Il Segreto Dell'Acciaio - 2

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 1  Il segreto dell’Acciaio – Parte 2 Nella puntata precedente abbiamo visto come il cervello integri le informazioni che riceve dall’esterno. Adesso vediamo più in dettaglio come è strutturato il più potente cloud computer  dell’Universo. A sinistra i costituenti del sistema come visti dall’esterno: una scatola cranica , tecnicamente chiamata crapa o zucca o anche testacciadi(beep) che contiene quello che chiamiamo cervello , una spina dorsale che contiene il midollo spinale da cui escono dei nervi. Tutto questo è ben noto, dato che è oramai parte integrante della cultura di base della palestra, però basta pochissimo per entrare in un vero marasma di definizioni. A destra un piccolissimo accenno: il Sistema Nervoso è suddivisibile in due macroaree: l’ encefalo e il midollo spinale. L’encefalo è tutto quello che  è contenuto dentro la scatola cranica ed è ciò che identifichiamo normalmente con cervello ma in realtà il contenuto della zucca di ognuno di noi è suddivisibile in almeno tre parti: il cervello propriamente detto, quello grigiastro con i solchi che si vede in tutti i disegni, il tronco encefalico che collega il midollo spinale a tutto il resto e il cervelletto. Notate come il diagramma rappresenti una gerarchia e sarebbe suddivisibile ulteriormente in moltissime altre parti di cui non riporto i nomi per non appesantire la trattazione. Queste sono comunque le parti che ci interessano per migliorare, lo so che non ci credete, il nostro allenamento. Sistema Nervoso Sistema Nervoso Encefalo Encefalo Midollo spinale Midollo spinale Cervello Cervello Tronco Encefalico Tronco Encefalico Cervelletto Cervelletto Sistema Nervoso Sistema Nervoso Encefalo Encefalo Midollo spinale Midollo spinale Cervello Cervello Tronco Encefalico Tronco Encefalico Cervelletto Cervelletto Nervi cervicali Nervi toracici Nervi lombari Nervi sacrali Nervi Craniali Nervi cervicali Nervi toracici Nervi lombari Nervi sacrali Nervi Craniali 

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 Il segreto dell’Acciaio – Parte 2 

Nella puntata precedente abbiamo visto come il cervello integri le informazioni che riceve

dall’esterno. Adesso vediamo più in dettaglio come è strutturato il più potente cloud computer  

dell’Universo.

A sinistra i costituenti del sistema come visti dall’esterno: una scatola cranica, tecnicamente

chiamata crapa o zucca o anche testacciadi(beep) che contiene quello che chiamiamo cervello, una

spina dorsale che contiene il midollo spinale da cui escono dei nervi.

Tutto questo è ben noto, dato che è oramai parte integrante della cultura di base della palestra, però

basta pochissimo per entrare in un vero marasma di definizioni. A destra un piccolissimo accenno:

il Sistema Nervoso è suddivisibile in due macroaree: l’encefalo e il midollo spinale. L’encefalo è

tutto quello che è contenuto dentro la scatola cranica ed è ciò che identifichiamo normalmente con

cervello ma in realtà il contenuto della zucca di ognuno di noi è suddivisibile in almeno tre parti: il

cervello propriamente detto, quello grigiastro con i solchi che si vede in tutti i disegni, il tronco

encefalico che collega il midollo spinale a tutto il resto e il cervelletto. 

Notate come il diagramma rappresenti una gerarchia e sarebbe suddivisibile ulteriormente in

moltissime altre parti di cui non riporto i nomi per non appesantire la trattazione. Queste sono

comunque le parti che ci interessano per migliorare, lo so che non ci credete, il nostro allenamento.

Sistema Nervoso Sistema Nervoso 

Encefalo Encefalo 

Midollo spinale Midollo spinale 

Cervello Cervello 

Tronco Encefalico Tronco Encefalico 

Cervelletto Cervelletto 

Sistema Nervoso Sistema Nervoso 

Encefalo Encefalo 

Midollo spinale Midollo spinale 

Cervello Cervello 

Tronco Encefalico Tronco Encefalico 

Cervelletto Cervelletto 

Nervi 

cervicali 

Nervi toracici 

Nervi lombari 

Nervi sacrali 

Nervi Craniali 

Nervi 

cervicali 

Nervi toracici 

Nervi lombari 

Nervi sacrali 

Nervi Craniali 

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Il disegno rappresenta una suddividione del Sistema Nervoso in base alle  funzionalità. Notate come,

spostandosi dal basso verso l’alto aumenti la complessità di ogni funzione.

