IL SETTORE IDRICO: Quadro normativo Metodo tariffario Siena, 19 gennaio 2010.
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IL SETTORE IDRICO:Quadro normativoMetodo tariffario
Siena, 19 gennaio 2010
219/01/2010
Sommario della presentazione
• Il sistema di regolamentazione previsto dalla riforma dei servizi idrici
• Il Piano di Ambito
• La tariffa reale media
• Il controllo e la revisione tariffaria
319/01/2010
Sommario della presentazione
• Il sistema di regolamentazione previsto dalla riforma dei servizi idrici
• Il Piano di Ambito
• La tariffa reale media
• Il controllo e la revisione tariffaria
419/01/2010
I riferimenti normativi
• La L. 36/94 (c.d. Legge Galli) ha dato avvio ad un processo di riorganizzazione territoriale, funzionale ed economica dei servizi pubblici di acquedotto, fognatura e depurazione, separando le funzioni di indirizzo, pianificazione e controllo da quelle più propriamente gestionali
• Le principali novità introdotte dalla Legge Galli sono state trasfuse nel DLgs 152/06 (c.d. TU Ambientale), che ha riordinato le norme in materia ambientale
519/01/2010
La definizione del SII
• Il baricentro della normativa è il concetto del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.), che ai sensi dell’art. 141, c. 2 del D.Lgs. 152/2006, è “costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue”
• Il concetto del S.I.I., già introdotto con la L. 36/94 (ex art. 4, c. 1), riunisce in un unico ciclo di prestazioni attività prima separatamente considerate e conseguentemente organizzate secondo soluzioni particolari
619/01/2010
Gli obiettivi della Legge 36/94Art. 9, c. 1: Disciplina della gestione del servizio idrico integrato
“I comuni e le province di ciascun ambito territoriale ottimale… organizzano il servizio idrico integrato… al fine di garantirne la gestione secondo criteri di efficienza, di efficacia e di economicità”
La Legge 36/94 si poneva due principali obiettivi di riforma del settore idrico (integralmente trasfusi nel D.Lgs. 152/2006):
1. il primo riguarda la ristrutturazione dell’assetto industriale del ciclo dell’acqua
2. il secondo riguarda la regolamentazione del settore
719/01/2010
L’evoluzione industriale del SIILa Legge Galli introduce una fase di riassetto industriale delle gestioni.
Sono stabiliti i seguenti indirizzi generali:
• l’integrazione del ciclo: i servizi idrici sono riorganizzati…secondo i seguenti criteri: b) superamento della frammentazione delle gestioni, c) conseguimento di adeguate dimensioni gestionali, definite sulla base di parametri fisici, demografici tecnici e sulla base delle ripartizioni politico-amministrative (art.8, c.1)
• la trasformazione giuridica delle gestioni in aziende: i comuni e le province provvedono alla gestione del servizio idrico integrato mediante le forme, anche obbligatorie, previste dalla legge 8 giugno 1990, n. 142, come integrata dall'articolo 12, L. 23 dicembre 1992, n. 498 (art. 9, c. 2)
• il superamento delle gestioni in economia: le aziende speciali, gli enti e i consorzi pubblici esercenti i servizi, anche in economia,…confluiscono nel soggetto gestore del servizio idrico integrato, secondo le modalità e le forme stabilite nella convenzione. Il nuovo soggetto gestore subentra agli enti preesistenti nei termini e con le modalità previste nella convenzione e nel relativo disciplinare (art.10, c. 2)
819/01/2010
Tre soggetti regolatori su tre livelli territoriali
1. A livello nazionale: l’Autorità di Vigilanza
2. A livello regionale: leggi regionali/stadio intermedio
3. A livello locale: l’ATO
919/01/2010
L’Autorità di Vigilanza: supervisione sull’attuazione della legge
L’art. 160 del D.Lgs. 152/2006, tra l’altro, cita i seguenti obiettivi per l’Autorità:
• assicura l'osservanza dei principi e delle regole della concorrenza e della trasparenza nelle procedure di affidamento dei servizi;
• tutela e garantisce i diritti degli utenti e vigila sull'integrità delle reti e degli impianti;
• propone gli adeguamenti degli atti tipo, delle concessioni e delle convenzioni in base all'andamento del mercato, esigenze degli utenti o dalle finalità di tutela e salvaguardia dell'ambiente;
• formula al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio proposte di revisione della disciplina vigente, segnalandone i casi di grave inosservanza e di non corretta applicazione;
