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Ufficio stampa Rassegna stampa martedì 27 novembre 2012 Pagina 1 di 143

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Ufficio stampa

Rassegna stampamartedì 27 novembre 2012

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Il Resto del Carlino Ravenna

Corriere Romagna Ravenna

INDICE

IL ROTTAMATORE LANCIA LO SPRINT27/11/12 Politica 6

Prima pagina27/11/12 Prima pagina 7

Il Pd diviso dalle urne «Serve un nuovo amalgama»27/11/12 Politica 8

«Sel bocciata perché non si distingue dal Pd»27/11/12 Politica 10

«Un gran risultato anche grazie ai giovani»27/11/12 Politica 11

Brevi poltica27/11/12 Politica 12

«Se vince Renzi riprendo la tessera del Pd. Forse»27/11/12 Politica 13

Punta Marina è diventata meno ‘rossa’27/11/12 Politica 14

Il centro è renziano Forese con Bersani27/11/12 Politica 15

«Aiutiamo Matteo con il ‘porta a porta’»27/11/12 Politica 16

I genitori in commissione «Vogliamo risposte chiare»27/11/12 Istruzione 17

«Ingegneria sarà a numero chiuso»27/11/12 Istruzione 18

Un po’ più poveri.Ma la qualità della vita è ok27/11/12 Cronaca 19

«Pronto a dare battaglia Ma la crisi c’è. E si sente»27/11/12 Economia e Territorio 21

Presidio a Marina di Ravenna «Futuro incerto per 70 operai»27/11/12 Economia e Territorio, Lavoro 22

‘Fest’, all’Almagià arte e cultura per i bambini27/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 23

Primarie, un voto spartiacque27/11/12 Politica 24

«Allo Stoppa le aule sono a norma, gli studenti non corrono pericoli»27/11/12 Edilizia e Infrastrutture 25

I giovani talenti al Mar e le mostre della settimana Viaggio fra mille sfumature27/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 26

Uto Ughi e Paolo Olmi «Natale con musica e giovani»27/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 27

Prima pagina27/11/12 Prima pagina 28

I Bersaniani corteggiano Vendola27/11/12 Politica 29

Bersani vince, Renzi sogna27/11/12 Politica 30

Cinquanta frodi creditizie27/11/12 Cronaca 31

Acceso presidio di fronte alla Gestimm27/11/12 Economia e Territorio, Lavoro 32

I docenti del Morigia vogliono un tavolo per il riordino27/11/12 Istruzione 33

Occupazione allo scientifico27/11/12 Istruzione 34

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La Voce di Romagna Ravenna

Corriere della Sera

Il Giornale

Otto aziende del territorio riconosciute come imprese storiche27/11/12 Cronaca 35

Generale calo dei fatturati27/11/12 Economia e Territorio 36

Cambio al vertice dell’ente Mazzavillani nuovo direttore27/11/12 Economia e Territorio 37

Qualità della vita, Ravenna scivola all’ottavo posto27/11/12 Cronaca 38

Ughi, Kim e Olmi: note per la terra che trema27/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 40

Prima pagina27/11/12 Prima pagina 41

L’aplomb dei “bersaniani” “In provincia comunque oltre il 48%27/11/12 Politica 42

I renziani rottamano metà provincia27/11/12 Politica 43

‘Diffcile che il nostro elettorato voti Renzi’27/11/12 Politica 45

IL COMMENTO GRILLINO27/11/12 Politica 46

Gestimm “Subito un tavolo di crisi”27/11/12 Economia e Territorio, Lavoro 47

Lega: “Un piano per arginare la delocalizzazione industriale”27/11/12 Economia e Territorio 48

Ravenna, crisi anche per qualità della vita27/11/12 Cronaca 49

‘Accorpamento deciso senza confronto’27/11/12 Istruzione 50

SCUOLA NEL CAOS IL LICEO ARTISTICO SCEGLIE L’AUTOGESTIONE27/11/12 Istruzione 51

Uto Ughi accanto al virtuoso Kim per solidarietà27/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 52

Giovedì Spadoni tiene una conferenza su Klimt27/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 53

Anche il mondo dell’infanzia contempla l’arte e la cultura27/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 54

150 anni della Camera di Commercio27/11/12 Cronaca 55

MAZZAVILLANI NUOVO DIRETTORE CNA27/11/12 Economia e Territorio 56

Cosmohelp Danza, ci sono ancora biglietti per lo spettacolo benefico al Teatro Masini27/11/12 Economia e Territorio 57

Due questioni non secondarie27/11/12 Politica Nazionale 58

Renzi-Bersani, caccia aperta a 250 mila voti-chiave27/11/12 Politica Nazionale 59

La mappa dei consensi: Sud e città al leader, il sindaco forte nel centro27/11/12 Politica Nazionale 61

Pdl, primarie ancora in sospeso Sfida aperta Berlusconi-Alfano27/11/12 Politica Nazionale 62

Bonus baby sitter alle neomamme27/11/12 Sanità e Politiche sociali 63

Soldi per tenere i bimbi a casa o per le colf La Germania ripensa gli aiuti alle donne27/11/12 Sanità e Politiche sociali 64

L'Emilia felice, Bolzano è il luogo ideale27/11/12 Pubblica Amministrazione 66

La scuola è giusta? Paese al top27/11/12 Istruzione, Economia Nazionale 67

Alfano prepara il divorzio dal Cav «Non posso annullare le primarie»27/11/12 Politica Nazionale 68

Ora nel partito si apre il mercato Parte la caccia ai voti di Vendola27/11/12 Politica Nazionale 70

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Il Resto del Carlino

Il Sole 24 Ore

Italia Oggi

Il tesoretto dei gazebo vale 10 milioni Gli organizzatori: li useremo per le politiche27/11/12 Politica Nazionale 72

Ballottaggio, votano gli assenti giustificati E si riaccende lo scontro sulle regole27/11/12 Politica Nazionale 73

IL GRAN PARTITO E LA SUA OMBRA27/11/12 Politica Nazionale 74

IL DISAGIO DELLA BASE27/11/12 Politica Nazionale 76

Scintille anche sui risultati I renziani: «Pubblicare i verbali»27/11/12 Politica Nazionale 78

Bersani fa appello a Vendola E lui: «Voglio profumo di sinistra»27/11/12 Politica Nazionale 79

Renzi a caccia dei voti di Pier Luigi «Chi non si accontenta scelga me»27/11/12 Politica Nazionale 80

«In Emilia è l’ora del cambiamento La gente vuole un Pd meno ideologico»27/11/12 Politica Nazionale 81

Compagni, rompete le righe La rottamazione corre sul Po27/11/12 Politica Nazionale 82

Stabilità, milioni in arrivo per carceri, fiere e cultura27/11/12 Pubblica Amministrazione 83

Province, statali, Tfr e liberalizzazioni Le incompiute del governo Monti27/11/12 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 84

Primarie Pdl, Berlusconi prende tempo In piazza si scatena la rabbia dei giovani27/11/12 Politica Nazionale 85

PROVINCE, ‘RITORNO AL FUTURO’27/11/12 Pubblica Amministrazione 86

Chiesa, gli sgravi Imu all’esame Ue27/11/12 Pubblica Amministrazione 87

Il vescovo striglia i parroci «Dovete raccogliere più offerte»27/11/12 Sanità e Politiche sociali 88

Ok al ddl sul bilancio: legge di stabilità in Senato27/11/12 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 89

Fine legislatura, no a passi falsi27/11/12 Politica Nazionale 90

Tempi troppo stretti a rischio il Dl province27/11/12 Pubblica Amministrazione 91

Pa, rimborsi ai maxi stipendi27/11/12 Pubblica Amministrazione 92

Ma l'Emilia resiste al rottamatore27/11/12 Politica Nazionale 94

Imu e no profit, scontro continuo27/11/12 Pubblica Amministrazione 95

Resta l'incognita della retroattività27/11/12 Pubblica Amministrazione 97

La Corte dei conti spinge Reggio Calabria in default27/11/12 Pubblica Amministrazione 98

La paura di Ikea ingegna il borgo27/11/12 Economia Nazionale 99

Il commercio verso il ritorno in città27/11/12 Economia Nazionale 100

Bolzano rilancia con l'export27/11/12 Economia Nazionale 102

Agrigento, cresce il rischio isolamento27/11/12 Economia Nazionale 104

Cuneo, il successo è la diversificazione27/11/12 Economia Nazionale 105

Adesso Errani scalda i motori27/11/12 Politica Nazionale 106

Appeso al Colle27/11/12 Politica Nazionale 107

Imu, commercialisti nel panico27/11/12 Pubblica Amministrazione 108

Enti non profit, per l'esenzione conta l'uso dell'immobile27/11/12 Pubblica Amministrazione 110

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La Repubblica

La Stampa

Unità

Anusca punta sulla formaizone27/11/12 Pubblica Amministrazione 111

Piano città, fondi a gennaio27/11/12 Pubblica Amministrazione 112

Imu, il cantiere è aperto27/11/12 Pubblica Amministrazione 113

Sulla Tares addizionale percentuale27/11/12 Pubblica Amministrazione 114

I consiglieri comunali si pagano la pensione27/11/12 Pubblica Amministrazione 115

Esodati pa, tutela rigida27/11/12 Pubblica Amministrazione 116

Il welfare è una priorità27/11/12 Politica Nazionale 117

Il segnale che arriva dalle regioni rosse27/11/12 Politica Nazionale 119

Iscrizioni libere e online campagna al Sud e tanta tv Niente è impossibile27/11/12 Politica Nazionale 120

Arriva il via libera di Vendola tour in Campania a caccia di voti Non si parte da zero a zero27/11/12 Politica Nazionale 121

Rivoluzionata la geografia del Pd azzerati big e vecchie correnti Sì, abbiamo già cambiato pelle27/11/12 Politica Nazionale 122

Pdl, rivolta per difendere le primarie militanti imbavagliati a casa Berlusconi27/11/12 Politica Nazionale 124

Monti ai partiti: non si pensi solo a leadership27/11/12 Politica Nazionale 125

La rivincita delle piccole biblioteche così volta pagina l'Italia che legge27/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 126

DAL RINASCIMENTO AI CONTEMPORANEI LE OPERE ALL’ASTA PER L’EMILIA27/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 128

LA GEOGRAFIA CAMBIA: FORSE È NATO IL PD27/11/12 Politica Nazionale 129

QUEL CHE MANCA AGLI ELETTORI DI CENTRODESTRA27/11/12 Politica Nazionale 131

Bersani dice cose di sinistra per sedurre Nichi e i suoi fan27/11/12 Politica Nazionale 133

Caccia al voto d’opinione L’ultima carta di Renzi27/11/12 Politica Nazionale 134

Bersani sfonda nei capoluoghi Tre regioni vanno a Renzi27/11/12 Politica Nazionale 135

Berlusconi:bisogna cambiare tutto27/11/12 Politica Nazionale 137

Sulle tre riforme incorso Il premier è pronto a sfidare i partiti27/11/12 Economia Nazionale, Politica Nazionale 138

Napolitano: evitare i passi falsi27/11/12 Politica Nazionale 139

Le città col segretario «Il nuovo senza strappi»27/11/12 Politica Nazionale 140

Il sindaco e le regioni rosse: i tanti affluenti di un successo27/11/12 Politica Nazionale 141

È Bolzano la città dove si vive meglio Scalzata Bologna27/11/12 Politica Nazionale 142

Imu Chiesa: «Un pasticcio statale che scontenta tutti»27/11/12 Pubblica Amministrazione 143

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27/11/2012 press unE il Resto del Carlino

RAVENNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

L'ANALISI DEL VOTO di FRANCESCO MONTI

IL I ormArow LANGA SPHIN

AVENNA bersaniana? ma con diversi distinguo, come dimostra cw

confronto con il voto di tre anni JU.Rispetto alle primarie 2009, che incoronarono Bersani segretario del Pd, in provincia hanno votato oltre 9000 elettori in più: da 36.438 a 45.570. Interessante notare che, di questi 9000 voti, solo un migliaio sono andati allo stesso Bersani, passato da 21 mila a 22.076 voti. Tutto il resto — le cifre parlano chiaro — è stato incamerato da Renzi: se tre anni fa il candidato di area cattolica Franceschini aveva raccolto poco meno di 11 mila voti nel Ravennate, il sindaco di Firenze è arrivato a 18.635. Naturalmente confronto è improprio: all'epoca si votava per eleggere un segretario di partito, non il leader del centrosinistra in vista delle legislative. Ma che qualcosa si sia mosso nel Ravennate è evidente. Va anche sottolineato che il risultato provinciale è si influenzato dalla prevedibile ondata renziana di Faenza, ma non solo. Nel capoluogo c'è una certa disomogeneità nel voto: è vero che Renzi è stato il candidato più votato in soli due seggi su 35, ma in molti altri , specie nel centro storico, il vantaggio di Bersani è minimo.

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5 Alla pagine 3-4-5 in data,. Renzì ho i\. più vtí preAsta, Ildsottato? Un Pd spaccato

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MATILE,,

COM : MOSTki ;NVOL

www,Rrestodelcarlino.itiravenna Martedì 27 novembre 2012

e-rnait: cronaca.ravennaCg)itcarlino.net

[email protected]

Redazione: via Salare 40, `48100 Ravenna - 'rei. 0544'249611 Fax 0544 39019 mg Pubblicità: S.P.E. - Ravenna Alberti, 60 - lel. 0544 278065/ Fax 0544 270457

Breil Mordiate . Lorenz Citizen Hip-Hop ' Cacio . Vagary ' GIOIELLI DONNA ORO

A,-"AtMZI, Via .2omea, 44 - 'rei O' 3414,

L'ANALISI DEL VOTO di FRANCESCO MONTI

IL RUITAIVIATORE LANCIA LO SPRINT

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confronto con di tre anni Ics i?:'„spetio alle primarie 2009, che incoronarono Perenni segretario del Pd, in provincia hanno votato oltre 9000 elettori in più: da 36.438 a 45,570. interessante notare che, di questi 9000 voti, solo un migliaio sono andati allo stesso Bersani, passato da 21 mila a 22.076 voti. Tutto il resto — le cifre parlano chiaro — è stato incamerato da Renzi: se tre anni fa il candidato di area cattolica Franceschini aveva raccolto poco meno di 11 mila voti nel Ravennate, íl sindaco dì Firenze è arrivato a 18.635. Naturalmente il confronto è improprio: all'epoca si votava per eleggere un segretario di partito, non il leader del centrosinistra in vista delle legislative. Ma che qualcosa si sia mosso nel Ravennate è evidente. Va anche sottolineato che il. risultato provinciale è sì influenzato dalla prevedibile ondata anziana di Faenza, ma non solo. Net capoluogo c'è una certa disomogeneità nel voto: è vero che Renzi è stato il candidato più votato in soli due seggi su 35, ma in molti altri , specie nel centro storico, il vantaggio di Gersani è minimo.

Classifiche: Ravenna perde 3 posizioni Cervia, si chiama canalino,

SPETTACOLI

Peggiora il Pii' e ne risente la qualità della

ll porto canale teatro della nuova movida E nasce un'associazione

IL CONCERTO DI NATALE

UG1-11 E OLMI: -UN DUO VIRTUOSO PER I TERREmorm

Atte pagine 8-9 TRE PASSI INDIETRO Ma Ravenna resta fra le to IO 5 A pagina 22 e In Nazionale e a pagina 25

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. «Le prImarEe hanno fatto bene a tutto il paese, iL centrosinistra poi ne esce rafforzato, specie nei confroriti dei rivali. i risultati? Nessuna sorpresa»

4$ , VERDETTO SOSPESO

Non si possono fare paragoni con tre anni fa

Aspettiamo il ballottaggio

CAMERA Gabriele Albonetti, deputato Pd •

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11 Pd diviso dalle urne «Serve un nuovo alg Faenza a Remi, Ravenna a Bersani. Parla Albonetti

di FRANCESCO MONTI

GABRIELE Albonetti, deputato faentino del Pd, guarda ai risulta-ii delle primarie con l'occhio di chi sta per lasciare il Parlamento dopo tre legislature (ha già annun-ciato da mesi che non ha intenzio-ne di ricandidarsi).

è soddisfatto del risultato in provincia di Ravenna?

«Sì, credo che questa ampia parte-cipazione abbia fatto bene a tutto il paese, e che il centrosinistra ne esca rafforzato, soprattutto in con-fronto alla parte avversa. Quanto ai risultati, non mi sembra ci sia-no grosse sorprese».

Chi è, secondo lei, il vero vinci- tore del primo turno?

«Entrambi i candidati arrivati al ballottaggio hanno ottenuto un

,

A farmaco «Faenza anticipa sempre Le tendenze nazionali: nel Pd serve un nuovo amalgama Questo . . multato sara utile anche per IL lavoro del sindaco Malpezzi»

buon ris-ùltato». La sua città, Faenza, si è con- fermata un 'feudo bianco', scegliendo Matteo Renzi. Si aspettava anche questo?

«Faenza ha sempre anticipato le tendenze nazionali: per esempio, l'Ulivo è nato prima qui che nel resto d'Italia. Credo che sia così anche questa volta: a Faenza si sente la necessità che nel centrosi-nistra, e in particolare nel Pd, si costruisca una nuova sintesi, un nuovo amalgama».

Intanto però "suoi', ovvero i bersaniani, sono sempre in minoranza nella città delle ce-ramiche, anche se hanno un po' limato il distacco.

«Trovo impropri i paragoni fra queste primarie e quelle di tre an- ni fa per il candidato sindaco:

all'epoca c'erano solo due nomi in corsa, quindi aspetterei almeno il ballottaggio. E in ogni caso evite-rei di proiettare il risultato nazio-

nale sulla politica cittadina».

Non crede che ci saranno con-seguenze sulla politica loca-le?

«Penso che il successo delle pri-marie aiuterà anche il sindaco Malpezzi a perseguire un proget-to più coraggioso per la città, in

un momento così difficile della sua storia».

Da lunedì prossimo, archivia- ta la sfida fra Berscmi e Renzi, si dovrà iniziare a parlare di candidatureper il Parlamen- to. Pronostica su Ravenna?

«Non ha senso l'une, finché non sarà approvata la nuova legge elet-torale, il cui percorso, molto acci-dentato, inizia proprio questa set-timana in Senato».

Insomma non vuole sbilan-ciarsi sui nomi.

«No. Se saranno reintrodotte le preferenze, ogni candidato potrà giocarsi le proprie carte diretta-mente il giorno delle elezioni. Se invece verranno confermate le li-ste bloccate, faremo le primarie».

In questa legislatura la no-stra provincia è stata rappre-sentata a Roma da un deputa-to e un senatore: crede che Ravenna meriti di più?

«A Roma va chi riesce a conquista-re i voti necessari. Per quanto mi riguarda, credo che Ravenna me-riti una parlamentare donna».

Si riferisce a Josefa Idem, di cui si parla già da qualche me-se?

«La Idem è un personaggio di grande valore e anche di grande immagine: candidarla farebbe be-ne al centrosinistra. Ma ci sono al-tri nomi validi».

E lei? Conferma l'intenzione di lasciare?

«Sì: l'unica cosa certa è che, fra qualche mese, non sarò più in Par-lamento. Ovviamente nessuno può impedirmi di continuare a fa-re politica».

DUE NODI

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27/11/2012 il Resto del Carlino

RAVENNA

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CONSELICE

MASSA LOMBARDA

S. AGATA -- SUL SANTERNO

BAGNARA Di ROMAGNA

SOLAROLO

CASTEL BOLOGNESE

COT1GNOLA

In bilico

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GR:Z,LNO VANDINI: «CHI VOTA PER RENZI CHIEDE UN CAMBIO DI ROTTA»

«Sei bocciata perché non si distingue dal Pd» BEPPE Grillo ha stroncato le primarie del cen-trosinistra, definendo «una buffonata» l'appun-tamento a cui hanno partecipato 3,1 milioni di elettori. Pietro Vandini, capogruppo del Movi-mento 5 stelle in consiglio comunale, ha una po-sizione più moderata: «Credo che Beppe, più che prendersela con le primarie in sé, volesse sottolineare che si vota sempre per le stesse fac-ce. E anche quelle nuove, se ci sono, fanno parte di un sistema che il Movimento sta combattendo».

ANDIN1, tuttavia, non sottovalu- . ta l'alta partecip.azione: «Alle ur-ne

i andata inolta gente. Tutta-

via, personalmente non avrei vo-tato per nessuno dei cinque candi-dati. Credo — aggiunge — che an- che in questo appuntamento elettora- le si sia visto un riflesso della presenza

del Movimento 5 stelle in politica: mentre Ber-sani non è una novità e rappresenta la vecchia guardia, il voto a Renzi esprime la richiesta di un cambio di rotta da parte dell'elettorato di centrosinistra. Per come la vedo io, il sindaco di Firenze non fa parte del Pd: potrebbe stare in altri partiti. Detto questo, alcuni fra i suoi te-mi noi li portiamo avanti già da molto tempo».

,• MA l'aspetto più interessante, secondo il capo-gruppo grillino' in consiglio comunale,

è un altro: «Il risultato negativo di Sel a Ravenna colpisce — dice Vandini — e la ragione mi sembra evidente: vendoliani non riescono a differen- ziarsi dal Pd, si allineano alle sue poli-tiche. Per esempio, sulla vicenda Gal-

letti Abbiosi avrebbero potuto dire pa-recchie cose 'di sinistra'. Invece non han-

no aperto bocca. Perché?». fom.

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AL7C: SUM2 QUI BERSANI AL 60,55%

«Un gran risultato anche grazie à giovani» AD ALFONS1NE e frazioni c'è soddisfazione tra i tantissi-mi sostenitori di Pierluigi Ber-sani all'indomani del responso delle urne, che ha visto il segre-tario del Pd prevalere netta-mente nei confronti del 'rotta-malore'. Una schiacciante mag-gioranza che ha sfiorato il 61 per cento. Soddisfazione espressa ieri anche da Giorgio

VECCHU GUARDA Motti iscritti 'storici' affascinati da Ronzi, il. partito cambia pelle

Branchetti, segretario dell'Unione Comunale Pd di Alfonsine: «Non posso che es-sere orgoglioso — commenta — sia per il risultato ottenuto che per la grande partecipazio-ne da parte dei cittadini, com-presi ovviamente tutti coloro che risiedono nelle frazioni. Un'affluenza che, come abbia-mo constato anche in un recen-te passato, testimonia la voglia di essere coinvolti in prima persona esprimendo la propria opinione nella scelta di quello che dovrà essere il loro leader.

Abbiamo inoltre notato con piacere che si sono recate alle urna tante persone che in occa-sione di precedenti appunta-menti elettorali non si erano vi-ste. Senza alcuna polemica vo-glio sperare che queste stesse persone abbiamo capito il sen-so di queste primarie».

SEGNATAMENTE all'eleva-ta percentuale ottenuta da Ber-sani il segretario ritiene che «non è stato del tutto il frutto dei voti del cosiddetto 'zoccolo duro'. Anzi, conversando con diversi 'vecchi' iscritti, ossia con persone di una certa età che non hanno paura di mani-festare apertamente le proprie opinioni, ho capito che molti hanno espresso, un po' in con-trotendenza, la loro preferenza a Renzi. Quindi ritengo che la netta vittoria calfonsinese' di Bei-sani non sia da attribuire al-lo zoccolo duro, ma più che al-tro ai tanti giovani che domeni-ca sono accorsi alle urne. Do-menica, come ha detto Renzi, si parte dallo zero a zero, ma qui ad Alfonsine, salvo clamo-rosi ribaltoni, sarà ancora Ber-sani a registrare una sorta di plebiscito».

Luigi Scardovi

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Ttest tra í due ve protagonisti di queste primarie 'e un solo voto d differenza ira Bersani e Renzi. ílsegretario del Pd a ricevuto 129

preferenze (46,7%), sindaco di Firenze 128 (46,3%). A Vendete sono andati 11 voti (3 9%), 6 a candidata di

on ebettuna 2a Ta

dEe' r n,teroi.arnagLo.lnloo rosso della '.

, . nostra provincia, Bersani ottiene 755 preferenze (pari at 58,1%), contro te 450 (34 69/ ) del

ottamatore toscano, aie il presidente delta

Pugtia, fermo al, 5,4% con 71 voti. Laura Puppato è atti .3%, Bruno Tabacci è atto 0,38%

i più la Poppato (6 voti8

Ve ea nnpdc rooel ancor d(

ed( r3e( n2z ve 0, toi e ,1 7a,4°c/ci;)

(17 e 11 .4%( e Ta b

ogre ano ottlena, anche se d'un soffio (50,4%), ta ma

ggioranza ssotuta in virtù dei 2,038 ti. Va comunque motto

bene íl sindaco dì Firenze al 40% tondo con 1.6 preferenze Distanz> ielt70

favore di í latteo Renzi nette primarie di domenica ottiene 302 p eferenze (51 9%) distanziando di dodici tira i ghezze t segretario d Pd (232 voti e 39 9%) A Ni hi Vendota sono andai 33 voti (5 6%) a Laura Puppato 11 (1 8%) e 3 a Bruno Tabacci (0,5%)

e tee

con ampio mar ìn e aco di Firenze 2he

667 voti, Distanti 9f srsaizrnì ao ottiene 57,3

io del Pd che ma al32,7% in virtù

81 preferenze leee aedi ov

e.Rirulfato sotto neiate per ate per

ottiene à' 2,1 Tabacci to 0,77%

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per Russi, appoggiata dal Pdl, per questo motivo quando si è presen-tato al seggio delle primarie del. centrosinistra, gli è stato impedi-to di votare. «Non sono un uomo di destra — ribadisce Vanicelli —

«I CATTOLICI progressisti —

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a iie P"marie

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' „ NON SONO UOMO DI DESTRA. SONO SEMPRE ,N STATO UN DEMOCRISTIANO PROGRESSISTA

— — FEDELE ALLA DOrrmNA SOCIALE

PIETRO VANICELLI, LEADER DI 'Nell PER RUSSI'

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LA MIA OPPOSIZIONE

Sul piano politico combatto Insieme per Rossi e il Pd ravennate, nna non ho nulla co tra

Pd nazionale

IL RUOLO L D E CATTOLICI

ti di area progressista o votato n modo cc io a Russi per il. co dl Firenze: po i

comitato ha Lavorato bene

la tessm... cid Fd.

Mie hann mass s nda

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«Se vince Re • riprendo la tessera del Pd. Porse»

A Russi continua la polemica dell'ex sindaco Vanicelli che non è stato ammesso al seggio

«NON Ml HANNO permesso di. dare il mio voto a Renzi alle pri-marie, lo voterò quando sarà can-didato premier. E allora, valuterò anche se tornare a prendere la tes-sera del Pd». Pietro Vanicelli è soddisfatto, il successo di Renzi a Russi, dove i voti per il sindaco di Firenze sono stati 634 e quelli per il segretario 519, lenisce ogni ri-sentimento per «quelli di via della Lirica» (sede del Pd provinciale) e per chi domenica non lo ha la-sciato votare.

VANICELLI, sindaco Pds nella passata legislatura, alle ultime ele- zioni ha dato vita alla lista Noi

sono sempre stato un democristia-no progressista, fedele alla dottri-na sociale della Chiesa, un segua-ce di Carlo Donat Cattin. Ho dato vita alla lista civica 'Noi per Rus-si' a cui hanno aderito anche altri.

E' vero faccio opposizione, ma a Insieme per Russi, il gruppo con-sigliare del centrosinistra, e al Pd provinciale. Non ho niente con-tro il Pd nazionale e se Matteo Renzi, sarà il candidato premier

lo voterò, in quanto a riprendere la tessera non lo escludo, ma ho già pagato una volta....» chi sono gli elettori di Renzi a Russi?

afferma Vanicelli — infatti ieri la

Facchini mi ha rimproverato di

aver mandato troppa gente a vota-

re. Ma anche tanti laici e elettori

di sinistra, ma non chi ha un pas-

sato nel Pci, i più giovani. In ogni

caso complimenti a Raffaele Fab-

bri (coordinatore del Comitato

per Renzi di Russi e consigliere

comunale di Insieme per Russi).

Non credo avrebbe avuto la forza

di uscire così allo scoperto, lo ha

fatto, ha lavorato ed è stato pre-

miato».

Claudia Liverani

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dei e iue gt. costieri-n rtodossia fina ese (co i striati oltre il

per cento a ias>oredi Betsani in molte sezioni), e al teratpo stes-so la fedeltà alle espressioni dei

-rito di maggioranza n azto-aii della costa, comeCa s Boiei -

soprattutto Lido Adriano, ulta più tiepide.

eo o

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n`Mahe 5*rPreSe A RAVENNA it centro storico è \,-ss\k-^ trldizionllmente più imperm ea- , \r„, <

bile alle posizioni radicali. Non

a - una sorpresa che seggio di la D'Attorre abbia fatto registra ,.

diveri più preferenze per Renzi ri- spetto a Benalli, ma cari a pari buon risultato (13,6%) per Ven-dola, E' invece da approfondire

Sa B registn

maggioranzaior<anzaa assolutaa. Tra le no vità> oltre al `cmasi pareggi& di logo 1\4ontolie, il dato di Pun-

larina Terme dove i sosten i del segretario del Pd, qui

r Erra - olta 'monolitico sono tal- dai fan del sindaco di Fi-

rossa

rfaza rot

or a

o

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1 c i roL i n ` s con B - rsani

E.

NA: LE SEZIONI CALDE

........

Pier Luigi BERSANI

,..„,..,

Manco RENZI

L, D'Ai' RRE 04° 4 4 SALA USER 4504° 41 VIA LANDON 454 40m2 BORGOMONTONE 4602° 4507

NB ' TO O 707 PUNTA i AR INA 4802° 40 5 P POSSO H AI 600 1 32 3 P

AVARN 5904° N , KIEL E 5 06 3200

ANTE O 5805° PIANO 61 29F9

AD RI; N O Op i 'A L BORSETTI 65 79:9 2 ANTALBERTO 550 374° P

, NI RI OI 602 322°

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FGNANO QUI RENZI AL 78%

«Aiutiamo Matteo con il 'porta a porta' »

I NUMERI parlano chiaro: 268 voti a 53, una vera e pro-pria goleada a favore di Matteo Renzi nel seggio brisighellese di Fognano. Qui, sulle colline del faentino, la strada che si ar-rampica fino alla Toscana del `rottamatore' sembra essersi ac-corciata. In prima linea per Renzi c'è il vicesindaco di Brisighella Da-rio Laghi (nella foto), che vive proprio a Fognano.

Come siete riusciti a ottene- re un risultato del genere?

«Il nostro comitato ha creato una rete di persone attive sul territorio: ci siamo dati da fare per diffondere la nostra voglia di cambiamento».

In che modo? «Alla vecchia maniera: poca pubblicità, pochi slogan e tan-to 'porta a porta' per parlare con le persone, ragionare con loro, convincerle».

E ho funzionato: 78 per cento di preferenze,.

«Sì, perché l'elettore che segue gli 'ordini' del partito ormai non esiste più».

Qual è il profilo del irenzict-no di Fogracinot?

«Non c'è un profilo preciso, il nostro comitato è formato da persone di ogni estrazione:

operai, artigiani, professioni-sti, dipendenti pubblici. E an-che per questo che abbiamo avuto successo».

Le primarie hanno spacca-to anche l'ammirsistrctzio-ne di Brisighella?

«In giunta, gli unici tesserati Pd siamo io e il sindaco Missi- roli, che probabilmente è vici-

no a Bersani ma non si è schie-rato pubblicamente. Non ini-zieremo ceno a fare a cazzotti: lavoreremo insieme come ab-biamo sempre fatto, per il bene dei brisighelles i, senza guarda-re alle ideologie».

Spirito molto renziano. «Per me una proposta buona va sostenuta, anche quando ar-riva dall'opposizione».

Francesco Monti

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ELEONORA PRONI ASSESSORE ALLA SCUOLA

Si sta trattando La materia con La massima serietà e per migliorare rofferta formativa

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I genitori in co ssione «Vogli, o risposte chiare» Anche le prof dei Morigia dall'assessore Proni

«I NOSTRI TEMPI tecnici non coincidono con quelli della Pro-vincia» è il messaggio lanciato dal-le professoresse dell'Itg di via Marco ni. Continua infatti a far di-scutere il tenia dimensionamento scolastico. Ieri si è riunita la com-missione consiliare 'Cultura, pub-blica istruzione e infanzia' in cui l'assessore provinciale alle politi-che educative e programmazione scolastica, Eleonora Proni, ha ri-badito la già annunciata marcia indietro in merito al riassetto sco-lastico ravennate. A conclusione di un iter che ha visto gli istituti tecnici Baldini, M origia e Perdisa al centro di numerose polemiche nelle scorse settimane, oggi l'as-sessore Proni presenterà anche in Provincia la delibera definitiva che pone il via al dimensionamen-to per i comuni di Faenza e Lugo, mentre si sospende per Ravenn.a. Insegnanti, genitori e studenti presenti dell'istituto per Geome-tri cercavano però anche di trova-re le risposte che cercavano sui previsti accoropamenti, in vista, specialmente, degli imminenti open day di sabato,

DECINE IM STUDENTI delle scuole medie faranno il giro delle superiori, alla ricerca del percorso più consono per il loro futuro, ma, con il piano edilizia scolasti-ca ancora tutto da discutere, dal Morigia non si sentono pronti, «Non vogliamo proporre fumo al-le decine di ragazzi che verranno in visita alla nostra struttura scola-stica è il messaggio lanciato da

Elisabetta Zenobi, insegnante dell'Itg —, ma la buona offerta formativa che ci ha contraddistin-ti in questi anni. E in questo i dati sulle iscrizioni parlano chiaro. Abbiamo bisogno di avere una ri-sposta concreta entro venerdì per-ché sabato ci giochiamo una parti-ta molto importante. In caso con-trario invito la Provincia a sugge-rirci una risposta da dare».

LA PRESENZA dell'assessore Proni ha però reso gli interrogati- vi della delegazione scolastica pre- sente privi di un plausibile con- traddittorio: per gli accorpamenti la competenza è dell'assessorato all'Edilizia scolastica. «Non posso darvi io le risposte che cercate — è intervenuta l'assessore — in quanto non compete a me il tema dell'edilizia scolastica. La sola co- sa che posso affermare è che si sta trattando la cosa con la massima serietà e nella direzione di un mi- gliorarne nto dell'offerta formati- va. Per quanto riguarda il dimen.- sionamento la mia opinione la sa- pete già: tutto sospeso e per il prossimo anno apriamo un tavolo di discussione per affrontare al meglio la situazione». La fretta tuttavia incombe non solo per le scuole superiori, ma anche per l'università. Infatti, nonostante non siano stati presentati ancora dei progetti, i genitori parlano di tempi già prospettati dall'assesso- re Valgimigli nell'incontro prova- to di due settimane fa: partenza a marzo con il piano sull'edilizia, conclusione dei lavori a giugno.

Alessandro Cicognani

«Installare il Gps costò

70mila euro» LE MAGGIORI preoccu-pazioni per l'eventuale tra-sloco del Morigia riguarda-no proprio i laboratori. In particolare sono due gli ele-menti a cui docenti e stu-denti non possono proprio rinunciare e il cui sposta-mento richiederebbe un in-vestimento, a detta degli in-segnanti, decisamente one-roso. In primis il macchina-rio per la 'prova trazione dell'acciaio', installato con un plinto nelle fondamenta del laboratorio di costruzio-ni, per cui spostarlo compor-terebbe uno smantellamen-to totale che potrebbe an-che comprometterne il fun-zionamento. In Italia sono solamente due le scuole che lo possiedono. L'altro ele-mento di grande importan-za per la didattica dei ragaz-zi riguarda è il Gps, comple-tamente integrato nella scuola, che permette di effet-tuare i rilievi sul territorio e in aperta campagna perde-rebbe la sua funzionalità. In-stallarlo costò 70mila euro.

TESI Studenti, genitori e professori

vogliono conoscere al più presto il loro futuro

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«Ingegneria a sarà a numero

chiuso» IL SINDACATO degli universitari è preoccupato per la nuova «mappa del nu-mero chiuso». Scrivono i ra-gazzi. di 'Liebraunibo': «Al-la mappa del numero (chiu-so) programmato si aggiun-gono altre bandierine: Inge-gneria Civile, Ambiente e Territorio, Chimica ed Edi-le di Ravenna. Oggi (ieri, ndr) il Dipertimanto Di-cam nel suo Consiglio deli-bera a maggioranza questa scelta I rappresentanti de-gli studenti del sindacato degli universitari sostengo-no che il Thema non ha la necessita di varare questi provvedimenti restrittivi per rispondere alla sostenibilità oggi richiesta dall'ateneo. allo stato attua-le il dipartimento già ri-sponde a tutti i parametri Anvur. Perciò non si com-prende tanto affanno nel trovare la soluzione ad un. problema che non esiste».

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Un po' più poveri. Ma la qualità della vita è ok Lalbtogtafia del Sole 24 Ore segnala un peggioramento degli indicatori economici

RAVENNA perde terreno nel rapporto annuale sulla qualità del-la vita pubblicato dal Sole 24 ore. Dopo l'incoraggiante quinto po-sto dell'anno scorso, che ci aveva risollevato da tre anni consecutivi di classifica a due cifre (14a posi-zione nel 2010, 12a nel 2009 e I la nel 2008), i dati ci vedono in calo di tre posizioni. Ravenna resta co-munque nella top ten della città italiane per vivibilità, ma l'ottavo posto dimostra una lieve perdita di appeal. L'Emilia-Romagna ne esce comunque vincerne con otto città tra le prime tredici posizio-ni. Rimini capolista della regione con il quarto posto nella graduatoria ge- nerale,

I DATI che più han- no penalizzato que- sta classifica 2012 ri- guardano l'ordine pubblico con uno scivolone di dodici posizioni in classifi- ca, passando dal 77esimo del 2011 all'89esinio. A pesa- re sul bilancio sono i numeri riferiti alla inicrocriminalità (92° posto), ai. funi in casa (97') e alle truffe (81 °). Stabile il dato sui furti d'au-to (60 "), mentre migliora sensibil-mente quello sulle estorsioni che passano da 9,5 episodi ogni cento abitanti dell'anno scorso a 5,9

(24' posto). Bollino rosso an- che per quanto ri-

guarda il tenore di vita. La voce che l'anno scorso aveva dato gran- di soddisfazioni con il quinto po- sto assoluto, oggi ci vede crollare a metà classifica. 36' posto a pari merito con Brescia. In particolare spingono verso il basso i risparmi (16.088 euro il valore dei depositi

per abitante) e il costo delle case al metro quadro: 2.350 euro nelle zone semicentrali. Valore che ci spedisce al 66' posto in graduato-ria. Male anche il Pii pro capit.e che scende a 25.729 euro, circa tre-mila e duecento euro in meno del 2011, l'inflazione e la spesa pro ca-pite. Quest'ultima scesa a quota 1.199 euro. Incoraggiante tuttavia l'importo medio delle pensioni

che sale a 820 curo al mese (nel 2011 eravamo a 787). Ad alta efficacia, tuttavia, riman-gono le due tematiche che già l'an-no scorso avevano donato grandi soddisfazioni: 'Affari e lavoro' e 'Servizi, ambiente e salute'. Par-tendo dalla prima, il calo dal pri-mo a quarto posto, visto anche il momento di particolare difficoltà economica, non è drammatico.

La nostra provincia dimostra in-fatti di aver mantenuto doti di ec-cellenza in merito alla propensio-ne all'investimento (5° posto), all'incidenza percentuale delle sof-ferenze sui prestiti 3,57 (6° posto) e al tasso di disoccupazione (17esi-mi con il 5,01, su una media nazio-nale dell'8,74). Leggero calo inve-ce per il numero di imprese regi-strate ogni cento abitanti (10,77),

CARO MATTONE

costo medio delle abitazioni in zone sei è considerato eccessivo dagli analisti: questo ci penalizza nella classifica sulla qualità della vita

per la quota delle esportazioni sul pii (33,59) e sull'imprenditoria un-der 30, Rosicchiamo invece un'al-tra posizione nel macrosettore ser-vizi. ambiente e salute passando al terzo posto. Tasso di emigrazio-ne ospedaliera, strutture per i più piccoli e velocità della giustizia so-no, in particolare, le tre sottocate-gorie fiore all'occhiello dell'unico bollino verde registrato da Raven-na. Buono anche l'indice di coper-tura della banda larga, con il se-condo posto in regione, secondi. solo a Rimini (30' posto a livello nazionale) e la pagella ecologica (24').

L'UNICO PUNTO che ci separa dalla vetta della classifica riguar-da il dato sul clima (86° insieme a Pavia e Perugia). In linea con l'an-no precedente è il dato sul tempo libero, dove Rimini riconferma il suo strapotere con ben 166 punti in più rispetto a Siena (al secondo posto), A Ravenna tutte le voci (li-brerie, spettacoli, creatività, risto-razione e indice di sportività) ri-sultano all'interno della prima metà della classifica. Parte alta dell'appeal turistico con un nume-ro di presenze per abitante del 16.38 (12 '). Senza infamia e senza lode il dato 'Popolazione' (22'), con un unico exploit che riguarda la variazione percentuale della quota giovani sulla popolazione dal 2002 al 2011 (-0,23), che ci ve-de al quarto posto.

Alessandro Cieognani

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RAVENNA

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•NNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNN

COSA VA NNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNN

E COSA NON VA

AFFARI E LAVORO

Eccellenza in materia di propensione

all'investimento, sofferenze sui prestiti tasso di disoccupazione.

5 ° , 6 ° e 17 ° posto

SERVIZI E AMBIENTE

Ravenna sale gradino del podio in

particolare per i buoni risultati conseguiti sul

settore sanità e strutture per i più piccoli

NE PUBBLICO

Vero tallone d'Achille netta valutazione della qualità della vita ravennate con la perdita di ulteriori dodici posti. Pesano í furti in casa

OR

TENORE DI VITA

6P6ees sap u risultato il imo posto sul costo

della casa, il 52esimo 3nsparmi per abitante e il 6

esimo nell'indice di inflazione

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Pagina 11 tnu, a .tre -,at■aL-

M3 I eng: semi

N Le costruzioni stanno vicendo una fase drammatica. Arrancano anche La produzione manifatturiera, rautetrasporto e ì se alla persona

"" ,

in territorio ancora Leggermente positivo, ma con qualche segnate di affaticamento, L agroatimenta omunicazioni

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«Pronto a dare battaglia Ma la crisi c'è. E si sente» Massimo Mazzavillani è il nuovo direttore Cna

di ROBERTA BEZZI

LA CNA provinciale ha un nuo-vo direttore: Massimo Mazzavilla-ni, 48 enne residente a Cervia. La nomina ufficiale è arrivata ieri po-meriggio al termine della riunio-ne del consiglio. Prende il posto di Natalino Gigante, di cui era già vicedirettore da due anni, dopo aver ricoperto diversi incarichi all'interno della Confederazione a partire dal 1986. Nel suo curri-culu in spicca l'esperienza politica di vicesindaco a Cervia dal 2006 al 2009, mentre attualmente rive-ste anche la carica di consigliere di gestione di Unifidi Emilia Ro-magna e di vicepresidente di Assi-coop Ravenna, nonché di consi-gliere in alcune società nazionali del sistema Cna.

Come si appresta ad affronta-re il nuovo incarico?

«Con il senso di grande responsa-bilità che questo ruolo richiede, ma anche con la consapevolezza di poter contare su un gruppo di dirigenti e collaboratori all'altez-za della situazione. Intendo prose-guire il prezioso lavoro svolto da Gigante, che mi ha lasciato un'as-sociazione sana e apprezzata da tutti gli interlocutori istituziona-li, economici e sociali».

Qual è lo stato di salute del comparto artigiano e delle piccole-medie lrnprese?

«La crisi c'è e si sente. I dati relati-vi a questi primi dieci mesi dell'anno confermano il rallenta-mento dell'artigianato locale che stiamo registrando già da qualche anno. Nel 2011 l'Albo artigiani ha registrato un calo dello 0,7 per cento, ossia 70 imprese in meno. Ma quest'anno ci aspettiamo una flessione maggiore, visto che già a fine ottobre risultavano 150 im-

prese in meno, per una diminuzio-ne dell'1,3 per cento. Se la tenden-za è questa, da qui a fine anno c'è da aspettarsi 300 imprese in me-no in ambito provinciale. Non c'è di che rallegrarsi se si considera che dal 1998 al 2008 l'artigianato era stato il principale motore di crescita del registro imprese della nostra Camera di commercio».

Qual è settore maggiormen-te in difficoltà?

«Quello delle costruzioni, che sta vivendo una fase drammatica. Ma anche gli altri settori arrancano: servizi alla persona, produzione manifatturiera, servizi di ripara-zione auto molo, i cosiddetti servi-

zi alla comunità e l'autotrasporto. Ancora leggermente positivi, ma con qualche segnale di affatica-mento, l'agroalimentare e le co-m Unicazio ni».

Questo si riflette, dunque„ an-che sul versante occupaziona-le?

«Sì. Anche se la flessione di. quest'ultimo periodo è inferiore al punto percentuale, questa si somma al forte calo del 2009, supe-riore al 4 per cento».

Quali sono le 'ricette' per so-stenere le imprese?

«Minore pressione fiscale, mag-giore disponibilità al credito, velo-cizzazione dei tempi di pagamen-to e sostegno a ricerca e sviluppo.

CAMBIO Massimo Mazzavillani prende il posto di Natalino Gigante; dal 2006 al 2009 è stato vicesindaco a Cervia

Quattro condizioni che però non sono sufficienti per far ripartire lo sviluppo del Paese».

Qual è la direzione da intra-rendere?

«l presidente Monti ha avviato un duro percorso di guerra, a base di rigo-re finanziario, tenuta so-ciale e affidabilità. Oggi però c'è bisogno di un ulteriore balzo in avan-ti, articolando una stra-tegia di più ampio respi-, ro che sappia concen-trare sullo sviluppo lel poche risorse disponi- bili con pragmatismo e concretezza».

MOLTI SETTORI IN OMBRA, POCHE LUCI

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Presidio a M • a di Ravenna «Futuro incerto per 70 operai»

im, Fiom e Uilm chiedono garanzie si l futuro della Gestimm FIM, FIOM E UILM chiedono garanzie sul futuro della Gestimni, azienda di pro-prietà di Marco Animobono, che costrui-sce impianti industriali e carpenteria me-tallica in vari cantieri dislocati in diverse regioni italiane. L'azienda occupa circa 70 dipendenti. Ieri si è svolta un'assem-blea con presidio davanti alla sede legale dell'azienda a Marina di Ravenna, in via Marinara 73.

I SINDACATI esprimono «forte preoc-cupazione per l'incertezza che sia attraver-sando l'azienda, con la possibile perdita di posti lavoro. I recenti cambiamenti in-terni alla struttura organizzativa di Ge-sal m (con in primis la nomina di un nuo-vo amministratore unico e l'assenza di persone che a livello locale rappresentino la direzione aziendale) mettono fortemen-te in discussione la costituzione del tavo-lo di trattativa più volte richiesto dai sin-dacati e dai lavoratori». I sindacati chiedo-no all'amministrazione comunale di Ra-venna un intervento diretto volto alla co-

L'azienda costruisce impianti bldusttlail

stituzione di un tavolo di crisi congiunto per far fronte alle eventuali ricadute occu-pazionali. La Gestimm si è aggiudicata importanti cantieri in appalto attraverso Ar.Co Lavo-ri. E proprio il consorzio è intervenuto di-rettamente per responsabilità solidale ga-rantendo il pagamento degli ultimi sti-

pendi in surroga alla Gestimm. «Ar.Co Lavori si è inoltre impegnata a corrispon-dere ai lavoratori anche la mensilità, anco-ra non pagata, di ottobre».

«CHIEDIAMO con forza all'azienda — affermano Fim, Fioni e Uilm — di dire una volta per tutte chi sono i nostri inter-locutori, che mandato hanno, qual è il pia-no industriale per uscire da questa palude di incertezza, che cosa vogliono fare nell'immediato. Avere delle risposte è es-senziale e doveroso, riteniamo che sia me-glio una brutta verità che una bella bugia e noi vogliamo una volta per tutte la veri-tà. In assenza di risposte immediate conti-nueremo la nostra lotta decidendo di vol-ta in volta quale iniziativa mettere in cam-po». Nel corso del presidio di ieri mattina i sin-dacati hanno incontrato la proprietà di Gestim m. L'incontro ha portato alla defi-nizione di un nuovo vertice per domani alla presenza della proprietà e anche dell'amministratore delegato.

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P:CCM: SI PARLERÀ DI DR I I I I DELL'INFANZIA E SI GIOCHERÀ

'est', ali' Almagià arte e cultura per i bambini AFFERMARE IL DIRITTO dei bam-bini ad avvicinarsi all'arte in tutte le sue forme, come il teatro, la musica, la dan-za, la poesia e il cinema. Questo è il prime-cipio su cui si basa la 'Carta dei diritti dei bambini all'arte e alla cultura', documen-to a cui è dedicata 'Fest 2012', rassegna di laboratori di arte, danzarti, teatro e ci-nema giunta quest'anno alla terza edizio-ne. L'originale evento, organizzato dalla Casa delle Arti per l'infanzia, prenderà il via oggi alle 17 alle Artiticerie Almagià. Roberto Frabetti, direttore del Teatro Testoni—la Baracca di Bologna e redatto-re della Carta, presenterà il documento e ne racconterà i principi in essa espressi e le valutazioni che l'hanno fatta nascere nel convegno ad essa dedicalo che si è svolto a Bologna nel marzo del 2011. L'intervento di Roberto Frabetti sarà in-trodotto dall'assessore Ouidad Bakkali che intende promuovere la Carta fra le as-

sociazioni ed istituzioni culturali e a far-la adottare dal Consiglio Comunale di Ravenna.

A SEGUIRE, dalle 18.30 sempre alle Ar-tificerie Almagià, si terrà il gioco a squa-dre per bambini e genitori Buffet d'arte ispirato a 'Arcimboldi delle stagioni' del progetto 'CorpoGiochiC9 a Scuola' realiz-

zato in collaborazione con Ravennanti-ca.

FEST PROSEGUIRÀ sabato 15 dicem-bre all'Accademia di Belle Arti con 'Figu-re in divenire', Atelier creativi per bambi-ni e adulti, giornata di laboratori di arte, danza, teatro e cinema per terminare sa-bato 22 dicembre al Museo Nazionale per un viaggio fantastico fra le opere del Museo con assaggi di teatro, danza, musi-ca e arte perfo rmati -va che vede coinvolti, oltre ai quattro soggetti fondatori della Casa delle Arti per l'infanzia, anche Nor-ma, Ravenna Cinema e Artesortoraperi-ba inibirti-Immaginante. Per informazioni, tel: 320 9552632, Can-tieri tel: 0544-251966, Drammatico Vege-tale/Ravenna Teatro, tel: 0544 36239. Prenotazioni. 05 ,14-483461 e www,cantie-ridanza.org.

Valerio lazzi

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Noi ravennati di ANDREA DECIDI

Primarie, un voto spartiacque I COMMENTI all'esito delle Pnmarie del Pd sono tutti per la «straordinaria» notizia dello «straordinario» numero dei v(.?tanti, oltre quattro milioni. Viene davvero da chiedersi se non sia ora di rottamare anche chi oggi commenta la politica nel nostro Paese, oltre naturalmente ai politi,-* che anche loro parlano di partecipazione straordi-naria. Sarebbe davvero meglio non dimenticasse-ro il quasi 50 % di non votanti di qualche settima fa in Sicilia. Dov'erano quando già da diversi an-ni alle Primarie sono sempre stati tanti quelli che hanno voluto esserci? Sembra che questo dato del-la partecipazione alle Primarie sia ancora per lo-ro una novità, mentre é ormai invece un dato stori-co. Quando si sveglieranno e si accorgeranno che la vita politica italiana è cambiata, sì è svegliata, e anche troppo lentamente, dai terpore in cui l'ave-va fatta precipitare Berlusconi. Viene piuttosto da chiedersi se gli elettori del centrosinistra siano oggi solo quattro milioni. Alle ultime politiche era-no stati oltre tredici milioni. Perché otto-nove mi-lioni di loro non sono andati a votare ieri? Non penso proprio sia stato per i due euro, se non per qualche decina di rnigliaia di persone. E nemme-no perché non sapevano che ieri c'erano le Prima-rie, se non per qualche decina di migliaia di perso-ne, Perché cosi tanti non hanno voluto partecipa-re? .Evidentemente sono avviliti, tremendamente critici (e non ne mancano i motivi). Sui risultati non c'è molto da dire, visti che sono stati quelli che prevedevano i sondaggi. Era certo che il Capo del Governo lo si sarebbe saputo solo lunedì prossimo. C'è solo da registrare che lo stra-ordinario risultato di Renzi, questo sì andato oltre alle previsioni dei sondaggi, gli offre ritolte più pos-sibilità di vittoria.

