Il Serrano n.122

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Organo dell’Associazione Serra International Italia Rivista trimestrale n.122 Marzo 2011 Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c L. 662/96 - DCB Sicilia 2003 In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Poste eTelecomunicazioni di Palermo C.M.P. detentore del conto per restituire al mittente che s’impegna a pagare la relativa tassa Dalla Pasqua nuovo slancio per le Vocazioni Per sostenere le vocazioni sacerdotali

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IL SERRANO: Organo dell’Associazione Serra International Italia

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Organo dell’Associazione Serra International Italia • Rivista trimestrale • n.122Marzo 2011

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Dalla Pasquanuovo slancioper le Vocazioni

Per sostenere le vocazioni sacerdotali

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PERIODICO TRIMESTRALE N. 121ASSOCIAZIONE SERRA INTERNATIONAL ITALIA

I trimestre - marzo 2011 (XXXV)sommario

In copertina: ffoottoo ddii RRoommaannoo SSiicciilliiaannii

Registrato presso il Tribunale di Palermo n. 1/2005Spedizione Abbonamento Postale Gr. IV

Pubblicità inferiore 50%

Direttore responsabileMimmo MuoloRedazioneRenato VadalàVia Principe di Belmonte, 78 - 90139 PalermoE-mail: [email protected] di DirezioneDonato Viti, Presidente del CNISMaria L. Coppola, V. Presidente del C.N.I.S.Vera Pulvirenti, V. Presidente del C.N.I.S.Dino Rocchi, V. Presidente del C.N.I.S.Mauro Tangerini, V. Presidente del C.N.I.S.Trustee italiani di Serra InternationalRedattori distrettuali(si veda il «Bellringers»)

Hanno inoltre collaborato a questo numero:Enrico Mori Lucio LacerenzaCasimiro Nicolosi Alberto AlfanoLauretta Vignaga Nicola LoboscoLuca Mastrosimone Monica CuzzocreaLino Sabino Sergio BorrelliMichael Cantarella Maria Lo Presti

Norme essenzialiper redattori e collaboratori1. Inviare il materiale per la stampa entro e non

oltre il 31 Maggio 2011.2. Inviare i contributi all’e-mail sotto indicata.3. Inviare foto molto chiare con soggetti inqua-

drati da vicino.I redattori distrettuali, i collaboratori ed i VicePresidenti di Club responsabili delle comunica-zioni sono pregati di attivarsi per l’inoltro dibrevi cronache relative alle attività svolte daiClub e dai Distretti alla Segreteria di redazioneE-mail: [email protected]

StampaLuxograph s.r.l. - Palermotel. fax 091 546543(e-mail: [email protected])

Organo dell’Associazione Serra International Italia • Rivista trimestrale • n.122Marzo 2011

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Dalla Pasquanuovo slancioper le Vocazioni

Per sostenere le vocazioni sacerdotali

Gli articoli pubblicati esprimono il pensierodei rispettivi autori e non rispecchiano neces-sariamente la linea editoriale della testata.La Direzione si riserva di pubblicare in tutto oin parte le foto, gli articoli e i servizi pervenu-ti, secondo le esigenze di spazio. Il materiale,anche se non pubblicato, non sarà restituito.

® 3 Vivere la Pasqua sino in fondodi Luigi Accattoli

editoriale

® 28 Notizie ed iniziativedai club e distretti

® 35 Lettere al Direttorein dialogo

® 26 i seminaristi scrivonovoci dai seminari

® 4 Proporre le Vocazioni nella Chiesa localeMessaggio di Benedetto XVI per la XLVIII GMPV

® 8 Giovanni Paolo II, la santità racchiusa in una parola: Vocazionedi Giuseppe Gabrieli

vita della chiesa

® 10 A colloquio con Marco Tarquinio, Direttore di Avveniredi Mimmo Muolo

le interviste

® 12 Quale vocazione per l’Italia di oggi a 150 anni dall’unità?di Giuseppe Savagnone

® 14 Anche il Serra nel Progetto culturale della Chiesa italianadi Maria Luisa Coppola

cultura

® 16 La Fondazione riparte, il bilancio di Barattadi Viviana Normando

® 18 Il Premio “Penna dello Spirito” a Vittorino Andreoli® 19 Intervista a Mons. Carlo Ciattini

Ufficio Stampa Diocesi S. Miniato® 20 Il portale a sostegno delle Vocazioni® 21 Gerusalemme 2011® 22 Via Discipulorum

di Stefano Rega® 24 8x1000 e 5x1000 due appuntamenti importanti

di Francesco Baratta

vita del serra

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Che cosa può attirare i giovani a Cristo? Il Vangelo innanzitutto e ilcomandamento dell’amore che ne costituisce l’anima: non c’è nulla di piùgiovane sulla terra e non c’è nulla che faccia maggiore presa sul cuore del-l’uomo. Chi ha inteso davvero per una volta una parola di Gesù – “lo videe ne ebbe compassione”, “amate i vostri nemici”, “rimanete nel mio amore”– non la dimentica più nella vita.

Ma dovrà trattarsi del Vangelo proposto nella sua radicalità e non di unqualche suo adattamento. E predicato da persone che su di esso hanno gio-cato la vita. La parola del Vangelo dovrà dunque essere detta nella sua inte-rezza e accompagnata da fatti di Vangelo: cioè da storie di vite convertite. IlVangelo seduce solo quando risuona dalla bocca di chi ne è stato sedotto.

La beatificazione di Giovanni Paolo II, che si è speso fino all’ultimo fiatoper la predicazione del Vangelo, è una straordinaria occasione per fareappello ai giovani. È dalla sua viva eredità di apostolo che Papa Benedettoha preso il motto “non abbiate paura” che una volta ha applicato alla dif-ficoltà delle scelte vocazionali che paiono essersi fatte più ardue oggi cheil mondo propone a profusione miraggi di felicità e ogni tipo di scorciatoiaper raggiungerli: “Non abbiate paura di scegliere l’amore come la regolasuprema della vita. Non abbiate paura di amare Cristo nel sacerdozio e,se nel cuore avvertite la chiamata del Signore, seguitelo in questa straordi-naria avventura di amore, abbandonandovi con fiducia a Lui!” (BenedettoXVI ai giovani di Roma, 15 giugno 2010).

La Giornata mondiale della Gioventù che si farà in agosto a Madrid e ilCongresso Eucaristico nazionale che avremo ad Ancona in settembre sonoottime occasioni per l’appello vocazionale ai nostri figli. Occasioni nellequali invocare e trovare il coraggio di parlare con i giovani perché si chie-dano “se possono pensare che Dio li chiami”, come ha detto una voltaBenedetto XVI, “perché spesso una parola umana è necessaria per aprireall’ascolto della vocazione divina” (veglia con diecimila presbiteri e religiosiin piazza San Pietro a conclusione dell’Anno sacerdotale, 10 giugno 2010).

Parlare con i giovani e pregare il Signore che parli a loro. “Dobbiamoscuotere il cuore di Dio perché scuota il cuore dei giovani” aveva detto ilnostro Papa nel settembre del 2006 ai sacerdoti della diocesi di Frisinga dicui fu vescovo insieme a quella di Monaco. Ero in quella cattedrale comeinviato del Corriere della Sera ad ascoltare quel saluto improvvisato e inter-rogavo i colleghi tedeschi sulla traduzione del verbo “rütteln” usato dal Papaper dire “scuotere”: mi spiegavono che quella parola indicava l’atto di chisi appoggia con le due mani a un albero e lo muove per farne cadere i frut-ti. È così che dovremo pregare per le vocazioni in questi giorni di Pasqua,in occasione della beatificazione del Papa polacco e con il Papa tedesconelle giornate di Madrid e di Ancona.

editoriale

Vivere la Pasqua sino in fondo

What can attract our young people to Christ? The Gospel first and foremost and the commandment of love which makesup its essence: there is nothing younger on earth nor is there anything which takes a greater hold on man’s heart. He who atone time truly understands the word of Jesus – “he saw him and had compassion”, “love your enemies”, “remain in my love”– will never again forget it.

as follows in page 7

Living Easter fully

Luigi Accattoli

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vita della chiesa

Proporre le vocazioninella Chiesa locale

Cari fratelli e sorelle!La XLVIII Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che sarà celebrata il 15

maggio 2011, quarta Domenica di Pasqua, ci invita a riflettere sul tema: “Proporre levocazioni nella Chiesa locale”. Settant’anni fa, il Venerabile Pio XII istituì la PontifìciaOpera per le Vocazioni Sacerdotali. In seguito, opere simili sono state fondate daiVescovi in molte diocesi, animate da sacerdoti e da laici, in risposta all’invito del BuonPastore, il quale, “vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfi-nite come pecore che non hanno pastore”, e disse: “La messe è abbondante, ma sonopochi gli operai. Pregate, dunque, il Signore della messe perché mandi operai nella suamesse!” (Mt 9,36-38).

L’arte di promuovere e di curare le vocazioni trova un luminoso punto di riferimentonelle pagine del Vangelo in cui Gesù chiama i suoi discepoli a seguirlo e li educa conamore e premura. Oggetto particolare della nostra attenzione è il modo in cui Gesù hachiamato i suoi più stretti collaboratori ad annunciare il Regno di Dio (cfr Lc 10,9).Innanzitutto, appare chiaro che il primo atto è stata la preghiera per loro: prima di chia-marli, Gesù passò la notte da solo, in orazione ed in ascolto della volontà del Padre(cfr Lc 6,12), in un’ascesa inferiore al di sopra delle cose di tutti i giorni. La vocazionedei discepoli nasce proprio nel colloquio intimo di Gesù con il Padre. Le vocazioni alministero sacerdotale e alla vita consacrata sono primariamente frutto di un costante con-tatto con il Dio vivente e di un’insistente preghiera che si eleva al “Padrone della messe”sia nelle comunità parrocchiali, sia nelle famiglie cristiane, sia nei cenacoli vocaziona-li.

Il Signore, all’inizio della sua vita pubblica, ha chiamato alcuni pescatori, intenti alavorare sulle rive del lago di Galilea: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”(Mt 4,19). Ha mostrato loro la sua missione messianica con numerosi “segni” che indi-cavano il suo amore per gli uomini e il dono della misericordia del Padre; li ha educa-ti con la parola e con la vita affinché fossero pronti ad essere continuatori della suaopera di salvezza; infine, “sapendo che era venuta la sua ora di passare da questomondo al Padre” (Gv 13,1), ha affidato loro il memoriale della sua morte e risurrezio-ne, e prima di essere elevato al Cielo li ha inviati in tutto il mondo con il comando:“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19).

È una proposta, impegnativa ed esaltante, quella che Gesù fa a coloro a cui dice“Seguimi!”: li invita ad entrare nella sua amicizia, ad ascoltare da vicino la sua Parolae a vivere con Lui; insegna loro la dedizione totale a Dio e alla diffusione del suo Regnosecondo la legge del Vangelo: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rima-ne solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24); li invita ad uscire dalla loro

Messaggio del Santo Padre per la XLVIII Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni(il testo in 5 lingue è riportato nel sito www.serraclubitalia.com)

You can read the message of Holy Father on the link www.serraclubitalia.com

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vita della chiesa

volontà chiusa, dalla loro idea di autorealizzazione, per immergersi in un’altra volontà,quella di Dio e lasciarsi guidare da essa; fa vivere loro una fraternità, che nasce daquesta disponibilità totale a Dio (cfr Mt 12,49-50), e che diventa il tratto distintivo dellacomunità di Gesù: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amoregli uni per gli altri” (Gv 13,35).

Anche oggi, la sequela di Cristo è impegnativa; vuol dire imparare a tenere lo sguar-do su Gesù, a conoscerlo intimamente, ad ascoltarlo nella Parola e a incontrarlo neiSacramenti; vuol dire imparare a conformare la propria volontà alla Sua. Si tratta di unavera e propria scuola di formazione per quanti si preparano al ministero sacerdotale edalla vita consacrata, sotto la guida delle competenti autorità ecclesiali. Il Signore nonmanca di chiamare, in tutte le stagioni della vita, a condividere la sua missione e a ser-vire la Chiesa nel ministero ordinato e nella vita consacrata, e la Chiesa “è chiamata acustodire questo dono, a stimarlo e ad amarlo: essa è responsabile della nascita e dellamaturazione delle vocazioni sacerdotali” (GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. postsinodalePastores dabo vobis, 41). Specialmente in questo nostro tempo in cui la voce delSignore sembra soffocata da “altre voci” e la proposta di seguirlo donando la propriavita può apparire troppo difficile, ogni comunità cristiana, ogni fedele, dovrebbe assu-mere con consapevolezza l’impegno di promuovere le vocazioni. È importante inco-raggiare e sostenere coloro che mostrano chiari segni della chiamata alla vita sacer-dotale e alla consacrazione religiosa, perché sentano il calore dell’intera comunità neldire il loro “sì” a Dio e alla Chiesa. Iostesso li incoraggio come ho fatto concoloro che si sono decisi ad entrare inSeminario e ai quali ho scritto: “Avetefatto bene a farlo. Perché gli uominiavranno sempre bisogno di Dio, anchenell’epoca del dominio tecnico delmondo e della globalizzazione: del Dioche ci si è mostrato in Gesù Cristo e checi raduna nella Chiesa universale, perimparare con Lui e per mezzo di Lui lavera vita e per tenere presenti e rendereefficaci i criteri della vera umanità”(Lettera ai Seminaristi, 18 ottobre 2010).

Occorre che ogni Chiesa locale sirenda sempre più sensibile e attenta allapastorale vocazionale, educando ai varilivelli, familiare, parrocchiale, associati-vo, soprattutto i ragazzi, le ragazze e igiovani - come Gesù fece con i discepoli – a maturare una genuina e affettuosa amici-zia con il Signore, coltivata nella preghiera personale e liturgica; ad imparare l’ascoltoattento e fruttuoso della Parola di Dio, mediante una crescente familiarità con le SacreScritture; a comprendere che entrare nella volontà di Dio non annienta e non distruggela persona, ma permette di scoprire e seguire la verità più profonda su se stessi; a vive-re la gratuità e la fraternità nei rapporti con gli altri, perché è solo aprendosi all’amoredi Dio che si trova la vera gioia e la piena realizzazione delle proprie aspirazioni.“Proporre le vocazioni nella Chiesa locale”, significa avere il coraggio di indicare, attra-verso una pastorale vocazionale attenta e adeguata, questa via impegnativa dellasequela di Cristo, che, in quanto ricca di senso, è capace di coinvolgere tutta la vita.

Mi rivolgo particolarmente a voi, cari Confratelli nell’Episcopato. Per dare continuitàe diffusione alla vostra missione di salvezza in Cristo, è importante “incrementare il piùche sia possibile le vocazioni sacerdotali e religiose, e in modo particolare quelle mis-sionarie” (Decr. Christus Dominus, 15). Il Signore ha bisogno della vostra collaborazio-

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ne perché le sue chiamate possano raggiungere i cuori di chi ha scelto. Abbiate curanella scelta degli operatori per il Centro Diocesano Vocazioni, strumento prezioso dipromozione e organizzazione della pastorale vocazionale e della preghiera che lasostiene e ne garantisce l’efficacia. Vorrei anche ricordarvi, cari Confratelli Vescovi, lasollecitudine della Chiesa universale per un’equa distribuzione dei sacerdoti nel mondo.La vostra disponibilità verso diocesi con scarsità di vocazioni, diventa una benedizionedi Dio per le vostre comunità ed è per i fedeli la testimonianza di un servizio sacerdo-tale che si apre generosamente alle necessità dell’intera Chiesa.

Il Concilio Vaticano II ha ricordato esplicitamente che “il dovere di dare incrementoalle vocazioni sacerdotali spetta a tutta la comunità cristiana, che è tenuta ad assolverequesto compito anzitutto con una vita perfettamente cristiana” (Decr. Optatam totius, 2).Desidero indirizzare quindi un fraterno e speciale saluto ed incoraggiamento a quanti col-laborano in vario modo nelle parrocchie con i sacerdoti. In particolare, mi rivolgo a colo-ro che possono offrire il proprio contributo alla pastorale delle vocazioni: i sacerdoti, lefamiglie, i catechisti, gli animatori. Ai sacerdoti raccomando di essere capaci di dareuna testimonianza di comunione con il Vescovo e con gli altri confratelli, per garantirel’humus vitale ai nuovi germogli di vocazioni sacerdotali. Le famiglie siano “animate daspirito di fede, di carità e di pietà” (ibid.), capaci di aiutare i figli e le fìglie ad acco-gliere con generosità la chiamata al sacerdozio ed alla vita consacrata. I catechisti e glianimatori delle associazioni cattoliche e dei movimenti ecclesiali, convinti della loro mis-sione educativa, cerchino “di coltivare gli adolescenti a loro affidati in maniera di esse-re in grado di scoprire la vocazione divina e di seguirla di buon grado” (ibid.).

