Il Richiamo (Giugno 2014)

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N° 85 - Maggio 2014 AVEMARIA 85:01a28_AVEMARIAn59 21-05-2014 16:06 Pagina 1

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IL RICHIAMO DI FRATE AVE MARIASemestrale degli Eremiti della Divina ProvvidenzaEremo e Parrocchia di Sant’Alberto di Butrio27050 Pontenizza (PV)Tel. 0383/542179 - Fax 0383/542161 - c/c postale n. 14030274www.eremosantalbertodibutrio.itE-mail [email protected]

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In copertina: Eremo di Sant’Alberto.

IL SALUTO DEL DIRETTORE

arissimi lettori e devoti di Frate Ave Maria, bentornati al no-stro incontro nelle pagine di questa piccola rivista. L’anno che

abbiamo iniziato, ormai da alcuni mesi, ha avuto l’impronta del cin-quantesimo anniversario della morte di frate Ave Maria. Qui all’E-remo, dove il Venerabile eremita ha trascorso gran parte della suaesistenza, abbiamo festeggiato solennemente l’avvenimento. Do-menica 19 gennaio nelle S. Messe presiedute dal Vescovo di Tortonaal mattino, e dal Superiore Generale dell’Opera Don Orione, al po-meriggio, abbiamo pregato insieme, come comunità di fedeli devoti,per il nostro amato eremita. Abbiamo chiesto la sua intercessione eil suo aiuto spirituale. Purtroppo il tempo non ci ha favorito, anzi que-sta volta è stato un grande ostacolo alla presenza, con le molte piog-ge e le frane susseguenti. O il diavolo ci ha messo lo zampino, op-pure Frate Ave Maria, nella sua umiltà, non voleva troppe feste.

Ma a noi, che con affetto e devozione vogliamo ricordarlo, che pen-sieri nascono dopo così tanto tempo dalla sua dipartita da questa ter-ra? Che cosa significa oggi per noi, pregare un uomo che è stato mol-to vicino a Dio e ci ha trasmesso Dio stesso?

Penso che queste domande siano opportune per interrogarci sulla no-stra fede e sul ruolo che i testimoni della fede hanno oggi per la no-stra vita.

Frate Ave Maria ci ha lasciato tantissime lettere dalle quali si rice-ve in maniera forte e chiara, un messaggio di spiritualità intenso, vis-suto, desiderato. Gesù, la Madonna, la S. Croce, la volontà di Dio,sono le espressioni che più ricorrono, insieme ad altre di profonda

CA cinquant’anni dalla morte di Frate Ave Maria.

INDICE2 IL SALUTO DEL DIRETTORE

6 ESTASI DI FRATE AVE MARIA

7 LE CELEBRAZIONI PERIL 50° DELLA NASCITAAL CIELO DEL VENERABILEFRATE AVE MARIA

18 POESIE MARIANE

20 50° DELLA NASCITA AL CIELODI MADRE TARCISIADELL’INCARNAZIONESACRAMENTINA NONVEDENTE

27 UN PO’ DI STORIA…(Quinta parte)

34 NOTIZIE DI CASA

40 I PENSIERI DI FRA SERENO

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umanità. Il venerabile eremita invitava ad indirizzare tutta la propriavita verso Dio ma era ben consapevole della fragilità e del peccatopresenti nella stessa esistenza, ad ostacolare ogni sforzo di bene.

E tuttavia incoraggiava sempre a fidarsi di Dio. Pur nella cecità….,pur nell’incomprensione, pure nel dubbio e nello smarrimento. Era an-che un uomo molto attento al suo tempo, a quello che avveniva. Allasua epoca, c’è stato il Concilio Vaticano II e anche altro, e lui avevasempre questo “sguardo interiore” rivolto al mondo, sguardo moltolucido e penetrante, che apprezza la bontà e la bellezza della creazione,e si sentiva dentro di essa, e ne partecipava, pur avendo fatto altre scel-te per necessità e per virtù.

Quest’uomo molto semplice, ci ha lasciato il tesoro di una vita eroi-ca, dove si può vedere l’opera di Dio in chi è disponibile a farsi illu-minare da Lui. Penso che il suo esempio possa incoraggiarci a cam-minare anche noi verso il nostro Dio, che è il Dio vivente, e che amala vita nelle sue creature e vuole che esse siano felici.

Preghiamo di più FrateAve Maria, chiediamogli aiuto nella necessitàe nel bisogno, lodiamo per il suo dono, in modo da ottenere tramitela sua intercessione, qualche miracolo, affinchè egli possa diventareBeato e Santo, a gloria di Dio e per nostra spirituale salute.

Il ParrocoDon Vincenzo Marchetti

ESTASI DI FRATE AVE MARIA

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LE CELEBRAZIONI PER IL 50° DELLANASCITAAL CIELO DEL VENERABILE

FRATE AVE MARIACarissimi amici lettori e devoti del Venerabile Frate Ave Maria,

il 21 gennaio scorso si sono compiuti i 50 anni dalla morte difrateAve Maria, e in questo numero vorremmo dare ampio respiro aimomenti di preghiera che ci hanno riunito per ricordare la sua straor-dinaria personalità e spiritualità e ringraziare veramente quanti conil loro impegno e dedizione hanno permesso che tutto si potesse svol-gere nel miglior modo possibile.

CELEBRAZIONI A POGLI SUO PAESE NATALE…

SABATO 18 GENNAIO nella chiesa parrocchiale di Santo StefanoProtomartire, alle ore 16.30 il Postulatore Generale donAurelio Fusiha tenuto una conferenza presentando i diversi “ Santi Orionini” edè seguita poi la S. Messa celebrata da Don Fulvio Ferrari EconomoGenerale della Piccola Opera della Divina Provvidenza.