• definisce, d'intesa con le Regioni, i programmi di attività e le iniziative da porre in essere a garanzia degli interessi degli utenti;
L'Autorità, in base all’art. 161 del D.Lgs. 152/2006, per lo svolgimento dei propri compiti, si avvale di un Osservatorio che svolge funzioni di raccolta, elaborazione e restituzione di dati statistici e conoscitivi (dati dimensionali, tecnici e finanziari di esercizio dei gestori, tariffe, piani di investimento preventivati e realizzati, condizioni convenzionali, livelli di qualità dei servizi, etc)
1019/01/2010
La Regione ha un ruolo di indirizzo politico e di programmazione
• La delimitazione ed eventuale successiva modifica degli ambiti territoriali ottimali (art. 147, c. 1 )
• La definizione di norme e misure volte a razionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi (art. 146, c. 1)
• La definizione di norme integrative per il controllo degli scarichi (art. 147, c. 3)
• La definizione di modalità di cooperazione tra gli enti pubblici locali (art. 148, c. 2)
• La definizione della convenzione-tipo (art.151, c. 2)
– regolando l’assegnazione del servizio, le forme di vigilanza e controllo, i livelli di efficienza, le penali e criteri per la definizione del piano economico-finanziario
1119/01/2010
L’Autorità di Ambito ha un ruolo sia organizzativo sia di vigilanza
• La ricognizione delle opere esistenti (art.149, c. 2)
• La predisposizione del piano degli interventi e del modello gestionale (art.149, c. 3 e 5)
• La scelta della forma di gestione e gestione delle procedure di affidamento - cfr Legge 166/09 - (art.150, c. 1 e 2)
• L’esercizio di un controllo continuo sul soggetto gestore, con possibilità di applicare penali e sanzioni in caso di inadempimento (art.152)
1219/01/2010
L’attuazione della riforma
definizione degli ambiti territoriali
ottimali e struttura della cooperazione
ricognizione delle opere
affidamento della gestione
“contrattazione” della tariffa
definizione del modello gestionale
obiettivi di servizio e interventinorme e misure
volte a razionalizzare i
consumi e gestione degli
scarichi
GESTOREREGIONE AUTORITÀ
gestione del processo di
affidamento del servizio
partecipa alle modalità di affidamento
1319/01/2010
L’attuazione della riforma
Affidamento SII Nord Centro Sud Totale
SI 35 19 13 67 72%
52% 28% 19%
NO 15 1 10 26 28%
58% 4% 38%
50 20 23 93
54% 22% 25%
Fonte: Report CoViRI 2008 + elaborazioni AREA
1419/01/2010
Sommario della presentazione
• Il sistema di regolamentazione previsto dalla riforma dei servizi idrici
• Il Piano di Ambito
• La tariffa reale media
• Il controllo e la revisione tariffaria
1519/01/2010
Il Piano di Ambito
L’art. 149 D.Lgs. 152/2006 prevede che:
“L'Autorità d'ambito provvede alla predisposizione e/o aggiornamento del piano d'ambito. Il piano d'ambito e' costituito dai seguenti atti:
a) ricognizione delle infrastrutture;
b) programma degli interventi;
c) modello gestionale ed organizzativo;
d) piano economico finanziario. “
1619/01/2010
I contenuti del Piano
• L’Autorità di Ambito effettua la ricognizione dello stato attuale (opere e servizi) e stabilisce gli obiettivi di servizio da raggiungere sul territorio
• Il piano degli investimenti descrive gli interventi infrastrutturali necessari al raggiungimento di tali obiettivi
• Il modello gestionale definisce le risorse (in termini di personale, materie prime, fabbisogno energetico, strutture amministrative, ecc.) necessari per attuare il piano degli investimenti e per erogare il servizio rispettando gli standard definiti
• Il piano economico finanziario, determina lo sviluppo temporale della tariffa (ricavi del gestore), dei costi del gestore e dei conseguenti risultati economici e patrimoniali
1719/01/2010
Gli obiettivi del Piano
Il Piano di Ambito rappresenta:
lo strumento fondamentale di pianificazione (gestionale ed economica) del servizio idrico integrato
la base informativa per regolare i rapporti con il gestore:- superamento delle asimmetrie informative
- determinazione dello sviluppo tariffario
- individuazione degli indicatori per l'effettuazione del controllo e delle revisioni tariffarie
1819/01/2010
Le caratteristiche fondamentali del Piano
Il Piano deve presentare le seguenti caratteristiche di fondo:
organicità e completezza dei dati e delle stime
trasparenza sulla qualità dei dati e delle informazioni contenute