Cari fratelli e sorelle, il vostro impegno nella promozione e nella cura delle vocazio-ni acquista pienezza di senso e di efficacia pastorale quando si realizza nell’unità dellaChiesa ed è indirizzato al servizio della comunione. È per questo che ogni momentodella vita della comunità ecclesiale - la catechesi, gli incontri di formazione, la preghieraliturgica, i pellegrinaggi ai santuari - è una preziosa opportunità per suscitare nel Popolodi Dio, in particolare nei più piccoli e nei giovani, il senso di appartenenza alla Chiesae la responsabilità della risposta alla chiamata al sacerdozio ed alla vita consacrata,compiuta con libera e consapevole scelta.

La capacità di coltivare le vocazioni è segno caratteristico della vitalità di una Chiesalocale. Invochiamo con fiducia ed insistenza l’aiuto della Vergine Maria, perché, conl’esempio della sua accoglienza del piano divino della salvezza e con la sua efficaceintercessione, si possa diffondere all’interno di ogni comunità la disponibilità a dire “sì”al Signore, che chiama sempre nuovi operai per la sua messe. Con questo auspicio,imparto di cuore a tutti la mia Apostolica Benedizione.

Dal Vaticano, 15 novembre 2010

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vita della chiesa

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vita della chiesa

But the Gospel must be approached at its most radical meaningand not through one of its adaptations.And preached by people whose liveshave depended on it. The word of the

Gospel will therefore have to be spokenin its entirety and accompanied byGospel facts: that is, stories of lives thathave been converted. The Gospel capti-

vates only when it resounds from the mouthof someone who has been captivated by it.

The beatification of John Paul II, whogave of himself until his last breath to preach-ing the Gospel, is an extraordinary opportu-nity to reach out to our youth. It is from his liv-ing heritage as an apostle that Pope Benedictcame by the moto“be not afraid”, which heapplied to the challenges of vocationalchoices as they appear to be facing evengreater challenges today from a world thatproffers visions of happiness and all sorts of

shortcuts to get there: “Be not afraid tochoose love as the supreme rule inlife. Be not afraid to love Christ in thepriesthood and, if in your hearts youfeel the calling of the Lord, to follow

him in this extraordinary adventure of love, aban-doning yourselves with faith in Him!” (BededictXVI to the youth of Rome, June 15, 2010).

World Youth Day, which takes place inMadrid in August, and the national Eucharistic Congress, which we willhave in Ancona in September, are excellent opportunities for a voca-tional call to our children. Opportunities in which to invoke and find thecourage to talk with our youth so that they may ask themselves “if theythink that God is calling them”, as Benedict XVI once said, “becauseoften a human word is necessary to take notice of the divine vocation”(vigil with ten thousand priests and consecrated religious in Saint Peter’ssquare at the conclusion of the Annus Sacerdotalis, June 10, 2010).

Speaking with the youth and praying to the Lord that He mayspeak to them. “We have to shake the heart of God that he may shakethe heart of the youth, “ said our Pope in September of 2006 address-ing the priests in the diocese of Freising, where he had once beenArchbishop. I was in that cathedral as a guest of the Corriere della Serawhen I heard his improvised greeting, and I questioned my German col-leagues about the translation of the verb “rütteln” which the Pope hadused to mean “to shake”: they explained that that word meant the actof placing both one’s hands on a tree and moving it back and forth tomake the fruit fall down. This is how we should pray for vocations inthese days of Easter, in honor of the beatification of the Polish Pope andwith the German Pope during the days of Madrid and Ancona.

LLuuiiggii AAccccaattttoollii

as follows from page 3

Living Easter fullyPasqua è “passaggio”.Gli ebrei fanno memoria del“passaggio“ del Mar Rosso,dalla schiavitù d’Egitto alla terrapromessa attraverso la sosta neldeserto.I cristiani celebrano il “passaggio“di Cristo dalla morte alla vita, unavita nuova e completamente trasfigu-rata.Oggi non ci si meraviglia più di questo “passag-gio” di Dio che ha percorso tutte le tappe dell’e-sistenza terrena a partire dal grembo di unadonna fino alla conclusione con una morte infa-mante.Ma era pur sempre Dio, il datore della Vita! È vero, oggi manca il senso della meraviglia! Inmolti amiamo il Suo regno celeste ma in pochipronti a spartire con Lui il supplizio della Croce! Infatti accettare la Croce è accettare senza ribel-larsi il progetto di Dio, accettare le ingiustiziedel mondo, le sopraffazioni, accettare la malat-tia, la morte dei nostri cari, rinunciare a quantodi seducente ci mostra il mondo.Come è difficile accettare quella Croce comequalcosa a noi destinata; è più facile dire diamare la Croce, di portarla al collo, o metterlaaccanto al capezzale; e frattanto Lui resta, ancheoggi, vergognosamente su quella Croce da solo!Fermiamoci a riflettere: prendiamo atto dellanecessità anche per noi di vivere un “passaggioulteriore”, dalla sfiducia alla speranza, che civiene dal “passaggio” di Cristo, motivo di sal-vezza per tutti noi, e sostenuti dalla Sua forza,operare nella comunità cristiana e nella società.Rilanciamo, rimeditiamo la nostra vocazione ser-rana che passa necessariamente per la nostrapersonale vocazione a servire, da ottenere contutti gli amici serrani. Ricarichiamo la nostra fede, la nostra testimo-nianza, anche nel dolore, di conversione continuacon la preghiera assidua e costante come ci hacomandato il Risorto ed in particolare in questonostro breve “passaggio“ “aiutiamoci a ricono-scere e rispondere, ciascuno nella propria vita,alla chiamata di Dio alla santità in Gesù Cristoper mezzo dello Spirito Santo“.È con questi sentimenti che formulo a tutti gliAmici, serrani e non, l’augurio di una SantaPasqua di “passaggio”!

Dino Viti

Gli auguridel PresidenteDino Viti

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sua vita come una vocazione. Dio l’ha chiamato e luiha sempre risposto. Ricordate l’omelia dell’allora car-dinale Ratzinger il giorno dei suoi funerali?<”Seguimi”, disse il Signore risorto a Pietro. E quellafu l’ultima sua parola a questo discepolo, scelto perpascere le sue pecore. “Seguimi”, ha ripetuto Cristotante volte anche a un uomo chiamato Karol Wojtyla,sempre ottenendone un sì senza condizioni.“Seguimi”. Così questa sua parola lapidaria è diven-tata la chiave per comprendere il segreto della vita diGiovanni Paolo II”.

Karol Wojtyla, dunque, ha sempre considerato lasua vita una vocazione, sia per quanto riguarda gliaspetti belli, sia per la sofferenza che l’ha segnataa più riprese e fino alla fine. Alcuni esempi provanoquesto sentimento costante. In una poesia giovanile,Karol Wojtyla scriveva: <Ecco io sono la terra deicampi, sono un maggese assolato, ecco io sono ungiovane crinale roccioso dei Tatra. Benedico la Tuasemina a levante e ponente. Signore, semina gene-rosamente la tua terra, che diventi un campo disegale, un folto di abeti, la mia giovinezza sospin-ta dalla nostalgia, dalla vita>. È la testimonianza inversi di una chiamata di Dio (la semina nel suocuore) alla quale egli intende rispondere facendomaturare in sé, nella sua stessa vita, i frutti voluti dalSignore.

Si capisce qui anche qual è la radice del suo fasci-no sui giovani. Fascino mai venuto meno, anche quan-do i guai fisici avevano fiaccato l’ex <atleta di Dio>,come venne denominato per la propria prestanza fisi-ca nei primi anni di Pontificato. Giovanni Paolo IIaveva sperimentato su di sé che la vita è vocazionel’aveva insegnato ai giovani. <Che cosa siete venutia cercare? – disse durante la Gmg di Roma 2000 –O meglio, chi siete venuti a cercare? La risposta nonpuò essere che una sola: siete venuti a cercare Gesù

La ormai imminente beatificazione di GiovanniPaolo II (1° maggio in Piazza San Pietro) non è certouna sorpresa per i fedeli di tutto il mondo. Non lo èper la notizia in sé, né tanto meno per il tempo recordin cui è giunta. Basti pensare al grido che si levò ilgiorno dei suoi funerali, in quella stessa piazza che traqualche settimana vedrà la sua iscrizione del grandelibro d’oro della Chiesa. <Santo subito>, gridava lafolla. E non solo sull’onda emotiva di un <pio transito>che certo aveva colpito anche i cuori meno avvezzialla commozione. Ma proprio in forza di una vita chein ogni suo aspetto era apparsa sempre e completa-mente immersa nell’alone della santità.

Perché Giovanni Paolo II, prima e dopo esserediventato Papa, faceva questo effetto a chi lo incon-trava? Qual era il “segreto” della sua totale adesionea Dio? Si potrebbe rispondere con dotte analisi delPontificato e dei suoi innumerevoli gesti profetici, sipotrebbero raccontare mille aneddoti di una esistenzacostantemente segnata dalla profonda condivisionedel mistero di Cristo, si potrebbero cioè spenderemolte parole, ma una sola è la chiave che ha fattoscattare in tutti l’immediata percezione del suo esseresanto. E si tratta di quella stessa parola che è cara adogni Serrano: vocazione. Il “segreto” di GiovanniPaolo II sta proprio nell’aver sempre considerato la

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vita della chiesa

Giovanni Paolo IIla santità racchiusa in una parola:

VOCAZIONEGiuseppe Gabrieli

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Giovanni Paolo IIla santità racchiusa in una parola:

VOCAZIONE

per l’ennesima volta aveva fatto esperienza. <Hocapito che devo introdurre la Chiesa di Cristo in que-sto Terzo Millennio con la preghiera, con diverse ini-ziative, ma ho visto che non basta: bisognava intro-durla con la sofferenza, con l’attentato di tanti anni fae con questo nuovo sacrificio. Perché adesso, perchéin questo Anno della Famiglia (si era nel 1994, ndr)?Appunto perché la famiglia è minacciata e aggredita.Deve essere aggredito il Papa, deve soffrire il Papa,perché ogni famiglia e il mondo vedano che c’è unVangelo, direi, superiore: il Vangelo della sofferenza,con cui si deve preparare il futuro, il terzo millenniodelle famiglie, di ogni famiglia e di tutte le famiglie>.

Vocazione, dunque, anche alla sofferenza, secon-do il volere di Dio, è la parola chiave per compren-dere l’esempio e la santità di Giovanni Paolo II. Così,per usare ancora le espressioni del suo successore, laparola “seguimi” oggi il nuovo Beato la ripete a ogniserrano. E noi che lo abbiamo seguito, ascoltato,amato, possiamo finalmente comprendere che in real-tà stavamo seguendo il Signore.

Cristo! Gesù Cristo che però, per primo, viene a cer-care voi>.

Lui, il Papa, sentiva di essere cercato da Cristoogni giorno della sua vita. Anche nella sofferenza.Tornato da uno dei suoi ricoveri al Policlinico“Gemelli”, così si spiegava il senso del dolore di cui

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vita della chiesa

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Direttore, nei mesi scorsi più volte i vescovi italiani non hanno nascosto la loropreoccupazione per le sorti dell’Italia. Lei come vede la situazione del Paese?

Anch’io sono certamente preoccupato. Per due motivi. Per una crisi economica cheforse si affievolisce, ma certo non passa; e per una crisi della politica che va aumen-tando di intensità e che rischia sempre più di farsi crisi delle Istituzioni. L’ennesimo scon-tro tra esponenti politici di primo piano, a cominciare dal Presidente del Consiglio, euna parte della magistratura che lo stesso premier ha posto sotto indagine, ne è la con-ferma. I motivi di questo braccio di ferro, che ha riportato in primo piano l’esigenza del-l’esemplarità di chi ricopre cariche pubbliche e della inattaccabilità di chi esercita fun-zioni di giustizia, lo sottolineano in maniera purtroppo sconvolgente.

Ci sono secondo Lei segnali di speranza?Tutto questo sta suscitando nell’opinione pubblica reazioni anche esacerbate, ma a

me preme cogliere e sottolineare in positivo quelle di chi si rende conto delle necessitàdi aprire una “fase nuova” e di ripensare con intelligenza la qualità e i modi della pre-senza dei cattolici più impegnati nella politica. Gli appelli del Papa e dei nostri vesco-vi in questo senso mi sembra che siano risuonati in modo davvero provvidenziale.

Molti guardano alla Chiesa e c’è anche chi vorrebbe una più decisa presa di posi-zione in merito alla questione morale. Qual è il suo parere?

Io so che nelle situazioni di difficoltà viene naturale rivolgersi a chi sentiamo chepossa dire parole sagge e indicare vie d’uscita praticabili. Non mi stupisce di certo chetanti italiani in questa fase guardino a Santa Madre Chiesa. Non mi sorprende nean-

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le interviste

A colloquio conMarco TarquinioDirettore di Avvenire

Inizia con questo numero una nuova rubrica de Il Serrano: “le interviste”. Interverranno personalità dellaChiesa, della società e della cultura, nel tentativo di offrire ai lettori della nostra rivista uno spaccato delle pro-blematiche più dibattute del momento, anche al fine di contribuire alla formazione di una opinione pubblica infor-mata e consapevole. Per questo si è pensato che iniziare con il Direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, fosse lascelta più opportuna, non solo per il valore della persona e del professionista, che tutti possono apprezzare leg-gendo il Quotidiano cattolico nazionale, ma anche in considerazione dell’osservatorio privilegiato del quale lostesso Tarquinio può disporre. Le domande e le risposte che seguono sono la conferma della bontà della scelta.

di Mimmo Muolo

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che che alcuni ambiscano a strumentalizzarne il magistero. Questi ultimi si illudono. LaChiesa sta con la gente, non con una fazione. Per questo può parlare con libertà e concarità e i suoi richiami e le sue preoccupazioni non possono essere mai piegati al giocodelle autoassoluzioni interessate e dei moralismi d’occasione.

Qualcuno sostiene che l’Italia abbia smarrito la sua vocazione. A suo avviso checosa manca all’Italia, oggi?

Ci sono tante forze positive nella nostra società, spesso compresse e mortificate da chiconfonde la dimensione pubblica e comunitaria con quella statale. Abbiamo bisogno diuno Stato che riconosca e rispetti il ruolo delle forze sociali e che ne valorizzi l’apportoalla costruzione del bene comune. Parlo di quella sussidiarietà che un tempo era difficileanche solo da capire e che oggi è, grazie a Dio, meglio compresa da tanti. Vedo poi tregrandi sfide. La prima è quella di riuscire a traghettare nel tempo nuovo della globalizza-zione il cuore essenziale del patrimonio di conquiste dei lavoratori, creando le condizioniuna consapevole alleanza tra imprenditori e lavoratori stessi. La seconda è quella di ripen-sare e in qualche modo rifondare il nostro sistema di welfare con una piena valutazione evalorizzazione del ruolo della famiglia costituzionalmente definita e all’insegna di unapresa in carico finalmente seria della grande questione giovanile. C’è un mondo di pre-cari e di esclusi che non può continuare ad essere ignorato. La terza sfida è quella di ricer-care condizioni di vicinanza tra il Palazzo e il Paese reale. E il primo sforzo in questa dire-zione, a mio giudizio – lo scrivo da tempo – richiede una radicale modifica dell’attualesistema elettorale che restituisca ai cittadini elettori la possibilità di indicare gli eletti

Il Serrano è, come Lei sa, la rivista del Serra Club, cioè di una associazione nataper stare vicina ai seminaristi e ai sacerdoti. In questo tempo così confuso qualeruolo possono svolgere coloro che si sono consacrati interamente al Signore?

In Italia i sacerdoti contano sempre moltissimo perché, per fortuna, la gente conosce ipropri preti. C’è un dato che su Avvenire abbiamo sottolineato all’inizio dell’estate 2010e che mi colpì molto. Nel pieno dello “scandalo pedofilia”, presentato da certi mass mediaquasi come una questione esclusivamente interna alla Chiesa Cattolica, le iscrizioni alleattività degli oratori e dei campi estivi organizzati dalle parrocchie hanno avuto un vero eproprio boom. La capacità di reazione del Papa e della Chiesa tutta allo scandalo è stataforte e per certi versi impressionante. Il resto lo ha fatto e lo fa l’opera che ogni giorno inostri sacerdoti svolgono tra la gente, spezzando per noi il Pane e la loro vita.

Avvenire è il capofila della galassia dell’informazione cattolica. Che cosa si puòfare perché anche nel mondo mediatico la voce dei cattolici conti di più?