ESTASI DI FRATE AVE MARIA

Con questo dipinto ho voluto creare un’opera inedita, partico-lare, al di fuori dei soliti schemi iconografici con cui il Ve-

nerabile Eremita cieco della Divina Provvidenza è stato rappresentato.Per raggiungere questo scopo ho costruito tutta l’opera pittorica at-torno alla frase in latino che ho collocato nel quadro in basso a sini-stra: “ IN LUMINE TUO VIDIMUS LUCEM”.Nel dipinto ho raffigurato FrateAveMaria, orante solitario, nello spa-zio antistante l’eremo di Sant’Alberto, con il crocifisso stretto nellamano sinistra.All’improvviso appare, giovanissima e bellissima, la vergine Maria,con tunica rossa e manto fluttuante azzurro, delicatamente appoggiatasu una nuvola, avvolta da una splendida luce irreale formata dai tonicaldi e sfumati dal giallo chiaro all’ocra e all’arancione. In quel pre-ciso istante il frate cieco, con grande stupore e turbamento dell’ani-ma, immediatamente avverte la presenza della Vergine, e cade sulleginocchia in mistica contemplazione.Questo è il punto cruciale in cui si snoda la poetica del dipinto! In lu-mine Tuo vidimus Lucem!: la percezione sensoriale della Vergine sitrasforma direttamente nella visione della Vergine stessa, con gli oc-chi illuminati dalla fede, la luce di Maria, alla quale il frate portavaparticolare devozione, trasforma in luce la cecità dell’eremita, che inquel momento viene completamente invaso da un’estasi mistica chelo porta verso un’intima unione con il Divino.Ho illuminato la scena dell’angolo superiore sinistro, concentrandola luce sulla meravigliosa coppia della Vergine e del Frate, cui fannoda contraltare la presenza di dueAngioletti, testimoni del mistico mo-mento estatico. Nell’illuminare la scena ho fatto un dolce uso del chia-roscuro, che mi è servito a donare alle figure la completa pienezza del-la materia.

Giuseppe Frascaroli

OLIO SU TELA, CM 158 X 110

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MARTEDÌ 21 GENNAIO “Dies Natalis”, presso l’Orarorio di S.Antonio Abate si è recitato il S. Rosario animato da don ArcangeloCampagna e don Fulvio Ferrari. È seguita poi la celebrazione Euca-ristica presieduta dal Vicario Generale della Diocesi diAlbenga – Im-peria, Mons.Giorgio Brancaleoni. Alle ore 19 momento di condivi-sione conviviale presso il Centro Sociale.

Ai cari parrocchiani di Pogli e alle autorità Civili e Religiose il no-stro doveroso ringraziamento per la presenza anche nei vari momentisia all’Eremo che a Voghera sfidando anche in certe giornate il mal-tempo.

CELEBRAZIONI ALL’EREMO

DOMENICA19 GENNAIO: A parte l’insistente pioggia tutto è riu-scito molto bene. Già nelle prime ore del mattino il Superiore Gene-rale don Flavio Peloso è arrivato con don Dorino Zordan, le Suore Pic-cole Missionarie della Carità e un gruppo di Oblati da Milano , Se-regno e Tortona che hanno cominciato la giornata con il canto delleLodi, una riflessione nella sala dell’eremo e pranzo al sacco come sisuol dire…Nel frattempo giunge anche don Achille Morabito Vicario Genera-le. La Messa delle ore 10 è stata presiesduta dal Vescovo Mons. Mar-tino Canessa, concelebrata dal parroco e superiore dell’eremo donVincenzo Marchetti, da don Luigi Fiordaliso e da don Italo Arrigo-ni Parroco di Pogli venuto con una bella delegazione. Momento deltutto particolare è stata la benedizione della nuova opera artistica ese-guita per questo cinquantesimo e donata all’eremo dall’amico pit-tore e Dottore Giuseppe Frascaroli. Ci sarebbe da fare un lungo elen-co di nomi a partire dal Senatore e Dottore Luigi Panigazzi che tan-ti anni fa è stato pure medico condotto di FrateAve Maria, poi il Sin-daco di Ponte Nizza Luciano Domenichetti, il nostro medico Anto-nino Giuffrè.

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Nel pomeriggio don Flavio Peloso ha presieduto la S. Messa conce-lebrata da don Dorino Zordan, dal parroco di Zavattarello don SticlaruLeonard e dal Padre Guardiano dei Frati Minori di Voghera don Cri-stoforo. Presenti anche le nostre Suore dalla Casa di Riposo San Giu-seppe di San Sebastiano Curone (AL).Altro momento carico di commozione è stato al termine della preghierapresso la tomba di frateAve Maria quando don Flavio ha dato un ab-braccio a Nino Nobile che allora giovanetto accompagnò con la suaauto, frate Ave Maria per recarsi all’ospedale di Voghera.Nel pomeriggio ci ha raggiunti anche don Fulvio Ferrari economo ge-nerale della Congregazione. Una frana a causa della pioggia ha crea-to qualche disagio sulla statale Voghera-Varzi, nei pressi di Godiasco.

MARTEDÌ 21 GENNAIO:Altra frana proprio nella stradina del bo-sco che porta all’eremo, ma si può al momento circolare in un’unicacorsia…

Alle ore 10 don Vincenzo e don Luigi, con un centinaio di bambinie ragazzi delle scuole Elementari e Medie del distretto scolastico delComune di Ponte Nizza si sono riuniti attorno all’altare per la S. Mes-sa.Accompagnati dal Sindaco e finalmente anche da un bel raggio disole che ha potuto permettere una bella giornata con il rinfresco al Ri-fugio e per i più vivaci correre all’aperto. Un grazie alle maestre che

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hanno preparato molto bene le varie classi per questo momento deltutto singolare e irripetibile. Durante la Celebrazione Eucaristica si sonoalternati vari momenti significativi spiegati dai ragazzi inserendo an-che alcuni pensieri di Frate Ave Maria. Molto bravi anche nel cantoe nella partecipazione attenta e raccolta.A coronamento di tutto è stato ideato e pubblicato dalla comunità re-ligiosa dell’eremo, un libro che vuole offrire per ogni giorno dell’announ pensiero dagli scritti di Frate Ave Maria.