individuazione e quantificazione degli obiettivi di servizio
articolazione degli interventi per progetti collegamento tra obiettivi/progetti/livelli
tariffari
1919/01/2010
La struttura del Piano
Secondo lo schema generalmente accettato, il Piano dovrebbe avere la seguente struttura
- Inquadramento generale
- Analisi status quo del servizio idrico e delle strutture disponibili
- Livelli di servizio ed evoluzione della domanda
- Strategia d'intervento
- Piano degli interventi
- Modello Gestionale
- Piano economico finanziario
Allegati tecnici
2019/01/2010
Inquadramento generale
La sezione contiene informazioni su:
• il quadro geografico e idrografico
• le risorse disponibili e la loro vulnerabilità
• l'approccio metodologico seguito nella predisposizione del Piano
2119/01/2010
Analisi dell'offerta esistente
La sezione fornisce indicazioni circa:
la capacità produttiva delle strutture esistenti (bilancio idrico, copertura fognatura e depurazione)
la capacità e i livelli di servizio all’utenza
il giudizio sul grado di conservazione e utilizzabilità delle opere e degli impianti (stato di consistenza e valutazione)
il quadro organizzativo esistente
2219/01/2010
Evoluzione della domanda
La sezione fornisce le previsioni in merito a:
il fabbisogno futuro di servizi idrici- sviluppo della popolazione
- sviluppo del consumo specifico
- previsione delle punte
- necessità di riserve
- determinazione della portata necessaria
- previsione del volume erogato
i livelli obiettivo dei servizi all’utenza- in base alla normativa
- in base alle scelte dell’Ambito
2319/01/2010
Strategie d’intervento
Si indicano le strategie d’intervento nell’Ambito sulla base di:
confronto tra domanda e offerta di servizi idrici
identificazione delle aree critiche definizione degli obiettivi, quali:
- ricorso a nuove risorse idriche- ricerca delle perdite- possibilità di interconnessioni- estensioni del servizio- diverse necessità di depurazione (aree sensibili)
collegamento tra aree critiche/obiettivi/interventi
2419/01/2010
Piano degli interventi
Gli interventi sono articolati per progetti e distinti in:
- nuove opere- interventi di raggiungimento e mantenimento standard
(manutenzioni straordinarie)
Ciascun intervento è sintetizzato in una scheda riepilogativa di:
- natura e importo dell’opera- area critica di riferimento- obiettivi da raggiungere- durata dell’intervento- impatto gestionale dell’opera
2519/01/2010
Piano finanziario degli interventi
Il piano finanziario degli interventi definisce:
- la distribuzione temporale degli investimenti
- gli ammortamenti e il capitale investito anno per anno
- i costi operativi delle nuove opere
- le risorse finanziarie disponibili
2619/01/2010
Contenuto del modello gestionale
Il modello gestionale definisce :• le caratteristiche della struttura generale del
gestore• il numero e le caratteristiche dei diversi poli di
gestione dedicati alle seguenti attività:– l’esercizio– la manutenzione– il pronto intervento– il contatto con l’utenza– la gestione degli appalti
• i diversi nuclei territoriali dedicati a specifiche attività operative
• il livello dei costi operativi del primo anno e le loro variazioni
• l'attuazione dei miglioramenti d’efficienza
2719/01/2010
Il modello gestionale deve essere concepito in modo dinamico
• Il modello gestionale deve tracciare un percorso che, partendo dall’assetto organizzativo attuale, permetta il raggiungimento dell’assetto ottimale identificato in funzione degli obiettivi del servizio, delle risorse disponibili, dell’articolazione territoriale
• Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso la predisposizione di un piano industriale dettagliato
2819/01/2010
Contenuto del modello gestionale: il funzionigramma tipo
Laboratorio di analisi
AREE OPERATIVE
Pianificazione e progettazione
Studi e ricerche
Controllo e gestione Aree territoriali
Informatizzazione e aggiornam. SIT
Pianificazione e Controllo di gestione
Controllo qualità e marketing
Sistemi informativi aziendali e territoriali
Servizio stampa e ralazioni esterne
Affari generali, legali ed istituzionali
Direzione generale
LogisticaDirezione
tecnico-operativaDirezione commerciale Direzione amministrativa
Direzione Risorse umane
Amministratore delegato
Gestione, Formazione e Sviluppo personale
SERVIZI PER IL PERSONALEAcquisti, magazzino centrale
SERVIZI COMMERCIALI SERVIZI AMMINISTRAT.
