Il serrano n.135

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Organo dell’Associazione Serra International Italia Rivista trimestrale n.135 Marzo 2015 Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c L. 662/96 - DCB Sicilia 2003 Per sostenere le vocazioni sacerdotali Junipero Serra Santo a settembre A Firenze il Convegno della Chiesa nazionale Vocazioni, la via della bellezza Con Francesco verso l’Anno Santo della Misericordia

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IL SERRANO. Organo dell’Associazione Serra International Italia.

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Organo dell’Associazione Serra International Italia • Rivista trimestrale • n.135

Marzo 2015

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Per sostenere le vocazioni sacerdotali

Junipero SerraSanto a settembre

A Firenze il Convegnodella Chiesa nazionale

Vocazioni, la via della bellezza

Con Francesco

verso l’Anno Santo

della Misericordia

PERIODICO TRIMESTRALE N. 135ASSOCIAZIONE SERRA INTERNATIONAL ITALIA

I trim. - marzo 2015 (XXXIX)sommario

In copertina: Esempio e monito di Papa Francesco

Registrato presso il Tribunale di Palermon. 1/2005 del 14 gennaio 2005

Iscrizione al Roc n. 21819 del 16/01/2012Spedizione Abbonamento Postale Gr. IV

Pubblicità inferiore 50%

Direttore responsabileMimmo Muolo

RedazioneRenato VadalàVia Principe di Belmonte, 78 - 90139 PalermoE-mail: [email protected]

Comitato di DirezioneMaria Luisa Coppola, Presidente del CNISEmanuele Costa, V. Presidente del C.N.I.S.Riccardo Bastianelli, V. Presidente del C.N.I.S.Mario Di Bella, V. Presidente del C.N.I.S.Renato Vadalà , V. Presidente del C.N.I.S.Trustee italiani di Serra International

Redattori distrettuali(si veda il «Bellringers»)

Hanno inoltre collaborato a questo numero:

Sergio Borrelli Massimiliano ColelliFrancesca Mendillo Giovanna CarotenutoElsa Soletta Vannucci Maria AnselmoSalvatore Cracolici Maria SilvestriniMarilena Trucchi Mariarosa Poggio

Norme essenzialiper redattori e collaboratori

1. Inviare il materiale per la stampa entro enon oltre il 20 maggio 2015.

2. Inviare i contributi all’e-mail sotto indicata.3. Inviare foto molto chiare con soggetti inqua-

drati da vicino.I redattori distrettuali, i collaboratori ed i VicePresidenti di Club responsabili delle comunica-zioni sono pregati di attivarsi per l’inoltro dibrevi cronache relative alle attività svolte daiClub e dai Distretti alla Segreteria di redazione

E-mail: [email protected]

StampaLuxograph s.r.l. - Palermotel. fax 091 546543(e-mail: [email protected])

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Per sostenere le vocazioni sacerdotali

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Gli articoli pubblicati esprimono il pensierodei rispettivi autori e non rispecchiano neces-sariamente la linea editoriale della testata.La Direzione si riserva di pubblicare in tutto oin parte le foto, gli articoli e i servizi pervenu-ti, secondo le esigenze di spazio. Il materiale,anche se non pubblicato, non sarà restituito.

® 3 Vivere la speranzadi Maria Luisa Coppola

editoriale

® 28 Notizie ed iniziativedai club e distretti

® 35 Lettere al Direttorein dialogo

® 18 Riforma della Curia romanadi Guido Rossi

® 20 Cardinali a sorpresa? Con Francesco si puòdi Augusto Intermine

® 22 Il Convegno nazionale nello stile di Francescodi Massimo Lanzidei

® 24 2015, anno dedicato alla Vita Consacratadi Cosimo Lasorsa

vita della chiesa

® 6 Fra Junipero Serra santo: quell’annuncio a sorpresa sull’aereo papaledi Mimmo Muolo

® 8 Junipero Serra nell’opera di fra Francesco Paloudi Arturo Alcantara Arcos

® 14 Anno di grazia 2015di Dante Vannini

® 16 Mons. Luigi Noli nella Gerusalemme celestedi Francesco Baratta

vita del serra

® 26 Quella chiamata che è via di santitàdi Beatrice Serenelli

vocazioni

® 4 Un Anno Santo per gustare la Misericordia di Diodi Mimmo Muolo

verso il giubileo

editoriale

Tempo di grazia per la Chiesa universale, tempo di speranza peril popolo di Dio felicemente sorpreso dalla decisione di PapaFrancesco che ha indetto il Giubileo straordinario dell’anno

della misericordia dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016. Siamoconfortati nella nostra missione laica dal suo incoraggiamento: “Questo è iltempo della misericordia. È importante che i fedeli laici la vivano e la portinonei diversi ambienti sociali. Avanti!”. E come potremmo non essere fedeli all’e-sortazione del Papa, che ha voluto riconoscere la santità del beato JuniperoSerra, evangelizzatore ed apostolo delle Americhe, preannunciandone la cano-nizzazione a settembre prossimo nel Santuario di Washington? La straordinariagioia derivante da queste notizie ci inonda di positività, ci induce ad operarefattivamente per il bene del nostro Movimento internazionale che contempla intanto grigiore sociale la Bellezza delle vocazioni. Siamo chiamati noi laici adessere in cammino “verso nuovi cieli e nuove terre”, a vivere la speranza di unnuovo umanesimo fondato sui valori cattolici, ad ingenerare nei nostri giovani ilseme della bontà, sostenendo con gioia e fraternità una scelta di vita corag-giosa e controcorrente. Tutte le iniziative messe in campo dalle Commissionihanno un solo obiettivo: testimoniare con il nostro impegno quotidiano che si ècostruttori di un sentiero alternativo della vita intesa come spazio di libertà, incui ognuno trova la sua collocazione in risposta al proprio talento, per indicareanche ai più lontani nella società civile che l’omologazione verso il basso nonè un percorso obbligato, perché credendoci siamo capaci di coinvolgere in undialogo proficuo i giovani nelle scuole e gli adulti nei dibattiti sui temi trasversalidella contemporaneità, come è accaduto quest’anno nei nostri convegni inerential tema dell’anno. Questa grazia sopraggiunta è un inno alla vita, a vivere inpienezza l’Evangelii gaudium! ”. In questo tempo di Pasqua, vogliamo lasciarel’uomo vecchio con le sue lacere vesti ed assumere l’abito nuovo della sempli-cità, dell’umiltà e della gioia per guardare verso il futuro con la speranza, quel-la che condividiamo con i nostri giovani dai quali impariamo a camminare “adalta quota”. Il cammino non è agevole per chi si inerpica in salita, ma la divi-na Provvidenza e l’immensa bontà dell’uomo-Dio ci rendono forti e determinatinell’ascesa: mettiamo le ali ai nostri piedi per ammirare il Risorto! Cosa gli offria-mo in cambio del suo Amore? Il nostro “Eccomi”! con il cuore, con le opere econ la determinata volontà di aiutare a tener ben fissi gli sguardi dei nostri cariragazzi verso la meta, oltre la meta. Ho incontrato tante mamme dei sacerdotiche si sentono privilegiate e talora incredule davanti alla vocazione dei lorofigli: esse si sentono come Maria “madre e figlia del tuo figlio”, baciano lamano benedicente del figlio, entrano nel mistero divino. Un pensiero affettuosoallora lo rivolgo alle mamme dei seminaristi, dei sacerdoti con un augurio festo-so; agli amici serrani il mio grazie perché ci siete! A tutti buona e santa Pasqua!

Vivere la speranzadi Maria Luisa Coppola

to con grande gioia e con un prolungato applauso,sia in San Pietro, sia sulla piazza dove numerosi fede-li e turisti seguivano la liturgia penitenziale grazie aimaxischermi. «Sono convinto che tutta la Chiesa – haproseguito il Papa – potrà trovare in questo Giubileola gioia per riscoprire e rendere feconda la miseri-cordia di Dio, con la quale siamo tutti chiamati adare consolazione ad ogni uomo e ogni donna delnostro tempo». Quindi affidando l’Anno che sta periniziare alla Madre della Misericordia «perché rivol-ga a noi il suo sguardo e vegli sul nostro cammino»,Francesco ha detto a braccio: «Non dimentichiamoche Dio perdona tutto e perdona sempre. Non cistanchiamo di chiedere perdono».

Non è del resto elemento di secondo piano ilmomento scelto dal Pontefice per dare il suo annun-cio. Le ‘24 ore per il Signore’ sono state, infatti, peril secondo anno consecutivo un’iniziativa che ha riav-vicinato i fedeli al sacramento della Riconciliazione,con molte chiese di Roma e di tutto il mondo chesono rimaste aperte anche durante la notte tra il 13e il 14 marzo, per consentire a tutti di confessarsi.Dunque un momento particolarmente adatto per spe-rimentare quella misericordia che sarà al centro delprossimo Giubileo. Proprio Francesco ha dato perprimo l’ esempio. Come già aveva fatto lo scorsoanno, dopo aver annunciato l’Anno Santo, si è diret-to con passo svelto verso un confessionale e si è ingi-nocchiato davanti al confessore come un qualsiasifedele. Pochi minuti dopo, egli stesso, entrato in unaltro confessionale, per circa tre quarti d’ ora haascoltato le confessioni di sei penitenti, scelti apposi-tamente di ogni età, dall’ adolescenza alla vec-chiaia. Un chiaro segnale del fatto che l’abbraccio

Tornerà ad aprirsi già nel 2015 la PortaSanta della Basilica di San Pietro. E subi-to dopo quelle delle altre tre basiliche papali

di Roma. Tornerà il tempo delle indulgenze e del pel-legrinaggio, senza attendere il 2025. Dando anco-ra una volta prova della sua fantasia pastorale, ilPapa ha annunciato lo scorso 13 marzo, nel giornodel secondo anniversario della sua elezione, «unGiubileo straordinario che abbia al suo centro lamisericordia di Dio», cioè quello è il tema portantedel suo pontificato. «Sarà – ha detto al culmine dell’omelia con cui ha avviato le “24 ore per il Signore”– un Anno Santo della misericordia. E lo vogliamovivere alla luce della parola del Signore: “Siate mise-ricordiosi come il Padre”». Per cui ha raccomandato«specialmente ai confessori tanta misericordia».

L’apertura del periodo giubilare sarà il prossimo 8dicembre, solennità dell’ Immacolata e giorno in cuisi compirà il mezzo secolo dalla chiusura delConcilio. Evidentemente è una coincidenza non cau-sale, anzi come ha spiegato una nota della SalaStampa vaticana, pubblicata subito dopo l’annuncio,è un elemento che «acquista un significato particola-re spingendo la Chiesa a continuare l’ opera inizia-ta con il Vaticano II». La chiusura avverrà invece il 20novembre 2016, nella domenica di Cristo Re.Francesco ne ha affidato fin d’ora l’organizzazioneal Pontificio Consiglio per la promozione della nuovaevangelizzazione, presieduto dall’arcivescovo RinoFisichella, «perché possa animarlo come una nuovatappa del cammino della Chiesa nella sua missionedi portare ad ogni persona il Vangelo della miseri-cordia».

Così l’annuncio, giunto a sorpresa, è stato accol-

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verso il giubileo

L’iniziativa di Francesco

Un Anno Santo per gustare

la Misericordia di Diodi Mimmo Muolo

del Padre è davvero pertutti. «Nessuno può esse-re escluso dalla miseri-cordia di Dio – avevaricordato Francesco nell’omelia –; tutti conosconola strada per accedervie la Chiesa è la casache tutti accoglie e nes-suno rifiuta. Le sue portepermangono spalanca-te, perché quanti sonotoccati dalla grazia pos-sano trovare la certezzadel perdono.

Più grande è il pec-cato e maggiore deveessere l’amore che laChiesa esprime versocoloro che si converto-no».

Quello appena indet-to sarà il 29° Giubileo“ufficiale” della storiadella Chiesa (il primo fucelebrato da BonifacioVIII nel 1300). Quelliordinari sono stati 26,più i due straordinari delsecolo scorso: nel 1933e nel 1983, rispettiva-mente proclamati da PioXI e da Giovanni PaoloII per i 1950 anni dallaRedenzione. L’ultimoGiubileo celebrato èstato quello del 2000,che ha introdotto laChiesa nel terzo millen-nio.

L’annuncio ufficiale esolenne del nuovo AnnoSanto viene dato nellaDomenica della Mise-ricordia, il 12 aprile,con lettura della Bollapresso la Porta Santa.Ma già fin d’ora ilconto alla rovescia ècominciato.

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verso il giubileo

La Porta Santa della Basilica di San Pietro

di Mimmo Muolo

Non nascondo di essere rimasto sorpresoio per primo. Quando il 15 gennaio scor-so, sull’aereo che ci portava da Colombo a

Manila, Papa Francesco ha annunciato la canoniz-zazione di padre Junipero Serra, ho avuto un sussul-to di gioia. E la prima cosa che ho fatto, una voltasbarcato nella capitale delle Filippine, è stata di man-dare un messaggio al presidente nazionale MariaLuisa Coppola. Le belle notizie, come del resto inse-gna il Vangelo, vanno trasmesse subito. Vorrei perciòricostruire, per i lettori de “Il Serrano” l’atmosfera diquei momenti, cui si è aggiunto, qualche giornodopo, mentre da Manila tornavamo a Roma, anchel’altro annuncio del luogo della canonizzazione. IlSantuario nazionale americano di Washington DC.