Il TRIDUOAVOGHERA…

GIOVEDÌ 23 GENNAIO: Per tutta la giornata è rimasto esposto ilSS.mo Sacramento, mentre dalle ore 17 alle ore 18 abbiamo alterna-to vari momenti di riflessione con scritti del Venerabile FrateAveMa-ria. Don Vittorino Muzzin Vicario Parrocchiale ha presieduto l’Oradi Adorazione e il Canto dei Vespri. È seguita la S. Messa concele-brata dal parroco don Loris Giacomelli. Come sempre ogni momen-to è stato particolarmente vissuto con una bella carica di intensità, an-che perché sono numerosi i fedeli che hanno conosciuto personalmente

frate Ave Maria e cin-quant’anni fa erano pre-senti al suo funerale inDuomo a Voghera.

SABATO 25GENNAIO :Alle ore 15 presso il teatroparrocchiale, don AurelioFusi ha delineato moltobene il profilo umano espirituale di FrateAve Ma-ria . Un particolare da nontacere era che nello scorre-re delle immagini del fu-nerale di frate Ave Maria,quando nel primo pome-riggio la salma è stata por-tata a S. Alberto tra i por-tatori della bara c’eranoanche Giulio e Primo Birillidi S. Alberto, che ora sonogià con lui in Cielo. Tra ipresenti ad ascoltare e a ri-vivere quei momenti da-vanti a noi seduta in un angolino l’anziana Gemma Chiesa parrocchianadi S. Alberto moglie di Giulio e mamma di Primo. Al termine dellaMessa una lunga processione per il bacio della Reliquia che consistein qualche capello del Venerabile.

DOMENICA26 GENNAIO: Proprio bella la partecipazione alla Ce-lebrazione Eucaristica. Erano presenti il parroco don Loris Giacomellie il Vicario don Vittorio Muzzin, don Massimiliano Battistella chesvolge anche il delicato apostolato come Cappellano nell’Ospedale

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di Voghera, Don Pietro Bezzi dalla nostra Casa di Riposo di Ponte-curoneAL, don Gianni Castignoli Consigliere Provinciale e il VescovoMons. Martino Canessa che con dedizione e profondo affetto ha par-tecipato sia a Voghera che a S. Alberto di Butrio e lo ringraziamo dicuore per questa ampia disponibilità.Uno stuolo di chierichetti e chierichette hanno servito all’altare, il coroe l’organista non hanno fatto mancare esecuzioni impeccabili che han-no elevato a Dio i nostri cuori e la nostra preghiera attraverso il pre-zioso servizio della musica e del canto. Presenti Il Sindaco di Voghera,diversi Sindaci dei Comuni vicini, il Sindaco di Pogli nella personadi Grazia Timo con Giovanni Arnaldi, Isetta Zaira e le nipoti di fra-te Ave Maria Serafina e Fernanda.Un momento del tutto particolare è stata la benedizione della targa cheda questo momento dà il nome di FrateAveMaria alla piazzetta a latodella Parrocchia.

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Professione religiosa di frei Estevaonell’eremo in Brasile.

Si può ben dire e concluderequeste meravigliose celebra-zioni con quella avvenuta inBrasile nel nostro eremo e nonpoteva capitare di meglio cioèla professione di un nuovo con-fratello che vogliamo propriovedere come dono che FrateAve Maria ha voluto farci. In-fatti in questi giorni solenni del50° della nascita al Cielo delVenerabile, frei Estevao haemesso la sua prima professio-ne temporanea nel nostro pic-colo ramo di vita contemplati-va e vediamo questo propriocome una benedizione.ALui ilnostro affettuoso abbraccio an-che a distanza e anche se per-sonalmente non ci conosciamoma siamo contentissimi di sa-perlo con noi a condividere lastessa vita e vocazione secon-do il disegno di don Orione peri suoi “eremiti”.

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dell’asino del bue e della pecoralo cullava, sommessamente:«Questo è il mio corpo, il mio sangue».

Nella sua fuga nel deserto illune,nei giorni in cui cresceva in Egitto,lo nutriva, cantando:«Questo è il mio corpo, il mio sangue».

Cercando il suo bambino smarritoe nel giorno saturo di presagi in cui se ne partì,lei lo lasciò andare, sapendo:«Questo è il mio corpo, il mio sangue».

Sotto la croce imbrattata di sanguecullò le sue ossa lacerate,ricordandolo, lamentandosi:«Questo è il mio corpo, il mio sangue».

Quando l’oscurità, le pietre e la tombafiorirono nel mattino di Pasquacorse a lui gridando:«Questo è il mio corpo, il mio sangue».

E nessuno pensò di dirle:«Donna, non ti si addicedire queste parole.Tu non gli somigli».

(IRENE ZIMMERMAN, Liturgy, in JULIAAHLERS- ROSEMARYBROUGH - TON - CAROL KOCH (edd.), Womenpsalms, St.

Mary’s Press, Winona/Minn. 1992, 55-56).