Il tronco encefalico e il midollo spinale permettono le funzionalità basilari e indispensabili per la

sopravvivenza dell’organismo: la regolazione della temperatura, del battito cardiaco, i movimenti

riflessi, la pressione sanguigna. Il tronco e il midollo sono comuni a tutte le creature vertebrate,

sono il kit di base come lo sterzo e il motore. E’per questo motivo che una lesione al tronco è

solitamente mortale: dovunque la ferita vada a cadere viene intaccata comunque una funzionalità

importante.

Il sistema limbico è un insieme di organi che caratterizzano l’istinto alla sopravvivenza: fame, sete,

pulsioni di base, il fight or flight o attacca o fuggi dipendono da questa zona profonda dell’encefalo.

Quest’area è comune a tutte le specie dai rettili in su in quanto necessaria per la sopravvivenza di

ogni specie. E’ nel sistema limbico che nascono le emozioni più primitive.

Salendo ancora alla fine arriviamo alla corteccia che permette le funzionalità più evolute quali la

coscienza e il pensiero astratto. Lo sviluppo della corteccia è ciò che determina la posizione nella

scala evolutiva di una specie: l’Uomo Sapiens Sapiens è la creatura con la corteccia cerebrale più

sviluppata rispetto al proprio peso corporeo e questo è di fatto il motivo del nostro successo nel

dominio incontrastato del Pianeta Terra.

Coscienza/ragione 

Pensiero astratto 

Pensiero concreto/azione 

Emozioni 

Appetito/sazietà 

Sonno 

Attacco/fuga 

Pressione sanguigna 

Battito cardiaco 

Temperatura del corpo 

     C    o    m    p     l    e    s    s     i    t     à

Tronco encefalico Midollo spinale 

Tronco encefalico Midollo spinale 

Sistema limbico 

Sistema limbico 

Neo-corteccia Neo-corteccia 

Funzioni vitali di base 

Impulso alla sopravvivenza 

Funzioni cognitive superiori 

Sistemalimbico

Corteccia

Troncoencefalico

Corpovertebrale

Midollospinale

Radici ventraliNervi motori

Radici dorsaliNervi sensitivi

Nervo spinale

Che somaro 

E ha anche scritto un 

libro!  Che somaro 

E ha anche scritto un 

libro! 

Polmoni Polmoni 

Fegato Fegato 

Stomaco Stomaco 

Quore Quore 

Muscoli Muscoli 

Occhi Occhi 

Naso Naso 

Bocca Bocca 

 C

Polmoni Polmoni 

Fegato Fegato 

Stomaco Stomaco 

Quore Quore 

Muscoli Muscoli 

Occhi Occhi 

Naso Naso 

Bocca Bocca 

 C

Nervi cervicali 

Nervi toracici 

Nervi lombari 

Nervi sacrali 

Nervi Craniali 

Organo Organo Terminazioniefferenti

Terminazioniafferenti

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I nervi sono gli elementi di livello più basso quasi sempre trascurati se non quando il colpo della

Strega ci paralizza in improponibili posizioni. I nervi sono le sonde che restituiscono informazioni

alla intelligentissima corteccia e che permettono a questa di far agire gli organi del corpo umano.

Un nervo è costituito dall’insieme di più assoni, come un cavo ottico contiene tante singole fibre.

Tanto per dare un’idea, il nervo sciatico ha il diametro di un dito! I nervi si dividono in craniali e

spinali con i primi che escono direttamente dalla base del cervello e i secondi dal midollo spinale.

Esistono due tipologie di nervi, sensitivi o efferenti e motori o afferenti. I primi trasportano gli input

che il cervello integra, i secondi inviano gli output per far svolgere i vari compiti.

Un concetto importantissimo: tutti i nervi entrano ed escono dal tronco encefalico, pertanto tutte le

informazioni sono processate partendo dalle aree “primitive” per arrivare a quelle “evolute”.

L’integrazione delle informazioni è perciò multilivello dato che ogni “strato” restituisce a quello

immediatamente superiore un input processato e filtrato e riceve allo stesso tempo un input dal

livello superiore analogamente da questo processato e filtrato.

La formazione di ciò che chiamiamo “percezione della Realtà” è pertanto un processo

estremamente complesso in cui noi non conosciamo veramente ciò che ci circonda ma solo quello

che le varie zone del cervello ci fanno conoscere.

E’ capitato a tutti che l’ansia ci ha impedito di ricordare un compito che dovevamo svolgere, pursapendo benissimo di aver sentito ciò che dovevamo fare: il flusso delle informazioni uditive è stato

processato, siamo “coscienti” di aver udito, ma non è stato memorizzato.