Io so che si può far sempre meglio. Ma so soprattutto che nessuno basta a se stes-so, neanche un giornale come Avvenire, con il suo timbro originale con il suo sguardomai banale sulla realtà dell’Italia e del mondo, con la sua deliberata attenzione alla“foresta che cresce”, cioè a quella parte luminosa della cronaca che gli altri mass mediatroppo spesso snobbano. Io credo che abbiamo soprattutto bisogno di amici, o megliodi essere letti, accompagnati e proposti con amicizia da chi ha imparato a conoscerci.

marzo 2011 11

Marco Tarquinio è umbro, di Assisi. Ha 52 anni e da ventisei scrive di politica interna e interna-zionale. Dopo una brevissima esperienza da docente, ha iniziato la carriera giornalistica nella suaregione collaborando con il settimanale “La Voce” – che nel 1983 contribuì a rifondare – e comeredattore del “Corriere dell’Umbria”, giornale dove è diventato professionista. È stato notista ecapo del servizio politico del “Tempo” e, prima ancora, della catena di quotidiani locali “LaGazzetta”. Ad “Avvenire” ha guidato il Desk centrale di Milano (1994-1996) e la Redazioneromana (1997-2007) per poi essere chiamato alla vicedirezione. È al timone di “Avvenire” dal 3settembre 2009, prima come vicedirettore responsabile e quindi – dal 24 novembre di quello stes-so anno – come ottavo direttore nella storia del quotidiano nazionale d’ispirazione cattolica.

le interviste

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Quale vocazione per l’Italiadi oggi a 150 anni

dall’unità?

GGiiuusseeppppee SSaavvaaggnnoonnee

Forse la prima domanda da porsi è se l’Italia abbia una vocazione. Lo pensavano,nel Risorgimento, uomini come Mazzini e Gioberti. Ma, per avere una vocazione, biso-gna avere un’identità. Il nostro Paese ce l’ha?

La domanda si può porre a diversi livelli. Ce n’è uno politico su cui essa non con-sente una risposta pienamente positiva. Alfredo Oriani, evidenziando la dialetticarisorgimentale tra il popolo, su cui faceva leva il movimento democratico rivoluzio-nario guidato da Mazzini, e l’autorità istituzionale, rappresentata dalla monarchiasabauda e dal Cavour, osservava che, mentre la Francia moderna aveva avuto la suaorigine, con la Rivoluzione del 1789, dal primo, e la Germania, grazie allo Statoprussiano, dalla seconda, l’Italia unita era figlia dell’impotenza di entrambi: delloStato piemontese, di unificare il Paese senza l’apporto dei mazziniani e dei motipopolari; del popolo e dei democratici, di fare a meno dell’intervento dell’esercitopiemontese.

In effetti, la mancata egemonia di una delle due forze – quella statale e quella popo-lare - ha determinato, in Italia, il perdurare della loro contrapposizione e la conseguenteincapacità, da parte di ciascuno di esse, di interagire correttamente con l’altra, inte-grandone e sanandone le fragilità.

Da qui uno scollamento tra Paese reale e Paese legale, tra istituzione statale esocietà civile, per cui si accentuava di molto, da noi, il limite insito nell’idea stessa di“sovranità” dello Stato (intesa letteralmente come uno “star sopra” la reale comunitàdei cittadini), che anche altrove, nell’età moderna, ha portato a concepire la dimen-sione politica come qualcosa di separato dalla vita delle persone. Si deve all’esa-sperazione di questa logica, anche per la mancata partecipazione delle masse popo-lari al processo unitario e la ristrettezza della classe dirigente che l’aveva promossoe se ne faceva garante – all’indomani dell’unità avevano il diritto di voto solo il 2%degli adulti di sesso maschile -, se, in Italia ancor più che in altre nazioni, da un latola politica ha spesso misconosciuto le effettive esigenze degli uomini e delle donnein carne ed ossa, dall’altro la società civile si è sviluppata all’insegna del primato del-l’economia e degli interessi particolaristici di individui e di gruppi, al di fuori di ognilogica di bene comune.

Da qui una linea di accentramento statalistico che, non potendo contare sullo spirito

Cultura

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civico della popolazione, invece di farlo sviluppare con un’adeguata politica sociale siè sforzato di surrogarlo con un “ministerialismo” esasperato, che faceva venire dall’altoanche le più piccole decisioni. Si è avuto così un “pubblico” rigorosamente statalizza-to e un civile privatizzato.

Questa origine problematica ha pesato su tutto il corso della nostra storia suc-cessiva, fino ai nostri giorni. Nemmeno l’avvento della democrazia, nell’orizzontedelineato da una delle Costituzioni più avanzate del mondo occidentale, ha del tuttodissipato le ambiguità. Basti pensare – per fare solo un esempio - all’identificazio-ne tra “pubblico” e “statale” (clamorosa la confusione nel caso della scuola parita-ria, ostinatamente identificata con quella “privata” perché non statale) e di quellacorrispondente tra “non statale” e “privato” (anche qui, è rivelatore ciò che accadenel campo scolastico, dove il non essere statali si traduce per molti istituti nel ridur-si a diplomifici).

Si comprende, alla luce di queste premesse, la tendenza a delegare alla casta deipolitici di professione (lo Stato), la gestione esclusiva della cosa pubblica, chiedendolespesso in cambio non una giusta linea politica, ma favori e privilegi clientelari.

A controbilanciare queste spinte negative c’è stata, fortunatamente, una più pro-fonda unità culturale, legata in larga misura alla comune tradizione cattolica. A que-sto livello, la risposta alla domanda sull’esistenza o meno di una identità, e quindidi una vocazione, del nostro Paese potrebbe avere una risposta più positiva rispet-to a quella strettamente politico. Non c’è dubbio che l’italianità abbia comportato,in questo secolo e mezzo, un patrimonio di valori largamente condivisi che ha influi-to anche sulla sfera politica. Si accennava alla nostra Costituzione, la cui ricchezzaè nata dalla convergenza fra tradizioni ideologiche diverse e in quel momento sto-rico fortemente contrapposte, com’erano quella liberale, quella cattolica e quellamarxista. Solo il terreno culturale comune ha potuto permettere questo incontrocome, simbolicamente, nella serie di film su don Camillo, spiegava la profonda inte-sa di fondo tra il battagliero prete di Guareschi e il suo “nemico” Peppone.

È questa unità culturale che oggi, purtroppo, appare in crisi e non riesce più adalimentare, perciò, una “vocazione” del nostro Paese. La dissoluzione della comu-nità etica tradizionale sotto l’urto di un nichilismo più o meno dichiarato, veicolatodalle logiche del consumismo e dell’individualismo, a loro volta esaltate dalla tele-visione commerciale (a cui si è ormai omologata anche quella statale), ha accen-tuato da un lato i meccanismi tradizionali della delega (si pensi alla vigente leggeelettorale, che ha trasferito ai partiti il diritto dei cittadini di scegliere i propri rap-presentanti), dall’altro la logica privatistica e particolaristica con cui società civileacconsente a fare questa delega in funzione di interessi che nulla hanno a che farecon le esigenze del bene comune.

Oggi la crisi dell’Italia, prima che politica, è culturale ed etica. È questa che dob-biamo affrontare e superare, se vogliamo recuperare un’identità di nazione e, conse-guentemente, la nostra vocazione. Da qui la responsabilità dei cattolici, gli unici adavere oggi da proporre un messaggio veramente alternativo. Non a caso la dottrinasociale della Chiesa, coniugando indissolubilmente solidarietà e sussidiarietà in funzio-ne del bene comune di tutti, si presenta come la più chiara critica agli stili dominanti epurtroppo ampiamente condivisi da tutte le parti politiche. Si tratta di ricostruire pazien-temente il tessuto di una razionalità e di un’etica pubbliche che sono venute meno. Solocosì si potrà di nuovo parlare di “vocazione”.

A distanza di 150 anni è più attuale che mai il monito di D’Azeglio: «Fatta l’Italia,bisogna fare gli italiani!». Forse il liberale risorgimentale non si aspettava che ad assol-vere questo compito e a dare al nostro Paese il senso della sua vocazione fossero i cat-tolici. Tocca a noi dimostrare che ne siamo capaci.

Cultura

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“Accanto alla preghiera, la pastorale per le vocazioni richiede un impegno costantedi sensibilizzazione e testimonianza, perché la chiamata di Dio trovi nelle personepronto ascolto e generosa corrispondenza. È quanto voi cercate di fare dedicandovialla diffusione di un’autentica “cultura vocazionale”.(Giovanni Paolo II). Prendo spuntodall’affermazione del S.Padre, pubblicata sul nostro Bellringers, per chiedermi se ecome noi Serrani adempiamo al suo invito a far sì che nella società civile e tra i laiciimpegnati a rendere il servizio nella Chiesa, sappiamo stilare ed attuare nei clubprogrammi aderenti al Progetto culturale della Chiesa.

L’emergenza educativa è sotto gli occhi di tutti, nell’oggettiva preoccupazione che igiovani mancano di testimoni autentici e maestri di vita che sappiano in modoconvincente indicare i principi cristiani della nostra fede, suggerire percorsi alternativi aimodelli consumistici della società nel segno della Bellezza e della cultura in senso latodel messaggio evangelico, seppure in forme espressive attuali e comprensibili dettatedalla moderna comunicazione. Nel testo pubblicato a firma del card. Ruini, si trovanospunti di riflessione sui temi della famiglia alla quale rivolgere un’attenzione particolarein quanto costituisce la prima culla di vocazioni. Le recenti disposizioni governative inmateria di procreazione assistita certamente contrastano con il presupposto cristianodell’amore coniugale: le crisi della coppia minacciata da problemi economici e dallasuperficialità dei sentimenti che lacerano la fiducia e la stabilità del matrimonio, sonoargomenti che nell’interno dei movimenti laicali si dibattono da tempo, nella convinzioneche la nostra società soffre della fragilità del tessuto familiare provocando danni ai figliche assistono drammaticamente alla separazione dei genitori, privati dell’esempiodell’amore per tutta la vita.

“SI DICE MA NON SI FA”Come nella famiglia, anche nella scuola e nelle altre agenzie educative si nota lo

scollamento tra la teoria e la pratica, ovvero alle buone lezioni di vita non seguono leazioni ed i giovani restano sfiduciati e disillusi alla constatazione che “si dice ma nonsi fa”. Non tutti i giovani, per fortuna, vivono in ambienti difficili e problematici,certamente comuni da nord a sud dell’Italia, ma tutti ne sono a conoscenza per laglobalizzazione multimediale delle informazioni cui fanno riferimento tramite i socialnetwork ed i blog che hanno sostituito il gruppo degli amici in circoli virtuali di costantefrequentazione;dai giornali on line che hanno cestinato il quotidiano cartaceo, la notizialetta velocemente non induce alla riflessione ed ogni accadimento scivola sul cuore

Cultura

Anche il Serranel PROGETTO CULTURALE

della Chiesa italianaMaria Luisa Coppola

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come sul rullo del sistema. A questa società appartengono i giovani che sono indiscernimento vocazionale e, rispetto ai loro coetanei, stanno orientando la loro vita sulcammino della formazione che li porterà alla più radicale e controcorrente scelta di vita,essere operai nella messe del Signore. La missione serrana esplicitamente richiedeamicizia ed affetto per i giovani futuri presbiteri ed ognuno di noi dovrebbe avereconoscenza della loro realtà: gli studi, le attese, le inquietudini giovanili checaratterizzano il percorso vocazionale, su questi fondamenti si può costruire una veraamicizia, nella condivisione delle fatiche e della speranza di salire tutti i gradini deiministeri prima dell’ordinazione sacerdotale. A questi cari ragazzi che accarezzano ilsogno della Bellezza dell’incontro con il Signore, quale aiuto può dare un Serrano? Neho trovato risposta nel dettato del S. Padre Giovanni Paolo II: “In questo quadroecclesiale si colloca, cari serrani, il vostro impegno per la pastorale vocazionale.Dedicandovi ad essa, voi fate in modo che il problema delle vocazioni non rimangaassillo dei soli Pastori, ma trovi riscontro nella sensibilità di tutti, coinvolgendo inparticolare le famiglie e gli educatori. E questo è di vitale importanza”.

ACCOGLIENZA E TESTIMONIPertanto, l’impegno del Serrano è di adoperarsi a creare nella società civile un

accoglimento favorevole ai ministri di Dio, di far arrivare la questione delle vocazioniladdove “il colletto bianco” non arriva, di manifestare apertamente la gioia dellavocazione nelle famiglie affinchè accettino con orgoglio ed in grande libertà la sceltadei loro figli, che non hanno come obiettivo di vita la poltrona, bensì il regno di Dio.Nel Progetto culturale della Chiesa convergono tutti gli aspetti della vita cristiana, conparticolare attenzione alla diffusione della cultura delle tradizioni religiose, del drammasacro, della musica e dell’arte che hanno impreziosito le nostre chiese. Diffondere laBellezza di ogni forma d’arte diventa un imperativo morale, si possono attivare seminaridi studio e di ricerca sui Beni Culturali che coinvolgano la società civile, mostre d’arte,festival della musica sacra, recital di poesia per testimoniare la vitalità della culturacattolica e l’apertura all’innovazione ed alla sperimentazione di nuovi moduli narratividell’esperienza religiosa.

RIVOLTARE LE ZOLLE ARSEMi sovviene che S.Bernardo di Chiaravalle in un suo scritto il “De consideratione”

del 1148, invitò i suoi confratelli a diventare zappatori del terreno duro e pietroso, adusare la zappa per dissodare e rivoltare le zolle arse, una suggestiva metafora per direlo sforzo, la fatica di preparare la semina, affinchè il seme possa trovare spazi fertili incui crescere. Le vocazioni le suscita lo Spirito Santo, ma noi, armati della nostra zappa,potremmo aiutare i nostri amici sacerdoti ed educatori del Seminario ad irrorare con vasidi abbondante cultura i ruscelli spesso inariditi delle nostre comunità, incoraggiando glistudi e sostenendo i bisogni “della mente e del cuore” dei giovani in formazione. Aquesto obiettivo devono mirare i programmi dei club e dei distretti, optando per la sceltadei temi più aderenti alle realtà territoriali, sviscerando il tema in un ordinato susseguirsidi incontri rivolti ai soci ed aperti alla società, per un confronto stimolante e proficuo. Intal modo si darebbe pratica attuazione al Progetto culturale della Chiesa, che non èsolo un testo da leggere, ma un vademecum da seguire per riordinare in senso cristianotutte le indicazioni e le sollecitazioni della nostra società che sta perdendo sempre piùle sue radici cristiane nella pseudo modernizzazione degli stili di vita, nel confrontointerreligioso orientato al dialogo in cui appare perdente la nostra convinzione dibattezzati, nelle sfide sociali in cui il bene comune è disatteso.

La necessità di accogliere e far nostro l’invito ad essere testimoni ed annunciatori deivalori cattolici nelle sfide di ordine etico e sociale sembrerebbe scontata e superflua, masiamo sicuri che sia condivisa e praticata?

Cultura

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vita del serra

Per tre anni è stato allaguida della Fondazione“Beato Junipero Serra”,facendosi carico di unasituazione pesantissima, cheandava assolutamente risa-nata. Alla fine di questotriennio, Francesco Baratta,presidente della Fondazionestessa e serrano doc, oltreche cattolico impegnato inmolti altri settori, tra i quali lapromozione del sostegnoeconomico alla Chiesa, èriuscito nell’impresa. Ed oralascia a chi gli succederà unquadro decisamente piùroseo. Un quadro che eglistesso delinea in questaintervista.

PPrreessiiddeennttee BBaarraattttaa,, aall tteerrmmii--nnee ddeell ssuuoo mmaannddaattoo ttrriieennnnaa--llee,, qquuaall èè iill bbiillaanncciioo ddeellllaaFFoonnddaazziioonnee,, cchhee ooppeerraa aallsseerrvviizziioo ddeellllee vvooccaazziioonnii iinnIIttaalliiaa??La situazione è oltremodosoddisfacente e ciò per meri-to del lavoro assiduo eresponsabile del consigliod’amministrazione uscente,senza alcun risparmio di ener-gia. I risultati raggiunti con ilbilancio dell’anno 2010danno il segno del consolida-mento di un patrimonio, checonferisce la forza d’operati-vità dell’istituzione come damission statutaria.

PPuuòò ddaarrccii ii nnuummeerrii ddeellllaassiittuuaazziioonnee aattttuuaallee??La voce dell’attivo “circolan-

te” al 31.12.2010 ammon-ta ad ! 159.642,83 di cui:titoli di Stato (2011) a redditofisso 120.156,00 e disponi-bilità liquide 34.267,06più 5.205,15 del RamoOnlus. Le risorse alle date di“presa in consegna deiconti” – 23/09/2008 e06.10.2008 – erano diEuro 66.780.

LLaa FFoonnddaazziioonnee aalllloorraa rriittoorrnnaaaadd eesssseerree ppiieennaammeennttee ooppee--rraattiivvaa?? Si, abbiamo restituito allaFondazione la sua operati-vità e dignità. Nell’ultimariunione che ha preceduto ilConsiglio Nazionale delSerra a Venezia, tenutasi adicembre, il Consigliod’Amministrazione ha potu-to esprimere motivo di gioiaperché, al termine di untriennio d’impegno costantee responsabile, l’istituzioneserrana da oggi rivive, forti-ficata e consapevole diessere strumento efficaceper il nostro servire le voca-zioni sacerdotali e religiosedella Chiesa italiana.Consegneremo al nuovoCdA la Fondazione rigene-rata per navigare in maritranquilli.