THE BLESSED VIRGIN COMPAREDTO THE AIR WE BREATHE

Aria libera, aria madre del mondo,che mi accogli ovunque[...]mi rammenti in tanti modi lei[...]Io dico che siamo avvoltidalla misericordia tutt’intornocome dall’aria: lo stessoè Maria, di più per nome.Lei, tessuto libero, veste straordinaria,ammanta il globo colpevole[... ]e gli uomini sono destinati a condividerela sua vita come fa la vita con l’aria [. ..]Sii tu dunque,o cara Madre, la mia atmosfera[... ]Aria madre del mondo, aria libera,avvolto da te, in te isolato,casa ovile, accogli saldamente tuo figlio.

(]OHN PICK (ed.), A Hopkins Reader, Doubleday, GardenCity/N.Y.1966, 70-73).

VERA NOSTRA SORELLAAndando verso Elisabettae nei mesi successivi,ella lo intesseva, meditando:«Questo è il mio corpo, il mio sangue».Sotto gli occhi vigili

[La Vergine beata confrontata all'aria che respiriamo]:

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DELLA NASCITAAL CIELODI MADRE TARCISIA

DELL’INCARNAZIONE SACRAMENTINANON VEDENTE

Angelina Jona nacque a Trevi nel Lazio ( Frosinone), il 22 ot-tobre 1871. Fece la Prima Professione nel 1928 e la profes-

sione Perpetua nel 1945. Fu la prima superiora delle Suore Sacramentinenon vedenti, colei che incarnò gli ideali e la formazione che don Orio-ne volle per questo tamo contemplativo. Morì a Tortona (AL) il 6 apri-le 1964. È sepolta nella cripta del Santuario della Madonna della Guar-dia in Tortona (AL).Nel 1916 ebbe un colloquio con San Luigi Orione, che l’orientò nel-la vocazione tra le Piccole Suore Missionarie della Carità. Vi fu ac-colta nel 1917. Vestì l’abito col nome di Suor Maria Sebastiana, di-stinguendosi per osservanza esemplare e gioiosa.Quando nel 1927, Don Orione istituì la Famiglia delle Sacramentinenon vedenti, entrò per prima con tre Consorelle a farne parte, col nomedi Suor Maria Tarcisia dell’incarnazione.

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Don Orione le disse allora: “Ho bisogno di voi e mi fido”; e la nominòsuperiora. Tale incarico ella assolse fino all’ultimo dei suoi giorni conl’esempio e gl’insegnamenti e la sollecitudine di una Madre premu-rosa. Né la fiducia del Santo Fondatore fu mai delusa!Di cuore semplice, generoso e pio, orientato verso il Tabernacolo ela Vergine Santissima, di intelligenza e di sensibilità penetranti e com-prensive; di una bontà superiore alle doti naturali, provata da soffe-renza, ma sostenuta da gioiosa grazia, si prodigò, con sapienza e pru-denza non comuni, tra le anime singolarmente sensibili, affidate allesue cure spirituali. Visse con loro gli atti della comunità, le regole eil religioso impegno di adorazione a Gesù Sacramentato, nascosto an-che nelle apparenze, per la cecità degli occhi di tutte loro. Con la mor-te avvenuta piamente a Tortona, il 6 aprile 1964 giorno in cui la Chie-sa per motivi liturgici celebrava l’Annunciazione, festa del suo cuo-re, dissolvendosi i veli eucaristici e le apparenze dei sensi, le fu piùluminoso e felice l’incontro con lo Sposo celeste per sempre.

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realizzato per il

anniversariodella nascita al Cielodel Venerabile

Disponibile pressol’Eremo di Sant’Alberto di Butrio.

320 pag15x21 • 16,00 €

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UUnn ppoo ddii ssttoorriiaa...... ..�

ppQUINTA PARTE

SPLENDORE RELIGIOSO.

Qui una parentesi di guerra inter-rompe la monotonia degli avve-nimenti registrati negli atti notarili.Era insorta una grave discordia trail Papa Innocenzo III e l’impera-tore Ottone IV che da Milanomosse contro Pavia per punirla del-la sua fedeltà a Roma. Voghera ei paesetti della pianura erano alleaticon Pavia e quindi con FedericoRuggero subito accorso da Geno-va nel 1212, mentre i paesi dellamedia e alta valle Staffora, di valCurone e val di Nizza , feudi deiMalaspina, ( esclusi san Ponzo eCecima) vennero dai loro Signo-ri consegnati ai Milanesi e ai Pia-centini alleati dell’Imperatore.Di fatti d’arme e di tentate ag-gressioni o infiltrazioni nel terri-torio dell’Abbazia non si hannonotizie. Però è da supporre che latranquillità sia stata per diversotempo turbata. Non per nulla l’E-remo si era munito di una salda

cintura difensiva.La serie degli atti notarili ci illu-mina ora su parecchie nuove pre-rogative spettanti all’Abbate, comeil diritto di nominare il Priore diSanta Mustiola nel piacentino,quello di “ presentare” il parroconelle chiese di S. Giovanni Piu-mesana, di Santa Maria Primora-go e di Sant’Andrea della Sala , equello di nominare i cappellani didue chiese di Bagnaria, SantoStefano e Sant’Ambrogio.Dai documenti veniamo informatiche queste nomine si compivanonella chiesa di S. Alberto e siamoedotti anche sulle funzioni del “sindaco del Monastero”che in-contriamo tanto spesso negli Atti.Il sindaco è un monaco con attri-buzioni di economo e di procura-tore; compie le operazioni di com-pra – vendita, riceve le donazionie tutela gli interessi della comunitàa nome dell’Abbate.Da un atto rogato nel 1290 appa-re eletto sindaco e procuratore ilEremo di butrio. La_statua di Frate Ave Maria.