Comunicazione commerciale Contabilità e bilancio
Fiscale
Amministrazione personale
Organizzazione personale
Sala operativa
Caratteriz. sistema e recupero perdite
Gestione clienti Finanza
Fonte: elaborazioni AREA
2919/01/2010
Piano economico finanziario Il piano finanziario deve essere “…articolato nello
stato patrimoniale, nel conto economico e nel rendiconto finanziario, prevede, con cadenza annuale, l'andamento dei costi di gestione e di investimento al netto di eventuali finanziamenti pubblici a fondo perduto….dovrà garantire il raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario e, in ogni caso, il rispetto dei principi di efficacia, efficienza ed economicità della gestione….”
Lo sviluppo tariffario risulta determinato in base a:- la tariffa media ponderata delle gestioni preesistenti- lo sviluppo dei costi operativi collegati al modello gestionale e al
piano degli investimenti- lo sviluppo degli ammortamenti collegato al piano degli
investimenti- la remunerazione del capitale investito
Lo sviluppo tariffario deve essere sottoposto alle verifiche imposte dal Metodo Normalizzato definito dal D.M. 1 agosto 1996
3019/01/2010
Sommario della presentazione
• Il sistema di regolamentazione previsto dalla riforma dei servizi idrici
• Il Piano di Ambito
• La tariffa reale media
• Il controllo e la revisione tariffaria
3119/01/2010
Il metodo tariffario è basato sul principio del price cap
Il D.M. 1 agosto 1996 prevede che:
• L’aumento delle tariffe viene commisurato al tasso di inflazione e a un parametro “k”
• Il “k” tiene conto dei recuperi di efficienza e degli obiettivi di servizio.
• In termini formali:
nt
kRACT
kTT
nt
tt
,....,1
)1()(
)1(
1
1
3219/01/2010
La tariffa media ponderata (TMP) rappresenta il punto di partenza
• Il primo incremento tariffario si applica a partire dalla TMP
• La TMP è definita come i ricavi complessivi del servizio di acquedotto, fognatura e depurazione, rapportati al volume di acqua fatturata
• Il valore del “k” massimo per il primo anno dipende dall’importo della TMP:
1. Se TMP ≤ 1.000 lire/mc ⇒ k=25%
2. Se TMP ≥ 1.600 lire/mc ⇒ k=7,5%
3. Se 1.001 ≤ TMP ≥ 1.599 lire/mc ⇒ interpolazione
• La TMP comprende, tra le altre voci e ove non già ricompresi, i ratei dei mutui in essere
3319/01/2010
La tariffa si articola in tre componenti
La tariffa dell’anno t-esimo si può suddividere in tre componenti:– i costi operativi (C)– gli ammortamenti (A)– la remunerazione del capitale investito
(R)
Gli incrementi (“k”) sono dovuti agli incrementi registrati in queste tre componenti; il k massimo è definito come:1. Se Tn-1 ≤ 1.100 lire/mc ⇒ k=10%2. Se Tn-1 ≥ 1.750 lire/mc ⇒ k=5%3. Se 1.101 ≤ Tn-1 ≥ 1.749 lire/mc ⇒ interpolazione
3419/01/2010
I costi operativi secondo il Metodo
• Secondo il Metodo normalizzato, le seguenti voci di bilancio vanno conteggiate nei costi operativi:
– B6 Costi per materie di consumo e merci– B7 Costi per servizi– B8 Costi per godimento di beni terzi– B9 Costo del personale– B11 Variazioni delle rimanenze– B12 Accantonamenti per rischi– B13 Altri accantonamenti– B14 Oneri diversi di gestione (esclusi oneri di
natura finanziaria, straordinaria o fiscale)
3519/01/2010
Un esempio di struttura dei costi operativi
23%
21%
16%
23%
1%
15%
Materi prime Servizi Beni di terzi
Personale Oneri diversi Costi generali di struttura
Fonte: elaborazioni AREA
3619/01/2010
L’incidenza tariffaria dei costi operativi