ÈÈ ssttaattoo uunn ttrriieennnniioo mmoollttooiimmppeeggnnaattiivvoo??È stato per noi un tempod’intenso impegno, d’ansiee di speranze nell’intento diassolvere con senso di

responsabilità l’incarico alquale siamo stati chiamatidal Cnis e affidatoci, treanni fa dall’Arcivescovo diGenova, presso la cuiCuria è radicata la nostraFondazione.Desidero fare un ringrazia-mento al segretario avv.Emilio Artiglieri, al tesoriereavv. Luca Diana, aiConsiglieri del CdA prove-nienti da tutti i distrettid’Italia, ai Revisori deiconti, che all’unisono, mihanno fatto dono della loroamicizia in Cristo, per laloro responsabile e assiduacollaborazione e il cui ricor-do porterò sempre nel miocuore, quando fra pocolascerò la presidenza dellaFondazione.

QQuuaallee mmoonniittoo ttrraarrrree ddaallllaassuuaa eessppeerriieennzzaa ppeerr iill ffuuttuurroo??Ora è scritta la parola finead una vicenda sgradevoledel lontano passato, masoprattutto è stata recupera-ta un’immagine appannatadi una Fondazione ferita.Che almeno serva di moni-to per un futuro vigile eresponsabile.Tre anni or sono abbiamo

La Fondazione riparte,il bilancio di Baratta

Viviana Normando

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vita del serra

assunto questo onere, consciche solo attraverso la Crocesi arriva alla Luce.Approfittando dell’intervista,diciamo forte e chiaro che,per la natura dell’istituzione,sottoposta a norma di codi-ce canonico, codice civile epenale, dovrà esservi con-sapevolezza per chiunquein futuro accetterà di assu-mere il mandato di ammini-stratore – dalla presidenza,al consiglio, al collegio deirevisori – della assoluta esi-genza del servizio nella gra-tuità del proprio tempo(tanto), nella sobrietà delleproprie specifiche capacitàprofessionali, ma anchenella consapevolezza dell’o-nore che tale servizio com-porta, sempre consideran-dosi, dopo aver svolto gene-rosamente il proprio dovere,magari con un surplus diprofessionalità richiesta dal-l’istituzione, “servi inutili”.

IInn qquueessttoo ttrriieennnniioo ssoonnoo ssttaattiirreeaalliizzzzaattii aanncchhee sseerrvviicceess aaffaavvoorree ddeellllee vvooccaazziioonnii?? Nonostante le energie rivol-te alla ricostruzione dell’isti-tuzione, abbiamo ancheoperato con due services

consistenti in una borsa distudio per un seminaristabisognoso e meritevole delSeminario Arcivescovile diFirenze e altra a favore diquattro seminaristi deL’Aquila, seguendo scrupo-losamente le procedure for-mali e istituzionali. Questiinterventi sono stati possibiliper la benevolenza delleborse di studio affidatecidalla famiglia Brauzzi intito-late al compianto serranoAlfredo.

QQuuaallii llee pprreevviissiioonnii ppeerr iillpprroossssiimmoo ffuuttuurroo?? Il prossimo futuro è ancorpiù promettente perché,oltre alla borsa di studioannuale Brauzzi, altre risor-se sono disponibili nelConto Ramo Onlus,ammontanti a fine dicembread euro 5.205. Inoltresiamo lieti del risultatocomunicatomi in queste oredi rivitalizzazione che nederiva per l’Istituzione dalcinquexmille. Sono stateregistrate 146 scelte di ser-rani italiani o simpatizzantidi Serra Italia, espresse nel2009 in relazione ai reddi-ti 2008. Una politica inno-

vativa che porta beneficio eche ci gratifica di tutto illavoro di questo biennio afavore del riconoscimentodel Ramo Onlus. Abbiamoaltresì lavorato per la pub-blicizzazione di tale oppor-tunità e la sensibilizzazionedei serrani in Italia.Restiamo ora fiduciosi diproficui risultati che potran-no costituire un volano con-creto a sostenere opere dibeneficenza per seminari eseminaristi come da statutospeciale del citato RamoOnlus, avocando MariaMadre delle Vocazioni.

CCoommee ssii ssoonnoo ssvvoollttee llee pprraa--ttiicchhee ppeerr iill rriinnnnoovvoo ddeellnnuuoovvoo ccoonnssiigglliioo ppeerr iill ttrriieenn--nniioo 22001111--22001133??Nei tempi dettati dallo statu-to, congiuntamente al Pre-sidente del Cnis, abbiamoattivato gli adempimenti dellerispettive competenze di cuiagli articoli 3, 4 e 5 delRegolamento per la disciplinadei rapporti tra la Fondazio-ne Beato Junipero Serra(FIBJS) e il Consiglio Nazio-nale di Serra Italia (Cnis), peril rinnovo del Consigliod’Amministrazione per il trien-nio 2011-2013. La proposta del nuovoConsiglio è stata sottopostaall’attenzione e nomina daparte dell’Arcivescovo diGenova, Card. AngeloBagnasco, presso la cuiCuria è radicata laFondazione. Appena lanomina sarà acclarata condecreto vescovile provvede-rò, quale presidente uscente,alla convocazione del nuovoConsiglio d’Amministrazione.Colgo l’occasione per formu-lare al nuovo Consiglio, alnuovo Presidente, alla nuovaGiunta Esecutiva gli auguri dibuon lavoro al servizio diSerra Italia e della ChiesaItaliana.

Francesco Baratta, Presidente della Fondazione B. J. Serra,a colloquio con S. Santità Benedetto XVI.

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vita del serra

Il Premio serrano “Penna dello Spirito”, natonell’ambito dell’attività culturale dellaBiblioteca Nazionale Serra su un’intuizioneavanzata da Giovanni Novelli e recepita daPaolo Lapi, è stato istituito in Pontremoli,quale “Città del Libro”, l’8 maggio 2005,data d’inaugurazione della stessa Biblioteca. Le cinque edizioni del Premio hanno visto vin-

citori: il venerabile GiovanniPaolo II (2005); BenedettoXVI (2006), MassimoIntrovigne (2007), RinoFisichella (2008), MagdiCristiano Allam (2009).Quest’anno è la volta diVittorino Andreoli con il suolibro “Preti. Viaggio fra gliuomini del sacro”, Piemmeed., a cui è stato assegnatal’edizione 2010. Il libro è un viaggio, come inun “tram”, ricorda l’autore,durante il quale egli, non cre-dente, parla dei preti e neparla in modo affascinante econ un rispetto che tantevolte non si trova nei cosìdetti “credenti”, più o meno“adulti”. Alcuni passi pertutti: “Non mi spaventa ilnumero, un’ansia che è pro-pria degli eserciti e dei gene-rali [...], il problema dei pretiè la loro efficienza, non illoro numero”; “il prete è unvero magister che insegna a

vivere, e non il docente che spiega la ento-mologia o la fisica del cielo”; “io credo chequesta società si aspetti dal sacerdote lamodestia che deve permettere a chiunque,fino all’ultimo degli uomini, di avvicinarlo e dipotere intrattenersi con lui per raccontargli leproprie paure, per chiedere un aiuto che èsempre meno aiuto di oggetto e di soluzionidei bisogni primari, data l’esistenza di reti dirisposte che, anche se carenti, sono oggimolto più attive sul piano delle iniziativesociali”; “perché il sacerdote è un educatore,ma specificatamente un educatore del sacro,

del mistero, del senso del mondo alla luce diquell’evento storico che è la venuta di Cristo.Un evento che nessuno può ignorare e che ilsacerdote ha il compito, direi la missione,non solo di raccontare, ma di testimoniare”. Il Premio, che rientra tra l’altro “in quel lavo-rare sul piano della cultura”, come ci ha chie-sto e continua a chiedere il nostro carissimoConsulente episcopale, card. SaraivaMartins perché, come ha insegnato il ven.Giovanni Paolo II, se una fede non diventacultura non è una fede veramente vissuta, èbasato su una procedura molto semplice chevede protagonisti, nella scelta, tutti i serraniitaliani: la Biblioteca propone tre nominatividi autori che abbiano scritto un libro nell’an-nata. Tali nominativi, insieme al titolo deirispettivi libri, vengono inviati ai vari presi-denti che si premureranno di renderli noti aiClubs così che ogni socio possa leggerli epoi esprimere la propria preferenza in unaconviviale che dovrebbe diventare l’occasio-ne di discussione su tali libri e autori. I risulta-ti vengono comunicati alla Biblioteca così dapermettere lo scrutinio dei voti in Pontremoli eessere assegnato, secondo l’art.7 delRegolamento la seconda domenica di mag-gio ma in realtà, per ora, vista la fase dirodaggio del Premio, quando vi è la disponi-bilità. Lo scopo e le modalità del Premio stesso sonostate studiate perché esso sia espressione ditutto il Serra Italia, quindi di tutti i Serrani,ricalcando le modalità del letterario PremioBancarella che ha sede in Pontremoli e che èespressione dei librai italiani. Il Premio, poi, vuole essere un riconoscimentoad un autore che nell’anno serrano prece-dente ha pubblicato un libro che abbia con-tribuito a diffondere il Cattolicesimo, scoponon secondario del Serra. L’importanza e lapeculiarità del Premio “Penna dello Spirito” èproprio, da una parte essere un Premio “ser-rano”, cioè “fatto” da tutti i Serrani, o almenola maggioranza, e dall’altra essere finalizza-to a premiare chi si impegna con il donodello scrivere a diffondere il cattolicesimo.Naturalmente chi fa questo è appunto mossodallo Spirito. Oltre che per questo si è pen-sato di chiamare il Premio “Penna delloSpirito” in ricordo di un particolare pococonosciuto della vita del beato JuniperoSerra: cioè l’essere stato il redattore della“Representaciòn”, definita da Giovanni PaoloII una “Dichiarazione dei diritti, che mirava almiglioramento di tutta l’attività missionaria inCalifornia, particolarmente al benessere fisicoe spirituale dei nativi americani”.

Il Premio serrano“Penna dello Spirito”

a Vittorino Andreoli

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Ufficio stampa Diocesi S. Miniato

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vita del serra

sanctificando! Le reti che siamo chiamati a gettare tragli uomini sono anzitutto i Sacramenti, di cui siamo iprincipali dispensatori, regolatori, custodi e promotori.Essi formano una sorta di rete salvifica, che libera dalmale e conduce alla pienezza della vita. Duc inregendo! Come Pastori e veri Padri, coadiuvati daiSacerdoti e dagli altri collaboratori, abbiamo il com-pito di radunare la famiglia dei fedeli e fomentare inessa la carità e la comunione fraterna. Per quanto sitratti d’una missione ardua e faticosa, nessuno siperda d’animo. Con Pietro e con i primi discepolianche noi rinnoviamo fiduciosi la nostra sincera pro-fessione di fede: Signore, “sulla tua parola getterò lereti” (Lc 5, 5)! Sulla tua Parola, o Cristo, vogliamo ser-vire il tuo Vangelo per la speranza del mondo! ».

GGllii ssttuuddii aallll’’AAllmmoo CCoolllleeggiioo CCaapprraanniiccaa hhaannnnoo ccoonnttrrii--bbuuiittoo mmoollttoo aallllaa ffoorrmmaazziioonnee ddeell ssaacceerrddoottee ee ddeellll’’uuoommoo??

Non posso pensare al mio sacerdozio senza ilCapranica, l’Almo Collegio Capranica, e senza l’allo-ra rettore, Sua Ecc. Mons. Luciano Pacomio. Non sareidiventato prete e tanto meno Vescovo. Il Signore è statogeneroso con me anche in questo. Gli anni romanisono stati bellissimi, anni in cui ho incontrato misericor-dia, magnanimità, grandezza d’animo, sapienza dicuore di tanti che mi hanno permesso di crescere, diconoscermi, di conoscere ed essere compassionevoleverso le mediocrità, le grettezze, le gelosie e le irra-zionali animosità che inevitabilmente si incontrano.

TTaannttee llee eessppeerriieennzzee aa sseerrvviizziioo ddeellllaa ddiioocceessii,, ddaallSSiinnooddoo,, aallllaa ccoonnssuullttaa llaaiiccaallee,, aallllee vvooccaazziioonnii ee aall sseemmii--nnaarriioo,, aall ttrriibbuunnaallee eecccclleessiiaassttiiccoo......

Riguardo l’opera svolta nella mia Diocesi di SanMiniato lo dirà la storia di domani quello che ho fatto enon ho fatto. Non mi lusingano i laudatores, né mi atter-riscono i detrectatores. Passa la scena di questo mondoe aspettiamo da Dio e da Dio solo il salario. Riguardoal Tribunale è stata una esperienza meravigliosa. Hoimparato tantissimo e soprattutto ho visto di che cosa ècapace l’uomo. Ho visto come l’uomo è impietoso versose stesso, e come non alleandosi con Dio diviene ilprimo nemico di sé. Non consegnandosi a Dio rimaneschiavo e servo di se stesso e degli altri. Un mondo chesi imprigiona, che si incatena. Che mistero!

TTrraa ppoocchhii ggiioorrnnii ccii ssaarràà ll’’oorrddiinnaazziioonnee eeppiissccooppaallee..QQuuaallii ssoonnoo llee aatttteessee ee ii ppeennssiieerrii ddii uunn vveessccoovvoo eelleettttoo..

Nessun attesa o pensiero. Una vita lunga sessan-t’anni, le tante situazioni incontrate e vissute, l’aversperimentato i miei limiti, l’aver toccato con manoquanto, non a caso, troviamo sulle labbra del profetaGeremia: “Benedetto l’uomo che confida nelSignore e il Signore è la sua fiducia (cfr. 17,5-8)”, mirendono naturale un clima di preghiera e di silenzio,un consegnarsi al Signore sapendo che Lui mi custo-dirà e guiderà in questo nuovo cammino.

CCoossaa vvuuooll ddiirree ppeerr mmoonnss.. CCiiaattttiinnii eesssseerree vveessccoovvooooggggii??

Me ne guardo bene dal voler definire che cosavuol dire essere vescovo oggi. La vita e la missione delvescovo è quella di sempre. È la Sacra Scrittura e laTradizione della Chiesa che ci consegnano i trattidistintivi dell’essere Vescovo. Noi dobbiamo farci pla-smare giorno dopo giorno dalla potenza dello Spirito.Alla luce di questo insistente invito del Signore, «noipossiamo rileggere il triplice munus affidatoci nellaChiesa:munus docendi, sanctificandi et regendi. Ducin docendo! “Annunzia la parola – diremmo conl’Apostolo –, insisti in ogni occasione, opportuna enon opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta conogni magnanimità e dottrina” (2 Tm 4, 2). Duc in

Intervista a Mons. Carlo CiattiniL’ex Cappellano del Club di S. Miniato è il nuovo Vescovo di Massa Marittima

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Il Serra International Italia per adempiere sempre meglio alla sua missione di sostegno alle vocazioni sacer-dotali si rinnova al passo con i tempi, nella diffusione delle informazioni e della comunicazione. Per avviare que-sto colpo d’ala è stato sancito un protocollo etico con la Fondazione Paolo di Tarso, proprietaria del Gruppo edi-toriale, etico, Comunicare Italia.it e della piattaforma di bandiera del turismo italiano Italia excelsa.it., leader nellapromozione del Brand Italia e del made in Italy in rete. È on line già dal corso di formazione di Viterbo il siste-ma ed il risultato di tale sodalizio: la piattaforma di Serra International Italia con il portale e la testata giornalisti-ca Il serrano on line. Il serrano on line è il nuovo strumento di informazione di Serra Italia che, accogliendo anchel’invito di Papa Benedetto XVI a non avere paura di servirsi di internet, nella maniera giusta, al fine di farsi cono-scere ed incentivare cuori e nuove vocazioni, si aggiunge ai mezzi tradizionali serrani, apprezzati in tutto ilmondo, tra i quali in primis Il Serrano, di cui oggi il Direttore Responsabile è Mimmo Muolo, gior-nalista di Avvenire. È stata avviata la pratica di iscrizione al ROC – all’Autorità Garante per leComunicazioni e più esattamente al Co.re.com del Lazio. Direttore Responsabile sarà VivianaNormando, componente della Commissione Comunicazione del CNIS e DirettoreResponsabile del Gruppo Comunicare Italia.it e de Il Vaticanese.it della Fondazione laicaPaolo di Tarso.