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monaco Marenco già priore dellachiesa di S. Mustiola, con il con-senso di altri religiosi i cui nomidiventano per noi degni di tra-scrizione. Sono: Corrado monacoe Ruffino prete del monastero diButrio, Arnaldo arciprete dellapieve di San Paolo( presso RoccaSusella?), Baldino chierico di S.Andrea della Costa ( Piacenza), eAlberto monaco – converso di Bu-trio-La presenza dell’Abbate conferi-va solennità e splendore alle fun-zioni che egli presiedeva.Infatti da tempo antichissimol’Abbate commendatario diSant’Alberto godeva il diritto e ilprivilegio della mitra e del pasto-rale secondo quando scrive il Lu-bin ( Lubin – Abbatiarum Italiaebrevis notitia – pag 67)dal quale abbiamo riportato lenotizie concernenti le nomine nel-le chiese dipendenti dall’Abbazia.Che il “ tempo antichissimo” pos-sa riferirsi allo stesso S. Albertoraffigurato sempre con mitra e pa-storale negli affreschi della chie-sa, lo storico mons. Legè dubitafortemente, com’egli asserisce,si conferivano di rado tali insegne.Fino a prova contraria però noi

preferiamo rappresentarci sant’Al-berto come è ritratto nei sec. XVquando il diritto alla mitra e al pa-storale era un fatto acquisito.A nome dell’Abbate di Sant’Al-berto l’arciprete di Rovescala ri-sulta nei documenti del 1364compie alcune investiture di ter-reni nei dintorni di Borgonovo edi Santa Mustiola.Anche l’arciprete di san Ponzo conatto pubblico riconosce nel 1380all’Abbazia di S. Alberto alcuni di-ritti.

ABBATI DEGNI DEL FONDATORE.

A questo punto, trovandoci nel pe-riodo di maggior splendore del-l’Abbazia, è doveroso domandar-ci: Che uso facevano i monaci ditante ricchezze da loro accumulateper donazioni di fedeli e saggiaeconomia amministrativa?Non c’è dubbio che a S. Albertosi verificava quanto troviamo rac-contato e descritto nelle paginestupende d’alto valore storico diMabillon e Montalembert.

“ Noi siamo come il mare che ri-cava acqua da tutte le parti e la tor-

na a distribuire a tutti i fiumi” diràfra Galdino alludendo alla caritàdei Cappuccini.I Benefattori di S. Alberto face-vano proprio così: delle ricchezzesi servivano per onorare Dio e be-neficare il prossimo. Sollevavanoil popolo dalla miseria con ele-mosine generose e con larga of-ferta di lavoro di pubblica e privatautilità, aprivano chiese al culto,fondavano celle e monasteri, pro-muovevano le affermazioni del-l’arte nelle sue diverse branche;dall’architettura alla pittura, allaminiatura dei codici.Sant’Alberto, pur nelle sue irre-parabili rovine, ne è una prova. Ilcomplesso del Monastero s’era ve-nuto formando gradualmente. Pri-ma la chiesuola che rimonta aitempi del Santo Fondatore, poi ne-gli anni immediatamente succes-sivi le altre cappelle. Attorno era-no disposte le celle per i singoli ro-miti che in seguito si costituironoin congregazione cenobitica sottola direzione e l’autorità dell’Ab-bate che vuol dire “ padre”.Egli deve essere fornito di caritàe di temperanza, mostrarsi mite ebenigno con i monaci diligenti, au-stero coi protervi, ma sempre tale

che il nome di padre non sia unamenzogna, irreprensibile, e più difatti che di parole, maestro.Nessuna parzialità, nessun com-promesso, nessun privilegio; nien-te autocrazie, niente arbitrii. Se gliaffari da trattare sono gravi, eglichiamerà a raccolta i monaci e neascolterà i consigli, senza peraltrosoggiacervi, ma usandone sag-giamente.Questo in sostanza dice la rego-la di san Benedetto intesa a pro-muovere la vita di comunità.E veramente il Monastero ebbeuna serie di Abbati degni del po-sto che la fiducia universale el’amore dei Sommi Pontefici ave-va loro assegnato.L’aspetto esteriore dell’Eremo s’èvenuto modificando nei sec. XII-XIII. Non più celle romitorie spar-se qua e là nei dintorni della chie-suola primitiva dedicata a S. Ma-ria, ma la solenne maestà del ca-stello – monastero, via via muni-to di bastioni, di torre quadrata, dibertesche, di fossati e ponte leva-toio, per difendersi dalle scorreriee dai saccheggi delle bande armateche infestavano i luoghi.Il pericolo di assalti al monasteroche nei primi tempi della fonda-

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zione era minimo, data la suaestrema povertà, si manifestòquando quei monaci divenneropotenti sia per censo che per au-torità e giurisdizioni, ed acquista-rono anche prerogative propriedei feudatari costretti a munirsicontro la minaccia dei signorotticonfinanti.

PROBLEMI DI DECADENZA.

Con i sec. XIV e XV l’Abbazia disant’Alberto, pur migliorando l’e-steriore tenuta artistica e accen-tuando la sua potenza economica,avverte i primi segni d’una dele-teria trasformazione morale. Molte istituzioni religiose, rag-giunto l’apogeo dello splendore,perdettero la semplicità iniziale edecaddero per aver accumulatotroppe ricchezze.Che questa sia la ragione validaper la decadenza di Butrio nonpossiamo affermare ma solo intuiredalla dolorosa esperienza che di-viene costante legge di storia e di-mostrare come la seduzione del de-naro indebolisce lo spirito, di-sgrega le forze del bene, soffoca ilfervore, fa deviare dal giusto fine.Influirono forse altre cause; le