Questo sistema multilivello è ciò che permette alle “emozioni” di influenzare la percezione della

Realtà, l’apprendimento, le decisioni che andiamo a prendere. La modularità del tutto è la sua forza

immensa come la sua incredibile debolezza.

Tutti gli inputsensori entrano nelcervello dal tronco

encefalico

Input 

Integrazione 

Output 

Tronco encefalico Midollo spinale 

Tronco encefalico Midollo spinale 

Sistema limbico 

Sistema limbico 

Corteccia Corteccia 

Tutti gli outputmotori escono dal

cervello dal troncoencefalico

Integrazione 

Integrazione 

Loboparietale

Lobooccipitale

Lobotemporale

Lobofrontale

Loboparietale

Lobooccipitale

Lobofrontale

Loboparietale

Lobooccipitale

Lobofrontale

Emisfero destro 

Emisfero sinistro 

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Per quanto l’attività in palestra sia associata a comportamenti da bruti decerebrati, in realtà andiamo

ad inviare input ed a ricevere output da aree del cervello estremamente evolute, pertanto nel disegno

ho riportato la suddivisione macroscopica della corteccia in lobi ed emisferi.

Le zone di ogni lobo sono “etichettate” in base alla funzione che devono svolgere, nel disegno

alcune delle aree più famose.

E’ interessante notare come questo tipo di mappatura sia essenzialmente grossolana, dovuta a studi

risalenti agli anni ’40-’70 su pazienti epilettici, colpiti da ictus, pazzi, sicuramente qualche

esperimento nazista di sezionamento cerebrale in vivo, su soggetti in cui venivano operati simpatici

elettroshock.

In pratica la mappatura deriva dalla stimolazione elettrica o dalla presenza di una lesione: un ictus

devasta un’area del cervello e il tizio non parla più perciò quell’area era relativa al linguaggio

oppure dò un po’ di 220 ad una certa area e il tipo fortunato ha degli scatti alla mano destra perciò

l’area era relativa alla mano destra.

Solo negli ultimi 20-30 anni è stato possibile determinare una mappatura più fine e profonda dellearee del cervello, grazie alle nuove tecnologie iniziando dalla Tomografia Assiale Computerizzata e

dalla Risonanza Magnetica, “sonde esplorative” di finezza sempre superiore.

L’homunculus

Loboparietale

Lobooccipitale

Lobotemporale

Lobofrontale

41, 42 

1,2,3 6 

17.18,19 43 

44, 45 

Loboparietale

Lobooccipitale

Lobotemporale

Lobofrontale

41, 42 

1,2,3 6 

17.18,19 43 

44, 45 

Area 

1,2,3 4 6 17 18 19 4142 43 

44, 45 

Funzione 

Corteccia sensitiva Corteccia motoria Corteccia premotoria Corteccia visiva primaria Corteccia visiva secondaria Corteccia visiva terziaria Corteccia uditiva primaria Corteccia uditiva secondaria Corteccia gustativa Corteccia del linguaggio 

