserve monetarie, mentre poco meno del 30% è composto da fidejussioni rilasciate da imprese socie o da enti esterni, quali Regioni o Camere di Commercio. L’alimentazione del fondo di garanzia tramite riserve monetarie è ancora particolarmente diffusa al Centro e al Sud, dove esse rappresentano, rispettivamente, l’80,5% e l’84,6% della dotazione di garanzia, mentre al Nord, rispetto agli scorsi anni, torna a crescere di importanza il ricorso alle fidejussioni.
Grafico 25: La composizione del fondo di garanzia e peso del fondo monetario a livello geografico
Fondo monetario70,3%
Fondo fidejussorio29,7%
63,1%80,5% 84,6%
Nord Centro Sud
Anche la maggioranza dei Confidi “Candidati 107” opera con un moltiplicatore inferiore a 20, avvicinandosi progressivamente al rapporto 1:16 identificato come ottimale anche alla luce dei parametri prudenziali applicabili ai Confidi.
Grafico 26: L’entità del moltiplicatore utilizzato dai “Candidati 107”
Fino a 1534,8%
Da 16 a 2026,1%
Da 21 a 3034,8%
Oltre 304,3%
Nel complesso, i Confidi del Centro affermano di aver negoziato un moltiplicatore elevato, tanto è vero che oltre il 63% delle strutture esprime un valore superiore a 20. Al contrario, la stragrande maggioranza dei Confidi del Nord e del Sud opera con un moltiplicatore inferiore a tale soglia: al Nord, in particolare, il 58,9% delle strutture opera con valori inferiori a 15, mentre al Sud quasi il 63% si colloca tra il 16 e il 20.
Tabella 24: Ripartizione dei Confidi per entità del moltiplicatore
AreaFino a 15 Da 16 a 20 Da 21 a 30 Oltre 30 Totale
N. % N. % N. % N. % N. %
Nord 33 58,9 17 30,4 6 10,7 - 0,0 56 100
Centro 5 26,3 2 10,5 11 57,9 1 5,3 19 100
Sud 12 27,9 27 62,8 3 7,0 1 2,3 43 100
Totale 50 42,4 46 39,0 20 16,9 2 1,7 118 100
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EDIZIONE 2009
Il 57,5% del volume complessivo di finanziamenti garantiti è erogato sul medio-lungo periodo.
Grafico 27: Ripartizione percentuale dei finanziamenti garantiti per durata del finanziamento
Breve termine42,2%
Medio-lungotermine57,5%
Non risposta0,3%
Il ricorso a prestiti con scadenze oltre i 18 mesi cresce mano a mano che ci si sposta da Nord (55,5% del totale) verso Sud (76%). Negli ultimi anni, infatti, in numerose realtà, soprattutto al Sud, i Confidi non solo si sono proposti come importanti strumenti volti a favorire l’accesso al mercato del credito da parte delle imprese di piccole dimensioni e di quelle artigiane, ma hanno sviluppato e potenziato progressivamente l’assistenza finanziaria di base. Si tratta di una attività di accompagnamento e di consulenza, complementare a quella precipua di erogazione delle garanzie, che genera un elevato valore aggiunto a favore delle imprese clienti, in quanto le supporta nel definire una più efficiente struttura finanziaria e una ottimale gestione del debito. Il riposizionamento delle esposizioni dal breve al medio-lungo periodo costituisce uno dei principali risultati conseguiti dalle imprese grazie al supporto offerto dai Confidi.
Tabella 25: Ripartizione dei volumi di finanziamenti per scadenza dei prestiti
AreaNon risposta Breve termine Medio-lungo termine Totale
Mil % Mil % Mil % Mil %
Nord - 0,0 1.550,7 44,5 1.934,8 55,5 3.485,5 100,0
Centro 9,0 0,5 801,6 43,9 1.025,1 56,1 1.826,7 100,0
Sud 6,5 1,1 135,9 24,0 430,9 76,0 566,7 100,0
Totale 15,4 0,3 2.488,2 42,2 3.390,7 57,5 5.894,3 100,0
La durata media dei prestiti a medio-lungo termine è pari a circa 61 mesi, con un range compreso tra i 58,3 del Nord e i 78,2 del Sud. Proprio al Sud si registrano, in media, le durate più ampie dei finanziamenti a medio-lungo termine, con gli oltre 93 mesi della Campania e i quasi 90 del Molise. Viceversa al Nord e al Centro si varia tra i 48,4 mesi della Lombardia e i 63,4 della Toscana.
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
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Grafico 28: Durata media dei finanziamenti a m/l termine* (mesi)* Valori medi ponderati
56,7 60,048,4
60,0 62,9 58,2 57,3 60,2 63,453,5
60,2 61,1 58,7
89,9 93,2
57,5 60,0
82,7 82,5 81,8
Piem
onte
Val
le
d'A
osta
Lom
bard
ia
Tren
tino
A.A
.
Ven
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Friu
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uzzo
Mol
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Cam
pani
a
Pugl
ia
Basi
licat
a
Cal
abria
Sici
lia
Sard
egna
Il 76,1% delle operazioni di finanziamento è riconducibile al credito convenzionato, a fronte del 23,9% che si basa sul credito agevolato. Il ricorso maggiore al credito convenzionato si registra al Centro (86,5%) e al Nord (74,2%), mentre al Sud la percentuale scende al 52,8%. La ripartizione percentuale tra credito agevolato e convenzionato è rimasta, dunque, sostanzialmente invariata rispetto agli anni precedenti, nonostante il manifestarsi della crisi. Ciò è dovuto principalmente al fatto che in molti casi il decisore pubblico ha correttamente preferito un conferimento diretto ai fondi rischi dei Confidi, promuovendo al contempo la conoscenza e l’utilizzo di queste strutture presso le imprese, piuttosto che interventi di abbattimento dei tassi o altre forme di agevolazione, considerandoli meno efficaci, anche sotto la prospettiva dell’effetto leva, nel sostegno finanziario delle imprese.
Grafico 29: Credito convenzionato e agevolato (valori percentuali)
Agevolato 23,9%
Convenzionato 76,1%
74,2 86,5
52,8
Nord Centro Sud
Credito Convenzionato
Il valore del credito massimo concedibile ai soci varia notevolmente tra le diverse strutture, oscillando tra i 10.000 e i 2 milioni di euro. Sette Confidi, di cui 5 al Nord e 2 al Sud, non hanno deliberato un limite specifico di intervento.
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Tabella 26: Ripartizione dei Confidi per credito massimo concedibile ai singoli soci (classi in migliaia di euro)
AreaNon risposta Fino a 25 Da 25 a 50 Da 50 a 100 Da 100
a 250Da 250 a 1.000 Oltre 1.000 Totale
N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. %
Nord 7 12,5 1 1,8 2 3,6 4 7,1 5 8,9 29 51,8 8 14,3 56 100
Centro 5 26,3 - - 1 5,3 1 5,3 4 21,1 7 36,8 1 5,3 19 100
Sud 4 9,3 2 4,7 6 14,0 7 16,3 5 11,6 11 25,6 8 18,6 43 100
Totale 16 13,6 3 2,5 9 7,6 12 10,2 14 11,9 47 39,8 17 14,4 118 100
Nel corso del 2008 i Confidi hanno attivato strumenti alternativi al credito per un ammontare complessivo di 432,1 milioni di euro, il 95,4% dei quali coperti da garanzia. Il 46,1% del volume complessivo di questi strumenti è stato intermediato al Nord, il 45,6% al Centro e l’8,3% al Sud. Il leasing rappresenta il 58,2% dei volumi di finanziamenti alternativi non garantiti su cui i Confidi hanno prestato la propria consulenza e il 30,9% dei finanziamenti coperti da garanzia. Tra questi ultimi, un ruolo importante è giocato dai finanziamenti concessi da Artigiancassa, che rappresentano il 45,4% dei volumi complessivi. L’offerta di servizi di consulenza specialistici, anche su strumenti alternativi al credito bancario, rappresenta una delle principali aree di intervento che i Confidi sono chiamati a sviluppare nell’ottica di trasformarsi da semplici “intermediari della garanzia” a veri e propri punti di riferimento finanziario per le imprese. La capacità di accompagnare l’impresa lungo il suo percorso di crescita, individuando e proponendo gli strumenti più idonei a sostenerne il fabbisogno finanziario e, allo stesso tempo, lo sviluppo di modelli di valutazione e analisi validati dagli interlocutori bancari costituiscono parte fondamentale di quel valore aggiunto su cui i Confidi devono impegnarsi per consolidare il proprio ruolo di interlocutori di riferimento sia per il mercato, sia per le Istituzioni pubbliche.
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1.6 LE SOFFERENZECom’è ormai consuetudine per questa ricerca, il paragrafo sulle sofferenze è costruito sulla base di un
confronto fra il dato delle sofferenze lorde del campione (ossia al lordo dei relativi fondi di accantonamento) rapportato alle garanzie in essere e il tasso di sofferenze fornito da Banca d’Italia relativamente ai prestiti concessi al totale delle imprese artigiane. Il tasso medio di sofferenze lorde delle imprese garantite dai Confidi è salito nel 2008 a circa il 4,8%, con un range che varia tra il 4,1% del Centro e il 5,1% del Nord e con rilevanti diversità tra regioni della stessa area. Appare migliore la performance dei “Candidati 107” che fanno rilevare un tasso medio di sofferenze lorde pari al 4,4%. Tra le imprese artigiane finanziate dal sistema bancario nel suo complesso, invece, il tasso medio di sofferenza è pari al 5,7%, con una variabilità compresa tra il 4,6% del Nord e il 10% del Sud.
Grafico 30: Il tasso lordo di sofferenze (valori percentuali)Imprese garantite dai Confidi
Media 4,8% Media 5,7%
5,1 4,84,1
Nord Centro Sud
Imprese artigiane in Italia
6,1
10,0
4,6
Nord Centro Sud
Questi dati, da sempre di difficile rilevazione, confermano ancora una volta, nonostante il manifestarsi dei primi effetti della crisi, non solo l’importante contributo offerto dai Confidi nell’abbattimento del rischio per le banche ma anche e soprattutto il ruolo che essi giocano come facilitatori dell’accesso ai capitali per le imprese, in particolare in quelle realtà dove il differenziale di tassi di sofferenza tra le imprese del campione e il dato nazionale appare notevole. Storicamente ai Confidi artigiani è stato riconosciuto il merito non solo di aver facilitato l’accesso al credito alle aziende del comparto, ma anche di aver garantito alle banche tassi di sofferenza nettamente inferiori alla media nazionale. Come si può osservare nel grafico seguente, tra il 2005 e il 2007, in effetti, il tasso lordo di sofferenze tra le aziende garantite dai Confidi è stato pari a poco più della metà di quello tipico dell’intero comparto artigiano. Nel corso degli anni, d’altra parte, questo differenziale si è andato restringendo, anche grazie alla progressiva diminuzione del tasso di sofferenza complessivo a fronte di una sostanziale stabilità di quello registrato tra le imprese garantite dai Confidi. Nel 2008, il tasso di sofferenza tra le imprese garantite dai Confidi è invece salito al 4,8%, ponendosi comunque nettamente al di sotto della media del comparto, scesa nel frattempo al 5,7%.
Grafico 30a: Il tasso lordo di sofferenze nel periodo 2005-2008 (rapporto percentuale tra insolvenze lorde e stock di garanzie)
6,7 6,7
6,3
5,7
3,7 3,7 3,6
4,8
2005 2006 2007 2008
Imprese art igiane Imprese garantite dai Confidi
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L’importanza del ruolo giocato dai Confidi può essere meglio evidenziato facendo un confronto tra i differenziali dei tassi di sofferenza registrati nelle diverse aree del paese. Mentre al Nord il tasso registrato tra le imprese garantite è sostanzialmente uguale a quello complessivo del sistema, scendendo verso Sud il differenziale aumenta progressivamente arrivando al 5,2%. Di fatto, quindi, al Sud, il tasso di sofferenza registrato tra le imprese garantite dai Confidi è pari a meno della metà rispetto al tasso medio dell’intero comparto artigiano.
Tabella 27: Confronto tra i tassi di sofferenza per area
AreaDifferenza tassi
%
Nord + 0,5
Centro - 2,0
Sud - 5,2
Totale 2,7
Una conferma di questa capacità di selezione e di accompagnamento viene dall’analisi delle sofferenze registrate, al netto dei fondi accantonati. Il tasso medio netto di sofferenze si attesta, infatti, al 2,7%, sia pure con un differenziale ancora sensibile tra il Centro (1,7%), il Nord (3%) e il Sud (3,6%). Leggermente inferiore è il tasso netto che caratterizza i “Candidati 107” e che si colloca al 2%.
Tabella 28: Il tasso netto di sofferenze (valori percentuali)
AreaTasso medio netto
di insolvenze*
%
Nord 3,0
Centro 1,7
Sud 3,6
Totale 2,7
Il tipo di garanzia convenzionata con le banche e la modalità di escussione in caso di insolvenza rappresentano alcuni degli aspetti principali su cui i Confidi devono confrontarsi, anche per effetto della nuova normativa: Basilea 2 e le normative conseguenti prevedono infatti, affinchè la garanzia rilasciata dai Confidi 107 sia eligibile ai fini della mitigazione del rischio, che la stessa sia immediatamente escutibile, oltre a tutti agli altri requisiti; anche i Confidi 106 possono rilasciare una garanzia a prima richiesta, per quanto ciò non conti ai fini di Basilea 2.
In merito a questo aspetto, poco meno di un quarto dei Confidi dichiara in convenzione di rilasciare garanzie a prima richiesta; il 27,1% alterna questa tipologia con le garanzie sussidiarie a seconda delle convenzioni e ben il 44,1% prevede il ricorso unicamente alla garanzia sussidiaria. È un fenomeno che interessa ancora, alla data di rilevazione, anche i “Candidati 107”: solo 5 strutture prevedono, nelle convenzioni sottoscritte, il ricorso a garanzie a prima richiesta, altre 10 possono optare anche per le garanzie sussidiarie, a seconda delle convenzioni, e 7 fanno ricorso esclusivo a garanzie sussidiarie. Questi dati, soprattutto quelli riferiti ai “Candidati 107”, risentono probabilmente sia del protrarsi nel tempo di convenzioni sottoscritte in anni
* Rapporto tra garanzie in sofferenza (al netto dei relativi fondi) e totale delle garanzie in essere al 31 dicembre 2008
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precedenti all’entrata a regime di Basilea 2 e della nuova normativa, sia del fatto che solo una parte dei “Candidati 107” aveva già completato, a fine 2008, l’iter di adeguamento alle disposizioni previste per gli intermediari vigilati ai nuovi parametri di eligibilità delle garanzie stabiliti dalla normativa europea.
Grafico 31: Ripartizione percentuale dei Confidi secondo la tipologia di garanzia indicata nelle convenzioni
Prima richiesta23,7%
Sussidiaria44,1%
Entrambe27,1%
Non risposta5,1%
La maggioranza dei Confidi, in media, ha dichiarato di ricorrere nelle proprie convenzioni alla garanzia sussidiaria; al Centro e al Sud la maggioranza delle strutture fa ricorso alla garanzia a prima richiesta o, quantomeno, a entrambe le tipologie. Il ricorso esclusivo alle garanzie a prima richiesta è previsto da circa il 20% delle strutture del Nord e da poco più di un quarto degli altri Confidi.