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1387 ebbe dal Vescovo di Bobbiol’investitura di Zavattarello, con-fermata dall’Imperatore Vence-slao. I Dal Verme estendevano illoro dominio su Bobbio, Castel S.Giovanni, Romagnese, su tutti ipaesi intorno a Voghera e si spin-gevano anche verso la media val-le Staffora scontrandosi con i Ma-laspina nemici dei Visconti.L’anno 1398 i Vogheresi condus-sero un’azione offensiva sopraGodiasco, Groppo e Piumesana evi operarono gravi distruzioni. SuPiumesana avevano giurisdizioneecclesiastica i monaci di Sant’Al-berto i quali dalle ostilità tra i Ma-laspina e i Visconti, tramite Vo-ghera e i Dal Verme, subivano fre-quenti danni.Perciò nel 1407 l’Abbate Antoniodei Conti di Lomello avanzò unasupplica al Duca Giovanni MariaVisconti per ottenere la restituzionedi certi beni e crediti che aveva aPontecurone e dintorni, dei qualicon vani pretesti era entrato in pos-sesso il vescovo di Tortona; e ilDuca di Milano rispose con un de-creto favorevole obbligando a re-stituire tutto “ sine strepitu et figurajudicii”.Il documento che enumera tutti i

beni e i titoli passati sotto il do-minio dei Dal Verme ci dà un’e-satta demarcazione dei confini diquesto feudo che si estendeva perquattro miglia di larghezza e cin-que di lunghezza ed era circoscrittodai castelli e dai marchesati di Ora-mala, Sant’Alberto, Casalasco,Trebbiano, Godiasco, Cecima,Bagnaria, Zuccaro, Sagliano; econferma come l’Abbate diSant’Alberto in qualità di Conte efeudatario di Pizzocorno aveva ildiritto al vassallaggio, al mero emisto impero, al fodro (specie ditributo in grano), con ogni giuri-sdizione temporale , al molino, al-l’acquedotto, alle pescagioni, aifrutti, ai censi, alle pensioni, ai red-diti; escluse due chiese e un mu-lino in Val di Nizza.Erano in sostanza tutte quelle pre-rogative ricevute dall’Abbaziaquando acquistò il feudo dai Ma-laspina in data 4 ottobre 1158.

condizioni d’ambiente; le discor-die, le guerre, gli scismi, il mani-festarsi d’una tendenza nuova e ri-belle che va sotto il nome uma-nesimo; forse anche l’infieriredelle pestilenze ( famosissimaquella del 1348) che spopolaronoanche i monasteri.Una causa sicura c’è tuttavia:l’essere stata data l’Abbazia incommenda.Una breve spiegazione. Quando unbeneficio ecclesiastico era vacan-te per assenza o morte del titola-re, se ne affidava temporanea-mente la custodia e l’amministra-zione ad un economo che si chia-mava “ commendatore”, cioè de-positario di quei beni a lui “ com-mendati”, affidati. Queste com-mende, lodevoli nelle origini e fre-quentissime ai tempi di San Gre-gorio Magno, ben presto degene-rarono in abuso.Troviamo già nel sec. VIII deiPrincipi che davano monasteri ovescovati in commenda perpetuaa dei laici. Papi e Concilii vieta-rono con frequenti decreti le com-mende perpetue. Clemente V nel1305 le annullò tutte senza ri-guardo neppure per i Cardinali.Molto più tardi le proscrisse il

Concilio di Trento. E tuttavia sto-ricamente è certo che prima edopo il Tridentino la Santa Sedeconcedeva le commende o perchéi monasteri erano rimasti senza re-ligiosi o perché erano decaduti dal-la osservanza e quindi di quellerendite venivano investite altrepersone ecclesiastiche.I primi sintomi d’un fatale pro-gredire verso l’uso della com-menda compaiono quando il Mo-nastero cerca dei naturali protettorinelle più potenti famiglie confi-nanti investendole di alcune sueterre.Ecco il contenuto di un docu-mento del 1380 che ci illumina an-che sulle consuetudini propriedell’Abbazia: “ Nel Monasterodi Santa Maria Genitrice e diSant’Alberto di Butrio, riuniti i fra-ti, al suono della campana, l’Ab-bate ( di cui non è riferito il nome)conferisce al Conte Giacomo DalVerme l’investitura della terra diMollia presso Pizzocorno”. I Con-ti Dal Verme acquistarono rag-guardevole potenza dopo averservito con fedeltà i Visconti di Mi-lano, ed ebbero parecchie signorietra le quali quella di Voghera.Lo stesso Conte Giacomo nel

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FFiinnee pp

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Tralasciamo il silenzioso e raccolto mese di gennaio che ha avu-to come protagonista l’evento del 50° anniversario della nasci-ta al Cielo del Venerabile Frate Ave Maria e passiamo alla:

DDoommeenniiccaa 22 FFeebbbbrraaiioo: Giornata dedicata alla Vita Consacrata. È un pò la festa di tutti i Re-ligiosi e le Religiose che in ogni diocesi si radunano assieme al Vescovoper Celebrare questo momento molto importate per ogni comunitàReligiosa e per ogni Chiesa locale. Come Maria presenta Gesù Bam-bino al Tempio, da Lei vogliamo essere presentati a Lui nella nostratotale dedizione a Dio e ai fratelli, nelle particolari sfumature di ogniCarisma e dono che Dio suscita sempre per la sua Chiesa e per il mon-do intero.

LLuunneeddìì 1100:: Fra Luigi si reca a San Sebastiano Curone AL, alla CasaSan Giuseppe residenza per anziani, tenuta dalle nostre Suore PiccoleMissionarie della Carità.

MMeerrccoolleeddìì 1122:: nella bella chiesa di Pizzocorno PV, il funerale di JoleLorini che dopo una lenta malattia e l’avanzata età ha terminato il suopellegrinaggio terreno. Ai suoi cari la nostra vicinanza nella preghiera.

LLuunneeddìì 2244: nel lontano 1900 nasceva a Pogli di Ortovero Cesare Pi-sano che diventerà poi frate Ave Maria.