Il serrano on line si affiancherà dunque al Bellringers, all’Annuario ma soprattutto a ilserrano, al Serranews con un compito ben preciso: diramare notizie sulle vocazioni esull’attività serrana in tempo reale. Le redazioni e l’impegno dell’Ufficio Stampa Centrale,altra svolta nella comunicazione del Serra, potranno convergere in comunicati e artico-li a carattere istituzionale concordati con il Presidente di Serra Italia e con i componentidel C.N.I.S. ne Il serrano on line, per amplificare il lavoro del movimento italiano. Nonsolo, tutti potranno scrivere in gestione richiedendo l’apposita password, con la super-visione degli editor ovvero del direttore e della redazione, costituita da VivianaNormando, Renato Vadalà, dai membri della Commissione Comunicazione presiedutada Mauro Tangerini, Nicola Lobosco e Donato Continisio. Il serrano on line ha il com-pito di delineare anche una progettualità nella comunicazione serrana, facendo si che tutto ciò che è inerenteal movimento del Serra possa essere trovato e compreso facilmente nei motori di ricerca, per mezzo non solodei tag, di un sistema affinato ma proprio di contenuti e link istituzionali che possano anche aumentare l’indicedi eticità degli stessi motori di ricerca. Una scommessa per il futuro. Si veda www.serraclubitalia.it, tenendo pre-sente che la piattaforma è accessibile dai domini acquistati da Serra International Italia(www.serraclubitalia.com; www.serraclubitalia.info; www.serraclubitalia.org).

Per inviare notizie, articoli, materiale: email del portale [email protected]; email del giornale on line [email protected].

il serrano n. 12220

vita del serra

IIll nnuuoovvoo ppoorrttaallee ddeell SSeerrrraa iittaalliiaannoo èè ccoonnssuullttaabbiillee ttrraammiittee ii ssiittiiwwwwww..sseerrrraacclluubbiittaalliiaa..iitt wwwwww..sseerrrraacclluubbiittaalliiaa..ccoomm wwwwww..sseerrrraacclluubbiittaalliiaa..iinnffoo wwwwww..sseerrrraacclluubbiittaalliiaa..oorrgg

La serrana Viviana Normando,Direttore del portale

Il portale a sostegno delle Vocazioni

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marzo 2011

vita del serra

Una notizia molto bella da condividere con i ser-rani di tutto il mondo! Nella riunione tenutasi aChicago, il Board internazionale di Serra Internationalha deliberato di celebrare a Gerusalemme la nostraConvention internazionale del 2011. La 69a

Convention internazionale di Serra International sisvolgerà pertanto a Gerusalemme dal 14 al 17 luglio2011 creando una splendida opportunità per Serranidi tutto il mondo di fare il loro pellegrinaggio in TerraSanta, dove possono letteralmente “camminare sulleorme di Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.

Papa Benedetto XVI recentemente ha detto: ”Siamotutti pellegrini“. Molti serrani mi hanno parlato conaffetto del loro pellegrinaggio a Roma nel dicembre2000 per celebrare l’Anno del Grande Giubileo..Con questo ricordo, i partecipanti alla Convention del2011 avranno la possibilità di partecipare ad unesclusivo pellegrinaggio guidato di 7 giorni che avràinizio a Nazareth lunedi 11 luglio, di cui due giorniper esplorare molti dei luoghi santi in Galilea, seguitoda una giornata di riflessione a Gerusalemme, dove,per i successivi tre giorni, si visiteranno i luoghi santi ele sessioni della Convention s’intrecceranno in modoaffascinante e indimenticabile.

Sabato 16 luglio S. Em. il Cardinale John Foley,Cardinale Gran Maestro dell’Ordine Equestre delSanto Sepolcro di Gerusalemme, terrà il discorso d’a-pertura sul tema della Convention “Signore, è bello pernoi stare qui!“. Le sessioni di convegno si terranno nella

storica Notre Dame of Jerusalem Center la cui posizio-ne offre un facile accesso attraverso la Porta Nuovadella città vecchia di Gerusalemme. Dettagli del pelle-grinaggio di 7 giorni e le sessioni di convegno, non-ché i mezzi per iscriversi alla Convention e il 7 giornidi pellegrinaggio, sarà presto disponibile sul sito.

John W. WoodwardDirettore esecutivo

Jerusalem Serra International Convention 2011GGiioovveeddii 1144 LLuugglliioo, ore 06:00 pm Messa di apertura a Nostra Signora dellaPace presso la Cappella Notre Dame Center Celebrante Principalel’Arcivescovo Sua Beatitudine Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme; ore7:30 p.m. Cena di benvenuto presso il Notre Dame Center Roof Garden; VVeenneerrddìì 1155 lluugglliioo, ore 09:00 a.m. Presidente John “Tomi” Asenuga “ Lostato del Serra” Ore 12:30 a..m. Santa Messa nella Chiesa presso la Casa di San Pietro aCafarnao celebrante principale, da definire SSaabbaattoo 1166 lluugglliioo, ore 08:30 a.m. Discorso d’apertura della Convention: S.Em. il Cardinale John Foley, Cardinale Gran Maestro, OESSH Ore 10:30 a.m. Santa Messa presso la “Chiesa di tutte le nazioni”(Giardino del Getsemani) Celebrante principale da definire DDoommeenniiccaa 1177 LLuugglliioo ore 02:30 pm Meeting dei delegati; Ore 4:30 pm : Santa Messa di chiusura nella cappella di Nostra Signoradella Pace a Notre Dame Center, Celebrante principale S. Em. il CardinaleJohn Foley Cardinale Gran Maestro, OESSH; ore 07:00 p.m. BanchettoAnnuale al Notre Dame Center - Roof GardenLLuunneeddii 1188 lluugglliioo : ore 08:30 a.m. Santa Messa dei partenti in NostraSignora della Pace presso la Cappella Notre Dame Center, CelebrantePrincipal S.Ecc. Rev.ma John Tong Vescovo di Hong Kong

Gerusalemme 2011

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il serrano n. 12222

vita del serra

La missione del discepolo: “Coraggio, ti chiama”E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e

a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sede-va lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire chec'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire:«Figlio dì Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti losgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte:«Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Allora Gesù sifermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il ciecodicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!», Egli, get-tato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». Eil cieco a lui. «Rabbuni, che io riabbia la vista!», EGesù gli disse: « Và, la tua fede ti ha salvato». E subi-to riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.

(Mc.10,46-52)

Per riflettereQuesta nona icona ci presenta la guarigione del

cieco di Betsaída, e mette in evidenza lo specificodella missione a cui ogni discepolo è inviato. In questoracconto i discepoli di Gesù hanno un ruolo moltosignificativo: «chiamatelo! E chiamarono il cieco dicen-dogli “coraggio!, alzati, ti chiama”». Essi sono man-dati da Gesù per chiamare il cieco, sono essi a far damediatori tra Gesù e il cieco, sono essi a condurre ilcieco da Gèsù, sono essi a portare il lieto annuncio, adire “alzati, ti chiama”.

In questo possiamo trovare, ben definita e raffigura-ta l'icona della missione del discepolo. Egli è l'inviatoverso ogni uomo che è cieco nello spirito; ha il compi-to di portare gli uomini a Dio, non di attirarli verso dise, ma solo verso Dio, l'unico che può guarire; egli èlo strumento nelle mani di Dio perché l'uomo bisogno-so di luce venga accompagnato nel suo desiderio di

Mons. Stefano Rega, Rettore del Seminario di Aversa,presenta la IX tappa di un “Itinerario vocazionale” per l’uomo attraverso la meditazione

di alcune icone bibliche

99aa IICCOONNAA:: IILL CCIIEECCOO DDII BBEETTSSAAIIDDAA

incontrare la luce; il discepolo è colui che dice ad ogniuomo “alzati, il Maestro ti chiama”. Alzarsi, stare inpiedi, è la posizione dell'uomo che risorge, del figlioprodigo che torna a casa “mi alzerò, andrò da mioPadre...” (Lc 15,18); di Levi che “alzatosi lo seguì” (Mc2,14). I discepoli sono mandati ad annunciare questaresurrezione perché ogni uomo riacquisti coraggio, simetta in piedi, e sappia che Dio lo ama.

Quanti mendicanti di luce siedono ai bordi dellenostre strade; quanti ciechi attendono di essere guariti.Quanti occhi sono vinti dall'oscurità dell'egoismo, dellaincredulità, dell'ipocrisia, della viltà, della paura.Quanti gridano “Figlio di Davide abbi pietà di me”.

Quanti chiedono aiuto per vincere le tenebre che litengono imprigionati. Gesù ha bisogno di chi vada percondurre a Lui questi ciechi.

Solo con la disponibilità dei discepoli potrà risuo-nerà quella voce decisiva: «Alzati! Ti chiama!».

E con gli occhi purificati e limpidi, lo potrannoseguire per sempre, anche sulla strada aspra e strettache sale a Gerusalemme, verso la croce, certi che lasua luce è dolce e risplende in eterno.

Solo cosi potremmo dire come Sòren Kierkegaard:«Tu ci hai amati per primo, o Dio. Noi parliamo di tecome se ci avessi amato per primo una sola volta.

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vita del serra

Tu sei la luce. Quanti profeti bugiardi, risplen-denti solo della loro falsità, cercano di abbagliarecon le loro promesse, di vendere le loro falsi luci,abbandonando gli uomini nell’oscurità fredda eangosciosa.

Fa che siamo noi i portatori della vera luce, dellatua luce. Aiutaci e abbi pietà. In molti ci dicono chesiamo degli illusi. Ma la nostra speranza non è un'il-lusione: tu sei la nostra luce!

Ci doni la luce e vuoi in cambio solo il povero “si”della nostra fede, fragile ma assetata di salvezza chesolo tu puoi dare. Ascolta la nostra preghiera e accet-ta la nostra umile professione di fede.

Rigenerati dalla tue luce non potremo far altro cheseguirti, solleciti e certi che tu sei l'unico che vale lapena seguire, con la gioia e l'entusiasmo di chi eracieco ed ha riacquistato la vista. Amen

Invece continuamente, di giorno in giorno, per la vitaintera, tu ci ami per primo.

Quando al mattino mi sveglio ed elevo a te il miospirito, tu sei il primo, tu mi ami per primo. Se mi alzoall'alba e immediatamente elevo a te il mio spirito e lamia preghiera, tu mi precedi, tu già mi hai amato perprimo. E sempre cosi. Tu non ci ami per primo una solavolta ma ogni giorno, sulle strade della nostra vita».

Per pregareMaestro buono, dacci il coraggio e l’umiltà di incon-

trare e di riconoscere chi è cieco. Dacci la certezza piùpreziosa di tutte: la tua luce, perché ogni uomo possavedere la vera bellezza della realtà; per vedere, in tra-sparenza, i tratti del disegno di salvezza di Dio Padre;per vedere e riconoscere in te la Via, la Verità e la Vita;per vedere nel volto di ogni persona, un fratello.

Oggi domenica I maggio c’è un messaggio per i fedeli riuniti in tutte leparrocchie italiane: grazie per il bene che avete realizzato nel 2010 desti-nando l’8 x mille alla Chiesa cattolica. Tutti gli interenti diventati realtàsono frutto di una scelta di grande valore, che vi chiediamo di riconfer-mare anche nel 2011.Insieme possiamo fare molto anche quest’anno diamo mezzi esostegno alle case-famiglie per donne e minori in difficoltà, alle mensedove i poveri trovano cibo e conforto. Nei Paesi in via di sviluppo contribuiamo a interventi di promozioneumana, con scuole, ospedali la formazione di medici e insegnanti.In Italia facciamo in modo anche quest’anno che la nostra a firma sosten-ga la vita parrocchiale, la formazione dei catechisti, la pastorale deglianziani, i progetti per i giovani negli oratori e nei campi scuola.Come l’anno scorso, la nostra firma potrà ancora tramandare con i restau-ri il patrimonio di arte e fede. E inviare un contributo per nuove chiese allecomunità di popolose periferie urbane.Infine potremo ancora affiancare nella loro missione. i sacerdoti diocesa-ni contribuendo al loro sostentamento. Sono ministri dei sacramenti epunto di riferimento nelle città e nei piccoli paesi, dove si fanno promoto-ri di progetti di carità, che cambiano il volto del territorio La nostra firma,come sempre, raggiungerà sia quelli in Italia che i missionari nei Paesi invia di sviluppo.Tutti possono firmare. Anche chi non è più tenuto a consegnare il suomodello fiscale, come giovani al primo impiego, o pensionati con il loromodello CUD. Chiedete come fare in ufficio parrocchiale.Il bene che tutti insieme, grazie alla scelta personale di ciascuno, abbiamorealizzato fino ad oggi, parla da sé. Ce Io ricordano i rendiconti, sem-pre a disposizione, nelle locandine in fondo alla Chiesa e su internet.Facciamo crescere ancora la fiducia nelle opere di sacerdoti e volontari:collaboriamo con la Chiesa, per rispondere con l’evangelizzazione e conuna mobilitazione generosa alle necessità del nostro tempo.

Appello per il 1° MaggioSSppuunnttoo ppeerr uunn mmeessssaaggggiioo iinn ooccccaassiioonnee ddeellllaa ggiioorrnnaattaa

ppeerr ll’’88xx11000000 ddaa ppaarrttee ddeell ppaarrrrooccoo oo ddii ssuuooii ccoollllaabboorraattoorrii

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Ritengo opportuno e doveroso ricordare uno degli scopi e finalità di SerraInternational:

“Favorire e sostenere le Vocazioni al Sacerdozio ministeriale della Chiesa Cattolica,come una particolare vocazione a servire, ed operare per migliorare la considerazionee stima verso il Sacerdozio ministeriale e verso le Vocazioni religiose nella ChiesaCattolica”.

Mi si dirà - lo sappiamo... quale è la novità?-La novità è che sta per iniziare il tempo della denuncia dei redditi per tutti i contri-

buenti italiani e che noi serrani, quali cittadini/contribuenti italiani, possiamo/dobbia-mo operare e realizzare, anche per mezzo del sostentamento al Sacerdozio ministeria-le, il nostro servizio, con due strumenti a nostra disposizione, utilizzando appunto l’op-portunità della prossima denuncia dei redditi.

QQuueessttii ssttrruummeennttii cchhee nnoonn ccii ccoossttaannoo nnuullllaa,, ddoobbbbiiaammoo uuttiilliizzzzaarrllii pprrooffiiccuuaammeennttee..

11)) ll’’88xx11000000 a favore del sostentamento della Chiesa per i progetti di culto e pastora-li, per il sostentamento dei sacerdoti, per la carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.

22)) iill 55xx11000000 a favore della FFoonnddaazziioonnee IIttaalliiaannaa BBeeaattoo JJuunniippeerroo SSeerrrraa -- RRaammoo OOnnlluussper beneficenza ai seminari e seminaristi.

Sono due strumenti che tendono allo stesso fine, il sostentamento delle vocazionisacerdotali.

Il primo, 8x1000, direttamente alla Chiesa italiana per il sostentamento dei sacer-doti, ma non solo per il culto e pastorale e per la carità.

Il secondo, 5x1000, ancora alla Chiesa nello specifico delle Vocazioni (seminari eseminaristi) per mezzo della nostra FFoonnddaazziioonnee--RRaammoo OOnnlluuss.. I serrani, credenti impe-gnati, hanno scelto il loro servizio alla Chiesa principalmente nel campo delle vocazionisacerdotali e religiose; nella veste di cittadini/contribuenti si devono sentire impegnaticonseguentemente per il loro sostegno economico.

Ormai da due anni il 5x1000 è una possibilità in più che ci si propone nell’appun-tamento con la propria dichiarazione dei redditi.

È uno strumento importante che non cambia la nostra firma per l’8x1000 a favore dellaChiesa cattolica, ma offre l’opportunità a noi serrani, di renderla più preziosa per mezzodello strumento che la Fondazione Italiana Beato Junipero Serra ha messo a disposizione dadue anni in una visione moderna attenta alle opportunità legislative vigenti. (RRaammoo OOnnlluuss).

Su tutti i modelli fiscali della denuncia dei redditi CCUUDD 22001111 il riquadro in alto ériservato all’ 88xx11000000 - nella 2° casella del riquadro è scritto CChhiieessaa ccaattttoolliiccaa: apporrenella casella la firma del contribuente.

* * *PPiiùù iinn bbaassssoo ddeelllloo sstteessssoo mmooddeelllloo è riportato il riquadro riservato alla destinazione del

55xx11000000 - nella 1° casella a sinistra in alto - apporre oltre alla firma del contribuente

il serrano n. 12224

8x1000 e 5x1000due appuntamenti importanti

Francesco Baratta

vita del serra

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vita del serra

anche il codice fiscale del beneficiario: Fondazione Beato Junipero Serra - Ramo Onlus9955001188887700110055

È una possibilità in più che si aggiunge e dà a noi cittadini/contribuenti serrani,, lapossibilità di operare in favore di seminari e seminaristi. Ripeto: nnoonn ccii ccoossttaa nnuullllaa,, èsolo necessario ricordarcene al momento della firma della denuncia dei redditi sia peril solo modello Cud, che per il 730, che per il modello Unico.