Tabella 29: Ripartizione dei Confidi per tipologia di garanzia indicata nelle convenzioni
AreaND Prima richiesta Sussidiaria Entrambe Totale
N. % N. % N. % N. % N. %
Nord 1 1,8 11 19,6 29 51,8 15 26,8 56 100
Centro 2 10,5 5 26,3 5 26,3 7 36,8 19 100
Sud 3 7,0 12 27,9 18 41,9 10 23,3 43 100
Totale 6 5,1 28 23,7 52 44,1 32 27,1 118 100
Dalla rilevazione emerge che in circa il 44% dei casi i Confidi attivano le procedure per l’escussione immediata della quota garantita o quantomeno per il versamento di un congruo anticipo, mentre optano ancora per la garanzia sussidiaria nel 35% dei casi; il 15,3% delle strutture adotta una modalità intermedia che, pur qualificandosi come garanzia sussidiaria, prevede l’accantonamento della quota garantita dal Confidi su un apposito conto pegno, in attesa della conclusione delle procedure di recupero.
Grafico 32: Modalità di escussione delle garanzie da parte delle banche
Escussione immediata
37,3%
Anticipo6,5%
Accantonamento su conto pegno
15,3% Garanzia sussidiaria
35,0%
Altro5,9%
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Il ricorso all’escussione immediata trova una maggior diffusione al Nord (51% delle escussioni) e al Sud (42%), mentre al Centro si ricorre prevalentemente alla garanzia sussidiaria (62,7%). L’accantonamento su conto pegno è particolarmente utilizzato al Sud (27%), mentre risulta di scarso rilievo al Centro (10,6%) e poco più diffuso al Nord (15,1%). Al Centro, in particolare, ha cominciato a diffondersi l’uso di anticipare una congrua percentuale della quota garantita (17,1%), pratica che risulta invece ancora poco utilizzata nelle altre aree.
Tabella 30: Ripartizione dei Confidi per modalità di escussione
AreaEscussione immediata Escussione con anticipo Accantonamento su
conto pegno Garanzia sussidiaria Altro
% % % % %
Nord 51,0 2,4 15,1 24,6 6,9
Centro 9,5 17,1 10,6 62,7 0,0
Sud 42,0 0,1 27,0 15,8 15,2
Totale 37,3 6,5 15,3 35,0 5,9
Rispetto alla media complessiva del campione, i “Candidati 107” fanno un maggior ricorso agli anticipi in sostituzione dell’escussione immediata integrale (13,6% dei casi contro il 6,5%), mentre risulta nettamente minore l’utilizzo della garanzia sussidiaria (25% contro il 35%), probabilmente anche in considerazione del fatto che questa modalità non è eligibile ai fini di Basilea 2.
Grafico 33: “Candidati 107”: modalità di escussione delle garanzie da parte delle banche
Escussione immediata
33,0%
Anticipo13,6%
Accantonamento su conto pegno
19,7% Garanzia sussidiaria
25,0%
Altro8,7%
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Nel corso del tempo il contenzioso è diventato una tematica centrale per il sistema, in quanto i Confidi sono sempre più chiamati a dotarsi di una modalità professionale di gestione dei rischi e, di conseguenza, anche delle procedure di escussione. I “Candidati 107” sono infatti tenuti dalla normativa ad introdurre strumenti di presidio delle sofferenze nell’ottica del mantenimento del patrimonio, mentre per i Confidi 106 ciò contribuisce all’efficiente gestione della struttura, al contenimento dei costi di funzionamento e soprattutto al presidio del patrimonio. Due terzi dei Confidi affermano di gestire essi stessi il contenzioso: nel 19% dei casi autonomamente, senza l’intervento di altri soggetti; nel 55,4% parallelamente alla banca; nei casi restanti, in collaborazione con professionisti o società specializzate. Le banche, laddove intervengono, in oltre un caso su 5 gestiscono da sole il contenzioso, senza una analoga azione legale da parte del Confidi. Una percentuale significativa di strutture ha segnalato, infine, l’intervento di professionisti esterni (44,1%) o di società specializzate (15,3%).
Grafico 34: Ripartizione dei Confidi in base al soggetto che gestisce il contenzioso (valori percentuali su risposte multiple)
66,7%60,4%
44,1%
15,3%6,3%
Confidi Banca Professionisti Società
specializzate
Altro
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1.7 LE MODALITÀ OPERATIVE E I SERVIZI OFFERTIIl manifestarsi della crisi ha reso ancora di maggiore rilevanza il ruolo dei Confidi come interfaccia tra
banche e imprese e come facilitatori dell’accesso al credito da parte di queste ultime, ma ha posto anche in primo piano la questione della loro efficacia nello svolgere questa funzione e nella mitigazione delle condizioni praticate alle imprese. Ciò dipende da una serie di fattori, talvolta legati anche alle peculiarità locali o storiche dei rapporti con le banche, ma è evidente che la capacità di agevolare il processo valutativo del sistema bancario rappresenta un importante atout competitivo per i Confidi, anche per potenziare sempre più la propria partnership con i vari interlocutori bancari. In tale ottica, si è voluto verificare la percezione che i referenti delle strutture hanno del proprio contributo nella fase di istruttoria delle banche. La grande maggioranza degli intervistati ritiene di offrire un contributo quanto meno utile (57,6%), se non addirittura determinante (26,3%), per la decisione finale della banca. È, peraltro, da rilevare che, mentre il 39,3% delle strutture settentrionali ritiene di offrire un contributo determinante, tale opinione scende a circa il 15% nel resto dell’Italia, dove oltre un quinto dei Confidi teme di svolgere un ruolo secondario.
Tabella 31: Ripartizione dei Confidi per giudizio sul contributo offerto in sede di istruttoria bancaria
AreaContributo offerto
TotaleSecondario Utile Determinante
Nord 8,9% 51,8% 39,3% 100,0%
Centro 21,1% 63,2% 15,8% 100,0%
Sud 23,3% 62,8% 14,0% 100,0%
Totale 16,1% 57,6% 26,3% 100,0%
La tabella successiva mette in risalto la differenza di percezioni esistente tra i “Candidati 107” e il resto del campione: mentre i primi giudicano determinante (nel 52,2% dei casi), o quanto meno utile (43,5%), il proprio contributo per l’istruttoria della banca, tra gli altri Confidi le percentuali in termini di contributo offerto tendono a scendere.
Tabella 32: Ripartizione dei Confidi per giudizio espresso e tipologia di Confidi
Garanzie in essere Secondario Utile Determinante Totale
“Candidati 107” 4,3% 43,5% 52,2% 100,0%
Confidi 106 18,9% 61,1% 20,0% 100,0%
Totale 16,1% 57,6% 26,3% 100,0%
Tradizionalmente, uno dei punti di forza riconosciuti ai Confidi è legato alla disponibilità di dati e serie storiche su imprese e sofferenze. È quanto emerge anche da questa rilevazione: l’86,2% delle strutture dispone sia di dati sistematizzati sulle imprese, sia di informazioni storiche sulle sofferenze che, nella grande maggioranza dei casi, sono trattati a livello informatico. Inoltre, 24 strutture hanno dichiarato di avvalersi di banche dati esterne o di provider informatici per acquisire analisi di settore o territoriali utili ad integrare i dati già disponibili ai fini della valutazione del rischio. Dal lato opposto, esiste un 4,3% di strutture che afferma di essere del tutto priva sia di dati sistematizzati sulle imprese, sia di serie storiche sulle sofferenze.
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Tabella 33: Ripartizione dei Confidi per disponibilità di dati su imprese e sofferenze
Dati sofferenzeDati su imprese Dispone di dati Non dispone di dati Totale
Dispone di dati 86,2% 6,0% 92,2%
Non dispone di dati 3,4% 4,3% 7,8%
Totale 89,7% 10,3% 100,0%
Un altro importante indicatore dell’apporto fornito dai Confidi alla valutazione del merito del credito delle imprese è legato alle modalità con cui si sviluppa l’istruttoria e ai conseguenti tempi di delibera da parte del Confidi. È senz’altro positivo il fatto che il 69,5% degli intervistati affermi di svolgere una istruttoria propria e di deliberare senza attendere un riscontro preventivo dalla banca. Ciò permette a quest’ultima di disporre di un elemento supplementare di valutazione che, soprattutto nel caso delle imprese di piccole dimensioni caratterizzate da una scarsa trasparenza sui dati di bilancio e patrimoniali, può essere notevolmente valorizzato in sede di accesso e negoziazione delle condizioni di accesso al finanziamento. È ovvio che tanto più è elevata la capacità di analisi e valutazione dei Confidi, tanto maggiore sarà il peso – e il valore aggiunto – che essi potranno offrire alle imprese garantite.
Grafico 35: Le modalità di delibera dei Confidi
Delibera preventiva del Confidi
69,5%
Comitato misto3,4%
Istruttoria parallela16,1%
Delibera successivadel Confidi
11,0%
La pratica della delibera preventiva da parte dei Confidi è diffusa soprattutto al Centro e al Sud, dove interessa all’incirca 3 Confidi su 4. Al Nord, invece, è utilizzata dal 62,5% delle strutture, che fanno invece ricorso all’istruttoria parallela o alla delibera successiva a quella bancaria in quasi il 36% dei casi.
Tabella 34: Ripartizione dei Confidi per modalità di delibera e area geografica
AreaDelibera preventiva Comitato
tecnico misto Istruttoria parallela Delibera successiva Totale
N. % N. % N. % N. % N. %
Nord 35 62,5 1 1,8 12 21,4 8 14,3 56 100,0
Centro 14 73,7 2 10,5 3 15,8 - - 19 100,0
Sud 33 76,7 1 2,3 4 9,3 5 11,6 43 100,0
Totale 82 69,5 4 3,4 19 16,1 13 11,0 118 100,0
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Tra i “Candidati 107”, sono 16 i Confidi a produrre una propria delibera precedente a quella della banca, mentre solo 2 alla data di rilevazione predispongono una delibera successiva.
L’84,7% dei Confidi opera una analisi dei dati fiscali e il 79,7% svolge in proprio anche la riclassificazione dei bilanci. A queste che rappresentano le attività tipiche dei Confidi censiti, si aggiungono l’analisi degli indici (50%) e le proiezioni sui bilanci (39,8%). È da sottolineare la diffusione delle attività di analisi competitiva di settore (27,1%) e della pratica di integrare dati di bilancio e di settore (24,6%). L’attività di istruttoria risulta ancor più dettagliata laddove l’impresa oggetto di analisi tiene i servizi tradizionali presso l’Associazione di riferimento. In questi casi, infatti, il Confidi ha accesso a un maggior numero di elementi di natura qualitativa e quantitativa ( situazione fiscale, buste paga, posizione contributiva), rilevanti ai fini della valutazione del merito creditizio dell’azienda e in grado di valorizzare la rete associativa di cui il Confidi stesso fa parte. Sono 132.736 le imprese che si avvalgono delle Associazioni di categoria promotrici dei Confidi per svolgere queste attività, localizzate per quasi i tre quarti al Nord (72,9%), per il 21,9% al Centro e per il restante 5,2% al Sud.
Grafico 36: Le attività svolte per la valutazione dell’azienda
24,6% 24,6% 27,1%
39,8%
50,0%
79,7%84,7%
Analisi
flussi
Integrazione dati
bilancio e settore
Analisi
competitiva
Proiezioni
bilancio
Analisi
indici
Riclassific.
Bilancio
Analisi
dati fiscali
La quasi totalità dei Confidi intervistati redige report o altri documenti di valutazione a completamento delle proprie procedure di valutazione. Oltre ai report sull’analisi qualitativa e dei bilanci, si vanno diffondendo metodologie finalizzate alla formulazione di scoring (45,8%) e di rating (22,9%), strumenti che rappresentano un indubbio valore aggiunto sia per la qualità delle istruttorie realizzate, sia per il contributo offerto alle banche in sede di valutazione del merito creditizio delle aziende.
Grafico 37: Tipologie di documenti prodotti per la valutazione delle imprese
4,2%
13,6%
22,9%
45,8%
69,5%
85,6%
Nessuno Analisi competitiva Rating Scoring Analisi di bilancio Analisi sintetica
Oltre il 53% dei Confidi ha costruito, nel corso degli anni, una vera e propria rete commerciale per promuovere enoizazzinagro’llus etasab rup ,ehc iter id attart iS .eserpmi el noc itroppar i eritseg e àtivitta airporp al
costituita dalle sedi territoriali dei Confidi, si avvalgono in particolare dell’appoggio logistico e operativo delle Associazioni di categoria, del network di collaboratori esterni e, in alcuni casi, delle stesse banche.
La rilevanza strategica della rete distributiva per i Confidi artigiani è dimostrata anche dal fatto che nel corso del 2008 Fedart Fidi ha avviato a favore del Sistema un progetto a carattere nazionale volto a definire
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
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un modello multicanale articolato in 8 principali modelli distributivi, tra diretti e indiretti. Il progetto mira essenzialmente a definire in modo più strutturato il rapporto contrattuale che lega questi soggetti al Confidi di riferimento, anche in relazione alle nuove normative in materia.
Questa rete commerciale e promozionale in non pochi casi contribuisce anche a predisporre le domande di finanziamento per le imprese: se è vero, infatti, che oltre il 60% delle pratiche è istruito presso l’ufficio centrale o le sedi periferiche dei Confidi, va però sottolineato che ad essi si affiancano le sedi delle Associazioni (16,9%), i consulenti privati (7%), i collaboratori esterni (5,4%) e le stesse banche (8%). La centralizzazione di queste mansioni presso le sedi dei Confidi è tipica del Centro (63% delle pratiche) e del Sud (74,2%), mentre al Nord è ancora diffusa la delega di queste funzioni alle sedi delle Associazioni di categoria (24,3%) o agli sportelli bancari (13,8%).
Tabella 35: Ripartizione percentuale dei Confidi secondo i soggetti che predispongono le domande di finanziamento
Area Ufficio centrale
Sedi periferiche
Confidi
Sedi Associazioni
Consulenti privati
Collaboratori esterni Banche Altro Totale
Nord 39,0 10,2 24,3 6,6 3,4 13,8 2,7 100,0
Centro 47,9 15,1 20,1 6,2 6,5 4,2 0,0 100,0
Sud 60,9 13,3 5,8 7,9 7,5 2,3 2,4 100,0
Totale 48,5 12,1 16,9 7,0 5,4 8,0 2,1 100,0
Nei casi in cui utilizzano le sedi periferiche delle Associazioni, circa l’80% dei Confidi si avvale del loro personale interno per procacciare le pratiche di finanziamento, mentre un quinto delle strutture utilizza propri dipendenti. Meno di un Confidi su dieci fa invece ricorso a mediatori, agenti fiduciari o esperti di agenzie esterne. Generalmente, tra il momento della presentazione della domanda di garanzia da parte dell’impresa e l’erogazione del finanziamento da parte della banca passano circa 40 giorni, di cui circa 15 sono utilizzati dai Confidi per eseguire la propria istruttoria e procedere alla delibera della garanzia.
Un contributo importante nel velocizzare i tempi tecnici di istruttoria è senz’altro offerto dall’informatizzazione delle procedure da parte della quasi totalità delle strutture; ciò ha permesso una gestione più rapida ed efficiente delle pratiche, oltre a favorire la sistematizzazione e l’uniformazione delle procedure e delle informazioni sul sistema delle garanzie artigiano. In quasi 8 casi su 10 vengono usate procedure informatiche sia per la gestione della contabilità sia per quella delle pratiche, ma al momento solo in un quarto dei casi le due procedure sono gestite con programmi che ne permettono il collegamento automatico.