Arrigo Antonellirti

Lo sente? I'Vell'ari a c'è il virus Da tempo si chi fonde rapidamente. Eppure nono- stante questo, le primarie del centrosinistra hanno

calamitato attenzioni e votanti. In Provincia s'è re-cato alle urne il 10• degli elettori, un'affluenza doppia rispetto al resto dell'Italia. Guardi la MQ in alto, di domenica, in via SantA lberto, un'imma-gine di grande tenerezza: l'assedio di un plotonci-no di donne al seggio. «Fateci votare». Un grande successo, un voto st(.?rico. Per mille rnotivi. Perché con quella x sulla scheda domenica è stata come tirata una riga. Irl città 8779 voti per Bersani, 6440 per Rerizi. Ti segretario a Ravenna sì rac- colto il 50,8% delle preferenze, eppure dieci anM fa avrebbe tranquillamente scollinato il 60%. In-somma, il vento è un po cambiato, un fattore que-sto degno di riflessione fra i vertici del partito. Nes-suno lo dice uffici almente, ma è ovvio che ci trovia-mo di fronte a un Pd spaccato come una mela, oggi un po' meno rossa.

andrea2egidi(é-Olcarti o e

le lettere (max 15 righe) vanne indirizzale e:

ì1 Resto dei Corfino via Salama, 40 - 48100 RAVENNA

teL 0544 249611 - fax 0544 39019

cremammo ihrline.ner

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L'assessore provinciale all'edilizia scolastica Secondo Valgimigli e tre studentesse dello 'Stoppa' davanti

all'intonaco cadente dei muri esterni

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«Ailo Moppp ie aele soro o wo 0.1isoli 1,9■ 1 e.renne wrieol,»

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«Allo Stoppa le aule sono a no a, gli studenti non corrono pericoli» L'assessore provinciale Valgimigh replica alle critiche sull'edificio

«CONDIVIDO la protesta degli studenti contro i tagli del Gover-no alla scuola pubblica. Gli stessi enti locali stanno subendo da di-versi anni tagli ai trasferimenti statali legati all'edilizia scolastica quando le nostre strutture necessi-terebbero di manutenzione e am-pliamento, Ma ritengo sbagliato associare il problema dei tagli alla formazione ai problemi dell'edili-zia scolastica, perché si rischia di creare confusione». E' quanto af-ferma Secondo Valgimigli, asses-sore provinciale all'edilizia scola-stica, in seguito alle segnalazioni degli studenti dell'Istituto Stoppa di Lugo riguardo alla struttura di via Baracca che ospita la scuola. In proposito, prosegue Valgimi-gli, «mi preme segnalare che, in-sieme all'ingegnere Morandi, diri-gente dell'edilizia scolastica della Provincia, ho effettuato un sopral-luogo allo 'Stoppa', presente an-che la dirigente scolastica Milla

Lacchini. Premesso che già a set-tembre avevamo fatto un sopral-luogo, riscontrando che non esi-stevano problemi di sicurezza, in seguito a quest'ultima verifica ri-tengo opportuno smentire le affer-mazioni apparse sulla stampa ri-guardo lo stato dell'edificio».

L'ASSESSORE sottolinea prima di tutto che «non esistono aule non a norma, in quanto solo gli stabili edificati dopo il 2008 devo-no avere un rapporto pari a 196 centimetri per alunno in ogni au-la. L'aula segnalata dagli studenti misura 30 metri quadri e ospita 17 studenti pertanto il rapporto studenti-metri quadri è di 176 cm. e non, come riportato, meno di 100». E ancora: «Ho dedicato due giorni al sopralluogo, accom-pagnato anche da una delegazio-ne di studenti e docenti, e ho tro-vato una sola piastrella rotta di centimetri 20x20 sull'intera super -

ficie scolastica. Abbiamo anche fatto verifiche con i tecnici dell'ap-palto calore e nonostante alcune finestre aperte la temperatura in-terna non era inferiore ai 20 gra-di. Ho comunque promesso ai ra-gazzi che faremo ulteriori verifi-che in loro presenza».

CREPE E SERVOSCAL: «Le fessurazioni sono dovute ad assestamenti. Bloccati fondi del nuovo ascensore»

QUANTO alle 'crepe', Valgimi-gli precisa che «le verifiche perio-diche effettuate dai tecnici della Provincia anche dopo gli eventi si-smici della primavera scorsa, han-no stabilito che le fessurazioni presenti nel fabbricato non costi-tuiscono pericolo: sono dovute ad assestamenti di parti dell'edificio,

costruito con tecniche e in epo-che diverse, inoltre non sono stati evidenziati distacchi di intonaco, ma solo sfogliature della tinteggia-tura eseguita magari in altre epo-che con tecniche non appropria-te. Riguardo al servoscala, la Pro-vincia ha approvato il progetto di un nuovo ascensore, ma i finanzia-menti sono stati bloccati, comun-que cercheremo di ripristinare a breve il servoscala». In conclusione, dice Valgimigli, «.mi preme evidenziare che non stiamo parlando di un fabbricato di ultima generazione, ma di una struttura che possiede i requisiti per ospitare i ragazzi nel rispetto delle norme vigenti, e che da par-te della Provincia c'è la piena di-sponibilità al confronto e al sup-porto agli studenti, ai docenti e al-la direzione didattica per miglio-rare sia l'aspetto edilizio sia l'uti-lizzo degli spazi».

Lorenza Montanari

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I giovani talenti al Mar e le mostre della sett: ana Viaggio fra mille sfumature

Appuntamento con l'arte, ecco il calendario

È STATA inaugurata sabato al Mar la rassegna 'Critica in arte', gradito ritorno dedicato ai giova-ni talenti (nella foto) La rassegna dà spazio ai giovani artisti selezio-nati per il Museo d'arte della città dì Ravenna da critici altrettanto giovani. Le mostre di Alessandro Brighetti, Ettore Frani e Marcel-lo Galvani, curate ripettivamente da Chiara Canali, Matteo Galbiati e Silvia Loddo sono aperte marte-dì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 1330 e dalle 15 alle 18; mercoledì e sabato dalle 9 alle 13,30, domeni-ca dalle 15 allev 18. Chiuso Natale e Capodanno. Le esposizioni ri-marranno aperte fino al 13 genna-io (l'ingresso è gratuito, info: www.museocitta.ralt).

MA C'È TANTA arte questa set-timana da visitare in tutta la pro-vincia. Sempre al Mar prosegue la mostra di Carlo Corsi dal titolo 'Opere dal 1902 al 1966'. La rasse-gna resterà aperta fino al 9 dicem-bre. Alla Ni Art Gallery di via Anastagi 4a/6 fino all'8 dicembre mostra dal titolo 'Scritture del tempo' di Gianni Zafiagnini. Ora-rio di visita: martedì, mercoledì e sabato 11-12.30; giovedì, venerdì e sabato 17-19. Chiuso i festivi. Nella sala della Manica Lunga al-la biblioteca Classense (via Bacca-rini 3) fino al primo dicembre !no-stra di pittura e grafica. Orario di visita: da martedì a sabato 10-12 e 1 5-18. Alla galleria 'II Coccio' di via An-drea Agnello sono in esposizione opere del pittore Alberto Cotti-gnoli. Orario di visita: 9-12.30 e 1 5-19.

A FAENZA il Mie, museo delle ceramiche di viale Baccarini 19 fi-no al 6 gennaio propone la mostra 'Omaggio a Guido Gambone con opere della collezione Giuseppe Tampieri'. Sempre al Mie fino al 6 gennaio ‘Guerrirto Tramonti, La magia del colore'. La sala delle Bandiere del Municipio in piazza del Popolo i fino all'S dicembre propone la mostra di ceramiche.

Orario: da lunedì a venerdì 8.30-19. Alla galleria La Matrici-la fino al 2 dicembre 'Ciotole d'au-tore', mostra inserita nel progetto post emergenza per il terremoto in Emilia-Romagna. Nella sede della Banca di Romagna (corso Garibaldi, 1) fino al 30 novembre resterà aperta l'esposizione dei progetti realizzati nel workshop all'Isia di Faenza

LA BOTTEGA BERTACCINI di corso Garibaldi 4, fino a doma-ni ospita la mostra di Domenico Dalnionte. Orario: 9,30-12,30 e

15.30- 19.30. Chiuso domenica e lunedì mattina. Dal primo dicem-bre al 12 dicembre invece avrà luo-go l'esposizione dal titolo 'Piccole nature domestiche' di Nedo Me-rendi. Orario: 9.30-12.30 e 15.30-19.30. Chiuso domenica e lunedì mattina. Fino alla fine dell'anno prosegue la mostra foto-grafica di Raffaele Tass Mari dal ti-tolo 'Nude in blue'. Al Rossini Art Cafe di piazza del Popolo 22 fino a venerdì mostra di sculture di Idilio Galeotti dal titolo 'Muta-zioni esistenziali'

SPOSTANDOSI a Bagnacaval-lo, al Museo Civico delle Cappue-eine fino alla fine di aprile sono esposte 'Vedute di Assisi' di Enzo Morelli. Orario: tutti i giorni 10-12 e 15-18. Chiuso lunedì e po-stfestivi. Nella Sala delle Colon-ne, sede dell'associazione Amici di Naresheim-Ostello di San Francesco: 'Immagini dalla Ra-menghi collettiva aperta fino al 7 dicembre. Orario: tutti i giorni 15-18.30; festivi anche dalle 10 al-le 12.

Rosanna Ricci

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Uto Ughi e Paolo Olmi «Natale con musica e giov

Concerto solidale nella basilica di San Francesco

CONCERTO DI NATALE La basilica

di San Francesco il i 2 dicembre

ospiterà la grande serata

di musica e solidariertà

RAVENNA CHIAMA Finale Emilia in occasione del Concerto di Natale promosso da Emilia Ro•- magna Concerti, in collaborazione con l'Istituto nmsicale Verdi. Do-po il successo della tappa in Terra Santa dello scorso anno, per la se-conda edizione l'attenzione è tutta per le popolazioni vittima del gra-ve sisma dello scorso 29 maggio. Pertanto, il concerto del 12 di- cembre che si terrà alle 2 • nella basilica di San France- scoa Ravenna – sarà ripetu-to la sera dopo nella tenso-struttura di Finale Emilia, uno dei centri simbolo del. terremoto. «Per la nostra cit-tà — spiega l'assessore alla cultura Ouidad Bakkali è un evento di caratura in-ternazionale. Oltre alla Young Musician's European Or- chestr-a diretta da Paolo Olmi, avremo l'onore di ospitare il violi-nista Uto Ughi, affiancato da una stella emergente come il kazako Roman Kim, funambolico inter-prete di Paganini, e da un valente oboista di Faenza, Gianluca Tassi-nari».

«L'INTENTO è quello di festeg-giare la Natività con la musica e con i giovani — aggiunge il mae-stro Olmi —. Coine è già avvenuto l'anno scorso, al concerto invitia-

mo in particolare i bambini stra-nieri residenti in Italia e le loro fa-miglie, convinti che la musica pos-sa essere molto utile nei processi di integrazione sociale». Il pro-gramma prevede l'esecuzione di al-cuni brani di Bach quali il concer-to in la minore per violino e orche-stra e la Suite n. 3 per orchestra. Non mancheranno brani di Vivai-di e Massenet il concerto per oboe e orchestra di Alessandro Marcel-lo e alcuni canti natalizi eseguiti dal coro Libere Note della scuola Filippo Mordani di Ravenna e dal

oro della Scuola San Vincenzo.

A ENTRAMBI i concerti sono .,. stati invitati i cittadini di

Sant'Agostino, comune legato a Ravenna da molte iniziative di so-lidarietà nel dopo-terremoto. Coo-pitalia ha messo a disposizione mille panettoni che saranno dona-ti ai bambini partecipanti al con-cetto di Finale Emilia, mentre la Conad una grande quantità di ma-tite, quaderni e materiale per lo studio. «Lo scorso anno affer-ma monsignor Giuseppe Verucchi —, sono rimasto colpito dalla gran-de presenza di giovani e dal gran-de sentimento religioso che la mu-sica consente di maturare. In più, c'è l'importante aspetto della soli-darietà».

Roberta Bezzi

LA LUNGA AMICIZIA Il maestro Paolo Olmi insieme a Uto Ughi nel 1977. Sotto il grande violinista

Pido I.on Irusca 2 gio-ar i,

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niiI11 31i ornere di Ravenna Faenza-Lugo e Imola

REDAZIONE E PUBBLICITA:VIADEGASPER1.5-RAVENNA-TEL 0544-218262 FAX: 0544-33793. SPEDIZIONE IN A.P.-D.L. 351'03 (COM ,. IN L.27,'02g ART.1 COMMA1 -DCB FORLI'ALTRE SEDI: RIMINI (0541-354111), FORLÌ (0543-35520), CESENA (0547-G11900j, IMOLA (0542-CAPO). RSM (0549-995147) - E-MAIL: RAVENNACORRIEREROMAGNAJT - IN ABBINAMENTO CON LA STAMPA

DE*TAUTO

euro 1,20 Anno XX / N. 329

MARTEDÌ 27 NOVEMBRE 2012

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Direttore responsabile: Pietro Caricato

27/11/2012

Periodicità: Quotidiano

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press unE

Ravenna, corteggiamento ai Vendoliani in vista del ballottaggio di domenica

RAVENNA. Nel centro cittadi- il ballottaggio per le primarie del no premiato Renzi, che conqui- Pd. Partito il corteggiamento ai sta anche qualche seggio nelle Vendoliani. roccaforti di Bersani. Domenica

•SERVIZI a pagina 3

mn=am Preso il secondo uomo

Nuovo arresto per la sparatoria di Ponte Nuovo

Frontale, camion nella scarpata Digo: grave un faentino di 45 anni, ferita una lughese di 21

Le operazioni sono proseguite per tutta la giornata (Foto Fiorentini). A pagina 13

L'agguato

dello scorso

agosto

a Ponte

Nuovo

(foto

Fiorentini)

RAVENNA. Dopo l'arre-sto di un 25enne albanese il 15 novembre scorso, gli uomini della squadra mo-bile hanno fermato un al-tro giovane che avrebbe fatto parte del gruppo di fuoco che nell'agosto scor-so gambizzò due connazio-nali a Ponte Nuovo. Il 24enne è stato rintracciato in Sicilia, dove si nascon-deva. Ora all'appello man-ca solo il terzo ricercato.

• SE RVIZIO a pagina 5

Ravenna perde punti nella classifica sulla qualità della vita

RAVENNA. Nel-la classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, Ravenna perde posizioni; pur piazzandosi nella top ten, la città scende all'ottavo posto rispetto al quinto dello scorso anno.

• SERVIZIO a pagina 8

RAVENNA. Per due vol te l'Inps lo aveva rassicu- rato certificandogli il fat- to di aver maturato i re- quisiti per andare in pen- sione alla prima finestra utile, salvo poi revocar- gliela. Il giudice del lavo- ro ha condannato l'istitu- to a risarcire il lavorato- re.

• SERVIZIO a pagina 6

Studenti in fermento Da ieri occupato il liceo scientifico

• SERVIZIO a pagina 8

RAVENNA. Ti giudice Roberto Riverso ha condannato l'istituto a risarcire il lavoratore

Calcoli errati, Inps condannata L'uomo al centro del caso si era ritrovato senza lavoro e senza pensione

Ravenna perde punti

Exploit di Renzi in centro, ma Bersani tiene FAENZA

Primarie: a Renzi anche qualche "feudo" di Bersani

FAENZA. Non c'è dubbio che Matteo Renzi sia il vincitore del primo turno delle primarie nei comuni del Faentino. Un successo atteso, ma forse non in queste proporzioni.

• SERVIZI a pagina 11

mmenneem IMOLA

Primarie tutta la Vallata per Renzi

IMOLA. nei seggi della Vallata hanno preferito Renzi, in tutti i Comuni e anche a Dozza il fiorentino ha battuto Bersani. A sorpresa conquistati anche cinque seggi su seggio Imola.

• SERVIZI a pagina 18 e 19

WaHlaME2LN23 IMOLA

Edilizia futura ll Psc dimezza le case da costruire

IMOLA. Saranno circa la metà rispetto alle previsioni iniziali le case che nei prossimi decenni verranno costruite nel circondario. Lo stabilisce il Psc presentato ieri.

• SERVIZIO a pagina 17

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I Bersaniani corteggiano Vendola Amici (Sel): «Nulla è scontato». Soddisfazione tra i renziani

RAVENNA. Se dai comi-tati per Bersani e per Vendola risuona come un coro, l'espressione: «È stato bellissimo», sul fronte del comitato per Nichi Vendola inizia il tempo della riflessione in vista del ballottaggio di domenica.

«Non ci aspettavamo tanta partecipazione - as-sicura Fabrizio Amici, se-gretario provinciale di Sel -; eravamo nella mag-gioranza dei seggi, per noi è stato un impegno

importante». Per la consi-gliera Sarah Ricci il clima elettorale ha preso il sa-pore «di una contesa all'interno del Pd e così il nostro risultato è in linea con quello regionale». Quanto agli apparenta-menti «non c'è niente di scontato» chiarisce Ami-ci; «se il dibattito rimane chiuso all'interno del Pd per noi è poco interessan-te». E se la Ricci conferma che «noi non ci tireremo indietro», Amici prende tempo per capire.

Stanchi ma felici i comi-tati sulle due sponde del Pd, pronti a organizzare qualcosa per la città nei giorni che rimangono pri-ma dell'appuntamento con il ballottaggio di do-menica. «L'organizzazio-ne è stata perfetta - assi-cura Mauro Dadina che non teme per il ballottag-gio l'innesto di voti "ano-mali" dal centrodestra Sappiamo che a Russi c'è stato qualche episodio, ma in nessun modo questi fenomeni possono cam-

biare l'esito del ballottag-gio». E su il possibile ar-rivo di voti da parte dei vendoliani non ha dubbi: «certo abbiamo molto da condividere con Sel».

Per i 30 volontari del co-mitato per Renzi impe-gnati nei seggi si tratta «di un risultato incredibi-

le» e Marco Mignola ripe-te «sappiamo che è diffi-cilissimo ma crediamo di farcela. Niente sarà come prima, anche negli equi-libri locali». Si aspettava-no il 30% lavorando spie-ga Mignola «sul territorio con i vecchi metodi del partito, con i social net-

work e con i contatti per-sonali, raggranellando voti fra gli elettori del centrosinistra e gli iscrit-ti del Pd». Ma sugli appa-rentamenti una sola cer-tezza: «ci rivolgeremo a-gli elettori del centrosini-stra, di certo non all'Udc».

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ersam vince, Renzi sogna

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stacco oltre i 100 voti an-che a Ponte Nuovo, 466 contro 333, al seggio La Quercia (331 a 209), a Sa-varna (301 a 174), a Cam-piano (127 a 62) e a Ca-salborsetti (123 a 48).

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Alle urne il 10% del corpo elettorale, pari a 17.276 elettori, il doppio rispetto alla media nazionale

Bersani vince, Renzi sogna In centro exploit del rottamatore, Bersani più forte in periferia

RAVENNA. Con un'affluenza doppia rispetto al resto dell'Italia, Ravenna ha partecipato all'appuntamento e-lettorale per la scelta del leader del centrosinistra e da oggi riprende la macchina organizzativa in vista del ballottaggio di domenica.

Il 10% del corpo elet-torale, pari a 17.276 elet-tori, ha ristretto il cam-po dei contendenti, co-me previsto, ai due can-didati del Pd, percentua-le che scende al 5% nel resto della penisola. Fra i due, in città il distacco è di 14 punti, valore che scende a 9 a livello na-zionale. Ravenna come le altre città capoluogo premia il segretario del Pd.

Gli 8.779 voti raccolti da Pier Luigi Bersani pari al 50,88% hanno co-me principale base il seggio di via Falco- nieri dove su 2.415 votanti, 1.232 hanno scelto il segre- tario in cari- ca, lasciando a Matteo Ren- zi 842 voti e a Nichi Vendo-

la 272. Il sindaco di Firenze,

con il 37,32%, a sorpresa mette due bandierine nella difficile roccaforte bersaniana e in un terzo seggio sfiora il pareggio. Renzi prevale fra gli e-lettori del seggio di sala D'Attorre con 347 prefe-renze su le 307 di Ber-sani.

Oltre al cuore della cit-tà, e forse il sindaco rot-tamatore non lo saprà mai, anche San Bartolo vota per Renzi: 93 le pre-ferenze, su le 68 di Ber-sani, mentre a Borgo Montone sfiora il pareg-gio con 188 voti sui i 190 dell'avversario diretto.

Rimane irraggiungibi-le il segretario nel seg-gio Legacoop; con 830 voti Bersani lascia Ren-zi a 610, Vendola a 165, Laura Puppato a 38 e Bruno Tabacci a 17.

Bersani ottiene un di-

Vince ma senza lascia-re il vuoto dietro di sé in via Sant'Alberto (356 vo-ti contro i 328 di Renzi), nell'ex circoscrizione 1 (368 contro 326), nel quartiere San Giuseppe

(con 263 voto contro i 199 di Renzi) e a Pian-gipane con 232 contro 175. Stessa dinamica a Classe, al seggio del Po-dium, a Sant'Alberto, a Punta Marina e a Porto

Fuori ritenuta la capita-le dei renziani, dove il segretario può contare su 296 preferenze sulle 235 di Renzi.

Vendola registra i mi-gliori risultati nei seggi

cittadini (Sala d'Attorre 109, Legacoop 165, via Falconieri 272, ex circo-scrizione Prima 102) e i peggiori a Camerlona (2 su 75 votanti) e a Man-driole (6 su 93 votanti). Anche Tabacci e la Pup-pato incontrano l'eletto-rato cittadino, con nu-meri sotto la decina nel forese e nei lidi.

Numeri che fanno in-tendere che l'appunta-mento di domenica 2 non sarà un pro-forma; la macchina organizza-tiva, dopo la stanchezza di ieri, è pronta a ri-prendere la corsa verso il ballottaggio; gli eletto-ri già registrati che non hanno votato potranno accedere al voto dome-nica e per coloro che sa-ranno in grado di dimo-

strare cne non hanno vo-tato per gravi impedimenti si riapre una finestra il 29 e il 30 novem-bre.

Domenica 2 dicembre si ritroveranno nuovamente i

volontari dei comitati per Bersani, Renzi e Vendola per garantire l'apertura dei seggi e il regolare svolgimento del ballottaggio.

A livello istituzionale, si associa alla soddisfa-zione del coordinatore regionale dei comitati Bersani Paolo Calvano anche il sindaco Fabri-zio Matteucci. «Quella di domenica è stata una giornata bellissima per l'Italia, per la democra-zia e per la nostra città -ha dichiarato il primo cittadino -. Domenica si svolgerà i il ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto i mag-giori consensi: Bersani e Renzi. Invito le elettri-ci e gli elettori del cen-trosinistra che in così gran numero hanno vo-tato al primo turno, a fa-re il bis».

c.b.

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Cinquanta frodi creditizie I casi individuati nel 2012 nel Ravennate

sono un decimo del totale regionale

RAVENNA. Sono stati u-na cinquantina i casi di frodi creditizie individua-ti in provincia di Ravenna nel 2012, poco meno di un decimo del totale in regio-ne (575). La provincia ra-vennate è tra quelle con il minor numero di episodi con Parma, Forlì-Cesena e e Piacenza. Meno sola-mente a Ferrara (27). Oltre novemila i casi intercetta-ti in Italia. La frode credi-tizia non è altro che il fur-to di identità e il successi-vo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari al-trui per ottenere credito o acquistare beni lasciando che a pagare sia il proprie-tario dell'identità rubata.

I dati emergono dalle ela-borazioni prodotte dalla società Crif nell'ambito della nuova edizione dell'osservatorio sui furti di identità e le frodi credi-tizie. E il dato più preoc-cupante è che nei primi sei mesi dell'anno in corso il rapporto tra il numero di frodi creditizie e il nume-ro di linee di credito ero-gate risulta cresciuto del

17,9% rispetto al primo se-mestre 2011. Ritrovarsi vittima di queste frodi av-viene per diversi motivi. La facilità per i criminali ad accedere a informazio-ni personali e riservate al-trui attraverso documenti cartacei o in formato digi-tale, la quasi certezza per i frodatori di non incorrere in sanzioni particolar-mente severe, la difficoltà

degli istituti di credito nel verificare la rispondenza dei dati e, soprattutto, la scarsa conoscenza del pro-blema tra i cittadini con la conseguente difficoltà di tutelarsi. Su base naziona-le i prestiti finalizzati con-tinuano ad essere presi di mira dai frodatori, con un'incidenza dell'82,4 % del totale dei casi (+5,4% rispetto al 2011). Si è inve-ce registrata una signifi-cativa diminuzione dei ca-si registrati sulle carte di credito a saldo (-35% ri-spetto al 2011). Dallo stu-dio emerge poi che una frode su due viene inter-cettata dopo oltre un anno dal'evento.

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Sparatoria di Ponte Nuos o. secondo arresto

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Acceso presidio di fronte alla Gestimm Lavoratori esasperati. I sindacati chiedono al Comune un tavolo di crisi

RAVENNA. Una nuova vertenza, con il rischio di perdere ulteriori posti di lavoro, colpisce il territo-rio. I sindacati di Fim, Fiom e Uilm e lavoratori della Gestimm, società specializzata nella costruzione e manutenzione di impianti indu-striali e carpenteria metallica, han-no dato vita ieri ad un acceso pre-sidio a Marinara, di fronte alla sede dell'azienda, dove non sono manca-ti momenti di tensione. «A questa protesta si arriva - spiegano i sin-dacati - dopo che, dall'inizio della scorsa primavera, si sono succedu-ti continui ritardi sui pagamenti degli stipendi da parte di Gestimm. Ciò ha reso necessario l'intervenu-

to diretto per responsabilità solida-le del consorzio Ar.Co che ha garan-tito il pagamento degli stipendi in surroga all'azienda». La Gestimm conta su circa 70 dipendenti ed è proprietà di Marco Animobono, ex vice presidente in passato del Ra-venna calcio. I sindacati hanno fat-to formale richiesta al Comune per l'apertura di un tavolo di crisi: «I recenti cambiamenti interni alla struttura organizzativa, con la no-mina di un nuovo amministratore unico e l'assenza di persone che a livello locale rappresentino la dire-zione aziendale, mettono in discus-sione la costituzione del tavolo di trattativa più volte richiesto». Nel

corso del concitato presidio i sinda-cati sono riusciti ieri a incontrare la proprietà dell'azienda. L'incon-tro ha portato alla definizione di un nuovo vertice per domani - in oc-casione del quale ci sarà un altro presidio dei lavoratori - alla presen-za della proprietà e anche dell'am-ministratore delegato e dei suoi le-gali. «Nel corso dell'incontro - con-cludono i sindacati - verrà discusso, e speriamo definito, il futuro della Gestimm e quali impegni la società si prenderà nei confronti dei suoi dipendenti. Ar.Co Lavori si è inol-tre impegnata a corrispondere ai la-voratori anche la mensilità, ancora non pagata, di ottobre».

La protesta

di sindacati

e lavoratori

è andata

in scena ieri

con un

presidio

a Marinara

davanti

alla sede

dell'azienda

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Idficend del Mongweghono pe I nord

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I docenti del Morigia vogliono un tavolo per il riordino RAVENNA In un'aula piena di

insegnanti e genitori l'assessore all'istruzione provinciale Eleo-nora Proni ha spiegato ieri da-vanti ai consiglieri di della com-missione istruzione di palazzo Merlato le ragioni che hanno portato alla definizione della de-libera per l'offerta formativa e il dimensionamento della rete scolastica, attesa al voto oggi in Provincia. Come annunciato gli accorpamenti avverranno solo

a Lugo e a Faenza; su Ravenna la fusione Morigia-Perdisa e Itis Baldini non si farà, almeno per quest'anno. Sul tavolo però ri-mane la questione dell'edilizia scolastica; molti istituti in città soffrono per mancanza di spazi e a rischio ci sono anche le aule e i laboratori in uso a Scienze ambientali al Perdisa. «C'è la possibilità che nel 2013 le dele-ghe in mano alle province pas-sino ai Comuni. Si tratta di un

rischio enorme, perché c'è il ri-schio di fare investimenti sba-gliati. Trovo intempestivo che Scienze ambientali lasci il Per-disa nel 2013, quando l'univer-sità mette 600 mila euro per il II lotto. Ma penso anche all'Olivet-ti, una sede per la quale servi-rebbero 2 milioni e mezzo di eu-ro per la ristrutturazione». Una situazione che per la consigliera Santarella (M5s) richiede tra-sparenza nel progetto di riordi-

no delle sedi e che lascia ama-rezza fra gli insegnanti del Mo-rigia, alle prese con l'open day di sabato senza certezze sul fu-turo delle dotazioni scolastiche. Un progetto calato dall'alto, di-cono gli insegnanti, pronti a of-frire le proprie competenze per il piano di riordino. Sul fronte del dimensionamento della rete scolastica comunale invece non è prevista nessuna revoca della delibera.

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Sopra e a lato, la protesta

attuata al liceo scientifico

dove da ieri ha preso il via

l'occupazione degli studenti

(foto Massimo Fiorentini)

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Gli studenti del liceo hanno dato il via ieri alla prima (e discussa) forma di protesta in città

Occupazione allo scientifico Oggi attesa la proclamazione dell'autogestione all'artistico

L SCUOLA

Fermento negli istituti

zione, c'erano anche fautori dell'autogestio-ne e quanti erano favo-revoli a forme più blan-

RAVENNA. Dopo le proteste degli insegnan-ti, è il turno degli stu-denti. In città l'agitazio-ne è partita dal liceo scientifico da ieri occu-pato, decisione che co-munque, al di là del ri-sultato plebiscitario (il 75% si è espresso a fa-vore), non ha ottenuto consensi unanimi.

Pur partendo da una comune e generale vo-lontà di manifestare, sulle modalità non sono mancate voci discor-danti; accanto a chi pro-pendeva per l'occupa-

de di protesta. Posizioni che gli orga-

nizzatori del dissenso stanno cercando di con-

ciliare, definendo un programma di lezioni alternative e un quadro che consenta di non

compromettere il calen-dario scolastico. Per queste ragioni è possibi-le che l'occupazione ce-da il passo nei prossimi giorni all'autogestione.

Dopo lo scientifico, ad ogni modo, oggi dovreb-be essere la volta dell'Iti e del liceo artistico (do-ve i ragazzi proclame-ranno l'autogestione), mentre domani gli alun-ni del classico e di altri istituti si riuniranno per decidere il da farsi. Le proteste, comunque, dovrebbero concludersi entro la settimana.

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Otto aziende del territorio riconosciute come imprese storiche

RAVENNA. Otto aziende del territorio - l'agri-cola Gulmanelli (fondata nel 1893), la Banca po-polare di Ravenna (1885), la Bedeschi di Bede-schi Remo (1751), la Cmc (1901), il Consorzio a-

grario di Ravenna (1899), la Dra-goni Giovanni (1907), la Ferrari srl (1845) e la cooperativa Terre-merse (1911) - hanno ottenuto ieri il riconoscimento come imprese storiche dalla Camera di com-mercio in occasione delle inizia-tive dell'associazione per i 150

anni dalla fondazione dell'ente. Nell'occasione è stata inoltre presentata la pubblicazione dal titolo "Camera di commercio di Ravenna. Cen-tocinquant'anni di sviluppo" edito da Danilo Montanari. «Dalla sua nascita - ha dichiarato il presidente dell'ente camerale, Gianfranco Bes-si - la Camera di commercio è stata al fianco dell'economia del territorio. Ha contribuito a superare altre crisi, a creare sviluppo e a so-stenere l'innovazione»

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Cambio al vertice dell'ente Mazzavillani nuovo direttore

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Cambio al vertice dell'ente Mazzavillani nuovo direttore

E' quanto emerge da una ricerca condotta su un campione di 200 imprese

Generale calo dei fatturati Quasi nove su dieci registrano una flessione

RAVENNA. Ristrettezze del credito bancario, crisi economica e disoccupazio-ne. Sono questi i principa-li problemi economici e so-ciali in provincia secondo i commercianti. E' quanto emerge da una ricerca del-la Confesercenti che ha condotto uno studio su un campione di 200 aziende. Dall'analisi si evince che la recessione (73%) e le dif-ficoltà di accesso al credi-to (67%) rappresentano i

principali ostacoli, ancor più dei problemi infra-strutturali, dell'illegalità, dell'abusivismo e delle i-nefficienze della pubblica amministrazione. Nei sin- goli settori professionali, 1'86% degli intervistati ha rilevato come criticità principale il carico fiscale, seguito dal calo dei consu-mi (63%). Quasi nove im-prenditori su dieci (89,2 %) hanno registrato nel corso dell'anno un calo di fattu-rato anche se in modo di-versificato: per quasi uno su tre (29%) il calo è stato compreso tra il 5 % e il

10%, mentre per un altro 20% degli intervistati la quota è stata maggiore, tra il 10% e il 15%. Un 15% ha rilevato una diminuzione contenuta (sotto il 5%) mentre per un altro 15% il calo è stato addirittura su-periore, e compreso tra il 20% e i125 %. Due su tre ha visto ravvisato negli ulti-mi cinque anni la necessi-tà di ricorrere al credito,

che però è divenuto più difficile per le richieste di garanzie e per la rigidità del sistema bancario; pro-blemi evidenziati anche dal fatto che quasi la metà ha avuto o ha attualmente problemi col proprio isti-tuto di credito e che molti imprenditori, per il rifiuto della banca ad erogare il prestito richiesto, si sono rivolti ad una finanziaria.

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Cambio al vertice dell'ente Mazzavillani nuovo direttore

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CNA Cambio al vertice dell'ente

Mazzavillani nuovo direttore Subentra a Natalino Gigante alla guida dell'associazione

RAVENNA. Cambio al vertice della Cna. Massi-mo Mazzavillani è stato in-fatti nominato ieri diretto-re della Cna provinciale. Il 48enne cervese subentra a Natalino Gigante. Origi-nario di Cervia (dove dal 2006 al 2009 ha ricoperto anche l'incarico di vice-sindaco), Mazzavillani ha iniziato il suo percorso all'interno della Cna nel 1986, ricoprendo diversi ruoli di primo piano fino alla nomina di vicediretto-re nel 2010. Attualmente è consigliere di gestione di Unifidi Emilia Romagna, vicepresidente di Assi-coop Ravenna nonché con-sigliere di alcune società nazionali del Sistema Cna. «Sono orgoglioso di essere stato chiamato alla dire-zione della Cna di Raven-na - ha affermato -. Sento tutta la responsabilità che questo incarico richiede e, al tempo stesso, ho la con-sapevolezza di poter con-tare su un gruppo dirigen-te e su collaboratori all'al-tezza della situazione». Mazzavillani, che ha volu-to ringraziare il predeces-sore Gigante «per il pre-zioso lavoro svolto», assu-me il nuovo incarico in un momento non facile dal punto di vista economico. «La situazione che abbia-mo di fronte - sottolinea Mazzavillani - è estrema-mente complicata. La mo-

vimentazione delle impre-se dell'albo artigiani rela-tivamente ai primi 10 mesi dell'anno conferma il ral-lentamento delle perfor-mance di crescita dell'ar-tigianato locale che stia-mo registrando da qual-che anno. Se nel 2011 la flessione è stata abbastan-za limitata, pari allo 0,7%

che significa circa 70 im-prese in meno, per questo anno è ipotizzabile un calo molto più consistente del numero delle aziende in ambito provinciale, sull'ordine di circa 300 im-prese. Motore di crescita nel decennio 1998-2008, dal 2010 il settore artigiano è in sofferenza. A determi-

nare questo dato concor-rono diversi fattori di cri-si, primo fra tutti il com-parto delle costruzioni che sta vivendo una fase dram-matica. Ma anche i rima-nenti settori, servizi alla persona, produzione ma-nifatturiera, servizi di ri-parazione e, più in genera-le, i cosiddetti servizi alla comunità e l'autotraspor-to attraversano una fase di grave difficoltà. Ancora leggermente positivi, ma con qualche segnale di af-faticamento, i dati riguar-danti il settore dell'agroa-limentare e delle comuni-cazioni, che ricomprende tutto il segmento dell'Ict». Un momento delicato che ovviamente ha ripercus-sioni anche sull'occupa-zione. «Anche su questo versante - ribadisce Maz-zavillani - troviamo con-ferma delle difficoltà in quanto la flessione che stiamo vivendo nell'ulti-mo periodo, seppure di u-no zero virgola, si va a

sommare al forte calo del 2009 che era stato superio-re al 4 %». Nel rimarcare come sia «fondamentale creare all'interno del fon-do di garanzia per le Pmi uno strumento destinato a patrimonializzare i Con-sorzi Fidi e a consentire lo-ro un più facile accesso al fondo stesso» e nel consi-derare una priorità la ga-ranzia di liquidità alle im-prese, Mazzavillani indica poi le linee da seguire per superare la crisi. «Minore pressione fiscale, maggio-re disponibilità di credito, velocizzazione dei tempi di pagamento e sostegno a ricerca e sviluppo sono quattro condizioni neces-sarie per sostenere le im-prese, ma non sono suffi-cienti per far ripartire lo sviluppo del Paese. Ricor-deremo il 2012 come l'anno in cui l'Italia ha intrapre-so, per usare le parole del presidente del consiglio Mario Monti, un duro per-corso di guerra. L'arma u-

tilizzata è stata, e rimane, un mix fatto da rigore fi-nanziario, tenuta sociale e affidabilità. Oggi, però, c'è bisogno di un ulteriore balzo in avanti, articolan-do una strategia di più am-pio respiro che sappia con-centrare sullo sviluppo le poche risorse disponibili con pragmatismo e con-cretezza e che abbia i se-guenti capisaldi: riduzio-ne della pressione fiscale e contributiva su imprese e famiglie, sistematico av-vio e realizzazione in tem-pi certi delle opere pubbli-che già finanziate, allenta-mento del patto di stabilità sugli investimenti, contri-buti a innovazione e ricer-ca orientati anche alle pic-cole imprese, consolida-mento degli incentivi per la ristrutturazione e il ri-sparmio energetico, sbloc-co dei fondi per il paga-mento dei debiti della Pub-blica amministrazione, rafforzamento del sistema delle garanzie per favorire l'accesso al credito, ridu-zione dell'Imu sugli immo-bili strumentali, lotta all'abusivismo che genera concorrenza sleale alle im-prese che pagano regolar-mente tasse e contributi e piano di sostegno ai fattori che animano la crescita e-conomica, che hanno al centro l'impresa diffusa, le imprese femminili, l'ar-tigianato».

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CLASSIFICA DEL SOLE 24 ORE

Qualità della vita, Ravenna scivola all'ottavo posto

RAVENNA. Tra le 107 pro-vince italiane, Ravenna si piazza all'ottavo posto nel-la speciale classifica del So-le24Ore sulla qualità della vita. Il territorio resta nella top ten, ma perde tre posi-zioni rispetto al 2011. Il pri-mo posto va invece a Bolza-no che scalza Bologna, re-trocessa al decimo posto. L'indagine, giunta alla 23a edizione, si basa su 36 indi-catori raggruppati in sei di-stinti capitoli; per ognuno di questi a ciascun territo-rio viene assegnato un pun-teggio. La classifica 2012 ha premiato Bolzano, seguita da Siena e Trento. L'ultimo posto è invece andato alla martoriata Taranto. In E-milia Romagna la provin-cia meglio piazzata è Rimi-ni (4° posto), seguita da Par-ma (6a) e poi Ravenna (8a). Vediamo nel dettaglio le performance del territorio ravennate. La migliore pre-stazione è nel settore Ser-vizi ambiente salute. Ra-venna è terza con 752 punti ottenuti dalla somma di di-versi indicatori. Nello spe-cifico risaltano i quinti po- sti in sanità (con un basso tasso di emi-grazione ospedaliera pari al 2,99 0/o nel 2010) e nelle strutture per i più piccoli (con 14,51 % di asili comunali su utenza 0-3 anni nel 2010). Decimo posto per la ve-locità della giustizia (riferimento al pri-mo semestre del 2011) e 24° posto nella pa-gella ecologica (indice Legambiente 2012). Il territorio è invece 30° per la do-tazione di strutture di connessione velo-ci (con un indice di copertura della banda larga nel 2011 pari a 94,64). Ravenna sci-vola invece in 86a posizione per il clima (differenza tra mese più caldo e mese più freddo tra 2011 e 2012).

Reati. La classifica sull'ordine pubbli-

co è il vero tallone d'Achille per il ter-ritorio. Ravenna si piazza 89a dopo il 97° posto dell'anno scorso. Ecco i numeri che fanno paura. Nel 2011 sono stati registra-ti ogni 100mila abitanti: 273,42 scippi, ra-pine e borseggi (92a posizione), 473,93 fur-ti in casa (97a), 81,90 furti d'auto (60a), 5,90 estorsioni (24a) e 187,42 truffe e frodi in-formatiche (81a).

Tenore di vita. Sul fronte ricchezza Ravenna si classifica 36a (l'anno scorso era 5a). La crisi dunque sembra picchiare molto duro sulla realtà romagnola; si per-dono ben 31 posizioni. In riferimento al 2011, il Pil pro capite è pari al 25.728,74 euro (29° posto) contro una media nazio-nale di 21.838,66 euro. I ravennati presen-

tano un deposito medio per abitante pari a 16.088,23 (52esimi) contro una media na-zionale di 16.393,87. L'importo medio del-la pensione è stato di 820 euro (27esimi) e la spesa pro capite per veicoli, elettrodo-mestici e mobili è stata di 1.198,95 euro (19esimi). L'indice del costo della vita è stato pari a 2,46 e nel 2012 il costo di una casa semicentrale si è attestato a 2.350 eu-ro al mq (66esimi), contro 2.165,89 euro della media nazionale.

Affari e lavoro. Qui Ravenna si piazza a un buon 4° posto, ma si tratta di un ar-retramento visto che l'anno scorso era prima in classifica. Ravenna è 45a per spi-rito di iniziativa con 10,77 imprese regi-strate per 100 abitanti (a settembre 2012)

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Qualità della vita, ilamma scivola all'ottavo posto

Occupazione allo cientifico

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Qualità della vita, ilamma scivola all'ottavo posto

Occupa . one allo

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.5> i\ L\O 27/11/2012

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

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pressunE

e al 5° posto per la propen-sione a investire. I raven-nati mostrano anche una positiva propensione a sal-dare i debiti (sesti in clas-sifica). L'export non eccelle (3lesimi), mentre il tasso di disoccupazione, al 2011, si assesta al 5,01% (diciasset-tesimi) contro una media nazionale dell'8,74. Il terri-torio è invece 31° nella clas-sifica degli imprenditori under 30.

Popolazione. Sul fronte tenuta delle famiglie, inci-denza dei giovani e degli stranieri regolari Ravenna si piazza 22a (anno scorso 12a) al pari di Pesaro-Urbi-no. Il territorio è 67° per densità demografica con 209,58 abitanti per kmq, 49° per natalità con 8,84 nati per ogni 1000 abitanti. Sia-mo invece nella parte bassa della classifica (57esimi) per le coppie in crisi con u-na media di 55 divorzi e se-parazioni ogni 10mila fami-glie (al 2010). Cresce invece il peso dei giovani (siamo al 4° posto) e al 13° posto per gli stranieri, con 1'11,20% di immigrati regolari sul

totale della popolazione. Delude invece il dato sulla formazione (81° posto) con 58,29 laureati ogni mille giovani.

Tempo libero. La graduatoria indica il 18° posto (anno scorso 16°). Ravenna è 12a per appeal turistico (con 16,38 presenze per abitante nel 2010), 29a per indice di sportività (ad agosto 2012), 28a per crea-tività. Scivola ancora più in basso sul fronte librerie. Ce ne sono 8,99 per 100mi-la abitanti (38° posto). Con 8.613,66 spet-tacoli ogni 100mila abitanti siamo al 26° posto. Ravenna occupa la 21a posizione per ristorazione (701,14 ristoranti e bar ogni 100mila abitanti).

Roberto Artioli

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Uto Ughi, tra i massimi interpreti italiani e da sempre in prima linea nella vita sociale del Paese

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Ughi, Kim e Olmi: note per la terra che ma

Osteria dei AfehhrAio

Doppio sipario con le Forchette

.5> i\ L\ • 27/11/2012

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

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pressunE

CONCERTO DI NATALE 12-13 DICEMBRE

RAVENNA-FINALE EMILIA

Ughi, Kim e Olmi: note per la terra che trema. A completare l'ensemble anche un giovane e valente oboista faentino, Gianluca Tassinari

di Alessandro Fogli

RAVENNA. È all'insegna della beneficenza il Con-certo di Natale che la cooperativa Emilia Roma-gna Concerti organizza per il 12 dicembre nella basilica di San Francesco (ore 21) e che verrà ri-petuto il 13 dicembre nella tensostruttura di Fi-nale Emilia, uno di centri più colpiti dal terremoto del maggio scorso.

«Quest'anno la nostra attenzione si è concentra-ta sulle popolazioni colpi-te dal terremoto - spiega-no i vertici di Emilia Ro-magna Con-certi - per-ché voglia-mo dimo-strare che nei comuni dell'Emilia-Romagna, co-sì duramente provati, la cultura rimane viva, e an-zi si arricchisce di nuove iniziative e nuovi proget-ti».

Protagonisti del concer-to di Ravenna del 12 di-cembre saranno la Young Musicians European Orchestra diretta da Paolo Olmi e due violini solisti d'eccezione quali Uto Ughi, tra i massimi

interpreti italiani e da sempre in prima linea nel-la vita sociale del Paese, e la stella emergente del concertismo mondiale, il

kazako Ro-man Kim, funamboli-co interpre-te di Pagani-ni. A com-

pletare poi l'ensemble an-che un giovane e valente oboista faentino, Gianlu-ca Tassinari.

Il programma prevede il "Concerto in la minore per violino e orchestra", il "Concerto in re minore per due violini e orche-stra" e la "Suite n. 3 per orchestra", tutti di Johann Sebastian Bach, con la serata che verrà completata dal "Concerto

per oboe e orchestra" di A-lessandro Marcello e da alcuni canti natalizi ese-guiti dal coro Libere No-te della scuola Filippo Mordani di Ravenna (di-rettori Catia Gori e Elisa-betta Agostini) e dal coro

della scuola San Vincen-zo (direttore Simona San-tini).

Da segnalare che Coo-pltalia ha messo a dispo-sizione mille panettoni, che verranno donati ai bambini che prenderanno

parte al concerto di Finale Emilia e ad alcune asso-ciazioni del volontariato ravennate coordinate dal Comune di Ravenna e dal-la Caritas, mentre la Co-nad ha regalato una gran-de quantità di matite, qua-

derni e materiale per lo studio. Inoltre, come è av-venuto nel Concerto di Natale 2011 ("diviso" tra Ravenna e Betlemme), a Ravenna la coop Emilia Romagna Concerti preste-rà particolare attenzione nell'invitare i bambini stranieri residenti in Ita-lia insieme alle loro fami-glie, coadiuvata in ciò da imprese, associazioni e privati che hanno acqui-stato biglietti per il con-certo e li hanno messi a di-sposizione. E se il costo dei biglietti, in alcuni set-tori, è particolarmente e-levato (si parte da 75 euro, ma saranno in vendita an-che biglietti da 20 e 10 eu-ro) è proprio perché attra-verso l'incasso del concer-to di Ravenna sarà poi possibile offrire gratuita-mente la replica ai citta-dini di Finale Emilia.

La prevendita è già atti-va al teatro Alighieri (in-fo: 0544 249244), altrimenti i biglietti si potranno ac-quistare anche la sera del 12 dicembre nella basilica a partire dalle 19.

Un dopp io evento che vede il contributo di CoopItal ia e Conad

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press unE DI ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO 8• IMOLA

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L'EDITORIALE

Centrodestra Cercasi leader disperatamente

'è un popolo, quello di cen- tro sinistra, che fa festa per il successo del-

le primarie. C'è un altro po-polo, quello del centro de-stra, che naviga a vista, sen-za più un leader, uno strac-cio di capo insomma. E' un popolo che è ancora cultu-ralmente (se non politica-mente) maggioritario nel Paese. Eppure si sente orfa-no e assiste allibito allo star-nazzare di una dirigenza che nei confronti dei suoi candidati premier, anche quelli potenzialmente mi-gliori, si comporta come Sa-turno che divorava i suoi fi-gli. Questo popolo non chiede primarie operetta o ritorni dal passato ma una rappresentanza vera e cre-dibile prima di disperdersi nei duoli dell'antipolitica. Diceva De Gasperi:"Un po-litico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guar-da alla prossima generazio-ne". Ecco, se il centro destra trovasse un leader così, uno statista capace di guardare non al successo del suo par-tito ma a quello del Paese, il suo popolo potrebbe final-mente scendere in piazza per fare festa. E la sua festa sarebbe anche più vera di quella degli altri. Perché sa-rebbe quella di tutti e non di una parte sola.

Stefano Andrini

Loria da strapaese. A Faenza, una delle più note boutique del cen- tro, "Dreams", ha deci-

so di sporgere querela contro ignoti. Motivo? In città da set timane girava voce che nel sudde[ro rliigoziii fosse sequestrata merce, fossero in-tervenuti i temibili agenti della Guardia di Fimurza, e si sussu-rava perfino che gli articoli se quesirati non fossero originali.

Apriti cielo, "Dreams" espo-ne marchi di altissimo livello e la pmpriei aria, Simona Mcdri, faentina doc che gestisce l'am-bito locale da dodici muri, non

ci ira più visto passando ai fal- ci: prima ha contatili° il dirci- tore di Ascorn, Carugati, poi l'avvocato Stefania Gaudenzi e la coma ercia lista Ci tizia Bertoncelli, due leader nei ri- spettivi settori che curano da

gli affari della bomique. "no ricevuto una valanga di telefonate in questi giorni, clienLi che volevano essere ras- sicurati sulla bontà e l'origina- lità della merce c1/111[71,m nel mio negozio, e poi curiosi che volevano sapere se era vero chi' la Gdf era venuta qui. A- desso basta, adesso querelo".

A pagina 19

IMOLA

Senzatetto e le offerte di lavoro del crimine

Giovane donna clochard, assistita dai servizi sociali ma da mesi costretta a dormire in stazione, e i ri-fiuti alle offerte dei crimi-nali. Spaccio, prostituzione ed in infine favoreggia-mento all'immigrazione clandestina. L'ultimo im-piego rifiutato era di apri-re una partita Iva e fare ri-chiesta di permessi di sog-giorno a scopo lavorativo, da rivendere a cittadini non comunitari. A pagina 27

Scomparso da tre giorni e ritrovato nel Santerno

Una brutta avventura a lie-to fine quella vissuta dal Labrador rinvenuto dome-nica pomeriggio nelle geli-de acque del Santerno. Il cane non era stato buttato n acqua né abbandonato di proposito: si era allonta-nato da casa e nel suo gi-rovagare era finito nelle acque del fiume. A pagina 27

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LUGO

Incidente Tir contro auto E' grave l'autista

Il 45enne faentino G.L.Z. è rimasto gravemente fe-rito nello scontro fra il camion da lui condotto e un'auto al volante della quale c'era una 21enne lughese, che ha riportato lesioni di media gravità. Dall'autocisterna si sono disperse migliaia di litri di gasolio in un fosso.

A pagina 22

MARTEDÌ 27. NOVEMBRE 2012

L CE DI ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO & IMOLA

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Metà provincia "rottamata" II risiko del post voto 11 sindaco toscano la spunta in cinque Comuni su diciotto. Bersani va a picco nel Faentino e perde colpi nel feudo basso romagnolo. Sel ago del la bilancia

i credevano prima ed ora che la palla torna al centro e il match riparte dallo 0-0 la speranza di sovvertire i pronostici, ha i renziani del Ravennate, si fa ancora più concreta. A parlare, infatti, sono i risultati, quei risultati che consegnano nelle mani del sindaco di

Firenze il Il% delle pmferenze dei votami della provincia contro i148,5 totalizzato da Bersani. Tra i dure sfidanti la prima tornata si è conclusa con un sostan-ziale pareggio in guaii], C01131_111i (Bagnata, Casola, Corignokl Idolo Terme) su 18, mentre Bermi è riuscita il spuntarla in altri cinque (quattro del Faentino - Brisighel la, Castri Bolognese, Faenza, Solarolo - pur Russi).

A pagina 11 e 13

DDL SALLUSTI NO ALL'ARRESTO DEI GIORNALISTI

Il Senato ha bocciato l'art. I del dise-gno di legge sulla diffamazione. Il prov-vedimento è stato respinto con 123 vo-ti contrari e 29 a favore, con 9 astenuti. A pagina 5 Al ballottaggio E i renziani lughesi lanciano un chiaro messaggio

alla dirigenza: 'Non riflette più l'orientamento degli elettori'

FAENZA C'È UNA VOCE (INFONDATA) SU MERCE TAROCCA IN NEGOZIO: E LA CELEBRE BOUTIQUE PRESENTA QUERELA

Denuncia la chiacchiera da paese CONDANNA

Un anno e due mesi per "Salsiccia" E' stato assolto per deten- zione abusiva della pistola, ma condannato a un anno e 2 mesi per aver portato quell'arma in un luogo pubblico e per le lesioni in- ferie il 1° maggio nel par-cheggio del Pala De André. Si è concluso ieri il proces-so per Christian Bracci, no-to come "Salsiccia".