Il duplice annuncio è stato fatto durante le confe-renze stampa che il Papa di solito tiene durante glispostamenti in aereo. Francesco quel 15 gennaio erareduce dalla canonizzazione di un altro religioso,Giuseppe Vaz, indiano di Goa, ma evangelizzatoredello Sri Lanka. E perciò ha spiegato: “Queste cano-nizzazioni sono state fatte con la metodologia – èprevista nel diritto della Chiesa – che si chiama cano-nizzazione equipollente. Si usa quando da tantotempo un uomo o una donna è beato, beata, e ha lavenerazione del popolo di Dio, di fatto è veneratocome santo, e non si fa il processo del miracolo. Cisono persone che sono così da secoli. Il processo diAngela da Foligno è stato fatto così, lei è stata laprima. Poi io ho scelto di fare così per persone chesono state grandi evangelizzatori ed evangelizzatrici.Per primo Pietro Favre, che è stato un evangelizzato-re dell’Europa: è morto si può dire per la strada, men-tre viaggiava evangelizzando a quarant’anni. E poigli altri, gli evangelizzatori del Canada, Francescode Laval e Maria dell’Incarnazione: questi due sono

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vita del serra

stati praticamente i fondatori della Chiesa nelCanada, lui come vescovo e lei come suora, con tuttol’apostolato che facevano lì. Poi l’altro è Giuseppe deAnchieta, del Brasile, il fondatore di San Paolo, cheda tempo era beato, ed ora è santo. Giuseppe Vaz,qui, come evangelizzatore dello Sri Lanka. E adesso,a settembre, Deo mediante, farò la canonizzazionedi Junipero Serra, negli Stati Uniti, perché è stato l’e-vangelizzatore dell’ovest degli Stati Uniti. Sono figureche hanno fatto una forte evangelizzazione e sono insintonia con la spiritualità e la teologia della Evangelii

Fra Junipero Serra santo:

quell’annuncio a sorpresa

colosso dell’evangelizzazione. Nella sola Californiain diciassette anni dal 1767 al 1784 percorse circa9900 km e 5400 miglia di navigazione, sopportan-do nonostante l’età e le infermità, le condizioni aspree disagiate dei lunghi viaggi in mare, sui fiumi esoprattutto a piedi; fondò nove missioni da cui deri-vano i nomi francescani di importantissime città cali-forniane come San Francisco, San Diego, LosAngeles. Considerato come il padre degli indios fuonorato come un eroe nazionale e dal 1° marzo1931 la sua statua si trova nella Sala del Congressodi Washington (che il Papa visiterà a settembre, ndr)come rappresentante dello Stato della California; lacima più alta della catena montuosa Santa Lucia inCalifornia, porta il suo nome”.

Proprio a Washington padre Junipero Serra, che èstato beatificato da Giovanni Paolo II il 25 settembre1988, verrà canonizzato. È stato lo stesso PapaFrancesco ad annunciarlo il 19 gennaio scorso, tor-nando dalle Filippine, durante la seconda conferen-za stampa del viaggio. “Andare in California – dissein risposta alla domanda di una giornalista statuni-tense – mi piacerebbe, per fare la canonizzazione diJunipero Serra, ma c’è il problema del tempo. Civogliono due giorni in più. Penso di fare quella cano-nizzazione al Santuario di Washington. È una cosanazionale. A Washington, nel Campidoglio credo,c’è anche la statua di Junipero. Penso lì”. IlCampidoglio è appunto la sede del Congresso.

Il santuario nazionale degli Stati Uniti, intitolatoall’Immacolata concezione, fu costruito a partiredalla metà degli anni ’10 del ‘900, dopo che nel1913 Pio X ne aveva approvato il progetto,inviando anche un’offerta personale per la suarealizzazione. È la più grande chiesa cattolica delNord America e contiene 70 cappelle, in rappre-sentanza di tutti i popoli Usa ed è visitato da unmilione di fedeli all’anno. Ogni giorno vi si cele-brano sei messe.

gaudium. E per questo ho scelto queste figure”.Dunque, conosciamo la motivazione della scelta

del Papa. Il quale ha voluto inserire padre JuniperoSerra tra i grandi evangelizzatori di tutti i tempi. Ineffetti la sua biografia parla chiaro. Anche se alcunigruppi minoritari negli Stati Uniti stanno tentando diinfangarne la memoria, sostenendo la tesi di una dif-fusione del Vangelo compiuta, soprattutto tra gli indi-geni, con la frusta e il moschetto. Nell’enciclopediaon line santiebeati.it, invece, così viene descritta lafigura del francescano di origine catalana. “Fu un

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vita del serra

sull’aereo papale

nascita di Junípero Serra e giorno importantissimo peri serrani in tutto il mondo. Così posso dire che sonostato ordinato come un sacerdote serrano.

Alcuni mesi fa la professoressa Coppola mi hachiesto di tenere la presente relazione quale riflessio-ne spirituale e vocazionale a partire dalle opere scrit-te sul beato Serra. Per farlo ho preso come fonte l’o-pera che rimane la biografia più importante che pos-sediamo del beato cioè quella scritta da fraFrancisco Palou, suo alunno e poi suo compagnonelle missioni apostoliche. Si tratta di un’opera pococonosciuta in Italia, infatti non è disponibile in linguaitaliana, ma è facilmente reperibile sia in inglese chein spagnolo. In quest’ultima lingua esiste anche qual-che versione leggibile su internet in maniera gratuita.

L’opera di Palou

L’opera di fra Francisco Palou è la più importan-te per conoscere la vita di Junípero Serra perché sitratta di un frate suo conterraneo che è stato prima

Pubblichiamo qui di seguito la relazione chedon Arturo Alcantara Arcos ha tenuto allariunione del Cnis del 27 settembre 2014 su

fra Junipero Serra. Un testo, che anche alla lucedella notizia della prossima canonizzazione delbeato francescano, ci aiuta a inquadrarne megliola figura e ci stimola ad approfondire il nostro ruolodi serrani.

Con il beato Serra sono indissolubilmente legatoper diverse ragioni. Da una parte per la terra che ciha visto nascere, perché entrambi siamo nati inSpagna e poi per la terra che egli scelse come luogodi missione, l’antica Nuova Spagna, l’odiernoMessico che è la mia nazione. Inoltre per una felicecoincidenza sono stato ordinato presbitero la vigiliadella solennità di Cristo Re dell’universo nell’anno2007. Si tratta di una festa mobile per cui vi è un leg-gero slittamento ogni anno e quindi la solennità nonsi celebra nello stesso giorno di anno in anno bensìcon leggere varianti di alcuni giorni. Nel 2007 lavigilia cadde nel giorno 24 novembre, giorno della

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vita del serra

JuniperoSerranell’operadi fraFrancescoPalou

di Arturo Alcantara Arcos

aveva sotto la sua guida. Padre Palou ricorda comeJunípero Serra amasse visitare le comunità che eranoda lui governate e che non passava un anno senzache ciò avvenisse, naturalmente con vie di comuni-cazione molto diverse da quelle odierne.

La giustizia nel senso teologico del termine fu vis-suta da Junípero Serra, secondo Padre Palou, inmaniera eminente nel modo in cui obbediva ai supe-riori. Questo si manifestò nella sua esistenza soprat-tutto con gli spostamenti, e con i vari incarichi che glifurono affidati.

La fortezza secondo il linguaggio dell’epoca macon contenuti che rimangono validi fu vissuta daPadre Serra in maniera evidente dalla modalità concui sopportò per più di venti anni la piaga del piede.Padre Serra non si lamentava della sua sofferenzanonostante le distanze che doveva percorrere, percui chi era vicino a lui non si accorgeva facilmentedella sua infermità. Egli infatti ne parlava solo quan-do ciò era inevitabile.

Sulla temperanza fra Francisco Palou racconta dicome egli cercasse di non essere di peso agli altri neisuoi progetti missionari. Questo racchiude un grandevalore soprattutto considerando l’immenso zelo apo-stolico che lo spingeva e che facilmente avrebbepotuto portarlo ad eccessi ma che invece visse inmaniera molto equilibrata.

Per quanto riguarda la prima delle tre virtù teolo-gali, la fede fu vissuta da fra Junípero secondo Palouin maniera eccelsa e questo emerse in molti momen-ti della sua vita in maniera evidente come quandodecise la continuazione delle missioni nonostante ilmartirio di alcuni dei suoi membri, ponendo in Dio lasperanza di una pronta pacificazione degli animi edi una raccolta abbondante di frutti spirituali nono-stante le difficoltà iniziali.

Padre Serra mantenne la speranza anche nelle cir-costanze più difficili e per illustrarlo Padre Palou rac-conta il caso di un indigeno a cui cadde addosso unalbero. Avendolo saputo, Padre Serra non si persed’animo e lo affidò all’intercessione di sanBernardino. L’indigeno sopravvisse a quella chedoveva essere una morte certa e ciò divenne un moti-vo di propagazione della fede tra le persone dell’a-rea.

Sulla carità intesa qui come amore per Dio, PadrePalou vede una manifestazione di questo amore nelmodo in cui voleva l’ornamentazione delle chiese ele sagrestie delle missioni che costruiva. Non solovoleva le chiese belle in modo sommo ma voleva

suo discepolo e poi suo compagno nelle attivitàapostoliche.

Francisco Palou è nato stessa isola di Maiorcacirca nel 1722 e morì tra il 1789 e il 1790. Entrò afar parte dell’ordine francescano a Palma e poi stu-diò sotto la guida di fra Junípero Serra. Anche luidiede ai superiori la sua disponibilità per partire perle missioni del nord della Nuova Spagna per cuientrò a far parte del Collegio di san Fernando diCittà del Messico forse già nel 1740.

Fra Francisco Palou lavorò insieme a fra Juníperonelle missioni di Sierra Gorda, Queretaro in Messicofino al 1759 quando fu chiamato a lavorare nellaregione di San Sabàs nel Texas. Il collegio di sanFernando però non amministrò le missioni texane permolto tempo ancora per cui poco dopo Padre Paloufece ritorno a Città del Messico dove rimase fino al1767. In quell’anno Padre Serra insieme a PadrePalou e ad altri quattordici francescani fu inviato allemissioni della Bassa California ovvero all’attualepenisola dello stesso nome in Messico e nel 1769partì per le missioni della allora Alta California oggiconosciuta solamente come California ovvero l’attua-le Stato omonimo dell’Unione Americana.

Nel 1784 Padre Palou, ancora missionarionell’Alta California fu chiamato alla missione di sanCarlos per amministrare gli ultimi sacramenti al suoamico e maestro il beato Junípero Serra. Durante ilsuo soggiorno nella missione di san Carlos scrisse lavita di Padre Serra che fu pubblicata nel 1787 aCittà del Messico, appena tre anni dopo la morte delbeato.

Una biografia di ricordi personali

Certamente non posso fare in pochi minuti un rias-sunto dell’opera di Palou che altro non sarebbe cheun riassunto della vita del beato Serra. Vorrei piutto-sto presentarvi alcuni elementi della conclusione dellasua opera dove, secondo il linguaggio e lo stile del-l’epoca Padre Palou intende dimostrare come PadreJunípero abbia vissuto le sette virtù cristiane, ovvero lequattro cardinali e le tre teologali. Questo lo fa attra-verso una serie di ricordi personali dei quali ne pre-sento alcuni.

Sulla prudenza Padre Serra è ricordato da fraFrancisco Palou come un uomo che dimostrò di pos-sedere questa virtù attraverso una straordinaria capa-cità di governo che lo rese amato da coloro che

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vita del serra

creati gli spazi perché questa proposta potesse esse-re realizzata. Non si può infatti proporre agli altriquello che non si vuole per se stessi o per chi è vici-no.

2) La carità alla luce della vita di fra Junípero.Una carità che sia veramente benefica e non

superficiale ne controproducente richiede una cono-scenza più diretta della realtà dei seminari e deiseminaristi. Senza di ciò non può emergere una cari-tà fruttuosa e incisiva nella vita dei beneficiati.Osservare i seminari e i seminaristi a distanza sola-mente, potrebbe portare ad avere un’immagine di-storta di essi e a una modalità anch’essa distorta difare opere di beneficenza.

3) L’ambito culturale: per una maggiore consocenzadella vita del beato Serra. Nonostante l’immensa quantità di opere pubblica-

te in Italia sulla vita dei santi, rimane vero che in ita-liano al momento presente è disponibile presso lelibrerie che hanno vendite su internet una sola bio-grafia del beato Serra, scritta da Padre GianmariaPolidoro. Essa ha il merito di non lasciare questo spa-zio totalmente vuoto anche se si tratta di un’operache non supera le cinquanta pagine. In inglese e inspagnolo come ho già accennato le varietà editoria-le esistente sul medesimo argomento è molto contra-stante. Vi sono una grande quantità di biografie e diopere scritte su fra Junípero in inglese, così comequalche edizione del suo Diario e in spagnolo è di-sponibile perfino in maniera gratuita la eccellentebiografia del Palou su internet. Questo non può rima-nere così. Da un lato la traduzione in italiano dell’o-pera di Padre Palou è una necessità imperante.Dall’altro lato invece si potrebbe pensare a una bio-grafia di carattere scientifico secondo i criteri odiernidove venisse inclusa la storia successiva di ciascunadelle missioni fondate da Padre Serra fino ai nostrigiorni. In entrambi i casi queste pubblicazioni sareb-bero un servizio alla Chiesa in Italia e un grande stru-mento per i serrani di lingua italiana. Poi in un secon-do momento sarebbe bene pubblicare anche i suoiscritti che potrebbero diventare nel tempo oggetto distudio tra i serrani.

4) Una spiritualità vicina ai luoghi del beato Serra. Una iniziativa molto positiva potrebbe essere quel-

la di organizzare dei pellegrinaggi, forse una voltaall’anno al luogo della sua nascita e dei suoi primi

anche che non si negasse nulla che venisse richiestoper il culto.

Alcune esortazioni

Dalla lettura dell’opera di fra Francisco Palou sullavita del beato Serra, emerge che la scelta della figu-ra del beato Junípero come patrono del movimento afavore delle vocazioni che costituisce oggi il SerraClub è stata autenticamente profetica. Il beato Serrainfatti visse in un periodo in cui regioni intere non lon-tane da quelle cristiane non conoscevano affatto ilcristianesimo. Egli viveva inoltre nella costante neces-sità della presenza di nuove forze vocazionali, cheseppure non mancavano nel suo tempo, sovente que-ste rimanevano nelle aree cristiane per cui possiamocomprendere che nelle sue preghiere era costante larichiesta al Padrone della messe peché continuasse ainviare operai per la sua messe.

Il nostro mondo contemporaneo somiglia tanto aquello di Padre Serra. Non lontano dai centri dove siascolta la Parola di Dio succede che immensità dipersone non conoscono il messaggio di Gesù Cristo.Inoltre sono pochi i giovani, anche tra quelli impe-gnati dal punto di vista cristiano, che decidono diessere generosi con il Signore e di lasciare i propriambienti e le proprie comodità per partire alle novel-le terre di missione che non sono più i deserti o le ster-minate terre del nord della Nuova Spagna ma sonole sterminate terre vuote e i deserti interiori degli uomi-ni dei nostri giorni.

Vorrei ora presentarvi cinque esortazioni, a partiredagli scritti di Padre Palou sul beato Junípero Serra.