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Grafico 38: L’utilizzo delle procedure informatiche presso i Confidi
Gestione pratiche14,2%
Gestione contabilità7,1%
Entrambe, non collegate 54,0%
Entrambe, collegate24,8%
A giudizio del 62% dei Confidi, le procedure attualmente in uso offrono un sufficiente supporto per le esigenze delle strutture, mentre solo il 5,3% ritiene necessario un adeguamento della piattaforma informatica. Il 91% dei Confidi, inoltre, dispone di un referente informatico che nel 28,3% dei casi è interno al Confidi, nel 32,1% è condiviso con le strutture dell’Associazione di riferimento e nel 39,6% dei casi è esterno alla struttura. In un quinto dei casi, il referente informatico è condiviso con altri Confidi. Un numero significativo di strutture pone una particolare attenzione nel garantire e certificare l’efficienza e la correttezza delle procedure e delle metodologie seguite nel disbrigo delle pratiche. A tal fine, il 28% del totale ha richiesto e ottenuto la certificazione di qualità e un altro 3% ha attualmente in corso le pratiche per conseguirla.
A fronte delle garanzie e dei servizi offerti dai Confidi, le imprese versano una commissione annua pari, in media, allo 0,9% per le operazioni a breve termine e allo 0,6% per le operazioni a medio-lungo termine. Come si può osservare in tabella, permangono significativi differenziali tra le diverse aree del paese, sia nel breve sia nel medio-lungo termine. Ciò può essere letto, da un lato, come indice della maggior rischiosità delle imprese meridionali, che si ripercuote sugli oneri a carico dei Confidi e quindi delle imprese, ma dall’altro potrebbe essere determinato talvolta anche da difficoltà operative e gestionali che si ripercuotono sui costi delle strutture stesse. Si tratta, in ogni caso, di un aspetto da tenere in debito conto poiché proprio il costo della garanzia è destinato a diventare sempre più un importante elemento di valutazione da parte del mercato.
Tabella 36: Le commissioni di garanzia richieste dai Confidi in percentuale del finanziamento garantito
Area Commissioni a breve Commissioni a m/l
Nord 0,85 0,59
Centro 0,99 0,52
Sud 1,09 1,02
Totale 0,90 0,62
Una parte significativa del campione, oltre a svolgere le tradizionali attività di istruttoria e concessione di garanzie, offre un’ampia gamma di servizi di assistenza per le imprese. È un fenomeno senz’altro positivo e da incoraggiare, anche nella prospettiva della progressiva diversificazione delle attività e delle competenze richiesta dall’evoluzione del mercato delle garanzie. Il 63,8% delle strutture svolge la mansione di ufficio credito per conto dell’Associazione di riferimento, il 31,4% istruisce regolarmente pratiche di finanziamento non garantite, il 21,2% offre consulenze finanziarie specialistiche e il 31,4% offre consulenze o predispone pratiche per l’accesso agli incentivi pubblici. Il 43% gestisce anche direttamente misure di incentivazione per conto degli enti pubblici. Nell’ambito di tale attività, il 71,4% dei Confidi presta un servizio di istruttoria
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
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tecnica, il 32,7% gestisce anche la fase di valutazione dell’impresa e il 53,1% provvede alla erogazione degli incentivi. Tra i “Candidati 107”, 8 strutture stanno iniziando a predisporre lo svolgimento di alcune delle attività riservate agli intermediari finanziari vigilati, che la normativa consente loro di effettuare in via residuale. La stragrande maggioranza dei “Candidati 107”, comunque, non avendo ancora completato l’iter di iscrizione all’Elenco degli intermediari vigilati, non ha ancora proceduto né previsto l’attivazione di questi nuovi ambiti di intervento.
Una mansione estremamente importante affidata ai Confidi è la gestione dei fondi pubblici anti-usura. Il 67% del campione (79 Confidi) ha attivato questi fondi, con una variazione compresa tra il 78,9% del Centro e il 60,5% del Sud, passando per il 67,9% del Nord. Le operazioni a valere sul fondo anti-usura sono state 1.614, di cui 680 al Nord, 495 al Centro e 439 al Sud. L’ammontare complessivo dei finanziamenti concessi è stato pari a 57,1 milioni di euro, per un importo medio delle singole operazioni pari a circa 35.400 euro, con un range compreso tra i 19.400 euro della Toscana e i 79.400 euro della Lombardia.
Tabella 37: La gestione dei fondi anti-usura
Area Confidi Numero Ammontare (mln euro)
Nord 38 680 30,9
Centro 15 495 14,2
Sud 26 439 12,0
Totale 79 1.614 57,1
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1.8 I RAPPORTI CON IL SISTEMA BANCARIOSono 1.656 le convenzioni stipulate dai Confidi con il sistema finanziario, di cui 1.556 con le banche e 100
con le società di leasing, con una media di 15 convenzioni per ciascuna struttura. L’82% circa dei Confidi ha in essere almeno 6 convenzioni bancarie e un quinto ne ha sottoscritte oltre 20. Il 53% dei Confidi afferma, inoltre, di aver negoziato, nell’ambito delle convenzioni stipulate con le banche, anche le condizioni accessorie.
Grafico 39: Ripartizione dei Confidi per numero di convenzioni bancarie (sul totale delle risposte)
1,8%
7,3%9,1%
32,7%
28,2%
20,9%
Una 2 o 3 4 o 5 Da 6 a 10 Da 11 a 20 Oltre 20
Il 17% delle convenzioni è stato sottoscritto con il gruppo Unicredit che, a differenza degli anni scorsi, si propone come il principale punto di riferimento sia sotto il profilo dei volumi di finanziamenti garantiti dai Confidi del sistema sia sotto il profilo del numero di accordi siglati, superando, seppur di poco, il circuito delle BCC (16,5%). Significativo risulta anche il peso del gruppo Intesa-San Paolo (14,5%), mentre gli altri gruppi si pongono al di sotto della soglia del 10%. Si tratta di valori che, con minime differenze percentuali, si riscontrano anche sotto il profilo dell’ammontare di finanziamenti erogati: Unicredit al 16,2%, il sistema delle BCC al 15,6% ed il Gruppo Intesa-S.Paolo al 14,4%.
Esiste una forte divergenza tra la realtà del Centro, dove tutti i Confidi hanno affermato di avere in essere almeno 6 convenzioni, e il Sud, dove il 37,3% delle strutture non supera questa soglia. Dal lato opposto, mentre oltre un quarto delle strutture del Centro e quasi un terzo di quelle settentrionali hanno sottoscritto oltre 20 convenzioni, al Sud solo un Confidi raggiunge questa soglia.
Tabella 38: Ripartizione dei Confidi per numero di convenzioni e area geografica
AreaNon risposta 1 2 o 3 4 o 5 Da 6 a 10 Da 11 a 20 Oltre 20 Totale
N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. % N. %
Nord 3 5,4 - 0,0 - 0,0 4 7,1 12 21,4 20 35,7 17 30,4 56 100
Centro 3 15,8 - 0,0 - 0,0 - 0,0 5 26,3 6 31,6 5 26,3 19 100
Sud 2 4,7 2 4,7 8 18,6 6 14,0 19 44,2 5 11,6 1 2,3 43 100
Totale 8 6,8 2 1,7 8 6,8 10 8,5 36 30,5 31 26,3 23 19,5 118 100
Questi dati sono riconducibili, probabilmente, a due fattori già messi in evidenza nella precedente edizione della ricerca: da un lato, la tendenza a privilegiare rapporti strategici con un gruppo ristretto di banche con cui progettare specifici strumenti a favore delle imprese garantite, sulla falsariga di quanto già sperimentato dai maggiori Confidi nazionali; dall’altro, il minor numero di convenzioni che caratterizza alcune aree del paese è riconducibile, in non pochi casi, a una minore presenza sul territorio di banche non appartenenti a grandi gruppi, che determina l’accorpamento di diverse convenzioni in un solo accordo.
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
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Confrontando la distribuzione dapprima dei Confidi e successivamente dei volumi di finanziamenti per ciascuna classe di convenzioni e di finanziamenti, emerge un dato interessante: il 24,6% del campione, costituito da Confidi che offrono copertura su oltre 50 milioni di euro di finanziamenti nell’ambito di oltre 10 convenzioni, garantisce il 79,2% dei volumi complessivi di finanziamenti. Viceversa, i Confidi che garantiscono finanziamenti per meno di 10 milioni di euro nell’ambito di meno di 10 convenzioni, pur rappresentando il 34,8% delle strutture, garantiscono solo il 2,7% dell’ammontare complessivo di finanziamenti.
Tabella 39: Ripartizione dei Confidi per numero di convenzioni e volumi di finanziamenti garantiti
Finanziamenti
ConvenzioniFino a 5 mln Da 5 a 10 mln Da 10 a 25 mln Da 25 a 50 mln Da 50 a 75 mln Oltre 75 mln Totale
1 0,9% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,9%
2 o 3 4,7% 1,9% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 6,6%
4 o 5 6,6% 1,9% 0,0% 0,9% 0,0% 0,0% 9,4%
Da 6 a 10 9,4% 9,4% 5,7% 6,6% 0,0% 0,9% 32,1%
Da 10 a 20 1,9% 5,7% 4,7% 5,7% 5,7% 5,7% 29,2%
Oltre 20 0,0% 0,9% 1,9% 5,7% 2,8% 10,4% 21,7%
Totale 23,6% 19,8% 12,3% 18,9% 8,5% 17,0% 100,0%
Tabella 40: Ripartizione dei volumi di finanziamenti per numero di convenzioni e volumi di finanziamenti garantiti
Finanziamenti
ConvenzioniFino a 5 mln Da 5 a 10 mln Da 10 a 25 mln Da 25 a 50 mln Da 50 a 75 mln Oltre 75 mln Totale
1 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%
2 o 3 0,1% 0,3% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,4%
4 o 5 0,3% 0,2% 0,0% 0,5% 0,0% 0,0% 1,0%
Da 6 a 10 0,5% 1,3% 1,4% 3,9% 0,0% 1,4% 8,5%
Da 10 a 20 0,1% 0,7% 1,4% 3,9% 7,0% 17,6% 30,7%
Oltre 20 0,0% 0,1% 0,6% 3,9% 3,3% 51,3% 59,2%
Totale 1,1% 2,6% 3,4% 12,2% 10,3% 70,3% 100,0%
I tassi negoziati medi a breve termine si posizionano intorno al 5,4%, mentre nel medio-lungo termine si attestano al 4,9%. I valori medi maggiori nel breve periodo si registrano al Nord (5,9%) e al Sud (5,7%), mentre il Centro presenta valori al di sotto del 5%. Sul medio-lungo termine, i tassi delle 3 aree tornano a distanziarsi dopo il relativo allineamento dello scorso anno, oscillando tra il 4,6% del Centro e il 5,5% del Sud4.
4 Si tratta naturalmente di valori indicativi, calcolati come medie dei tassi pervenuti.
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Tabella 41: I tassi convenzionati con le banche
AreaTasso medio breve Tasso medio lungo
% %
Nord 5,9 5,2
Centro 4,7 4,6
Sud 5,7 5,5
Totale 5,4 4,9
L’entrata in vigore di Basilea 2 e il manifestarsi della crisi hanno fatto paventare il timore di un netto irrigidimento, da parte delle banche, delle metodologie di valutazione delle imprese e il conseguente razionamento del credito, soprattutto a discapito delle imprese minori. Per comprendere quanto tali timori fossero fondati, è stato chiesto ai responsabili dei Confidi una valutazione sugli eventuali cambiamenti nel rapporto con le banche già visibili nel corso del 2008. In effetti, per il 75,4% degli intervistati, si è notato quantomeno un parziale irrigidimento delle procedure utilizzate nel corso delle istruttorie e per oltre il 10% vi è stato un drastico peggioramento della situazione. Solo per il 7,6% non vi sono stati cambiamenti di rilievo nel rapporto con le banche.
Grafico 40: Cambiamenti intervenuti nelle procedure di valutazione adottate dalle banche
5,9% 7,6%
75,4%
10,2%
0,8%
Non risposta Nessun cambiamento Parziale rigidità Totale rigidità Altro
I segnali di un mutamento nell’atteggiamento delle banche risultano più diffusi al Centro, dove ben l’84,2% delle strutture ha registrato un parziale peggioramento della situazione, mentre i casi di netto peggioramento appaiono distribuiti in modo sostanzialmente uniforme sul territorio.
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I Confidi di 1° grado: analisi strutturale anno 2008
1 CAPITOLO
Tabella 42: Ripartizione dei Confidi secondo le percezioni relative ai rapporti con le banche
AreaNon risposta Nessun
cambiamento Parziale rigidità Totale rigidità Altro Totale
N. % N. % N. % N. % N. % N. %
Nord 2 3,6 6 10,7 42 75,0 6 10,7 - 0,0 56 100
Centro 1 5,3 - 0,0 16 84,2 2 10,5 - 0,0 19 100
Sud 4 9,3 3 7,0 31 72,1 4 9,3 1 2,3 43 100
Totale 7 5,9 9 7,6 89 75,4 12 10,2 1 0,8 118 100
Questo aspetto estremamente importante – che va a incidere evidentemente sia sull’effettiva efficacia degli interventi pubblici a sostegno delle imprese, sia sulla capacità dei Confidi di favorire l’accesso al credito mitigandone le condizioni di erogazione – sarà approfondito nel focus dedicato all’analisi congiunturale del primo semestre 2009 al capitolo 3.
CAPITOLO 2I Con!di di 1° grado: analisi tendenziale 2004-2008
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PREMESSALa tradizionale analisi delle serie storiche relative ai Confidi aderenti a Fedart Fidi è finalizzata a individuare
e comprendere le linee di tendenza di medio periodo che caratterizzano il sistema. Come sempre, l’analisi si basa su un campione ristretto costituito dalle strutture che hanno costantemente partecipato all’indagine nel corso degli ultimi 5 anni o che ne rappresentano l’evoluzione a seguito dei processi di aggregazione realizzati nel periodo.
Il rilevante processo di razionalizzazione del sistema ha condotto a una progressiva riduzione del campione che, quest’anno, è costituito da 84 delle 118 strutture che hanno partecipato all’indagine strutturale. L’aggregazione o l’incorporazione di più strutture può comportare, talvolta, variazioni e cesure notevoli nelle serie storiche del quinquennio, sia per l’inserimento dei dati relativi a qualche Confidi precedentemente escluso dalla rilevazione prima delle aggregazioni, sia per la stessa operazione di consolidamento dei dati gestionali e di bilancio. A questi problemi si possono legare, in alcuni casi, le rettifiche sui dati di stock legate all’informatizzazione delle strutture: tutto ciò potrebbe comportare alcuni lievi problemi di comparabilità tra le informazioni delle aree interessate da questi fenomeni e le altre dove, invece, i cambiamenti sono stati di portata minore.
Ciononostante, le informazioni che si possono ottenere dall’analisi delle serie storiche presentano comunque un notevole interesse storico e statistico, in quanto sono riferibili a un gruppo di Confidi di 1° grado sostanzialmente omogeneo nel tempo e che ha rappresentato, mediamente, circa i tre quarti delle strutture complessivamente esaminate di anno in anno nell’analisi strutturale.
Nelle pagine seguenti si ripercorrono sinteticamente, come ormai da tradizione, i principali fenomeni già analizzati in valore assoluto nel precedente capitolo, evidenziando in particolare i trend più significativi dell’ultimo quinquennio, obiettivo principale di questo capitolo.
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I Confidi di 1° grado: analisi tendenziale 2004 - 2008
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2.1 LE CARATTERISTICHE DEL CAMPIONE
Il campione ristretto è composto da 84 (pari al 71,2%) dei 118 Confidi esaminati nell’indagine strutturale. Essi raggruppano l’83,2% delle imprese associate complessivamente dal campione strutturale e hanno erogato l’85,3% del volume di garanzie in essere, a conferma della significatività dell’analisi. Circa il 53,6% di questo campione è costituito dalle strutture operanti al Nord, il 15,5% da quelle presenti al Centro e poco meno del 31% da soggetti localizzati al Sud. Come è stato già evidenziato nelle precedenti rilevazioni, nel campione ristretto la quota rappresentata dai Confidi settentrionali continua a essere sovradimensionata rispetto alla composizione del campione strutturale, ma non è comunque tale da inficiare la significatività dei dati ai fini di una rappresentazione plausibile dei trend storici del sistema.