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
Piemon
te
Lombar
dia
Liguria
Venet
o
Friuli V
enezia
Giulia
Emilia
Romagn
a
Tosca
na
Umbr
ia
Mar
che
Lazio
Abruzz
o
Moli
se
Campania
Puglia
Basilic
ata
Calabria
Sicilia
Sardeg
na
euro
/mc
Fonte: Blue Book 2008
3719/01/2010
I costi operativi del primo anno di applicazione del metodo
• I costi operativi (COP) dipendono dal modello gestionale e dai miglioramenti di efficienza
• Nel primo anno, i costi operativi non possono superare i costi di riferimento aumentati del 30%. In formule:
• Il metodo tariffario definisce le formule per il calcolo di COAP, COFO e COTR
COTRCOFOCOAPCOPdove
COPCOP
r
rt
:
)30,01(*
3819/01/2010
I costi operativi dell’acqua potabile: COAPI costi operativi di riferimento per l’acquedotto, in milioni di lire, sono dati da:
dove:
AAEEeITLVECOAP UtT
Utdm
2,01,032,067,01,1
N
ii
N
iii
VntV
VntCuVIT
1
101,0
100
VE = volume erogato (migliaia di mc/anno)
L = lunghezza rete (km)
Utdm = utenti domestici con contatore del diametro minimo
UtT = Utenti totali
EE = Spese energia elettrica (milioni di lire/anno)
AA = Costo acqua acquistata da terzi (milioni di lire/anno)
IT = Indicatore di difficoltà dei trattamenti di potabilizzazione
Vi = Volume trattato dall’impianto i-esimo ed erogato all’utenza
Cui = Coefficiente di costo unitario per l’impianto i-esimo
N = numero impianti gestiti
Vnt = Volume non sottoposto a trattamento ed erogato
3919/01/2010
I costi operativi di fognature: COFO
I costi operativi di riferimento per le fognature, in milioni di lire, sono dati da:
EEAbLfCOFO 6,04,015,0
Lf = lunghezza rete fognaria (km)
Ab = Abitanti serviti
EE = Spese energia elettrica (milioni di lire/anno)
4019/01/2010
I costi operativi del trattamento di depurazione: COTR
I costi operativi di riferimento di depurazione dipendono dalla dimensione dell’impianto e dalla tipologia di trattamento
i
N
iiii FACtCOTR
1
Ct = carico inquinante trattato (kg/giorno di COD)
n = numero impianti
α= coefficiente funzione della classe impianto
β = esponente funzione della classe impianto
A = coefficiente per la difficoltà dei trattamenti –linea Acqua
F = coefficiente per la difficoltà dei trattamenti –linea Fanghi
4119/01/2010
I costi operativi degli anni successivi al primo
Per gli anni successivi al primo, vale
dove:
• a rappresenta gli aumenti di costo legati agli incrementi degli standard qualitativi e quantitativi del servizio previsti nel piano
• b rappresenta i miglioramenti d’efficienza imposti dall’art. 6 del Metodo
Per quantificare i miglioramenti dell’efficienza occorre calcolare ogni anno i costi di riferimento:
– Se COPt ≥ COPr*(1+20%) ⇒ b=2%*COP t-1
– Se COPr ≤ COPt ≤ COPr*(1+20%) ⇒ b=1%*COP t-1
– Se COPt ≤ COPr ⇒ b=0,5%*COP t-1
COP =COP a bt t 1
4219/01/2010
Gli ammortamenti dipendono dai beni esistenti e dagli investimenti
• Gli ammortamenti dipendono dagli investimenti previsti per ciascun anno e dalle aliquote fiscali
• Occorre che il piano degli investimenti sia articolato per categorie di ammortamento
• Occorre cioè indicare l’ammontare di spesa per ciascuna categoria di ammortamento
4319/01/2010
Un esempio di aliquote di ammortamento
InterventoAliquot
a
Costruzioni e manutenzioni straord. opere idrauliche fisse 2,5 %
Costruzioni e manutenzioni straord. serbatoi 2,6 %
Costruzioni e manutenzioni straord. condutture 5, 0%
Costruzioni e manutenzioni straord. impianti di depurazione (opere ed imp.)