1) La realtà vocazionale e la necessità della testimo-nianza. Da quanto emerge nella vita del beato Serra,

un’autentica testimonianza che possa esortare i gio-vani dal punto di vista vocazionale non può che par-tire da un’autentica testimonianza di fede personale.Questo significa che se non si vive in maniera pro-fonda la propria fede è molto difficile che questa sipossa trasmettere agli altri. Questo significa ancheche se non si possiede un autentico amore per levocazioni, esso non si potrà trasmettere ad altri esarà allora piuttosto difficile esortare qualcuno aseguire questa via. Occorre allora domandarsi se nelpercorso della propria vita cristiana famigliare, que-sta proposta è stata fatta ai propri figli, e se si sono

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vita del serra

si può amare ne far amare ciò che non si conosce inprofondità.

Riflessione conclusiva:un racconto dalla vita di Junípero Serra

Nostra vocazione di cristiani del mondo contem-poraneo è guardare con speranza il tempo che ilSignore ci ha donato, con le sue potenzialità e le sueproblematiche, con le sue grandezze e le sue mise-rie. Viviamo in una nuova tappa della storia dellaChiesa, una tappa nella quale come affermòBenedetto XVI nel libro-intervista Luce del mondomolto probabilmente la quantità di cristiani praticantisi ridurrà ulteriormente ma coloro che resterannoall’interno della Chiesa saranno cristiani più convintie decisi della loro fede e questo diventerà una cala-mita per la generazione successiva divenuta vuota esenza riferimenti fermi.

Per quanto alle vocazioni, non di rado sia nel-l’ambito laicale che in quello ecclesiastico vediamola scarsità che il nostro tempo ci riserva come una dif-ficoltà insormontabile, minaccia grave per gli annifuturi e motivo di interroganti su un domani non lon-tano. Eppure per Dio, che è capace solo lui di crea-re dal nulla, di toccare i cuori di pietra e renderli dicarne, di far fiore il deserto e far nevicare quando ilcalore sembra essere più soffocante, non ci sonocose insormotabili. A questo proposito ci può esseredi aiuto ricordare uno dei racconti più belli presentinella biografia del beato Serra scritta da PadrePalou.

Nell’anno 1771 un piccolo gruppo di soldati spa-gnoli accompagnava i frati nei pressi dell’odiernacittà di Los Angeles dove poco tempo dopo sarebbesorta la missione di san Gabriel. I missionari e i sol-dati avevano camminato per un lungo tratto senzaessere disturbati, ma all’improvviso, videro una quan-tità enorme di indigeni che si avvicinarono a loro inmaniera molto aggressiva.

Uno dei frati, vedendo la situazione, compren-dendo il pericolo in cui si trovavano e la quantità disangue che poteva essere sparso, prese uno stendar-do della Madonna Addolorata che portava con sé.

Per sua grande sorpresa al guardarla, in manieramiracolosa gli indigeni che erano stati così aggresivilasciarono immediatamente le loro armi e rimaserocome incantati dinanzi a quell’immagine.

Il nostro tempo somiglia molto a questo racconto.

anni ovvero a Maiorca e forse ogni due anni oanche tre ma in maniera regolare ai luoghi delle mis-sioni, ovvero il centro del Messico e la BassaCalifornia così come l’antica Alta California cioè l’o-dierno Stato americano omonimo. Questo permette-rebbe ai serrani di approfondire la propria fede attra-verso una conoscenza visiva e diretta di quanto furealizzato da fra Junípero.

5) La preghiera per le vocazioni unita a una mag-giore conoscenza teologica.

La Chiesa contemporanea non abbisogna di uncristianesimo sociale o aggregativo solamente: l’ele-mento più importante è la testimonianza personale.Questa testimonianza deve essere coadiuvata dauna catechesi più approfondita, consapevoli che non

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vita del serra

Statua di Fra Serra a Monterey in California

rendere facile ciò che prima era difficile e realizza-bile ciò che fino a ieri era impossibile.

La bellezza di Dio è dunque lo stendardo che puòilluminare le ore che costituiscono i nostri giorni tal-volta tristi e smarriti, i giorni che costiuiscono le nostresettimane e mesi sovente aridi e vuoti, i nostri anniche senza un senso soprannaturale finiscono in unbuio profondo e poi in un nulla che spaventa ancheai più forti.

La nostra forza è la bellezza di Dio, la bellezzaeternamente giovane, la fonte perenne della gioia,l’inesauribile sorgente della pace, la sola via per larealizzazione più profond a della propria esistenza edi quella altrui, l’unica bellezza che può completa-mente soddisfare il cuore, la mente e l’anima degliuomini e far diventare la propria vita una vita bellaper sé e per gli altri.

Padre Palou conclude il racconto dello stendardodella Madonna Addolorata con un altro raccontoquasi identico. Nella missione di san Diego i fratiavevano portato un’immagine della Madonna con il

Per un lungo tratto non vi sono state difficoltà nel-l’ambito vocazionale nella storia della Chiesa e sem-brava che si potesse proseguire indisturbati ancoraper un lungo percorso. Ma all’improvviso novelle cor-renti di pensiero, ostilità da diverse parti emerse qualiarchi di guerrieri affacciati in mezzo ai sentieri checostituiscono i nostri giorni, mancanze gravi di unatestimonianza cristiana autentica dall’interno spuntatecome se fossero uomini armati da frecce avvelenate,tutti insieme si presentarono dinanzi al percorso dellaChiesa minacciando il suo avanzare per le stradedella storia.

Non pochi si sono aggiunti a un clima facilmentepropagato per cui tanti giovani che una volta eranovicini alla Chiesa sono diventati anch’essi lontani ediffidenti. Viceversa da parte nostra ci si sente indife-si come i frati della futura missione di san Gabriel esi scopre in un baleno che come nei primi secoli dellaChiesa siamo tornati a essere una minoranza per cuinon sarebbero di utilità le armi dell’imposizione,come pure non sarebbero serviti i fucili dei soldatispagnoli per far conoscere il messaggio di amore edi salvezza del Signore Gesù a chi era diffidente eostile in maniera predisposta.

Piuttosto il nostro è il tempo di prendere lo sten-dardo della bellezza di Dio come fece il frate anoni-mo che prese lo stendardo della Vergine nella futuramissione di san Gabriel. È il tempo di dire ai giova-ni specialmente che Dio è bello sopra ogni bellezzaterrena, che amarlo è essere amati ineffabilmente dalui, che servirlo è regnare nel Regno dei cieli, chevivere per lui è vivere eternamente e che morire conlui è risuscitare a vita eterna.

Siamo chiamati a trasmettere la bellezza di Dio achi ci ascolta, specialmente alla generazione più gio-vane apparentemente così autosufficiente e forte main realtà così fragile, così manchevole di amore e diaffetto, così smarrita sulle cupe vie di un mondo chenon presenta certezze, spesso navigante senza bus-sola nei mari della vita.

Siamo certi che i giovani conoscendo il Signoredella bellezza, di quella bellezza che si riflesse sullostendardo della Vergine, rimarranno affascinati eavranno trovato ciò che più reconditamente cercanoe che solo li può pienamente soddisfare e non pochidi essi decideranno di dedicare la propria vita perfare conoscere ad altri la bellezza che hanno incon-trato. Lo stendardo della bellezza di Dio infatti ha lacapacità di attirare, di incantare, di affascinare, di

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vita del serra

Missione San Buenaventura in California

Questa ultima parte del racconto ci deve incorag-giare grandemente. Quando tenteremo di innalzarelo stendardo della bellezza di Dio in mezzo a chi cicirconda, nella testimonianza che siamo chiamati adare anche tra chi è ostile e diffidente, tra chi è lon-tano e si è smarrito, tra chi non risponde e che siperde, non ci deve scoraggiare che l’immagine dellabellezza di Dio che riusciamo a trasmettere sia imper-fetta e monca. In realtà gli stendardi dei frati sicura-mente non erano capolavori dei più eccelsi maestriné opere delle botteghe più raffinate, ma forse furo-no il Signore e la Vergine a renderli belli in modosoprannaturale in quei momenti.

Così non temiamo di camminare in mezzo alleselve e ai boschi nuvolosi del nostro tempo, in mezzoai deserti interiori e alle terre spirituali disabitate disenso, in mezzo a chi è avverso e indifferente, inmezzo a chi è lontano e remoto. Nostro compito è disforzarci di presentare la bellezza di Dio con l’aiutodella grazia del Signore Gesù, consolidati dall’amo-re del Padre e con la comunione che ci dona il suoSanto Spirito pure in mezzo ai nostri limiti spesso evi-denti, alle nostre forze talvolta ridotte, alle nostremancanze, peccati e fragilità.

Il Signore che ci ha chiamato a far conoscere lostendardo della sua bellezza sarà con noi e la faràcontemplare lui stesso nonostante le nostre incapaci-tà e insufficienze ogni volta che saremo riuniti nel suonome e ogni volta che pregheremo il Padrone dellamesse perché mandi operai per la sua messe. Di que-sto ne siamo certi, ne siamo convinti e ne siamo per-suasi perché egli stesso l’ha promesso: “dove due otre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”(Mt 18, 20).

Andiamo allora sicuri e gioiosi e camminiamo perle strade, vie e percorsi che il Signore ci indicheràinnalzando lo stendardo della bellezza di Dio, certiche chi lo contemplerà non potrà non sentire il fasci-no della persona di Cristo, non potrà non essere coin-volto dalla comunione dello Spirito, e non potrà nonsperimentare l’amore dell’eterno Padre.

È nostro compito innalzare lo stendardo della bel-lezza di Dio nella nostra esistenza. Il beato JuníperoSerra ci assisterà e ci accompagnerà lungo il per-corso della nostra vita perché lo possiamo portarecon noi fino a quando andremo incontro al Signoredove non avremo più bisogno di stendardi perchécontempleremo la sua bellezza senza veli e senzaimmagini.

Bambino in braccio e presto non poche donne arri-varono chiedendo di poter abbracciare il bambino edi allattarlo.

Questo che ci potrebbe sembrare un raccontosemplicistico e quasi infantile, seppure raccontatocon un tono di immensa meraviglia da parte di PadrePalou, forse racchiude alcuni elementi estremamentepiù profondi e celati.

Seppure l’immagine della Vergine e del BambinoGesù fossero nuove per gli indigeni, essi conosceva-no l’arte della pittura per cui potevano ovviamentedistinguere tra un dipinto e una persona viva. Checosa videro allora che li motivò a portare subito delcibo per la Madonna nella missione di san Gabriele che cosa li spinse a voler avere in braccio ilBambino nella missione di san Diego? Non lo sap-piamo. Da un punto di vista poetico e spirituale pos-siamo però domandarci se hanno visto solo lo sten-dardo o hanno visto altro al punto che portarono deidoni e vollero abbracciare il Bambino e sua Madrecome se fossero persone vive.

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vita del serra

Ogni mese di gennaio, incontrando amici eparenti ci facciamo gli auguri di buon anno; non sem-pre l’ auspicio funziona ma ci sono anni in cui ciò siavvera. Mi pare che il 2015, per il Serra, sia inizia-to nel migliore dei modi: Siamo nell’ anno dellaCanonizzazione del Beato Junipero Serra; la notiziacomunicata dal Santo Padre durante il viaggio diritorno dalle Filippine ci ha colmati di gioia, nonabbiamo ancora il programma definitivo della ceri-monia, sappiamo che il Santo Padre visiterà gli StatiUniti alla fine di Settembre, la Canonizzazione sidovrebbe svolgere nella Cattedrale di Washington il24 settembre. Sono in contatto con l’Ufficio Centraledel Serra di Chicago: nel momento in cui saremoinformati sarà nostro dovere darne notizia a tutti i ser-rani d’Italia ed eventualmente organizzare un viaggiocollettivo.

Un avvenimento di questo 2015 è rappresentato

il serrano n. 13514

vita del serra

Anno

di grazia

2015

di Dante Vannini

In occasione della riunione di Roma il Board di SerraInternational ha fatto visita ai vertici della Congregazione peril Clero S. Em. Beniamino Stella e S. Ecc. J. C. P. Wong

Importanti riconoscimenti per il Serra Italia. Saràinfatti un italiano, Dante Vannini, il Presidenteeletto di Serra International. Vi saranno inoltre

due Trustee italiani in Serra International, GemmaSarteschi e Giuseppe Miccoli, e un membro nellacommissione nomine, Manuel Costa, attuale Vicepresidente ai programmi di Serra Italia.Testimonianza della stima che il Serra Italia ha nelmondo. Pubblichiamo dunque qui di seguito unintervento del nuovo presidente eletto di SerraInternational Dante Vannini, al quale vanno find’ora gli auguri di buon lavoro da parte della reda-zione de Il Serrano.

dalla ricorrenza dell’ottantesimo anniversario dallafondazione del Serra Club, avvenuta nel febbraio del1935 per iniziativa di quattro professionisti diSeattle: ricordiamo con una preghiera i loro nomi:Harold, Dan, Leo e Richard.

Dopo otto anni di riduzione del numero di serranid’Italia, finalmente dal 2015 abbiamo avuto unainversione di tendenza: gli iscritti sono nuovamente inaumento anche se di poche unità ma il segnale cideve incoraggiare nell’ opera di proselitismo ricor-dando il nostro impegna a favore delle Vocazioni.

Nel corso della riunione del Board International diHuston, con l’amico Romano Pellicciarini abbiamochiesto di organizzare la Convention Internazionaledel 2017 a Roma; la nostra domanda è stata appro-vata all’unanimità.

Cari amici da ora è nostro compito l’organizza-zione di tale evento, la data non è stata stabilita,dipenderà dalla disponibilità del Santo Padre peravere l’udienza a noi dedicata. Con CesareGambardella abbiamo incontrato in Vaticano S. Em.il Cardinale Beniamino Stella che ha promesso il Suointervento presso Papa Francesco affinché ci possaricevere.

e Manuel che mi sono stati accanto a Huston in unmomento particolarmente delicato della mia vita diserrano.

Con grande piacere la Commissione ha nomina-to anche Gemma Sarteschi e Giuseppe Miccoli nelBoard Internazionale, per me sarà un grande aiutoavere due cari amici vicino.

Ho ricevuto tantissimi messaggi di auguri, ringra-zio tutti delle generosità dimostrata nei miei confron-ti, non posso fare i loro nomi per ragione di spazioma un particolare grazie lo rivolgo alla Presidente diSerra Italia Marialuisa Coppola ed al Past PresidenteAntonio Ciacci.