Grafico 41: La ripartizione geografica del campione.
Nord
47,5%Centro
16,1%
Sud
36,4%
Campione complessivo
Nord
53,6%
Centro
15,5%
Campione ristretto
Sud
31,0%
Nel corso del quinquennio, i Confidi hanno progressivamente ampliato la propria base associativa, portandola dalle circa 440.000 unità del 2004 alle oltre 515.000 dell’ultimo biennio, con un incremento complessivo del 17%. L’incremento maggiore, in termini percentuali, si registra tra i Confidi del Sud che hanno aumentato di quasi il 40% la propria base associativa, a testimonianza delle grandi potenzialità di crescita del sistema in queste regioni. Al Nord la crescita appare inferiore, in quanto risente di una flessione avvenuta nell’ultimo anno, ascrivibile in larga parte ai recenti processi di aggregazione che hanno comportato, tra l’altro, il consolidamento e la rettifica degli elenchi degli associati.
Tabella 43: Le imprese associate
Area 2004 2005 2006 2007 2008 Variazione % 2004-08
Nord 307.902 331.397 343.393 355.121 346.456 12,5
Centro 93.909 100.452 102.972 108.985 114.858 22,3
Sud 38.834 42.012 45.414 51.262 54.063 39,2
Totale 440.645 473.861 491.779 515.368 515.377 17,0
Il numero dei soci artigiani, come già riscontrato nelle precedenti edizioni, è cresciuto meno che proporzionalmente rispetto alla base associativa complessiva, attestandosi all’11,6% su base annua quinquennale. Questo dato può essere senza dubbio interpretato come testimonianza della progressiva espansione dell’ambito di operatività dei Confidi, che sempre più offrono i propri servizi anche al di fuori della base associativa tradizionale. Anche in questo caso, la flessione registrata nell’ultimo anno al Nord è in
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larga parte ascrivibile al processo di aggregazione che ha interessato alcune strutture e che ha comportato alcune rettifiche negli elenchi degli associati.
Tabella 44: I soci artigiani
Area 2004 2005 2006 2007 2008 Variazione % 2004/2008
Nord 288.430 307.524 320.548 321.742 309.701 7,4
Centro 85.327 89.662 88.028 92.088 104.139 22,0
Sud 32.935 35.014 37.430 39.879 39.849 21,0
Totale 406.692 432.200 446.006 453.709 453.689 11,6
Il trend in esame può essere meglio percepito osservando il grafico seguente, che evidenzia la leggera ma progressiva riduzione del peso della componente artigiana nelle diverse aree geografiche, con l’unica e parziale eccezione del Centro.
Grafico 42: La percentuale di imprese artigiane sul totale dei soci dei Confidi (valori percentuali)
93,7 90,984,8
92,392,889,3
83,391,293,3
85,5 82,4
90,790,684,5
77,8
88,089,4 90,7
73,7
88,0
Nord Centro Sud Campione
2004 2005 2006 2007 2008
Continua a crescere il numero di addetti1, salito da 614 a 818 unità nell’arco dei 5 anni. Gli incrementi maggiori si sono registrati al Nord, in termini sia assoluti che percentuali. La crescita delle risorse umane complessivamente impiegate dal sistema a fronte della parallela diminuzione del numero di strutture censite è un chiaro segnale sia di come il processo di aggregazione non abbia condotto a una riduzione della forza lavoro, sia di come abbia favorito lo sviluppo di nuove funzioni e nuovi ambiti di intervento, ampliando altresì l’offerta di servizi a disposizione delle imprese associate.
Tabella 45: Gli addetti (valori assoluti)
Area 2004 2005 2006 2007 2008 Variazione %2004/2008
Nord 333 356 379 413 457 37,2
Centro 163 161 192 193 211 29,1
Sud 118 118 133 142 150 27,1
Totale 614 635 704 748 818 33,1
1 Nel campione ristretto si fa riferimento ai soli addetti dipendenti dei Confidi, per omogeneità con i dati degli anni precedenti.
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I Confidi di 1° grado: analisi tendenziale 2004 - 2008
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2.2 IL PATRIMONIO NETTO E LE GARANZIEIl patrimonio netto complessivo del campione ristretto ammonta a circa 651 milioni di euro, con un
incremento del 43,6% rispetto al 2004. Continua e si conferma il processo di consolidamento patrimoniale del sistema soprattutto al Centro, dove la crescita è pari al 63%, e al Sud, dove si sfiora la soglia del 76%, a fronte di una crescita del 30,4% al Nord. La spinta proveniente dal Centro, frutto anche di alcune importanti operazioni di aggregazione realizzate negli ultimi anni, e soprattutto dal Sud, sono indicative degli sforzi compiuti dal sistema non solo per ottemperare agli obblighi imposti dalla normativa, ma anche per garantire la massa critica ottimale per operare con efficienza e competitività sul mercato. È significativo a questo proposito che, mentre all’inizio del periodo la patrimonializzazione del Centro e quella del Sud erano pari rispettivamente al 33,1 e al 21,2% di quella del Nord, nel 2008 i valori erano saliti rispettivamente al 41,4 e al 28,6%.
Grafico 43: Il patrimonio netto complessivo (in milioni di euro)
83,1101,4
351,2346,5314,5293,7383,0
156,2143,7104,9
97,2
158,5
109,5
70,962,2
650,9608,8573,3490,3453,2
2004 2005 2006 2007 2008
Campione
Sud
Centro
Nord
Tabella 46: Il patrimonio netto (valori in milioni di euro)
Area 2004 2005 2006 2007 2008 Variazione % 2004-08
Nord 293,7 314,5 346,5 351,2 383,0 30,4
Centro 97,2 104,9 143,7 156,2 158,5 63,0
Sud 62,2 70,9 83,1 101,4 109,5 75,9
Totale 453,2 490,3 573,3 608,8 650,9 43,6
Una crescita altrettanto sostenuta ha caratterizzato il fondo di garanzia monetario, la cui dotazione è aumentata di quasi il 48%, passando dai circa 352 milioni del 2004 agli oltre 520 del 2008.
Grafico 44: La dotazione del fondo monetario di garanzia (valori in milioni di euro)
351,7
386,5
617,8 643,0
520,2
2004 2005 2006 2007 2008
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È un processo che può essere ascritto, in parte, anche al riconoscimento dell’importanza del ruolo assunto dai Confidi per i decisori pubblici, che in alcune regioni hanno contribuito ad alimentarne periodicamente il fondo per far fronte alla crescente domanda di assistenza proveniente dal tessuto imprenditoriale, ma anche alla crescente consapevolezza dei Confidi della necessità di capitalizzazione delle strutture attraverso l’apporto diretto delle imprese associate.
Tabella 47: Il fondo di garanzia monetario (valori in milioni di euro)
Area 2004 2005 2006 2007 2008 Variazione % 2004/2008
Nord 238,3 250,0 275,4 292,7 337,3 41,6
Centro 65,3 80,1 274,7 267,0 93,4 43,0
Sud 48,1 56,4 67,7 83,3 89,4 85,9
Totale 351,7 386,5 617,8 643,0 520,2 47,9
Un’indicazione della notevole crescita del ruolo giocato dai Confidi si può ricavare esaminando l’evoluzione degli stock di garanzie nel corso del quinquennio. Esso è, infatti, salito dai 3 miliardi del 2004 agli oltre 4,3 miliardi del 2008, con un incremento di oltre il 43%.
Grafico 45: L’ammontare di garanzie globali in essere (valori in milioni di euro)
2.810,52.058,8
2.341,9 2.409,2 2.621,3
1.009,8
667,1
730,2 790,1963,6
283,7
326,1
487,9
387,7
449,2
3.009,6 3.398,3 3.587,0 4.034,1 4.308,2
2004 2005 2006 2007 2008
Sud
Centro
Nord
Campione
Continua a essere prevalente il peso relativo dei Confidi settentrionali, benché sia diminuito dal 68,4% del 2004 al 65,2% del 2008, a fronte di una crescita della quota sia del Centro (dal 22,2 al 23,4%), sia del Sud (dal 9,4 all’11,3%). Tale fenomeno è il frutto, in un contesto di crescita generalizzata del sistema, dell’aumento più che proporzionale dei volumi di attività dei Confidi di queste aree rispetto a quelli del Nord: nel caso del Centro, i volumi sono aumentati di oltre il 50%, mentre a Sud sono cresciuti del 72%, a fronte di una crescita del 36,5% al Nord.
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I Confidi di 1° grado: analisi tendenziale 2004 - 2008
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Tabella 48: Le garanzie in essere (valori in milioni di euro)
Area 2004 2005 2006 2007 2008 Variazione % 2004/2008
Nord 2.058,8 2.341,9 2.409,2 2.621,3 2.810,5 36,5
Centro 667,1 730,2 790,1 963,6 1.009,8 51,4
Sud 283,7 326,1 387,7 449,2 487,9 72,0
Totale 3.009,6 3.398,3 3.587,0 4.034,1 4.308,2 43,1
Il coefficiente di solvibilità, ovvero il rapporto tra patrimonio netto e stock di garanzie del sistema, che in questo lavoro viene utilizzato come indicatore della solidità patrimoniale dei Confidi, si è confermato nel 2008 al 15,1%, dopo che, nel 2006, aveva raggiunto la soglia del 16%. Questi valori, ad una prima analisi, indicano una discreta capacità del sistema nel suo complesso di far fronte ad eventuali perdite, anche se tale considerazione andrà rivista con attenzione a seguito delle valutazioni degli esiti e dell’impatto dell’attuale crisi, che, come già riscontrato in questi ultimi mesi, ha già prodotto un effetto di erosione di quote rilevanti di quel presidio così faticosamente costruito dal sistema Confidi nel tempo, qual è il patrimonio.
Grafico 46: Il coefficiente di solvibilità (valori percentuali)
15,114,4
16,0
15,1 15,1
2004 2005 2006 2007 2008
Va infine notata la progressiva flessione della quota di garanzia prestata dai Confidi, che è scesa dal 49,4% del 2004 al 45,7% dell’ultimo anno. La flessione dipende, in particolare, dai trend registrati al Nord e al Centro, ove peraltro la quota di garanzia non ha mai superato il 50%, mentre al Sud si è sempre mantenuta al di sopra di questa soglia.
Tabella 49: Quota di garanzia prestata dai Confidi
Area 2004 2005 2006 2007 2008
Nord 49,2 48,5 45,8 47,0 44,9
Centro 48,9 48,8 47,1 44,1 45,9
Sud 53,2 52,7 51,9 52,1 53,2
Totale 49,4 48,9 46,7 46,4 45,7
74
EDIZIONE 2009
2.3 GLI AFFIDAMENTINel corso del 2008 gli affidamenti sono ammontati a oltre 5 miliardi di euro, con un incremento del
44,9% rispetto ai volumi di finanziamenti garantiti nel 2004. L’incremento registrato al Centro (74,3%), più che doppio rispetto ai tassi di crescita registrati al Nord (35%) e al Sud (35,4%), è dovuto soprattutto alla notevole crescita dei volumi registrata nell’ultimo biennio.
Tabella 50: L’ammontare dei finanziamenti garantiti (valori in milioni di euro)
Area 2004 2005 2006 2007 2008 Variazione % 2004/2008
Nord 2.308 2.605 2.813 3.075 3.117 35,0
Centro 867 999 1.030 1.381 1.512 74,3
Sud 285 310 351 383 386 35,4
Totale 3.460 3.914 4.194 4.839 5.014 44,9
In tutto il periodo di riferimento oltre la metà dei finanziamenti garantiti ha una scadenza di medio-lungo termine. Si tratta, nella gran parte dei casi, del risultato di una strategia condivisa dai Confidi e dalle banche, tesa a favorire una struttura del debito orientata su scadenze maggiori, in grado di generare effetti positivi sia sull’equilibrio finanziario delle imprese, sia ai fini della mitigazione del rischio per le stesse banche.
Grafico 47: Peso percentuale dei finanziamenti a medio-lungo termine sul totale degli affidamenti
55,9% 57,1%
56,2%
58,0%
54,5%
2004 2005 2006 2007 2008
Durante il quinquennio, il credito convenzionato ha sempre rappresentato la quota ampiamente preponderante dei finanziamenti garantiti dai Confidi rispetto a quello agevolato. Nel corso del 2008 si è registrata una leggera flessione rispetto all’anno precedente, ma allo stato attuale non vi sono elementi per intercettare, da questo dato, il segnale di una inversione di tendenza, destinata ad acuirsi nel 2009, dovuta alle misure di contrasto alla crisi adottate dagli enti pubblici attraverso il supporto dei Confidi.
Grafico 48: Il peso percentuale del credito convenzionato sul totale dei finanziamenti garantiti
74,5%
75,9%
74,4%
78,9%
77,4%
2004 2005 2006 2007 2008
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EDIZIONE 2009
I Confidi di 1° grado: analisi tendenziale 2004 - 2008
2 CAPITOLO
La diffusione del credito convenzionato è stata particolarmente forte al Centro, dove nell’ultimo biennio ha rappresentato oltre il 90% dei finanziamenti garantiti. Mentre al Nord, nel corso del periodo, la percentuale si è aggirata intorno al 75%, al Sud non ha mai superato il 50%. Quest’ultimo dato può essere letto come una conferma dell’importante ruolo di servizio “pubblico” svolto dal sistema delle garanzie in aree economicamente svantaggiate e deboli in termini di cultura finanziaria, ancora poco sviluppata; al contempo è frutto anche della oggettiva difficoltà per i Confidi meridionali a penetrare in profondità nel tessuto produttivo locale e a proporsi come interlocutori “forti” e autorevoli del sistema creditizio.
Tabella 51: Incidenza percentuale del credito convenzionato sul totale dei finanziamenti garantiti
Area 2004 2005 2006 2007 2008
Nord 77,9 78,3 77,6 77,8 73,9
Centro 73,7 78,4 77,2 92,5 93,5
Sud 47,5 43,8 44,1 37,7 42,3
Totale 74,5 75,9 74,4 78,9 77,4
Continua l’ascesa, sia pure lieve, del tasso medio netto di sofferenze, salito dall’1,4% del 2004 al 2,9% del 2008. Su base quinquennale, il tasso del Nord è cresciuto maggiormente rispetto alle altre aree, registrando un incremento dell’1,6%, contro l’1,1% del Sud e l’1,4% del Centro. Si tratta di valori comunque al di sotto delle medie ufficiali rilevate su base nazionale e che testimoniano ancora una volta della qualità del portafoglio-soci dei Confidi.
Tabella 52: Tasso medio di sofferenze
Area 2004 2005 2006 2007 2008
Nord 1,4 1,6 1,8 2,4 3,0
Centro 0,8 0,8 1,5 1,5 2,2
Sud 2,6 3,8 3,0 3,7 3,7
Totale 1,4 1,6 1,8 2,4 2,9
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EDIZIONE 2009
2.4 I RAPPORTI CON IL SISTEMA BANCARIOSono 1.254 le convenzioni sottoscritte con le banche, con un incremento di oltre il 6% rispetto al 2004
ma in controtendenza rispetto al trend degli anni precedenti. Il dato risente, innanzitutto, degli effetti dei processi di aggregazione che hanno interessato sia i Confidi sia il sistema bancario e che hanno condotto a una razionalizzazione – e a una riduzione in alcuni casi notevole – delle convenzioni sottoscritte. Allo stesso tempo, non va sottovalutato nemmeno il ruolo giocato dalla tendenza, che si è andata evidenziando negli ultimi tempi, a costruire rapporti privilegiati con poche banche di riferimento, con cui spesso vengono sottoscritti anche specifici programmi ad hoc per le aziende garantite.