Il serrano oltre ad esercitare questo doppio diritto/opportunità lo propone ai suoiamici, conoscenti, agli stessi Sacerdoti; anzi egli stesso si mette a disposizione deiSacerdoti per ogni tipo di collaborazione e/o sensibilizzazione.

Ricordo che in ogni Diocesi (Curia Vescovile) è presente l’Incaricato Diocesano per ilSostentamento che gradirà molto la nostra disponibilità e collaborazione; incontriamolo!

Tra i tanti modi del come collaborare ne indico in sintesi due:11)) ooffffrriirree la disponibilità di leggere (e magari commentare) ad ogni Messa della

Giornata di Sensibilizzazione (1 maggio), un appello alla Comunità parrocchiale, sulloschema riportato a fianco (CUD 2011)

22)) ooffffrriirree la disponibilità nel dare indicazioni pratiche e valoriali ai fedeli, per la scel-ta dell’8x1000 e del 5x1000, come da guida riportata (Guida alla firma 2011).

33)) rraaccccoogglliieerree nella propria Parrocchia, e in accordo con il Parroco, i modelli CUD -con le opzioni espresse a favore della Chiesa e del Serra, di quei parrocchiani/contri-buenti che di solito non si fanno carico di presentare alcunchè, perchè non obbligati (tito-lari di redditi da pensione); consegnare i Cud così compilati ad un centro Caf o alle Poste.

Cari amici serrani, quanto descritto sono mezzi utili, pratici, concreti, propri dellaico, al servizio della Chiesa, non lasciamoli inutilizzati per pigrizia o magari per pocaconoscenza che per il serrano non sarebbe giustificata

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9 5 0 1 8 8 7 0 1 0 5

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il serrano n. 12226

voci dai seminari

Un percorso di conversionee vocazione“Siamo stati creati in Cristo per leopere buone che Dio ha predispostoper noi prima della nascita” ricordaKiko Arguello. Ormai si sa che per ognuno di noiDio ha un disegno ed è proprio suquesto che l’iniziatore del camminoNeocatecumenale continua commen-tando un brano della lettera di SanPaolo Apostolo agli Efesini durante unincontro al Santuario “Divino Amore”di Roma per ricordare il 25°Anniversario dall’istituzione dellaGMG il 26 marzo 2010 dove eranopresenti, in mezzo a 35.000 giovani,anche 54 ragazzi provenienti dallanostra diocesi, indirizzati in questocammino. Ma chi è Kiko Arguello? FrançiscoArguello Nasce in Spagna il 9Gennaio 1939. È un religioso e pitto-re spagnolo, fondatore assieme aCarmen Hermendez e Mario Pezzidel cammino Neocatecumenale.Durante l’incontro citato, ero presenteanche io, che ho saputo risponderecon coraggio al progetto di Dio, insie-me a 320 ragazzi e 200 ragazze. Ritengo che il cammino sia capace direndere Dio presente nella tua vita, facrescere e maturare, ma soprattutto fascoprire l’amore di Dio nei confrontidelle sue creature.Un itinerario perfetto per la crescitaumana e spirituale.Riguardo al momento dell’incontro

avvenuto a Roma, non so perché hoofferto il mio SI, ma so di certo chel’ho fatto. Guardare quel Cristo con lebraccia spalancate sulla croce è statoin quell’attimo un emozione inspiega-bile. Senti che Gesù ti dice aperta-mente “ Coraggio! Non temere, vienia Me e farò tutto io”.Questo è il coraggio che bisogna

avere sempre nella vita, il coraggioche mi ha accompagnato fin dal mioingresso in seminario. Proprio su queste parole, l’invito cherivolgo ai giovani è: Coraggio, ilcammino vi aspetta!

Mirko NasiSeminarista

In questa rubrica vogliamo dare spazioai seminaristi e alle loro famiglie per conoscere il loro pensiero,

il loro modo di porgere la Parola di Dio. Li leggeremo con affetto e simpatia.

i seminaristi scrivono

Da sx: K. Arguello,Benedetto XVI,Carmen Hermen-dez, P. Mario Pezzi.

Il Signoreci sorprende sempre!Il Signore riesce sempre a sorprender-ci nei nostri progetti e, se Lo seguiamofiduciosi, ci rendiamo conto che hamolta più fantasia nel pensare lanostra vita! Si cade spesso, negli anni che si vivein Seminario, alla tentazione di piani-ficare l’evoluzione della propria stra-da, stabilendo da sé le direzioni da

intraprendere; ed io mi ero già imma-ginato, a conclusione dei cinque annidi studio a Siena, un bel quadrettodove avevo deciso dove, come equando essere ordinato diacono e poiprete. A metà febbraio arriva però la notiziadel trasferimento di Mons. Meini, ilmio Vescovo, a Fiesole: «addio pro-getti miei! – mi son detto – chissà chesuccederà di me!»; sfumava il mio belquadretto che mi ero dipinto e non mirendevo conto che quando il Signore

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voci dai seminari

ci sorprende con la sua fantasiosa ini-ziativa, riesce sempre a pensare lanostra vita molto più bella e ricca dicome, invece, l’avevamo pensata noi!Ed infatti, neppure finito il Seminario,il Vescovo Mario mi ordina diacononel mio paese natale, l’Isola delGiglio, nella Festa della Visitazionedella Beata Vergine Maria il 31 mag-gio; «servizio nella gioia»: sono statequeste le parole che mi hanno accom-pagnato da quella soleggiata giorna-ta di mare, di vento e di profondacommossa gratitudine per il dono dipoter servire Cristo nella Sua Chiesacome ministro ordinato!Ora però doveva arrivare il nuovovescovo nella mia Diocesi diPitigliano: il mio cammino formativonon si era ancora concluso ed io nonsapevo minimamente che cosa avreb-be deciso il nuovo arrivato! Si affac-ciavano alla mente un’infinità di pro-spettive e, più ci pensavo, più mi con-vincevo che solo affidandomi allaProvvidenza di Dio, potevo veramenteseguire il disegno di Dio su di me. Allafine, dovevo lasciarmi guidare.Veramente il Signore ci sorprendesempre! Il giorno dopo il suo ingresso, mi pre-sento di prima mattina dal VescovoGuglielmo Borghetti: «Eccomi!» e mipresento; una settimana dopo mi pren-deva con sé per aiutarlo come segreta-rio personale. Se c’era un servizio cheavevo escluso dalle possibilità era pro-prio quello di segretario del Vescovo!Eppure riconosco in questa soluzioneuna grande grazia che mi è stata data:conoscere la Diocesi con una sguardoampio e completo, assimilando unmodo di vivere il ministero in manieraveramente ecclesiale, ed allo stessotempo poter imparare dal Vescovo unostile sacerdotale affascinante, umano,vivace e di grande respiro!I primi anni della vita ministeriale,infatti, sono molto importanti perchéimprimono uno stile, un modo di esse-re, un carisma che, poi, ci accompa-gna per tutta la vita; il vescovo ed ilpresbitero che prevalentemente ciaccompagna hanno un ruolo fonda-mentale in questo processo e spessone plasmano le caratteristiche princi-pali.Ho così vissuto, con semplice entusia-

smo, i miei mesi diaconali fino al 9gennaio scorso, quando il VescovoGuglielmo mi ha ordinato presbiteronell’antica Cattedrale di Sovana per laFesta del Battesimo di Gesù alGiordano; il mio cuore è stato colmodi meraviglia e di commozione!Meraviglia nel vedere come il Signoresi possa servire di strumenti poveri edinsufficienti per poter raggiungereogni uomo sulle strade di questomondo! In particolare nei sacerdoti sirende evidente questa gloria di Dio,che risplende proprio perché in con-trasto con la natura limitata dell’uomo!Commozione perché è proprio con meche il Signore ha scelto di scrivere unapagina nuova ed irripetibile di annun-zio della bella notizia del Suo Amore!Con questo importante appuntamentodel sacerdozio mi sono reso contodell’incommensurabile distanza checorre tra la mia povertà umana e lagrandezza del dono che mi è statoconcesso.«Assimila e vivi lo stile di Gesù, diventasolidale con i tuoi fratelli, prendi su di tele gioie e i dolori, le fatiche e le spe-ranze, le preoccupazioni e le aspira-zioni degli uomini, per manifestare lorol’amore di Dio e portarli nella comunio-ne divina»; così il Vescovo si è rivoltonell’omelia dell’ordinazione, indicando-mi in Gesù l’unico modello da seguireper poter essere un prete «accogliente,umile, coraggioso, mescolato tra tutti,innamorato di Dio, generoso e servizie-vole sempre e comunque».Non posso non tenere oramai nel miocuore questi due grandi misteri che mihanno segnato nelle due ordinazioni:la Visitazione di Maria ad Elisabetta eil Battesimo di Gesù al Giordanosaranno le due icone che plasmeran-no la mia vita sacerdotale!

La Provvidenza

Ogni tanto nella vita, e specialmentein queste ore decisive, è bello e giustoconsiderare il cammino che il Signoreci ha fatto percorrere, e riconoscervi isegni della Sua Provvidenza: guar-dando indietro la mia vita, vi sonomolte figure che mi hanno segnato nelcammino verso il sacerdozio: indub-biamente ci sono i miei genitori, chemi hanno educato alla fede fin da pic-

colo e mi hanno insegnato il serviziocome stile di vita nel dono di sé inogni occasione! Un’altra figuraimportante è stata don Albano, ilmio parroco da bambino all’Isoladel Giglio: ricordo ancora con gioiaquando gli facevo da chierichettoalla Messa, per le Benedizioni dellefamiglie, ai funerali, alle Rogazioni! Determinanti sono poi stati gli anniche ho passato a Pitigliano in ConvittoVescovile insieme a don Tito, donGino e don Lido in prima e secondasuperiore: praticamente mi sentivo giàseminarista insieme con loro!Gli anni dell’Università mi hannosegnato ulteriormente, soprattuttonell’esperienza di fede che ho vissu-to con Comunione e Liberazione: inquesta compagnia ho realmente sco-perto un’amicizia “guidata dal desti-no” che mi ha obbligato ad andarea fondo nel senso ed nelle ragionidella mia fede!Altri grandi doni, che mi sono statidati come segni dell’Amore di Dio,sono stati i Vescovi che mi hanno ordi-nato, Mario e Guglielmo, poi anchedon Michele, mio parroco al Giglioquando sono entrato in Seminario:con loro ho sperimentato concreta-mente l’affetto e la vicinanza paternadi Dio che mette sempre al momentogiusto le persone determinanti!Starei qua a scrivere ancora per oreed ore, ma non voglio annoiare ulte-riormente il lettore e lascio fuori daquesta lista tantissimi amici ed ami-che che anche sono stati segni prov-videnziali di Dio nella vita e cherimarranno sempre tesori preziosinel mio cuore!

don Emanuele Bossini.

don Emanuele Bossini

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DDiissttrreettttoo 7777Il Governatore del Distretto 77, Dott. Salvatore La Spina, ha tenuto una relazione sui Serra Club e sulla loro attività ai

Vescovi di Sicilia, presso la sede della Conferenza Episcopale Siciliana (CESI). All’incontro erano anche presenti Maria LoPresti Presidente del club di Palermo, Renato Vadalà componente del Cnis, ed Angelo Magrì Segretario distrettuale e PastGovernatore.

L’Arcivescovo di Palermo, Presidente della CESI, il Card. Paolo Romeo, ha introdotto e presentato le finalità del movi-mento Serra, che come lui stesso ha detto è conosciuto in tutto il mondo, sottolineando le caratteristiche connesse con la vici-nanza ai seminaristi ed ai sacerdoti. Con la sua relazione, il Governatore, dopo una breve introduzione sulla storia del movi-mento, ha accennato all’organizzazione dello stesso, alle sue finalità ed attività, ed alla attuale situazione nel territorio delDistretto. In particolare è stata sottolineata la dimensione del servizio a vantaggio della Chiesa quale supporto per le attivitàvocazionali delle Diocesi, ricordando che ogni serrano è mosso dal desiderio di vivere con impegno la fede cristiana. La rela-zione è stata seguita con interesse e tanti sono stati gli interventi volti ad avere chiarimenti su come si costituisce un club.

Immediati sono stati gli sviluppi: la richiesta da parte dell’Arcivescovo di Monreale, Mons. Salvatore Di Cristina, di unincontro per rimodulare il club che è stato messo in revisione; la sollecitazione del Vescovo di Caltagirone, Mons. CalogeroPeri, per l’avvio di un club nella sua Diocesi. In questi mesi si sono già realizzati incontri col Vescovo di Caltagirone e conl’Arcivescovo di Messina, in vista dell’apertura di nuovi club. Maria Lo Presti

Il 27 febbraio scorso si è svolta una proficua riunione del Consiglio del Distretto 77. All’incontro, convocato dal gover-natore dott. Salvatore La Spina, sono stati invitati, oltre ai componenti del Consiglio, anche presidenti dei clubs ricadentinel Distretto.

L’ordine dei lavori prevedeva l’adeguamento delle attività distrettuali alle impostazioni ideate e impartite al nostro soda-lizio dalla presidenza Viti, impostazioni alle quali tutti i presenti hanno dimostrato di aderire convintamente.

I presidenti dei clubs hanno poi riferito sulle attività e realizzazioni di loro competenza, e si è potuta ricavare l’impres-sione di un distretto complessivamente in buona salute; anche i dati della situazione economico-finanziaria del Distrettosono apparsi pienamente soddisfacenti.

Una felice coincidenza ha infine permesso, al termine dei lavori, di ascoltare una deliziosa conversazione offerta ai socidel club di Catania dalla past presidente nazionale Gemma Sarteschi, su un tema particolarmente caro come quello dell’a-micizia. Casimiro Nicolosi

Il Serra ospite della C.E.Si.

GGeennoovvaa NNeerrvvii 447766

Come è ormai consuetudine, il Serra di Nervi ha iniziato il suo ciclo di incontri mensili ricevendo la gradita visita deldott. Giovanni Amoretti, Governatore del Distretto 70. La serata è stata arricchita dall’inserimento di due nuovi, qualificatisoci, ai quali il Governatore ha rivolto, a nome di tutti i soci del club e del Distretto, un caloroso indirizzo di saluto.

Il dott. Amoretti ha sottolineato, a tale proposito, che l’impegno al rinnovamento, inteso non soltanto come ringiovani-mento anagrafico quanto come desiderio di offrire una luminosa testimonianza personale, ha costantemente accompagnatoil cammino del nostro Sodalizio. In un mondo attraversato da profondi mutamenti, il serrano è consapevole dei nuovi bisog-ni che emergono negli ambienti laicali nei quali è chiamato a vivere la sua vita.

L’ingresso di nuovi soci è fondamentale per assicurare, grazie alla loro carica di entusiasmo e alla capacità di leggerecon occhi nuovi la realtà, un’immissione di linfa vitale, preziosa per il futuro dei nostri club. Il tutto, comunque, nella fedeltàalle tradizioni, allo spirito e ai valori dei tanti serrani che, in questi decenni, hanno vissuto con impegno e coerenza la lorovocazione. E qui il Governatore ha richiamato la figura di un grande serrano, una delle “colonne” del Sodalizio in Italia, ildott. Bruno Baracchi, che poco più di un anno fa è tornato alla Casa del Padre.

Il ricordo di Bruno, che con la sua vita ha pienamente incarnato il patrimonio di valori del Serra, è stato condiviso dal-l’attuale Presidente del Genova Nervi, rag. Aldo Carlevaro, nonché dal Past Presidente e cofondatore dott. Francesco DiBella. È lui la figura modello che possiamo indicare ai nuovi soci.

Sergio Borrelli

Visita del Governatore

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MMaassssaa CCaarrrraarraa 554422

Il concorso scolastico, che ha interessato tutte le scuole medie inferiori e superiori della Provincia, è stato svolto, comeal solito, con la collaborazione del Provveditorato agli studi di Massa Carrara, e dall’ufficio Diocesano scuola.

Alla premiazione erano presenti oltre che il Governatore del distretto 71, Avv. Riccardo Bastianelli, autorità civili e reli-giose, docenti, alunni con genitori ed amici, il presidente del Club Italo Schettini, nonché un buon numero di soci serrani.

Al concorso, giunto alla 15a edizione, hanno partecipato 98 ragazzi. Numerosi sono stati i temi meritevoli di segnala-zione, rendendo il compito della Commissione esaminatrice molto ardua e laboriosa.

Prima di procedere alla premiazione la Presidente della commissione esaminatrice rivolgendosi a tutti i partecipanti haespresso il suo compiacimento e le sue congratulazioni perché hanno lavorato con impegno e responsabilità, proseguendo«non dimenticate, tuttavia, che ogni traguardo comporta fatica e lavoro, senza i quali non è possibile ottenere esiti positi-vi. Oggi attraversate un periodo particolarmente lieto per la vostra giovane età, per le speranze che nutrite per il vostrodomani e che confidate di poter realizzare. Cari ragazzi; non dimenticate che le nostre mancanze e delusioni si vinceran-no trasformandole in prove d’amore, a dimostrazione di fedeltà all’uomo e a Dio. E voi siate portatori di valori e di dotimorali, per donarli a chi ci sta vicino, nella famiglia, nella scuola, del mondo del lavoro.