Gli auguri mi serviranno da stimolo per svolgerecon il massimo impegno il servizio a cui sono statochiamato.

Sempre nell’ ambito del Board di Huston è stataapprovata la Charter del nuovo Serra Club di Asti;quando il documento ufficiale verrà inoltrato provve-deremo alla cerimonia ufficiale di consegna previstaper il 12 giugno 2015, per ciò ringraziamo ilGovernatore Giancarlo Callegaro promotore, moltoattivo, per l’opera svolta a favore del nuovo ingressonella Famiglia Serrana. Che l’anno dellaMisericordia, indetto da Papa Francesco, ci inducaad essere aperti di cuore, per accogliere nella suaprofonda spiritualità il senso della vita come voca-zione e premura per gli altri, con il nostro serviziolaico promotore della Bellezza.

Vi saluto con le parole di San Giovanni Paolo II:

“Cari serrani, impegnati in modo speciale sul ter-reno delle Vocazioni, non dimenticate mai che ilvostro deve essere innanzi tutto un impegno di pre-ghiera insistente e fiducioso. Pregando per leVocazioni si impara a guardare con sapienza evan-gelica al mondo ed ai bisogni di vita e di salvezza”.

Marzo 2015 15

vita del serra

Nell’anno sociale 2016-17

ben tre italiani

faranno parte del Board

di Serra International

e un quarto, Emanuele Costa,

nella Int. Nominating Comm. Dante Vannini, Presidente

Gemma Sarteschi, Cons.

Giuseppe Miccoli, Cons.

Come noto, nella riunione di Huston laCommissione Nomine mi ha indicato allaPresidenza di Serra International per l’anno2016/2017. Non ho sollecitato la candidatura,anzi avendo in Commissione Manuel Costa mi sonoguardato bene dal chiedergli come si stavano svol-gendo i lavori, non per disinteresse ma per discre-zione. La nomina, anche se personale è dovuta allaalta considerazione che il Serra Italia ha in ambitointernazionale, l’incarico mi preoccupa ma rinunzia-re mi sarebbe sembrato tradire le aspettative degliamici serrani. Devo ringraziare con affetto Romano

il serrano n. 13516

vita del serra

Un prete speciale, un pastore autentico,un vero amico. Monsignor Luigi Noli,Rettore del Santuario di Nostra Signora delle

Grazie al Molo in Genova, Cappellano Emerito delSerra Club di Genova, Canonico Onorario dellaChiesa Metropolitana, Cappellano di Sua Santità, ètornato alla Casa del Padre.

Ha ultimato la sua corsa terrena dedicando tuttala sua vita al Signore e alla Chiesa, impegnandosiintensamente con entusiasmo nell’avventura del SerraClub, esperienza di vita e di fede alla quale hadonato, con intelligente e contagiosa fedeltà, oltremezzo secolo del suo ministero sacerdotale.

È stato il primo cappellano del primo Serra ClubItaliano, numero 184, in quel di Genova, città d’a-vanguardia nella scoperta di questo modo di servirela Chiesa curandone specialmente i germogli, ovve-rosia sostenendo concretamente le vocazioni alsacerdozio e alla vita consacrata.

In un certo senso, per Don Noli – così amavaessere chiamato, con semplicità e affabilità – il SerraClub è stato una vocazione nella vocazione.

Luigi Noli nasce ad Orero di Serra Riccò, sulle col-line genovesi, il 28 aprile 1917. Frequenta ilSeminario Minore e poi quello Maggiore, conse-guendo il Diploma di Maturità classica.

Viene ordinato sacerdote dal Cardinal Pietro Bottoil 7 giugno 1941, in piena Seconda GuerraMondiale, insieme ad altri ventuno giovani. Inviatocome Vice Parroco a Santa Maria di Rivarolo, dueanni dopo diviene Cappellano Militare della Riserva.In parrocchia dà vita all’Associazione CattolicaGiovanile e si impegna nell’ONARMO (OperaNazionale Assistenza Religiosa e Morale degliOperai). Don Noli ha appena ventiquattro anni, ma

già emergono chiari quei talenti che faranno di lui unprete amato, aperto alle novità con intelligentesapienza, attento ai segni e alle istanze dei tempi. “Ilgiorno dell’insurrezione (25 aprile 1945) mentrecelebra la Santa Messa Pasquale per gli operai, subi-

Primo Cappellano del Serra in Italia

Mons. Luigi Noli

nella Gerusalemme celestedi Francesco Baratta

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vita del serra

ce e autentica, in parole ed opere: nel 1948 vieneinvitato a tenere un corso di sociologia in Belgio, dal1947 è insegnante di Religione, incarico che man-terrà sino al 1974. Nel 1953 viene inviato in mis-sione nelle Diocesi del Salernitano; in quell’annoassume la direzione dell’Ufficio Stampa dalla CuriaArcivescovile, ufficio che tiene sino al 1959; dal1955 al 1958 è direttore dell’Ufficio DiocesanoVocazioni. Nel 1961 riceve la Vestizione comeOblato Benedettino dell’Abbazia di Finalpia, dal1962 al 2012 è Rettore del Santuario di NostraSignora delle Grazie al Molo.

Verso la fine degli Anni 50, Don Luigi conosce l’e-sperienza dei Serra Club, molto diffusa in AmericaSettentrionale, pressoché sconosciuta, in quel tempo,a queste latitudini… Nel cammino all’ombra delBeato Junipero Serra Don Luigi incontra la sua secon-da vocazione. Alla quale risponde con il consuetoentusiasmo, la freschezza di un Eccomi che rimaneintatto per tutti questi cinquanta e passa anni…

“Per la seconda volta è stato il Signore ad illumi-narmi – dirà nel 2009, nel cinquantesimo anniversa-rio del Serra Club 184 – ed ho continuato a servireper cinquanta anni perché amo il Serra, la mia crea-tura”.

Un Eccomi alla luce del quale ci siamo sentiti guar-dati e rigenerati, nella personale vocazione laicale…Amati e incoraggiati, come figli, pur essendo noi tuttipadri di famiglia…

E’ una qualità rara, propria di chi è Padre nelsegno del Figlio.

Voglio concludere citando la sua risposta ad unarecente domanda postagli, una risposta che bendescrive l’uomo, il prete Don Luigi Noli: Il cardinaleSiri, Arcivescovo di Genova, ti aveva affidato il com-pito di guidare la nascita e la formazione del movi-mento posto sotto la protezione del Beato JuniperoSerra… Perché ti eri sentito chiamato a tale compitoe, soprattutto, come hai potuto svolgerlo con tantaperseveranza e determinazione per oltre cinquan-t’anni?

Risposta: “Certo tutto è nelle mani di Dio, maColui che tutto può fare, senza di noi, ha deciso diaver bisogno del nostro apporto e della nostra per-sonale collaborazione”.

Caro Don Luigi, la tua preziosa presenza continuae continuerà… sempre, in un’altra forma.

Quella che Dio ha progettato per ognuno di noi.

sce l’attacco dei tedeschi arroccati sulle alture circo-stanti; impartisce l’estrema unzione a quattro operaimorenti; terminato il rito, torna alla casa canonica,dove è atteso da quattro esponenti del Comitatonazionale di liberazione con i quali si reca insieme adue sottufficiali tedeschi prigionieri all’OspedaleCelesia per trattare la resa dei militari asserragliati aVilla Rina e nell’ospedale stesso. La trattativa si con-cluderà con la resa senza spargimento di sangue alleore 16 di quel pomeriggio”.

Nel 1946 viene inviato all’Ufficio Sviluppo delquotidiano cattolico locale “Il Nuovo Cittadino” (inca-rico che ricoprirà sino al 1953) ed è nominato ViceAssistente Provinciale delle ACLI. Insieme alCappuccino Padre Callisto fonda la GioventùOperaia Cattolica.

Don Luigi è un sacerdote affabile, tanto aperto alnuovo quanto saldo nella Dottrina: un vero pastore dianime, fedelissimo al Magistero, convinto assertoredi una fede cristiana testimoniata in maniera sempli-

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vita della chiesa

di Guido Rossi

La riforma della Curia romana, uno degliobiettivi, che Papa Francesco si è prefis-so fin dal giorno della sua elezione, pro-

cede. Ma i tempi per il varo della nuova Costituzioneapostolica che prenderà il posto dell’attuale PastorBonus di Giovanni Paolo II non saranno brevi. Piùprobabile che si proceda per stralci. In pratica manmano che alcuni settori della riforma saranno maturiverranno avviati in via sperimentale, salvo poi essereconfermati o corretti al termine di tutto il lavoro. È que-sto uno dei principali risultati del lavoro del cosiddet-to C9, il Consiglio dei cardinali nominato apposita-mente per questo scopo, che ha tenuto la sua ottavasessione di lavoro in febbraio, nei giorni precedential Concistoro straordinario, cui poi ha riferito sull’esi-to delle proprie riflessioni.

In linea di massima viene confermato che si pro-

Riforma

della

Curia

romana

Il lavoro procede

gnor Marcello Semeraro, vescovo di Albano. I cardi-nali, a quanto è dato sapere, non hanno espressoopposizioni al progetto. Anzi nei 40 interventi segui-ti alla relazione sono stati affrontati - in un clima defi-nito sereno, positivo e costruttivo - temi come il rap-porto tra la Curia, le Chiese locali e le Conferenzeepiscopali. In proposito è tornata spesso la parola“decentralizzazione”, nel senso positivo della sussi-diarietà che indica come il servizio da parte dellaCuria debba tener conto di ciò che si può fare beneanche a livello di diocesi e Conferenze episcopali. Siè parlato, inoltre, della questione del coordinamentoall’interno della Curia e della necessità di salvaguar-dare la competenza della Segreteria di Stato nei rap-porti con le organizzazioni internazionali. Nella di-scussione è stata ribadita inoltre la centralità dellasemplificazione come criterio condiviso e si è accen-nato al ruolo e alla responsabilità dei laici, in parti-colare delle donne.

Il collegio cardinalizio ha espresso inoltre apprez-zamento e incoraggiamento per l’impegnativa eimportante riforma economica già avviata, sottoli-neandone i criteri di trasparenza, responsabilità,competenza e chiarezza. Lo ha riferito lo stessopadre Lombardi, direttore della Sala stampa dellaSanta Sede, nel briefing con i giornalisti a conclusio-ne dei lavori. Un segnale questo che fa intenderecome la riforma della Curia potrebbe effettivamenteprocedere per stralci. Uno di questi, quello economi-co appunto, con la creazione della Segretaria perl’economia, affidata al cardinale australiano GeorgPell, è già in vigore.

cederà a un rimpasto globale dell’attuale conforma-zione della Curia Romana. E questo rimpasto, comeha auspicato il Papa nel suo intervento, sarà esclusi-vamente a servizio dell’evangelizzazione. Per il restosono arrivate conferme e smentite. Queste ultimeriguardano, ad esempio, la voce circolata tra gliaddetti ai lavori di una bozza di 66 pagine dellanuova Costituzione. La bozza non esiste, siamoancora al livello del contributo di idee su singole que-stioni. E il C9 – è stata fatto intendere – non è esat-tamente l’organo più indicato a stenderla, dalmomento che in casi del genere la parola passa aglistudiosi di diritto canonico, i quali sono chiamati atrasformare in articoli il frutto delle riflessioni maturatedal Papa e dai cardinali. Ma questa fase non èancora cominciata, né è stato detto quando inizierà.

Le conferme riguardano invece alcuni accorpa-menti di Pontifici Consigli, ipotesi già trapelata neimesi scorsi. “Ci sono alcune cose di cui si è già par-lato con una certa concretezza – ha riferito ai gior-nalisti il direttore della Sala Stampa vaticana, padreFederico Lombardi –. Ad esempio l’ipotesi di duenuovi nuclei. Da una parte Laici-famiglia-vita e dal-l’altra Carità-giustizia-pace. Questi sembrano dueargomenti già un po’ più maturi, perlomeno i cardi-nali del C9 ne hanno già parlato anche con gli attua-li capi dicastero della Curia romana”.

In effetti se ne è parlato anche nel Concistorostraordinario di febbraio. E a riferire l’ipotesi a tutti icardinali presenti è stato il segretario del C9, monsi-

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vita della chiesa

foto Pignata

Il Santo Padre con i vertici dei Dicasteri vaticani

Lisboa (Portogallo). Mons. Berhaneyesus DemerewSouraphiel, C.M., Arcivescovo di Addis Abeba(Etiopia). Mons. John Atcherley Dew, Arcivescovo diWellington (Nuova Zelanda). Mons. EdoardoMenichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo (Italia).Mons. Pierre Nguyên V�n Nhon, Arcivescovo di HàNôi (Viêt Nam). Mons. Alberto Suárez Inda,Arcivescovo di Morelia (Messico). Mons. CharlesMaung Bo, S.D.B., Arcivescovo di Yangon

Dal 14 febbraio scorso la Chiesa cattolicaha 20 cardinali in più, 15 dei quali sottogli ottant’anni e dunque elettori in un

eventuale conclave. Le scelte di Papa Francesco,però, ancora una volta hanno sorpreso tutti, per primigli stessi nuovi porporati, molti dei quali (ad esempioi due italiani, gli arcivescovi di Agrigento, FrancescoMontenegro e di Ancona-Osimo, EdoardoMenichelli) lo hanno appreso dalla televisione. Nonsono stati loro le uniche novità di questo nuovoConcistoro per la creazione di cardinali. Anche per-ché il Pontefice per la seconda volta consecutiva hadimostrato di non ritenersi legato alle sedi cosiddettecardinalizie, ma di voler scegliere di volta in volta aseconda delle persone. In Italia per esempio l’arcive-scovo di Torino, Cesare Nosiglia, e il patriarca diVenezia, Francesco Moraglia, non sono cardinali,pur essendo alla guida di diocesi tradizionalmentelegate alla porpora.