IL VASLIMETTO li Andrea Vagad

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L'aplomb dei "bersaniani" "In provincia comunque oltre il 48%

Ibersaniani ravennati lo ripetono con orgoglio. "Domenica è an-data in scena una grande festa di partecipazione democratica, se-gno che siamo riusciti a trasmettere passione e fiducia nel pro-getto di centro sinistra". Queste, almeno, sono le parole di Savino

Dalmonte, segretario del Partito Democratico faentino l'indomani il primo turno delle Primarie. La grande festa, ai bersaniani faentini, l'ha però fatta Matteo Renzi che si è portato a casa nel comune capoluogo il 51% dei voti contro il 38,95 totalizzato dal segretario. E Renzi l'ha spuntata pure in altri tre Comuni del comprensorio (a Brisighella ad-dirittura con il 62%). Il Pd faentino battente bandiera bersaniana la prende con aplomb e filosofia: "E' un'ulteriore conferma della necessità di rendere prota-gonisti i cittadini nella scelta dei loro rappresentanti, sia a livello locale che a livello nazionale - afferma Dalmonte - ora ci attende un'altra settimana di lavoro per chiedere a tutti gli elettori di tornare a votare per esprimersi tra i due candidati, con lo stesso entusiasmo e il senso di responsabilità che hanno dimostrato sia durante le preiscrizioni, sia domenica. I numeri del primo turno evidenziano chiaramente 1' affermazione di Renzi - riconosce Dalmonte, non solo a Faenza, ma anche negli altri comuni del comprensorio.

A Bersani va riconosciuto il merito di aver voluto queste primarie che segnano un importante successo politico del Pd". Si dice molto felice per il risultato ottenuto dal segretario Pd, "che nella nostra pro-vincia supera il 48%", il coordinatore provinciale del Comitato pro Ber-sani Michele De Pascale: "Direi un'affermazione importante, al con-trario di quello che si è sentito. Ora stiamo già lavorando con molto entusiasmo per riportare migliaia di persone a votare anche domenica prossima. Sono certo che sarà un'altra giornata di festa e una bella di-mostrazione di vitalità del Partito Democratico e del centrosinistra".

Esulta anche Mauro Dadina, del comitato comunale Ravenna con Bersani: "Consideriamo il 51%, raggiunto nel comune di Ravenna, un buon punto di partenza per il ballottaggio. Contiamo di vincere anche il secondo turno".

Sull'esito delle primarie interviene anche il sindaco Fabrizio Mat-teucci: "La grandissima partecipazione - afferma il primo cittadino -dimostra chiaramente il desiderio degli italiani e dei ravennati di fare sentire la propria voce. Domenica 2 dicembre si svolgerà i il ballottag-gio, invito le elettrici e gli elettori del centrosinistra a fare il bis perché abbiamo bisogno di una forte investitura popolare del nostro candi-dato per candidarci alla guida del Paese e battere la destra berlusco-niana che è la peggiore d'Europa".

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renzizmi rotbimano metà provincia

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renziani rottamano metà provincia

PRIMARIE CENTROSINISTRA - IL RISIKO DEL POST-VOTO

I renziani rottamano metà provincia IL SINDACO TOSCANO la spunta in cinque Comuni su 18 e impatta in altri quattro. Bersani va a picco nel Faentino e perde colpi nel feudo basso romagnolo

i credevano prima ed ora che la palla torna al centro e il match ripar- te dallo 0-0 la speranza di sovvertire i pronosti- ci, tra i renziani del Ra-

vennate, si fa ancora più concreta. A parlare, infatti, sono i risultati, quei ri-sultati che consegnano nelle mani del sindaco di Firenze il 41% delle prefe-renze dei votanti della provincia con-tro il 48,5 totalizzato da Bersani. Tra i due sfidanti la prima tornata si è conclusa con un sostanziale pareggio in quattro Comuni (Bagnara, Casola, Cotignola e Riolo Terme) su 18, mentre Renzi è riuscita a spuntarla in altri cin-que (quattro del Faentino - Brisighella, Castel Bolognese, Faenza, Solarolo -più Russi). Renzi, scacco al partito sull'asse Firenze-Faenza "Siamo molto soddisfatti, inutile na-sconderlo, il bello però viene adesso". L'exploit renziano è accolto con gioia dalla referente provinciale del Comi-tato pro Renzi Manuela Rontini. Pro-prio nella terra della coordinatrice, il Faentino, il sindaco di Firenze ha mes-so ko il segretario di lungo corso: "E' un risultato insperato - afferma la Rontini - figlio dell'entusiasmo e della voglia di fare che abbiamo messo in campo nei mesi che hanno preceduto il voto. Siamo riusciti a tradurre questo entusiasmo in partecipazione - prose-gue la coordinatrice - e per noi, que-sta, è già una grande vittoria". Una vit-toria che - tiene poi a ribadire la Ron-tini - "è ancora più bella perché otte-nuta senza le sovrastrutture di partito delle quali poteva disporre Bersani, peraltro sostenuto da gran parte della dirigenza locale. Noi - conclude la coordinatrice provinciale - abbiamo potuto contare sulle energie di tantis-simi giovani e di persone nuove alla politica, una scommessa vinta in pie-no".

Bassa Romagna: prime crepe nel feudo bersaniano Oltre ogni aspettativa. E' questa la fra-se che a 24 ore dal voto Vito Ronchi, coordinatore dei renziani del com-prensorio lughese, ripete ossessiva-mente come fosse una sorta di man-tra. "Non ci aspettavamo affatto di to-talizzare un 35% in una Conselice o di impattare al 45 a Cotignola - afferma - ma c'è da dire che in tutta la Bassa Romagna siamo andati alla grande". Per i renziani lughesi una bella inie-zione di entusiasmo in vista del ballot-taggio: "I giochi non sono finiti, anzi -prosegue Ronchi - siamo intenzionati a vincere, consapevoli che la partita è apertissima". Ma la panchina del `rot-tamatore' fiorentino sarà lunga a suf-

ficienza per spuntarla sulla corazzata bersaniana? "Un peso sull'esito del confronto l'avranno di certo i vendo-liani - afferma Ronchi - ma a noi non preme intercettare voti, noi vogliamo parlare alle persone - indipendente-mente da come hanno votato al primo turno - e far parlare le nostre propo-ste". I renziani lughesi 'rottamano' la dirigenza Pd Il successo nel Lughese è stato possi-bile con una campagna vecchio stile fatta di porta a porta, banchetti nei mercati e volantinaggio: "La prova -sottolinea Ronchi - che la buona poli-tica si può fare con poche centinaia di euro e senza l'appoggio dei vertici lo-cali del partito. E' la dimostrazione -conclude Ronchi - che la dirigenza del Pd non riflette più l'orientamento dei

suoi elettori. Se il partito non saprà rinnovarsi - prosegue il coordinatore -perderà la fiducia di chi si è avvicinato nuovamente, e con entusiasmo, alla politica". Vertice provinciale per tentare il sorpasso Ieri sera i renziani hanno fatto il punto della situazione in un summit che ha visto radunati tutti i comitati provin-ciali dell'Emilia-Romagna, questa sera è invece in programma la riunione di tutti i comitati provinciali. L'obiettivo è chiaro: studiare la strategia del sor-passo. "La sfida è in salita ma siamo fi-duciosi - ribadisce la coordinatrice provinciale Manuela Rontini - auspi-chiamo che chi ha votato domenica si ripresenti alle urne e colga questa grande chance di cambiamento". Andrea Conti

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IL CONFRONTO I cinque sfidanti

Alfonsine

Pierluigi Bersani 60,57

r Bruno Tabacci 0,61

Laura Puppato

2,13

Nichi Vendola

7,16

Matteo Renzi 29,52

Bagnacavallo 51,04 0,34 2,84 8,76 37,03 Bagnara di Romagna 46,74 0,72 2,17 3,99 46,38 Brisighella 29,48 0,18 1,56 6,43 62,35 Casola Valsenio 45,65 0,62 2,80 9,32 41,61 Castel Bolognese 32,73 0,77 2,15 7,04 57,30 Cervia 52,51 0,13 1,32 7,28 38,77 Conselice 58,12 0,38 1,39 5,47 34,64 Cotignola 45,89 0,60 2,29 6,04 45,17 Faenza 38,95 0,58 1,86 7,61 51,01 Fusignano 55,40 0,91 2 7,27 34,42 Lugo 50,42 0,42 1,68 7,47 40 Massa Lombarda 56,17 0,50 1,92 6,56 34,85 Ravenna 50,88 0,71 1,87 9,22 37,32 Riolo Terme 45,58 0,47 0,95 10,09 42,90 Russi 39,80 0,38 1,84 9,36 48,62 Sant'Agata sul Santerno 52,87 0,38 1,15 4,98 40,61 RrlIrrIlr-, Sal Q1S n S9 1 RQ S FR S1 QR l

E i renziani lughesi lanciano un chiaro messaggio alla dirigenza:

i 'Non riflette più orientamento degli elettori'

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renziani rottamano metà provincia

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CAMBIA

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"Nel Pd c'è il problema di scolla- mento tra i vertici, cittadini e la base elettorale"

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`Difficile che il nostro elettorato voti Renzi' SEL AGO DELLA BILANCIA -11 segretario regionale Paglia:

"Ma Bersani se la deve guadagnare"

1 dato ravennate è sostan- zialmente in linea con quello nazionale, d'al- tronde non mi aspettavo di andare oltre questa so-

glia in una provincia come quel- la ravennate che di certo non rappresenta il bacino di riferi- mento dell'elettorato diVendo- la". Così il segretario regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Gio- vanni Paglia commenta l'esito della consultazione che ha visto il segretario Vendola non andare oltre un 8,09% in provincia (9,22 sul Comune di Ravenna, 15% il dato nazionale). "Difficile far meglio anche perché a livello mediatico queste primarie sono state inquadrate come sfida a due e tutta interna al Pd - affer- ma Paglia - abbiamo subito il confronto Renzi-Bersani e pa- gato lo scotto di una campagna elettorale meno aggressiva (e decisamente più economica) dei rivali". Paglia passa poi ad a- nalizzare il risultato globale: "Personalmente - afferma - non mi sorprende l'exploit renziano in Emilia-Romagna così come nel Ravennate. A mio avviso - prosegue Paglia - è l'ennesimo segnale, dopo la nascita in re- gione del Movimento 5 Stelle, l'avanzata di Renzi anche tra gli eletti Pd e la mobilitazione a queste primarie di elettori che solitamente non appogiano il centrosinistra, dello scollamen- to tra vertici Democratici, citta- dinanza e base elettorale". Do- menica ballottaggio e tutti si chiedono che faranno i 3.679 e- lettori ravennati di Vendola: "Premettendo che vincerà chi se lo merita di più - afferma il se- gretario regionale - ritengo dif-

ficile che gli elettori storici della Sinistra si esprimano a favore di Renzi. Detto questo - aggiunge Paglia - penso anche che Bersa-ni, quei voti, se li debba conqui-stare, magari essendo più lim-pido su alcuni temi chiave come la riforma del lavoro, del fisco, i diritti dei lavoratori, i diritti civili e le politiche per l'occupazione".

A Vendola è diretto anche il messaggio rilasciato dall'asses-sore Valentina Morigi domenica sera, a scrutinii conclusi: "Ven-dola è un uomo generoso, un compagno, una persona che ha dedicato la propria vita a co-struire una sinistra nuova, che

non fosse ancorata alle ortodos-sie degli steccati ideologici, e nemmeno infatuata delle men-zogne neoliberiste. Siamo com-pagni nello stesso movimento politico, da sempre. Lo voglio ringraziare sinceramente - ag-giunge la Morigi - perché ha da-to voce alla mia storia, alle mie aspirazioni, alle mie speranze, perché mi ha rappresentato in queste primarie. E ringrazio chiunque lo abbia sostenuto. Oggi Nichi Vendola, ha perso. C'è un tempo per la semina. E c'è un tempo per il raccolto. Og-gi è il tempo, per me, di ringra-ziarti".

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RAVEN.

Difficile che il nostro elettorato

IL COMMENTO GRILLINO

`Sei in crisi di identità politica e il Pd deve fare i conti con Renzi'

Non avrebbe votato per nessu-no dei cinque candidati, "e questo nonostante alcuni di lo-ro abbiano espresso idee inte-ressanti durante la campagna", tuttavia il capogruppo dei Gril-lini Pietro Vandini guarda e commenta con interesse l'esito della consultazione. "A chi crede in Renzi e crede ancora nel Pd questa prima tornata di primarie ha senza alcun dubbio lanciato un se-gnale forte, ossia che dentro al partito c'è una grande voglia di cambiamento, anche a Ra-venna". Poi, il grillino, precisa: "Non so effettivamente quanto sia Pd Renzi, che peraltro ha fatto sue tre/quattro cose che noi diciamo da anni, però il segna-le che arriva dalle urne è chia-ro, l'elettorato democratico chiede con forza alla dirigenza di cambiare, di rinnovarsi". Pronostico per il ballottaggio? "Il favorito resta chiaramente Bersani, ma non escluderei sorprese, molto dipende dal-l'affluenza. E' vero che dome-nica hanno votato in molti ma parlare di record mi è parso eccessivo, rispetto al 2005 in-fatti mancavano all'appello un milione e 200mila elettori". Da ultimo, Vandini passa in e-same il risultato di Sel: "Qui a Ravenna sono andati male, a mio avviso scontano le tante battaglie di sinistra che hanno ignorato sottomettendosi al Pd nel nome delle poltrone, at-teggiamento che ha fatto per-dere a Sel personalità politi-ca". AnC

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IL PRESIDIO

Gestimm "Subito un tavolo di crisi" Le organizzazioni sindacali di Fim, Fiom e Uilm della provincia di Ravenna, unitamente ai lavo-ratori dell'azienda Gestimm srl, si sono riunite ieri mattina in as-semblea con presidio, davanti alla sede legale dell'azienda a Marina di Ravenna in via Marina-ra. I sindacati esprimono forte preoccupazione per l'incertezza che sta attraversando l'azienda. Si temono ricadute occupazio-nali legate alla possibile perdita di posti lavoro. I recenti cambia-menti interni alla struttura orga-nizzativa Gestimm mettono for-temente in discussione la costi-tuzione del tavolo di trattativa più volte richiesto dai sindacati e dai lavoratori, che chiedono ri-sposte certe e concrete alla dire-zione aziendale. Chiedono inol-tre all'amministrazione di Raven-na un intervento diretto volto al-la costituzione di un tavolo di crisi congiunto per far fronte alle eventuali ricadute occupazionali.

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Lavoratori in presidio

RAVENNA

Ravenna, crisi h

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Lega: "Un piano per arginare la delocalizzazione industriale"

"Un freno al fenomeno della delocalizzazione industriale". E' l'appello di Gianluigi Forte, capogruppo provinciale della Lega Nord, secondo cui "è in atto una vera e propria seces-sione delle imprese del Nord dal nostro territorio. Un feno-meno che - secondo il Carroc-cio - innesca una desertifica-zione del tessuto produttivo ed occupazionale locale. A ta-le fenomeno bisogna rispon-dere tempestivamente con provvedimenti legislativi ben più incisivi di quelli adottati sino ad oggi". Per questo, Forte ha presentato un'inter-pellanza con la quale impe-gna il Presidente e la Giunta "ad attivarsi per operare a fa-vore di quegli imprenditori che investono nei nostri terri-tori, attraverso agevolazioni-sgravi fiscali, incentivi e finan-ziamenti, volendo premiare chi produce localmente e 'pu-nire' chi migra all'estero; ad attivarsi affinché si possa a-prire un dibattito virtuoso con l'obiettivo di un'inversione di tendenza e a promuovere un confronto energico con gli im-prenditori romagnoli dimo-strando maggiore sensibilità per un fenomeno che crea

povertà e disoccupazione".

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Ravenna, crisi anche pergnalitàdellavita

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Ravenna, crisi anche per qualità della vita CLASSIFICA SOLE240RE La provincia nella top ten ma perde posti: tutta colpa della criminalità e del boom di denunce

i stava meglio quando si sta- va peggio", recita la frase fatta che spesso rimbalza tra i ta- volini dei bar. Secondo la classifica della qualità della

vita stilata dal Sole24Ore, sembra che il detto, nel caso di Ravenna, sia pro-prio vero. Se lo scorso anno la nostra provincia si era aggiudicata un più che onorevole quinto posto alle spalle del-la prima classificata Bologna, la lista delle province più virtuose in fatto di benessere ha visto Ravenna scivolare di tre posizioni, finendo all'ottavo po-sto. Una caduta che va di pari passo con quella del capoluogo felsineo, che dalla vetta ha perso in un solo anno ben nove posizioni. Eppure all'interno delle singole cate-gorie prese in esame Ravenna non sembra cavarsela male. Nella gradua-toria "affari e lavoro" ottiene un quarto posto, mettendosi in mostra come uno dei territori con il livello più basso di prestiti non onorati. Differenza sostan-ziale rispetto a Bologna che, pur essen-do dietro solo a Milano come ricchez-za prodotta (oltre 3lmila euro di Pil pro capite all'anno), è settima guar-dando ai risparmi delle persone (in media 25.938 euro per abitante) e no-na come valore delle pensioni (media-mente 919 euro), con un calo di con-sumi che la castiga al dodicesimo po-sto con una media di 1.189 euro spesi all'anno. A Ravenna sono buo-ni anche i dati riguar-do la lista che tiene conto dei servizi, del-la salute e dell'am-biente. Se la città ro-magnola ha conquistato il terzo posto facendo breccia nel blocco guidato dalle emiliane, lo deve anche agli otti-mi voti in fatto di tempi della giustizia: assieme a Reggio Emilia, la giustizia a Ravenna è veloce, al punto da proiet-tarla dritta dritta nella top ten per i

AFFARI E LAVORO 4° POSTO RAVENNATE

All'interno delle sin-gole categorie prese in esame Ravenna non sembra cavarsela male. Nella gradua-toria "affari e lavoro" ottiene un quarto po-sto, mettendosi in mostra come uno dei territori con il livello più basso di prestiti non onorati.

processi veloci. Viene anche il fattore gioventù, che porta la città a inseguire assieme a Piacenza, Parma, Bologna e Reggio Emilia il primato di provincia italiana con il maggior numero di gio-vani in rapporto alla popolazione. Ma allora a cosa si deve la perdita di tre posizioni che ha portato Ravenna

all'ottavo posto della classifica generale? Come per tutte le pro-vince dell'Emilia Ro-magna, la nota dolen-te sono i reati denun-ciati. Nella graduato-

ria generale, Forlì-Cesena è al 101esi-mo posto, Bologna al 97esimo e Rimi-ni al 93esimo, tutte in peggioramento. Migliora invece Ravenna, 89esima. Proprio Rimini e Bologna, limitandoci ai freddi dati, sono fra le cinque pro-vince italiane con il maggior numero

di scippi, borseggi e rapine (insieme a Milano, Genova e Torino), mentre Forlì-Cesena è fra le zone dove sono più diffusi i furti in appartamento. Tornando alla classifica generale, no-nostante i lati bui che hanno castigato Ravenna, Rimini ha fatto un balzo in avanti di ben sette posizioni, attestan-dosi al quarto posto. La città malate-stiana primeggia anche in fatto di di-vertimenti, confermandosi capitale del tempo libero e meritandosi un primo posto per numero di spettacoli. Certo, il caso ravennate non sarà certo ai li-velli del flop della provincia di Forlì-Cesena, che nella classifica 2012 crolla al 25esimo posto (13 posizioni in me-no). Un esempio per un'altra frase da bar, tanto per commentare la perfor-mance non brillante nella classifica del quotidiano economico: su Ravenna, c'è anche chi sta peggio.

Ottimi i voti in fatto di tempi della giustizia

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Ravenna, crisi anche per qualità della \i la

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Istituti tecnici in commissione L'incomprensione tra politica e scuola: "Noi e voi abbia

qccorpamen Io deciso senza

`Accorpamento deciso senza confronto' ISTITUTI TECNICI I docenti agli enti locali: "Tutto è stato

calato dall'alto". Resta l'incertezza sul futuro

Il piano Geometri Itis e Agrario dovrebbero confluire in un unico istituto

oi e voi abbiamo tempi tecnici di- versi". E' tutta in questa frase, pro- nunciata da una

docente dell'istituto per geome-tri, in consiglio comunale, l'in-comprensione tra politica e scuola. In commissione Cultura in Comune si discute dell'accor-pamento amministrativo tra Geometri, Agrario e Itis deciso dalla Provincia e del trasferimen-to del `Morigia' nella sede del `Perdisa. Due temi separati nelle problematiche ma unite nella di-scussione, di cui sono responsa-bili l'assessore provinciale alla Scuola Eleonora Proni e il suo collega di giunta con delega ai Lavori Pubblici, Secondo Valgi-migli. In commissione è ospite solo la prima e questo crea alcu-ne difficoltà nella discussione. In ogni caso l'ente di Piazza Caduti ha rinviato a data da destinarsi l'accorpamento e resta da vedere chi se ne occuperà il prossimo anno, dal momento che le Pro-vince smetteranno di esistere e si accorperanno. Giusto per ag-giungere confusione. Docenti, genitori e studenti del Morigia lamentano un "progetto calato dall'alto" e non condiviso con loro, i protagonisti della scuola. "Siamo ingegneri e archi-tetti - spiegano - potevate coin-volgerci nel progetto, saremo sta-ti d'aiuto". Invece, è la lamentela condivisa, nulla. Il problema è tutto nelle tempi-stiche: da una parte gli istituti che devono cessare di esistere se non raggiungono la fatidica soglia dei 600 iscritti prevista dal Ministero, dall'altra le scuole sempre più all'osso che rivendicano la di-gnità della loro offerta scolastica. Certo, la politica eviterebbe la pa-tata bollente. Lo dice chiaro Giannantonio Mingozzi, vicesin-

daco con delega all'Università: "Se potessimo non toccare nulla, lasceremmo le co-se come stanno. Ma secondo voi chi ce lo fa fare di entrare in un argomento che suscita tante pro-teste?". L'Alma Mater peraltro, non è estranea alla discussione: se Geometri sarà spostato sarà la facoltà di Scienze Ambientali, og-gi al Perdisa, a dover fare spazio. "La cosa migliore - dice Mingozzi - sarebbe aspettare un anno, quando arriveranno 700mila eu-ro per realizzare il nuovo Polo". Chiarezza, questa sembra man-care. Così i docenti vogliono "sta-bilire luoghi e tempi" in cui orga-nizzare "tavoli tecnici" anche perché 'l'operazione Perdisa' po-trebbe partire già a giugno. Chi se ne occuperà? Mingozzi pensa,

o meglio teme, che sarà il Comu-ne a gestire il tutto. Il timore degli insegnanti è che si perda appeal dato dall'offerta formativa attuale (e testimoniato da una mamma che definisce "un gioiello" l'istituto) e calino gli alunni. Scelte affrettate, dicono, in un contesto di crisi economica in cui i licei potrebbero essere su- perati nelle preferenze dagli isti- tuti tecnici. Lo dice anche l'asses- sore Proni: "La speranza è che si raggiunga la soglia dei 600 alun- ni" o, in alternativa, che cambi il decreto. Intanto il tutto è in stand by e oggi sarà ribadito in Provin- cia. Ma spostare il problema, e tutti ne hanno coscienza, non servirà a risolverlo. Questione di tempi tecnici. Ma anche di soldi.

Alessandro Montanari

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SCUOLA NEL CAOS IL LICEO ARTISTICO SCEGLIE L'AUTOGESTIONE

I primi sono stati quelli del liceo scientifico Oriani, ma nei prossi-mi giorni dovrebbero seguirli anche gli studenti del liceo clas-sico Alighieri, le magistrali Mar-gherita di Savoia, l'Itis Nervi e i professionali Olivetti e Callegari. L'Artistico ha optato per l'auto-gestione che inizierà da domani.

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per solidarietà

CONCERTO DI NATALE La serata del 12 dicembre diretta da Olmi nella basilica di San Francesco offrirà lo spettacolo anche a Finale Emilia

Uto Ughi accanto al virtuoso Kim per solidarietà

ai prima d'ora Uto Ughi aveva condiviso il palco e il titolo di solista con un violinista così giova- ne. Imberbe sì il ven-

tenne kazaco Roman Kim, ma con le dita e l'arco che viaggiano come fulmini im-pazziti sulle corde del suo Guarnieri del 1695; e una maestria che gli è già valsa la nomea internazionale di "funambolico interprete di Paganini". Da virtuoso a vir-tuoso, saranno insieme nella Basilicaper il concerto di Natale organizzato per il 12 dicembre alla Basilica di San Francesco dalla cooperativa Emilia-Romagna con-certi, con il maestro Paolo Olmi e la di-rezione della Young musicians european orchestra. Un ensemble di astri nascenti, a cui si aggiunge un altro giovane solista tutto nostrano, l'oboista faentino Gian-luca Tassinari. Il concerto quest'anno non volerà a Be-tlemme come nell'edizione dell'anno scorso per replicare la serata ravennate. 1113 dicembre i musicisti si sposteranno a Finale Emilia, dove sarà ripetuto il pro-gramma. Il Concerto in La minore per violino e orchestra di Bach, seguito dal Concerto il Re minore per due violini e orchestra e la Suite n. 3 per orchestra. In-fine il concerto per oboe e orchestra di Alessandro Marcello con la conclusione lasciata alle voci del Coro libere note del-la scuola statale Mordani di Ravenna, di-retto da Catia Gori ed Elisabetta Agostini,

e del coro della scuola San Vincenzo, di-retto da Simona Santini. Biglietti non proprio a buon mercato quelli della serata ravennate. Ma solo per ragioni di solidarietà; dai posti vip a 75 euro alle sedie più "modeste" da 10 a 20 euro, tutto l'incasso permetterà di offrire la replica a Finale Emilia, a sostegno delle popolazioni più colpite dal terremoto. Così come grazie alle donazioni da parte di Coopitalia sono stati raccolti mille pa-nettoni per i bambini che prenderanno parte al concerto e per alcune associa-zioni di volontariato ravennate; senza contare poi le forniture di cancelleria ar-rivate da Conad. Diverse associazioni e imprese hanno anche acquistato biglietti per il concerto, mettendoli a disposizione gratuitamente a studenti giovani e stu-denti. Lo sguardo verso Gerusalemme non è venuto meno. Nel 2013 gli organizzatori si auspicano che "ci siano le condizioni per tornare in Terra Santa. "Ci stiamo già attivando per un concerto di Pasqua nel-la Chiesa della Dormizione a Gerusalem-me i123 marzo prossimo", ha annunciato Olmi nella conferenza stampa in muni-cipio, accanto alle autorità cittadine, al vescovo Verucchi e all'assessore regionale all'Istruzione Patrizio Bianchi. La biglietteria viene effettuata presso il Teatro Alighieri di Ravenna (telefono 0544) e la sera del 12 dicembre presso la Basilica a partire dalle 19.

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IL DIRETTORE DEL MAR PRESENTERÀ ANCHE L'UNICO QUADRO DELL'ARTISTA VIENNESE ESPOSTO A RAVENNA

Giovedì Spadoni tiene una conferenza su Klimt

Giovedì prossimo (ore 16), nella sala multimediale del Mar di via di Roma, Claudio Spadoni, direttore arti-stico del museo, terrà una conferenza pubblica in occasione del 150° anniversario della nascita di Gu-

stav Klimt (1862-1918). Nella collezione contemporanea del Museo d'Arte della città

è presente un'opera dell'artista viennese - "Nudo"- acquistata dall'Accademia di Belle Arti nel 1919 al prezzo di duecento-settanta lire. L'ultima volta che l'opera - un disegno a matita su carta - è uscita dal museo ravennate è stata per la parteci-pazione alla mostra dello scorso anno a Treviso dal titolo "Il pittore e la modella: da Canova a Picasso".

Klimt, come noto, visitò Ravenna nel 1903 e, in seguito a quella visita, accolse tra le sue fonti di ispirazione anche la luce e l'oro dei mosaici bizantini, che spesso ricorrono nei suoi capolavori.

La conferenza di Claudio Spadoni, terza ed ultima del ciclo curato da Nadia Ceroni, è parte del progetto europeo "Open Museums" finalizzato alla valorizzazione e alla divulgazione del pregiato patrimonio artistico del Mar di Ravenna.

Info 0544 482477/482356

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UtoUghi accanto almirtuoso Kim per solidarietà

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UtoUghi accanto al virtuoso Kim per solidarietà

Anche il mondo dellidinut contemplal -atee la ed

Anche il mondo dell'infanzia contempla l'arte e la cultura PARTE FEST Oggi alle Arteficerie Almagià Roberto Frabetti presenta la "Carta dei Diritti dei bambini". A seguire il "Buffet d'arte"

parte oggi (ore 17), alle Artificerie Almagià, la 3a edizione di Fest, ras-segna di laboratori e

performance per ragazzi orga-nizzata da "La Casa delle Arti per l'Infanzia", progetto nato dall'aggregazione di 4 protago-nisti della scena artistica raven-nate: Cantieri, Drammatico Ve-getale - Ravenna Teatro, Tanti Cosi Progetti e Teatro del Drago, in collaborazione con l'Asses-sorato alla Cultura, Pubblica I-struzione e Formazione Supe-riore del Comune.

Il primo appuntamento trac-cia il solco che seguirà tutto il progetto: la "Carta dei Diritti dei bambini all'arte e alla cultura", un documento in 18 principi per affermare il diritto dei più piccoli a partecipare, fruire e praticare l'arte in tutte le sue forme, vergato da La Baracca-Teatro Testoni Ragazzi di Bolo-

gna. Alle 17, all'Almagià, Roberto

Frabetti presenterà il documen-to e ne racconterà i principi, ri-badendo che "i bambini non sono cittadini irreali di un pros-simo futuro, sono cittadini dell'ora, dell'adesso. Sono citta-dini del mondo, oggi". L'inter-vento di Roberto Frabetti sarà introdotto dall'Assessore Oui-dad Bakkali che intende pro-muovere la Carta fra le associa-zioni ed istituzioni culturali e farla adottare dal Consiglio Co-munale di Ravenna.

A seguire, dalle 18.30 sempre alle Artificerie Almagià, si terrà il gioco a squadre per bambini e genitori "Buffet d'arte" ispirato a "Arcimboldi delle stagioni" del progetto "CorpoGiochi® a Scuola" realizzato in collabora-zione con Ravennantica.

I ragazzi che nell'anno scola-stico 2008/09 frequentavano la

classe 5a della scuola Gulminelli di Ponte - i "fondatori del pro-getto CorpoGiochi® a Scuola" -ora più grandicelli, coordine-ranno i bambini che oggi fre-quentano quella classe e le altre che partecipano al progetto.

Con loro, i bambini e i loro genitori creeranno i ritratti dei volti dei geni della danza della domus dei tappeti di pietra, u-tilizzando come materiale solo dei vegetali commestibili come frutta e verdura. Ai bimbi verrà consegnato, come premio sim-bolico, una copia del volume dei "Diritti dei bambini all'arte e alla cultura".

Fest proseguirà sabato 15 di- cembre presso l'Accademia di Belle Arti con "Figure in diveni- re", Atelier creativi per bambini e adulti, giornata di laboratori di arte, danza, teatro e cinema.

Info 320 9552632 0544 251966

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I 150 anni della Camera di Commercio Ieri la presentazione del volume che ripercorre la storia dell'ente e la consegna degli attestati alle Imprese storiche

uovo appuntamento con le iniziative promosse dalla Camera di com- mercio di Ravenna in oc- casione dei 150 anni del-

la fondazione. La Sala Cavalcoli di viale FarMi ha ospitato ieri la consegna degli attestati alle Imprese storiche della pro-vincia di Ravenna e la presentazione della pubblicazione "Camera di com-mercio di Ravenna. Centocinquant'anni di sviluppo" (Editore Da-nilo Montanari di Ra-venna) .

"Dalla sua nascita -ha detto il presidente della Camera di com-mercio, Gianfranco Bessi - l'Ente camerale è stato al fianco dell'e-conomia del territorio e del suo tessuto socia-le. Ha contribuito a superare altre crisi, a creare sviluppo e a sostenere l'inno-vazione. Uomini come Emilio Ghezzo, Fortunato Buzzi, Luciano Cavalcoli, Walter Masotti, Dario Sacchetti e Pietro Baccarini sono stati i presidenti e i se-gretari generali che, negli anni di gover-no della Camera, hanno adottato scelte coraggiose e capaci di influire sul futuro sviluppo del territorio".

La storia della Camera di commercio ravennate è ben tratteggiata nel volume dedicato ai suoi 150 anni con scritti di Dante Bolognesi, Paola Morigi, Andrea Casadio. La pubblicazione ricorda le tappe dell'economia della provincia di

Ravenna e il ruolo svolto dalla Camera di commercio nel promuovere e favo-rire lo sviluppo: "Festeggiamo i 150 anni di una grande istituzione - ha commen-tato Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere - Cavour, nel 1862, eb-be una grande intuizione, quella di puntare sull'economia dei territori. E le Camere di commercio sono diventate perfette interpreti di questa politica,

dando un contributo decisivo alla crescita e-conomica".

Otto le aziende che hanno ricevuto gli at-testati di iscrizione al Registro Imprese stori-che: Agricola Gulma-nelli S.S. di Paolo Prodi e C. Società Agricola (dal 1893), Banca Po-polare di Ravenna S.p.a. (dal 1885), Bede-

schi di Bedeschi Remo (dal 1751), Coo-perativa Muratori & Cementisti — C.M.C. di Ravenna (dal 1901), Consorzio Agra-rio di Ravenna Soc. Coop. a r.l. (dal 1899), Dragoni Giovanni (dal 1907), Fer-rari S.r.l. (dal 1845), Terremerse Soc. Coop. (dal 1911).

Il Registro nazionale delle Imprese Storiche è stato istituito da Unioncamere nel 2011, in occasione del 150° anniver-sario dell'Unità d'Italia, per mappare le realtà imprenditoriali italiane ultracen-tenarie che, coniugando innovazione e tradizione, apertura al mondo e appar-tenenza alla comunità, hanno accom-pagnato la crescita del nostro paese.

Il presidente Bessi ricorda i beneme-riti dell'associa-zione: Ghezzo, Buzzi, Cavalcoli, Masotti e Sacchetti

I rappresentanti delle otto storiche imprese ravennati premiate ieri dalla Camera di Commercio

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1150 anni della Camera &Commercio

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1150 anni della Camera di Commercio

MAZZAVILLANI NUOVO DIRETTORE DI CNA

assimo Mazzavillani è il nuovo direttore della Cna di

Ravenna. Quarantotto anni, sposato con una figlia e resi-dente a Cervia, Mazzavillani ha iniziato il suo percorso in Cna nel 1986, dove ha rico-perto diversi ruoli di primo piano fino alla nomina di vi-cedirettore nel 2010. Dal 2006 al 2009 è stato Vicesin-daco del Comune di Cervia. Attualmente è consigliere di gestione di Unifidi Emilia Ro-magna, vicepresidente di As-sicoop Ravenna nonché con-sigliere di alcune Società na-zionali del Sistema CNA. "Sono orgoglioso di essere chiamato alla direzione della Cna di Ravenna - sono le sue prime parole - che è un'Asso-ciazione sana e apprezzata da tutti gli interlocutori istituzio-nali, economici e sociali e per questo ringrazio Natalino Gi-gante, il direttore che mi ha preceduto, per il prezioso la-voro svolto. La situazione e-conomica che abbiamo di fronte - sottolinea Mazzavilla-ni - è estremamente compli-cata. La movimentazione del-le imprese dell'Albo Artigiani dei primi 10 mesi dell'anno conferma il rallentamento della crescita dell'artigianato locale che stiamo registrando da qualche anno. Se nel 2011 la flessione dell'Albo è stata abbastanza limitata, pari allo 0,7% che significa circa 70 imprese in meno, per questo

anno è ipotizzabile un calo molto più consistente. Alla fi-ne di ottobre dell'anno in cor-so l'Albo provinciale diminui-sce dell'1,3%, circa 150 impre-se in meno. Con questo trend è possibile ipotizzare, da qui a fine anno, una flessione molto più consistente, sull'ordine di circa 300 imprese in meno". "Anche sul versante occupa-zionale - ribadisce il neo di-rettore della CNA - troviamo conferma delle difficoltà in quanto la flessione che stia-mo vivendo nell'ultimo perio-do, seppure di uno zero vir-gola, si va a sommare al forte calo del 2009 che era stato superiore al 4%". Ma come si esce dalla fase di stagnazio-ne? Mazzavillani srotola così le sue priorità per il rilancio: "Riduzione della pressione fi-scale e contributiva; sistema-tico avvio e realizzazione in tempi certi delle opere pub-bliche già finanziate; allenta-mento del patto di stabilità sugli investimenti; contributi alla ricerca orientati anche al-le piccole imprese; consolida-mento degli incentivi per il ri-sparmio energetico; sblocco dei fondi per il pagamento dei debiti della Pa; rafforza-mento del sistema delle ga-ranzie per favorire l'accesso al credito; riduzione dell'IMU su-gli immobili strumentali; lotta all'abusivismo; sostegno ai fattori che animano la cresci-ta economica, che hanno al centro l'impresa diffusa, le imprese femminili e l'artigia-nato".

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11 sospetto:lo scalatore non era da solo 2rtV.

Cosmohelp Danza, ci sono ancora biglietti per lo spettacolo benefico al Teatro Masini FAENZA In questo periodo sono nume-rose le attività che Cosmohelp ha orga-nizzato con la speranza di poter racco-gliere fondi per la propria attività uma-nitaria a favore di bambini gravemente malati.

Domani, 28 novembre, alle 20.30 al Teatro Masini di Faenza è in program-ma lo spettacolo di danza - a favore di Cosmohelp - realizzato dalla 'Scuola Faenz'a Danza' diretta da Federica Za-ni, dal titolo "Gesto danzato, gesto d'a-more"; lo spettacolo si avvale del patro-cinio del Comune di Faenza e della Pro-vincia di Ravenna. Sono in vendita gli ultimi biglietti disponibili (per info: fa-cebook.com/faenzadanza); l'ingresso prevede un contributo di 7 euro per gli adulti, e di 4 euro per i bambini dai 4 ai

12 anni. I fondi raccolti serviranno a Cosmohelp per sostenere i costi delle cure per due bimbi, Farah e Nesim, af-fetti da gravi cardiopatie e bisognosi di intervento chirurgico.

Altra iniziativa: parte il 6 dicembre la prima serata di selezione della manife-stazione "Band in gara 2012-13" che si tiene alla Roda di Reda; concorso dedi-cato alle band emergenti dell'E-Roma-gna: possono partecipare gruppi senza limite di zona e di

genere musical. In gara 36 band; la fi-nale a febbraio 2013; inizio selezioni 6 dicembre; premiate le prime 3 band. Le iscrizioni al concorso si chiudono il 31 dicembre 2012. Parte dei fondi sarà de-voluto a Cosmohelp Onlus Faenza. Info: Alberto 348.6117703.

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Pagina 19 FAENZA

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DUE ( UESTIONI 01\ SECONDMUE

di ANTONIO POLITO

l rito democratico delle primarie ha funzionato. Non con

. lo stesso entusiasmo del passato, quando per Prodi andarono a votare quattro milioni e trecen-tomila persone nel 2005; o come nel 2007, quando per \Teltroni si recarono alle urne tre milioni e mezzo di italiani. Però stavolta la gara era vera. Così vera che non è anco-ra finita.

Domenica avremo dun-que il nome del primo candidato premicr di que-ste elezioni in cui_ nienfal-tro è sicuro, neanche se ci saranno candidati pre-mier o se il premier verrà scelto dopo il voto. Proba-bilmente 1 vincitore sarà Bersani: pur avendo rice-vuto meno consensi di quattro anni fa, è stato ri-pagato della sua scelta di mettersi nelle mani degli elettori piuttosto che dei capi corrente. Renzi pro-babilmente perderà, ma la sua sarà una vittoria. morale: il Davide fiorenti-no ha combattuto da solo confro tutti, e nonostante le accuse di deviazioni SITIO di destra è andato forte proprio nel cuore rosso del popolo demo-cratico. Il futuro, come si suoi dire, è suo,

Però le primarie non servivano solo a esibire la passione e l'orgoglio del-l'elettorato di centrosini-stra, mai in discussione, o ad opporre una mobili-tazione politica di massa al dilagare dell'antipoliti-ca. Si sperava producesse-ro anche un effetto bene-fico sull'intero sistema. E questo invece manca an-cora, per due motivi.

li primo non dipende dal Pd ed è la zoppia evi dente del bipolarismo che sembra profilarsi. Se domenica si presenterà infatti lo schieramento di sinistra, niente si sa di quello di destra, e notizie vaghe e contraddittorie

provengono da quello di centro. Allo stato i due maggiori candidati alla vittoria sono l'alleanza di sinistra da una parte e Grillo dall'altra. È eviden-te che u ai bipolarisrno co-sì. non può reggere. L'ano-malia italiana si trasfor-merebbe in una vera e propria. stravaganza in Eu-ropa. E però, se qualcosa di serio non accade nei campo dei moderati e dei conservatori, così. sarà.

Il secondo motivo inve-ce dipende esclusivamen-te dal Pd. Bersani si trova ora a un bivio. La sua vit-toria finale dipende dal favore dei 485 mila eletto-ri più radicali della coali-zione, quelli che al pri-mo turno hanno votato Vendola. Una minoran-za, che però può ora in-fluire in modo decisivo su carattere, programma e persino composizione del futuro governo. Ven-dola ha già detto che in cambio del suo appoggio vuole sentire «profumo di sinistra». Eppure quel-l'aroma già sembrava troppo forte a coloro che, in Italia e all'estero, temono che una maggio-ranza così non regga alla prova del terzo debito pubblico del mondo.

Nasce dunque qui un problema: la sconfitta di Vendola alle primarie sconfigge anche le sue po-sizioni contrarie al pareg-gio di bilancio, al relativo Trattato europeo e alle ri-forme varate dal governo Monti, come dovrebbe e come pensavamo che fos-se? O paradossalmente le rafforza, consegnandogli già da subito un potere eli veto? Trattandosi di scel-te che riguardano tutti gli italiani, è perciò indispen-sabile che ogni intesa che da qui a domenica verrà siglata a sinistra sia pub-blica e trasparente, nei programmi come negli or-ganigrammi.

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Renzi-Bersani, caccia aperta a 250 mila voli-chiave Comunicali i risultati definftivi: 4/1,9 contro 35,5 Ma i renziani: verbali online, lo stacco è di soli 5 punti

ROMA — Il grande «derby tra usato sicuro e innovazio-ne», per dirla con Matteo Ren-zi, è un match tra due visioni del mondo e del Pd. A marcare il confine tra i due campi di ga-ra ci sono 250 mila voti, margi-ne che il sindaco di Firenze ritie-ne «colmabilissimo».

Galvanizzato da uno spareg-gio che riporta la finalissima sullo zero a zero, lo sfidante di Pier Luigi Bersani ha ben chiara la strategia. Gli elettori andrà a stanarli «uno per uno», giovani e vecchi, bersaniani, vendoliani ed ex berlusconiani. E per que-sto un'aspetto chiave del rush finale è il regolamento, sul qua-le i duellanti si stanno scontran-

do senza esclusione di colpi. Renzi vorrebbe riaprire i termi-ni delle preiscrizioni, mentre Bersani si appella ai codicilli de-liberati dai garanti: al secondo turno vota solo chi si è registra-to al primo, salvo dichiarare (ma solo giovedì e venerdì) che si è stati impossibilitati per ma-lattia o viaggi all'estero. «Noi siamo gente per bene, cerchia-mo di non mettere delle bricio-le di problemi...», sdrammatiz-za Bersani, E Renzi: ::Non è una briciola, è un filoncino». Per cambiare la platea degli elettori e ribaltare i pronostici il sinda-co lancerà una raffica di appelli agli elettori di centrosinistra «e ai delusi del Pdl» perché vada-

no a votare al ballottaggio, an-che se al primo turno sono ri-masti a casa.

La tensione è forte pure sulle schede scrutinate. Per il respon-sabile della macchina elettorale Nico Stumpo il 44,9 di Bersani e il 35,5 di Renzi sono dati defi-nitivi, ma l'inseguitore del lea-der non ci sta, dice che i nume-ri sono «ballerini», che tra lui e Bersani ci sono solo cinque punti. Vuole trasparenza e chie-de che la Commissione elettora-le metta online tutti i verbali. «Decideranno i garanti» è la re-plica di Bersani, che prova a chiudere anche la disputa sui pronomi. «Matteo ha sempre un difettuccio che va conetto»,

lo bacchetta il capo del Pd. «Lo sento parlare di me dicendo "lo-ro". Loro chi? Siamo noi, loro è Berlusconi. E un tic che svanirà presto». Ma per Renzi non è un tic. Anche lui vuole «bene alla ditta», non si sente «uno sfa-sciacarrozze» e se Bersani vince voterà per lui, Ma «loro hanno un tipo di gioco e noi un altro tiene il punto il sindaco Io, da allenatore, D'Alema e Bin-di li manderei in tribuna».

Ma Bersani, che con le prima-rie si è «cavato un paio di soddi-sfazioni», elogia Renzi come «un combattente fresco e viva-ce» e chiede all'avversario cor-rettezza, perché la posta in gio-co è il governo del Paese e i de-

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mocratici devono «dare l'idea che facciamo parte della grande squadra dei progressisti». E se Renzi protesta per le file ai seg-gi, il segretario esulta per aver messo su il primo albo degli elettori di centrosinistra, «un patrimonio di milioni di perso-ne».

Vittoria e sconfitta si gioca- no in tv. Da Fabio Fazio ieri i. duellanti si sono abbracciati dietro le quinte. Pace fatta?

sì ---- risponde Bersani al conduttore — La cosa che stia- mo facendo è una promessa per l'Italia». Domani c'è il faccia a faccia su RaiUno e Renzi ci punta, fosse per lui andrebbe anche a Mediaset e sabato da Mentana, su La7. Bersani inve- ce non smania per i duelli in di- retta Di aver voluto il ballottag- gio non si è pentito, perché non gli «sembra giusto che uno diventi il candidato del centro- sinistra senza avere il 51 per cento». Smentisce l'apertura al-

promette una gara «civi- le» e guarda «con fiducia» al do-- p0, a quel «passaggio storico»

che saranno le elezioni politi-che. E se dovesse perdere? Con-tinuerà a fare il segretario fino al congresso, dopodiché, con-ferma, «la ruota girerà». Facce nuove al governo e in Parlamen-to, dove deputati e senatori sa-

ranno scelti con le primarie. Niente effetti speciali, però: «lo li aborro chiude Bersani Mi piacciono quelli normali».

Monka Guerzonì r,IPROL:UZIONE RISEr,VP'A

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Lo spogilo I volontari al conteggio delle schede

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La mappa dei consensi: Sud e ciRà al leader, il sindaco forte nel Centro Toscana e Umbria più vicine al rottamatore

ROMA Matteo Renzi stravince nella sua Toscana, avanza nelle Re-gioni «rosse», conquista le Marche e contende l'Emilia Romagna, co-glie buoni risultati ma non sfonda nel Nord e si ferma a Roma. Pier Lui-gi Bersani dilaga al centro Sud, va bene nelle grandi città, a comincia-re da Roma, e tiene nel Nord-est. La. geografia elettorale del voto è com-plessa. e più frastagliata di quel che sembra, anche perché si intrecciano dati politici nazionali con vicende locali e i consensi di Nichi Vendola e Laura Puppato, molto localizzati, influiscono sui rapporti di forze dei due principali sfidanti. Che leggono i dati, manco a dirlo, in modo dia-metralmente opposto. Per i renzia-ni, «al Nord e nelle regioni rosse ha. prevalso il voto d'opinione, mentre al Sud hanno vinto l'apparato e le clientele». Per i bersaniani, il segre-tario «ha interpretato meglio le esi-genze del lavoro e dell'unità».

Renzi ha rivendicato subito di avere «vinto, se non stravinto, nelle regioni rosse, noti covi di reaziona-ri». Bersani ieri ha dato la sua inter-pretazione, diversa: «Magari in To-scana. In Emilia non direi, visto che abbiamo lo punti di distacco e nel-l'Umbria siamo pari e patta». Inevi-tabilmente gli sfidanti hanno otte-nuto buoni risultati nel loro territo-rio d'elezione. Bersani ha vinto nel-la sua città natale, Bettola, e a Pia-cenza; Vendola. ha superato il 50 per cento nella sua Bari; Laura Puppato ha avuto una buona performance a Montebelluna (43%) e si è difesa be-ne in tutto il Veneto (quasi il io); Renzi ha superato il 54 per cento a Firenze; solo 11,47 a Milano per l'as-sessore al Bilancio Bruno Tabacci.

Ma è sulle Regioni che il ragiona-mento si fa più interessante. Al Sud. Bersani poteva contare su molti uo-mini forti, da Gianni :Patella. ad An-drea Cozzolino, da Enzo Amendola a Paolo De Castro, fino a Vincenzo De Luca (a Salerno Bersani ha preso il 64 per cento). Davide Zoggia, ve-neziano e bersaniano, la vede così: «Nel Sud il dato è omogeneo: Bersa-ni supera ovunque il 50 per cento, tranne che in Puglia. Nelle regioni. centrali non "rosse", va bene. Così come nelle grandi città: Roma, Mila-no, Genova, Venezia, Trieste. Al Nord va bene in Liguria e in Lombar-dia, dove conquista ti città capoluo-go su 12. Nel Nord-est anche, sia in

Friuli sia in Veneto». Ma leroccafor-ti di sinistra traballano: «E vero, ci si aspettava di più, ma non c'è stata una slavina. In Umbria vinciamo a Terni e non a Perugia. Nelle Marche ad Ascoli e Ancona, ma non a Pesa-ro-Urbino, Macerata e Fermo».

Discorso più complesso per la To-scana, dove Renzi ha vinto con il 52 e rotti, con ottimi risultati ad Arezzo e Siena, dove il Pd sconta problemi locali e una gestione del governato-re che evidentemente non convin-ce. Il bersaniano Enrico Rossi, scon-fitto anche nella sua città (Pontede-ra)„ ammette: «Renzi ha incarnato meglio il messaggio del rinnova-

Vendola e Tabaccl iI presidente della Puglia ha superato il 50% nella «sua» Bari. Male Tabacci a Milano: solo r1,47

Anaild renziano Reggi: al Nord è

prevalso i voto d'opinione mentre nel Mezzogiorno ha vinto l'apparato

mento, dobbiamo riflettere». Ma. molti accusano il centrodestra, in particolare i leghisti a Modena, di aver dato un aiutino a Renzi.

L'analisi di Zoggia su Renzi ne mette in luce i punti deboli: «Perde al Sud perché manda messaggi che criminalizzano quei territori. Ma il suo vero fallimento è non aver con-quistato il Nordest, da dove aveva fatto partire la campagna e su cui contava. In alcune città, poi, è persi-no terzo ., come a Roma e a Napoli».

Decisamente opposta la visione di Roberto Reggi, coordinatore ren-ziano; «Al Sud non è scattato il voto di opinione. Noi partivamo da zero,

Bersani aveva pezzi da novanta. Ma nonostante colonnelli e generali, le truppe non erano cosi numerose: a Napoli Bersani ha diminuito di mol-to il suo numero di voti. Vogliamo parlare di Piacenza? Quella è la sua città, lì è venuto più volte Errani, ma alla fine ha preso il 5o e noi illo. Caro segretario, te lo dico amabil-mente, la tua euforia non è obietti-va: con quelle forze avresti dovuto prendere il go per cento». Interes-sante anche il voto in Piemonte; Ber-- sani prevale a Torino„ Renzi ad Asti e Cuneo, terra di Tav, criticata dal sindaco di Firenze.

Reggi è stupito dal dato di Firen-ze: «Renzi è andato benissimo. Non pensiate che essere sindaco avvan-taggi. Anzi, prendere decisioni im-popolari spesso fa perdere consen-si».

Alessandro "Rodilo O RiPRODUI,ONE R , SESVATA

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ROMA «Il cofondatore Fi-ni se ne è andato qualche tem-po fa e ora, che se ne va anche il fondatore Berlusconi, la casa è davvero senza più padroni...». La battuta è del deputato Fabio Rarnpelli e sintetizza bene qual è lo stato d'animo di autentico smarrimento dei dirigenti del Pdl che, insieme al segretario Angelina All'ano, sono rimasti a presidiare il fortino di via del-l'Umiltà, sede nazionale del par-tito. Dove ogni sviluppo futuro dipende dall'ultima decisione del Cavaliere. Senza la firma del presidente Silvio Berlusconi, in-fatti, non si può convocare l'uf-ficio di presidenza del Pdl e non si possono indire le prima-de del centrodestra. E sarà sem-pre l'ex presidente del Consi-glio a decidere se e quando l'uf-ficio di presidenza dovrà care le sue dimissioni perché lui è intenzionato a dire addio al Pdl. e a rifondare Forza Italia con i suoi fedelissimi.

In questo clima di confusio-ne totale, Berlusconi ha fatto sentire la sua voce dai telescher-mi di Canale 5 per dire che nel suo (ex?) partito nessuno può dormire sonni tranquilli: «Qual-cosa deve partire da ciò che sta. succedendo, stiamo valutando se dar vita a un nuovo soggetto politico». E questo «qualcosa» ha un nome: Forza Italia Un simbolo: il logo storico del '9 e un jingle inconfondibile. Secon-do quanto riferisce il «Giorna-le» di proprietà della famiglia Berlusconi il progetto verrà illu-strato urbi et orbi questo giove-dì dal Cavaliere.