NOTIZIE DI CASA

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VVeenneerrddìì 2288:: accogliamo per questo fine settimana il confratello JuanManuel Gonzales, novello Sacerdote proveniente dall’Argentina e invisita ai luoghi di don Orione.

MMAARRZZOO

GGiioovveeddìì 66:: Solennità di san Marziano, patrono della nostra diocesidi Tortona AL. Ci rechiamo in Cattedrale per il solenne pontificalepresieduto dal Cardinal Calcagno Domenico.

LLuunneeddìì 1100:: Ci rechiamo al nostro centro di Spiritualità a Montebel-lo della Battaglia PV, per il ritiro mensile, che vede radunati i confratellidi questa zona. Quest’anno come predicatore abbiamo don Andreadei Padri Barnabiti di Voghera.

VVeenneerrddìì 1144:: come ogni venerdì di quaresima alle ore 16 ci raduniamoper la Via Crucis sempre molto partecipata e animata da vari lettori.

MMeerrccoolleeddìì 1199: Solennità di san Giuseppe, che in tutte le nostre caselo si celebra con tanta devozione proprio sull’esempio e tradizione delcaro fondatore San Luigi Orione sacerdote.

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SSaabbaattoo 2222:: da Tortona Fratel Jauns accompagna due confratelli in vi-sita all’eremo, Padre Juan Manuel che era già venuto un mese fa e conlui un sacerdote dall’India don Praveen che sono a Roma per un pe-riodo di formazione.

DDoommeenniiccaa 2233:: il primo pulman di quest’anno, proveniente da Ber-gamo. E in serata è apparsa ancora la neve con forte vento,una tor-menta insomma…

VVeenneerrddìì 2288:: con un amico fra Ivan si reca a Reanto TO, a far visitaa Jean e Alda. Jean è uno dei nipoti di frate Placido quello che mag-giomente ha frequentato l’eremo. Da anni è provato dalla malattia cheporta serenamente e con fede, anche se ha perso l’uso della parola tra-spare dal volto ciò che le labbra non hanno potuto dire. Una bella gior-nata e ringraziamo il Signore.

DDoommeenniiccaa 3300:: nella Messa delle ore 10.00, abbiamo celebrato il 50°di matrimonio dei coniugi Nella e Paolo Zanaboni. Cari amici del-l’eremo, siamo a loro vicini con la preghiera e il nostro affetto.In serata fra Luigi, si reca a far visita e a recitare il Rosario per la de-funta Tacconi Luigina di Moglie, piccola borgata che come parroc-chia dipende da Pizzocorno PV. Anche a loro il nostro ricordo nel-la preghiera per questo momento sempre doloroso di un passaggioal Cielo per le proprie persone care con cui si è condiviso parte del-la propria vita terrena.

AAPPRRIILLEE..

MMeerrccoolleeddìì 22: nel pomeriggio un bel pellegrinaggio da Cantù e din-torni e si sono fermati alla Messa delle ore 16.30 rendendola moltopartecipata.

LLuunneeddìì 77 : da oggi fino a venerdì 11 fra Alejandro e fra Ivan sonoall’Abbazia Benedettina di Praglia PD, per una momento di vita mo-nastica, preghiera e silenzio.

SSaabbaattoo 1122:: verso le 10.30 un pulman da Savona.

DDoommeenniiccaa 1133:: llee PPaallmmee.. Iniziamo così la Settimana Santa. Alla Mes-sa del pomeriggio il Coro di Bagnaria PV ha animato la liturgia e liringraziamo veramente di cuore.

GGiioovveeddìì SSaannttoo:: Un gruppetto di giovani da Vigevano ha sostato inpreghiera nella mattinata e nelle prime ore del pomeriggio pregan-do con noi l’Ora Sesta. Alle ore 16.30 con una ventina di fedeli e due bravissimi chierichet-ti abbiamo vissuto il bel momento della liturgia e al termine in pro-cessione siamo andati verso la cappella di S. Alberto ove è stato pre-parato l’Altare delle reposizione.

VVeenneerrddìì SSaannttoo:: Alle 16.30 la Liturgia propria di questo giorno, men-tre alla sera alle 21.45 la Via Crucis.

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SSaabbaattoo SSaannttoo: Veramente un tempo da lupi!! Ma il tutto non ha sco-raggiato un bel gruppo di fedeli per la solenne Veglia Pasquale co-minciata alle 21.30.

DDoommeenniiccaa ddii RReessuurrrreezziioonnee: Alleluia! Cristo è veramente Risorto!Il tempo abbastanza incerto, ma la gioia di questo giorno ha preval-so.

Lunedì dell’Angelo: tempo così così, in mattinata quasi nessuno e nelpomeriggio un po di gente….

Martedì 22: il Vescovo di Lodi Mons. Giuseppe Merisi con una doz-zina di sacerdoti del Vicariato di Paullo in visita nel pomeriggio.

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Dalla preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro ladomenica 19 gennaio Papa Francesco ha detto : “… Che cosa significa per la Chiesa, per noi oggi es-sere discepoli di Gesù Agnello di Dio? Significa mettere al posto della malizia, l’innocen-za. Al posto posto della forza, l’amore. Al posto del-la superbia, l’umiltà, al posto del prestigio, il servi-zio. Noi cristiano dovremmo fare questo…

… Cosa significasse davvero per AAnnggeelloo GGiiuusseeppppee RRoonnccaallllii cioèGiovanni XXIII, il Papa buono, essere santo lo spiegò lui stesso ap-pena 26 enne durante una conferenza : “ Sapersi annientare co-stantemente, distruggendo dentro e intorno a sé ciò in cui altricercherebbero argomento di lode innanzi al mondo, mantener vi-va nel proprio petto la fiamma di un amore purissimo verso Dio, aldi sopra dei languidi amori della terra; dare tutto, sacrificarsi peril bene dei propri fratelli, e nell’umiliazione, nella carità di Dio edel prossimo seguire fedelmente le vie segnate dalla Provvidenza,la quale conduce le anime elette al compimento della propria mis-sione; tutta la santità sta qui!”. A questa regola Roncalli si è atte-nuto per tutta la sua vita.