Ecco l’elenco completo dei nuovi cardinali.Innanzitutto gli elettori: Mons. Dominique Mamberti,Arcivescovo titolare di Sagona, Prefetto del SupremoTribunale della Segnatura Apostolica. Mons. ManuelJosé Macário do Nascimento Clemente, Patriarca di

il serrano n. 13520

vita della chiesa

Cardinali

a sorpresa?

con

Francesco

si puodi Augusto Intermine

S. Em. il Cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento e S.Em. il Cardinale Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona - Osimo

(Myanmar). Mons. Francis Xavier KriengsakKovithavanij, Arcivescovo di Bangkok (Thailandia).Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo diAgrigento (Italia). Mons. Daniel Fernando SturlaBerhouet, S.D.B., Arcivescovo di Montevideo(Uruguay). Mons. Ricardo Blázquez Pérez,Arcivescovo di Valladolid (Spagna). Mons. José LuisLacunza Maestrojuán, O.A.R., Vescovo di David(Panamá). Mons. Arlindo Gomes Furtado, Vescovo diSantiago de Cabo Verde (Arcipelago di CapoVerde). Mons. Soane Patita Paini Mafi, Vescovo diTonga (Isole di Tonga).

Quindi gli ultraottantenni, cinque arcivescovi evescovi emeriti che – come ha sottolineato il Papa almomento dell’annuncio, lo scorso 4 gennaio, “sisono distinti per la loro carità pastorale nel servizioalla Santa Sede e alla Chiesa. Essi rappresentanotanti Vescovi che, con la stessa sollecitudine di pasto-ri, hanno dato testimonianza di amore a Cristo e alPopolo di Dio sia nelle Chiese particolari, sia nellaCuria Romana, sia nel Servizio Diplomatico dellaSanta Sede”. Essi sono: Mons. José de Jesús PimientoRodríguez, Arcivescovo emerito di Manizales. Mons.Luigi De Magistris, Arcivescovo titolare di Nova, Pro-Penitenziere Maggiore emerito. Mons. Karl-JosefRauber, Arcivescovo titolare di Giubalziana, NunzioApostolico. Mons. Luis Héctor Villalba, Arcivescovo

Marzo 2015 21

emerito di Tucumán. Mons. Júlio Duarte Langa,Vescovo emerito di Xai-Xai.

Da notare che Pimiento è stato l’unico non pre-sente, per ragioni di età avanzata, alla cerimonia diconsegna della berretta. Il colombiano, 96 anni, èstato nominato vescovo addirittura da Pio XII ed è unodegli otto vescovi “pacelliani” tuttora in vita. Il più gio-vane non solo di questa informata ma dell’intero col-legio cardinalizio è invece il cardinale di Tonga, 53anni. Da rimarcare, inoltre, che la maggior partedelle nuove nomine sono nel sud del mondo. Due inAfrica: Etiopia e Capo Verde. Tre in Asia: Vietnam,Myanmar e Thailandia. Tre nell’America latina:Messico, Uruguay e Panama. Due in Oceania:Nuova Zelanda e Isole Tonga. Tre di questi paesiavranno un cardinale per la prima volta nella storia:Capo Verde, Myanmar e Tonga.

Al momento in cui queste nomine sono state fatte icardinali elettori erano diventati 125, cinque in piùdei 120 regolamentari. Ma in marzo e in aprile com-piono 80 anni i cardinali Antonio Naguib e Justin F.Rigali, in settembre i cardinali Velasio De Paolis eSantos Abril y Castelló e nel febbraio del 2016 il car-dinale Roger M. Mahony. In tal modo nel giro di unanno il numero degli elettori ritornerà entro il limite alquale il papa può comunque derogare, come fecequasi sempre Giovanni Paolo II.

il serrano n. 13522

Èsicuramente l’appuntamento più impor-tante dell’anno, per quanto riguarda laChiesa Italiana. E perciò vale la pena sof-

fermarsi sull’iter di preparazione che si sta intensifi-cando in questi mesi. Parliamo del Convegno nazio-nale decennale che si svolgerà a Firenze dal 9 al 13novembre prossimo. Innanzitutto bisogna dire chesarà un Convegno diverso, nel suo svolgimento, rispet-to agli altri appuntamenti decennali che lo hanno pre-ceduto (Roma 1976, Loreto 1985, Palermo 1995 eVerona 2006). Più corale, poiché tutti i 2500 delegatidevono poter prendere la parola, e con una sola voce“solista”: quella del Papa, il cui intervento di fatto daràil là alla riflessione sulle cinque vie del tema: uscire,annunciare, abitare, educare e trasfigurare, che pren-dono spunto dai verbi principali della EvangeliiGaudium. Insomma sarà un Convegno secondo lostile del Pontificato di Francesco, la cui presenza aFirenze è stata annunciata da tempo, probabilmentenella giornata del 10 novembre.

Il punto sull’organizzazione è stato fatto di recen-te a Roma dal presidente del Comitato preparatoriodi Firenze 2015, l’arcivescovo di Torino CesareNosiglia, che riunendo i membri del Comitato stes-so, ha comunicato le principali novità. Innanzitutto lasede principale del Convegno: la Fortezza daBasso. Quindi i dettagli del programma e la meto-dologia di lavoro, che ruoteranno intorno al tema “InGesù Cristo il nuovo umanesimo”. «Non ci sarannorelazioni – ha spiegato monsignor Nosiglia – ma,oltre al discorso del Santo Padre che costituirà unasorta di magna charta per tutti, solo due introduzio-ni al dibattere dei gruppi. Sarà infatti questo momen-to il cuore del Convegno e anche la vera novitàrispetto al passato».

vita della chiesa

Verso Firenze 2015

Il Convegno Nazionalenello stile di Francesco

di Massimo Lanzidei

Lo scopo «è far sì che tutti parlino». I 2500 con-vegnisti verranno infatti suddivisi nelle cinque aree.Più o meno 500 per area. Quindi verranno formatigruppi più ristretti di 100 persone circa e all’internodi questi ultimi, dei gruppetti di 14 o 15 convegnisti

gaudium. Il loro compito era quello di elaborareschede contenutistiche da mettere a disposizione deiconsigli pastorali parrocchiali. «La metodologia cora-le – ha detto monsignor Nosiglia – non riguarda infat-ti solo il momento celebrativo del Convegno, ma lasua preparazione, in modo da coinvolgere anche chinon andrà a Firenze. Anche perché i temi sono quel-li della vita di ogni giorno e interessano tutti».Nosiglia si è detto infine molto contento dell’avvio delsito internet («tantissimi i contatti») e ha annunciatoche attraverso questo strumento si cercherà di rag-giungere e rendere protagonisti i giovani. A tal pro-posito il Comitato è al lavoro per individuare moda-lità telematiche che permettano a ogni fedele, ancheda casa, di seguire in tempo reale i lavori di novem-bre e di interagire con essi.

dove materialmente avverrà l’approfondimento deitemi. Molti dei membri del Comitato preparatoriodovranno poi moderare i singoli gruppetti, curandoparticolarmente, ha ricordato l’arcivescovo di Torino,«l’equilibrio degli interventi». In sostanza, ha aggiun-to con un sorriso, «limitando chi parla troppo e sti-molando chi tende a intervenire di meno».

Altra novità di rilievo il fatto che nell’ultimo pome-riggio, quello di giovedì 12 novembre, il Convegnosi trasferirà nelle “periferie” esistenziali della diocesidi Firenze. I partecipanti, infatti, suddivisi in piccoligruppi, potranno visitare una quarantina di luoghi di«umanesimo concreto» in campo sociale, culturale,educativo, spirituale, assistenziale, per «prenderecontatto con la ‘base’».

Durante la recente riunione del Comitato prepara-torio – cui hanno preso parte circa 120 persone:quattro delegati per ogni Regione ecclesiastica, i rap-presentanti delle associazioni, dei religiosi e dellereligiose, la presidenza, la giunta del Comitato e gli

Uffici della Segrete-ria generale dellaCei – non ci si èfermati agli aspettiorganizzativi. An-che in questo ca-

so, infatti, i parteci-panti erano suddivisiin gruppi di studio

secondo le “cin-que vie” indi-

cate da PapaF r a n c e s c onell’Evangelii

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vita della chiesa

ne con i piccoli e i poveri. Così intesa e vissuta, lavita consacrata ci appare proprio come essa è real-mente: è un dono di Dio, un dono di Dio alla Chiesa,un dono di Dio al suo popolo! Ogni persona consa-crata è un dono per il popolo di Dio in cammino.Queste parole pronunciate da Papa Francesco ciintroducono alla celebrazione della vita consacrata,alla quale S. Santità ha voluto dedicare l’anno2105. Rallegratevi, esultate, sfavillate di gioia, è ilmessaggio che il Sommo Pontefice ha inviato con lasua lettera circolare ai consacrati e alle consacrate.Un messaggio che richiama, come pronunciato dalPapa, la bellezza e la preziosità di questa peculiareforma di “sequela Christi”, rappresentata da tutti iconsacrati e le consacrate che hanno deciso dilasciare ogni cosa per imitare Cristo più da vicinomediante la professione dei consigli evangelici.

Un vero riconoscimento del Papa a chi si è dedi-cato alla vita consacrata, da consolidarsi, nel corsodell’anno, con una serie di iniziative da attuare in tuttii Paesi del mondo per fare conoscere “la vostra lumi-nosa testimonianza di vita, come una lampada postasul candelabro per donare luce e calore a tutto ilpopolo di Dio”. Un riconoscimento ma anche unaesortazione a pregare per le vocazioni, affinché “ilpadrone delle messi mandi operai per la sua messe”,a sostegno della Chiesa e del gregge di Dio.

L’invito rivolto da Papa Francesco a tutti i consacraticon il suo messaggio è contenuto in tre semplici masignificative parole: gioia, coraggio e comunione.

La gioia, come prima cosa, perché, riprendendouna frase della Esortazione Apostolica sull’annunciodel Vangelo nel mondo attuale, il Vangelo riempie il

Le persone consacrate sono segno di Dionei diversi ambienti della vita, sono lie-vito per la crescita di una società più

giusta e fraterna, sono profezia di condivisio-

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vita della chiesa

2015,

anno dedicato

alla Vita Consacratadi Cosimo Lasorsa

cuore e la vita intera di coloro che si incontrano conGesù. “Mostrate a tutti che seguire Cristo e metterein pratica il suo Vangelo riempie il vostro cuore difelicità”, è quanto ha ribadito il Papa rivolto ai con-sacrati. Contagiate di questa gioia chi vi avvicinae allora tante persone ve ne chiederanno la ragio-ne e sentiranno il desiderio di condividere con voila vostra splendida e entusiasmante avventura evan-gelica.

Il coraggio, come seconda verità fondamentale,tema caro a Papa Francesco, che già in altre circo-stanze, come in occasione della 28° GiornataMondiale della Gioventù, aveva invitato con forza igiovani a non avere paura di quello che Dio ci chie-de, perché vale la pena di dire sì a quel Dio che èanche gioia. Ai consacrati chiamati a svolgere laloro missione di messaggeri della Parola di Dio, ilcoraggio richiamato dal Papa è quello di sentirsiamati dal Signore. Con la forza dello Spirito Santoche vi accompagnerà, ha raccomandato il Papa,andate per le strade del mondo e mostrate la poten-za innovatrice del Vangelo che, se messo in pratica,opera anche oggi meraviglie e può dare risposta atutti gli interrogativi dell’uomo.

La comunione, infine, come terzo valore della con-sacrazione, che Papa Francesco intende come comu-

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nione personale dei consacrati con Dio scelto comeunico scopo della loro esistenza. Siate instancabilicostruttori di fraternità, ha sollecitato Papa Francesco,anzitutto praticando fra di voi la legge evangelicadell’amore scambievole, e poi con tutti, specialmentecon i più poveri. Mostrate che la fraternità universalenon è un’utopia, ma il sogno stesso di Gesù per l’u-manità intera.

Guardare il passato con gratitudine, vivere il pre-sente con passione, abbracciare il futuro con speran-za. Sono questi, in sintesi, i tre obiettivi per l’annodella vita consacrata che Papa Francesco ha deli-neato nella Lettera Apostolica pubblicata il 18novembre 2014. Una lettera dal linguaggio sempli-ce, chiaro e concreto affinché questo anno dedicatoalla vita consacrata possa risultare fruttuoso ed esse-re considerato un appuntamento importante per pre-gare, riflettere, dialogare e agire nel nome delVangelo.

Come comunità serrane ci uniamo nella preghieraaffinché gli eventi di quest’anno possano essere di sti-molo ed accrescere l’entusiasmo e la gioia di tutte lepersone consacrate, che sono vicine alle nostreParrocchie e ai nostri Club, con una presenza spiri-tuale che li aiuti a sostenere la propria vocazione ela loro missione nella Chiesa e nel mondo.

foto Pignata

delle vocazioni ha perciò invitato a «coltivare lo stu-pore, come una pianticella che cresce nel cuore di chisa attendere, in chi sa scrutare l’orizzonte della vita,guardare oltre ogni situazione, lieta o triste che sia».

Vocazione, bellezza e santità. È il trino-mio che ha fatto da sfondo al convegnonazionale dell’Ufficio per la pastorale

vocazionale svoltosi a Roma all’inizio di gen-naio con la partecipazione di 700 delegatigiunti da tutta Italia. «Parlare di bellezza significaparlare di vocazione», ha detto in apertura dei lavo-ri monsignor Nico Dal Molin, direttore dell’UfficioCei che ha organizzato il simposio. «Ogni vocazio-ne – ha aggiunto - è una testimonianza bellissima diun cammino originale verso la santità». Ecco dunqueil trinomio, che il sacerdote ha interpretato alla lucedell’insegnamento di Papa Francesco. «La santità è ilvolto più bello della Chiesa – ha ricordato citando leparole del Pontefice nell’udienza generale del 19novembre scorso -. E la vocazione alla santità non èuna prerogativa soltanto di alcuni, essa è un donoche viene offerto a tutti, nessuno escluso».

Come fare, dunque, per incamminarsi su questastrada? Dal Molin ha cercato di fornire degli indizi,più che delle risposte vere e proprie, che sono venutepoi dal complesso dei lavori. «Parlare di bellezzasignifica parlare di stupore, di meraviglia e di gioia»,ha fatto notare. Ma, si è domandato, «esistono anco-ra questi sentimenti nella nostra vita? Dovremmo chie-dercelo, noi che ormai siamo abituati a tutto, scafatidalla vita, muri di gomma su cui ogni realtà rimbalzavia». Il direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale

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Quellachiamatache evia di santita

di Beatrice Serenelli

Da sx: Emanuele Pirato, Mons. Stefano Rega, S. Em. Cardinale Parolin,la Presidente Nazionale Maria Luisa Coppola, Ugo La Cava, Antonio Ciacci e Dino Viti presenti al Convegno UNPV

fondito in aula e nei gruppi di studio. L’ufficio nazio-nale, ha ricordato ieri monsignor LeonardoD’Ascenzo, «ha elaborato un itinerario vocazionaletriennale: è la proposta di una pedagogia della san-tità. Il cammino ci aiuterà a mettere a fuoco e adapprofondire tre atteggiamenti fondamentali dell’e-sperienza vocazionale: lo stupore, la gratitudine el’adorazione».