D  i   t  a   d   e  

i     p  i   e  d   i   

C   a  v  i    g  l   i   a  

G   i    n   o   c   c   h   i    o   

A      n    

 c     a    

T      r    

 o    n    

 c     o     S 

   p    a

     l     l   a

    G   o   m

     i    t    o

     P   o

     l   s   o

    M   a   n   o

   M   I  g 

  n  o   l  o

  A  n  u   l  a

  r  e

   M  e  d   i  o

   I  n  d   i

 c  e

  P o  l  l  i c

 e

  F  r o  n  t e

 O c c  h  i o

 F a c c i a

Labbra

M  a s c e l  l  a L i  n   g  u  a  

I  n   g  h  i  o  t  t  i  r  e  

D  i   t  a   d   e  

i     p  i   e  d   i   

C   a  v  i    g  l   i   a  

G   i    n   o   c   c   h   i    o   

A      n    

 c     a    

T      r    

 o    n    

 c     o     S 

   p    a

     l     l   a

    G   o   m

     i    t    o

     P   o

     l   s   o

    M   a   n   o

   M   I  g 

  n  o   l  o

  A  n  u   l  a

  r  e

   M  e  d   i  o

   I  n  d   i

 c  e

  P o  l  l  i c

 e

  F  r o  n  t e

 O c c  h  i o

 F a c c i a

Labbra

M  a s c e l  l  a L i  n   g  u  a  

I  n   g  h  i  o  t  t  i  r  e  

 G e  n  i  t

 a  l  i D i t a  d e i

  p i e d i

   G  a   m    b

  a

      T    r    o     n    c     o C    

o   l    l    o   

T    e   s   t    a   

S      p   

a   l    l    a   

P      o    l      s    o    

M    i     g   n   o   l    o   

A   n   u   l    a   r   e   

M   e  d   i   o  

I   n  d   i   c  e  P   o  l   l   i   c  

e  N   a  s  o  

O  c  c  h  i   o  

F  a  c  c  i  a  L a b b r o  s u  p e r i o r e 

Lingua

Lingua

 P i e d e

B    r   a   c   c   i    o   

G    o   m   i    t    o   

A    v   a   m   b    r   a   c   c   i    o   

M    a   n   o   

      A    n    c     a 

La b b r a 

Labbro inferiore

Denti, mandibola

Faringe

 G e  n  i  t

 a  l  i D i t a  d e i

  p i e d i

   G  a   m    b

  a

      T    r    o     n    c     o C    

o   l    l    o   

T    e   s   t    a   

S      p   

a   l    l    a   

P      o    l      s    o    

M    i     g   n   o   l    o   

A   n   u   l    a   r   e   

M   e  d   i   o  

I   n  d   i   c  e  P   o  l   l   i   c  

e  N   a  s  o  

O  c  c  h  i   o  

F  a  c  c  i  a  L a b b r o  s u  p e r i o r e 

Lingua

Lingua

 P i e d e

B    r   a   c   c   i    o   

G    o   m   i    t    o   

A    v   a   m   b    r   a   c   c   i    o   

M    a   n   o   

      A    n    c     a 

La b b r a 

Labbro inferiore

Denti, mandibola

Faringe

CortecciamotoriaCorteccia

sensitiva

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Questo disegno è il rifacimento di uno schema famosissimo chiamato homunculus di Penfield ed è

ciò che ci interessa: vi prego di considerare quello che scriverò come una primissima

approssimazione della situazione reale, un modello o uno schema mentale da utilizzare per

memorizzare meglio i concetti. Come tutti i modelli è una semplificazione della realtà, un po’ come

la Supercompensazione: usatela al meglio e migliorerete nell’allenamento, altrimenti vi allenerete

ogni due mesi aspettando il picco supercompensativo.

Al confine fra i lobi frontali e i lobi parietali sono presenti due zone del cervello ben precise: la

corteccia motoria sui lobi frontali e la corteccia sensitiva sui lobi parietali. La corteccia sensitiva

riceve gli input dai sensori del corpo, la corteccia motoria invia gli ordini agli organi motori del

corpo, i muscoli. Per questo motivo a noi questa roba interessa!

Ogni zona di queste due aree è relativa ad una certa “parte” del corpo, ma non in proporzione al

volume della parte stessa, piuttosto alla sua importanza per la sopravvivenza ed il benessere

dell’individuo: le parti indicate nel disegno hanno una forma proporzionale alla dimensione della

rispettiva zona sulla corteccia.

Questo è il motivo per cui i neuroni relativi all’uso delle mani e delle dita occupano una bella

porzione della corteccia motoria rispetto alle gambe o ai piedi: il controllo fine dei movimenti delle

mani è necessario per svolgere compiti complessi, mentre per una gamba è necessario un grado di

controllo molto minore.

Analogamente la corteccia sensitiva: gli input ricevuti dai sensori delle mani e delle dita sono

fondamentali per capire se e come svolgere un dato compito, pertanto tantissimi neuroni sono

dedicati a queste elaborazioni.

La rappresentazione del corpo è così deformata nella corteccia rispetto alle vere “forme”, da cui il

termine homunculus.

Questo ometto è una rappresentazione molto chiara e utile per memorizzare concetti importanti,

ottenuta con i metodi precedentemente menzionati ma confermata da tutte le analisi successive, maè possibile cadere in un errore didattico: pensare che sia statica ed immutabile.

In realtà ciò che caratterizza la corteccia cerebrale, pertanto anche quella sensi-motoria, è la sua

 plasticità: la possibilità di alterare le dimensioni delle proprie aree funzionali.

Per questo motivo, un pubblico ringraziamento: tempo fa lessi su un forum un intervento di

 Marcoevrnfun proprio sulla plasticità della corteccia. E’ stato lui che mi ha dato la scintilla per

informarmi di argomenti che altrimenti mai avrei minimamente affrontato: ancora una volta Internet

e le Boards dove le persone dialogano si rivelano una fonte di automiglioramento eccezionale.

Grazie Marco, conosco oggi più cose interessanti del mondo che mi piace.

Nel prossimo pezzo un’idea di com funziona la memoria.