Grafico 49: Il numero di convenzioni bancarie
1181 1305 13421491 1254
2004 2005 2006 2007 2008
Il fenomeno risulta particolarmente marcato al Nord (dove però risultano determinanti gli effetti dei processi di aggregazione a cui già si è fatto cenno in precedenza), dove si rileva una flessione rispetto al 2004, mentre al Centro e al Sud vi è stato un incremento, anche significativo, su base quinquennale, benché risulti invertito il trend degli anni precedenti.
Tabella 53: Il numero di convenzioni bancarie
Area 2004 2005 2006 2007 2008 Variazione % 2004/2008
Nord 899 999 980 1.023 865 -3,8
Centro 139 142 186 230 211 51,8
Sud 143 164 176 238 178 24,5
Totale 1.181 1.305 1.342 1.491 1.254 6,2
Nel corso del 2008 i tassi di interesse medi a breve termine sono rimasti sostanzialmente invariati anche se, stranamente, il valore registrato al Nord è stato lievemente superiore a quello del Sud. Nel valutare il dato bisogna tener conto naturalmente dell’incompletezza delle risposte ricevute, che ha impedito di disporre di un quadro esauriente dei trend nelle varie regioni, e anche della diversa risposta e dei diversi tempi di reazione che le banche hanno manifestato di fronte ai primi effetti della crisi.
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EDIZIONE 2009
I Confidi di 1° grado: analisi tendenziale 2004 - 2008
2 CAPITOLO
Tabella 54: Tassi medi convenzionati a breve termine
Area 2004 2005 2006 2007 2008
Nord 5,1 4,4 4,6 5,6 5,9
Centro 5,5 3,9 4,4 5,1 4,7
Sud 6,0 5,2 5,2 5,8 5,7
Totale 5,4 4,5 4,7 5,6 5,4
Nel medio-lungo termine, in effetti, i tassi del Nord appaiono nuovamente inferiori a quelli registrati al Sud, per effetto probabilmente del più lento processo di adeguamento dei valori rispetto al breve periodo. In generale, peraltro, nel 2008, i tassi sembrano essersi riallineati con il trend del quinquennio, annullando la crescita sostenuta registrata nel 2007.
Tabella 55: Tassi medi convenzionati a medio-lungo termine
Area 2004 2005 2006 2007 2008
Nord 4,1 4,0 5,0 6,4 5,2
Centro 4,1 4,2 4,8 6,5 4,6
Sud 4,6 5,0 5,8 6,9 5,5
Totale 4,2 4,2 5,1 6,5 4,9
CAPITOLO 3I Con!di di 1° grado: Analisi congiunturale 1° semestre 2009
80
EDIZIONE 2009
PREMESSAIl 2009 è stato segnato da due importanti eventi. Il primo, previsto da tempo, riguarda l’entrata a regime
delle disposizioni e dei regolamenti relativi all’introduzione, nel sistema delle garanzie, della figura giuridica dell’intermediario vigilato “Confidi 107”. Si tratta di una innovazione importante che, da un lato, accresce e consolida il ruolo dei Confidi più strutturati, adeguandolo allo status di cui gli schemi di garanzia godono in altri paesi europei, ma che dall’altro ha imposto e impone una serie di notevoli cambiamenti organizzativi ed operativi, oltre che ingenti investimenti supplementari, per i Confidi interessati dal processo. Il secondo evento è legato al manifestarsi della crisi economico-finanziaria che, iniziata nell’autunno del 2008 sui mercati finanziari, si è ben presto estesa all’economia reale, anche per l’influenza negativa prodotta sulle modalità e sulle condizioni di accesso al credito per le imprese.
Sulla base di queste considerazioni, nella presente edizione della ricerca si è ritenuto opportuno introdurre un’anteprima dell’analisi congiunturale dei trend emersi nel primo semestre 2009. In tal modo si vuole offrire un ulteriore strumento di analisi delle dinamiche del sistema, che va a integrare le informazioni tradizionalmente fornite dall’analisi strutturale, e di comprensione dell’ampiezza, dell’incidenza e degli effetti della crisi sull’operatività dei Confidi, nonché delle risposte che questi hanno messo in campo per farvi fronte.
Le informazioni raccolte presso i Confidi sono soprattutto qualitative e prospettiche. Ciò per due ordini di motivi: innanzitutto, per l’oggettiva difficoltà di raccogliere, nel corso dell’anno, dati contabili strutturati, analogamente a quanto avviene con quelli al 31 dicembre in occasione dell’indagine strutturale annuale; in secondo luogo, per la scelta strategica di privilegiare la comprensione delle dinamiche, delle percezioni e delle aspettative che attraversano il sistema piuttosto che di offrirne una fotografia statica basata su informazioni puramente quantitative.
Al fine di garantire un flusso di informazioni costante e comparabile nel tempo e un quadro il più completo possibile dei Confidi artigiani, sulla falsariga di quanto sperimentato con il campione ristretto utilizzato per l’analisi tendenziale, si è costruito un sottocampione formato da 55 Confidi che, per dimensioni e per localizzazione, offrissero uno spaccato realistico delle dinamiche del sistema, assicurando contemporaneamente una sufficiente rappresentazione delle diverse realtà territoriali. Anche in ragione del criterio dimensionale utilizzato per individuare il campione ristretto, allo stesso partecipano, naturalmente, tutti i “Candidati 107”.
Tabella 56: I 55 Confidi del campione ristretto ed il campione complessivo
Area Campione ristretto Campione complessivo Rapporto %
Nord 36 56 64,3
Centro 9 19 47,4
Sud 10 43 23,3
Totale 55 118 46,6
Come si può osservare, i Confidi del Nord risultano sovrarappresentati rispetto al campione complessivo (e viceversa i Confidi del Sud). Ciò è una conseguenza inevitabile della scelta di privilegiare, nell’analisi delle dinamiche congiunturali, l’aspetto dimensionale rispetto a quello geografico. In ogni caso, fanno parte del campione i principali Confidi di ciascuna regione, in modo tale da garantire che ciascuna area del paese sia rappresentata.
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I Confidi di 1° grado: Analisi congiunturale 1° semestre 2009
3 CAPITOLO
I Confidi del campione ristretto associavano nel 2008 circa 520.000 imprese, pari a circa l’84% del campione complessivo.
Tabella 57: Le imprese associate
Area Campione ristretto Campione complessivo Rapporto %
Nord 350.368 396.166 88,4
Centro 126.362 142.653 88,6
Sud 43.025 80.425 53,5
Totale 519.755 619.244 83,9
I Confidi del campione ristretto hanno garantito nel corso del 2008 un ammontare di finanziamenti di poco inferiore ai 5,5 miliardi di euro, pari a oltre il 93% del volume complessivo del campione.
Tabella 58: I finanziamenti garantiti (milioni di euro)
Area Campione ristretto Campione complessivo Rapporto %
Nord 3.349,7 3.485 96,1
Centro 1.731,2 1.836 94,3
Sud 407,0 573 71,0
Totale 5.487,9 5.894 93,1
Allo stesso modo, disponevano, alla fine del 2008, di uno stock di garanzie di poco inferiore ai 4,7 miliardi di euro, pari a circa il 92% del volume complessivo di garanzie del campione.
Tabella 59: Lo stock di garanzie al 31 dicembre 2008 (milioni di euro)
Area Campione ristretto Campione complessivo Rapporto %
Nord 2.956,3 3.092,4 95,6
Centro 1.220,1 1.310,1 93,1
Sud 497,7 697,1 71,4
Totale 4.674,1 5.099,5 91,7
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EDIZIONE 2009
Il tasso di sofferenza lordo nel 2008 è risultato sostanzialmente identico al campione complessivo, con lievi differenziali al Nord e al Centro.
Tabella 60: Il tasso di sofferenze lordo nel 2008
Area Campione ristretto Campione complessivo
Nord 5,0 5,1
Centro 4,2 4,1
Sud 4,8 4,8
Totale 4,8 4,8
I dati sopra esposti confermano pertanto l’elevata rappresentatività del campione ristretto e la sua capacità di descrivere le dinamiche dell’intero Sistema di garanzia dell’artigianato.
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I Confidi di 1° grado: Analisi congiunturale 1° semestre 2009
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3.1 L’ATTIVITÀ NEL 2009Nel primo semestre 2009, i Confidi hanno ricevuto circa 64.000 domande di garanzia da parte delle
imprese ed hanno effettuato oltre 60.000 delibere. Al termine del periodo considerato risultano erogati dalle banche circa 44.000 finanziamenti, pari al 72,5% delle delibere approvate. Nel complesso, i Confidi hanno garantito finanziamenti per un ammontare pari a poco meno di 3,6 miliardi di euro, di cui poco meno dell’82% è riconducibile ai “Candidati 107”.
Se questo dato fosse proiettato al 31 dicembre, risulterebbe un ammontare di finanziamenti per l’anno 2009 pari ad oltre 7,1 miliardi di euro, contro i 6,3 del 2008. Si hanno però notizie sufficientemente attendibili di un forte e prudenziale rallentamento dell’attività realizzata nel secondo semestre dell’anno, che dovrebbe mitigare il tasso di crescita dell’intero anno 2009.
Tabella 61: I finanziamenti garantiti nel 1° semestre 2009 (valori in mln di euro)
Area Milioni euro %
Nord 1.999,9 56,0
Centro 1.340,8 37,5
Sud 231,9 6,5
Totale 3.572,6 100,0
Grafico 50: Il peso percentuale dei “Candidati 107”
Confidi 107
81,7%
Altri confidi
18,3%
Il 32,3% dei finanziamenti garantiti è stato destinato a nuovi soci, con percentuali che superano il 47% al Sud. Il 5,6% è stato invece garantito a favore di imprese costituite da meno di 12 mesi. Facendo un confronto con quanto emerso dall’indagine strutturale sul campione complessivo nell’arco del 2008, mentre risulta sostanzialmente stabile la quota di finanziamenti concessi a nuovi soci (erano il 31,7% nel 2008), diminuisce nettamente la quota destinata alle nuove imprese (era il 17,9% nel 2008). Pur tenendo conto delle distorsioni che possono derivare dal confronto tra campioni diversi e su periodi di tempo diversi, questo dato può essere interpretato come un evidente indice degli effetti negativi che la crisi ha avuto sulla nascita di nuove imprese e sulle difficoltà che esse devono affrontare per accedere ai capitali necessari per lo start up ed il conseguente sviluppo.
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Tabella 62: I finanziamenti destinati a nuovi soci e a nuove imprese
AreaNuovi soci Neo-imprese
Numero finanziamenti
% sul campione
% sul totale finanziamenti
Numero finanziamenti
% sul campione
% sul totale finanziamenti
Nord 10.122 72,0 30,1 1.408 69,7 5,0
Centro 1.759 12,5 33,2 478 23,7 9,8
Sud 2.184 15,5 47,1 133 6,6 4,3
Totale 14.065 100,0 32,3 2.019 100,0 5,6
Con la collaborazione dei Confidi, si è anche provato a realizzare una stima dello stock di garanzie erogate al 30 giugno 2009. Sulla base dei dati raccolti e delle stime effettuate, le garanzie in essere ammontavano a circa 5,5 miliardi di euro, il 56% delle quali erogate al Nord, il 37,5% al Centro e il 6,5% al Sud. La quota di competenza dei “Candidati 107” era pari al 76,1% del volume complessivo stimato. Il significativo incremento dello stock di garanzie concesse (circa 773 milioni in sei mesi) testimonia il notevole impegno profuso dai Confidi, nella difficile fase attraversata soprattutto nei primi mesi del 2009, per garantire l’accessibilità al credito da parte delle imprese e soprattutto evitare quegli effetti di razionamento e irrigidimento delle condizioni fortemente temute all’inizio dell’anno.
Tabella 63: Lo stock di garanzie al 30 giugno 2009 (valori mln di euro)
Area Milioni euro %
Nord 3.548,7 56,0
Centro 1.330,6 37,5
Sud 568,0 6,5
Totale 5.447,2 100,0
Grafico 51: Il peso percentuale dei “Candidati 107”
Confidi 107
76,1%
Altri confidi
23,9%
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I Confidi di 1° grado: Analisi congiunturale 1° semestre 2009
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La crisi ha comportato inevitabilmente un peggioramento della situazione per le imprese e per il loro merito creditizio, in quanto strette tra irrigidimento delle condizioni di accesso al credito, flessione della domanda e difficoltà di riscossione dei crediti presso la clientela. Ciò ha senza dubbio inciso sul tasso di sofferenze, come dimostra il dato medio relativo all’intero comparto artigiano, balzato dal 5,7% del 2008 al 6,9% del primo semestre 2009. In tale contesto, tuttavia, il sistema dei Confidi artigiani sembra essere riuscito a tenere e ad ammortizzare l’urto della crisi, come dimostra il fatto che il tasso di sofferenze sui finanziamenti che beneficiano della garanzia dei Confidi è salito soltanto di 0,3 punti, attestandosi al 5,1%, ben 1,8 punti al di sotto della media complessiva del comparto artigiano. La funzione di ammortizzatori della crisi si può apprezzare non solo al Nord e al Centro, dove il differenziale tra i tassi di sofferenza tra le imprese garantite e la media del comparto è pari rispettivamente allo 0,2% e al 2,9%, ma anche e soprattutto al Sud, dove il differenziale sale al 6,9%.
Grafico 52: Il tasso lordo di sofferenze (valori percentuali) nel 1° semestre 2009
Imprese garantite dai Confidi
5,4 4,94,5
Nord Centro Sud
Imprese artigiane in Italia
7,4
11,8
5,6
Nord Centro Sud
Media nazionale: 6,9Media campione: 5,1
Il tasso di sofferenza registrato dai “Candidati 107” si ferma al 4,8%, evidenziando un risultato leggermente migliore rispetto al campione analizzato nel grafico precedente. Si rileva tra l’altro una marcata differenzazione tra i valori indicati dai singoli “Candidati 107”, anche all’interno della stessa area geografica.
Tabella 64: Il tasso lordo di sofferenze dei “Candidati 107”
Area Tasso lordo
Nord 4,9
Centro 4,7
Sud 4,4
Totale 4,8
Si può provare a valorizzare il ruolo cruciale giocato dai Confidi confrontando il dato relativo al 2008 con quello del primo semestre 2009. Come si può osservare nella tabella successiva, a una crescita delle sofferenze pari allo 0,3% tra le imprese garantite, è corrisposto un incremento medio pari all’1,2% a livello di intero comparto artigiano.
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EDIZIONE 2009
Tabella 65: Confronto tra i tassi di sofferenza nel 2008 e nel 2009
AreaImprese garantite * Imprese artigiane
Tasso 2008 Tasso 2009 Diff. Tasso 2008 Tasso 2009 Diff.
Nord 5,0 5,4 0,4 4,6 5,6 1,0
Centro 4,2 4,5 0,3 6,1 7,4 1,3
Sud 4,8 4,9 0,1 10,0 11,8 1,8
Totale 4,8 5,1 0,3 5,7 6,9 1,2
* Dati relativi al campione ristretto di 55 Confidi
È evidente, dunque, che, in una fase straordinaria come quella ancora in corso, il tradizionale patrimonio di esperienza e di informazione proprio dei Confidi, unito alla diffusa conoscenza del tessuto produttivo e, di conseguenza, a una capacità più affinata di selezione e valutazione, ha permesso una migliore performance anche in quelle aree dove gli effetti della crisi hanno inciso maggiormente sulla gestione finanziaria delle imprese.