Al convegno hanno preso parte anche il segreta-rio di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, e ilvescovo delegato per la pastorale vocazione dellaconferenza episcopale spagnola, monsignor EusebioHernandez Sola.

Numerosa e qualificata la presenza dei membridel Serra Club Italia, guidati dal presidente naziona-le Maria Luisa Coppola. Il Serra Italia, che rafforzain tal modo la sua collaborazione con l’Ufficio nazio-nale per la pastorale delle vocazioni, ha anche offer-to ai convegnisti un concerto del gruppo musicale“The priests”, composto da tre sacerdoti dell’Irlandadel Nord e molto apprezzato dai partecipanti al sim-posio.

Lo stupore, infatti, «nasce quando si coglie la bel-lezza della vita, quella bellezza – ha sottolineatoancora Dal Molin – che non sappiamo più vedere,scorgere, apprezzare. Eppure «c’è tanta bellezzaintorno a noi, c’è tanta santità, ma noi non ce neaccorgiamo». «Viviamo la nostra vita con frenesia,con sempre mille cose da fare; camminiamo spessocon il passo troppo veloce per guardarci intorno; inostri occhi e i nostri orecchi sono distratti: non vedo-no, non sentono». Occorre, perciò, recuperare, hadetto il direttore dell’Ufficio Cei, «quella che il teolo-go ortodosso russo Pavel Aleksandrovic Florerenskijchiamava “l’estasi del cuore cherubico”». In altri ter-mini, «la voglia di desiderare e di cercare la bellez-za e la speranza».

Ogni periodo, ha aggiunto monsignor FrancescoLambiasi, vescovo di Rimini e presidente dellaCommissione episcopale per il clero e la vita consa-crata, ma soprattutto i tempi forti dell’Anno liturgico,sono momenti propizi per questo. «Non siamo schia-vi di Dio, né orfani, ma figli. Questa – ha ricordato -è la buona notizia del Vangelo che ci fa dire di noalla paura, anzi ci rende uditori della Parola e pre-disposti alla chiamata».

Sono i temi che i 700 convegnisti hanno appro-

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vocazioni

Mons. Nico Dal Molin

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Anche quest’anno il Serra di Nervi ha tenuto un incontro formativo e conviviale presso la Casagenovese della SMA, Società delle Missioni Africane. La SMA, fondata nel secolo XIX dal vescovofrancese Melchior de Brésillac., oggi può contare su 950 membri, provenienti da 40 Paesi di 4 con-tinenti, Essi testimoniano il Vangelo in Europa (Italia, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Spagna, PaesiBassi, Polonia), negli USA, in Canada, India, Filippine. L’opera di evangelizzazione dei missionari,comunque, è rivolta in primis alle popolazioni africane (Egitto, Liberia, Costa d’Avorio, Ghana,Nigeria, Kenya, Centrafrica, Tanzania, Congo, Sudafrica, Angola, Zambia, ecc).Con l’incontro fraterno del 28 gennaio, il nostro Sodalizio e la SMA hanno consolidato i rapporti

di cristiana amicizia che li legano da tanti anni, e che si esprimono nel ricordo reciproco, nella pre-ghiera comune, nei periodici incontri formativi. Il Serra di Nervi cerca altresì di assicurare un soste-gno tangibile agli onerosi impegni della SMA: pur nei limiti delle nostre non elevate disponibilità, aiu-tiamo alcune delle numerose attività missionarie e incoraggiamo le vocazioni sacerdotali. A questoproposito, ringraziamo il Signore per l’imminente diaconato di un seminarista africano, al cui sosten-tamento abbiamo destinato una borsa di studio pluriennale. Ma il dono più bello dell’incontro di quest’anno mi sembra sia stato l’ascolto della testimonianza di

suor Hanaa, una religiosa egiziana della Congregazione di N.S. degli Apostoli (fondata, sempre nelsecolo XIX, da padre Agostino Planque), in pratica il ramo femminile della SMA. Suor Hanaa (nata inuna famiglia numerosa, da padre di religione copta cattolica e da madre copta ortodossa), ha riper-corso i momenti indimenticabili durante i quali, mentre frequentava la terza Media, ha avvertito lachiamata alla vita missionaria. Suor Hanaa non ha nascosto le difficoltà incontrate per seguire la sua vocazione, non ultima quel-

la di far accettare ai genitori la decisione di “uscire” dall’ambiente familiare e dalla sua terra, diandare lontano... Commovente il momento del distacco (da genitori, parenti e amici), quando, a 22anni, la futura sour Hanaa, accompagnata da una cinquantina di giovani della sua parrocchia, hapreso il treno che l’avrebbe portata lontano da casa (all’inizio in Egitto poi in Nigeria, India, Italia).Da oltre tre anni, quindi, l’Italia è la terra di missione di suor Hanaa, che qui si confronta con le

problematiche dell’immigrazione. A Milano Linate ha seguito persone di origini molto diversificate(Maghreb, America latina, Egitto, ecc.). Con sincera umiltà, ritiene di “non aver fatto cose grandi”,anzi di aver ricevuto e imparato tanto dalle persone incontrate, dalla vicinanza con i malati e con lepersone sole e abbandonate. Per diventare discepola di Gesù, ha dovuto lasciare padre, madre, fra-telli… E però ha constatato che, così facendo, ha acquistato altri parenti, con i quail ha instauratolegami di vicinanza spirituale.Dal luglio scorso è impegnata a far decollare, presso la diocesi di Genova, un progetto di inte-

grazione dei migranti, in particolare delle donne. Suor Hanaa avverte profondamente l’esigenza chesia data piena dignità alle donne, che vanno sostenute nella loro delicata ricerca di emancipazioneda pregiudizi e da condizioni di subalternità, non solo nei Paesi del Terzo Mondo. Del resto, tra le finalità della Congregazione di N.S degli Apostoli vi è anche quella di promuove-

re l’inserimento sociale della donna, di valorizzare quel genio femminile di cui parlava san GiovanniPaolo II. E oggi è sempre più diffuso il riconoscimento che, anche nella Chiesa, la presenza delledonne sia preziosa e insostituibile, grazie alla loro capacità di lavorare in silenzio e di portare avan-ti attività pastorali come l’evangelizzazione e la diffusione del Regno di Dio.

Nella sua testimonianza, la religiosa egiziana ha mostrato, in diversi passaggi, di essere anima-ta da una fede profonda, che ha il suo fondamento nel Vangelo. Una fede che le consente di ricono-scere che, fin dall’inizio della sua vita missionaria e ovunque abbia svolto il suo servizio, non è maistata sola. Ha sempre incontrato qualcuno che ha saputo incoraggiarla a superare le difficoltà e adandare avanti, cioè a scorgere la Via che doveva percorrere..Un altro esempio della solidità della sua fede mi sembra sia rintracciabile nell’incrollabile dispo-

nibilità all’incontro e al dialogo con il mondo islamico. Pur non sottovalutando le sofferenze attuali,anche nella sua patria (violenze e persecuzioni di cristiani, distruzioni di numerose chiese), suorHanaa è certa che la convivenza tra cristiani e musulmani sia possibile. Ed è convinta che, a dispet-to di tante apparenze che vanno in senso contrario, i progetti di ascolto reciproco e di integrazionepossano e debbano andare avanti, anche grazie all’apporto del genio femminile. Ammiriamo e condividiamo il pensiero di suor Hanaa, che desideriamo sia realizzato. E ciò ci sem-

bra che potrà avverarsi quando il mondo islamico e l’Occidente riusciranno ad accordarsi sullemodalità necessarie per fermare e isolare i terroristi e i fondamentalisti.

Sergio Borrelli

Genova Nervi 476

Incontrocon imissionariSMA

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“Papa Francesco, nell’Enciclica «Lumen Fidei» al n.46, ribadisce l’importanza della connessione tra la fede e il Decalogo. Per questo allaluce della fede, cioè dell’affidamento totale al Dio che salva, il Decalogo acquista la sua verità più profonda, contenuta nelle parole che intro-ducono i Dieci Comandamenti: «Io sono il tuo Dio che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto» (Esodo 20,2)”. “Il Decalogo, osserva il Papa, nonè un insieme di precetti negativi, ma di indicazioni concrete per uscire dal deserto di un «io» chiuso in se stesso ed entrare in dialogo conDio. Questo richiamo al Decalogo è costante e continuo nell’insegnamento cristiano, per rammentarci che c’è il diritto divino («ius divinum»).Dio ha dato delle leggi e le ha inserite nell’uomo e, come ci attesta l’ultramillenaria storia della cultura, sono accessibili all’intelligenza e giu-stamente si è parlato e si parla di un diritto naturale («ius naturale»). Ma non da tutti e non sempre vi è stata la capacità di conoscere e diaccogliere questo diritto naturale. Scrive San Bonaventura (1221-1274), vescovo e dottore della Chiesa: «Una completa esposizione deicomandamenti del Decalogo si rese necessaria nella condizione di peccato, perché la luce della ragione si era ottenebrata e la volontà si erasviata». I comandamenti di Dio, perciò noi li conosciamo attraverso la Rivelazione divina e per mezzo della voce della coscienza morale chetuttavia sulla Rivelazione si deve fondare. Giovanni Paolo II in una splendida omelia pronunciata il 26 febbraio 2000 al monastero greco-orto-dosso di Santa Caterina sul Monte Sinai, nei pressi del luogo dove Dio aveva consegnato a Mosè il Decalogo, affermava che i DieciComandamenti non sono l’imposizione arbitraria di un Signore tirannico; essi sono stati scritti nella pietra, ma innanzitutto furono iscritti nelcuore dell’uomo come legge morale universale, valida in ogni tempo e in ogni luogo. Oggi come sempre, continuava il Papa, le Dieci Paroledella legge forniscono la base autentica per la vita degli individui, delle società e delle nazioni; oggi come sempre, esse sono «l’unico futurodella famiglia umana». Perché il Decalogo salva l’uomo dalla forza distruttiva dell’egoismo, dell’odio e della menzogna, evidenziando tutte lefalse divinità che lo riducono in schiavitù: l’amore di sé sino all’esclusione di Dio, l’avidità di potere e di piacere che sovverte l’ordine dellagiustizia e degrada la dignità umana. Osservare i Comandamenti, diceva ancora Giovanni Paolo II, significa essere fedeli a Dio, ma significaanche essere fedeli a noi stessi, alla nostra autentica natura umana e alle nostre più profonde aspirazioni. Il vento che ancora soffia dal Sinairicorda che Dio deve essere onorato nelle sue creature e nella loro crescita. In questo senso, concludeva il Papa, quel vento reca un invitoinsistente al dialogo fra i seguaci delle grandi religioni monoteistiche, nel loro servizio alla famiglia umana”. E’ da rilevare che “la nostra fedel-tà al Decalogo ovviamente non ci impedisce di collaborare, almeno per un pezzo di strada insieme, con coloro che fanno propri non tutti, maalcuni elementi della legge morale universale. Nel più profondo rispetto per la buona volontà di tanti uomini, non fa parte della nostra iden-tità teologale un giusnaturalismo ateo che ha le sue origini in Ugo Grozio (1583-1645). Infatti, per i credenti, non si può dire che Dio nonesiste («etiamsi daremus non esse Deum»), per noi invece: «creatura sine Creatore evanescit» («La creatura senza il Creatore svanisce»).I cristiani hanno il diritto e il dovere di ripresentare il Decalogo all’umanità intera anche in certi frangenti politici, economici e sociali nellostile di quella che chiamerei la «regola del profeta Ezechiele» che voglio riportare: «Se dico al malvagio: “tu morirai!”, e tu non lo avverti enon parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte iodomanderò conto a te. Ma se tu avverti il malvagio ed egli non si converte dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli moriràper la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato. Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette il male, io porrò un inciampo davan-ti a lui ed egli morirà. Se tu non l’avrai avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate, madella morte di lui domanderò conto a te. Se tu invece avrai avvertito il giusto di non peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è statoavvertito e tu ti sarai salvato» (Ezechiele 3,18-21). La missione della Chiesa, come riafferma il Vaticano II, è quella di predicare il Vangeload ogni creatura, affinché tutti gli uomini, per mezzo della fede, del Battesimo e dell’osservanza del Decalogo ottengano la salvezza”.

Massimiliano Colelli

Connessione Fede-decalogo

Alcuni rappresentanti del Consiglio del nostro Club hanno partecipato nei pressi Rapolano Terme (Siena) alla “Giornata di formazione” organizzatadal Distretto 171.Dopo i rituali saluti con i soci degli altri Clubs del Distretto, fra cui i Governatori in carica e past-governor sono iniziati i lavori. Il socio del Club di San Remo, delegato nazionale per la formazione errana, Marco Crovara, ha esposto con passione e precisione i vari punti di

approfondimento del Regolamento e delle Disposizioni per la vita dei Clubs.Dopo un breve intervallo, sono ripresi i lavori nella massima attenzione da parte di tutti e sono seguiti degli interventi per maggiori chiarimenti.Una lauta, seppur veloce colazione, ha chiuso la prima parte della nostra giornata. Un altro impegno ci attendeva a Grosseto. Nel tardo pomeriggio, nella Cappella del Seminario, dopo la celebrazione dei Vespri, presenziata da S.E. Mons. Rodolfo Cetoloni, alla presenza del

Presidente del Serra Club Alietta Meoni, del Cappellano Don Giampaolo Marchetti, di altri membri del Consiglio e delle famiglie dei Seminaristi, ilsocio tesoriere Ernesto De Cesaris, Consigliere della Fondazione Italiana Beato Junipero Serra, ha consegnato due assegni da € 1.500,00 ciascuno aDon Maius Balint ed al Seminarista Francisco Iniguer Padila per il proseguimento dei loro studi.