Mi piace concludere questo mio saluto con le parole di Madre Teresa di Calcutta: “La vita è benedizione, sperimenta-la!; La vita è un dovere, portalo a termine! – la vita è troppo preziosa, non distruggerla.»

Per le scuole medie superiori i vincitori sono risultati: al I° posto Stella Fornasari dell’Istituto Belmesseri di Fivizzanocon la seguente motivazione: Il lavoro si rivela immune da difetti nella sensibilità e capacità espressive dell’animo umano.La candidata ha capito il valore della pace universale, partendo dalle espressioni personali di vita vissuta, sia pure con qual-che difficoltà: è donandosi agli altri che l’uomo raggiunge la serenità e la gioia per avere compiuto il proprio dovere. Il tuttoesposto con chiarezza e lucidità che rivelano un positivo processo di formazione e di maturazione.

Al secondo posto Luca Cerioli e al terzo posto Emanuele Barbozza entrambi dell’ Istituto Belmesseri di Fivizzano.Per le scuole medie inferiori il I° posto se lo è aggiudicato Sara Corsi della 3a media Leonardo da Vinci di Avenza

Interpretando il tema senza curare particolarmente la forma, ma in modo riflessivo e personale, Sara offre di sé l’immaginedi un’adolescente che cerca di scoprire il proprio mondo emotivo interiore e di progettare il futuro, valuta in modo critico ciòche ha ricevuto ed in particolare il tempo nel quale si trova a vivere, cerca di formulare criteri di valutazione indipendenti.

Al secondo posto Rebecca Bonugli della scuola media Staffetti di Massa e al terzo posto Eva Rosaia della scuola mediaDante Alighieri di Aulla.

La commissione ha inoltre assegnato un attestato per il meritevole svolgimento eseguito, agli alunni: Lorenzo Coronella,Chiara Scatena, Nickolò Della Pina.

La festa della premiazione è stata allietata da una eccellente serata musicale, alla quale hanno contribuito in modo lode-vole il Maestro violinista Nicolae Tudor e la corale P.A. Guglielmi di Massa.

Artimio Ratti

Premiazione del Concorso scolastico

BBrriinnddiissii 11004411Si è svolto, nell’aula magna del Seminario Arcivescovile “Benedetto XVI” un incontro di studio sulla figura di mons.

Giacomo Perrino (1906-1990).Nella sala gremita di un pubblico attento ha aperto i lavori con la recita della preghiera del Serrano e gli indirizzi di salu-

to Don Alessandro Luperto, Rettore del Seminario.A seguire il saluto del dr. Angelo Pomes, presidente del Serra Club di Brindisi e la relazione del prof. Giacomo Carito

che ha affrontato il tema: Il ’900 come tempo appreso nel pensiero di Mons. Giacomo Perrino; la dott.ssa Katiuscia DiRocco ha illustrato La libreria di mons. Giacomo Perrino nella biblioteca “Annibale De Leo”.

Testimonianze su mons. Perrino sono state offerte da S. E. Mons. Settimio Todisco, dall’on. Domenico Mennitti, dallaprof.ssa Marisa Corciulo e dal prof. Franco Totaro. Ha coordinato i lavori il giornalista dr. Renato Rubino.

Infine, nel suo intervento conclusivo, S. E. Mons. Rocco Talucci, arcivescovo di questa Diocesi, ha voluto ribadire il fattoche “il vescovo esplicita la presenza dei sacerdoti nella Diocesi” è che la diversità di ogni sacerdote si riconduce poi all’uni-tà di Gesù Cristo. Ed è per questo, ha detto Mons. Talucci, che è fondamentale saper apprezzare il sacerdote in quanto tale.

Mons. Giacomo Perrino (1906-1990)

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Aldo Marchese,serrano da imitare

Caro Aldo,la notizia del tuo ritorno alla Casa del Padre mi ha sconvolto, lasciandomi in

profondo sgomento e tristezza.Ti ho incontrato la prima volta in una riunione di formazione del nostro Club

proprio nel teatro del Seminario di Potenza e subito abbiamo simpatizzato. Nonera difficile entrare in sintonia con te sempre disponibile, pronto ad aiutarechiunque si trovasse in difficoltà e volentieri con il tuo automezzo ti impegnavia rilevare ed accompagnare a casa quei Soci che fossero impediti a raggiungereil luogo di incontro; così come è avvenuto spesso in occasione dell’appuntamentomensile di “Preghiera per le vocazioni” svolto presso il Seminario Maggiore diPotenza, posto fuori città alle ore 21 del 2° giovedì di ogni mese; appuntamentoal quale non sei mai mancato.

La tua forza morale scaturiva proprio dalla profondità della tua Fede acquisitasui banchi della scuola presso il Seminario di Potenza, fortificatasi conl’appartenenza all’Azione Cattolica per completarsi nel tempo con lapartecipazione al Club Serra di Potenza, presso il quale con tanta umiltà emodestia hai esercitato volta per volta il tuo servizio puntuale e concreto.

Sei stato tra i Soci fondatori del Club; hai profuso tutte le tue energienell’adempiere alla funzione di Tesoriere, per poi assumere la responsabilità diPresidente nell’anno 1997, durante il quale il nostro Club ha attarversato unperiodo di stanca e, per la scarsa partecipazione alla vita sociale di alcuni, sipensava di restituire la charter alla Presidenza Nazionale. È proprio in queimomenti la tua profonda Fede cisuggerì di non abbandonare, ma dichiedere l’Aiuto Divino per una causagiusta ed importante, per cui insiemeper tante sere ai piedi del Tabernacolo,un pò avviliti, ma pieni di entusiasmoe di certezza abbiamo chiesto edottenuto dal Signore la ripresa delleattività del sodalizio.

Sono piccoli episodi della tua vitache rappresentano l’uomo, il fedele, ilserrano consapevole che l’azioneumana non potrà mai avere quei fruttidesiderati se non è preceduta edaccompagnata dalla preghiera.

Noi ti sentiamo sempre vicino,certi che dal Cielo continuerai atrasmettere ogni buon suggerimentoper il bene della tua famiglia e delClub, al quale ci tenevi tanto.

Lucio Lacerenza

La notizia ha suscitato profondatristezza nei serrani altamurani per laimprovvisa scomparsa a 43 anni diPadre Enzo Fiore, nostro Cappellano.

Padre Enzo si è formato nellaFraternità di Betania a Terlizzi (BA),divenendo presbitero il 16 marzo2002, poi è entrato nella DiocesiAl tamura-Gravina-Acquaviva .Infine, Amministratore Parrocchialedella Chiesa di Maria SS. Addoloratadi Poggiorsini, dove, di lì a poco,sarebbe diventato Parroco.

Resta ora vivo il ricordo del suosorriso che lo distingueva, che haamato il Serra fin da quando assunsel’incarico conferitogli dal Vescovo,Mons. Mario Paciello, il 29 novem-bre 2009.

A noi serrani altamurani e a quan-ti hanno avuto la fortuna di conoscer-lo o incontrarlo, resta anche il ricordodelle sue catechesi, fortemente volutedal Presidente del Club, RaffaeleLobosco e della sua partecipazione alCongresso Nazionale del 2010,all’incontro dei nostri Cappellani,presieduto da S. Em. Cardinale JosèSaraiva Martins e organizzato dalPresidente Nazionale, Donato Viti, aViterbo nel 2011.

Ancor più vivo è il ricordo di unagiornata spirituale serrana trascorsanella sua parrocchia domenica 13febbraio e domenica 6 marzo in occa-sione dell’ingresso di nuovi sociavvenuto durante la celebrazionedella Santa Messa, presso laParrocchia del Sacro Cuore diAltamura.

Padre Enzo sei stato chiamatonella Casa del Padre, continua, ora, aguidarci con il tuo sorriso come aveviprogrammato con l’aiuto di Maria,Madre delle Vocazioni.

Nicola Lobosco

AAllttaammuurraa 885577In ricordo diPadre Enzo

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Il noto stomatologo, dr. Franco Abeniacar, ha presentato al Serra il Vangelo apocrifo di Pietro, ritrovato durante una spe-dizione archeologica francese nel febbraio 1887 ad Akenin, in una tomba del VII-VIII secolo insieme ad altre pergamene:una copia frammentaria dell’Apocalisse di Pietro, una copia del libro di Enoch.

Prima di analizzare questo discusso testo è importante definire cosa si intende per “apocrifo”. Un tempo, designava queilibri che erano destinati ad una cerchia particolare di lettori, agli iniziati di una qualche corrente di pensiero, un pò come eranoad esempio presso i Romani i libri sibillini o lo ius pontificum.Ma da un certo periodo in poi i cristiani se ne servirono perdesignare scritti sospetti di eresia, non conformi all’insegnamento ufficiale e quindi in generale poco raccomandabili, anzi daecludere non solo dalla liturgia, ma dalle mani dei fedeli.

Pertanto per i cristiani dei primi secoli, canonico, equivaleva a santo, divino, senza errore determinante. L’ultimo passodi questo sviluppo semantico, lo abbiamo con il sinodo di Laodicea del 360, dove all’articolo 59 si dice che viene vietatodi leggere in Chiesa, salmi e libri che non siano canonici: i libri dell’Antico Testamento e Nuovo Testamento della metà delI secolo costituiscono un insieme detto canone, termine che divenne presto sinonimo di Bibbia. Conseguentemente, venne-ro contrapposti al canone, gli apocrifi, cioè quei libro che non furono “canonizzati” dalla Chiesa.

Infatti, pur essendo diffuso dall’Egitto alla Turchia già nel secondo secolo, vediamo che il Vescovo di Antiochia, Serapionenel 199 decretò che esso non venisse più letto nelle Chiese, anzi ne ordinò la distruzione in quanto ritenuto apocrifo.

L’accusa che veniva fatta era quella di eresia in quanto si rifaceva alla dottrina gnostica del docetismo che minava alleradici il mistero di Cristo, in quanto negando la concretezza della condizione umana del Figlio di Dio, esclude di fatto lapossibilità dell’incarnazione. Al Verbo veniva semplicemente assegnata una esistenza umana apparente, rendendo pratica-menete destoricizzata e pertanto ininfluente ai fini dell’opera di rivelazione e di salvezza da lui compiuta.

Dagli scritti dell’apostolo Giovanni si apprende che idee simili al docetismo, già serpeggiavano in seno alle prime comu-nità cristiane: “Ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne è da Dio; ogni spirito che non riconosceGesù, non è da Dio”( 1 Gv4,2-3). Qui è chiaramente espresso la regola di fede: Dio che mentre si è fatto “carne” (cfrGv1,14), cioè uomo in tutto simile a noi,è rimasto Dio.

Vediamo ora i passi del Vangelo di Pietro, fra quelli giunti a noi, ritenuti da Serapione in odore di docetismo: “[VP 10]Condussero due malfattori e crocifissero il Signore in mezzo a loro. Ma lui taceva quasi che non sentisse alcun dolore”; “[ VP 19] Ed il Signore gridò dicendo “Forza mia, forza mia mi hai abbandonato!” E mentre così diceva, fu assunto”.Quil’assunzione si può riferire solo al Gesù Dio e non al Gesù uomo. Mentre se leggiamo Matteo e Luca, è chiarissimo chesempre Gesù Dio muore insieme a Gesù uomo.

Serapione si vede quindi per l’evidenza del testo a ritenere apocrifo il Vangelo, a ritenerne falsa l’attribuzione e a decre-tarne la proibizione dell’uso liturgico. Ovvia pertanto, l’esclusione dal canone.

Monica Cuzzocrea

Il Vangelo ritrovato dall’Apostolo Pietro

CCaasscciinnaa 557733

Il Serra Club di Cascina piange la scomparsa del suo Cappellano e Proposto di San Frediano a Settimo, Don RiccardoNieri. È una gravissima perdita per il Club, per la parrocchia, per la Chiesa pisana, ove lascia un vuoto incolmabile.

Il giorno 31/1 u.s. si sono celebrate le esequie presiedute da S.E. l’Arcivescovo di Pisa Mons. Giovanni Paolo Benotto:erano presenti tanti confratelli e tutta la comunità si è stretta intorno al suo Pastore per esprimergli amore e ricoscenza nel-l’ultimo saluto. La cerimonia funebre, però, permeata da palpabile commozione e conclusasi con un applauso liberatore, unavolta terminati i canti e tornato il silenzio ha lasciato il posto ad un profondo senso di smarrimento, mitigato soltanto dallacertezza che Don Riccardo è già tra i Santi in Paradiso e contempla ora il Volto di Dio.

Don Riccardo ha conosciuto subito la gravità della malattia manifestatasi oltre un anno fa, ma l’ha accettata come provadel Signore, l’ha sopportata con dignità e serenità, sostenuto fino all’ultimo da una fede radicata e confortato dalle preghiereche incessanti salivano al Cielo per impetrare la sua guarigione. Ora è tornato alla Casa del Padre e, pur nell’afflizione, dob-biamo inchinarci alla volontà di Dio i cui disegni sono a volte imperscrutabili.

Don Riccardo Nieri

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AAvveerrssaa 11000022Momenti di grande emozione ha vissuto il popolo diocesano di Aversa quando Mons. Angelo Spinillo, Vescovo desi-

gnato dal Papa alla guida dell’antica Diocesi aversana, ha varcato le soglie di Aversa. Dall’Arco dell’Annunziata (PortaNapoli), il nuovo Vescovo ha percorso a piedi il tratto di città fino alla Cattedrale tra ali di folla festante e seguito dalleCongregazioni, dalle Associazioni dei laici e tante, tantissime persone della Diocesi di Aversa, ma anche, numerosissimequelle di Teggiano – Policastro.

Sessanta anni, un bel viso gioviale, sorridente, uno sguardo intenso, vivo, una prestante figura fisica, Mons. Spinillo èpiaciuto al suo nuovo “gregge”, stando ai commenti gioiosi che chi vi scrive ha avuto modo di ascoltare tra la folla: credolo abbia subito conquistato. Il tono pacato, gradevole si è diffuso tra i presenti, mentre nelle navate laterali e sul piazzaleesterno i fedeli erano incollati con gli occhi ai numerosi schermi disposti per rendere visibile a tutti il solenne momento.

Al termine della celebrazione il Cardinale Sepe, nel suo simpatico intervento ricco di humor, ha salutato il nuovoVescovo augurandogli un ministero proficuo per la Chiesa locale e terminando, come ormai di consueto, con il suo napole-tanissimo “ ’A Maronna v’accumpagne”. Alberto Alfano

Mons. A. Spinillo nuovo Vescovo

PPootteennzzaa 771122L’attuale Presidente Beniamino Calvello, uomo di azione e soprattutto esperto delle attività che si svolgono in altri

Clubs, ha impresso un ritmo di associazionismo volto soprattutto all’esterno, attuando l’obiettivo di portare il Serra in ogniParrocchia della città per illustrare le proprie finalità ed eventualmente indurre altri fedeli a seguire e partecipare alla vitadella nostra Associazione.

Si è iniziato con la Parrocchia SS. Apostolo Pietro e Paolo. Prima della conferenza è stata celebrata la S. Messa in suf-fragio del nostro caro amico e socio fondatore del Club Aldo Marchese, che ricordiamo sempre con affetto nelle nostre pre-ghiere. Quindi nei locali conferenze la relazione è stata tenuta dal Prof. Rocco Gentile sul tema: “Da una società multicul-turale ad una società interculturale. Ecumenismo e dialogo interreligioso”.

Lunedì 7 febbraio u.s. la conferenza si è svolta presso la Parrocchia Maria SS. Immacolata alla presenza del giovane ParrocoDon Donato Lauria sul tema: “Dialogo interculturale e interreligioso: fonte di ricchezza per un rispetto reciproco, per una sin-cera comprensione e per una riconciliazione, senza cedimenti al relativismo ed al sincretismo”. Il Relatore Padre DonatoGiordano, Priore del Santuario Benedettino di Picciano (Mt) ha evidenziato che “il dialogo non deve diminuire i valori dellealtre religioni e il cristiano deve prendere coscienza in sé stesso del rispetto reciproco e superare gli steccati del passato”.

Lucio Lacerenza

Il Serra nelle Parrocchie

LLiivvoorrnnoo 448866Dopo aver ricordato l’amico Dott. Massimo Ceccarini recentemente scomparso S.E. Mons. Simone Giusti nella sua intro-

duzione ha illustrato i progetti diocesani di avviamento ad una sana attività sportiva e ricreativa dei giovani attraverso la real-tà degli oratori.

È stata poi la volta del Dott. Piero Dinelli presidente emerito del Panathlon, associazione fondata in Italia nel 1951 il cuiscopo è l’affermazione dell’ideale sportivo e dei suoi valori morali e culturali, quale strumento di formazione ed elevazio-ne della persona e di solidarietà tra gli uomini e i popoli.