E le primarie del Pdl pro-grammate dal segretario Angeli-no Alfano che fine fanno? «Per ora vanno avanti, c'è un ufficio di presidenza che deciderà se confermare o meno le primarie del 16 dicembre», risponde il Cavaliere che però ha dato un altro colpo mortale al progetto di avviare un processo demo-cratico interno al Pdl. E Alfano ora non può fare altro che atten-dere le decisioni del leader che tanti anni fa lo scelse tra centi-naia di peones, gli offri un uffi-cio a Palazzo Cy'razioli e poi auto-rizzò la sua ascesa ai vertice del ministero della Giustizia. Ieri il segretario non si è visto in via dell'Umiltà ma chi ci ha parlato assicura che lui è deciso ad an-dare avanti con le primarie. La strada è obbligata: per Alfano, infatti, «il nuovo soggetto poli-tico» di Berlusconi sarebbe un luogo ostile dove si consume-rebbero vendette e vecchi ran-cori che lo vedrebbero soccom-bente.

Restano appena tre settima-ne per organizzare le primarie del centrodestra. Guido Croset-to (anche lui candidato) è sicu-ro che si faranno e già si attrez-za: «Alfano e la Meloni contano su truppe cammellate io sulle mie idee». Invece Andrea. Augel-lo tenie che Berlusconi perda al-tro tempo, per cui lo invita «a mettere sul tavolo la sua propo-sta entro 48 ore». Gianni Ale-manno è sicuro che Alfano ri-marrà. Daniela Santanché invi-ta il segretario a fermarsi e ad aspettare le decisioni di Berlu-sconi.

Ma Fabio Rampelli che in- sieme ad Augelio, a Barbara Sal-tamartini e a Giorgia Meloni ha dato vita a un sii in via del-l'Umiltà per chiedere «primarie subito» ---- segnala l'urgenza di convocare il comitato dei garan-ti presieduto da Lamberto Dini per mettere a punto le regole: «Una trattate. Quella che impo-ne ai sedicenni di pagare 12 eu-ro (il costo della tessera del Pdl, ndr) per votare quando agli adulti verranno chiesti 2 euro». E gli ex Ari non hanno difficoltà ad affermare che questa discri-minazione è fatta apposta per

danneggiare la candidata Gior-gia Meloni che ha deciso di sfi-dare il segretario Anno.

Le proteste della base che chiede «primarie subito» si so-no ripetute anche a Modena e a Bologna mentre a Palermo so-no nati i comitati per la Meloni. Ma tutto questo rischia di sfo-ciare nel nulla se l'annuncio del Cavaliere di rifon.dare Forza Ita-lia avrà l'effetto di provocare un fuggi fuggi generale dal Pdl. Su questa eventualità il senato-re Domenico Benedetti Valenti-ni ironizza: «Certo, per tutti questi fedelissimi non ci sarà

posto nella lista che intende fa-re Berlusconi...». E l'osservazio-ne non è casuale perché al Sena-to la legge elettorale che do-vrebbe andare in aula domani

si è fermata ancora una volta. in commissione perché Pdl e Berlusconi giocano due partite diverse: ora i fedelissimi del Ca-valiere puntano a una confer-ma del «porcellum» con le liste bloccate mentre il Pdi (con l'U-dc e la Lega) ha appena votato le reintroduzione delle prefe-renze.

Dirlo Mardrano CRIPRODUZIONE RISERVATA

Pdl, p arie ancora in sospeso Sfida aperta Berlusconi-Alfano SII iniro consultazione sodo la sede di via dell'Un -lillà

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ministro L'economista Eisa Fornero, ministro del Lavoro e delle politiche sociali

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Favalglie La somma potrà essere utilizzata anche per nido. Le richieste anc ranno inviate durante un d ck day

Bonus baby sitter alle neomamme Dal 2013 contributo per le lavoratrici: 300 euro al mese fino a 6 mesi

ROMA — Alle mamme che corrono tutto il santo giorno cercando di incastrare ufficio, scuola dei figli, spesa, varie ed eventuali, l'affermazione po-trà sembrare fuori luogo. Ma uno dei problemi dell'Italia è che te donne lavorano poco. Meglio, sono poche quelle che hanno un lavoro: il46% con-tro il 58% della media euro-pea. Mentre sono troppe quel-lo che un posto ce l'hanno ma lo lasciano dopo l'arrivo del primo figlio: il 27%, una su quattro, una strage. Per prova-re a invertire questa tendenza e «favorire il rientro nel mon-do del lavoro al termine del congedo dì maternità», il go-verno è pronto a sperimenta-. re il bonus per baby sitter e asili nido. Un contributo di

300 euro al mese, per un mas-simo dì sei mesi, che potrà es-sere utilizzato a partire dal 2013 dalle madri lavoratrici nel primo anno di vita del bambino.

Non si tratta di un versa-mento una tantum, come fat-to in passato. Ma di una som-ma che dovrà essere utilizzata solo o per pagare l'asilo nido, e il versamento sarà fatto di-rettamente dallo Stato, oppu-re la baby sitter, e in questo ca-so verrà utilizzato il meccani-smo dei voucher, i buoni per lavori occasionali. ll principio era già contenuto nella rifor-ma del mercato del lavoro ap-provata quest'estate. Ma som-me e procedure sono fissate dallo schema di regolamento di lo articoli preparato dal mi-

nistro del Welfare Elsa Forne-ro, e arrivato ieri all'ufficio le-gislativo del ministero del-l'Economia. Visti i tempi, le ri-sorse sono quelle che sono: 20

milioni di euro l'anno per tre anni. Se tutte chiederanno il contributo massimo, 1.800 eu-ro in sei mesi, basteranno per poco più di il mila madri la-voratrici. Briciole se si pensa che l'anno scorso in Italia di bambini ne sono nati più di mezzo milione. In ogni caso è

meccanismo Avrà la precedenza chi ha il valore più basso per l'Isee, l'indicatore della ricchezza delle famiglie

11 46% La quota della popolazione femminile che in Italia ha un lavoro. La media, in Europa, è del 58%

27% La percentuale di donne italiane che ha un posto di lavoro, ma che poi decide di abbandonare dopo l'arrivo del primo figlio

la prima volta che si tenta di cambiare una rotta alla quale finora ci siamo arresi. Come funzionerà nel dettaglio? Chi ottiene il contributo dovrà ri-nunciare per lo stesso periodo di tempo al congedo facoltati-vo successivo alla maternità obbligatoria, quei sei mesi di aspettativa, con stipendio al 30% che si possono prendere fino a quando il bambino com-pie tre anni. Ci sarà un'unica graduatoria nazionale e un di-ci< day, un giorno per presen-tare domande per via informa-tica come già fatto in passato per la regolarizzazione di colf e badanti. Avrà la precedenza chi ha il valore più basso per l'Isee, l'indicatore che misura la «ricchezza» delle famiglie. E, a parità dì «ricchezza», l'or-

dine di presentazione della do-manda. Una procedura spieta-ta ma necessaria che, insieme al tetto di 20 milioni l'anno, ha «eliminato in radice il ri-schio del superamento del pla-fond finanziario», come sotto-linea la relazione tecnica.

Il decreto fissa i paletti an-che per il congedo dei papà, sempre previsto dalla riforma Fornero: un giorno di permes-so sarà obbligatorio e pagato al 100%, con un costo per lo Stato di 78 milioni di euro l'an-no. Ce ne saranno poi altri due facoltativi, sempre pagati al l00%. Ma potranno essere concessi solo se la madre ri-nuncerà a due giorni della sua maternità obbligatoria, in mo-do da non avere un costo ag-giuntivo per lo Stato. Altri-menti per i papà che si voglio-no godere il pupo appena na-to non resta che il vecchio me-todo: le ferie (a patto di avere qualche arretrato).

Lorenzo Salvia [email protected]

RPRODUZIONE WIERVATA

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Bruxelles

ro(utto d Centinaia di allevatort e protestare contro le quote latte davent

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27/1 1/2012 pressunE CORRIERE DELLA SERA Fondato ne11876 I www.coniere.it

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Soldi -per tenere i bimbi a casa o -per le colf La Germania ripensa gli aiuti alle donne T a proposta: pagare le puilizie a eh] -orna al lavoro dopo la maternità

Le risorse L'assegno mensile arnmonterebbe a novanta euro e avrebbe la durata di un anno e mezzo

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

BERLINO Come era prevedibile, le prime resistenze sono venute dal mi-nistero delle Finanze, dove il settanten-ne Wolfgang Sehiiuble controlla le cas-se tedesche con grande rigore e con l'energia di un giovanotto, Ma la propo-sta di un «buono» per la pulizia della casa, in grado di facilitare il ritorno al proprio impiego delle donne in conge-do di maternità, è stata accolta con inte-resse in una Germania che si interroga continuamente sui pregi e i difetti del suo welfare e. sul ruolo femminile nel mondo del lavoro, «C'è poco margine di manovra per nuove uscite», ha però avvertito una portavoce del ministro, nel gigantesco palazzo della Wilhelm-strasse.

A farla, questa proposta, sono stati i parlamentari che si occupano di politi-che della famiglia nella Cdu, il partito cristiano-democratico della cancelliere Angela Merkel. Il settimanale Focus è entrato in possesso dei documento in-formale e ne ha rivelato il contenuto: si suggerisce un assegno mensile di no-vanta curo per un anno e mezzo, calco-lato sulla base di sei curo per quindici ore ogni mese. L'obiettivo è quello di. «alleviare il peso dei lavori domestici» e permettere così a chi usufruisce del congedo dì maternità un ritorno meno complicato alla sua occupazione. La campagna elettorale é sostanzialmente già cominciata, anche se si voterà nel-l'autunno prossimo, e l'opposizione ha subito fatto sentire la sua voce, Ma qua-

le assegno, è stato il ragionamento del-la Verde Brigitie Pottimer: bisogna Inve-ce creare più posti negli asili nido, per-ché solo così le donne possono evitare discriminazioni. Il governo non ha idee, ha osservato la socialdemocratica Caren Marks, ricordando molto critica. mente la controversa decisione, appro-vata. recentemente dalla maggioranza «nero-gialla» dopo un estenuante di-battito, di un contributo finanziario per tutti coloro che scelgono di tenere a ca-sa i bambini piccoli «Prima si scorag•giano le madri ad avere una normale vi-

te lavorativa, poi si promettono incenti-vi nella direzione opposta», ha detto l'esponente della Spd.

Comunque vadano le cose, il caso del «buono» per le pulizie della casa (sia che si concretizzi„ sia che rimanga

come è pii], probabile un progetto non destinato a realizzarsi) è il segnale della ricerca di nuove strade per aggior-nare e migliorare un sistema di garan-zie sociali che sta mostrando innegabil-mente i suoi difetti. E uno dei problemi principali è proprio la penalizzazione delle donne, che hanno forti difficoltà a

Cronografi e lancette Il museo del tempo Come funzionava quel vecchio cronografo? Cosa muoveva le lancette? Anche gli orologi hanno un'identità e un-a storia. Da ricostruire magari con mezzi ipermodemi. Philip Watch, antico marchio dell'orologeria italiana nato a Napoli nel 1858, vara il suo <Museo ritrovato». L'iniziativa sarà presentata stasera a Milano (Sala Buzzati, via Balzati 3) da Massimo Carraro, ad di IMorellato8iSector di cui Philip Watch fa parte, e da

Veroni, esperto dì orologeria. Museo virtuale ed ebook scaricabili su www.philipwatchaiet.

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MOC

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assegnare un «buono» neomamrne cosi d facilitare il loro rientro al lavoro dal . congedo di inaternita

ministro La proposta é staU immediatamente fatta propria, secondo quanto h iier 't - "i s'or:

Focus, dal rnirli della Famiglia Kristina Schród

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27/11/2012 press LinE CORRIERE DELLA SERA Fondato ne11876 I i www.coniere.it .

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conciliare la famiglia con l'impiego e che continuano a percepire stipendi più bassi dei loro colleghi maschi. A fianco di questo, rimane aperta la que-stione delle quote rosa vincolanti, osteggiate, con il consenso della cancel-n'era., dalla giovane ministra della Fami-glia Kristina Schród.er. Secondo i dati più recenti a disposizione, solo il 2,2

per cento dei posti dirigenziali nelle cento principali aziende tedesche è oc-cupato da una donna.

Al di là del problema delle quote, su cui si è però creata una convergenza bi- partisan al Bundesrat (la Camera. Alta te- desca dove sono rappresentati i sedici Ldnder), i margini per stanziare politi- che più aggressive che riescano a col-- mare il divario uomo-donna sembre- rebbero in realtà esistere. Lo dimostra- no, se non altro, i due miliardi di giuro che verranno utilizzati per il Betreuung- sgeld, il programma di sostegno alle fa- miglie che non mandano i bambini al- l'asilo nido. E nel campo della spesa per il welfare, tra l'altro, si sono avuti svi- luppi positivi, come in primo luogo il rilevante calo, nel 2011, dei cittadini che beneficiano dei sussidi di disoccu- pazione. A fianco di questo, sono au- mentate di gran lunga le multe per i. senza lavoro che hanno violato le rego- le previste dal sistema, che in Germa- nia si chiama «Hartz IV», non accettan- do le offerte occupazionali che erano state loro proposte. Forse qualche asilo nido in più potrebbe essere costruito.

Paolo Lepri C M PRODUZ,), E RISERVA

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Qualltà della vta La classifica annuale del «Sole24ore», Bene Roma e Milano, Taranto la peggiore

L'Emilia felice, Bolzano è 1l luooD ideale

Dove si vive meg lo

nani

Caltanissetta

ROM ---- Non è per lo stru -del e certo nemmeno per il cli-ma (che la congela al numero 71), ma per il tasso di disoccu--nazione più basso d'Italia (3,3 contro una media del 9) e per gli ottimi piazzamenti in ordi-ne pubblico, natalità e tempo libero che la provincia di Bal-zano conquista il primo posto per qualità della vita nella clas-sifica stilata dal .Solez4ore, sono quattro: era già successo nel 1995, nel 2001 e nel 2010. Ultima è Taranto, la città del-l'Eva, che scalza Foggia. Penul-tima Napoli. Milano e Roma (17 e ai) guadagnano entram-be due posizioni, ma sono le due maglie nere quanto a co -

sto della casa. [..13. ricerca, stilala prima di

tagli e accorpamenti prossimi venturi, considera m7 provin-ce e si articola su 6 settori. «Te-noce di vita» (vince Milano per. PII, depositi e pensioni), «Affari e lavoro», «Servizi, am-biente e salute», «Popolazio-ne», «Ordine pubblico», «Tem-po libero» (Rimini resta la regi-na). Nonostante la flessione di Bologna, che nella bit pararle da prima nel 2011 un anno do-po diventa decima, nelle classi-fiche parziali di ogni «speciali-tà» 1 Emilia Romagna è la re-gione che si piazza meglio di

tutte. Nei servizi Bologna è pii-ma, Ravenna terza, Reggio Emilia settima, Parma ottava e alla voce «asili» non ce n'è per nessuno: i primi cinque posti sono tutti loro. Piacenza vince il compatto «popolazione», da-vanti a Siena e Trento. E la pro-vincia con più giovani e con

Napoli Taranto

meno divorzi e separazioni. Reggio Emilia, seconda per «Affari e lavoro», è in assoluto àl posto dove nascono più bambini. «Questi risultati con-fermano che c'è speranza, che si può fare bene e resistere no-nostante la crisi», dice il pri-mo cittadino Graziano Delirio,

che con figli ha certo contri-buito a migliorare il dato ana-grafico. «Nonostante le diffi-coltà, la città eccelle per servi-zi, opportunità di lavoro ed ecosistema urbano, Merito del-l'amministrazione e anche dei cittadini. Cosa invidio a Bolza-no? Eh, le risorse di una regio-

3- Bolzano

ne autonoma, non sono para-gonabili».

Inevitabile che Roma e Milano condividano pessi-mi risultati quanto a :microcriminalità, furti d'au-to, densità demografica (troppi abitanti per chilome-tro quadrato), magari lascia più perplessi che, quanto ad appeal turistico, la ciao. del Colosseo e dei Fori si piazzi solo al 11.37, sorpassata non solo da Bolzano, Rimini e Ve-nezia (le prime tre), ma an-che da Belluno, Vibo Valen-tia e Teramo. Va specificato però che l'ordine di arrivo è deciso dal numero di presen-ze per abitante.

Il titolo di provincia più sportiva va a Panna (la più fuori forma è la sarda Oglia-stra), la più creativa è Rimini, Olbia quella con più ristoran-ti, Massa Carrara ha il record di librerie. La più sicura è Ori-stano, la più pericolosa Lati-na.. Crotone è terza, persino davanti alla star Bolzano. Ge-nova è la capitale di scippi e rapine, Lucca quella dei furti in appartamento, Catania il regno dei ladri d'auto, Pesca-ra quello delle estorsioni, Na-poli quello delle truffe.

Giovanna Cavalli e mpRouu,,lorqe

Bolzano k,n Siero

Trento Rimini

• Trieste

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irdisi , I , ", 1- Milano 1- Cuneo

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3- Belluno \ \

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.... Fonte. Classifir.a annuale del Sole2/10re

CORRIERE DELLA SERA

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Paesi in classe II punteggio b sulle capacità cog rilevate da test Internazionali enti livel lì di istruzione nazionale

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Il rapporto sulla «curva dell'apprendimento»

Dati, interviste, 60 indici comparativi cerca dell'Economist

Intelligence Unit per il gruppo Pearson, «The Learning curve», è basata su ricerche qualitative, interviste, casi di studio, oltre 2.500 dati, 6o indici comparativi e sì è avvalsa della collaborazione di un panel di esperti mondiali dell'istruzione. Si tratta della maggiore analisi comparativa

effettuata sull'istruzione, per il numero di fattori analizzati e la mole dì dati prodotti. Pearson. Italia (gruppo che comprende marchi storici come Paravia e Bruno Mondadori), renderà disponibile «The Learning curve» anche in italiano, in una versione che metterà. in luce in particolare i dati e i risultati riguardanti il nostro Paese,

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ri (le ll'EdUCUZ[ no cercando d valutazione pe rà introdotto a

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La scuola è giusta? Paese al top In Finlandia e Corea si temi dinseonamento opposti ma Nrinceiii di CRISTINA TAGLIE'Ill

r modelli sono Finlandia e Corea g del Sud: sono queste le superpo-

tenze dell'istruzione, come emer-, . se da una corposa ricerca sui si-

stemi educativi di 5o Paesi, realizzata dall'Economist Intelligence Unit per la multinazionale dell'educazione Pe-arsoti, Lo studio viene presentato og-gi a Londra e ha come obiettivo princi-pale supportare politici, dirigenti sco-lastici e ricercatori universitari nell'in-dividuare i fattori chiave di migliora-mento della scuola.

L'idea è che, per quanto sia difficile da quantificare, c'è un collegamento evidente tra le conoscenze e le compe-tenze con cui i giovani entrano nel modo del lavoro e la competitività eco-nomica di un Paese a lungo termine. Lo studio ha prodotto un database pubblico e open-source (da oggi con-sultabile al link fittp://tirelearningcur-ve.peurson.com) che raccoglie oltre 6o indici comparativi da 50 Paesi: dati come spesa pubblica nell'istruzione, salari dei docenti, tasso di alfabetizza-rione, raggiungimento del diploma e della laurea, tasso di disoccupazione, Pili e via dicendo.

La classifica, che vede l'Italia a l ven-tiquattresimo posto, propone un nuo-vo parametro di valutazione, l'Andice globale sulle capacità conoscitive e il raggiungimento del livello di istnizio-ne», basato su test internazionali (quello dell'Ocs-Pisa, le valutazioni Timms e Pirls), ma anche dati nazio-nali sulla inedia di conseguimento di diploma e laurea. Hong Kong, Giappo-ne e Singapore sono nelle posizioni pii alte, mentre negli ultimi posti si trovano Messico, Brasile e Indonesia, pur essendo, queste ultime, econo-mie in veloce via di sviluppo.

I due Paesi al vertice della Classifi-ca, Finlandia e Corea del Sud, propon-gono due sistemi educativi completa-mente diversi: mentre quello coreano è rigido, basato su verifiche, test, ap-prendimento mnernonieo e obbliga gli studenti a investire molto tempo nella loro istruzione (oltre il 6o per cento dopo la scuola segue lezioni pri-vate), quello finlandese è molto più duttile e soft: le ore di scuola sono in-feriori rispetto a molti altri Paesi (in Italia il tempo passato sui banchi è su-periore di tre anni), non vengono asse-gnati compiti a casa, viene privilegia-ta la creatività sull'apprendimento TEInemortico.

Ciò che accomuna í due Paesi è l'im-portanza attribuita all'insegnamento. La ricerca evidenzia che entrambi dan-no grande importanza all'arruolamen-to e all'aggiornamento della classe do-

Menti da famiglie di Hong Kong o Sin- gapore fanno meglio di stmdenti che vengono dall'America latina o da Hai -

La questione dell'istruzione appro-priata in vista di una futura crescita economica, in grado di offrire agli stu-denti gli strumenti per affrontare un futuro incerto sono il cuore di alcune riforme scolastiche sopratutto in Asia. il fatto di anticipare, nella forma-zione, quelli che saranno i lavori di do-mani, ha fatto si che il sistema educati-

) di Singapore, per esempio, fin dal 3_997, sia passato da una forma di ap-prendimento tradizionale, con gan-de attenzione allo studio mnemonico, a una formazione che si basa su mate-matica, scienza e cultura generale combinata con l'apprendimento di co-me applicare le informazioni che si ac-quisiscono. I sistemi scolastici di alcu-ni del Paesi che si collocano più in al-to ne la classifica si basano su un'enfa-si maggiore sullo sviluppo di «creativi-tà, personalità e collaborazione».

Dallo stadio emerge che insegnare a lavorare in s empatizzare co_ la scuola di /Pappo di lavo ,T.T.TT.

sente (Finlandia e Corea del Sud scel-gono gli insegnanti tra i migliori laure-ati), Entrambi fanno leva sul senso di responsabilità nei raggiungimento de-gli obiettivi e sono caratterizzati da un'idea morale diffusa nella società che motiva docenti e studenti (in en-trambe le società il rispetto per l'inse-gnante è considerato fondamenta10.

D'altro canto l'importanza dell'inse-gnamento è l'indicazione principale che emerge dalla ricerca e si basa so-prattutto sul riconoscimento del ruo-lo sociale, mentre il salario degli inse-gnanti. sembra avere scarsa rilevanza sui successi scolastici e pochi collega-menti con lo sviluppo della capacità cognitive misurate secondo i test in-ternazionali. Uno studio su due milio-

ni e mezzo di americani ha stabilito che gli studenti che hanno avuto inse-gnanti migliori hanno più pmbabilltà di frequentare college prestigiosi,, gua-dagnano di più, vivono in quartieri di migliore status economico-sociale, ri-sparmiano di pili per la pensione e, addirittura, hanno meno probabilità di avere gravidanze ad olescenziall.

Da un punto di vista generale, dice la ricerca, l'investimento economico sull'istruzione sembra si importante nel raggiungimento di risultati positi-vi, ma ancora più importante è una cultura di supporto all'educazione. Non è un caso che, negli Stati Uniti, a seconda della cultura d'origine, ci so-no forti differenze, per cui è statistica-mente provato che studenti prove--

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Alfano prepara il divorzio dal Cav iiffon posso annullare le primarie ,

Energia Forza 10

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27/11/2012 pressunE

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Alfano prepara il divorzio dal Cav «Non posso annullare le primarie» Il segretario Pdl prova a ricucire con l'ex premier ma organizza la kermesse: «Ho dato la mia parola». Spunta l'ipotesi dello «spacchettamento controllato»

Fabrizio de Feo

Roma È una giornata ad altissi-ma tensione dentro il Pdl, tutta giocata tra spettri, paure, dub-bi, tentazioni, incertezze, picco-li e grandi bluff, accelerazioni e improvvise frenate. Nello stato maggiore di Via dell'Umiltàtut-ti sanno che è arrivato il tempo delle scelte. Ma la decisione di Silvio Berlusconi di battezzare una nuova lista non può che in-nescareuninevitabile cortocir-cuito ed essere vissuta alla stre-

gua di un tuffo notturno in ac-que sconosciute.

Tutti, dal segretario fino ai parlamentari semplici, si chie-dono se sia davvero possibile navigare in mare aperto, senza contare sulle solide spalle del fondato-re. Angelino Alfano, ascol-tato l'inter-vento mattuti-no di Silvio Berlusconi, intravede uno spiraglio, la possibilità di una media-zione e di un rinvio dello strap-po da parte dell' expremier. Ini-zialmente siragiona suuna ip o - tesi di «spacchettamento con-trollato», ovvero su una divisio-ne pacifica eragionata. Nel cor-so della giornata, però, il qua-dro si modifica, sia pure senza assumere contorni chiari e defi-niti. Berlusconi ad Alfano riba-disce che «per lui le porte sono sempre aperte». Il segretario ri-

sponde che «non può venire meno alla parola data sulle pri-marie» - tanto più con i ragazzi della Meloni che organizzano sit-in sotto Via dell'Umiltà per scongiurarne la cancellazione

- ma che dividersi sarebbe di-struttivo.

Nel pomeriggio qualcuno cerca di convincere Alfano a inasprire la linea. In effetti il se-gnale trasmesso al territorio, a

nOZESM SIEW;CSA Sit in dei supporter della Meloni in via dell'Umiltà: «Non cancellare la conta»

tutti i coordinatori regionali, è: nessuna frenata, l'organizza-zione delle primarie deve conti-nuare. Una scelta che, nelle in-tenzioni di una parte dello stato maggiore, presuppone una

scelta di cam-po precisa qualoraBerlu-sconi davvero dovesse pro-cedere allo strappo. «Le primarie sono p erlapremier-ship» spiega un esponente ex An. «Quin-

di chi le vincerà sarà il candida-to premier del Pdl. Non possia-mo allearci preventivamente conlalista"Forza italiani", altri-menti farle non avrebbe sen-so». In sostanzala prefigurazio-ne di un vero divorzio.

Naturalmente in una fase co-sì confusa, tutto deve essere let-to attraverso la lente della stra-tegia e di una partita a poker che si consuma in un partito in preda a una crisi di nervi. Infatti

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Alfano prepara il divorzio dal Cav rrifon posso annullare le primarie ,

Energia Forza 10

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27/11/2012 press unE

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questa linea non decolla. Alfa-no vuole attendere, capire co-me si muoverà Ignazio La Rus-sa, tentato dalla creazione di un partito di destra. Il segretario te-me di restare con il cerino in ma-no, senza il capitale elettorale certo di Berlusconi e senza le sue risorse. Inoltre la p aura è an-che quella di essere scippati del-la carta dell' antimontismo na-vigando in solitaria contro un'alleanza che unirebbe la LI-sta Berlusconi, la Lega e forse LaDestradiFrancesco Storace. Insomma una partita complica-tissima, come confermano le parole di Maurizio Gasparri.

«Mi auguro che le primarie si facciano e le strade non si sepa-rino » dice il presidente dei sena-tori azzurri. Berlusconi dovreb-be innanzitutto tenere unito il partito e proiettarlo al futuro». Daniela Santanchè, invece, in-vita a fare un passo indietro sul-le primarie. «Dobbiamo aspet-tare le decisioni del fondatore e faccio un appello adAlfano, p er-chéio alle primarie ci credo tan-tissimo. Ma afarle inpochigior-ni si rischiano brutte figure, le primarie non devono essere fat-te perché qualcuno ne ha biso-gno. Se si trova l'accordo per ri-fondare il centrodestra possia-mo vincere le elezioni». Una speranza che qualcuno tradu-ce in una terza via, ovvero una sorta di azzeramento del Pdl e una sua rifondazione, con una ricucitura last-minute. Ma che non fa i conti con la volontà di Silvio Berlusconi di andare fino infondo nella sua nuova avven-tura politica.

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Ora nel partito si apre il mercato Parte la caccia ai voti di Vendola

E ileliminale democratico» va in tilt sull'affluenza

il Giornale Direttore Responsabile: Alessandro Sallusti

27/11/2012 pressunE

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Ora nel partito si apre il mercato Parte la caccia ai voti di Vendola Avviate le trattative tra il segretario e il leader Sei: pronti a un comizio assieme al Sud E spunta un ruolo da Commissario Ue per Nichi. Domani sera i due sfidanti su Raiuno Roma La partita ora si riapre su tre fronti: la tv, le regole del bal-lottaggio e il recupero dei voti fi-niti agli altri candidati. A comin-ciare da quelli di Nichi Vendola, un prezioso 15%.

Ieri Vendola ha smentito sde-gnato l'ip otesi di trattative segre-te conBersani coninpalio un fu-turo incarico di Commissario Ue: «A simili cialtronerie non ri-spondo neanche: non sono sul mercato delle poltrone». Di cer-to, però, gli interessa ottenere un segnale politico "pesante", da Bersani, a dimostrazione che la futura alleanza sarà a due, e che Sel è in grado di condizionar-ne l'asse politico. «Bersani dica cose che hanno profumo di sini-

stra». Bersani però sa di doverci andar cauto, per non perdere al centro ciò che recupera a sini-stra e per riportare i suoi alle ur-ne. La sua scelta il leader di Sel l'ha comunque già fatta, ed è ine-vitabile: «Mi impegnerò perché nonvincaRenzi». Tanto che tra-pela la voce di un comizio a due, Bersani-Vendola, nel Sud. Ma anche il governatore pugliese sa che, come dice Renzi, «i voti di opinione» da lui raccolti non si

CO,',A;RO S;NUA;:e I vertici vogliono vietare il ballottaggio a chi ha saltato il primo turno

trasferiranno automaticamen-te sul segretario del Pd, ma po-trebbero finire anche sul giova-ne sindaco «rottamatore».

La tv è il grande atoutin mano a Matteo Renzi, e infatti Bersani si è dovuto arrendere al faccia a faccia Rai di domani (condotto daMonica Maggioni)ma ha det-to no ai confrontiprop osti da En-rico MentanasuLa7, da Sky e da Mediaset. E ora i suoi sono al la-voro per concordare regole del

:3ERSAN:A.N: ;N N,S;A «Se aumenta il numero dei partecipanti rischiamo grosso...»

dibattito che limitino al massi-mo il contraddittorio tra i due, cercando di rendere il confron-to più asettico possibile.

Per colmare il gap (a domeni-ca di quasi 300mila voti) con l'avversario, Renzi deve portare alle urne molti nuovi elettori. E qui si erge il muro delle regole, che i bersaniani stanno cercan-do di rendere impermeabile. Ed è facile intuire che non molle-ranno facilmente, anche se i ren-zianipromettono battaglia cam-pale: «Sevotano gli stessi del pri-mo turno ce la facciamo, anche se probabilmente non sarà un trionfo e Renzi avrà un buon ri-sultato. Se si riaprissero le iscri-zioni, sarebbe un problema

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Al ballottaggio

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2 dicembre

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LAPRESSETEGO

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Ora nel partito si apre il mercato Parte la caccia ai voti di Vendola

E il eViminale democratico» va in tilt sull'affluenza

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il Giornale Direttore Responsabile: Alessandro Sallusti

27/11/2012 pressunE

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enorme», ammette un esponen-te bersaniano.

Ma gli effetti della blindatura sono involontariamente comi-ci: il p overo Luigi Berlinguer, ca-po del Collegio dei Garanti, ieri è stato mandato in conferenza stampa a spiegare cose incom-prensibili: «Gli uffici provinciali elettorali valuteranno il fatto che la causa» del mancato voto al primo turno « sia indip enden-te dalla loro volontà». E dunque «l' aspirante votante si recherà lì dove sivaluteràla regolarità sul-la attendibilità» di tali motiva-zioni.

In pratica il disgraziato aspi-rante elettore chevoglia parteci-pare al ballottaggio senza aver votato al primo turno dovrà re-carsi, solo il 29 e il 30 novembre, e solo negli uffici provinciali (uno per ogni capoluogo) e con-vincere i dirigenti locali del Pd che le cause del non voto erano autenticamente «indipendenti dalla loro volontà». Con pezze d'appoggio, incalza Matteo Or-fini, bersaniano di ferro: «Devi spiegare p erché non ci sei anda-to, devi portare una carta. Se eri all'estero bisogna farvedere i bi-ghetti. Non puoi dire che eri ne-gli Stati Uniti e invece stavi pas-seggiando. In ogni caso civuole una giustificazione formale». In verità, lo stesso Berlinguer si era mostrato in mattinata assai più possibilista, lasciando in-tendere che per registrarsi al se-condo turno sarebbe bastata una «dichiarazione di impossi-bilità» da p arte dell'elettore. Poi è stato convinto che le maglie andavano strette al massimo. Gli uomini del sindaco di Firen-ze però daranno battaglia fino all'ultimo, contando sul fatto che difendere la blindatura po-trebbe comportare un danno d'immagine per il segretario Pd. «Tra il primo e il secondo tur-no in Francia - ricorda Renzi - la partecipazione è aumentata del 10%. Spero che qui non si scoraggi la p artecip azione al se-condo turno e si metta lap ossibi-lità di registrarsi fino al giorno stesso e online».

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27/11/2012

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press LinE

SOLO: MOLTI ELE I ORI HANNO DONATO PIÙ DEI DUE EURO RICHIESTI

tesoretto dei gazebo vale 10 milioni Gli organizzatori: li useremo per le politiche

ROMA A VOTARE sono andati in circa 3 milioni e 100 mila elettori del centrosinistra. Il regolamento prevedeva che ciascuno di loro versasse almeno due curo (cifra comprensiva anche del ballottaggio), ma la maggio- ranza del popolo pd ha comunque lasciato qualcosa più del richiesto, da 4 a 10 CUI() a titolo di 'sottoscrizio- ne' per lo sforzo organizzativo. Morale della favola, nelle casse del comitato organizzatore domenica scor- sa sono fini nove-dieci milioni di euro. Ancora non esiste una contabilità ufficiale, ma la cifra è quella. Che solo in parte, però, è servita davvero alla macchi- ria organizzativa. Perché i certificati elettorali, le sche- de di voto, l'affitto dei gazebo e dei locali privati dove si sono svolte le votazioni, norichè un minimo di rim- borso spese per «caffè, panino e acqua minerale» alle centinaia di migliaia di volontari che hanno animato

seggi, erano già state sborsate dalle varie sezioni del partito sul territorio. «Le schede, i certificati e tut to quello che ha avuto a che fare con 1 voto —

spiega Nico Stumpo, organizzatore della macchina elettorale e soprannominato 'il Viminale del Pd' ci sono costati complessivamente un milione e mezzo di curo, mentre ancora non so dire quale sarà la spesa finale per l'affitto delle infrastrutture. Sarà messo tut-to on line. La trasparenza, prima di tutto». Ecco, proprio per una questione di trasparenza, il Pd lascerà tutto quel che avanza dalla prossima tornata elettorale, a beneficio delle sezioni e «della coalizio-ne», perché vengano usati per la propaganda «e quan-to sarà necessario — ha proseguito Stumpo — per le prossime elezioni politiche; sono denari che devono rimanere sul territorio». Chiaramente, quindi, non sa-ranno solo soldi del Pd, ma anche di Sei. E' probabile che la divisione del denaro sarà decisa dallo stesso co-mitato dei garantì che ha stabilito le regole per queste primarie, ma questo è ancora tutto da studiare: «Por-tiamo a casa il ballottaggio — ha concluso Stumpo — poi ci penseremo».

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27/11/2012 press LinE

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00 I RO I I AMATORI CHIEDONO ISCRIZIONI ONLINE ANO A DOMENICA

Ballottaggio, votano gli assenti giustificati E si riaccende lo scontro sulle regole

Elena G. PoLIdorI ROMA

SPENTI i riflettori sul primo tur-no, si riaccende puntuale la pole-mica intorno alle regole del gioco. La questione principale attorno a cui ruota la discussione è la moda-lità di registrazione per il ballottag-gio di domenica prossima anche Kr chi non avesse votato al primo turno. Il sindaco di Firenze vor-rebbe si aprissero di nuovo le pre-iscrizioni fino a domenica compre-sa, anche offline. Mentre dallo staff del leader del Pd si ammette la possibilità di far votare chi non si era registrato prima di domeni-ca solo per «casi eccezionali», cioè una malattia o un pesante impedi-mento che andrebbe, in qualche modo, giustificato. Differenze di interpretazione sostanziale. Il se-gretario, che ormai si è dato un ta-glio più 'istituzionale', è stato più sfumato: «Non mettiamo briciole di problemi in questa grandissima giornata. Ci sono i garanti , noi sia-mo gente per bene». Il sindaco, in-vece, é stato un po' più prosaico e ‘tranclaard: «Non è una briciola di problema, è un filoncino».

SECONDO il regolamento in vigo-re, «possono partecipare al ballot-taggio coloro che dichiarino di es-sersi trovati, per cause indipenden-ti dalla loro volontà, nell'impossi-bilità di registrarsi all'albo degli elettori entro la data del 25 novem-bre e che, in due giorni compresi tra il 27 novembre e dicembre, sottoscrivano l'appello pubblico e quindi si iscrivano all'albo degli elettori». I giorni per registrarsi sa-ranno con tutta probabilità giove-dì e venerdì, ma si vedrà. Ma sicco-

me il regolamento non è così detta-gliato e stringente, la discussione si è inevitabilmente accesa. Ieri se-ra, a urne chiuse, il presidente del comitato nazionale dei garanti, Luigi Berlinguer, aveva detto che chi non si era registrato avrebbe potuto farlo due giorni prima del ballottaggio negli uffici elettorali «che riapriranno appositamente e non domanderà il certificato medi-co». Qualche giustificazione, però, la si chiederà comunque, attraver-so un'autocertificazionC.

PER QUESTO i renziani nicchia-no e vogliono chiarezza, chieden-do un'interpretazione il più esten-siva possibile della norma. «E' dav-vero difficile da comprendere — ha detto Roberto Reggi, organizza-tore della campagna di Renzi — e penso che dovremmo rivedere que-sta regola». E ha proseguito: « -È la prima volta che succede nel 311011.-

do che tra il primo e il secondo tur-no si impedisca agli elettori, se non portando un certificato medi-co, di poter votare». Reggi ha poi spiegato: «Cosa facciamo domeni-ca? Se vengono a votare in tanti che non hanno votato al primo tur-no li mandiamo via?». «La procedura è tesa a scoraggiare — ha sottolineato il sindaco di Fi-renze chiediamo che sia consen-tita la registrazione on line e fino al giorno stesso del voto». Non so-

• • • Pier Luigi BERSAN I

lo. Il sindaco ha anche chiesto che si apra un numero maggiore di seg-gi rispetto a domenica scorsa (era-no oltre 9mila): «Siamo disposti a coprirli noi con i nostri volonta-ri». Per Renzi, insomma, il secon-do turno deve essere formulato in modo da farlo sembrare «una spe-cie di lotteria», con i nuovi avven-tori delle urne delle primarie sotto-posti «ad un esame del sangue» per sapere perché non hanno vota-to al primo turno. C'è da scommet-tere che Renzi darà battaglia fino all'ultimo giorno utile. Oltre ai vo- ti di Vendo' la, se vuole battere Ber-sani ha bisogno come il pane an-che di linfa nuova nelle urne. E ce la metterà tutta per averli.

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IL COMMENTO di ANDREA CANGIN1

IL Gin\ PARTITO E T A SUA OMBRA

[ATI elettorali sono come fondi del caffè: ciascuno può leggerci quel che vuole. È

infatti di solito le letture divergono. Divergono assai. Stavolta, invece, sulle primarie di domenica si registra un insolito coro. Ha 1,into il Partito democratico, dicono tutti. A risultati conclarnati, però, qualche dubbio dlfiora. Se la forza di un partito sta nell'efficienza della sua organizzazione e nella presa che i suoi dirigenti esercitano sul territorio: il Pd di Bersani non sembra un partito forte, ma debole. [Segue a pagina. 21

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27/11/2012 press unE

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IL GRAN R'-‘11TITO 7, LA SUA OMBRA.

[SEGIjE DAULA PRIMA" incapace di elaborare i dati elettorali in tempi ragionevoli, incapace di orientare il volo anche nelle zone dove governa da sempre. 1198% dei segretari provinciali era schiarato col segretario e così anche il 95% dei parlamentari. Non avrebbe dovuto esserci partita. Bersani ha invece mancato quella vittoria al primo turno che centrò nel 2009, quando aveva contro gli ex popolari di Dario Franceschitu e i relativi apparati locali. L'outsider Matteo .Renzi ha surclassato il segretario in Toscana, Marche

Umbria. Lccenzion fatta per l'Emilia Romagna, i cittadin i delle le re,gioni 'rosse' vogliono dunque liberarsi di un sistema di potere evidentemente logoro. Il partito erede del mitico Pci non intercetta più gli umori dei propri elettori storica ne controlla più le proprie colonie politiche. E i suoi dirigenti allentano la presa. ,,S1 che a Viterbo, città del granitico ex tesoriere dei Ds, il dalerniano

Sposetti, nonché del più séalato tra i democristiani del

Pd Noroni, Renzi staccato Bersani di 11 punti abbondanti. Bersani svelta però in Campai-da. Calabria e Sicilia. Due le interpretazioni. La j(irima: si tratta di regioni dove chi controlla le amministrazioni locali controlla il voto, perché nel Mezzogiorno la politica è ancora incline a distribuire soldi e timori. La seconda: i meridiónali hanno colto al volo il senso del messaggio politico di Rerizi, e l'hanno rifiutato. Al ritmovamento prOiscorto la conservazione; all'assunzione di responsabilità, la delega: al rischio, la certezza. A Renzi, dunque, Bersani. Sono vere entrambe le tesi. Dice, però ha votato un sacco di genie. Mica tanto. Comunque meno rispetto alle primarie del 2007, quando prevalse -t/e/troni, e gli stessi -del 2009, quando prevalse Bersani. Ma quelle elezioni. oltre ad avere lo scarso appeal del risultato già scritto, riguardavano solo il Pd. Stavolta c'erano anche Sei e l'Api, eppure... Dice. ma stavolta siamo nel pieno di una crisi che travolge i partiti e l'intera politica. Vero, è proprio per questo che la gente vota alle primarie. Per-

riappropriarsi del potere di scelta. un tempo delegato ai partiti. No, non ha vinto il Pd: 'hanno vinto gli elettori di sinistra. Ormai evvezzi al rito delle primarie e in buona parte trascinati al voto dalla presenza di un outsider che, con spirito grillino„ promette di rivoluziona're sia il partito sia il Paese. O qualcuno davvero crede che se si fossero scontrati Bei sartie Fioroni lfa partecipazione sarebbe stata la -stessa?

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press unE

L'ANALISI

di SEPPE BONI

IL DISAGIO L)ELLA BASE

TTENZ1ONE alla L.. geografia. Prendete la mappa deliEmilia

Romagna e delle Marche e andate a vedere dove Matteo Renzi è riuscito a portare a casa percentuali significative. Ha piantato la bandierina sul 42% a Modena, città vetrina e storicatnente affarista dell'ex Pci, sul 41% o: Imola, cassaforte delle coop, addirittura sul 45%

Pesaro, (con Bersani fermo al 41%), città benpensante e da sempre peTettamente allineata. E nelle Marche Bersani è andato ko in altre due aree: Macerata e Fermo. Poi i renziani hanno catturato fovoripù in p-ovincia che nei capoluoghi. [begue a pagina 6]

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IL DISAGIO DELLA -BASE [SEGUE DALLA PRIMAI NON E accaduto per caso che Matte° l'innovatore abbia, sbancato in mita la zona appenninica e nel distretto ceramica a, cavallo di Modena e Reggio dove la gente, più che in altri posti, fa i conti duramente con la lavoro che manca e le risposte che non arrivano. Nei capoluoghi, dove la «gioiosa macchiraz guerra» di quel che resta dei pagnotte rosso è ancora firte, l'apparato invece si è difeso meglio, seppur con fatica. ,A,,r,a che il disagio è grande lo si vede anche dalle piccole cose. Ieri il segretario regionale del Pd, il modenese Stefano Bonaccini, dialogava Twitter esibendo come Utir

trofeo solo i dati del capoluogo con Bersani al 42 e Renzi al 37. Non una parola sui dati complessivi provinciali dove il sindaco fiorentino e al 42. Nervosismo, tutto qui. L'Emilia, sempre meno rossa, e le A/larche sono salite per

sui treno di Renzi, chiedendo rinnovamento e ricambio di nomi. In

queste regioni la gente conosce meglio il cum del problema ed è in grado di capire prima di altri cos'è che non va. Certo non sarebbe accaduto quando il Pci era un monalite senza scalfitture, capitalista negli

ri e stalirnsta nell'organizzazione. A tempi, altri niondi. Ed è proprio la base che freme, che scalpita, che arriccia il naso. Ma qui, in Emilia e nelle ,Alarche, l'apparato tuttavia resiste per un motivo preciso: è un. orgams' mo intrecciato a doppio filo con. i poteri forti, con l'economia, con le stratture di comando, con gli enti (troppi) pubblico privati. Forse vincerà Bersani, ma disagio verso un mondo di si riú:tra conservatore e aggrappato a vecchie facce e vecchi n t cresce: e nulla sarà più come prima. Il vento di Firenze condizionerà connmque

fituro della sinistra soprattutto da queste parti. Fra l'altro a Bologna, Matteo Renzi conta sul suo proconsok Matte° Richetti, presidente dell'assemblea regionale dell'Emilia Romagna. Un picconatore di spese inutili e pn:vilegi che scavalca spesso la giunta facendo arrabbiare il presidente Vasco Errarti. 11 Pd, inteso nel senso classico, è un partito che non intercetta, più il sentimento e le esigenze d.ella gente e della base dei simpa,tizzanti. E questo spiega anche i successi della Lega Nord in Emiha Romagna e Marche che in tanti casi coltiva il porta a porta della politica come f uno i comunisti delle case del popolo, dei circoli:A/vi., delle sezioni quartiere per paniere. Nelle regioni rosse il. centrosinistra è ormai spaccato come una mela e il «vento di Firenze», anche se le

image andranno a Pierluigi Thysani, non si fermerà qui. La storia d.ella sinistra ha voltato pagina. 17. foglio è bianco, ma sarà sempre meno il vecchio apparato di partito a riempirlo di idee e progetti.

[email protected]

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Scintille anche sui risultati renzi • «Pubblicare i verbali»

il segretario Pd: briciole di problemi. Il sindaco: no, un filoncino Oiva Posani"

ROMA

UNO SPOGLIO interminabile, condito dalle polemiche. La cele-bre macchina elettorale della sini-stra in nottata si è inceppata, qua-si non fosse preparata all'affluen-72 di oltre 3 milioni di cittadini (3.110210 persone) che pure era prevedibile. Le primarie del Ed hanno tenuto inchiodati gli scru-tatori per 22 ore. Alle sette di sera Arturo Parisi sbotta: «E' preoccu-pante il ritardo nella comunica-zione dei risultati e imbarazzante per tutti. Cosa diremmo se a 20

ore dalla chiusura dei seggi, lo stesso accadesse per i risultati uffi-ciosi delle politiche?». Alla fine il verdetto arriva: Pier Luigi Bersa-ni ha ottenuto L393.990 voti pari al 44,9%, Matteo Renzi IA03.790 voti pari al 35,5%, Nichi Vendola 485.158 voti pari al 15,6%, Lauta Puppato raccoglie il 2,6% e Bru-no Tabacci, 1'1,4%, Il risultato finale, con il segreta-rio avanti di 9,4 punti (ha vinto in 17 regioni su 20) non si è discosta-to sensibilmente dalle prime ela-borazioni dei sondaggisti: poco dopo le 20 di domenica sera l'Isti-tuto Piepoli aveva dato Bersani al 44% e Renzi è al 36%. Ma resta il

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LAURA PUPPATO

Spiace che R comitato di Renzi sottevi inutili potemiche che rischiano di gettare ombre su una straordinaria prova di democrazia

fatto che in casa del sindaco di Fi-renze per tutta la nottata sorto gi-rate altre percentuali che davano uno scostamento interiore ai 5 punti (43,4% contro 38,8).

«I NUMERI sono ancora ballerini — andava affermando Renzi metà pomeriggio —. Nessuno di noi fa polemica e grida a chissà quale complotto. Chiediamo solo che il coordinamento metta (alfi-ne i verbali. Nessuno ha da teme-re, la trasparenza è il minimo». Replica di Bersani: «Decideran-no i garanti. Cerchiamo di non mettere delle briciole di problemi su questa che è stata una bellissi-ma giornata, noi siamo gente per-bene». «Non è una briciola di pro-blema, è un filoncino», controre-plica Renzi. E Nicola Danti, dello staff del sindaco di Firenze insi-ste: «Aggregare i dati su base pro-vinciale come ha fatto il responsa-bile delle primarie, Nico Stumpo è molto discutibile. A solo titolo di esempio, dove evidentemente qualcosa non torna, citiamo i casi di Asti, Bolzano e Belluno». Co-munque meno 9 o meno 5 secon-do i renziani non cambia molto, visto che con il ballottaggio «si ri-

parte da zero», ma c 'è un proble-ma di chiarezza su cui non demor-dono. Non lo fa il padre di Renzi, segretario del Circolo Pd di Ri-grano sull'Arno, che chiarisce su-bito che non intende parlare di brogli, ma spiega che ci sono stati dei recepimenti sbagliati nei dati, «errori di recepimento organizza-tivi, nuvole che vanne eliminate per suffragare questo evento bel-lissimo delle primarie».

LA RICHIESTA di Renzi e dei suoi di mettere ordine i verbali delle votazioni di tutti i 9mila seg-gi appare impossibile da esaudire per il comitato dei garanti. «C'è una quantità di materiale tale ha spiegato il presidente Luigi Berlinguer • che è un problema realizzare una informatizzazione completa. Seguiremo il criterio della massima pubblicità, ma non possiamo dire che tutto va online perché non so se una cosa del ge-nere si può realizzare».

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Bersani fa„112113 a Vendola E Li: ,V,L: io pr,frialc,

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Bersani fa appello a Vendola E lui: «Voglio profumo di sinistra» Il governatore pugliese dettale condizioni e chiude al 'ribelle'

Veranica Passeri o ROMA

° DIFETTUCC1', 'briciole' e 'filonci-ni', 'tavoli e tavolini': il giorno do-po la 'battaglia' c'è appena il tempo di tirare il fiato che già è l'ora di ri-mettersi in marcia. Ma Pier Luigi Bersani la soddisfazione per la pro-va di democrazia delle primarie se la gusta tutta anche se le polemiche con lo 'sfidante', Matteo Renzi, non mancano. Il segretario, però, ci tiene a mantenere il fair play (in se-rata ha anche abbracciato il compe-titor prima della registrazione del programma di Fabio Fazio), si to-glie qualche sassolino dalla scarpa ma con toni garbati. E poi bisogna pensare alla sostanza: ai contenuti per vincere al ballottaggio, al delu-dente risul iato delle regioni `rosse', alla 'convergenza' con Vendola. Bersani è «fiducioso nell'appunta-mento di domenica», considera i ri-sultati delle primarie «molto soddi-sfacenti» e in particolare i tanti con-sensi venuti dal Sud lo rendono «or-goglioso». I verbali on line come chiedono i renziani? A questo, ta-glia corto, «penseranno i garantì». Anche se con il ballottaggio, cosa che il sindaco va ripetendo, «si ri-parte da zero a zero». E ancora: un Bersani ironico osserva che il sinda-co «ha sempre un po' il difettuccio di dire `noi' e Ma noi siamo noi, loro è Berlusconi». Dissente Renzi per cui i pronomi vanno di-Stinti perché «la squadra è la stessa ma l'allenatore può fare il catenac-cio o giocare a zona». L'aria che si respira nello staff di Bersani è da 'pancia a terra', senza dare nulla per scontato, perché an-

mass Bersani e, sopra, di.it fan (Ansa e Schicchi

che il I 5,6% di Vendola è «tutto da conquistare», non è detto vada al se-gretario. Da parte sua il governato-re pugliese invia a Bersani una lette-ra 'senza inchiostro' nella quale chiede di far «sentire profumo di si-nistra». Insomma l'appoggio di Sei non è scontato, «non c'è una tratta-tiva sui posti di potere, queste sono accuse da bar Sport, ma i temi che noi abbiamo sollevato meritano un'attenzione e una risposta». In base alla quale Sei oggi dovrebbe fa-

re chiarezza. Bersani da parte sua smentisce l'esi-stenza di un accordo preventivo con Sel, spiega che ci sono «conso-nanze e convergenze» sui temi con-creti, dalla centralità del lavoro alla precarietà, ma questo non significa aprire «tavoli e tavolini» né tanto meno ricorrere al `manuale Cencel-

Insomma il confronto con Vendola è aperto. Da settimane ormai Bersa- ni ha ribadito di voler prima «orga-

nizzare il campo dei progressisti» con Sel e poi, eventualmente, valu-tare il dialogo con l'Udc inviso al governatore pugliese. Ma soprattut-to a chi già profetizza il rischio di un'Unione due Bersani ribatte che Vendola è un interlocutore affidabi-le. La partita del ballottaggio è aper-tissima e più di un dirigente del Pd vicino a Bersani ammette che «se votano gli stessi del primo turno ce la facciamo, ma se si riaprissero le iscrizioni sarebbe un problema».

NON A CASO i renziani chiedono di consentire anche a chi non ha votato al primo turno di farlo do-IneniCa. E poi tra gli uomini del segretario c'è un'altra pre occupazione non da poco: il successo di Renzi nelle regio-ni 'rosse'. Bersani ha trionfa-to solo nella sua Emilia-Ro-magna ma è arrivato secondo in Toscana, Umbria e Marche. Il malumore dei quadri locali il segretario l'ha pagato caro.