Francesca Mendillo Giordano

Giornata di formazioneGrosseto 483

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dai club e distretti • dai club e distretti • dai club e distretti • dai club e distretti • dai club e distretti • dai club e distretti •

Aversa 1002Da molti anni il club di Aversa ha a cuore il concorso scolastico, il progetto educativo/ formativo bandito a livello nazionale ed eseguito dai

club locali. Nel nostro club, si è data particolare importanza a questa realtà, nella convinzione che il dialogo con i ragazzi sortisce varie fina-lità , in primis conoscere il loro vissuto ed ascoltare le problematiche giovanili che solo sommariamente vengono definite. La loro voce èsempre sincera e genuina, il loro bisogno di comunicare sentimenti ed emozioni reale, e se trovano adulti responsabili, non fanno fatica arivelarli. In preparazione al concorso scolastico, vi sono stati incontri preparatori, per consultare i ragazzi sul tema, con l’aiuto di esperticonsulenti familiari e pedagogisti. In particolare sottolineo la presenza qualificata della dott.ssa Anna Pollio, consulente familiare, mamma di nove figli, che ha in affido altri

cinque bimbi. La sua è una testimonianza vera, una reale maternità donata con grazia abbondante da Dio, al quale ha risposto “Eccomi”vivendo un percorso di fede autentico. La sua casa, ricca di sguardi e di voci non è mai chiassosa, il rapporto tra genitori e figli sereno ecollaborativo, non vi sono frizioni né rivalità, ma tutti si ritrovano a sera a recitare il rosario. E’ diventata un simbolo di maternità consape-vole, tanto che TV2000 le ha dedicato due trasmissioni e sovente viene intervistata da altre emittenti. Anna Pollio ha incantato una plateascolastica di circa 1100 alunni del Comprensivo “De Curtis”, grazie alla sensibilità del Dirigente scolastico dott. Olga Iorio che ogni anno èlieta di ospitare gli incontri formativi del nostro club e partecipa con molte classi al concorso scolastico. Il tema “ Prova a raccontare lavita”, è stato affrontato nei suoi molteplici aspetti; ai ragazzi è stato chiesto di esprimersi con sincerità ed il dialogo è stato vivacissimo ericco di spunti di riflessione. Particolarmente commoventi i racconti di alcuni ragazzi che, come un fiume in piena, hanno raccontato storiefamiliari davvero struggenti. Questa esperienza formativa del concorso scolastico è un servizio alla comunità importantissimo: aiutare a crescere con principi cristia-

ni i nostri ragazzi ed indicare il senso della vita non materiale né meccanicistica ma come dono da salvaguardare e difendere dalle insidie diun mondo che sembrerebbe fare a meno di Dio, ma che invece ne ha sete. Un servizio che i laici del serra club rendono alla società civileed alla Chiesa con professionalità, competenza ed amore.

Giovanna Carotenuto

Raccontare la famiglia

Viterbo 433

Siamo vicini al tempo di Quaresima, tempo di revisione di vita, tempo di esaminare i moti interiori del nostro animo per rinvigorirne leenergie e ritrovare familiarità con la Parola di Dio, specialmente quando ci sentiamo smarriti, quando sentiamo di perdere il senso giustodella vita, quando il cuore non è più chiaramente orientato da veri ideali.Oggi la penitenza quaresimale non è più rigorosa come per i Padri del deserto che raggiungevano un’intera libertà interiore praticando

nella giornata solo le penitenze: digiuno completo, flagelli, macerazione, cilicio per quaranta giorni. Oggi la penitenza è intesa come libera-zione dai beni di consumo, come imporsi una disciplina fatta di meditazione, di silenzio, di preghiera rasserenante. Nei quaranta giorni pas-sati nel deserto, Gesù digiunò completamente, superò le insidie del diavolo, meditò sulla missione che il Padre gli aveva affidato inviandolonel mondo e certamente meditò con tristezza sul difficile futuro di morte che lo attendeva. La gioia della Resurrezione era ancora lontana.La liturgia di questo periodo quaresimale ha vari simboli, il più significativo dei quali è certamente l’acqua. Questo elemento è presente

dall’inizio della creazione e lo sarà sino alla fine dei tempi. Dall’acqua nacque la vita primordiale così come nel fonte battesimale lo spirito diDio fa rinascere una vita nuova. Nelle acque del Diluvio Universale furono purificati tutti i peccati dei primi abitanti della terra che si eranoaffrettati a dimenticarsi del Creatore. Il Signore fece quindi un nuovo patto di alleanza con l’umanità, poi, nel tempo, maturarono nuove situa-zioni di dolore e di affievolimento di riconoscenza verso il Creatore. Venne poi la schiavitù in Egitto per lunghissimi anni e finalmente venneanche la liberazione di tutto un popolo attraverso le acque del Mar Rosso che, al volere di Dio, si separarono per lasciar passare il popoloeletto verso la Terra Promessa. Miracolose sono le acque del Battesimo dove l'uomo arriva appena nato già carico del peccato originale ene esce cristiano, liberato da quella opprimente schiavitù.Al pozzo di Giacobbe Gesù dichiara alla Samaritana di poter dare un’acqua viva cha zampilla fino alla vita eterna. Ancora e sempre l’acqua

è elemento e simbolo di salvezza. Dal costato di Cristo in Croce escono sangue ed acqua, sangue simbolo di sacrificio, acqua simbolo e sor-gente di vita. All’avvicinarsi della S. Pasqua le nostre case vengono purificate con l’aspersione dell’acqua benedetta. Nei riti di apertura echiusura degli antichi giubilei si aspergevano le pietre ed i mattoni della Porta Santa ed ancora oggi i penitenzieri bagnano con l’acqua glistipiti e le soglie della Porta Santa all'inizio ed alla fine del periodo giubilare.Nel Medioevo la spontanea devozione popolare dette vita alla Via Crucis, cioè alla rappresentazione memoriale delle varie tappe di Gesù

lungo il cammino verso la Crocifissione. Essa si basava su fonti bibliche e su quanto suggeriva la spiritualità cluniacense e cistercense. Neltempo poi, alle antiche stationes se ne aggiunsero altre via via ad opera dei gesuiti, domenicani, carmelitani e passionisti. Certo la Via Crucisnon stabilisce nessuna "regula fidei” come invece è per la liturgia, ma comunica un'amorosa preghiera e coinvolge il cuore dei devoti nellasofferente e pietosa partecipazione al sacrificio della Croce

Elsa Soletta Vannucci

La Quaresima

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Palermo 543

Una laica nel Serra per le vocazioniIl primo incontro con la prof.ssa Maria Luisa Coppola, presidente nazionale del Serra Italia, è avvenuto nella mattinata del 13 febbraio con alcu-

ni soci ed è nata subito una grande simpatia, un senso di appartenenza, come tra conterranei che si ritrovano, aumentato quando, guidati dalPresidente dott. Barbaccia, siamo entrati nel Duomo di Monreale. Lo stupore nostro e di Maria Luisa aumentava intanto che il Parroco don NicolaGaglioci ci illuminava sui fondamenti teologici di quegli sterminati mosaici che narrano le storie del Vecchio e Nuovo testamento. Una bellezza cheviene dal Dio creatore, il Pantocrator dell’abside centrale, e a Lui ritorna come bellezza costruita dall’uomo faber. In serata, nella chiesa di MariaSS in monte Oliveto, attigua al Seminario, c’è stato l’incontro con i seminaristi ed i Serrani, preceduto dall’ammissione all’ordine di due nuovi soci,segno della vivacità del club. Ad inizio dei lavori, dopo i saluti del presidente Barbaccia e del governatore distrettuale Fiorini, ha preso la parola ildott. Gambardella, già presidente internazionale che, con ampio ed articolato discorso, ha affrontato i problemi del Serra nel mondo, soprattuttonegli Stati dove dirsi cristiani e cattolici costituisce un rischio ed un pericolo. Ma la rete di rapporti con i club di lingua e culture diverse crea unsentimento di amicizia che dà fiducia e ricchezza spirituale. Prosegue la puntualizzazione di essere Serrani nell’intera famiglia mondiale, unita nelconcetto del servire mai dell’essere serviti, pietra miliare dove l’impegno ad operare per il bene dei più deboli deve essere reale e rafforzato dallapreghiera; dove il sostegno dei giovani che intraprendono un cammino di fede e vanno controcorrente deve essere assunto da laici di buona volon-tà. Prende poi la parola la Presidente nazionale che ci parla degli anni di riflessione che l’hanno portata ad accettare la carica cui è stata chiama-ta, un incarico certamente gravoso per la molteplicità degli impegni, ma da accogliere con “pesante leggerezza” perché da lei percepita come donodi Dio che l’interpella e la mette alla prova: pesante per la responsabilità dell’incarico, leggera per la gioia di poter rispondere con spirito sereno,in letizia! Maria Luisa mette se stessa in questa nuova vita, a totale servizio dei seminaristi, tanto che nella sua Diocesi di Aversa la consideranocome una mamma. Lei vive quest’esperienza come bella perché il bello non è solo nell’opera d’arte o in un bel paesaggio, ma anche nello stare congli altri e per gli altri, per realizzare una meta che riempia di senso la vita, come un’artista che nell’opera d’arte realizza se stesso. Questo prog-etto di vita per affermarsi deve trasformarsi in progetto culturale: non bastano i libri, i bei discorsi, è necessario il contatto personale, la presen-za fisica, il calore umano per rispondere adeguatamente alle richieste d’aiuto. Dovere del Serra, in questo momento, è lanciare un ponte in ques-ta direzione, affascinare, scuotere l’indifferenza dei figli di questo secolo, penetrare nei loro cuori, riempire la solitudine di chi, con il cellulare all’orec-chio, resta chiuso nel proprio io. Comunicare è l’imperativo dei nostri tempi. E’ facile dal punto di vista tecnico adeguarsi agli stili di vita comuni: ilSerra ha un portale cui tutti possono attingere, la modernità non ci spaventa e dobbiamo saperla sfruttare. Lunghi e scroscianti applausi. La ser-ata si è conclusa con una conviviale in Seminario.

Maria Anselmo

Altri cinque gioielli !“Dio che ha iniziato in te la sua opera la porti a compimento”. Questa espressione così breve ma ricca di significato riassume in sé tutta la por-

tata del ministero sacerdotale. È una frase semplice, sì; una frase che irrompe nella vita di chi, in punta di piedi e con timore, risponde con tuttoil proprio essere “Eccomi!”. Il vescovo che pronunzia questa frase accoglie il proposito degli ordinandi e invoca sugli stessi la protezione di Dio sulloro cammino. Perché fare questa introduzione? Perché non iniziare direttamente dalla notizia che ci interessa? Ritengo che ogni evento, e soprat-

tutto quelli che interessano la vita ecclesiale, debbano sempreessere inseriti all’interno di una accurata cornice generale. La nos-tra Chiesa di Palermo, da sempre benedetta dal Signore per ilnumero di sacerdoti ordinati ogni anno, esulta di gioia per il donodella grazia sacerdotale che cinque giovani diaconi riceveranno saba-to 14 marzo 2015. Don Dario Chimenti (27 anni), Don Antonino DiCarlo (44 anni), Don Claudio Grasso (34 anni), Don CharlesOnyenemerem (55 anni), Don Fabio Zaffuto (26 anni). Questi sono inomi dei giovani che sabato diventeranno presbiteri, collaboratori delvescovo, servitori e santificatori del popolo, annunciatori della Parolae ministri della carità. Sono giovani che vengono da diverse espe-rienze e diversi cammini, ma accomunati da quella chiamata che ilSignore, in diverse circostanze, ha seminato nei loro cuori. Lapreghiera di ringraziamento che da tempo le comunità, ed in parti-colare quella del Seminario, innalzano al padrone della messe salgaa Dio come incenso e gli sia gradita per la santificazione dei novellisacerdoti. Tra l’emozione e l’attesa, i novelli presbiteri sentirannosicuramente le preghiere che voi, cari fratelli serrani, offrirete per-ché possano diventare sacerdoti secondo il cuore di Dio, secondoquanto ha stabilito Lui, secondo il suo disegno d’amore.

Salvatore Cracolici

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Domenica 1 marzo, nella bella cornice dell’Oasi Francescana di Bari, si è svolta la riunione distrettuale dedicata alla Formazione serrana. L’incontroprevisto dal C.N.I.S. che ha istituito la "Scuola di Formazione Nazionale" per supportare il Serra e quindi i singoli club, ha come obiettivo l’approfon-dimento delle proprie finalità e le modalità di realizzazione delle stesse in questo difficile momento della nostra cultura cattolica. La scelta del Centro di Spiritualità “Oasi Francescana” di Bari, situata accanto alla tangenziale di Bari e, quindi, facilmente raggiungibile sia da nord

che da sud si è mostrata decisamente positiva. I convegnisti si sono trovati in una struttura confortevole, moderna e altamente funzionale, provvistadi ampi spazi verdi che hanno favorito il dialogo e l’incontro nei momenti di pausa. L’inizio con la Celebrazione eucaristica nella cappella, i lavori nellacalda cornice della biblioteca francescana, infine il momento conviviale, sono stati, per chi ha partecipato al corso, motivo di arricchimento soprat-tutto dal punto di vista spirituale. L’iniziativa è stata presentata dal governatore Angelo Pomes che ha ringraziato il Serra International per questa ini-ziativa molto opportuna ed in particolare i due relatori Marco Crovara, coordinatore della Commissione Nazionale per la Formazione Serrana, edEmanuele Costa, Vice Presidente Nazionale - Commissione Programmi, Italia. Un discorso a due voci per presentare il nuovo progetto “Scuola di Formazione Nazionale Serra Italia” voluto dal C.N.I.S. per creare una utile pras-

si di collegamento fra vertice e base capace di proporre idee nuove più vicine ai linguaggi dell’oggi.La ‘Scuola’ propone un Manuale di semplice lettura che consente di entrare nell’universo serrano con umiltà e spirito costruttivo. Vivere con impe-

gno la responsabilità di una missione che coinvolge il laico cattolico nel creare un ambiente sociale ricettivo al messaggio cristiano, questo è uno deiprimi compiti di un socio del Serra. La missione deve essere calata nel tempo; la contemporaneità ci chiama a linguaggi nuovi, ad un ascolto costan-te di situazioni in divenire, alla necessità di offrire proposte e programmi che lascino scoprire la bellezza della nostra fede.“Formazione e conformazione a Cristo. Parola e prassi. Non un’identità virtuale ma una costante testimonianza nei luoghi in cui viviamo”. Marco