Ha proseguito il Dott. Claudio Rigolo, che ha raccontato il suo vissuto; l’incidente che lo ha reso paraplegico e la suaforza, la sua voglia di affermarsi come atleta e come persona al di là delle limitazioni che hanno condizionato la sua vita,ma al contempo hanno costituito una sfida ad andare avanti sia per sé, sia per le altre persone.

Infine ha raccontato la sua esperienza l’ex portiere della Nazionale di calcio Giovanni Galli, maturato attraverso la pra-tica sportiva come professionista e soprattutto come uomo. Galli ha sottolineato come spesso, anche per colpa delle troppeaspettative dei genitori, i giovani sportivi ricorrano alle scorciatoie, alla furbizia per primeggiare anche senza averne le doti.Ha proseguito raccontando la sua terribile esperienza vissuta il 9 febbraio 2001 quando per un incidente stradale perse lavita il figlio di 17 anni, Niccolò Galli, esperienza narrata nel libro “la vita ai supplementari”.

Luca Mastrosimone

«L’etica nello sport, un valore ancora attuale»

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SSaann MMiinniiaattoo 997788

Il Progetto culturale della chiesa italiana, fortementevoluto dal card. Camillo Ruini, è una delle principali sfideche il mondo ecclesiale sta lanciando nei confronti di tuttala società italiana. Parte integrante ed argomento base delprogetto è il tema della sfida educativa. A Palazzo Grifoniil dott. Vittorio Sozzi, responsabile del servizio nazionaleper il Progetto culturale della Cei, ha presentato il volumeintitolato «La sfida educativa», edito da Laterza. Il testo,scritto a più mani da autorevoli esperti, tratta molte delleproblematiche odierne vissute dagli educatori, dalla scuo-la, ma soprattutto dalle famiglie italiane che si trovano adiretto contatto con giovani da educare. Questo «rappor-to-proposta» ha l’ambizione di rivolgersi non solo allaChiesa e ai cattolici ma al Paese nel suo complesso.

Il volume di oltre 200 pagine, è articolato in un capi-tolo introduttivo di taglio antropologico, nel quale vengo-no approfonditi il carattere e i requisiti essenziali del pro-cesso educativo. Nei capitoli successivi sono trattati i variambiti concreti nei quali l’educazione si sviluppa: dallafamiglia alla scuola, alla comunità ecclesiale, ai luoghi dilavoro, ai media, allo sport ed anche allo spettacolo.

«La questione fondamentale è che risulta difficile,quasi impossibile educare in un contesto di generale man-canza di senso», ha affermato Sozzi: «Le famiglie si tro-vano a dover intraprendere itinerari educativi spesso senzaavere alle spalle una certezza dei valori. Lo spirito moder-no ha perso l’orientamento, l’uomo di oggi è insicuro, equesto profonda incertezza porta addirittura alla sensazio-ne di non potere, e non sapere, più educare. È necessario?continua Sozzi? rivolgersi con particolare attenzione aigiovani che vivono una società che appare satura, in cui ècomplicato esprimersi».

All’incontro, organizzato dal Serra Club di SanMiniato e moderato dalla presidente Angela LastrucciBacchereti, ha preso parte anche mons. Tardelli, che oltrea presentare il dott. Sozzi ha sottolineato: «Il tema dellasfida educativa è molto sentito dalla Chiesa italiana, emolto attuale. Una tematica, verrebbe da dire, d’emergen-za, sulla quale occorre fare riflessioni attente.

Michael Cantarella

La sfida educativaPPoonnttrreemmoollii 882277

Marco Bersanelli è professore di Astronomia eAstrofisica e Direttore della Scuola di Dottorato in Fisicadell’Università di Milano. Si occupa di Cosmologia osser-vativa ed in particolare di misure del fondo cosmico dimicroonde, la luce fossile rilasciata nell’universo primor-diale.

“Chi ha raggiunto lo stadio di non meravigliarsi più dinulla dimostra semplicemente di aver perduto l’arte delragionare e del riflettere” (M. Planck 1858-1947).

Il prof. Bersanelli ha cominciato con la citazione delgrande fisico e la meraviglia traspariva da ogni sua paro-la così precisa e semplice con la quale ha introdotto con-cetti così oscuri e affascinanti.

L’osservazione del cielo, nata fin dall’antichità, hasegnato la coscienza degli uomini in ogni cultura, ponen-do domande sulla nascita della volta celeste ed evocandoin essi il senso religioso. Da Galileo fino ai nostri giorni ilprogresso dell’astronomia ha permesso di indagare l’uni-verso, fino a poter definire come l’inizio, 14 miliardi dianni fa, fosse solamente uno stato di altissima densità etemperatura. L’espansione cosmica e il conseguente raf-freddamento dello spazio ha consentito la formazionedelle strutture e creato le condizioni per la formazionedella vita. Proprio per studiare la luce cosmica è nato,all’interno del progetto “Planck Surveyor” del quale ilprof. Bersanelli è iniziatore e parte fondamentale, il satel-lite Planck partito dalla Guyana Francese nel maggio 2009con lo scopo di raccogliere nuovi dati. Questa impresasembra rinnovare nell’uomo moderno il senso del misteroe della meraviglia degli antichi. Secondo Bersanelli lacosmologia contemporanea conserva e approfondisce nel-l’immagine dell’universo tutto ciò che la tradizione giu-daico-cristiana aveva intuito come segni delle caratteristi-che del creatore e del Suo rapporto con l’uomo e la crea-zione: “studiare sempre più a fondo la perfezione chemuove l’universo può essere il modo migliore per com-prendere la grandezza di Chi gli abbia dato origine.”

Attraverso questa “chiacchierata”, come il professoreha definito il suo intervento, egli ha entusiasmato la pla-tea, con l’uso anche di slides che, nel mettere a confrontole straordinarie immagini dell’Universo ed il pensiero del-l’uomo che, passando dai Salmi alla “Divina Commedia”di Dante, a Galileo, a vari premi Nobel della fisica fino aDon Giussani e a Papa Benedetto XVI, hanno fatto com-prendere come tutto “parta” e “conduca” al Creatore.

Sintesi perfetta di questo incontro sono le parole diBenedetto XVI con cui il prof. Bersanelli ha chiuso l’in-contro: “Per noi Dio non è un’ipotesi distante, non è unosconosciuto che si è ritirato dopo il “big bang”.

Enrico Mori

All’origine dell’universo

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dai club e distretti • dai club e distretti • dai club e distretti • dai club e distretti • dai club e distretti • dai club e distretti •

RRoovviiggoo 559944La musica che spesso accompagna la liturgia sacra nelle nostre chiese da alcuni decenni risente dei motivi di successo

in voga tra la gente; temi a cui sono state semplicemente sostituite le parole. Anche l’organo è stato messo in disparte; alsuo posto, e per essere in sintonia con la laicità della musica, il frastuono di chitarre, batteria, tastiere.

Uno stravolgimento della tradizione che piace ai più giovani ma lascia perplessi molti praticanti abituati a trovare, neiluoghi di culto, atmosfere raccolte, il suono solenne dell’organo e, quando possibile, un coro che accompagna lo svolgi-mento della messa con brani di musica sacra se non legati al canto gregoriano.

Su questo argomento ha portato il suo contributo di esperienza e conoscenza l’avvocato Giannicola D’Amico, in quan-to autore di una tesi di laurea del tutto innovativa, basata sulla musica gregoriana, che il Conservatorio Venezze ha fatto pub-blicare. Il giovane avvocato, infatti, dopo il diploma con il massimo dei voti in pianoforte, organo e composizione organi-stica, musica corale e direzione di coro presso il Conservatorio di Bari, ha conseguito la specializzazione in composizionepolifonica vocale e direzione di coro presso il Conservatorio rodigino.

Giannicola D’Amico ha riferito di situazioni consimili nel corso dei secoli, a iniziare dal medioevo fino all’800, quan-do il melodramma era entrato di prepotenza anche nella liturgia cattolica: “Ma allora la fede era solida. Oggi la situazioneè molto diversa per la secolarizzazione di tipo sociale, religioso e liturgico che è avvenuta”, ha detto. E citando le parole diPapa Paolo VI ha aggiunto: “Non tutto quello che è fuori dal tempio è adatto a varcarne la soglia, perché l’intromissioneavviene attraverso una società che non è più cristiana”. Si deve, quindi valutare ciò che si può introdurre: “Il canto liturgi-co è parte integrante della liturgia della messa e il canto deve accomunare i fedeli e il celebrante”.

Il problema, tuttavia, ha origini più concrete: la mancanza di preparazione al canto liturgico per i seminaristi che si pre-parano al sacerdozio; un dato che deve essere recuperato con la musica corale e organistica. E c’è la difficoltà a trovare orga-nisti in grado di fornire un accompagnamento idoneo alle celebrazioni solenni.

“La liturgia non è di nostra proprietà ma una espressione di sacralità che deve essere conservata nei suoi caratteri fon-damentali”, ha concluso.

L’incontro, che ha registrato anche la presenza del vescovo Lucio Soravito De Franceschi, si è concluso con alcuni branidi musica sacra eseguiti dal tenore Ferdinando Mazzucato e dalla contralto Marilena Fincato, con accompagnamento alpiano del maestro Francesco de Poli.

Lauretta Vignaga

In difesa della musica sacra

CCaattaanniiaa 771177Cicerone definì l’amicizia “un accordo perfetto su tutte le cose divine ed umane accompagnato da benevolenza ed amore”

così è iniziata la conferenza tenuta dal Past President Nazionale Gemma Sarteschi ai serrani catanesi.Ma come nasce quest’accordo? La vera amicizia non si improvvisa. L’amicizia è come il coraggio: non basta dirlo per averlo.Essa non è solo simpatia (perché quando uno fa soffrire, cessa di essere simpatico); non è solo concordanza (perché non

su tutto possiamo avere stesse idee); non è solo collaborazione (perché, questa, non è sempre possibile).Per capire cosa sia la vera amicizia, bisogna ispirarsi all’insegnamento di Cristo: essa è un dono che si realizza solo con

il Suo aiuto. C’è una amicizia naturale, umana, che è sicuramente una bella cosa, ma ne esiste una migliore: l’amicizia cri-stiana che non è solo uno scambio, va oltre: si dona anche quando l’altro non è capace di donarsi, anche quando l’altro nonpuò essere utile... L’amicizia non è mai invidiosa, gode dei successi dell’amico anche se avvengono in un momento in cuii nostri stanno diminuendo.

Si può partire dall’amicizia umana ma si deve tendere a quella cristiana: per la prima, basta la natura, per la seconda ènecessaria la Grazia e, se l’amicizia è una grazia, essa è un dono soprannaturale del Signore: Amico è, allora, colui che ama;e, se l‘amicizia è amore, è anche carità: in una vera amicizia cristiana l’amore che si prova fa si che le differenze relativealla cultura, alla condizione sociale, alle possibilità economiche diventano irrilevanti.

Alla base dell’amicizia ci devono essere fiducia e lealtà; c’è, poi, un altro aspetto dell’amicizia: la riservatezza. Non c’èniente di peggio che ascoltare qualcuno mentre racconta un segreto che avevamo confidato a un amico. Questo comporta-mento distrugge le vere fondamenta dell’amore.

L’amicizia è un servizio (da fare con il cuore, scongiurando il pericolo che esso si riempia di compiacimento e orgoglio);essa si serve in punta di piedi con delicatezza e umiltà; si serve con l’esempio, la testimonianza, la disponibilità; si servenella gioia, partecipandola e comunicandola; si serve anche nel dolore, senza appesantire il cammino di chi ci sta accanto.

L’amicizia serrana

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Argomenti della vita di ogni giorno

Lettere al Direttore

Preg.mo Direttore,constato con piacere che Lei nella nostra rivista “il serrano” intende sviluppare la rubrica delle “Lettere al Direttore”. Sonocerto che l’innovato miglioramento si tradurrà in una partecipazione aperta alla rubrica se,non saranno privilegiate solole lettere di consenso. Occorrerà, comunque, una certa fatica a vincere la plausibile ritrosia dei serrani alla lettura. Se ciriuscirà, questo suo atteggiamento di apertura potrà ridurre la distanza che attualmente pare che non incoraggi lo sfo-glio delle pagine de “il serrano”. Con questa sua iniziativa la nostra rivista, con una rinnovata e migliore scelta di argo-menti, in speciale modo di quelli di interesse di vita comune, riacquisterà una maggiore possibilità di incontro anchesenza ricorrere all’impiego di firme illustri che, di norma, sono a titolo oneroso. Tanti auguri, Direttore, per l’incarico ser-rano che dovrà svolgere! Noi La sosterremo anche con le nostre preghiere.

Lino Sabino - Matera

Ringrazio il sig. Sabino per la sua lettera e mi scuso se per ragioni di spazio non la pubblico integralmente. Il senso diciò che scrive è comunque salvo e, per parte mia, ampiamente condiviso. La rubrica delle lettere, nelle mie intenzioni,è uno spazio di riflessione e dibattito veramente aperto a tutti, perché le opinioni diverse – quando sono espresse congarbo e cognizione di causa – sono fonte di ricchezza. L'iniziativa, tra l'altro, si inserisce nel filone di generale rinno-vamento della rivista, proprio per renderla più interessante e leggibile anche perché più aderente alla vita di tutti i gior-ni (senza perdere di vista però il suo specifico di organo del Serra Italia). Se ci riusciremo, non sarà solo merito mio edella redazione, ma di tutti i lettori, i cui suggerimenti, e anche le eventuali critiche, verranno accolti e vagliati con cura.

Attenzione e gratitudineAmici carissimi dei Serra Club,desidero farmi a Voi presente in maniera semplice, per esprimere in profonda sintonia di intenti e di comunione, la miapersonale gratitudine e quella della Direzione del CNV per il sempre prezioso aiuto che ci donate nella attività del CentroNazionale Vocazioni, e che anche quest'anno si è esplicitato nel sostegno economico con gli abbonamenti alla RivistaVOCAZIONI 2010.Da parte nostra abbiamo cercato di rendere più significativa la nostra proposta, elaborando una rivista più coinvolgen-te nella qualità dei contenuti e di una proposta grafica più incisiva e questo viene riconosciuto da molti abbonati dellarivista stessa e dai nostri Animatori e Animatrici Vocazionali.Vi ripeto quanto detto in altra circostanza: accostando i vari Seminari regionali o diocesani, riscontro sempre un vivosenso di attenzione e di gratitudine nei Vostri confronti, da parte. di Educatori e Seminaristi, che si sentono in manieraparticolare beneficiari del. Vostro aiuto, soprattutto quando hanno l'opportunità di partecipare alle iniziative del CNV(Convegno, Seminario Direzione Spirituale e Settimane formative estive grazie alla puntuale agevolazione economica aloro donata da parte Vostra.Vorrei che esprimeste questa gratitudine condivisa e il comune ricordo nella preghiera a tutti gli amici Serrani, a nomedella nostra realtà di CNV, ma anche a nome della realtà di base dei nostri Seminari.Agli Educatori e ai Seminaristi che incontro, propongo sistematicamente un ricordo di preghiera e di grata memoria perVoi e per tutte le persone a Voi care, vive o defunte.Vi auguro ogni Bene desiderato, nel nome del Signore Gesù, e Vi accompagno con profonda stima e amicizia grata.Fraternamente

don Nico Dal Molin • Direttore CNV - CEI

VISITATE IL SITO: www.serraclubitalia.com

Muchas gracias por el envío del nº 121 de la excelente revista IL Serrano. Feliz año nuevo (Te envié una postal pore-mail sonora) tambien recibi saludos.— Un abrazo a todos los amigo Serra de la bella Italia.

Jose A. Arizmendi de Madrid, España

in dialogo

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C.E.I. Conferenza Episcopale Italiana

Casa accoglienza Providence Home, Calcutta.Per saperne di più www.8xmille.it

Con il tuo modello CUD puoi partecipare alla scelta dell’8xmille anche se non sei tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi. Basta firmare due volte la scheda allegata al CUD: nella casella “Chiesa cattolica” e, sotto, nello spazio “Firma”. Poi chiudere solo la scheda in una busta bianca indicando sopra cognome, nome e codice fiscale e la dicitura “Scelta per la destinazione dell’otto e del cinque per mille dell’Irpef” e infine consegnarla alla posta. Per ulteriori informazioni puoi telefonare al Numero Verde 800.348.348. Sul la tua d ich iaraz ione de i

r e d d i t i o s u l m o d e l l o C U D

Il cinque per mille si affianca anche quest’anno all’8xmille. Il contribuente può firmare per l’8xmille e per il cinque per mille in quanto uno non esclude l’altro, ed entrambi non costano nulla in più al contribuente.

CON L’8XMILLE ALLA CHIESA CATTOLICA AVETE FATTO MOLTO, PER TANTI.

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