A fronte delle garanzie prestate a favore delle imprese associate, circa un quinto dei Confidi ha rivisto al rialzo la commissione annua di garanzia, con una maggior incidenza sugli interventi operati a medio-lungo termine (12 Confidi corrispondenti al 21,8%) rispetto a quelli di breve periodo (10 Confidi corrispondenti al 18,2%). Nella stragrande maggioranza dei casi, comunque, la commissione richiesta è rimasta sostanzialmente inalterata. La crescita delle commissioni ha interessato quasi esclusivamente i Confidi del Nord, mentre al Centro e al Sud la situazione appare complessivamente immutata. Vale la pena comunque segnalare che due strutture hanno comunicato di aver ridotto l’ammontare della commissione richiesta.
Tabella 66: Le commissioni a breve termine
Area Immutate Diminuite Aumentate ND Totale
Nord 24 1 10 1 36
Centro 9 - - - 9
Sud 8 - - 2 10
Totale 41 1 10 3 55
Tabella 67: Le commissioni a medio e lungo termine
Area Immutate Diminuite Aumentate ND Totale
Nord 21 2 11 2 36
Centro 8 - - 1 9
Sud 8 - 1 1 10
Totale 37 2 12 4 55
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EDIZIONE 2009
I Confidi di 1° grado: Analisi congiunturale 1° semestre 2009
3 CAPITOLO
3.2 LA PATRIMONIALIZZAZIONELa nuova normativa – e in particolare le disposizioni della Banca d’Italia in materia di intermediari finanziari,
che impongono ai Confidi “107” di dotarsi e di mantenere nel tempo un patrimonio adeguato all’ammontare dei rischi assunti – e l’acuirsi della crisi, che ha messo a dura prova la capacità delle imprese garantite di onorare i debiti contratti con le banche, hanno contribuito ad accrescere notevolmente l’attenzione dedicata alla dotazione patrimoniale dei Confidi. I nuovi principi contabili di riferimento e, in particolare, la diversa contabilizzazione delle sofferenze per i futuri Confidi 107, da un lato, e la temuta crescita delle sofferenze delle imprese garantite, dall’altro, hanno posto in risalto il rischio di un crescente assorbimento patrimoniale a carico dei Confidi e una conseguente riduzione della capacità di erogazione delle garanzie.
Per comprendere quali fossero, a metà del 2009, le percezioni e le aspettative a tale riguardo, si è chiesto ai responsabili dei Confidi quale fosse il trend del patrimonio rispetto al 2008 riscontrato nel corso dei primi mesi dell’anno. In base alle risposte ricevute, la situazione patrimoniale dei Confidi sembra ancora reggere all’urto della crisi, grazie al diffuso ricorso ad azioni di capitalizzazione richiesta alle imprese Socie.
È ovvio che un quadro reale della patrimonializzazione del sistema si potrà avere solo quando saranno disponibili i dati su base annua, anche in considerazione del fatto che la massima incidenza delle eventuali insolvenze si è probabilmente manifestata nella seconda parte del 2009. Il dato evidenzia comunque lo sforzo compiuto dai Confidi e dai referenti pubblici del territorio per garantirne l’operatività in una fase particolarmente delicata.
Un contributo, talvolta notevole, per fronteggiare la situazione di crisi è venuto da enti quali Regioni e Camere di Commercio che, nella metà dei casi, hanno sostenuto l’attività dei Confidi con contributi finanziari, prevalentemente destinati alla ricostituzione o all’ampliamento dei fondi rischi. Nettamente minoritario – per quanto comprensibile anche alla luce della contingente fase d’emergenza – è stato invece il ricorso a conferimenti destinati a progetti di aggregazione o finalizzati a sostenere conti d’ordine o ancora a ricapitalizzare le strutture. Non sono mancati, d’altra parte, interventi ad hoc finalizzati a sostenere azioni specifiche o destinati a esigenze peculiari del territorio. Al contrario, sono 27 i Confidi che affermano di non aver ricevuto alcun contributo pubblico nel corso del primo semestre.
Tabella 68: Ripartizione dei Confidi secondo le finalità dei contributi pubblici ricevuti (valori assoluti con risposte multiple)
Area Nessun contributo Ricapitalizzazione Fondo rischi Conti d’ordine Aggregazione Altro
Nord 16 2 13 - - 5
Centro 3 - 3 - 1 5
Sud 3 - 3 1 - 1
Totale 27 2 19 1 1 11
Altrettanto importante, soprattutto in questa fase, è stata la possibilità di coprire, almeno parzialmente, le proprie esposizioni con appositi strumenti di controgaranzia e di riassicurazione. Sono 37 (oltre il 67% del campione) i Confidi che hanno ricevuto controgaranzie o riassicurazioni nel corso del primo semestre:
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EDIZIONE 2009
in 26 casi (70% del totale) queste sono state erogate da quei Confidi di 2° grado che hanno continuato a operare come contro-garanti delle strutture territoriali di primo livello.
Soprattutto nel corso degli ultimi mesi, però, si è andata diffondendo la prassi dell’intervento diretto, in controgaranzia, da parte di soggetti pubblici, quali Regioni, Camere di commercio e Province. È un fenomeno diffuso soprattutto al Nord, dove questi soggetti hanno talvolta costituito appositi Fondi che si affiancano ai Confidi nella copertura dei finanziamenti a favore di imprese artigiane o di piccole e micro-imprese. I Confidi artigiani hanno inoltre avviato l’operatività sul Fondo centrale di garanzia del Microcredito Centrale, dopo che alla fine del 2008 ne è stato consentito l’accesso anche a favore delle imprese artigiane. In 5 casi si è fatto ricorso alla copertura offerta dal Fondo, anche in considerazione del fatto che lo stesso è assistito dalla copertura di ultima istanza dello Stato ai fini di Basilea 2, il che determina una ponderazione pari a zero (non c’è obbligo di accantonare patrimonio di vigilanza da parte delle banche) per i finanziamenti che ne ottengono la controgaranzia.
Tabella 69: Ripartizione dei Confidi per controgaranzie ricevute (valori assoluti con risposte multiple)
Area Nessuna II grado Regione Enti pubblici Camere di commercio Fondo centrale Altro
Nord 11 18 4 1 5 2 1
Centro 1 7 1 1 - - 1
Sud 6 1 - - - 3 -
Totale 18 26 5 2 5 5 2
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I Confidi di 1° grado: Analisi congiunturale 1° semestre 2009
3 CAPITOLO
3.3 LE MISURE ANTI-CRISINelle pagine precedenti si è fatto riferimento al ruolo di braccio operativo, nell’ambito delle politiche
pubbliche di sviluppo locale, che i Confidi hanno consolidato nel corso degli anni. Un ruolo che si è ulteriormente rafforzato nel 2009 e che ha visto queste strutture al centro di numerose iniziative pubbliche di sostegno e facilitazione dell’accesso al credito per le imprese oggi meno “bancabili”.
Ben 36 Confidi (pari ai due terzi del campione) affermano di essere stati coinvolti in progetti o iniziative pubbliche a supporto delle imprese del territorio. Gli interventi più diffusi riguardano ancora l’abbattimento dei tassi di interesse, ma numerose iniziative sono state realizzate in tre ambiti particolarmente sensibili: anticipo della cassa integrazione per dipendenti di aziende in crisi; incentivi per investimenti innovativi; sostegno alla ricapitalizzazione delle imprese. Mentre nel primo caso si tratta di interventi di emergenza finalizzati ad ammortizzare gli effetti sociali dell’attuale contesto economico, le altre due tipologie di azione hanno un respiro di più ampia portata e sono finalizzate a favorire quella trasformazione, anche culturale, che permetta alle imprese di acquisire una solidità finanziaria e tecnologica necessaria per competere con efficacia su mercati sempre più concorrenziali. Risulta ancora embrionale il coinvolgimento in progetti di microcredito e di internazionalizzazione che, peraltro, hanno conosciuto una maggior diffusione nella seconda metà dell’anno, anche in considerazione delle specifiche iniziative assunte a tale proposito da alcune Regioni e dal sistema camerale.
Grafico 53: Ripartizione dei Confidi per tipologia di progetti a cui hanno partecipato (valori assoluti con risposte multiple)
22
19
14 14
11
32
9
19
Abbattimento
tassi
Anticipo CIG
Incentivi per
investimenti
Ricapitalizzazione
imprese
Incentivi per
innovazione
Incentivi per
internazionaliz-
zazione
Microcredito
Altro
Nessun progetto
La partecipazione a queste iniziative varia sensibilmente a seconda delle aree considerate. Mentre la quasi totalità dei Confidi del Centro e oltre i due terzi di quelli del Nord hanno avuto un coinvolgimento più o meno ampio in questi progetti, al Sud la percentuale scende al 30%. Il dato dipende, ovviamente, anche dai diversi contesti in cui i Confidi si trovano a operare e dalla predisposizione di specifici progetti da parte degli enti territoriali; non va certamente letto come indice del diverso grado di sensibilità delle strutture ai fabbisogni delle imprese. La tabella successiva permette, d’altra parte, di osservare quanto sia ampio il divario nell’offerta di servizi e di assistenza in ambito finanziario a disposizione delle imprese nelle diverse realtà territoriali.
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EDIZIONE 2009
Tabella 70: Le iniziative pubbliche a cui hanno partecipato i Confidi (valori assoluti con risposte multiple)
AreaAb
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Ince
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lizza
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Altro
Ness
un pr
oget
to
Nord 16 1 8 2 14 6 10 9 11
Centro 5 1 2 1 3 1 3 4 1
Sud 1 - 1 - 2 2 1 1 7
Totale 22 2 11 3 19 9 14 14 19
Camere di commercio e Regioni rappresentano gli interlocutori privilegiati dei Confidi, a cui si sono affiancate, in alcune occasioni, anche le Province. Del tutto occasionale appare invece il ruolo giocato da altri enti territoriali nella definizione di progetti di accompagnamento e supporto per le imprese.
Tabella 71: Ripartizione dei Confidi per tipologia di intervento e di soggetto promotore (valori assoluti con risposte multiple)
Linee di intervento Regione Provincia Camera di commercio Altro
Abbattimento tassi 15 5 27 3
Anticipo CIG 1 1 1 0
Incentivi per innovazione 8 1 5 0
Incentivi per internazionalizzazione 1 1 2 0
Incentivi per investimenti 14 1 12 0
Microcredito 5 1 2 0
Ricapitalizzazione imprese 4 1 13 1
Altro 12 4 14 2
I Confidi hanno, d’altra parte, continuato a svolgere il ruolo di gestori dei fondi anti-usura, che hanno assunto un’importanza politica ancora maggiore in questa fase estremamente critica per le imprese. Sono 33 (pari al 60% del campione) le strutture coinvolte in questa iniziativa, nell’ambito della quale hanno realizzato 772 operazioni assegnando oltre 29,5 milioni di euro alle imprese in difficoltà.
91
EDIZIONE 2009
I Confidi di 1° grado: Analisi congiunturale 1° semestre 2009
3 CAPITOLO
Tabella 72: Le operazioni a valere sui fondi anti-usura (valori assoluti)
Area Numero Confidi Numero operazioni Importi operazioni
Nord 20 445 21.110.344
Centro 7 288 7.376.181
Sud 6 39 1.037.875
Totale 33 772 29.524.400
92
EDIZIONE 2009
3.4 I RAPPORTI CON LE BANCHEPer far fronte alla situazione di crisi, oltre a partecipare ad iniziative promosse dai soggetti pubblici, i Confidi
hanno operato anche sotto il profilo “di mercato”, stipulando con le banche appositi accordi e convenzioni, finalizzati a limitare il rischio di un razionamento del credito per le imprese associate. Sono 34 (pari al 62%) i Confidi che hanno siglato con il sistema bancario accordi straordinari che, nella maggior parte dei casi, prevedono la predisposizione di plafond destinati a rilasciare finanziamenti a condizioni particolarmente vantaggiose per le imprese in difficoltà o l’ideazione di nuovi prodotti dedicati. Sedici Confidi hanno, inoltre, concordato la revisione degli accordi contrattuali, come ad esempio riscadenzamenti e altri interventi mirati ad alleggerire le condizioni di accesso e utilizzo del credito per le imprese.
Grafico 54: Ripartizione dei Confidi per tipologia di accordi siglati con le banche (valori assoluti con risposte multiple)
Anche in questo caso, mentre un’ampia maggioranza dei Confidi del Nord (63,9%) e del Centro (77,8%) hanno sottoscritto degli accordi straordinari con le banche, al Sud solo 4 Confidi su 10 hanno concordato nuove iniziative con il sistema bancario per far fronte alla crisi. Si può presumere che questo fenomeno sia dovuto, oltre che a oggettive criticità del sistema economico locale, anche alle maggiori difficoltà, già evidenziate nell’analisi strutturale, incontrate da alcuni Confidi nel negoziare revisioni degli accordi o, più in generale, nel proporsi come interlocutori e portatori di proposte di fronte al sistema bancario.
Tabella 73: Ripartizione dei Confidi che hanno siglato accordi con le banche per tipo di finalità degli accordi (valori assoluti con risposte multiple)
Area Numero Confidi
Plafond dedicati
Nuovi prodotti
Revisione accordi
Alleggerimento tassi Altro
Nord 23 16 13 10 5 1
Centro 7 4 4 4 1 1
Sud 4 3 2 2 1 -
Totale 34 23 19 16 7 2
Sotto il profilo negoziale va peraltro sottolineato che, almeno nel primo semestre del 2009, il moltiplicatore applicato è rimasto sostanzialmente immutato per la quasi totalità dei Confidi, anche se vale la pena notare che in 6 casi era in corso una rinegoziazione dei termini e in un caso il valore era diminuito. A tale proposito va comunque ribadito che sulla definizione del moltiplicatore vanno a incidere, in modo crescente, le nuove regole imposte da Basilea 2 circa l’eligibilità delle garanzie e dei soggetti garanti. Per i Confidi “107”, che rilasciano solo garanzie a valere sul patrimonio nella sua specifica configurazione definita “di vigilanza”,
93
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I Confidi di 1° grado: Analisi congiunturale 1° semestre 2009
3 CAPITOLO
invece che sul fondo monetario, il moltiplicatore è di fatto convenzionalmente pari a 16,6. D’altra parte appare inevitabile che, almeno nel medio periodo, le condizioni finora concordate e spesso superiori a tale valore siano sottoposte a una revisione anche da parte di quei Confidi che non si trasformeranno in intermediari finanziari.
Grafico 55: Ripartizione dei Confidi in base ai cambiamenti intervenuti nel valore del moltiplicatore (valori assoluti)
2
46
1
6
Aumentato Immutato Diminuito Rinegoziazione
Meno stabile appare il quadro per quanto riguarda le modalità di escussione della garanzia concordate con le banche. Se è vero che 36 Confidi (65,5% del campione) affermano che le condizioni sono rimaste immutate, come risulta dal grafico seguente, va comunque osservato che in 5 casi le banche hanno richiesto il passaggio alla garanzia a prima richiesta o quanto meno un aumento degli accantonamenti e in altri 8 casi è in corso una rinegoziazione. Va ancora sottolineato che, in 6 casi, anche se non sono mutate le modalità di escussione concordate con i Confidi, è stato però segnalato un irrigidimento delle condizioni imposte alle imprese garantite. Anche in questo caso, gli effetti della crisi possono aver accelerato il processo di revisione e adeguamento ai parametri di Basilea 2 che, come si è detto, premia la garanzia a prima richiesta mentre penalizza la garanzia sussidiaria.