Crovara in un intervento molto equilibrato ha ribadito alcuni passaggi essenziali dell’essere serrano. Emanuele Costa ha poi spiegato più nel dettaglioi compiti e i doveri di chi occupa i diversi ruoli di Officer a cominciare dal ruolo particolarmente impegnativo del Presidente. Un ‘primus inter pares’in stretto contatto con chi lo ha preceduto e con chi ha il ruolo di incoming, capace di dar voce in assemblea a tutte le componenti del Consiglio ed

La scuola di formazione serrana approda a BariDistretto 73 Puglia

Per fondare filosoficamente il tema della dignità e della vocazionedella donna, occorre prendere le mosse dalla concezione dell' umanesi-mo integrale” di Jacques Maritain. Integrale, appunto, in quanto com-prensivo delle due dimensioni fondamentali dell'uomo – quella orizzonta-le, legata all'uomo in quanto individuo, e quella verticale, espressionedell'uomo in quanto persona, – le quali, mentre lo legano fortemente e intutti i suoi aspetti, biologico e sociale innanzitutto, alla terra, nel con-tempo lo aprono all'aspirazione all'infinito, al Tutt'altro, a Dio.Passando in seguito alla visione antropologica secondo il piano di Dio,

un Dio dal volto e dagli atteggiamenti “materni” e “paterni,” e introdu-cendo più esplicitamente il discorso sulla donna, è opportuno rivisitare ipassi biblici di Gen 1,27-28 e 2,18-25 allo scopo di riflettere sulle inten-zioni di Dio nel dare la vita all'uomo e alla donna. In questa sua operacreatrice, Dio ha voluto generare due esseri diversi nella loro strutturafisica e psichica, ambedue accomunati, però, dall'aspirazioneall'Assoluto. Diversi ma complementari. Tali da costituire, insieme, un'u-nità capace di generare la vita. Uguali per dignità in quanto ambedueusciti originalmente dalle mani di Dio e pensati per la comunione.Parlare della dignità della donna equivale a rievocare un cammino irto

di ostacoli, di difficoltà, di resistenze. Talora anche di lotte. Ma non soloDio ha conferito dignità alla donna creandola con le sue mani insiemeall'uomo; anche Gesù, nel suo cammino terreno, non ha esitato ad incon-trare le donne per restituirle al loro essere più vero e le ha privilegiaterivelando loro sempre qualcosa di particolare, sicuro di essere da loro-compreso.E, guardando a Maria, la “Donna”, la Vergine Madre di Dante, che –

La donna nella Chiesa: dalla famiglia alla società alla vita consacrataSanremo 377

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ancor più alle esigenze dei soci. Legami erelazioni costanti nel club e all’interno delDistretto sono elementi che consentono dicostruire o ricostruire anche i gruppi piùsfilacciati.Si è anche fatto cenno alla santificazio-

ne del nostro Fondatore Padre JuniperoSerra che avverrà in America nel corso delprossimo anno e alla necessità di promuo-vere un evento nazionale che consentaanche al Serra Italia di festeggiare unavvenimento così ricco di grazie.Molti gli interventi che hanno punteggia-

to le relazioni e che hanno arricchito iltempo dedicato al corso di formazione. Una iniziativa certamente proficua che

non mancherà di dare i suoi frutti neltempo.

Maria Silvestrini

La scuola di formazione serrana approda a Bari

quasi paradossalmente – ma non secondo il Dio a cui niente è impossibile - ha riunito in sé verginità e maternità, le donne di oggi – tutte: sposate,nubili, consacrate - possono ritrovare il senso del loro essere profondo, la loro peculiarità, il loro ruolo.La maternità è sicuramente una delle espressioni più alte della dignità a cui Dio ha chiamato la donna. Le ha dato il dono di generare la vita. L'ha

voluta sua collaboratrice nella creazione. La donna è strutturata per l'accoglienza dell' “altro “ e per il “dono” della vita. Tale sua conformazione laabilita ad un'apertura all'altro che va al di là della maternità biologica. In tal modo, anche la verginità consacrata, scelta per Amore e per il regno,acquista tutto il suo senso. Diventa espressione di un amore “fecondo” in cui la generazione è ad un altro livello, in cui la donna realizza ugualmentee pienamente tutte le sue potenzialità.Emerge, a questo punto, il “genio femminile” di cui parla Papa Giovanni Paolo II. Un “genio” che si esprime nella “cura” dell'altro, nell'accoglienza,

nell'intuizione e nella delicatezza dei rapporti, nella capacità di “generare” la vita nella molteplicità delle sue forme.Un “genio”che trova la sua massima realizzazione nella famiglia dove la donna è chiamata ad essere il centro di un “tessuto” di rapporti che vanno

dalla fedeltà ad ogni costo al proprio sposo alla generazione ed educazione dei figli, dalla cura per le piccole cose all' intuizione nelle grandi scelte.Immagine della Trinità per la trasformazione del rapporto duale sposo/sposa in rapporto triadico con l'apertura al figlio, la famiglia è il luogo in cui ladonna è insostituibile, è il campo della sua santità.Nella società e nella Chiesa la donna, poi, può mettere il suo “genio” a disposizione delle “chiamate” che, sempre per la sua particolare sensibili-

tà ai valori spirituali e culturali, all'arte e a tutto ciò che riguarda la profondità dell'animo umano, la interpellano, per una collaborazione al serviziodella collettività e del Regno, che solo lei può svolgere in pienezza.In particolare, la donna ha grandi possibilità e responsabilità nel campo della promozione del valore della vita, in un tempo in cui “lo sviluppo della

scienza e della tecnica – come si legge nell'Esortazione Apostolica Christifideles laici di Giovanni Paolo II, 51 – non è sempre ispirato e misurato allavera sapienza con l'inevitabile rischio di disumanizzare la vita umana”.E ancora, alla donna è affidato in modo particolare il compito di guidare le nuove generazioni verso traguardi di umanità e solidarietà. Educare l'in-

timo di una persona è compito squisitamente femminile: significa “partorire” incessantemente l'altro, il figlio o chi è affidato alla donna nelle variesituazioni sociali, professionali e ecclesiali, con più sofferenza, forse, della generazione biologica. Perché la donna “vede” anche se – paradossalmente– fosse cieca, come dice Eugenio Montale nella bella poesia:”Ho sceso dandoti il braccio almeno un milione di scale”.

Marilena Trucchi

La donna nella Chiesa: dalla famiglia alla società alla vita consacrata

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L’Aquila 444

Un nutrito gruppo di serrani aquilani, con la Presidente del Club Teresa Gentile e presente la Governatricedel Distretto Paola Poli, si è ritrovato nel cortile del Monastero delle Monache Agostiniane di Clausura di S.Amico, unico edificio religioso aquilano del ‘600, da dove Mauro Gongeduti, Dirigente della Sovraintendenzadelle Belle Arti, ha iniziato a illustrare le meraviglie del luogo e i preziosi reperti venuti alla luce nel corso deirecenti restauri effettuati dopo il sisma del 2009.Dall’atrio del cortile c’è stato l’accesso alla piccola Chiesa ad una sola navata dedicata a S. Amico.

All’interno, oltre ad altre pregevoli opere, è stato possibile ammirare un bellissimo affresco che rappresen-ta la “Madonna della Neve”, attribuito a G. Antonio da Lucoli detto “Il Percossa”, allievo secondo alcuni delPerugino e, secondo altri, del Botticelli. Gli aquilani venerano con molta devozione la Madonna della Neve chefesteggiano solennemente il 5 agosto.Tra le reliquie esistenti nel Monastero, oltre all’urna della Beata Cristina da Lucoli, si conservano, a ricor-

do del Beato Antonio, una tavola da letto, dove è dipinta la sua immagine, il piatto in cui mangiava, la “baston-cella” e alcuni indumenti. La visita ha fatto poi scoprire altri tesori all’interno del Convento, luogo di silenzioe di preghiera, dove vivono soltanto dieci suore in clausura.Il Cappellano del Club aquilano, Don Vito Isacchi, ha poi celebrato la Santa Messa Comunitaria, un momen-

to di fede e serenità che, come sempre, ha accumunato i serrani.

Anna Elisa Petrilli

Al Monastero di Sant’Amico

Asti in formazione

La serata del 26 febbraio dalle 19 in poi è stata una full immersion in quel di Isola Villa: Santa Messa con il Vescovo Mons. Ravinale, il rettore del Seminario Interdiocesano don Carlo Rampone , gli Oblati san Giuseppe Marello

padre Testa e padre Roasio, nonché con il parroco del paese.A seguire conviviale presso La Cascina del Tiglio.Buona partecipazione dei soci e del paese, coro in chiesa splendido, a più voci, bella presenza di giovani chierichetti alla celebrazione.Il Serra club di Asti si è sentito come a casa, ben accolto, tra amici.La partecipazione dei Serrani e dei simpatizzanti è stata notevole: il clima del Serra, la vicinanza con il Vescovo e con don Rampone e il

valido momento formativo a cura del dott. Rosso hanno fatto sì che la serata si possa dire ben riuscita e sentita.Il dott. Giorgio Rosso ( commercialista in Asti e socio del Club) ha parlato di “Finanza Etica”, dei rischi causati da speculazioni azzardate,

del problema del credito da parte degli istituti bancari; è possibile arrivare ad un tipo di finanza più umana, occorre porre l'uomo al centro,senza farsi incantare dai falsi idoli del guadagno facile e speculativo sulla pelle dei più svantaggiati; un intervento pacato e di ottimo livello,molto apprezzato dai presenti. Sempre tra i partecipanti si segnalano le gradite presenze del Governatore Giancarlo Callegaro e del past Governatore dott Mauro

Leporati, e dei Serrani di Acqui Oldrado Poggio e Enzo Bonomo, del Presidente del Torino 345 Gen Rizzolio,Il Club ASTI, come illustrato dal Governatore Giancarlo Callegaro vedrà la sua incorporazione ufficiale il 12 giugno con la solenne ceri-

monia di consegna della Charter alla presenza dei Vertici del Serra dei vari Distretti Italiani e di tutti i club del Piemonte.Prossimo appuntamento del Serra club di Asti sarà per maggio, precisamente venerdì 15 maggio a Mombercelli, grazie al gradito inte-

ressamento del dott. Aresca, serrano della prima ora.Un caloroso ringraziamento ancora al serrano dott. Guido Sodano per la riuscita serata del 26. Al momento il Serra Club, associazione che si propone di affiancare il Seminario e di sensibilizzare sulle vocazioni, prosegue con calore,

partecipazione e amicizia.

Mariarosa Poggio

Incontro del Serra a Isola Villapresente S. Ecc. Ravinale

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Il Sinodo che verràe il Magistero di Francesco

Egregio Direttore, nelle nostre comunità si discute della Relatio Sinodi dei Vescovi rispondendo al que-stionario proposto. Il Papa chiede ai laici di esprimere il loro parere su questioni aperte della Chiesa. Il temascottante è senza dubbio la riammissione ai sacramenti dei divorziati risposati, su cui anche nel Sinodo visono state posizioni discordanti. Nel prossimo anno della Misericordia, crede che saranno riammessi allariconciliazione?

Nicoletta D’Amico

VISITATE IL PORTALE: www.serraclubitalia.it ovvero com

Confesso, e non è un gioco di parole, che a questa domanda non so rispondere. Primo perché non sononella testa del Papa, secondo perché quei giornalisti (e anche qualche prelato) che hanno detto di sape-re cosa il Papa pensa su questo argomento sono stati poi clamorosamente smentiti. Terzo perché il cam-mino sinodale in atto ancora deve concludersi. Quarto perché a me sembra che l’aspettativa creata adarte su questo punto impedisca di vedere una realtà più ampia che è quella della famiglia nel suo com-plesso. Quinto perché sul termine misericordia dobbiamo intenderci. Noi spesso la facciamo passarecome un generico volemose bene, una pacca sulla spalla da parte di Dio che crediamo quasi di fare“fesso” (mi si passi il termine) pensando che tanto lui è buono e che in un certo senso è “condannato”(uso volutamente un lessico spinto per farmi capire meglio) a perdonarci. L’onnipotenza di Dio è la suamisericordia, sì. Ma presuppone il nostro pentimento e il vivo desiderio di cambiare vita. Il che non signi-fica che da quel momento saremo perfetti, ma che faremo di tutto per non cadere di più e che quandocadremo di nuovo non esisteremo a ricorrere nuovamente alla sua misericordia. L’icona da tenere pre-sente è quella di Gesù che all’adultera appena salvata dalla lapidazione dice: “Va e non peccare più”.Egli lo ripete a ciascuno di noi. Ma ci sono situazioni nella vita, e una di queste è quella dei divorziatirisposati che non facciano proposito di vivere come fratello e sorella, in cui è quasi impossibile non pec-care più. Come si vede, il problema non è semplice. Noi aspettiamo che il Papa e i vescovi si pronun-cino. In ogni caso saremo cum Petro et sub Petro.

Caro Direttore, una domanda secca: quanto è emozionante essere al seguito del Papa nei viaggi apo-stolici? E di quelli fatti, quale l’ha coinvolto maggiormente?

Stefano Melandri

Più che essere emozionante (certo, lo è anche) è una grazia. Ho viaggiato con tre Papi (san GiovanniPaolo II, Benedetto XVI e ora Francesco) e sempre ho potuto toccare con mano la loro santità. Diversanelle forme e nel carattere, ma ugualmente avvertibile (e non è esagerato, mi creda dire così di tutti etre, anche se gli ultimi due siano ancora viventi, anzi preghiamo il Signore che ce li conservi ancora alungo). Ricordo le Giornate mondiali della Gioventù, il primo viaggio in Africa di Papa Ratzinger e credoche ricorderò in modo particolare la visita di Francesco a Manila, per la straordinaria partecipazionedella gente e per la capacità del Papa di calarsi in tutte le situazioni.

Lettere al Direttore • Lettere al Direttore

in dialogo

CEI_ilserrano_210x280_exe.pdf 1 24/10/12 10.40ALLA CHIESA CATTOLICAPER LA RIPARTIZIONE DELLE RISORSE: www.8xmille.it

5x1000 alla nostra fondazione

beato junipero serrati chiediamo di confermare la tua firma anche nel 2014 per sovvenire a necessità di seminari e seminaristi

(non dimenticare il codice fiscale della Fondazione qui di seguito riportato)

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