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Renzi a caccia dei voti di Pier I agi «Chi non si accontenta scelga me» Da Fazio abbraccio con il segretario. Poi rilancia: «Posso vincere» Paota Fichera

FIRENZE

«LA CERTEZZA è che domenica c'è il ballottaggio e che ripartiamo da zero a zero». L'ex arbitro oggi Rottamatore Matteo Renzi palleg-gia con i risultati delle primarie e chiarisce che 4, 6, o 9 punti percen-tuali dì distanza dal vincitore del primo turno, Pier Luigi Bersani, non lo spaventano. «Quel margine di 250mila voti di differenza è asso-lutamente coimabile. Riusciremo a prendere una parte dei voti di Bersan». E aggiunge: «Poi bisogna andare a convincere i delusi del centrodestra». In quanto poi a quel «noi e loro» che il suo segretario gli ha pur rim-proverato, lo sfidante Renzi repli-ca con ironico fair play: «Figuria-moci se metto in discussione, la 'ditta' come la chiama Bersani. Spero anzi che Bersani si sia con-vinto che al partito vogliamo bene anche noi, perché nessuno ha il monopolio dell'affetto del Pd». Stessa squadra in campo, dunque ma «gli allenatori — avverte Ren-zi — sono diversi. C'è chi crede nel catenaccio e chi nel calcio tota-le. Lo ammetto: non ce la faccio a dire 'noi' e mettere dentro D'Aie-ma e la B indi. Io li metterei in pan-china o, meglio ancora, in tribuna, qualcuno invece li convoca per gio-care». E la metafora va avanti: «Agli ita-liani, dunque, ora vorrei dire: sarà un grande derby tra usato sicuro e innovazione. Scegliete l'allenatore migliore per l'Italia: io sono per giocare più sul possesso di palla e meno in difesa».

E affonda: «Quella che gli elettori si trovano davanti ora è una scelta netta tra due modelli di centrosini-stra. Noi siamo arrivati al 40 per cento, senza avere l'appoggio né dei dirigenti del partito (due segre-tari provinciali stavano con me) né dei parlamentari (12 su 300) praticamente tutti schierati per Bersani — ha contato in serata da Fabio Fazio per noi è andata a votare la gente della base». E anco-ra «'Noi' e 'loro' vuoi dire che sia-

mo diversi da loro, perché siamo per l'abolizione del finanziamento pubblico, l'innovazione, non sia-mo per gli inciuci degli ultimi 20 anni, non siamo d'accordo di stare con Casini, vogliamo una legge elettorale come quella dei sinda-ci». E poi aggiunge: «Sono loro che dicono che noi non siamo del Pd. Domenica ci sarà un referen-dum su due idee di futuro». Proprio negli studi televisivi di Rai3 è avvenuto il primo incontro

fra i due competitor e il guascone Renzi non rinuncia alla battuta: «Ci siamo visti solo al bagno. L'ho aspettato fuori e gli ho fatto cbu-bu Spero non si sia spaventato».

IN REALTÀ l'incontro fra i due è stato molto cordiale, abbracci, strette di mano, pacche sulle spal-le, cori l'invito, un attimo prima della diretta tv, del segretario al Rottamatore a non alimentare po-lemiche: «Stiamo andando alla grande, siamo al 33 per cento». Ma forte della sua politica 'nuova' Renzi si appresta a combattere un'altra sfida all'ultimo voto. «Non credo affatto che tutti quelli che hanno votato Vendola al pri-mo turno, voteranno domenica per Bersani. Quello per Vendola è un voto d'opinione. E su questo c'è molto spazio per lavorare». In diretta Rai chiarisce il con-. cetto ancora meglio: «Le pri-marie sono state un'esperien-za bellissima, mi verrebbe

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Rerzi voli'iPierLig C'll ror si lie urterla sc,'lgimev

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Matteo Kichehi

il Resto del Carlino Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

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«In Emilia è l'ora del e bi ento La gente vuole un Pd meno ideologico» Matteo Richetti: «Elettori stanchi, serve un partito più moderno» Andrea Zanchi

BOLOGNA

IL SEGRETARIO Bersani sotto la soglia del 50% nella regione più 'ortodossa' del Paese. I successi in zone dove, da sempre, prevale la linea più fedele alle direttive di partito, come Imola e Modena. Le vittorie in circa cento comuni tra pianura e montagna. Non avrà avuto i contorni di una valanga, ma la cavalcata di Manco Re nzi. in Emilia Romagna ha dato più di un grattacapo al Pd regionale, compattamente schierato dalla parte del segretario. E creato un po' di stupore anche fra i 'rotta ma-tori' emiliano romagnoli. «Un risultato così ha sorpreso an-che noi» ammette senza remore Matteo Richetti, braccio destro del sindaco di Firenze e presiden-te dell'Assemblea legislativa dell'Emilia Romagna.

Vi onspeffavate un risultato iù basso?

«Sapevamo quanto fosse forte l'ap-poggio a Bersani in Emilia Roma-gn a».

E quindi. ci credevate poco di tenere al segretario sotto il 50%...

«Più che altro sappiamo che aver sfiorato il 40% qui è un risultato ottimo».

La linea bersoniana viene

La sfida A livello regionale il segretario del Pd Bersani ha incassato il 489% (215.442 voti), contro iL $8,2% di

„„„..„.„.„„„.„

bocciata proprio nella rocca-forte Emilio Romagna?

«Il voto delle primarie non è un giudizio sugli amministratori lo-cali né sui dirigenti del partito». E allora cos'è? «Il segno che anche l'Emilia Ro-magna è stanca di questo ceto poli-tico nazionale».

Lo capiranno in via Rivani (se-de del Pd regionale) e &Mar-ni?

ÌÌCAMUSSO E BERSANI

«La frase del segretario Cgit? Dal Leader Pd mi sarebbe piaciuto sentire qualche parola in difesa di Renzi»

«Dopo domenica il Pd deve com-prendere che anche la sua base tra-dizionale vuole un centrosinistra moderno, più vicino ai problemi del Paese».

il vostro successo ha solo a che fare con la irothameizio-ne'?

«Quello è stato un discorso effica-ce per ponare avanti il tema del ri-cambio della classe dirigente, ma non è stata la sola carta vincente».

Bologna e Ferrara Sono le due città più lersaniane' della regione: nel capoluogo il segretario ha preso il. 51 é% (Renziil a Ferrara il 51 8% contro

3$,2% dello sfidante

Le altre? «Abbiamo parlato di estensione dei diritti, di serio contrasto all'evasione fiscale. E poi di risa-namento dei conti pubblici e di la-voro. Questi sono i temi che han-no convinto la base, che ha dome-nica ha espresso la sua voglia di un centrosinistra più riformista e meno ideologico».

A proposito di lavoro e di ideologia: il segretario della Cgil Camusso ha detto che «se vince Remi è un proble-ma»,

«Mi sarebbe piaciuto sentire qual-che parola del segretario Bersani in difesa del suo sfidante, per spie-gare a Camusso che Re nzi. non è un pericolo per il Pd. E lei, che ri-vendica l'autonomia del suo sin-dacato, dovrebbe sapere che la stessa auto:noni ia vale anche per il Pd».

Quanto vi hanno aiutato ali elettori dei centrodestra e hanno deciso di partecipare alle primarie?

«Più che elettori di centrodestra domenica ai seggi ho visto tanti delusi dalla politica. E non solo da uno schieramento in partico-lare. Di certo credo che le 'fac-ce nuove' che hanno votat per la prima volta abbian dato il loro sostegno a Ren-zi».

La Romagna Vince Bersani, ma con grande margine solo a Rimini. in provincia di Forti-Cesena it sg?retariQVjeng F"1npk40:t41.:

Adesso con il ballottaggio per voi viene N bello.

«La partita è aperta, non ci sono milioni di voti da spostare e credo che le indicazioni degli altri can-didati peseranno poco».

Davvero? «L'elettorato ha dimostrato una grande maturità».

Per i renziani dell'Emilia Ra-magna, vada come vada do-menica prossima, è già un successo.

«L'importante è che dopo dome-nica ci sia un Pd più coraggioso e pia riformista».

E forse anche un po' meno 'bersaniano'. Persino nella sua roccaforte. /

«Il camhiament.L% non può più esse- re ignorato, an- che qui in ha Romagna». Romagna».

LE PRIMARIE IN PILLOLE

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il Resto del Carlino Direttore Responsabile:

VOTO

Giovanni Morandi

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' IL SEGRETARIO TIENE

Compagni rompete le righe -.......; -......, ..,

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de- u°ta 46,92, tra i di partito che d' grattacapi

gli uomini si chiedono cosa non ab- bia funzionato Stavano praticamente tutti con lui i 'notabili' Ed : parlamenta- ri, sindaci, segretari cittadini e provin- ciali. Ciò nonostante il rottamatore ha divorato interi pezzi di provincia: la montagna adesso è sua, con punte del 60%, e anche le colline e distretto cera- mico l'hanno premiato. Che succede? «Il partito non rappresen- ta più la sua base», fanno notare un po' sornioni i renziani. E questo spieghereb- be un'altra anomalia emiliana: il risulta- to di Imola, un altro fortino bersaniano. Qui l'ex ministro ha preso il 1 8 , 1 6 % del-

press l'ex sindaco di Imola Raffaello— spiega il De Brasi), «Con questo-c

o presidente dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna Matteo Richetd. braccio destro di Renzi — l

, elettoratò

democratico ha espresso un chiaro giu-dizio sui nostri dirigenti nazionali». Lea-der che Si stanno dimostrando, aggion-

e, «estremamente data- . ti» Il problema, in questi fortini rossi, e lo stesso: vecchi 'compagni' siedo- no nei consigli dl ammíni- strazione, nelle giunte. qualcuno si gode inaxi vitalizio maturato ai tem-pi del Ed. La locomotiva del partito arranca sempre

di più, le sezioni si svuotano e i dipen-denti a tempo indeterminato che una volta 'spalavano carbone' e facevano fun-zionare la macchina a pieno ritmo non sono più sostenibili. Ecco dove si insi-nua la comunicazione 'fluida' di Renzi, parole accattivanti e virtuali che — tra-mite il computer — arrivano dappertut-to, bypassando le vecchie sezioni. Gli (ex?) elettori di centrodestra che, alme-no sulle montagne modenesi, sono anda-ti a votare per il rottamatore, hanno fat-to il resto. Domenica torneranno?

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ROMA ARRìVANO

nio 2013-20 ° per la mobilità del servizio n de Padova; nientre per il setto re lioni per il prossimo anno.

lento. nel cicli bilancio (il p ro -s, g o di legge sulla Stab‘ilità`

ontecitorio. Un milione euro • ..:: •

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Province, statali, Tfr e liberalizzazioni Le incompiute del governo Ingorgo d provvedimenti in Parlamento, raffica ducie arrivolog9,

_

Matteo Pato ROMA

PARTE il rush finale del governo Monti. Con le Camere a un passo dallo scioglimento, ipotizzato per la prima metà di gennaio, manca poco più di un mese ai titoli di co-da sull'esecutivo dei tecnici. E so-no molle le riforme che, in quest'ultimo miglio, rischiano di restare incastrate tra gli ingranag-gi della macchina istituzionale. Soprattutto sul fronte della cresci-la e della revisione della spesa. La frenata nell'attività parlamentare subito dopo l'estate ha prodotto un ingorgo. Che, in particolare al Senato, rischia di fare diverse vit-time. Al momento a Palazzo Ma-dama ci sono i disegni di legge su diffamazione (di fatto «morto» ie-ri), delega fiscale, riforma elettora-le e legge di stabilita. Senza conta-re sei decreti legge ancora da con-vertire, come quello in materia di crescita. A conti, fatti, è probabile che qualcosa salti,

DUE PROVVEDIMENTI, in parti- colare, sono dati per dispersi. Il primo è il decreto di riordino del-

le Province, tanto discusso ma an-cora non incardinato in Parlamen-to. E improbabile che si riesca a convertirlo entro la fine della legi-slatura. Senza contare che il Go-verno dovrà pronunciarsi anche sulla riorganizzazione degli enti statali distribuiti Su baSe provin-ciale, come le prefetture. Stesso destino per il secondo disegno di legge in materia di semplificazio-ni, che conteneva diversi ammo-dernamenti nei rapporti tra eitta-

dino e pubblica amministrazione. Di fatto è quasi spacciato. In que-sto caos diversi provvedimenti do-vranno essere approvati in fretta e furia, andando incontro a un pos-sibile annacquamento. E, anche in questo caso, la lista è parecchio lunga. C'è il decreto sui tagli agli enti locali, che potrebbe essere ri-visto in senso meno stringente. Ma ci sono anche provvedimenti su Tfr, aree terremotate e revisio-ne degli accordi per il Ponte sullo

Stretto di Messina. Allora si cercano già rimedi. Si dà per scontato un massiccio ricorso al voto di fiducia. Oltre a un milleproroghe che, a fine anno, servirà a:i:: tappare qualche falla. E non: ci si fanno illusioni sulla fintà che faranno diverse riforMií strutturali promesse a suo tenni4 po, come quella del titolo g della Costituzione (per ani morbidire il federalismo) dell'avvocatura. Saranno ma tenia per il prossimo eseeutiQ:' vo,

SENZA CONTARE che cì so no diverse riforme dello stes-i:i: so governo Monti ancora;::: da attuare. E ancora nella canna dell'esecutivo il taglio delle pian- te organiche della pub- blica am- iii

E resta- no fermi diversi altri tasselli kifi-noni', come il credito di Mi* per l'assunzione di personale lificato da parte delle impreselaliberalizzazione dei distributori di carburante,

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Ir pn mt-nd thl,a

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arie Pdl, Berlusconi prende tempo In piazza si scatena la rabbia dei giovani Vogliono la corsa interna Ma il Cavaliere prepara Forza Italia 2

ROMA NONOSTANTE le colombe gli

avessero consigliato — prima di annunciare il nuovo sogget- o politico — di aspettare non

solo il risultato del ballottaggio tra Bersani e Renzi ma, soprat-

tutto; le primarie di ~chilo Al-fano, Berlusconi non ha voluto

ragioni e così, salvo colpi di scena, giovedì dovrebbe arriva-re l'ormai attesa 'ridiscesa' in cam-po alla guida di una nuova Forza Italia. Luogo e modalità sono an-cora top secret, ma c'è chi parla di Milano (il Cavaliere è ad Arcore dove ha incontrato Ignazio La Russa) per una sorta di revival del predellino. Quello che è certo è che Berlusconi ha dato mandato di irnettere in moto» la macchina organizzativa in vista proprio di giovedì. IN FORSE almeno fino a metà settimana dunque anche la sua presenza nella Capitale quantome-no lino a mercoledì pomeriggio visto che stasera l'ex capo del go-verno ha in programma una cena per definire gli ultimi dettagli. L'idea di imprimere un'ulteriore accelerazione ha avuto come effet-

to immediato quello di generare ancora di più il caos in quel che rimane del Pdl. A Roma ragazzi della Giovane Italia, l'organizza-zione giovanile del Pdl, hanno protestato sotto la sede del partito chidendo che le primarie non fini-scano in soffitta, Con loro l'ex mi-nistro della Gioventù, Giorgia Meloni. Più a nord, a Bologna per l'esattezza, altri manifestanti han-no occupato la sezioni al grido di

'Primarie subito'. Dalla base al vertice il partito è in fibrillazione.

AL Dl LA dei deputati che per tut-to il pomeriggio in Transatlanti-co canticchiavano l'inno di Forza Italia, le preoccupazioni sul futu-ro sono moltissime così come tan-ti sono gli scenari da prendere in considerazione. Il ritorno sulla scena del Cavaliere, del resto, ar-chivia di fatto le primarie su cui

in realtà nessuno sperava più di tanto e mette ancora più nell'an-golo il segretario del Pdl no Affino. In realtà la nuova Fi a cui sta lavorando il Cavaliere e che dovrebbe partire con la costi-tuzione di gruppi alla Camera e al Senato prevede una massiccia pre-senza di big azzurri a partire pro-prio dall'ex Guardasigilli. Il futu-ro sembra il passato: Fi, da una pane, An,

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L'OPINION1STA LETTORE

ANGELO RAMBALD1 Ferrara

pRovr\r,, °IIrrORN O AL FUTURO'

NUOVI confini delle Province emiliano romagnole riportano a un disegno geografico di molti secoli, una specie di `ritorno al frituro'. Parma e Piacenza sono urbanisticamente e culturalmente figlie del período Ducale, prima dei Farnese poi (ìei Borboni, cori l'intervallo di Maria Luigia, che durò tre secoli. Modena, come dimostrò il sindaco Barbolini con le sue encomiabili iniziative nel 1998 (4 centenario di Modena capitale), fece parte con Reggio per 500 anni del Ducato Lstense, Per non parlare di Ferrara, che della signoria Estense ha ;atto una bandiera. La Bologna papale poi invento decentramento con lo Stato centrale con quattro secoli d'anticipo,

fu, fino all'inevitabile decadenza, una grande città europea. E così pure la Romagna che, con la provincia unica, ritrova la sua storica unità territoriale. Le nostre terre, come storia e vicende culturali e artistiche, non hanno nulla da invidiare a chi del proprio passato ha finto un business. Qualche esempio c'è già: nella montagna romagnola e nata un'associazione, cori fini promozionali culturali e turistici., che raggruppa tutti quei Comuni, oggi in provincia di t'orli, che Per mezzo millennio recero parte della Romana Toscana poi Granducale, un'ottiina operazione identítaria per salvaguardare e tramandare la memoria in una società pericolosamente omologante,

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NUOVZ REGOLE BRUXELLES VALUTA SE CHIUDERE LA PROCEDURA D'INFRAZIONE

Chiesa, gli sgravi Imu all'esame Ue BRUXELLES

IL NUOVO regolamento sull'Imu pubblicato in Gazzetta Ufficiale sabato è ora sono la lente di Bru-xelles, che deve verificarne la com-patibilità con le norme Ue e valu-tare quindi se chiudere la proce-dura d'infrazione aperta contro l'Italia. «Stiamo studiando le mi-sure adottate», ha assicurato il por-tavoce del commissario Ue alla concorrenza, Joaquin Almunia, precisando che l'analisi della Commissione si situa «nel quadro della procedura sugli aiuti di Sta-to in corso». Le agevolazioni fiscali di cui han-no finora goduto in Italia gli enti non commerciali, e in particolare la Chiesa, possono, secondo le nor-me europee, essere considerate co-me aiuti di Stato illegali. Il conten-zioso con l'Antitrust Ue risale al

2007, quando erano partite le pri-me richieste di infbrmazioni a Ro-ma. Almunia aveva deciso di ria-prire il dossier dell'esenzione dell'allora 'ci nei confronti della Chiesa nel 2010, dopo le denunce ripresentate dal deputato radicale Maurizio Turco e dal fiscalista Carlo Pontesilli, che si erano rivol-

ti alla Corte di giustizia Ue per im-pedire l'archiviazione, Dopo ave-re definito lo scorso febbraio un «progresso sensibile» l'emenda-mento proposto dal governo Mon-ti, i servizi antinust Ue sono rima-sti in attesa del testo legislativo fi-nale, che ha ricevuto uno stop dal Consiglio di Stato.

FISCO La Chiesa in Italia gode di agevolazioni (Ansa)

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11 vescovo striglia i «Dovete raccogliere più offerte» Faenza, monsignor Stagni: l'obolo è il sostentamento dei sacerdoti Atessandro Gotdoni

BOLOGNA

I PARROCI non si impegnano ab-bastanza per incentivare le offerte dei fedeli ai sacerdoti. E il severo richiamo-rimprovero lanciato do-menica scorsa da Claudio Stagni, vescovo di Faenza, dalle colonne di. «Bologna Sette», inserto dome-nicale di Avvenire. Una bacchetta-ta che non arriva a caso. Domeni-ca, infatti, in tutte le chiese d'Ita-lia, ricorreva 'Sovvenire', la gior-nata di sensibilizzazione per invi-tare i fedeli a fare offerte per con-tribuire al cosiddetto sostenta-mento dei sacerdoti. Dal 1984, anno di revisione del concordato, gli oltre 35 mila sacer- doti diocesani non ricevono più

CONVINCERE FEDELI «Scarso coinvoigimento, va spiegato il meccanismo economico dei clero»

uno stipendio dallo Stato e ogni fedele è chiamato a dare un aiuto

pastorale dei preti. Che si concretizza con 1'8 per mille (cioè la possibilità di destinare ta-le percentuale dalla dichiarazione dei redditi alla Chiesa o ad altri enti e organizzazioni) e le offerte l ibe re deducib il i.

MA, complice la crisi e il calo di partecipazione ecclesiale, le offer-te diminuiscono da parecchio tempo: nel 2000 ammontavano a poco più di venti milioni di curo, dieci anni dopo erano scese a 14. E il trend non promette nulla di buono visto che le buste paga de-gli italiani sono sempre più legge-re, cala il potere d'acquisto e con-

testualmente piovono ormai da tutte le parti richieste di contribu-ti e aiuti. Difficoltà oggettive, dunque, ma inonsignor Claudio Stagni, dele-gato dell'Emilia Romagna al pro-getto Ce. . `Sovven ire', ha posto raccento su un disinteresse non solo «diffuso» ma anche «pericolo-

«"Sovven i re' — scrive tO non ..--.tr .9,Va una vera:

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tecipazione nelle nostre parroc-chie. Si ha l'impressione che non sia data importanza alla cosa e di conseguenza che i fedeli non sia-no aiutati più di tanto per fare un'offerta ai sacerdoti. Dispiace che non siano conosciuti i mecca-nismi del sistema economico alla Chiesa». Per esempio, non si sa che le offerte «liberano denaro per finalità di culto e carità».

Faenza, ii.1 Per icoli c(ilitro la f'11,nirravedj il ies

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mentando e non ci vorrà molto ai politici di turno per vendere il si-stema attuale di sostegno alla Chiesa per un pugno di voti». Riconoscendo le difficoltà seni-pre maggiori incontrate dalle fa-miglie, inonsignor Stagni conclu-de il suo appello con un invito ri-volto direttainente ai parroci a fa-re di più.. «E un diritto dei fedeli conoscere le notizie essenziali sul sostegno economico alla Chiesa italiana» spendendo qualclie paro-la «per ricordare il dovere che i cri-stiani hanno di sovvenire alle sue IleCeSSIta»,

DENARO Monsignor Claddio Stagni. Le offerte nelle parrocchie sono destinate al culto e alla carità (Corrili e Afp)

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VAI legge di prabilita in Senato

27/11/2012

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pressunE

11S°Ierld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Passaggi di mano., Modifiche su Comuni e Tobin tax - Il testo tornerà alla Camera

Ok al ddl sul bilancio: legge di stabilità in Senato ROMA

Con il via libera di ieri della Camera al Ddl sul bilancio an-che la legge di stabilità trasloca al Senato per il secondo round. Che non si preannuncia facile sia per l'ingorgo parlamentare in cui si va ad incastrare, sia per-ché i senatori non ci stanno a vi-dimare e timbrare il lavoro svol-to dai colleghi di Montecitorio. Il Governo, dal canto suo, ha già annunciato che su alcuni temi sensibili, come l'esenzione Ir-pef alla reversibilità degli inden-nizzi per invalidi di guerra o il raddoppio dei fondi alle non au-tosufficienze (Sla inclusa), inter-verrà al Senato.

A conti fatti per completare il restyling della legge di stabili-tà nel pieno rispetto dei saldi fi-nali come chiede il Governo ser-viranno tra i 600 e gli 800 milio-ni (si veda Il Sole 24 Ore di do-menica scorsa). Oltre ai due te-mi già accennati e legati alle promesse dell'Esecutivo, i nodi principali da sciogliere si con-centrano sulla revisione della tobin tax, le deroghe al patto di stabilità interno e alla spending review del comparto sicurezza e la produttività.

Il vincolo dei saldi invariati obbligherà i senatori a recupera-

re le risorse necessarie muoven-dosi all'interno dello stesso Ddl e in particolare tra i "fondi" di cui si è arricchita la stabilità. A partire da quello sull'Irap dei professionisti voluto dal relato-re Renato Brunetta e che desti-na oltre 5oo milioni in due anni (2014-2015) alla disciplina dell'esenzione Irap dei soggetti privi di autonoma organizzazio-ne. Risorse che potrebbero esse-re destinate, invece, a un possi-bile allentamento del patto di stabilità interno come chiede l'Anci, fino ad oggi previsto solo per i comuni colpiti di recente dalle alluvioni. La commissione Bilancio dovrà rispondere an-che alle richieste di ripristino dei 250 milioni stornati dal fon-do produttività per sostenere, come detto, le, opolazioni allu-vionate del Centro Italia.

Intanto ieri il Governo ha ri-mediato all'errore tecnico di giovedì scorso sulle tabelle alle-gate alla nota di variazione e che aveva impedito il via libera al Ddl sul Bilancio (sí veda il Sole 24 Ore di venerdì). E con 389 vo-ti favorevoli, n contrari e 12 aste-nuti, l'Esecutivo ha ottenuto il via libera al Ddl Bilancio. Tra le principali modifiche apportate dalla Camera si segnalano lo

stanziamento voluto dal Gover-no di 4,2 milioni per la manuten-zione delle carceri. Cui si ag-giungono i tre milioni destinati alle infrastrutture per la mobili-tà del servizio delle fiere di Bari, Verona, Foggia e Padova. Arri-vano anche 1,7 miliardi per il set-tore culturale. Quattro anche le modifiche presentate dal relato-re Amedeo Ciccanti (Udc) che prevedono lo stanziamento di un milione di euro per il «fondo interventi strutturali di politica economica», altri 2 milioni per il pr9gramma «garanzia dei di-ritti e interventi per lo sviluppo della coesione sociale», del mi-nistero dell'Interno.

Le risorse vengono così distri-buite: 1,5 milioni all'Unione cie-chi italiani e o,5 milioni all'Asso-ciazione vittime civili di guerra. Altri due milioni, per il 2013 e 2014, andranno al programma «Sviluppo e sicurezza della na-vigazione e del trasporto marit-timo», del ministero delle Infra-strutture, che saranno destinati al finanziamento delle costru-zioni, a cura dello stato, di opere relative ai porti. Arrivano anche le risorse che salvano l'ente per il microcredito.

M. MO.

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Una Palmerini ROMA .

Sono i «passi falsi» o peggio i «passi indietro» che Giorgio Napolitano teme da qui alla fine della legislatura. Rischi concreti in un Parlamento sotto "ingor-go" che deve smaltire una serie di provvedimenti cruciali come il decreto sviluppo o quello sul riordino delle province, la sem-pificazione burocratica o la dele-ga fiscale. Per non parlare della legge elettorale. Riforme che po-trebbero finire in un nulla - co-me ha raccontato un'inchiesta del Sole 24 Ore e come testimo-nia un appello delle imprese - e che invece il capo dello Stato vuole siano messe al sicuro. Dunque, ieri il suo richiamo alla classe politica: «Voglio conclu-

IL CONFRONTO CONCRETO «Nel dibattito elettorale ci si misuri su opzioni precise e sostenibili sia a livello nazionale che della Ue evitando ovvietà»

• ILTWEET PRO- MONTI Il portavoce del Quirinale replica all'ex garante della privacy Pizzetti: «Ineccepibile l'intervento di ieri su Rai3 del presidente del Consiglio»

Pagina 5 «Fine egis atura, no a passi falsi»

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«Fine legislatura, no a passi falsi» Napolitano ai partiti: impegni densi in Parlamento, evitare danni alla fiducia nell'Italia

dere con un'urgente raccoman-dazione: è necessario un largo e responsabile sforzo per una co-struttiva conclusione della legi-slatura». L'occasione è la conse-gna delle insegne di cavaliere dell'ordine al merito del lavoro e dal Quirinale Napolitano fa sentire la sua voce alle Camere raccontando il suo timore di un nuovo "scivolamento" del Pae-se. «Abbiamo davanti settimane dense di impegni in Parlamento, si evitino passi falsi che rischie-rebbero di appannare quella ri-presa di fiducia, di credibilità e dignità nell'Italia che ho toccato con mano incontrando, nei gior-ni scorsi, diversi capi di Stato e in visita in Francia».

Il riferimento non è solo al faccia a faccia a Parigi con Fran-cois Hollande all'Eliseo o il suo intervento all'Assemblea nazio-nale francese ma anche l'incon-tro - a Napoli - con i presidenti tedesco e polacco. «Gli effetti positivi della linea che è stata se-guita nell'ultimo anno stanno diventando visibili» e - citando le "previsioni d'autunno della Commissione Europea per il 2012-2014" - Napolitano trova anche nei numeri la conferma che «the country is on the right track». Insomma, l'Italia è nel percorso giusto e questo pas-saggio non fa che confermare un asse solido con le politiche di Mario Monti tant'è che lo ci-ta espressamente nel suo ragio-namento sulla crisi, sulla neces-sità di «diminuzione della spe-sa che, nell'impossibilità di ab-bassare la pressione fiscale, pro-duce effetti recessivi» invitan-do - però - i partiti ad evitare la mera propaganda. «Ci si misuri nel dibattito politico e ben pre-sto nel confronto elettorale, non su generiche invocazioni al superamento della crisi ma su opzioni precise e praticabili, effettivamente sostenibili a li-vello nazionale e a livello dell'Unione, evitando ovvietà e semplicismi». Anche qui si ri-trovano le parole di Monti - che spinge la politica a un dibattito sui contenuti prima ancora che sulle leadership - ma è in un pas-saggio che il capo dello Stato lo cita espressamente.

«Non si può restare prigionie-

ridi conservatorismi e corpora-tivismi», come ha appunto sotto-lineato il premier, «ma bisogna predisporsi a tutti i cambiamen-ti strutturali, istituzionali, com-portamentali, necessari per ga-rantire il più razionale, traspa-rente e sobrio uso delle risorse finanziarie pubbliche». Ma non è solo sul piano economico che il rapporto tra Palazzo Chigi e il Colle non mostra smagliature, è anche sugli scenari possibili che si procede in sintonia. Le parole di Monti a proposito del suo fu-turo nel 2013 («non escludo nul-la, ascolterò Napolitano») sono state ben comprese e accolte nel-le stanze del Colle come confer-mava Pasquale Cascella, porta-voce del capo dello Stato, in un botta e risposta con l'ex Garante per laprivacy Pizzetti che scrive-va: «Monti è stato molto "io" con evidente insofferenza per Napolitano e umori gente». Ma un tweet di Cascella lo ha "smon-tato": «Invece al Colle quella presa di posizione è stata consi-derata ineccepibile». E se lo sce-nario politico e il post-elezioni appare ancora nebuloso e aper-to avarie opzioni, quel che è cer-to - e che Napolitano ieri ribadi-va - è la fme del suo mandato. So-no le parole di Benito Benedini, presidente dell'associazione ca-valieri del lavoro, a dare lo spun-to quando parla di «insostituibi-le opera» del capo dello Stato. E lui, di rimando: «Ringrazio ma mi soffermo sulla parola insosti-tuibile: ho cercato di dare tutto me stesso, però, in un sistema de-mocratico un cardine di stabili-tà e normalità è che allo scadere del mandato tutti siamo sostitui-bili ed è questa da parte mia una serena e sincera prova di fiducia nelle istituzioni e nel Paese».

Tornando all'ecdnomia, c'è la priorità dei finanziamenti «su scuola, ricerca e cultura» ma Napolitano non cede alla lo-gica della disciplina fiscale «al-trimenti si provoca una crisi di-sastrosa del debito» e chiede ai partiti di «farsi carico di indivi-duare concrete proposte alter-native per garantire obiettivi di risparmio». La stretta recessiva c'è, nei settori pubblici e privati, il «malessere sociale» preoccu-pa ma la crescita «è un imperati-vo per l'eurozona e per l'Ue ed è destinata a passare per un rilan-cio degli investimenti e special-mente degli investimenti pub-blici, gravemente caduti in par-ticolar modo in Italia».

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INTERVISTA Donato Bruno (Pdp

«Tempi troppo stretti a rischio il Dl province»

«Fare lavori inutili non ser-ve i capigruppo ci dicano quali so-no le priorità, cosavogliono in au-la, e faremo la nostra parte». L'ap-pello è del presidente della com-missione Affari costituzionali della Camera, Donato Bruno (Pd1), che si dice disponibile a se-dute «notturne o la mattina pre-sto» o a maratone del voto: «Se c'è bisogno lavoreremo». Ma in alcuni casi potrebbe non servire.

Al Senato il Dl sulle Province procede a rilento che succede-rà da voi alla Camera?

Il Governo in questo caso cre-do abbia esagerato. È una mate-ria complessa il Parlamento non può lavorare in 6o giorni. Il provvedimento in effetti è a se-rio rischio.

Il suo collega al Senato, Car-lo Vizzini, propone un accordo con voi per non modificarlo.

Ci dicano qual è il testo e pos-siamo fare delle riunioni infor-mali per farlo procedere rapida-mente alla Camera.

Il Ddl costituzionale sul Tito-lo V è su un binario morto?

Se si punta alle quattro letture non ci sono i tempi. Però possia-

Donato Bruno

mo completare un esame alla Ca-mera e al Senato e nella prossi-ma legislatura si può "ripescare" il provvedimento per completa-re due letture.

C'è poi la riforma elettorale: cosa prevede?

Se ci sarà un ampio accordo al Senato non ci saranno proble-mi. Ma se il Ddl passerà a colpi di stringate maggioranze allora saranno possibili nuovi sussulti alla Camera.

Quale altra misura potete an-cora concludere?

Stiamo votando gli emenda-menti sul Ddl sui partiti che at-tua l'articolo 49 della Costituzio-ne. Si può fare in tempo anche ad approvarlo al Senato.

Mar.B. (0 RIPRODUZIONE RISERVATA

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• • • Pa, rum' borsi maxi stipendi È pronto il decreto con i nuovi tagli lineari ai ministeri per 190 milioni

Pa, rimborsi ai maxi stipendi

27/11/2012

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Davide Colombo ROMA

Manca solo la registrazio-ne della Corte dei conti per far scattare il maxi-rimborso ai di-rigenti pubblici e ai magistrati che si erano visti colpire la bu-sta paga dal decreto n. 78 del maggio 2010, quello che intro-dusse, tra l'altro, il famoso «pre-lievo di solidarietà» del 5% o del 10% per la parte di stipen-dio eccedente i 90mila o ii5omi-la euro annui. Un provvedimen-to che la Corte costituzionale ha bocciato l'n ottobre scorso (sentenza 223/2012) e che ora è stato superato con un Dpcm, decreto del presidente del Con-siglio firmato da Mario Monti e dal ministro dell'Economia Vit-torio Grilli ilio ottobre. Il testo, «bollintto» dalla Ragioneria generale dello Stato, è tutt'ora al vaglio dei magistrati contabi-li e dispone la restituzione de-gli arretrati e il contemporaneo taglio lineare su diverse missio-ni di spesa dei ministeri per assi-curare la copertura. Si tratta, nella pratica, dell'attuazione della «clausola di salvaguar-dia» che era stata inserita nel decreto varato dal vecchio Go-verno per fronteggiare l'ipotesi che si verificassero minori ri-sparmi del previsto con i tagli alle buste paga. Un'ipotesi che, per l'appunto, si è avvera-ta con effetto pieno proprio con la sentenza della Corte co-

stituzionale di un mese fa. Il pagamento degli arretra-

ti, si legge nel dispositivo del Dpmc, di cui il Sole 240re è en-trato in possesso, avverrà in due tempi: tre quarti del dovu-to sarà reso entro il 2012 e il quarto restante nel 2013. Il co-sto dell'operazione, in termini di saldo netto da finanziare, è di 190 milioni l'anno per il

DOPO LA CONSULTA Per rispettare la sentenza della Corte gli arretrati verranno restituiti per tre quarti entro l'anno e il quarto rimanente nel 2013

2012, 2013 e 2014, 6o milioni per il 2015 e 30 per il 2016. Il rim- borso, oltre al taglio dei tratta- menti economici superiori ai 9omila euro, riguarda anche gli adeguamenti automatici degli stipendi dei magistrati e il taglio dell'indennità giudi- ziaria. Due voci, queste ulti- me, che determinano i maggio- ri oneri del rimborso comples- sivo, visto che il solo «prelie- vo di solidarietà» costava 25 milioni l'anno dal 2011 in poi (era stata ipotizzata anche una sua proroga per il triennio 2013-2015, ora azzerata).

La sentenza della Corte inte-ressa 13.554 dipendenti del set-

tore statale e 12.918 del settore non statale. La bocciatura della Consulta è arrivata dopo la le-vata di scudi di un piccolo eser-cito di magistrati. Sono state in-fatti quasi 1.300 le toghe che si sono rivolte ai Tar innescando una serie di ricorsi da diverse parti d'Italia. In totale sono sta-te 15 le ordinanze con remissio-ne al giudizio della Corte costi-tuzionale arrivate tra lo scorso anno e i primi mesi del 2012. E la Corte ha bocciato i tagli perché ritenuti in violazione degli arti-coli 3 e 53 della Carta. In sostan-za, per limitarci all'aspetto del provvedimento che forse più aveva fatto discutere, siccome il Governo non ha mai esteso il «prelievo di solidarietà» an-che ai privati, la misura lasciata in vigore solo per i pubblici è risultata palesemente incosti-tuzionale. Da qui il maxi-rim-borso, che sarà coperto come detto con nuovi tagli lineari al-le spese rimodulabili dei mini-steri, mentre per le altre ammi-nistrazioni gli oneri finanziari restano a carico dei rispettivi bilanci. L'onere del provvedi-mento correttivo, viene fatto notare nella Relazione tecni-ca, ha un effetto reale pari a cir-ca il 50% della spesa totale del-le amministrazioni se calcola-to in termini di «indebitamen-to netto», visto che si tratta di costo del personale.

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Pa, rimborsi ai maxi stipendi

27/1 1/2012

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I nuovi tagli alle spese dei ministeri

Applicazione clausola di salvaguardia prevista dal Dl 78/2010 art. 2 comma 1

Ministeri Riduzione 2012 Riduzione 2013

Economia 108.229.146 78.645.943

Sviluppo 11.819.233 7.924.930

Lavoro 1.260.563 1.835.931

Giustizia 2.395.136 5.078.903

Esteri 1.702.106 2.727.726

Istruzione 5.403.570 20.159.077 e

Interno 5.002.135 7.551.287

Ambiente 1.886.017 1.671.019

Infrastrutture 16.678.404 23.214.529

Difesa 28.000.331 27.898.136

Agricole 1.204.161 3.768.038

Culturali 4.512.985 6.951.643

Salute 906.213 2.572.838

Totale 190.000.000 190.000.000

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Pagina 15 i ex elettori Pci

27/11/2012

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Sut terra . A Ferrara e Bologna oltre 1150%

Ma l'Emilia resiste al «rottamatore» Andrea Biondi

«Adesso si parla di ballot-taggio scontato. Ma giovedì sera non eravamo mica così convin-ti». E schietto Giuseppe Pagani, consigliere regionale del Pd e co-ordinatore della campagna per Matteo Renzi in provincia di Reggio Emilia. Qui, nel cuore dell'Emilia rossa, gli elettori del "partitone" non hanno girato le spalle al segretario (e corregio-nale) Pier Luigi Bersani, tribu-tandogli, come nella sua Piacen-za e nelle province di Ferrara e Bologna, oltre il5o% dei consen-si (49% il dato regionale). «È ve-ro. Ma alcune realtà - precisa Pa-gani - hanno dato segnali forti. Renzi ha intercettato il bisogno di cambiamento nei confronti dell'apparato».

Innovazione e "apparato": cc-coli i termini più usati all'indo-mani del voto in quella che per Renzi è una fortezza intaccata e che Bersani ha invece rivendica-to come feudo inespugnabile: «Dell'Emilia non vale la pena parlare visto che abbiamo io punti di distacco». Il voto conse-gna una realtà comunque com-plessa. A una trentina di chilo-metri da Bologna, nell'Imolese, Matteo Renzi ha incassato un 414%, solo sette punti in meno. A Faenza (Ravenna) - enclave nella rossa Romagna in cui pesa, eccome, la cooperazione bianca

Renzi ha avuto oltre il 51% dei voti. «Matteo ha una capacità di rivolgersi alla società civile che altri non hanno», afferma il sin-daco, renziano, Giovanni Mal-pezzi, per il quale a far preferire Renzi è «il programma rivolto al futuro». A Forlì-Cesena (territo-rio storicamente repubblicano) il segretario Pd ha invece vinto, ma senza maggioranza assoluta e a distanza minima dal competi-tor. «Credo che la partita - dice Roberto Balzani, sindaco di For-lì, schierato per il primo cittadi-no di Firenze - sia aperta. Oltre alla discontinuità, Renzi ha un punto di forza nel porsi come ca-talizzatore di un centrosinistra

allargato e, quindi, che ha più possibilità di essere maggioran-za nel Paese».

Quasi n punti di distacco tut-tavia ci sono, e pesano. Per Gior-gio Pighi, sindaco di Modena e bersaniano, il segretario Pd è sta-to premiato «e lo sarà al secon-do turno» dal suo essere «un in-novatore lucido e consapevo-le». Inoltre, «sulla ricchezza ar-gomentativa non c'è paragone: Bersani argomenta, Renzi enun-cia». Di certo nel Modenese non

SEGNALI Il sindaco di Firenze vince in molti comuni pedemontani e del distretto della ceramica

sarà una passeggiata, visto che il capoluogo ha preferito Bersani, ma in molti comuni pedemonta-ni e del distretto della ceramica ha prevalso Renzi, spinto dall'at-tivismo di Matteo Richetti, presi-dente dell'Assemblea legislati-va regionale. Anche a Rimini il sindaco, bersaniano, Andrea Gnassi, si unisce al collega di Mo-dena e vede nel risultato un pre-mio tributato a Bersani proprio per la sua capacità innovatrice. «Ha avuto il coraggio di rompe-re gli schemi - dice - accettando le primarie in campo aperto. Renzi ha dimostrato una certa dose di furbizia nel cavalcare una richiesta di cambiamento che Bersani però già incarna». Forse, precisa Gnassi, «qualche critica in più Renzi avrebbe do-vuto muoverla al centrodestra».

A questo punto il timore po-trebbe essere quello di veder de-flagrare la contesa. Preoccupa-zione rimandata però al mitten-te. Il segretario regionale Pd, il bersaniano Stefano Bonaccini, cita le primarie in Francia «che hanno consegnato un Hollande forte e sostenuto da tutti».

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Imu e no profit, scontro continuo Il provvedimento al test della Ue mentre spunta l'ipotesi di ritocchi legislativi

Gianni Trovati MILANO

Non scende la temperatura nella querelle sull'Imu degli enti nonprofit. Mentre Bruxelles an-nuncia di aver «avviato lo stu-dio» sul decreto dell'Economia pubblicato sulla «Gazzetta Uffi-ciale» del 23 novembre, il Fo-mm del Terzo settore lancia l'al-larme sulla «grandissima confu-sione» applicativa che può na-scondere un «duro colpo» per il non profit e si affaccia la possibi-lità di nuovi correttivi alla legge di conversione del DI enti locali o, com'è più probabile, alla leg-ge di stabilità.

E in effetti i punti interrogati-vi che circondano la nuova disci-plina sull'Imu degli enti non commerciali non sono pochi, a partire dalla decorrenza dell'ap-plicazione, L'applicazione del-l'Imu proporzionale agli spazi utilizzati in modo commerciale partirà da12013, e inpunta di dirit-to dovrebbe alleggerire il peso

dell'imposta rispetto a quest'an-no: nel 2012, in base all'Articolo 93-bis del Dl i/2012, la distinzio-ne è solo fra gli immobili dedica-ti esclusivamente ad attività non commerciali, e quindi esen-ti dall'Imu, e tutti gli altri, che do-vrebbero invece pagare l'Imu su tutta la loro superficie. Va detto

però che, al momento, solo po-chissimi Comuni hanno bussa-to alle porte di attività prima escluse dall'Ici, rimandando nei fatti al 2013 l'intera partita. Con le sue difficoltà pratiche.

Difficoltà che nascono dai pa-rametri-guida per il doppio esa-

me previsto dal decreto dell'Eco-nomia per le realtà interessate dalle nuove regole dell'Imu, com-pletate con la pubblicazione sul-la «GazzettaUfficiale» del 23 no-vembre del decreto dell'Econo-mia. Il provvedimento si soffer-ma sulle modalità per capire qua-le percentuale dell'immobile va assoggettato all'Imu, puntando prima di tutto sulla superficie de-stinata ad attività commerciali e, quando questa distinzione non è possibile, sul numero di soggetti a cui si rivolge l'attività commer-ciale in rapporto alle persone to-tali a cui l'ente si rivolge.

Prima di entrare in questa gio-stra dei parametri, che agita il Terzo settore mentre l'Ue an-nuncia le proprie verifiche e che presenta più di una difficoltà ap-plicativa, gli enti che puntano all'esenzione almeno parziale dall'imposta municipale devo-no effettuare due esami, i cui contenuti sono fissati dallo stes-so decreto dell'Economia. Il pri-

a settore. Il criterio a più ampia applicazione riguarda le tariffe, a partire dal fatto che la «gratuità» o il compenso «simbolico» ga-rantiscono la non commercialità dell'attività, e di conseguenza la sua esclusione dall'Imu. Sul pia-no pratico, però, il limite più im-portante sarà quello che esclude dalla nozione di non commercia-le l'attività che viene accompa-gnate da tariffe superiori al 50% del prezzo medio registrato nel-lo stesso settore all'interno dell'ambito territoriale di riferi-mento. Anche in questo caso, il principio è chiaro (attività non commerciali non possono avere tariffe "di mercato"), ma l'appli-cazione è complicata: è il caso, prima di tutto, di molte scuole o strutture ricettive possedute da enti non commerciali, che con le tariffe oggi praticate rientrereb-bero nell'ambito del mercato soggetto all'imposta municipale.

[email protected]

mo aspetto da capire è se si rien-tra nel novero degli enti «non commerciali», fuori dai quali non sarebbe possibile alcuno sconto d'imposta. A ottenere questo patentino concorrono lo Statuto o l'atto costitutivo del-l'ente, che devono fissare il di-vieto di redistribuire "dividen-di" ai soci o ai lavoratori, l'obbli-go di reinvestimento di tutti gli utili nell'attività sociale e, in ca-so di scioglimento dell'ente, l'ob-bligo di devolvere il patrimonio ad altre realtà impegnate nello stesso campo di utilità sociale.

Solo chi presenta queste ca-ratteristiche può puntare a escludere dall'Imu gli immobili utilizzati per attività non com-merciali, e chi non è in linea ha tempo fino al 31 dicembre per adeguare il proprio Statuto se-condo questi criteri.

Superato questo passaggio, la verifica punta sulle caratteristi-che dell'attività, che per ottenere l'esenzione cambiano da settore

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27/11/2012

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Le definizioni

Le caratteristiche degli enti per evitare l'assoggettamento all'Imu

• Divieto di distribuire ad amministratori, soci o lavoratori quote di utili, avanzi di gestione riserve o capitale

• Obbligo di reinvestire nelle attività di solidarietà sociale tutti gli utili e avanzi di gestione

• Obbligo di devolvere ad altri enti dello stesso settore il patrimonio in caso di scioglimento dell'ente

Queste caratteristiche devono essere previste dallo Statuto: • Obbligo di adeguamento entro il 31dicembre 2012 • Possono essere derogate solo per specifici obblighi di legge

COMM ERO

F°1 1 1 SANITÀ E ASSISTENZA

• Strutture accreditate o convenzionate: attività svolta in modo complementare con quella pubblica, con fornitura di servizi gratuiti o compartecipazione limitata alla copertura del servizio universale

• Strutture non accreditate: attività svolta a titolo gratuito o con corrispettivi simbolici (al massimo il 50% dei corrispettivi medi per attività analoghe nello stesso territorio)

; 1 SCUOLE • Attività paritaria a quella statale • Obbligo di accoglienza degli alunni secondo il

principio della non discriminazione • Applicazione della contrattazione collettiva • Bilancio pubblico • Attività svolta a titolo gratuito o con corrispettivi

simbolici

03 1 ALBERGHI E STRUTTURE RICETTIVE; MUSEI; CENTRI RICREATIVI; CENTRI SPORTIVI • Attività svolta a titolo gratuito o con corrispettivi

simbolici

I tempi

L'applicazione dell'imposta in base all'evoluzione normativa

PAGANO I'IMU 'IMU

NEL 2012

• Immobili utilizzati esclusivamente per attività commerciali

• Immobili a destinazione mista

• Immobili utilizzati esclusivamente per attività non commerciali

NEL 2013

• Immobili utilizzati esclusivamente per attività commerciali

• Immobili a-destinazione mista, solo per la parte utilizzata per attività commerciali

• Immobili utilizzati esclusivamente per attività non commerciali

• Immobili a destinazione mista, solo per la parte utilizzata per attività non commerciali

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27/11/2012

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press unE

S°Ierld CAS

Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Resta l'incognita della retroattività Luigi Lovecchio

Il decreto delle Finanze sul-l'Imu degli enti non commerciali sembra destinato ad avere porta-ta interpretativa, valevole quin-di anche per il passato, per ciò che riguardala nozione di «attivi-tà istituzionale». Questo com-porta che di esso occorrerebbe tener conto già in sede di paga-mento del saldo Imu, in scaden-za il prossimo 17 dicembre.

Questa conclusione deriva dalla circostanza che la distin-zione tra attività «commercia-le» e attività «istituzionale» de-ve essere ricavata in senso con-

forme alla disciplina Ue, per evi-tare di incorrere nel divieto di aiuti di Stato alle imprese. Ed è evidente come tale esigenza si ponga, in via originaria, sia ai fini Imu sia a quelli Ici.

Il provvedimento delle Finan-ze, quindi, ha una parte innovati-

va, destinata a valere dal 2013, e una parte sostanzialmente inter-pretativa. La prima consiste nel-la determinazione dei criteri con i quali è possibile scorporare, ai fmi Imu, l'unico immobile in due porzioni: quella esente, adibita a fini istituzionali, e quella imponi-bile, ove si svolgono attività com-merciali. Innovativa è anche la regola relativa all'adeguamento degli statuti degli enti non com-merciali alle clausole indicate nel decreto, da effettuarsi entro la fine dell'anno. A questo riguar-do, va notato che le clausole so-no previste come obbligatorie

nell'articolo 148 del Tuir, per tut-ti gli enti associativi, per il ricono-scimento della qualifica di ente non commerciale ai fmi delle im-poste dirette. E poiché l'esenzio-ne Imu è accordata solo ai sogget-ti che rivestono la qualifica di en-ti non commerciali nel contesto del Tuir, ne deriva che la necessi-tà di averè uno statuto adeguato al modello del Tuir scaturiva già dalla legge vigente.

La parte di fatto interpretati-va riguarda le connotazioni og-gettive delle attività propria-mente non commerciali. Sul punto, si registraun ripensamen-

to rispetto alle indicazioni conte-nute nella circolare 2/2009 dello stesso Dipartimento delle politi-che fiscali. ti

Si guardi, ad esempio, alle con-dizioni di esenzione per le attivi-tà didattiche. Mentre secondo la circolare era sufficiente il mero pareggio economico del servi-zio, nel Dm si pretende il requisi-to ben più stringente del corri-spettivo simbolico, per coprire solo una frazione dei costi com-plessivi. Lo stesso accade per le attività culturali, ricettive e ricre-ative, per le quali la previsione di prezzi inferiori a quelli di merca-to, contenuta nella circolare n. 2, si è tramutata nell'obbligo di ef-fettuare prestazioni gratuite o dietro corrispettivi simbolici, senza alcuna relazione con il co-

sto del servizio.Il maggior rigore del decreto è giustificato dalla ne-cessità di rispettare i parametri Ue. Da qui la naturale retroattivi-tà delle precisazioni in termini.

Va ulteriormente evidenziato che l'unica differenza tra la disci-plina Imu 2012 e quella in vigore dall'anno prossimo consiste nel-la possibilità di conservare un'esenzione parziale, in presen-za dí utilizzi promiscui degli im-mobili. Sino alla fine di quest'an-no, infatti, occorre che la destina-zione istituzionale sia esclusiva per l'intero immobile. Ecco per-ché in occasione del saldo di di-cembre ben potrebbe accadere che un ente, prima convinto di ri-cadere nell'esenzione, si ritrovi invece soggetto ad Imu.

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conciliazione al 2015 Tagiin ai cagli e ai Lernpi

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11S°Ierld CAS

Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Enti locali. Pochi giorni per l'ultimo tentativo di salvataggio

La Corte dei conti «spinge» Reggio Calabria in default

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Gianni Trovati MILANO

Il buco scoperto dalla Ra-gioneria generale nei bilanci del Comune di Reggio Cala-bria non accenna a chiudersi, il quadro anzi si aggrava e la Corte dei conti rompe ogni in-dugio: il Comune, ora retto da un commissario dopo lo scio-glimento del consiglio per «contiguità» con la 'ndranghe-ta, ha tempo fmo alla prima set-timana di dicembre per man-dare ai magistrati contabili «controdeduzioni» di peso, al-trimenti scatterà a metà del mese l'ultima tappa della pro-cedura che porta al dissesto «guidato» dalla stessa Corte,

ARMA SPUNTATA Il Comune puntava sulle dismissioni di case popolari che però non possono salvare il bilancio locale

introdotto dal decreto federa-lista su premi e sanzioni (Dlgs 149/2011).