Grafico 56: Ripartizione dei Confidi in base ai cambiamenti intervenuti nelle modalità di escussione (valori assoluti)
36
86
41
Condizioni immutate Rinegoziazione in corso Condizioni più rigide per
imprese
Passaggio a escussione
immediata
Solo aumento
accantonamenti
ius etunevva inoizabrutrep elled itteffe ilg ,elibideverp emoc ,otibus onnah eserpmi ella itacitarp issat Imercati e della crescita della rischiosità sistemica delle imprese. Per la maggioranza dei 46 Confidi che hanno risposto alla domanda, infatti, gli spread concordati con le banche hanno subito un rialzo più o meno sostenuto, sia nel breve sia nel medio-lungo termine.
94
EDIZIONE 2009
Grafico 57: Ripartizione dei Confidi in base ai cambiamenti rilevati negli spread applicati (valori percentuali)
43,5
56,5
42,0
58,0
Immutato Aumentato Immutato Aumentato
Breve Medio-lungo
Ripartendo il dato per area geografica, appare però un andamento divergente tra il Nord e il resto del paese: mentre nel primo caso, la maggioranza dei Confidi ha evidenziato una crescita degli spread sui tassi sia a breve sia a medio-lungo termine, al Centro questi – almeno quelli a breve termine – sembrano stabili alla maggioranza delle strutture, giudizio confermato dai due terzi dei Confidi meridionali anche per i tassi a medio-lungo termine.
Tabella 74: Ripartizione dei Confidi in base ai cambiamenti rilevati negli spread applicati (valori percentuali)
Breve termine Medio-lungo termine
Immutato Aumentato Immutato Aumentato
Nord 35,5 64,5 34,4 65,6
Centro 57,1 42,9 44,4 55,6
Sud 62,5 37,5 66,7 33,3
Totale 43,5 56,5 42,0 58,0
A conclusione di questo approfondimento sulla prima parte dell’anno 2009, si può pertanto affermare che il sistema dei Confidi dell’artigianato risulta fortemente allertato e reattivo alle sollecitazione imposte dall’attuale fase di crisi e sta ricercando tutte le possibili forme di intervento e tutti gli strumenti utili ad affrontare questo periodo di grave difficoltà. In merito a ciò risulta particolarmente rilevante il ruolo che sta svolgendo e soprattutto potrà svolgere il decisore pubblico, ai vari livelli istituzionali, al fine di supportare il sistema di garanzia con adeguati, concreti e fruibili strumenti di capitalizzazione, diretta ed indiretta, nell’intento di sostenere il tessuto della piccola impresa.
CAPITOLO 4I Con!di regionali di 2° grado
98
EDIZIONE 2009
PREMESSAIl processo di razionalizzazione del sistema delle garanzie e l’evoluzione normativa generata da Basilea
2 hanno avuto notevoli ripercussioni sull’operatività dei Confidi regionali di 2° grado, andando a incidere, in non pochi casi, sulla natura stessa e sul ruolo riconosciuto a queste strutture nell’ultimo decennio. Nati con il compito di garantire una sorta di “paracadute” alle strutture di 1° grado operanti sul territorio attraverso l’attività di riassicurazione, controgaranzia e cogaranzia, e per offrire servizi a più elevato valore aggiunto, consentendo l’esternalizzazione di alcune funzioni specialistiche ai Confidi meno strutturati, oggi i Confidi di 2° grado sono stati al centro di importanti operazioni di riposizionamento strategico.
Pur nella consapevolezza di offrire una semplificazione forse eccessiva, si possono individuare alcuni specifici modelli strategici, attorno a cui raggruppare le esperienze maturate nel corso degli ultimi anni, che sono oggetto di uno specifico progetto realizzato da Fedart Fidi sull’intero sistema di garanzia - “progetto di riposizionamento strategico dei Confidi”-, iniziato tre anni or sono ed oggi in fase di aggiornamento:
- aggregazione verticale, come accaduto in Toscana o in Emilia-Romagna, dove il Confidi di 2° grado ha assorbito la quasi totalità delle strutture di 1° grado costituendo un unico Confidi regionale, che intermedia elevati volumi di garanzia, tali da renderlo candidato alla trasformazione in intermediario finanziario. Generalmente le realtà derivanti dai processi aggregativi si articolano in una struttura centrale con funzioni strategiche e deliberative e in varie strutture territoriali cui sono demandati i rapporti con le imprese socie per quanto attiene in particolare lo sviluppo commerciale e l’assistenza finanziaria di base;
- aggregazione orizzontale, come nel caso della Lombardia, dove il Confidi di 2° grado si è fuso con l’analoga struttura di riferimento delle imprese industriali, agricole e della cooperazione, costituendo una realtà intersettoriale;
- multi specializzazione, come nella regione Marche ed in Veneto, dove il Confidi opera come struttura sia di 1° sia di 2° livello, fornendo servizi strutturati ai Confidi Soci.
Sono ormai pochi i casi in cui i Confidi di 2° grado hanno mantenuto l’originale funzione, anche in considerazione dell’evoluzione del mercato e della stessa normativa che, non riconoscendo valide ai fini di Basilea 2 le controgaranzie rilasciate da queste strutture, inevitabilmente ne hanno ridimensionato il ruolo. Continuano tuttavia a svolgere una funzione determinante nel mettere costantemente a disposizione dei Confidi di 1° grado il patrimonio di informazioni qualitative e quantitative sul tessuto imprenditoriale di cui dispongono e nel porsi quali interlocutori di riferimento a carattere regionale nei confronti dei soggetti pubblici territoriali.
I Confidi regionali di 2° grado
99
EDIZIONE 2009 4
4.1 L’ATTIVITÀ DEI CONFIDI DI 2° GRADOSono 15 le strutture censite nel 2008, di cui 14 operative. In 11 casi esse rappresentano il riferimento
regionale unitario di tutte le Confederazioni artigiane.
Tabella 75: I Confidi regionali di 2° grado
Regione Situazione al 31/12/2008 Ambito associativo
Piemonte Non operativo Unitario
Valle d’Aosta Coincide con I grado Unitario
Lombardia Operativo Unitario
Trentino A.A. Non esistente -
Veneto 3 Operativi -
Friuli V.G. Non esistente -
Liguria Operativo -
Emilia Romagna Operativo Unitario
Toscana Operativo Unitario
Umbria Operativo Unitario
Marche Operativo Unitario
Lazio Operativo Unitario
Abruzzo Operativo -
Molise Non esistente -
Campania Non esistente -
Puglia Operativo Unitario
Basilicata Non esistente -
Calabria Operativo Unitario
Sicilia Non esistente -
Sardegna Operativo Unitario
Totale 15 11
Come già sopra si è avuto modo di affermare, i notevoli cambiamenti intervenuti nel sistema hanno in molti casi reso più labile la distinzione tra Confidi di 1° e 2° grado, tanto è vero che un numero crescente di strutture di secondo livello si sono trasformate in Confidi di 1° grado a tutti gli effetti e sono attive sul mercato concedendo garanzie dirette alle imprese del territorio. Alla luce di tali considerazioni, l’analisi si è concentrata sull’unico ambito operativo che continui a essere tipico della loro originaria funzione: la riassicurazione ordinaria. Non saranno invece più considerate né la concessione di cogaranzie o di garanzie dirette (che già sono state analizzate per l’analisi strutturale del sistema) né la riassicurazione del FEI, che opera ora, in gran parte, come controgaranzia diretta del Confidi di 1°grado.
CAPITOLO
100
L’ammontare complessivo dei finanziamenti riassicurati dai Confidi di 2° grado nel corso del 2008 è pari a circa 1,7 miliardi di euro, con un leggero incremento rispetto allo scorso anno, nonostante la riduzione del numero di strutture operative. Un ruolo di primo piano su questa attività è stato giocato senza dubbio da Artigiancredit Lombardia che, peraltro, nel corso del 2009, si è aggregato con i Confidi di 2° grado rappresentativo del settore industriale, agricolo e cooperazione, dando origine a un Confidi di 2° grado intersettoriale.
Grafico 58: Ammontare complessivo delle attività dei Confidi di 2° grado (valori in milioni di euro)
36,8 44,587,7 101,2
272,0314,0
809,9
Abruzzo Sardegna Umbria Puglia Veneto Marche Lombardia
Nel corso degli ultimi anni tutti i Confidi sono stati caratterizzati da un notevole incremento dell’attività: come si può osservare nel grafico seguente, i volumi sono cresciuti con un tasso compreso tra il 50 e il 100%, con l’eccezione positiva dell’Abruzzo che ha fortemente ampliato la propria operatività.
Grafico 59: L’evoluzione dell’attività dei Confidi di 2° grado nel periodo 2005-2008 (valori %)
100,0 100,0
50,155,6
87,7 93,8
Umbria Sardegna Lombardia Marche Veneto Puglia Abruzzo
765,9
A fianco dell’attività di controgaranzia, i Confidi hanno sviluppato anche una serie di servizi complementari a favore dei Confidi di primo livello. Tra questi, si possono citare: la predisposizione di iniziative di formazione e informazione per il personale dei Confidi; la contrattazione di convenzioni con le banche per conto delle strutture territoriali; la consulenza specialistica, anche per le imprese, nell’ambito della gestione o della pianificazione finanziaria, della predisposizione di documentazione e report o, ancora, per la gestione del contenzioso. Particolarmente importante appare anche la gestione e la diffusione presso le strutture di 1° grado di dati di contesto e di analisi tendenziali, grazie anche al notevole patrimonio di informazione di cui dispongono queste strutture, sia per quanto riguarda i sistemi regionali delle garanzie, sia soprattutto in merito al tessuto socio-economico del territorio di riferimento.
EDIZIONE 2009
I Confidi regionali di 2° grado
101
4
Grafico 60: I servizi offerti dai Confidi di 2° grado (valori assoluti con risposte multiple)
7
6 6 6
3
Informazione Consulenza Formazione Convenzioni Altro
Nonostante il processo di radicale trasformazione di cui i Confidi di 2° grado sono oggetto, è auspicabile che venga comunque preservato il grande patrimonio di esperienze che queste strutture, caratteristiche del sistema di garanzia dell’artigianato, hanno accumulato nel corso degli anni e che potrà essere certamente prezioso in una fase di grandi mutamenti come l’attuale.
CAPITOLO
EDIZIONE 2009
APPENDICE STATISTICADati regionali: analisi strutturale anno 2008
104
EDIZIONE 2009
Tab.
A1:
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EDIZIONE 2009
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Dati regionali: analisi tendenziale anni 2004 - 2008
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Dati regionali: analisi tendenziale anni 2004 - 2008
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Lazio
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EDIZIONE 2009
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2004
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0,9
0,6
0,9
0,2
0,2
133
EDIZIONE 2009
Dati regionali: analisi tendenziale anni 2004 - 2008
A APPENDICE
Tab.
A38
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,449
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45,
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Tota
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6,54,9
ELENCO CONFIDIElenco Con!di Soci Fedart Fidi
ABRUZZO