(Cardinale Loris Capovilla)

I PENSIERI DI FRA SERENO … Con le nostre stesse mani siamo protesi in preghiera, e …pec-chiamo.Con le stesse labbra cantiamo lodi al Signore e… insultiamo.Con la stessa intelligenza ci eleviamo al Cielo, e ci …immergia-mo nella melma.Con lo stesso cuore amiamo cose sante, e ci prostituiamo al pec-cato.Siamo veramente nemici di noi stessi! ( Padre Igino Silvestrelli).In un quadernetto di appunti Suor Plautilla delle Piccole SuoreMissionarie della Carità di Don Orione scrisse:

“Anche se il cuore sanguina, stare allegra, non far pesare suglia al-tri la tristezza.Confidare sempre nel Signore. Mai aver paura. Lui è un Padre, nonun tiranno. Tenere pulita l’anima che è l’abitazione di Gesù. Con-fessarsi bene. Le proprie sofferenze solo confidarle a Gesù, maialle creature chè tornerebbero a nostro danno.Star molto unite al Signore. Ovunque si và, lì c’è Gesù!In mezzo alle dicerie star molto calma; guardar di far tutto per ilSignore poiché le persone dicono quel che vogliono. Lui solo è giu-dice.Prima di prendere qualche risoluzione pensarci bene e pure con-sigliarsi. Mai con precipitazione. Alle volte crediamo di liberarcida una croce ma invece ne formiamo altre e più pesanti.Di tutte le cose che non le interessino, non si occupi; fare le co-se con coscienza, davanti al Signore.Agire in modo che tutti i giorni si possa fare la S. Comunione.Il sacrificio più costa, più ha merito!.”

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Novita 2014

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Libreria

Sono disponibili presso la Libreria dell'Eremo le seguenti pubblicazioni:

– D. Sparpaglione, Frate Ave Maria,Edizioni Eremo di S. Alberto, Ponte Nizza (PV) pp. 32.

– Storia di Frate Ave Maria a fumetti,Edizioni Eremo S. Alberto, Ponte Nizza (PV), pp. 62.

– D. Flavio Peloso, Si può essere felici.Edizioni Piemme, Casale Monferrato (AL), pp. 204.

– Arcangelo Campagna, L’eremo di S. Alberto di Butrio, guida storico artistica,Edizioni Eremo di S. Alberto, Ponte Nizza (PV), pp. 72.

– A. Gemma, I fioretti di Don Orione,Edizioni Devoniane, Roma 2002 Seconda Edizione.

– Sui passi di Don Orione, “Sussidio per la formazione al carisma”,Edizioni EDB 1997, pp. 320

– D. A. Lanza: Don Luigi Orione e gli eremiti della Divina Provvidenza.Nel primo centenario della fondazione 1899-30 luglio 1999.Piccola Opera della Divina Provvidenza, via Etruria 6 00138 Roma.

– San Luigi Orione. L’apostolo della carità,Edizioni Velar.

– Via Crucis con Don Orione, a cura di Don Francesco Mazzitelli FDPGrafiche Grilli srl, Foggia. 2004.

– Don Luigi Orione una vita ad immagini, a cura di don Giuseppe RigoB.N. Marconi Arti Grafiche e Fotografie, Genova 1997.

– Frate Ave Maria. Un anno con i suoi pensieri, a cura di Vincenzo Marchetti con gli Eremiti della Divina Provvidenza,Edizioni Velar.

Santo Natale 2013

La natività, Lorenzo Lotto.46

Icona dipinta da Frei Cruz

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LAUS ET LABOREREMITI DELLA DIVINA PROVVIDENZA

(Don Orione)Eremo e Parrocchia di Sant’Alberto

c/c postale N. 14030274www.eremosantalbertodibutrio.it - E-mail: [email protected]

Santa Messa festiva:Feriale Ore 7.00 - Per tutto il mese di agosto anche ore 16.30Pre-festivo: ore 16.30Festivo: ore 10 e 16.30 (tutto l’anno).

Visita all’Abbazia:Dalle ore 8.00 alle 12.00 – Dalle 14.30 alle 19.00

Feste:Sant’AlbertoPrima domenica di settembre. Nel pomeriggio: Messa ore 16.00 seguita dalla processione.Memoria di Frate Ave Maria3a. Domenica di maggio nell’Eremo di S. Alberto – Ponte Nizza (Pavia)4a. Domenica di maggio a Pogli di Ortovero (Savona).Indicazione per chi utilizza il Navigatore:Per trovare la strada per l’Eremo, cercare Abbadia Sant’Alberto di Butrio.

Supplemento N. 1 al Don ORIONE, Foglietto mensile del Piccolo Cottolengo di Milano20146 Milano - Viale Caterina da Forlì, 19 - Anno XXXXVIII - N. 5 - Giugno 2014Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)

art. 1, comma 2, DCB BergamoRealizzazione a cura della Editrice VELAR, Gorle (Bg)Foto: Edizioni Eremo - Stampa: Litonova, Gorle (Bg)

Spedito nel mese di Maggio 2014

L’Editrice VELAR assicura che i dati personali vengono trattati con la riservatezza prevista dalla legge in vigore (675/96)e utilizzati esclusivamente per le proprie proposte commerciali. Su richiesta, tali dati potranno essere cancellati o rettificati.

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