5,8 %
Costruzioni e manutenzioni straord. impianti di potabilizzazione (opere ed imp.)
6,4 %
Costruzioni e manutenzioni straord. impianti di sollevamento (opere ed imp.)
9,2 %
Attrezzatura. varia e minuta - appar. misura e contr. laboratori 10,0 %
Studi, sondaggi, ricerche, esperimenti capitalizzabili 20,0 %
Fonte: elaborazioni AREA
4419/01/2010
La remunerazione del capitale investito
• La misura della remunerazione sul capitale investito è data da:
• REDDITO OPERATIVO: Ricavi (da tariffa) meno costi della gestione caratteristica (COP, AMM), prima delle detrazioni degli oneri finanziari e fiscali
• CAPITALE INVESTITO: Immobilizzazioni materiali e immateriali al netto dei relativi fondi di ammortamento (da cui vanno esclusi i finanziamenti pubblici/privati a fondo perduto)
REDDITO OPERATIVOCAPITALE INVESTITO
4519/01/2010
Il calcolo della remunerazione
• Occorre innanzitutto definire il capitale investito “medio” (CIM) dell’anno t-esimo:
CIM = ( CIt-1 + Cit ) / 2,
dove CIt = It - At,
It sono gli investimenti dell’anno t-esimo
At sono gli ammortamenti effettuati nell’anno t
• La remunerazione del capitale investito (ROt) viene determinata moltiplicando il valore del CIM dell’anno t-esimo per il tasso di remunerazione (t massimo predefinito pari a 7%):
REMt = CIMt*7%
4619/01/2010
Se il “k” supera il livello massimo occorre rivedere il piano di ambito
• Nel caso che il k risulti superiore a quello massimo, occorre rivedere il piano di ambito
• Gli investimenti possono subire spostamenti temporali o modificazioni sul livello di spesa
• Il processo di aggiustamento termina quando tutti i k risultano inferiori al tetto massimo
4719/01/2010
La centralità degli investimenti
• La quota della tariffa (AMM, REM) assorbita dagli investimenti cresce negli anni
• Il piano degli investimenti ha effetti, attraverso il modello gestionale, anche sui costi operativi del servizio
• Di fatto, gli investimenti da realizzare e la loro collocazione temporale rappresentano lo strumento principale per il controllo degli incrementi tariffari
• Il piano degli investimenti è alla base anche del sistema di controllo sull’operato del gestore e sui livelli di servizio raggiunti
4819/01/2010
L’applicazione del tasso dell’inflazione programmata
• La formula della tariffa prevede un incremento legato, oltre che a miglioramenti nel servizio, anche al livello di inflazione programmata
• Tale tasso può essere applicato direttamente alla tariffa reale media dell’anno precedente
4919/01/2010
Lo sviluppo del piano tariffario tipo
0,000
0,500
1,000
1,500
2,000
2,500
Anno 1
Anno 2
Anno 3
Anno 4
Anno 5
Anno 6
Anno 7
Anno 8
Anno 9
Anno 1
0
Anno 1
1
Anno 1
2
Anno 1
3
Anno 1
4
Anno 1
5
Anno 1
6
Anno 1
7
Anno 1
8
Anno 1
9
Anno 2
0
Ammortamento capitale esistente Ammortamento capitale nuovi interventi Remunerazione capitale esistente
Remunerazione capitale nuovi interventi Canone COP
Tariffa applicabile
Fonte: elaborazioni AREA
5019/01/2010
Le tariffe (anno 2008) in Italia
0
0,2
0,4
0,6
0,81
1,2
1,4
1,6
1,8
Tar
iffa
eu
ro/m
c
Fonte: Blue Book 2008
5119/01/2010
Sommario della presentazione
• Il sistema di regolamentazione previsto dalla riforma dei servizi idrici
• Il Piano di Ambito
• La tariffa reale media
• Il controllo e la revisione tariffaria
5219/01/2010
Il contenuto della convenzione di gestione
• L’art.8 del Metodo stabilisce che la convenzione di gestione contenga:
– la TRM e il suo sviluppo massimo nel tempo, con la relativa articolazione tariffaria
– il costo operativo iniziale e il relativo coefficiente di riduzione
– il piano degli investimenti connesso alla tariffa