Una procedura che si intrec-cia con quella per il ricorso al fondo anti-dissesto appena istituito dal Dl 174/2012, e che in una prima versione esclu-deva le città già messe sotto esame dalla Corte in vista di un eventuale default, ma ora è stato corretto: a decidere fra il dissesto o la salita in ex-tremis sulla barca del fondo statale sarà quindi una que-stione di calendario.

La malattia che mina le chance di sopravvivenza dei conti di Reggio Calabria è il disavanzo da 17o milioni di euro individuato dagli ispet-tori di via XX Settembre nell'esercizio 2610.

Quando nel luglio del 2012

ha chiuso (con 15 mesi di ritar-do) il consuntivo 2010, il Co-

mune ha contestato l'entità dello squilibrio, riducendolo a 118,5 milioni dopo aver rivisto i conteggi e accertato una som-ma da 22,5 milioni da recupera-re perché «corrisposta indebi-tamente» al personale.

La Corte storce il naso da-vanti a questa mossa, perché il riaccertamento dei residui attivi (entrate non riscosse) e passivi (debiti del Comune verso realtà esterne, prima di tutto fornitori) non è mai sta-to formalizzato in una delibe-ra. Il problema più grave, pe-rò, è un altro, e si nasconde nel-la strada scelta dal Comune per tentare di risalire la china del disavanzo.

Reggio ha infatti deciso di puntare tutto sull'alienazione di immobili, che con 9 opera-zioni dovrebbe portare in cas-sa 109,3 milioni di euro. Un'operazione audace, che se-condo i magistrati contabili sfocia abbondantemente nell'impraticabilità per una ra-gione di fondo: gran parte del mattone da valorizzare è rap-presentato dall'edilizia resi-denziale pubblica, che in base alla legge (articolo 1, comma 5 della legge 560/1993) può esse-re dismessa solo per «realizza-re programmi finalizzati allo sviluppo» dello stesso settore, e non per rimpinguare casse comunali in sofferenza croni-ca. Ammesso e non concesso, chiosa la Corte, che operazio-ni del genere possano portare a un incasso da 109 milioni.

Insomma: secondo la Corte c'è da trovare in pochi giorni un'altra strada, in grado anche di alleviare in fretta la cronica liquidità di cassa che si tradu-ce in anticipazioni di tesoreria oltre il limite: un'impresa qua-si impossibile, la cui unica al-ternativa è rappresentata dal-la dichiarazione ufficiale di dissesto.

[email protected]

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Ta paura di Ikeatnge,_

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cas, Progetto condiviso per rivitalizzare il centro storico prima dello sbarco del big svedese

La paura di Ikea ingegna il borgo

TORGIANO (PERUGIA)

È stata l'incombenza di un nuovo polo Ikea, annunciato anco-ra nel 2008 a pochi chilometri dal-la cittadina, a spingere i commer-cianti del borgo medievale di Tor-giano, in provincia di Perugia, a or-ganizzarsi. L'obiettivo condiviso era rivitalizzare l'offerta retail del centro storico, per riuscire a com-petere con l'arrivo della grande di-stribuzione, e il risultato è un inno-vativo progetto di riqualificazione urbana, redatto dall'architetto An-gelo Patrizio. Un modello di pro-gettazione partecipata che inse-gna il marketing urbano su scala nazionale.

In seguito a un accordo di colla-borazione siglato il io gennaio 2012 tra l'amministrazione comu-nale di Torgiano, Confcommer-

cio Perugia e Confcommercio na-zionale, ci sono voluti mesi di lavo-ro: «Abbiamo realizzato incontri con i proprietari di alcuni immobi-li commerciali dismessi nel cen-tro storico - racconta Angelo Pa-trizio, responsabile dell'area Ur-banistica e progettazione urbana per Confcommercio -, e fatto una proposta di riqualificazione del contesto commerciale per rivita-lizzare facciate e vetrine troppo inespressive. Abbiamo realizzato un progetto che amplia di oltre io° metri quadrati lineari il fronte espositivo dei negozi e ri-proget-tato la piazza centrale, fornendo uno spazio di raccolta e per il mer-cato all'aperto».

Proprio in questi giorni il proget-to del nuovo piano urbanistico di Torgiano è esposto in piazza Matte-otti. E frutto del dialogo di mesi con le diverse associazioni di categoria, con i rappresentanti dei giovani e dei disabili. «Abbiamo risolto il pro-blema della sosta misurando le di-

stanze reali e i parcheggi effettivi, poi migliorando la comunicazio-ne», ha aggiungo Patrizio. La propo-sta punta a valorizzare il ruolo delle attività economiche locali e indivi-duare un miglior assetto dell'offerta commerciale, integrandola con i musei dell'Olio e del Vino (Moo e Muvit) e quello del pane che sorge-rà nel vecchio parco dei Mulini. I plastici esposti consentono ai citta-dini di vedere la Torgiano del futu-ro e di esprimere le proprie idee e i propri suggerimenti.

Gli abitanti di Torgiano hanno fatto in fretta e hanno elaborato una proposta, ancor prima dell'ar-rivo di Ikea di cui invece non si han-

L'OBIETTIVO Si punta a valorizzare le attività economiche locali Il piano urbanistico è esposto in questi giorni nella piazza del paese

no ancora informazioni. Ma realiz-zarla non sarà facile: «Siamo un Comune di 7mila abitanti con set-te frazioni - afferma il sindaco, Marcello Nasini -. Stiamo portan-do avanti politiche di spending re-view, non abbiamo risorse per rivi-talizzare i centri storici che resta-no poco abitati e le attività chiudo-no». Esperienze come quella di Torgiano si moltiplicano sul terri-torio. Se ne è parlato anche duran-te l'ultima edizione di Urbanpro-mo a Bologna, dove sono stati pre-sentati 5 casi pilota di contratti d'area sottoscritti in Emilia Roma-gna dai commercianti: «Il rischio di impoverimento dei nostri cen-tri storici si sta aggravando - ha detto in quell'occasione l'assesso-re regionale al Turismo e Commer-cio, Maurizio Melucci -. Bisogna condividere un piano integrato che disincentivi l'individualismo dei diversi attori».

Mi. F. f© RIPRODUZIONE RISI AVA IA

Pagina 43 Il commercio verso fl ritorno in

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27/11/2012

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Retait Conclusi aggregazioni e accordi tra gli operatori e le associazioni per rilanciare le vendite nelle strade tradizionalmente vocate allo shopping • • Il commercio verso il ritorno in città Il primo effetto è stato l'aumento dei rendimenti dei canoni di locazione degli spazi più pregiati

Michela Finizio

C'è un solo segmento oggi nel real estate italiano che tiene, anzi addirittura cresce. È quello degli immobili retail nei centri storici, i cui rendimenti da loca-zione secondo Bnp Paribas Re nel terzo quadrimestre sono tornati a crescere (+4,6%), dopo alcuni tri-mestri di stabilità. Accade perché la domanda di spazi da parte dei brand, dall'abbigliamento alla ri-storazione, è tornata a concentrar-si in città. Spingendo il commer-cio a mettersi in rete per riuscire ad offrire negozi moderni, immo-bili e servizi di qualità.

«Il centro commerciale migra al centro della città e diventa un luogo urbano, costringendo i pro-prietari degli spazi ad organizzar-si», afferma Pietro Malaspina, pre-sidente del Consiglio nazionale dei centri commerciali. Milano ri-mane la piazza dominante, tanto per i brand del lusso quanto per le catene internazionali, con affitti medi di 4mila curo al metro qua-drato all'anno (3.500 nella Capita-le). Mentre gli operatori temono i rialzi a causa della pressione dell'Imu richiesta per i negozi, è caccia agli ultimi spazi sfitti di-smessi nei centri storici delle no-stre città: l'advisor immobiliare World Capital stima tempi medi di vacancy dai tre ai nove mesi. «La frammentazione della pro-prietà, le lobby dei commercianti e i difficili rapporti con le ammini-strazioni pubbliche - afferma Marco Clerici di Word Capital -ostacolano le aggregazioni e le re-ti per valorizzare le high street».

A Milano l'esperienza dell'ex cinema Excelsior rinnovato da Jean Nouvel per Coin, a due passi da corso Vittorio Emanuele, fa scuola tra gli operatori che punta-no al recupero di spazi nelle vie dello shopping per migliorare l'of-ferta e ottimizzare i servizi. An-che i più piccoli, oggi, cercano di imitare il modello: sono nati in tut-to 199 distretti del commercio in Lombardia, per il management dei centri storici. Come quello di Busto Arsizio che nel 2012 ha pro-mosso un'operazione avanzata di riqualificazione e potenziamento del mix commerciale: l'interven-to ha permesso la realizzazione di nuovi 7mila mq residenziali e cir-ca 3.100 commerciali nel cuore della cittadina, oggi a caccia di re-tailers del lusso, dello sport e del tempo libero. Il distretto è soste-nuto dalla Camera di Commercio di Varese e dispone di 5oo negozi di cui circa 20 sfitti: altri 6mila mq saranno messi sul mercato entro il 2015, pronti per sfruttare l'Expo di Milano

Mete dello shopping, soprattut-to in città turistiche, gallerie e por-tici catalizzano l'attenzione dei marchi internazionali: le vie più note di Milano e Roma figurano ri-spettivamente al 4 ° e 6 posto dell'indice delle destinazioni eu-ropee preferite dagli operatori, elaborato da Jones Lang LaSalle. Dei 153 brand considerati oltre 6o non sono ancora presenti in ifa-lia. Tra i grandi assenti, colossi fashion come TopShop, Uniqlo, Urban Outfitters, Primark o Top-Shop; department store come De-

benhams e Mark&Spancer; Ap-ple ancora non ha uno store a Mi-lano; e così via. Per intercettare questa domanda, però, c'è ancora molto da fare: il retail italiano è per l'83% rappresentato da shop-ping center fuori città e i pochi spazi nei centri storici sono spes-so obsoleti e da riqualificare.

Nascono con questo obiettivo anche 21 network "intelligenti",

TRASFORMAZIONI

A Milano l'esperienza dell'ex cinema Excelsior rinnovato da Jean Nouvel per Coin; le «high street» catturano l'attenzione dei big stranieri

Vacancy rate

*È Masso di sfitto o invenduto, il primo vero indicatore congiunturale del mercato immobiliare. È dato dal rapporto tra spazio libero desiderato dai proprietari, che garantisce loro una certa flessibilità dal lato dell'offerta, rapportato al totale spazio disponibile. Nel segmento retail high street il tasso è storicamente molto basso, perchè la domanda è elevata.

promossi sul territorio dalle Ca-mere di Commercio: c'è chi sostie-ne le filiere e minimizza i costi; chi rafforza l'integrazione funzio-nale per garantire un'offerta più estesa; e chi addirittura gestisce e valorizza gli spazi, riducendo lo sfitto, per essere più attrattivo agli occhi degli investitori. A fare il punto è «Città smart per valoriz-zare l'imprenditoria», una recen-te ricerca Indis-Unioncamere che si è proposta di mappare le ini-ziative locali.

A Cuneo, ad esempio, è disponi-bile un servizio di fidelizzazione della clientela del commercio di vicinato (Desidoo.com) che tra-mite app per smartphone e picco-li display touchscreen nei negozi consente la geolocalizzazione, la condivisione di servizi e l'invio di notifiche e promozioni. La Came-ra di commercio di Avellino, inve-ce, finanzia i cosiddetti "centri commerciali naturali" (reti tema-tiche o territoriali di esercizi di vi-cmato) e gli interventi di refur-bishment del retail (fonti rinnova-bili, materiali isolanti, riduzione dei rifiuti e delle dispersioni, ecc.), per ridurre i costi di impre-sa. A Bergamo, infine, sono nati i Negozi Multiservizio nelle aree montane, permettendo a piccole attività di ampliare la propria of-ferta con un corner di prodotti ti-pici e artigianali del posto; un pun-to informativo per la promozione turistica e servizi pubblici; e una postazione internet. Ad oggi là re-te può contare su cinque realtà, già ben avviate.

= ZONE RISERVATA

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Canone di locazione

Min

Max

,0

Euro/mq/annuo

1

Min 0.00

Max • 0.00

Tempo di sfitto (fino a mesi)

o

4.100

Q 6.200

e

* 4

PORTOFINO

Via Calata Marconi

2.700

7.500

o •

4

NAPOLI

Via dei Mille 1.000 1.600 , e 8

7 3.800

A, 7.200

e e e e O.

e

e 5

e

se ** e* 9

1 GENOVA

Via XX Settembre

1.100

2.800 ** 6

BARI

Via Sparano 2.700

6.500

2.400

5.500 i BOLOGNA

Galleria Cavou r

2.000

8.000

e e e

PORTO CERVO

Via La Passeggiata

7.200

12.000

e

7

2.400

8 3.800

FIRENZE

Via Tornabuoni 1.600

2.500

• « 3

PALERMO

Via Ruggero Settimo

2.300 ,, 4.200

e

oe ce 8

1.100 2.900 Wk 8

ROMA

Via dei Condotti

3.400

5.700

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CATANIA

Via Etnea

2.000

5.500

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I TORINO

Via Roma

E MILANO Via Monte Napoleone

VERONA

Via Mazzini

VENEZIA

P.zza San Marco

CORTINA

Corso Italia

[ Fonte: World Capital

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Le vie dello shopping

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Pagina 45 Bolzano rilancia con Pexport

Province

Bolzano

Siena

Trento

Rimini

Trieste

Parma

Belluno

Ravenna

Aosta A Bologna

99

100

101

102

103

104

Province

Caserta

Palermo

Bari

Foggia A

Vibo Valentia V"

Trapani

Brindisi

Caltanissetta A

Napoli

Taranto

Pos. Diff.

Punti 2011 asti

+3

-2

-11

o

-1

-7

aF

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Qualità della vita. La città altoatesina è al primo posto nella classifica 2012 del Sole 24 Ore ma le imprese guardano avanti

Bolzano rilancia con l'export Pan (industriali): per restare competitivi dobbiamo migliorare le infrastrutture

Mauro Pizzin BOLZANO

Vietato riposare sugli allo-ri. Può essere sintetizzato con questa frase il sentiment del mondo imprenditoriale altoate-sino, contattato dopo la vittoria dell'Alto Adige nella classifica provinciale 2012 sulla qualità della vita del Sole 24 Ore (si ve-da l'edizione di ieri).

I numeri economici, infatti, se da un lato dimostrano che Bolzano sta meglio su molte vo-ci rispetto alla media nazionale - la provincia è terza nel valore aggiunto pro capite e chiuderà il 2012 con un Pil da 19,948 mi-

liardi, in aumento dello 0,5% ri-spetto al zon - dall'altro, compli-ce la crisi globale, impongono al mondo della politica, come a quello dell'impresa, di tenere comunque la guardia alzata.

Nell'ottica della competitivi-tà di medio/lungo periodo - e tanto più alla luce della congiun-tura internazionale - allarma in particolare il 54 ° posto conqui-stato alla voce esportazioni, in lieve calo tendenziale nel con-fronto tra i primi semestri del

IL MOLO DEL TERRITORIO Il mondo produttivo: occorre sfruttare meglio la nostra posizione strategica, cerniera tra l'area mediterranea e quella germanica

2011C del 2012 (918,1milioni con-tro 903,7). «Per rimanere com-petitivi le esportazioni dovreb-bero pesare almeno un terzo in più - sottolinea il presidente di Assoimprenditori, Stefan Pan -specie alla luce della contrazio-ne della domanda interna. Dob-biamo, inoltre, sfruttare meglio la posizione strategica del no-stro territorio, cerniera tra l'area mediterranea e quella ger-manica, altrimenti rischiamo di vanificare l'indubbio vantaggio di portare "in grembo" una se-conda lingua».

Per meglio aggredire i merca-ti esteri il numero uno degli in-dustriali ritiene che debba au-mentare il supporto della Pro-vincia autonoma, a cui chiede un cambio di passo pure sul fronte infrastrutturale e dello

I risultati

LA CLASSIFICA FINALE Le prime e le ultime province nella classifica 2012 della qualità della vita

Fonte: Il Sole 24 Ore del lunedì

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i

Provincia Punti

Cuneo 676 98

2 Reggio Emilia 667

3 Bolzano

636 100

631

624 102

4 Ravenna

5 Brescia

6 Arezzo 609 103

8

Parma

Prato

• •

608 104

600 105

Savona • 592 106

10 Modena • 585

Mantova 585

Provincia

Messina Caltanissetta

Palermo

Vibo Valentia

Oristano

Agrigento

Reggio Calabria

Potenza

Matera

Cosenza

Punti

344

344

339

335

333

• • •

330

329

325

327

325

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snellimento burocratico. «Dal-la banda larga - esemplifica Pan - restano ancora fuori am-pie porzioni del territorio e le aziende sono in difficoltà an-che per partecipare alle gare d'appalto. Le stesse difficoltà che riscontrano quando devo-no confrontarsi con i nostri tem-pi amministrativi, mentre avremmo bisogno di un cam-bio di passo per avvicinarci alle aree più avanzate della Ue».

Si tratta di richieste rispetto alle quali l'attuale esecutivo appare sensibile. «Che la ban-da larga oggi pesi come le stra-de negli anni Settanta è fuori discussione - riconosce l'as-sessore provinciale all'Econo-mia, Thomas Widmann - ma stiamo lavorando per colmare questo gap in due anni. La fi-

nanziaria che congederemo a fine 2012 conterrà, inoltre, un piano articolato di sostegno all'economia pensato anche per l'export, mentre all'inizio del 2013, con una norma ulte-riore, garantiremo tempi d'in-sediamento aziendale entro i sei mesi dalla domanda dell'impresa interessata.

La necessità di guardare all'Europa è ribadita anche da Anton Seeber, amministratore delegato di quel Leitner Group - ai vertici mondiali nel setto-re degli impianti a fune e lan-ciatissimo anche nel business eolico - che con oltre 700 mi-lioni di fatturato rappresenta una delle maggiori realtà indu-striali della provincia.

«Qui in Alto Adige - sottoli-nea Seeber, vincitore nei giorni

scorsi del premio "imprendito re dell'anno" promosso da Er- nst & Young in collaborazione con il Gruppo 24 Ore per la cate- goria Technology - dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che il nostro futuro è in Europa, mentre perdiamo ancora tem- po a combattere battaglie di re- troguardia con Roma sul fronte dell'autonomia». Parole forti, pronunciate in un momento in cui a livello politico la Provin- cia - squassata anche dalle accu- se di bandi truccati nell'affida- mento dell'idroelettrico - si prepara a voltare pagina con l'addio dopo 5 mandati del pre- sidente Luis Durnwalder e la perdita della tradizionale mag- gioranza assoluta certificata da- gli ultimi sondaggi.

RIPRODUZIONE RISI RVAIA

AFFARI E LAVORO Le prime e le ultime province nell4.classifica 2012 della qualità delle vita relative alla sezione "affari e lavoro"

Pagina 45 Bolzano rilancia con Pexport

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27/1 1/2012

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Qui Sicilia. Pesa la distanza dai mercati

Nino Amadore AGRIGENTO

La distanza dai mercati e la scarsa dotazione infrastruttura-le, un atteggiamento poco colla-borativo da parte delle istituzio-ni. Sono un paio degli elementi patologici individuati da profes-sionisti e imprenditori agrigenti-ni che da anni lamentano la diffi-cile situazione di contesto in cui sono costretti a operare. La pro-vincia è ancora una volta agli ulti-mi posti della classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita. E quest'anno si è guadagnata un ul-timo posto nella "sezione" affari e lavoro. A pari "demerito" si po-trebbe dire con Reggio Calabria. «Continuiamo a ripetere le stes-se cose - dice Vittorio Messina, presidente della Camera di com-mercio agrigentina -: registria-mo un forte ritardo nella dotazio-

ne infrastrutturale, che certo non ci aiuta ma anche un'incapa-cità della classe politica a far di-ventare Agrigento attrattore di investimenti». Sotto accusa an-che la burocrazia che «può avere un ruolo positivo se è efficace ma in queste condizioni è un ostacolo insormontabile».

Dello stesso tenore la riflessio-ne di Giuseppe Catanzaro, presi-dente di Confindustria Agrigen-to e vicepresidente di Confindu-stria Sicilia: sua l'idea, qualche anno fa, di disegnare un'Italia ca-povolta con Agrigento al posto di Milano o Como, insomma con la Sicilia al Nord e la Lombardia al Sud. Un sogno che Catanzaro, impegnato sul fronte dello svi-

29.206 Imprese È il numero di aziende attive aggiornato al III trimestre 2012

luppo e della lotta alla mafia (è uno dei protagonisti della svolta di Confindustria Sicilia), ha per-seguito e persegue ma, dice, «dobbiamo purtroppo prendere atto della scarsa sensibilità nei confronti delle imprese da parte della politica. C'è da riflettere e parecchio su alcuni indicatori della classifica del Sole 24 Ore. C'è da riflettere per esempio sul nostro il posízionamento all'ulti-mo posto nazionale per quanto riguarda gli affari ed il lavoro, sul-le valutazioni in tema di export, disoccupazione e impieghi finan-ziari, sia il calo di ben i2 posizioni nella classifica relativa ai reati». Per il presidente dell'Ordine dei commercialisti Ignazio La Porta quella agrigentina è una provin-cia disomogenea: «Ci sono aree come quella di Sciacca, di Licata odi Canicattì che hanno una con-sistenza economica diversa - di-ce -. Il problema si pone per la zo-na attorno ad Agrigento. C'è sta-ta una forte dipendenza dalle commesse pubbliche e questo ha creato problemi di non poco conto. Ma da queste parti l'im-presa privata deve farei conti an-che con la burocrazia: i dipen-denti pubblici dovrebbero capi-re che loro sono al servizio dei cittadini e non viceversa».

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Agrigento, cresce il rischio isolamento

Pagina 45 Bolzano rilancia con l'export

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iemonte, Il mix agricoltura, industria, servizi

Augusto Grandi TORINO

Tutti concordi: la Provin-cia di Cuneo conquista il primo posto nella classifica del Sole 24 Ore per il settore "affari e lavo-ro" grazie ad un mix - forse uni-co in Italia - di industria, servi-zi, agricoltura. «Siamo diventa-ti un modello economico di suc-cesso - assicura Ferruccio Dar-danello, presidente della Came-ra di commercio di Cuneo, ma anche di Unioncamere Piemon-te cd Italia - gràzie alla diversifi-cazione produttiva che ci per-mette di essere protagonisti an-che nelle fasi di crisi».

E poi, per Dardanello, è nel Dna dei cuneesi la capacità di fa' re impresa come valorizzazio-ne delle capacità e dei progetti. In ogni ambito, come sottolinea Ernesto Abbona, presidente di

Piccolaindustria Piemonte e produttore di vini "Marchesi di Barolo" nella Granda. «Nono-stante í tentativi di consumo del territorio da parte di un'edi-lizia invadente - afferma - ab-biamo mantenuto un equilibrio ambientale che favorisce un'agricoltura di qualità e che attira il turismo. ma al di là dei numeri di arrivi e presenze, in continua crescita, il turismo è importante perché arrivano operatori economici che si tra-sformano spesso in partner commerciali ed industriali».

Anche perché - assicura An-tonello Marzolla, segretario re-gionale dell'Usarci (agenti di commercio) - Cuneo rappre-

3.400 Imprese della provincia di Cuneo Con 6,4 miliardi di export e 266mi1a addetti

senta un'isola felice sul fronte dei pagamenti, «e questo favo-risce accordi, acquisti, in un ambito di economia sana che è sempre più difficile da trovare, in Italia». E l'immagine positi-va dei comportamenti si trasfe-risce anche nell'immagine dei prodotti. Che si tratti dei panet-toni della Maina o dei formag-gi di Occelli, della Ferrero o delle macchine di Merlo.

Forse la serietà ed il rigore nei pagamenti sono anche lega-ti al tipo di tessuto economico della Granda. «La provincia di Cuneo - ricorda Nicoletta Mi-roglio, presidente dell'Unione industriale - è caratterizzata dalla presenza di numerose im-prese a carattere famigliare, for-temente legate al territorio ed al suo benessere, e non solo nel-le realtà medio piccole». Miro-glio ricorda come molte fami-glie conservino gli stabilimenti principali nella provincia e, benché si tratti di grandi impre-se di livello internazionale con unità produttive in vari conti-nenti, «da sempre riservano una particolare attenzione ai si-ti produttivi locali». Ma sono fondamentali anche le piccole imprese, sconosciute ai più ma di grandissima qualità.

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Cuneo, il successo è la diversificazione

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Nel borsino del Pd salgono le quotazioni del governatore dell'Emilia Romagna

Adesso Errani scalda i motori In calo il gradimento di Rossi per la delusione toscana

DI ANTONIO CALITRI

Dopo la vittoria di Matteo Renzi su Pier Luigi Ber-sani nella disfida toscana delle primarie del centro-

sinistra, crollano le quotazioni del governatore Enrico Rossi alla successione morbida per la guida del Pd e tornano a salire quelle del collega dell'Emilia Romagna, Vasco Errani. Se al Nazareno, sede dei democratici danno per scontata la vittoria di Bersani al ballottaggio, i fedelissimi del vincitore analizzano il voto locale e già emettono le prime sentenze. Una su tutte quella sulla successione morbida proprio a Ber-sani che si vede già al governo e ha annunciato che al congresso del par tito non si ricandiderà. AI suo posto però, nelle sue intenzioni c'è quella di guidare i delegati del partito verso un suo uomo di fiducia. Cosa che già da settimane aveva fatto partire una sorta di derby dell'appennino tra i due più papabili, colleghi di carica e vicini di territorio Rossi ed Errani. Il governatore toscano prima della competizione di domenica partiva avvantaggiato rispetto a quello emi-liano per diversi fattori, due in parti-colare. Alle ultime regionali Rossi era risultato il governatore più votato del centrosinistra con il 59,7% dei con-sensi. Nella rossa Emilia Romagna invece Errani era stato eletto con il 52,1% e segnava una perdita di ol-

tre 10 punti sulla precedente elezioni (nel 2005 conquistò il 62,7%). Il se-condo fattore era quello funzionale. Se Rossi, insieme ai segretari territo-riali, quasi tutti con Bersani, riusciva a bloccare il voto di Renzi in Toscana o addirittura nella sua città avrebbe fatto passare il messaggio che chi co-nosce il sindaco di Firenze da vicino non lo vota. Con il doppio merito di aver spinto Bersani verso la vittoria e di-strutto l'imma-gine di Renzi. Ma le cose sono andate diversa-mente. Dome nica sera Renzi come prima cosa ha sottolineato la sua vittoria netta sul segre-tario proprio nel-la sua regione e in quei luoghi simbolo della sinistra dove tutti, almeno a Roma, credeva-no essere una enclave bersaniana. Con il risultato finale che Renzi ha conquistato il 52% dei consensi nel-la regione e Bersani appena il 36%. Così, mentre in molti chiedono già le dimissioni del segretario regionale Pd Andrea Manciulli, a rischiare adesso è proprio Rossi già condan-nato a caldo dal Nazareno a dover

guidare la Toscana fino al 2015. In Emilia Romagna, invece, salgono le quotazioni del fidatissimo Errani per la prossima segreteria. Il governato-re della stessa regione del segretario, acciaccato dall'indagine della magi-stratura su Terremerse (dove pure è stato assolto), circondato da renziani molto in vista, a partire dal presiden-

te dell'assem-blea regionale Matteo Ri-chetti al presi-dente dell'Anci Graziano Del-rio, fino alla ex fini ana Sofia Ventura ha fatto sorridere Bersani, per un risultato che fino a sabato non si aspetta-vano. A Roma pensavano a un testa a testa in

Emilia Romagna, dove avrebbe retto quasi solo la roccaforte Bologna. E invece domenica sera il segretario nazionale ha ottenuto il 49% ;lei consensi contro il 38% circa di Renzi. E a Bologna l'ha addirittura distan-ziato di quasi 20 punti. Con Errani che già ieri al Nazareno era indicato come "nuovo" successore in pectore di Bersani. O Riproduzione riservata—n

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Adesso Errani scalda i motori

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Il professore fa il tattico e prepara la scalata

Appeso al Colle Quirinale, torna l'ombra di Prodi

DI ANTONIO CALITRI

Ta un Monti bis e un go- verno di centrosinistra guidato da Pier Luigi Bersani, torna l'ombra

di Romano Prodi per il Quiri-nale. Con il professore bolognese che da giorni si è trasformato in testimoniai delle primarie ma, tradendo alla sua proverbiale chiarezza, non si schiera né per il segretario Pd, né per Matteo Renzi destando molti sospetti sulle sue reali intenzioni. Da mesi Prodi si teneva lontano dalla politica italiana limitando i suoi interventi soprattutto alla crisi dell'Euro e alla critica della locomotiva tedesca guidata da Angela Merkel. Nell'ultimo mese però la sua presenza è tornata imponente, prima con un'intervista al Quotidiano na-zionale dove criticava la politi-ca del rigore di Mario Monti e gli mandava a dire che «troppa dieta uccide» e che «il modello sociale europeo è ancora valido e funziona». Due giorni dopo sul Mattino dove auspicava una buona legge elettorale che ci permetterebbe di essere addirittura più forti della Ger-mania. Infine sul quotidiano degli italoamericani America Oggi criticava le differenze di reddito e la disoccupazione del nostro Paese ma garantiva che «l'Europa ce la farà». Grande

visibilità sui temi nazionali ma ancora di più sulle primarie in corso. Da settimane Prodi appe-na poteva scriveva o si lasciava intervistare sull'importanza di queste primarie e faceva un po' da testimoniai, garantendo che lui sarebbe andato a votare. Senza però dichiarare mai per chi avrebbe votato, cosa abba-stanza insolita per un profes-sore rigoroso che ha fatto della chiarezza e della trasparenza la sua politica. E che per non fare inciuci o accordi nascosti ha pre-ferito che il suo governo cadesse e se n'è tornato a Bologna. Que-sta volta invece, le primarie le sta gestendo tutte nell'ombra. Prima aveva incontrato segre-tamente Renzi per dargli dei consigli, salvo poi, una volta sco-perto, limitarsi a dire che era un incontro senza doppi fini e che non si stava schierando per il rottamatore. Intanto il fidatis-simo Arturo Parisi aveva inco-minciato a sostenere il sindaco di Firenze, facendo così credere che dietro ci fosse anche il pro-fessore. Poi ha incontrato anche Bersani e mentre al Nazareno a quel punto davano per certo l'appoggio dell'ex premier al se-gretario, ancora una volta lui ha negato qualsiasi endorsement. Contemporaneamente la sua fidata portavoce nonché depu-tata Sandra Zampa è entrata

nel coordinamento del comitato Bersani di Bologna. Con il risul-tato che Prodi sembra sostenere entrambi i candidati e non fa chiarezza. Così come ha riaf-fermato ieri in un'intervista a Repubblica dove, dopo aver ga-rantito che anche al ballottaggio andrà a votare perché «la mia agenda teneva conto anche di questa ipotesi» ha ribadito che «non dirò per,chi» perché «credo, forse immodestamente, di poter ancora influenzare qualcuno». Un comportamento che punta a tenersi buoni entrambi i candi-dati, convinto che gli servirà la copertura di tutto il Pd per quel-lo che sarebbe tornato ad essere il suo obiettivo. Con Pier Fer-dinando Casini ormai fuori dalla corsa al Colle e Monti che tradendo le indicazioni di Gior-gio Napolitano domenica sera da Fabio Fazio ha detto che scenderà in campo spiegando che «rifletterò su tutte le possi-bilità, nessuna esclusa su come io riterrò ancora poter dare il mio contributo per il migliore interesse dell'Italia europea», Prodi torna ad essere in prima fila per il Quirinale. E siccome nel prossimo Parlamento il voto del centrosinistra sarà determi-nante, lui preferisce tenersi buo-ne tutte le anime. Padre nobile del partito che delle pritharie. ©Riproduzione riservata—M

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Senza l'assistenza dei software studi costretti a immettere una per una le variazioni

Imu, commercialisti nel panico Ancora non del tutto definito il quadro delle aliquote

DI ANDREA BONGI

C ommercialisti sull'orlo di una crisi di nervi per colpa dell'avvicinarsi del saldo Imu 2012.

Senza l'assistenza dei softwa-re, gli studi professionali sono costretti a immettere a mano, una per una, le variazioni di aliquota e le delibere dei sin-daci italiani che influenzano la determinazione dell'imposta municipale da versare a saldo entro il prossimo 17 dicembre 2012. Tutta colpa del ritardo con cui i comuni hanno appro-vato le delibere definitive con le aliquote (molti enti hanno atteso fino all'ultimo momen-to utile) e trasmesso gli atti al dipartimento delle finanze. La legge dà infatti ai municipi 30 giorni di tempo dal varo della delibera per caricare il prov-vedimento con le aliquote su www.finanzeit, ma poiché mol-te di queste sono state appro-vate a ridosso della dead line del 31 ottobre, c'è il rischio che un quadro dettagliato degli im-porti non si possa avere prima di fine novembre. In ogni caso troppo a ridosso della scaden-za del saldo (17 dicembre). E così, in assenza di un quadro delineato e visto il poco tempo a disposizione, sia le software house che soggetti istituzionali come l'Ifel non hanno provve-duto all'aggiornamento dei software di calcolo. È questa la situazione che devono affron-

tare proprio in questi giorni gli studi commerciali di tutta Ita-lia per riuscire a dare in tempo utile le deleghe di pagamento ai propri clienti. Il risultato è la babele più assoluta, fatta di migliaia di delibere, alcune non ancora disponibili né uffi-ciali, insomma una situazione ai limiti della crisi di nervi in cui il rischio di errore è eleva-tissimo. Ma torniamo all'inizio della questione.Al momento del versamento del primo acconto della nuova imposta municipa-le nata in sostituzione dell'Ici i calcoli sono stati effettuati sul-la base delle aliquote standard fissate in via di prima appli-cazione dalla norma istitutiva (dl 201/2011).Ora arrivati al momento del versamento del saldo Imu 2012 occorre invece fare i conti con la potestà attri-buita ai comuni italiani dall'ar-ticolo 13, commi 6 e 7, della leg-ge n. 241/2011 di conversione del dl 201/2011 sulla base della quale è stato possibile differenziare le aliquote, sia in aumento che in diminuzione, entro limite minimi e massimi prestabiliti nonché introdurre vere e proprie nuove categorie di immobili da assoggettare ad apposito regime di tassazione Imu. I sindaci italiani hanno utilizzato appieno la potestà tributaria loro attribuita con il risultato che sono migliaia le delibere in materia adottate dai comuni italiani (in alcuni

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comuni vi sono anche più de-libere in materia di aliquote e fattispecie Imu). Ne è uscita fuori una vera e propria giun-gla normativa dalla quale è praticamente impossibile riu-scire a tirarne fuori le gambe

L'Istituto per la finanza e le autonomie locali (Ifel) tenta in qualche modo di alleviare la vita dei contribuenti e degli studi professionali inserendo sul suo sito le delibere dei sin-goli comuni, ma l'operazione è ben lungi dall'essere termina-ta. Cliccando sulla finestra del sito dedicata alle aliquote Imu appare una non incoraggiante

schermata vuota con al centro al dicitura «in fase di allesti-mento». In questa situazione di precarietà e incertezza le software house hanno fatto l'unica scelta sensata a lago disposizione: evitare l'immis-sione delle aliquote utili per il saldo Imu 2012 suddivise per ciascun comune d'Italia.

La linea adottata 'è quella di suggerire ai loro utenti la per-sonalizzazione delle aliquote e delle nuove tipologie di tassa-zione limitando il lavoro solo al range di comuni utilizzati sulla base della clientela dagli stessi servita. In questa situa-

zione gli studi sono costretti a procedere secondo il seguente schema-tipo: effettuare una panoramica dei col iwii da ge-stire, ricercare una ad una le delibere dei comuni suddetti, entrare nella partizione sof-tware delle aliquote Imu per singolo comune ed inserire a mano le maggiorazioni o dimi-nuzioni delle aliquote base e le nuove tipologie di immobili da assoggettare a tassazione spe-cifica. Un lavoro massacrante, deprimente e soprattutto a ele-vatissimo rischio di errore.

Si pensi che molti comuni ita-liani hanno individuato quale categoria immobiliare da tas-sare a sé quella degli immobili non locati. Fin qui tutto nella norma. Il problema è che per un certo comune questi immo-bili costituiscono una tipologia a sé da tassare con aliquota ad hoc quando la mancanza di lo-cazione si portare per oltre 12 mesi, altri quando tale periodo è invece superiore ai 24 mesi e così via. Una volta terminata l'immissione .manuale delle singole aliquote e delle nuove fattispecie tassabili occorre poi fare i calcoli, controllarli, verifi-cando soprattutto lo scomputo di quanto versato a saldo e, poi procedere con la stampa delle deleghe di versamento. Sem-pre che prima di tutto ciò non si sia dovuti ricorrere alle cure di un buon strizzacervelli.

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Inni, commercialisti nel panico

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Enti non profit, per l'esenzione conta l'uso dell'immobile Per l'esenzione parziale Imu degli immobili posseduti dagli enti non commerciali contano la superficie e il numero dei soggetti che li utiliz-zano per attività miste, commerciali e non commerciali. Se l'uso avviene per un parte dell'anno, il tributo si calcola facendo riferimento ai giorni durante i quali l'immobile è adibito a attività commerciali. Lo prevede l'articolo 5 del decreto ministeriale del 19 novembre 2012 n. 200 (in vi-gore daini dicembre), che contiene le disposizioni di dettaglio per indi-viduare il rapporto proporzionale all'interno di uno stesso immobi-le, finalizzato al riconoscimento dell'esenzione Imu solo sulla parte in cui gli enti non profit esercitano l'attività non commerciale.

L'articolo 91-bis del dl liberaliz-zazioni (1/2012), in sede di conver-sione in legge (27/2012), richiamato nel decreto ministeriale, ha previsto che gli enti non profit pagano l'Imu se sugli immobili posseduti vengono svolte le attività sanitarie, ricettive, didattiche, ricreative, sportive e via dicendo, elencate in modo tassati-vo dall'articolo 7, comma 1, lettera i) del decreto legislativo 504/1992. Tuttavia, qualora l'unità immobi-liare abbia un'utilizzazione mista, l'esenzione si applica solo sulla parte nella quale si svolge l'attivi-tà non commerciale, sempre che sia

identificabile. La parte dell'immobi-le dotata di autonomia funzionale e reddituale permanente deve invece essere iscritta in catasto e la ren-dita produce effetti a partire dal 1° gennaio 2013. Nel caso in cui non sia possibile accatastarla autono-mamente, l'agevolazione spetta in proporzione all'uso non commer-ciale dell'immobile. Considerata la

difficoltà di individuare quale parte dell'immobile venga utilizzata con modalità non commerciali, sono sta-te emanate disposizioni attuative per determinare il tributo dovuto.

Nel regolamento Inni, infatti, sono indicati i parametri per stabilire come assoggettare a imposta la par-te degli immobili adibita a attività commerciali. L'articolo 5 di questo provvedimento detta le regole per calcolare il rapporto proporzionale.

Nello specifico, è necessario fare ri-ferimento allo spazio, al numero dei soggetti nei confronti dei quali ven-gono svolte le attività con modalità commerciali o non commerciali e al tempo durante il quale l'immobile è destinato a un determinato uso.

Secondo la nonna, per le unità im- mobiliari destinate a un'utilizzazio- ne mista, la proporzione «è priorita-

riamente determinata in base alla superficie destinata allo svolgi- mento delle attività di- verse da quelle previste dall'articolo 7, comma 1, lettera i), del decre- to legislativo n. 504 del 1992, e delle attività di cui alla citata lettera i), svolte con modalità commerciali, rapporta- ta alla superficie totale dell'immobile». Rileva

inoltre il numero dei soggetti nei confronti dei quali le attività vengo- no svolte con modalità commerciali, rapportato al numero complessivo di quelli che utilizzano la struttura. Altro elemento che assume rilevan- za è il tempo. Se nell'immobile viene svolta un'attività diversa da quelle elencate dalla norma per le quali è previsto il beneficio fiscale solo per un periodo dell'anno, per calcolare il tributo contano i giorni durante i

quali l'immobile ha questa destina-zione. Le percentuali determinate secondo questi parametri, che devo-no essere indicati per ciascun immo-bile nella dichiarazione Inni in base all'articolo 5, «si applicano ;dia ren-dita catastale dell'immobile in modo da ottenere la base imponibile» per quantificare l'imposta dovuta.

In realtà, però, queste nuove re-gole non sono semplici da applicare. In primo luogo, è difficoltoso per i comuni accertare all'interno di uno stesso immobile quale superficie è destinata alle attività svolte con modalità non commerciali o il nume-ro dei soggetti che lo utilizzano per questo fine. Inoltre, non sono chiare neppure le modalità di calcolo della base imponibile È facile immagina-re che a partire dal prossimo anno si creerà un contenzioso tra enti e co-muni sull'individuazione all'interno di uno stesso immobile, con un'uni-ca rendita, della parte destinata a attività commerciali. Quindi se un immobile non può essere frazionato, perché non è possibile individuare una parte che abbia autonomia fun-zionale e reddituale, sarà deman-dato al contribuente il compito di fissarne le proporzioni e certificare quale sia quella destinata alle atti-vità non profit.

Sergio 7)-ovato ©Riproduzione riservata

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Al via a Montecatini il 32° convegno

Anusca punta sulla formazione

DI ANTONINO DANNA

F ormazione, informa-zione, innovazione tecnologica: il futuro dei demografici passa

da qui. A dirlo è il presidente di Anusca (Associazione na-zionale ufficiali di stato civile e dell'anagrafe), Paride Gulli-ni, che presenta a ItaliaOggi il 32° Convegno nazionale che prenderà il via stamattina a Montecatini Terme. «In que-sto proliferare di norme (si pensi all'art. 1 del dl 179 del 28 ottobre scorso, su agenda e identità digitale)», osserva Gullini, «è rimasto ancora ai margini, se non del tutta trascurato, il tema della for-mazione e dell'informazione agli operatori demografici, il cui coinvolgimento è fonda-mentale». Quest'anno a Mon-tecatini Anusca rappresenta 7.185 soci individuali e 4.272 comuni, pari al 77% della po-polazione italiana.

I lavori si aprono oggi con i saluti delle autorità e una riflessione molto articolata sin dalle prime battute: si andrà dal cambio di residen-za in tempo reale all'Agenda digitale per la p.a. e la decer-tificazione. La sessione del mattino, moderata dal pre-fetto Giovanna Menghini (di-

rettore centrale servizi demo-grafici) si occuperà anche di libera circolazione degli atti di stato civile e di iscrizione all'anagrafe temporanea. La sessione pomeridiana, coor-dinata da Riccardo Ubaldi, vice capo dipartimento affari interni e territoriali del mi-nistero dell'interno, si foca-lizzerà sulla circolarità ana-grafica, spaziando dal nuovo regolamento Ina all'iscrizio-ne all'anagrafe del cittadino musulmano passando per la sessione (martedì mattina dalle 10 alle 12) dedicata a «L'esperto risponde subito» sullo stato civile. Nell'atte-sa che il Viminale prenda in considerazione la proposta Anusca: destinare un fondo annuale di almeno 20 euro a operatore per la forma-zione, l'abilitazione e l'ag-giornamento degli Ufficiali di anagrafe, stato civile ed elettorale che ancora spetta allo stato. Non manca infine l'innovazione.

A Montecatini Anusca presenterà alcuni progetti innovativi: «Accomuna» per la gestione telematica dei cittadini stranieri e «la firma grafometrica», per favorire la gestione elettronica delle pratiche e dei registri di stato civile.

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Giaccia accelera ma l'edilizia è in rosso

Piano città, fondi a gennaio DI SIMONETTA SCARANE

Il rischio è che i rimedi ar-rivino troppo tardi. In un clima da allarme rosso per l'industria delle costru-

zioni, che ha perso il 50% del mercato, il governo ipotizza di rendere permanente la cabina di regia per i progetti del Piano Città, nazionale, da 2 miliardi, raddoppiabili, sul quale punta per rilanciare l'edilizia. Il vice-ministro per le infrastrutture, Mario Ciaccia, ha annunciato che la cabina di regia del Piano Città sta accelerando l'esame dei 400 progetti presentati dai comuni attraverso l'Anci di Gra-ziano Delrio. Scopo: «assegnare i finanziamenti entro gennaio-febbraio». E, il Ciaccia pensiero bene vedrebbe che la cabina di regia diventasse permanente per finanziare altri progetti urbani utilizzando ulteriori risorse per 4-5 miliardi da tro-vare nei programmi 2012-2020 di Bruxelles. L'industria delle costruzioni, che dal Piano Città ricaverebbe una boccata d'ossi-geno grazie all'housing sociale, sta fermando, invece, i motori, asfissiata com'è dalla crisi, dal-le banche che hanno stretto su credito e mutui, dal fisco con l'Imu sull'invenduto, oltre che dalla p.a. che paga in ritardo. Da sole le imprese non ce la

possono fare. Al governo chie-dono strumenti per accompa-gnarle nella fase di ristruttu-razione o di smantellamento perché sul mercato ristretto non c'è più posto per tutte. Il viceministro Ciaccia ha fatto sapere che è imminente l'arri-vo del regolamento attuativo per l'emissione delle obbliga-zioni di scopo da parte degli enti locali per realizzare le infrastrutture urbane.

Intanto, l'industria delle costruzioni sta agonizzando. Ancora ieri il presidente di Assimpredil, Claudio De Al-bertis, ha descritto una situa-zione a tinte fosche anche per Milano, con 4 mila posti di la-voro persi in un anno. E l'Ex-po che non porterà lavoro alle imprese locali medio piccole, ma problemi di legalità con le gare al massimo ribasso e il rischio di infiltrazioni mafiose sulle quali l'amministrazione centrale, da sola, non riesce a vigilare. Servono interventi urgenti per assicurare un fu-turo al settore che sta perden-do imprese per fallimenti. Un piccolo argine è arrivato dalla camera di commercio di Carlo Sangalli che insieme a Uni-Credit ha realizzato un fondo «sblocca credito» con una dote di 25 milioni. ©Riproduzione riservata-111

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L'aula di palazzo Madama

Mio. il cantiere è aperto

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27/11/2012

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Senato al lavoro sul dl salva-enti. Verso modca alla legge Ici del '92

Imu, il cantiere è aperto In arrivo nuove correzioni sul non profit

DI FRANCESCO CERISANO

I., Imu sugli enti non / profit assomiglia

sempre più a una te-lenovela che potrebbe

presto arricchirsi di una nuova puntata. Lungi dall'aver scritto la parola fine sui requisiti che le attività erogate dagli enti senza scopo di lucro (Chiesa compresa) dovranno avere per essere considerate non commerciali e dunque sfug-gire all'applicazione dell'Imu limitatamente agli immobili a cosiddetta utilizzazione mista (quando per esempio in uno stesso edificio coesistono luo-ghi di culto e spazi ricettivi), il regolamento del Mef (decreto n.200/2012), pubblicato vener-dì scorso sulla Gazzetta Uffi-ciale n.274 (si veda ItaliaOggi del 24/11/2012), lascia aperti una serie di problemi su cui il parlamento tenterà di in-tervenire. Come? Modificando «a monte» la norma primaria, ossia il decreto legislativo del 1992 (n.504) istitutivo della vecchia Ici nella parte in cui ha stabilito la tanto discussa

esenzione. L'occasione per ag-giustare il tiro sull'h= sarà il decreto sui costi della politica (o salva-enti locali) n.174/2012 all'esame delre commissioni affari costituzionali e bilancio del senato. E non è una scelta casuale perché già nel passag-gio alla camera il decreto era stato «prescelto» per ospitare un intervento correttivo in ma-teria (i deputati Pdl Maurizio Lupi e Gabriele Toceafondi erano riusciti a far approvare un emendamento che stoppa-va per legge l'Imu degli enti non profit, poi sconfessato dal

governo). Questa volta però, ri-spetto a Montecitorio, i tempi sono molto più ristretti. Il de-creto legge deve essere conver-tito entro il 9 dicembre e dopo l'ok del senato dovrà tornare alla camera per l'approvazio-ne definitiva. Dunque, la parola d'ordine per palazzo Madama sarà fare presto e limitare le modifiche a pochissime mate-rie significative. L'Imu del non profit sarà tra queste, ma non è detto che ce ne saranno di ulteriori. L'alleggerimento del patto di stabilità, per esempio, chiesto a gran voce dai sindaci

che sono arrivati a minacciare le dimissioni in massa, non sarà infatti della partita. Se ne parlerà nella legge di stabilità anche questa all'esame del se-nato. Ma nel frattempo palazzo Madama sarà impegnato an-che sul fronte della legge elet-torale. Insomma, un calendario fitto che i senatori vorrebbero iniziare ad alleggerire parten-do proprio dal dl sui costi della politica. Per questo appare dif-ficile che dei 370 emendamenti presentati entro venerdì sera (tutti giudicati ammissibili) molti possano avere chance di approvazione. Le commissioni inizieranno oggi il voto sulle proposte di modifica, mentre si attendono ancora le decisio-ni dei relatori (Carlo Barro del Pdl e Carlo Pegorer del Pd) che ovviamente dovranno essere concordate col governo. Pegorer in particolare non si fa illusioni. «Spazi per grandi migliorie francamente non ne vedo», ammette a ItaliaOggi. «L'obiettivo è far presto e il no-stro compito è accompagnare il testo verso una rapida appro-vazione».

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27/11/2012

Periodicità: Quotidiano

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t OPOTIOLINO ECIINOSOCO. CIL IIIIIHOD C POLITICO 9

E I p.a., tutela rigida

consiglirri comunoli pag,In lo. pensione

pressunE

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27/11/2012

Periodicità: Quotidiano

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La copertura previdenziale a carico degli amministratori

I consiglieri comunali si pagano la pensione

DI LEONARDO COMEGNA

LLInps presenta il conto ai consiglieri comunali i quali dal 2008, se voglio-no la pensione devono pagarsela da soli. Lo ricorda l'Inps nella circolare

.n. 133/2012. Finanziaria 2008. La legge finanziaria

2008 (n. 244/2007, art. 2, comma 24), ha ap-portato alcune modifiche alle norme del dlgs n. 267/2000 (il Testo unico delle leggi sull'or-dinamento degli enti locali) in materia di trattamento previdenziale degli amministra-tori locali. Nel testo dell'art. 81 del citato Tu è stato infatti aggiunto il seguente periodo «I consiglieri di cui all'art. 77, comma 2, se a do-manda collocati in aspettativa non retribuita per il periodo di espletamento del mandato, assumono a proprio caricò l'intero pagamento degli oneri previdenziali, assistenziali e di ogni altra natura previsti dall'art. 86». Pertanto, i consiglieri dei comuni anche metropolitani e delle province e i consiglieri delle comunità montane non compresi nell'elenco di cui al citato art. 86 del Tu nei confronti dei quali in quanto eletti e rispondenti ai requisiti pre-visti dall'art. 31 della legge 300/1970 era già applicato il regime dell'accredito figurativo, a partire dal 1° gennaio 2008, non hanno più titolo all'accredito gratuito, ma assumono a proprio carico il versamento di tutti gli oneri previdenziali. In altre parole, l'accredito della contribuzione figurativa utile per la pensione resta in piedi solo per i lavoratori dipendenti eletti presidenti di consigli comunali e provin-ciali ed i membri delle giunte. Gli altri, e cioè i semplici consiglieri, la pensione dovranno pa-garsela da soli, attraverso il versamento della

normale contribuzione pari al 33% della retri-buzione di riferimento. Poiché l'art. 81 sopra citato, nel porre l'onere contributivo a carico degli amministratori locali in esame nulla ha previsto in merito all'obbligatorietà dei versa-menti, si ritiene che la copertura dei periodi di aspettativa ai fini previdenziali, assistenziali e assicurativi sia rimessa alla libera volontà degli interessati. Questi hanno perciò facoltà di decidere se e in quale momento presentare istanza di autorizzazione al versamento della contribuzione a loro carico.

La domanda. I consiglieri interessati, si legge nella circolare, devono presentare spe-cifica domanda a valere dal trimestre in corso dalla data di presentazione, alla sede dell'In-ps di propria competenza, corredandola con apposite dichiarazioni dell'amministrazione locale presso cui esercitano il loro mandato. Tale dichiarazione deve evidenziare la carica ricoperta, la durata del relativo mandato e la circostanza che l'amministratore è tenuto ad assolvere direttamente il carico contributivo; e del datore di lavoro, redatta sotto forma di autocertificazione. Da tale dichiarazione de-vono potersi rilevare la data di instaurazione del rapporto di lavoro, la data di collocamento in aspettativa e l'eventuale data finale della stessa, la categoria e la qualifica rivestita dal lavoratore all'inizio dell'aspettativa. Per de-terminare la contribuzione dovuta dai consi-glieri a copertura dei periodi di aspettativa si farà riferimento alla retribuzione imponibile dichiarata con il flusso EMens per le 52 setti-mane di lavoro immediatamente antecedenti la domanda. Ai fini del calcolo deve essere con-siderato l'intero ammontare della retribuzione imponibile.

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t az QINUTIOUNO ECIINU1LIED.1:111.11MICII 11: POUTICO 9

PRINCIPA CN A ENT

• Gli accordi individuali di incentivo all'esodo sono validi anche se sottoscritti soltanto tra datore di lavoro e lavoratore

• Per gli ex dipendenti pubblici, alla data dei 4 di-cembre 2011 deve sussistere un provvedimento formale di esonero dal servizio (non basta un parere favorevole)

Esadad p.a., tutela rigida

Amo!