C.A.G. “VAL VIBRATA” - Via Vittorio Veneto 30 – 64011 - ALBA ADRIATICA (TE)C.A.G. CITTÀ DI AVEZZANO E PROVINCIA - Via C. Battisti, 70 – 67051 - AVEZZANO (AQ)C.A.G. PROVINCIA L’AQUILA - Via XX Settembre, 326/b – 67100 - AVEZZANO (AQ)C.A.G. CITTÀ DI CHIETI E ZONE LIMITROFE - Via Gran Sasso 2 – 66100 - CHIETIC.A.G. “LA SICURANZA” - Via Federico Salomone, 35 – 66100 - CHIETI CO.FID.A.PI SOC. COOP. A R.L. - Via della Liberazione,69 – 66100 - CHIETISOCIETÀ C.A.G. ROMEO MIGLIORI A R.L. - Via della Liberazione,69 – 66100 - CHIETIFINCREDIT SOC. CONS. COOP - Via Monte Zebio 1/A – 64022 - GIULIANOVA LIDO (CH)C.A.G. “CITTÀ DI LANCIANO” - Via C.Battisti, 6 – 66034 - LANCIANO (CH)CONSORZIO GARANZIA COLLETTIVA FIDI SERFIDI “L’AQUILA 2000” - Piazza S. Marco,5 -67100 - L’AQUILALIBERA C.A.G. - Via dell’Indipendenza, 13 - 67100 - L’AQUILAABRUZZO FIDI - Via Cetteo Ciglia, 8 – 65127 - PESCARAC.A.G. DI PESCARA E PROVINCIA - Via Marco Polo, 40/46 – 65100 - PESCARAC.A.G. “FUTURA” - Via Cetteo Ciglia, 8 - 65100 – PESCARAC.A.G. “PESCARA” S.R.L. - Piazza S.Cruore, 23 – 65122 - PESCARAFINART CONSORZIO FIDI PESCARA - Via Cetteo Ciglia, 8 – 65128 - PESCARAC.A.G. “CITTÀ DI TERAMO E PROVINCIA “ - Via dei Mille, 61 – 64100 - TERAMOC.A.G. “E.V.ORSINI” - Via Ponte S.Giovanni, 2/a – 64100 - TERAMOCONSORZIO GARANZIA FIDI “SERFIDI”- Via Ponte S.Giovanni, 2/a – 64100 - TERAMOC.A.G. TINI RENATO - Via Molinari, 2/b – 64100 - TERAMO COMMERCREDITO - Via Ponte S.Giovanni, 2/A – 64100 - TERAMOCOOPERCOMMERCIO - Via Molinari, 2/b – 64100 - TERAMOCREDITO E COOPERAZIONE - Via Delfico,73 – 64100 - TERAMOCOOPERATIVA “DEL VASTESE” - Via Bengasi – 66054 - VASTO (CH)
BASILICATA
CON.ART.FIDI - Via I. del Balzo Orsini,6 – 85024 - LAVELLO (PZ)ARTIGIANFIDI MATERA - Via Roma, 10 – 75100 - MATERALA GRANDE LUCANIA C.A.G. - Via Lucana, 11 – 75100 - MATERAC.A.G. “CONTINUITÀ ARTIGIANA” - Via del Popolo, 4/bis – 85100 - POTENZA
CALABRIA
ARTIGIANFIDI CALABRIA - Via Italia ,19 – 88100 - CATANZAROC.A.G. “SOLIDARIETÀ” - Via F. Crispi, 61 – 88100 - CATANZAROEUROFIDI - Via D. Mottola D’Amato, 51 – 88100 - CATANZARO FIDART CALABRIA CONSORZIO REGIONALE - Via F. Crispi,61 – 88100 - CATANZAROC.A.G. OPUS HOMINI - Via Medaglie d’Oro, 26 – 87100 - COSENZAFIN LABOR - Via Medaglie d’Oro, 26 – 87100 - COSENZAFINCOOP CROTONE -Via Roma, 159 – 88900 - CROTONEKROTON FIDI - P.zza Umberto I°, 58 – 88900 - CROTONEASCOA FIDI - Via Tevere,36 – 89044 LOCRI (RC)C.A.G. “ESPANSIONE” - Via Marvasi, 8/C – 89100 - REGGIO CALABRIAUNIONIMPRESE - Via F. Fiorentino, 5 E – 89100 - REGGIO CALABRIA
CAMPANIA
ARTIGIANCREDITO NAPOLI - Via Duomo, 45 – 80138 - NAPOLICENTRALE FIDI C.A.G. - Via Medina, 63 – 80133 - NAPOLICREDITART C.A.G. - Piazza Garibaldi, 49 – 80142 - NAPOLI
EMILIA ROMAGNA
UNIFIDI EMILIA ROMAGNA SOC. COOP. A R.L. - Via San Felice, 6 – 40122 - BOLOGNAFEDERFIDI C.A.G. - Via Papini, 18 – 40129 - BOLOGNACONFARTIGIANATO FIDI FORLÌ - CESENA - Viale Bovio, 425 – 47023 - CESENACONFARTIGIANATO FIDI FERRARA - Via V. Veneziani, 1/5 – 44100 - FERRARAFIDIMPRESA MODENA - Via F. Malavolti, 33/a – 41100 - MODENACOMTURFIDI RIMINI - Piazzale L. Tosi, 4 – 47900 - RIMINI
FRIULI VENEZIA GIULIA
CONSORZIO GARANZIA FIDI ARTIGIANI PROVINCIA GORIZIA - Via Morelli, 39 – 34170 - GORIZIACONSORZIO GARANZIA FIDI DELLA PROVINCIA DI TRIESTE - Via San Nicolò, 7 – 34121 - TRIESTECONFIDIMPRESE FVG - Via Sarvognana, 27 – 33100 - UDINE
LAZIO
C.A.G. DI FONDI - Viale Piemonte Palazzina Banche – 04022 - FONDI (LT)ARTIGIANCOOP - Via Maria, 51 – 03100 - FROSINONEGARANZIE ARTIGIANE - V.le Nervi, 258/l – 04100 - LATINAARTIGIANCREDITO LAZIO - Piazza Pompei, 14 – 00183 - ROMAC.A.G. DI ROMA E LAZIO - Via Flaminia, 217 – 00196 - ROMAC.A.G.EUROPA - Via C.Fracassini, 14 – 00196 - ROMAC.A.G. ROMA NORD-OVEST - Via Poggio Moiano, 23 – 00199 - ROMAC.A.G. ROMA EST - Via Baccina , 61 – 00184 - ROMACONFIDI ROMA GA.FI.ART. - Viale U. Tupini, 121 – 00144 - ROMACOOPFIDI - Via Ostiense, 131/L – 00154 - ROMAARTIGIANCOOP C.A.G. - Via I Maggio, 3 – 01100 - VITERBOC.A.G. VITERBO - Via L. Garbini 29g – 01100 - VITERBO
LIGURIA
C.A.G. PROV. GENOVA – COARGE - Via Bombrini, 16/1 – 16129 - GENOVACONSORZIO FIDI ARTIGIANI CONFART - Via 12 ottobre, 12 – 16121 - GENOVA
LOMBARDIA
C.A.G. BERGAMO - Via Stoppani, 10/d – 24121 - BERGAMOCONFIAB - Via Torretta, 12 – 24125 - BERGAMOCONFIDART - Via S.Antonino, 3 – 24122 - BERGAMOARTIFIDI LOMBARDIA - Via Cefalonia, 66 – 25125 - BRESCIAC.A.G. BRESCIA - Via Orzinuovi, 28 – 25126 - BRESCIAFIDIMPRESA LOMBARDIA - Via Orzinuovi, 3 – 25125 - BRESCIAFIDIALTAITALIA - Via Mameli, 21 – 21052 - BUSTO ARSIZIO (VA)
UPIFIDI - C.so XX Settembre, 18 – 21052 - BUSTO ARSIZIO (VA)ARTIGIANCREDITO DEL LODIGIANO - Via Garibaldi, 40 – 26845 - CODOGNO (LO)EUROFIDI - Viale Roosevelt, 15 – 22100 - COMOC.A.G. DELL’ASS. AUTONOMA ARTIG. CREMASCHI - Via IV Novembre, 121 – 26013 - CREMA (CR)ARTIGIANFIDI CREMONA SCRL - Via Dante, 155 – 26100 - CREMONAC.A.G. LECCO - Via Galileo Galilei, 1 – 23900 - LECCOARTIGIANFIDI LEGNANO - Via XX Settembre, 28 – 20025 - LEGNANO (MI)ARTIGIANFIDI MANTOVA - Viale Learco Guerra, 13 – 46100 - MANTOVACONFIDART MANTOVA - Via Solferino e San Martino, 25 – 46100 - MANTOVAC ARTIGIANCREDIT LOMBARDIA - Via Adige, 19 – 20135 - MILANOCOOP ARTIGIANA LOMBARDA DI GARANZIA - Corso Manusardi, 10 – 20136 - MILANOFIDIMPRESA - Via Giacosa, 3 – 20127 - MILANOSINVEST - Viale Fulvio Testi, 280 – 20126 - MILANOC.A.G. DI PAVIA - Viale Cesare Battisti, 76 – 27100 - PAVIAAR.CO.FIDI - Largo dell’artigianato, 1 – 23100 - SONDRIOARTIGIANFIDI VARESE - Viale Milano, 5 – 21100 - VARESEFIDIMPRESA VARESE - Via Bonini, 1 – 21100 - VARESECONFIDI VIGEVANO E LOMELLINA - Via Giuseppe Ottone, 7 – 27029 - VIGEVANO (PV)
MARCHE
SOCIETÀ REGIONALE DI GARANZIA MARCHE - Via Tiraboschi, 36/g – 60100 - ANCONAFIDIMPRESA MARCHE - Via P. Togliatti, 37/I int. 20 – 60122 - ANCONAC.A.G. DI CREDITO FIDUCIARIA ARTIGIANA - Via Ascoli Piceno, 44 – 60100 - ANCONAC.A.G. “PIETRO RABINI” - Via Fioretti, 2/A – 60131 - ANCONAARTIGIANCOOP ASCOLI PICENO - Viale del Commercio, 25 – 63100 - ASCOLI PICENOC.A.G. “G.KUFERLE” - Via del Commercio, 70 – 63100 - ASCOLI PICENOLIBERA C.A.G. - Via Alessandria, 12 – 63100 - ASCOLI PICENOC.A.G. METAURENSE - Via S.Lazzaro, 6 – 61032 - FANOC.A.G. MACERATESE “MAURO FRATINI” - Corso Cavour, 96 – 62100 - MACERATAC.A.G. “M. PIERUCCI” - Vicolo S.Croce, 11 – 62100 - MACERATACOOPERATIVA SERVIZI FIDI ALTO PICENO - Via Leonardo da Vinci – 63025 - MONTEGIORGIO (AP)CONFARTIGIANATO FIDI PESARO E URBINO - Strada Statale Adriatica, 35 – 61100 - PESAROCOSVIM - Via Lungomare Gramsci Nord, 1 – 63017 - PORTO S. GIORGIO (AP)
MOLISE
ARTIGIANA GARANZIA MOLISE CENTRALE - V.le del Castello, 1 – 86100 - CAMPOBASSOCAG CONFARTIGIANATO FIDI - Via Zurlo, 8 – 86100 - CAMPOBASSOCONFIDI CNA MOLISE - C.da Colle delle Api-ZI – 86100 - CAMPOBASSOCONFIDI RATING ITALIA - Contrada Piane di Larino, 90 – 86035 - LARINO (CB)C.A.G. MOLISANA - Via XXIV Maggio, 6 – 86039 - TERMOLI (CB)
PIEMONTE
C.A.G. CASALESE - Piazza Venezia 13 – 15033 - CASALE MONFERRATO (AL)CONFARTIGIANATO FIDI CUNEO - Via I Maggio, 8 – 12100 - CUNEOCO.GA.V. TORINO - Via I Maggio, 13 – 10062 - LUSERNA S. GIOVANNI (TO)C.A.G. DEL CANAVESE S.C. - Viale Berrone, 12 – 10086 - RIVAROLO CAVANESE (TO)ARTIGIANCREDIT PIEMONTE - Via Arcivescovado, 1 – 10121 - TORINOC.A.G. DELLA CASARTIGIANI - Via Santa Teresa, 19 – 10121 - TORINO
CO.G.ART. CNA - Corso L. Einaudi, 55 – 10129 - TORINOCONFARTIGIANATO FIDI PIEMONTE - Via Arcivescovado, 1 – 10138 - TORINO
PUGLIA
COFIDI IMPRESA - Via Selva, 101 – 70122 - ALTAMURA (BA)FINIMPRESA SOC. COOP. A R.L. - C.so Cavour, 9 – 70031 - ANDRIA (BA)ARTIGIANFIDI BARI - Via N.De Nicolò, 20 – 70100 - BARIARTIGIANCREDITO PUGLIA - Via V.N.De Nicolò, 20 – 70121 - BARIC.A.G. BARI - Via V.N. De Nicolò, 20 – 70010 - BARIC.A.G. DI BARI E PROVINCIA - Via Calefati, 194 – 70122 - BARICOFIDI PUGLIA - Via Salvatore Matarrese, 24 – 70124 - BARIARTIGIANFIDI BARLETTA - Via Imbriani, 150 – 70051 - BARLETTAC.A.G. BITONTO - Via E.Ferrara, 4 – 70032 - BITONTO (BA)CNA SOCIETÀ C.A.G. DI CREDITO - Via Tor Pisana, 102 – 72100 - BRINDISIC.A.G. DI CARMIANO E MAGLIANO - V. Stazione, 16 – 73041 - CARMIANO (LE)CONFIDI FIDUCIA E PROGRESSO COOPERATIVA - Via S. Anna, 13 – 73042 - CASARANO (LE)C.A.G. CERIGNOLA - Via Bologna, 5 – 71042 - CERIGNOLA (FG)ARTIGIANFIDI - Via Molfetta, 23/g – 71100 - FOGGIAC.A.G. FRANCAVILLA - Via Immacolata, 24 – 72021 - FRANCAVILLA FONTANA (LE)C.A.G. GROTTAGLIE - Viale Matteotti 30 – 74023 - GROTTAGLIE (TA)C.A.G. L’ARTIGIANA - Piazzetta Montale, 4 – 73100 - LECCEMONDIAL FIDI - Viale Ugo Foscolo, 39 – 73100 - LECCEUNITÀ ARTIGIANA SALENTINA C.A.G. - Via Brunetti, 8 – 73100 - LECCEARTIGIANI DI TERRA D’OTRANTO - Via Matteotti, 91/93 – 73024 - MAGLIE (LE)C.A.G. GARGANO E PROV. FOGGIA - Via Santa Maria delle Grazie, 26 – 71043 - MANFREDONIA (FG)C.A.G. MODUGNO - Piazza Sedile, 13 – 70026 - MODUGNO (BA)FIDART BARI - Via Nicolò Paganini, 9 – 70017 - PUTIGNANO (BA)C.A.G. D. SAN PIETRO VERNOTICO - Via Brindisi, 127 – 72027 - SAN PIETRO VERNOTICO (BR)CO.FIDI PUGLIA TARANTO SCARL - Via Mezzetti, 21 - 74100 - TARANTOC.A.G. LA GARANTE - Via Immacolata, 59 – 73057 - TAVIANO (LE)
SARDEGNA
CO.FI.NESS - Via Ansicora, 13 – 7021 - ARZACHENA (OL)ARTIGIANCREDITO SARDO - Viale Elmas, 33 – 9100 - CAGLIARIFIDARTI C.A.G. - Via Riva Villasanta, 241 – 09134 - CAGLIARI - PIRRIFIN-SARDEGNA - Viale Elmas, 33/35 – 9122 - CAGLIARIARTIGIANFIDI - Via Veneto, 48 – 8100 - NUOROCO.FIN SARDA - Via A. Manzoni, 28 – 08100 - NUOROELEONORA FIDI C.A.G. - Via Cimarosa, 44 – 9170 - ORISTANOCOOPERATIVA DI GARANZIA ARTIGIANI E PICCOLE IMPRESE - Via Roma 73 – 7100 - SASSARIFINART - Via Alghero, 30 – 7100 - SASSARI
SICILIA
CONSORZIO EUROFIDI SOC. COOP. A R.L. - Via G. Borremans 53F – 94100 - ENNAEUROCONFIDI - Via Federico Ciccaglione, 42 – 95125 - CATANIACONSORFIDI SADA-CASA - Via Ghibellina, 179 – 98100 - MESSINACASARTIGIANI FIDI - Via F. Guardione 3 – 90141 - PALERMO
C.G.F. CONS. PROV. FIDI ARTIGIANI E COMMERCIANTI - Via Duca della Verdura, 33 – 90143 - PALERMOCREDIMPRESA SOC. COOP. - Via Roma, 457 – 90139 - PALERMOFEDERFIDI SICILIA SOC. COOP. - Via Emerico Amari, 11 – 90143 - PALERMOCON.FI.M. SOC. COOP. - C.da Mugno Piazzale Centro Direzionale ASI - Box n.7 – 97100 - RAGUSAUNIFIDI IMPRESE SICILIA - Via Della Costituzione, 71 – 97100 - RAGUSACONSORFIDI SIRACUSA - Viale Teocrito, 112 – 96100 - SIRACUSA
TOSCANA
ARTIGIANCREDITO TOSCANO - Via della Romagna Toscana, 6 – 50142 - FIRENZECONSORZIO MAREMMA ARTIGIANFIDI - Via Monte Rosa, 26 – 58100 - GROSSETO
TRENTINO ALTO ADIGE
ARTISANFIDI C.A.G. FIDI PER ARTIGIANI - Via Righi, 9 – 39100 - BOLZANOCAG DELLA PROVINCIA DI BOLZANO - Via Dr. Streiter- Gasse, 32 – 39100 - BOLZANO C.A.G. PROVINCIA DI TRENTO - Via Pietrastretta, 1 – 38100 - TRENTO
UMBRIA
CO.FI.RE. CONSORZIO FIDI REGIONALE UMBRIA - Via Cesare Balbo, 16 – 06121 - PERUGIACO.SE.FI.R. - Via Campo di Marte, 115 – 06124 - PERUGIAFIDIMPRESA UMBRIA - Via Pico della Mirandola, 44 – 06121 - PERUGIAC.A.G. PROVINCIA DI TERNI - Via Luigi Casale 9 – 05100 - TERNI
VALLE D’AOSTA
VALFIDI S.C.C. - Avenue du Conseil des Commis, 32 – 11100 - AOSTA
VENETO
C.A.G. “AGNO CHIAMPO” - Via dell’Industria 54 – 36071 - ARZIGNANO (VI)FINIMPRESA BELLUNO - Piazzale Resistenza, 8 – 32100 - BELLUNOCOFIDI VENEZIANO S.C.R.L. - Via Lombardi, 19/2 – 30020 - MARCON (VE)CONSORZIO REGIONALE GARANZIA PER L’ARTIGIANATO - Via F.lli Bandiera, 35 – 30175 - MARGHERA (VE)SVILUPPO ARTIGIANO CONSORZIO REGIONALE VENETO - Via della Pila, 3 – 30171 - MARGHERA (VE)FIDART VENEZIA - Via G.Mion, 27/3 – 30034 - MIRA (VE)ARTIGIANFIDI PADOVA - Piazza De Gasperi, 30 – 35131 - PADOVACONFIDITER - Via Savelli, 128 – 35129 - PADOVAUNIONFIDI PADOVA - Corso Stati Uniti, 50 – 35127 - PADOVACO.FID.I. POLESINE C.A.G. - Viale Porta Po, 87 – 45100 - ROVIGOUNION CREDITO ROVIGO - Via Porta Adige, 56/b – 45100 - ROVIGOCONFIDA - V. 13 Martiri, 13/5b – 30027 - S. DONÀ DEL PIAVE (VE)C.A.G. CANOVA - Viale della Repubblica, 154 – 31100 - TREVISO CENTRO COOPERATIVO C.A.G. - Via Bastia, 40 – 31100 - TREVISOTREVIGIANFIDI - Via Siora Andriana del Vescovo, 16 – 31100 - TREVISOVENETO FIDI - Via Siora Andriana del Vescovo, 16 – 31100 - TREVISOFIDI ARTIGIANI - Via Torricelli, 71/A – 37124 - VERONAUNIONFIDI VERONA - Via Selenia, 16 – 37135 - VERONAARTIGIANFIDI VICENZA - Via E.Fermi, 134 – 36100 - VICENZACONFIDI CNA VICENZA SCARL - via G. Zampieri, 19 – 36100 - VICENZA
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