– i criteri per la devoluzione gratuita o il riscatto, al termine della concessione, degli investimenti costruiti dal gestore
– le modalità per la revisione tariffaria, “per la verifica dei miglioramenti di efficienza, per la verifica della corrispondenza della tariffa media rispetto alla tariffa articolata, per la verifica del raggiungimento dei traguardi di livello di servizio ovvero dell’effettuazione degli investimenti”
5319/01/2010
Il sistema di regolazione prevede dei momenti di controllo e revisione
Il sistema di revisione e controllo ha tre obiettivi:
1. controllare che gli obiettivi di servizio siano stati raggiunti, coerentemente con gli investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi di servizio
2. controllare che il prezzo stabilito per il SII sia consono con gli investimenti necessari
3. apportare le modifiche necessarie agli obiettivi e alla tariffa nell’eventualità di scostamenti rispetto al Piano di Ambito
5419/01/2010
La revisione tariffaria è prevista su base triennale
• Il Metodo prevede una revisione triennale
• L’Autorità può intervenire in caso di forti scostamenti dal piano finanziario e gestionale:
– per mancato raggiungimento dei livelli di servizio (componenti ammortamenti e remunerazione della tariffa)
– per scostamenti tra incassi previsti dall’applicazione della TRM e incassi effettivi dall’applicazione dell’articolazione tariffaria
– in caso di non rispondenza dei costi operativi “alle variazioni strutturali della produzione e distribuzione e delle conseguenti variazioni di cui all’art. 6”
5519/01/2010
Grazie per l’ATTENZIONE
Giovanni Caucci
Senior specialist, collabora con Area Group dal 2004, dopo aver svolto attività di ricerca presso la South Australia University. Ha realizzato
ricerche e valutazioni economiche e finanziarie, analisi di fattibilità di progetti di investimento e analisi strategica di imprese. Ha seguito nel settore automotive
progetti per il miglioramento della reattività della rete dealers. Nel settore agroalimentare ha svolto attività di consulenza direzionale con particolare riferimento
gli aspetti economici e finanziari. Nell’ambito delle Partnership Pubblico-Privato ha seguito la predisposizione di piani economici e finanziari. Nei settori regolati si è occupato dell’ implementazione di sistemi di controllo di gestione aziendale e ha maturato una profonda conoscenza delle metodologie proprie dell’attività di due
diligence. Nel settore rifiuti ha effettuato consulenza alla Revet SpA per implementazione del sistema di controllo di gestione aziendale e per la
predisposizione di uno studio di fattibilità per un progetto di integrazione verticale nella filiera del vetro; attualmente ricopre l’incarico professionale per assistenza economico finanziaria alla Comunità di Ambito Toscana Sud. Nel settore idrico ha
svolto all’attività di sviluppo di un database per la gestione delle scadenze nascenti dalla definizione degli affidamenti del S.I.I. ad HERA SpA e ha partecipato alla
predisposizione dell'offerta di gara per la selezione del partner privato del soggetto gestore dell’ATO di Caltanisetta e dell’ATO di Ragusa. Attualmente, oltre all’assistenza all’ATO di Rimini e all’ATO di Parma per le attività di pianificazione, regolamentazione e controllo, segue vari progetti per la predisposizione del piano economico finanziario
e del modello gestionale per diversi ATO nazionali, e partecipa alle attività di due diligence su operazioni strutturate di finanziamento relative ad avviamento e sviluppo dei Gestori Privati operanti nel campo del S.I.I., per conto di primari istituti di credito e
fondi di investimento.