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27/11/2012

Periodicità: Quotidiano

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Il ministero del lavoro fornisce nuovi chiarimenti sulle procedure

Esodati p.a, tutela rigida Non basta un semplice parere favorevole

DI DANIELE CIRIOLI

N essuna salvaguardia pensionistica agli ex dipendenti pubblici in esonero dal servizio

se il relativo provvedimento non è stato formalmente adot-tato entro il 4 dicembre 2011. Per far parte del novero degli «esodati», in altre parole, non basta un «semplice parere fa-vorevole» (come precisava, in-vece, la funzione pubblica nella nota n. 35430/2012); serve un atto ufficiale, cioè il decreto di esonero. Lo spiega il ministero del lavoro nella nota protocollo n. 1196/2012 nel fornire nuovi chiarimenti alla procedura di accesso ai benefici per i lavo-ratori esodati.

Accordi individuali. Due chiarimenti interessano i la-voratori «esodati» per avere risolto il loro rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2011,in ra-gione di accordi individuali op-pure in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati dalle organizzazioni sindacali. In linea di principio, spiega il ministero, le relative

domande non vanno accolte laddove risulti dichiarata la rioccupazione successivamen-te alla data dI risoluzione del rapporto di lavoro, in quanto la non rioccupazione è requisito basilare di accesso ai benefici della salvaguardia. Il ministe-ro, quindi, spiega che le doman-de presentate da lavoratori che dichiarano di essere stati rioc-cupati «in qualità di lavoratori subordinati in mobilità» vanno invece accolte perché, anche se non rispondono al requisito di non occupazione, corrispondo-no a una situazione soggettiva

particolare perché i lavoratori, all'epoca, risultavano obbliga-ti a dover accettare l'offerta di lavoro per non perdere lo sta-tus di lavoratore in mobilità. Nell'ipotesi di risoluzione del rapporto di lavoro sulla base di accordi individuali, la nota spiega poi che è sufficiente l'accordo sottoscritto solo dalle parti (datore di lavoro/azienda e lavoratore).

Poste Italiane spa. Con riferimento ai lavoratori che hanno chiuso il rapporto di lavoro con le Poste in forza di accordi individuali di incenti-

vo all'esodo, il ministero spiega che le domande vanno tutte ac-colte in quanto la società (Poste spa) ha comunicato che la ces-sazione del rapporto di tali di-pendenti è intervenuta entro il 31 dicembre 2011, nonostante i modelli Unilav (le Co inviate al centro impiego) presentino una data diversa.

Esonero dal servizio. Con riferimento al personale pub-blico in esonero dal servizio, infine, il ministero dà spiega-zioni in netto contrasto con la funzione pubblica (si veda Ita-liaOggi deff8 settembre 2012). Infatti, mentre quest'ultima nella nota n. 35430/2012 am-metteva alla salvaguardia an-che i dipendenti «non autoriz-zati formalmente» all'esonero entro il 4 dicembre 2011, ora il ministero richiede esattamen-te il contrario stabilendo altri-menti il rigetto delle relative domande. In particolare, per il ministero è necessario che alla predetta lata «risulti adottato il decreto 3i esonero non risul-tando, quindi, sufficiente un semplice parere favorevole».

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Pagina 32 11 welfare e una priorità .

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27/1 1/2012

Periodicità: Quotidiano

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I contenuti dell'intervento del Cnai al congresso nazionale della Fismic

Il welfare è una priorità Occorre divulgare la cultura della sussidiarietà

...„

E tempo di pensare a una politica di welfa-re per le imprese. È il messaggio lanciato nel

corso del congresso nazionale della Fismic, tenutosi qual-che giorno fa a Montesilvano (Pe), al quale sono stati invi-tati a presenziare i membri del Cnai, quale controparte datoriale nelle relazioni sin-dacali.

Alla tavola rotonda del 16 novembre, sul tema «Servizi al cittadino e welfare inte-grativo, nuova frontiera del sindacato» è intervenuta Manola Di Renzo, in rappre-sentanza del Cnai, per spie-gare le iniziative di welfare presenti nella contrattazione collettiva nazionale tra Cnai e Fismic.

Di Renzo ha evidenziato come la Fismic sia compo-sta da una grande squadra che crede in un necessario cambiamento delle politiche sindacali, meno conflittuali e più partecipative, dove è importante la valorizzazione del lavoro, non solo dei lavo-ratori. Per usare le parole di un segretario territoriale, «un sindacato che pensa in modo nuovo». Prosegue entrando nel cuore dell'argomento chia-ve della giornata: il welfare, ovvero le politiche di welfare che il sindacato è chiamato ad attivare, e necessariamente accanto al sindacato, l'orga-nizzazione delle aziende.

Sono anni, anche prima della crisi economica che domina questo periodo, in cui vediamo che le azioni di welfare attuate dalla compa-gine pubblica sono poche e soprattutto non funzionano, né a favore delle famiglie, né dei pensionati tantomeno dei

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Pagina a cura di Cnai - Coordinamento nazionale associazioni imprenditori

sede Nazionale Viale Abruzzo 225 - 66013 - CHIETI Tel. 0871.540093 - Fax 0871.571538 eb: www.cnai.it E-mail:

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9 ECIINUSLIED.1:111.11MICII 11: POUTICO

Direttore Responsabile: Pierluigi Magnaschi

27/11/2012

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: 127.349

Diffusione: 78.822

lavoratori e notiamo anche che funzionano molto più le iniziative private, anche se piccole o con meno disponibi-lità economiche.

Questo è uno degli aspetti che da sempre è nella lente di ingrandimento del Cnai, pen-sando di svilupparlo attraver-so la contrattazione colletti-va, nell'intento di divulgare la cultura della sussidiarietà e un sistema di sussidiarietà privata efficace.

Il progetto nel suo com-plesso nasce dalla creazione di un modello di contrattazio-ne diverso da tutti gli altri, una piattaforma che esce da-gli schemi convenzionali. La contrattazione Cnai-Fismic si può rappresentare in tre par-ti distinte: parte normativa, parte economica, parte contri-butiva. Nella parte normativa ci sono anche diversi articoli dedicati alla formazione. La formazione rappresenta un altro punto cardine per lo sviluppo di una nuova mani-

festazione di welfare, meno immediata, che produce effet-ti nel medio e lungo periodo, prevedendo percorsi di ap-prendimento per potenziare le professionalità, far emerge-re le eccellenze e soprattutto per poter reinserire nel mer-cato del lavoro quei lavoratori in stato di disoccupazione o di attesa.

Tutto questo viene suppor-tato dall'operatività degli enti bilaterali Formoa, Enboa ed Erboa.

Mentre la parte contribu-tiva della contrattazione è valorizzata attraverso l'ente bilaterale Enmoa, Ente na-zionale di mutualità delle or-ganizzazioni autonome, che si occupa di erogare prestazioni e mutualità ai lavoratori.

Attraverso il sistema di contrattazione l'azienda è im-pegnata a garantire una serie di prestazioni integrative al lavoratore. Le prestazioni sono diverse, ma un impor-tante è il contributo di soste-

gno al reddito familiare, pari al 4,5% che viene erogato alla fine del periodo lavorativo, oppure prima in caso di sta-to di fabbisogno; costituisce una forma di aiuto in caso di perdita del lgvoro o di un pro-lungato stato di necessità.

Viene sottolineato che i lavoratori intervengono con una quota minima, mentre la quota più consistente è a carico dell'azienda. Questo co-stituisce un esempio di come sin dall'inizio della contratta-zione Cnai si è posta l'atten-zione a quei problemi legati al fabbisogno, al sostegno, all'aiuto.

In un momento in cui la crisi sta continuando a col-

pire un sistema ormai pro-vato, le politiche del Cnai e della Fismic, continuano a vedere coinvolte le imprese per assicurare supporti ai lavoratori.

Chiaramente il welfare aziendale è solo uno dei modi per ridurre l'impatto della cri-si economica sui lavoratori. Il vantaggio diretto è la soddi-sfazione del dipendente.

Un lavoratore soddisfatto è un lavoratore produttivo; ed è intorno alla produttività che si muovono i tavoli di questi giorni tra le parti sociali.

Oggi le imprese fanno wel-fare, e lo fanno al posto del governo. Ma è tempo di pen sare a una politica di welfare per le imprese. Senza aziende non vi sono posti di lavoro.

Il sistema Cnai-Fismic è un sistema di valorizzazione delle parti con una pluralità di strumenti, e dove la Fismic ha condiviso i programmi del Cnai comprendendo sin da subito l'importanza del dialogo e della condivisione, oltre all'apertura di un nuo-vo mercato del lavoro che va sempre più prospettandosi. Per questo le due parti in-tendono portare avanti una contrattazione che mira, ol-tre la semplice retribuzione, a fungere da supporto socia-le. È una nuova via, per mol-ti aspetti rivoluzionaria, ma può dar luce a scenari inso-spettabili.

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Elaborazioni LaPolis—Demos su dati del Ministero dell'Interno

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27/11/2012 pressunE

Periodicità: Quotidiano Tiratura: 509.141

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Tre milioni. Come alle precedenti Primarie del 2009, ma un po' meno de12007. Nonostante riguardassero solo il Pd, mentre ne12005Iacan-didatura di Prodi aveva mobilitato oltre 4 milioni di elettori di cen-trosinistra. Ma erano altri tempi. Perché oggi la fiducia nei partiti, nei

politici e nel Parlamento è ai minimi storici. Eppure ci sono ancora 3 milioni di persone e oltre disposte a uscire di casa, la domenica, per recarsi ai seggi, dopo essersi iscritte alle liste. Facendo la fila, anche due volte. (Le complica-zioni burocratiche hanno influito anch'esse, sulla partecipazione.) E ci sono decine di migliaia di volontari ai seggi. Il sabato, la domenica magari anche il lunedì. È una buona notizia. Per nulla scontata. Perla nostra democrazia, pri-ma ancora che per il Pd. Il quale, peraltro, ne ha beneficiato in modo eviden-te. Non solo perché il numero di cittadini che si è recato alle ume è stato di 3,6 volte superiore al numero di iscritti al Pd. (Come ha annotato l'Istituto Cat-taneo nel suo Report.) Ma anche perché, negli ultimi mesi, il Pd, nelle stime elettorali, è risalito di quasi 10 punti percentuali. Oggi è oltrei132% (secondo Ipsos). Per questo il ballottaggio fa bene al Pd. Perché allungai tempi della mobilitazione, ma anche dell'attenzione mediatica. Che alimentano il con-senso. Ragionando sui risultati, mi pare emergano alcuni aspetti, (solo) in parte sottolineati dalle analisi proposte "a caldo".

1.Ilballottaggio rivelauna competizione di leadership reale, dentro il Pd. Fi-no ad oggi le Primarie non avevano mai avuto storia. Oggi appaiono aperte. E anche questo spiega l'interesse e la partecipazione chete hanno caratterizzate. Certo, Bersani èilfavorito. Manon ilvincitore annunciato.PerchéRenziha con seguito un risultato ragguardevole. Circa il 36%: 9 punti meno di Bersani. Tan-to, ma non troppo. Nelle competizioni a doppio turno, infatti, ogni turno fa sto-ria a sé. Ed è improprio calcolare voti "esterni" ai due candidati del ballottaggio in base alle indicazioni dei leader. Così, i voti diVendola non sono, automatica-mente, trasferibili a Bersani. Molti suoi elettori del primo turno, come emerge dai messaggi in rete, potrebbero, infatti, orientarsiverso Renzi, perché esprime meglio la domanda di "rottura" con il passato. Con le burocrazie di partito.

2.Peraltro, se ripercorriamo il risultato dei due principali candidati su ba-se territoriale, emerge una geografia signifi-cativa. E non del tutto prevedibile. Bersani prevale in 17 regioni su

differenza 20. Nel Nord e soprat- 2012-2005 tutto nelMezzogiomo.

In Calabria, Sicilia, -2,8 Sardegna e Campania,

Basilicata. Dove supe-ra la maggioranza as-soluta. Renzi, invece, avvicina Bersani nel Nord, soprattutto in Piemonte e nelVeneto. E, paradossalmente, si afferma nelle Regioni Rosse — esclusa l'Emi-lia Romagna. In Tosca-na, ma anche in Um-bria e Marche. Proprio lui, sospettato di "ber-lusconismo". Bersani, presumibilmente, cu-mula e associa due modelli di radicamen-to tradizionali nel Pd. A) L' elettorato orienta-to dagli apparati e dal-l'organizzazione sul territorio. B) L'eletto-rato post-comunista, passato attraverso i Ds. Renzi, invece, si affer-ma nelle (ex)zone di forza della Margherita, nel Nord (Cuneo, Asti, la pedemontana vene-ta). E attira compo-nenti di elettori critici verso la classe politica e verso i gruppi diri-genti delPd.Soprattut-to dove sono al gover-

Il segnale che arriva dalle regioni rosse ILVO DIAMANTI

P IÙ di tre milioni di persone che vanno avotare il candi- dato premier del centrosi-

nistra farino sicuramente bene 'alla nostra democrazia.

SEGNALE DALLE REGIONI ROSSE ILVO DIAMANTI

(segue dalla prima pagina)

no (le zone "rosse"). Come mostrano i dati di alcuni sondaggi. 3. L'alternativa fra i due candidati, dunque, riflette la distinzione vec-

chio/nuovo (agitata da Renzi, attraverso lo slogan della "rottamazione"). Ri-specchia, inoltre, la frattura destra/sinistra, evocata da Bersani, Vendola e Camusso. Per marcare l'estraneità di Renzi rispetto alla tradizione del cen-trosinistra. Ma lo schieramento a favore o contro i due candidati è dettato an-che da altre componenti, legate alla personalizzazione e allo stile di comuni-cazione che caratterizzano le Primarie. Ciò rende interessante e aperto il vo-to di domenica. Che potrebbe essere influenzato dal confronto faccia-a-fac-cia di mercoledì prossimo sulla prima rete Rai.

4.Anche per questo ritengo che le Primarie, fino al ballottaggio, imprima-no all'opinione pubblica e alla stessa logica istituzionale una dinamica pre-sidenzialista. Secondo il modello americano oppure quello francese (per quanto diversi).

Comunque vada il ballottaggio, credo che il Pd debba guardarsi, in segui-to, da due rischi. a) Il calo della passione e della mobilitazione dopo mesi di partecipazione, al centro dell'attenzione pubblica e mediatica. Per questo deve "normalizzare" e interiorizzare il modello sperimentato in questi mesi: E se lavita politica non può trasformarsiin un'eternaprimaria, non deve nep-pure ridursi allaroutine dei discorsi e deinegoziati nel chiuso delle sedi dipar-tito, dei gruppi dirigenti, dei solitinoti. b) NelPd occorre fare attenzione anon trasformare la competizione fra i "duellanti" in antagonismo. Renzi e Bersa-ni e, soprattutto, i mondi che si sono aggregati e mobilitati intorno a loro: non debbono diventare alternativi. Ed esclusivi. C'è il rischio, altrimenti, che si eli-dano a vicenda. E che, invece di favorire la partecipazione larga e paziente di questo periodo, producano disincanto e frammentazione. Divisione.

In fondo, il Pdl, o ciò che ne resta, è lì.Alla finestra. Sospeso travoglia e pau-ra delle Primarie. Perché ancora oggi è un partito personale e mediale. Senza società e senza territorio. Il Pd e il centrosinistra, al contrario, sono nati e cre-sciuti nella società e nel territorio. Ma se ne sono dimenticati. Ora che sono tornati (nella società e nel territorio), ebbene, ci restino.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

L'indice di partecipazione °/. di votanti alle primarie del centro-sinistra rispetto alle precedenti elezioni politiche

2012 rispetto alle 2005 rispetto alle politiche 2008 politiche 2001

Umbria 2

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Iscrizioni libere confine campagna al Sudo tanta tv "Niente è impossibile"

Matteo Renzi, con 1.104.958 preferenze, ha ottenuto il 35,5% dei voti totali, pia77andosi al secondo

posto. La "sua" Toscana è la regione in cui ha ottenuto il risultato migliore: 52,2 per cento dei consensi. Si tratta, tra l'altro, dell'unica regione in cui Renzi ha la maggioranza assoluta

5,5%

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la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

27/11/2012 pressunE

Periodicità: Quotidiano Tiratura: 509.141

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SIMONA POLI

FIRENZE — Cinque punti o nove fa poca differenza. Bersani è arri-vato primo con un bel distacco ma al ballottaggio il risultato può ancora ribaltarsi. E Renzi nell'ul-tima settimana è deciso a giocar-si la partita come se entrasse in campo adesso, con i polmoni pieni di fiato e la rabbia di chi vuo-le segnare il gola tutti i costi. «Ce la possiamo fare, siamo sotto di 290 mila voti, non è un'impresa impossibile», dice il sindaco det-tando le istruzioni allo staff. «Dobbiamo riportare ai seggi tut-

Le egie del sind e per i prossimi cinque giorni. "A Piertnigi non chiederò nulla"

ti quelli che ci hanno già scelto e poi recuperare consensi dagli elettori di Vendola, Puppato e Ta-bacci. Ma la cosa più importante per noi a questo punto è riuscire ad allargare la partecipazione. E' già successo in Francia, dove tra il primo e il secondo turno gli elet-tori sono aumentati del dieci per cento». Servono regole flessibili, però, per far accorrere altra gen-te. E anche se il comitato dei ga-ranti delle primarie guidato da Luigi Berlinguer continua ad as-sicurare che «chi si iscriverà alla vigilia del ballottaggio non dovrà esibire nessun certificato medi-co» per spiegare l'assenza al pri-mo turno, molti bersaniani so-stengono il contrario. A comin-ciare dal responsabile cultura del Pd Matteo Orfini che a "La Zanza-ra" su Radio24 insiste: «Si do-vranno esibire biglietti aerei, ci vorranno giustificativi cartacei», scatenando con la sua uscita una valanga di battute su Twitter do-ve i fan di Renzi suggeriscono scuse pazzesche del tipo "dome-nica scorsa era il compleanno di mia nonna" o "avevo dimentica-to sull' astronave la tessera eletto-rale, lo giuro su ET". Al di là degli scherzi, però, al quartier genera-le delle primarie a via Tomacelli Renzi invia due dei suoi più ti-gnosi colonnelli, Lino Paganelli e Simona Bonafè, decisi a trattare ad oltranza per strappare le mi-gliori condizioni per il sindaco: riaprire le iscrizioni non solo gio-vedì e venerdì ma anche domeni-ca e accettare quelle on line. La

macchina delle primarie ha già dato segni di affanno: «Nel seggio del mio paese, Rignano sull'Arno, ho preso 724 voti e me ne hanno assegnati24, così come hanno ta-gliato per sbaglio quelli diVendo-la», racconta il sindaco. In com-penso a Modena il segretario del-la Lega Bellei giura che alcuni simpatizzanti del Carroccio ab-biano «votato per Renzi», pas-sando evidentemente inosserva-ti. In ogni caso le regole potreb-bero dimostrarsi un ostacolo. Molto se non tutto, a parere di Renzi, dipenderà dall'accordo sul voto per il secondo round. Per

rimontare gli serve un'affluenza più alta.

Al resto, assicura, ci penserà lui. La sua strategia prevede due mosse: un paio di tappe al, sud «dove è necessario recuperare consensi» e la presenza quotidia-na in tv (stasera è a Porta a Porta, domani a RaiUno per il faccia a faccia con Bersani e già si sono prenotati per altri confronti di-retti Mentana e Lilli Gruber). La maratona televisiva inizia ieri a Che tempo che fa dove Renzi e Bersani si abbracciano affettuo-samente dietro le quinte ma di fronte al pubblico parlano a tur-

no intervistati da Fazio. Al segre-tario che gli rimprovera di usare le parole "noi" e "loro" come se il Pd non fosse un unico partito, Renzi risponde con una metafora calcistica. «Anche noi vogliamo bene alla "ditta", nessuno ha il monopolio dell'affetto per il Par-tito democratico ma non abbia-mo fatto le primarie per finta. Nel Pd c'è davvero un "noi" e un "lo-ro" che sono due idee diverse di futuro. La squadra è la stessa ma non gli allenatori, io vorrei rinfor-zare l'attacco più che la difesa e non fareigiocare titolari D'Alema e la Bindi, li manderei in tribuna. Sono moduli differenti, non sarà la stessa cosa se vinco io o se vin-ce Pier Luigi». Niente accordi co-munque in vista del ballottaggio: «Vendola appoggerà Bersani ma non credo che lui sia il custode dei suoi voti, gli elettori decideranno con la loro testa e se sono stanchi della politica degli inciuci sce-glieranno me, perché io patti con Casini non ne faccio». Se poi sarà Bersani a prevalere, avverte Ren-zi, «non solo sarò pronto a dargli una mano ma sarò anche uno dei pochi che non gli chiederà nien-te».AFazio invece chiede qualco-sa: «Vorrei essere invitato al Festi-val di Sanremo, Bersani c'è già stato, io no». Ma l'altro festival, quello delle primarie? «Quello mi piacerebbe vincerlo».

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Iscrizioni libere e online campagna al Sud e tanta tv "Niente è impossibile" Così vuole abbattere il muro del 9 per cento

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i Amva via lera Vela o a tour in Campania a caccia di voti

• "Non si Rate dazero azero"

su RaiUno i cento minut decisi

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Arriva il via libera di Vendola tour in Campania a caccia di voti "Non si parte da zero a zero" Ottimismo nello stgl: "Puòfinire 57 a 43 "

GOFFREDO DE MARCHIS

ROMA — Gli sms con Matteo Renzi non sono una novità: «Ci siamo-scambiati solo pa-role buone». La telefonata a NichiVendolaha invece un si-gnificato politico decisivo per lo sprint finale del ballottag-gio. A metà mattina, Pier Lui-gi Bersanì alza la cornetta e chiama il governatore puglie-se. Si parla del bivio di dome-nica prossima. C'è un tesoret-to di 485.158 voti conquistato dal leader di Sel che fa gola agli sfidanti ma chiama in causa soprattutto il segretario del Pd. Voti di sinistra. Voti del Sud, particolarmente genero-so con Bersani al primo turno. Vendola non si sbilancia uffi-cialmente, autorizza però il candidato che parte in testa a rivolgere un appello agli elet-tori sulla base di «una conver-genza evidente». Non è un en-dorsement ma un viatico sì.

Non è il giorno giusto per parlare di accordi, tantomeno se riguardano poltrone o aspi-razioni personali. «Con Nichi non stiamo aprendo né tavoli né tavolini. Non è questione di bilancini. Abbiamo lavora-to per parecchio tempo insie-me per costruire la carta pro-grammatica, ecco questo sì», spiega il segretario. Quindi, si

può tentare la scalata a quel-l'elettorato con la benedizio-ne del suo punto di riferimen-to. Per questo la tappa al Sud del nuovo mini-tour, viene studiata e concordata con Sel. Giovedì Bersani sarà in Cam-pania (probabilmente a Na-poli) dove Vendola ha preso 39533 preferenze (18,2 per cento) e dove le registrazìonì sono in numero maggiore per la fascia meridionale dell'Ita-lia. Per quest'ultima ragione è statapreferíta alla Puglia dove pure il governatore ha regi strato il boom dì 57976 voti. Nelle prossime ore si deciderà

se Vendola sarà fisicamente presente all'appuntamento del Sud. Lo staff vorrebbe che il segretario «non si facesse stringere troppo dall'abbrac-cio con Nichi». Ma quei voti servono per mettere in cas-safortelavittoria. E le parole di Bersani sono inequivocabili. «Ci sono dei chiari punti di as-sonanza. Per esempio su scuola, centralità del lavoro, il tema della precarietà e quello della diversità di genere. Sono argomenti reali, c'è una visio-ne comune. È politica, non Cencelli». L'importante ades-so è sgombrare il campo dalle

ipotesi di accomodamenti, come un eventuale "promo-zione" di Vendola a commis-sario europeo. Anche il presi-dente pugliese risponde con la politica: «Pier Luigi, mi devi dire qualcosa di sinistra».

.Nel quartier generale di Bersani, che si sposta tra Pia-cenza e Roma, si fatica a na-scondere l'ottimismo. Il di-stacco di 9,4 punti, quasi 10 dunque, può valere, secondo le proiezioni degli esperti, un risultato finale di 57 per cento a 43. «Capisco il concetto di Matteo - dice il segretario -. una sfida aperta, certamente. Ma non partiamo da O a O. Se non altro per dare valore a quei tre milioni che hanno vo-tato. Lì di zeri ce ne sono mol-ti dì più». Quei 3 milioni dì vo-tanti, la loro distribuzione ter-ritoriale, le loro caratteristi-che sono ora sotto la lente di ingrandimento dei "tecnici" bersaniani Maurizio Miglia-vacca e Miro Fiarnmenghi.

il leader di Sei: deve convincere i miei elettori, ci faccia sentire profumo di sinistra

44,9% Pierluigi Bersani, con il 44,9% dei voti, ha vinto il primo turno delle primarie. Quasi 1.400.000 le

preferenze a suo favore. Avanti in quasi tutte le regioni (tranne Marche, Umbria e Toscana) rispetto a Renzi, ha ottenuto il risultato migliore in Basilicata, dove ha toccato quota 56,4 per cento.

L'attenzione è concentrata su Lazio, Lombardia, Toscana ed Emilia che da sole valgono più di metà dei registrati. Per questo oggi il segretario sarà in un circolo di Roma, venerdì si fermerà in un località del Centro Italia e sabato chiu-derà al Nord. In luoghi diversi da quelli toccati nella prima parte della campagna ricor-data anche ieri sera. «Sono stato a Stella, il paese di Perti-ni. Mi emoziono quando si ri-scoprono le radici e dico che la parola socialista è modernis-

sima, è sinonimo di ugua-glianza». Domani però è la giornata delicata del confron-to tv su Raiuno, un momento fondamentale del rush finale. Renzi scalpita, com'è giusto che sia per lo sfidante in svan-taggio. Eppure Bersani assi-cura di volerlo affrontare a modo suo, senza troppi spin doctor intorno. «Farò di testa mia, sarò me stesso. Non ve-drete effetti speciali. A me piacciono gli effetti normali».

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Rivoluzionata la geografia del Pd azzerati big e vecchie correnti , "Sì, abbiamo già cambiato pelle" EcolticketPierluigi-Mcdteoilpartitocresceneisondax

GIOVANNA CASADIO

ROMA — La corrente dalemiana aveva la sua roccaforte in Puglia: non ce n'è più traccia. Di quella veltroniana è stata sancita la scomparsa la sera in cui Walter Venni, braccio destro di Veltroni, si recò alla riunione dei parla-mentari bersaniani che stavano organizzandola campagnaperle primarie. Chiese: «Posso parteci-pare?». Ma forse l'inizio della fine delle correnti del Pdva retrodata-to, ancora un po'. Risale alla dire-zione di ottobre del partito, in cui un Bersani in trincea volle cam-biare il codicillo dello Statuto, permettendo a Renzi di correre alle primarie. O è stato quando Veltroni ha detto in tv che tanto lui non si candidava in Parla-mento, quindi la "rottamazione" aveva le armi spuntate. Oppure quando l'ha annunciato, sempre in tv ma su un'altra rete, anche D'Alema: «Non mi ricandido ma darò battaglia se Renzi vince».

Renzi non ha vinto alle prima-rie dell'altroieri, ma ha ottenuto quanto voleva: un secondo round in cui giocarsi il tutto per tutto. E il Pd che esce da questa sfida— in vista del ballottaggio di domenica prossima — ha già cambiato pelle. Per usare la defi-nizione di un renziano (ex veltro-niano), Paolo Gentiloni: «Ora esi-stono due campi: quello di Ber-sani e quello di Renzi. Non solo. Il risultato del primo turno delle primarie impone una specie di coppia di fatto, un ticket di fatto». Premier e vice premier? «Questo lo escludo, ma è doveroso che —chiunque vinca — Bersani e Ren-zi lavorino insieme. Un Pd che non avesse più le due facce tor-nerebbe alle percentuali del lu-glio scorso, del 25/26 per cento mentre ora è sopra il 32 per cento nei sondaggi».

Un Pd rinnovato, malgrado le resistenze. «Se vince Matteo sarà la rivoluzione, ma comunque abbiamo dato una bella mano a Bersani a fare il rinnovamento», commenta Marco Agnoletti, col-

7 laboratore del sindaco di Firen- verno di centrosinistra, chi già ze, trauna riunione e l'altra aSaxà aveva fatto due volte il ministro. Rubra per preparare il duello tra i

Polemiche feroci. Peraltro,

due, domani su Raiuno. questo accadeva alla vigilia della «Il vento non si ferma con le festa del Partito democratico a

mani», è una delle frasi del gergo Reggio Emilia, a settembre. Rosy

D'Ade e Veltroni non sono scomparsi, ma non esistono più i dalemiani e i vehrozdard“ E anche gli altri avranno vita

dile. Un nuovo gruppo dirigente emerge alle spalle dei due contendenti

emiliano del segretario demo- Bindi chiese che le venissero por-cratico. Infatti, sostiene Matteo te le scuse. Bersani dal palco av-Orfini, il cambiamento è ormaiin vertì che «non bisognava manca-atto. Orfini, " giovane turco" (cioè re di rispetto» a chi tanto aveva bersaniano rinnovatore), ex da- dato e dava per fare grande il par-lemiano è certo: «Sì, il Pd cambia tito. Però accadde allora un altro pelle. Esce da queste primarie un fatto importante sulla strada del-gruppo dirigente diverso, si af- la trasformazione del Pd: il segre-ferma il cambiamento». A Bersa- ni proprio lui aveva chiesto di tario non volle sul palco, dove

concludeva la festa, nessuno dei big: né Franceschini, né Bindi, né non coinvolgere, in un futuro go- Fioroni, né D'Alema. Sul palco c'erano i volontari. C'era anche Stefano Bonaccini, il segretario regionale dell'Emilia Romagna che dava i dati della kermesse a parlava di programma. Dice adesso, Bonaccini: «Ci credo al rinnovamento, al partito che è cambiato ma non da oggi e non grazie a Renzi. Un esempio? Mat-teo Richetti, 35 anni, presidente dell'Assemblealegislativadell'E-milia Romagna, ora renziano, l'abbiamo voluto noi. Io sono fi-glio di un camionista e di un'ope-raia, e sono diventato segretario del Pd a 33 anni con 200 mila vo-ti».

Come dire, la trasformazione del partito arriva da quel dì. Non dovuta a quel "ragazzetto" di Renzi. Franco Marini, lo storico leader dei Popolari — pugnace almeno quanto Bindi e poco pro-penso a farsi "rottamare" — dis-se, proprio alla fine della direzio-ne di ottobre, che non sarebbe

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certo stato il "ragazzetto" omet-tere bocca nelle liste. Anche se Renzi perde, ormai il giro di boa c'è stato. «O sta per esserci», pre-cisa cauto Orfinì. Tuttavia, «se qualcuno dei vecchi dirigenti pensa che Bersani vince e loro tornano, ha sbagliato strada»: ra-giona il renziano Gentiloní. Dove dovrebbe andare l'oligarchia de-mocratica, in esilio? Scomparire per sempre? «Non dico che biso-gna mandare in Siberia gli alti di-rigenti, ma ci sono fasi in cui uno fa il presidente del Consiglio e fa-si in cui si sta fra le seconde file», sostiene sempre Gentiloni, che del resto ha una sua ricca carne-rapolitica alle spalle, e che sareb-be pronto a candidarsi come sin-daco della Capitale. D'Alema e Veltroni «non sono scomparsi, non abbandonano lapolitica, so-lo la fanno in modo diverso», è l'osservazione dei bersaniani. Però sono scomparsi i dalemiani e i veltronani: questo è un fatto.

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Né riusciràfacile aifranceschi-niani, ai bindiani, ai fioroniani, agli stessi lettiani (gli amici del vi-ce segretario Enrico Letta) che sono i più strutturati e ancora reggono, di sventolare le loro bandiere.Aconsigliare Bersani ci sono, e sempre più ci saranno, Paola De Micheli, Tommaso Giuntella, lo storico Miguel Go - tor, il consigliere regionale del-l'Emilia Romagna Miro Fiam-menghi.AlessandraMoretti, vice sindaco di Vicenza, il segretario l'ha volutaportavoce del comita-to per le primarie. Stefano Fassi-na, il responsabile economico del Pd, il più "gauchista" della squadra bersaniana, ha dato vita a infinite polemiche, ma il segre-tario l'ha sempre blindato. Poi ci sono Chiara Geloni, direttore di Youdem; Roberto Speranza, se-gretario del partito in Basilicata. Di nuovo Orfini: «Spero che Ber-sani vinca, ma è importante che ci sia il segno della discontinuità.

Bene se avanza la società civile, ma non quella dei salotti, bensì di chi si sta dannando in questa cri-si. Si stanno facendo avanti i sin-daci, gli amministratori locali».

Le primarie insomma sem-

brano essere state la cartina di tornasole di un processo già in corso, e Renzi il detonatore. «L'insieme delle correnti del Pd, nessuna esclusa— ricorda Gen - tiloni — non volevano in alcun modo queste primarie aperte.A1- cuni l'hanno osteggiate in modo acceso, come Bindi, Fioroni, D'Alema; altri con toni moderati. Ogni giorno era una girandola di

FOTO AGF

profezie di sventura: che una ga-ra co più candidati democratici sarebbe stata uno spettacolo de-vastante, che ci saremmo guar-dati il nostro ombelico mentre il paese soffriva. Si sono sbagliati.

Bersani non si è fatto convince-re». Renzi, si sa, ha nella "rotta-mazione" il suo vessillo e — dal primo appuntamento alla Leo-polda nel 2010, quando ancora c'erano con il sindaco Pippo Ci-vati e Sandro Gozi — ha indivi-duato una nuova classe dirigen-te. Lo spartito del Pd è cambiato; la musica, si vedrà.

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Gentiloni: ora ci sono due campi definiti: quello di Bersani e quello di Remi- Chiunque vinca'dovrà lavorare con l'avversario altrimenti torneremo a scendere nei sondaggi

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Pdl, nvoltaper difendere leptimane militantimbavagliati a casa Berlusconi

"Aogelino si fermi, sarà un flop nonpossiamo farei uniliarc"

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Pdl, rivolta per difendere le primarie militanti imbavagliati a casa Berlusconi Mal'exprernier: cambiare tutto. I sostenitori diAlfano: 100 milafirmeper lui

FRANCESCO BEI

ROMA —Alla fine anche il Pdl, in piena rivolta anti-Berlusconi, vi-ve la sua simbolica presa della Bastiglia. Accade nel pomeriggio l'impensabile, un drappello di ex An — guidati dal coordinatore provinciale di Roma Francesco Lollobrigida — arriva fin sotto palazzo Grazioli e srotola uno striscione blasfemo: «Basta dino - sauri». Mutuando proprio la bat-tuta del Cavaliere, che giorni fa aveva detto di avere «un dinosau-ro nel cilindro» (ovvero la "sor-presa" sarebbe stata egli stesso). E non è tutto, perché altri ragazzi, una cinquantina, spinti da Fabio Rampelli, king maker della Melo-ni, hanno dato vita a un flash mob sotto l'altro palazzo del Pdl, a via dell'Umiltà, per pretendere che le sospirate primarie del partito si facciano davvero. Con loro an-che Andrea Augello: «Sta succe-dendo una cosa inaccettabile. Berlusconi ha dichiarato che for-se lui si candida lo stesso. Ma al-lora perché facciamo le prima-rie? Perché leggere che c'è già uno che si candida a prescindere?». La stessa Meloni, che ha tappezzato Roma di poster con il suo volto, si fa vedere al presidio. Ed è già il se-condo giorno che i "meloniani" organizzano sit-in sotto la sede del partito. «Resteremo qui fin-ché Alfano non le confermerà».

Il partito tuttavia è sul punto si esplodere e Berlusconi non fa nulla per smentire l'intenzione di voler costruire un'arca per sal-vare dal diluvio solo pochi fede-lissimi. Una nuova discesa in campo? «Stiamo valutando la si-tuazione con grande senso di re-sponsabilità», ammette il Cava-liere intervistato su Canale 5 da Maurizio Belpietro. «Serve cam-biare tutto e riaprire i giochi —aggiunge — ora credo sia giusto per chi ha guidato l'Italia per die-ci anni di riflettere su qual è la ri-cetta e il modo per fare quella ri-

Tra i manifestanti l'ex sottese ari° Angeli°. Slogan sarcastici contro il "dinosauro"

voluzione liberale che era stata promessa agli italiani». Quanto alle primarie del suo partito, Ber-lusconi (dopo aver lodato quelle del Pd come «una prova di demo-crazia» e aver incensato Renzi) sembra disinteressarsene: «Le primarie stanno andando avanti e la domanda non è da rivolgere a me ma alle istituzioni del Pdl che si esprimono con molto demo-crazia nell'ambito dell'ufficio di presidenza. Sarà questa istitu-zione che dovrà prendere una posizione dopo i risultati delle primarie del partito democrati-co». Intanto sembra confermata

la data di giovedì come quella del possibile annuncio della nuova Forza Italia. Tanto che ieri Berlu-sconi avrebbe convocato La Rus-sa ad Arcore per sottoporgli una proposta sorprendente: a suo pa-rere gli exAn dovrebbero far pace con Giorgia Meloni e rifare un partito di destra-destra insieme a Storace. Per poi allearsi con la "Forza Italia del 2000" che na-scerà dalle ceneri del Pdl. È infon-do l'idea di rifare la vecchia Casa delle libertà, che metteva insie-me forzisti, ex fascisti e leghisti. Perché nel disegno di Berlusconi anche Maroni, a cui è stata offer-ta la candidatura in Lombardia, dovrebbe essere della partita. Comunque, in attesa di capire se davvero ci sarà un nuovo predel-lino in settimana, l'organizzazio-ne delle primarie, previste per il

16 dicembre, va avanti. Anche il segretario sembra fermo nel pro-posito. Tanto che sul sito della sua campagna elettorale ieri campeggiava un post trionfali-stico: «Domenica abbiamo con-segnato più di centomila firme.

Anche 23 eurode ati Pdl guidati da Inasto Mauro, schierati per le primarie

Ora stop alla raccolta delle sotto-scrizioni e puntiamo a costruire comitati "io sto con Alfano" in tutta Italia». Alemanno, che ha deciso di sostenere il segretario, si augura a questo punto che Al-

fano «tenga la barra», che «non torni indietro», perché «c'è biso-gno di un nuovo Pdl». Si schiera-no contro il Cavaliere anche ven-titrè europarlamentari del Pdl, firmando un documento in cui chiedono che il partito confermi le primarie e che «si tenga conto della forte richiesta di rinnova-mento che arriva sia dalla base del partito sia dagli elettori». Tra firmatari: il capogruppo Mario Mauro, lavicepresidente del Par-lamento europeo Roberta Ange-lilli, il candidato alla regione Lombardia Gabriele Albertini. E IvaZanicchi. Proprio l'excantan-te, a Omnibus, pronostica: «Se il Pdl andrà contro Bersani, Berlu-sconi potrebbe tornare in pista, se vincerà Renzi alle primarie mandiamo avanti Alfano».

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Monti aipartiti: non si pensi solo a leader hip

Larabbla da docenti per lafrasedel premier "La scuola è al coliamo'

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Monti ai partiti. non si pensi solo a leadership Per Napolitano il Professore ineccepibile: ' Ma la politica evitipassi:falsi"

ALBERTO D'ARGENIO

ROMA — La lotta per conquista-re la premiership, le primarie, sono solo «la crosta» di un dibat-tito che invece dovrebbe andare più in profondità trattando «i cit-tadini da adulti, da persone ma-ture capaci di ascoltare la verità anche quando è scomoda», non da studenti delle medie. Il pre-mier Mario Monti chiede alla po-litica uno sforzo perché «le im-minenti elezioni siano un'occa-sione per un dibattito a fondo, comprensibile e non solo per la leadership, che pure, si tratti di primarie odi illazioni su chi gui-deràle sfide elettorali, ha qualco-sa di invincibilmente interes-sante perché è agonistica e com-petitiva». Tuttavia per il Profes-sore quello che conta «è cosa si farà con il grande potere che de-riva dalle elezioni: questo è quel-lo che spero emerga nel dibattito politico».

Parlando agli stati generali dei manager della CidaMonti si con-cede una battuta sul fatto che il suo esecutivo sta arrivando al traguardo della legislatura. Ri-

corda che «all'inizio era prova di temerarietà dire che il governo sarebbe durato più di un anno», tanto che «l'oggetto elettrico più menzionato era quello della spi-na: le spine, però, a volte sono dure da inserire ma anche da to-gliere». Poi torna sui partiti, ri-corda che per cambiare l'Italia «bisogna cambiare la cultura economica e politica». Non c'en-trano destra o sinistra, spesso soggette alle resistenze conser-

vatrici e corporative, «il proble-ma per un Paese immerso nella globalizzazione è sull'asse verti-cale, se si vuole o no mantenere un solido ancoraggio europeo», se si vuole superare «la resisten-za consapevole o passiva» della società comunque destinata a soccombere «perché altri lo de-cideranno al nostro posto». Pro-prio per questo «occorre antici-pare le dinamiche, trasformarle in opportunità evitando che si

trasformino in zavorre pesanti». Il premier ricorda poi che «non esiste sviluppo italiano senza Europa, mi auguro che chiunque governi l'Italia in futuro e qua-lunque Parlamento ci sia sappia esercitare una forza convincente in Europa che deriva dal modo in cui si adempiono in casa proprie le regole dell'Unione.

Parla anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Che, lo dice il suo portavoce, «ha

trovato ineccepibile» come Monti domenica ha risposto alla sua puntualizzazione sul fatto che il premier non può essere candidato alle prossime elezio-ni. Ma da qui al voto, il Capo del-lo Stato chiede «uno sforzo per consentire una costruttiva con-clusione dellalegislatura», invita ad «evitare passi falsi, passi in-dietro» in Parlamento in queste settimane «dense di impegni». Già, perché sarebbero capaci di

«appannare la ripresa di fiducia, di credibilità e dignità nell ' Italia» che all'estero ora si tocca con mano. Quanto a sé, il Napolitano a fine settennato dice di essere sereno, che «un cardine della normalità del sistema democra-tico è che allo scadere del man-dato tutti siamo sostituibili ed è questa da parte mia una serena provadifiducianelle istituzioni e nel Paese».

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La rivincita delle piccole biblioteche così volta pagina l'Italia che legge Iscrizioni e prestiti in crescita da Milano a Palermo

Sorpresa, torna la moda dei libri in prestito

CRISTINA SALVAGNI

MEGLIO il prestito del-l'acquisto. E questo il motto che accompa-

gna il ritorno dei lettori in bi-blioteca: sarà la crisi o l'alto prezzo dei libri, nell'ultimo an-no le sale di lettura comunali hanno registrato un aumento di presenze e iscritti, dalla Sicilia al Veneto. «I libri ormai costano, per questo vado in biblioteca» racconta Francesca Broccati, infermiera romana di 30 anni.

(segue dalla prima pagina) •

CRISTIANA SALVAGNI

s IA per studiare i vo- « lumi si vcahgeos oEnno

non là , ssoi a

no l'unica: alla comunale di Testaccio non vedo più solo studenti, ma tanti adulti e an-ziani». «Quando mi sono ac-corto di spendere troppo in li-bri, ho cominciato a prenderli in prestito: almeno sette al me-se, soprattutto di letteratura americana» dice Paolo Cam-melli, 65 anni, dirigente in pen-sione di Rho, in provincia di Milano. «Frequento due bi-bliotecche: a Rho e a Chiaven-na, in provincia di Sondrio, do-ve vado in vacanza. Di recente ho notato tanta gente nuova, in maggioranza sotto i 35 anni».

Come loro hanno fatto tanti e così tante sono le biblioteche che vantano numeri da piccoli boom. Quelle di Palermo, lo scorso ottobre, hanno rilevato un aumento del 72 per cento di presenze rispetto all'anno pre-cedente. A Valli° Terme, in provincia di Brescia, nel 2011 sono stati presi in prestito il 46 per cento dei libri in più rispet-to al 2010, mentre una crescita del 30 per cento è stata osser-

Tornano di moda i servizi comunali mentre calano le vendite nelle librerie

vata a Broni, in provincia di Pa- via, e del 13 per cento a Milano.

Dalla Lombardia alla Tosca-na, nelle biblioteche fiorentine ha fatto da volano l'apertura digitale 24 ore su 24: grazie an-che al lancio della Mediali-brary, la biblioteca di ebook e riviste consultabilé da casa, per il 2012 si stima un rialzo del 38 per cento degli iscritti. «L'in-vestimento ha pagato» spiega Valeria De Lisa, funzionario del sistema documentario Sdiaf. «Con le varie attività cul-turali rivolte a bambini, donne incinte e anziani cerchiamo di intercettare una fascia di uten-za insolita. Ma comunque, con le difficoltà economiche diffu-se, i servizi gratuiti sono ricer-catissimi».

Le sale di lettura comunali attirano i lettori atipici così co-me lo zoccolo duro: «Stiamo conquistando quelli medi e forti che non possono più spendere» dice Gianni Stefani-ni, direttore del Consorzio si-stema bibliotecario del Nor-

dovest. «Mentre in Europa gli utenti delle biblioteche dimi-nuiscono e in Italia il mercato del libro cala del 3-4 per cento, noi qui svolgiamo una funzio-ne di presidio fondamentale: perché se il lettore comincia a usare il tempo riservato alla lettura per altro, è perso».

Puntano sul ruolo sociale anche le Biblioteche civiche torinesi, che per il 2012 stima-no un 3 per cento di prestiti in più: «Ma ci sono meno libri nuovi, perché i soldi sono po-chi» si rammarica il direttore

Paolo Messina. «Eppure i volti mai visti sono numerosi: stra-nieri che imparano le lingue, immigrati che vogliono inte-grarsi, genitori separati che nel fine settimana portano i bam-bini da noi invece che andare al cinema o al centro commer-ciale. E poi, al venerdì, le fami-glie che chiedono i dvd per ve-derli a casa, senza dover aprire il borsellino».

Chi osa, in generale, vince: «Al centro Multiplo di Cavria-go, diecimila abitanti in pro-vincia di Reggio Emilia, da set-

tembre 2011 i nuovi iscritti so-no aumentati del 325 per cen-to, i prestiti del 75» racconta I Stefano Parise, presidente As-sociazione italiana bibliote-che. «Ma è un posto all'avan-guardia, con spazi di acco-glienza e iniziative per l'ag-giornamento culturale, che dà la possibilità di stare con gli al-tri facendo o proponendo ini-ziative. Con pochi fondi, chia-ramente, le biblioteche non possono ricoprire questo ruo-lo».

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5 ria

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la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

27/11/2012 press LinE

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Le biblioteche in Italia

di cui

6.700 2.000 Comuni Università

1.250 46

ecclesiastici e attività cqltur'al enti Ministero BeniP

7% la popolazione che fa almeno

un prestito l'anno 'nelle biblioteche

comunali

ieri a

11,7% la popolazione che frequenta le biblioteche

5 milioni di persone 15- l 7.ila

w000wwwoew wwwwwwwwww aoreo•••*eobils ••••••••16• wo

52 milioni di prestiti l'anno

fonte: (state Associazione italiana biblioteche

i lavoratori 1 j 28,8% 6,2% del settore Trentino Campania

0,87 prestiti per abitanti

Tra i frequentatori

13% legge più di 30 titoli l'anno

8,5% ne legge più di 13

3,8% legge da 1 a3

30-40.. il tempo M media impiegato per leggere un libro

Gli aumenti nelle biblioteche comunali

32% presenze PidePAR 091001 3) 12% iscritti-prestiti

Gemona UD (2012-2011)

,43% P,esti, i Canneto ma (2011-2010)

bntzt2oto)

+l 4 % presenze Pisa (2011-2010)

+55% presenze Melo** Le (2011-2009)

41 % pnastiti Sedeggand ,, (2011-2010)

+46% praStiti Terme_e' (2011-2010)

.6,7% iscritti Rpma (primis mesi 2012)

prestiti Torino (stima 2012)

1 3% iscritti-prestiti Milano 12009-2011)

3,5% prestiti Brescia (primi 6 mesi 2012)

f ,No prestiti R1110111 (2011-2010)

113(2012-2011)

ritti 2012-2011)

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A Ve neza

DAL HMSO -MENTO AI COMEN POR ANL LE OPERE ALL'ASTA PER L'EMILIA

VENEZIA—Trai dipinti cisono opere diLorenzo Costa, GiovanBat-tista Moroni, JustusSustermans,BonifacioVeronese. Saranno bat-tuti all'asta del primo dicembre (dalle 17.30 Rio Novo, Dorsoduro 3488í J; organizzata dalla Fondazione di Venezia a favore dei ter-remotati dell'Emilia Romagna e della popolazione veneziana col-pita dalla tromba d'aria del 12 giugno. In tutto sono 41 lotti: 12 di-

, pinti delle collezioni della Fondazione e 9 fotografie del Fondo Fo- tografico Italo Zannier. Non solo: verranno vendute anche 20 foto offerte, tra gli altri, da Giorgio Lotti, Nino Migliori, Franco Fontana,

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LA GEOGRAFIA CAMBIA: FORSE

È NATO IL PD ELISABETTA GUALM1NI

I e primarie di domenica scorsa hanno cambiato

...Jdiverse cose nella sce-aa politica italiana. E non so-o perché i cittadini scampa-i, per ora, all'attrazione del-'antipolitica, si sono riversa-i come un fiume in piena nei 2ircoli del Pd per scegliere il 2andidato premier alle pros-3ime elezioni.

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Pagina 1 gfi LA STAMPA Bersni-Renzi (ilt è cavia ai voti Vendola

firammaiiva, 5 ala a casa

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27/1 1/2012 press unE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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LA GKOGRAFIA CAMBIA: D'ORSI? NATO IL PD

ELISABETTA GUAL1VBNI SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Non solo perché si è trattato delle prime primarie nazionali non puramente cele-brative di un leader già vincitore ancor prima che venisse apposta la prima cro-cetta. Sembra passata un'era geologica

dalla Sicilia del tutti-a-casa e del Grillo che sbraita invo-cando l'epurazione a tolleranza zero di qualsiasi cosa assomigli a uno qualsiasi dei partiti pre-esistenti alla sua traversata messianica. Domenica qualcosa è cam-biato, comunque vada a finire.

Una delle lenti attraverso cui si può leggere il risulta-to mette a fuoco la mutata «geografia del centro-sini-stra». Un primo aspetto riguarda l'annosa questione dell'equilibrio (e della convivenza) tra la sinistra radi-cale e l'area riformista, un tempo (1996) rispettivamen-te perimetrate dall'Ulivo e da Rifondazione. Sotto que-sto profilo, il risultato di domenica scorsa trova un pa-rallelo comparabile nelle primarie di coalizione del 2005. Allora l'area ulivista era rappresentata da un so-lo campione (Romano Prodi), mentre dell'altra si cura-va Fausto Bertinotti. Va detto che quando Vendola ha lanciato la sfida, un paio di anni fa, aveva la ragionevole ambizione di fare molto meglio. Per un momento ha forse considerato di poter essere davvero una alterna-tiva credibile a Bersani, fino a che Renzi non solo gli ha tolto la scena, ma ha alimentato una competizione in-terna «tra» i riformisti che ha fatto tornare Nichi nel-l'angolo. Bertinotti nel 2005 era arrivato al 15 contro il 74% dei consensi di Prodi, tra Bersani e Renzi (somma-ti) da una parte e Vendola dall'altra il rapporto è di 82 a 16. Rispetto alle aspettative, la sconfitta è cocente e, senza il plebiscito pugliese, le cose sarebbero andate anche peggio. A meno che ora non faccia pesare la sua quota nel secondo turno e Bersani la accetti dando in cambio un peso maggiore a quei numeri.

Le primarie del 2012, si sa, sono state un ibrido. Per un verso primarie di coalizione (come nel 2005), per

l'altro confronto interno al Pd. Un confronto che il segre-tario ha cercato di gestire giocando il ruolo del leader che attenua i conflitti, include e ricompone, del buon pa-dre di famiglia, che lascia fare, sicuro che vincerà, pur essendo ben consapevole di quanto fosse e sia alta la po-sta per la sua «ditta». In realtà, dietro alle schermaglie sulle caratteristiche personali dei due leader e i sui loro progetti, sulle foglie nuove dalle radici antiche e sul non aspettare e metterci la faccia, si è di fatto riproposto, in forme nuove, il conflitto tra il Pd leggero, plurale e aperto pensato al Lingotto e la regressione post-diessina del partito «strutturato e radicato nel territorio». Sotto que-sto secondo profilo, il duello Renzi-Bersani può essere comparato con le primarie-congresso del 2009. Anche allora Bersani aveva come antagonista un interprete del Pd delle origini, con caratteristiche parecchio diverse, però. Mentre Franceschini era appoggiato da una di-screta parte del gruppo dirigente (Veltroni, Fioroni, Fas-sino), Renzi ha giocato la sua partita prendendo le di-stanze da tutti, con il sostegno di diversi sindaci, ma solo di una sparuta pattuglia di parlamentari. Ciononostante la sua prestazione è stata considerevole. Tra il 2012 e il 2009 Bersani perde ben 230.000 voti. Renzi ne acquista invece circa 60.000 in più di Franceschini. Qualcosa è cambiato anche nella distribuzione territoriale. Il con-fronto tra Bersani e Franceschini fu un confronto tra macchine organizzative omogeneamente distribuite sul territorio. Quasi dappertutto i rapporti di forza erano di circa 33 a 50. Renzi invece vince su Bersani proprio nelle regioni rosse (56 a 53), quasi pareggia nel resto del Nord (40 a 48), ma perde al Sud (21 a 39), dove l'elettorato di opinione per ora non si è mobilitato. Famiglie politiche, subculture e appartenenze originarie che si mescolano; forse il vero Pd è questo qui.

Ovviamente, molto potrebbe ancora cambiare, al se-condo turno se, come in ogni competizione simile, la par-tita fosse davvero aperta, e non si pretendesse (del tutto incomprensibilmente) di chiudere il recinto della parte-cipazione a chi ha già votato.

twitter@gualminielisa

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QUEL CHE MANCA AGLI ELETTORI

DI CENTRODESTRA MARCELLO SORGI

I "1 successo delle primarie del Pd, riconosciuto da

. :tutti, fa sorgere sponta-nea qualche domanda: come sono andate a finire quelle del Pdl? E perché, dopo aver-le annunciate e smentite molte volte, il centrodestra, non si sa se per farle o non farle, sta andando verso una scissione?

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firammaiiva, 5 ala a casa

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27/11/2012 press unE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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QUID CIE MANCA A CHI VOTA Cg TRONSTRA MARCELLO SORGI SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Di ora in ora si susseguono annun-ci infondati e continui aggiusta-menti. Sembrava che già ieri mattina, in una delle sue fre-quenti telefonate a Canale 5,

Berlusconi avrebbe comunicato il suo ritorno in scena e la fondazione di una nuova Forza Italia, il partito con cui diede la scalata al go-verno quasi vent'anni fa. Poi c'è stato un rin-vio a giovedì. A distanza di un anno e mezzo dalla designazione di Alfano come delfino, il segretario si preparerebbe a separarsi dal Cavaliere, per restare alla guida del Pdl, in cui invano nel corso di questi mesi ha cercato di introdurre normali principi di democrazia, e che, svuotato della componente berlusconia-na, resterebbe saldamente in mano agli uo-mini dell'ex An.

Ma al di là dei dettagli della scissione, or-mai annunciata, e degli elenchi di nomi di chi si prepara a passare da una parte o dall'altra, quella a cui stiamo assistendo è l'implosione, non solo del centrodestra, ma del modello del partito personale inventato e portato al successo da Berlusconi. Lui stesso, convinto che il declino sia dovuto, non ai suoi errori, ma al logoramento d'immagine del persona-le politico che lo ha accompagnato fin qui, ne progetta un'edizione ridotta, non un altro partito-azienda com'era quello delle origini, ma una specie di arca di Noè, con cui tra-ghettare il meglio della sua gente verso pros-sime fortune.

Ora, cosa possa rappresentare in termini elettorali una nuova Forza Italia con le amaz-zoni del Cavaliere e senza i volti dei "vecchi" ex An, nessuno è in grado di dirlo. I sondaggi-

sti, che considerano Berlusconi perfino più usurato di quelli che vuol rottamare, non az-zardano più del dieci per cento. E quanto possa pesare un Pdl svuotato dagli ex Forza Italia e con Alfano alla guida, è altrettanto azzardato valutarlo. Dovrebbe oscillare sul quindici-di-ciotto per cento.

Ma anche ammesso che i due tronconi, che dovrebbero presentarsi separatamente alle elezioni, possano riunirsi dopo il voto, per par-tecipare a una maggioranza e sostenere un go-verno, quel che resta da capire è come si com-porteranno gli elettori cosiddetti moderati in mancanza di un'offerta politica chiara, ancor-ché non del tutto condivisibile, com'era stato il centrodestra di Berlusconi nell'ultimo venten-nio. Oltre a introdurre normali regole demo-cratiche in un'area politica che le ha sempre ri-fiutate, le primarie che il Cavaliere si ostina a rifiutare avrebbero avuto anche un altro sco-po: dare piena rappresentatività a tutte le ani-me interne, dalla Santanchè alla Gelmini e Frattini, e poi arrivare alla sintesi scelta dagli elettori.

Così invece Berlusconi sarà libero di fonda-re il suo nuovo movimento e condurre come crede la sua campagna elettorale, attaccando Equitalia e la politica di rigore imposta dal go-verno e forse

lasciando anche sfogo a sentimenti antieu-ropei. Una forma di grillismo in doppio petto, il cui primo assaggio è stata la conferenza stam-pa a Villa Gernetto tre settimane fa. Quanto ad Alfano, se davvero resterà in sella al Pdl, dovrà cercare di recuperare i voti perduti. Gli elettori moderati che non vogliono votare per una de-stra divisa, ma non hanno ancora deciso di spo-starsi al centro, sono avvertiti. Anche se Berlu-sconi, di qui a giovedì, ha tutto il tempo per cambiare ancora idea almeno un paio di volte.

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Piersiaril dee cose si(liseu )er sedurre e i suoi fari

e rveed prime derby n

(ma a distanza)

27/11/2012 pressunE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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Bersani dice cose di sinistra per sedurre Nichi e i suoi fan

CARLO BERTINI INVIATO A PIACENZA

Obiettivo numero uno, conqui-stare Vendola e i suoi voti, per cui dire, e fare, cose di sinistra. Numero due, portare a votare per la seconda volta i propri afi-cionados senza defezioni. Nu-mero tre, non sbagliare un colpo da qui a sabato, pizzicando Ren-zi, ma con garbo. Esorcizzando qualunque ansia da sconfitta. Sotto una pioggia nebulizzata, Pier Luigi Bersani spegne il suo mezzo toscano e lo posa sul bor-do di un camioncino, prima di salire i tre scalini dell'albergo do-ve al settimo piano lo aspettano i cronisti. E la fiducia di ritrovare quel sigaro per poterselo poi fini-re in pace è totale, la stessa che nutre di vincere il ballottaggio e potersi poi dedicare alla lunga regata verso Palazzo Chigi.

Confessa uno scambio

di «sms d'amore, auguri e cose buone» con il rivale

«Io non riesco proprio ad aver paura, non è presunzione, è un fatto cromosomico. Finirà come deve finire», azzarda il segretario Pd, forte dei son-daggi che lo danno vincente al doppio turno 55 a 45, senza colpi di scena. Prima di infilar-si in ascensore ride di gusto quando gli dicono che Nichi la prende larga, si è premurato intanto di far sapere che non farà un endorsement a Renzi.

Passo indietro: qualche ora prima, verso le undici, il gabi-netto di guerra del leader si riunisce via Skype per pianifi-care tattica e strategia della settimana clou. Da Piacenza il portavoce Stefano Di Traglia,

in contatto con casa Bersani, apre il pc e si collega con Roma, sede del comitato. C'è tutto lo staff, Moretti, Giuntella, Spe-ranza, lo storico Miguel Gotor, uno dei consiglieri più ascoltati e Chiara Muzzi. Quindi, punto uno, prender le distanze da Monti che dice «il peggio è pas-sato». E infatti Bersani poi lo cri-tica anche da Fazio, «le sue pa-role sulla scuola sono uno schiaffo sbrigativo», dice dopo aver censurato quella cosa sulla

crisi che è alle spalle: «Io non credo, l'effetto sulle famiglie sta arrivando ed è pesante». E co-munque se vuole «ha tutti i dirit-ti, ma non gli conviene mettersi nella mischia», lo avvisa. Punto due, fare il bonario con Renzi, e infatti Bersani «svela» che si son «mandati oggi sms d'amore, au-guri, cose buone». Punto tre, da-re un messaggio di cambiamen-to e rassicurazione. Ed è infatti un mix di rassicurazione e spon-taneità la chiave di tutto, ma

niente è lasciato al caso. Quando Bersani va da Fabio Volo e tra una battuta e l'altra si fa scappa-re tre volte «cazzo», è perché magari così cattura per un atti-mo i giovani... che magari ap-prezzano che anche Bersani di-ca le parolacce.

Dopo il primo giro di boa, il leader ritiene di non aver fin qui commesso errori, di aver indovi-nato il tono, le iniziative, i simboli e i luoghi dove è andato. Di esser riuscito a intercettare il voto di

opinione, «abbiam vinto in tutte le grandi città...» e non solo quel-lo d'apparato. Ora deve riuscire ad allargare il campo, a comin-ciare dagli endorsement degli al-tri candidati, i suoi uomini sanno che Nichi lo aspetta al varco e gli organizzano visite ad aziende in crisi, iniziative nelle periferie. La mission è precisa: fare e dire co-se di sinistra, stare sui temi co-me lavoro, ambiente, diritti, poli-tiche sociali e scuola; evitare un atteggiamento presuntuoso, fair

play, attaccare solo se co- ‘ stretto; non cambiare

\ slogan, «il coraggio dell'Italia» e veicola- re il messaggio che chi vota sceglie il premier che guide- rà il paese. Non ec-

cedere in tv e cali- brare il mix di appari-

zione sui media e terri- torio. Scegliere immagini

simbolo, foto che parlino più di tante pagine di programma.

E nel day after in cui benedice il suo risultato, «ci avrei messo dieci firme quando siam parti-ti», allo sfidante lancia una ri-spostaccia, «noi siamo gente per bene e basta con questa polve-re!», reagisce alzando la voce di fronte alla richiesta di Renzi di mettere on line i verbali dei seg-gi. E poi una pizzicata al suo «di-fettuccio», quel «tic di dire sem-pre noi e loro» che a Bersani fa venire l'orticaria. Perché al di là del fatto che «noi siamo noi, loro è Berlusconi», sentir dire a Ren-zi «la prossima volta mettete più banchetti ai gazebo» con l'aria di chi sembra un ospite nel Pd, fa venire forse un brividuccio alla schiena. Teme che tra una setti-mana questo clima di bon ton scompaia e magari Renzi si in-venti qualcosa da solo o dia bat-taglia? Risponde con un prover-bio padano, tradotto fa «quando ci son le difficoltà si litiga. Il pro-blema è se si litiga quando non ci sono le difficoltà. Questo partito può vincere le elezioni e non conviene a nessuno assumersi la responsabilità di strappare...».

Gambe in spalla, al sud l'uni-ca tappa sicura di questa setti-mana, in Puglia da Nichi. Alle malelingue garantisce «niente Cencelli o bilancini». Con lui ci sono «convergenze politiche», così le chiama Bersani.

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CacciaA. volo d'ophone Eulti ma carta di Renzi

27/11/2012 press LinE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: 350.297

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MICHELE BRAMBILLA INVIATO A FIRENZE

Come un generale in guerra, ieri mattina Matteo Renzi ha riunito a Palazzo Vecchio i suoi ufficiali per definire la strate-gia della battaglia finale. E sic-come non si può pianificare il futuro senza analizzare il pas-sato, ha voluto innanzitutto chiarire a se stesso e ai suoi che cosa finora ha funzionato e che cosa no. La sua analisi la sintetizza poi alle quattro e mezza del pomeriggio alla se-de del comitato elettorale di via de' Martelli, a pochi passi dal Duomo, in una conferenza stampa fatta di corsa perché Renzi fa sempre tutto di corsa: deve prendere il treno andare a Milano a «Che tempo che fa».

«Il punto di forza è stato il voto nelle regioni tradizional-

Il sindaco riunisce i suoi

e fa autocritica per il risultato

al Sud e nelle città

mente più di sinistra», dice. E lo dice con una certa soddisfa-zione, perché i risultati in To-scana, Umbria e Marche «smentiscono quello che avete sempre scritto voi, e cioè che io i consensi li raccolgo a de-stra». Ha anche ben chiaro quello che invece non ha fun-zionato: «Il Sud. Al Sud abbia-mo riempito le piazze ma non le urne. Evidentemente abbia-mo fatto meno di quello che era necessario fare».

Prenderà di nuovo il cam-per e girerà per la Sicilia, la Calabria, la Campania, la Pu-glia vendoliana? «Non so, an-cora non ho fatto programmi». Sa che il tempo è poco. E allora

la prima idea è quella di sfida-re Bersani su un terreno che gli è congeniale, la televisione. «Prima di decidere l'agenda delle mie prossime giornate aspetto di conoscere la dispo-nibilità di Bersani per i con-fronti televisivi. Finora ne ha accettato uno, io ne vorrei di più». Servirebbero, i confronti, per recuperare «il voto d'opi-nione». Perché i risultati nega-tivi non solo del Sud ma anche di Roma e di Milano sono frut-

to, secondo Renzi, appunto «di un voto d'opinione».

Ci sarà, certo, anche una nuova battaglia sulle regole: «Cercheremo di convincere il Pd a dare il diritto di voto pure a chi non ha votato al primo turno, sull'esempio del ballot-taggio francese vinto da Hol-lande, dove al secondo turno ha votato il dieci per cento in più». Ma Renzi sa che non sarà qual-che migliaia o decina di miglia-ia di votanti in più a ribaltare

l'esito del primo turno. Bisogna convincere chi ha votato Ber-sani a non votare Bersani; e chi ha votato Vendola a non ascol-tare Vendola. Mission appa-rentemente impossible, tutta-via Renzi ci crede: «Il fatto che Nichi abbia detto che farà di tutto per non farmi vincere non significa che i suoi vote-ranno per Bersani. Anzi credo che anche quelli di Sel abbiano interesse a un rinnovamento della classe dirigente del Pd».

Ecco perché l'ultima setti-mana sarà dedicata a convin-cere, ancora più di prima, che il voto a Renzi è un voto di sini-stra. Lui è molto confortato dal risultato di Firenze città: ha preso il 52,5 per cento. «Mi so-no commosso», dice. «Se i fio-rentini avessero dato retta a quello che hanno scritto su di me i giornali locali e nazionali, avrebbero dovuto prendermi a male parole. Invece si sono fat-ti la fila per votarmi». È questo

che gli da fiducia: l'aver h. vinto dove è cono- ) sciuto: «Siamo an-

dati bene nelle re- gioni rosse per- ché qui sanno co- me abbiamo la- vorato. Sanno che abbiamo ri-

dotto le tasse, di- mezzato il numero

degli assessori». Adesso bisogna convincere chi conti-nua a credere che lui sia solo un bravo comunicatore.

Al Comunicatore per defi-nizione manda indietro i com-plimenti: «Berlusconi oggi ha detto che Renzi è un sincero socialdemocratico», gli dice un giornalista, e lui risponde: «Non so quanto Berlusconi sia esperto di sincerità. So che lo è pochissimo di socialdemo-crazia». È al Pd che guarda, non al Pdl. Qualcuno gli fa no-tare che Bersani gli contesta di distinguere il Pd fra un «noi» e di un «loro». Glielo di-rà, più tardi in tv, anche Fazio. Lui replica così: «È giusto par-lare di un noi e di un loro. La squadra è la stessa, gli allena-tori no. Con me cambierebbe-ro sistema di gioco, convocati e giocatori in campo».

Riuscirà in una sola setti-mana a far cambiare idea a chi ha votato Bersani? In un Paese dove è più facile cambiar mo-glie che partito (s'intende per gli elettori, non per i politici)? Renzi spera che anche il popo-lo delle primarie, come ha fatto lui ieri mattina, analizzi gli er-rori del passato, «e si ricordi che cosa ha fatto il centrosini-stra negli ultimi anni». Ag-giunge: «Chi si accontenta di quello che ha fatto, voti Bersa-ni. Chi chi vuole investire sul cambiamento, voti per noi».

Caccia al voto d'opinione L'ultima carta di Renzi

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Bersani sfonda nei enpoltioglii 7i eregionivanno a Ronzi

27/11/2012 pressunE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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Bersani sfonda nei capoluoghi Tre regioni vanno a Renzi

Vittoria del sindaco in Umbria, Marche e Toscana. Il segretario prevale al sud

La raffica di numeri, percentuali e raf-fronti che piovono da città, paesi, rio-ni e quartieri in gi-

ro per l'Italia, finisce per pro-porre tre fili rossi: Pierluigi Bersani ha vinto nelle grandi città metropolitane (in parti-colare nelle periferie) e lette-ralmente stravinto al Sud, tutte aree del Paese nelle quali i tradizionali elettori di centrosinistra (pensionati, insegnanti, impiegati), evi-dentemente si sono sentiti rassicurati dal fatto che il se-gretario del Pd possa essere il miglior difensore dei loro posti di lavoro, delle loro pen-sioni, dei loro redditi. Matteo Renzi, invece, vincendo a sor-presa in tre delle quattro re-gioni rosse (Toscana, Um-bria, Marche) sembra essere riuscito a dar voce alla insof-ferenza che covava da anni in

P:ZERLUIGI

Batte Vendola in Pu9i a ma nella sua Emilia

non ha superato i150%

MATTE O

È riuscito a dare voce all'insofferenza nelle aree

dove il Partito è più forte

zone dove, nella vita quoti-diana, è difficile prescindere dal Partito, rappresentato da decenni sempre da una clas-se dirigente percepita come inossidabile. E quanto a Ni-chi Vendola, per quanto di-stanziato dagli altri due sul piano nazionale, è andato for-te in Puglia, Campania, Basi-licata e anche Sicilia, zone nelle quali sembra aver inter-pretato meglio degli altri gli elettori che volevano espri-mere la protesta.

Certo, una lettura analiti-ca della geografia del voto re-gala molte sorprese. Pierluigi Bersani, emiliano piacentino, ottiene le percentuali record non nella sua Emilia, ma al Sud, al punto che Calabria, Campania, Basilicata e Sici-lia potrebbero essere definite le nuove «regioni rosse». E quanto a Matteo Renzi, la di-mostrazione che il suo mes-saggio anti-oligarchico è pe-netrato anche in realtà mino-ri, ecco la sorpresa: è riuscito a sconfiggere tre dei suoi «nemici» più coerenti pro-prio nei loro luoghi di nascita. A Sinalunga, nel Senese, do-ve è nata e vive Rosy Bindi, il sindaco ha ottenuto il 53,6% (contro il 39,1% di Bersani); a Pontedera, dove l'attuale Go-vernatore della Toscana En-rico Rossi è stato sindaco per 9 anni, Renzi si è preso il 49%,

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Bersani sfonda nei enpoltioglii 7i eregionivanno a Ronzi

27/1 1/2012 press LinE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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mentre Bersani è rimasto al 40,6%. Non scontato il com-mento del Governatore: «Direi che da noi ha prevalso il mes-saggio del rinnovamento, che Renzi ha incarnato sicuramen-te meglio, dobbiamo riflette-re». A Viterbo, la città dell'ex ministro Beppe Fioroni e del-l'ex cassiere dei Ds Ugo Spo-setti, a Renzi è andato il 45,1%, a Bersani il 33.6%. Di più: Vi-terbo è l'unica città laziale do-ve il segretario del Pd è arriva-to secondo.

Certo, per Bersani i risultati più significativi sono la vittoria nelle quattro grandi città me-tropolitane (Roma col 47%, Mi-lano col 43,3%, Torino col

42,6%, Napoli col 46,4%) e nelle regioni economicamente e de-mograficamente più rilevanti: Lombardia col 44% contro il 36,9% di Renzi, il Piemonte col 41,7%, il Veneto col 41,2% e il Lazio con un significativo 46,9%, un dato che - unito ad una efficiente macchina orga-nizzativa regionale - ieri ha prodotto diverse gratificazioni per Enrico Gasbarra, segreta-rio regionale del Pd e papabile candidato sindaco di Roma. Ma è altrettanto significativo il boom nel Mezzogiorno dove Bersani ottiene le percentuali più alte in assoluto: per il se-gretario la Basilicata è la re-gione record (56,4% contro il

21,4% di Renzi), seguita dalla Calabria (54,7%) e dalla Sarde-gna (52,8%).

Uno studio realizzato a cal-do dall'Istituto Cattaneo dimo-stra che per quanto attiene la capacità di mobilitazione, in occasione di queste Primarie sul piano nazionale è stato ri-mobilitato il 36,7% degli eletto-ri che votarono il Pd nel 2009, ma che questa capacità è stata sopra la media oltreché in Emi-lia e Toscana, anche al Sud, «un dato in controtendenza ri-spetto all'insediamento "stori-co" del Pd», col 49,5% in Basili-cata e il 41,3% in Calabria.

E quanto all'Emilia-Roma-gna, la regione dove Bersani è

nato, il segretario arriva sì pri-mo, ma con una percentuale inferiore al 50% e più bassa a quella ottenuta da lui stesso nelle Primarie contro Dario Franceschini. L'unica grande città nella quale Renzi ha pre-valso è stata Firenze: il sindaco ha conquistato il 52,19%, men-tre a Pierluigi Bersani è andato il 32,23%. A prima vista un ri-sultato comprensibile, ma die-tro le quinte si è giocata una battaglia non dichiarata da parte del Pd toscano, che nella città amministrata da Renzi puntava su un sorpasso di Ber-sani, che sarebbe stata la di-mostrazione plastica che chi lo conosce, non ama Renzi.

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Berlusconi: bisogna cambiare tutto

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Berlusconi: bisogna cambiare tutto I ',ex premier deciso al ritorno a Forza Italia, ma prima dell'annuncio ufficiale aspetta l'esito delle primarie Pd

AMEDEO LA MATTINA ROMA

Mercoledì a Porta a Porta do-veva essere la serata dell'an-nuncio della nuova Forza Italia di Berlusconi ma Bonaiuti ha disdetto l'appuntamento con Vespa. Poi a Palazzo Grazioli si era pensato al classico video-messaggio, come nel '94, da diffondere giovedì: anche que-sta ipotesi sembra tramontata. Rimane ancora in piedi l'idea di una conferenza stampa nei prossimi giorni nella quale Berlusconi dovrebbe dire, ri-petere, quello che ha detto ieri alla trasmissione «La Telefo-nata» di Belpietro. «Bisogna cambiare tutto, serve una for-za nuova. Gli italiani sono lon-tani dalla politica, il 70% è di-sgustato dai partiti, bisogna

Convocato La Russa per convincere gli ex An a fare la nuova destra con Storace e Santanchè

sca. Ipotesi che non marcia. So-no in tanti a cercare di fermare l'ex premier. E i modi sono i più svariati. Ad esempio al Senato il Pdl e Gasparri stanno cercando di inserire nella legge elettorale le preferenze e la soglia di sbar-ramento al 5%. Con le preferen-ze Berlusconi avrà la forza elet-torale di eleggere quella pattu-glia di senatori che dovrebbero essere determinanti a formare il prossimo governo?

«Berlusconi - spiega Augello -rischia di fare male i conti. Sen-za le preferenze potrebbe non raggiungere quel 7-8% che i son-daggi gli danno. Lui è convinto che arriverà al 10% svuotando il Pdl e in questo modo consentire la nascita del Monti bis, perchè alla fine è questo il suo obiettivo, nonostante critichi le politiche recessive di Monti-Merkel», precisa Augello che ieri, con i suoi militanti, è andato a prote-

stare a via dell'Umiltà e sotto la residenza del Cavaliere, al Plebi-scito, per mantenere le prima-rie. Hanno manifestato, separa-tamente, anche la Meloni e i suoi ragazzi. E ventitrè eurodeputati hanno firmato un documento per chiedere che si tengano le primarie. Tra i firmatari Mario Mauro, di area Cl, il quale prega la Madonna affinchè Monti deci-da di candidarsi o di consentire la nascita di liste che fanno

esplicito riferimento a lui. «E' l'unico modo per fermare Berlu-sconi. Io - racconta Mauro - sto facendo di tutto per convincere Monti». Guarda caso ieri Berlu-sconi ha dato ragione a Napoli-tano, affermando che Monti è senatore a vita e questa posizio-ne lo pone fuori dal contrasto politico. «Se poi Monti riterrà di essere utile al paese e sarà so-stenuto dai partiti dopo le ele-zioni, ci si potrà rivolgere a lui».

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aprire gli occhi, portare termi-ne quella rivoluzione liberale che non si è realizzata, ma non per colpa mia». La colpa sareb-be delle regole costituzionali che non danno al governo i po-teri per cambiare le cose, la colpa sarebbe di chi ha congiu-rato in Italia e all'estero per di-sarcionarlo da Palazzo Chigi. Merkel tra gli indiziati princi-pali. Monti? «Ha fatto una bel-la esperienza» ma paga la «condiscendenza» alla politica di austerity della Germania. «Una politica che ha portato il paese a una spirale recessiva molto grave». Le primarie? Quelle del Pdl sono affari del-l'ufficio di presidenza, mentre sono belle quelle del Pd, «una prova di democrazia».

Ora Berusconi sta rifletten-do, forse aspetta il ballottaggio delle primarie Pd per fare l'an-nuncio. Intanto convoca ad Ar-core La Russa per proporgli di spacchettare il Pdl, di fare una nuova Destra con Storace, la-sciando che Forza Italia rina-

Alfano lo sta scongiurando di non tornare al vecchio/nuovo partito dove Berlusconi non vuole esponenti di primo piano del Pdl e della vecchia Fi come Cicchitto, Quaglieriello, gli mini-stri Frattini, Fitto, Carfagna. Sono invece già passati con lui Gelmini, Romani, Verdini, Crimi, Bondi, Santanchè, Bian-cofiore, Palmieri, Montanari. Sono tutti loro il cerchio magico di Arcore.

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Sullo tr, riformo in exr.:o Il premi, è pinuto

,Nidare i partiti

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, ario Monti medita I un contropiede che

. . potrebbe far male ai partiti. Da diverse settimane galleggiano in Parlamento al-meno tre provvedimenti pro-mossi dal governo, di forte impatto sull'opinione pubbli-ca, ma osteggiati dalle forze politiche: il decreto sulle Pro-vince, quello sui costi della politica, quello sulle semplifi-cazioni. Due decreti-legge e un disegno di legge che, per difetto di volontà e vischiosi-tà di fine legislatura, rischia-no di impantanarsi. Ma se questo fosse l'esito, a Palazzo Chigi meditano una narra-zione - per dirla con lessico vendoliano - poco gratifican-te nei confronti dei partiti. Monti punta su una conclu-sione fisiologica dei tre prov-vedimenti, ma in caso negati-vo sta preparando il terreno per un possibile contropiede: ieri - intervenendo a Milano -il presidente del Consiglio ad un certo punto ha confessato un «senso di frustrazione» perché nel suo anno di gover-no «c'è stato un carico pesan-te di resistenza degli indivi-

dui e del sistema» . E due gior-ni fa, intervenendo a «Che tempo che fa» su RaiTre, ha fatto una riflessione analoga, facendo riferimento alle «resi-stenze corporative e conserva-trice molto visibili, nella sini-stra, nella destra, talora anche nel centro».

Parole impegnative per un uomo come Monti. Anche se, intervenendo da Fabio Fazio, la cosa di gran lunga più rile-vante detta da Monti era stata la replica, dopo tre giorni di si-lenzio, al Capo dello Stato, che - con esternazione inattesa -aveva «sconsigliato» il presi-dente del Consiglio in carica ad organizzare una lista. A Na-politano, Monti aveva detto che invece sarà lui a decidere cosa fare in futuro, «rifletten-do su tutte le possibilità, nes-suna esclusa». La conferma che Mario Monti ha preso «gu-sto» alla politica e che ha preso

sul serio le critiche di chi con- sidera non fisiologico un suo bis senza passaggio elettorale.

Dunque, i provvedimenti che procedono al «ralenti». Tanto per cominciare quello che riduce le Province da 86 a 51, con la istituzione di 10 città metropolitane: il decreto è al Senato, arriverà alla Camera non prima del 10 dicembre e deve essere converti-to entro il 5 gen-naio 2013. La commissione Af-fari costituzio-nali dopo essersi bloccata per giorni su una pregiudiziale di incostituzionalità presentata da Pdl e Lega, attenderà la pre-sentazione degli emendamenti fino al 3 dicembre, per l'appro-do in aula occorrerà attendere metà dicembre. Le resistenze dei parlamentari «legati» a questa o quella Provincia fan-

no temere a Palazzo Chigi i ri-schi di insabbiamento.

Rischi più alti corre il de-creto legge sui costi della poli-tica, in scadenza il 9 dicembre. Tra le norme poco gradite dai partiti i parametri più strin-genti per definire gli stipendi dei consiglieri regionali e le re-gole più trasparenti per il fi-

nanziamento ai gruppi consilia-ri. Proprio ieri al Senato sono sta-ti dichiarati am-missibili tutti e 370 gli emenda-

menti presentati, tra i quali spunta la richiesta bipartisan di far slittare i tagli agli asse-gni di fine mandato solo dalla prossima legislatura, per quelle regioni che sono in cari-ca da almeno 4 anni. Il che equivale a dire tutte, tranne Lombardia, Lazio e Molise che sono state già sciolte.

Sulle tre riforme in corso Il premier è pronto

a sfidare i partiti Rischiano lo stop per le "resistenze del sistema"

UN ITER COMPLICATO

I provvedimenti ora in Parlamento

sono in scadenza

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Napolitano: evitare i passi fasi

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Napolitano: evitare i passi falsi E Monti alle forze politiche: la leadership è solo la "crosta" del problema, si tratta di discutere il programma

ANTONELLA RAMPINO ROMA

Giorgio Napolitano ha trova-to «ineccepibili» le parole, del resto prudentissime, pro-nunciate da Mario Monti cir-ca il proprio futuro politico. Ma a quelle parole ha fatto seguito un montiano invito «a non occuparsi troppo delle leadership», che è solo «la crosta», mentre il punto in vi-sta delle prossime elezioni è il programma, da affrontare con «un dibattito a fondo». E se chi prenderà il suo posto «saprà essere convincente con l'Europa». Un invito ai partiti a cambiare, a non oc-cuparsi della leadership (leg-gi: della premiership), o una porta lasciata socchiusa a una candidatura, essendo di gran lunga Monti il più «con-vincente» per l'Europa? Pier Luigi Bersani, tra due paren-tesi in un profluvio di com-menti sulle primarie, invita ancora una volta Monti a sta-re fermo, a evitare di buttare il proprio nome nella mi-schia, riservandosi di «esse-re utile al Paese». Un invito, si può anche dir così, a segui-re l'esempio in politica di Ciampi, e non quello di Dini. E trovando, in questo alme-no, un punto di fermo e pieno accordo con Napolitano.

Che ieri ha ricevuto al Qui-rinale i Cavalieri del Lavoro, e alla politica ha scandito quella che egli stesso chiama «una raccomandazione»: «Si evitino passi falsi e passi in-dietro che rischierebbero di appannare quella ripresa di fiducia nell'Italia, quella ri-presa di dignità e credibilità» che Napolitano ha potuto constatare incontrando di-versi capi di Stato, e da ulti-mo Hollande a Parigi.

Esorta, Napolitano, a usa-re bene le «settimane dense di impegni in Parlamento», e con questo non si tratta di un riferimento a una legislatura bruscamente accorciabile -visto che Napolitano a più ri-prese ha parlato di «mesi» da «impegnare proficuamente». Il riferimento appare piutto-

sto proprio al calendario delle Camere, e alla legge elettorale. Napolitano ha molto apprezza-to l'articolo di domenica scorsa nel quale, sul Sole 24-Ore, Giu-liano Amato ha spiegato per fi-lo e per segno, e con la consueta dovizia argomentativa, che non c'è nessun vincolo europeo a modificare la legge elettorale alla vigilia di consultazioni poli-tiche (oltre al fatto che la racco-

mandazione in questione è solo del Consiglio europeo), e con relativi esempi di quanto acca-duto nelle migliori democrazie.

Ma a sorpresa ad esortare quella riforma ieri è stato il ca-valier Benito Benedini, Napoli-tano non fa neanche un cenno. Pronuncia invece un dettaglia-to quadro della situazione eco-nomica europea ed italiana, e scandisce tre vie d'uscita per

l'Italia, all'attenzione delle «forze politiche e sociali». La prima è di «non isolare la situa-zione italiana, nei suoi aspetti più critici, dal contesto euro-peo», visto che le sole soluzioni praticabili sono per l'appunto europee, e che il consolidamen-to del debito non è un problema solo nostro. La seconda, che esordisce con un «evitare ov-vietà e semplicismi che non

aiutano in alcun modo», segna-la come non si possa sfuggire al rigore, nonostante gli effetti re-cessivi, «se non vogliamo che l'Italia sia spinta di nuovo sul-l'orlo di una crisi disastrosa del debito». E qui Napolitano tri-buta un caldo omaggio a Mario Draghi, «questo italiano presi-dente della Bce» e al suo impe-gno per frenare la speculazione contro l'Euro, prima di sprona-re a «non restare prigionieri di conservatorismi e corporativi-smi», come del resto ha detto ieri pure Monti. Infine, serve «un rilancio degli investimenti, e specialmente degli investi-menti pubblici», anche «finan-ziando su scala europea nuovi progetti di investimento». Be-nedini aveva detto «Napolitano è insostituibile». Napolitano ha risposto che «scaduto il man-dato, ognuno è sostituibile». E che questa è la fiducia che ha nelle istituzioni al momento del loro rinnovamento.

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Napolitano: evitare i passi falsi

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Le città col hegetario «il nuovo senza strappi»

27/11/2012 pressunE 1 Unità Direttore Responsabile: Claudio Sardo

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Le città col segretario «il nuovo senza strappi» C

i vorrà qualche giorno di lettura attenta del voto, dei flussi, dell'età di chi ha votato chi, ma intanto un dato sembra eviden-te: nelle grandi città, da.

Milano a Roma, da Napoli a Catanzaro, da Palermo a Cagliari a Genova, la mag-gioranza del popolo di centrosinistra al-la primarie ha votato per il segretario Pier Luigi Bersani. Da Nord a Sud, ecce-zion fatta per Firenze - città del sindaco Matteo Renzi ZI - e Bari, dove ha spopolato il governatore pugliese Nichi Vendola- il cosidetto «voto di opinione» ha già dato un'indicazione chiara. Se il sindaco espu-gna molte città considerate rosse, tanti Comuni dell'Umbria - governata dalla bersaniana Catiuscia Marini - e molti Co-muni della Toscana e delle Marche, il se-gretario conquista terreno soprattutto nel Sud, nel Lazio, in Abruzzo a L'Aqui-la lo scelgono il 45,6% degli elettori con-tro il 30 che opta per Renzi. Qui, nelle zone colpite dal terremoto hanno avuto un peso la presenza costante e le batta-glie fatte dal segretario e dal Pd al fianco dei cittadini e del sindaco, contro la pro-paganda del governo Berlusconi che si è tradotta in una bolla mediatica e che an-cora oggi grida vendetta.

Diversa la lettura delle altre città co-me Cagliari, Genova, Milano, Napoli, Ca-tanzaro. il sondaggista Nicola Piepoli di-ce che ci «vorrebbe una bella ricerca mo-tivazionale” per capire cosa ha spinto gli elettori a scegliere un candidato anziché un altro. Eppure un'idea di massima se l'è fatta, grazie al lavoro di alcuni suoi collaboratori che domenica hanno segui-to le primarie del centrosinistra andan-do nei seggi e parlando con gli elettori. Se per l'elettore renziano è complicato definire un archetipo, ,un mio collabora-tore ha lavorato su 800 di loro e non è riuscito a definire un profilo comune», è tutto sommato possibile comunque defi-nire la percezione che hanno del messag-gio che arriva dal proprio leader di riferi-mento. «Potremmo dire - spiega - che Bersani ricorda Mitterrand, "una forza tranquilla per il futuro", mentre Renzi ha un approccio più Garibaldino, un in-ventore del futuro che dice ai suoi eletto-ri "creiamolo insieme", Un messaggio questo molto giovane eppure non at-traente per tutti i giovani che in tanti hanno votato anche per il segretario». Bersani rappresenta per larga parte del voto di opinione la garanzia del cambia-

MARIA ZEGARELLI

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Da Mano a Genova, da Roma a Napoli

«voto d'opinlene» ln gran pane al leade‘ Pd Pepo come M b‘en'ad dà on'ld a dl serenita

mento senza strappi e duratura nel tem-po, in grado di guidare un governo per cinque anni anche durante un momento di crisi italiana e europea così acuta, mentre Renzi rappresenta un saio ver-so il futuro anche a costo di rompersi qualche costola.

Renato Mannheimer dice di non aver ancora guardato i dati e dunque preferi-sce non sbilanciarsi, come non si sbilan-cia Nico Stumpo, responsabile organiz-zazione del Pd, che spiega mentre sta per andare alla riunione del Coordina-mento delle primarie: «Lo faremo con calma, adesso dobbiamo pensare al bal-lottaggio».

Prova a leggere il dato umbro, con un occhio particolare a Perugia, dove Renzi ha preso il 47,3% mentre il segretario si è fermato al 40,5%, Walter Verini, depu-tato Pd schierato con Bersani: «Intanto sfatiamo il luogo comune della Regione rossa perché in Umbria i Comuni in ma-no al centrodestra non sono afffatto po-chi, da Orvieto a Montefalco, Bastia Um-bra, la stessa Todi fino a 5 anni fa, In Umbria i segnali al gruppo dirigente ci sono da tempo, queste primarie non so-

no state che l'ultimo. Il messaggio al cor-po dirigente è quello di dare un ulteriore segnale di innovazione e cambiamen-to».

Se mbria e la Toscana sono stare le note dolenti del segretario, tutta altra musica nelle città del Sud e delle Isole. Alfredo D'Attorre, commissario Pd del-la Calabria, definisce il risultato com-plessivo della Regione (Bersani al 54,7% contro il 22,7% di Renzi) «un risultato all'insegna dell'impegno dei gruppi diri-genti, ma anche di una spinta molto for-te venuta dai territori, da tanti giovani dei gruppi dirigenti che abbiamo rinno-vato con i congressi di circolo e con una rete di validi amministratori. In Cala-bria Vendola, con il 16,5%, è sopra la me-dia nazionale mentre Renzi è al di sotto. Penso che, come nel resto d'Italia., a mag-gior ragione in Calabria vi sia un natura-le terreno di convergenza degli elettori di Vendola con la proposta politica di Bersani che usa come parole chiave co-me lavoro, moralità, uguaglianza e Mez-zogiorno». «Un voto ottimo, se togliamo Firenze che ha una situazione particola-re, è arrivato da tutte le grandi città. Un voto rilevante da Nord e Sud e la rispo-sta del Sud mi ha fatto piacere», com-menta infatti il segretario Pd durante la conferenza stampa di ieri».

Diversa la lettura che ne dà Beppe Fio-roni: Soprattutto nelle grandi città del Sud si vince perché il Pd da di sé un'im-magine plurale molto attenta alla soffe-renza e ai bisogno degli ultimi e all'istan-za di moralità e di cambiamento e al co-raggio delle scelte che Bersani ha incar-nato e non ha aiutato di certo Renzi il fatto che nel suo libro- programma "Stil nuovo", il Sud e i suoi problemi siano completamente assenti come gli ammi-nistratori del Sud non hanno dimentica-to la sua avversione a che un sindaco di area metropolitana del Sud per la prima volta guidasse l'Anci essendo tutti gli or-gani del centronord», Il riferimento di Fioroni è all'elezione di Graziano Delrio per la quale si spese in maniera molto determinata contro il Sud che aveva co-me candidato Michele Emiliano. «Per quanto riguarda le aree metropolitane del centronord la partecipazione è stata caratterizzata da una valutazione dei progetti e soprattutto della prospettiva di vincere le secondarie scegliendo l'effi-cacia e la capacità ma anche l'equilibrio di chi sa tenere assieme una squadra composita».

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27/11/2012 pressunE 1 Unità Direttore Responsabile: Claudio Sardo

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Il sindaco e le regioni rosse: i tanti affluenti di un successo

Siarno al 60% anche a Lam-porecchio». La soddisfa-zione di Lino Pa.ganelli, una gioventù nel Pci e poi nei gangli dell'organizza-zione prima del Pois e dei

Ds e ora del Pd (è responsabile delle feste de l'Unità) è palpabile anche al telefono. E non solo perché lui nel pic-colo comune del pistoiese c'è nato. Ma perché quel paese, oltre che per i brigi-dini, per anni é stato famoso per essere il comune più rosso d'Italia. «Mio zio mi raccontava sempre di quando Ber-linguer appena eletto segretario scelse proprio Lamporecchio per il suo pri-mo discorso. Disse: sono venuto qui non per dirvi cosa dovete fare, ma per imparare da voi cosa fare», Ecco da do-menica Lamporecchio é uno dei COMU-ni più "renziani" d'Italia, Come lo è an-che (7astelfiorentíno in provincia di Fi-renze, altro comune dove il Pci sfiora-va regolarmente l'80% o Pontassieve e Sesto Fiorentino dove da sempre la si-nistra è al governo. Ma anche Siena do-ve Renzi (che qui aveva chiuso la cam-pagna elettorale attaccando sui guai di Mps) sfiora il 50% in città arriva a supe-rare il 54% in provincia.

Percentuali che si ripetono in quasi tutta la "rossa" Toscana. Non solo nel-la sua. Firenze, ma anche nelle altre realtà con le uniche eccezioni di Massa Carrara e Livorno dove a riportare in alto Bersani ci pensa Piombino. A Ver-gaio, comune natale di Benigni, nel pra-tese Renzi doppia Bersani 300 voti a 154.1n provincia di Prato è al 57%. Vin-ce anche a Lucca, Arezzo e Grosseto. E conquista la provincia di Pisa, compre-sa Pontedera la città della Piaggio e del presidente della Regione Enrico Rossi, bersaniano convinto, che però si dice dispiaciuto più per la sconfitta di Firen-ze «dove ho votato». «Renzi - ragiona Rossi - ha colto quell'esigenza di rinno-vamento che chiede il nostro elettora-to e che anche io, seppur in altri modi, ho posto. E che deve spingerci a riflette-re». Nella. Valdichiana, da sempre baci-no elettorale della sinistra senese, arri-va a numeri "bulgari" 68,8% a Chiusi, 68% a Torrita; 53,7% a Sinalunga il pae-se di Rosv Bindi con cui il sindaco ha in corso un durissimo braccio di ferro. Un bottino cospicuo e diffuso che in Tosca-na gli fa superare il 52% dei voti. Effet-to prodotto, sicuramente, del fatto che Renzi sia sindaco di Firenze e quindi giochi un po' in casa come fanno nota-re dal Pd e come riconosce lui stesso. «Chi ci ha visto all'opera ha visto che le cose sono andate bene, clic non siamo

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VLAD1MIRO FRULLETTI

vfnilletti@unital

A parte la «sua» Toscana Renzi ottiene percentuali alte in Umbria e Marche buone anche in Emlila Enrico Rossi Manco cogiie meglio la spinta a cambiare

solo chiacchiere». Il che però non spie-ga tutto. E soprattutto non spiega per-ché Renzi vada bene anche in Umbria (primo con oltre il 44%) e nelle Marche (42%) che con Toscana e Emilia. Roma-gna sono considerate il bacino elettora-le più sicuro della sinistra.

Renzi stesso si dice meravigliato di certi numeri. Soprattutto se paragona-ti con gli insuccessi registrati in Meri-dione e prova a spiegarselo ricorrendo al bisogno di rinnovamento che c'è a sinistra e che lui ha chiamato a raccol-ta con la famosa rottamazione, Una spinta che ha potuto intercettare per-ché, appunto, giocava nel perimetro del centrosinistra. «Non voglio cambia-re casacca, ma i giocatori» dice. li che spiegherebbe perché questo bisogno di novità quando si tratta di elezioni ve-

Cadagw apparato? Ormai esiste solo nei sindacato Zgnazù segna e ai dirige i serve più dinamismo

re da queste parti non abbia mai trova-to sbocchi nel centrodestra.

Ma anche a cercarle fra chi studia questi fenomeni, le spiegazioni non sempre risultano coincidenti. Il profes-sore Mauro Caciagli, ordinario di Politi-ca comparata a Firenze, ad esempio ri-tiene che le regioni rosse oramai esista-no solo nell'anedottica. «Al massimo le chiamerei rosa. Sono ormai anni che con i miei studi mi sforzo di far capire che la cultura rossa è un ricordo del passato. E la vittoria di Renzi ne è un ulteriore dimostrazione» spiega. An-che perché il famigerato «apparato» per Caciagli è argomento più da libri di storia che da cronaca politica. «Di appa-rato ne vedo pochissimo in Toscana, fi-guriamoci altrove. L'unica struttura che ancora esiste, anche se non è più quella di una volta, è il sindacato» ag-giunge. A suo giudizio, casomai, pesa-no di più gli amministratori locali. Ep-pure inumeri dicono che Renzi sfonda anche dove i sindaci stanno con Bersa-ni. Questo almeno raccontano le per-centuali fra il 43 e il 46% di Pesaro Urbi-no, Macerata, Fermo. Il quasi 47% di Perugia. O i dati sopra il 40% di Mode-na, Cesena, Farli , Ravenna, o poco sot-to di Piacenza Reggio e Rimini, che, no-nostante i cali di Bologna (dove è al 33%) e Ferrara, nella Regione del se-gretario e del presidente Vasco Errani fanno toccare a Renzi il 38%. «11 dato toscano di Renzi io lo leggo come un premio a un proprio concittadino co-Me avviene per Vendola in Puglia o per Bersani in Emilia» spiega il professore Piero Ignazi, già direttore del Mulino, che insegna. Politica comparata a Bolo-gna. Ma Ignazi invita i dirigenti del Pd a non accontentarsi di facili letture per-ché altrove Renzi ha raccolto un gran-de desiderio di rinnovamento che c'è nella base militante». Tanto che Ignazi ritiene che sia «opportuno quanto pri-ma che il Pd faccia il congresso per veri-ficare quanto sia forte questa spinta all'innovazione». Né Ignazi assegna particolare valore numerico a un possi-bile sostegno a Renzi da parte dell'elet-torato, seppur deluso, di centrodestra. «Mi sembra che si tratti più di .folklore che di un movimento sostanzioso. Ci sa-rà stato il voto malizioso di qualcuno di centrodestra, ma certo non ha sposta-to nulla». Casomai nel voto per il sinda-co di Firenze nelle regioni cosiddette rosse, Iganzi, vede «una cospicua com-ponente di anziani» che ha premiato la «faccia giovane» per dire al Pci che «c'è bisogno di una classe dirigente un po' più dinamica».

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lzano la c t a dove si vive meglio Scalzata Bologna

Tra i ala, ati delle putizze Casi ritta sfrutta i precari

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27/11/2012 press unE 1 Unità Direttore Responsabile: Claudio Sardo

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Bolzano la provincia dove sì ulve meglio in Italia. Anche nell'anno della crisi e con un tenore di vita dimezzato rispetto all'anno scorso, Lo ha sancito la ricerca annuale dei Sole 24 Ore giunta quest'anno alla 23/ma edizion Bolzano, già prima in classifica nel 1995, nei 2001 e nel 2010. strappa la prima posizione a Boiogna, classificatasi solo10/ma, La magi nera per vivibilità va invece a Taran che scaiza pugliese, Foggia

classificatesi ultime nel 2011. in seconda e terza posizione Siena .

Trento, Completano la top ten Trieste, Parma, Belluno, Revenna, Aosta, tutte presenze costanti anche in passato. La ricerca - svolta ancora sulle 107 province - si articola su sei settori, costruiti a ioro volta su sei

indicatori (per un totale di 38), che danno iuogo a sei graduatorie di tappa e quindi alla classifica finale, Milano per il Benessere economico; Cuneo per . Affari e Lavoro; Bologna e Lucca alla

vizi Ar biente e 5a lrate

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Inni Chiesa: «Un pasticcio statale che scontenta tutti»

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Graziano Delrio

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gUnaltdstalumadlammaperInoshfiettorimm Si Parta domani, allora. L'Unità e verame!**e un hellieelmo giornale, ,che Arturo nostro quotidiano e un rade: nta sapori e nostro territorio ma' ezinsi cli108 pagine tutto a colori da un altro punto di vista, con un teg io

. . 'o Carta e' che parla di CUCIlla, diverso da quelli che normalmente gusta, ter Ogrd riernpiortt pastine 05V , i:late delle

settimana Per un intero mese. È la riviste di cucina Dentro Arturo . .

nostra ennegma scommesea, una troverete anche firmo impo tnnti t-venture

Ool fateci peroate,

sfida. Il costo O di 2 euro , SaPP ,amo nostro clootioliano , che per molt: nostri lettori potrà alla quale crdarna e chr, ci

" essere uno sforza ma vi asac unomo aPPessiono• Vedrete da vol. che ne vale la p3eria perché Arturo é sapere, come Asola°, che n

27/11/2012 press LinE runità Direttore Responsabile: Claudio Sardo

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LAURA MATTEUCCI MILANO

'<La questione essenziale è che deve tornare in capo ai Comuni. In tutto e per tutto». Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell'Anci, torna a dare voce alla protesta dei Como-ai. proprio mentre il Senato sta va-gliartelo quella legge di Stabilità di cui chiedono modifiche in più punti, e oggi si ini zia, a votare il decreto leg-ge sui costi della politica, che potreb-be contenere qualche n ovitai n mate-ria, imposta sugli immobili..

È proprio il «nuovo» regolamento per la Chiesa e gli enti non

profit, pubblicato sabato scorso in Gazzetta ufficiale, l'ultimo spunto per le polemiche, perché è ambiguo, di difficile attuazione, e oltretutto é pure la fotocopia di un testo di 'Fre-menti dei 2009 già bocciato dalla

Adesso la palla è passata a Bru-xelles, Olfatti: sono i commissari eu-ropei a dover vagliare in questi gior-ni il documento e decidere se chiude-re la procedura d'infrazione aperta contro l'Italia già nel 2007. Presidente, è stato pubblicato il rego-lamento che doveva fornire lumi sull'applicazione dell'Inni agli enti non prof it e alle scuole paritarie, la co-siddetta imes-Chiesa, Comuni che co-sa ne pensano, è tutto chiaro o le cose si complicano? -<La titolarità dell'Ini deve essere dei Comuni, anche per il regolamen-to. Per averne un o corretto ed effica-ce, devono redigerlo i Comuni, come accadeva con l'Id. Anche perché non vorremmo mai penalizzare scuo-le d'infanzia e non proli, Invece il regolamento l'ha fatto il ministero, e questo perché l'imu é una tassa nata solo per fare cassa. Ovvio sorgano problemi interpretativi ed attuativi: le imposte cmstnuaali n oti pOSSrill O ve-nire regolamentate a livello statale». Un altro regolamento confuso: però voi entro il 31dicernbredovrete appli-carne almeno una parte, quella relati-va allo status di attività commerciale. «Infatti, siamo i attesa degli incontri tecnici e delle circolari interpretati-ve da parte del ministero. Confuso è la panala giusta. Prendiamo le setto-le

paritarie: sugli immobili misd, ad

esempio, per la forimulaz ione dei pa-gamenti dovremmo basarci sul co-sto delle rette, ma non sono specifica-te soglie, ne: criteri di valutazione. Ai Comuni si chiede di raccogliere in-formazioni, ma non è né banale tè semplice. E un pasticcio tutto stata-le, che rischia di scontentare un po'

Bruxelles vuole eblaremb la procedura ti Purazione contro l'Italia potrebbe restare aperta

tutti, laici e cattolici, e pori si capisce iìemmen o se risponda alle sollecita- zioni dell'Unione europea». Ma non siete stati interpellati nella ste-sura di un regolamento che poi sono i Comuni a dover applicare? <:151.ai, borse f1011 mi sono spiegato be-ne: la questione di fondo è che l'Imu è stata fatta per fare cassa, in senso letterale, il che significa che tutto è funzionale al limitare al massimo la diminuzione del gettito, Ricordo che l'inni vale qualcosa conte 21 -miliar-di, è la voce più pesante nell'abbatti-mento dei debito pubblico». Se il Senato non modificherà la legge di Stabilità, e se rimu non verrà resti-tuita ai Comuni a partire dall'anno prossimo, avete promesso di dimet-tersi in massa: promessa sempre vali-da? Dopo la manifestazione di Mila-rie, S'è aperto qualche spiraglio? <,Certo che è sempre valida. Solo in Italia si COIlliflil a a pensare che la cre-scita possa partire da -Roma. In tutto il resto del mondo si è capito che so-no le città il vera S., t): ali O di qualsiasi possibile sviluppo. Ma le città sono aliti stremo. Ora, 110f: è clic dopo aver imposto sempre più tasse ai cit-tadini, possiamo anche chiudere servizi: c'è un limite alla tenuta della coesione sociale, e di sicuro noi non vogliamo cera.ificare la morte della convivenza civile. Se la manovra tiSelirà dal Senato così com'è entrata, che venga qualcun altro a farlo al po-sta nostro, che vengano i prefetti». E un braccio di ferro che va avanti da mesi... «Com e andrà a finire si vedrà nel gi-ro di qualche giorno, i contatti per sciogliere questi nodi sono avviati, e del resto lo sa anche il ministro dell'Economia, Grilli, che la nostra situazione è grave. il governo deve fai:partire da subito l'attivazione del-le imposte comunali sul territorio, non possiamo aspettare oltre:. Quest'anno noni stilla prima casa ci e stata tona, e pure quella sulla se-concia casa è andata, per metà, allo Stato. La questione politica fonda-mentale è che i proventi dell'Imu de-vono tornare completarnenre a noi già dal 2013. Stesso discorso anche per il Patto di stabilità che frena gli investimenti: per ora it3011 ci sono no-vità, stiamo lavorando, i risultati li vedremo». Gli incontri con i segretari di partito avuti nei giorni scorsi come sono m-dati? ,C'è stata senza dubbio grande atten-zione, ma :lacera una volta saranno i fatti a dover parlare. Perché noi i bi-lanci mica li facciamo a parole».

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